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Geografiaappunti (Ripristinato Automaticamente)
Geografiaappunti (Ripristinato Automaticamente)
Nel momento in cui si mette in opera il progetto c’è bisogno di operai e magari i
pendolari si trasferiscono nelle zone (diminuiscono).
Tutti i flussi si intensificano e gli operai spariscono poiché non c’è più bisogno di
manodopera.
LEZIONE 18/19/20 MARZO 2020
TERMINI E DEFINIZIONI PER ANALIZZARE I DATI E PER COMPRENDERE LE DINAMICHE DEL SETTORE
TURISTICO IN AMBITO INTERNAZIONALE E NAZIONALE
UN-WTO 2020
-VIAGGIO: per viaggio si intende l'attività dei viaggiatori. Un viaggiatore è qualcuno che si muove tra diverse posizioni
geografiche, per qualsiasi scopo e qualsiasi durata. Il visitatore è un particolare tipo di viaggiatore e di conseguenza il
turismo è un sottoinsieme di viaggio.
-TURISTA: un visitatore (domestico, in entrata o in uscita) è classificato come un turista (o visitatore durante la
notte), se il suo viaggio comprende un pernottamento.
-ESCURSIONISTA: un visitatore (domestico, in arrivo o in uscita) è classificato come visitatore dello stesso giorno ( o
escursionista) se il suo viaggio non comprende un pernottamento.
- TURISMO DOMESTICO: comprende le attività di un visitatore residente all'interno del paese di riferimento, come
parte di un viaggio turistico nazionale o parte di un viaggio turistico all'estero.
-TURISMO IN ENTRATA: comprende le attività di un visitatore non residente all'interno del paese di riferimento in un
viaggio turistico in entrata.
-TURISMO IN USCITA: comprende le attività di un visitatore residente al di fuori del paese di riferimento, come parte
di un viaggio turistico in uscita o come parte di un viaggio turistico nazionale.
-TURISMO INTERNO: comprende il turismo nazionale più il turismo in entrata, vale a dire le attività dei visitatori
residenti e non residenti all'interno del paese di riferimento nell'ambito di viaggi turistici nazionali o internazionali.
-TURISMO INTERNAZIONALE: comprende il turismo in entrata più il turismo in uscita, vale a dire le attività di
visitatori residenti al di fuori del paese di riferimento, sia come parte di viaggi turistici nazionali o in uscita e le
attività di non visitatori residenti all'interno del paese di riferimento per viaggi turistici in arrivo.
-TURISMO NAZIONALE: comprende il turismo nazionale più il turismo all'estero, vale a dire le attività dei visitatori
residenti all'interno e all'esterno del paese di riferimento, nell'ambito di viaggi turistici nazionali o esterni.
-SETTORE TURISTICO: è il raggruppamento di unità produttive di diverse industrie che forniscono beni di consumo e
servizi richiesti dai visitatori. Tali industrie sono chiamate industrie del turismo perché l'acquisizione di visitatori
rappresenta una quota così significativa della loro offerta che, in assenza di visitatori, la loro produzione di questi
cesserebbe di esistere in quantità significativa.
-SPESE TURISTICHE: importo pagato per l'acquisto di beni e servizi di consumo, nonché di oggetti di valore, per uso
proprio o da regalare, per e durante i viaggi turistici.
-INDUSTRIA DEL TURISMO: sono le attività che tipicamente producono prodotti turistici caratteristici.
ARRIVI (turistici): il numero di clienti, italiani e stranieri, ospitati negli esercizi ricettivi (alberghieri o complementari)
nel periodo considerato.
PRESENZE (turistiche) : il numero delle notti trascorse dai clienti negli esercizi ricettivi.
ESERCIZI RICETTIVI (O STRUTTURE RICETTIVE) : l’insieme degli esercizi alberghieri e dei complementari.
ESERCIZI ALBERGHIERI: tale categoria include gli alberghi da una a cinque stelle, i villaggi albergo, le residenze
turistico-alberghiere, le pensioni, i motel, le residenze d’epoca, le dimore storiche, i centri benessere (beauty farm) e
tutte le altre tipologie di alloggio che in base alle normative regionali sono assimilabili agli alberghieri.
ALBERGHI: gli esercizi ricettivi aperti al pubblico, a gestione unitaria, che forniscono alloggio, eventualmente vitto e
altri servizi accessori, in camere ubicate in uno o più stabili o in parti di stabili. Essi si distinguono in esercizi
alberghieri, da una a cinque stelle lusso, e in residenze turistico-alberghiere. Requsiti minimi degli alberghieri ai fini
della classificazione sono :
- capacità ricettiva non inferiore a sette stanze ;
-almeno un servizio igienico ogni dieci posti letto;
-un lavabo con acqua corrente calda e fredda per ogni camera;
-un locale ad uso comune;
-impianti tecnologici e numero di addetti adeguati e qualificati al funzionamento della struttura.
Gli alberghi contrassegnati con cinque stelle assumono la denominazione aggiuntiva ‘’lusso’’ quando sono in
possesso degli standard tipici degli esercizi di classe internazionale.
ESERCIZI COMPLEMENTARI: tale categoria include gli alloggi in affitto gestiti in forma imprenditoriale, i campeggi e i
villaggi turistici, gli alloggi agrituristici, gli ostelli per la gioventù, le case per ferie, i rifugi alpini, altri esercizi ricettivi
non altrove classificati.
PRINCIPALI ASPETTI DEL TURISMO INTERNAZIONALE NEL 2018.
Fonte: UN-WTO (2019) INTERNATIONAL TOURISM HIGHLIST (rapporto annuale sull’anno precedente).
Il presidente della WTO ci mette in luce il fatto che rispetto al 2017 sono cresciuti sia gli arrivi turistici internazionali,
sia le entrate turistiche. Le entrate di un paese vengono calcolate come parte dell’export, perché parliamo di turismo
internazionale. I due fenomeni che vengono citati sono una cresciuta nel 2018, rispetto al 2017, degli arrivi turistici
internazionali e una crescita delle entrate turistiche che derivano dagli arrivi turistici internazionali . Sempre secondo
il presidente della WTO ci sono diversi fattori alla base di questa crescita come : una forte crescita dell’economia
globale; la crescita della classe media nelle economie emergenti; progressi tecnologici; nuovi modelli di business nel
settore turistico; costi accessibili di viaggio (es: low cost).
3° slide: Il totale degli arrivi turistici internazionali nel 2018 è stato di circa 1,4 miliardi di dollari seguendo un
incremento del 5 % rispetto al 2017.
Il totale dell’export turistico internazionale (spese per il viaggio + spese trasporto)e è di circa 1,7 trilioni di dollari .
Crescita del 4% rispetto al 2017. Il grafico ci riporta un confronto tra entrate turistiche e il PIL (GDP) dal 2008 al 2018.
L’unico anno in cui si ha un tasso negativo è il 2009.
Sia per il 2017 e il 2018 il tasso di crescita delle entrate turistiche è stato maggiore del PIL ,significa che il settore
turistico cresce di più degli altri settori produttivi.
4° slide: Nel 1° grafico vediamo quale è stato l’andamento sia degli arrivi sia delle entrate turistiche internazionali.
Nel 2009 abbiamo avuto un decremento delle entrate turistiche e una diminuzione degli arrivi turistici.
Dal 2017 al 2018 gli anni turistici sono cresciuti in % più delle entrate. Da qui possiamo dedurre che se gli arrivi
turistici sono cresciuti più delle entrate , dal momento che le entrate sono correlate agli arrivi in quanto dipendono
dalle spese che i turisti effettuano , si può spiegare in 2 modi:
-la permanenza media dei turisti è diminuita;
-il consumo per turista diminuisce.
Nel grafico in basso a sx vediamo l’andamento di due curve che rappresentano gli arrivi turistici (1,401 milioni) e le
entrate turistiche (1,451 miliardi) → il numero è diverso perché qui si collocano solo le entrate turistiche e non
quelle dei trasporti.
Nella mappa a dx il mondo viene diviso in 5 macroregioni: America, Europa, Asia e Pacifico (Oceania), Medio Oriente,
Africa.
In base agli arrivi (numero) si ha: In base alle entrate (miliardi) :
1° Europa 70 milioni; 1° Europa 50 miliardi;
2° Asia e Pacifico 348 milioni; 2° Asia e Pacifico 435 miliardi;
3° America 216 milioni ; 3° America 334 miliardi;
4° Africa 67 milioni; 4° Medio Oriente 73 miliardi;
5° Medio Oriente 60 milioni. 5° Africa 38 miliardi.
5°slide: vediamo alcuni fattori (fattori esogeni :dipendono dall’andamento dell’economia mondiale) che hanno
favorito una crescita nel settore turistico nel 2018.
●Il terzo gruppo è ‘’L’INCREMENTO DELLE TECNOLOGIE DIGITALI E IL LORO IMPATTO SULL’ESPERIENZA DEI
VIAGGIATORI’’:
-la tecnologia sta trasformando il turismo, es: assistenti digitali;
-controllare in tempo reale ciò che accade nella meta per gestire i flussi di turisti.
●Il quarto gruppo appartiene al tema della ‘’FACILITAZIONE NELLA RICHIESTA E OTTENIMENTO DEI VISTI’’:
-aumentano i visti elettronici e quelli rilasciati subito all’arrivo;
-il numero di persone che richiedono il visto tradizionale è sceso dal 75% (nel 1980) al 53% (nel 2018);
-metà della popolazione mondiale ha ancora bisogno di visti tradizionali.
7° slide: -il grafico in alto a dx indica che l’Europa riceve più della metà degli arrivi internazionali mondiali:
Europa 51% Asia e Pacifico 25% America 15% Africa 5% Medio Oriente 4% .
-Il grafico in alto a sx ci dice che il tasso di crescita maggiore degli arrivi è dell’Asia e Pacifico +7% Africa +7%
Europa +5% Medio Oriente +5% America +2% .
-Il grafico in basso a sx ci dice che la crescita degli arrivi e delle entrate sono al di sopra della media di Asia e Pacifico
+7% e Europa +5% Mondo +4% Medio Oriente +4% Africa +2% America 0%.
-Il grafico in basso a dx ci dice la ripartizione delle entrate: Europa 39% Asia e Pacifico 30% America 23%
Medio Oriente 5%.
Se confrontiamo i due grafici a dx notiamo che l’Europa in proporzione degli arrivi, ha delle entrate minori. Ciò può
essere dovuto a: - o in Europa la permanenza media è più bassa rispetto a quella di Asia e Pacifico; - o a parità di
permanenza media ogni turista spende meno in Europa rispetto a Asia e Pacifico.
Nel numero dei migranti c’è stato un aumento tra il ’70 e il 2019. I migranti internazionali sono passati da circa
84500 a circa 271600. Se andiamo a vedere quanto sono i migranti nella popolazione vediamo che nel ’70 erano il
2,3 % nel 2019 sono il 3,5%.
La maggior parte dei flussi migratori vengono da Asia, Europa e Nord America (nel 2019).
Elementi da considerare:
-i migranti apportano un significativo contributo in termini socio – culturali, politici, ed economici sia nei paesi di
origine, sia di destinazione.
-gli immigrati (quelli che arrivano) hanno in media un attitudine molto più alta all’innovazione rispetto ai residenti.
-l’inclusione dei migranti nelle società ospitante, passa attraverso diverse arie dell’agire e del vivere umano (forme di
integrazione).
-da una parte la migrazione può portare maggior rischi per la salute e dall’altra può essere legata ai miglioramenti
della salute (punto di vista dei migranti).
-molti dei bambini migranti sono dei rifugiati politici.
-i cambiamenti climatici, in aumento, portano all’incremento di migrazioni.
LEZIONE 25-26-27 MARZO 2020
TURISMO INBOUND IN ITALIA
Nel 1996 l’Italia ha avviato un’estesa indagine campionaria alle frontiere, condotta fino al 2007 dall’Ufficio Italiano
dei Cambi, ente confluito nella Banca d’Italia il 1 gennaio 2008. La dimensione dell’indagine e il suo disegno
campionario consentono la produzione di statistiche , caratterizzate da un elevato grado di qualità , su molteplici
aspetti del turismo internazionale del Paese, in linea con gli standard metodologici fissati dagli organismi
internazionali.
La tecnica adottata per la raccolta dei dati per la bilancia turistica (denominata in letteratura inbound- outbound
frontier survey) consiste nell’intervistare un campione rappresentativo di viaggiatori, residenti e non residenti, in
transito alle frontiere italiane e nell’effettuare contemporaneamente conteggi qualificati allo scopo di determinare il
numero e la nazionalità dei viaggiatori in transito . Il campionamento è effettuato in modo indipendente presso ogni
tipo di frontiera (strade, ferrovie, aeroporti e porti internazionali), in punti di frontiera selezionati come
rappresentativi.
L’indagine copre più di 60 punti di frontiera, quelli con un flusso annuo di viaggiatori più consistente, sebbene sia
stato selezionato anche un numero limitato di punti di frontiera minori per intercettare origini/destinazioni
altrimenti scarsamente rappresentate. All’avvio dell’indagine la scelta è stata basata sui dati ISTAT successivamente
aggiornata attraverso le evidenze emerse dalla stessa rilevazione che monitora alcuni punti di frontiera rotazione.
Il campione è stratificato secondo variabili differenti per ciascun tipo di frontiera. Vengono effettuati oltre 1,5 milioni
di conteggi qualificati di viaggiatori. Vengono effettuate circa 130.000 interviste annue, pari a circa l’1 per mille dei
viaggiatori italiani e stranieri che attraversano le frontiere del Paese.
Le principali informazioni- con vari livelli di dettaglio- richieste al viaggiatore intervistato riguardano:
-sesso, età e professione;
-residenza;
- mezzo di trasporto usato (con eventuale compagnia usata);
-motivo della vacanza;
-luogo visitato;
-numero di notti trascorse durante il viaggio;
-tipo di struttura ricettiva usata;
-organizzazione del viaggio;
-spesa complessiva, disaggregata per tipo di prodotto acquistato (trasporto , alloggi, ristoranti ecc…);
-mezzo di pagamento;
-valutazione (gradimento) di vari aspetti del luogo visitato.
Se andiamo a vedere l’incremento della spesa dal 2010 al 2018,i numeri più alti li troviamo in Cina e in Canada.
SLIDE 7
Se guardiamo il numero di viaggiatori vediamo che la maggioranza viene in Italia nel 2018 per motivi personali
(vacanze, visita parenti/amici, altro).
SLIDE 11: Spesa dei viaggiatori stranieri in Italia nel 2018 per area geografica visitata
NORD OVEST 26,6% NORD EST 27% CENTRO 29,6% SUD E ISOLE 15 % NON RIPARTITO 1,8%
COMPETITORS
SLIDE 1.
Vediamo l’evoluzione delle quote di mercato rispetto ai competitors dentro e fuori dell’UE, dal 1999 al 2017.
L’Italia vede un decremento dalla propria quota di mercato dal 6% al 3,3%.
La Francia insieme alla Spagna all’inizio deteneva quasi il 7% della spesa totale internazionale e si trova al2017 a
tenere il 4,5% (riduzione); la Spagna arriva a 5%. Ciò succede anche a Germania e Regno Unito. Perché perdono
quote di mercato a livello mondiale? Perché a livello mondiale ci sono altri paesi che acquistano rilevanza in quel
periodo .
Per quanto riguarda i paesi extra UE:
Le quote degli USA sono diminuite , la quota della Cina arriva al 3% passando però a degli aumenti. La quota della
Turchia è passata dall’1% al 2%. Gli USA che partono da una quota del 20% passano attraverso una riduzione
progressiva dal 2000 al 2011 per arrivare ad una ripresa fino al 2015 e ricomincia il decremento. Il decremento della
quota di mercato negli USA è a causa della politica, es: con Trump sono negati vari visti turistici a paesi musulmani.
SLIDE 2.
Vediamo l’andamento attraverso a numeri indici della spesa dei turisti stranieri nei principali paesi dell’area euro.
L’andamento dell’Italia :fatto pari a 100 il numero indice nel 2010, la partenza del 99 abbiamo un numero indice di
90, mentre nel 2017 abbiamo 130.
L’aumento lo verifichiamo anche in Francia, Spagna, Germania.
La Germania è passata da 65 a 135.
La Spagna passa da 75 a 150.
La Francia passa da 80 a 140.
Tutti e quattro questi pesi vedono un aumento del turismo incoming da paesi stranieri in quel periodo, ma il paese
che è svantaggiato è l’Italia.
Nel 2008-2009 (crisi finanziaria) ritroviamo in tutti i paesi un momento critico;
poi dal 2011 al 2013 (crisi economica dovuta dalla recessione della crisi finanziari);
picco negativo in Francia legato agli attacchi terroristici 2015 2016.
RISORSE TERRITORIALI
SLIDE 4.
Presenze turistiche per tipo di motivazione principale e secondaria:
Nel 2017 il 32,7% delle presenze turistiche registrane nel 2017 aveva anche una motivazione secondaria. Nel 2010
invece era il 16,4%. E’ importante sapere se c’è solo una motivazione o meno, in quanto maggiori sono le motivazioni
per quel viaggio, più aumentano i comuni dove alloggeranno i clienti e quindi maggiore sarà il territorio nel quale
verranno spesi i soldi.
Le vacanze in montagne presentano il 60,5 % quindi sono la principale motivazione secondaria, poi c’è quella rurale
36,2 %.
SLIDE 5.
Presenze degli stranieri per vacanza culturale.
Perlopiù nel centro e sud isole e dove c’è un livello più alto di patrimonio culturale e di urbanizzazione.
Le vacanze culturali- Dal 2010 al 2017 le vacanze culturali hanno contribuito per oltre i due terzi alla crescita delle
presenze di turisti stranieri in Italia. I flussi turistici relativi a questo prodotto si sono concentrati nelle aree più
urbanizzate e ,ovviamente, in quelle con una dotazione di patrimonio culturale elevato: questa tipologia di comuni
assorbe oltre i tre quarti dei pernottamenti. Allo stesso tempo, tra il 2010 e il 2017 si è osservata una crescita delle
presenze anche nei luoghi con una densità di popolazione inferiore e in quelli con una dotazione di patrimonio
culturale meno elevata.
Tra le destinazioni hanno rilievo i comuni dichiarati dall’Unesco patrimonio dell’umanità, che ospitano quasi la metà
dei turisti stranieri e circa i trequarti di quelli che vengono in Italia per una vacanza di tipo culturale.
Le vacanze al mare- Sal 2010 al 2017 il prodotto mare ha contribuito per un quarto della crescita della presenza di
turisti stranieri in Italia. Più dei due terzi dei flussi turistici relativi a vacanze al mare riguardano destinazioni con un
livello di urbanizzazione medio basso e con una più scarsa dotazione di patrimonio culturale. Tra il 2010 e il 2017 la
crescita delle presenze è stata sostenuta maggiormente da questo tipo di destinazioni che hanno realizzato un tasso
di crescita medio annuo superiore a quello del prodotto mare nel suo complesso.
Il Mezzogiorno e il Nord Est ospitano ciascuno oltre un terzo dei flussi turistici stranieri per vacanza balneare. Tra il
2010 e il 2017 il Mezzogiorno ha fornito il contributo maggiore alla crescita delle presenze; nel Nord Est la quota è
diminuita, mentre nel Nord Ovest si è registrato un aumento consistente del numero dei pernottamenti. Per il
prodotto mare la concentrazione delle presenze turistiche, notevolmente più contenuta di quella delle vacanze
culturali, si è mantenuta pressoché stabile: i primi dieci SLL nel 2017 ospitavano il 42 % delle presenze.
Le vacanze rurali- Dal 2010 al 2017 il prodotto rurale ha contribuito per meno di un ventesimo della crescita della
presenza di turisti stranieri in Italia (1% in media all’anno). Il Nord raccoglie oltre l’80% dei flussi turistici
internazionali. Tra il 2010 e il 2017 il Nord Ovest ha fornito il maggiore contributo alla crescita, il Centro e il Nord Est
hanno visto ridurre la propria attrattività e per il Mezzogiorno si è registrato un aumento rilevante del numero dei
pernottamenti (4,8 % medio annuo), sebbene la sua quota sia rimasta molto contenuta nel confronto con le altre
aree geografiche. La maggior parte del flusso turistico internazionale che sceglie il prodotto rurale si concentra nei
primi dieci sistemi locali del lavoro del Nord (50,2 % nel 2017). Sulla diversificazione delle destinazioni per vacanze
rurali potrebbe incidere lo sviluppo dei comuni riconosciuti come bandiere arancioni che nel periodo hanno
contribuito per poco meno di un terzo alla crescita totale delle presenze per il prodotto rurale.
Le vacanze in montagna- il prodotto montagna è l’unico a non aver realizzato un aumento significativo del numero
dei pernottamenti fra il 2010 e il 2017 (0,4 % in media all’anno). Il contributo positivo alla crescita è pervenuto solo
da destinazioni caratterizzate da un livello di urbanizzazione e di dotazione culturale elevati, che tuttavia hanno un
minor peso sul totale. In particolare, il SLL di Trento ha registrato una crescita delle presenze per vacanza in
montagna particolarmente sostenuta (6,4 % in media all’anno). Essendo strettamente legato alle caratteristiche del
territorio, il prodotto montagna è quello che presenta la maggiore concentrazione dei flussi turistici in termini di
aree geografiche, con il 90% dei pernottamenti che afferiscono al Nord. All’interno di questo, prevalgono le
destinazioni del Nord Est, almeno in parte favorite dalla vicinanza fisica e culturale con i paesi di lingua tedesca. Per il
prodotto montagna i primi dieci SLL accolgono il 44 % dei flussi turistici (il 50 nel 2010).
Borghi caratteristici- vi sono innanzitutto i borghi caratteristici, che il Touring Club Italiano ha individuato nei comuni
‘’ bandiera arancione’’: 227 piccoli borghi di eccellenza nell’entroterra, due terzi dei quali localizzati nel Nord Ovest e
nel Centro. Nel 2017 i comuni in cui sono ubicate le bandiere arancioni hanno ospitato il 2,1 % dei pernottamenti dei
turisti stranieri, registrando rispetto al 2010 una crescita poco inferiore a quella media nazionale (3,9 in media
all’anno). Il contributo maggiore alla crescita è provento dai flussi per vacanze di tipo rurale e in questo caso la
crescita in questi comuni per questa motivazione è stata superiore al valore medio (4,5 in media all’anno). Fra le
bandiere arancioni si registra una significativa concentrazione delle presenze: nel 2017 le prime cinque destinazioni
bandiera arancione hanno ospitato oltre il 50 per cento del totale dei flussi turistici rivolti a questi comuni.
Parchi naturali- altre destinazioni caratterizzate dalla ricchezza di beni archeologici, artistici e, soprattutto,
paesaggistici sono quelle rientranti nelle aree naturali protette, in particolare nei Parchi Nazionali. I comuni il cui
territorio ricade- anche parzialmente- all’interno di un Parco Nazionale hanno ospitato meno del 3% dei turisti
stranieri, con una crescita media annua del 2,4 % tra il 2010 e il 2017. Escludendo dall’analisi i maggiori comuni
(Grosseto, Latina, Livorno, l’Aquila e Reggio Calabria), che pesano per poco più di un quarto dei flussi turistici in
queste aree, l’incidenza sul totale dei pernottamenti scende attorno al 2%, ma il tasso di crescita media annuo sale a
circa il 5%. La maggior parte dei viaggiatori che pernotta in questi comuni ha scelto una vacanza balneare,
coerentemente con l’ubicazione litoranea di molti parchi nazionali.
I VIAGGI E LE VACANZE DEI RESIDENTI IN ITALIA
I focus ‘Viaggi e Vacanze’ ha la finalità di ottenere informazioni sui movimenti turistici della popolazione (domanda
turistica). Le stime prodotte riguardano il numero di turisti, viaggi, pernottamenti in viaggio e escursioni sul territorio
nazionale o all’estero.
I viaggi turistici (non abituali) sono classificati, secondo gli standard internazionali, distinguendo i viaggi per motivi di
lavoro da quelli per motivi di vacanza e le vacanze ‘brevi’ (da 1 a 3 notti) da quelle ‘lunghe’ (più di 3 notti). Tra le
vacanze rientrano i viaggi per svago, piacere, relax, per visitare parenti o amici, per trattamenti di salute o per motivi
religiosi.
Al fine di valutare l’accuratezza delle stime prodotte da un’indagine campionaria è necessario tenere conto
dell’errore campionario che deriva dall’aver osservato la variabile di interesse solo su una parte (campione) della
popolazione. Tale errore può essere espresso in termini di errore assoluto (standard error ) o di errore relativo (cioè
l’errore assoluto diviso per la stima, che prende il nome di coefficiente di variazione, CV).
SLIDE 5=C’è stata una diminuzione in valore assoluto sia di vacanze che di viaggi per lavoro dal 2008 al 2019. Questa
diminuzione non ha avuto sempre lo stesso andamento dal 2008 diminuisce, riprende nel 2018 e poi ridiminuisce.
SLIDE 10= NOTTI PER TIPOLOGIA DEL VIAGGIO, DESTINAZIONE PRINCIPALE E TIPO DI ALLOGGIO
La struttura preferita è quella degli alloggi privati 59,3% , soprattutto se i viaggi vengono effettuati in Italia (62,1 %);
mentre per i viaggi di lavoro si preferiscono strutture ricettive complessive ( 75%).
SLIDE 13= 78,7% Città, paesi e borghi; 45,6% monumenti, siti archeologici; 33,8% mercati tipici locali ecc.
LEZIONE 1-2-3- 8 APRILE 2020
MOTIVAZIONI DEI TURISTI. COSA CI SPINGE A VIAGGIARE?
ANOMIA, MIGLIORAMENTO DELL’EGO, FANTASIA (DANN , 1977)
Il motivo più grande per il viaggio può essere riassunto in una parola, ‘’Escape’’: fuga dal noioso, routine quotidiana;
fuga dal familiare, il luogo comune , l'ordinario; fuga dal lavoro , il capo, il cliente, il pendolarismo, la casa, il prato, i
rubinetti che fuoriescono.
I ‘’fattori di attrazione’’ sono quelli che attirano il turista in un dato resort (sole, mare ecc), e il cui valore è visto
risiedere nell'oggetto del viaggio.
I ‘’fattori che lo spingono’’, d'altra parte, si riferiscono al turista come soggetto e si occupano di quei fattori che lo
predispongono a viaggiare (fuga, nostalgia, ecc).
Anomia: in senso stretto, anomia si riferisce ad una società le cui norme di interazione hanno perso la loro forza
integrativa e dove prevalgono l'illegalità e l'insensibilità. Il suo derivato, Anomia, tuttavia, si applica all'individuo, che
è chiaramente influenzato dalla situazione sociale in cui si trova.
Si sostiene che un possibile fattore ‘’push’’ per il viaggio risiede nel desiderio di trascendere il sentimento di
isolamento ottenuto nella vita quotidiana, dove il turista desidera semplicemente ‘’scappar via da tutto’’. Alla base
dell'ipotesi c'è il bisogno che l'uomo ha dell'amore e dell'affetto e il desiderio di comunicare al prossimo. Tuttavia, se
vive in una grande città o città, questa possibilità lo ha spesso negato.
Anomie può indurre anche un viaggio-risposta in turisti rurali.
Tuttavia la necessità di interazione sociale è ancora presente. Quindi può essere soddisfatta soltanto via
dall'ambiente domestico, cioè, quando si è in vacanza. Una situazione di anomia può quindi essere considerata come
predisponente per il viaggio.
Il miglioramento dell'ego deriva dal livello dei bisogni della personalità. Così come c'è bisogno di interazione sociale,
anche l'uomo ha bisogno di essere riconosciuto. Analogo al desiderio di una messa a punto corporea è il bisogno di
avere il proprio ego potenziato o potenziato di volta in volta. Nel linguaggio sociologico, il desiderio di tale
riconoscimento da parte di altri è spesso descritto in termini di ‘’status’’. Dove l'ambizione è una massima culturale,
allora ci sarà anche la tendenza teorica per l'uomo a desiderare uno status superiore, per mezzo del quale si sentirà
superiore a quelli sotto di lui sulla scala del successo.
Un turista può andare in un luogo dove la sua posizione sociale è sconosciuta e dove può sentirsi superiore a causa di
questa mancanza di conoscenza. Inoltre, al suo ritorno un ulteriore impulso può essere dato al suo ego nel
raccontare le sue esperienze di vacanza-viaggio .
Non solo il viaggio rappresenta il compimento di alcuni bisogni fondamentali nel potenziale turistico, ma che così
facendo gli offre un mondo alternativo a quello in cui vive quotidianamente. Si può sostenere, per esempio, che nella
monotonia della periferia, della città senza volto o del villaggio pubblico, la vita diventa tollerabile solo con il
pensiero che ci sono possibilità di fuga periodica da una tale esistenza, e che il viaggio fornisce lo sbocco ideale.
Inoltre, tuttavia, il viaggio ha il vantaggio di permettere al viaggiatore di comportarsi in un modo normalmente eluso
dai dettami della convenzione.
La possibilità di fare davvero quello che vuole nel suo mondo di viaggi, è sicuramente alla base del fatto che
essenzialmente un tale mondo è un mondo di fantasia, perché la fantasia è un capriccio o desiderio, espressivo di un
bisogno, che non può essere soddisfatto in termini di attuali aspettative di ruolo , ma che è in grado di definire le
situazioni una volta che queste aspettative di ruolo, o la circostanza in cui si trovano , sono stati modificati o rimossi.
DISEQUILIBRIO SOCIO- PSICOLOGICO E CULTURALE, (CROMPTON 1979)
Si parte dall’ipotesi che i motivi legati a fare una vacanza siano legati ad uno stato di disequilibrio interno.
l’individuo si trova in uno stato di disequilibrio emotivo e questo è stato potrebbe essere risolto dalla rottura della
routine che può essere eseguita in 3 modi: facendo qualcosa di diverso ma nel proprio luogo di residenza ,vado in
vacanza, viaggio nono di piacere ma che mi porti via dalla routine. In questa ricerca Crompton si concentra sulla
vacanza di piacere e dice che questa può derivare da due tipi di disequilibrio: 1. Disequilibrio socio psicologico, 2.
Disequilibrio culturale. La soluzione è temporanea perché al momento che torniamo alla routine ritorna il nostro
disequilibrio.
Motivi socio-psicologici
PIRAMIDE DI MASLOW
La gerarchia delle necessità determinanti la mobilità del consumo e produzione:
AUTORIZZAZIONI
NECESSITA’ DEL PROPRIO IO (prestigio, autostima)
NECESSITA’ SOCIALI (amore, affetto, amicizia)
NECESSITA’ DI SICUREZZA (difesa, protezione)
base: NECESSITA’ DI BASE (acqua ,cibo, aria)
TRAVEL CAREER PATTERN (TCP) AND MOTIVATION (PEARCE AND LEE, 2005)
Modello di carriera di viaggio (TCP) ,approccio in cui è la struttura motivazionale dinamica e multilivello che è vista
come critica nella comprensione della motivazione di viaggio, e questi modelli riflettono e definiscono le carriere.
In queste riformulazioni concettuali, il concetto di carriera di viaggio rimane importante, così come il punto di vista
che i viaggiatori esibiranno modelli motivazionali mutevoli sulle loro fasi di vita e/ o con esperienza di viaggio.
Le dimensioni motivazionali di fuga/relax, novità, relazione e sviluppo di sé all'interno della teoria TCP sono i fattori
più importanti nella formazione di ragioni di viaggio. Questi quattro fattori di motivazione centrale potrebbero
essere intesi come 'spina dorsale' o 'scheletro' di tutte le motivazioni di viaggio e modelli di carriera di viaggio.
Le persone con alti livelli di esperienza di viaggio hanno dato maggiore enfasi alle motivazioni riguardanti l'auto-
sviluppo attraverso il coinvolgimento del sito ospitante e la ricerca della natura. Motivi di viaggio che riflettono
l'auto-sviluppo attraverso il coinvolgimento del sito ospitante, come l'esperienza di culture diverse e l'incontro con la
gente del posto, sono stati considerati più importanti nei livelli più alti di esperienza di viaggio rispetto a quelli
inferiori.
Le persone a basso livello di esperienza di viaggio hanno sottolineato di più su altri fattori di motivazione come la
stimolazione , sviluppo personale, auto-realizzazione , sicurezza , nostalgia, romanticismo e riconoscimento.
Contraddicendo la teoria originale della TCL, livelli più elevati di motivazione come l'auto-realizzazione e l'auto-
sviluppo, per esempio, sono stati enfatizzati dall'esperienza di viaggio inferiore di un gruppo.
TIPOLOGIE DI TURISTI E DI ESPERIENZE TURISTICHE…MA I TURISTI… SONO TUTTI UGUALI?
INSTITUTIONALIZED AND NON-INSTITUTIONALIZED FORMS OF TOURISM (COHEN 1972)
Dopo aver visto i gioielli di Top Kapi e i bazar, è terribilmente bello tornare a casa Istanbul Hilton’’ (Pubblicità su Time
magazine).
‘Dov'eri l'estate scorsa? A Maiorca. Dov'è? Non lo so, ci sono volato. ’’ (conversazione tra due ragazze, ristampata su
un giornale tedesco).
Credo che il turismo come fenomeno culturale diventi possibile solo quando l'uomo sviluppa un interesse
generalizzato per le cose al di là del suo habitat, quando il contatto e l'apprezzamento e il godimento della stranezza
e della novità sono valutati per il loro bene. In questo senso, il turismo è un fenomeno completamente moderno.
Sebbene novità e stranezze siano elementi essenziali nell'esperienza turistica, nemmeno l'uomo moderno è
completamente pronto ad immergersi completamente in un ambiente alieno. I turisti di oggi sono in grado di godere
l'esperienza di cambiamento e novità solo da una forte base di familiarità, che permette loro di sentirsi abbastanza
sicuro per godere della stranezza di ciò che vivono.
L'esperienza del turismo coniuga, quindi, un grado di novità con un grado di familiarità, la sicurezza delle vecchie
abitudini con l'eccitazione del cambiamento.
C'è un continuum di possibili combinazioni di novità e familiarità.
Dependables:
-Viaggiare meno frequentemente
-Soggiorno per periodi più brevi durante il viaggio
-Spendere meno a testa in una destinazione
-Preferire l'automobile familiare, il camper o il SUV, piuttosto per via aerea, perché possono portare con sé più cose,
e questo fa sembrare il viaggio più accogliente e meno ansioso
-Preferiscono soggiornare nelle loro case mobili, con amici e parenti, o negli alberghi e motel più economici.
-Preferiscono luoghi turistici altamente sviluppati, sulla logica che la popolarità di questi siti significa che devono
essere grandi luoghi da visitare altrimenti tante persone non ci andrebbero. Inoltre, lo sviluppo pesante sostiene i
ristoranti di fast-food ed i depositi di convenienza, che offrono la comodità e la sensibilità esperta di che cosa
avvertono a casa loro.
-tendono a selezionare le attività ricreative in queste destinazioni che sono anche i video giochi familiari per gli
adolescenti, e film e minigolf per la famiglia
-Sole -e-divertimento sono importanti nella scelta delle destinazioni, perché offrono la possibilità di rilassarsi e
godersi il calore su una spiaggia o intorno a una piscina, coerente con una preferenza per i livelli di attività bassa
-In genere si scelgono tour ben definiti e accompagnati nei luoghi più noti per i loro rari viaggi internazionali,
piuttosto che organizzare viaggi indipendenti
-Acquistano molti souvenir, magliette, decalcomanie e altri forti ricordi visivi di dove sono stati
-è probabile che torneranno a destinazione più e più volte una volta che lo provano perché è stata una buona scelta.
Venturers
-In genere si scelgono tour ben definiti e accompagnati nei luoghi più noti per i loro rari viaggi internazionali,
piuttosto che organizzare viaggi indipendenti
-Acquistare molti souvenir, magliette, decalcomanie e altri forti ricordi visivi di dove sono stati.
-Fortemente preferiscono l’insolito, destinazioni sottosviluppate che hanno mantenuto il fascino nativo. Più
importante, evitare affollato, luoghi turistici.
- Accettano volentieri tipi di alloggio inadeguati o non convenzionali perché diventano parte integrante di
un'esperienza di vacanza unica
-Preferiscono partecipare alle usanze e abitudini locali e tendono ad evitare gli eventi che sembrano troppo comuni
o familiari, o quelli organizzati per i turisti.
-Preferiscono essere da soli nei viaggi internazionali, anche quando non parlano la lingua , piuttosto che far parte di
un tour guidato. Da loro una macchina e andranno in giro. La loro fiducia in se stessi e il loro essere avventurosi li fa
sentire a proprio agio in una vasta gamma di situazioni
-sono attivi quando viaggiano, trascorrono la maggior parte delle loro ore di veglia esplorando e imparando i luoghi
che visitano, piuttosto che prendere il sole (o tequila).
-Acquistano opere d'arte e artigianato locale, per lo più autentiche, piuttosto che di souvenir. Evitano trappole
turistiche tradizionali che vendono repliche di manufatti culturali locali.
-tendono a cercare nuove destinazioni ogni anno , piuttosto che tornare a luoghi precedentemente visitati, per
aggiungere al loro tesoro di esperienze ricche. Le loro esperienze di viaggio migliorano i loro sentimenti di fiducia in
se stessi e di autostima , portandoli a intraprendere ancora più insoliti viaggi negli anni futuri.
LEZIONE 22-23-24 APRILE 2020
IMPATTO DEI TURISTI. QUAL E’ L’IMPATTO DELLE DIVERSE TIPOLOGIE DI TURISTI SULLE DESTINAZIONI
TURISTICHE?
La trasformazione delle attrazioni e la standardizzazione delle strutture, rese necessarie dalle difficoltà di gestire e
soddisfare un gran numero di turisti, hanno introdotto una uniformità o somiglianza di base nell'esperienza turistica.
Interi paesi perdono la loro individualità per il turista di massa in quanto la ricchezza della loro cultura e geografia è
ridotta dall'industria turistica a pochi elementi standard, in base al quale sono classificati e presentati al turista di
massa.
Di conseguenza, i paesi diventano intercambiabili nella mente del turista. Se è alla ricerca di buone spiagge, foreste
riposanti, o vecchie città, diventa relativamente poco importante per lui dove questi capita di essere trovato. Nei
paesi turistici più frequentati, il sistema turistico o le infrastrutture sono state separate dal resto della cultura e dal
flusso naturale della vita. Le attrazioni e le strutture precedentemente frequentate dalla popolazione locale vengono
gradualmente abbandonate. Il turista di massa viaggia in un mondo tutto suo, circondato, ma non integrato nella
società ospitante. Incontra i rappresentanti dell'ente turistico - gestori di alberghi, agenti turistici, guide - ma solo
raramente i nativi.
I nativi, a loro volta, vedono il turista di massa come irreale. L'isolamento del turista di massa dalla società di
accoglienza è ulteriormente intensificato da una carenza di comunicazione generale. Le pubblicazioni turistiche e la
letteratura di viaggio sono normalmente scritte nello spirito dell'istituzione turistica -e spesso non da un nativo del
paese - il cui motivo principale è la vendita, non semplicemente l'informazione.
Non conoscere la lingua rende la formazione di conoscenze con i nativi e di viaggio in giro per conto proprio così
difficile che pochi turisti tentano questo. Peggio ancora, lascia il turista senza alcun sentimento reale per la cultura o
la gente del paese. La triste ironia del turismo istituzionalizzato moderno è che, invece di distruggere i miti tra i
paesi, li perpetra.
Attraverso il suo modo di viaggiare, l'esploratore sfugge all'isolamento e all'artificialità che il sistema turistico
impone al turista di massa. Paradossalmente, però, nei suoi stessi tentativi di fuga egli funge da punta di diamante
del turismo di massa, i cui gestori sono sempre alla ricerca di nuove e inusuali attrazioni. Le sue esperienze e opinioni
servono come indicatori per altri turisti meno avventurosi a muoversi nella zona. Come sempre più questi si
muovono in più l'istituzione turistica prende gradualmente il sopravvento. Così, in parte attraverso l'aiuto
inconsapevole dell'esploratore, la portata del sistema si espande.
Al fine di preservare la freschezza e la spontaneità della sua esperienza, il drifter viaggia appositamente senza
itinerario o orario, senza una destinazione o addirittura uno scopo ben definito. Spesso possiede solo mezzi limitati
per viaggiare, ma anche quando questo non è vero, di solito si preoccupa di far durare il suo denaro il più a lungo
possibile in modo da prolungare i suoi viaggi. Dal momento che è anche in genere disinteressato al comfort fisico e
desideri di vivere il più semplicemente possibile durante il viaggio, egli viaggerà, mangerà, e dormirà nel modo più
economico possibile. Si muove in bicicletta o in moto o autostop gite in auto, aerei privati, cargo, e barche da pesca.
Condivide le camere con i compagni di viaggio che ha incontrato lungo la strada o rimane con un nativo della zona
che lo ha fatto amicizia. Quando necessario , e spesso anche quando non lo è , dormirà all'aperto. E cucinerà i suoi
pasti all'aperto o comprerà cibo per strada piuttosto che mangiare in un ristorante.
Impatti
Il turismo ha alcuni importanti effetti aggregati sulla società ospitante, in termini di impatto sulla divisione del lavoro
e sull'ecologia o sui modelli di utilizzo del territorio di quella società . Come il ruolo turistico diventa istituzionalizzato
, un insieme di altri ruoli e le istituzioni si sviluppano nel paese ospitante per soddisfare le sue esigenze, quello che
abbiamo chiamato l'istituzione turistica. Questo sviluppo introduce gradualmente una nuova dimensione
nell'ecologia della società ospitante, in quanto le attrazioni e le strutture vengono create, migliorate e messe da
parte per uso turistico.
Le regioni agricole possono diventare principalmente aree turistiche, poiché l'agricoltura è cacciata dalle strutture
turistiche e la popolazione locale si rivolge ai servizi turistici per vivere. Al contrario, le aree agricole possono ricevere
un impulso dall'aumento della domanda di prodotti agricoli nelle regioni turistiche vicine
L'esploratore e il vagabondo non influenzano la divisione generale del lavoro nella società ospitante allo stesso livello
del turista di massa, e di conseguenza non hanno lo stesso impatto aggregato su quella società. Il loro effetto sulla
società ospite è più sottile, ma a volte considerevole
I primi a scoprire una nuova area sono gli Allocentrics. Essi godono del senso di scoperta e amano immergersi in
nuove attività, mentre c'è ancora un senso di naturalezza su di loro. Questo porta ad un mercato più ampio per
queste aree di villeggiatura e sono ora visitati da un gruppo quasi allocentrico di viaggiatori. I Near-Allocentrics non
sono gli scopritori , ma sono vicini alle spalle e l'aumento del numero di viaggiatori che rappresentano porta allo
sviluppo di alberghi, ristoranti , e le solite strutture turistiche nella zona specifica località. Così, possiamo vedere che
la destinazione del resort sta cominciando a muoversi lungo un continuum sulla nostra scala psicografica, in termini
di tipo di viaggio che attrae.
Come una destinazione diventa più popolare, il pubblico Mid-Centric inizia a prenderlo. Il continuo aumento dei
viaggiatori porta ad un ulteriore sviluppo dei resort in termini di alberghi, negozi turistici, attività programmate per i
turisti, e dei servizi abituali che vengono forniti in una zona matura località. A questo punto , gli Allocentrics sono
spenti dalla destinazione perché ha perso il senso della naturalezza e un numero minore di Near-Allocentrics sono
anche in visita. La destinazione ha raggiunto il suo massimo potenziale perché ora sta attirando il più vasto pubblico
possibile. Finora, l'introduzione di ogni nuovo tipo di viaggiatore ha significato una più grande base della popolazione
da cui disegnare i viaggiatori. Ci sono più Quasi-allocentrici che Allocentrics e molti più Midcentrics che Quasi-
allocentrics. Tuttavia, il continuo sviluppo turistico della zona porta con sé la minaccia della distruzione della zona
come una località turistica vitale.
La destinazione è ora attraente per un pubblico che è composto principalmente da Mid-centrics to Near-
psychocentrics. Da questo punto in poi, mentre la destinazione si muove verso la fine psicocentrica del continuum, in
termini di appeal in popolarità , comincia ad attingere a un numero minore di viaggiatori.
Anche se la destinazione può fare appello a se stessa , perché è diventata molto popolare e, per la sua popolarità, li
convince che è una zona di villeggiatura utile, Gli psicocentrici non viaggiano spesso come gli Allocentrici e
preferiscono quelle destinazioni che possono raggiungere facilmente dalle loro case in automobile. Inoltre , il loro
soggiorno totale a destinazione è inferiore a quello per Allocentrics, e spendono meno per capitale su base
giornaliera.
Furtiva erosione : la crescita nella base prospettica continua fino al punto medio della curva. Durante questo
periodo, lo sviluppo continua quasi senza sosta. Funzionari eletti, che riconoscono i contributi dei turisti alla loro
zona e le loro circoscrizioni, proclamano felicemente il loro sostegno al turismo e tutti i suoi benefici per la loro
comunità. Così approvano piani (per lo sviluppo). Gradualmente il posto assume un aspetto più turistico. La
pianificazione locale per controllare la diffusione del turismo è stata terribilmente inadeguata perché i funzionari
eletti non hanno visto la necessità di regolamentare un'attività che ritengono sia un grande beneficio per la loro
comunità. Poi, quando la realizzazione finalmente albeggia che la regolamentazione è necessaria , i funzionari non
hanno esperienza con tale pianificazione di uso del territorio. Il posto inizia a sembrare come molte altre destinazioni
troppo sviluppate, perdendo il suo carattere distintivo lungo la strada.
Semi di declino: Durante tutto questo processo, i semi del declino quasi inevitabile della destinazione sono già
seminati nel bel mezzo di esso successo. Proprio quando la maggior parte delle persone a destinazione sembrano più
felici per il successo dei loro sforzi per far crescere la base di turismo anno dopo anno , forze invisibili hanno iniziato
a muoversi contro di loro che costituirà problemi in futuro . Infatti, maggiore è la sua popolarità , più probabile
Dependables visiterà , dal momento che preferiscono fare scelte sicure. La loro curva psicografica preannuncia
diverse conseguenze sfortunate. La destinazione può trarre solo dalla contrazione dei segmenti della popolazione
dopo che il suo posizionamento psicografico supera il magico punto medio sul grafico. Esistono meno Near-
Dependables che mid-Centrics, e ci sono meno Dependables che near-Dependables. Non solo ci sono meno persone
nella base, ma Dependables viaggiano meno delle loro controparti Venturer, rimangono per periodi di tempo più
brevi, e spendono meno mentre sono lì. Tutto questo aggrava la miseria ora avvertita a destinazione. Non è
cambiato nulla, credono i locali, quindi non possono capire perché meno visitatori vengono ogni anno e spendono
meno mentre sono in città. Sulla base dello scenario di cui sopra, il posizionamento psicografico ideale per la
maggior parte delle destinazioni si trova da qualche parte nel mezzo del segmento Venturer vicino. Una destinazione
a questo punto ha il più ampio appeal di posizionamento possibile perché copre la più grande posizione della curva
psicografica. La destinazione di solito ha un ragionevole livello di sviluppo, ma non è sfuggito di mano.
22-23-24 aprile 2020
LE RISORSE TURISTICHE
RISORSE SECONDARIE
Hotel, caffè, ristorati, night club, negozi, centri commericali , mercati e tutte le strutture ricettive come rbeb , beb,
discoteche ecc…
RISORSE TERZIARIE
Strade, ferrovie, porti, aereoporti, trasporti urbani, aree di parcheggio, informazione, accessibilità
-Turismo che risponde alle esigenze degli attuali turisti e delle regioni ospitanti, pur proteggendo e migliorando le
opportunità per il futuro. (WTO)
- Il turismo sostenibile è il turismo e le infrastrutture associate che: oggi e in futuro operano all'interno delle capacità
naturali per la rigenerazione e la produttività futura delle risorse naturali; riconoscono il contributo che persone e
comunità, costumi e stili di vita , danno per quanto riguarda l'esperienza turistica, è necessario che queste persone
partecipino equamente ai benefici economici della popolazione e delle comunità locali nelle zone di accoglienza.
(Eber)
- Turismo che può sostenere le economie locali senza danneggiare l'ambiente da cui dipende. (Countryside
Commission)
- Deve essere in grado di aggiungere alla serie di opportunità economiche aperte alle persone senza incidere
negativamente sulla struttura dell'attività economica . Il turismo sostenibile non dovrebbe interferire con le forme
esistenti di organizzazione sociale. Infine, il turismo sostenibile deve rispettare i limiti imposti dalle comunità
ecologiche (Payne)
- Il turismo sostenibile nei parchi (e in altre aree) deve essere definito principalmente in termini di ecosistemi
sostenibili. (Woodley)
-Turismo sostenibile è il turismo che si sviluppa il più rapidamente possibile, tenendo conto della capacità ricettiva
attuale, la popolazione locale e l'ambiente, e : Turismo che rispetta l'ambiente e di conseguenza non aiuta la propria
scomparsa. Questo è particolarmente importante nelle aree sature, e : Turismo sostenibile è turismo responsabile
(Bramwell)
- Una definizione appropriata di turismo sostenibile è il turismo in una forma che può mantenere la sua vitalità in
un'area per un periodo di tempo indefinito (Butler)
Con una tale definizione , l'enfasi è sul mantenimento del turismo , ma molti casi il turismo è in competizione per le
risorse e non può essere il migliore.
- Turismo sviluppato e mantenuto in un'area (comunità , ambiente) in modo e su una scala tale da rimanere vitale
per un periodo infinito e non degradare o alterare l'ambiente (umano ad fisico) in cui esiste a tal punto da proibire lo
sviluppo e il benessere di altre attività e processi (Butler 1993).
Lo sviluppo turistico sostenibile dovrebbe rispondere alle esigenze dei turisti attuali e delle regioni ospitanti la
protezione e il miglioramento delle opportunità per il futuro (WTO 1993)
Il termine chiave in questo concetto è quello dei ‘limiti’ . Per quanto i fautori dello sviluppo possano ignorare il fatto,
implicito nel concetto di sviluppo sostenibile è l'idea di limiti. Nel caso del turismo, questo è normalmente espresso
in termini di numero di turisti, anche se implicito in questo è lo sviluppo delle infrastrutture associate e modifiche del
paesaggio. Anche se è generalmente riconosciuto che i numeri da soli non sono una misura del tutto soddisfacente
degli effetti del turismo, non vi è dubbio che, in quasi tutti i contesti turistici, vi è un numero massimo di turisti che
possono essere accolti con successo. Una volta superato questo numero, si verifica una serie di effetti negativi e
talvolta irreversibili.
Una volta superati questi livelli, si verificano alcune cose, normalmente in forma indesiderabile. La natura stessa del
turismo cambia, la natura della destinazione cambia, l'attrattiva e quindi la vitalità della destinazione diminuisce, e il
turismo non diventa più sostenibile nella sua forma originale. Se l'uso eccessivo e lo sviluppo eccessivo continuano
senza sosta, allora qualsiasi forma di turismo può diventare insostenibile in quella destinazione (Butler, Cooper,
Zanetto e Soriani).
‘Un elemento chiave per fissare obiettivi per il turismo sostenibile è la creazione di capacità di trasporto turistico di
una zona di destinazione’. In realtà poche, se non nessuna, proposte di sviluppo identificano o propongono tali limiti.
Questo problema si ricollega direttamente a quello sopra rilevato della misurazione della sostenibilità. Senza tali
indicatori, l'uso del termine ‘sostenibile’ non ha senso.
Infatti, una delle questioni chiave è come il turismo potrebbe essere controllato data la natura, la varietà e le
motivazioni del settore e dei partecipanti. Il sistema politico di controllo è uno di questi, e particolarmente
importante quando si considerano i controlli sulla quantità, il tipo e il tasso di sviluppo che sono inevitabili nel caso
dello sviluppo del turismo sostenibile.
Ciò porta alla terza grande questione sopra individuata, vale a dire il rapporto tra sviluppo sostenibile e turismo di
massa o convenzionale.
Gli scrittori critici del turismo di massa (Poon, Croall) propongono spesso quelle che vengono definite ‘forme
sostenibili di turismo’ come l'alternativa ideale, e così facendo implicano, se non dichiarano categoricamente, che le
due forme di turismo sono incompatibili. È chiaro che molti esempi di sviluppo del turismo di massa non sono
sostenibili per nessuna definizione del termine, e la difficile posizione in cui si trovano attualmente molte
destinazioni consolidate ne è la prova (Dickinson, Prat, Vera e Rippin). Tuttavia, per raccogliere tali prove e dire che i
principi dello sviluppo sostenibile possono essere applicati solo a piccoli sviluppi sensibili in siti verdi è avventato. Nel
primo caso, come molti autori hanno sottolineato (Butler, Wall, Wheeller e Pearce), il turismo di massa è
incredibilmente popolare e non sta per scomparire o essere sostituito da turismo alternativo. Il turismo è un
fenomeno che ha dimostrato una crescita continua per almeno mezzo secolo su scala mondiale, e la maggior parte di
questa crescita è stata nel turismo di massa. Mentre la crescita più rapida negli ultimi anni sembra essere stata in
forme specializzate di turismo, come l'ecoturismo, il numero effettivo di turisti coinvolti in queste forme sono molto
piccole rispetto a quelli impegnati nel turismo di massa (WTO). Inoltre, poiché queste nuove forme di turismo
diventano sempre più popolari, è molto probabile che diventino varietà di turismo di massa; in effetti, molte di esse
assumono tali caratteristiche molto rapidamente man mano che si espandono. L'aumento del numero, il marketing
intensivo, la necessità di grandi unità di alloggio e di trasporto, i cambiamenti nel prodotto stesso, e il conseguente
impatto sulle destinazioni sono tutti familiare tende nel turismo di massa. Supporre che rimarranno sostenibili, se
mai fossero sostenibili in tutt'altro modo che nel nome, è ingenuo e non sostenuto dalla ricerca.
Il mercato di massa per il turismo non mostra segni di diminuzione; anzi, come nuovi paesi di origine in Asia , fornire
un numero sempre maggiore di turisti, mostra ogni evidenza di continuare ad aumentare per il prossimo futuro. Le
destinazioni attuali e future di questo mercato di massa dovrebbero essere al centro degli sforzi per raggiungere la
sostenibilità del turismo per due motivi.
In primo luogo, è semplicemente inopportuno oggi sviluppare destinazioni che non si sforzino di essere il più
rispettose possibile dell'ambiente e della società e quindi il più possibile sostenibili. Gli ambienti e i residenti delle
aree di destinazione meritano tale considerazione, così come i visitatori stessi. In secondo luogo, se tali destinazioni
diminuiranno rapidamente in qualità e attrattiva a causa della scarsa pianificazione e sviluppo, i turisti li
abbandoneranno e cercheranno nuove destinazioni a un ritmo sempre più rapido. I benefici del turismo non saranno
massimizzati, ma solo compressi in un breve periodo. Nuove destinazioni dovranno essere stabilite per soddisfare la
nuova domanda e lo stesso processo continuerà ad aumentare fino a quando non ci saranno letteralmente più
destinazioni adatte o aree disposte ad accettare il turismo, un processo discusso da Plog (1974) più di 20 anni fa.
LEZIONI 29-30 APRILE 6 MAGGIO
TURISMO URBANO. TEMI E TEORIE
COSE E COME NASCE IL TURISMO URBANO (PASQUINELLI, 2015)
Le città non sono solo le principali destinazioni o punti focali degli itinerari dei viaggiatori; sono anche l'origine della
maggior parte dei viaggiatori globali (Ashworth, 1989; Ashworth & Page, 2011). Di conseguenza, lo sviluppo del
turismo globale è strettamente intrecciato con le traiettorie della transtormatione urbana e dell'urbanizzazione.
Oltre alla popolazione urbana, che si prevede cresca del 61% entro il 2030, cresce anche una popolazione
temporanea e oscillante che include i visitatori impatti sul tessuto urbano. Per questo motivo, il turismo urbano è
considerato un fattore chiave nello sviluppo urbano e nell'economia urbana (UNWTO, 2012). Vi è un consenso
generale e crescente sul fatto che il turismo è stato considerato un elemento trascurabile nel processo di sviluppo
urbano ed economico e solo di recente è stato preso in considerazione come motore del cambiamento urbano. In
effetti, il turismo urbano rimane un campo immaturo di ricerca e pratica. Questa immaturità ha portato a punti di
vista di parte che promuovono descrizioni semplicistiche del turismo come una panacea per tutti i problemi di
sviluppo, o interpretazioni estremamente critiche del fenomeno turistico. Molti effetti negativi hanno messo fine alle
città luna di miele con il turismo urbano (Novy, 2014), con l'emergere di movimenti urbani anti-turismo rivendicando
da parte degli abitanti il diritto alla città.
Dal primo punto di vista il turismo è stato definito come la più grande industria del mondo, creando benefici
economici positivi e promuovendo la cultura e il benessere, nonché la coesione sociale e la conservazione del
patrimonio. Questa è la posizione di molte istituzioni internazionali, tra cui va menzionata in particolare
l'Organizzazione mondiale del turismo delle Nazioni Unite, che promuove il turismo urbano in quanto apporta
notevoli benefici economici alle città e innesca investimenti costanti nelle infrastrutture, promozione e
conservazione che vanno anche (e soprattutto) a beneficio dei residenti locali (UNWIO, 2012).
La stessa UNWTO, tuttavia, sottolinea l'importanza di politiche pubbliche che stimolino gli impatti positivi del
turismo urbano, evitando o minimizzando gli effetti negativi. D'altra parte, le letture critiche del turismo urbano
evidenziano la natura elitaria (ed esclusiva) del turismo (Richter, 2007), le questioni ambientali, sociali e culturali
come la congestione e l'uso dei beni pubblici, l'inquinamento e la criminalità, l'impatto strutturale sulla forma urbana
e l'avvio di processi di mercificazione e genfrificazione identità, la fouristificazione e una riduzione della qualità della
vita. Questi effetti negativi hanno messo fine alla luna di miele con il turismo urbano (Novy, 2014).
In alcuni casi, tuttavia, il conflitto tra residenti e visitatori si è basato su timori sproporzionati e sulla mancanza di
argomentazioni basate su prove.
Negli anni '80 la letteratura accademica sul turismo urbano era molto limitata (Darcy & Small, 2008). Il turismo
urbano iniziò ad essere parte integrante degli studi turistici, anche se alcuni sostengono che divenne un "fenomeno
distinto e un'area di ricerca" (Edwards, Griffin, & Hayllar, 2008). Un forte pregiudizio rurale" a lungo ha continuato a
caratterizzare il turismo (Ashworth, 1989). Una "polarizzazione antiurbana" (Ashworth & Page, 2011) ha
particolarmente distinto il contesto anglo-americano, dove il turismo è stato principalmente legato all'idea di svago
all'aperto in campagna per sperimentare il contatto diretto con la natura.
Al contrario, secondo una visione industriale, le città sono state concepite come luoghi di duro per le fabbriche e
l'inquinamento. Dal 1980 l'interesse per il turismo urbano è rapidamente aumentato. La crescente affluenza di
visitatori urbani ha indirizzato l'attenzione sulla necessità di regolare e contrastare le esternalità negative del turismo
nelle città storiche (Darcy & Small, 2008). Secondo Valls, Sureda e Valls-Iuñon (2014), mentre il modello "seaside
holidays in the sun" è nato negli anni '60, il turismo cittadino è in crescita dalla fine degli anni '90. Questa tendenza è
stata favorita dal l'emergere e dal rafforzamento del trasporto aereo a basso costo, unitamente a un miglioramento
della connettività delle città europee.
La liberalizzazione del trasporto aereo nell'Unione europea ha rivoluzionato il turismo incidendo fortemente sui
flussi .I vettori lowcost (LCC) hanno spostato i viaggiatori al di fuori dei percorsi tradizionali creando nuove
destinazioni (Iniguez, Plumed, & Latorre Martinez, 2014; Ivanovic, Yucenovic, & Baresa, 2014). Le destinazioni
emergenti sono spesso piccole città e città, generalmente non destinazioni turistiche famose, dove i vettori a basso
costo pagano tasse e tasse aeroportuali più basse (Olipra, 2012).
Come suggerisce una definizione di base, il turismo urbano corrisponde a viaggi in città (o, più in generale, a luoghi
ad alta densità di popolazione) di solito caratterizzati da soggiorni brevi (UNWTO, 2012). Brevi city-break sono resi
disponibili a prezzi accessibili da voli a basso costo per un numero crescente di visitatori che scelgono città per i loro
fine settimana o per brevi vacanze. Oltre alla breve durata, altre caratteristiche distinguono il turismo urbano.
Edwards (2008) ha suggerito ulteriori criteri per la caratterizzazione della destinazione urbana. Avendo una grande
varietà di attrazioni primarie e secondarie, la destinazione urbana è scelta per una varietà di motivi, tra cui tempo
libero, affari, shopping, partecipazione alla conferenza, ecc. Nella storia, le città sono sempre state visitati per una
"molteplicità di cose da vedere e da fare" - ha scritto Karski nel 1990 (Hayllar, Griffin, & Edwards, 2008b) - ad
esempio il Grand Tour d'Europa dal XVII al XIX secolo. Data la varietà di motivi per visitare una città, il criterio
tradizionale di breve durata non è necessariamente valido.
Ashworth e Page (2011) hanno suggerito tre caratteristiche che caratterizzano il turismo urbano. Il turismo urbano è
definito secondo :
(a) la natura polivalente delle visite cittadine in un contesto multifunzionale. Dal nostro punto di vista, il fhis
permette di parlare di turismo urbano (al plurale) invece del turismo urbano (singolare);
b) i visitatori utilizzano strutture urbane che non sono necessariamente buili per i visitatori (come hanno detto gli
autori, "se i turisti fanno uso di quasi tutte le caratteristiche urbane, fanno un uso esclusivo di quasi nessuno.
Pertanto, la comprensione del turismo urbano dipende da una precedente comprensione del contesto urbano in cui
è incorporato", p. 3);
c) la diversità dell'economia urbana di cui fa parte il turismo. La co-presenza di più economie nel contesto urbano è
fundamenfal per citare il fourism. In contesti urbani, il turismo è solo una delle attività economiche (o una tra le
tante forze economiche e sociali) con conseguenti dinamiche di concorrenza per le risorse. La co-presenza di più
stakeholder è l'essenza della destinazione urbana, il cui affollato carattere rappresenta l'impronta del paesaggio
urbano. Le città con le economie più grandi e diverse trarranno i maggiori benefici dal turismo urbano (Ashworth &
Page, 2011). Questo suona come un invito a ridurre l'enfasi sulla "città turistica" e considerare la funzione turistica
come incorporata nella rete c di attività economiche. I modelli di differenziazione dovrebbero contrastare la
monocultura turistica.
Selettività
Il turista fa uso di solo una piccola porzione verY di tutto ciò che la città ha in offerta. Questo sarebbe il caso per tutti
gli utenti della città, la maggior parte dei quali sono consumatori selettivi piuttosto che onnivori, ma se si potrebbe
sostenere che il turista che prende le decisioni su cosa, quando, dove e come utilizzare la gamma di risorse urbane
disponibili, ha più tempo limitato, conoscenze e aspettative pre-contrassegnate (in un MacCannel, 1976, senso)
rispetto alla maggior parte degli altri utenti. Si può presumere che i singoli budget spazio-temporali dei turisti siano
più limitati degli utenti locali, il che limita il loro spazio d'azione, il che a sua volta si traduce in una distintiva
regionalizzazione urbana del turismo.
Rapidità
I turisti consumano rapidamente prodotti turistici urbani. Le città sono per loro natura luoghi di alti livelli di attività
di persone, aggravati dalla crescita della società 24 ore su 24 (Moor-Ede, 1993; Ufficio parlamentare di scienza e
tecnologia, 2005). La durata del soggiorno in qualsiasi destinazione turistica urbana è molto più breve rispetto alle
località di spiaggia o sport invernali. Ciò è dovuto in parte al fatto che le motivazioni dei viaggi verso le città sono più
varie rispetto ai luoghi turistici non urbani e comprendono molti soggiorni brevi non motivati principalmente dal
settore delle vacanze (van den Berg et al, 1995). Tuttavia, anche i vacanzieri raramente soggiornano anche nelle città
turistiche più rinomate in tutto il mondo per più di due giorni (van den Borg et al., 1996).
Ripetizione
I turisti verso destinazioni urbane sono meno propensi che i visitatori di destinazioni non urbane per tornare con
riverfatto con la stessa città. È la natura molto specifica del luogo (vedi Selby & Morgan, 1996; Selby, 2004a, 20045)
del prodotto turistico urbano in contrasto con il carattere più generico delle destinazioni balneari o sportive invernali
che scoraggia tali visite ripetute. Molti turisti urbani si stanno impegnando in una forma di raccolta di siti e manufatti
pre-contrassegnati che devono essere visitati se il luogo deve essere autenticamente sperimentato in modo da
aggiungere al collaterale culturale della vacanza o della visita. Una volta soddisfatte le aspettative, una visita ripetuta
è superflua aind la collezione di luogo sarà ampliata altrove. Il paradosso è che più unica è l'attrazione urbana, meno
è probabile la visita da ripetere.
Capricciosità
Il turista urbano è essenzialmente capriccioso. Tutto il turismo, essendo un'attività discrezionale profondamente
radicata nei contesti psicologici e sociali del fourist (Pearce, 2005), sarà suscettibile di cambiamenti in questi
contesti. Tuttavia si può sostenere che il turismo urbano è particolarmente vulnerabile ai cambiamenti nella moda e
nei gusti dei consumatori e negli stili di vita. Il consumo di esperienze di turismo urbano è un'attività di moda e,
come tutti i consumi della cultura, parte degli stili di vita contemporanei. Il turismo urbano diventa così un accessorio
di stile di vita in quanto particolari città sono in' o 'passe'.
In questo campo, lo spostamento di prospettiva coincide con una ridefinizione della spazialità di interesse per lo
studio del turismo urbano. Il turismo urbano è stato studiato principalmente come concentrato in un'area
circoscritta e ben definita all'interno della città o in diverse località urbane connesse, ad esempio siti iconici, quartieri
commerciali, istituzioni culturali e siti che forniscono servizi legati al turismo (Hayllar et al., 2008b). Un corpo di
analisi spaziale di lunga data (tabella 3) ha fornito modelli basati su aree turistiche autonome in cui l'autenticità è "in
scena". Questo approccio è stato criticato dalla sociologia postmoderna del turismo, che ha evidenziato i rischi di
una netta separazione degli usi residenziali e turistici dello spazio urbano (F 'ller & Michel, 2014). I recinti turistici
autonomi sono di solito a rischio di alta congestione. La congestione riduce la possibilità per la gente del posto di
trascorrere del tempo nelle dreas turistiche della città, influisce sulla qualità dell'ambiente e sfida la proliferazione
del patrimonio culturale.
GLI SPAZI DEL TURISMO URBANO (3) (COHEN-HATTAB, 2004)
GLI SPAZI DEL TURISMO URBANO (8) (ASHWORTH AND PAGE, 2011)
Caratteristiche della città post-moderna (1)
- la città postmoderna è in uno stato costante di flusso come capitale ridefinisce la natura, la forma e l'estensione
delle esperienze di consumo per i residenti, lavoratori, escursionisti e turisti e segmenti specifici all'interno del
mercato del turismo più ampio (ad esempio vedere Hughes, 2003 e il caso di marketing turismo gay a Manchester). Il
panorama urbano postmoderno è in costante rivalutazione (Cartier & Lew, 2005), riqualificazione e ri-imaging per
competere per la spesa per consumi (Murphy & Boyle, 2006).
- i paesaggi turistici e ricreativi nella città postmoderna sono solo uno degli aspetti di un mosaico di forme sociali e
culturali che sono state create nel tempo e illustrano la diversità e la convivenza con una serie di altre attività (ad
esempio alloggi e occupazione)
- la città turistica non è necessariamente un'entità spaziale distinta che il visitatore può facilmente riconoscere: è un
mosaico di esperienze di consumo, disperse spazialmente e spesso raggruppate in distretti e zone (ad esempio la
zona di intrattenimento) con simboli, una lingua unica e una gamma di icone per differenziare l'esperienza di
consumo del luogo. A questo proposito la città turistica è una serie di sottosistemi interconnessi dalla ricerca del
piacere, dall'esperienza di consumo e da una caratteristica distintiva dell'uso discrezionale del tempo libero.
GLI SPAZI DEL TURISMO URBANO (9) (ASHWORTH AND PAGE, 2011)
Caratteristiche della città post-moderna (2)
- il capitale compete all'interno e tra le città in modo che il settore turistico sia in continua evoluzione, con una
complessa serie di interazioni tra i processi di globalizzazione e le espressioni localizzate dell'identità locale, della
cultura e delle costruzioni di luogo, per le quali il patrimonio culturale è uno strumento importante (Middleton,
2007). Il patrimonio è usato strumentalmente in tali costruzioni del turismo urbano. L'uso del patrimonio enfatizza
sia il locale (il nostro passato unico) e crea il globale - il "patrimonio del catalogo" di cestini onnipresenti e strade
acciottolate.
- la città turistica si basa su una serie di attrazioni primarie e un'infrastruttura che viene utilizzata anche dai non
turisti.
- nell'evidenziare gli elementi turistici della città postmoderna, qualsiasi modello deve sopprimere molti degli altri
elementi dinamici della città postmoderna in modo che gli elementi turistici e ricreativi prevalgono. In realtà, il
turismo è sommerso e integrato nella città postmoderna e, sebbene possa essere un elemento dominante in tali
località che promuovono attivamente le sue virtù, è solo un aspetto della forma e della funzione della città (da Page
& Hall, 2003).
GLI SPAZI DEL TURISMO URBANO (11) (ASHWORTH AND PAGE, 2011)
Si presume che il turismo urbano non sia solo vincolato, ma sia intrinsecamente legato ai luoghi locali. È luogo
specifico in un modo che molte altre forme di turismo, in particolare il turismo balneare, non lo sono. La "proposta di
valore unica", che offre vantaggi a una posizione rispetto a un'altra, si riferisce al carattere della località unica
piuttosto che a qualsiasi vantaggio funzionale senza luogo e attributi onnipresenti. L'esperienza turistica di Londra,
Parigi o Bangkok deriva direttamente dal luogo particolare e non è replicabile altrove: è il luogo stesso che viene
venduto non solo un prodotto che esiste inevitabilmente nello spazio. Pertanto si potrebbe presumere che la
creazione e la gestione delprodotto turistico urbano sarà essenzialmente unico per ogni città.
La difficoltà con questa proposta, è che anche se il prodotto turistico è consumato localmente, il turismo, come
attività, industria e investimenti è intrinsecamente globale piuttosto che locale. Gli investitori, gli sviluppatori, gli
imprenditori e i promotori sono, che-com, organizzazioni globali, o se locali sono ancora integrati in tendenze e
circostanze globali. Anche i politici urbani e i funzionari locali che potrebbero essere tenuti a presentare un localismo
sono consapevoli di tendenze, mode e "migliori pratiche" più ampie. Tutti avranno quindi un pregiudizio verso la
duplicazione di ciò che è riuscito altrove piuttosto che un'innovazione più rischiosa.
Il paradosso è quindi che un prodotto turistico che si sforza di essere localmente unico e differenziarsi dai suoi
concorrenti spesso si traduce in una pianificazione e sviluppo che è essa stessa globale, al servizio dei turisti che sono
anche globali nelle loro preferenze e scelte.
È emerso un approccio di "branding integrato" (Ashworth & Kavaratzis, 2009) in contrasto con una distinzione tra i
marchi cittadini rivolti a diversi tipi di pubblico, ad esempio turisti, investitori e residenti. Il branding integrato
implica la comprensione del marchio del luogo come un ombrello sotto il quale vengono perseguiti più aspetti dello
sviluppo locale. Questo è in contrasto con il più tradizionale marketing di destinazione turistica e branding focalizzato
su prodotti a destinazione singola e che spesso proiettano immagini monolitiche del "distretto turistico" o della
"città turistica". Sarebbe sbagliato, tuttavia, dire che il marchio del distretto turistico sta scomparendo. In molti casi,
diventa semplicemente parte di una più complessa "architettura del marchio" (Dooley & Bowie, 2005).
Le città sono bersaglio dei flussi di visitatori per una serie di motivi – come detto - e, sorprendentemente, un'alta
percentuale di viaggi verso le città è (nella maggior parte dei casi) dovuta alla concentrazione e all'agglomerazione
del potere politico ed economico, piuttosto che alla cultura, al tempo libero e all'intrattenimento (Ashworth & Page,
2011). Questo vale per le città del mondo che ospitano flussi di viaggiatori d'affari e per le città globali il cui grado di
connessione, networking e accessibilità (abilitato da una capacità tecnologica, politica ed economica) genera
un'immagine di destinazione attraente. Quei viaggiatori interessati a conoscere la società contemporanea
consumano questa immagine. Cioè, il turismo urbano è promosso dalle immagini di un paesaggio urbano
"multifunzionale" e, allo stesso tempo, contribuisce allo sviluppo dell'immagine della città mondiale come luogo in
cui vivere, fare affari, studiare e lavorare. "Dal punto di vista del turismo è l'uso delle attrazioni turistiche e delle
infrastrutture delle città per riconfezionare e ri-presentare l'accessibilità delle città del mondo", dicono Ashworth e
Page (2011, p. 6).
L'identità del marchio di destinazione è superiore alla somma dei prodotti primari (attrazioni principali), dei prodotti
secondari (alloggio, shopping, ristorazione e in generale dei servizi turistici), dell'accessibilità esterna (ad esempio
degli aeroporti), dell'accessibilità interna (ad esempio dei trasporti pubblici) e di un'immagine positiva (Ben-Dalia,
Collins-Kreiner, & Churchman, 2013). Questi elementi non sono sufficienti per descrivere un marchio di destinazione
urbano il cui grado di complessità (cioè il carattere urbano) è alto ed è il deposito del fascino e dell'attrattiva della
città. Il marchio di una città risiede in un "melting pot" o in una "concentrazione, varietà e qualità delle attività e
degli attributi" (Karski 1990 a Hayllar et al.,
2008b).
LEZIONE 7 – 8 MAGGIO 2020
PATRIMONIO CULTURALE E TURISMO .HERITAGE: UNA DEFINIZIONE
"Il patrimonio culturale è ciò che ereditiamo dal passato e usiamo oggi. In poche parole, la storia è il passato, mentre
il patrimonio è l'uso moderno del passato per turismo o altri scopi (ad es. istruzione e sviluppo della comunità). In
termini generali, essa comprende sia il patrimonio naturale che quello culturale. Patrimonio naturale include
fenomeni naturali, come canyon, pioggia boschi, laghi, fiumi, ghiacciai, montagne, deserti e coste. Il patrimonio
culturale, d'altra parte, è il passato creato l'umanità e le sue varie manifestazioni. Il patrimonio culturale elementi
materiali e intangibili. Viene fornito nel forma di oggetti materiali, ma comprende anche elementi (Timothy, 2011)
Il turismo del patrimonio si riferisce ai viaggiatori che vedono o sperimentano un patrimonio edificato, cultura
vivente o arti contemporanee. Le sue risorse sono tangibili e immateriali e si trovano sia in ambienti rurali che
urbani. Le visite sono motivate da un desiderio
- per valorizzare il proprio sé culturale,
- per imparare qualcosa di nuovo,
- per soddisfare la propria curiosità,
- per trascorrere del tempo con amici e familiari,
- o semplicemente per consumare tempo in eccesso.
In breve, il turismo del patrimonio comprende una moltitudine di motivi, risorse e esperienze ed è diverso per ogni
individuo e ogni luogo visitato (Timothy, 2011).
Il turismo del patrimonio culturale può essere definito, in generale, come lo sfruttamento componenti culturali,
storici ed etnici di una società o di un luogo come risorse per attirare i turisti (Chang 1999). In questo senso, il
patrimonio turismo può riferirsi al turismo religioso, al turismo della diaspora, alla cultura, città storiche e
patrimonio edificato, siti archeologici e monumenti antichi ( Salazar e shu, 2015)
ALCUNE CARATTERISTICHE DI TURISMO DEL PATRIMONIO CULTURALE (1) (SALAZAR E SHU, 2015)
Data la pervasività e la particolarità locale del patrimonio, il turismo è tra quelle nicchie turistiche che sta crescendo
più rapidamente. I settori pubblico e privato, in collaborazione o meno, sono la conversione delle risorse del
patrimonio in tutto il mondo in destinazioni e attrazioni nel tentativo di ottenere un pezzo della torta del turismo
redditizio.
Il turismo globale verso i siti del patrimonio culturale è in aumento di circa il 10 per cento per anno in media, con
molte (ma certamente non tutte) proprietà raddoppiate o triplicando in visita e ricavi ogni dieci anni. Si stima che un
terzo di tutto il turismo internazionale è legato alla visita culturale patrimonio, monumenti e paesaggi.
L'interfaccia tra patrimonio e turismo è estremamente complessa. In un turismo, il patrimonio culturale può essere
utilizzato in una varietà di modi per un diversi scopi da parte di una varietà di parti interessate.
Segmentazione demografica:
-tendono ad essere giovani e mezza età, tra i 30 e i 50 anni ,
-più donne che uomini;
-alto livello di istruzione;
-libere professioni, lavori manageriali;
-di solito studiano prima di trovarsi sul luogo;
-permanenza media più lunga , destinazioni più lontane ed esotiche, effetto negativo sul territorio più basso.
Segmetazione psicografica:
basso impatto sulle comunià locali , tendono a partecipare alla vita della località e meno turisti di massa.
Segmentazione geografica:
-luogo origine;
-destinazione e attività in quel luogo;
-fonti informative che ci hanno indoti a scegliere gli heritage sites.
POLITICAL CLIMATE
-terrorismo e guerra
-restrizioni viaggi e politiche di rilasciodei visti
-crollo del blocco est europeo( fine guerra fredda).
Valore negativo → eventi di cui fanno parte, Dark Touruism (desiderio di conoscere riti collettivi, morti o stragi come
campi di concentramento).
Heritage tourism: è importante che siano valori del passato tramandati che continuano ad avere un significato nel
pesente.
SERVIZI TURISTICI
Forte componente nell’heritage.
Mezzi di trasporto : ferrovia e treno storico (orient express), nave da crociera (toccano tappe di pellegrinaggi)
Strutture ricettive: hotel storico (grand hotel louvre), beb, castelli
Cibo e negozi che vendono cibo (antichi multini , frantoi ecc).
Stadi di autenticità
Da 1 a 6 crescono di autenticità
Stage 1: the «front» region, non si ha l’idea dell’autenticità
Stage 2: una regione turistica di fronte che è stata decorata per apparire, in alcuni dei suoi particolari, come una
regione posteriore: ex. Un ristorante di pesce con una rete di pesce appesa al muro.
Stage 3: una regione frontale che è totalmente organizzata per sembrare una regione sul retro: ex. Simulazioni di
passeggiate lunari per il pubblico televisivo
Stage 4: una regione posteriore aperta agli estranei: ex. Riviste che espongono delle azioni private di personaggi
famosi
Stage 5: una regione posteriore che può essere ripulita o modificata un po 'perché i turisti sono autorizzati a dare
un'occhiata occasionale in: ex. Prove d'orchestra
Stage 6: back region: il tipo di spazi sociali che motiva la coscienza turistica
Turisti e (in)autenticità
L'esperienza turistica che esce dall'ambiente turistico si basa sull'inautenticità, e come tale è superficiale se
confrontata con un attento studio; è moralmente inferiore alla semplice esperienza. Una semplice esperienza può
essere mistificata, ma un'esperienza turistica è sempre mistificata, e la menzogna contenuta nell'esperienza turistica,
inoltre, si presenta come una rivelazione veritiera, come il veicolo che porta lo sguardo dietro falsi fronti nella realtà.
L'idea qui è che una falsa schiena è più insidiosa e pericolosa di un fronte falso, o una demistificazione inautentica
della vita sociale non è solo una menzogna, ma una superlie, quella che gocciola di sincerità.
Pseudo-eventi:
"Queste "attrazioni turistiche" offrono un'esperienza indiretta elaboratamente artificiosa, un prodotto artificiale da
consumare proprio nei luoghi in cui la cosa reale è libera come l'aria. Sono modi per il viaggiatore di rimanere fuori
contatto con i popoli stranieri nell'atto stesso di 'visitare' loro. Mantengono i nativi in quarantena, mentre il turista in
comfort con aria condizionata li vede attraverso una finestra immagine. Sono i miraggi culturali che ora si trovano
nelle oasi turistiche di tutto il mondo" (Boorstin 1961)
Turisti e autenticità
Il modo turistico di entrare con i nativi è quello di entrare in una ricerca di esperienze autentiche, percezioni e
intuizioni. La missione è segnata in fasi del passaggio da davanti a dietro. Il movimento da un palco all'altro
corrisponde alla crescente comprensione turistica. Questo continuum è sufficientemente sviluppato in alcune aree
del mondo che appare come una regressione infinita dei set di palco. Una volta in questo collettore, il turista è
intrappolato; la sua strada non finisce bruscamente in qualche processo di conversione che lo trasforma nel
"viaggiatore" di Boorstin, "lavorando a qualcosa" mentre rompe i confini di tutto ciò che è pseudo e penetra, infine,
in una vera e propria regione di schiena. I turisti fanno sortite coraggiose fuori dai loro alberghi sperando, forse, per
un'esperienza autentica, ma i loro percorsi possono essere tracciati in anticipo su piccoli incrementi di ciò che è per
loro sempre più apparente autenticità offerto da ambienti turistici. Avventura-alcuni turisti progrediscono da un
palcoscenico all'altro, sempre agli occhi del pubblico, e accolti ovunque dai loro ospiti cortesi.
Il viaggio come esperienza ricreativa è una forma di intrattenimento simile alla natura ad altre forme di
intrattenimento come il cinema, il teatro o la televisione. Il turista 'gode' il suo viaggio, perché ripristina i suoi poteri
fisici e mentali e gli conferisce un senso generale di benessere. Come altre forme di intrattenimento di massa, il
turismo ricreativo appare dal punto di vista della cultura "alta" come attività superficiale, superficiale, banale e
spesso frivola. Un'opinione correlata a questa visione è che il turista che viaggia in quella modalità sembra spesso
essere ingenuo all'estremo, facile da prendere da palesemente inautentico o giustamente artificioso, display
commercializzati dei costumi della cultura, artigianato e persino paesaggi della società ospitante. La sua apparente
credulità, tuttavia, non dovrebbe essere attribuita esclusivamente alla sua ignoranza; piuttosto non desidera
veramente o si prende cura dell'autentico; non è "stickler per l'autenticità" (Desai, 1974). Dal momento che cerca la
ricreazione, è molto ansioso di accettare la finzione e di non mettere in discussione la sua autenticità; dopo tutto
non è necessario essere convinti dell'autenticità di un gioco televisivo o di un film per goderselo come un'esperienza
ricreativa, divertente o rilassante. Il turista ottiene ciò che realmente vuole - il piacere per l'intrattenimento, per il
quale l'autenticità è in gran parte irrilevante. Tali turisti orientati alla ricreazione dovrebbero essere considerati
come persone che partecipano a uno spettacolo o partecipano a un gioco. La fruizione dell'occasione dipende dalla
loro volontà di accettare la finzione o a metà seriamente di illudersi.
La modalità esperienziale
La modalità 'esperienziale' caratterizza la descrizione del turista MacCannell. Se Boorstin è tra i critici più espliciti di
libero arbitrio e di un turismo diversivo forteriori, che a suo parere comprende tutto il turismo moderno, MacCannell
tenta di dotare il turismo di una nuova dignità sostenendo che si tratta di una forma moderna della ricerca
essenzialmente religiosa di autenticità. Il turista moderno si snoda altrove per autenticità: più l'individuo affonda
nella vita di tutti i giorni, più gli viene inmente ricordato la realtà e l'autenticità altrove. "Si ritiene che le esperienze
autentiche siano disponibili solo per quei moderni che cercano di rompere i legami della loro esistenza quotidiana e
iniziano a "vivere" (MacCannell, 1976: 159). La ricerca di esperienze autentiche è essenzialmente una ricerca
religiosa: ne consegue che'. . . il turismo assorbe alcune delle funzioni sociali della religione nel mondo moderno'
(MacCannell, 1973: 589). Il turista è infatti gravemente vittima di un inganno sofisticato: l'istituzione turistica
"l'autenticità delle tappe", tanto che i turisti sono inerrore a credere di essere riusciti a sfondare il fronte artificioso
dell'inautentico e sono penetrati nelle autentiche regioni "posteriori" della società ospitante, mentre in realtà sono
stati presentati solo con "false spalle", in scena dall'istituzione turistica.
MISURAZIONE DELL'AUTENTICITÀ
Criteri principali per misurare l'autenticità (per lo più riferiti a artigianato e opere d'arte):
1. estetica (soggettiva)
2. l'unicità del prodotto e dell'esperienza (soggettiva)
3. integrità culturale e storica: rappresentano l'identità e la storia locale, (soggettivo/oggettivo)
4. qualità creativa e attenzione ai dettagli (oggettivo/soggettivo)
5. espressione del patrimonio locale-indigeno (soggettivo)
6. incontrare operatori culturali e artigiani (soggettivi)
7 . funzionalità e l'uso attuale da parte dei nativi (oggettivo/soggettivo)
8. certificati, etichette, ecc. (oggettivo/soggettivo).
TRADITIONAL FOOD E CUISINE AS HERITAGE (1) (BESSIÈRE, 1998, 2013)Le aree rurali sono oggi sempre più viste
come luoghi di intrattenimento, attività ricreative, seconde case e come alternativa alle aree residenziali urbane.
Questi sviluppi sono strettamente connessi alla ridefinizione dell'identità rurale locale. Essi riflettono un interesse
culturale per la ruralità e la località nella società più ampia, che incoraggia nuove abitudini, pratiche e esigenze
sociali. A livello locale queste nuove esigenze e immagini sono incorporate nella costruzione e nell'identificazione di
nuove identità locali. In qualità di indicatore di identità di una regione e/o come mezzo per promuovere i prodotti
agricoli, la gastronomia soddisfa le esigenze specifiche dei consumatori, dei produttori locali e di altri attori del
turismo rurale. Questa tendenza porta a interrogarsi sulle relazioni tra turismo rurale e patrimonio culinario. Perché
la cucina locale e i cosiddetti prodotti "tradizionali" suscitano tale interesse? Quali sono esattamente gli elementi
costitutivi di questo patrimonio? Fino a che punto il suo valore crescente può essere considerato parte di una nuova
spinta nel turismo locale? Il turismo nelle zone rurali sembra essere influenzato e idealizzato oggi dal mito della
natura, dalla ricerca di una communitas originale, come dice Amirou (1995), ed è spesso legata alla percezione
mentale della campagna. Questa tendenza, caratterizzata da una riattivazione di stereotipi consolidati sulla natura e
la purezza, ha un notevole fascino nella coscienza collettiva. Dopo tutto, il turismo non è una ricerca di identità, un
luogo e altre persone? Amirou (1995) parla di una ricerca di un'appartenanza, di un sentimento di appartenenza a un
gruppo sociale, di una ricerca di socialità, di unità, di una comunicazione originale, di alterità e quindi di un'identità.
Come reazione alla complessità del mondo moderno in cui i legami sociali si stanno sfaldando o si indeboliscono, le
zone rurali scelte come destinazioni di vacanza sembrano offrire la possibilità di socializzare o di trovare un'identità
comunitaria. Pertanto, le persone sognano relazioni amichevoli, valori veri e genuini, radici. L'enfasi sulla
gastronomia è quindi rivelante in quanto integra il mangiare in un nuovo mondo culturale dal punto di vista sia
psicologico che fisiologico.
Il ritorno in campagna è una riattivazione di un'identità rurale e contadina, ma anche un desiderio provvisorio e
inespresso di appropriazione paesaggistica e di una vita in luoghi valorizzati dove la vicinanza, il riconoscimento
sociale una partecipazione sono facilmente combinati. La gastronomia è una componente fondamentale del turismo
che viaggia: mangiare è parte integrante delle nostre vacanze e il turismo rurale può essere parte della loro
appropriazione della storia in termini di abitudini alimentari. Il cibo fa parte di un ambiente fisiologico,
psicosensoriale, sociale e simbolico: Il cibo come simbolo: alcuni alimenti sono alla base della fantasia e concentrano
le virtù simboliche (pane, vino, cereali, sangue oscuro in gioco per i cacciatori) Il cibo come segno di comunione: il
cibo condiviso e mangiato con gli altri, è un legame sociale fondamentale (ad esempio, pasti di lavoro, feste in
famiglia, pasti quotidiani). "Il cibo riassume e trasmette una situazione, è informazione e significato. Un vero segno,
che è l'unità funzionale della struttura di comunicazione" Il cibo come marcatore di classe: champagne, caviale,
whisky, vino per il consumo quotidiano, o trippe, sono marcatori, segni distintivi, permettendo ai vari attori sociali di
identificarsi l'un l'altro e segnare il loro stile di vita. Il cibo come emblema: questo è il caso del patrimonio culinario di
una data area geografica o comunità; una sorta di bandiera sotto la quale gli abitanti di una data area si riconoscono.
Il mangiatore diventa quello che consuma. Mangiare è l'integrazione o l'adozione delle qualità del cibo che mangiate.
D'altra parte, 'il mangiatore diventa parte di una cultura'. Sia il cibo che la cucina, come sono culturalmente
determinati, collocano il mangiatore in un universo sociale e in un ordine culturale. Le abitudini alimentari sono il
fondamento di un'identità collettiva e, di conseguenza, dell'alterità. L'abitante della città di oggi fugge in modo reale
o immaginario dalla sua routine quotidiana e dalla tariffa ordinaria per trovare conforto nel cibo regionale e
cosiddetto "tradizionale". Fischler (1993) ha sviluppato il concetto di "mito di ritorno alla natura" come
controtendenza all'urbanizzazione. L'emergere di molteplici tendenze contro-correnti è stato causato dalla civiltà
tecnica e industriale. Contro la società tecnica moderna, una controtendenza è orientata sia al passato che al futuro.
L'attuale nozione di "ritorno alla natura" è, secondo Fischler, opposta al concetto di uomo che padroneggia la natura.
Questo esprime un profondo desiderio di equilibrio e di ritorno al passato. Questo desiderio per la natura e il passato
è un complemento alla vita urbana. Gli abitanti della città moderna hanno uno stile di vita pendolare di fine
settimana o vacanze di distanza, a volte combinato con la decorazione conterica delle loro case, come travi a soffitto
rustiche e caminetti aperti.
Mangiando un cosiddetto prodotto naturale o tradizionale, il mangiatore sembra incorporare, oltre alle
caratteristiche nutrizionali e psicosensoriali del cibo, alcune caratteristiche simboliche: si appropria e incarna la
natura, la cultura e l'identità di un'area. Rappresenta anche l'integrazione in un mondo sociale in contrapposizione
all'universo del cibo industrializzato. Mangiare prodotti freschi di fattoria, ad esempio, può rappresentare per il
turista urbano non solo una qualità biologica, ma anche un'appropriazione di breve durata di un'identità rurale.
Integra simbolicamente una cultura dimenticata. Il patrimonio culturale, che si tratti di un oggetto, di un
monumento, di un'abilità ereditata o di una rappresentazione simbolica, deve essere considerato come un
indicatore di identità e una caratteristica distintiva di un gruppo sociale. Il patrimonio è spesso un elemento
soggettivo perché è direttamente correlato a una memoria sociale collettiva, "una combinazione diriescosi
riconosciuti da un determinato gruppo" (Baeta Neves Flores 1995). La memoria sociale come eredità comune
conserva l'identità culturale e sociale di una determinata comunità, attraverso circostanze più o meno ritualizzate. Il
patrimonio comune appare come un codice rituale. È riconosciuto come un segno unificante o ricordato come
un'impostazione comune in un'area designata. Il turismo permette così la partecipazione alla conumption e alla
celebrazione di una serie di riti locali, tra cui numerosi eventi allestiti per mostrare le ricchezze del patrimonio,
permettendo all'integrazione sociale e culturale turistica nel gruppo locale assorbendo e riproducendo i codici
culturali. La gastronomia sarebbe un tale codice.
Il patrimonio culturale fornisce profondità storica e un modello permanente in un mondo perennemente mutevole.
Come legame temporale, è indistinguibile dalla tradizione. L'etimologia del concetto di 'tradizione' è nella tradizione
latina e nel verbo tradere, che significa 'trasmettere', o 'realizzare.'Al di là di quella continuità, al di là di quella
eredità che viene tramandata, il patrimonio (insieme alle pratiche tradizionali) fa parte del presente, e allo stesso
tempo mantiene promesse per il futuro; il problema del passato è moderno. Offro l'ipotesi che le dinamiche di
costruire il patrimonio consistano nell'attualizzare, adattare e reinterpretare elementi del passato di un determinato
gruppo (le sue conoscenze, competenze e valori), in altre parole coniugando conservazione e innovazione, stabilità e
dinamismo, riproduzione e creazione, e di conseguenza dando un nuovo significato sociale che genera identità. In
questo modo, gli elementi del patrimonio produrrebbero e riprodurrerebbero l'identità e l'unità. Il patrimonio non è
una mera collezione di cose e prodotti, ma una vera e propria selezione sociale; una selezione o una scelta fatta in
base al valore particolare accordato dai membri di un gruppo sociale. Alcuni la chiamano la 'essenza relazionale' del
patrimonio: collegamenti o riferimenti tra l'oggetto e l'individuo. Al centro dell'identificazione del patrimonio vi sono
la conoscenza e il riconoscimento, la "consapevolezza del patrimonio", un giudizio comune ad altri individui in merito
all'importanza specifica concessa a tali oggetti. Durante la costruzione del patrimonio, l'attore o il gruppo sociale
seleziona, classifica e sottolinea un valore perduto, all'interno di una società stressata dalla perdita delle proprie
tracce. Viviamo la nostra vita presente con l'onnipresente preoccupazione di proteggere il nostro passato, di
perpetuare le conoscenze e le tecniche minacciate di scomparsa.
Il patrimonio culinario appartiene a questa sfera. Profondamente radicate in un luogo particolare così come in un
particolare spazio e tempo, le tradizioni culinarie di un'area specifica rivelano il carattere della società e la mentalità
dei suoi membri. Queste tradizioni sono un'eredità evidente di coloro che hanno vissuto prima di noi, e testimoniano
le precedenti abitudini alimentari. Il patrimonio culinario delle zone rurali è fortemente legato a un'identità
contadina e a specifiche abitudini alimentari e produzione. Porta ad uno stile di mangiare che è pieno di simboli
immaginari. Il suo consumo è un "atto umano totale" (Morin 1973) che ha portato alla costruzione di un'identità per
il turista o l'abitante della città perso nel suo solco mangiante. Il patrimonio culinario che troviamo nelle zone rurali
corrisponde alla memoria di un intero gruppo, alle sue radici, che genera un sentimento di appartenenza a questa
particolare zona, investendola di valore. Le competenze e le pratiche culinarie possono quindi differenziare un'area
dall'altra. Sono parte integrante della costruzione dell'identità individuale, collettiva e territoriale. Promuovere un
prodotto gastronomico specifico conservando competenze e tecniche porta a ri-rievocare la storia, a riappropriarsi di
ciò che è stato perso e anche a contribuire a creare, innovare e accettare il cambiamento." Lo sviluppo locale mira a
riunire tutti gli attori locali in un'area geograficamente limitata per fondere la loro determinazione individuale e le
loro capacità strategiche al fine di servire una nuova economia dinamica caratterizzata da un interesse generale per
la qualità." Una delle condizioni per il successo dello sviluppo locale e l'estensione della sua influenza è la maggiore o
meno l'identità locale. Questo può essere chiamato supporto del patrimonio. Il concetto di terroir, che delinea un
territorio dove la produzione può avvenire, è centrale nel discorso del patrimonio gastronomico. L'analisi del modo
in cui gli attori concepiscono questa idea ci permette di distinguere due aspetti strutturali, entrambi indicano una
reale differenziazione tra le idee di questi attori sulla loro regione e sul suo patrimonio. Un primo approccio
considera terroir nel suo significato originale, come legato alla geografia delle produzioni agricole e alle specificità
fisiche di quella geografia. Concentrandosi sulle capacità agricole di un ambiente, il termine impone esclusività a un
determinato territorio.
La posizione in questione è caratterizzata da un'omogeneità spaziale e da una singolarità in termini di resa agricola.
Terroir si traduce in questo caso come un rapporto con il suolo e la terra, fondando in un luogo fisico, un certo modo
di vivere, un ambiente naturale. Questo senso naturale del termine corrisponde a offerte agricole differenziate e
specifiche. Parla di produzioni toterroir le cui qualità e caratteristiche derivano dalle capacità fisiche e dal potenziale
di una posizione geografica. Concepire terroir in questo modo, esclusivamente secondo fattori naturali (suolo, clima,
ecc.) è un supporto per produzioni agricole distintive, che a sua volta influenza le qualità organoptiche,
psicosensoriali e nutrizionali di un prodotto. Un secondo approccio (che non esclude il primo) associa terroir con una
costruzione socio-storica. Terroir è concepito come un indicatore spatio-temporale che svolge un ruolo nella
qualificazione dell'identità di una società locale. Poiché è collegato al passato e ai ricordi della comunità, il terroir
costituisce uno spazio costruito nel tempo e diventa così un argomento di unità regionale. Dotato di specificità
socioeconomiche locali, così come di una serie di pratiche e rappresentazioni associate a un luogo specifico, terroir
significa "appartenere alla stessa comunità". Nei discorsi raccolti, il termine ospita significati e rappresentazioni che
appartengono a un gruppo sociale. Da tale prospettiva, gli elementi dell'ambiente naturale diventano risorse se
fanno parte di un sistema culturale.
La posizione in questione è caratterizzata da un'omogeneità spaziale e da una singolarità in termini di resa agricola.
Terroir si traduce in questo caso come un rapporto con il suolo e la terra, fondando in un luogo fisico, un certo modo
di vivere, un ambiente naturale. Questo senso naturale del termine corrisponde a offerte agricole differenziate e
specifiche. Parla di produzioni toterroir le cui qualità e caratteristiche derivano dalle capacità fisiche e dal potenziale
di una posizione geografica. Concepire terroir in questo modo, esclusivamente secondo fattori naturali (suolo, clima,
ecc.) è un supporto per produzioni agricole distintive, che a sua volta influenza le qualità organoptiche,
psicosensoriali e nutrizionali di un prodotto. Un secondo approccio (che non esclude il primo) associa terroir con una
costruzione socio-storica. Terroir è concepito come un indicatore spatio-temporale che svolge un ruolo nella
qualificazione dell'identità di una società locale. Poiché è collegato al passato e ai ricordi della comunità, il terroir
costituisce uno spazio costruito nel tempo e diventa così un argomento di unità regionale. Dotato di specificità
socioeconomiche locali, così come di una serie di pratiche e rappresentazioni associate a un luogo specifico, terroir
significa "appartenere alla stessa comunità". Nei discorsi raccolti, il termine ospita significati e rappresentazioni che
appartengono a un gruppo sociale. Da tale prospettiva, gli elementi dell'ambiente naturale diventano risorse se
fanno parte di un sistema culturale.
Caratterizzato da una profondità storica che coinvolge l'accumulo e la trasmissione di competenze e la proprietà
della comunità di una produzione, il terroir è percepito come una testimonianza, un prodotto della storia
socioeconomica locale. Questa dimensione "identità" o "patrimonio" inscrive il prodotto terroir in uno spazio
culturalmente identificato e lo attribuisce a un gruppo sociale specifico. Un trasportatore e costruttore del
patrimonio, la nozione di terroir conferisce un prodotto gastronomico ad un'identità specifica, così come le qualità e
i significati simbolici associati a tale identità; qualità ricercate dal turista.
PORTOGALLO
WINE-AND-FOOD TOURISM, STAKEHOLDERS' COOPERATION, E CITTA'E'RICIME (1) (RACHAO
ET AL, 2019)
Il turismo è diventato un'importante industria in Portogallo, sia nelle aree urbane che rurali, contribuire allo sviluppo
economico delle comunità locali (Turismo de Portugal, 2016), in cui il valore dei paesaggi enogastronomici è
riconosciuto come importante dell'economia del paese (Silva et al., 2018). Tuttavia, l'evoluzione il turismo
enogastronomico è stato più lento rispetto ad altri prodotti turistici. Infatti, il cibo e il turismo del vino è un'attività
piuttosto recente in Portogallo. Fino al 2013, il paese aveva 339 del turismo del vino, di cui il 78% aveva avviato la
loro attività dopo il 2000 (Turismo de Portogallo, 2014). L'Autorità Nazionale del Turismo del Portogallo (Turismo de
Portugal, IP) ha posto maggiore enfasi sulla competitività delle destinazioni sulla base del suo patrimonio culturale,
inerente alla Strategia del Turismo Portoghese 2027 (Ara-jo, 2017). L'industria del turismo portoghese, simile ad altri
paesi europei, è frammentata e la maggior parte delle imprese sono di micro-dimensioni (Banco de Portugal, 2014;
Mykletun & Gyimo, 2010). Questo è abbastanza evidente quando si tratta di imprese di turismo del vino in cui il
numero medio di lavoratori a tempo pieno è di cinque (Turismo de Portugal, 2014), e nel ricettivi e ristoranti il
numero scende a una media di tre dipendenti (PORDATA, 2019).
Come altre destinazioni enogastronomiche, come la Francia, l'Italia e la Spagna, il Portogallo è promuovendo la sua
offerta enogastronomica di cucina locale e terroir per attirare i turisti. Il positivo l'influenza della gastronomia sulla
soddisfazione dei visitatori internazionali è stata confermata in diversi regioni del Portogallo, vale a dire a Porto
(Ramires et al., 2018), ma anche l'Algarve (Serra et al.,Alentejo (Amaral et al., 2016). Per soddisfare il mercato
turistico sempre più esigente,
Il Portogallo offre diversi prodotti regionali/tradizionali certificati che vanno dai prodotti lattiero-caseari, come
formaggio, frutta secca (ad esempio mandorle e castagne), miele, olio d'oliva, a diversi tipi di carne animale (manzo,
maiale e agnello) (DGADR, 2019). Il Portogallo ha 14 regioni vinicole delimitate (Vini del Portogallo, 2016), 14
percorsi vinicole, 31 Denominazioni di Origine (DO) e 10 indicazioni geografiche (G) (IDTOUR, 2016) e ha il primato
mondiale numero di vitigni di uva autoctona (Silva et al., 2018).
Il Portogallo è l'undicesimo produttore mondiale di vino (IVDP, 2017), con la Valle del Douro (nella mainland) – Alto
Douro Wine Region – e l'isola pico (Arcipelago delle Azzorre) – Paesaggio della Pico Island Vineyard Culture – sono
riconosciuti come patrimonio mondiale dalle Organizzazione Educativa, Scientifica e Culturale (UNESCO) (Silva et al.,
2018).
Anche Il Portogallo ha creato un marchio associato all'immagine tradizionale e autentica che si trova nella sua
proprietà private del turismo del vino (Quintas) (Ramos et al., 2018), per lo più situate Campagna.
Cooperazione tra le parti interessate dell'industria del turismo
Una delle crescenti tendenze del turismo è l'abbinamento del vino con prodotti alimentari di qualità, cuochi locali
e/o l'organizzazione di eventi e mostre che sono legati alla cucina dimostrazioni (Telfer, 2001). Per fornire questo
tipo di esperienze enogastronomiche, il coinvolgimento più parti interessate di diversi settori (Getz, 2000). Questi
multipli parti interessate (fornitori di alimenti, cantine, fattorie, strutture ricettive, tour operator) devono visione
comune al fine di sviluppare prodotti turistici compositi; ancora, interessi individuali concorrenti e i conflitti possono
interferire nel suo sviluppo (Alonso & Northcote, 2008; Gammack, 2006).
Data la frammentazione dell'industria del turismo, una questione fondamentale per un successo promozione
dell'identità territoriale è la cooperazione tra le parti interessate (Damayanti et al., 2017; Ottenbacher & Harrington,
2013). Le attività turistiche legate all'enogastronomia sono caratterizzate da micro e piccola scala. Pertanto, tendono
a innescare attività imprenditoriali (Lee et al., 2017), come piccole cantine boutique (Dawson et al., 2011), strutture
alimentari innovative (Hjalager & Johansen, 2013) e le caffetterie di terza ondata (Lee et al., 2017), solo per citarne
alcuni Esempi. Per questo motivo, la cooperazione tra le piccole imprese enogastronomiche potrebbe sviluppo
strutturale di un'identità territoriale.
Identità territoriali e regionali
Lo sviluppo di strategie di valorizzazione territoriale è visto come una conseguenza di una fortemente caratterizzata
dalla standardizzazione di prodotti e servizi (Rachào et al., 2019). Le Denominazione di origine protetta (DOP) e le
etichette di indicazione geografica protetta (IGP), per esempio, illustrare come le politiche agrarie europee
operativezzano la conservazione e rafforzamento endogeno enogastronomico (Silva et al., 2018).
Come forma di differenziazione, in un mercato affollato globalizzato, molte destinazioni hanno utilizzato il cibo come
forma di attrazione (Frochot, 2003; Lin et al., 2011). Questo perché l'unicità delle prodotti enogastronomici (Haven-
Tang & Jones, 2008), profondamente radicati in un luogo (Frochot, 2003; Lin 2011), può rafforzare le differenze
culturali tra regioni e paesi (Fox, 2007). Utilizzando tali prodotti endogeni, le destinazioni hanno l'opportunità di
aumentare l'unicità della loro e, inoltre, formulare una proposta di vendita unica (Haven-Tang & Jones, 2008).
I metodi di produzione enogastronomica sono legati a tradizioni gastronomiche che hanno un grande ruolo nel
marcare l'identità regionale dei luoghi (Corigliano, 2015; Hashimoto & Telfer, 2006). Questi metodi di produzione
(vino, latticini, olio d'oliva, tra gli altri) possono anche sostenere lo sviluppo di esperienze enogastronomiche uniche
che i responsabili politici possono collegare con le comunità locali in quanto parte dell'identità di una destinazione
(Lin et al., 2011), e quindi del territorio (Corigliano, 2015).
Caso di studio:
Per questo studio è stato scelto il nord del Portogallo. Con circa 3,6 milioni di abitanti, composti da 86 comuni e
1.426 parrocchie, questa regione rappresenta quasi il 35% della popolazione residente del Portogallo, e circa il 29%
del prodotto interno lordo (PIL) dell'economia nazionale (CCDRN, 2019).
Il Portogallo settentrionale è una destinazione enogastronomica rilevante perché, ad esempio, 21 dei 65 prodotti
portoghesi certificati DOP, provengono da questa regione (DGADR, 2019). Inoltre, la maggior parte dei suoi territorio
è coperto da regioni vinicole delimitate: due regioni principali, vale a dire Douro e Vinho Verde, e due regioni più
piccole, Très-os-Montes e Tàvora-Varosa (Marques & Marques, 2017).
La Valle del Douro è rinomata come luogo di origine del vino di Porto e come il primo regione vinicola regolamentata
nel mondo, dal 1756 (IVDP, 2017). Nel 2001, parte di questa regione, l'Alto Douro Vinhateiro (Valle dell'Alto Douro) è
stato classificato dall'UNESCO come Patrimonio dell'Umanità a causa paesaggio culturale, evolutivo e vivente" (IVV,
2015, p. 118). Per quanto riguarda il Vinho Verde, è il più grande regione delimitata in termini geografici, nonché una
delle più grandi d'Europa, che si estende su oltre 34.000 ettari in tutto il nord-ovest del Portogallo (CVRVV, 2019).
Ospita anche la sottoregione Vinho Verde Alvarinho. La regione del vino delimitata di Très-os-Montes ha una
"origine secolare, essendo intrinsecamente con i bacini di preguglio scavati nella roccia di origine romana e pre-
romana" (ENOTUR, 2016).
RISULTATI (1)
Cooperazione informale
"Cooperazione scarsa e informale", dimostra che i pochi tipi di cooperazione esistenti tra i parti interessate si basano
su relazioni interpersonali e fiducia. Questo studio sostiene così la (2011), Damayanti et al. (2017) e Wang e Xiang
(2007) nozione che l'amicizia lega e la fiducia sono una strategia comune cooperativa interaziendale, in cui le
decisioni vengono prese a livello personale.
Le strategie cooperative (in particolare, i partenariati informali) sono state sviluppate principalmente a livello medio-
alto imprese di grandi dimensioni. Questi includono partnership con aziende specializzate in attività sportive
all'aperto che fornire ai turisti cose da fare nella regione. Questo approccio alla cooperazione sostiene telfer's (2001)
risultati che dimostrano che l'impegno dell'industria vinicola per il turismo è in parte legato all'età la cantina e la
disponibilità di risorse finanziarie.Il ruolo chiave della governance pubblica risiede nell'ambito della
gestione/sostegno del coinvolgimento delle parti interessate per una destinazione turistica enogastronomica di
successo. Questa struttura di governance, discussa di Wang e Xiang (2007), che hanno suggerito che le parti
interessate possano superare i problemi di collaborazione e il coordinamento sul mercato attraverso una modalità di
governance gerarchica/pubblica, è stato rafforzato risposte dei partecipanti.
Concorrenza e conflitti
Interrogati su potenziali conflitti e concorrenza, gli intervistati, in particolare quelli hanno mostrato diverse posizioni
sull'argomento, illustrando diverse realtà tra le regioni vinicole.
Le parti interessate di Vinho Verde concordano sul fatto che la concorrenza non è ancora sufficiente in quanto si
trovano in un sviluppo del turismo enogastronomico.
D'altra parte, nei conflitti nella regione di Très-os-Montes tra le parti interessate sono molto comuni e sono di solito
risolti e/o gestiti da organizzazioni e associazioni locali senza scopo di lucro, agendo come Mediatori. Tuttavia, alcune
imprese locali stanno iniziando a cooperare riconoscano la necessità di offrire un un'offerta più integrata di turismo
enogastronomico.
Identità regionali
Gli intervistati hanno riconosciuto che il patrimonio gastronomico è un attributo importante Identità. I prodotti
agricoli come mandorle, olive, funghi, la produzione animale (agnello), e il loro uso nelle ricette alimentari
tradizionali sono stati sottolineati.
Le tre destinazioni enogastronomiche hanno anche paesaggi naturali come punti di attrazione. Infatti, il peculiarità
del paesaggio della Valle del Douro ha portato alla classificazione del patrimonio mondiale da parte dell'UNESCO.
"Abitanti locali" è stato il terzo attributo più citato.
GIAPPONE
Cucina identità e turismo alimentare (1) (kim e iwashita, 2016)
Il turismo alimentare ha una lunga tradizione in Giappone, ed è uno dei motivi principali per i viaggi nazionali,
paragonabile alla tradizione di visitare Nsen (sorgenti termali). Due fattori determinanti della lunga tradizione del
turismo alimentare giapponese sono la cultura del meibutsu e le variazioni stagionali
La cultura del meibutsu comprende l'idea che le cose famose siano associate ad un luogo locale e ad una cultura… La
variazione stagionale è il fattore che fa considerare ai potenziali turisti quali sono i piatti migliori da mangiare e dove
potrebbero trovare tali piatti. Pertanto, storicamente, i turisti giapponesi hanno considerato l'esperienza meibutsu
come un must quando si visita una particolare località. In risposta a questa tendenza, è diventata pratica comune per
i tour operator e le agenzie di viaggio di offrire una varietà di pacchetti gurume Tabi (viaggio gourmet), spesso in
combinazione con visite a un alloggio Onsen e ryokan (locanda in stile giapponese).
Inoltre, l'alta cucina tradizionale giapponese, come i piatti a più portate Kaiseki e i piatti premium come il sukiyaki e il
teppanyaki, è un aspetto della cultura culinaria e gourmet del Giappone. Allo stesso tempo, il termine Bii-kyu
gourmet (B-rank) è diventato di recente un termine popolare in Giappone, e si riferisce a piatti casuali e poco costosi
di un tipo non gourmet che sono ancora apprezzati per il loro sapore. Le stazioni ferroviarie vendono anche molti
snack e dolci che sono speciali per i loro distretti come marcatori della loro cultura meibutsu. Pubblicizzati come
prodotti dell'edizione locale, usano le specialità locali come ingredienti o hanno qualche collegamento con eventi
culturali e costumi locali. La maggior parte delle regioni a livello nazionale hanno una sorta di gotochi gourmet; sia
piatti tradizionali locali chiamati Kyodo Ryori, e piatti di recente invenzione. Diffondere gotochi gourmet aiuta a
rivitalizzare un'area, e rafforza i legami tra i residenti locali. a produzione di udon noodles e l'ossessione giapponese
con loro è un fenomeno sociale e culturale in Giappone. Dal momento che gli alimenti tradizionali come patrimonio
immateriale non sono spesso registrati in documenti scritti, ma sono sostenuti attraverso espressioni orali di
generazione in generazione (UNESCO, 2003), non c'è una sola definizione e ricetta concordata per gli udon noodles.
Tuttavia, l'udon è comunemente conosciuto come uno dei tre principali piatti di pasta giapponese ed è un alimento
base della cucina e della cultura alimentare giapponese. Udon è una pasta bianca spessa fatta di farina di grano,
acqua e sale. È un colore cremoso e ha una consistenza morbida, elastica e aspetto lucido. Le tre regioni di noodle
udon più ampiamente riconosciute in Giappone sono Kagawa (Sanuki Udon), Gunma (Mizusawa Udon) e Akita
(Inaniwa Udon). Gunma è una regione chiave per il turismo udon, con 1006 aziende che servono piatti udon o soba
noodle nel 2009. La prefettura di Gunma ha quasi raddoppiato il numero di negozi udon/soba per 10.000 persone
rispetto alla media nazionale di 2,5 (Matsushita, 2011). A questo proposito, l'Ufficio del turismo del governo della
prefettura di Gunma (2012) ha sottolineato l'importanza dell'udon come prodotto regionale, il suo posto
nell'identità della regione e il suo contributo al turismo locale, suggerendo che gli udon saporiti possono essere
goduti dovunque in Gunma'. L'origine degli udon noodles nella regione deriva da due negozi di udon (Tamaruya e
Shimizuya) che aprirono durante il periodo Tensho (1573-1592) per servire i visitatori del Tempio di Mizusawa,
fondato più di 1000 anni fa. Tamaruya si identifica come l'originatore di Mizusawa Udon', mentre Shimizuya si
definisce il fondatore di Mizusawa Udon'. Mizusawa Udon è noto per essere leggermente più spessa di altri udon
tagliatelle, ma molto liscia e soda.
Nel 1960, molti nuovi ristoranti aperti nella regione e ha iniziato a servire Mizusawa Udon. Nel 2004, i negozi di udon
nella regione di Mizusawa iniziarono a lavorare insieme per mantenere il marchio Mizusawa Udon come centrale per
lo sviluppo della zona. Hanno organizzato un'associazione di negozi udon, utilizzando il marchio registrato di
Mizusawa Udon, che consisteva di 13 negozi, sia vecchi che nuovi. Nello stesso anno, hanno pubblicato un volantino
con Mizusawa Udon come uno dei noodles udon più famosi in Giappone che includeva una mappa delle posizioni dei
negozi; questo è stato utilizzato come strumento di marketing turistico per Mizusawa Udon. Mizusawa Udon è da
allora diventata una delle storie di successo del branding regionale e dell'identità, ed è stata fortemente associata a
sviluppi positivi nel turismo regionale. In effetti, diversi studi precedenti hanno già evidenziato come ristoranti locali
negozi alimentari, cantine e aziende agricole sono stati considerati le principali attrazioni turistiche (Hall, Sharples,
Mitchell, Macionis, & Cambourne, 2003; Sparks, Bowen, & Klag, 2003).
I noodles di Mizusawa Udon e i 13 negozi di Mizusawa Udon sono considerati la principale attrazione turistica del
patrimonio alimentare della regione; essi modellano e costruiscono l'identità regionale e locale come valore centrale
del suo senso distintivo del luogo e come attrazione turistica.
Un forte senso del patrimonio alimentare culturale come manifestazione di un'identità regionale e principale
elemento motivante e caratterizzante delle esperienze dei turisti (1)
L'identità di un luogo è costruita dall'incontro immediato dei turisti con i suoi beni materiali o ambienti fisici, come il
suo stile architettonico, segnaletica e punti di riferimento (Lew, 1989; Shamsuddin & Ujang, 2008). In questo caso, lo
stile architettonico tradizionale giapponese dei negozi udon, con la loro segnaletica Mizusawa Udon' in caratteri
antichi, è una caratteristica distintiva del villaggio che crea un senso unico di identità del luogo per i turisti. Questo è
rafforzato da due dei più antichi negozi Mizusawa Udon, Tamaruya e Shimizuya, che vantano una storia di oltre 400
anni di udon-making, e della continuità delle pratiche uniche di servire e mangiare della regione. Questi ristoranti e
le loro modalità di funzionamento contribuiscono alle importanti manifestazioni fisiche e intangibili della storia e
della cultura del villaggio di Mizusawa Udon.
Oltre a osservare il processo tradizionale di fare udon - dalla pasta ai noodles udon freschi appesi su essiccatori di
legno molto vecchi - i turisti hanno incontrato vecchie fotografie storiche, articoli di giornali scritti e altri documenti
antichi attaccati alle pareti dei negozi udon. Tutti questi sono stati considerati testimonianze storiche, culturali e
fisiche distintive che hanno rappresentato i valori fondamentali dell'identità regionale, che è stata associata a un
forte senso di udon-making tradizionale per oltre 400 anni.
Un forte senso del patrimonio alimentare culturale come manifestazione di un'identità regionale e principale
elemento motivante e caratterizzante delle esperienze dei turisti (2)
Poiché i paesaggi e le identità culturali di un luogo sono costituiti da complesse combinazioni di elementi culturali
tangibili e intangibili, comprese idee e valori, gli elementi immateriali del patrimonio alimentare possono essere
considerati anche elementi chiave, o attributi, della regione di Mizusawa Udon che motiva i turisti giapponesi a
visitare la regione. Questo patrimonio alimentare intangibile può essere riassunto in due modi: (1) la continuità fisica
e psicologica dei modi tradizionali di fare udon da una generazione alla successiva (p.es. ricette, ingredienti e modi
alimentari dei migliori udon noodles, ricette non scritte ed espressioni orali) e (2) l'orgoglio dei proprietari del
negozio per i loro prodotti. Il continuo impegno per mantenere e sostenere l'identità regionale attraverso la
continuazione del suo patrimonio alimentare regionale (ad es. ricette, ingredienti e sapori invariati) è fondamentale
per le motivazioni dei turisti da visitare. Tale prospettiva sul patrimonio alimentare sfida la percezione che il turismo
può distruggere le risorse culturali e le identità di una regione attraverso il suo approccio dicotomico all'autenticità e
alla mercificazione; nel caso della regione di Mizusawa Udon, è il turismo regionale e i turisti che contribuiscono alla
conservazione delle tradizioni culinarie, della cultura, della storia e del patrimonio e sostengono le imprese locali di
udon.
Significati simbolici e valori del consumo di udon noodle patrimonio e una maggiore auto-identità
I partecipanti hanno dichiarato collettivamente che, come cibo tradizionale giapponese, gli udon freschi fatti a mano
non solo sono incisi sui ricordi del popolo giapponese, ma sono anche considerati una metafora che può essere
utilizzata per migliorare la propria identità.
Questi turisti vedono Mizusawa Udon noodles come una metafora importante sia per il collettivo giapponese e
l'identità di sé che è stato parzialmente messo in pericolo dal processo di modernizzazione in Giappone. Questo è il
motivo per cui la stretta relazione tra le manifestazioni di identità e la vita di tutti i giorni è evidenziata; si ha un
senso di chi si è e dei propri valori prestando maggiore attenzione a ciò che gli individui fanno, pensano, sentono e
mangiano.
LEZIONE 27 28 28 MAGGIO 2020
Slow food (nilsson et al, 2011)
Nel 1986, un gruppo di intellettuali italiani allestirono un lungo tavolo vicino alla scalinata spagnola nel centro di
Roma, servendo cibo tradizionale italiano ai romani di passaggio e ai turisti. La ragione per l'occasione è stata
l'apertura di un ristorante Mcdonald’s nelle vicinanze. Lo scopo della manifestazione non era solo di protestare
contro Mcdonald’s, ma anche di presentare un'alternativa al cibo globalizzato prodotto in massa.
Questa manifestazione è stata salutata come il punto di partenza del movimento Slow Food, che oggi conta circa
100.000 membri individuali in oltre 130 paesi (Petrini, 2001; homepage Slow Food, 2009). Il nome Slow Food,
giocosa antitesi al fast food, e il suo simbolo la lumaca, sono oggi abbastanza noti tra le persone interessate alla
gastronomia. Il movimento Slow Food si definisce un movimento ecologico e gastronomico; il profilo principale delle
sue attività è quello di promuovere l'eco-gastronomia. È anche un movimento culturale che cerca di contrastare lo
sviluppo contemporaneo verso uno stile di vita sempre più veloce. Il movimento Slow Food ha, in parole povere, tre
campi d'azione principali:
- conservazione delle tradizioni gastronomiche e della diversità biologica;
- promozione della creazione di reti tra piccoli produttori e tra produttori e consumatori;
- migliorare la conoscenza del consumatore in materia di alimenti, gusto, alimentazione e ambiente (Malatesta,
Weiner, & Yang, 2005; Parkins & Craig, 2006; Petrini, 2001).
Slow food secondo slow food (1)
Che cos’è Slow Food
Slow Food è una grande associazione internazionale no profit impegnata a ridare il giusto valore al cibo, nel rispetto
di chi produce, in armonia con ambiente ed ecosistemi, grazie ai saperi di cui sono custodi territori e tradizioni locali.
Ogni giorno Slow Food lavora in 150 Paesi per promuovere un’alimentazione buona, pulita e giusta per tutti.
Oggi Slow Food conta su una fitta rete di soci, amici e sostenitori in tutto il mondo grazie e con i quali:
Difendiamo il cibo vero
Un cibo che cessa di essere merce e fonte di profitto, per rispettare chi produce, l’ambiente e il palato!
Promuoviamo il diritto al piacere per tutti
Con eventi che favoriscono l’incontro, il dialogo, la gioia di stare insieme. Perché dare il giusto valore al cibo, vuol
dire anche dare la giusta importanza al piacere, imparando a godere della diversità delle ricette e dei sapori, a
riconoscere la varietà dei luoghi di produzione e degli artefici, a rispettare i ritmi delle stagioni e del convivio
Ci prepariamo al futuro
Che ha bisogno di terreni fertili, specie vegetali e animali, meno sprechi e più biodiversità, meno cemento e più
bellezza. Conoscere il cibo che si porta in casa, può aiutare il pianeta. Ecco perché Slow Food coinvolge scuole e
famiglie in attività ludico didattiche, tra cui gli orti nelle scuole e i 10 000 orti in Africa
Valorizziamo la cultura gastronomica
Per andare oltre la ricetta, perché mangiare è molto più che alimentarsi e dietro il cibo ci sono produttori, territori,
emozioni e piacere
Favoriamo la biodiversità e un’agricoltura equa e sostenibile
Dando valore all’agricoltura di piccola scala e ai trasformatori artigiani attraverso il progetto dei Presìdi Slow Food, e
proteggendo i prodotti a rischio di estinzione con l’Arca del Gusto
La nostra storia
Movimento per la tutela e il diritto al piacere
Nata Arcigola e fondata in Piemonte nel 1986 da Carlo Petrini, Slow Food diventa internazionale nel 1989 come
«Movimento per la tutela e il diritto al piacere» e un manifesto d’intenti che pone l’associazione come antidoto alla
«Follia universale della “fast life”» e «Contro coloro, e sono i più, che confondono l’efficienza con la frenesia, [a cui]
proponiamo il vaccino di un’adeguata porzione di piaceri sensuali assicurati, da praticarsi in lento e prolungato
godimento». Si iniziava dalla tavola, dal piacere garantito da convivialità, storia e cultura locali, per arrivare a una
nuova gastronomia che presuppone anche una nuova agricoltura dove la sostenibilità (ambientale e sociale) è
imprescindibile. Oggi rinnoviamo la fiducia nel diritto al piacere che ci ha portati a salvaguardare biodiversità e
tradizioni, a educare al gusto e all’alimentazione consapevole, a organizzare il Salone del Gusto e Terra Madre, il più
grande appuntamento internazionale dedicato al cibo, a fondare l’Università di Scienze Gastronomiche e a tessere la
tela della grande rete delle Comunità del cibo di Terra Madre.
Una prima esplicita dichiarazione d’intenti arriva con la nascita di Slow Food Editore che nel 1990 pubblica il best
seller della nostra casa editrice: Osterie d’Italia, sussidiario del mangiarbere all’Italiana, che ancora oggi ci guida alla
scoperta della migliore tradizione gastronomica del nostro Paese. Intanto l’organizzazione cresce: nello stesso anno
con il congresso di Venezia si costituisce ufficialmente l’associazione Slow Food e gli anni successivi arrivano le sedi di
Berlino (1992) e Zurigo (1993).
Dal 1994 si lavora a più non posso: con Milano Golosa si sperimentano i primi Laboratori del Gusto, una formula a
quei tempi avanguardistica per imparare, degustare e scoprire prodotti e divertendosi. La prima edizione del Salone
Internazionale del Gusto (a novembre 1996) si rivela una bellissima festa, occasione, tra l’altro, per presentare l’Arca
del Gusto, il grande catalogo mondiale che raccoglie i sapori tradizionali che stanno scomparendo. Con il convegno
Dire fare gustare si apre il progetto di educazione alimentare e del gusto di Slow Food e nello stesso anno,
inauguriamo a Bra (Cn), la prima edizione di Cheese – Le forme del latte, la rassegna biennale internazionale
dedicata ai formaggi e che ogni due anni accoglie e riunisce centinaia produttori italiani e stranieri che grazie a
Cheese hanno costruito una fitta rete di relazioni.
Diventiamo ecogastronomi
Intanto va sviluppandosi quella sensibilità ambientale che negli anni darà nuova linfa, contenuti e idee
all’associazione, perché «Per dirla tutta: un gastronomo che non ha sensibilità ambientale è uno stupido; ma un
ecologista che non ha sensibilità gastronomica è triste nonché incapace di conoscere le culture su cui vuole operare.
Meglio l’ecogastronomia dunque» dichiara Carlo Petrini in Buono, pulito e giusto (Einaudi, Torino 2005) inaugurando
una nuova prospettiva con cui guardare il sistema di produzione alimentare. «Le culture tradizionali hanno creato un
patrimonio gigantesco di ricette, preparazioni, trasformazioni dei cibi locali o di facile accesso. Anche nelle zone del
mondo più colpite dalla malnutrizione. Questi saperi gastronomici sono strettamente connessi con la biodiversità e
rappresentano sia il modo per utilizzarla, sia il modo per difenderla. In più danno piacere, organolettico e anche
intellettuale, perché simbolo di una cultura identitaria.»
È il 2000 quando prende il via il progetto dei Presìdi Slow Food, interventi mirati per salvaguardare o rilanciare
piccole produzioni artigianali e tradizionali a rischio di estinzione. Un programma supportato dalla prima edizione
(Bologna 2000) del Premio Slow Food per la difesa della biodiversità, in un percorso che ha come traguardo la
Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus nata nel 2003 per sostenere Presìdi Slow Food e l’Arca del Gusto.
Oggi la Fondazione è capofila dei tanti progetti Slow Food pensati per difendere e supportare sovranità alimentare e
biodiversità. L’impegno politico continua e in Slow Food lancia la campagna No Gm Wines, contro la
commercializzazione in Europa di viti transgeniche, e stila il Manifesto in difesa dei formaggi a latte crudo. Il percorso
di educazione si potenzia con il varo dei Master of Food, corsi di educazione sensoriale pensati per gli adulti e con la
decisione del quarto congresso internazionale (Napoli 2003) di lavorare affinché ogni Convivium, le sedi locali
dell’associazione nel mondo, possa progettare l’avvio di School Gardens.
Mercati alimentari urbani, usi turistici e sostenibilità (1) (Crespi-Vallbona et al, 2017)
Attualmente, le città competono per attirare nuove attività, più turisti, nuovi residenti. Uno degli strumenti di questa
corsa è la cultura locale (Richards, 1996; Urry, 1990). Tra i punti salienti della gastronomia (Bourdieu, 1984; Hjalager
& Richards, 2003).
Per essere riconosciuti in tutto il mondo, i mercati alimentari devono essere autentici, genuini e locali. Il cibo svolge
un ruolo importante nelle attività quotidiane (sia per i turisti che per i residenti) ed è anche un pilastro della
creazione di identità locale e quindi della specificità culturale che è attraente per gli stranieri. L'industria alimentare
offre grandi opportunità di sviluppo turistico (Richards, 2012; Stanley & Stanley, 2015).
Inoltre, i turisti si sono evoluti dalla loro tradizione turistica contemplativa alla sperimentazione in cui sono inclusi la
creatività e lo stile di vita della comunità locale. Di conseguenza, le esperienze culinarie sono la tendenza attuale.
Tuttavia, c'è una tensione e un equilibrio da raggiungere, tra i due usi: tra essere attraenti per i visitatori provenienti
da luoghi e culture diverse del mondo, pur mantenendo l'identità e le caratteristiche locali e rispondendo alle
esigenze degli attuali residenti. Questo è descritto come standardizzazione rispetto identità locale (Edensor, 2008).
In questa linea, i mercati alimentari urbani appaiono come un tipo di risorsa turistica e strumento di rigenerazione
dei centri urbani. Sono icone per promuovere l'immagine della città.
Quando i mercati alimentari diventano icone turistiche, corrono alcuni rischi. Il rischio più evidente dei mercati
alimentari è quello di diventare mercati turistici, cioè spazi con una mancanza di autenticità che vengono visitati solo
dai turisti e ignorati dai residenti. Pertanto, la sfida di qualsiasi organizzazione di gestione della destinazione (DMO) è
quella di cercare e preservare la compatibilità dei mercati alimentari con la loro dualità di usi e utenti.
Come ha affermato Crespi-Vallbona e Domànguez-Pérez (2016, p. 404) "i mercati alimentari sono spazi eccezionali
pieni di storia e cultura di un territorio, dei gusti e delle abitudini alimentari degli abitanti di una destinazione". Sono
quindi icone significative nelle città cosmopolite contemporanee come luoghi di scambio interculturale, di
appartenenza quotidiana e di cittadinanza (Crespi-Vallbona & Dimitrovski, 2017). Sono luoghi in cui le persone
convergono per acquistare e vendere cibo, condurre affari, condividere notizie e impegnarsi in varie pratiche sociali,
culturali, economiche e ricreative. Di conseguenza, la tendenza al turismo culturale (Keller, 2005) ha colpito anche i
mercati alimentari tradizionali. L'interesse turistico nei mercati alimentari urbani è dovuto a questa tendenza
culturale e alle richieste dei visitatori, proprio come affermano Crespi-Vallbona e Dominguez-Perez (2016, p. 402).
In questo senso, la cucina di alta qualità o i prodotti alimentari locali distintivi svolgono un ruolo importante (Hage,
1997; Hashimoto & Telfer, 2006; Ilbery, Kneafsey, Bowler, & Clark, 2003). Anche i mercati alimentari lo fanno
(Crespi-Vallbona & Dominguez-Perez, 2016). Infatti, come si dice, gli alimenti locali hanno un interesse
particolarmente evidente tra i turisti perché sono considerati prodotti di punta che catturano la natura tipica e
identitaria di un luogo particolare (Bessière, 1998; Urry, 1990), dove la popolazione locale sviluppa le sue
caratteristiche culturali, che a loro volta possono essere viste e condivise dai visitatori.
Qui, i mercati alimentari svolgono un ruolo rilevante, principalmente quelli che sono classificati come mercati
alimentari sostenibili secondo la tipologia di Crespi-Vallbona e Dom'nguez-Pérez (2016). Questi mercati alimentari
sostenibili dispensano beni gourmet ed ecologici, così come generi alimentari tradizionali, sani e di qualità, si trovano
principalmente nel centro delle città, e forniscono anche tempo libero e cultura, in linea con i nuovi stili di vita dei
residenti della classe media urbana e dei turisti. La tipologia dei mercati alimentari sostenibili si riferisce solo ai
mercati al coperto; quelli che si trovano in strada, senza strutture del tetto, sono esclusi. L'edificio del mercato ha
anche un interesse artistico e storico.
I mercati alimentari diventano quindi motori dello sviluppo urbano sostenibile (Costa et al., 2015, p. 19) e appaiono
come un nuovo tipo di risorsa e strumento per la rigenerazione dei centri urbani (Dimitrovski & Crespi-Vallbona,
2017). Inoltre, l'ascesa del turismo gastronomico e delle missioni dei viaggiatori per trovare esperienze memorabili
(Hashimoto & Telfer, 2006; Okumus, Kock, Scantlebury, & Okumus, 2013), portano ai cosiddetti "amanti del mercato
alimentare". Si tratta di una nuova sottocategoria di viaggiatori alimentari: i turisti che trascorrono con entusiasmo
una parte del loro tempo di vacanza visitando questi stabilimenti urbani e alla ricerca di esperienze di mercato
alimentare urbano (Crespi-Vallbona & Dimitrovski, 2016, p. 853).
Anche se i mercati alimentari possono fungere da ambienti turistici e offrire l'esperienza idiosincratica locale, ci sono
alcuni segnali premonitori legati alla loro conversione in spazi impersonali o "senza luoghi" senza differenziazione tra
di loro: diventando un altro disneyfied (zukin, 1998) o museoificato (Claval, 1992) parte della città, e quindi, parte
dell'omogeneizzazione di tutti gli spazi urbani, che comporta coerenza visiva a tema, dissoluzione di particolari
contesti urbani, e una panoramica generalizzata. Si tratta di un rischio evidenziato delle conseguenze della
globalizzazione.
La sfida attuale è quella di fornire luoghi turistici pieni di cultura e gastronomia locale, senza andare oltre i limiti
della sostenibilità, rendendo questi luoghi un prodotto ad hoc per il turista, senza perdere la loro identità
vernacolare. Questo difficile equilibrio tra i due componenti si concentra sul modo in cui i luoghi vengono percepiti,
utilizzati e gestiti (Baerenholdt, Haldrup, Larsen, & Urry, 2004).
The case study of the Boqueria food market in Barcelona (Spain) (Crespi-Vallbona et al, 2017)
Il mercato alimentare Boqueria di Barcellona si trova sui Rambles, uno dei viali più turistici della città. È designato
come un'attrazione turistica da non perdere in diversi siti web, guide, brochure turistiche, blog personali, ecc. ed è
classificato come un mercato alimentare sostenibile a causa della sua dualità di usi e utenti.
Il pubblico che frequenta questa attrezzatura è la popolazione di Barcellona e turisti. In ogni caso, il calcolo del
numero esatto di visitatori è complesso e non può essere stabilito con precisione. Il Boqueria è un mercato coperto,
ma completamente aperto, quindi non è possibile sapere quale numero di utenti accede regolarmente a questa sala
senza distinguere tra residenti e turisti. Tuttavia, i gestori di mercato stimano che il venerdì e il sabato 2000 persone
visitano il mercato al giorno. Questo importo sale a 5000 il lunedì da aprile a ottobre con i passeggeri delle navi da
crociera. L'afflusso di visitatori è così grande che a volte è difficile per i residenti di fare i loro acquisti, per i venditori
di vendere e per i turisti di visitare il mercato.
Su un totale di 257 bancarelle della Boqueria, l'85% serve beni tradizionali: carne, pesce, frutti di mare, frutta e
verdura, ecc. Il restante 15% offre prodotti focalizzati sul turismo, come i pasti pronti; succhi di frutta; vassoi di pezzi
di frutta già tagliati; cioccolatini, ecc. Queste bancarelle si concentrano sulle merci turistiche si trovano nelle prime
tre navate vicino alle Ramblas (l'ingresso principale); le offerte sono scritte in inglese e catalano o spagnolo, dal
momento che la struttura è stata rinnovata e modernizzata, e i dipendenti sono di solito giovani con competenze
linguistiche straniere. Sono quindi più visibili. Di conseguenza, è stato introdotto un limite di cambiamento
accettabile (LAC) (15%) identificare una soglia ottimale di tolleranza turistica e contenimento dell'impatto
(Middleton & Hawkins, 1998) e rallentare la turisticarizzazione o la disneyficazione del mercato alimentare (umkin,
1995, 1998).
Per quanto riguarda le attività culturali e ricreative che servono come rivendicazione e stimolano anche la
partecipazione dei cittadini, la Boqueria ha, al primo piano dell'edificio, uno spazio per attività culturali, corsi di
cucina gourmet e laboratori sia per residenti che per visitatori. Uno dei punti salienti del mercato è il suo interesse
artistico e storico che dà caratteristiche di identità alla popolazione locale e funge da attrazione per i turisti. Anche se
l'edificio stesso non è stato dichiarato un sito culturale di interesse nazionale, l'ingresso principale e alcune delle sue
bancarelle sono in stile modernista, e il corpo architettonico che ripara il mercato secondo parametri neoclassici, ha
un interesse artistico e storico sia per i turisti che per i residenti.
Il successo della Boqueria risiede nella sua posizione nel centro turistico della città e nel suo adattamento ai nuovi
utenti. La sua classificazione come mercato sostenibile è dovuta alla sua compatibilità di usi che devono essere
garantiti in futuro. Il mercato della Boqueria rimane ancora un mercato sostenibile. Tuttavia, offre due mondi diversi.
Stabilimenti situati nei primi tre corridoi vicino alle Ramblas (l'ingresso principale) vivono il turismo. I navate
posteriori e laterali seguono il modello di un mercato locale tradizionale. La pressione turistica sul mercato globale
rappresenta il 15%, la soglia massima, come proposto dal LAC (dopo Middleton & Hawkins, 1998). Ma la percezione
di questo da parte degli utenti residenti è maggiore, alimentando animosità e malcontento nei confronti dei turisti a
causa della congestione nei navate, del superamento della capacità di trasporto e dell'aumento dei prezzi delle
merci. In relazione all'aumento dei prezzi delle merci, va notato che questi aumenti si verificano principalmente solo
in quei 15% degli stabilimenti focalizzati sui turisti.
Ma senza dubbio la Boqueria resiste al deterioramento a causa dell'afflusso di turisti. E nonostante di loro (o a causa
di loro), gli stabilimenti tradizionali esistono, adattandosi alle mutevoli esigenze di questi consumatori, con spiedini
di pesce fritto, coni di carta con fette di prosciutto serrano o iberico, succhi di frutta naturali, ecc. Questa nuova,
buona preparazione e presentazione garantisce ai venditori una generosa percentuale del loro fatturato totale.
Inoltre, le abitudini di acquisto della società urbana moderna sono cambiate: il pasto di mezzogiorno non è più fatto
a casa; l'acquisto di generi alimentari nei giorni feriali è limitato a un raggio di 400 metri a piedi, e quindi le persone
di solito fanno acquisti nei supermercati e di solito preferiscono il cibo pronto per non dover cucinare.
In conclusione, è necessaria un'ordinanza specifica per la Boqueria per mantenere la sostenibilità e la compatibilità
degli usi e degli utenti. È anche necessario per sopravvivere nel gruppo dei mercati sostenibili. Uno dei suoi indicatori
negativi è il limite di cambiamento accettabile, e l'altro è il flusso massimo di persone, che viene superato in
determinati momenti della giornata e in stagioni specifiche. Per correggere il primo indicatore negativo, è necessaria
una specifica ordinanza che regoli l'adattamento di Boqueria alla nuova realtà degli utenti al fine di mantenere la
compatibilità esistente degli usi. L'altro indicatore gravemente negativo ha a che fare con la capacità massima di
carico che il mercato può ospitare. Secondo le stime, nei giorni poveri, circa 1000 persone visitano la sala del cibo; e
5000 turisti durante le giornate più generose. Poi, la folla, la congestione e la saturazione si manifestano.