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Cellula Procariote Ed Eucariote-1
Cellula Procariote Ed Eucariote-1
MICROSCOPIA
La comprensione che ogni essere vivente è costituito da cellule fu permessa dalla realizzazione, nel Seicento, del
primo strumento capace di amplificare notevolmente la capacità risolutiva dell'occhio umano. Il POTERE
OTTICO RISOLUTIVO è la distanza minima al di sotto della quale non siamo più in grado di vedere due punti
come distinti tra loro; quello dell'occhio umano è di circa 1/10 di millimetro. Questo significa che non siamo in
grado di percepire come distinti due punti posti a distanza inferiore di 0,1 mm. Per poter risolvere, e quindi
individuare, oggetti le cui dimensioni sono inferiori al potere risolutivo dell'occhio, sono state dapprima utilizzate
le comuni lenti di ingrandimento e poi i microscopi.
Le cellule sono entità molto molto piccole e non visibili ad occhio nudo, per questo possiamo utilizzare dei
microscopi, i quali si dividono in diverse categorie:
- MICROSCOPIO OTTICO: è dotato di due sistemi di lenti: l'obiettivo e l'oculare. L'obiettivo è rivolto verso il
tavolino portaoggetti sul quale viene deposto il campione da esaminare; uno specchio dirige un fascio di luce
attraverso il preparato e l'obiettivo ne proietta un immagine ingrandita verso l'oculare, che a sua volta la
ingrandisce. Il microscopio ottico consente di ingrandire l'immagine fino a circa 2000 volte. Il suo potere
risolutivo non consente di distinguere distanze inferiori a 0.0002 mm, ovvero 0.2 micrometri o 200
nanometri.
L'osservazione al microscopio ottico permette di vedere le principali strutture cellulari, come il nucleo, i
mitocondri e i cromosomi durante la mitosi, ma non consente di osservare le strutture subcellulari. Gli
oggetti più piccoli che si possono vedere con questo tipo di microscopio sono i BATTERI, che hanno
dimensioni medie intorno ai 2 micrometri.
A partire dagli anni Trenta è stato sviluppato il MICROSCOPIO ELETTRONICO, basato sull'utilizzo, al posto
della luce visibile, di un fascio di elettroni. I fasci di elettroni utilizzato sono associati a lunghezze d'onda più brevi
di quelle della luce, quindi permettono di ottenere un più elevato potere di risoluzione, rendendo possibile
l'osservazione delle strutture subcellulari. I microscopi elettronici si dividono in due tipi:
BIOLOGIA CELLULARE
Oggetto di studio della biologia sono gli esseri viventi e il loro funzionamento.
Ogni essere vivente è caratterizzato da un insieme di proprietà che lo distinguono da un oggetto non vivente:
- GLI ORGANISMI SONO FORMATI DA CELLULE: a esclusione dei Virus, tutti gli esseri viventi, dai più
Quindi possiamo riassumere dicendo che la chiave delle differenze tra organismi viventi e oggetti non viventi è
L'ORGANIZZAZIONE. A sua volta ORGANIZZAZIONE E' SINONIMO DI ORDINE, ovvero un essere
vivente è formato da una serie di parti dotati di una conformazione specifica, ovvero da parti diverse che cooperano
in modo armonico. Infine IL MATENIMENTO DI STRUTTURE "ORDINATE" RICHIEDE ENERGIA,
quindi PIU L'ORGANISMO E' EVOLUTO E PIU' ENERGIA SERVE PER MANTENERLO
In ogni organismo vivente avvengono quindi una serie di reazioni in parti diverse delle cellule per fornire energia
all'organismo. Inoltre possiamo dire che le diverse molecole e gli organelli contenuti nel citoplasma cooperano per
permettere la vita della cellula.
PIU' CELLULE SIMILI FORMANO UN TESSUTO, PIU' TESSUTI UGUALI COMPONGONO UN ORGANI,
PIU' ORGANI COMPONGONO UN APPARATO, PIU' APPARATI COMPONGONO UN ORGANISMO, PIU'
ORGANISMI COMPONGONO UNA POPOLAZIONE, POI UNA SPECIE, UNA COMUNITA' ED INFINE UN
ECOSISTEMA
LA TEORIA CELLULARE
Il termine cellula fu introdotto per la prima volta nel 1665 da Robert Hooke per descrivere le piccole cavità
evidenziate osservando una sezione di sughero con un primo semplice microscopio. Da lì in poi è stata studiata nel
dettaglio e vi è stata formulata una teoria:
- TUTTI GLI ORGANISMI VIVENTI SONO COMPOSTI DA CELLULE, le cellule sono unità elementari
dotate di proprietà comuni
- LA CELLULA E' L'UNITA MORFOLOGICA E FISIOLOGICA FONDAMENTALE: negli organismi
viventi molte funzioni complesse sono rese possibili dall'esistenza di una continua cooperazione tra cellule
diverse
- OGNI CELLULA DERIVA DA UN' ALTRA PREESISTENTE
1. CELLULE PROCARIOTICHE
2. CELLULE EUCARIOTICHE
LE CELLULE PROCARIOTICHE
Le cellule procariotiche sono le più semplici e le più piccole cellule esistenti: le loro dimensioni si trovano
nell'intervallo 0.5-5 micrometri con un valore medio di 2 micrometri. Sono procarioti gli organismi appartenenti
al gruppo degli ARCHEBATTERI e gli EUBATTERI, quest'ultimi comprendono i batteri e i cianobatteri, o alghe
azzurre. E' importante ricordarsi che:
• MEMBRANA CELLULARE: la membrana plasmatica dei procarioti serve per delimitare l'interno
dall'esterno. La membrana dei procarioti forma delle invaginazioni dette MESOSOMI, i quali sono sede di
diversi siti enzimatici e sono convolti in processi quali respirazione, fotosintesi, divisione cellulare e sintesi dei
lipidi.
• MATERIALE GENETICO: il materiale genetico consiste in una singola molecola di DNA circolare, non
racchiusa nel nucleo, ma localizzata in una regione della cellula detta NUCLEOIDE
• CITOPLASMA: è la matrice acquosa della cellula dove troviamo disciolti granuli di glicogeno, ioni oppure
anche glucosio. Non presenta organuli al suo interno
• RIBOSOMI: nel citoplasma sono presenti i ribosomi, ovvero degli "organelli" costituiti da RNA ribosomiale
e proteine, sono indispensabili per la sintesi proteica e sono più piccoli di quelli presenti negli eucarioti
• PARETE CELLULARE: le cellule procariotiche sono generalmente circondate da una parete cellulare esterna
alla membrana cellulare, costituita da PEPTIDOGLICANI ovvero degli amminozuccheri costituiti da lunghe
catene polisaccaridiche in cui si alternano unità di aminozuccheri (N-acetilglucosammina e acido N-
acetilmuramico) uniti da ponti trasversali di natura peptidica a formare una struttura complessa, che avvolge la
superficie batterica come un'unica macromolecola.
• FLAGELLO E PILI: alcuni batteri posseggono una estroflessione ovvero il flagello costituito da una proteina
chiamata "flagellina", che gli permette attraverso una propulsione simile al colpo di frusta, di muoversi, ma
senza usare energia. E' diverso rispetto al flagello dello spermatozoo perché nel secondo caso serve energia. I
pili sono invece dei corti filamenti, che non tutti i batteri posseggono, e che servono per aderire ad altre cellule
o scambiare con loro materiale genetico.
• PLASMIDI: oltre alla molecola di Dna principale, detto a volte "cromosoma batterico", sono presenti piccole
molecole circolari di DNA, chiamate plasmidi, e contenenti pochi geni che determinano caratteristiche utili
alla cellula, ma non indispensabili per la sopravvivenza (come la resistenza agli antibiotici).
I plasmidi si replicano in modo autonomo rispetto al cromosoma batterico e alcuni possono integrarsi
CELLULA PROCARIOTE ED EUCARIOTE Pagina 3
I plasmidi si replicano in modo autonomo rispetto al cromosoma batterico e alcuni possono integrarsi
stabilmente in esso; la maggior parte di essi possiede inoltre la capacità di passare facilmente da una cellula
batterica ad un'altra. Ad oggi si conoscono diversi tipi di plasmidi; i più noti sono i PLASMIDI R, che
portano il gene per la resistenza ai farmaci, e il PLASMIDE F, o plasmide della fertilità, del batterio
Escherichia coli. Il plasmide F può promuovere la CONIUGAZIONE, ovvero un processo in cui il DNA del
plasmide è trasferito da un batterio donatore a un batterio ricevente attraverso un ponte citoplasmatico
formato dai pili, che si formano sul batterio donatore. Le cellule dell'escherichia coli prive del plasmide F
sono dette F-, mentre quelle che lo contengono sono dette cellule F+. Durante la coniugazione tra una cellula F+
(donatore) e una F- (ricevente), la cellula F+ replica il proprio plasmide e ne trasferisce una copia alla cellula F-
attraverso un pilo coniugativo; la cellula F- si trasforma così in una cellula F+, diventando capace di produrre
pili e di coniugare. La coniugazione è per alcuni aspetti simile alla trasduzione, in quanto comporta il
trasferimento di geni batterici da una cellula all'altra; in questo processo però, i geni sono trasportati da plasmidi
anziché da virus
Il plasmide F può talvolta integrarsi nella molecola di DNA principale, trasformando la cellula F+ in una
cellula Hfr, anche essa in grado di formare pili e indurre coniugazione. Durante la coniugazione tra una cellula
Hfr e una F-, insieme al plasmide F può venire trasferita anche una porzione del cromosoma batterico. I geni
batterici entrati nella cellula ricevente possono così ricombinare con quelli già presenti, formando nuove
combinazioni di geni.
• FORMA E PATOGENICITA': i batteri possono avere forme diverse ed in base a ciò vengono classificati in:
BACILLI, hanno forma a bastoncino, COCCHI e streptococchi che hanno forma più o meno sferica; ed infine
gli SPIRILLI che hanno forma a spirale. I batteri sono noti a tutti noi principalmente come agenti patogeni, è
importante però sottolineare che solo una minima parte dei batteri sono patogeni per l'uomo. Occupano, invece,
una gamma incredibile di ambienti e hanno un ruolo ecologico fondamentale perché partecipano alla
degradazione della sostanza organica e ne permettono il riciclo nelle catene alimentari.
Per quanto riguarda i BATTERI PATOGENI, possiamo fare una grande distinzione mediante un processo di
colorazione con il liquido di Lugol, che non è altro che una miscela di ioduro di potassio e iodio diluita in
acqua, e dopodiché si effettua una decolorazione mediante acetone o alcol. Questo processo prende il nome di
COLORAZIONE DI GRAM, ed è alla base della classificazione dei batteri, i quali si dividono in:
- GRAM -: sono i batteri che hanno subito il processo di decolorazione e quindi sono diventati di colore rosso.
I gram - hanno una parete cellulare più sottile e contenente solo il 15/20% di peptidoglicani: in questo modo
il decolorante ha la possibilità di agire a fondo rimuovendo il colore violetto e permettendo a quello rosso di
agire sul batterio. Le infezioni da batteri negativi sono meno frequenti di batteri positivi; nonostante ciò. In
genere i gram negativi sono MOLTO PIU DANNOSI E PERICOLOSI, come otiti esterne che possono
diventare molto gravi in pazienti anziani.
LE CELLULE EUCARIOTICHE
Le cellule eucariotiche sono più complesse e grandi di quelle procariotiche, hanno un diametro comprato
tipicamente tra i 10 e i 100 micrometri. Nel citoplasma sono presenti diversi organelli aventi struttura e funzioni
specifiche che consentono lo svolgimento delle varie attività cellulari in compartimenti distinti. Tra le cellule di
tipo procariotico ed eucariotico abbiamo si delle differenze sostanziali, quali le dimensioni. O la possibilità di
movimento, la presenza di una parete cellulare solo nei procarioti, l'utilizzo dell'ossigeno come forma di
sostentamento o come veleno per la cellula. Ma vi sono anche degli aspetti comuni, come la composizione chimica
(sono infatti tutte composte dalle 4 principali biomolecole), o il fatto che svolgono reazioni chimiche per produrre
ATP o il fatto che avviene la traduzione del Dna. E' importante ricordare che:
Le cellule eucariotiche si dividono in cellule vegetali ed animali, adesso elencheremo gli aspetti comuni ad
entrambe, dopodiché le differenze
Le cellule eucariotiche sia vegetali che animali sono altamente specifiche ed hanno una elevata
compartimentalizzazione, possiamo infatti distinguere degli organelli comuni:
• FOSFOLIPIDI: I fosfolipidi sono molecole anfipatiche, cioè caratterizzate da una "testa polare" idrofila ( il
gruppo fosfato e altri eventuali gruppi chimici legati al fosforo) e da due "code apolari" idrofobe (le due catene
idrocarburiche apolari dei due acidi grassi). A causa della loro natura chimica, se dispersi in un mezzo acquoso,
i fosfolipidi tendono spontaneamente a formare un doppio strato nel quale le teste polari sono rivolte verso
l'esterno e le code idrofobe verso l'interno, formando delle MICELLE. Una membrana di una cellula però, non
può essere costituita da micelle perché è presente anche un citoplasma polare interno, quindi un solo strato non
basta, e si dispongono a DOPPIA MEMBRANA CIRCOLARE. Da un punto di vista fisico-elettrico, la
membrana cellulare assomiglia ad un condensatore.
• PROTEINE: La membrana cellulare è costituita però anche da diversi tipi id proteine che si classificano in
base alla posizione che occupano nella membrana:
- INTRINSECHE (o INTEGRALI): sono le proteine che attraversano totalmente il doppio strato lipidico
sporgendo nel citoplasma e nel mezzo extracellulare
- ESTRINSECHE: sono quelle proteine che attraversano parzialmente la membrana cellulare e sono legate a
una delle due facce della membrana mediante legami a idrogeno e a interazioni elettrostatiche
- GLICOPROTEINE: sono delle proteine di membrana che hanno delle ramificazioni glucidiche
oligosaccaridiche che servono per ricevere segnali e comunicare con l'ambiente esterno
- PROTEOGLICANI: sono proteine di membrana alle quali sono legate lunghe catene polisaccaridiche ( le
glicoproteine hanno invece soltanto delle piccole porzioni legate, come oligosaccaridi)
Possiamo quindi definire la membrana cellulare come un MOSAICO FLUIDO, in quanto i fosfolipidi non
sono legati l'uno all'altro ma riescono a stare vicini grazie all'apolarità e idrofobicità dell'alto numero di catene
di acidi grassi, che fanno si che non si separino mai le teste polari di due fosfolipidi vicini, in modo da non far
entrare acqua ma di rendere sempre mobile la membrana. Mi posso quindi muovere all'interno di questo mare di
folla, perché non c'è niente che blocca i gradi di libertà di movimento. In un circuito elettrico le proteine
rappresentano le resistenze
• CARBOIDRATI: molti dei fosfolipidi che formano il lato esterno della membrana sono legati a una
componente glucidica (un oligosaccaride), possiamo distinguerli in:
- GLICOLIPIDI: sono fosfolipidi che si trovano sul lato esterno della membrana e che hanno legati a se una
componente glucidica (un oligosaccaride)
- GLICOCALICE: i carboidrati della membrana, presenti sul lato rivolto verso l'esterno, formano un
rivestimento protettivo detto glicocalice
La membrana cellulare ha molte funzioni che derivano sia dalla presenza dei fosfolipidi che delle proteine di
membrana, le funzioni principali sono:
- FUNZIONALE: regola lo scambio di ioni, sostanze nutritive e di scarto tra l'ambiente interno ed esterno,
creando un canale ionico (lo approfondiamo dopo)
- COMUNICAZIONE ed INTEGRAZIONE: sulla membrana si trovano proteine (di solito glicoproteine) con
funzione di recettori, a cui si legano ormoni e altri messaggeri che possono modificare il metabolismo
cellulare. Svolgono ruoli molto importanti nel riconoscimento e nell'adesione tra cellule, possono essere
riconosciute come antigeni dal sistema immunitario, inoltre sono responsabili dell'INIBIZIONE DA
CONTATTO, il fenomeno in base al quale, quando entrano in contatto fra loro, le cellule smettono di
proliferare
Nelle cellule eucariote la struttura che in genere risulta più visibile è il nucleo, un grosso corpuscolo sferico che è
sempre circondato da una membrana. Il nucleo controlla la maggior parte delle attività della cellula e gioca un
ruolo di primaria importanza nella replicazione, nell'accrescimento e nel differenziamento cellulare. E' costituito
da:
- MEMBRANA NUCLEARE: è una DOPPIA MEMBRANA FOSFOLIPIDICA, che lo separa dal citoplasma,
questa membrana non è continua ma in dei punti si fonde, creando dei piccoli punti di accesso detti PORI
NUCLEARI, che permettono lo scambio tra nucleo e citoplasma (il tutto fortemente controllato da proteine come
le "esportine). La membrana nucleare conferisce un ulteriore compartimentalizzazione che fa diversificare la
cellula eucariotica da quella procariotica.
- MATERIALE GENETICO: all'interno del nucleo è contenuto il materiale genetico, ovvero la doppia elica del
DNA. Il doppio filamento di Dna non è lineare ma risulta complessato con proteine strutturali, gli ISTONI, a
costituire la CROMATINA; quando la cellula non è in divisione, i filamenti di DNA che costituiscono i diversi
CROMOSOMI, sono despiralizzati e formano un ammasso indistinto, mentre prima della divisione cellulare la
cromatina si addensa e i singoli cromosomi assumono l'aspetto compatto con cui sono visibili al microscopio.
Spesso notiamo che al microscopio il nucleo appare di colore più scuro rispetto ad altri organelli, questo perché è
l'organello più grande ed assorbe maggiormente la luce trasmessa.
- NUCLEOLO: all'interno del nucleo possiamo individuare una regione angora più scura, e quindi più otticamente
densa, che è il nucleolo. I nucleoli possono essere uno anche più di uno, e sono particolari strutture in cui
vengono sintetizzati gli RNA ribosomiali (rRNA) e vengono assemblati i ribosomi.
RIBOSOMI
I ribosomi sono dei piccoli organelli presenti nel citoplasma sotto forma di RIBOSOMI LIBERI, ma li possiamo
trovare anche incastonati in una struttura membranosa chiamata reticolo endoplasmatico rugoso. Sono
generalmente più grandi rispetto ai ribosomi della cellula procariote e sono i siti principali della SINTESI
PROTEICA e vengono assemblati nel NUCLEOLO. Consistono in due subunità, una maggiore e una minore,
ciascuna formata da RNA ribosomiale e proteine. I ribosomi degli eucarioti sono 80S, mentre quelli dei procarioti
sono 70S, dove S sta per Svedberg, ovvero l'unità di misura della velocità di sedimentazione, che dipende da forma
e dimensione di una struttura. Il numero dei ribosomi in una cellula è proporzionale alla quantità di proteine
sintetizzate; infatti, le cellule particolarmente ricche di proteine, come per esempio quelle muscolari, possiedono un
gran numero di ribosomi.
RETICOLO ENDOPLASMATICO
Il reticolo endoplasmatico (RE) è un sistema di membrane costituito da tubuli e sacculi connessi tra loro. Il
reticolo endoplasmatico in generale è coinvolto nel trasporto di materiali attraverso la cellula; quest' ultimo può
essere:
- RETICOLO ENDOPLASMATICO RUGOSO (RER): il reticolo endoplasmatico rugoso, detto anche granulare,
CELLULA PROCARIOTE ED EUCARIOTE Pagina 7
- RETICOLO ENDOPLASMATICO RUGOSO (RER): il reticolo endoplasmatico rugoso, detto anche granulare,
è definito rugoso in quanto è rivestito di ribosomi. Il RER è collegato allo strato esterno della membrana nucleare,
anche essa provvista di ribosomi; la sua principale funzione è quella di SINTETIZZARE PROTEINE A
DESTINAZIONE NON CITOPLASMATICA (esterno, membrana cellulare, organelli intracellulari), le quali
vengono poi trasferite all'apparato di Golgi mediante un flusso di vescicole.
APPARATO DI GOLGI
L' apparato di Golgi è costituito da una pila di vescicole appiattite e delimitate da membrana, chiamate cisterne,
con un'architettura distinta da quella del RE. Le cisterne sono formate da membrane e sono circondate da tubuli e
vescicole. Rappresenta un centro di raccolta, di rielaborazione e smistamento dei prodotti del reticolo
endoplasmatico. Dopo aver ricevuto le vescicole che trasportano sostanze provenienti dal RE, l'apparato di Golgi
ne modifica il contenuto (per esempio legando una porzione glucidica alle proteine), lo trasferisce all'interno di
nuove vescicole e lo indirizza ai diversi compartimenti cellulari o alla membrana. Può avvenire anche il processo
contrario ovvero che, mediante un trasporto vescicolare, arrivano al Golgi delle proteine o glicoproteine che
devono essere "smontate". Tra i più importanti prodotti che vengono elaborati, compattati e distribuiti
dall'apparato del Golgi vi sono le proteine di membrana, le lipoproteine e le glicoproteine. Quando le sostanze
elaborate devono essere portate fuori dalla cellula e indirizzate ad altre parti del corpo, le vescicole si fondono con
la membrana cellulare per liberare il loro contenuto nell'ambiente esterno. Il numero degli apparati del Golgi è
particolarmente elevato nelle cellule animali specializzate nella secrezione di sostanze, come per esempio le cellule
dello stomaco che secernono gli enzimi digestivi. Si possono distinguere 2 regioni diverse dell'apparato del Golgi:
- CIS: è la regione del Golgi rivolta verso l'interno, verso il RER
- TRANS: la regione del Golgi rivolta verso la membrana cellulare
LISOSOMI
Tra le vescicole che vengono prodotte dall'apparato di Golgi ci sono i lisosomi; sono delle vescicole
relativamente grandi, delimitate da membrana e di forma sferica che sono paragonabili a una sorta di
stomaco cellulare: contengono infatti ENZIMI IDROLITICI (o digestivi) in grado di demolire le sostanze
organiche e sono caratterizzati da un pH interno molto acido. Possono avere 2 principali funzioni:
- DIFESA ORGANISMO: i lisosomi sono molto abbondanti nelle cellule deputate alla difesa dell'organismo, come
i globuli bianchi del sangue o i macrofagi, i quali devono attaccare o neutralizzare degli aggressori biologici. Per
esempio, quando alcuni batteri attaccano alcune cellule, nel sito di infezione arrivano numerosi globuli bianchi che
li neutralizzano. Appena catturati, infatti, i batteri vengono racchiusi in vacuoli circondati da membrana e, quando
ciò si verifica, i lisosomi all'interno della cellula si fondono con questi vacuoli liberando i loro enzimi, che
digeriscono rapidamente i batteri.
- AUTOLISI: una cellule può "suicidarsi" rompendo la membrana dei lisosomi e riversando gli enzimi digestivi nel
citoplasma. Questo processo è detto "autolisi" e gioca un ruolo importante durante lo sviluppo e il rimodellamento
dell'osso.
Un particolare tipo di lisosoma è il PROTEASOMA, che è privo di membrana ed è specializzato nel demolire
proteine allo scopo di riciclare rapidamente gli amminoacidi che lo compongono.
MICROSOMI
I microsomi sono vescicole simili ai lisosomi, più piccole di queste e contenenti sostanze specifiche. Fra i
microsomi sono particolarmente importanti i PEROSSISOMI, vescicole (dal diametro compreso tra 0.2 e 1.7
micron) contenenti l'enzima CATALASI e la PEROSSIDO DISMUTASI, un enzima in grado di decomporre
il perossido di idrogeno, altamente tossico perché danneggia le membrane e le macromolecole biologiche. I
perossisomi hanno anche funzione di sintesi del colesterolo ma anche alla detossificazione, cioè alla demolizione
delle molecole dannose, come per esempio l'alcol, per questo sono molto presenti nelle cellule del fegato.
CITOPLASMA: matrice acquosa dove ci sono proteine glucosio o glicogeno e poi una serie di organelli
- MICROFILAMENTI: sono filamenti di "Actina", sono coinvolti nei processi di movimento, permettono gli
spostamenti degli organuli all'interno della cellula e la formazione di pseudopodi, estroflessioni che consentono
la fagocitosi oltre che il movimento delle amebe e delle cellule ameboidi presenti negli organismi animali (per
esempio nel sistema immunitario)
Fanno parte del citoscheletro anche i CENTRIOLI, sono organelli di forma cilindrica costituiti da 9 gruppi di 3
microtubuli. Hanno un' importanza fondamentale durante la divisione cellulare perché, prima che questa inizi,
si duplicano e migrano da parti opposte della cellula e permettono il montaggio dei microtubuli.
La regione dei centrioli, centro di organizzazione dei microtubuli cellulari, è detta CENTROSOMA.
FLAGELLI E CIGLIA: sono appendici cellulari dotate di movimento, formate da fasci di microtubuli
disposti in modo caratteristico, ovvero 9 coppie di microtubuli appaiati e disposti in cerchio e una coppia di
microtubuli separati al centro, e rivestiti dalla membrana cellulare. Le cellule libere li utilizzano per muoversi
nei liquidi e quelle fisse per spostare materiale extracellulare. I flagelli sono lunghi e poco numerosi, le ciglia
sono corte e numerose)
MITOCONDRI: I mitocondri sono organelli delimitati da una membrana doppia; quella esterna è liscia,
mentre quella interna, che ha superficie maggiore, presenta numerose pieghe, dette CRESTE, ed ha anche un
contenuto interno che prende il nome di MATRICE MITOCONDRIALE, che è costituita da acqua, Sali e
proteine. I mitocondri posseggono anche dei RIBOSOMI PROPRI, più piccoli di quelli presenti nel citoplasma e
sul RER, sono più simili a quelli dei procarioti; inoltre posseggono anche un proprio materiale genetico ovvero
un DOPPIO FILAMENTO CIRCOLARE DI DNA, che porta informazioni diverse rispetto a quelle del nucleo.
PARETE CELLULARE: La parete cellulare è un involucro esterno rigido che conferisce una forma alla
cellula, la protegge e la sostiene; è formata prevalentemente da fibre di CELLULOSA. Le pareti di due cellule
vegetali adiacenti sono mantenute unite da uno strato colloso, chiamato LAMELLA MEDIANA, che è costituito
da pectina e da altri polisaccaridi.
La parete cellulare presenta anche dei piccoli pori che permettono il passaggio di citoplasma e di sostanze da
una cellula all'altra: queste strutture di comunicazione tra cellule adiacenti sono chiamate PLASMODESMI
VACUOLI: I vacuoli sono vescicole contenenti acqua e sostanze di vario tipo che diventano sempre più
grandi via via che la cellula invecchia, fino ad occupare tutto il suo volume. Le cellule vegetali hanno un unico
grosso vacuolo centrale pieno di acqua, che risulta essere il principale elemento di sostegno della cellula,
mentre le cellule animali hanno diversi vacuoli di dimensioni minori, definite VESCICOLE. I vacuoli possono
contenere particolari soluti: il colore dei petali dei fiori, per esempio, è dovuto a dei pigmenti presenti all'interno di
questi organuli. In alcuni protisti (come l'ameba) è presente un altro tipo di vacuolo, il VACUOLO
CONTRATTILE, che ha la funzione di espellere l'acqua in eccesso all'interno di questi organismi unicellulari.
Frequentemente nelle cellule vegetali il citoplasma è ridotto a uno strato sottile appressato alla parete cellulare,
mentre gran parte dello spazio interno è occupato da un grande vacuolo che conferisce turgore e sostegno alla
cellula. I VACUOLI FUNGONO DA DEPOSITO PER SOSTANZE DI RISERVA E DI RIFIUTO
Come per i mitocondri, anche i cloroplasti potrebbero essersi differenziati come organelli cellulari in seguito a una
simbiosi tra procarioti
Quindi alla fine una generica struttura di una cellula vegetale è la seguente: