Una psicoterapia agli operatori che cercavano di proporlo nei
per gli anni a venire Servizi, la rottura di vecchi paradigmi, modi
di pensare e di lavorare, ormai non più ido- nei. Proponendo un modo di costruire relazio- ni col paziente e la sua famiglia, che teneva Giovanni Cutolo conto del contesto affettivo, senza distinguere tra quello personale, quello familiare e quello All’inizio degli anni ’80, in corrispondenza sociale. Un intervento nei sistemi complessi. con l’uscita della legge 180 del 1978 che vie- Una nuova moderna concettualizzazione del- tava nuovi ingressi negli Ospedali Psichiatri- la persona che poteva costruire un suo tema di ci, gli operatori dei servizi pubblici si trova- significato personale declinandolo, talvolta, rono per la prima volta di fronte alla psicosi anche in termini confusi a sé stesso e agli al- senza alcuno strumento conoscitivo e tanto tri, come avviene nella psicosi. Un approccio meno operativo di come si venisse a costru- che ho chiamato etologico e antropologico, ire un disturbo mentale grave, e di come si perché totalmente inserito nel mondo di rela- potesse affrontarlo. Chi, come il sottoscrit- zioni affettive in cui vive e cresce la persona. to, era allora un giovane psichiatra sa quanta sofferenza, quanta improvvisazione e quanta La capacità visionaria, e la ricchezza teorica, ipocrisia sottendeva l’entusiasmo e il furore di cui si nutriva il fondatore di questo approc- anti-istituzionale che pervadeva molti di noi. cio, Vittorio Guidano, ha prodotto una certa Eravamo alla ricerca di un nuovo modo di distanza, una separazione con la cultura psi- lavorare con gli psicotici e con gli emergen- chiatrica e psicologica prevalente, e non solo ti disturbi di personalità, con tutti quei casi all’interno del cognitivismo, ambito in cui gravi, insomma, che prima venivano “riposti” questo approccio si è prevalentemente svilup- dentro le Istituzioni Totali. pato. Molte delle cose da lui intuite comincia- no oggi a essere esplorate e ad essere condi- In quel contesto l’approccio sistemico, che vise. Spetta a noi, ed è uno degli obiettivi di permetteva di conoscere il funzionamento fa- questa rivista, completare, articolare e arric- miliare, fu il primo grande aiuto per gli opera- chire questa modalità di ricerca, per render- tori dei servizi. Subito dopo un altro approc- la fruibile alla comunità degli operatori della cio veniva a colmare il vuoto che era rimasto, psiche, specie quelli che affrontano oggi i di- quello del sistema individuale, prima aprendo sturbi mentali più gravi, confrontandosi con la black box della mente decretata dal com- loro e con le teorie attualmente presenti che portamentismo, poi riempiendo di contenu- ne orientano gli interventi terapeutici. ti affettivi quel mentalismo che ci offriva il primo cognitivismo. Il cognitivismo sistemi- co diventava processuale e ci permetteva di vedere, in movimento, come si poteva venire a creare un fenomeno psicotico, permetteva inoltre di costruire un ponte agevole per col- legare questi disturbi con quelli meno gravi e con la normalità, con il disagio esistenziale.