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Il 13 maggio, Re Ferdinando II lanciava al suo popolo, questo proclama:
“L’apertura del Parlamento nazionale essendo l’atto più solenne della vita politica di un popolo, non c’è da meravigliarsi se nel suo avvicinarsi, tutte le passioni si esaltano e si agitano, e se i nemici della libertà, d’accordo con i nemici dell’ordine, spargano voci sconfortanti e perturbatrici, ed alterando la pace interna rendano un involontario servizio ai nemici d’Italia.
Il 13 maggio, Re Ferdinando II lanciava al suo popolo, questo proclama:
“L’apertura del Parlamento nazionale essendo l’atto più solenne della vita politica di un popolo, non c’è da meravigliarsi se nel suo avvicinarsi, tutte le passioni si esaltano e si agitano, e se i nemici della libertà, d’accordo con i nemici dell’ordine, spargano voci sconfortanti e perturbatrici, ed alterando la pace interna rendano un involontario servizio ai nemici d’Italia.
Il 13 maggio, Re Ferdinando II lanciava al suo popolo, questo proclama:
“L’apertura del Parlamento nazionale essendo l’atto più solenne della vita politica di un popolo, non c’è da meravigliarsi se nel suo avvicinarsi, tutte le passioni si esaltano e si agitano, e se i nemici della libertà, d’accordo con i nemici dell’ordine, spargano voci sconfortanti e perturbatrici, ed alterando la pace interna rendano un involontario servizio ai nemici d’Italia.