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Misure Di Temperatura (Dispense)
Misure Di Temperatura (Dispense)
tecnologica rende spesso disponibili sul mercato nuovi sensori e strumenti che possono
fibra ottica, termometri all'infrarosso). Nella pratica industriale prevale in genere l'uso di
strumenti tradizionali poco sofisticati e soprattutto di non elevato costo. La scelta é per lo più
termometri a resistenza.
Una prima suddivisione tra i differenti metodi di misura utilizzati nel controllo di processo
Una tale suddivisione, anche se netta, non consente di effettuare i necessari confronti
applicativi. Per tale motivo è opportuno operare ulteriori differenziazioni tra i sensori sulla
base dei singoli principi di misura e delle tecnologie utilizzate, individuando famiglie aventi
caratteristiche metrologiche ed impiantistiche omogenee. Tutto ciò anche allo scopo di poter
effettuare le considerazioni necessarie per la scelta ottimale del sensore più idoneo alle
proprie esigenze.
In Tab. IV.1 e IV.2 vengono riportati i principi di misura e le principali caratteristiche dei
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Dispense di Fondamenti di Metrologia Meccanica
Metodi di misura della Temperatura
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Dispense di Fondamenti di Metrologia Meccanica
Metodi di misura della Temperatura
Sensori a Contatto
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Dispense di Fondamenti di Metrologia Meccanica
Metodi di misura della Temperatura
Sensori a Distanza
bimetallici).
- la misura della temperatura di un corpo tramite la misura della radiazione emessa nel
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Dispense di Fondamenti di Metrologia Meccanica
Metodi di misura della Temperatura
- la misura della temperatura di un corpo tramite la misura della radiazione totale emessa
Una seconda classificazione dei sensori di temperatura può essere effettuata sulla base del
applicazione, la più utile per la scelta del tipo di strumento da adottare anche perché le due
metodologie di misura per contatto ed a distanza sono affette da differenti incertezze che ne
determinano una migliore o peggiore affidabilità a seconda del tipo di misura di temperatura
un "intimo contatto" del sensore con il solido, liquido (il contatto in questo caso è
sempre la sua temperatura" e sarà il modello termico del contatto sensore ambiente di misura
cui la temperatura letta dal sensore a distanza è legata a quella reale della superficie emittente
emissive della superficie di misura e dell'ambiente che si interpone tra sensore e superficie in
modo tale da consentire una valutazione dello scostamento tra ipotesi ideale (sensore puntato
trasparente) .
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Dispense di Fondamenti di Metrologia Meccanica
Metodi di misura della Temperatura
Nei capitoli seguenti sono esaminati nel dettaglio solo i sensori classificati di tipo
elettrico, per la ovvia ragione che questi con la prepotente avanzata delle conoscenze nel
sono i metodi industrialmente più adottati e vanno via via sostituendo gli strumenti di tipo
non elettrico che trovano ancora applicazione solo in laboratorio o in specifiche situazioni
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Dispense di Fondamenti di Metrologia Meccanica
I Termistori
TERMISTORI
tramite opportuni drogaggi, sono caratterizzati sia da una spiccata mobilità con la
temperatura dei portatori di carica (elettroni o lacune), sia da una notevole dipendenza della
concentrazione di questi ultimi con la temperatura. Tutto ciò garantisce a questi elementi
sensibili una caratteristica di variazione della resistenza al variare della temperatura (curva
R = a eb/T (VI.1)
dove a e b sono due costanti che dipendono dal materiale semiconduttore scelto.
nel campo di temperatura di impiego ( più alto alle basse temperature e più basso alle alte).
Questa è la ragione per cui al termine termistore talvolta si aggiunge la sigla NTC
resistenza.
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Dispense di Fondamenti di Metrologia Meccanica
I Termistori
temperatura caratteristica (detta critica) presentano una curva di resistenza che varia
positivamente e bruscamente di molti ordini di grandezza, per poi tornare alla caratteristica
precedente (fig. VI.2). Questa caratteristica fa si che i PTC vengano spesso utilizzati per
funzioni di allarme.
Per quanto riguarda i termistori NTC, che sono noti ed impiegati in campo elettrico da
decine di anni, è opportuno sottolineare che la loro utilizzazione come sensori di temperatura
si è via via affermata solo negli ultimi decenni in conseguenza: i) sia delle migliorate tecniche
produzione e quindi l'intercambiabilità dei sensori), ii) sia per l'applicazione di tecniche di
stabili.
Sono, infatti, ormai in produzione termistori speciali con curve caratteristiche unificate
(Norme ISO ed UNI). che ne garantiscono la perfetta intercambiabilità. Le ISO curve (vedi
fig.VI.2) presentano valori di Ro (T=25˚C) da 0.5, 1, 2, 4, 15, 16, 25, 100, 400 kΩ. Le curve
proposte dall'UNI hanno invece valori di Ro (T=25˚C) di 0.1, 0.3, 0.5, 1, 2, 5, 10, 30, 50, 100
kΩ.
SONDE IN VETRO BASTONCINI SUPPORTO RONDELLE
PER GOCCE
MINISONDE
A GOCCIA
A RISPOSTA RAPIDA U HF
BUKBI
EVACUATI
O RIEMPITI DI
GAS
A FORMA DI DIODO RISCALDATI
INDIRETTAMENTE
A DISCHI
Fig.VI.1 Termistori
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Dispense di Fondamenti di Metrologia Meccanica
I Termistori
100 K
1K
400 K
R (Ω)
4K
10 K 100 K
1K
16 K
500 W
100 2K 15 K
25 K
Si noti che a differenza di quanto avviene per le termoresistenze (Pt 100 significa una
termoresistenza da 100 ohm a 0˚ C) i valori di resistenza di riferimento Ro di tali curve
caratteristiche sono valutati a 25˚C, retaggio questo che deriva dalla già citata origine elettrica
dei termistori.
ottenere variazioni di resistenza elettrica anche di 2 ordini di grandezza c.f.r fig. 5) e quindi la
molto limitato 0-300˚C rispetto ai campi tipici dei termometri a resitenza di platino e con una
- piccole dimensioni;
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Dispense di Fondamenti di Metrologia Meccanica
I Termistori
- possibile deriva;
Per quanto riguarda quest'ultima affermazione è facile ricavare, dati gli elevati valori delle
resistenze caratteristiche Ro (ordine dei kiloohm o dei megaohm), che qualsiasi sia la corrente
di misura (anche pochi milliampere), l'autoriscaldamento è sempre elevato (ordine dei gradi)
per cui il valore letto dal termistore è sovrastimato rispetto al valore di misura e su questo
bisogna operare una correzione che è funzione del coefficiente di dispersione (noto solo per
dell'accoppiamento sensore/ambiente.
Va infine sottolineato che i ponti per l'alimentazione dei termistori non presentano i
problemi riportati nel capitolo precedente per i termometri a resistenza in quanto data l'elvato
rilevare e regolare piccole escursioni della temperatura) e tutte le applicazioni in cui prevale
l'esigenza di ottenere un elevata sensibilità pittosto che una elevata precisione di misura. Non
ultima fra le caratteristiche dei termistori è quella del basso costo che ne favorisce l'impiego
in molte applicazioni industriali e civili in cui sensori di più elevato pregio (termoresistenze o
termocoppie che costano almeno dieci volte di più come sensori ed altrettanto come
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Dispense di Fondamenti di Metrologia Meccanica
Le Termocoppie
TERMOCOPPIE
Uno strumento di misura della temperatura molto diffuso nelle applicazioni industriali e
si identifica una coppia di fili di metalli diversi congiunti tra loro generalmente mediante
saldatura autogena. Tale giunto o coppia, inserito in un opportuno circuito genera, al variare
della sua temperatura, una f.e.m. funzione della coppia di metalli utilizzati e della
temperatura. Il più semplice circuito termoelettrico è quello ottenuto da due fili di metallo A
e B con i giunti A-B e B-A immersi in due pozzetti a temperatura diversa T1 e T0. La
differenza di potenziale EA,B che si rileva agli estremi è funzione della sola differenza T1 -
T0.
E' possibile affermare che in un ampio campo di temperature -200÷600˚C l'impiego delle
termocoppie è spesso alternativo alle più precise termoresistenze, rispetto alle quali le
dei decimi di secondi per giunto esposto e in acqua in movimento), sia un minore costo
dell'elemento sensibile. Tra gli svantaggi si annoverano quello di misurare temperature non
assolute ma relative (con conseguente necessità di un giunto di riferimento a temperatura
radiazione totale ea quelli ottici. In questi ultimi due casi, come si vedrà nel seguito, gioca a
favore delle termocoppie la semplicità del circuito di misura ed il minor costo, a sfavore la
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Dispense di Fondamenti di Metrologia Meccanica
Le Termocoppie
T (°C)
2500
Soddisfacente
Soddisfacente (atm. < 0,5 % O2)
2000
Soddisfacente (atm. < 0,2 % O2)
Non raccomandato
WRe 3% - WRe
1500
25%
Pt Rh - Pt
1000
Alumel ( d )
Alumel( s )
Chroml
Chromel
500
Fe - Cost.
( doppie )
Fe - Cost.
( sottili )
Cost.
Cu -
0
- 200
In figura VII.1 sono riportati i possibili campi di applicazione delle termocoppie più in uso
campo di applicazione è anche legato al diametro dei fili costituenti la coppia, nel senso che
Nel 1821 lo scienziato tedesco T.J. Seebeck descrisse i fenomeni collegati alla
genera ai capi di un giunto di metalli diversi, alla temperatura T del giunto ed ai due
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Dispense di Fondamenti di Metrologia Meccanica
Le Termocoppie
termoelettrico della coppia A,B ed è funzione della sola temperatura T del giunto;
EA ,B
A A
T1 T0
±QP ±QP
dove πA,B rappresenta il coefficiente di Peltier, il cui valore dipende, per una
determinata coppia A-B, dalla sola temperatura T del giunto. Il coeficiente πA,B può
variare in valore e segno al variare della T, nel senso che, a parità di verso della
corrente I, in uno stesso giunto ci può essere assorbimento o cessione di calore Qp a
seconda della temperatura del giunto. Ovviamente esiste una temperatura T alla
quale tale effetto è nullo. Sulla base della fenomenologia ad effetto Peltier descritta
3-
Dispense di Fondamenti di Metrologia Meccanica
Le Termocoppie
⎡ T2 ⎤
dQT = ± ⎢
⎣
∫T1
σ dT ⎥ I dθ
⎦
(VII.3)
del conduttore, dal gradiente di temperatura e dalla temperaura stessa. Si noti che il
I tre effetti su descritti sono tutti e tre presenti in un circuito termoelettrico a doppio giunto
(uno di misura ed uno di riferimento) come quello in figura VII.2.In particolare per il circuito
in oggetto si può scrivere la relazione che lega tra loro i tre effetti su descritti:
T2 T2 T2
ES = π A,B⏐T2 − π A,B⏐T1 + ∫T1
σA dT − ∫T1
σB dT = ∫
T1
α A,B. dT (VII.4)
La descrizione fenomenologica della termoelettricità data dalle tre leggi su esposte non
definisce però in modo completo e chiaro la generazione della f.e.m. nei circuiti
termoelettrici.
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Dispense di Fondamenti di Metrologia Meccanica
Le Termocoppie
E' comunque possibile formulare leggi , che hanno ricevuto innumerevoli conferme
sperimentali, che costituiscono la base per la utilizzazione delle termocoppie come strumenti
In un circuito chiuso costituito da un solo materiale omogeneo non può circolare una
termoelettrica, essa è dovuta alla presenza di inomogeneità nel materiale che, sottoposte a
termoelettrico con due giunti a temperatura diversa, la f.e.m. generata è indipendente dalla
termoelettrico in esame e le estremità di tale metallo sono mantenute isoterme non si hanno
variazioni di f.e.m..
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Dispense di Fondamenti di Metrologia Meccanica
Le Termocoppie
Per questa ragione uno strumento per la misura della f.e.m può essere inserito in un
qualsiasi punto di un circuito termoelettrico senza alterare la lettura, se i giunti così formati
algebrica delle f.e.m. delle stesse coppie aventi i giunti ordinatamente alle temperature T1,
T2 e T3, T2
ET T = ET T + ET T (VII.5)
1 2 1 3 3 2
Conseguenza di questa legge è che il giunto di riferimento di un circuito può essere posto
anche ad una temperatura nota e diversa dallo 0˚C (temperatura per la quale sono ricavate le
tabelle del potere termoelettrico). Situazione quest'ultima che si verifica spesso nei circuiti di
Nella realtà nessun materiale è tecnologicamente ottenibile in fili sottili con una perfetta
conseguente nascita di f.e.m parassite che inficiano la precisione delle misure. Il contributo di
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Dispense di Fondamenti di Metrologia Meccanica
Le Termocoppie
- la f.e.m. generata non deve variare con l'uso per fenomeni di ricristallizzazione o di
stabilizzazione termica dei metalli. Per questa ragione tutti i metalli utilizzati sono
applicazione.
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una termocoppia (Fig.VII.3) è di solito espressa, per sensori industriali, da polinomi di grado
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Dispense di Fondamenti di Metrologia Meccanica
Le Termocoppie
dove i coefficienti A,B,C,D sono caratteristici della coppia di metalli e del campo di
termocoppie normalizzate dalla UNI 7938. In tabella VII.2 vengono riportati, a titolo di
esempio, i valori dei coefficienti dei polinomi per una termocoppia normalizzata rame-
Nell'utilizzo di queste tabelle bisogna però tener conto che, essendo quest'ultime ricavate
su dati medi di taratura di più termocoppie standard prodotte da diversi costruttori, esistono
deviazioni non trascurabili dovute alla non perfetta riproducibilità del prodotto industriale. Il
±1˚C per quelle in esecuzione speciale "premium Grade". Se per determinate applicazioni è
necessaria una incertezza inferiore a quella garantita dall'uso delle tabelle è necessario
Intervallo
Grado Coefficienti Termine
di temperatura
3,8740773840E01 T
4,4123932482E-2 T2
1,1405238498E-4 T3
1,9974406568E-5 T4
9,0445401187E-7 T5
2,2766018504E-8 T6
3,6247409380E-10 T7
-270÷0°C 14
3,8648924201E-12 T8
2,8298678519E-14 T9
1,4281383349E-16 T10
4,8833254364E-19 T11
1,0803474683E-21 T12
1,3949291026E-24 T13
7,9795893156E-28 T14
3,8740773840E01 T
3,3190198092E-2 T2
2,0714183645E-4 T3
-2,1945834823E-6 T4
0÷400°C 8
1,1031900550E-8 T5
-3,0927581898E-11 T6
4,5653337165E-14 T7
-2,7616878040E-17 T8
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Dispense di Fondamenti di Metrologia Meccanica
Le Termocoppie
Tra i tanti tipi di termocoppie resi possibili dall'abbinamento a due a due di metalli diversi,
nella pratica commerciale sono disponibili differenti tipi di termocoppie normalizzate che
coprono un esteso campo di misura. La scelta di una o dell'altra dipende, come vedremo dalle
caratteristiche di ciascuna coppia e dalle caratteristiche dei singoli materiali costituenti quali:
termoelettrico.
Essa, come tutte le termocoppie costituite da metalli nobili, presenta una elevata precisione
specie nel campo al di sopra dei 500˚C, inoltre al di sotto di tale temperatura fino a 0˚C
Ne è comunque sconsigliato l'uso per valori non elevati della temperatura a causa del
basso valore del potere termoelettrico. Questa termocoppia viene usata in atmosfera inerte od
ossidante per la sua forte inerzia chimica e per la sua elevata stabilità alle alte temperature.
Per contro teme molto le atmosfere riducenti e quelle con presenza di vapori metallici (vapori
comune a tutti i materiali per termocoppie; é possibile però ovviare a tale inconveniente
usando opportune guaine di protezione realizzate di solito con un doppio strato di porcellana
industriali provoca, per l'inerzia termica da esse introdotta, un peggioramento delle loro
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Dispense di Fondamenti di Metrologia Meccanica
Le Termocoppie
'68 per adeguare le risposte dei vecchi strumenti di lettura non adatti all'uso dei fili di platino
molto puro immessi sul mercato negli anni '60. E' quindi una termocoppia destinata ad andare
in disuso.
in alternativa alle termocoppie a base Platino in quanto garantisce incertezze dello stesso
ordine di grandezza ±1˚C. E' molto usata per il suo basso costo e per il suo elevato potere
termoelettrico e per questo è l'unica termocoppia per la quale nelle norme vengono garantiti
valori al di sotto di 0˚C. La limitazione superiore del campo di applicazione è dovuta alla
elevata capacità di adattarsi ad atmosfere sia riducenti che ossidanti, per il suo elevato potere
termoelettrico ed ovviamente per il suo basso costo. E' meno precisa della termocoppia tipo T
per il fatto che il ferro è di solito ottenuto con un grado di omogeneità minore del rame e
questo fa nascere nell'interno del filo f.e.m. parassite dovute a gradienti di temperatura che
come già detto inficiano la precisione di misura. Si noti che i fili di costantana per le due
termocoppie T e J sono di solito diversi e quindi non sono intercambiabili tra loro.
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Dispense di Fondamenti di Metrologia Meccanica
Le Termocoppie
Termocoppia tipo K - Chromel (90% Ni, 10% Cr) /Alumel (94%Ni, 3%Mn, 2%Al, 1%Si)
E' una termocoppia nata per sostituire le termocoppie a metallo nobile alle elevate
temperature, infatti può essere utilizzata fino a 1260˚C con una incertezza di ±2˚C in
termoelettrico. Usata nel campo 0-870˚C con precisione ± 1.5˚C ha le stesse limitazioni della
coppia tipo T.
E' utile infine sottolineare che oltre alle su citate termocoppie normalizzate è possibile
trovare sul mercato anche tipi differenti come ad esempio la termocoppia tipo N
Di queste termocoppie non sempre esistono tabelle del potere termoelettrico in funzione
legato al tipo di uso che si fa della termocoppia, alle condizioni di misura più o meno gravose
inomogeneità nei fili causata da fattori di natura chimica o fisica quali: volatilizzazione di un
componente o contaminazione dovuta alla presenza di agenti corrosivi, stress meccanici quali
piegamenti o stiramenti, mutazione della struttura cristallina del materiale a causa di diversi
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Dispense di Fondamenti di Metrologia Meccanica
Le Termocoppie
trattamenti termici subuti da differenti porzioni di filo. Per questa ragione è buona norma
l'uso di fili nuovi che sono esenti dalle suddette anomalie che possono verificarsi durante
l'uso. A titolo di esempio in uno studio sulla stabilità della termocoppia Platino /Platino
L'analisi di dati così discordanti dà una netta indicazione di come sia difficile stabilire a
taratura, ne nasce solo una netta indicazione per l'uso di fili nuovi e/o tarature abbastanza
rivestimento di protezione. Inoltre la varietà dei problemi di misura ha portato nel tempo ad
Una termocoppia assiemata é infatti caratterizzata oltre che dal tipo di coppia
termoelettrica, dalle dimensioni dei termoelementi, dal tipo di isolamento dei termoelementi
(elettrico, chimico e meccanico) e infine dal tipo di giunto di misura (tipo di saldatura ed
diametro. Per poter contenere le tolleranze in quelle indicate dalle norme, é necessario
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Dispense di Fondamenti di Metrologia Meccanica
Le Termocoppie
A parte le differenti dimensioni dei fili, che come già accennato influiscono sulla
maggiore o minore resistenza e durata della termocoppia, una notevole importanza riveste il
temperature.
ceramico resistente ad elevate temperature. Cio sia per garantire un adeguato isolamento
elettrico dei fili tra loro e con l'ambiente circostante, sia per proteggere i termoelementi
superiore a 1MΩ, mentre per temperature superiori possono essere tollerate resistenze
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Dispense di Fondamenti di Metrologia Meccanica
Le Termocoppie
guaine isolanti flessibili a base di teflon, cloruro di polivinile, nylon, ecc.(Tab.VII.4), mentre
per elevate temperature sono disponibili isolanti flessibili a base di fibre ceramiche, fibre di
vetro, fibre di silice ed amianto, oppure isolanti a base di polveri di ossidi refrattari
Anche l'isolamento elettrico del giunto di misura riveste una notevole importanza. I
a) a giunto esposto;
b) a giunto a massa;
c) a giunto isolato.
Un giunto a massa é realizzato saldando direttamente il giunto caldo della termocoppia sul
pozzetto termometrico, pertanto pur essendo, come il giunto esposto, soggetto a loop contro
Testa di
connessione
Pozzetto di
estensione
Pozzetto
termometrico
Termocoppia
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Dispense di Fondamenti di Metrologia Meccanica
Le Termocoppie
Un giunto isolato, infine, é costruito in modo tale da essere completamente isolato dal
pozzettto termometrico. Ciò limita fortemente l'insorgere di loop contro terra e l'influenza di
fem parassite, inoltre aumenta la reiezione al rumore del sensore. Per contro aumenta il costo
f.e.m. (Fig.VII.6). Quest'ultima dipende, come detto, dalla differenza di temperatura fra i due
uno dei due giunti ad una temperatura costante e nota di riferimento. Questa di norma è scelta
pari a 0˚C, e viene ottenuta con pozzetti contenenti acqua e ghiaccio. Nelle applicazioni di
tipo industriale non è agevole l'uso di tali pozzetti per cui si usa mantenere il giunto di
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Dispense di Fondamenti di Metrologia Meccanica
Le Termocoppie
cioè contenenti un giunto di riferimento a temperatura nota Fig. VII.7 (cfr. Fig. VII.6). Per
0˚C con una discreta stabilità, in appositi contenitori sigillati conteneti acqua pura e nei quali
Molte volte in campo industriale non è conveniente dal punto di vista economico
estendere i fili della termocoppia sino al punto di misura a temperatura T1, per cui si realizza
di lettura alla termocoppia per mezzo dei cosiddetti fili di compensazione. Questi altro non
sono che due fili aventi le stesse caratteristiche termoelettriche dei fili della termocoppia, ma
di qualità e quindi costo inferiore. In particolare questi fili sono particolarmente usati per
collegare le termocoppie di metallo nobile, di costo elevato, a punti di misura molto distanti
da quelli lettura. Nel caso di specie della termocoppia Pt /PtRh(10%) sono uno di rame e
l'altro di lega di rame con caratteristiche termoelettriche uguali a quelli della suddetta coppia.
Per quanto riguarda infine le misure di f.e.m., nella pratica industriale si é soliti leggere i
valori della f.e.m. con un galvanometro graduato. Tale pratica è però poco precisa, infatti la
f.e.m. così misurata EG non è coincidente con la f.e.m. incognita ET generata dalla
termocoppia ma è ET = EG+(RTC+RC) i
A Cu
Giunto di
misura
B Cu
f. e. m.
T1 Giunto di
riferimento Voltmetro digitale o
Giunto di Ponte di precisione
T1 misura
A B Cu
A B Cu
Giunto di f. e. m.
T2
riferimento T3
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Dispense di Fondamenti di Metrologia Meccanica
Le Termocoppie
Selettore Voltmetro
A A
Selettore
B B A A
B B
A A
T1 B B T2 f. e. m. T1 A A T2
B B
A A
B B A A
B B f. e. m.
Voltmetro
Fili di autocompensato
compensazione
T0
Giunto di
riferimento
dove con i si è indicata la corrente che circola nel circuito di misura, RTC e RC le
⎡ RTC+ RC ⎤
ET = ⎢ 1 +
RG ⎥⎦ G
E (VII.8
⎣
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Dispense di Fondamenti di Metrologia Meccanica
Le Termocoppie
Il secondo termine della (VII.10) dipende dalla classe del galvanometro usato, il primo
dall'accoppiamento circuito termoelettrico (cavi di compensazione, galvanometro). E' facile
ricavare che se la resistenza interna del galvanometro non è molto elevata la variazione di
resistenza dei fili della termocoppia esposti a notevoli gradienti termici può portare ad errori
anche dello 0,5% sul valore misurato di ET che, se si usano le tabelle, è noto con una
precisione non molto elevata per cui il metodo di misura risulta abbastanza impreciso.
Se il voltmetro di lettura è però un voltmetro elettronico o digitale con impedenze interne
dell'ordine dei megaohm la (VII.10) diventa ΔET/ET = ΔEG/EG = ΔV/V e quindi la precisone
nel determinare la f.e.m. dipende solo dalla classe dello strumento scelto.
Per misure molto precise della f.e.m generata da una termocoppia si utilizza di norma un
circuito del tipo potenziometrico la cui versione più semplice è riportata in Fig. VII.8. La
misura di f.e.m viene in tale caso effettuata paragonando la f.e.m. generata dalla termocoppia
con quella di una pila campione EC del tipo a cella di Weston (1.0186V) o al Cadmio
(1.019V).
Rc Rx
T= Cost.
G
Ec
Et
Giunto di misura
Giunto di riferimento
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Dispense di Fondamenti di Metrologia Meccanica
Le Termocoppie
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Dispense di Fondamenti di Metrologia Meccanica
Le Termocoppie
RX
ET = E (VII.11
RC C
Poiché durante la misura non circola corrente attraverso la termocoppia la resistenza dei
fili e dei cavi di compensazione non interviene nella misura. La precisione di questi strumenti
è come detto molto elevata 0,015%, bisogna in ogni caso sottolineare che aumentare la
precisone di lettura della f.e.m. ET è inutile se non si conosce con precisone il legame tra ET e
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Dispense di Fondamenti di Metrologia Meccanica
Termometri a resistenza
TERMOMETRI A RESISTENZA
dal momento che, la prima sta genericamente ad indicare un elemento termometrico basato
sulla variazione della resistenza elettrica al variare della temperatura, mentre la seconda, di
origine anglosassone (deriva dalla crasi di "Thermal Sensitive Resistor" in "Thermistor") sta
variare della temperatura. Nella metrologia applicata invece i termini su indicati individuano
tutti ben noto della variazione della resistenza elettrica di un materiale al variare della
temperatura.
materiale costituente l'elemento sensibile: un materiale metallico (platino, rame, nichel, ecc.)
Pozzetto termometrico
(Inconel o acciaio inox) Isolatore
ceramico
Elemento
resistivo Sigillante
Polvere
ceramica
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Dispense di Fondamenti di Metrologia Meccanica
Termometri a resistenza
quella inglese RTD, adottano di norma come elemento sensibile fili di Platino. Tuttavia
esistono sul mercato sensori che impiegano altri metalli quali il palladio, il rame, il nichel, il
La scelta del metallo è essenzialmente legata, oltre che alla lavorabilità in fili sottili, alla
dalla relazione:
1 dR 1 R100 − R0
α= = (V.1)
R dT 100°C R0
Tale coefficiente, che ovviamente é sempre positivo per i metalli, per i metalli
normalmente adoperati negli RTD risulta pressoché costante al variare della temperatura, e
termometro.
A questi requisiti rispondono molto bene, come detto, il Platino, il Rame ed il Nichel. In
.2 -
Dispense di Fondamenti di Metrologia Meccanica
Termometri a resistenza
del metallo (i.e. Pt, Cu, Ni) e la resistenza Ro a 0°C dell'elemento stesso (i.e. 25, 100, 1000Ω)
- di essere estremamente duttile e cioè in grado di essere lavorato in fili sottilissimi, senza
che nei fili, ottenuti per estrusione, si instaurino stati tensionali che ne influenzino le
prestazioni;
- di poter essere ottenuto in uno stato purissimo, garantendo così una elevata
4 Pt
R(T)/R(273,15 K)
Ni
2 Cu
.3 -
Dispense di Fondamenti di Metrologia Meccanica
Termometri a resistenza
Per queste caratteristiche il termometro a resistenza di platino è alla base della Scala
affidabilità:
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Dispense di Fondamenti di Metrologia Meccanica
Termometri a resistenza
In tabella V.2 sono riportati i risultati ottenuti da un'indagine condotta su diversi tipi di
valutazione quantitativa dell'influenza dei vari fattori sulle prestazioni metrologiche dei
termometri a resistenza.
- autoriscaldamento;
- resistenza di isolamento;
- tempo di risposta;
- profondità di immersione (fattore comune a tutti i metodi di misura per contatto se usati
Collegamento a 4 fili
Numero costruttori 5
Tipo Pt 100
Deriva Massima (6000 h a 660° C) 1°C
Variazione massima (1000 cicli 250-650C°) R0 ± 0.1; = ±0,4%
Costanti di tempo 2÷8 s
Resistenza d'isolamento 70MΩ (a 25°C)
0,5MΩ (a 660°C)
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connessione viene a trovarsi in serie a quella dell' elemento sensibile, senza che sia possibile
valutare separatamente i due contributi. Problema che potrebbe apparire irrilevante nel caso
che si conosca a priori la resistenza dei fili di collegamento e si possa quindi correggere il
valore misurato della resistenza. Nella pratica, però, l'incertezza con cui é possibile valutare a
priori la resistenza dei collegamenti non sempre risulta trascurabile. Ciò a causa della
variabilità della resistività dei materiali, dell'incertezza sulla lunghezza dei fili, e soprattutto a
causa dei possibili ed invalutabili gradienti termici che si possono instaurare lungo i fili di
collegamento quando
Collegamento Collegamento
a due fili a quattro fili
fittizio
Collegamento Collegamento
a tre fili a quattro fili
questi sono di elevata lunghezza come spesso capita in applicazioni industriali. Per
comprendere meglio l'influenza della linea di connessione sulla misura si pensi che la
resistività del platino é circa pari a 0,10 Ωmm2/m, pertanto un collegamento di lunghezza 1m
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e di diametro pari a 0,2 mm presenta una resistenza totale dei soli fili circa pari a 2*3,18
Ω; considerando inoltre un gradiente costante lungo il filo da 200˚C a 500˚C il valore della
resistenza diventa circa il doppio. Trascurare tale resistenza comporterebbe rispettivamente
un errore di circa 20˚C e 40˚C per un termometro a resistenza Pt100.
Pertanto é necessario rendere indipendente la misura dalla linea di connessione. Questo si
ottiene con collegamenti del tipo "dummy" o del tipo a 3 ed a 4 fili (Fig.V.3). In particolare,
quest'ultimo è il più consigliato dal momento che ogni possibile errore dovuto alla linea di
connessione è del tutto eliminato (vedi par.5.4).
Autoriscaldamento
L'incertezza dovuta all'autoriscaldamento è connessa alla inevitabile presenza di corrente
elettrica che attraversa il termometro durante la misura, cioè dalla generazione interna RI2
che si verifica nell'elemento sensibile e dal modo con cui tale calore viene dissipato. La
misura di resistenza avviene alla temperatura del sensore e non a quella del mezzo di cui si
vuole effettuare la misura, per cui bisogna fare ogni possibile sforzo per far coincidere le due
temperature. E' comunque estremamente difficile calcolare a priori l'aumento di temperatura
dovuto all'autoriscaldamento. Si può, ad esempio, effettuare una doppia misura con correnti
diverse ed estrapolare i risultati a corrente nulla, tenendo conto che l'effetto varia con il
quadrato della corrente. Nella pratica, il costruttore fornisce indicazioni del coefficiente di
autoriscaldamento nelle due condizioni estreme d'aria ferma e di acqua in moto turbolento
con sensore ortogonale al flusso (in cross-flow), dalle quali è possibile estrapolare il dato
valido per le condizioni di prova. Ad esempio nelle prove sui termometri riportati in tabella
V.2 l'errore di autoriscaldamento è risultato pari a 0,11˚C per una corrente di misura di 5mA
in acqua in quiete e 0,35˚C per una corrente di 10 mA.
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Resistenza di isolamento
Un altro importante fattore di affidabilità dei termometri a resistenza è la cosidetta
resistenza di isolamento. Infatti, se per qualche ragione si verifica una perdita di isolamento
elettrico tra il filo sensibile e la guaina esterna od il supporto isolante del termometro a
resistenza, ciò provoca formazione di uno shunt parallelo alla resistenza del termometro
(elemento sensibile) e di conseguenza un errore di valutazione della resistenza del TRP. Ad
esempio, una resistenza d'isolamento di 2.8MΩ posta in parallelo ad una Pt 100 a 650˚C
provoca un errore di 0,1˚C. Se la resistenza d'isolamento è presente nel termometro durante la
taratura, l'errore è compensato, tranne nel caso in cui la taratura viene effettuata ad una sola
temperatura e la resistenza d'isolamento non è stabile e varia con la temperatura (Tab. V.2).
E' molto difficile valutare la resistenza di isolamento senza materialmente sezionare il
termometro, distruggendolo quindi completamente; la valutazione viene di solito effettuata in
maniera grossolana, misurando la resistenza di isolamento tra i terminali del filo metallico in
uscita dal termometro ed un punto (di solito la punta) della guaina esterna. Il valore misurato
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nel modo descritto, senza dubbio varia al variare della temperatura in quanto varia la
resistenza del supporto isolante su cui il filo metallico sensibile è avvolto o poggiato, e, a
differenza di quanto avviene per il filo sensibile, la resistenza del supporto diminuisce
all'aumentare della temperatura.
Tempo di risposta
Questo fattore è uno dei punti deboli dei termometri a resistenza, che, per la loro stessa
struttura, di fili tesi su supporti isolanti e poi inguainati (vedi fig. V.1), presentano tempi di
risposta di solito abbastanza elevati rispetto agli altri misuratori di tipo elettrico, normalmente
più piccoli e compatti. Ad esempio, nelle prove riportate, i valori delle costanti di tempo
(tempo di risposta al 63.2%) per un'immersione da bagno di acqua e ghiaccio ad uno di acqua
in moto con velocità di 0.9 m/s sono dell'ordine dei secondi, in particolare da 2 a 8 secondi.
Valori questi che, ricordando le definizioni, portano a tempi di risposta dell'ordine delle
decine di secondi.
Profondità di immersione
La profondità di immersione è l'altezza minima di immersione di un termometro in un
bagno affinché la misura non risenta del valore della temperatura dell'ambiente. Infatti, a
causa delle perdite termiche lungo lo stelo, il termometro, se non è ben costruito, può non
raggiungere mai la temperatura di misura. I valori della profondità ottimale di immersione di
ciascun termometro vengono di solito forniti dai costruttori.
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Bisogna infine sottolineare che le norme internazionali, sia per il caso di strumenti
campione a resistenza di platino (Scala Internazionale delle Temperature ITS '90), sia per il
caso di termometri a resistenza di tipo industriale con purezza inferiore ed α = 0,00385,
forniscono raccomandazioni per limitare l'influenza di tutti i fattori di affidabilità tramite
rapporti e criteri di valutazione e/o di misura.
La misura della resistenza dell'elemento sensibile che costituisce il termometro può essere
effettuata in diversi modi a seconda della precisione richiesta. Per misure di laboratorio sono
solitamente utilizzati metodi di zero (di ponte e di opposizione), mentre per misure di minore
precisione vengono utilizzati trasmettitori, multimetri o SAD (sistemi di acquisizione dati)
basati generalmente su metodi volt-amperometrici o di confronto.
In particolare, nel caso di misure di laboratorio, i metodi più diffusi sono quelli a ponte
(ponte di Siemens, ponte di Muller e ponte di Smith) e quello potenziometrico (fig.V.4). I
metodi a ponte praticamente sono sostanzialmente riconducibili a ponti di Wheatstone con
particolari rapporti dei lati. In particolare il ponte di Smith é un doppio ponte di Kelvin con
rapporto dei lati 100:1.
Il ponte di Siemens é la versione più semplice ed utilizzata dei metodi a ponte infatti,
essendo il rapporto tra i lati del ponte fisso (pari ad 1) risulta necessaria per la misura una
sola operazione di bilanciamento in serie (S).
Il ponte di Mueller ha, come il ponte di Siemens, un rapporto dei lati pari a 1, ma a
differenza di quest'ultimo ha un bilanciamento in parallelo (S3) più indicato per misure di
basso valore (10 Ω), il che però comporta una notevole influenza delle resistenze dei contatti.
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G
S3
R2
R1 S1 R1
S4
R0 G
t
T
t T
S C S2 R2
c c
RT R
0
C RT
R1 = R2 R1 = R2
RT = S RT = f (S1 , S2 , S3 )
I1
S
RT RC
B
G b
ET EC
ZERO
A a
T t C c I2
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