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Modulo2 Diritto
Modulo2 Diritto
Il 17 marzo 1861 fu proclamato il Regno d’Italia, il nuovo Stato italiano al quale furono estese le leggi dello Stato piemontese: lo
Statuto Albertino – concesso da Carlo Alberto di Savoia, re di Sardegna, nel 1848.
ottriata concessa dall’alto e non di natura popolare popolarità emanata da un organo rappresentativo del
popolo
flessibile modificabile tramite leggi ordinarie rigidità modificabile tramite revisione costituzionale
(complessa procedura posta in essere dal
Parlamento)
breve dedicante uno spazio ristretto ai diritti dei lunghezza dedicante molti articoli al riconoscimento di
cittadini diritti
confessionale riconoscente come unica religione di Stato il compromissorietà concilia principi appartenenti a diverse
Cattolicesimo ideologie
democraticità basata sul principio di democrazia
(la sovranità appartiene al popolo – art. 1)
programmaticità evolve con l’avanzare del tempo
il periodo liberale
Il regime che si affermò nel regno d’Italia fu di tipo liberale. Esso si ispirava al principio della separazione dei poteri: il potere legislativo
apparteneva al re e al parlamento; il potere esecutivo era del re, che nominava i ministri e poteva liberamente revocarli; il potere
giudiziario spettava ai giudici, nominati dal re. In pratica il re controllava ampiamente tutti e tre i poteri. Tuttavia il potere del re, nel
giro di pochi anni, andò gradualmente attenuandosi. Innanzitutto si rafforzarono i poteri della Camera dei deputati, elettiva, rispetto al
Senato, che era invece di nomina regia. Venne poi introdotta la possibilità, per il Parlamento, di fare cadere il governo attraverso un
voto di sfiducia; Inoltre i ministri continuarono a essere nominati dal re, ma dovevano anche ottenere l'approvazione del Parlamento.
Queste due novità resero l'Italia una monarchia costituzionale parlamentare. A ciò si aggiunse che il re rinunciò di fatto alla
possibilità di rifiutare l'approvazione delle leggi, riconoscendo in tal modo l’appartenenza esclusiva del potere legislativo al Parlamento.
Un'altra fondamentale innovazione fu poi applicata nel 1919, quando il diritto di voto, prima limitato per censo, fu riconosciuta a tutti
i cittadini maschi di età superiore ai 21 anni (suffragio universale maschile), con la conseguenza che in seno al Parlamento vennero
eletti, oltre a rappresentanti del Partito Liberale, votati dai cittadini di censo più elevato, anche membri di partiti popolari, come il
Partito Socialista e il Partito Popolare.
il periodo fascista
L'avanzata delle idee socialiste e il timore di perdere il proprio potere furono tra le cause che spinsero il re a mettere alla guida dello
Stato un uomo forte, che sapesse fronteggiare con energia le richieste popolari: nel 1922, dopo la marcia su Roma, Vittorio Emanuele
III cedette alla minaccia fascista e diede l'incarico di formare il governo a Benito Mussolini, capo del Partito Nazionale Fascista.
Fu una scelta anomala e non pienamente costituzionale, in quanto i fascisti, essendo in minoranza all'interno della Camera, non
avrebbero potuto accedere a tale carica. Dopo un avvio apparentemente moderato, il fascismo mostrò i suoi aspetti totalitari con
l'emanazione, nel 1925, delle cosiddette leggi fascistissime, che comportarono la soppressione delle libertà sindacali e civili e
rafforzarono il potere del capo del governo, chiamato Duce - il termine deriva dal latino dux, che significa ‘guida’, ‘condottiero’, ‘capo’.
Al centro dello Stato venne posta la figura del Capo del Governo, responsabile solo di fronte al re e non di fronte al Parlamento, e che
assunse un ruolo gerarchicamente superiore rispetto ai ministri, da lui direttamente nominati e revocati, sia pure con atto formalmente
regio. Il potere legislativo, di fatto, fu attribuito al Governo, mentre il Parlamento conservò una funzione di pura ratifica delle leggi
emanate. Nel 1939 la Camera dei Deputati fu soppressa e sostituita con la Camera dei fasci e delle corporazioni i cui membri venivano
nominati dal Governo o dal partito fascista. Vennero considerati fuori legge tutti i partiti tranne quello fascista, il cui massimo organo,
il Gran consiglio del fascismo, divenne un organo costituzionale dotato di ampi poteri. Esso, di cui facevano parte i presidenti delle
Camere, i ministri e alcuni sottosegretari, coordinava tutta l’attività del regime, approvava gli incarichi di partito e doveva essere
consultato sulle questioni più importanti.
Oltre alla soppressione delle libertà politiche e civili, venne reintrodotta la pena di morte per i reati contro lo Stato e il dissenso politico
venne reso penalmente perseguibile, cioè punibile con sanzioni.
Nel 1926 venne istituito il Tribunale speciale per la difesa dello Stato che aveva il compito di giudicare i reati politici e di cui facevano
parte giudici legati al fascismo. Furono contemporaneamente riconosciuti alla polizia ampi poteri di repressione politica, tra cui quello
di disporre il confino, cioè il soggiorno obbligato, in luoghi isolati.
Nel 1936, con l'Asse Roma-Berlino, fu siglata l’alleanza politico-militare tra la Germania nazista e l'Italia, cui aderì l'anno successivo
anche il Giappone. Nel 1938, in conseguenza di tale alleanza, vennero applicate le leggi razziali contro gli ebrei anche nel nostro Paese.
Nel 1940 l'Italia entrò in guerra alleandosi con la Germania hitleriana.
Nel luglio 1943 il Gran consiglio del fascismo votò a maggioranza un provvedimento contro Mussolini, a seguito del quale il re Vittorio
Emanuele III destituì il Duce dal ruolo di Capo del governo, nominando al suo posto il generale Badoglio. Tra i primi provvedimenti
del nuovo esecutivo ci fu quello di mettere fuori legge il partito fascista. L’8 settembre 1943 venne concluso l'armistizio con gli anglo-
americani. I militari italiani, da alleati dei tedeschi, divennero – in alcuni casi senza alcun preavviso – loro nemici. In breve tempo
l'Italia centrosettentrionale fu occupata dai nazisti, mentre l'esercito italiano, rimasto senza guida, si sfasciò e il re, insieme a Badoglio,
fuggì prima a Pescara e poi a Salerno, sotto la protezione dei nuovi alleati. L’Italia rimase così divisa in due parti: il Nord occupato
dai tedeschi e il Sud dagli anglo-americani. I tedeschi liberarono Mussolini, che era tenuto prigioniero sul Gran Sasso, e insieme
tentarono di ricostruire il partito fascista a Salò, sul Lago di Garda, fondando La Repubblica sociale italiana. La Repubblica di Salò
cade nel 1943, grazie all'azione, oltre che degli alleati, dei partigiani, gruppi spontanei di cittadini che, fin dal 1943, si erano armati
nella lotta contro i tedeschi ei fascisti. Essi, insorgendo nell’aprile del 1945, contribuirono a realizzare la liberazione, di cui celebriamo
ogni anno la ricorrenza il 25 aprile.
Nell'aprile del 1944 era stato stipulato tra la monarchia e il Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) il Patto di Salerno,
nel quale si previde di rinviare alla fine della guerra la scelta tra la forma di governo monarchica e quella repubblicana e
di costituire un’Assemblea costituente con lo scopo di scrivere una nuova Costituzione che sostituisce lo Statuto Albertino.
Il 9 maggio 1946 il re abdicò a favore del figlio che divenne pertanto il nuovo re d'Italia con il nome di Umberto II.
Il 2 giugno 1946 si svolse una consultazione elettorale per eleggere l'Assemblea costituente; furono le prime elezioni libere
dopo 25 anni e per la prima volta furono ammesse al voto anche le donne. Lo stesso giorno gli italiani si pronunciarono
anche, mediante referendum, sulla scelta tra monarchia e repubblica. Il popolo scelse per lo Stato italiano la forma re-
pubblicana ed elesse i 556 membri dell'Assemblea costituente, cui fu affidato l’importantissimo compito di scrivere il
testo della Costituzione.
Nelle elezioni per l'Assemblea costituente, che si svolsero con il sistema proporzionale, i partiti maggiormente votati
furono la Democrazia Cristiana - ispirata ai valori cattolici - Il Partito Socialista e il Partito Comunista. Il Partito Liberale,
che aveva dominato lo scenario politico italiano fino alla Prima guerra mondiale, si ridusse a una presenza marginale.
Il 28 giugno 1946 fu eletto dall'Assemblea costituente il capo provvisorio dello Stato: Enrico de Nicola.
Il compito di elaborare una prima stesura del testo costituzionale venne affidata ad una commissione di 75 deputati eletti
all'interno dell'Assemblea costituente. La presidenza della commissione fu affidata a Meuccio Ruini. Per svolgere i propri
lavori in modo ordinato e concludente, la Commissione dei 75 si suddivise in tre sottocommissioni, che si occuparono
della stesura rispettivamente, delle parti relative ai diritti e doveri dei cittadini, ai rapporti economico-sociali e all'ordi-
namento statale. I lavori procedettero con intensità e in modo costruttivo: la nostra Costituzione fu pronta nell'arco di un
anno e mezzo, e fu approvata, articolo per articolo, dall' Assemblea Costituente alla fine del 1947 per entrare in vigore il
1° gennaio 1948.
sostiene il valore della democrazia, ossia la forma di governo in cui l’organo titolare della sovranità è
il popolo, al quale spettano le decisioni relative all’organizzazione e al funzionamento dello stato
Articolo 1 democrazia rappresentativa o indiretta democrazia diretta
sostiene il principio lavorista, secondo il quale il lavoro è un fattore di crescita dell’individuo e della
collettività
Articolo 2 afferma i diritti inviolabili dell’uomo e i doveri inderogabili
(di carattere economico, politico e sociale)
sancisce l’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge senza alcuna distinzione (sesso, razza, lingua,
Articolo 3 religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali)
uguaglianza formale uguaglianza sostanziale
Articolo 4 afferma il principio del lavoro come diritto afferma il principio del lavoro come dovere
sostiene il principio del sancisce il principio di autonomia corrispondente nei fatti al
decentramento, consistente nel potere riconosciuto agli enti pubblici territoriali diversi dallo Stato
trasferimento di funzioni e di poteri (Regioni, Provincie, Città metropolitane e Comuni) di gestire,
Articolo 5 decisionali dagli organi centrali attraverso una propria amministrazione e propri atti normativi le
dello stato agli organi degli enti attività pubbliche correlate ai bisogni della cittadinanza locale
locali (principio di sussidiarietà)
trattano la libertà religiosa
oggi il nostro Paese è uno stato un posto privilegiato però è riservato alla religione cattolica,
laico per la validità dei Patti Lateranensi
Articoli 7 – 8 – 19 – nessuna confessione è – firmati l’11 febbraio 1929 tra lo Stato italiano (primo
riconosciuta come ufficiale e tutte ministro Benito Mussolini) e la Chiesa Cattolica (cardinale
le religioni sono ugualmente libere Pietro Gasparri)
posizioni conciliate nel carattere compromissorio della nostra Costituzione
I Patti Lateranensi risultano composti essenzialmente di due documenti: il Trattato e il Concordato. Attraverso il primo lo
Stato rinunciò alla propria sovranità sul territorio della Città del Vaticano a favore del Papa; con il secondo vennero attuate
delle concessioni da parte dello Stato alla Chiesa Cattolica, quali:
➢ l'inserimento obbligatorio della religione cattolica tra le materie scolastiche;
➢ il riconoscimento degli effetti civili del matrimonio cattolico;
➢ le agevolazioni fiscali accordate agli enti ecclesiastici;
Con l'accordo di modificazione del Concordato lateranense del 1984 diverse norme sono state cambiate.
Il criterio di maggioranza prevede, nella democrazia diretta, il prevalere dell’orientamento della maggior parte dei cittadini, in quella
indiretta, il prevalere dell’orientamento della maggioranza dei rappresentanti. Questo principio comporta inevitabilmente che una parte
dei cittadini rimanga insoddisfatta delle scelte operate ma, al contempo, consente di gestire in modo pacifico le situazioni di dissenso.
stabilisce i requisiti e le modalità per l’esercizio del dal 1946, in Italia esiste il suffragio
diritto di voto – art. 2 dovere civico (senso di universale, in base al quale il diritto di voto
solidarietà politica) ma non obbligo giuridico (no appartiene a tutti i cittadini maggiorenni,
Articolo 48 sanzioni) – e del diritto di voto per indipendentemente dal ceto, dal censo e dal
corrispondenza sesso
personale uguale libero segreto
riconosce ai cittadini il diritto di costituire partiti politici e di aderirvi, in quanto essi sono
Articolo 49 associazioni private non riconosciute, che si ispirano a una propria ideologia e perseguono determinati
interessi, avendo prevalentemente funzioni pubbliche