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La Legge delle XII Tavole

La legge delle XII Tavole rappresenta per la storia del diritto Romano, e non solo,
un chiave di volta fondamentale per una serie di considerazioni che, seppur legate al
Diritto, abbracciano aspetti che, a mio avviso, non possono essere taciuti. Tra i tanti credo
che sia indispensabile sottolineare i seguenti:

 L’aspetto storico;
 L’aspetto sociale;
 L’aspetto strettamente giuridico.

Dal punto di vista storico, la stessa loro compilazione, seppur secondo la tradizione,
si colloca in un periodo ben preciso della storia dell’antica Roma (tra il 451 ed il 450 a.C.)
e viene fuori da un processo non solo sociale, ma anche culturale visto che, sempre
secondo la tradizione, per la loro stesura, al fine proprio di procedere alla ratificazione
scritta del diritto consuetudinario, il Senato, dopo un'iniziale opposizione (la proposta fu
riformulata l'anno seguente dai cinque tribuni della plebe), votò nel 454 a.C. l'invio di una
commissione di tre membri nominati dai concilia plebis in Grecia, per studiare le leggi di
Atene e delle altre città. Non solo, l’aspetto più rilevante è che le XII Tavole rappresentano
la prima legge scritta visto che fino ad allora vigeva un diritto consuetudinario, cioè una
serie di norme condivise da un gruppo sociale, determinato nel tempo e nello spazio, e
osservate, applicate e sanzionate dai membri della società, spesso con l'intermediazione
di un'autorità religiosa. La legge, o meglio secondo molti, la codificazione e la raccolta di
precedenti norme consuetudinarie (mores, in lingua latina), fu redatta da una commissione
di 10 uomini (decemviri legibus scribundis) scelti tra gli ex-magistrati patrizi. Nel primo
anno furono scritte le leggi delle prime dieci tavole, di volta in volta discusse in assemblea,
mentre le restanti due tavole furono scritte nell’anno successivo senza consultazione
assembleare.

Se l’aspetto storico pone in rilevanza la collocazione della legge nel contesto


culturale dell’epoca, l’aspetto sociale pone in evidenza l’esigenza di riscatto, rivendicata in
quel periodo, da una parte cospicua del popolo di Roma. Secondo la versione tradizionale,
tramandata dagli storici antichi, la creazione di un codice di leggi scritte sarebbe stata
voluta dai plebei nel quadro delle lotte con i patrizi. In particolare i plebei chiedevano
un'attenuazione delle leggi contro i debitori insolventi e leggi scritte che limitassero
l'arbitrio dei patrizi dal punto di vista giuridico. La codificazione di leggi fino ad allora
tramandate per consuetudine, rappresentava, quindi e senz’alcun dubbio, un punto fermo
per un cambio di rotta nell’amministrazione della giustizia. Questa “rivoluzione” nel diritto
dell’antica Roma pone in evidenza un altro elemento di natura sociale. Le XII Tavole
vennero affisse nel foro dove rimasero fino al sacco ed all'incendio di Roma del 390 a.C.
Secondo Cicerone ancora ai suoi tempi (I secolo a.C.) il testo veniva imparato a
memoria dai bambini come una sorta di poema d'obbligo. La stessa codificazione,
secondo molti studiosi, è stata scritta in metrica per facilitarne la memorizzazione.

Dal punto di vista strettamente giuridico, come già è stato accennato, la legge delle
XII Tavole contiene regole di diritto sia pubblico che privato. Le norme previste dovevano
coprire l’intero campo del diritto, dal sacro a quello privato, dal penale a quello pubblico.

In maniera sommaria, dagli estratti pervenuti, le XII Tavole prevedevano:


Tavola I (Procedura Civile) - In caso di citazione da parte di un soggetto nei confronti di
un altro è fondamentale che entrambi siano presenti ed in questo caso il processo dura
fino al tramonto. Se il citato non si presenta è importante che l’accusatore trovi un
testimone e quindi lo vada a prendere.

Tavola II (Procedura Civile) - In caso uno cerchi testimonianza da un assente deve urlare
davanti alla sua porta ogni terzo giorno.

Tavola III (Procedura Esecutiva) - Per un debito riconosciuto, una volta emessa
sentenza regolare, il termine di legge è di trenta giorni.

Tavola IV (Genitori e Figli) - Un bambino chiaramente deformato deve essere ucciso. Se


un padre vende il figlio per tre volte consecutive perde la patria potestas su di lui.

Tavola V (Eredità) - Se una persona muore senza aver fatto testamento, il parente
maschio prossimo erediterà il patrimonio. Se questo non c'è erediteranno gli uomini della
sua gens. Se qualcuno impazzisce, il suo parente più prossimo maschio e i gentili avranno
autorità su di lui e sulla sua proprietà.

Tavola VI (Proprietà) - Quando qualcuno fa un accordo o un trasferimento lo annuncia


oralmente, gli sarà data ragione. Nessuno deve spostare travi da edifici o vigne.

Tavola VII (Proprietà) - Se le strade cadono in rovina, i passanti possono guidare le loro
bestie ovunque vogliano. Se la pioggia fa danni [...] la questione sarà risolta da un giudice.

Tavola VIII (Illeciti) - Se una persona mutila un'altra e non raggiunge un accordo con
essa, sia applicata la legge del taglione.

Tavola IX (Principi Costituzionali) - Non devono essere proposte leggi private a favore o
contro un singolo cittadino (privilegi).

Tavola X (Regole per i funerali) - Nessun morto può essere cremato né sepolto in città.
Nessuno deve aggiungere oro a una pira funebre. Ma se i suoi denti sono tenuti insieme
dall'oro e sono seppelliti o bruciati con lui, l'azione sia impunita.

Tavola XI (Matrimonio) - E’ vietato il matrimonio fra plebei e patrizi.

Tavola XII (Crimini) - Se qualcuno abbia portato in giudizio una falsa vindicia (il pretore?)
dia tre arbitri, e paghi il doppio (del bene?) e dei frutti.

Nonostante gli sforzi profusi per il recupero dei frammenti del testo decemvirale,
ogni risultato raggiunto presenta un alto grado di arbitrarietà, del quale è opportuno essere
consapevoli ogni qual volta si consideri il testo delle XII Tavole 'virtualmente' ricostruito dai
moderni editori. Tuttavia, il materiale comunque recuperato mette in evidenza come le XII
Tavole rappresentino un fondamentale punto di partenza per il Diritto e per il nostro attuale
ordinamento.

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