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Ida Tucci La Didattica Delle Preposizion
Ida Tucci La Didattica Delle Preposizion
Ida Tucci
Università di Firenze
abstract: This paper presents a series of reflections aimed at simplifying and rationalising the
teaching of Italian prepositions in plurilingual learning classes, with particular attention paid to how
to classify prepositions and what the best strategy is to introduce them.
Generally, Italian L2 books present prepositions in a disordered manner, spread over numerous
units. Especially in monographs, prepositions are described within more organic categories;
nevertheless, this setting exhausts its explanatory aims by matching the various cases to specific
nomenclatures, similar to those used by logical analysis, and mostly exemplified by fictitious
examples. We noticed that this strategy disorients the learner, who often fails to fully understand the
meanings associated with the various Italian prepositions and opts for mnemonic learning. The danger
is also that the student more willingly entrusts the translation of certain meanings from L1 to L2,
resulting in fossilisations that are difficult to “correct.”
In the preparation of the didactic materials designed for students enrolled in the Centro di
Cultura per Stranieri–University of Florence, Italian prepositions have been grouped into four macro-
categories, which, from the semantic-cognitive point of view, have intrinsic affinities in many spoken
languages, although they do not fall under the same grammatical nomenclature. In this way, the
learner is given the opportunity to actively participate in the formation of an L2 competence and to
consider the differences and similarities in L1.
IGUra 1:
Figura 1: Estratto da Un tuffo nell’azzurro1,
Estratto da panozzo
, panozzo ed. ed.
I concetti
contesto, utilizzati
al significato per spiegare i diversi significati si avvicinano
molto
, , oai, complementi
ad esempio). della tradizionale analisi logica, con il risultato di
unaI proliferazione di spiegare
concetti utilizzati per “etichette” che
i diversi non permettono
significati si avvicinano una
moltovisione d’in-
ai complementi
sieme dei fenomeni descritti e non stimolano un apprendimento ragio-
nato. Usi del tipo: “sono andato a scuola in bicicletta”, “sono sceso in
spiaggia con il mio motorino”, “sono andato al cinema con mia sorel-
la”, “sono
generale andato
comune (che fin centro a piedi”, “sono tornato a casa con il cuore
qualcosa),
in infatti,
gola”,prima dovrebbero
o addirittura essere riportati
indipendentemente a un significato
dal descriverne generale
i significati particolari di
comune (che faccia percepire tutti i casi in questione come “modalità”
n complemento di compagnia oppure un complemento di mezzo-strumento, che potrebbe
per fare qualcosa), prima – o addirittura indipendentemente – dal descri-
verne i significati particolari di mezzo, unione o modo. dire poi che in
“sono sceso in spiaggia con un cavallo” può esserci un complemento di
compagnia oppure un complemento di mezzo-strumento, che potrebbe
essere espresso anche 1.1.dall’espressione
Specificazione del nome
“a ocavallo”,
del verbo cosa aggiunge alla
conoscenza dell’apprendente
La questione della che tra
non differenziazione unasintagmi
contestualizzazione adeguata
preposizionali selezionati non
da teste
potrebbe risolvere? Quale utilità potrebbe mai avere senza differenziare
ostacoli alla corretta acquisizione.
ne della
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2. Un approCCIo aLTErnaTIVo
1
Seguendo Langacker (1986), Bazzanella nota che “la concettualizzazione non
consiste in entità̀ mentali statiche, ma nell’attività̀ cognitiva intesa in senso ampio,
che comprende concetti stabilizzati e nuovi, esperienza (sensoria, motoria, prossemica,
emotiva) e vari tipi di contesto (fisico, linguistico, sociale, culturale)” (2014, p. 62).
Il significato è costruito dal parlante a partire dalla propria esperienza e dal contesto in
cui si trova. Inoltre, il parlante è in grado di concettualizzare e verbalizzare una stessa
situazione in modi alternativi, a seconda del punto di vista che assume.
284 Ida Tucci
3.1. La localizzazione
La categoria che abbiamo definito “localizzazione” spazio-temporale2
comprende significati di provenienza, posizione/destinazione con o sen-
za vincolo, adiacenza, calcolo della distanza e quantificazione spazio
temporale.
In italiano, le preposizioni proprie usate nella trasposizione lingui-
stica degli eventi statici (essere, trovarsi in un luogo) sono le stesse che
nella trasposizione degli eventi dinamici centrati intorno ai verbi di mo-
vimento direzionale (Talmy, 2000 e 2005; Slobin, 2000). a livello di
preposizioni, infatti, non c’è nessuna differenza tra un evento di localiz-
zazione statica e un evento di moto che termina con una meta spaziale
(andare in un luogo).
per questo motivo, nella presentazione dei significati locativi abbia-
mo fatto particolare attenzione alla neutralizzazione della differenza tra
contesti statici (essere, stare, trovarsi, etc.) e contesti dinamici (andare,
tornare, passeggiare, etc.). abbiamo cioè sottolineato il suo ruolo nel
segnare un punto di carattere topologico lungo una traiettoria (contesti
statici) o il punto di arrivo di un evento di moto (contesti dinamici) in-
dipendentemente dalle caratteristiche intrinseche semantiche del verbo
o del nome a cui la preposizione locativa si lega.
attraverso il concetto di ‘adiacenza’ abbiamo anche voluto sottoli-
neare la natura particolare (generica) della localizzazione introdotta da
a, che emerge laddove in o su non sono possibili (perché relative a luo-
ghi più precisi, circoscritti: sono a scuola vs. mi trovo in classe, sono
seduta su una sedia). Essa si dimostra infatti uno strumento linguistico
molto flessibile, applicabile a numerosissimi contesti spaziali privi di
referenza stretta (ad es. la prossima fermata è a circa 200 metri) non-
ché a contesti metaforici (tra cui il tempo: il santuario è a due giorni di
cammino).
2
Lo spazio è una categoria particolarmente indagata dalla linguistica cognitiva
non solo perché̀ le metafore spaziali sono primarie e basilari nelle lingue, ma anche
perché̀ molte altre dimensioni fondamentali dell’esperienza umana, come quella del
tempo, sono elaborate in termini spaziali (Gruber, 1976; Jackendoff, 1989; Bazzanella,
2014).
La didattica delle preposizioni in italiano L2: un approccio semantico-cognitivo 289
3.2. La specificazione
per ciò che riguarda la categoria di specificazione, abbiamo valutato
di poter comprendere al suo interno significati generalmente distinti
dall’analisi logica, seppur a ben vedere accomunati da una stessa cifra
semantica: il tipo (la sorta), l’appartenenza, la qualità, la materia e l’ar-
gomento.
alla base di tutti i significati sopraelencati vi è infatti la necessità
di definire diversi aspetti di un’entità. attraverso la preposizione di, ad
esempio, si può specificare un referente generico (corso di italiano),
indicare il proprietario di qualcosa (il motorino di Gianni), indicare l’ap-
partenenza ad un luogo (le cozze di Taranto), etc. rientrano sotto la
stessa categoria, inoltre, tanto la specificazione “identificativa” (la torta
di mele è nel forno, l’altra non ancora), quanto quella “di inerenza” (le
riunioni di famiglia=famigliari, inerenti alla famiglia).
La questione della preposizione di selezionata da sintagmi verbali
l’abbiamo risolta evidenziando due differenti meccanismi: in primo luo-
go l’opposizione semantica “argomento ristretto” (complemento ogget-
to) vs. “argomento ampio” (complemento di specificazione), che è alla
base, ad esempio, delle opposizioni evidenziate in (a.) e (b.):
3.3. La modalità
abbiamo considerato di poter accorpare significati etichettati dalla
sintassi come complementi di mezzo, strumento, modo, compagnia
e unione entro un’unica categoria “modale” in ragione della loro somi-
glianza a livello logico-cognitivo: tali significati rappresentano infatti la
modalità̀ di svolgimento di un’azione o il modo attraverso cui un’entità
è realizzata (Serianni, 1989).
dal punto di vista semantico, anche espressioni “figée” come “da
brava mamma” o “da studente modello”, uniti a un nome o a un verbo,
290 Ida Tucci
291
Varietà, genere, tipologia
292
di a da in con su per tra-Fra
modaLitÀ: Come?
Compagnia
Gusto, condimento -
ingrediente con Concomitanza
riconoscibile -
Ingrediente
mezzo di trasporto
Confrontabilità -
Strumento-luogo
del modo di essere Strumento,
X con un modello, X utensile X X X
meniera, stile un tipo, una specie Qualità estetica
dell’oggetto o del etc. della persona
comportamento o dell’oggetto
- -
riconducibilià Sentimento, dispo-
della forma di un sizione d’animo
pggetto a un’altra che accompagna
più generica un’azione
conseQuenziaLitÀ: perché? tanto… che?
Uso dedicato
Vantaggio, bene-
dell’oggetto
ficio procurato
-
a una persona,
Qualità di un
un oggetto, uno
oggetto vincolata
spazio
a uno scopo
Finalità / destina- -
X - X X X X
zione dell’azione obiettivo, finalità
necessità del
dell’azione
risultato
Conseguenza
motivo e causa
dell’esagerazione
di uno stato fisico
di una qualità o di
o psicologico
un’azione
La didattica delle preposizioni in italiano L2: un approccio semantico-cognitivo 293
igura 5: Fase
FIGUra Fasedidimotivazione
motivazione
In( seguito
dialogo l’apprendente ha la possibilità di riconoscere i concetti
IGUra 6) in cui sono presenti significati cognitivamente simili realizzati da strutture
appena
(Sn o SV)evocati entro
accomunate dallaun dialogo
presenza (Fdella
di una igura 6) intra
relazione cuiduesono presenti
elementi signifi-
(consequenti).
cati cognitivamente simili realizzati da strutture (Sn o SV) accomunate
IGUra
dalla presenza di una della relazione tra due elementi (consequenti).
in
e una
pro
ea
La didattica delle preposizioni in italiano L2: un approccio semantico-cognitivo 295
per da a
Nome verbo Nome verbo Nome verbo
Lampada da Uscire a fare la
Lampada per la Lo fa per pallina da
mettere sul Venire a cena spesa
mia camera giocare tennis
comodino
domande:
1) osserva la tabella. Cosa indicano tutti gli esempi che hai selezionato?
□ una causa □ un effetto □ uno scopo / una destinazione
osservazione:
* I verbi di movimento sono del tipo: andare, venire, uscire, entrare, salire, etc. (praticamente i verbi
che usano l’ausiliare essere nella formazione dei tempi composti). Quando, dopo questi verbi, usiamo un
verbo all’infinito (ad es. andare a fare la spesa), lo scopo del movimento coincide anche con una “destina-
zione”, un luogo, e non focalizza finalità (ad es. vado a comprare i libri di italiano).
Se invece, dopo il verbo di movimento, indichiamo un luogo: ad es. Vada un libreria, dopo possiamo
usare sia a comprare i libri di italiano, sia per comprare i libri di italiano.
** Quando vogliamo indicare lo scopo del nostro fare qualcosa si preferisce la preposizione pEr, indi-
pendentemente dal tipo di verbo (stato, movimento o azione) usato.
4)
a. osserva la colonna dedicata alla preposizione da. Come sono i verbi che indicano uno scopo dopo un
nome?
□ verbi di stato □ verbi di movimento* □ verbi di azione
b. noti una grande differenza tra i significati degli esempi sotto? □ Sì □ no
Lampada da mettere sul comodino → Lambada da comodino
pallina da usare per giocare a tennis → pallina da tennis
Tovagliette da usare per la colazione → Tovegliette da colazione
pizza da portare via → pizza da asporto
La didattica delle preposizioni in italiano L2: un approccio semantico-cognitivo 299
Ora collega le due colonne e indica il senso che hai ottenuto, come nell’esempio:
destinazione Finalità
1. Frequento un corso di ballo a. per dipingere all’aria aperta
2. domani vado b. a rilassarmi un po’ al parco
3. Vado spesso c. per farmi capire meglio
4. mi piace andare al parco d. per vederti! d-7
5. Farò una vacanza in Sicilia e. a vedere un film al cinema
6. passo dall’università f. a trovare i miei professori
7. non posso sempre insistere g. per vedere l’arte greca
8. andiamo insieme h. a fare la spesa?
9. marco parla lentamente i. per migliorare il mio stile
5. ConCLUSIonI
BIBLIoGraFIa