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¶ I – 26-007-B-60

Neurofisiologia del movimento.


Apprendimento motorio
G. Chéron

La neurofisiologia del movimento e dell’apprendimento motorio ricopre un campo scientifico molto vasto.
Le basi fondamentali dell’elaborazione centrale del movimento si inscrivono in alcune strutture cerebrali
molto specifiche sul piano anatomico e funzionale ma anche riccamente interconnesse, che formano
degli insiemi neuronali gerarchizzati e dinamici. L’obiettivo principale di questo capitolo consiste
nell’introdurre le basi generali dell’apprendimento motorio ottenute grazie alle esperienze realizzate a
partire da modelli animali elementari, per integrarle gradualmente a comportamenti motori più
complessi. Le basi dell’apprendimento neuronale che coinvolgono il potenziamento e la depressione a
lungo termine e i meccanismi che hanno sede a livello della membrana dei neuroni, così come quelli che
attivano il materiale genetico neuronale, sono considerati nel loro contesto sperimentale iniziale, prima di
essere descritti all’interno di comportamenti motori più complessi che coinvolgono in particolare la
motricità umana. È proposta una visione aggiornata dei differenti sistemi corticali e sottocorticali alla
base della neurofisiologia del movimento e della sua plasticità. La struttura dinamica proposta integra le
aree corticali implicate nell’organizzazione del gesto volontario e della guida sensoriale, così come il ruolo
dei nuclei della base e del cervelletto. Infine, la descrizione dei neuroni specchio e del modello interno
dovrebbe permettere di afferrare meglio la dinamica generale del gesto motorio e del suo apprendimento.
© 2011 Elsevier Masson SAS. Tutti i diritti riservati.

Parole chiave: Movimento; Apprendimento; Corteccia motoria; Cervelletto; Nuclei della base;
Neuroni specchio

Struttura dell’articolo senza allenamento preliminare a fare bene quanto la piovra


esperta [1]. Si tratta, qui, di un’impresa comportamentale che
prefigura l’efficacia dei meccanismi fisiologici messi in gioco.
¶ Introduzione 1
Tuttavia, se ci si riferisce ai meccanismi di apprendimento
¶ Potenziamento a lungo termine e recettore NMDA 2 degli atti motori nell’uomo o nei primati in genere, dobbiamo
¶ Ruolo del cervelletto nell’apprendimento 4 considerare i diversi livelli di organizzazione strutturati in modo
¶ Controllo del riflesso vestibolo-oculare da parte del flocculus gerarchico e in interazione dinamica. In effetti, a ciascuno di
cerebellare 5 questi livelli, i legami sinaptici tra neuroni possono essere
modificati dall’esperienza conscia o inconscia, e i meccanismi
¶ Corteccia motoria primaria 5
dell’apprendimento possono, quindi, essere all’opera in diversi
¶ Aree corticali di controllo della corteccia primaria 6 circuiti neuronali e dirigere il comportamento motorio finale.
¶ Dinamica dei nuclei della base 6 Rivelando progressivamente gli elementi strutturali e funzio-
¶ Plasticità della corteccia motoria primaria, ripetizione nali della neurofisiologia del movimento, considereremo
dell’azione e sua osservazione 7 successivamente:
• i meccanismi di base della plasticità neuronale a livello
¶ Neuroni specchio, dall’imitazione all’apprendimento 8 molecolare e cellulare;
¶ Quadro generale dell’apprendimento e modello interno 8 • l’apprendimento dei riflessi;
¶ Conclusioni e prospettiva 9 • l’apprendimento degli atti volontari.
L’apprendimento implica un’interazione dinamica tra questi
tre livelli di organizzazione della neurofisiologia del movimento.
Un’interazione dinamica tra questi tre livelli potrebbe dare
■ Introduzione origine a delle combinazioni organizzative quasi infinite.
Fortunatamente, l’esperienza ci dimostra che dopo l’apprendi-
La capacità di apprendimento può essere appannaggio di una mento, che sia naturale o sperimentale, delle strategie neuro-
rete neuronale minimalista e non è in alcun modo riservata alle motorie limitano i gradi di libertà. Le ridondanze teoriche di
specie avanzate. Negli invertebrati quali la piovra (octopus origine neuroanatomica, biomeccanica e funzionale sono, in
vulgaris), l’apprendimento attraverso l’osservazione di un effetti, riorganizzate in funzione dei vincoli interni ed esterni [2,
congenere esperto nell’arte di aprire una gabbia, al fine di 3]. Per esempio, per compiere il movimento di rialzarsi a partire

prelevarvi una preda, avviene molto rapidamente. Dopo quattro dalla posizione accovacciata, sono state descritte delle strategie
osservazioni del congenere esperto, una piovra inesperta impara di coordinazione opposte (sia in fase che in opposizione di fase)

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a livello dei profili di accelerazione delle articolazioni del


ginocchio e dell’anca [2]. L’apprendimento naturale di questo Collaterali Dentatus PPSE Controllo PPSE
movimento ha, dunque, portato a degli ordini diametralmente di Schaeffer Gyrus prima
opposti, lasciando supporre l’esistenza di diversi bacini di Stimolazione
attrazione (secondo la terminologia delle reti di neuroni di Amplitude
Ampiezza
Hopfield) [4] o di molteplici soluzioni di ottimizzazione. 1
La neurofisiologia dell’apprendimento copre un campo di
indagini gigantesco, che va dallo studio in laboratorio delle CA1 Tetano
PPSE
plasticità neuronali in vitro (fetta di tessuto nervoso mantenuta
in condizioni fisiologiche vitali) ai comportamenti adattativi dei CA3 2
riflessi nell’animale sveglio [5, 6], all’esecuzione delle azioni
Controllo
volontarie in ambienti modificati, ai processi di rivalidazione
dopo
neurologica [7] e alle prestazioni sportive sul campo [8]. Sarebbe,
quindi, illusorio prendere qui in considerazione l’insieme di Amplitude
Ampiezza
Via perforante 3
questi differenti settori. Tenteremo, tuttavia, di apportare una
visione integrata di una neurofisiologia dell’apprendimento. Per
fare questo sceglieremo l’approccio scientifico che considera le
azioni motorie come l’espressione di un continuum dinamico
che va dalle attività riflesse alle attività volontarie.
400

Pendenza PPSE (% controllo)


■ Potenziamento a lungo termine PLT di lunga durata
300
e recettore NMDA
In che modo une rete di neuroni modificherà le sue connet- 200 PLT di breve durata
tività sinaptiche per migliorare il suo funzionamento e per
ricordare in modo duraturo le nuove astuzie e i nuovi gesti
100
appresi? Lo psicologo Donald Hebb (1949) [9] può essere
considerato l’iniziatore della ricerca attuale nel campo
dell’apprendimento. Il concetto di Hebb è semplice (Fig. 1): 0
quando un neurone A è in comunicazione con un neurone B e -30 0 30 60 90 120 150
se A è attivo (produce dei potenziali d’azione) insieme a B, Tempo (min)
allora la forza del legame sinaptico che li unisce si rafforza.
Questa proposta teorica semplice a priori svolge un ruolo
importante nella realizzazione dei differenti approcci che Figura 2.
affronteremo qui. A. Protocollo sperimentale per produrre un potenziamento a lungo
È, oggi, impossibile parlare dell’apprendimento motorio senza termine (PLT) su sezione di ippocampo mantenuta in condizioni fisiologi-
menzionare due meccanismi fisiologici fondamentali, il poten- che vitali. La stimolazione elettrica è applicata sulle collaterali di Schaeffer,
ziamento a lungo termine (PLT) [10] e la depressione a lungo che attivano la regione CA1 (CA: corno d’Ammone). I potenziali postsi-
termine (DLT) [11], inizialmente scoperti, da oltre mezzo secolo, naptici eccitatori (PPSE) sono registrati a livello delle cellule piramidali
in alcune strutture neuronali differenti (l’ippocampo per il PLT di CA1.
e il cervelletto per la DLT). Per produrre un PLT, gli elettrofisio- B. Pendenza dei PPSE misurata prima delle stimolazioni tetaniche (frecce
logi utilizzano un protocollo standardizzato (Fig. 2A), dove una nere) e dopo (secondo i risultati di Kandel, 2000).
stimolazione elettrica isolata (un impulso di breve durata) funge
da stimolazione controllo. Questo impulso applicato su una via
nervosa attiva a valle un’attività sinaptica che dà origine a un frequenza durante un certo tempo (più questa stimolazione
potenziale postsinaptico eccitatore (PPSE). Prima di iniziare il tetanica è ripetuta, più lungo sarà l’effetto ricercato). Diretta-
processo di apprendimento, è indispensabile assicurarsi che mente dopo la stimolazione tetanica (considerata come un
l’ampiezza del PPSE resti stabile nel corso del tempo, perché si periodo di allenamento), la stessa via nervosa è nuovamente
possa determinare uno stato iniziale sul quale può essere stimolata con impulsi isolati e sono valutati i PPSE indotti. È
prodotto un fenomeno di plasticità. Per provocare un PLT si allora che si scopre che l’ampiezza di questi PPSE è aumentata
utilizza, il più delle volte, una stimolazione tetanica ad alta in modo significativo e che questo aumento persiste per un
tempo relativamente lungo. Per comprendere meglio la com-
parsa di questa plasticità neuronale, dovremmo fare ricorso a
Se una miriade di esperimenti realizzati con l’ausilio di diverse
A B metodologie applicate su diversi modelli animali, che vanno
dall’aplisia (una limaccia di mare) passando per il coniglio, il
ratto e il topo. I lavori sull’aplisia sono stati premiati con il
PA PA Premio Nobel attribuito a Eric Kandel nel 2000 [12].
Noi scegliamo qui l’esempio dell’ippocampo che è oggi
0 100 0 100 riconosciuto come il centro della consolidazione dei nostri
Tempo (ms) Tempo (ms) ricordi e della navigazione [13]. In questa situazione studiata in
vitro su fette di tessuto dell’ippocampo di ratto mantenute in
Allora condizioni fisiologiche vitali, è stimolata la via delle collaterali
A B di Schaeffer e si registra l’attività post-sinaptica delle cellule
piramidali di CA1. La Figura 2B ci mostra che, dopo una
stimolazione tetanica a 100 Hz, l’ampiezza del PPSE è aumen-
PA PA tata di più del 100%, ma si constata che questo aumento si
riduce progressivamente con il tempo e ritorna al livello basale
0 100 0 100 dopo 150 minuti. Se sono applicati quattro treni di stimolazioni
Tempo (ms) Tempo (ms) a 100 Hz, l’ampiezza del PPSE aumenta di circa il 200%. Inoltre,
questa importante plasticità può essere conservata per più di
Figura 1. Rappresentazione schematizzata della legge di Hebb.
24 ore. Quali sono, dunque, i meccanismi fisiologici che
PA: potenziale d’azione.
possono spiegare questa plasticità cerebrale? L’effetto iniziale

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Figura 3. A-C. Rappresentazione schematizzata del funzionamento del recettore


N-metil-D-aspartato (NMDA) al momento dell’induzione di un potenziamento a
lungo termine (PLT). I triangoli gialli rappresentano le molecole di glutammato
liberate dalla terminazione sinaptica (vescicole sinaptiche simbolizzate dalle sfere
gialle) del neurone presinaptico. Dei recettori NMDA (RNMDA) e AMPA (RAMPA)
Na+ Na+ sono rappresentati su un frammento di membrana del neurone postsinaptico.
D. Meccanismi implicati che vanno dalla membrana al nucleo del neurone (se-
RAMPA RAMPA condo [12, 14]). CREB1: cAMP response element binding proteins 1; MAPK: mitoten-
Mg 2+
activated protein kinase; PKA: proteina chinasi A; AMPc: acido adenosina monofos-
fato ciclico.

RNMDA Mg2+ RNMDA

CREB1 Geni

Na+ MAPK
RAMPA

PKA
Ca2+
RNMDA

AMPc

Calmodulina
chinasi
Na+
RAMPA Calmodulina

Ca2+
RNMDA Ca2+

Proteine per
la crescita

qualificato come PLT di breve durata si spiega con l’attivazione punto un test di memorizzazione spaziale (piscina e labirinto
di meccanismi che hanno sede soprattutto a livello della acquatico di Morris) [16] che permetterà in particolare di
membrana del neurone postsinaptico. Le terminazioni presi- dimostrare l’importanza del recettore NMDA durante l’appren-
naptiche delle collaterali di Schaeffer libereranno del glutam- dimento della traiettoria di navigazione. Posto in una piscina
mato, in misura tanto maggiore se l’arrivo dei potenziali circolare, il ratto è in grado di individuare la localizzazione di
d’azione avviene a frequenza elevata durante l’apprendimento una piattaforma immersa ma, quando i canali NMDA dell’ippo-
(Fig. 3). Il glutammato così liberato attiverà i recettori dell’acido campo sono bloccati dall’iniezione di un antagonista dei
alfa-amino-3-idrossi-5-metilisoazolo-4-propionico (AMPA) recettori NMDA (AP5), il ratto è incapace di individuare la
causando una depolarizzazione della membrana postsinaptica piattaforma immersa [17]. Quest’ultima scoperta, associata al
che induce, a sua volta, lo sblocco del canale del recettore fatto che, in presenza dello stesso antagonista, il PLT su sezione
N-metil-D-aspartato (NMDA) per la liberazione dello ione di ippocampo è assente, pone definitivamente il recettore
mg2 [15]. Ciò permette un ingresso importante di Ca2+ attraverso NMDA al centro del processo di apprendimento. Molto recen-
il canale NMDA, che induce, in seguito, una cascata di reazioni temente, è stato dimostrato che nuovi neuroni possono compa-
biochimiche tra cui il reclutamento della calmodulina chinasi rire nel gyrus dentatus dell’ippocampo dei mammiferi, inserirsi
che può, a sua volta, modificare la recettività del recettore nei circuiti esistenti e rispondere in maniera adeguata alle
AMPA e aumentare la forza dell’attività sinaptica. Il recettore necessità di un nuovo apprendimento [18] . Anche a questo
NMDA, considerato un rilevatore di coincidenza molecolare, livello è il recettore NMDA che, sollecitato in modo specifico in
occupa una posizione centrale non solo nel campo della risposta a degli stimoli adeguati durante un breve periodo di
plasticità del sistema nervoso centrale (SNC) dell’adulto ma tempo, decide della sopravvivenza o della morte dei nuovi
anche in quello dello sviluppo [14]. neuroni [19] . Malgrado l’importanza di questo recettore nei
È in seguito alla scoperta del PLT [10] e dell’esistenza delle processi di apprendimento e nella neurogenesi, la selezione
cellule di posizione dell’ippocampo [13] che Morris ha messo a naturale ha conservato altri meccanismi per aumentare la

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durata del potenziamento delle attività sinaptiche e, quindi, attivano le numerosissime cellule granulari. Queste ultime
della memoria. Per ottenere un PLT di lunga durata, i processi attivano, attraverso le fibre parallele, le CP che rappresentano i
che hanno sede a livello della membrana dei neuroni non sono soli neuroni in uscita dalla corteccia cerebellare. Le CP sono
sufficienti e si deve fare ricorso all’espressione di alcuni geni delle cellule inibitrici ed esercitano un potente controllo
neuronali per assicurare una sintesi proteica specificamente inibitorio sui loro neuroni bersaglio situati nei nuclei profondi
legata all’apprendimento. In queste condizioni, la ripetizione del cervelletto nonché nei nuclei vestibolari e prepositus situati
dei treni di stimolazioni scatenerà altre reazioni a cascata nel tronco cerebrale. La seconda via di ingresso del cervelletto,
mobilizzando l’adenilil-ciclasi, l’acido adenosin-monofosforico che resta ancora la più misteriosa, è rappresentata dalle fibre
(AMP) ciclico, che, a sua volta, attiva la proteina chinasi A rampicanti che provengono dall’oliva inferiore. Fatto unico in
(PKA), e la mitoten-activated protein kinase (MAPK), al fine di tutto il sistema nervoso centrale, la CP adulta riceve informa-
attivare, a livello del nucleo neuronale, i regolatori positivi zioni solo da una singola fibra rampicante. Quest’ultima forma
dell’espressione dei geni precoci. Questi regolatori sono chiamati
dei contatti sinaptici «di passaggio» nell’arborizzazione dendri-
CREB (= cAMP response element binding proteins). CREB1 attiverà
tica della CP e vi produce un’attivazione potente che implica
vari bersagli genetici per permettere la trascrizione di nuovi geni
l’attivazione dei canali Ca 2+ voltaggio-dipendenti. Il ruolo
e, infine, la sintesi di nuove proteine necessarie alla modifica-
fondamentale dell’omeostasi dello ione Ca2+ nei neuroni del
zione strutturale delle connessioni sinaptiche esistenti e alla
cervelletto è stato recentemente evidenziato in diversi topi
proliferazione di nuove connessioni [12]. Alcuni studi in riso-
nanza magnetica (RM) realizzati nell’uomo durante l’apprendi- carenti in proteine leganti il Ca2+ e producendo l’emergenza
mento di diversi atti motori (giochi di destrezza, suonare la dell’oscillazione veloce della corteccia cerebellare che induce dei
chitarra, ecc.) hanno permesso di mostrare delle alterazioni disturbi della coordinazione motoria [25]. In modo spontaneo, le
morfometriche durature e specificamente localizzate della massa CP sono, il più delle volte, attive e scaricano dei potenziali
di sostanza grigia in rapporto con queste modificazioni plastiche d’azione di forma semplice (simple spike) in modo irregolare alla
e che coinvolgono il macchinario genetico dei neuroni [20]. frequenza di 50 Hz. Questa attività è prodotta dall’attività
combinata di un meccanismo di membrana che svolge il ruolo
di «pacemaker» e dal controllo delle attività sinaptiche della rete
■ Ruolo del cervelletto (combinazione delle afferenze eccitatorie provenienti dalle
cellule granulari e delle inibizioni condotte dai diversi interneu-
nell’apprendimento roni). La CP produce anche, a una frequenza nettamente più
bassa, di 0,1-1,5 Hz, dei potenziali d’azione complessi (complexes
La situazione privilegiata del cervelletto in quanto vera spikes) derivanti dalla potente eccitazione prodotta dalla fibra
«macchina neuronale» [21], considerato oggi una «macchina di rampicante. Questa azione produce anche un periodo di silenzio
apprendimento» [11, 22] o una «macchina di controllo» [23] ci nella scarica dei potenziali semplici che segue ogni potenziale
obbliga a introdurlo qui in queste grandi linee direttrici, complesso. L’influenza dell’oliva inferiore sulla fisiologia del
cercando di evitare i dibattiti contraddittori sulla natura reale e cervelletto è una delle caratteristiche fondamentali del funzio-
sulla finalità dei processi messi in atto. namento cerebrale e, senza alcun dubbio, dell’apprendi-
Il cervelletto è organizzato secondo una struttura modulare mento [23]. In estrema sintesi, se le due vie afferenti (FM e FG)
(Fig. 4), con ciascun modulo che si occupa di una parte del sono stimolate simultaneamente per un certo tempo, la risposta
corpo, associandovi le afferenze sensoriali e i comandi motori. postsinaptica della CP a una stimolazione isolata delle fibre
Questi moduli sono strutturati secondo l’organizzazione delle
parallele è significativamente ridotta. Si parla, allora, di una
vie di ingresso provenienti dai nuclei olivari e delle proiezioni
depressione a lungo termine (DLT). I meccanismi molecolari in
degli assoni delle cellule di Purkinje (CP) [24]. I segnali afferenti
cascata che determinano questa DLT sono stati, in questi ultimi
provenienti dalla periferia (vie spinocerebellari) o dalla corteccia
anni, identificati e permettono di modificare in modo duraturo
cerebrale (vie corticopontine) giungono nella corteccia cerebel-
la sensibilità tra le fibre parallele e la cellula di Purkinje. Questa
lare attraverso le fibre muscose le cui terminazioni sinaptiche
sinapsi è, quindi, considerata un sito di possibile memorizza-
zione [22]. Tuttavia, perché si possa veramente parlare di sito di
memorizzazione, la stessa sinapsi deve anche poter essere sede
Microzona di un PLT. Quest’ultima plasticità è stata scoperta nel cervelletto
Flocculus orizzontale più tardivamente della DLT [26, 27]. Quando le fibre muscose e
le fibre rampicanti sono attivate congiuntamente, la sinapsi
fibra parallela-CP (FP-CP) è depressa (DLT); viceversa, se le due
entrate non sono sollecitate in maniera coerente, la stessa
FG sinapsi è potenziata (PLT). Questa bidirezionalità è controllata
all’interno della CP dalla concentrazione dei flussi di Ca2+.
PC OI All’opposto di quanto avviene nell’ippocampo e nella corteccia
Fm
Segnale cerebrale, una concentrazione di Ca2+ intracellulare elevata
NVM di errore produce una DLT, mentre una bassa concentrazione porta a un
PLT [28].
NM Studiando il comportamento del cervelletto di topi affetti
dalla sindrome dell’alcolismo fetale (SAF) [29], abbiamo recente-
mente mostrato che l’induzione di una DLT su una sezione di
CsC RVO
RL cervelletto secondo la procedura classica, che consiste nello
stimolare le fibre parallele congiuntamente a una depolarizza-
zione potente della CP (mimando, con questo, l’attivazione
Figura 4. Ruolo del cervelletto nel controllo del riflesso vestibolo- della fibra rampicante), era dipendente dal flusso calcico in
oculare (RVO). Il circuito riflesso di base del RVO è rappresentato nel ingresso attraverso i canali Ca2+ voltaggio-dipendenti e, in
rettangolo grigio, che ingloba la rappresentazione del canale semicirco- particolare, dalla loro regolazione da parte della proteina chinasi
lare (CsC), i neuroni del nucleo vestibolare mediano (NVM), i motoneu- Cc (PKCc). In effetti, dato che questa proteina è sotto-espressa
roni (MN) del nucleo dell’abducente e il muscolo retto laterale (RL), che nei topi SAF, la DLT si rivela essere sostituita da un PLT e gli
mobilizza il bulbo verso il lato opposto alla rotazione della testa. Le fibre apprendimenti motori (riflesso di ammiccamento e test di
muscose (FM), le fibre rampicanti (FR) provenienti dall’oliva inferiore (OI) coordinazione motoria [rotarod]) sono molto deficitari. Queste
e le cellule di Purkinje (CP) sono rappresentate in relazione con il circuito
esperienze sottolineano il ruolo cruciale svolto dal cervelletto e
di base del RVO. Solo le cellule della retina coinvolte nel riflesso optocine-
dalla DLT nell’acquisizione di riflessi condizionati ma anche in
tico sono rappresentate nel loro rapporto con l’OI.
comportamenti che coinvolgono l’insieme del corpo.

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■ Controllo del riflesso DLT o il PLT, e ciò in funzione dei criteri ricordati in prece-
denza. Nell’esempio descritto qui sopra, si tratta di ridurre il
vestibolo-oculare da parte guadagno del RVO, perché i movimenti della testa causino solo
dei movimenti riflessi degli occhi di ampiezze molto modeste,
del flocculus cerebellare lasciando, allora, che sia l’OKN a gestire essenzialmente la
Proporremo il riflesso vestibolo-oculare (RVO) per illustrare stabilizzazione dell’immagine sulla retina quando si indossano
ciò che l’apprendimento cerebellare può realizzare su un dei prismi di Dove. Questo adattamento che riduce il guadagno
comportamento di un sistema sensorimotorio (Fig. 4). del RVO da 0,8 a 0,2 richiede nell’uomo e nella scimmia
Per arrivare all’essenziale semplificheremo considerevolmente parecchi giorni prima di stabilizzarsi al valore finale e, quando
i dettagli delle vie nervose e dei processi neurofisiologici che gli occhiali sono rimossi, il guadagno del RVO ritrova il suo
sono in opera. Il circuito di base del RVO è costituito dall’appa- livello di base secondo lo stesso decorso ma, questa volta,
rato vestibolare in ingresso e dai muscoli oculari in uscita; è una invertito.
via che presenta tre sinapsi. Se ruoto la testa verso sinistra, il Con questo esempio, abbiamo dimostrato che il quadro di
mio canale semicircolare sinistro è eccitato e le fibre afferenti riferimento nel quale le nostre azioni motorie sono realizzate
provenienti dal nervo vestibolare sinistro attiveranno i neuroni può adattarsi a delle situazioni ambientali fortemente pertur-
del nucleo vestibolare dello stesso lato, i cui assoni incrociano bate. Dei riflessi fondamentali possono subire modificazioni
la linea mediana per attivare i motoneuroni (MN) dell’abdu- plastiche considerevoli e provocare degli adattamenti a cascata
cente (VI nervo cranico) e per produrre una contrazione del che possono riguardare l’insieme del SNC. Delle modificazioni
muscolo retto laterale (RL) dell’occhio destro. Il carattere simili sono sicuramente all’opera in occasione dell’adattamento
coniugato dei movimenti oculari è conservato dal fatto che gli alla microgravità e possono riflettersi in modo globale
interneuroni del nucleo dell’abducente attiveranno i motoneu- nell’ampiezza del ritmo alfa dell’elettroencefalogramma
roni del nucleo oculomotorio (III nervo cranico) del lato (EEG) [35].
opposto e produrranno una contrazione del muscolo retto Pertanto, molto spesso, l’apprendimento di un gesto volon-
mediale dell’occhio sinistro. In risposta a una rotazione della tario deve avvenire in un quadro di riferimento modificato, per
testa a sinistra, i due occhi volgono a destra, il che permette il poter raggiungere l’obiettivo fissato. Si comprende anche a
mantenimento di un’immagine netta sulla retina. Questo partire da questo esempio quanto sia difficile per il soggetto che
riflesso presenta delle capacità di apprendimento adattativo che indossa gli occhiali di Dove dirigersi nello spazio e afferrarvi un
scompaiono quando il flocculus cerebellare è posto fuori oggetto. Innanzitutto, abbiamo visto che egli ha dovuto
circuito [30] o quando i segnali afferenti dei flocculi provenienti modificare in modo duraturo il guadagno del suo RVO per
dal tronco cerebrale sono lesi [6]. Il punto di origine di questo adattarlo alla nuova situazione; ora egli deve inibire le sue
processo adattativo implica un altro riflesso, il riflesso optoci- intenzioni motorie dirette verso gli oggetti che percepisce
netico (OKN), la cui origine si trova nelle cellule della retina attraverso i prismi e ridirigerle nello spazio di lavoro sul lato
sensibili allo scorrimento dell’immagine sulla retina. Quando opposto.
l’immagine scorre davanti agli occhi immobili, questi, sotto il Per comprendere meglio le difficoltà operative nelle quali si
comando dell’OKN, si muoveranno per seguire lo spostamento inserisce questo nuovo apprendimento del gesto volontario,
dell’immagine. Nuovamente, questo riflesso, come il RVO, considereremo la neurofisiologia attuale delle diverse strutture
permette di mantenere un’immagine netta sulla retina. Ora, se suscettibili di essere interessate da questa plasticità cerebrale.
io muovo la testa (a occhi aperti) verso destra, il paesaggio
sfilerà verso sinistra, l’OKN provocherà un movimento degli
occhi verso sinistra per seguire lo spostamento del paesaggio e,
nello stesso tempo, il RVO indurrà anch’esso un movimento ■ Corteccia motoria primaria
degli occhi verso sinistra. I due riflessi lavorano, quindi,
Il movimento volontario si organizza all’interno di diverse
all’unisono, per evitare uno spostamento dell’immagine sulla
aree cerebrali, ciascuna delle quali tratta degli aspetti specifici
retina e, quindi, uno sfocamento percettivo. Se il soggetto
del movimento [36, 37] (Fig. 5). Queste zone convergono verso la
indossa dei prismi invertenti, la situazione diventa catastrofica
corteccia motoria primaria M1, considerata la via finale
e non adeguata. Infatti, la stessa rotazione della testa verso
comune. Tuttavia, nella scimmia, le zone premotorie (definite
destra induce, questa volta, uno spostamento dell’immagine
sul piano anatomico come le aree che si proiettano su M1) si
sulla retina verso destra e obbliga l’OKN a produrre un movi-
mento degli occhi verso destra. Per contro, il RVO, che non è proiettano anche sugli interneuroni del midollo spinale, come
direttamente interessato dal fatto di indossare degli occhiali di le proiezioni di M1, a eccezione dei motoneuroni del midollo
Dove, continuerà a produrre un movimento degli occhi verso che non ricevono proiezioni dirette dalle zone premotorie. La
sinistra. Questa situazione produrrà degli sfasamenti molto presenza di queste proiezioni della corteccia premotoria sugli
marcati dell’immagine sulla retina. Se non interviene nessuna interneuroni del midollo apporta una complessità supplemen-
plasticità adattativa, il soggetto presenterà dei disturbi fisiologici tare, senza, peraltro, rimettere in causa il concetto classico e
importanti. È qui che entra in azione il cervelletto, informato l’importanza di M1, in quanto via finale comune. M1 resta,
dai segnali veicolati dalle fibre muscose provenienti dai nuclei senza alcun dubbio, una zona di convergenza corticale in
vestibolari [31], prepositus [32] e incertus [33], che segnalano la relazione diretta con i motoneuroni del midollo.
velocità della testa e la velocità e la posizione degli occhi. Il Assai recentemente è stato dimostrato che, nei primati
flocculus riceve anche dei segnali di origine retinica, in partico- superiori e nell’uomo, M1 si divide in una regione rostrale,
lare quelli relativi allo spostamento dell’immagine sulla retina, filogeneticamente più antica, dove le cellule piramidali si
che attivano in particolare i neuroni dell’oliva inferiore, punto proiettano sugli interneuroni del midollo agenti sui motoneu-
di origine delle fibre rampicanti. È l’arrivo coniugato dei segnali roni tramite la funzione integrativa del midollo, e in una zona
relativi ai movimenti degli occhi e della testa (trasmessi alle caudale, più recente, che riguarda i muscoli della spalla, del
fibre parallele attraverso le fibre muscose e le cellule granulari) braccio e della mano, dove le cellule piramidali si proiettano
e di quelli che corrispondono agli sfasamenti retinici (tradotti direttamente sui motoneuroni [38] (cfr. Fig. 8). Attraverso questa
dall’oliva inferiore in termini di segnali d’errore o di inadegua- via, l’effetto finale determinato da M1 impegna una sola sinapsi
tezza temporale), trasportati attraverso le fibre rampicanti sulle sul motoneurone prima della giunzione neuromuscolare. Questa
CP, che scatenerà a livello delle sinapsi FP-CP la plasticità porzione caudale di M1 rappresenta quindi, effettivamente,
adattativa necessaria perché lo sfasamento retinico e, quindi, il l’azione diretta della corteccia e della volontà sull’effetto finale.
malessere del soggetto possano essere migliorati. Per fare questo, Vedremo più avanti dalle esperienze recenti dell’equipe di
il comportamento dei vari tipi di CP [34] in risposta ai segnali di Cohen che M1 è anche la sede di meccanismi di apprendi-
ingresso dovrà essere modificato in modo duraturo attraverso la mento correlati al PLT [39, 40].

Medicina Riabilitativa 5
I – 26-007-B-60 ¶ Neurofisiologia del movimento. Apprendimento motorio

contro il comando dei muscoli codificato in coordinate intrin-


Intenzione Guida sensoriale seche) si realizza, quindi, a livello corticale, Nel polo posteriore,
azione volontaria dell'azione gli influssi afferenti dapprima integrati nella corteccia somato-
sensoriale primaria (S1) sono trasmessi nella corteccia parietale,
Pre-AMS AMS M1 S1 CP in particolare nell’area intraparietale laterale (IPL), e rinviati,
davanti alla scissura centrale, nella corteccia premotoria e, da
qui, integrati in via finale nella M1. L’esempio di blocco
motorio osservato nella malattia di Parkinson illustra bene la
CC IPL dicotomia funzionale delle aree anteriori e posteriori della
AIP corteccia su M1. Quando il paziente parkinsoniano si ritrova
CFP NB PFG letteralmente fisso sul posto (motor block), incapace di realizzare
CPV un cambiamento di direzione durante la deambulazione, questo
STS blocco è interpretato come un deficit di attivazione dei pro-
PFNS grammi adeguati situati nella parte anteriore del cervello (sede
Imitazione dell’intenzionalità e dell’organizzazione del movimento).
Tuttavia, si può vedere il paziente aiutarsi con attivatori
Cervelletto artificiali e gettare, per esempio, un oggetto al suolo, per uscire
del blocco motorio. In questo caso, egli attiva la parte posteriore
Midollo della corteccia (quella implicata nella guida immediata) ed è
quest’ultima che attiva M1 vicariando il deficit di attivazione
esercitato dai nuclei della base sulla parte anteriore della
Figura 5. Rappresentazione schematizzata delle diverse aree corticali corteccia.
coinvolte nell’intenzione volontaria, nella guida sensoriale dell’azione e
nel sistema specchio. CFP: corteccia frontopolare; CC: corteccia cingolata;
Pre-AMS: pre-area motoria supplementare; AMS: area motoria supple-
■ Dinamica dei nuclei della base
mentare; M1: corteccia primaria; S1: corteccia somatosensoriale primaria; La neurofisiologia del movimento non può tralasciare il ruolo
CP: corteccia parietale; AIP: area intraparietale anteriore; IPL: area intra- preponderante svolto dai nuclei della base nell’organizzazione
parietale laterale; PFG: parte rostrale del lobulo parietale inferiore; PFNS: del movimento [45] . Vere matrici neuroanatomiche molto
rete parietofrontale di neuroni specchio; STS: sulcus temporale superiore; complesse organizzate in nuclei e collegate da circuiti ricorrenti
CPV: porzione ventrale della corteccia premotoria (equivalente all’area che coinvolgono la corteccia premotoria (CPM), lo striatum
44 di Broadman e all’area F5 nella scimmia); NB: nuclei della base. Le barre (STR), il globus pallidus esterno (GPE), il globus pallidus interno
che uniscono i diversi elementi della PFNS costituiscono delle connessioni (GPI), i nuclei sottotalamici (NST) e il talamo (TH) sono
anatomiche bidirezionali tra queste zone. implicate in diversi aspetti del controllo motorio, che sarebbe
troppo lungo descrivere qui. Tuttavia, è interessante, sul piano
funzionale, considerare la dinamica neurofisiologica di base di
■ Aree corticali di controllo questo circuito neuronale (Fig. 6), per dimostrare che la
realizzazione dei nostri atti motori dipende dal buon funziona-
della corteccia primaria mento della trasmissione di segnali all’interno di circuiti che
decorrono non solo nella corteccia ma tra questa e delle
La corteccia motoria primaria è letteralmente circondata da strutture sottocorticali.
numerose aree corticali che definiscono, nel polo anteriore, un
insieme di entità dedicate all’organizzazione del gesto volonta-
rio e, nel polo posteriore, un insieme di strutture coinvolte nella
guida sensoriale immediata delle azioni [41]. Si tratta, per il polo Corteccia cerebrale
anteriore, della corteccia prefrontale, sede della deliberazione
delle intenzioni iniziali, dell’area motoria supplementare (AMS),
Cervelletto
implicata in particolare nell’immagine del movimento, e della
Pre-AMS, situata davanti all’AMS [42] e associata a diverse regioni CP
(corteccia cingolata e frontopolare) coinvolte nella preparazione CG
cognitivomotoria dell’azione. Nell’uomo, la stimolazione STR
elettrica di AMS e Pre-AMS evoca dei movimenti posturali lenti,
dei movimenti locomotori e un’impressione di urgenza di
movimento e di inibizione di azione in corso (Fig. 5). ND
Sul piano funzionale, la sottile distinzione tra l’AMS propria-
mente detta e la Pre-AMS resta difficile, per cui si parla più
spesso del complesso motorio supplementare (CMS) [43]. Queste Gpe
strutture anteriori sono, ad ogni modo, considerate premotorie,
in quanto si proiettano tutte su M1 e sono, inoltre, collegate ai SNpc
nuclei della base, di cui vedremo il ruolo importante nello
scatenamento dei programmi motori adeguati per la realizza-
zione dell’atto. La neurofisiologia della corteccia premotoria e NST Gpi TH
motoria nella scimmia ha permesso di dimostrare che la totalità
dei neuroni delle zone premotorie codifica la direzione del
movimento indipendentemente dai muscoli coinvolti [37, 44].
Benché la maggioranza dei neuroni di M1 codifichi anche per NP
la direzione estrinseca del movimento, sono stati recentemente Movimento
identificati dei neuroni che codificano per i muscoli [36] e che
permettono di comprendere come la codifica del movimento
inizialmente organizzato in termini di una direzione estrinseca
Figura 6. Connessioni anatomiche e funzionali tra i nuclei della base, la
(dirigere il movimento verso l’alto, il basso, la sinistra o la
corteccia cerebrale e il cervelletto. STR: striatum; GPE: globus pallidus
destra) si elabori nei circuiti corticali e si trasformi in M1 in un
esterno; SNpc: sostanza nera pars compacta; GPI: globus pallidus interno;
comportamento neuronale indirizzato specificamente a un dato
NST: nuclei sottotalamici; TH: talamo; NP: nuclei pontini; ND: nucleo
muscolo. La trasformazione sensorimotoria (situazione del
dentato; CG: cellule granulari; CP: cellule di Purkinje.
bersaglio da raggiungere espressa in coordinate estrinseche,

6 Medicina Riabilitativa
Neurofisiologia del movimento. Apprendimento motorio ¶ I – 26-007-B-60

Le aree corticali implicate nel controllo del movimento


descritte in precedenza si proiettano in modo eccitatorio sullo 1 2 3
STR. Da questa struttura sottocorticale, due vie principali si
SMT SMT
dirigono verso il GPI (via diretta) e il GPE (via indiretta). Si
tratta di vie inibitorie. Il GPI esercita, a sua volta, una potente
inibizione sul TH, che esercita un’influenza eccitatoria sulla
corteccia. Il reclutamento della via diretta mediante l’attivazione

Corteccia
corticale porta a una rimozione dell’inibizione del TH e, quindi,
a un’attivazione della corteccia. Questa via diretta è, quindi,
considerata una via essenziale per l’attivazione dei programmi
motori necessari all’azione. La via indiretta svolge un ruolo
opposto. In effetti, la via inibitoria dello STR inibisce il GPE, i
cui neuroni anch’essi inibitori si proiettano a loro volta sul NST
e, poiché i neuroni di questo nucleo sono eccitatori del GPI,
l’inibizione dei neuroni inibitori del GPE da parte dello STR
porta a un’eccitazione del NST e, di conseguenza, a un’eccita-

Midollo
zione del GPI, i cui neuroni inibiscono il TH. Questa via
indiretta porta, quando è reclutata, a un’inibizione talamocor-
ticale che si traduce in un’inibizione del movimento. In
condizioni normali, queste vie antagoniste sono equilibrate in

Muscoli
modo che le decisioni corticali di muoversi o non muoversi si
realizzano in accordo con la dinamica dei nuclei della base.
Quest’ultima è in particolare posta sotto il controllo delle vie Ext Flex Ext Flex Ext Flex
dopaminergiche che originano a livello della sostanza nera pars
compacta (SNpc), i cui neuroni sintetizzano la dopamina e la
liberano a livello dello STR. La dopamina rilasciata a questo
livello esercita un effetto modulatore positivo (attraverso i
recettori DA2) sulla via diretta e un effetto modulatore negativo
(attraverso i recettori DA1) sulla via indiretta. Semplificando il
processo, si può ipotizzare che la dopamina favorisca la produ-
zione del movimento a scapito dell’inibizione dell’azione. In
caso di degenerazione della SNpc, la dopamina non è più
liberata nello STR e la via indiretta si ritrova favorita a scapito
Figura 7. Illustrazione di un’esperienza di plasticità corticale nell’uomo.
della via diretta. Ne deriva una sindrome ipocinetica. Al
1. La stimolazione magnetica transcranica (SMT) produce un’elevazione
contrario, un eccesso di liberazione di un agonista della
del pollice per il fatto che la rete corticale (sinapsi rappresentate dai
dopamina (per esempio, la L-DOPA) produce l’effetto inverso
triangoli rossi) è organizzata a favore del pool di motoneuroni del muscolo
(sindrome ipercinetica), la via diretta è troppo sollecitata e
estensore del pollice (Ext); 2. La realizzazione di flessioni ripetute del
l’inibizione del TH da parte del GPI è allora troppo spesso
pollice (allenamento) o l’osservazione di flessioni del pollice (Flex) realiz-
rimossa e sono scatenati dei movimenti non controllati.
zate dallo sperimentatore (osservazione) provocheranno un potenzia-
Si è spesso pensato che esistesse un’indipendenza di funzione
mento a lungo termine a livello delle sinapsi che induce una flessione
tra i circuiti coinvolgenti i nuclei della base e quelli del
(triangoli blu). 3. La stessa stimolazione magnetica provoca una flessione
cervelletto. L’equipe di Strick ha recentemente dimostrato che i
del pollice (secondo [40]).
neuroni del nucleo dentato che veicolano i segnali in uscita dal
cervelletto si proiettano attraverso il talamo sullo striatum [46].
Inoltre, la stessa equipe ha dimostrato che i segnali in uscita dal
NST, considerati la principale forza di regolazione del GPI e, motoria e adattata in modo da produrre un movimento di
attraverso questo, del TH, sono veicolati attraverso i nuclei estensione del pollice della mano controlaterale alla stimola-
pontini verso la corteccia cerebellare [47]. I nuclei della base e il zione (Fig. 7).
cervelletto sono, quindi, in comunicazione bidirezionale, e le
Questa risposta è stabile e riproducibile e può essere conside-
loro funzioni specifiche devono, d’ora innanzi, essere conside-
rata come la risposta motoria stereotipata di questa regione della
rate come facenti parte di circuiti integrativi più vasti reclutati
corteccia motoria. Si chiede, in seguito, al soggetto di eseguire
certamente al momento dei vari apprendimenti implicanti la
scelta di strategie motivate dalla ricompensa. In questo contesto, dei movimenti di flessione del pollice in maniera ripetuta per
è interessante notare che l’AMS e la Pre-AMS sono interessate diversi minuti. Durante questa fase, lo stimolatore magnetico è
anche dalle afferenze cerebellari del GPI. Dei neuroni della parte lasciato accuratamente in sede. Quando il soggetto ha finito la
rostrale di questo nucleo, considerata un territorio a consonanza sua serie di movimenti di flessione del pollice, si stimola
associativa e reclutata dalle afferenze provenienti dal nucleo nuovamente la stessa regione della corteccia motoria e si
dentato del cervelletto, si proiettano sulla Pre-AMS. Dei neuroni constata che il movimento del pollice non corrisponde più a
della porzione caudale del GPI (considerata un territorio a un’estensione, bensì a una flessione del pollice. La stessa equipe
consonanza motoria), anch’essa interessata da questa proiezione di ricercatori ha dimostrato anche che questa plasticità era
cerebellare, si proiettano verso l’AMS [48]. Ciò dimostra nuova- possibile a partire dall’osservazione dello sperimentatore che
mente la ricchezza delle vie di comunicazione che uniscono realizzava da solo i movimenti di flessione del pollice.
ridondanza e specializzazione in un insieme operativo dove Ci troviamo, quindi, in presenza di un fenomeno di plasticità
ogni elemento sinaptico è, con ogni probabilità, dotato di corticale notevole, che fa appello alle proprietà di rete. Il fatto
plasticità. di poter indurre dopo un apprendimento di alcuni minuti una
modifica così radicale della direzione del movimento presup-
pone che esistano almeno due sottoreti precablate e intercon-
■ Plasticità della corteccia motoria nesse, in grado di essere attivate dalla SMT ma in cui sia la
flessione sia l’estensione predominano in funzione della
primaria, ripetizione dell’azione prevalenza delle forze sinaptiche in favore dell’una o dell’altra
e sua osservazione direzione. Questa rete neuronale corticale inizialmente stimolata
produce un’estensione del pollice. Durante la fase di allena-
In questi esperimenti realizzati nell’uomo [39], una stimola- mento, la realizzazione volontaria di flessione del pollice o
zione magnetica transcranica (SMT) è applicata sulla corteccia l’esame dei movimenti del pollice dello sperimentatore

Medicina Riabilitativa 7
I – 26-007-B-60 ¶ Neurofisiologia del movimento. Apprendimento motorio

provocheranno una plasticità sinaptica di tipo PLT. Quest’ultima


provoca, all’interno della stessa rete, una nuova ripartizione dei
■ Quadro generale
pesi sinaptici a favore delle sinapsi sollecitate dalla ripetizione dell’apprendimento e modello
dell’azione volontaria o dall’osservazione. Dopo questo appren-
dimento elementare, la SMT attiva la stessa rete ma, all’interno
interno
di questa, la plasticità sinaptica ha modificato l’equilibrio Si concorda, oggi, sull’idea che ogni movimento ha un
sinaptico a favore della sottorete flessoria, a scapito della sotto- obiettivo preciso e che la sua realizzazione obbedisce a dei
rete estensoria. Il fatto che gli inibitori specifici del PLT rendano principi di ottimizzazione, il più evidente dei quali è, senza
impossibile questa plasticità dimostra il suo probabile coinvol- dubbio, l’ottimizzazione energetica sotto la quale operano dei
gimento. Queste esperienze ci ricordano quelle realizzate nella meccanismi neurofisiologici più sottili descritti nel contesto
piovra, dove, come nell’uomo, è stato evidenziato il contributo teorico dei modelli in feedforward (predittivo) [56] (Lisberger,
del PLT [49]. 2009) e in feedback [57]. È molto probabile che il cervelletto sia,
per esempio, la sede dei modelli in feedforward, detti anche
La ripetizione di una stessa azione motoria è, in qualche
modelli dinamici interni. Nelle lesioni della corteccia cerebellare
misura, equivalente alla stimolazione tetanica utilizzata nei
laterale, il paziente è incapace, in presenza di una carica
protocolli del PLT classico. È molto probabile anche che i
supplementare, di programmare la latenza e l’ampiezza del
meccanismi del PLT siano accompagnati anche da quelli della comando di soppressione, il che si traduce in un’ipermetria
DLT a livello delle sinapsi non sollecitate dall’azione volontaria. importante [58] . La SMT di questa regione del cervelletto
produce una valutazione falsa della posizione iniziale della
mano al momento di afferrare un oggetto [59]. Il cervelletto è,
■ Neuroni specchio, dall’imitazione quindi, considerato una struttura in grado di predire lo stato
motorio futuro e le sensazioni che lo accompagnano.
all’apprendimento La Figura 8 illustra questo concetto. Il comando finale del
movimento è, come abbiamo visto, elaborato da M1 e inviato
L’apprendimento per imitazione è una capacità inerente al al sistema muscoloscheletrico tramite il midollo. Allo stesso
sistema nervoso. L’esempio della piovra osservatrice presentato tempo, questo comando è inviato sotto forma di una copia
all’inizio di questo capitolo ne è un’illustrazione spettacolare. efferente verso il cervelletto attraverso le vie corticopontine. Il
Durante questi ultimi anni, sono stati compiuti dei progressi cervelletto conosce, quindi, in anticipo il comando inviato
considerevoli nella comprensione delle regioni cerebrali impli- verso i muscoli. Grazie a un modello dinamico interno molto
cate e dei meccanismi alla base dell’imitazione. La scoperta dei probabilmente elaborato sulla base di un modello inverso che
neuroni specchio da parte dell’equipe di Rizzolatti svolge un calcola il comando dinamico del movimento a partire dalla
ruolo di stimolo a favore dello studio del fenomeno di imita- cinematica, il cervelletto predice le conseguenze motorie e
zione. Cosa abbiamo imparato dei neuroni specchio? Ogni volta sensoriali del movimento futuro [56, 60]. Questa operazione ha
che un individuo osserva un altro individuo che realizza luogo nei moduli della corteccia cerebellare. I segnali derivanti
un’azione, un insieme di neuroni (i neuroni specchio) che sono, quindi, trasmessi ai neuroni dei nuclei cerebellari pro-
fondi per essere inviati sotto forma di un feedback verso il
codificano questa azione è attivato nel sistema motorio corticale
dell’osservatore. Si può dire, in qualche modo, che questo
meccanismo unifica la percezione e l’azione, trasformando
una rappresentazione sensoriale del comportamento altrui Cervelletto
all’interno della rappresentazione motoria dello stesso compor- Modello
tamento nel cervello dell’osservatore. dinamico
predittivo Modulo motorio
Scoperti inizialmente nella parte ventrale della corteccia
premotoria (area F5) (CPV) [50], dei neuroni specchio sono stati
in seguito scoperti nella parte rostrale del lobulo parietale
FG
inferiore (area PFG) [51] e nell’area intraparietale anteriore (AIP).
Queste aree connesse in modo reciproco formano una rete Corteccia motoria
parieto-frontale di neuroni specchio (PFNS) alimentata sul polo
parietale da afferenze visive di alti livelli provenienti dal sulcus CPM M1r M1c
Copia efferente
temporale superiore (STS), che codifica la visione dei movimenti Via
biologici [52] . La rete PFNS riceve delle afferenze relative corticopontina
ND
all’identità degli oggetti manipolati attraverso l’area AIP del giro
temporale inferiore. Inoltre, l’area F5 e l’AIP sono abbondante- Conseguenze Segnale
mente connesse all’area F6 della corteccia prefrontale. Queste TH sensoriali di errore
aree frontali informano la rete PFNS del controllo della sele- previste
zione delle azioni auto- o sensorialmente scatenate in accordo
con l’intenzione del soggetto. I recenti studi neurofisiologici Scarica corollario
confermano l’esistenza nell’uomo di una rete PFNS a cui si OI
aggiungerebbe l’attività di aree cerebrali, tra cui la corteccia Reafferenze
somatosensoriale, in quanto esse partecipano all’azione di un Midollo
Vie spino-olivo-cerebellari
modello interno piuttosto che a una rete PFNS classica [53].
Studiando il comportamento dei neuroni durante il gesto di Comparatore
prensione con una pinza normale (chiudere la mano per
attivare la prensione) o di una pinza inversa (aprire la mano per Muscoli Movimenti e
sensazioni associate
attivare la prensione), Umiltà et al. [54] dimostrano che i
neuroni specchio scaricano nello stesso modo qualunque sia il Segnali afferenti
tipo di pinza e mostrano la loro attività massimale al momento
della prensione dell’oggetto. Dato che la rete PFNS si attiva
rispetto allo scopo finale dell’azione e non ai dettagli dell’ese-
cuzione del gesto, questo circuito è gerarchicamente alto e Figura 8. Illustrazione del quadro generale dell’apprendimento e del
sembra più vicino ai processi puramente cognitivi che motori, modello interno. CPM: corteccia premotoria; M1r e M1c: parte rostrale
e caudale della corteccia primaria; TH: talamo; ND: nucleo dentato;
benché questa dicotomia cognitivomotoria sia sempre più
OI: oliva inferiore; FR: fibra rampicante.
rimessa in questione [55].

8 Medicina Riabilitativa
Neurofisiologia del movimento. Apprendimento motorio ¶ I – 26-007-B-60

nucleo rosso e il talamo e sotto forma di una scarica corollaria [18] Espósito MS, Piatti VC, Laplagne DA, Morgenstern NA, Ferrari CC,
verso l’oliva inferiore. È a questo livello che avviene il Pitossi FJ, et al. Neuronal differentiation in the adult hippocampus
confronto tra le sensazioni associate al movimento reale recapitulates embryonic development. J Neurosci 2005;25:10074-86.
trasmesse dalle vie spino-olivo-cerebellari e le conseguenze [19] Tashiro A, Sandler VM, Toni N, Zhao C, Gage FH. NMDA-receptor-
sensoriali previste dal cervelletto. Ne derivano dei messaggi di mediated, cell-specific integration of new neurons in adult dentate
errore elaborati dall’oliva inferiore, che sono trasmessi in ritorno gyrus. Nature 2006;442:929-33.
dalle vie olivocerebellari (fibre rampicanti) verso il modello [20] Filippi M, Ceccarelli A, Pagani E, Gatti R, Rossi A, Stefanelli L, et al.
interno del cervelletto. Al momento dell’apprendimento di un Motor learning in healthy humans is associated to gray matter changes:
nuovo gesto, i segnali di errore sono importanti e la frequenza a tensor-based morphometry study. PLoS One 2010;5:e10198.
di scarica delle fibre rampicanti, associata all’emissione di [21] Eccles JC, Ito M, Szentágothai J. The Cerebellum as a Neuronal
potenziali complessi da parte della CP, aumenta. Attraverso i Machine. New York: Springer-Verlag; 1967.
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modello interno si modifica affinché i segnali di errore dimi-
[23] Llinás RR. Inferior olive oscillation as the temporal basis for motricity
nuiscano e il movimento reale corrisponda al movimento
and oscillatory reset as the basis for motor error correction.
desiderato e alla sua internalizzazione ottimizzata. Neuroscience 2009;162:797-804.
[24] Voogd J, Ruigrok TJ. The organization of the corticonuclear and
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attraverso una visione integrata di un insieme dinamico che [26] Lev-Ram V, Wong ST, Storm DR, Tsien RY. A new form of cerebellar
comprende numerose aree corticali che codificano per delle long-term potentiation is postsynaptic and depends on nitric oxide but
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G. Chéron (gcheron@ulb.ac.br).
Laboratoire de neurophysiologie et de biomécanique du mouvement, Faculté des sciences de la motricité, Université libre de Bruxelles, 808, route de
Lennik, CP640, B-1070 Bruxelles, Belgique.

Ogni riferimento a questo articolo deve portare la menzione: Chéron G. Neurofisiologia del movimento. Apprendimento motorio. EMC (Elsevier Masson SAS,
Paris), Medicina Riabilitativa, 26-007-B-60, 2011.

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