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13/12/2021
Tramonto della teocrazia papale; scontro tra Filippo IV il Bello e papa Bonifacio VIII, non più sempre
opposte le due istituzioni universali. Imperatore si era già ritenuto diretto ricettore del mandato divino senza
intermediazioni. Ora però è un sovrano a opporsi al papa, l’impero è in crisi (interregno di quasi un quarto di
secolo dopo Federico II, fino al 1273).
Scontro con titolare di una monarchia nazionale: si stanno consolidando attraverso forte apparato
burocratico, un’elaborazione giuridica volta a legittimare il sovrano. Teorie di dottrina politica per cui
l’autorità della monarchia deriverebbe direttamente da Dio, come per l’imperatore: svincolo dal potere
universale temporale, mancava ancora il declino della teocrazia papale. Unam Sanctam è il canto del cigno
(ispirazione dal Dictatus papae).
Rodolfo I d’Asburgo non fu mai incoronato imperatore, ma solo eletto re di Germania.
Cardinali in maggioranza francesi (c’erano stati papi francesi). Dopo epoca del papato avignonese ci sarà
scisma che spaccherà l’Occidente, con incidenza sul piano religioso e su quello politico. Potere papale andrà
rimodulandosi e ridefinendosi: collegialità.
Cessione della Romagna per l’elezione all’impero di Rodolfo d’Asburgo (estensione dei domini della chiesa
nell’Italia centrale).
Celestino V (Dante) in un momento di contrasto e di crisi, in cui la curia romana si poneva sotto influenza
angioina (Carlo I). Celestino V era eremita in odore di santità (fondatore dei celestini), personaggio avulso
dalla politica, lontano da dinamiche di potere, mentre in Italia centrale gli Orsini (basso Lazio; Niccolò III ad
es. era un Orsini), i Colonna e i Caetani (Bonifacio VIII, un papa giurista, cardinale molto influente nel
collegio cardinalizio, studiò a Bologna probabilmente). Condizionamento di Bonifacio VIII nella
destituzione dell’eremita. Jacopone da Todi (uno Spirituale) lo accusò di questo (come anche i Colonna) con
testo mordace e fortemente critico. Cardinale di riferimento per l’ambito giuridico (Benedetto Caetani) fu
probabilmente consultato da Celestino V. Cardinali Colonna furono scomunicati e fecero fronte comune poi
con re di Francia. Celestino V prigioniero/esule per volere del futuro Bonifacio VIII, poi morì lì, nel castello
di Fumone.
Spirituali: ala radicale dei frati minori. Papa contestato Bonifacio VIII, affermò la superiorità papale;
promulgò il Liber Sextus, dal valore universale; indisse il giubileo del 1300. Perdonanza: Celestino V aveva
concesso indulgenza plenaria a chi avesse visitato, in un certo momento, un’abbazia in Abruzzo.
Filippo IV, costruzione di uno “stato” premoderno a partire da questo periodo. Su questione fiscale nasce
spaccatura (non scontro continuo, anche riavvicinamento). Imposizione di leva fiscale anche al clero, prassi
non di per sé irregolare; ma Bonifacio con la Clericis Laicos (lettera) ribadisce che si doveva ricevere da
parte del papa l’approvazione (da Urbano II in poi diritto di dispensa).
Filippo invia a Firenze il fratello Carlo di Valois (papa aveva progetto di inglobare Firenze). Bertrand Saisset
vescovo francese fedele di Bonifacio, re di Francia lo fa imprigionare. Bonifacio invia lettera (Ausculta fili)
in cui ne pretende la liberazione, convoca clero francese ad un concilio per condannare abusi. Filippo
convoca per la prima volta gli stati generali che prendono posizione contro papa, accusato (appoggio dei
Colonna) di illegittimità, di superstizione, di eresia addirittura. Guglielmo di Nogaret (giurista): elaborazione
di una teoria per cui re di Francia non ha superiore se non Dio stesso.
Intermediario necessario fra Cristo e uomini secondo il papa invece. Citati Gregorio VII, Bernardo di
Chiaravalle… Manifesto non così innovativo se non per teoria di derivazione aristotelica di intermediari
necessari fra Dio e gli uomini (Egidio Romano, teologo vicino al papa).
Dissoluzione dell’Ordine dei Templari voluta da Filippo IV il Bello per requisirne i patrimoni (erano ormai
caduti regni in Terrasanta e Filippo necessitava di ricchezze.
Unam Sanctam (fonte)
Unità della Chiesa e azione del papa su tutta la cristianità. Sconfessione della possibilità di scavalcare
autorità papale dichiarata da Federico II, che aveva relegato il papa alla semplice cura spirituale delle anime.
Due spade: anche la spada temporale, come quella spirituale, è proprietà di Pietro, il papa ne è l’erede.
Ambedue sono di proprietà della Chiesa, il passaggio di una di queste all’imperatore è frutto della
concessione del papa. “Secondo il comando e la condiscendenza del clero”. PRINCIPIO GELASIANO
ripreso; “tutti i poteri vengono da Dio”; “inferiore” stesso termine usato da Innocenzo III per la luna (=
imperatore). “Se il potere terreno sbaglia sarà giudicato da quello spirituale…”. Ingiudicabilità del papa.
Filippo ritiene invece indegno il papa, gli dirige contro insieme ai Colonna varie accuse. Concilio dovrà
giudicarlo. Momento di debolezza di Filippo il Bello?
Fiandre zona delicata per il re di Francia, subiscono influenza dell’Inghilterra a causa dell’interesse inglese
per la lana.
Anagni, nel cuore dei domini dei Caetani. Guglielmo di Nogaret a capo di una legazione, non chiaro con
quale intento si recasse lì: arresto, notifica, missione? Colonna si saldano a lui e assediano palazzo papale.
Imprigionano il papa per almeno tre giorni, richiedevano reintegrazione dei cardinali Colonna (nemici dei
Caetani), che restituisse tesoro papale e abdicasse. Secondo una fonte era pronto a morire; in realtà lasciato
andare ma muore poco tempo dopo. Fine dello scontro, pontificato brevissimo di un cardinale domenicano
Benedetto XI; poi eletto arcivescovo di Bordeaux, francese (anche se Bordeaux apparteneva come feudo agli
inglesi). Complicità del re di Francia in questa elezione. Spostamento che doveva essere temporaneo ad
Avignone, poiché a Roma c’era situazione instabile per conflittualità tra famiglie.
Autorità papale controlla ecclesiastici in modo stretto, sia eleggendoli, sia premiandoli per il loro lavoro a
contatto con la curia. Vescovo perde prerogative e autonomia.
Signorie in Italia: a parte il sud, le isole e il dominio papale ci sono i comuni come Firenze o Siena, che
ampliano le loro aree di dominio e influenza, in costante sviluppo. Milano, Venezia e Firenze principali
potenze poi nel tardo XIV e primo XV
16/12/2021
IL GRANDE SCISMA
Ritorno di papa a Roma e apertura dello scisma, con doppia elezione: Urbano VI (italiano, scelta
condizionata secondo cardinali francesi dal popolo) e Clemente VII (francese). Divisione che spacca intera
Europa medievale: Inghilterra dalla parte del pontefice italiano (come l’Italia settentrionale) mentre Francia
sostiene il suo papa. Dura una quarantina d’anni e si risolve con il Concilio di Costanza del 1417. Vie di
soluzione:
- rinuncia volontaria tramite abdicazione
- sottrazione d’obbedienza forzata
- convocazione di un concilio (QUESTA OPZIONE VINCE)
Idea per cui l’espressione collegiale e partecipativa è voluta da Dio e superiore per autorità al papa. Papa non
più vertice. Inizialmente primo concilio (Pisa) fallisce: convocato con idea dell’abdicazione o della forzata
rinuncia, non risolve nulla anzi elegge un terzo papa, Alessandro V, il cui successore, antipapa Giovanni
XXIII convoca concilio su istruzione dell’imperatore. Riforma necessaria della Chiesa. Concilio a
larghissima rappresentanza, presenti delegazioni di università e anche imperatore. Martino V (eletto nel
giorno di San Martino, ringraziato). Concilio procede coi lavori e nel 1417 decide di convocare regolarmente
concili (decreto Frequens) come strumento ordinario di governo della chiesa, scadenze regolari (ogni 5 anni;
Basilea, 1431, nuovo scisma con Eugenio IV). Papa non ha capacità di dilazione o di intervento (crisi del
papato). Basilea poi Ferrara poi Firenze poi Losanna; nel 1439 eletto antipapa Felice V, durerà una decina
d’anni e ricomposizione in un quadro nuovo si avrà con Niccolò V, un papa umanista. Fermenti
dell’umanesimo pervadono anche la Chiesa (fondazione della Biblioteca Vaticana,).
Per stati regionali sapere solo potenze fondamentali, equilibrio politico di qualche decennio forzato da timore
per ritorno angioino.
COMUNI
(Su Tanzini solo domande generali: 5 fasi fondamentali dei consigli comunali; organi legislativi e
deliberativi, decisionali; deroga come debolezza; luoghi decisionali ma perderanno, son signorie effettive
capacità di condizionamento; tema della composizione dei consigli.
Associazionismo, dinamiche della decisione presa in comune, in associazione, in corpi nati a tutela dei propri
interessi o suscitati dall’esterno. Associazionismo del clero; riunioni su base rionale. Nulla è disgiunto dal
resto, nessuna componente sociale è isolata. Capitolo della cattedrale presieduto dall’aristocrazia cittadina.
Conciones, piccoli nuclei deliberativi: inizio nei capitoli monastici, in cui l’abate si consultava con in monaci
prima di prendere decisioni. Con comune popolo (secondo popolo) ci saranno collegi ristretti (priori a
Firenze, anziani a Bologna con più peso del podestà).
Trecento: signorie e oligarchia, restringimento dello spazio decisionale non tanto numerica ma di
svuotamento di prerogative, potere signorile si esprime nei consigli. Mantenimento di un ordine politico da
parte di chi è al potere.
Rappresentanze delle varie componenti anche produttive. Rappresentanza cetuale; decisioni in comune
consultando le varie componenti della cittadinanza.
Prima espressione: prime assemblee collettive nella fase aurorale dei comuni arengo, parola che non si trova
in tutti i comuni, ma interessante: di origine germanica, da esso deriva arringa, discorso pronunciato dai
giuristi, per sollecitare intervento in forma pubblica. Ringhiera: da essa ci si affaccia per un discorso. Parola
pronunciata oralmente e parola registrata come fonte scritta. Scarto per lingua d’uso (volgare) diversa da
registrazioni degli interventi (in latino) da parte dei notai.
Importanza dell’aspetto retorico e affermazione di manuali con esempi su come parlare in pubblico: ars
dictandi (uso di dettare nel mondo romano i propri pareri) che diventa l’arte dello scrivere e del parlare. Si
affermano i dettatori (dittatori d’amore nello stilnovo) maestri nell’arte epistolare e della scrittura in
generale. Dal mondo benedettino, dall’Italia meridionale (di solito non chiede ultima parte). Fenomeni
comunali con un grado di autonomia ma in una cornice politica superiore (Francia ad es. o regno di Sicilia).
In Italia caso particolare dei comuni che ottengono autonomia.
Ruolo del podestà, un professionista che si sposta e per poco resta in carica (solitamente un semestre)
veicolazione delle esperienze maturate in specifici contesti: tendenziale uniformità delle pratiche nel primo
Duecento. Fenomeno prettamente urbano.
Come nascono i comuni? Figure istituzionali che si confrontavano con gruppo di personalità, facoltà di
consigliare al potere pubblico quale decisione assumere. Poi da consiglieri a ruolo deliberativo.
Consilium è termine polisemico:
- consigliare, esprimere parere anche individuale
- aiutare alla decisione, si chiede a uomini prudenti o amici per faccende pubbliche o private
(definizione di Boncompagno da Signa)
- aiuto di carattere giuridico, parere specifico
- papa stesso dichiara di agire raccogliendo pareri da assemblea cardinalizia
- anche curie feudali dei vescovi a volte (Visconti coadiuvavano il vescovo, vassalli maggiori e
minori…), assemblea non formalizzata
- cittadini nelle città comunali in grado di determinarsi liberamente senza potere pubblico a
controllarli (possibilità data dalla capacità di radunare un esercito, assemblee non elettive ma
conventus ante ecclesiam)
- individui interpellati in virtù della loro autorevolezza (detti boni homines, sapientes, meliores
civitatis con preparazione giuridica, coadiuvano giudici nei placiti comitali: governo di
vescovo/aristocrazia)
Primi esempi italiani alla fine dell’XI secolo, esempio di Pisa con consoli, ma senza assemblea, caso insolito;
di solito i consoli sono espressione degli arenghi. Comuni che nascono senza consapevolezza (comuni
“sonnambuli”, Wickham).
Diploma di Enrico V per Bologna che si rivolge ai concives.
Parlamentum, consilium, colloquium (poi a Pisa). Capire l’origine? Tanzini propone modello monastico,
come diceva Benedetto: “abate decide dopo aver ascoltato il parere degli altri monaci”. Gruppi anche
ristretti, segreti prima della formalizzazione del Capitolo; magari parere della sanior pars anche se
numericamente inferiore. Partecipazione assembleare che connota vita ecclesiastica fino alla riforma
(canonici che vivono in comune).
Nel Duecento consigli vieteranno la costituzione di assemblee clandestine e dissidenti, per evitare che
venisse rovesciato il governo (“occulta conventicula”), illegittime e volte a destabilizzare l’ordine.
In prima fase partecipazione collettiva nasce come reazione ad impulso esterno che tocca interessi comuni,
dimensione reattiva.
Documenti più antichi in cui emerge assemblea sono delibere dei consoli.
Terminata fase iniziale, abbiamo dalla seconda metà del XII realtà più definita, differenze di periodi. Fase
che va dallo scontro fra comuni e Federico I alla pace di Costanza; all’arengo si affianca un consiglio più
largo, criterio di rappresentanza in base al ceto, dal tardo XII emerge (es. Piacenza) volontà di rappresentare
l’articolazione del corpo sociale in versione ristretta. Dal punto di vista della spazialità assemblee si
svolgono nella dimensione loro propria dei palazzi comunali ora edificati, luogo simbolico del potere posto
in comune, ma anche sede di concreta espressione della parola.
Ufficiale forestiero che comincia ad imporsi. Si instaura di fatto un regime binario: podestà e consigli. Anche
consigli ristretti, consigli di credenza. Ora è il podestà a dettare ordine del giorno dei consigli. In nuce
fratture della società, molteplici anche prima del comune di popolo (milites e negotiatores, notai,
corporazioni…; in nuce contrapposizione fra le parti, tensioni emergono ma non scoppiano ancora).
Consigli podestarili: podestà detta ordine del giorno, quindi entrano in funzione i consigli solo se convocati
dal podestà, non godono di iniziativa propria (nemmeno quando convocati, danno indirizzo ma non si
impongono). Rappresentanza cetuale ma debole e anche capacità produttiva dei consigli è limitata: si vedono
più consiglieri che un’assemblea unitaria. Nelle proposte dei podestà vediamo sollecitazioni approvate da
singoli membri; tendenza di conservazione di un’unità, privilegiate decisioni unanimi, non c’è ancora
vivacità di dibattito.
Netta preponderanza dell’aristocrazia fondiaria e militare di antica tradizione. Si intravedono fratture però,
questa egemonia conosce graduale opposizione, contestazione da parte dei ceti economicamente protagonisti,
attivi e dinamici. Man mano che ci si avvicina agli anni 30 del Duecento si riconosce minore unanimità.
Galateo istituzionale, solennità e ritualità assembleari; emerge l’importanza del notariato (esempio di Daniele
da Perugia, codificatore di una prassi che caratterizza le assemblee comunali)
Terza fase: età caratterizzata dall’affermazione prepotente del popolo (pieno Duecento). Componente sociale
caratterizzata da una galassia di associazioni corporative, di mestiere, rionali, d’armi. Forza fino ad allora ai
margini e ora chiede spazio politico (Bologna: 1228, società delle arti contro podestà). Popolo si afferma in
consigli paralleli, articolazione plurale, comune nel comune, capitani del popolo, prima rappresentanza
contenuta. Poi ben presto istituzioni popolari diventano dirigenti nel comune; esclusi magnati: aristocratici
possidenti ma anche mercantili che hanno assunto modi di vivere della nobiltà. Fiorentino che in un consiglio
del popolo addirittura sostenne che bisognava deliberare consultando anche i magnati. Consiglio ha più peso
quanto più è rappresentativo dell’articolazione sociale. Regolarità circa nelle fonti su svolgimento dei
consigli; tre parti:
- proposta del podestà
- dibattito, pareri in forma contratta nelle fonti
- riformagione, cioè decisione politica in cui si approva decisione di un membro (esempio di San
Gimignano, manca chiarezza però sulla decisione; su Perugia abbiamo proposte dettagliate e
sappiamo di una precisa delibera, ma non è un caso generalizzato)
Ci sono nel secondo Duecento e all’inizio del Trecento trasformazioni, con l’affermarsi del “secondo
popolo”: ampliamento numerico della rappresentanza, al quale si associa diffidenza per le assemblee di pochi
uomini, che riducono lo spazio di partecipazione; ma nascono parallelamente consigli ristretti, di anziani,
massimo 12, che ruotano (priori a Firenze, anziani a Bologna…), non più subordinati a podestà, si
autoconvocano con alto grado di autonomia. Questi consigli ristretti impongono addirittura al podestà la
convocazione dei consigli maggiori. Verbali dei consigli larghi sono sempre più sintetici, perché spesso
ratificano solo decisioni prese a monte dagli anziani/priori… viene meno il dibattito dell’inizio del Duecento.
Carattere bidimensionali dei consigli, da un lato devono prendere decisioni durature, fare cose bene per il
lungo termine, dall’altro questa dinamica cozza con bisogno di provvedimenti immediati e di cambiamenti
rapidi nella politica estera soprattutto. Problema di agire in deroga alle decisioni precedenti.
Fase pieno-trecentesca, un’età di crisi e svuotamento di importanza dei consigli; linea tendenziale di
formazione o di poteri signorili (familiari) o di un’oligarchia condizionati dalla modifica delle modalità
elettive (Firenze). Assicurare presenza di consigli fedeli a signori/élite oligarchica. Meccanismo di
cooptazione, scelta diretta del consigliere, o di aggiunta di membri aggregati che avevano ricoperto uffici di
rilievo nel comune. Si riduce dimensione numerica esorbitante; consigli che ratificano decisioni prese altrove
(evoluzione già preparata da fase di fine XIII e inizio XIV)
Cornice formale rimane ma è svuotata di significato, si tende a fare affidamento su commissioni piccole,
consulte, colloqui…
Crisi di rappresentanza più che delle istituzioni comunali in sé, esse restano ma cambiano quanto al loro
effettivo valore (condizionate dalle scelte di signori/oligarchia).
Un portato dello svuotamento istituzionale si intravede anche nelle fonti documentarie, in cui scompare la
solennità rituale del periodo precedente. Registrati pareri articolati e scelto uno di essi.
RIASSUNTO