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Domande Possibili Diritto Della Comunicazione
Domande Possibili Diritto Della Comunicazione
• LE FORME DI STATO: Lo Stato è un ordinamento giuridico politico (cioè a fini generali) che
esercita il potere sovrano su un determinato territorio e sui soggetti a esso appartenenti. Ha il
monopolio legale dell’uso della forza fisica e armata. Si distinguono diverse forme di Stato e
sono:
• Stato patrimoniale (feudalesimo): il potere è di natura privatistica, il titolare del potere rivendica
come facenti parte del proprio patrimonio le terre assoggettate al suo potere e gli uomini che le
coltivano. Manca il carattere della politicità: non si prefigge il raggiungimento di interessi
generali, ma solo la difesa di interessi di carattere patrimoniale e privatistico
• Stato assoluto (comuni, principati e signorie): l’ordine sociale è fondato sul principio della
potestà assoluta sovrana e della gerarchia. Il sovrano si eleva sulla collettività, escludendo
qualsiasi frazionamento dei poteri
• Stato di polizia (monarchie illuminate tardo ‘700: il sovrano è sempre più funzionario dello Stato
(è il “primo suddito”). Finalità dello Stato è curare il benessere collettivo, considerato un dovere
del sovrano, concedendo libertà terriera e facendo giustizia amministrativa
• Stato liberale (dall’800): emerge il ceto borghese , la legittimazione del potere statale si basa
sulla derivatività dei cittadini, ora liberi
• Stato democratico: Nello Stato democratico la sovranità è del popolo ed essa democrazia può
manifestarsi come: democrazia diretta (in cui i cittadini partecipano alle scelte dello Stato
mediante votazione diretta, come referendum o plebiscito) e democrazia rappresentativa (i
cittadini eleggono i loro rappresentanti e sono questi ad adottare le necessarie decisioni
nell’ambito delle assemblee rappresentative). Esistono forme di compromesso tra le due opzioni
• Attentato alla costituzione: azioni che mettono a repentaglio il normale ordine costituzionale del
paese
È parte attiva nel corso della formazione di un nuovo governo, in quanto è il presidente della
repubblica a conferire la fiducia al neogoverno. Promulga le leggi ed emana i decreti aventi valore
di legge e i regolamenti. Le funzioni principali alle quali egli adempie sono: indire il referendum
popolare nei casi previsti dalla Costituzione; nominare i funzionari dello Stato; accreditare e
ricevere i rappresentanti diplomatici; ratificare i trattati internazionali, previa, quando occorra,
l'autorizzazione delle Camere; avere il comando delle Forze armate, presiedere il Consiglio
supremo di difesa costituito secondo la legge, dichiarare lo stato di guerra deliberato dalle
Camere, presiedere il Consiglio superiore della magistratura; concedere grazia e commutare le
pene e conferire le onorificenze della Repubblica.
• LE FONTI DEL DIRITTO: Le fonti del diritto sono gli atti di produzione normativa dai quali
traggono origine le norme giuridiche, sia esse in forma scritta (atti) e non scritta (fatti). Si
distinguono fonti di produzioni (atti o fatti che modificano l’ordinamento giuridico producendo
norme), fonti sulla produzione (determinate da fatti sociali o naturali considerati idonei a
produrre materia giuridica) e fonti di cognizione (atti che non producono diritto ma si limitano
ad agevolare la conoscenza di norme dell’ordinamento. Gli ordinamenti giuridici moderni sono
caratterizzati dalla pluralità delle fonti, e ciò può confondere non poco il vigore e l’applicazione
delle norme nei singoli Stati. Per questo i rapporti tra le varie fonti sono regolati da due criteri:
criterio gerarchico (quando due norme di due fonti diverse sono in contrasto tra loro, tra loro
prevale la norma dell’ordinamento superiore) e criterio cronologico (quando due norme dello
stesso tipo di fonte sono in contrasto tra loro, prevale quella più recente). L’ordinamento italiano
accoglie una pluralità di fonti del diritto, a causa anche del moltiplicarsi in questi decenni dei
centri di produzione di tali atti e si possono distinguere in ordine gerarchico: costituzione, fonti
dell’Unione europea, fonti statali, fonti regionali, fonti locali e le fonti esterne.
• GLI INTERVENTI DIRETTI DI SOSTEGNO ALLO SPETTACOLO: Gli interventi di sostegno diretto
sono tutte le attività svolte in prima persona degli apparati amministrativi nei vari settori, in
questo caso dello spettacolo e del cinema. Si distinguono due modelli di intervento da parte
dello Stato: la prima vede lo Stato astenersi dall’intervenire, permettendo il libero mercato; la
seconda vede lo Stato intervenire attraverso enti pubblici, in modo da sostenere e proteggere le
attività culturali del paese. L’Italia segue il secondo modello di intervento, come nella maggior
perte dell’Europa, e nel corso degli anni lo Stato italiano ha applicato molteplici provvedimenti in
questo senso. A partire dagli anni ’30, in cui sono state varate leggi a favore della promozione
e il controllo dello spettacolo, in linea con i principi guida del regime fascista, al comando in
quel periodo, dettati attraverso il Minculpop (Ministero della cultura popolare): vengono creati
gli enti lirici, che si pongono l’obiettivo di collegare i vari teatri con il Governo, con conseguente
possibilità di controllo maggiore da parte di quest’ultimo. Con lo stesso obiettivo vengono
istituiti EIST, ETI e INDA e viene inoltre fondata l’Accademia di Arte Drammatica. Per il cinema è
importante ricordare la nascita dell’istituto Luce, con scopi propagandistici, e la costruzione di
Cinecittà. Nel 1944 il Minculpop viene soppresso, ma alcuni provvedimenti come ad esempio
gli enti lirici e Cinecittà rimasero “intatti”, privati della loro funzione di controllo culturale e
politico. Per alcuni decenni spettacolo e cultura popolare rivestono un ruolo marginale nel
panorama politico italiano, fino al 1975, ovvero quando viene istituito il Ministero per i beni
culturali e ambientali da Giovanni Spadolini, che nel corso degli anni cambiò ulteriormente
forma fino ad assumere la denominazione attuale di Ministero dei beni e delle attività culturali e
del turismo.
• DIRITTO ALLA RISERVATEZZA: Il diritto alla riservatezza riceve nel nostro ordinamento una
tutela ampia, anche se piuttosto frammentata, sia dalla Costituzione (in particolare dagli articoli
2, 13, 14, 15, 21), sia dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea e da numerose
leggi ordinarie. La tutela del diritto alla riservatezza si pone in contrasto con il diritto di
manifestazione del pensiero (art. 21 Cost.), che comprende la facoltà di cronaca e di critica,
ed è quindi necessario individuare un limite entro quale è possibile operare la tutela della
riservatezza. Alcune condizioni che consentono la divulgazione di informazioni sono la
notorietà pubblica della persona, l’interesse della pubblica autorità a svolgere indagini di polizia
e ovviamente il consenso dell’interessato. Il diritto alla riservatezza si collega al diritto all’identità
personale, che tutela le persone dall’attribuzione di idee o fatti (non per forza negativi) che non
corrispondono al vero. Tuttavia il diritto alla riservatezza del minore prevale sul diritto di cronaca,
salvo che non ricorra l’utilità sociale della notizia: in questo caso quindi l’unico limite che
sussiste è quello del pubblico interesse. Negli ultimi anni, in riferimento al diritto alla
riservatezza, si è posto il problema delle banche dati, ovvero la raccolta e la gestione di
informazioni nella rete. Ciò ha portato a diversi interventi normativi, fra cui il D. Lgs. 196/2003:
quest’ultimo definisce alcuni strumenti di tutela, fra cui: riconoscimento del diritto di ottenere la
conferma dell’esistenza o meno di dati personali; diritto di ottenere l’aggiornamento, la
rettificazione, l’integrazione o anche la cancellazione dei dati trattati; del diritto di opporsi in
tutto o in parte al trattamento dei dati. Sono previsti inoltre un garante per la tutela dei dati
personali e la possibilità di ottenere un risarcimento dei danni per effetto del trattamento dei
dati personali. Particolare attenzione viene posta ai dati sensibili, ovvero i dati personali idonei
a rivelare l’origine razziale ed etnica, le convinzioni religiose, filosofiche o di altro genere, le
opinioni politiche, l’adesione a partiti, sindacati, associazioni o organizzazioni a carattere
religioso, filosofico, politico o sindacale, nonché i dati personali idonei a rivelare lo stato di
salute e la vita sessuale. Il trattamento di questa speciale categoria di dati deve essere
accettato dall’interessato tramite consenso scritto e autorizzato dal garante.
• CONCETTO DI OSCENO: Dell’osceno codice civile e penale hanno una definizione diversa:
secondo il primo l’attenzione è posta sul singolo (“attenzione al pudore individuale di ogni
singolo cittadino”), mentre per il secondo è più generale e lo definisce come “attenzione al
pudore medio”. In tutti i modi si configura come l’opposto del buon costume ed è un concetto
volutamente vago, in quanto si differenzia a seconda del contesto: un giudice americano, a
questo proposito disse: “io non so cosa è l’osceno, ma quando è presente lo riconosco”.
Ciò che è certo è che il concetto di osceno si applica solo agli atti pubblici, in quanto esso, per
non “colpire” la collettività o terze parti non consenzienti, deve per forza di cose essere
esplicito. In genere la concezione di osceno varia a seconda del contesto, tuttavia il livello di
tollerabilità si abbassa notevolmente se tra le parti coinvolte vi sono dei minori. Infine il
messaggio artistico ha una sua indipendenza, perché ha un codice proprio, che può utilizzare
l’osceno per i suoi fini.
• Utilità sociale dell’informazione (la notizia deve essere espressione di un interesse pubblico
alla conoscenza)
• Forma “civile” dell’esposizione dei fatti e della loro valutazione (si riferisce alla forma, non al
contenuto, dell’articolo)
• PROFILO SOGGETTIVO E OGGETTIVO DELL'ART. 21: L’art. 21, tutelante il diritto alla libertà di
manifestazione del pensiero, si costituisce di una dimensione soggettiva e di una oggettiva. La
prima determina quali sono i soggetti tutelati da tale diritto: secondo la costituzione lo sono
“tutti”, senza distinzioni di status sociale e culturale, anche se in realtà vi sono alcuni casi che si
costituiscono come eccezione della normale tutela del diritto di manifestazione del pensiero. Lo
sono ad esempio i soggetti giuridici pubblici, i quali, rappresentando lo Stato, devono
rispecchiarne natura e linee giuda. Altro caso particolare è rappresentato dai membri del
parlamento, i quali possono godere della ”immunità” in merito alla responsabilità delle opinioni
espresse nell’esercizio delle loro funzioni. Infine il caso più emblematico è l’ordine dei
giornalisti, che da sempre è al centro di dibattiti riguardanti il delicato equilibrio tra libertà di
manifestazione del pensiero e la sua violazione. Parlando invece della dimensione oggettiva
dell’art. 21 ci si riferisce al contenuto concreto della legge che, evitando distinzioni nella
modalità di espressione del pensiero, include sotto la sua “ala protettiva” il diritto
all’informazione in generale, comprendendo quindi diritto di cronaca, satira e critica. Tale
articolo inoltre garantisce sia la tutela positiva (idee, opinioni, cronaca…) del diritto, che quella
negativa (diritto di astenersi o del silenzio).
• IL BUON COSTUME: Il buon costume è un concetto che rappresenta l’insieme dei principi
etico-morali condivisi sui quali si basa una società in un’epoca specifica. L’ordinamento
giuridico italiano non definisce in modo inappellabile e oggettivo cosa sia il “buon costume”,
limite degli articoli 21 e 19 della Costituzione, ma lascia libera interpretazione a chi ha il
compito di interpretare, anche se, quando sono coinvolti dei minori, il livello di tolleranza si
abbassa notevolmente. Generalmente, facendo principalmente riferimento al nostro pudore, è
spesso identificato con il suo opposto: l’osceno. A proposito di quest’ultimo, un giudice
americano disse: “io non so cosa è l’osceno, ma quando è presente lo riconosco”. Nella
maggior parte dei casi, l'osceno si collega alla sfera sessuale ed è per questo motivo che esso
viene associato al senso del pudore. Il gesto osceno necessita pubblicità: non deve sussistere
la pubblicità dell’osceno, per non “colpire” la collettività o terze parti con consenzienti. Non si
cura quindi di atti privati. Tuttavia il messaggio artistico ha una sua indipendenza, perché ha un
codice proprio, che può utilizzare l’osceno per i suoi fini.
• DIRITTI MORALI D’AUTORE: I diritti morali d’autore sono i diritti che tutelano la personalità
dell’autore, per come essa si esprime in rapporto all’opera. I diritti compresi sono diritti
irrinunciabili, imprescrittibili e intrasmissibili e sono: diritto di paternità (per essere
riconosciuto come autore effettivo dell’opera, anche in forma anonima o sotto pseudonimo),
diritto all’integrità dell’opera (per opporsi a deformazioni, mutilazioni o modifiche che
pregiudichino l’onore e la reputazione dell’autore), diritto di inedito (per decidere se, quando,
dove e come divulgare o meno) e infine diritto di ritiro dal commercio (per gravi ragioni morali)
• CONNESSIONI E DIFFERENZE DEGLI ARTICOLI 9 E 33: Se si confrontano tra loro gli articoli 9
e 33 della Costituzione, si scopre un’opposizione tra loro: il primo sostiene l’importanza di
un’attività di promozione e tutela della cultura da parte dello Stato; mentre il secondo sancisce
che “l’arte e la scienza sono libere e libere ne è l’insegnamento”. Tali articoli stabiliscono da
un lato l’obbligo di intervento dello Stato, dall’altro un obbligo di astensione dello stesso.
La risposta a tale domanda si trova nell’art. 3 della Costituzione, secondo cui devono essere
sostenute le forme culturali più “fragili” e che dipendono da aiuti esterni per concretizzarsi, in
modo da poter dare a tutte le realtà culturali uguale possibilità di esprimersi, garantendo la
pluralità delle espressioni culturali.
• LIMITI IMPLICITI DELL'ARTICOLO 21: L’art. 21, che sancisce la libertà di manifestazione del
pensiero, presenta sia limiti espliciti (stabiliti dalla Costituzione) che impliciti. Quest’ultimi sono
soggetti al principio del bilanciamento, che porta il giudizio di un caso ad essere frutto di un
bilanciamento tra i diritti presi in causa. Tra i limiti impliciti dell’articolo 21 si distinguono i limiti
riconducibili alla tutela di soggetti o gruppi privati e i limiti riconducibili alla tutela di interessi
di natura pubblica. Tra i primi sono inclusi i limiti derivanti dalla tutela della personalità
dell’individuo, come ad esempio onore e riservatezza. Nel caso dell’onore (inteso come il
complesso di di condizioni da cui deriva il valore sociale della persona), per bilanciare diritto
all’onore e diritto di cronaca bisogna rispettare le seguenti condizioni: utilità sociale della
notizia, verità di essa e continenza o forma civile dell’espressione. Invece per la tutela di
interessi di natura pubblica sono inclusi, da un lato la tutela della sicurezza dello Stato e sul
prestigio del governo, dall’altro i segreti di soggetti privati, riconducibili alla riservatezza, come
ad esempio il segreto professionale.
• FUS: Il FUS (fondo unico per lo spettacolo) è il principale intervento indiretto dello Stato,
creato grazie alla legge 163/1985, nel finanziamento del settore dello spettacolo. Inoltre viene
impiegato per promuovere e sostenere manifestazioni e iniziative di carattere e rilevanza
nazionale in Italia o all’estero. Viene rifinanziato ogni anno con la legge finanziaria, impiegando
meno dell’1% del PIL nazionale, e viene ripartito tra i vari settori con un decreto del Ministero
per i Beni e le Attività Culturali con le seguenti percentuali: 45% alle attività liriche, musicali e
di danza, 25% per le attività cinematografiche, 15% per il teatro infine l’1% per circo e
spettacolo viaggiante.
• ORDINE DEI GIORNALISTI: L’ordine dei giornalisti è stato creato nel 1925, durante quindi il
regime fascista, per esercitare controllo sull'attività di informazione giornalistica. Da un lato si
obbligava chi volesse svolgere la professione giornalistica a iscriversi ad esso, dall'altro si
escludeva chiunque avesse svolto una pubblica attività contraria agli interessi dello Stato. È
tutt’oggi in vigore, anche se privato nel 1963 dagli organi di controllo politico fascisti. Sono
distinti nell’albo giornalisti professionisti e pubblicisti: i primi soddisfano i requisiti di attività
(non deve superare i due anni di inattività) e di esclusività; mentre i secondi non devono
rispettare tali requisiti, ma piuttosto scrivono occasionalmente, magari disponendo già di
un’altra occupazione. All’ordine è conferito il diritto di svolgere tutte le funzioni inerenti alla
disciplina, come iscrizioni modificazioni e sanzioni, con la limitazione deontologica di potere
“agire” esclusivamente nei confronti dei propri iscritti. Oggi è oggetto di critiche, in quanto si
ritiene che esso limiti ai suoi iscritti di rapportarsi liberamente con lo sviluppo dei nuovi
media e delle realtà editoriali che stanno stravolgendo il mondo della comunicazione e
dell’informazione.
• ATTI NORMATIVI AVENTI FORZA LEGGE: Gli atti aventi forza di legge, distinti in decreti legge e
decreti legislativi, sono atti emanati dal Governo (previa abilitazione del parlamento) che, pur
innovando l’ordine normativo vigente (forza attiva) e avendo la capacità di resistere
all’abrogazione (forza passiva), sono soggetti a particolari limitazioni imposti dalle leggi
ordinarie. Il decreto legge viene emanato in caso di necessità e urgenza e deve essere
approvato dal Parlamento entro 60 giorni, altrimenti decade. Il decreto legislativo invece Può
essere adottato solo in seguito a una delega del Parlamento, che specifichi l'oggetto del
decreto, i principi e criteri direttivi da seguire e il termine entro il quale deve essere emanato.
• SOGGETTI TUTELATI DAL DIRITTO D’AUTORE: Il diritto d'autore è il diritto che consente
all'autore di poter disporre in modo esclusivo delle sue opere, rivendicarne la paternità, di
decidere se e quando pubblicarle, di opporsi ad ogni loro modificazione, di autorizzarne o meno
ogni tipo di utilizzazione e di ricevere i relativi compensi, retribuzione dovuta a chi ha creato
un'opera. Per opera si intende il frutto dell'ingegno di una persona. I soggetti tutelati dal diritto
d'autore sono chi organizza e dirige la creazione dell'opera stessa, coloro che ne hanno
acquistato i diritti, chi ha rappresentato o comunque pubblicato un'opera anonima, ai coautori
se l'opera è frutto di una collaborazione, alle amministrazioni statali se le opere create sono
state commissionate e pubblicate sotto il loro nome e a loro spese.
• SIC: Il Sic, ovvero Sistema integrato delle Comunicazioni consiste in un sistema che
comprende i principali settori economici legati ai mass media, fra cui stampa, editoria, radio,
televisione, cinema e pubblicità. Il SiC è stato ridefinito dalla legge n. 112 del 3 maggio 2004,
meglio conosciuta come “legge Gasparri”, in quanto la sempre più evidente convergenza di tali
settori ha reso necessaria la loro aggregazione.
• AGICOM E CORECOM: La legge Maccanico del 1997, che aveva lo scopo di formulare una
più precisa normativa per il sistema delle comunicazioni, ha introdotto due nuovi organi per
tutelare e rafforzare tale sistema: Agcom (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) e
Corecom (Comitato regionale per le comunicazioni). La prima opera a livello nazionale e ha il
compito di assicurare la corretta concorrenza tra operatori sul mercato delle comunicazioni,
tutelando in questo modo il pluralismo nel sistema. Ha quindi una funzione attiva nel controllo
del mercato delle telecomunicazioni, garantendo a tutti i soggetti coinvolti il mantenimento
dell'integrità e della sicurezza delle reti di comunicazione elettronica. I Corecom, su delega del
Agcom, hanno il compito di garantire il controllo sul sistema delle comunicazioni a livello
regionale. Il suo compito è quello di “schierarsi” a fianco degli utenti, gestendo le controversie
in ambito delle telecomunicazioni: infatti chiunque ritenga che sia stato violato un proprio
diritto o interesse nella materia delle telecomunicazioni, prima di andare in giudizio, deve
innanzitutto attuare un tentativo di conciliazione al Corecom.
• RUOLO DELLO STATO NELLE DISCIPLINE DELLO SPETTACOLO: Lo spettacolo rientra tra le
forme artistiche più espressive e rientra tra i beni culturali tutelati dall’art. 9 (che fa riferimento
alla promozione dello sviluppo della cultura) e l’art. 33 della Costituzione (riguardante la libertà
di arte e scienza). Dunque lo Stato italiano si occupa della promozione e dello sviluppo
dello spettacolo, garantendone la libertà espressiva. Per far ciò esso deve finanziare,
regolare, vigilare e organizzare le varie attività che costituiscono il mondo dello spettacolo, sia a
livello nazionale, che locale. Di particolare rilevanza per il mondo dello spettacolo è l’istituzione
nel 1985 del FUS (Fondo unico per lo spettacolo), che consiste in una somma corrispondente a
poco meno del 1% del PIL nazionale e distribuito secondo percentuali ben precise tra i vari
ambiti dello spettacolo. Dal 2013 fino a oggi è il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del
Turismo (MiBACT) ad occuparsi della tutela del mondo dello spettacolo, insieme a tutte le altre
iniziative riguardanti la cultura in generale.
•IL VOTO:
•Segreto (garantito dalla costituzione, non posso essere costretto a rivelare il mio voto)
•Personale (ognuno di noi deve esprimere il voto di persone, a meno di particolari situazioni
come la malattia)
Ognuno ha il diritto di votare ed essere votato, con le limitazioni legate all’età e alla legalità
• Astrattezza: esprime una volontà preliminare e disciplina situazioni che potranno verificarsi
• Esteriorità: oggetto della sua disciplina è l’azione esterna del soggetto (il suo agire)