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Dante rivolge a Firenze un'aspra critica riguardo la sua pessima fama che ormai

molti fiorentini hanno diffuso per l'Inferno. Sa che prima o poi andranno incontro
ai mali e alla rovina che le altre città sperano e che ciò causerà lui molto
dolore.
Dante prosegue a fatica nell'Ottava bolgia, ma essendo un viaggio voluto da Dio non
può privarsene perché andrebbe contro la sua volontà. Fa un paragone tra lui e
Virgilio che dalla distanza vedevano molte fiaccole di fronte a loro con un
contadino che arando i suoi campi vede delle lucciole.
Il secondo paragone lo fa con il rapimento del profeta Elia che fu rapito da un
carro di fuoco, perché avvicinatisi a sufficienza alle fiaccole si erano resi conto
che ciascuna di queste nascondeva un peccatore.

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