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IL FEMMINISMO O LA MORTE Slogan gridato il 5 marzo 1971 per contestare il con- gresso “Laissez-les vivre” a Maubert-Mutualité Prima del capitalismo, ultimo arrivato ormai invec- chiato e tuttavia resistente, prima del feudalesimo, prima del fallocratismo, il potere femminile, che non ha mai raggiunto la dimensione o lo statuto del matriarcato, si basava sul possesso dell’agricoltura. Ma si trattava di un Possesso autonomo, accompagnato con ogni probabilita da segregazione sessuale, ed é per questo che non ¢’é mai stato un vero matriarcato. Agli uomini la pastorizia e la caccia, alle donne Pagricoltura, e ciascuno dei due gruppi armati combatteva l’altro: da qui l’origine della cosiddetta “leggenda” delle Amazzoni.* Finché le funzioni agricole hanno continuato a sacralizzare il suo ruolo, quando si trattava della famiglia la donna poteva ancora trattare da pari a pari, ma la scoperta del processo della fecondazione — quella del ventre come quella del suolo — ha suonato la campana della sua fine. Cosi é iniziata Eta del ferro del secondo sesso. E non é certo terminata oggi. Ma lei, la terra, simbolo e antico feudo del ventre delle Grandi ma- dri, ha avuto la vita pit dura ¢ ha resistito con pit forza, e oggi il suo vincitore l’ha ridotta all’agonia. Ecco il bi- lancio del fallocratismo. In un mondo o semplicemente in un Paese in cui le » Cfr. P. Gordon, L initiation sexuelle et lévolution religieuse, Pa- rigi, Presses Universitaires de France, 1945 e F. d’Eaubonne, Le fé- minisme : histoire et actualité, op. cit. [NdA]. 401 FRANCOISE D’ EAUBONNE donne (e non, come é successo, una sola donna) si fossero trovate dawvero al potere, la loro prima azione sarebbe stata quella di limitare e distanziare le nascite. Per molto tempo, molto prima della sovrappopolazione, & quello che hanno sempre cercato di fare. Ne é prova l'abbondante tradizione contraccettiva che abbiamo gia citato, in cui ai metodi pitt spaventosamente pericolosi si affianca la pura superstizione (nota: non solo allo scopo di non avere un figlio, ma perché il marito si allontani dal letto, caro Freud con la tua “ten- denza femminile a evitare la sessualita”!). Questi riti di con- giura, ovviamente, non sono mai stati menzionati dagli eruditi maschi, mentre ovunque si trovano elenchi dei ri- tuali opposti, quelli della fecondita. E solo a livello plane- tario (nemmeno nazionale) che Puomo si degna di notare la sovrappopolazione, mentre la donna si accorge dell’ec- cesso riproduttivo a livello familiare. Di quali mezzi dispo- neva costei per farlo sapere? Oggi possiamo benedire il de- bole, molto debole freno costituito dall’egoismo delle ge- nitrici, cosi fortemente denunciato dal brillante Henry Bordeaux e dai romanzieri cattolici del periodo tra le due guerre, dei quali la cricca di Laissez-les vivre ha raccolto il testimone a grande vantaggio della pubblicita Nestlé- Guigoz*®, questo egoismo delle madri francesi che pre- TI Front féministe, seguito da un’eco-femminista, ha scritto a tutti i deputati di Parigi per chiedere un’indagine sul finanziamento di questa operazione manipolatrice che molti affermano provenire da tale pubblicita lattiera [NdA]. 402 IL FEMMINISMO O LA MORTE tendevano di rischiare solo due 0 tre volte la loro vita per il parto: dove saremmo se le eroiche devote lettrici della “Bonne Presse” dell’abbé Bethléem* avessero cominciato a popolare il mondo trent’anni prima e piti velocemente? Si, ripetiamolo fino all ossessione, gridiamolo, diffon- diamolo: come la lotta di classe, la demografia ¢ un affare degli uomini®. Nelle regioni del misoginismo cattolico lo é anche doppiamente; il nastro di trasmissione tra il po- tere maschile al vertice e noi si rispecchia nel fatto che sono obbligatoriamente gli uomini a detenere lo sfrutta- mento della nostra fertilita: il marito a cui sottomettersi, certo, ma anche il sacerdote, che pud essere solo un uomo, il medico o il magistrato che lo é nove volte su dieci; tutti questi funzionari del potere maschile sono uomini. Facciamo quindi un breve riassunto. Se la lotta di classe, la demografia, Pecologia sono problemi e affari di uo- *4 Sacerdote di origine fiamminga, Louis Bethléem (1869-1940) & stato censore autodesignato, sostenuto dalla Chiesa cattolica, della “cattiva stampa” francese durante la prima meta del XX secolo, alla quale opponeva la “Bonne presse” [NdT]. > Un’affermazione che indignera i miei amici marxisti. Ma se le mogli dei proletari hanno qualcosa da guadagnare dalla “vittoria del proletariato”, sono solo le briciole del potere supposto acquisito dai proletari. Tuttavia, le borghesi perderebbero quelle stesse briciole (o anche le loro pit grandi parti) di cui le hanno fatto beneficiare i loro uomini. II potere in quanto tale non sarebbe mai dato alle donne. Cid non é auspicabile, del resto, poiché la sola rivoluzione significa- tiva sara quella che abolira la nozione stessa di potere ¢ lo stato di proletario, insieme al sessismo [NdA]. 403 FRANCOISE D’ EAUBONNE mini, cid é dovuto alla “grande sconfitta del sesso femmi- nile” sopraggiunta nel 3.000 a.C. sullintero pianeta. Dopo la fine dell’amazzonato e la perdita del controllo sull’agricoltura, prima garanzia di potere condiviso per un certo tempo tra i sessi nelle civilta ittita, cretese ed egizia, le ricchezze della terra sono divenute progressivamente maschili nel momento in cui la donna, legata alla fami- glia, non ha pit potuto ricorrere all'amazzonato scom- parso. II potere patriarcale e maschile ha raggiunto il suo culmine nell Eta del bronzo, con la scoperta di quella che sarebbe diventata l’industria. Le donne sono quindi state poste sotto stretta sorveglianza dal sesso vittorioso, che conservava sempre quella sorta di paura e sfiducia nei suoi confronti; sono state espulse da tutto cid che esulava dal ghetto della famiglia, non solo dal potere e dal lavoro fuori casa, ma anche da aree dove l'uomo sembrava non temere alcuna concorrenza: l’esercizio fisico dello sport (antica Grecia, eccetto gli Spartani), il teatro (Inghilterra feudale, Giappone), la cultura e Tarte, Pistruzione supe- riore (praticamente nel mondo intero, con le eccezioni gia citate). Paria votata all’ unione procreativa senza limiti e, nel migliore dei casi, all’ornamento lussuoso del vinci- tore, con l’unica possibilita di sfuggire all’uomo, in tutte le culture, trovando rifugio nel sequestro religioso dedi- candosi ai fantasmi della divinita, la donna oggi ha impa- rato, sempre pill profondamente e in luoghi sempre pit numerosi, che sono gli uomini a fare la “rivoluzione” e a 404 IL FEMMINISMO O LA MORTE trarne vantaggio, per quanto grande possa essere Paiuto che le donne forniscono nella speranza di sfuggire a un’oppressione che credono dovuta a un sistema econo- mico e che é invece da imputare al carattere maschile di questo sistema. Dalla vittoria di una classe o di una cate- goria le donne ricavano tuttal pit’ ammorbidimenti, ri- forme, vantaggi, qualche soldo in pit che cade dal cas- setto — il fondo del grande rovesciamento — se si trovano dalla parte giusta. Ma il potere cambia solo di mano, mai strutture: mai, come abbiamo visto, il rapporto tra i sessi, prima tra le questioni umanistiche ed ecologiche, ¢ messa in discussione alla radice. “Seduto, in piedi, sdraiato, Puomo é sempre il suo tiranno”. Céline sarebbe stato sor- preso di essere in accordo con il pensiero di Marx: il rap- porto tra uomo e uomo é misurato dal rapporto tra uomo e donna. Se pochi uomini, sempre e ovunque, finiscono per diventare gli ultimi profittatori di un cambiamento rivoluzionario é proprio perché applicano agli altri i rap- porti di potere che tutti gli uomini presi nel loro insieme applicano alle donne, tutte le donne nel loro insieme, an- che se talvolta pud accadere che tale o tal altro striscino davanti alla propria donna. Come dunque potra risolversi il problema del profitto massimo che sacrifica linteresse collettivo alPinteresse privato, o della corsa al potere che si sostituisce a questo interesse collettivo in caso di rivoluzione finché le strut- ture mentali rimarranno quelle che sono, cioé informate 405 FRANCOISE D’ EAUBONNE da cinquanta secoli di civilta maschile planetaria, sovra- sfruttatrice e distruttiva delle risorse? La prova che qual- siasi rivoluzione guidata e compiuta dagli uomini non pud raggiungere la mutazione che sarebbe ormai necessa- rio intraprendere sta nel fatto che nessuna di queste va pit in 1a dal sostituire un regime con un altro, un sistema con un altro a causa delle suddette strutture. E che nes- suna prende in considerazione /a sola possibilita per andare avanti: uscire dal ciclo infernale “produzione-consumo”, che é Palibi di questa enorme massa di lavoro inutile, alie- nante, mistificato e mistificatore, base stessa della societa maschile dovunque essa si trovi. No, Pimmaginazione non é mai al potere. Si ricade negli stessi schemi, negli stessi stereotipi mortiferi; come disse il popolo quando Puccellino favorito di Luigi XIII ando a sostituire il con- nestabile Concini: “Solo il tappo ¢ cambiato; il vino ha lo stesso sapore”. Qualche anno fa, in una raccolta di racconti di fanta- scienza intitolata Aprés**, solo uno dei racconti contenuti affrontava questi stessi temi. II cambiamento profondo dopo una catastrofe” contempla questo insieme: la pro- 36 C. Nuetzel (dir.), Apres... la guerre atomique, Bruxelles, Mara- bout, 1970. °7 E assai significativo come attualmente l’inconscio collettivo ac- cetti sempre pit P'idea di un’ Apocalisse necessaria e se ne consoli pen- sando al “dopo” invece di pensare a evitarla. Come dice Victor Hugo, “le catastrofi hanno un oscuro modo di sistemare le cose” [NdA]. 406 IL FEMMINISMO O LA MORTE duzione industriale interrotta, la ricerca scientifica limi- tata a un piccolo numero di laboratori ben circoscritti, lo sforzo collettivo verte sugli ambiti della riflessione, del- Parte, delle attivita non produttive. Alcuni astronauti tor- nati da un’assenza di lunghi anni si abbandonano alla di- sperazione, ritrovando il pianeta Terra abbandonato a cid che credono essere un’irrimediabile decadenza. Fino al giorno in cui si rendono conto che tutte le scoperte del passato sono state accuratamente conservate ¢ ritrasmesse a un numero limitato di depositari, ma utilizzate solo in casi eccezionali: ad esempio, é disponibile un rimedio di grande rarita e un aereo supersonico pud partire alla sua ricerca in caso di emergenza, come per curare un bam- bino malato; per tutto il resto del tempo, i trasporti sono effettuati a cavallo o in bicicletta. L'importanza é quindi stata spostata dalla velocita del trasporto alla sua motiva- zione. La civilta-gadget ¢ scomparsa lasciando il posto a un umanesimo che, nel suo rinunciare a una tecnica priva di senso, non é per questo retrograda. L’autore di questa “utopia” era una donna. L’unica donna della raccolta di racconti: Marion Zimmer.** Nel 1972, Gébé, disegnatore che non sembra conoscesse questo racconto tradotto dal- Pinglese americano, ha prodotto la sua “utopia” filmica: 38 Si tratta sicuramente della lunga novella di science-fiction The Climbing Wave (in italiano tradotto in L onda ascendente) pubblicata nel 1955 e riedita nel 2013 dal Marion Zimmer Bradley Literary Works Trust (San Francisco). 407 FRANCOISE D’ EAUBONNE Lan OP». 11 lavoro in toto si ferma: gli operai lasciano la fabbrica, i burocrati l'ufficio, i propagandisti gridano per le strade: “Apri la finestra e getta giti la chiave”. Poi ci si rimette al lavoro a un ritmo considerevolmente rallentato, solo per prowvedere ai bisogni immediati delle persone. Uccidere i capitalisti non si rende necessario, ci pensano loro stessi: il cielo ¢ oscurato da amministratori delegati che si gettano dai grattacieli. Allinevitabile domanda “Ma come si occupera il tempo libero?” la risposta ¢ sem- plice: “Si riflette, e non é per nulla una cosa triste”. Finché Pessere umano tremera davanti all’idea di una tale sven- tura, la possibilita di pensare a se stesso, rimarra incastrato al tempo di Pascal: la competitivita, Paggressione e tutti gli orrori della societa maschile trionferanno. Senza dubbio, dal punto di vista femminista immediato, questo nuovo Jndovino del villaggio" che ci offre Jean-Jac- ques Rousseau-Gébé non é affatto soddisfacente; tutto é realmente cambiato in profondita, tranne il rapporto tra i sessi. La donna rimane il solo campo del desiderio erotico: cé sempre la Bianca che aggiusta i pantaloni dell’ex capo- redattore, la Nera che impila la manioca mentre gli uomini discutono dell’Anno 01 in Africa; un’altra osserva che non ° Emblematico della contestazione libertaria degli anni Settanta, il film diretto da Jacques Doillon nel 1973 @ adattato dall’omonimo fumetto firmato Gébé. “° Lindovino del villaggio ® un’ opera teatrale del 1752 di un solo atto con testi e musica di Jean-Jacques Rousseau [NdT]. 408 IL FEMMINISMO O LA MORTE ci ha guadagnato granché a mungere le vacche piuttosto che battere a macchina. Cid non toglie che, per la prima volta e all’insaputa del suo stesso autore, ci é qui proposta una concezione realmente antimaschile del mondo nella forma di un prodotto pubblico, un film: l“utopia” (nel senso classico: utopia di ieri, verita di domani) che solo il Femminile pud mettere in pratica. Vale a dire: le donne prima di tutto, ma non solo le donne; anche i loro alleati obiettivi e naturali, i giovani, quella gioventi: di entrambi i sessi che portera pil: profondamente in sé la contestazione del mondo dei padri non appena si sara sbarazzata degli strascichi del suo approccio macho-sinistroide. Perché chi reclama l’alleanza del bambino e della donna ha ragione: il Femminile rappresenta quella parte del mondo separata, messa da parte, tra parentesi che subisce la dittatura economica e culturale del Padre; il primo tabi. pit insormontabile, l’anatema pit severo gettato sull’ince- sto é quello che sanziona il rapporto amoroso della madre e del figlio; gli altri divieti sono secondari. Perché? Ebbene, questo é il baluardo che il fallocratismo é stato costretto a erigere contro il potere delle donne. Al di la ¢ al di sopra delle storie di gelosia sessuale nate dal triangolo freudiano, Pantropologia moderna ha saputo discernere, nell’esoga- mia obbligatoria, la dittatura della societa patriarcale e il suo timore delle donne, la sua misoginia che arriva fino alla ginofobia di fronte a questa terribile minaccia: che la Ma- 409 FRANCOISE D’ EAUBONNE dre e il Bambino si uniscano contro il Padre.“! Larresto massivo del lavoro produttivo non é un’uto- pia; é stato dimostrato che il 7-10% del lavoro attuale ba- sterebbe ampiamente a sostenere la necessita di nutrirsi, di vestirsi, di possedere un tetto. Anche se L’An OJ non pone laccento sulla necessita ecologica di questa solu- zione, una sequenza collega l’inquinamento all’assurda crescita dell’industria, cioé quella in cui il pescatore, vi- brando di emozione, inizia a gridare al telefono: “Eccolo, ho preso un pesce!”. E una festa: “Benvenuto al primo pesce dell’anno 01!”. Nel venire a sapere, grazie alle nostre Cassandre che predicano nel deserto futurologo, che in trent’anni sono scomparse pili specie marine che in tutto il periodo geologico successivo al Pleistocene, ci si pud porre la domanda: cos’é preferibile, il pesce o il gadget? Lattuale ciclo produzione-consumo legato ineluttabil- mente allespansione industriale, frutto delle strutture mentali del fallocratismo, pud essere smontato nel se- 4! Cfr. G. Deleuze, F. Guattari, L anti-Edipo (Milano, Einaudi, 2022) e soprattutto La societa contro natura di S. Moscovici (Milano, Astrolabio Ubaldini, 1978). Entrambi sovrappongono, a livelli di- versi, il gia diverse volte citato Sputiamo su Hegel [NdA]. * Una comunita stabilita sulle Cevenne da due anni ha compiuto lo stesso miracolo; le trote sono tornate nel fiume, le farfalle nei prati; cosa che da quindici anni non accadeva in questo luogo. “La natura ha riposto i suoi germi e basta che Puomo vi si mescoli.” mi ha detto il fondatore di questa comunita. Si mescoli per amarlo e non per sfruttarlo [NdA]. 410 IL FEMMINISMO O LA MORTE guente modo: 80% dei prodotti superflui, di cui circa il 20% del tutto inutili, deve essere gettato sul mercato al prezzo del danno e della distruzione del patrimonio in curva ascendente; a tal fine occorre disporre di un tempo di lavoro equivalente all’80% circa di una vita umana, cioé a un’alienazione quasi totale. E non é tutto: questi oggetti superflui o inutili devono essere effimeri e rimpiazzabili, il che non fa che aumentare il danno e la distruzione arrecati. Infine, alienazione suprema: dal momento che devono es- sere consumati, occorre un circuito tecnocratico-pubblici- tario che costruisca da zero il desiderio di possederli. Poi- ché il produttore é anche un consumatore, sara quindi alie- nato e mistificato a tutti i livelli: in lungo, in largo e tra- sversalmente, direbbe Gébé. Una truffa al tempo che é la trama della vita, alla sensibilita che ne é il valore, una fru- strazione gigantesca, planetaria, mostruosa; ecco il culmine del ciclo iniziato 5.000 anni faa partire dalla messa in gab- bia del secondo sesso e dall’appropriazione della terra da parte dei maschi: il “Progresso”. Ancora nel 1974 questa radice del problema passa to- talmente inosservata ai moderni movimenti rivoluzio- nari. Anche per gli anticonformisti del marxismo il Una volta Lenin descrisse incapacita del proletariato di andare oltre il livello “tradunionista ”. Era nel giusto al suo tempo, ma ha avuto il torto di non percepire che si trattava di una tappa storica del capitalismo che non creava condizioni favorevoli alla “spontaneitd” 411 FRANCOISE D’ EAUBONNE problema ecologico si riduce a uno dei mali dovuti al ca- pitalismo (ed é certo che in un sistema di profitto é stret- tamente correlato a quest’ultimo, ma la sua presenza in un sistema socialista dimostra che non si identifica con esso), cosi come quello del rapporto tra i sessi ¢ definito come una sovrastruttura che dev’essere modificata attra- verso la sostituzione di un regime economico con un altro. Nella misura in cui sono impegnati in un’impresa di contestazione solo attraverso questa o quella etichetta po- litica, i giovani sono recuperati, senza accorgersene, dal Sistema che combattono, poiché ignorano, al di a dell’a- spetto economico-sociale, la sua motivazione profonda e primordiale di guerra dei sessi. Ma dal momento che la loro sensibilita appartiene a questo Femminile maltrat- tato, oppresso e represso nell’ordine mondiale del Padre all'interno del quale la loro posizione economica li col- loca, grosso modo, sullo stesso piano delle donne — man- tenimento da parte del padre in vista di un ritorno, rivoluzionaria, vista l’economia di penuria, e soprattutto di aver vo- luto “dare a questa realta contingente un valore a-storico ed eterno”. Cfr. Emile Maressin, La bande a Baader ou La violence Révolution- naire, Parigi, Champ libre, 1972. L’autore del suddetto testo fa ap- pelloal e rapporti di distribuzione”. Forse non é superfluo stabilire un paral- lelo tra questo limite di Lenin e quello che egli mostra in relazione al ruolo della questione sessuale nellanalisi rivoluzionaria. Anche qui manca una corretta dialettica che differenzia la “produzione” (pro- creazione) dalla “distribuzione” (Eros) [NdA]. malinteso di Lenin sulla dialettica tra rapporti di produzione 412 IL FEMMINISMO O LA MORTE quindi un servizio -, i giovani di entrambi i sessi possono rendersi sempre pit conto che la loro causa é quella non solo della Madre, ma di tutte le donne del mondo intero. Il giorno in cui le loro posizioni maschili di macho-sini- strorsi (comprese, ripetiamolo, quelle delle ragazze) sa- ranno annientate dalla consapevolezza di un’emergenza, di una necessita bruciante di far saltare il ciclo produzione- consumo invece di costruirgli una nuova forma destinata allo stesso fallimento e condanna alla stessa morte, il fem- minismo avra vinto, perché il Femminile avra trionfato. Sia ben chiaro: non rivendichiamo affatto un ‘illusoria su- periorita delle donne sugli uomini, né dei “valori” del Fem- minile che esistono solo su un piano culturale e non meta- fisico. Chiediamo semplicemente: volete vivere 0 morire? Se non si vuole accettare la morte planetaria, bisogna ac- cettare la rivincita delle donne, e questo perché i loro inte- ressi personali, in quanto sesso, coincidono con quelli della comunita umana, mentre quelli dei maschi, a titolo indi- viduale, vi si discostano. Questo avviene anche al livello del Sistema maschile attuale, basti vedere la contraddizione tra le autorita supreme del suo potere che vogliono spingere le donne alla produzione (¢ cosi ci ritroviamo il “1975, anno delle donne”), ¢ gli interessi privati dei maschi che vivono sotto questo stesso Potere e che resistono furiosamente alla prospettiva di vedersi privati della loro governante! O an- che la contraddizione tra lo sforzo del detto Potere di dif fondere e di aiutare la contraccezione allo scopo di di- 413 FRANCOISE D’ EAUBONNE sporre, per la sua produzione, del tempo femminile sot- tratto alla funzione nutrice e la resistenza indignata degli individui maschi contro il fatto che le loro femmine pos- sano controllare la loro procreazione! E tanti altri esempi. Torniamo cosi alPinizio del presente lavoro: la presa di coscienza riguardo alla femminitudine, della sventura dell’essere donna awviene oggi all’ interno di una contrad- dizione e di un’ambiguita che annunciano la fine di que- sta stessa sventura. A partire dalla vita vissuta, da una sog- gettivita radicale, della sua esperienza di specie trattata come una minoranza, separata, reificata, guardata una donna della mia generazione scopre che il suo “piccolo problema”, la sua “questione secondaria”, questo detta- glio cosi minimo del fronte eversivo, vale a dire la sua “Jotta frammentaria” non si accontenta piti di incrociarsi, ma si identifica con la Domanda numero 1, con il Pro- blema originale: la base stessa dell indispensabile bisogno di cambiare il mondo, non per migliorarlo, ma perché ci possa essere ancora un mondo. Quale rivincita per la sola maggioranza umana a essere trattata da minoranza! Fino a questo momento é stato dif- ficile per le donne comprendere lorigine della sventura della femminitudine; per questo, si sono limitate a riven- dicare “frammenti” di gestione del mondo prima di arri- vare finalmente alla radice, alla libera disposizione ses- suale che le ha improvvisamente trasmesso un senso di totalita. Colei che fino a ora é stata non tanto la “com- 414 IL FEMMINISMO O LA MORTE pagna’ dell’uomo, ma insieme il crogiolo alchemico della sua riproduzione, la sua bestia da soma, il suo capro espia- torio e il suo vaso da sputo che egli si divertiva talvolta a riempire di gioielli ¢ a proclamare il suo santo Graal, colei che gli ha ispirato sempre, in virti di una supremazia co- stantemente minacciata, quella diffidenza ostile che in certe culture é sfociata nell’odio che ha generato la muti- lazione rituale (Africa) e la morte (sessocidio“ delle stre- ghe del Medioevo, delle “dissolute” del bacino Mediter- raneo o d’Oriente) in un contesto di vera e propria “gi- nofobia”, come afferma Lederer, ecco che di diritto e pos- sibilita, se non di fatto, ridiventa come ai tempi prefallo- cratici P'unica custode della procreazione. Da lei dipen- dera, non appena questo diritto potra essere liberamente fruito con la contraccezione di massa e l'aborto senza im- pedimenti, la possibilité che meta dell’incubo umano sva- nisca applicando lo “stress del ratto bianco femmina”. Questo potere immenso che le sara restituito, che gia sfiora le sue mani, non ha nulla in comune con quello che organizza, decide, rappresenta, opprime e che resta ancora appannaggio del maschio; é esattamente questo il livello sul quale potra determinare pit: efficacemente la sconfitta di quest’ultimo e suonare la campana a morto dell’antica “4E Frangoise d’ Eaubonne ad aver coniato il termine “sessocidio”, al quale é oggi preferita la parola femminicidio. L’autrice ha dedicato un saggio ai massacri di donne sotto l’Inquisizione: Le sexocide des sorcieres, Parigi, L’esprit frappeur, 1999. 415 FRANCOISE D’ EAUBONNE oppressione. In breve, citando uno degli slogan dell’ Ecolo- gie-Féminisme Centre, dobbiamo strappare il pianeta al maschio di oggi per restituirlo all’umaniti di domani. E questa la sola alternativa, perché se la societa maschile per- durera non vi sara pit un’umanita nel domani. Minacciata nella sua stessa vita, ma anche in quella che trasmette (che scelga o meno di trasmetterla), lei che é la detentrice di questa fonte, lei nella quale si realizza e dalla quale passa la forza dell’avvenire, vediamo dunque la donna interessata a doppio titolo dalla soluzione molto rapida del problema ecologico. Di pit, ella rappresenta, nel modo pit puramente marxista, questa classe produt- trice frustrata dalla sua produzione per opera della distri- buzione maschile; e questo perché tale fonte di ricchezza collettiva (la procreazione) ¢ posseduta da una minoranza, quella dei maschi, dal momento che la femmina della spe- cie rappresenta invero la maggioranza del genere umano. Gli specialisti stessi lo riconoscono. Allo stesso modo di Edgar Morin alla conferenza sull’ecologia del “Nouvel Observateur”, alla quale non ha preso parte nessuna donna, costoro confessano che “Si comincia a compren- dere che Pabolizione del capitalismo e la liquidazione della borghesia non fanno che cedere il passo a una nuova struttura oppressiva”. E quanto aveva gia esposto e spie- gato Reimut Reiche in Sessualita e lotta di classe a propo- sito del “nucleo” che resiste a tutte le riorganizzazioni di quest’ordine. Questo nucleo, Pabbiamo detto, é il fallo- 416 IL FEMMINISMO O LA MORTE cratismo, che é alla base stessa di un ordine che non pud che assassinare la natura in nome del profitto, se ¢ capita- lista, e in nome del progresso, se é socialista. Il problema delle donne é innanzitutto quello della demografia, poi della natura, quindi del mondo; |e sue istanze piu urgenti, comunialla gioventi, devono essere l’autonomia e il con- trollo del proprio destino. Se Pumanita vuole sopravvi- vere, deve rassegnarsi a questa evidenza. Solo allora, con una societa finalmente al femminile che rappresenterebbe il non-potere (¢ non il potere-alle-don- ne), si proverebbe che nessun’altra categoria umana avrebbe potuto realizzare la rivoluzione ecologica, perché nessuna ne era cosi direttamente interessata a tutti i livelli. Le due fonti di ricchezza dirottate a beneficio del maschio tornerebbero a essere espressione di vita e non pitt produ- zione di morte; l’essere umano sarebbe finalmente trat- tato innanzitutto da persona, non come maschio o fem- mina prima di ogni altra cosa. E il pianeta volto al femminile rifiorirebbe per tutti. 1971-1974 417

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