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LEZIONE 5/6 MARZO 2020

ESCURSIONISMO, TURISMO, MOTIVAZIONI, TRA TEORIA, REALTA’ E DIFFICOLTA’ DEFINITORIE


Il termine turismo deriva dalla cultura moderna, è figlio dell’industrializzazione e, quindi, di quelle culture europee
che per prime l’hanno sperimentata. Si tratta di un termine che è stato introdotto nella cultura e nella lingua italiana
all’inizio del ‘900 ed è una traduzione del francese tourisme (termine comparso nel 1841, secondo Treccani) ; il
francese tourisme proviene dall’inglese tourism ( termine comparso nel 1811, secondo Treccani).
In tutte le 3 lingue, la base è Tour (termine francese che significa giro, viaggio, percorso). In simmetria con il termine
tour c’è il verbo francese tourner (girare). Il termine turismo entra in epoca dopo la rivoluzione industriale e quindi in
anni diversi in quanto l’industrializzazione avviene prima in Inghilterra , Francia e poi Italia.
Es Tour: Grand Tour (600-800) viaggi fatti da persone benestanti.
La radice del termine deriva dal latino tornum (tornio)che presuppone l’atto del girare. La radice comune del
termine, quindi, è la stessa del verbo latino tornare (girare).
Panzini (1905) definisce il turismo come ‘far gite, escursioni, viaggi, per svago o per scopo istruttivo’ ;
Zingarelli (2008) conferma: ‘attività consistente nel fare gite, escursioni, viaggi , per svago o a scopo istruttivo’.

DEFINIZIONE DELL’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DEL TURISMO (OMT-WTO): fa riferimento all’attività di


coloro che viaggiano e soggiornano in luoghi diversi dal proprio ambiente abituale per almeno una notta e per un
periodo non superiore a un anno consecutivo per svago , lavoro e motivi diversi dall’esercizio di un’attività
remunerativa all’interno dell’ambiente visitato.
Secondo questa definizione quindi un individuo che si trovi al di fuori del proprio domicilio abituale potrà essere
definito turista se il periodo del suo soggiorno è compreso tra 24 ore e un anno , mentre invece si tratterrà di un
migrante se il periodo è superiore a un anno.
1° ELEMENTO CHIAVE: il turismo fa riferimento alle persone non solo al viaggio. Non si è turisti se si fa una gita o
escursione, ma serve un soggiorno.
2° ELEMENTO CHIAVE: ambiente/luogo abituale di residenza. Facciamo riferimento a persone che si spostano dalla
propria residenza.
3° ELEMENTO CHIAVE: pernottamento. Se si aggiorna di meno di 24 ore l’azione non può chiamarsi turismo.
4° ELEMENTO CHIAVE: motivazione. Svago, lavoro perché non è un’attività remunerativa.
WORLD TOURISM ORGANIZATION (WTO)
-TURISMO: è un fenomeno sociale , culturale ed economico che comporta il movimento di persone verso paesi o
luoghi al di fuori del loro ambiente abituale per scopi professionali personali o aziendali. Queste persone sono
chiamate visitatori (che possono essere turisti o escursionisti ; residenti o non residenti) e il turismo ha a che fare
con le loro attività, alcune delle quali implicano spese per il turismo.
-VISITATORE: è un viaggiatore che effettua un viaggio verso una destinazione principale al di fuori del suo ambiente
abituale/o, per meno di un anno, per qualsiasi scopo principale (affari, tempo libero o altro scopo personale) diverso
da quello di essere impiegato da un'entità residente nel paese o luogo visitato. Un visitatore ( nazionale, in entrata o
in uscita) è classificato come un turista (o visitatore durante la notte), se il suo viaggio include un pernottamento, o
un visitatore stesso giorno (o escursionisti) altrimenti.
La distinzione tra residenti o non : se facciamo un viaggio in un altro paese siamo non residenti, se lo facciamo
all’interno dell’Italia siamo residenti.
ISTAT
-TURISTA: chi si reca in un luogo diverso da quelli solitamente frequentati (ambiente abituali) e trascorre almeno una
notte nel luogo visitato.
-TURISMO: le attività delle persone che viaggiano e alloggiano in luoghi diversi dall’ambiente abituale , per non più di
un anno consecutivo e per motivi di vacanze, affari e altro. E’ pertanto escluso il pendolarismo per lavoro, studio o
per obblighi di famiglia. La durata minima dello spostamento è di 24 ore o di un pernottamento e discrimina
l’escursionismo (meno di 24 ore e nessun pernottamento) dal turismo. Dal turismo sono altresì esclusi i movimenti
migratori, anche stagionali, i trasferimenti di residenza (anche se temporanei), inclusi i trasferimenti dei diplomatici e
dei militari (e delle loro famiglie) , nonché i movimenti dei rifugiati, dei nomadi ecc…
EUROSTAT-ISTAT
-MIGRANTE INTERNAZIONALE A LUNGO TERMINE: è una persona che si trasferisce in un paese diverso da quello
della sua/ sua residenza abituale per un periodo di almeno un anno (12 mesi), in modo che il paese di destinazione
diventa effettivamente il suo nuovo paese di residenza abituale.
OECD (ORGANISATION FOR ECONOMIC CO-OPERATION AND DEVELOPMENT)
-MIGRANTE DI LUNGO PERIODO: persona che si trasferisce in un paese diverso da quello di sua residenza abituale
per un periodo di almeno un anno (12 mesi), in modo che il paese di destinazione diventi effettivamente il suo nuovo
paese di residenza abituale dal punto di vista del paese di partenza , la persona sarà un emigrante di lungo periodo e
da quello del paese di arrivo, la persona sarà un immigrato di lungo periodo.
IOM (INTERNATIONAL ORGANIZATION FOR MIGRATION)
-MIGRAZIONE: movimento di una persona o di un gruppo di persone attraverso una frontiera internazionale o
all'interno di uno Stato. Si tratta di un movimento di popolazione, che comprende qualsiasi tipo di movimento di
persone , qualunque sia la sua lunghezza , composizione e le cause; comprende la migrazione dei rifugiati , sfollati,
migranti economici , e persona in movimento per altri scopi, tra cui il ricongiungimento familiare.
UN (UNITED NATION)
-IMMIGRATO INTERNAZIONALE DI LUNGA DURATA/EMIGRANTE DI LUNGA DURATA: persona che si muove in un
paese diverso da quello di sua residenza abituale per un periodo di almeno un anno (12 mesi) in modo che il paese di
destinazione diventi effettivamente il suo nuovo paese di residenza abituale . Dal punto di vista del paese di partenza
la persona sarà un emigrante di lungo periodo e da quello del paese di arrivo la persona sarà un immigrato di lungo
periodo.
-IMMIGRATO INTERNAZIONALE DI BREVE DURATA/ EMIGRANTE DI BREVE DURATA: una persona che si trasferisce in
un paese diverso da quello di sua residenza abituale per un periodo di almeno tre mesi ma inferiore a un anno (12
mesi), tranne nei casi in cui il movimento verso tale paese è a scopo di svago, vacanze, visite ad amici e parenti,
affari, cure mediche o pellegrinaggio religioso. Ai fini delle statistiche internazionali sulla migrazione, il paese di
residenza abituale dei migranti di breve durata è considerato il paese di destinazione durante il periodo che vi
trascorrono.
LA MOBILITA’ UMANA COME NUOVO PARADIGMA INERPRETATIVO E TEORICO
Nella società moderna c’erano dei paesi che non potevano offrire a
tutto il popolo le stesse risorse (ponte sx) e spingevano parte di esso
verso altri paesi (parte dx) capaci di attrarre e accogliere popolazioni in
quanto avevano migliori condizioni di vita ed economiche. Questi flussi
hanno attivato flussi di ritorno dove il popolo che era andato via tornava
nel paese di provenienza perché avevano raggiunto il loro obiettivo o
cose così. Diventa difficile separare turisti , escursionisti e migranti.
Abbiamo una dicotomia tra mobilità per produzione e mobilità per
consumo. Qui ha importanza se ci si sposta per motivi legati alla
produzione o al consumo.
I cambiamenti nella natura della mobilità umana sono avvenuti
principalmente a cavallo tra fine del XX secolo e l’inizio del XXI
secolo; sostenuti dal processo di globalizzazione in atto e dai suoi
risvolti politici, tecnologici ed economici.
La globalizzazione ha contribuito all’insorgere di flussi materiali e
immateriali di carattere internazionale, alla riduzione delle barriere
doganali e alla creazione di nuove entità macroeconomiche
regionali. In termini tecnologici , la globalizzazione ha avuto un
effetto positivo sulla mobilità umana per la maggiore offerta di
mezzi di trasporto rapidi, efficienti e a buon mercato.
La tecnologia dell’informazione e della comunicazione, inoltre, ha
fatto grandi progressi e ha permesso la realizzazione di una
capillare rete di contatti sia nei paesi sviluppati sia in quelli in via di
sviluppo.
I cambiamenti economici che derivano dalla globalizzazione e che
hanno un effetto sulla mobilità umana sono soprattutto quelli legati
alla nascita e alla crescita delle transnational corporations e allo sviluppo del settore dei servizi. Da questi fenomeni
deriva un’accresciuta mobilità internazionale sia all’interno delle imprese sia come fenomeno indotto.
Anche i media, anch’essi globalizzati , svolgono un ruolo decisivo sulle scelte di chi decide di modificare la propria
sede di residenza. La globalizzazione ha stimolato e intensificato nuovi flussi finanziari e commerciali a cui si sono
aggiunti presto anche quelli umani.
I flussi umani possono essere favoriti e ‘’legali’’- in quanto presupposti e auspicati per la costituzione e per il
funzionamento delle ragioni economiche di più ampia dimensione- e, contemporaneamente , possono essere
permanenti e di lungo periodo, oppure possono essere temporanei – limitati, quindi, a poche ore o pochi giorni – e
risultare ricorrenti o saltuari,
I flussi umani possono essere non previsti e non auspicati, , generalmente definiti ‘’illegali’’, provenienti da aree
esterne a minore sviluppo economico. Anche questi flussi sono in qualche modo favoriti dalle necessità di un
mercato del lavoro che proprio a causa dei processi di ristrutturazione presenta ampie carenze in alcuni settori della
produzione e dei servizi , con la richiesta di manodopera che può essere , a seconda dei casi, più o meno qualificata.
Anche i flussi ‘illegali’ possono essere temporanei o permanenti, sebbene fenomeni di temporaneità ricorrente sono
poco praticabili a causa delle difficoltà di attraversamento delle frontiere.
Il sistema a rete permette ulteriori e più continue forme di mobilità, forme articolate di una ‘’transumanza’’ regolata
dal finire delle stagioni economiche e da proprie necessità sociali. Ulteriore effetto di questo nuovo sistema di
mobilità è anche la mancanza di una necessità di integrazione totale nella società ospitante.
LEZIONE 11/12/13 MARZO
TURISMO E MIGRAZIONI. MOBILITA’ PER CONSUMO E MOBILITA’ PER PRODUZIONE.
TANGENZE E SOVAPPOSIZIONI.
I flussi migratori e turistici sono distinti e, quindi, registrati sulla base di alcuni parametri arbitrali che fanno
riferimento all’attraversamento di un confine, al periodo di permanenza nel luogo nuovo di residenza e, infine, alla
motivazione che è collegata alla produzione di un reddito e, quindi, al pagamento delle tasse.
Alcuni decenni fa, questi parametri erano in grado di identificare la maggior parte della mobilità umana; oggi, invece,
risultano inadeguati a valutare il fenomeno.
Bell e Ward (2000) affermano che esistono collegamenti funzionali tra i flussi turistici e le migrazioni nel senso che
entrambi fanno parte dello stesso processo di mobilità nel temo e nello spazio. Su queste due variabili propongono
una matrice sulla quale posizionano diverse forme di mobilità di varia intensità ed estensione spaziale che tra loro si
sovrappongono , in tutto o in parte.

Williams e Hall (2000) ripercorrono l’iter del collegamento e


della sovrapposizione tra le migrazioni e il turismo. Un
fenomeno non nuovo ma che ha assunto di recente una
maggiore intensificazione ed estensificazione in rapporto ai
cambiamenti strutturali che hanno interessato i modelli di
produzione e consumo. La maggior parte degli studi e delle
analisi è effettuata utilizzando dati statistici che non sono in
grado per loro natura di illustrare il fenomeno della mobilità
umana.
SVILUPPO LOCALE E MOBILITA’ UMANA
-FASE 0: in cui l’insediamento si riproduce in uno stato di equilibrio autosufficiente. Si deve presupporre che non vi
siano rilevanti fenomeni di sviluppo né endogeni, né , ancor meno, esogeni. Il territorio non è interessato da alcuna
forma di mobilità dinamica. (allo sviluppo del territorio non corrisponde nessun flusso di mobilità umana ecco perché
0+6 e non 1-7).

-FASE 1: ATTIVAZIONE DEL PROCESSO- si riferisce a una fase di preparazione,


progettazione e verifica della fattibilità di un progetto, per esempio
l’organizzazione di un evento, attraverso forme di sviluppo esogeno
concepite da un ente internazionale, da una multinazionale o da un
investimento produttivo effettuato da migranti di ritorno.

Flussi entrata in produzione: manager flusso basso, tecnici e pendolari flusso


alto.
Flussi uscita in produzione : migranti in uscita flusso basso
Flussi in uscita in consumo: turisti flusso basso

-FASE 2: MESSA IN OPERA DEL PROGETTO- avvia l’attuazione del programma e il


consolidamento di quelle aspettative che ne risultano stimolate e trainate. Vi è una
richiesta di manodopera sia per la realizzazione dei manufatti e delle infrastrutture
sia per l’avvio dei processi di lavorazione.

Nel momento in cui si mette in opera il progetto c’è bisogno di operai e magari i
pendolari si trasferiscono nelle zone (diminuiscono).

-FASE 3: SVILUPPO DEL PROGETTO- considera un periodo in cui sono presenti


nuove fasi produttive e, la sostituzione di manodopera specializzata e di manager
che si erano trasferiti in zona sia per lunghi sia per brevi periodi.

-FASE 4: RAFFORZAMENTO DEL PROGETTO- è considerato il potenziamento nel


settore produttivo e, contemporaneamente, l’avvio di una politica di mediazione con
le amministrazioni locali per uno sviluppo partecipato.
-FASE 5: RISTRUTTIURAZIONE E RILANCIO DEL PROGETTO- presuppone il
superamento di un periodo di stagnazione e di crisi dovuta sia a fattori locali sia a
una fase recessiva internazionale.

-FASE 6: INNOVAZIONE TECNOLOGICA -si riferisce a un’area che ha consolidato la


sua maturità produttiva e in cui dominano l’alta tecnologia e i servizi alle imprese.

Tutti i flussi si intensificano e gli operai spariscono poiché non c’è più bisogno di
manodopera.
LEZIONE 18/19/20 MARZO 2020
TERMINI E DEFINIZIONI PER ANALIZZARE I DATI E PER COMPRENDERE LE DINAMICHE DEL SETTORE
TURISTICO IN AMBITO INTERNAZIONALE E NAZIONALE

UN-WTO 2020

-VIAGGIO: per viaggio si intende l'attività dei viaggiatori. Un viaggiatore è qualcuno che si muove tra diverse posizioni
geografiche, per qualsiasi scopo e qualsiasi durata. Il visitatore è un particolare tipo di viaggiatore e di conseguenza il
turismo è un sottoinsieme di viaggio.

-TURISTA: un visitatore (domestico, in entrata o in uscita) è classificato come un turista (o visitatore durante la
notte), se il suo viaggio comprende un pernottamento.

-ESCURSIONISTA: un visitatore (domestico, in arrivo o in uscita) è classificato come visitatore dello stesso giorno ( o
escursionista) se il suo viaggio non comprende un pernottamento.

-PAESE DI RIFERIMENTO: si riferisce al paese per il quale viene effettuata la valutazione.

- TURISMO DOMESTICO: comprende le attività di un visitatore residente all'interno del paese di riferimento, come
parte di un viaggio turistico nazionale o parte di un viaggio turistico all'estero.

-TURISMO IN ENTRATA: comprende le attività di un visitatore non residente all'interno del paese di riferimento in un
viaggio turistico in entrata.

-TURISMO IN USCITA: comprende le attività di un visitatore residente al di fuori del paese di riferimento, come parte
di un viaggio turistico in uscita o come parte di un viaggio turistico nazionale.

-TURISMO INTERNO: comprende il turismo nazionale più il turismo in entrata, vale a dire le attività dei visitatori
residenti e non residenti all'interno del paese di riferimento nell'ambito di viaggi turistici nazionali o internazionali.

-TURISMO INTERNAZIONALE: comprende il turismo in entrata più il turismo in uscita, vale a dire le attività di
visitatori residenti al di fuori del paese di riferimento, sia come parte di viaggi turistici nazionali o in uscita e le
attività di non visitatori residenti all'interno del paese di riferimento per viaggi turistici in arrivo.

-TURISMO NAZIONALE: comprende il turismo nazionale più il turismo all'estero, vale a dire le attività dei visitatori
residenti all'interno e all'esterno del paese di riferimento, nell'ambito di viaggi turistici nazionali o esterni.

-SETTORE TURISTICO: è il raggruppamento di unità produttive di diverse industrie che forniscono beni di consumo e
servizi richiesti dai visitatori. Tali industrie sono chiamate industrie del turismo perché l'acquisizione di visitatori
rappresenta una quota così significativa della loro offerta che, in assenza di visitatori, la loro produzione di questi
cesserebbe di esistere in quantità significativa.

-SPESE TURISTICHE: importo pagato per l'acquisto di beni e servizi di consumo, nonché di oggetti di valore, per uso
proprio o da regalare, per e durante i viaggi turistici.

-INDUSTRIA DEL TURISMO: sono le attività che tipicamente producono prodotti turistici caratteristici.

I prodotti caratteristici del turismo sono quelli che soddisfano


i seguenti criteri o entrambi:
a. le spese per il turismo o il prodotto (buono o di servizio)
dovrebbero rappresentare una quota significativa della spesa
turistica totale (quota di spesa/condizione della domanda);
b. le spese per il turismo o il prodotto dovrebbero
rappresentare una quota significativa dell'offerta del
prodotto nell'economia (quota delle condizioni di offerta).
Questo criterio implica che la fornitura di un prodotto
caratteristico del turismo cesserebbe di esistere in quantità
significativa in assenza di visitatori.
ISTAT (2020)- TERMINI E DEFINIZIONI
TURISTA e TURISMO vedi dietro.

ARRIVI (turistici): il numero di clienti, italiani e stranieri, ospitati negli esercizi ricettivi (alberghieri o complementari)
nel periodo considerato.

PRESENZE (turistiche) : il numero delle notti trascorse dai clienti negli esercizi ricettivi.

ESERCIZI RICETTIVI (O STRUTTURE RICETTIVE) : l’insieme degli esercizi alberghieri e dei complementari.

ESERCIZI ALBERGHIERI: tale categoria include gli alberghi da una a cinque stelle, i villaggi albergo, le residenze
turistico-alberghiere, le pensioni, i motel, le residenze d’epoca, le dimore storiche, i centri benessere (beauty farm) e
tutte le altre tipologie di alloggio che in base alle normative regionali sono assimilabili agli alberghieri.

ALBERGHI: gli esercizi ricettivi aperti al pubblico, a gestione unitaria, che forniscono alloggio, eventualmente vitto e
altri servizi accessori, in camere ubicate in uno o più stabili o in parti di stabili. Essi si distinguono in esercizi
alberghieri, da una a cinque stelle lusso, e in residenze turistico-alberghiere. Requsiti minimi degli alberghieri ai fini
della classificazione sono :
- capacità ricettiva non inferiore a sette stanze ;
-almeno un servizio igienico ogni dieci posti letto;
-un lavabo con acqua corrente calda e fredda per ogni camera;
-un locale ad uso comune;
-impianti tecnologici e numero di addetti adeguati e qualificati al funzionamento della struttura.
Gli alberghi contrassegnati con cinque stelle assumono la denominazione aggiuntiva ‘’lusso’’ quando sono in
possesso degli standard tipici degli esercizi di classe internazionale.

ESERCIZI COMPLEMENTARI: tale categoria include gli alloggi in affitto gestiti in forma imprenditoriale, i campeggi e i
villaggi turistici, gli alloggi agrituristici, gli ostelli per la gioventù, le case per ferie, i rifugi alpini, altri esercizi ricettivi
non altrove classificati.
PRINCIPALI ASPETTI DEL TURISMO INTERNAZIONALE NEL 2018.
Fonte: UN-WTO (2019) INTERNATIONAL TOURISM HIGHLIST (rapporto annuale sull’anno precedente).

Il presidente della WTO ci mette in luce il fatto che rispetto al 2017 sono cresciuti sia gli arrivi turistici internazionali,
sia le entrate turistiche. Le entrate di un paese vengono calcolate come parte dell’export, perché parliamo di turismo
internazionale. I due fenomeni che vengono citati sono una cresciuta nel 2018, rispetto al 2017, degli arrivi turistici
internazionali e una crescita delle entrate turistiche che derivano dagli arrivi turistici internazionali . Sempre secondo
il presidente della WTO ci sono diversi fattori alla base di questa crescita come : una forte crescita dell’economia
globale; la crescita della classe media nelle economie emergenti; progressi tecnologici; nuovi modelli di business nel
settore turistico; costi accessibili di viaggio (es: low cost).

3° slide: Il totale degli arrivi turistici internazionali nel 2018 è stato di circa 1,4 miliardi di dollari seguendo un
incremento del 5 % rispetto al 2017.
Il totale dell’export turistico internazionale (spese per il viaggio + spese trasporto)e è di circa 1,7 trilioni di dollari .
Crescita del 4% rispetto al 2017. Il grafico ci riporta un confronto tra entrate turistiche e il PIL (GDP) dal 2008 al 2018.
L’unico anno in cui si ha un tasso negativo è il 2009.
Sia per il 2017 e il 2018 il tasso di crescita delle entrate turistiche è stato maggiore del PIL ,significa che il settore
turistico cresce di più degli altri settori produttivi.

4° slide: Nel 1° grafico vediamo quale è stato l’andamento sia degli arrivi sia delle entrate turistiche internazionali.
Nel 2009 abbiamo avuto un decremento delle entrate turistiche e una diminuzione degli arrivi turistici.
Dal 2017 al 2018 gli anni turistici sono cresciuti in % più delle entrate. Da qui possiamo dedurre che se gli arrivi
turistici sono cresciuti più delle entrate , dal momento che le entrate sono correlate agli arrivi in quanto dipendono
dalle spese che i turisti effettuano , si può spiegare in 2 modi:
-la permanenza media dei turisti è diminuita;
-il consumo per turista diminuisce.
Nel grafico in basso a sx vediamo l’andamento di due curve che rappresentano gli arrivi turistici (1,401 milioni) e le
entrate turistiche (1,451 miliardi) → il numero è diverso perché qui si collocano solo le entrate turistiche e non
quelle dei trasporti.
Nella mappa a dx il mondo viene diviso in 5 macroregioni: America, Europa, Asia e Pacifico (Oceania), Medio Oriente,
Africa.
In base agli arrivi (numero) si ha: In base alle entrate (miliardi) :
1° Europa 70 milioni; 1° Europa 50 miliardi;
2° Asia e Pacifico 348 milioni; 2° Asia e Pacifico 435 miliardi;
3° America 216 milioni ; 3° America 334 miliardi;
4° Africa 67 milioni; 4° Medio Oriente 73 miliardi;
5° Medio Oriente 60 milioni. 5° Africa 38 miliardi.

5°slide: vediamo alcuni fattori (fattori esogeni :dipendono dall’andamento dell’economia mondiale) che hanno
favorito una crescita nel settore turistico nel 2018.

●Il primo gruppo è ‘’AMBIENTE ECONOMICO FAVOREVOLE’’:


-2018, il PIL mondiale (GDP: gross domestic product) è cresciuto del 3,6%.
-economia mondiale ha potuto contare su bassi tassi di interesse.
-movimenti dei tassi di cambio sono stati moderati.

●Il secondo gruppo è ‘’FORTE DOMANDA DEI VIAGGI AEREI’’:


-l’IATA ha registrato un incremento del 6% nel traffico internazionale nel traffico aereo;
-prezzi stabili dei carburanti;
-aumento dei voli.

●Il terzo gruppo è ‘’L’INCREMENTO DELLE TECNOLOGIE DIGITALI E IL LORO IMPATTO SULL’ESPERIENZA DEI
VIAGGIATORI’’:
-la tecnologia sta trasformando il turismo, es: assistenti digitali;
-controllare in tempo reale ciò che accade nella meta per gestire i flussi di turisti.
●Il quarto gruppo appartiene al tema della ‘’FACILITAZIONE NELLA RICHIESTA E OTTENIMENTO DEI VISTI’’:
-aumentano i visti elettronici e quelli rilasciati subito all’arrivo;
-il numero di persone che richiedono il visto tradizionale è sceso dal 75% (nel 1980) al 53% (nel 2018);
-metà della popolazione mondiale ha ancora bisogno di visti tradizionali.

6° slide:Atteggiamenti dei consumatori:


- VIAGGIO ‘’TRASFORMAZIONE’’, il turista chiede di vivere la vita quotidiana delle persone che vivono nel posto
visitato.
-VIAGGIO ‘’TO SHOW’’ , da mostrare , il turista vuole momenti instagrammabili.
-VIAGGIO ‘’SALUTARE’’, il turista vuole il benessere , camminare, fare sport;
-‘’ACCESS ECONOMY’’ , il consumatore preferisce avere accesso a qualcosa piuttosto che averne la proprietà (es CD :
posseduto ; spotify: accessibile pagando).
-VIAGGIO ‘’DA SOLO E TRA PIU’ GENERAZIONI’’ , come riflesso dell’invecchiamento della popolazione.
-VIAGGIO ‘’SOSTENIBILE’’, zero plastica e attenzione al cambiamento climatico.

7° slide: -il grafico in alto a dx indica che l’Europa riceve più della metà degli arrivi internazionali mondiali:
Europa 51% Asia e Pacifico 25% America 15% Africa 5% Medio Oriente 4% .
-Il grafico in alto a sx ci dice che il tasso di crescita maggiore degli arrivi è dell’Asia e Pacifico +7% Africa +7%
Europa +5% Medio Oriente +5% America +2% .
-Il grafico in basso a sx ci dice che la crescita degli arrivi e delle entrate sono al di sopra della media di Asia e Pacifico
+7% e Europa +5% Mondo +4% Medio Oriente +4% Africa +2% America 0%.
-Il grafico in basso a dx ci dice la ripartizione delle entrate: Europa 39% Asia e Pacifico 30% America 23%
Medio Oriente 5%.
Se confrontiamo i due grafici a dx notiamo che l’Europa in proporzione degli arrivi, ha delle entrate minori. Ciò può
essere dovuto a: - o in Europa la permanenza media è più bassa rispetto a quella di Asia e Pacifico; - o a parità di
permanenza media ogni turista spende meno in Europa rispetto a Asia e Pacifico.

8° slide: il grafico a sx vediamo i motivi dei viaggi:


-Leisure-vacanza vero in tutto il mondo tranne che in Medio Oriente (56% nel 2018, nel 2000 rappresentava il 50% );
-Visita ad amici e parenti 27%;
-Lavoro 13%;
-Altro 4%.
Il grafico a dx ci dice i vari mezzi di trasporto usati: -Aereo 58% (nel 2000 46%); - Trasporto su gomma 39%
(decremento del 49% di conseguenza dell’incremento aereo); -Treno 2%; -Acqua 4%.

SLIDE 9 : INTERNATIONAL TOURISM EXPORTS


La parte sx ribadisce che le entrate internazionali sono di 1.7 trilioni ( 1.5 sono i trilioni si entrate nei luoghi turistici di
destinazione + 256 milioni di entrate di trasporti ). Il settore turistico rappresenta il 29% nell’export internazionale
nel settore dei servizi . Il settore turistico nell’export totale (sia beni che servizi) rappresenta il 7%.
Nella parte destra vediamo che il turismo internazionale rappresenta il terzo settore per esportazioni nel mondo , il
primo sono i prodotti chimici, il secondo i carburanti, il quarto è legato al settore automobilistico, il quinto legato al
cibo. Nel grafico in basso a destra l’export turistico si nel 2017 sia nel 2018 è cresciuto più nel turismo che negli altri
settori.

SLIDE 10: TOP DESTINATION


Nella parte sx vediamo i primi 10 paesi in termini di arrivi turistici internazionali: Francia, Spagna, USA, China, Italia.
Nel grafico a dx vediamo le entrate turistiche (non corrispondono con gli arrivi): USA, Spagna, Francia, Tailandia, UK,
Italia.

SLIDE 11: OUTBOUND TOURISM


L’Europa ha il 49% del turismo outbound, poi Asia e Pacifico 26%, America 17% . Nella parte dx vediamo quali sono i
paesi che spendono di più : China, USA, Germania, UK, Francia . L’Italia è al decimo posto .
PRINCIPALI ASPETTI DELLE MIGRAZIONI INTERNAZIONALI NEL 2019. FONTE : UN-IOM (2019) WORLD
MIGRATION REPORT 2020.

Nel numero dei migranti c’è stato un aumento tra il ’70 e il 2019. I migranti internazionali sono passati da circa
84500 a circa 271600. Se andiamo a vedere quanto sono i migranti nella popolazione vediamo che nel ’70 erano il
2,3 % nel 2019 sono il 3,5%.

La maggior parte dei flussi migratori vengono da Asia, Europa e Nord America (nel 2019).

Elementi da considerare:
-i migranti apportano un significativo contributo in termini socio – culturali, politici, ed economici sia nei paesi di
origine, sia di destinazione.
-gli immigrati (quelli che arrivano) hanno in media un attitudine molto più alta all’innovazione rispetto ai residenti.
-l’inclusione dei migranti nelle società ospitante, passa attraverso diverse arie dell’agire e del vivere umano (forme di
integrazione).
-da una parte la migrazione può portare maggior rischi per la salute e dall’altra può essere legata ai miglioramenti
della salute (punto di vista dei migranti).
-molti dei bambini migranti sono dei rifugiati politici.
-i cambiamenti climatici, in aumento, portano all’incremento di migrazioni.
LEZIONE 25-26-27 MARZO 2020
TURISMO INBOUND IN ITALIA

INDAGINE SUL TURISMO INTERNAZIONALE DELLA BANCA D’ITALIA – METODOLOGIA

Nel 1996 l’Italia ha avviato un’estesa indagine campionaria alle frontiere, condotta fino al 2007 dall’Ufficio Italiano
dei Cambi, ente confluito nella Banca d’Italia il 1 gennaio 2008. La dimensione dell’indagine e il suo disegno
campionario consentono la produzione di statistiche , caratterizzate da un elevato grado di qualità , su molteplici
aspetti del turismo internazionale del Paese, in linea con gli standard metodologici fissati dagli organismi
internazionali.
La tecnica adottata per la raccolta dei dati per la bilancia turistica (denominata in letteratura inbound- outbound
frontier survey) consiste nell’intervistare un campione rappresentativo di viaggiatori, residenti e non residenti, in
transito alle frontiere italiane e nell’effettuare contemporaneamente conteggi qualificati allo scopo di determinare il
numero e la nazionalità dei viaggiatori in transito . Il campionamento è effettuato in modo indipendente presso ogni
tipo di frontiera (strade, ferrovie, aeroporti e porti internazionali), in punti di frontiera selezionati come
rappresentativi.

L’indagine copre più di 60 punti di frontiera, quelli con un flusso annuo di viaggiatori più consistente, sebbene sia
stato selezionato anche un numero limitato di punti di frontiera minori per intercettare origini/destinazioni
altrimenti scarsamente rappresentate. All’avvio dell’indagine la scelta è stata basata sui dati ISTAT successivamente
aggiornata attraverso le evidenze emerse dalla stessa rilevazione che monitora alcuni punti di frontiera rotazione.
Il campione è stratificato secondo variabili differenti per ciascun tipo di frontiera. Vengono effettuati oltre 1,5 milioni
di conteggi qualificati di viaggiatori. Vengono effettuate circa 130.000 interviste annue, pari a circa l’1 per mille dei
viaggiatori italiani e stranieri che attraversano le frontiere del Paese.

Le principali informazioni- con vari livelli di dettaglio- richieste al viaggiatore intervistato riguardano:
-sesso, età e professione;
-residenza;
- mezzo di trasporto usato (con eventuale compagnia usata);
-motivo della vacanza;
-luogo visitato;
-numero di notti trascorse durante il viaggio;
-tipo di struttura ricettiva usata;
-organizzazione del viaggio;
-spesa complessiva, disaggregata per tipo di prodotto acquistato (trasporto , alloggi, ristoranti ecc…);
-mezzo di pagamento;
-valutazione (gradimento) di vari aspetti del luogo visitato.

Slide 5: TURISMO( ED ESCURSIONISMO) INBOUND IN ITALIA


Si fa riferimento, nell’indagine, ai viaggiatori, ovvero turisti e escursionisti. Se andiamo a vedere il numero di
viaggiatori pernottanti vediamo che nel 2018, erano quasi 62 milioni (arrivi). L’incremento è stato del 6% rispetto
all’anno precedente.
Il numero di notti (presenze)nel 2018 è stato pari a circa 387 milioni, con l’incremento del 5%.
La durata media del viaggio tra il 2017 e il 2018 è diminuita, ecco perché il numero notti è cresciuto meno di quello
degli arrivi.
Il numero di spesa media per notte è di 102 euro nel 2018, stiamo parlando della spesa media effettuata per ogni
notte trascorsa nel nostro paese composta di vari servizi e non solo pernottamento.
La spesa complessiva nel nostro Paese, nel 2018 è stata di circa 39500 milioni di euro, con un incremento del 7 %.

Slide 6: Turismo inbound in Italia pt.2


Le principali caratteristiche di viaggiatori in Italia per provenienza. Nel 2018 i turisti proveniente dai paesi dell’UE
rappresentavano circa il 75% del totale, mentre quelli provenienti fuori dall’UE rappresentavano il 25%.
Nel 2018 i principali flussi venivano dalla Germania ( quasi il 22%), dalla Francia (12%) e poi il Regno Unito. Se
andiamo a vedere i paesi extraeuropei , ci sono gli USA e Svizzera.
Nel 2018 a fronte di una percentuale di arrivi di circa il 75% , la spesa dei turisti provenienti dall’UE, stata del 60%,
mentre quella dei turisti extraeuropei è stata di 41%. Questo sia perché la durata media del viaggio dei turisti
provenienti da paesi extraeuropei è più lunga (8,7 notti), mentre quella dei turisti provenienti da paesi europei è di
5,6 notti, sia perché è più alta la spesa pro capite giornaliera: nel 2018 la spesa pro capite dei turisti provenienti dai
paesi extraeuropei era di 135 euro , mentre quella di quelli provenienti da paesi europei era di circa 89 euro. La
durata media più lunga di viaggio (notti) è quella della China, seguita da Giappone, Australia e Canada. I turisti che
spendono di più sono del Giappone.

Se andiamo a vedere l’incremento della spesa dal 2010 al 2018,i numeri più alti li troviamo in Cina e in Canada.

SLIDE 7
Se guardiamo il numero di viaggiatori vediamo che la maggioranza viene in Italia nel 2018 per motivi personali
(vacanze, visita parenti/amici, altro).

SLIDE 11: Spesa dei viaggiatori stranieri in Italia nel 2018 per area geografica visitata

NORD OVEST 26,6% NORD EST 27% CENTRO 29,6% SUD E ISOLE 15 % NON RIPARTITO 1,8%

I posti più apprezzati sono centro, sud e isole (slide 12).


L’ITALIA NEL MERCATO TURISTICO INTERNAZIONALE: COMPETITORS E RISORSE TERRITORIALI

COMPETITORS
SLIDE 1.
Vediamo l’evoluzione delle quote di mercato rispetto ai competitors dentro e fuori dell’UE, dal 1999 al 2017.
L’Italia vede un decremento dalla propria quota di mercato dal 6% al 3,3%.
La Francia insieme alla Spagna all’inizio deteneva quasi il 7% della spesa totale internazionale e si trova al2017 a
tenere il 4,5% (riduzione); la Spagna arriva a 5%. Ciò succede anche a Germania e Regno Unito. Perché perdono
quote di mercato a livello mondiale? Perché a livello mondiale ci sono altri paesi che acquistano rilevanza in quel
periodo .
Per quanto riguarda i paesi extra UE:
Le quote degli USA sono diminuite , la quota della Cina arriva al 3% passando però a degli aumenti. La quota della
Turchia è passata dall’1% al 2%. Gli USA che partono da una quota del 20% passano attraverso una riduzione
progressiva dal 2000 al 2011 per arrivare ad una ripresa fino al 2015 e ricomincia il decremento. Il decremento della
quota di mercato negli USA è a causa della politica, es: con Trump sono negati vari visti turistici a paesi musulmani.

SLIDE 2.
Vediamo l’andamento attraverso a numeri indici della spesa dei turisti stranieri nei principali paesi dell’area euro.
L’andamento dell’Italia :fatto pari a 100 il numero indice nel 2010, la partenza del 99 abbiamo un numero indice di
90, mentre nel 2017 abbiamo 130.
L’aumento lo verifichiamo anche in Francia, Spagna, Germania.
La Germania è passata da 65 a 135.
La Spagna passa da 75 a 150.
La Francia passa da 80 a 140.
Tutti e quattro questi pesi vedono un aumento del turismo incoming da paesi stranieri in quel periodo, ma il paese
che è svantaggiato è l’Italia.
Nel 2008-2009 (crisi finanziaria) ritroviamo in tutti i paesi un momento critico;
poi dal 2011 al 2013 (crisi economica dovuta dalla recessione della crisi finanziari);
picco negativo in Francia legato agli attacchi terroristici 2015 2016.

RISORSE TERRITORIALI

SLIDE 4.
Presenze turistiche per tipo di motivazione principale e secondaria:
Nel 2017 il 32,7% delle presenze turistiche registrane nel 2017 aveva anche una motivazione secondaria. Nel 2010
invece era il 16,4%. E’ importante sapere se c’è solo una motivazione o meno, in quanto maggiori sono le motivazioni
per quel viaggio, più aumentano i comuni dove alloggeranno i clienti e quindi maggiore sarà il territorio nel quale
verranno spesi i soldi.
Le vacanze in montagne presentano il 60,5 % quindi sono la principale motivazione secondaria, poi c’è quella rurale
36,2 %.

SLIDE 5.
Presenze degli stranieri per vacanza culturale.
Perlopiù nel centro e sud isole e dove c’è un livello più alto di patrimonio culturale e di urbanizzazione.

Le vacanze culturali- Dal 2010 al 2017 le vacanze culturali hanno contribuito per oltre i due terzi alla crescita delle
presenze di turisti stranieri in Italia. I flussi turistici relativi a questo prodotto si sono concentrati nelle aree più
urbanizzate e ,ovviamente, in quelle con una dotazione di patrimonio culturale elevato: questa tipologia di comuni
assorbe oltre i tre quarti dei pernottamenti. Allo stesso tempo, tra il 2010 e il 2017 si è osservata una crescita delle
presenze anche nei luoghi con una densità di popolazione inferiore e in quelli con una dotazione di patrimonio
culturale meno elevata.

Tra le destinazioni hanno rilievo i comuni dichiarati dall’Unesco patrimonio dell’umanità, che ospitano quasi la metà
dei turisti stranieri e circa i trequarti di quelli che vengono in Italia per una vacanza di tipo culturale.
Le vacanze al mare- Sal 2010 al 2017 il prodotto mare ha contribuito per un quarto della crescita della presenza di
turisti stranieri in Italia. Più dei due terzi dei flussi turistici relativi a vacanze al mare riguardano destinazioni con un
livello di urbanizzazione medio basso e con una più scarsa dotazione di patrimonio culturale. Tra il 2010 e il 2017 la
crescita delle presenze è stata sostenuta maggiormente da questo tipo di destinazioni che hanno realizzato un tasso
di crescita medio annuo superiore a quello del prodotto mare nel suo complesso.

Il Mezzogiorno e il Nord Est ospitano ciascuno oltre un terzo dei flussi turistici stranieri per vacanza balneare. Tra il
2010 e il 2017 il Mezzogiorno ha fornito il contributo maggiore alla crescita delle presenze; nel Nord Est la quota è
diminuita, mentre nel Nord Ovest si è registrato un aumento consistente del numero dei pernottamenti. Per il
prodotto mare la concentrazione delle presenze turistiche, notevolmente più contenuta di quella delle vacanze
culturali, si è mantenuta pressoché stabile: i primi dieci SLL nel 2017 ospitavano il 42 % delle presenze.

Le vacanze rurali- Dal 2010 al 2017 il prodotto rurale ha contribuito per meno di un ventesimo della crescita della
presenza di turisti stranieri in Italia (1% in media all’anno). Il Nord raccoglie oltre l’80% dei flussi turistici
internazionali. Tra il 2010 e il 2017 il Nord Ovest ha fornito il maggiore contributo alla crescita, il Centro e il Nord Est
hanno visto ridurre la propria attrattività e per il Mezzogiorno si è registrato un aumento rilevante del numero dei
pernottamenti (4,8 % medio annuo), sebbene la sua quota sia rimasta molto contenuta nel confronto con le altre
aree geografiche. La maggior parte del flusso turistico internazionale che sceglie il prodotto rurale si concentra nei
primi dieci sistemi locali del lavoro del Nord (50,2 % nel 2017). Sulla diversificazione delle destinazioni per vacanze
rurali potrebbe incidere lo sviluppo dei comuni riconosciuti come bandiere arancioni che nel periodo hanno
contribuito per poco meno di un terzo alla crescita totale delle presenze per il prodotto rurale.

Le vacanze in montagna- il prodotto montagna è l’unico a non aver realizzato un aumento significativo del numero
dei pernottamenti fra il 2010 e il 2017 (0,4 % in media all’anno). Il contributo positivo alla crescita è pervenuto solo
da destinazioni caratterizzate da un livello di urbanizzazione e di dotazione culturale elevati, che tuttavia hanno un
minor peso sul totale. In particolare, il SLL di Trento ha registrato una crescita delle presenze per vacanza in
montagna particolarmente sostenuta (6,4 % in media all’anno). Essendo strettamente legato alle caratteristiche del
territorio, il prodotto montagna è quello che presenta la maggiore concentrazione dei flussi turistici in termini di
aree geografiche, con il 90% dei pernottamenti che afferiscono al Nord. All’interno di questo, prevalgono le
destinazioni del Nord Est, almeno in parte favorite dalla vicinanza fisica e culturale con i paesi di lingua tedesca. Per il
prodotto montagna i primi dieci SLL accolgono il 44 % dei flussi turistici (il 50 nel 2010).

Borghi caratteristici- vi sono innanzitutto i borghi caratteristici, che il Touring Club Italiano ha individuato nei comuni
‘’ bandiera arancione’’: 227 piccoli borghi di eccellenza nell’entroterra, due terzi dei quali localizzati nel Nord Ovest e
nel Centro. Nel 2017 i comuni in cui sono ubicate le bandiere arancioni hanno ospitato il 2,1 % dei pernottamenti dei
turisti stranieri, registrando rispetto al 2010 una crescita poco inferiore a quella media nazionale (3,9 in media
all’anno). Il contributo maggiore alla crescita è provento dai flussi per vacanze di tipo rurale e in questo caso la
crescita in questi comuni per questa motivazione è stata superiore al valore medio (4,5 in media all’anno). Fra le
bandiere arancioni si registra una significativa concentrazione delle presenze: nel 2017 le prime cinque destinazioni
bandiera arancione hanno ospitato oltre il 50 per cento del totale dei flussi turistici rivolti a questi comuni.

Parchi naturali- altre destinazioni caratterizzate dalla ricchezza di beni archeologici, artistici e, soprattutto,
paesaggistici sono quelle rientranti nelle aree naturali protette, in particolare nei Parchi Nazionali. I comuni il cui
territorio ricade- anche parzialmente- all’interno di un Parco Nazionale hanno ospitato meno del 3% dei turisti
stranieri, con una crescita media annua del 2,4 % tra il 2010 e il 2017. Escludendo dall’analisi i maggiori comuni
(Grosseto, Latina, Livorno, l’Aquila e Reggio Calabria), che pesano per poco più di un quarto dei flussi turistici in
queste aree, l’incidenza sul totale dei pernottamenti scende attorno al 2%, ma il tasso di crescita media annuo sale a
circa il 5%. La maggior parte dei viaggiatori che pernotta in questi comuni ha scelto una vacanza balneare,
coerentemente con l’ubicazione litoranea di molti parchi nazionali.
I VIAGGI E LE VACANZE DEI RESIDENTI IN ITALIA

VIAGGI E VACANZE IN ITALIA E ALL’ESTERO- ISTAT


cittadini Italiani che hanno effettuato vacanze in Italia o all’estero
‘Viaggi e vacanze’ è un focus inserito nell’intervista finale dell’indagine sulle ‘spese delle famiglie’ partire dal 2014, e
consente di rilevare informazioni sui movimenti turistici dei residenti in Italia. Tali informazioni erano rilevate
precedentemente dall’indagine trimestrale ‘viaggi, vacanze e vita quotidiana’ , condotta dal 1997 al 2013.
L’indagine è campionaria e continua (è svolta tutti i mesi dell’anno ); il disegno di campionamento, definito su base
trimestrale, è a due stadi di cui il primo è stratificato: le unità di primo stadio sono i comuni, le unità di secondo
stadio sono le famiglie.
Nel 2018 sono stati coinvolti complessivamente 485 comuni, 50 autorappresentativi (partecipano all’indagine ogni
mese) e 435 non autorappresentativi (partecipano all’indagine una volta trimestre). Il disegno di campionamento ha
previsto un campione teorico annuale di circa 19500 famiglie, ovvero circa 1630 al mese, residenti nei comuni che
ogni mese hanno partecipato all’indagine (il campione effettivo è risultato di circa 18700 famiglie).

I focus ‘Viaggi e Vacanze’ ha la finalità di ottenere informazioni sui movimenti turistici della popolazione (domanda
turistica). Le stime prodotte riguardano il numero di turisti, viaggi, pernottamenti in viaggio e escursioni sul territorio
nazionale o all’estero.
I viaggi turistici (non abituali) sono classificati, secondo gli standard internazionali, distinguendo i viaggi per motivi di
lavoro da quelli per motivi di vacanza e le vacanze ‘brevi’ (da 1 a 3 notti) da quelle ‘lunghe’ (più di 3 notti). Tra le
vacanze rientrano i viaggi per svago, piacere, relax, per visitare parenti o amici, per trattamenti di salute o per motivi
religiosi.

Al fine di valutare l’accuratezza delle stime prodotte da un’indagine campionaria è necessario tenere conto
dell’errore campionario che deriva dall’aver osservato la variabile di interesse solo su una parte (campione) della
popolazione. Tale errore può essere espresso in termini di errore assoluto (standard error ) o di errore relativo (cioè
l’errore assoluto diviso per la stima, che prende il nome di coefficiente di variazione, CV).
SLIDE 5=C’è stata una diminuzione in valore assoluto sia di vacanze che di viaggi per lavoro dal 2008 al 2019. Questa
diminuzione non ha avuto sempre lo stesso andamento dal 2008 diminuisce, riprende nel 2018 e poi ridiminuisce.

SLIDE 6= VIAGGI PER TIPOLOGIA DEL VIAGGIO (2017-2019).


Nel 2019 il totale viaggi è stato di 72 milioni e nello stesso anno hanno effettuato più di 411 milioni di pernottamenti.
Vediamo che quasi il 90% di questi viaggi è stato effettuato per motivi di vacanza e poco più del 10% dei viaggi è
stato compiuto per motivi legati al lavoro.
Dal 2018 al 2019 è diminuito il numero di viaggi , ma è aumentata l’importanza delle vacanze lunghe (4 o più notti) .
Nel 2019 le vacanze lunghe costituiscono il 49% dei viaggi effettuati .

SLIDE 7= PERSONE CHE HANNO VIAGGIATO PER RIPARTIZIONE GEOGRAFICA DI RESIDENZA


Nel 2019, il 24,5 % dei residenti in Italia ha effettuato un viaggio. Le aree nei quali hanno intrapreso molti viaggi i
residenti sono il Nord-Est, 35,2% e il Nord-Ovest 30%. Il sud e le isole esprimono un minore numero di viaggio meno
del 12%.

SLIDE 10= NOTTI PER TIPOLOGIA DEL VIAGGIO, DESTINAZIONE PRINCIPALE E TIPO DI ALLOGGIO
La struttura preferita è quella degli alloggi privati 59,3% , soprattutto se i viaggi vengono effettuati in Italia (62,1 %);
mentre per i viaggi di lavoro si preferiscono strutture ricettive complessive ( 75%).

SLIDE 11= PRENOTAZIONE DEI VIAGGI E TIPO DI SERVIZIO PRENOTATO


Per l’alloggio il 52,4 % prenotano (in quanto alcuni vanno in seconde case o da conoscenti), e il trasporto solo il
33,9% (in quanto si usano più le macchine). La maggior parte effettua la prenotazione via Internet.

SLIDE 12= VACANZE DI RIPOSO , PIACERE, SVAGO, PER TIPOLOGIA


Vacanze brevi, 48,9% divertimento, riposo e relax. Vacanze lunghe, 66,9% , in Italia 66,9% ; all’estero 48,6% . tot
58,6%

SLIDE 13= 78,7% Città, paesi e borghi; 45,6% monumenti, siti archeologici; 33,8% mercati tipici locali ecc.
LEZIONE 1-2-3- 8 APRILE 2020
MOTIVAZIONI DEI TURISTI. COSA CI SPINGE A VIAGGIARE?
ANOMIA, MIGLIORAMENTO DELL’EGO, FANTASIA (DANN , 1977)

Il motivo più grande per il viaggio può essere riassunto in una parola, ‘’Escape’’: fuga dal noioso, routine quotidiana;
fuga dal familiare, il luogo comune , l'ordinario; fuga dal lavoro , il capo, il cliente, il pendolarismo, la casa, il prato, i
rubinetti che fuoriescono.
I ‘’fattori di attrazione’’ sono quelli che attirano il turista in un dato resort (sole, mare ecc), e il cui valore è visto
risiedere nell'oggetto del viaggio.
I ‘’fattori che lo spingono’’, d'altra parte, si riferiscono al turista come soggetto e si occupano di quei fattori che lo
predispongono a viaggiare (fuga, nostalgia, ecc).
Anomia: in senso stretto, anomia si riferisce ad una società le cui norme di interazione hanno perso la loro forza
integrativa e dove prevalgono l'illegalità e l'insensibilità. Il suo derivato, Anomia, tuttavia, si applica all'individuo, che
è chiaramente influenzato dalla situazione sociale in cui si trova.
Si sostiene che un possibile fattore ‘’push’’ per il viaggio risiede nel desiderio di trascendere il sentimento di
isolamento ottenuto nella vita quotidiana, dove il turista desidera semplicemente ‘’scappar via da tutto’’. Alla base
dell'ipotesi c'è il bisogno che l'uomo ha dell'amore e dell'affetto e il desiderio di comunicare al prossimo. Tuttavia, se
vive in una grande città o città, questa possibilità lo ha spesso negato.
Anomie può indurre anche un viaggio-risposta in turisti rurali.

Tuttavia la necessità di interazione sociale è ancora presente. Quindi può essere soddisfatta soltanto via
dall'ambiente domestico, cioè, quando si è in vacanza. Una situazione di anomia può quindi essere considerata come
predisponente per il viaggio.
Il miglioramento dell'ego deriva dal livello dei bisogni della personalità. Così come c'è bisogno di interazione sociale,
anche l'uomo ha bisogno di essere riconosciuto. Analogo al desiderio di una messa a punto corporea è il bisogno di
avere il proprio ego potenziato o potenziato di volta in volta. Nel linguaggio sociologico, il desiderio di tale
riconoscimento da parte di altri è spesso descritto in termini di ‘’status’’. Dove l'ambizione è una massima culturale,
allora ci sarà anche la tendenza teorica per l'uomo a desiderare uno status superiore, per mezzo del quale si sentirà
superiore a quelli sotto di lui sulla scala del successo.
Un turista può andare in un luogo dove la sua posizione sociale è sconosciuta e dove può sentirsi superiore a causa di
questa mancanza di conoscenza. Inoltre, al suo ritorno un ulteriore impulso può essere dato al suo ego nel
raccontare le sue esperienze di vacanza-viaggio .

Non solo il viaggio rappresenta il compimento di alcuni bisogni fondamentali nel potenziale turistico, ma che così
facendo gli offre un mondo alternativo a quello in cui vive quotidianamente. Si può sostenere, per esempio, che nella
monotonia della periferia, della città senza volto o del villaggio pubblico, la vita diventa tollerabile solo con il
pensiero che ci sono possibilità di fuga periodica da una tale esistenza, e che il viaggio fornisce lo sbocco ideale.
Inoltre, tuttavia, il viaggio ha il vantaggio di permettere al viaggiatore di comportarsi in un modo normalmente eluso
dai dettami della convenzione.
La possibilità di fare davvero quello che vuole nel suo mondo di viaggi, è sicuramente alla base del fatto che
essenzialmente un tale mondo è un mondo di fantasia, perché la fantasia è un capriccio o desiderio, espressivo di un
bisogno, che non può essere soddisfatto in termini di attuali aspettative di ruolo , ma che è in grado di definire le
situazioni una volta che queste aspettative di ruolo, o la circostanza in cui si trovano , sono stati modificati o rimossi.
DISEQUILIBRIO SOCIO- PSICOLOGICO E CULTURALE, (CROMPTON 1979)
Si parte dall’ipotesi che i motivi legati a fare una vacanza siano legati ad uno stato di disequilibrio interno.
l’individuo si trova in uno stato di disequilibrio emotivo e questo è stato potrebbe essere risolto dalla rottura della
routine che può essere eseguita in 3 modi: facendo qualcosa di diverso ma nel proprio luogo di residenza ,vado in
vacanza, viaggio nono di piacere ma che mi porti via dalla routine. In questa ricerca Crompton si concentra sulla
vacanza di piacere e dice che questa può derivare da due tipi di disequilibrio: 1. Disequilibrio socio psicologico, 2.
Disequilibrio culturale. La soluzione è temporanea perché al momento che torniamo alla routine ritorna il nostro
disequilibrio.

Motivi socio-psicologici

-Fuga da un ambiente percepito mondano


Anche gli ambienti più preziosi a volte diventavano mondani per chi ci viveva. L'ingrediente critico era soltanto che il
contesto di vacanza di piacere dovrebbe essere fisicamente e socialmente differente dall'ambiente in cui uno vive
normalmente. L'anticipazione del viaggio è un ingrediente importante dell'esperienza totale.
- Esplorazione e Valutazione di se stessi
Una vacanza di piacere può essere vista da alcune persone come un'opportunità per rivalutare e scoprire di più su se
stessi e così facendo cercano di raffinare o modificare se stessi. La scoperta di sé emerge come risultato della
trasposizione in una nuova situazione. La novità del contesto fisico e sociale sembrava essere un ingrediente
essenziale del processo. L'esposizione ad un ambiente diverso a volte ha causato una revisione delle attuali
percezioni del proprio stato e un maggiore senso di autostima.
-Relax
Relax significava prendersi il tempo per perseguire attività di interesse. Le attività selezionate sono state spesso un
riflesso dell'aumento del tempo disponibile nella destinazione delle vacanze. Nel ritmo della normale routine, la
mente non era diretta verso questi hobby o interessi. Questi interessi non sono stati percepiti selettivamente perché
non erano pertinenti al filo trainante prevalente di pensiero o motivo dominante.
- Prestigi
Alcuni intervistati hanno suggerito che il prestigio era un fattore motivante primario nei viaggi di altre persone. I
viaggi possono essere diventati parte dello stile di vita indigeno piuttosto che simbolo di uno stile di vita più elevato.
-Regressione
Una vacanza di piacere fornisce un'occasione fare le cose che erano inconcepibili nel contesto dei loro stili di vita
usuali. Le cose che gli intervistati hanno citato erano spesso irrazionali e più reminiscenti del comportamento
adolescente o bambino di comportamento adulto maturo. L'opportunità di impegnarsi in questo comportamento è
stata facilitata dalla mancanza di obblighi di ruolo usuali.
-Regressione
La ricerca dello stile di vita di un'era precedente. Questo è a volte indicato come il 'fattore nostalgia'. In sostanza, il
desiderio era di regredire verso un ambiente meno complesso, meno mutevole e meno tecnologicamente avanzato.
- Miglioramento delle relazioni di parentela
La vacanza di piacere serve come mezzo attraverso il quale le relazioni familiari potrebbero essere migliorate o
arricchite.
-Facilitazione dell’interazioni sociali
Un motivo importante per alcuni intervistati che vanno in una vacanza di piacere era quello di incontrare nuove
persone in luoghi diversi. Questi viaggi erano orientati alle persone piuttosto che ai luoghi.
Anche se diversi intervistati hanno espresso il desiderio di interagire con la popolazione locale nella zona di
destinazione, hanno riferito che questo è stato spesso difficile da raggiungere. La maggior parte dell'interazione era
con altri turisti della zona.
Il giro organizzato era un tipo preferito di vacanza per alcuni rispondenti perché è servito da veicolo per facilitare il
rapporto sociale così come è finanziariamente conveniente.
In sostanza, queste persone stavano portando alcuni dei loro ambienti sociali a casa con loro in un luogo diverso.
L'esistenza di un nucleo di persone esperte forniva una buona base su cui stabilire nuove relazioni sociali attraverso
introduzioni.
Motivi culturali
-Novità
Novità è stata definita dagli intervistati in una varietà di modi. Sinonimi inclusi curiosità, avventura, nuovo e diverso.
Romanzo significava nuova esperienza, ma non necessariamente significa completamente nuova conoscenza. Spesso
gli intervistati sapevano molto di un luogo. La novità derivava dal vedere effettivamente qualcosa piuttosto che
semplicemente saperlo indirettamente. Lo squilibrio culturale sembra essere uno stato d'angoscia che richiede
un'offerta di nuovi stimoli culturali per ripristinare l'omeostasi.
-Istruzione
L'istruzione è stata percepita come un mezzo per sviluppare un individuo rotondo. La sensazione che qualcosa
'dovrebbe essere visto' è stato ribadito da diversi intervistati. È stato percepito come quasi un obbligo morale di
cogliere l'occasione per visitare un fenomeno distintivo, in particolare se fosse ragionevolmente accessibile.
TRAVEL CAREER LADDER (TCL) AND MOTIVATION (PEARCE AND LEE,2005)
TCL descrive la motivazione turistica come composta da cinque diversi livelli:
esigenze di rilassamento,
esigenze di sicurezza/protezione,
esigenze di relazione,
autostima e esigenze di sviluppo,
necessità di auto-realizzazione/ realizzazione.
Seguendo Maslow, i bisogni dei viaggiatori sono stati visti come organizzati in una gerarchia o scala con i bisogni di
rilassamento essendo al livello più basso, seguito nell'ordine dai bisogni di sicurezza/sicurezza, bisogni di relazioni,
stima di sé e bisogni di sviluppo ed infine, al più alto livello, esigenze di soddisfazione.
Si può dire che le persone hanno una carriera di viaggio, cioè, un insieme di motivi di viaggio che cambiano in base
alla loro durata di vita e/ o esperienze di viaggio accumulate. Molte persone si muovono sistematicamente
attraverso una serie di fasi o hanno modelli motivazionali di viaggio prevedibili. Alcuni possono prevalentemente
'ascendere' il TCL, mentre altri possono rimanere ad un livello particolare, a partire da fattori di contingenza o
limitanti, come considerazioni sanitarie e finanziarie. In generale, la teoria TCL ha proposto che le persone
progrediscono verso l'alto attraverso i livelli di motivazione quando accumulano esperienze di viaggio.

PIRAMIDE DI MASLOW
La gerarchia delle necessità determinanti la mobilità del consumo e produzione:

AUTORIZZAZIONI
NECESSITA’ DEL PROPRIO IO (prestigio, autostima)
NECESSITA’ SOCIALI (amore, affetto, amicizia)
NECESSITA’ DI SICUREZZA (difesa, protezione)
base: NECESSITA’ DI BASE (acqua ,cibo, aria)

TRAVEL CAREER PATTERN (TCP) AND MOTIVATION (PEARCE AND LEE, 2005)
Modello di carriera di viaggio (TCP) ,approccio in cui è la struttura motivazionale dinamica e multilivello che è vista
come critica nella comprensione della motivazione di viaggio, e questi modelli riflettono e definiscono le carriere.
In queste riformulazioni concettuali, il concetto di carriera di viaggio rimane importante, così come il punto di vista
che i viaggiatori esibiranno modelli motivazionali mutevoli sulle loro fasi di vita e/ o con esperienza di viaggio.
Le dimensioni motivazionali di fuga/relax, novità, relazione e sviluppo di sé all'interno della teoria TCP sono i fattori
più importanti nella formazione di ragioni di viaggio. Questi quattro fattori di motivazione centrale potrebbero
essere intesi come 'spina dorsale' o 'scheletro' di tutte le motivazioni di viaggio e modelli di carriera di viaggio.
Le persone con alti livelli di esperienza di viaggio hanno dato maggiore enfasi alle motivazioni riguardanti l'auto-
sviluppo attraverso il coinvolgimento del sito ospitante e la ricerca della natura. Motivi di viaggio che riflettono
l'auto-sviluppo attraverso il coinvolgimento del sito ospitante, come l'esperienza di culture diverse e l'incontro con la
gente del posto, sono stati considerati più importanti nei livelli più alti di esperienza di viaggio rispetto a quelli
inferiori.
Le persone a basso livello di esperienza di viaggio hanno sottolineato di più su altri fattori di motivazione come la
stimolazione , sviluppo personale, auto-realizzazione , sicurezza , nostalgia, romanticismo e riconoscimento.
Contraddicendo la teoria originale della TCL, livelli più elevati di motivazione come l'auto-realizzazione e l'auto-
sviluppo, per esempio, sono stati enfatizzati dall'esperienza di viaggio inferiore di un gruppo.
TIPOLOGIE DI TURISTI E DI ESPERIENZE TURISTICHE…MA I TURISTI… SONO TUTTI UGUALI?
INSTITUTIONALIZED AND NON-INSTITUTIONALIZED FORMS OF TOURISM (COHEN 1972)
Dopo aver visto i gioielli di Top Kapi e i bazar, è terribilmente bello tornare a casa Istanbul Hilton’’ (Pubblicità su Time
magazine).
‘Dov'eri l'estate scorsa? A Maiorca. Dov'è? Non lo so, ci sono volato. ’’ (conversazione tra due ragazze, ristampata su
un giornale tedesco).
Credo che il turismo come fenomeno culturale diventi possibile solo quando l'uomo sviluppa un interesse
generalizzato per le cose al di là del suo habitat, quando il contatto e l'apprezzamento e il godimento della stranezza
e della novità sono valutati per il loro bene. In questo senso, il turismo è un fenomeno completamente moderno.
Sebbene novità e stranezze siano elementi essenziali nell'esperienza turistica, nemmeno l'uomo moderno è
completamente pronto ad immergersi completamente in un ambiente alieno. I turisti di oggi sono in grado di godere
l'esperienza di cambiamento e novità solo da una forte base di familiarità, che permette loro di sentirsi abbastanza
sicuro per godere della stranezza di ciò che vivono.
L'esperienza del turismo coniuga, quindi, un grado di novità con un grado di familiarità, la sicurezza delle vecchie
abitudini con l'eccitazione del cambiamento.
C'è un continuum di possibili combinazioni di novità e familiarità.

FORME ISTITUZIONALIZZATE DI RUOLI TURISTICI


IL TURISTA DI MASSA ORGANIZZATO: è il meno avventuroso e rimane in gran parte confinato alla sua ‘bolla
ambientale’ durante il suo viaggio. La visita guidata, condotta in un autobus climatizzato, che viaggia ad alta velocità
attraverso una campagna fumante, rappresenta il prototipo del turista di massa organizzato. La familiarità è al
massimo, novità al minimo.
TURISTA DI MASSA INDIVIDUALE: il tour non è interamente programmato, il turista ha un certo controllo sul suo
tempo e itinerario e non è legato a un gruppo. La familiarità è ancora dominante , ma un po' meno che nel tipo
precedente, l'esperienza di novità è un po' più grande, anche se spesso è di tipo di routine.

FORME NON INSTITUZIONALIZZATE DI RUOLI TURISTICI


L'ESPLORATORE: Questo tipo di turista cerca di uscire dai sentieri battuti tanto meno cerca alloggi confortevoli e
mezzi di trasporto affidabili. Cerca di associarsi alle persone che visita e di parlare la loro lingua. Anche se la novità
domina, il turista non si immerge completamente nella sua società ospitante, ma conserva alcune delle routine di
base e comfort del suo modo di vivere nativo.
IL VAGABONDO (drifter): Questo tipo di avventura turistica più lontano dalla pista battuta e dai modi di vita abituati
del suo paese d'origine. Egli evita qualsiasi tipo di connessione con la struttura turistica e considera l'esperienza
turistica ordinaria falsa. Tende a fare tutto da solo, vivendo con la gente e spesso facendo lavori saltuari per
mantenersi. Cerca di vivere il modo in cui le persone che visita vivono, e di condividere il loro rifugio, il cibo e le
abitudini, mantenendo solo il più elementare ed essenziale dei suoi costumi freddi. Il vagabondo non ha un itinerario
o un orario fisso e non ha obiettivi di viaggio ben definiti. È quasi completamente immerso nella sua cultura di
accoglienza. La novità è qui al suo massimo, la familiarità scompare quasi completamente.

IL MODO DI VIVERE L'ESPERIENZA TURISTICA (COHEN 1979)


Diversi tipi di persone possono desiderare diversi modi di esperienze turistiche; di conseguenza, il turista non esiste
come tipo.
Il posto e l'importanza del turismo nella vita di una persona moderna derivano dalla sua visione globale del mondo, e
dipendono dalla questione se egli aderisce o meno ad un ‘centro’ e dalla posizione del suo ‘centro’ in relazione alla
società in cui vive.

Cinque modalità principali di esperienze turistiche:


1- LA MODALITA’ RICREATIVA: Il viaggio come un'esperienza ricreativa è una forma di intrattenimento simile in
natura ad altre forme di intrattenimento come il cinema, il teatro o la televisione. Il turista gode del suo viaggio
perché ripristina i suoi poteri fisici e mentali e gli conferisce un senso generale di benessere. Come indica il termine
‘ricreazione’ anche questa modalità di esperienza turistica è in ultima analisi e lontanamente correlata e derivata dal
viaggio religioso verso il sacro, centro vivificante, che ringiovanisce e ’re-crea’. Anche se il turista può trovare le sue
esperienze sul viaggio interessante, non sono personalmente significativo. Non ha un profondo impegno a viaggiare
come mezzo di autorealizzazione o di auto-espansione.
Come altre forme di turismo ricreativo di intrattenimento di massa appare dalla prospettiva della cultura come
un'attività superficiale, banale e spesso frivola. Tale turismo serve come una valvola di pressione per l'uomo
moderno. Quando non può più sopportare la pressione della vita quotidiana, va in vacanza. Se esagera, o non riesce
a tornare a vivere seriamente, il suo comportamento diventa disfunzionale.
2- IL MODO DIVERSIVO: Il turismo ricreativo è un movimento lontano dal centro, che serve alla fine per rafforzare
l'adesione al centro. Quindi, può possedere un significato per la persona orientata a quel centro.
Tuttavia, gli uomini moderni sono spesso alienati dal centro della loro società o cultura. Alcuni di loro, forse, non
sono alla ricerca di centri: la loro vita, in senso stretto, è senza senso’, ma non sono alla ricerca di significato, sia nella
propria società o altrove.
Per queste persone che viaggiano nel modo appena descritto, perde il suo significato ricreativo: diventa puramente
diversivo- una semplice fuga dalla noia e senza senso della routine, esistenza quotidiana, nella dimenticanza di una
vacanza che può guarire il corpo e lenire lo spirito , ma non ricreare o non ristabilire l’adesione ad un centro
significativo, ma solo rende l’alienazione sopportabile.
3-IL MODO ESPERIENZIALE : Il turista ricreativo aderisce al centro della sua società o cultura; il turista diversivo si
muove in uno spazio senza centro. Ma cosa succede quando gli individui disincantati o alienati diventano
consapevoli del loro stato di alienazione, e l'insensatezza e la fatuità della loro vita quotidiana, come molti membri
più giovani della classe media nella società post-moderna ? Una direzione che la loro ricerca di senso potrebbe
prendere è il tentativo di trasformare la loro società attraverso la rivoluzione; un'altra, alternativa meno radicale, è
quella di cercare un senso nella vita degli altri: il turismo.
Il turista orientato all'esperienza, anche se osserva la vita autentica degli altri, rimane consapevole della sua alterità
che persiste anche dopo la sua visita, non si converte alla loro vita, non accetta le loro autentiche vie di vita.
4- IL MODO SPERIMENTALE: questa modalità dell'esperienza turistica è caratteristica delle persone che non
aderiscono più al centro spirituale della propria società, ma si impegnano nella ricerca di un'alternativa in molte
direzioni diverse. E 'congeniale per il più riflessivo tra i viaggiatori post-moderni disorientati, in particolare il più
grave dei ‘drifters’ che, dotato di una personalità decentralizzata e manca di priorità chiaramente definite e gli
impegni finali, sono pronti a sperimentare modi di vita alternativi nella loro ricerca di senso.
Il viaggiatore nel modo sperimentale si impegna in quella vita autentica, ma rifiuta di impegnarsi pienamente ad
essa; piuttosto, egli campioni e confronta le diverse alternative, sperando infine di scoprire uno che si adatta alle sue
esigenze e desideri particolari. Il turista sperimentale... è alla ricerca di se stesso.
5- IL MODO ESISTENZIALE: è caratteristico di un viaggiatore che è pienamente impegnato in un centro spirituale
elettivo cioè esterno al mainstream della sua società e cultura nativa. L'accettazione di tale centro viene
fenomenologicamente più vicino ad una conversione religiosa. Per la persona attaccata ad un centro esterno
elettivo, la vita lontana da esso è, per così dire, vivere nell'esilio... L'unica vita reale significativa è al centro.
L'esperienza di vita al centro durante le sue visite sostiene il viaggiatore nella sua vita quotidiana in esilio , nello
stesso senso in cui il pellegrino trae nuova forza spirituale, è creato da questo pellegrinaggio.

SEGMENTI PSICOGRAFICI (PLOG 1974)

CURVA POPOLARE DEI GRUPPI PSICOGRAFICI (modello,


curva)
il modello deriva da una ricerca empirica , commissionata da
alcune aziende americane che ruotavano intorno ai viaggi
aerei. L’analisi inizia dalla letteratura della psicologia per
capire perché i turisti erano spinti a viaggiare con l’aereo e
altri no . L’analisi continua con questionari e interviste.
Il modello rappresenta i diversi tipi di persone:
-Psicocentrici: (psiche), sono più rivolti verso se stessi
-Vicini ai psicocentrici:
-Mediocentrici: stanno nel mezzo
-Vicini agli allocentrici:
-Allocentrici: (allo= diverso), sono più rivolti verso l’esterno
Nel modello è rappresentata una curva gaussiana , ci descrive il modo in cui una popolazione si distribuisce secondo
questi segmenti. Pochi individui appartengono agli psicocentrici sono pochi, stessa cosa gli allocentrici . La maggior
parte degli individui sono mediocentrici.
Nasce come un modello elaborato per descrivere i profili psicologici residenti negli USA agli inizi degli anni 70, ma si
applica benissimo ai segmenti psicografici di popolazione anche in altri paesi in economia matura, come anche
l’Italia, è importante che è attuale ancora oggi.
I psicocentrici preferiscono viaggiare in luoghi a loro familiari, preferiscono località in cui possono avere sole e
divertimento e preferiscono luoghi di relax, vogliono avere un basso livello di attività e preferiscono luoghi che
possono raggiungere guidando, preferiscono hotel e ristoranti destinati alle famiglie e negozi di souvenir turistici.
Preferiscono pacchetti turistici organizzati.
Gli allocentrici preferiscono viaggiare verso aree non turistiche , fare esperienze e scoperte nuove in destinazioni che
non sono ancora state scoperte da altri, svolgono molte attività che preferiscono raggiungere con l’aereo.
Plog qui sovrappone anche le destinazioni scelte, questa evoluzione del precedente modello viene da una ricerca di
400° residenti degli USA e chiede quale destinazione turistica hanno scelto.
Gli psicocentrici scelgono destinazioni vicine tipo Coney Island , mentre gli allocentrici più lontane come l’Africa, i
mediocentrici scelgono destinazioni a metà strada tipo Europa centrale e Nord Europa.

TOURIST PERSONALITIES (PLOG, 2001)

Il modello di Plog del 1974 ha avuto talmente tanto successo


che insieme ai suoi soci decide di pubblicare un nuovo
modello sule diverse personalità turistiche e comincia con il
riprendere i concetti base degli articoli del 74, modificandone
le definizioni .
Vediamo nuove definizioni.
Dependable: affidabile.
Venturer: persone che amano il rischio .

Dependables:
-Viaggiare meno frequentemente
-Soggiorno per periodi più brevi durante il viaggio
-Spendere meno a testa in una destinazione
-Preferire l'automobile familiare, il camper o il SUV, piuttosto per via aerea, perché possono portare con sé più cose,
e questo fa sembrare il viaggio più accogliente e meno ansioso
-Preferiscono soggiornare nelle loro case mobili, con amici e parenti, o negli alberghi e motel più economici.
-Preferiscono luoghi turistici altamente sviluppati, sulla logica che la popolarità di questi siti significa che devono
essere grandi luoghi da visitare altrimenti tante persone non ci andrebbero. Inoltre, lo sviluppo pesante sostiene i
ristoranti di fast-food ed i depositi di convenienza, che offrono la comodità e la sensibilità esperta di che cosa
avvertono a casa loro.
-tendono a selezionare le attività ricreative in queste destinazioni che sono anche i video giochi familiari per gli
adolescenti, e film e minigolf per la famiglia
-Sole -e-divertimento sono importanti nella scelta delle destinazioni, perché offrono la possibilità di rilassarsi e
godersi il calore su una spiaggia o intorno a una piscina, coerente con una preferenza per i livelli di attività bassa
-In genere si scelgono tour ben definiti e accompagnati nei luoghi più noti per i loro rari viaggi internazionali,
piuttosto che organizzare viaggi indipendenti
-Acquistano molti souvenir, magliette, decalcomanie e altri forti ricordi visivi di dove sono stati
-è probabile che torneranno a destinazione più e più volte una volta che lo provano perché è stata una buona scelta.

Venturers
-In genere si scelgono tour ben definiti e accompagnati nei luoghi più noti per i loro rari viaggi internazionali,
piuttosto che organizzare viaggi indipendenti
-Acquistare molti souvenir, magliette, decalcomanie e altri forti ricordi visivi di dove sono stati.
-Fortemente preferiscono l’insolito, destinazioni sottosviluppate che hanno mantenuto il fascino nativo. Più
importante, evitare affollato, luoghi turistici.
- Accettano volentieri tipi di alloggio inadeguati o non convenzionali perché diventano parte integrante di
un'esperienza di vacanza unica
-Preferiscono partecipare alle usanze e abitudini locali e tendono ad evitare gli eventi che sembrano troppo comuni
o familiari, o quelli organizzati per i turisti.
-Preferiscono essere da soli nei viaggi internazionali, anche quando non parlano la lingua , piuttosto che far parte di
un tour guidato. Da loro una macchina e andranno in giro. La loro fiducia in se stessi e il loro essere avventurosi li fa
sentire a proprio agio in una vasta gamma di situazioni
-sono attivi quando viaggiano, trascorrono la maggior parte delle loro ore di veglia esplorando e imparando i luoghi
che visitano, piuttosto che prendere il sole (o tequila).
-Acquistano opere d'arte e artigianato locale, per lo più autentiche, piuttosto che di souvenir. Evitano trappole
turistiche tradizionali che vendono repliche di manufatti culturali locali.
-tendono a cercare nuove destinazioni ogni anno , piuttosto che tornare a luoghi precedentemente visitati, per
aggiungere al loro tesoro di esperienze ricche. Le loro esperienze di viaggio migliorano i loro sentimenti di fiducia in
se stessi e di autostima , portandoli a intraprendere ancora più insoliti viaggi negli anni futuri.
LEZIONE 22-23-24 APRILE 2020
IMPATTO DEI TURISTI. QUAL E’ L’IMPATTO DELLE DIVERSE TIPOLOGIE DI TURISTI SULLE DESTINAZIONI
TURISTICHE?

GLI IMPATTI SULLE DESTINAZIONI (COHEN, 1972)


Le forme istituzionalizzate del turismo: il turismo di massa organizzato e individuale
Dal momento che l'industria turistica serve un gran numero di persone, questi devono essere trattati nel modo più
efficiente, senza intoppi, e il più rapidamente possibile attraverso tutte le fasi del loro tour. Quindi, è imperativo che
l'esperienza del turista, per quanto nuovo potrebbe sembrare a lui, essere il più ordinato, prevedibile e controllabile
possibile. Insomma, bisogna dargli l'illusione dell'avventura, mentre tutti i rischi e le incertezze dell'avventura
vengono tolti dal suo tour.
La struttura turistica raggiunge meccanismi correlati che chiamerò la trasformazione delle attrazioni e la
standardizzazione delle strutture.
Lo scopo principale del turismo di massa è la visita delle attrazioni. Tuttavia, anche se sono autentiche, la tendenza è
quella di trasformarle o manipolarle, di renderle idonee al consumo turistico di massa. Le strutture sono dotate di
ricostruzioni , paesaggi, pulizie, gestione, e altrimenti organizzato. Di conseguenza, perdono in gran parte il sapore e
l'aspetto originali e diventano isolati dal flusso ordinario di vita e dalla struttura naturale della società ospitante.
La standardizzazione delle strutture serve a fornire al turista la necessaria familiarità nelle sue immediate vicinanze.
Occorre creare un'infrastruttura turistica di strutture basate sugli standard occidentali anche nei paesi di accoglienza
più poveri. Questa infrastruttura turistica fornisce al turista di massa la bolla ecologica protettiva del suo ambiente
abituale. Tuttavia, poiché il turista si aspetta anche qualche sapore locale o segni di estraneità nel suo ambiente, ci
sono decorazioni locali nella sua camera d'albergo, cibi locali nei ristoranti, prodotti locali nei negozi turistici.

Le forme istituzionalizzate del turismo: il turismo di massa organizzato e individuale

La trasformazione delle attrazioni e la standardizzazione delle strutture, rese necessarie dalle difficoltà di gestire e
soddisfare un gran numero di turisti, hanno introdotto una uniformità o somiglianza di base nell'esperienza turistica.
Interi paesi perdono la loro individualità per il turista di massa in quanto la ricchezza della loro cultura e geografia è
ridotta dall'industria turistica a pochi elementi standard, in base al quale sono classificati e presentati al turista di
massa.
Di conseguenza, i paesi diventano intercambiabili nella mente del turista. Se è alla ricerca di buone spiagge, foreste
riposanti, o vecchie città, diventa relativamente poco importante per lui dove questi capita di essere trovato. Nei
paesi turistici più frequentati, il sistema turistico o le infrastrutture sono state separate dal resto della cultura e dal
flusso naturale della vita. Le attrazioni e le strutture precedentemente frequentate dalla popolazione locale vengono
gradualmente abbandonate. Il turista di massa viaggia in un mondo tutto suo, circondato, ma non integrato nella
società ospitante. Incontra i rappresentanti dell'ente turistico - gestori di alberghi, agenti turistici, guide - ma solo
raramente i nativi.
I nativi, a loro volta, vedono il turista di massa come irreale. L'isolamento del turista di massa dalla società di
accoglienza è ulteriormente intensificato da una carenza di comunicazione generale. Le pubblicazioni turistiche e la
letteratura di viaggio sono normalmente scritte nello spirito dell'istituzione turistica -e spesso non da un nativo del
paese - il cui motivo principale è la vendita, non semplicemente l'informazione.
Non conoscere la lingua rende la formazione di conoscenze con i nativi e di viaggio in giro per conto proprio così
difficile che pochi turisti tentano questo. Peggio ancora, lascia il turista senza alcun sentimento reale per la cultura o
la gente del paese. La triste ironia del turismo istituzionalizzato moderno è che, invece di distruggere i miti tra i
paesi, li perpetra.

Le forme non istituzionali del turismo: l'esploratore e il vagabondo

Attraverso il suo modo di viaggiare, l'esploratore sfugge all'isolamento e all'artificialità che il sistema turistico
impone al turista di massa. Paradossalmente, però, nei suoi stessi tentativi di fuga egli funge da punta di diamante
del turismo di massa, i cui gestori sono sempre alla ricerca di nuove e inusuali attrazioni. Le sue esperienze e opinioni
servono come indicatori per altri turisti meno avventurosi a muoversi nella zona. Come sempre più questi si
muovono in più l'istituzione turistica prende gradualmente il sopravvento. Così, in parte attraverso l'aiuto
inconsapevole dell'esploratore, la portata del sistema si espande.
Al fine di preservare la freschezza e la spontaneità della sua esperienza, il drifter viaggia appositamente senza
itinerario o orario, senza una destinazione o addirittura uno scopo ben definito. Spesso possiede solo mezzi limitati
per viaggiare, ma anche quando questo non è vero, di solito si preoccupa di far durare il suo denaro il più a lungo
possibile in modo da prolungare i suoi viaggi. Dal momento che è anche in genere disinteressato al comfort fisico e
desideri di vivere il più semplicemente possibile durante il viaggio, egli viaggerà, mangerà, e dormirà nel modo più
economico possibile. Si muove in bicicletta o in moto o autostop gite in auto, aerei privati, cargo, e barche da pesca.
Condivide le camere con i compagni di viaggio che ha incontrato lungo la strada o rimane con un nativo della zona
che lo ha fatto amicizia. Quando necessario , e spesso anche quando non lo è , dormirà all'aperto. E cucinerà i suoi
pasti all'aperto o comprerà cibo per strada piuttosto che mangiare in un ristorante.

Impatti

Il turismo ha alcuni importanti effetti aggregati sulla società ospitante, in termini di impatto sulla divisione del lavoro
e sull'ecologia o sui modelli di utilizzo del territorio di quella società . Come il ruolo turistico diventa istituzionalizzato
, un insieme di altri ruoli e le istituzioni si sviluppano nel paese ospitante per soddisfare le sue esigenze, quello che
abbiamo chiamato l'istituzione turistica. Questo sviluppo introduce gradualmente una nuova dimensione
nell'ecologia della società ospitante, in quanto le attrazioni e le strutture vengono create, migliorate e messe da
parte per uso turistico.
Le regioni agricole possono diventare principalmente aree turistiche, poiché l'agricoltura è cacciata dalle strutture
turistiche e la popolazione locale si rivolge ai servizi turistici per vivere. Al contrario, le aree agricole possono ricevere
un impulso dall'aumento della domanda di prodotti agricoli nelle regioni turistiche vicine
L'esploratore e il vagabondo non influenzano la divisione generale del lavoro nella società ospitante allo stesso livello
del turista di massa, e di conseguenza non hanno lo stesso impatto aggregato su quella società. Il loro effetto sulla
società ospite è più sottile, ma a volte considerevole

IMPATTI SULLE DESTINAZIONI (PLOG 1974)

I primi a scoprire una nuova area sono gli Allocentrics. Essi godono del senso di scoperta e amano immergersi in
nuove attività, mentre c'è ancora un senso di naturalezza su di loro. Questo porta ad un mercato più ampio per
queste aree di villeggiatura e sono ora visitati da un gruppo quasi allocentrico di viaggiatori. I Near-Allocentrics non
sono gli scopritori , ma sono vicini alle spalle e l'aumento del numero di viaggiatori che rappresentano porta allo
sviluppo di alberghi, ristoranti , e le solite strutture turistiche nella zona specifica località. Così, possiamo vedere che
la destinazione del resort sta cominciando a muoversi lungo un continuum sulla nostra scala psicografica, in termini
di tipo di viaggio che attrae.
Come una destinazione diventa più popolare, il pubblico Mid-Centric inizia a prenderlo. Il continuo aumento dei
viaggiatori porta ad un ulteriore sviluppo dei resort in termini di alberghi, negozi turistici, attività programmate per i
turisti, e dei servizi abituali che vengono forniti in una zona matura località. A questo punto , gli Allocentrics sono
spenti dalla destinazione perché ha perso il senso della naturalezza e un numero minore di Near-Allocentrics sono
anche in visita. La destinazione ha raggiunto il suo massimo potenziale perché ora sta attirando il più vasto pubblico
possibile. Finora, l'introduzione di ogni nuovo tipo di viaggiatore ha significato una più grande base della popolazione
da cui disegnare i viaggiatori. Ci sono più Quasi-allocentrici che Allocentrics e molti più Midcentrics che Quasi-
allocentrics. Tuttavia, il continuo sviluppo turistico della zona porta con sé la minaccia della distruzione della zona
come una località turistica vitale.
La destinazione è ora attraente per un pubblico che è composto principalmente da Mid-centrics to Near-
psychocentrics. Da questo punto in poi, mentre la destinazione si muove verso la fine psicocentrica del continuum, in
termini di appeal in popolarità , comincia ad attingere a un numero minore di viaggiatori.
Anche se la destinazione può fare appello a se stessa , perché è diventata molto popolare e, per la sua popolarità, li
convince che è una zona di villeggiatura utile, Gli psicocentrici non viaggiano spesso come gli Allocentrici e
preferiscono quelle destinazioni che possono raggiungere facilmente dalle loro case in automobile. Inoltre , il loro
soggiorno totale a destinazione è inferiore a quello per Allocentrics, e spendono meno per capitale su base
giornaliera.

IMPATTI SULLE DESTINAZIONI (PLOG 2001)


Alla prevalenza di ciascuna tipologia di turisti, corrisponde una fase nel ciclo di vita di una destinazione turistica.
I ricercatori: Proprio come i Venturers sono più interessati a provare nuovi prodotti e servizi, amano cercare nuovi
posti da visitare, i dimenticati, gli sconosciuti, i passati, e l'ignoto. Quando i Venturers tornano a casa da un viaggio,
parlano con amici e parenti dei migliori nuovi posti che hanno scoperto. Amici e collaboratori di solito sono molto
curiosi circa gli ultimi viaggi di conoscenti che prendono tali vacanze interessanti. Alcuni di questi amici possono
essere classificati come vicino -Venturers, che presto decidere che potrebbero voler visitare i luoghi intriganti che
hanno appena sentito parlare Quando i Near-Venturers visitano la destinazione (in numero considerevolmente
maggiore rispetto ai Venturers), iniziano il ciclo di sviluppo della destinazione, perché non solo chiedono più servizi di
quelli dei Venturers, ma dicono anche al loro amico: parenti, e soci circa le loro grandi esperienze in questo nuovo
luogo. Sempre più persone visitano la destinazione, e sono anche alla ricerca di più servizi. Così, la gente locale
sviluppa gli hotel, i ristoranti, i negozi che vendono gli articoli. nativi e altri servizi. Nel bel mezzo di questa fase di
crescita - ciclo - quando vicino- Venturers costituiscono la maggior parte degli arrivi turistici, sarà anche probabile
‘scoprire’ il luogo. Dopo essere stata scoperta, la destinazione si confronta presto con le pressioni derivanti dalla
rapida crescita e sviluppo. Near-Venturers anche parlare delle loro vacanze emozionanti con i loro amici mid-Centric
che hanno inclinazioni Venturer. Fino a questo punto, tutti sembrano felici a destinazione. La crescita del turismo
continua senza sosta, i valori immobiliari aumentano con l'aumento degli alberghi , più residenti locali hanno lavoro,
le entrate fiscali sono aumentate, alcune aree fatiscenti sono state ripulite, e la maggior parte dei residenti credono
di aver scoperto l'industria perfetta.

Furtiva erosione : la crescita nella base prospettica continua fino al punto medio della curva. Durante questo
periodo, lo sviluppo continua quasi senza sosta. Funzionari eletti, che riconoscono i contributi dei turisti alla loro
zona e le loro circoscrizioni, proclamano felicemente il loro sostegno al turismo e tutti i suoi benefici per la loro
comunità. Così approvano piani (per lo sviluppo). Gradualmente il posto assume un aspetto più turistico. La
pianificazione locale per controllare la diffusione del turismo è stata terribilmente inadeguata perché i funzionari
eletti non hanno visto la necessità di regolamentare un'attività che ritengono sia un grande beneficio per la loro
comunità. Poi, quando la realizzazione finalmente albeggia che la regolamentazione è necessaria , i funzionari non
hanno esperienza con tale pianificazione di uso del territorio. Il posto inizia a sembrare come molte altre destinazioni
troppo sviluppate, perdendo il suo carattere distintivo lungo la strada.

Semi di declino: Durante tutto questo processo, i semi del declino quasi inevitabile della destinazione sono già
seminati nel bel mezzo di esso successo. Proprio quando la maggior parte delle persone a destinazione sembrano più
felici per il successo dei loro sforzi per far crescere la base di turismo anno dopo anno , forze invisibili hanno iniziato
a muoversi contro di loro che costituirà problemi in futuro . Infatti, maggiore è la sua popolarità , più probabile
Dependables visiterà , dal momento che preferiscono fare scelte sicure. La loro curva psicografica preannuncia
diverse conseguenze sfortunate. La destinazione può trarre solo dalla contrazione dei segmenti della popolazione
dopo che il suo posizionamento psicografico supera il magico punto medio sul grafico. Esistono meno Near-
Dependables che mid-Centrics, e ci sono meno Dependables che near-Dependables. Non solo ci sono meno persone
nella base, ma Dependables viaggiano meno delle loro controparti Venturer, rimangono per periodi di tempo più
brevi, e spendono meno mentre sono lì. Tutto questo aggrava la miseria ora avvertita a destinazione. Non è
cambiato nulla, credono i locali, quindi non possono capire perché meno visitatori vengono ogni anno e spendono
meno mentre sono in città. Sulla base dello scenario di cui sopra, il posizionamento psicografico ideale per la
maggior parte delle destinazioni si trova da qualche parte nel mezzo del segmento Venturer vicino. Una destinazione
a questo punto ha il più ampio appeal di posizionamento possibile perché copre la più grande posizione della curva
psicografica. La destinazione di solito ha un ragionevole livello di sviluppo, ma non è sfuggito di mano.
22-23-24 aprile 2020
LE RISORSE TURISTICHE

LE RISORSE PRIMARIE (MONTANARI, 2008)


Possono essere classificate in risorse primarie, secondarie e terziarie .
In questo modello le risorse vengono usate da visitatori , residenti e
city users.
Risorse primarie:
-I beni durevoli sono quelli che restano nel tempo e quelli effimeri
sono quelli che hanno una durata limitata del tempo.
I beni durevoli vengono divisi in beni hard (monumenti, lungomare,
quartiere storici) e soft (folklore, lingua , gastronomia).
-I beni effimeri sono le mostre , i concerti, manifestazioni.

RISORSE SECONDARIE

Hotel, caffè, ristorati, night club, negozi, centri commericali , mercati e tutte le strutture ricettive come rbeb , beb,
discoteche ecc…

RISORSE TERZIARIE
Strade, ferrovie, porti, aereoporti, trasporti urbani, aree di parcheggio, informazione, accessibilità

RISORSE SECONDARIE: UN’ANALISI DELLA SITUAZIONE IN ITALIA (BANCA D’ITALIA, 2019)


struttue complementari: villaggi,case in affitto ecc.
C’è stato un aumento della dimensione media e c’è stata anche una concentrazione della proprieta. Nelle strutture
extra alberghiere sono aumentati i posti , c’è stata però una dimensione della dimensione media.
Dal 2000 al 2017 notiamo una diminuzione sia degli alberghuad una stella che quelli a tre 2, mentre aumentano
quelli da 3 e da 4. Quelli a 5 sono stabili.
Aumento beb, degli alloggi in affitto.

SOSTENIBILITA’ DEL TURISMO E TURISMO


SOSTENIBILE

IMPATTI DEL TURISMO (MONTANARI, 2008)


SVILUPPO SOSTENIBILE E TURISMO (BUTLER,1999)
La prima definizione di sviluppo sostenibile la troviamo in una pubblicazione del 1987 dal titoloto ‘Our Common
Future’ , dalla World Commission on Environment and Development : sviluppo che garantisce e soddisfa i bisogni
della geenrazione presente senza compromettere la possibilità delle future generazioni di soddisfare i loro bisogni .

Sette dimensioni della sostenibilità:

ambientale, culturale, politico, economico, sociale, Manageriale, governativo.


Quattro modi di interpretare il turismo nel contesto dello sviluppo sostenibile:
un punto di vista settoriale come la sostenibilità economica del turismo;
un punto di vista ecologico che sottolinei la necessità di un turismo ecologicamente sostenibile;
un punto di vista della sostenibilità a lungo termine del turismo, riconoscendo la competitività delle destinazioni;
un punto di vista che accetta il turismo come parte di una strategia per lo sviluppo sostenibile in tutto l'ambiente
fisico e umano.

Definitions of sustainable tourism

-Turismo che risponde alle esigenze degli attuali turisti e delle regioni ospitanti, pur proteggendo e migliorando le
opportunità per il futuro. (WTO)

- Il turismo sostenibile è il turismo e le infrastrutture associate che: oggi e in futuro operano all'interno delle capacità
naturali per la rigenerazione e la produttività futura delle risorse naturali; riconoscono il contributo che persone e
comunità, costumi e stili di vita , danno per quanto riguarda l'esperienza turistica, è necessario che queste persone
partecipino equamente ai benefici economici della popolazione e delle comunità locali nelle zone di accoglienza.
(Eber)

- Turismo che può sostenere le economie locali senza danneggiare l'ambiente da cui dipende. (Countryside
Commission)

- Deve essere in grado di aggiungere alla serie di opportunità economiche aperte alle persone senza incidere
negativamente sulla struttura dell'attività economica . Il turismo sostenibile non dovrebbe interferire con le forme
esistenti di organizzazione sociale. Infine, il turismo sostenibile deve rispettare i limiti imposti dalle comunità
ecologiche (Payne)

- Il turismo sostenibile nei parchi (e in altre aree) deve essere definito principalmente in termini di ecosistemi
sostenibili. (Woodley)

-Turismo sostenibile è il turismo che si sviluppa il più rapidamente possibile, tenendo conto della capacità ricettiva
attuale, la popolazione locale e l'ambiente, e : Turismo che rispetta l'ambiente e di conseguenza non aiuta la propria
scomparsa. Questo è particolarmente importante nelle aree sature, e : Turismo sostenibile è turismo responsabile
(Bramwell)

- Una definizione appropriata di turismo sostenibile è il turismo in una forma che può mantenere la sua vitalità in
un'area per un periodo di tempo indefinito (Butler)
Con una tale definizione , l'enfasi è sul mantenimento del turismo , ma molti casi il turismo è in competizione per le
risorse e non può essere il migliore.

- Turismo sviluppato e mantenuto in un'area (comunità , ambiente) in modo e su una scala tale da rimanere vitale
per un periodo infinito e non degradare o alterare l'ambiente (umano ad fisico) in cui esiste a tal punto da proibire lo
sviluppo e il benessere di altre attività e processi (Butler 1993).

SVILUPPO SOSTENIBILE DEL TURISMO IN DIFFERENTI AMBIENTI (BUTLER 1999)

Lo sviluppo turistico sostenibile dovrebbe rispondere alle esigenze dei turisti attuali e delle regioni ospitanti la
protezione e il miglioramento delle opportunità per il futuro (WTO 1993)

Il termine chiave in questo concetto è quello dei ‘limiti’ . Per quanto i fautori dello sviluppo possano ignorare il fatto,
implicito nel concetto di sviluppo sostenibile è l'idea di limiti. Nel caso del turismo, questo è normalmente espresso
in termini di numero di turisti, anche se implicito in questo è lo sviluppo delle infrastrutture associate e modifiche del
paesaggio. Anche se è generalmente riconosciuto che i numeri da soli non sono una misura del tutto soddisfacente
degli effetti del turismo, non vi è dubbio che, in quasi tutti i contesti turistici, vi è un numero massimo di turisti che
possono essere accolti con successo. Una volta superato questo numero, si verifica una serie di effetti negativi e
talvolta irreversibili.

Una volta superati questi livelli, si verificano alcune cose, normalmente in forma indesiderabile. La natura stessa del
turismo cambia, la natura della destinazione cambia, l'attrattiva e quindi la vitalità della destinazione diminuisce, e il
turismo non diventa più sostenibile nella sua forma originale. Se l'uso eccessivo e lo sviluppo eccessivo continuano
senza sosta, allora qualsiasi forma di turismo può diventare insostenibile in quella destinazione (Butler, Cooper,
Zanetto e Soriani).

‘Un elemento chiave per fissare obiettivi per il turismo sostenibile è la creazione di capacità di trasporto turistico di
una zona di destinazione’. In realtà poche, se non nessuna, proposte di sviluppo identificano o propongono tali limiti.
Questo problema si ricollega direttamente a quello sopra rilevato della misurazione della sostenibilità. Senza tali
indicatori, l'uso del termine ‘sostenibile’ non ha senso.

Infatti, una delle questioni chiave è come il turismo potrebbe essere controllato data la natura, la varietà e le
motivazioni del settore e dei partecipanti. Il sistema politico di controllo è uno di questi, e particolarmente
importante quando si considerano i controlli sulla quantità, il tipo e il tasso di sviluppo che sono inevitabili nel caso
dello sviluppo del turismo sostenibile.

Ciò porta alla terza grande questione sopra individuata, vale a dire il rapporto tra sviluppo sostenibile e turismo di
massa o convenzionale.

Gli scrittori critici del turismo di massa (Poon, Croall) propongono spesso quelle che vengono definite ‘forme
sostenibili di turismo’ come l'alternativa ideale, e così facendo implicano, se non dichiarano categoricamente, che le
due forme di turismo sono incompatibili. È chiaro che molti esempi di sviluppo del turismo di massa non sono
sostenibili per nessuna definizione del termine, e la difficile posizione in cui si trovano attualmente molte
destinazioni consolidate ne è la prova (Dickinson, Prat, Vera e Rippin). Tuttavia, per raccogliere tali prove e dire che i
principi dello sviluppo sostenibile possono essere applicati solo a piccoli sviluppi sensibili in siti verdi è avventato. Nel
primo caso, come molti autori hanno sottolineato (Butler, Wall, Wheeller e Pearce), il turismo di massa è
incredibilmente popolare e non sta per scomparire o essere sostituito da turismo alternativo. Il turismo è un
fenomeno che ha dimostrato una crescita continua per almeno mezzo secolo su scala mondiale, e la maggior parte di
questa crescita è stata nel turismo di massa. Mentre la crescita più rapida negli ultimi anni sembra essere stata in
forme specializzate di turismo, come l'ecoturismo, il numero effettivo di turisti coinvolti in queste forme sono molto
piccole rispetto a quelli impegnati nel turismo di massa (WTO). Inoltre, poiché queste nuove forme di turismo
diventano sempre più popolari, è molto probabile che diventino varietà di turismo di massa; in effetti, molte di esse
assumono tali caratteristiche molto rapidamente man mano che si espandono. L'aumento del numero, il marketing
intensivo, la necessità di grandi unità di alloggio e di trasporto, i cambiamenti nel prodotto stesso, e il conseguente
impatto sulle destinazioni sono tutti familiare tende nel turismo di massa. Supporre che rimarranno sostenibili, se
mai fossero sostenibili in tutt'altro modo che nel nome, è ingenuo e non sostenuto dalla ricerca.
Il mercato di massa per il turismo non mostra segni di diminuzione; anzi, come nuovi paesi di origine in Asia , fornire
un numero sempre maggiore di turisti, mostra ogni evidenza di continuare ad aumentare per il prossimo futuro. Le
destinazioni attuali e future di questo mercato di massa dovrebbero essere al centro degli sforzi per raggiungere la
sostenibilità del turismo per due motivi.

In primo luogo, è semplicemente inopportuno oggi sviluppare destinazioni che non si sforzino di essere il più
rispettose possibile dell'ambiente e della società e quindi il più possibile sostenibili. Gli ambienti e i residenti delle
aree di destinazione meritano tale considerazione, così come i visitatori stessi. In secondo luogo, se tali destinazioni
diminuiranno rapidamente in qualità e attrattiva a causa della scarsa pianificazione e sviluppo, i turisti li
abbandoneranno e cercheranno nuove destinazioni a un ritmo sempre più rapido. I benefici del turismo non saranno
massimizzati, ma solo compressi in un breve periodo. Nuove destinazioni dovranno essere stabilite per soddisfare la
nuova domanda e lo stesso processo continuerà ad aumentare fino a quando non ci saranno letteralmente più
destinazioni adatte o aree disposte ad accettare il turismo, un processo discusso da Plog (1974) più di 20 anni fa.
LEZIONI 29-30 APRILE 6 MAGGIO
TURISMO URBANO. TEMI E TEORIE
COSE E COME NASCE IL TURISMO URBANO (PASQUINELLI, 2015)

Le città non sono solo le principali destinazioni o punti focali degli itinerari dei viaggiatori; sono anche l'origine della
maggior parte dei viaggiatori globali (Ashworth, 1989; Ashworth & Page, 2011). Di conseguenza, lo sviluppo del
turismo globale è strettamente intrecciato con le traiettorie della transtormatione urbana e dell'urbanizzazione.
Oltre alla popolazione urbana, che si prevede cresca del 61% entro il 2030, cresce anche una popolazione
temporanea e oscillante che include i visitatori impatti sul tessuto urbano. Per questo motivo, il turismo urbano è
considerato un fattore chiave nello sviluppo urbano e nell'economia urbana (UNWTO, 2012). Vi è un consenso
generale e crescente sul fatto che il turismo è stato considerato un elemento trascurabile nel processo di sviluppo
urbano ed economico e solo di recente è stato preso in considerazione come motore del cambiamento urbano. In
effetti, il turismo urbano rimane un campo immaturo di ricerca e pratica. Questa immaturità ha portato a punti di
vista di parte che promuovono descrizioni semplicistiche del turismo come una panacea per tutti i problemi di
sviluppo, o interpretazioni estremamente critiche del fenomeno turistico. Molti effetti negativi hanno messo fine alle
città luna di miele con il turismo urbano (Novy, 2014), con l'emergere di movimenti urbani anti-turismo rivendicando
da parte degli abitanti il diritto alla città.
Dal primo punto di vista il turismo è stato definito come la più grande industria del mondo, creando benefici
economici positivi e promuovendo la cultura e il benessere, nonché la coesione sociale e la conservazione del
patrimonio. Questa è la posizione di molte istituzioni internazionali, tra cui va menzionata in particolare
l'Organizzazione mondiale del turismo delle Nazioni Unite, che promuove il turismo urbano in quanto apporta
notevoli benefici economici alle città e innesca investimenti costanti nelle infrastrutture, promozione e
conservazione che vanno anche (e soprattutto) a beneficio dei residenti locali (UNWIO, 2012).
La stessa UNWTO, tuttavia, sottolinea l'importanza di politiche pubbliche che stimolino gli impatti positivi del
turismo urbano, evitando o minimizzando gli effetti negativi. D'altra parte, le letture critiche del turismo urbano
evidenziano la natura elitaria (ed esclusiva) del turismo (Richter, 2007), le questioni ambientali, sociali e culturali
come la congestione e l'uso dei beni pubblici, l'inquinamento e la criminalità, l'impatto strutturale sulla forma urbana
e l'avvio di processi di mercificazione e genfrificazione identità, la fouristificazione e una riduzione della qualità della
vita. Questi effetti negativi hanno messo fine alla luna di miele con il turismo urbano (Novy, 2014).
In alcuni casi, tuttavia, il conflitto tra residenti e visitatori si è basato su timori sproporzionati e sulla mancanza di
argomentazioni basate su prove.
Negli anni '80 la letteratura accademica sul turismo urbano era molto limitata (Darcy & Small, 2008). Il turismo
urbano iniziò ad essere parte integrante degli studi turistici, anche se alcuni sostengono che divenne un "fenomeno
distinto e un'area di ricerca" (Edwards, Griffin, & Hayllar, 2008). Un forte pregiudizio rurale" a lungo ha continuato a
caratterizzare il turismo (Ashworth, 1989). Una "polarizzazione antiurbana" (Ashworth & Page, 2011) ha
particolarmente distinto il contesto anglo-americano, dove il turismo è stato principalmente legato all'idea di svago
all'aperto in campagna per sperimentare il contatto diretto con la natura.
Al contrario, secondo una visione industriale, le città sono state concepite come luoghi di duro per le fabbriche e
l'inquinamento. Dal 1980 l'interesse per il turismo urbano è rapidamente aumentato. La crescente affluenza di
visitatori urbani ha indirizzato l'attenzione sulla necessità di regolare e contrastare le esternalità negative del turismo
nelle città storiche (Darcy & Small, 2008). Secondo Valls, Sureda e Valls-Iuñon (2014), mentre il modello "seaside
holidays in the sun" è nato negli anni '60, il turismo cittadino è in crescita dalla fine degli anni '90. Questa tendenza è
stata favorita dal l'emergere e dal rafforzamento del trasporto aereo a basso costo, unitamente a un miglioramento
della connettività delle città europee.
La liberalizzazione del trasporto aereo nell'Unione europea ha rivoluzionato il turismo incidendo fortemente sui
flussi .I vettori lowcost (LCC) hanno spostato i viaggiatori al di fuori dei percorsi tradizionali creando nuove
destinazioni (Iniguez, Plumed, & Latorre Martinez, 2014; Ivanovic, Yucenovic, & Baresa, 2014). Le destinazioni
emergenti sono spesso piccole città e città, generalmente non destinazioni turistiche famose, dove i vettori a basso
costo pagano tasse e tasse aeroportuali più basse (Olipra, 2012).
Come suggerisce una definizione di base, il turismo urbano corrisponde a viaggi in città (o, più in generale, a luoghi
ad alta densità di popolazione) di solito caratterizzati da soggiorni brevi (UNWTO, 2012). Brevi city-break sono resi
disponibili a prezzi accessibili da voli a basso costo per un numero crescente di visitatori che scelgono città per i loro
fine settimana o per brevi vacanze. Oltre alla breve durata, altre caratteristiche distinguono il turismo urbano.
Edwards (2008) ha suggerito ulteriori criteri per la caratterizzazione della destinazione urbana. Avendo una grande
varietà di attrazioni primarie e secondarie, la destinazione urbana è scelta per una varietà di motivi, tra cui tempo
libero, affari, shopping, partecipazione alla conferenza, ecc. Nella storia, le città sono sempre state visitati per una
"molteplicità di cose da vedere e da fare" - ha scritto Karski nel 1990 (Hayllar, Griffin, & Edwards, 2008b) - ad
esempio il Grand Tour d'Europa dal XVII al XIX secolo. Data la varietà di motivi per visitare una città, il criterio
tradizionale di breve durata non è necessariamente valido.
Ashworth e Page (2011) hanno suggerito tre caratteristiche che caratterizzano il turismo urbano. Il turismo urbano è
definito secondo :
(a) la natura polivalente delle visite cittadine in un contesto multifunzionale. Dal nostro punto di vista, il fhis
permette di parlare di turismo urbano (al plurale) invece del turismo urbano (singolare);
b) i visitatori utilizzano strutture urbane che non sono necessariamente buili per i visitatori (come hanno detto gli
autori, "se i turisti fanno uso di quasi tutte le caratteristiche urbane, fanno un uso esclusivo di quasi nessuno.
Pertanto, la comprensione del turismo urbano dipende da una precedente comprensione del contesto urbano in cui
è incorporato", p. 3);
c) la diversità dell'economia urbana di cui fa parte il turismo. La co-presenza di più economie nel contesto urbano è
fundamenfal per citare il fourism. In contesti urbani, il turismo è solo una delle attività economiche (o una tra le
tante forze economiche e sociali) con conseguenti dinamiche di concorrenza per le risorse. La co-presenza di più
stakeholder è l'essenza della destinazione urbana, il cui affollato carattere rappresenta l'impronta del paesaggio
urbano. Le città con le economie più grandi e diverse trarranno i maggiori benefici dal turismo urbano (Ashworth &
Page, 2011). Questo suona come un invito a ridurre l'enfasi sulla "città turistica" e considerare la funzione turistica
come incorporata nella rete c di attività economiche. I modelli di differenziazione dovrebbero contrastare la
monocultura turistica.

CHI SONO TURISTI URBANI (1) (PASQUINELLI, 2015)


Il turista urbano può essere descritto come un tipo tradizionale di turista culturale. Ciò si riferisce principalmente a
visite standardizzate in punti di interesse culturale, ad esempio musei e monumenti (Richards, 2003) con l'obiettivo
di vedere una "perfezione estetica o storica" (Ashworth & Page, 2011). Una volta che tale estetica o perfezione
storica è stata "visto", secondo Ashworth e Page (2011), il turista urbano non ha motivo di visitare la città una
seconda volta. Gli hotspot culturali possono includere siti di "cultura popolare" (Richards, 2003) come testimonia la
proliferazione di calcio, moda, prodotti e musei aziendali. Il turista urbano vuole creare ricordi della città e tende ad
acquistare prodotti culturali o manufatti ad alto contenuto simbolico. Si tratta di "un'accoglienza passiva della
cultura", e il rapporto tra cultura e turismo è mediato esclusivamente dallo scambio commerciale (Richards, 201 4c).
Il viaggiatore urbano, invece, si impegna attivamente nella costruzione dell'esperienza urbana. Questo impegno
attivo è riassunto come segue:
Apprendimento esperienziale (turismo creativo)
Imparare l'"ordinario urbano"
Imparare il legame tra la storia della città e il percorso del progresso
Un'indagine sul turismo creativo è stata recentemente condotta da Richards (2014a). Tale turismo è definito come
un'opportunità per sviluppare gli individui potenziale creativo attraverso la partecipazione alle esperienze di
apprendimento che caratterizzano la città. Ciò significa un coinvolgimento diretto nella cultura locale e una co-
creazione proattiva, piuttosto che una semplice ammirazione per la creatività altrui. L'interazione con l'ambiente
urbano e gli istruttori locali fa coinvolgere il viaggiatore urbano con un'esperienza genuina di prima mano della città
che dà un senso di realizzazione e di apprendimento unico (Hung, Lee, & Huang, 2014).

COME SI COMPORTANO I TURISTI URBANI (?) (1) (ASHWORTH E PAGE, 2011)

Selettività
Il turista fa uso di solo una piccola porzione verY di tutto ciò che la città ha in offerta. Questo sarebbe il caso per tutti
gli utenti della città, la maggior parte dei quali sono consumatori selettivi piuttosto che onnivori, ma se si potrebbe
sostenere che il turista che prende le decisioni su cosa, quando, dove e come utilizzare la gamma di risorse urbane
disponibili, ha più tempo limitato, conoscenze e aspettative pre-contrassegnate (in un MacCannel, 1976, senso)
rispetto alla maggior parte degli altri utenti. Si può presumere che i singoli budget spazio-temporali dei turisti siano
più limitati degli utenti locali, il che limita il loro spazio d'azione, il che a sua volta si traduce in una distintiva
regionalizzazione urbana del turismo.

Rapidità
I turisti consumano rapidamente prodotti turistici urbani. Le città sono per loro natura luoghi di alti livelli di attività
di persone, aggravati dalla crescita della società 24 ore su 24 (Moor-Ede, 1993; Ufficio parlamentare di scienza e
tecnologia, 2005). La durata del soggiorno in qualsiasi destinazione turistica urbana è molto più breve rispetto alle
località di spiaggia o sport invernali. Ciò è dovuto in parte al fatto che le motivazioni dei viaggi verso le città sono più
varie rispetto ai luoghi turistici non urbani e comprendono molti soggiorni brevi non motivati principalmente dal
settore delle vacanze (van den Berg et al, 1995). Tuttavia, anche i vacanzieri raramente soggiornano anche nelle città
turistiche più rinomate in tutto il mondo per più di due giorni (van den Borg et al., 1996).

Ripetizione
I turisti verso destinazioni urbane sono meno propensi che i visitatori di destinazioni non urbane per tornare con
riverfatto con la stessa città. È la natura molto specifica del luogo (vedi Selby & Morgan, 1996; Selby, 2004a, 20045)
del prodotto turistico urbano in contrasto con il carattere più generico delle destinazioni balneari o sportive invernali
che scoraggia tali visite ripetute. Molti turisti urbani si stanno impegnando in una forma di raccolta di siti e manufatti
pre-contrassegnati che devono essere visitati se il luogo deve essere autenticamente sperimentato in modo da
aggiungere al collaterale culturale della vacanza o della visita. Una volta soddisfatte le aspettative, una visita ripetuta
è superflua aind la collezione di luogo sarà ampliata altrove. Il paradosso è che più unica è l'attrazione urbana, meno
è probabile la visita da ripetere.

Capricciosità
Il turista urbano è essenzialmente capriccioso. Tutto il turismo, essendo un'attività discrezionale profondamente
radicata nei contesti psicologici e sociali del fourist (Pearce, 2005), sarà suscettibile di cambiamenti in questi
contesti. Tuttavia si può sostenere che il turismo urbano è particolarmente vulnerabile ai cambiamenti nella moda e
nei gusti dei consumatori e negli stili di vita. Il consumo di esperienze di turismo urbano è un'attività di moda e,
come tutti i consumi della cultura, parte degli stili di vita contemporanei. Il turismo urbano diventa così un accessorio
di stile di vita in quanto particolari città sono in' o 'passe'.

GLI SPAZI DEL URBANO (1) (PASQUINELLI, 2015)

In questo campo, lo spostamento di prospettiva coincide con una ridefinizione della spazialità di interesse per lo
studio del turismo urbano. Il turismo urbano è stato studiato principalmente come concentrato in un'area
circoscritta e ben definita all'interno della città o in diverse località urbane connesse, ad esempio siti iconici, quartieri
commerciali, istituzioni culturali e siti che forniscono servizi legati al turismo (Hayllar et al., 2008b). Un corpo di
analisi spaziale di lunga data (tabella 3) ha fornito modelli basati su aree turistiche autonome in cui l'autenticità è "in
scena". Questo approccio è stato criticato dalla sociologia postmoderna del turismo, che ha evidenziato i rischi di
una netta separazione degli usi residenziali e turistici dello spazio urbano (F 'ller & Michel, 2014). I recinti turistici
autonomi sono di solito a rischio di alta congestione. La congestione riduce la possibilità per la gente del posto di
trascorrere del tempo nelle dreas turistiche della città, influisce sulla qualità dell'ambiente e sfida la proliferazione
del patrimonio culturale.
GLI SPAZI DEL TURISMO URBANO (3) (COHEN-HATTAB, 2004)

GLI SPAZI DEL TURISMO URBANO (5) (PASQUINELLI, 2015)


Secondo la letteratura recente, il "nuovo turismo urbano" deve compiere due diverse missioni. In primo luogo, deve
andare oltre la nozione ristretta di una città turistica come uno spazio turistico enclavic scollegato dalla vita ordinaria
della città. I viaggiatori esperti in un mondo sempre più mobile sembrano non aver più bisogno della funzione
gateway di solito svolta da distretti turistici (Hall & Page, 2009) tradizionalmente concepiti come "zone franche" di
accessibilità semplificata destinata alle esigenze dei turisti standard. Infatti, le tecnologie mobili e Internet danno un
facile accesso al contesto urbano, e il modello della "città intelligente" suggerisce ulteriori sviluppi in questa
direzione.
In secondo luogo, il turismo cittadino richiede il passaggio dall'"autenticità in scena" alla promozione dell'ordinario
come autentico, sfidando così i prodotti di destinazione tradizionali e promuovendo una revisione della nozione di
destinazione competitiva.
La "città turistica" è diluita nella nozione di "metropoli di terza generazione" suggerita da Martinotti (1994) se si
considera l'impatto di una "terza popolazione" sul tessuto urbano. Questo è composto da "utenti della città" che
trascorrono del tempo in contesti urbani utilizzando beni collettivi come strade, aeroporti, musei, parchi, nonché
servizi privati e spazi come negozi, cinema e altre strutture. Secondo Martinotti, la terza popolazione sta impattando
sulle città senza alcun controllo perché gli utenti della città non sono monitorati statisticamente. Egli sostiene che le
città stanno diventando luoghi per i visitatori e gli ospiti, piuttosto che luoghi per gli abitanti, mentre assomigliano
sempre più a "città ospitali", invece di città turistiche. La complessità delle forme del turismo urbano è ulteriormente
aumentata da "spazi temporanei". Questa nozione si riferisce all'"urbanismo temporaneo", che, pur non
ripersizionando modifiche dell'ambiente costruito e fisico, introduce nuove attività e pratiche che possono avere
effetti duraturi nel contesto urbano. Questi spazi temporanei offrono opportunità di informalità e riducono
l'egemonia delle istituzioni culturali nella costruzione delle esperienze dei viaggiatori (Richards, 2014c). Degno di
nota è il contributo dei festival alla "città temporanea" con una proliferazione di eventi che alimentano l'economia
dell'esperienza urbana.
Le attrazioni pop-up accrescono la natura dispersa del turismo urbano. Tale dispersione è ulteriormente sostenuta
dalle recenti tendenze dell'ospitalità evidenziate dall'espansione di appartamenti per le vacanze in quartieri al di
fuori dei recinti turistici. E' il caso di Kreuzberg a Berlino (Fàller & Michel, 2014), con la continua trasformazione degli
appartamenti in appartamenti per le vacanze in una zona "ordinaria" priva di attrazioni turistiche ma ricca dello
spirito bohémien di Berlino. Qui il viaggiatore può "smettere di essere un turista", come lo slogan di marketing di un
fornitore di alloggi a breve termine lo mette, e rompere nella spazialità della vita urbana ordinaria.

GLI SPAZI DEL TURISMO URBANO (7) (ASHWORTH E PAGINA, 2011)


Sta diventando sempre più evidente che semplici modelli di utilizzo del suolo sono stati sostituiti dallo sviluppo della
teoria sociale per spiegare come le geografie interne delle città si sono evolute nel periodo postmoderno per creare
modelli complessi e diverse forme di prodotto turistico con le proprie caratteristiche spaziali specifiche, pratiche e
modalità di consumo nel tempo e nello spazio.
Ciò suggerisce è che semplici modelli che propongono un modello evolutivo del ciclo di vita per un'intera
destinazione non aiutano a comprendere la complessità del cambiamento e la profondità dello sviluppo nel turismo
urbano all'interno di diverse aree delle città (cioè le loro microgeografie). In effetti, il turismo urbano è tutt'altro che
un semplice concetto (Smith, A., 2006; Smith, M., 2006) che possono essere ridotti al TALC.

GLI SPAZI DEL TURISMO URBANO (8) (ASHWORTH AND PAGE, 2011)
Caratteristiche della città post-moderna (1)
- la città postmoderna è in uno stato costante di flusso come capitale ridefinisce la natura, la forma e l'estensione
delle esperienze di consumo per i residenti, lavoratori, escursionisti e turisti e segmenti specifici all'interno del
mercato del turismo più ampio (ad esempio vedere Hughes, 2003 e il caso di marketing turismo gay a Manchester). Il
panorama urbano postmoderno è in costante rivalutazione (Cartier & Lew, 2005), riqualificazione e ri-imaging per
competere per la spesa per consumi (Murphy & Boyle, 2006).
- i paesaggi turistici e ricreativi nella città postmoderna sono solo uno degli aspetti di un mosaico di forme sociali e
culturali che sono state create nel tempo e illustrano la diversità e la convivenza con una serie di altre attività (ad
esempio alloggi e occupazione)
- la città turistica non è necessariamente un'entità spaziale distinta che il visitatore può facilmente riconoscere: è un
mosaico di esperienze di consumo, disperse spazialmente e spesso raggruppate in distretti e zone (ad esempio la
zona di intrattenimento) con simboli, una lingua unica e una gamma di icone per differenziare l'esperienza di
consumo del luogo. A questo proposito la città turistica è una serie di sottosistemi interconnessi dalla ricerca del
piacere, dall'esperienza di consumo e da una caratteristica distintiva dell'uso discrezionale del tempo libero.

GLI SPAZI DEL TURISMO URBANO (9) (ASHWORTH AND PAGE, 2011)
Caratteristiche della città post-moderna (2)

- il capitale compete all'interno e tra le città in modo che il settore turistico sia in continua evoluzione, con una
complessa serie di interazioni tra i processi di globalizzazione e le espressioni localizzate dell'identità locale, della
cultura e delle costruzioni di luogo, per le quali il patrimonio culturale è uno strumento importante (Middleton,
2007). Il patrimonio è usato strumentalmente in tali costruzioni del turismo urbano. L'uso del patrimonio enfatizza
sia il locale (il nostro passato unico) e crea il globale - il "patrimonio del catalogo" di cestini onnipresenti e strade
acciottolate.
- la città turistica si basa su una serie di attrazioni primarie e un'infrastruttura che viene utilizzata anche dai non
turisti.
- nell'evidenziare gli elementi turistici della città postmoderna, qualsiasi modello deve sopprimere molti degli altri
elementi dinamici della città postmoderna in modo che gli elementi turistici e ricreativi prevalgono. In realtà, il
turismo è sommerso e integrato nella città postmoderna e, sebbene possa essere un elemento dominante in tali
località che promuovono attivamente le sue virtù, è solo un aspetto della forma e della funzione della città (da Page
& Hall, 2003).
GLI SPAZI DEL TURISMO URBANO (11) (ASHWORTH AND PAGE, 2011)

GESTIONE E PIANIFICAZIONE DEL TURISMO URBANO (1) (PASQUINELLI, 2015)


Il turismo non è buono o cattivo di per sé, e le sue conseguenze non sono necessariamente positive o negative
(Novy, 2014). Piuttosto, dipendono dalla qualità della gestione del turismo e dai processi sottostanti. È necessario
combinare i problemi di gestione dei clienti con i problemi di sostenibilità e governance, componendo così la
pianificazione strategica integrata che è fondamentale per la competitività di una destinazione (Valls et al., 2014).
I conflitti e le contestazioni sul turismo, ad esempio legati ai processi di gentrificazione, possono essere dovuti a una
cattiva gestione e pianificazione del turismo e, d'altra parte, alla politica urbana che provoca una falsa
rappresentazione del turismo (o una sovraenfasi negativa) sul turismo e sui suoi impatti. "Soprattutto, il turismo è
politico" – dicono Burns and Novelli (2007). In quanto tale, dovrebbe essere aperta al dibattito e alla partecipazione
pubblica (Novy, 2014), una premessa necessaria per la gestione del turismo.
In termini di partecipazione, si dovrebbe prestare particolare attenzione agli imprenditori locali e al loro
atteggiamento proattivo nell'identificazione e nello sviluppo di "prodotti turistici". In particolare, gli imprenditori
creativi sviluppano hotspot che attirano visitatori e rigenerano distretti urbani in declino. Arricchiscono così i modelli
turistici convenzionali e diffondono i flussi di visitatori in tutta la città (Richards, 2014a). Queste microiniziative
dovrebbero essere analizzate e mappate al fine di definire la portata, gli obiettivi e le sfide della gestione del
turismo.

"Turismo dal basso"

Si presume che il turismo urbano non sia solo vincolato, ma sia intrinsecamente legato ai luoghi locali. È luogo
specifico in un modo che molte altre forme di turismo, in particolare il turismo balneare, non lo sono. La "proposta di
valore unica", che offre vantaggi a una posizione rispetto a un'altra, si riferisce al carattere della località unica
piuttosto che a qualsiasi vantaggio funzionale senza luogo e attributi onnipresenti. L'esperienza turistica di Londra,
Parigi o Bangkok deriva direttamente dal luogo particolare e non è replicabile altrove: è il luogo stesso che viene
venduto non solo un prodotto che esiste inevitabilmente nello spazio. Pertanto si potrebbe presumere che la
creazione e la gestione delprodotto turistico urbano sarà essenzialmente unico per ogni città.
La difficoltà con questa proposta, è che anche se il prodotto turistico è consumato localmente, il turismo, come
attività, industria e investimenti è intrinsecamente globale piuttosto che locale. Gli investitori, gli sviluppatori, gli
imprenditori e i promotori sono, che-com, organizzazioni globali, o se locali sono ancora integrati in tendenze e
circostanze globali. Anche i politici urbani e i funzionari locali che potrebbero essere tenuti a presentare un localismo
sono consapevoli di tendenze, mode e "migliori pratiche" più ampie. Tutti avranno quindi un pregiudizio verso la
duplicazione di ciò che è riuscito altrove piuttosto che un'innovazione più rischiosa.
Il paradosso è quindi che un prodotto turistico che si sforza di essere localmente unico e differenziarsi dai suoi
concorrenti spesso si traduce in una pianificazione e sviluppo che è essa stessa globale, al servizio dei turisti che sono
anche globali nelle loro preferenze e scelte.

GESTIONE E PIANIFICAZIONE DEL TURISMO URBANO (2)(ASHWORTH AND PAGE, 2011)

TURISMO URBANO E IMMAGINE DELLE CITTA’ (1) (PASQUINELLI, 2015)

È emerso un approccio di "branding integrato" (Ashworth & Kavaratzis, 2009) in contrasto con una distinzione tra i
marchi cittadini rivolti a diversi tipi di pubblico, ad esempio turisti, investitori e residenti. Il branding integrato
implica la comprensione del marchio del luogo come un ombrello sotto il quale vengono perseguiti più aspetti dello
sviluppo locale. Questo è in contrasto con il più tradizionale marketing di destinazione turistica e branding focalizzato
su prodotti a destinazione singola e che spesso proiettano immagini monolitiche del "distretto turistico" o della
"città turistica". Sarebbe sbagliato, tuttavia, dire che il marchio del distretto turistico sta scomparendo. In molti casi,
diventa semplicemente parte di una più complessa "architettura del marchio" (Dooley & Bowie, 2005).
Le città sono bersaglio dei flussi di visitatori per una serie di motivi – come detto - e, sorprendentemente, un'alta
percentuale di viaggi verso le città è (nella maggior parte dei casi) dovuta alla concentrazione e all'agglomerazione
del potere politico ed economico, piuttosto che alla cultura, al tempo libero e all'intrattenimento (Ashworth & Page,
2011). Questo vale per le città del mondo che ospitano flussi di viaggiatori d'affari e per le città globali il cui grado di
connessione, networking e accessibilità (abilitato da una capacità tecnologica, politica ed economica) genera
un'immagine di destinazione attraente. Quei viaggiatori interessati a conoscere la società contemporanea
consumano questa immagine. Cioè, il turismo urbano è promosso dalle immagini di un paesaggio urbano
"multifunzionale" e, allo stesso tempo, contribuisce allo sviluppo dell'immagine della città mondiale come luogo in
cui vivere, fare affari, studiare e lavorare. "Dal punto di vista del turismo è l'uso delle attrazioni turistiche e delle
infrastrutture delle città per riconfezionare e ri-presentare l'accessibilità delle città del mondo", dicono Ashworth e
Page (2011, p. 6).

L'identità del marchio di destinazione è superiore alla somma dei prodotti primari (attrazioni principali), dei prodotti
secondari (alloggio, shopping, ristorazione e in generale dei servizi turistici), dell'accessibilità esterna (ad esempio
degli aeroporti), dell'accessibilità interna (ad esempio dei trasporti pubblici) e di un'immagine positiva (Ben-Dalia,
Collins-Kreiner, & Churchman, 2013). Questi elementi non sono sufficienti per descrivere un marchio di destinazione
urbano il cui grado di complessità (cioè il carattere urbano) è alto ed è il deposito del fascino e dell'attrattiva della
città. Il marchio di una città risiede in un "melting pot" o in una "concentrazione, varietà e qualità delle attività e
degli attributi" (Karski 1990 a Hayllar et al.,

2008b).
LEZIONE 7 – 8 MAGGIO 2020
PATRIMONIO CULTURALE E TURISMO .HERITAGE: UNA DEFINIZIONE

"Il patrimonio culturale è ciò che ereditiamo dal passato e usiamo oggi. In poche parole, la storia è il passato, mentre
il patrimonio è l'uso moderno del passato per turismo o altri scopi (ad es. istruzione e sviluppo della comunità). In
termini generali, essa comprende sia il patrimonio naturale che quello culturale. Patrimonio naturale include
fenomeni naturali, come canyon, pioggia boschi, laghi, fiumi, ghiacciai, montagne, deserti e coste. Il patrimonio
culturale, d'altra parte, è il passato creato l'umanità e le sue varie manifestazioni. Il patrimonio culturale elementi
materiali e intangibili. Viene fornito nel forma di oggetti materiali, ma comprende anche elementi (Timothy, 2011)

HERITAGE TOURISM: UNA DEFINIZIONE (1)

Il turismo del patrimonio si riferisce ai viaggiatori che vedono o sperimentano un patrimonio edificato, cultura
vivente o arti contemporanee. Le sue risorse sono tangibili e immateriali e si trovano sia in ambienti rurali che
urbani. Le visite sono motivate da un desiderio
- per valorizzare il proprio sé culturale,
- per imparare qualcosa di nuovo,
- per soddisfare la propria curiosità,
- per trascorrere del tempo con amici e familiari,
- o semplicemente per consumare tempo in eccesso.
In breve, il turismo del patrimonio comprende una moltitudine di motivi, risorse e esperienze ed è diverso per ogni
individuo e ogni luogo visitato (Timothy, 2011).
Il turismo del patrimonio culturale può essere definito, in generale, come lo sfruttamento componenti culturali,
storici ed etnici di una società o di un luogo come risorse per attirare i turisti (Chang 1999). In questo senso, il
patrimonio turismo può riferirsi al turismo religioso, al turismo della diaspora, alla cultura, città storiche e
patrimonio edificato, siti archeologici e monumenti antichi ( Salazar e shu, 2015)

ALCUNE CARATTERISTICHE DI TURISMO DEL PATRIMONIO CULTURALE (1) (SALAZAR E SHU, 2015)

Data la pervasività e la particolarità locale del patrimonio, il turismo è tra quelle nicchie turistiche che sta crescendo
più rapidamente. I settori pubblico e privato, in collaborazione o meno, sono la conversione delle risorse del
patrimonio in tutto il mondo in destinazioni e attrazioni nel tentativo di ottenere un pezzo della torta del turismo
redditizio.
Il turismo globale verso i siti del patrimonio culturale è in aumento di circa il 10 per cento per anno in media, con
molte (ma certamente non tutte) proprietà raddoppiate o triplicando in visita e ricavi ogni dieci anni. Si stima che un
terzo di tutto il turismo internazionale è legato alla visita culturale patrimonio, monumenti e paesaggi.
L'interfaccia tra patrimonio e turismo è estremamente complessa. In un turismo, il patrimonio culturale può essere
utilizzato in una varietà di modi per un diversi scopi da parte di una varietà di parti interessate.

Cosa significa patrimonio culturale dal punto di vista turistico?


- Può riferirsi a tradizioni culturali che incarnano il passato "autentico"
- Può riferirsi all'ambiente naturale, modellato in un modo particolare per Turisti
- il patrimonio è una creazione consapevole del presente, con la storia interpretata e confezionato principalmente
per servire gli scopi del turismo
- il patrimonio è una risorsa dinamica e multiuso che può essere conflittuale quando si tratta di questioni sensibili
come la memoria e l'identità
- il patrimonio comunitario comporta un progetto altamente politicizzato che viene contestato e trasformati da
attori globali, tra cui rappresentanti di organizzazioni come l'UNESCO, i ricercatori, gli uomini d'affari e coloro che
coinvolti nel turismo.
Dal punto di vista turistico, il patrimonio culturale offre ampie opportunità perdiversi modi di vedere e valorizzare il
passato.
Sebbene sia il patrimonio culturale che quello naturalistico abbiano il potenziale per creare per la crescita del
turismo, il turismo stesso ha il potere di generare fondi che rendano possibile la conservazione. In realtà, tuttavia,
questi fondi possono essere utilizzati dalle autorità o dalle parti interessate private, e non direttamente a beneficio
delle comunità locali.
Oltre al suo ruolo nello sviluppo economico, il turismo del patrimonio ha ampiamente accettato come un modo
efficace per raggiungere il (culturale) funzione educativa del turismo. Consente ai turisti di diventare più alle culture
e alle società lontane (e alla loro salvaguardia).
Inoltre, il turismo del patrimonio è spesso promosso per costruire il nazionalismo e patriottismo a livello nazionale e
per diffondere la propaganda tra visitatori internazionali.
A volte, il turismo del patrimonio fornisce un mezzo per stabilire orgoglio perché sottolinea la presentazione e il
riconoscimento del valore locale e la memoria culturale, consentendo alle comunità locali di connettersi con mondo
in tutto il mondo.
Allo stesso tempo, il risultato può essere molto meno positivo quando comunità sono sfollate, per esempio, al fine di
fare spazio a dell'infrastruttura del turismo del patrimonio culturale.
È importante sottolineare che vi sono significativi differenze politiche, gestionali, di conservazione e di
interpretazione tra i paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo in termini di patrimonio turistico.
Soprattutto i paesi poveri hanno difficoltà a raggiungere standard internazionali stabiliti dal settore del turismo. Ci
sono molti problemiù nei paesi in via di sviluppo che creano ostacoli quotidiani alla sostenibilità sviluppo e gestione
del patrimonio, compreso il ruolo delle comunità nel processo decisionale, la condivisione dei benefici del turismo
sviluppo,potere, proprietà di luoghi storici e manufatti, mancanza di finanziamenti e competenze, e lo spostamento
forzato a per la crescita del turismo.

LA DOMANDA DI HERITAGE TOURISM (TIMOTHY, 2011)


-Quantificare la domanda di heritage tourism è difficile perché è difficile distinguerla da altre forme di turismo;
-WTO stima che la metà dei viaggi internazionali ogni anno include visite ai siti heritage;
-Heritage consumers: turisti, agenti di viaggio, TO , settore dell’informazione , settore dei servizi turistici
Classificazione turisti : - ‘ serious heritage tourists’ : viaggiano in un modo specifico per visitare elementi che
appartengono al patrimonio culturale (esperienze frequenti); - ‘casual heritage tourists’ : visitano i siti culturali solo
perché si trovano in una destinazione , non hanno motivazione e scopo specifico .

4 CATEGORIE DI TURISTI (MODELLO LORD 1999)


Passando dalle categorie 1 alla 4 c’è una diminuzione d’importanza dell’heritage da parte dei turisti nella scelta della
destinazione.
- Greatly motivated : altamente motivati, scelgono una destinazione in modo esclusivo per visitare i siti heritage che
si trovano in quella destinazione 15%;
-Partly motivated: scelgono la destinazione per le sue caratteristiche in termini di heritage, ma anche per svolgere
altre attività 30%;
-Adjunct : scelgono la destinazione per altre motivazioni ma che in aggiunta vanno a visitare anche siti d’interesse
20%;
-Accidental: scelgono una destinazione per una motivazione qualsiasi e si ritrovano a fare heritage tourism in modo
quasi casuale.
Il 15% non fa nessuna esperienza di turismo culturale.

CHI SONO GLI HERITAGE TOURISTS


3 principali modi per studiare la segmentazione di turisti:
- Tipo demografico: età, genere , stato di occupazione, stato coniugalr, livello di scolarizzazione e reddito
-Segmenti psicografici (Cohen e Plog) attitudini e comportamenti;
-Segmentazione geografica : luoghi di origine e destinazione.
Ci aiutano a capire la tipologia di turisti.
Per studiare le categorie di turisti, di solito si usano pianificazione, gestione, marketing.

Segmentazione demografica:
-tendono ad essere giovani e mezza età, tra i 30 e i 50 anni ,
-più donne che uomini;
-alto livello di istruzione;
-libere professioni, lavori manageriali;
-di solito studiano prima di trovarsi sul luogo;
-permanenza media più lunga , destinazioni più lontane ed esotiche, effetto negativo sul territorio più basso.

Segmetazione psicografica:
basso impatto sulle comunià locali , tendono a partecipare alla vita della località e meno turisti di massa.

Segmentazione geografica:
-luogo origine;
-destinazione e attività in quel luogo;
-fonti informative che ci hanno indoti a scegliere gli heritage sites.

MOTIVAZIONI VISITATORI NEGLI HERITAGE SITES (TIMOTHY 2011)


1- Social reasons: desiderio di socializzare e sviluppare relazioni sociali;
2-Personal reasons: esercizio fisico, sightseeing, fare esperienze emotive e spirituali, rilassarsi, lavoro nostalgia;
3-Educational reasons: formazione/studio, imparare qualcosa di nuovo sulla storia e sulla cultura
4-Other reasons: utilizzo tempo libero, desiderio di essere fuori casa.

LATENT, POTENTIAL DEMAND


(Perché una parte della popolazione non partecipa alla domanda di heritage tourism)
- scarso interesse o desiderio
-mancanza di un adeguato livello culturale ed esperienza
-problemi fisici o di salute
-mancanza di un reddito sufficiente o tempo

FATTORI MACRO CHE HANNO UN IMPATTO SULLA DOMANDA DI HERITAGE TOURISM


CAMBIAMENTI DEMOGRAFICI
-Popolazione in età di pensione in aumento, buona salute e alto reddito
-densità culturale , differenziazione etnica nelle comunità (multiculturale, interculturale)
-ridotta dimensione media famiglie e aumento numero redditi a famiglia.
STAGIONALITA’
Istituzionale: vacanze scolastiche , religioso , giorni di festa , eventi sportivi.
Naturali: clima e condizioni metereologiche
Alta e bassa stagione: a seconda del luogo
ECONOMIC VARIABLES (Especially International Travels)
-Correlazione tra + disoccupazuone e + diminuzione di flussi turistici
-correlazione tra i tassi di cambio delle varie monete
-correlaizone tra le crisi economiche globali e diminuzione viaggi internazionali.

POLITICAL CLIMATE
-terrorismo e guerra
-restrizioni viaggi e politiche di rilasciodei visti
-crollo del blocco est europeo( fine guerra fredda).

OFFERTA DI HERITAGE TOURISM (TIMOTHY 2011)


Comprende oggetti
-materiali (opere d’arte, edifici storici,cimiteri, veicoli, città , villaggi, siti storici, musei)
-immateriali (cultura e storia ereditatee dalle nuove generazioni e tramandate dalle generazioni passate:utilizzati, ,
apprezzati in un epoca presente…. Cibi, linguaggio, arte, letteratura, ideologie politiche ecc) → valore positivo

Valore negativo → eventi di cui fanno parte, Dark Touruism (desiderio di conoscere riti collettivi, morti o stragi come
campi di concentramento).

Heritage tourism: è importante che siano valori del passato tramandati che continuano ad avere un significato nel
pesente.

SERVIZI TURISTICI
Forte componente nell’heritage.
Mezzi di trasporto : ferrovia e treno storico (orient express), nave da crociera (toccano tappe di pellegrinaggi)
Strutture ricettive: hotel storico (grand hotel louvre), beb, castelli
Cibo e negozi che vendono cibo (antichi multini , frantoi ecc).

HERITAGE TOURISM : VALORE A DIVERSE SCALE


-globale: valore mondiale
-nazionale
-locale
-personale

Le risorse possono non essere concentrate in un solo contesto urbano


Città : Historic Urban Core
Heritage Nodes (elementi singoli ): Fuori dalle aree periferiche in cui ci sono degli sviluppi moderni.

MODELLO ATTRAZIONI DEI TURISTI: LEIPER 1990

Affinche un viaggiatore diventi


interesssato ad una risorsa ha
bisogno di markers (sistemi
informativi).
Generating marger:fonte
informativa dalla quale apprende
l’esistenza di un heritage site.
Traveller: prende la decisione di
recarsi in quella destinazione e organizza un viaggio.
Transit marker: durante il viaggio, sistemi informativi intermedi tra abitazione e destinazione.
Nucleus: arrivo nella destinazione, risorse / attrazione
Contiguous marker: sistema informativo in prossimità del nucleo stesso (attrazioni locali).
LEZIONE 13 14 MAGGIO 2020
L’AUTENTICITA’ DEL TURISMO
Il dibattito inizia dagli anni ’60: ci si chiede se i turisti siano alla ricerca di posti ed esperienze autentiche o se siano
alla ricerca di esperienze che siano loro godibili.
-L’autenticità è un requisito necessario?
-Cosa s’intende per autenticità? E’ intrinseca negli oggetti e nelle destinazioni turistiche
-Come viene inteso il restauro? Alcuni credono che l’autenticità oggetiva non esiste, ma che si trova solamente nelle
esperienze e nelle percezioni dei turisti quindi soggettiva. Alcuni credono che non sia importante che ci sia
autenticità oggettiva o soggettiva, perché ciò che è realmente importante è che il turista abbia un ‘esperienza
godibile e soddisfacente, vivere un senso di alterità rispetto alla vita normale (inautenticità).

PRINCIPALI TEORIE CHE SI SONO CONFRONTATE NEL TEMPO


-Daniel Boorstin ’61: sostiene che le persone viaggino solo per divertirsi e per delle esperienze eccitanti , non hanno
nessun interesse nello scoprire se le destinazioni sono autentiche. Turismo = vacanza .
-Mac Cannel ‘73 :i turisti sono interessati all’autenticità, alla ricerca di un’esperienza autentica ma a loro malgrado si
ritrovano in degli ambienti/destinazioni costruiti per i loro bisogni, usi dall’industria del turismo.
→staged authentichity: rappresentazione ad esempio degli stili di vita locale, culture locali ecc…
-Coehn ’88: i turisti sono capaci di distinguere tra ambienti turistici reali e staged,
-Urry ’95 (epoca post-moderna) : i turisti hanno la capacità di distinguere la natura autentica e inautentica delle
destinazioni turistiche.
-altre interpretazioni: i turisti non sanno riconoscere l’autenticità , perché non hanno una visione vera di ciò che è
autentico.

STAGED AUTHENTIICTY ( MACCANNELL,1973)


Autenticità
La ricerca dell'autenticità dell'esperienza si manifesta ovunque nella nostra società. La preoccupazione del moderno
per la superficialità della loro vita e la inautenticità delle loro esperienze è parallela alla preoccupazione per il sacro
nella società primitiva.
Regioni di "Front" e "back" (Erving Goffman): la "front" è il luogo di incontro di ospiti e ospitati (host and guest); la
back è il luogo in cui gli host stanno per rilassarsi o per prepararsi.
Tre ruoli cruciali: chi si esibiscono (recitano); quelli per i quali viene fatta la performance; ousiders che non svolgono
né osservano
Gli esecutori appaiono sia nelle regioni front che back; il pubblico appare solo nella regione front; gli estranei non
appaiono
Quelli che performano hanno la possibilità di mistificare la reale possibilità di non far comprendere ai guests qual è
la realtà , cosa è autentico e cosa no , i turisti a conoscenza di ciò hanno il desiderio di sapere cosa ce nel back,
vogliono essere parte di quel grppo.

Autenticità nel turismo


Le esperienze turistiche sono circoscritte dalle tendenze strutturali sopra descritte. I vedenti sono motivati dal
desiderio di vedere la vita come è realmente vissuta, anche per entrare con i nativi, e, allo stesso tempo, sono
sempre deprecati per non riuscire sempre a raggiungere questi obiettivi.
Potrebbe non essere così facile penetrare il vero funzionamento interiore di altri individui o società. Ciò che è
considerato reale potrebbe, infatti, essere uno spettacolo che si basa sulla struttura della realtà.
... ma non tutti i turisti hanno considerato le regioni di sostegno come luoghi socialmente importanti ...
Le aperture turistiche nelle regioni posteriori della società sono onnipresenti. Una certa quantità di quello che viene
chiamato "stile personale" è un prodotto del modo in cui l'individuo si relaziona con opportunità turistiche. Alcuni
individui sono sempre alla ricerca di un'apertura turistica. Si dice che abbiano un atteggiamento avventuroso.

Autenticità scenica in contesti turistici


Ciò che viene mostrato ai turisti non è il "backstage" istituzionale. Piuttosto, è una regione sul retro, una sorta di
museo vivente per il quale non abbiamo termini analitici.
Set di stage. Le caratteristiche delle scenografie sono: l'unico motivo che deve essere dato per visitarli è vederli – a
questo proposito sono unici tra i luoghi sociali.

Stadi di autenticità
Da 1 a 6 crescono di autenticità
Stage 1: the «front» region, non si ha l’idea dell’autenticità
Stage 2: una regione turistica di fronte che è stata decorata per apparire, in alcuni dei suoi particolari, come una
regione posteriore: ex. Un ristorante di pesce con una rete di pesce appesa al muro.
Stage 3: una regione frontale che è totalmente organizzata per sembrare una regione sul retro: ex. Simulazioni di
passeggiate lunari per il pubblico televisivo
Stage 4: una regione posteriore aperta agli estranei: ex. Riviste che espongono delle azioni private di personaggi
famosi
Stage 5: una regione posteriore che può essere ripulita o modificata un po 'perché i turisti sono autorizzati a dare
un'occhiata occasionale in: ex. Prove d'orchestra
Stage 6: back region: il tipo di spazi sociali che motiva la coscienza turistica

Turisti e (in)autenticità

L'esperienza turistica che esce dall'ambiente turistico si basa sull'inautenticità, e come tale è superficiale se
confrontata con un attento studio; è moralmente inferiore alla semplice esperienza. Una semplice esperienza può
essere mistificata, ma un'esperienza turistica è sempre mistificata, e la menzogna contenuta nell'esperienza turistica,
inoltre, si presenta come una rivelazione veritiera, come il veicolo che porta lo sguardo dietro falsi fronti nella realtà.
L'idea qui è che una falsa schiena è più insidiosa e pericolosa di un fronte falso, o una demistificazione inautentica
della vita sociale non è solo una menzogna, ma una superlie, quella che gocciola di sincerità.

Pseudo-eventi:
"Queste "attrazioni turistiche" offrono un'esperienza indiretta elaboratamente artificiosa, un prodotto artificiale da
consumare proprio nei luoghi in cui la cosa reale è libera come l'aria. Sono modi per il viaggiatore di rimanere fuori
contatto con i popoli stranieri nell'atto stesso di 'visitare' loro. Mantengono i nativi in quarantena, mentre il turista in
comfort con aria condizionata li vede attraverso una finestra immagine. Sono i miraggi culturali che ora si trovano
nelle oasi turistiche di tutto il mondo" (Boorstin 1961)

Turisti e autenticità

Il modo turistico di entrare con i nativi è quello di entrare in una ricerca di esperienze autentiche, percezioni e
intuizioni. La missione è segnata in fasi del passaggio da davanti a dietro. Il movimento da un palco all'altro
corrisponde alla crescente comprensione turistica. Questo continuum è sufficientemente sviluppato in alcune aree
del mondo che appare come una regressione infinita dei set di palco. Una volta in questo collettore, il turista è
intrappolato; la sua strada non finisce bruscamente in qualche processo di conversione che lo trasforma nel
"viaggiatore" di Boorstin, "lavorando a qualcosa" mentre rompe i confini di tutto ciò che è pseudo e penetra, infine,
in una vera e propria regione di schiena. I turisti fanno sortite coraggiose fuori dai loro alberghi sperando, forse, per
un'esperienza autentica, ma i loro percorsi possono essere tracciati in anticipo su piccoli incrementi di ciò che è per
loro sempre più apparente autenticità offerto da ambienti turistici. Avventura-alcuni turisti progrediscono da un
palcoscenico all'altro, sempre agli occhi del pubblico, e accolti ovunque dai loro ospiti cortesi.

TIPOLOGIE TURISTICHE E AUTENTICITÀ (1) (COHEN, 1979)


La modalità ricreativa

Il viaggio come esperienza ricreativa è una forma di intrattenimento simile alla natura ad altre forme di
intrattenimento come il cinema, il teatro o la televisione. Il turista 'gode' il suo viaggio, perché ripristina i suoi poteri
fisici e mentali e gli conferisce un senso generale di benessere. Come altre forme di intrattenimento di massa, il
turismo ricreativo appare dal punto di vista della cultura "alta" come attività superficiale, superficiale, banale e
spesso frivola. Un'opinione correlata a questa visione è che il turista che viaggia in quella modalità sembra spesso
essere ingenuo all'estremo, facile da prendere da palesemente inautentico o giustamente artificioso, display
commercializzati dei costumi della cultura, artigianato e persino paesaggi della società ospitante. La sua apparente
credulità, tuttavia, non dovrebbe essere attribuita esclusivamente alla sua ignoranza; piuttosto non desidera
veramente o si prende cura dell'autentico; non è "stickler per l'autenticità" (Desai, 1974). Dal momento che cerca la
ricreazione, è molto ansioso di accettare la finzione e di non mettere in discussione la sua autenticità; dopo tutto
non è necessario essere convinti dell'autenticità di un gioco televisivo o di un film per goderselo come un'esperienza
ricreativa, divertente o rilassante. Il turista ottiene ciò che realmente vuole - il piacere per l'intrattenimento, per il
quale l'autenticità è in gran parte irrilevante. Tali turisti orientati alla ricreazione dovrebbero essere considerati
come persone che partecipano a uno spettacolo o partecipano a un gioco. La fruizione dell'occasione dipende dalla
loro volontà di accettare la finzione o a metà seriamente di illudersi.

La modalità esperienziale

La modalità 'esperienziale' caratterizza la descrizione del turista MacCannell. Se Boorstin è tra i critici più espliciti di
libero arbitrio e di un turismo diversivo forteriori, che a suo parere comprende tutto il turismo moderno, MacCannell
tenta di dotare il turismo di una nuova dignità sostenendo che si tratta di una forma moderna della ricerca
essenzialmente religiosa di autenticità. Il turista moderno si snoda altrove per autenticità: più l'individuo affonda
nella vita di tutti i giorni, più gli viene inmente ricordato la realtà e l'autenticità altrove. "Si ritiene che le esperienze
autentiche siano disponibili solo per quei moderni che cercano di rompere i legami della loro esistenza quotidiana e
iniziano a "vivere" (MacCannell, 1976: 159). La ricerca di esperienze autentiche è essenzialmente una ricerca
religiosa: ne consegue che'. . . il turismo assorbe alcune delle funzioni sociali della religione nel mondo moderno'
(MacCannell, 1973: 589). Il turista è infatti gravemente vittima di un inganno sofisticato: l'istituzione turistica
"l'autenticità delle tappe", tanto che i turisti sono inerrore a credere di essere riusciti a sfondare il fronte artificioso
dell'inautentico e sono penetrati nelle autentiche regioni "posteriori" della società ospitante, mentre in realtà sono
stati presentati solo con "false spalle", in scena dall'istituzione turistica.

ESPERIENZE TURISTICHE DI AUTENTICITA’

RICERCA VIAGGIATORE PER AUTHENTICITY (3)


Reisinger e Steiner (2006):
1. Realisti, oggettivi e modernisti: l'autenticità può essere una realtà conosciuta; oggetti, siti ed eventi hanno una
genuinità distinguibile e oggettiva che può essere delineata e misurata
2. Costruttivisti: l'autenticità è soggettiva e variabile. L'autenticità è costruita da individui basati sui loro social
network, la propria nozione preconcetta di ciò che è reale e il contesto dell'esperienza di viaggio. Autenticità esperta.
3. Postmodernisti: l'autenticità è irrilevante per la maggior parte dei visitatori (post turisti) il cui motivo principale è
l'intrattenimento, il relax, il Pleasure o il divertimento. I post-turisti sono radicati nell'inautenticità.

MISURAZIONE DELL'AUTENTICITÀ
Criteri principali per misurare l'autenticità (per lo più riferiti a artigianato e opere d'arte):
1. estetica (soggettiva)
2. l'unicità del prodotto e dell'esperienza (soggettiva)
3. integrità culturale e storica: rappresentano l'identità e la storia locale, (soggettivo/oggettivo)
4. qualità creativa e attenzione ai dettagli (oggettivo/soggettivo)
5. espressione del patrimonio locale-indigeno (soggettivo)
6. incontrare operatori culturali e artigiani (soggettivi)
7 . funzionalità e l'uso attuale da parte dei nativi (oggettivo/soggettivo)
8. certificati, etichette, ecc. (oggettivo/soggettivo).

TIPI DI INAUTENTICITA’ (TIMOTHY 2003)


1. CONTRIVED PLACES AND PEOPLE: attraverso le invenzioni narrative, I film… praticamente inventati
2. AUTENTICITA’ RELATIVA: inventare un passato
3.IMPPOSTORI CULTURALI :mancanza di riconoscimento e autenticità da parte dei turisti
4. PASSATO INCERTO: passato non ricrearato in modo autentico perché chi lo deve ricreare non ha la conoscenza
sufficiente per farlo
5.PASSATO IDEALIZZATO: i turisti vorrebbero visitare autentiche città del passato, ma la rappresentazione che
abbiamo oggi del passato è idealizzata e non autentica.
LEZIONE 15-20-21-22 MAGGIO 2020
CULINARY WINE-AND-FOOD TURISMO GASTRONOMICO E SVILUPPO REGIONALE (RACHAO ET AL., 2019)
Uno dei primi sforzi per valutare l'impatto del cibo nelle dinamiche territoriali è stato compiuto dalla Commissione
europea per stabilire l'interconnessione tra cibo, gastronomia e territorio, sottolineando il loro potenziale per
innovare e diversificare le strategie regionali, in particolare quando si tratta di sviluppare marchi ombrello regionali
per prodotti agroalimentari sostenibili dell'Unione europea. Subito dopo, l'Organizzazione Mondiale del Turismo
(UNWTO) ha ribadito la prospettiva turistica, affermando che le culture locali possono essere assorbite attraverso
l'alimentazione/ la gastronomia e il turismo enogastronomico da quando sono diventate una delle parti più
dinamiche e creative del turismo. Inoltre, l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la
Cultura (UNESCO) e l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) ha associato la
gastronomia alle industrie creative, sulla base del rapporto tra cultura e cibo (Kivela & Crotts, 2006) che consente ai
visitatori di accedere alla cultura e al patrimonio in modo innovativo aggiungendo elementi creativi. Si suggerisce
inoltre che il cibo è una delle espressioni essenziali di qualsiasi cultura e uno degli elementi della creatività nella vita
quotidiana che è coinvolgente per molti turisti (Richards, 2012) e gli elementi creativi sono aggiunti dalla
combinazione di conoscenze, competenze e valori attraverso diversi elementi alimentari e/ o luoghi al di fuori dei
tradizionali stabilimenti alimentari. La Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo (UNCTAD), d'altra
parte, non riconosce direttamente il settore della gastronomia come un'industria creativa, ma lo considera sotto
l'ombrello del patrimonio culturale, insieme all'artigianato, alle espressioni culturali tradizionali, ai festival e ai siti
culturali (UNCTAD, 2008). In questa linea di pensiero, vale a dire sottolineare l'importanza degli eventi come spazi
commerciali per stimolare la coesione economica, culturale, ambientale e sociale (Getz, 2009), festival del vino e
della gastronomia, musei del vino e mostre d'arte nelle cantine possono essere caratterizzati come esempi di attività
creative e adeguate per integrare il quadro dell'UNESCO per le statistiche culturali (UNESCO-UIS, 2009). Dall'inizio
degli anni '70, le relazioni spaziali all'interno delle economie capitalistiche avanzate sono state radicalmente
ristrutturate, in parte a causa del declino delle vecchie industrie e della crescita del settore dei servizi (Meethan,
1996). Subito dopo la crisi petrolifera del 1973, i governi di tutto il mondo iniziarono a rivalutare le loro strategie di
sviluppo economico, iniziando a concentrarsi maggiormente sugli approcci politici locali e regionali basati sulle
risorse endogene (Moulaert & Sekia, 2003). Infatti, l'innovazione e la creazione di conoscenze creano nuove sfide sia
per i responsabili politici che per i modelli di governance, in quanto devono trovare nuovi modi per integrare un
numero fortemente crescente di nuove forme di imprese influenzate dai moderni stili di vita dei consumatori
(Cavicchi & Stancova, 2016).
CULINARY WINE-AND-FOOD- TURISMO GASTRONOMICO E SVILUPPO REGIONALE) (HALL,
2006)
Di grande importanza è il riconoscimento del ruolo del turismo come risposta alla ristrutturazione economica nelle
zone rurali e come mezzo di sviluppo regionale. Ovviamente non tutte le relazioni di cibo e turismo possono essere
descritte come turismo culinario. Invece, il turismo culinario può essere considerato come attività turistica e turistica
che è principalmente motivata da un interesse per il cibo. Questo può essere sia urbano che rurale nel contesto.
Tuttavia, il turismo culinario è tipicamente considerato particolarmente importante nelle zone rurali perché il
rapporto tra cibo e turismo rappresenta un'opportunità significativa per lo sviluppo di prodotti e marketing, nonché
per la diversificazione rurale ed è spesso incoraggiato attraverso l'intervento di agenzie pubbliche nazionali e
regionali.
I prodotti alimentari specializzati offrono l'opportunità di sviluppo dei prodotti per visitatori attraverso tour rurali,
acquisti diretti dalla fattoria, menù specializzati dei ristoranti con particolare attenzione al cibo locale e soggiorni in
casa su tali proprietà (Bessiàre, 1998). In tali circostanze può anche essere possibile utilizzare il turismo come mezzo
per creare relazioni a lungo termine con i clienti in modo che il visitatore continui ad acquistare cibo e vino da una
regione molto tempo dopo il loro ritorno nel loro ambiente domestico (Mitchell & Hall, 2004). Il turismo culinario
può quindi contribuire in modo significativo ai processi di localizzazione come risposta a una maggiore concorrenza
globale. Ad esempio, l'interesse esterno per i prodotti locali può servire a stimolare la consapevolezza e l'interesse
locale e a contribuire non solo alla diversificazione e al mantenimento della diversità genetica e delle varietà di
cimeli, ma può anche incoraggiare l'orgoglio della comunità e il rafforzamento dell'identità e della cultura locali.
Inoltre, lo sviluppo e la promozione dei prodotti alimentari regionali sono diventati parte di un processo di
protezione dei luoghi geografici attraverso il diritto di proprietà intellettuale (Moran, 1993). La reificazione
commerciale dell'identità del luogo negli accordi commerciali internazionali per il vino e l'alimentazione contribuisce
anche a rafforzare il place branding e i processi di marketing che sono parte integrante del turismo contemporaneo.

TRADITIONAL FOOD E CUISINE AS HERITAGE (1) (BESSIÈRE, 1998, 2013)Le aree rurali sono oggi sempre più viste
come luoghi di intrattenimento, attività ricreative, seconde case e come alternativa alle aree residenziali urbane.
Questi sviluppi sono strettamente connessi alla ridefinizione dell'identità rurale locale. Essi riflettono un interesse
culturale per la ruralità e la località nella società più ampia, che incoraggia nuove abitudini, pratiche e esigenze
sociali. A livello locale queste nuove esigenze e immagini sono incorporate nella costruzione e nell'identificazione di
nuove identità locali. In qualità di indicatore di identità di una regione e/o come mezzo per promuovere i prodotti
agricoli, la gastronomia soddisfa le esigenze specifiche dei consumatori, dei produttori locali e di altri attori del
turismo rurale. Questa tendenza porta a interrogarsi sulle relazioni tra turismo rurale e patrimonio culinario. Perché
la cucina locale e i cosiddetti prodotti "tradizionali" suscitano tale interesse? Quali sono esattamente gli elementi
costitutivi di questo patrimonio? Fino a che punto il suo valore crescente può essere considerato parte di una nuova
spinta nel turismo locale? Il turismo nelle zone rurali sembra essere influenzato e idealizzato oggi dal mito della
natura, dalla ricerca di una communitas originale, come dice Amirou (1995), ed è spesso legata alla percezione
mentale della campagna. Questa tendenza, caratterizzata da una riattivazione di stereotipi consolidati sulla natura e
la purezza, ha un notevole fascino nella coscienza collettiva. Dopo tutto, il turismo non è una ricerca di identità, un
luogo e altre persone? Amirou (1995) parla di una ricerca di un'appartenanza, di un sentimento di appartenenza a un
gruppo sociale, di una ricerca di socialità, di unità, di una comunicazione originale, di alterità e quindi di un'identità.
Come reazione alla complessità del mondo moderno in cui i legami sociali si stanno sfaldando o si indeboliscono, le
zone rurali scelte come destinazioni di vacanza sembrano offrire la possibilità di socializzare o di trovare un'identità
comunitaria. Pertanto, le persone sognano relazioni amichevoli, valori veri e genuini, radici. L'enfasi sulla
gastronomia è quindi rivelante in quanto integra il mangiare in un nuovo mondo culturale dal punto di vista sia
psicologico che fisiologico.
Il ritorno in campagna è una riattivazione di un'identità rurale e contadina, ma anche un desiderio provvisorio e
inespresso di appropriazione paesaggistica e di una vita in luoghi valorizzati dove la vicinanza, il riconoscimento
sociale una partecipazione sono facilmente combinati. La gastronomia è una componente fondamentale del turismo
che viaggia: mangiare è parte integrante delle nostre vacanze e il turismo rurale può essere parte della loro
appropriazione della storia in termini di abitudini alimentari. Il cibo fa parte di un ambiente fisiologico,
psicosensoriale, sociale e simbolico: Il cibo come simbolo: alcuni alimenti sono alla base della fantasia e concentrano
le virtù simboliche (pane, vino, cereali, sangue oscuro in gioco per i cacciatori) Il cibo come segno di comunione: il
cibo condiviso e mangiato con gli altri, è un legame sociale fondamentale (ad esempio, pasti di lavoro, feste in
famiglia, pasti quotidiani). "Il cibo riassume e trasmette una situazione, è informazione e significato. Un vero segno,
che è l'unità funzionale della struttura di comunicazione" Il cibo come marcatore di classe: champagne, caviale,
whisky, vino per il consumo quotidiano, o trippe, sono marcatori, segni distintivi, permettendo ai vari attori sociali di
identificarsi l'un l'altro e segnare il loro stile di vita. Il cibo come emblema: questo è il caso del patrimonio culinario di
una data area geografica o comunità; una sorta di bandiera sotto la quale gli abitanti di una data area si riconoscono.
Il mangiatore diventa quello che consuma. Mangiare è l'integrazione o l'adozione delle qualità del cibo che mangiate.
D'altra parte, 'il mangiatore diventa parte di una cultura'. Sia il cibo che la cucina, come sono culturalmente
determinati, collocano il mangiatore in un universo sociale e in un ordine culturale. Le abitudini alimentari sono il
fondamento di un'identità collettiva e, di conseguenza, dell'alterità. L'abitante della città di oggi fugge in modo reale
o immaginario dalla sua routine quotidiana e dalla tariffa ordinaria per trovare conforto nel cibo regionale e
cosiddetto "tradizionale". Fischler (1993) ha sviluppato il concetto di "mito di ritorno alla natura" come
controtendenza all'urbanizzazione. L'emergere di molteplici tendenze contro-correnti è stato causato dalla civiltà
tecnica e industriale. Contro la società tecnica moderna, una controtendenza è orientata sia al passato che al futuro.
L'attuale nozione di "ritorno alla natura" è, secondo Fischler, opposta al concetto di uomo che padroneggia la natura.
Questo esprime un profondo desiderio di equilibrio e di ritorno al passato. Questo desiderio per la natura e il passato
è un complemento alla vita urbana. Gli abitanti della città moderna hanno uno stile di vita pendolare di fine
settimana o vacanze di distanza, a volte combinato con la decorazione conterica delle loro case, come travi a soffitto
rustiche e caminetti aperti.
Mangiando un cosiddetto prodotto naturale o tradizionale, il mangiatore sembra incorporare, oltre alle
caratteristiche nutrizionali e psicosensoriali del cibo, alcune caratteristiche simboliche: si appropria e incarna la
natura, la cultura e l'identità di un'area. Rappresenta anche l'integrazione in un mondo sociale in contrapposizione
all'universo del cibo industrializzato. Mangiare prodotti freschi di fattoria, ad esempio, può rappresentare per il
turista urbano non solo una qualità biologica, ma anche un'appropriazione di breve durata di un'identità rurale.
Integra simbolicamente una cultura dimenticata. Il patrimonio culturale, che si tratti di un oggetto, di un
monumento, di un'abilità ereditata o di una rappresentazione simbolica, deve essere considerato come un
indicatore di identità e una caratteristica distintiva di un gruppo sociale. Il patrimonio è spesso un elemento
soggettivo perché è direttamente correlato a una memoria sociale collettiva, "una combinazione diriescosi
riconosciuti da un determinato gruppo" (Baeta Neves Flores 1995). La memoria sociale come eredità comune
conserva l'identità culturale e sociale di una determinata comunità, attraverso circostanze più o meno ritualizzate. Il
patrimonio comune appare come un codice rituale. È riconosciuto come un segno unificante o ricordato come
un'impostazione comune in un'area designata. Il turismo permette così la partecipazione alla conumption e alla
celebrazione di una serie di riti locali, tra cui numerosi eventi allestiti per mostrare le ricchezze del patrimonio,
permettendo all'integrazione sociale e culturale turistica nel gruppo locale assorbendo e riproducendo i codici
culturali. La gastronomia sarebbe un tale codice.
Il patrimonio culturale fornisce profondità storica e un modello permanente in un mondo perennemente mutevole.
Come legame temporale, è indistinguibile dalla tradizione. L'etimologia del concetto di 'tradizione' è nella tradizione
latina e nel verbo tradere, che significa 'trasmettere', o 'realizzare.'Al di là di quella continuità, al di là di quella
eredità che viene tramandata, il patrimonio (insieme alle pratiche tradizionali) fa parte del presente, e allo stesso
tempo mantiene promesse per il futuro; il problema del passato è moderno. Offro l'ipotesi che le dinamiche di
costruire il patrimonio consistano nell'attualizzare, adattare e reinterpretare elementi del passato di un determinato
gruppo (le sue conoscenze, competenze e valori), in altre parole coniugando conservazione e innovazione, stabilità e
dinamismo, riproduzione e creazione, e di conseguenza dando un nuovo significato sociale che genera identità. In
questo modo, gli elementi del patrimonio produrrebbero e riprodurrerebbero l'identità e l'unità. Il patrimonio non è
una mera collezione di cose e prodotti, ma una vera e propria selezione sociale; una selezione o una scelta fatta in
base al valore particolare accordato dai membri di un gruppo sociale. Alcuni la chiamano la 'essenza relazionale' del
patrimonio: collegamenti o riferimenti tra l'oggetto e l'individuo. Al centro dell'identificazione del patrimonio vi sono
la conoscenza e il riconoscimento, la "consapevolezza del patrimonio", un giudizio comune ad altri individui in merito
all'importanza specifica concessa a tali oggetti. Durante la costruzione del patrimonio, l'attore o il gruppo sociale
seleziona, classifica e sottolinea un valore perduto, all'interno di una società stressata dalla perdita delle proprie
tracce. Viviamo la nostra vita presente con l'onnipresente preoccupazione di proteggere il nostro passato, di
perpetuare le conoscenze e le tecniche minacciate di scomparsa.
Il patrimonio culinario appartiene a questa sfera. Profondamente radicate in un luogo particolare così come in un
particolare spazio e tempo, le tradizioni culinarie di un'area specifica rivelano il carattere della società e la mentalità
dei suoi membri. Queste tradizioni sono un'eredità evidente di coloro che hanno vissuto prima di noi, e testimoniano
le precedenti abitudini alimentari. Il patrimonio culinario delle zone rurali è fortemente legato a un'identità
contadina e a specifiche abitudini alimentari e produzione. Porta ad uno stile di mangiare che è pieno di simboli
immaginari. Il suo consumo è un "atto umano totale" (Morin 1973) che ha portato alla costruzione di un'identità per
il turista o l'abitante della città perso nel suo solco mangiante. Il patrimonio culinario che troviamo nelle zone rurali
corrisponde alla memoria di un intero gruppo, alle sue radici, che genera un sentimento di appartenenza a questa
particolare zona, investendola di valore. Le competenze e le pratiche culinarie possono quindi differenziare un'area
dall'altra. Sono parte integrante della costruzione dell'identità individuale, collettiva e territoriale. Promuovere un
prodotto gastronomico specifico conservando competenze e tecniche porta a ri-rievocare la storia, a riappropriarsi di
ciò che è stato perso e anche a contribuire a creare, innovare e accettare il cambiamento." Lo sviluppo locale mira a
riunire tutti gli attori locali in un'area geograficamente limitata per fondere la loro determinazione individuale e le
loro capacità strategiche al fine di servire una nuova economia dinamica caratterizzata da un interesse generale per
la qualità." Una delle condizioni per il successo dello sviluppo locale e l'estensione della sua influenza è la maggiore o
meno l'identità locale. Questo può essere chiamato supporto del patrimonio. Il concetto di terroir, che delinea un
territorio dove la produzione può avvenire, è centrale nel discorso del patrimonio gastronomico. L'analisi del modo
in cui gli attori concepiscono questa idea ci permette di distinguere due aspetti strutturali, entrambi indicano una
reale differenziazione tra le idee di questi attori sulla loro regione e sul suo patrimonio. Un primo approccio
considera terroir nel suo significato originale, come legato alla geografia delle produzioni agricole e alle specificità
fisiche di quella geografia. Concentrandosi sulle capacità agricole di un ambiente, il termine impone esclusività a un
determinato territorio.
La posizione in questione è caratterizzata da un'omogeneità spaziale e da una singolarità in termini di resa agricola.
Terroir si traduce in questo caso come un rapporto con il suolo e la terra, fondando in un luogo fisico, un certo modo
di vivere, un ambiente naturale. Questo senso naturale del termine corrisponde a offerte agricole differenziate e
specifiche. Parla di produzioni toterroir le cui qualità e caratteristiche derivano dalle capacità fisiche e dal potenziale
di una posizione geografica. Concepire terroir in questo modo, esclusivamente secondo fattori naturali (suolo, clima,
ecc.) è un supporto per produzioni agricole distintive, che a sua volta influenza le qualità organoptiche,
psicosensoriali e nutrizionali di un prodotto. Un secondo approccio (che non esclude il primo) associa terroir con una
costruzione socio-storica. Terroir è concepito come un indicatore spatio-temporale che svolge un ruolo nella
qualificazione dell'identità di una società locale. Poiché è collegato al passato e ai ricordi della comunità, il terroir
costituisce uno spazio costruito nel tempo e diventa così un argomento di unità regionale. Dotato di specificità
socioeconomiche locali, così come di una serie di pratiche e rappresentazioni associate a un luogo specifico, terroir
significa "appartenere alla stessa comunità". Nei discorsi raccolti, il termine ospita significati e rappresentazioni che
appartengono a un gruppo sociale. Da tale prospettiva, gli elementi dell'ambiente naturale diventano risorse se
fanno parte di un sistema culturale.
La posizione in questione è caratterizzata da un'omogeneità spaziale e da una singolarità in termini di resa agricola.
Terroir si traduce in questo caso come un rapporto con il suolo e la terra, fondando in un luogo fisico, un certo modo
di vivere, un ambiente naturale. Questo senso naturale del termine corrisponde a offerte agricole differenziate e
specifiche. Parla di produzioni toterroir le cui qualità e caratteristiche derivano dalle capacità fisiche e dal potenziale
di una posizione geografica. Concepire terroir in questo modo, esclusivamente secondo fattori naturali (suolo, clima,
ecc.) è un supporto per produzioni agricole distintive, che a sua volta influenza le qualità organoptiche,
psicosensoriali e nutrizionali di un prodotto. Un secondo approccio (che non esclude il primo) associa terroir con una
costruzione socio-storica. Terroir è concepito come un indicatore spatio-temporale che svolge un ruolo nella
qualificazione dell'identità di una società locale. Poiché è collegato al passato e ai ricordi della comunità, il terroir
costituisce uno spazio costruito nel tempo e diventa così un argomento di unità regionale. Dotato di specificità
socioeconomiche locali, così come di una serie di pratiche e rappresentazioni associate a un luogo specifico, terroir
significa "appartenere alla stessa comunità". Nei discorsi raccolti, il termine ospita significati e rappresentazioni che
appartengono a un gruppo sociale. Da tale prospettiva, gli elementi dell'ambiente naturale diventano risorse se
fanno parte di un sistema culturale.
Caratterizzato da una profondità storica che coinvolge l'accumulo e la trasmissione di competenze e la proprietà
della comunità di una produzione, il terroir è percepito come una testimonianza, un prodotto della storia
socioeconomica locale. Questa dimensione "identità" o "patrimonio" inscrive il prodotto terroir in uno spazio
culturalmente identificato e lo attribuisce a un gruppo sociale specifico. Un trasportatore e costruttore del
patrimonio, la nozione di terroir conferisce un prodotto gastronomico ad un'identità specifica, così come le qualità e
i significati simbolici associati a tale identità; qualità ricercate dal turista.

PORTOGALLO
WINE-AND-FOOD TOURISM, STAKEHOLDERS' COOPERATION, E CITTA'E'RICIME (1) (RACHAO
ET AL, 2019)
Il turismo è diventato un'importante industria in Portogallo, sia nelle aree urbane che rurali, contribuire allo sviluppo
economico delle comunità locali (Turismo de Portugal, 2016), in cui il valore dei paesaggi enogastronomici è
riconosciuto come importante dell'economia del paese (Silva et al., 2018). Tuttavia, l'evoluzione il turismo
enogastronomico è stato più lento rispetto ad altri prodotti turistici. Infatti, il cibo e il turismo del vino è un'attività
piuttosto recente in Portogallo. Fino al 2013, il paese aveva 339 del turismo del vino, di cui il 78% aveva avviato la
loro attività dopo il 2000 (Turismo de Portogallo, 2014). L'Autorità Nazionale del Turismo del Portogallo (Turismo de
Portugal, IP) ha posto maggiore enfasi sulla competitività delle destinazioni sulla base del suo patrimonio culturale,
inerente alla Strategia del Turismo Portoghese 2027 (Ara-jo, 2017). L'industria del turismo portoghese, simile ad altri
paesi europei, è frammentata e la maggior parte delle imprese sono di micro-dimensioni (Banco de Portugal, 2014;
Mykletun & Gyimo, 2010). Questo è abbastanza evidente quando si tratta di imprese di turismo del vino in cui il
numero medio di lavoratori a tempo pieno è di cinque (Turismo de Portugal, 2014), e nel ricettivi e ristoranti il
numero scende a una media di tre dipendenti (PORDATA, 2019).
Come altre destinazioni enogastronomiche, come la Francia, l'Italia e la Spagna, il Portogallo è promuovendo la sua
offerta enogastronomica di cucina locale e terroir per attirare i turisti. Il positivo l'influenza della gastronomia sulla
soddisfazione dei visitatori internazionali è stata confermata in diversi regioni del Portogallo, vale a dire a Porto
(Ramires et al., 2018), ma anche l'Algarve (Serra et al.,Alentejo (Amaral et al., 2016). Per soddisfare il mercato
turistico sempre più esigente,
Il Portogallo offre diversi prodotti regionali/tradizionali certificati che vanno dai prodotti lattiero-caseari, come
formaggio, frutta secca (ad esempio mandorle e castagne), miele, olio d'oliva, a diversi tipi di carne animale (manzo,
maiale e agnello) (DGADR, 2019). Il Portogallo ha 14 regioni vinicole delimitate (Vini del Portogallo, 2016), 14
percorsi vinicole, 31 Denominazioni di Origine (DO) e 10 indicazioni geografiche (G) (IDTOUR, 2016) e ha il primato
mondiale numero di vitigni di uva autoctona (Silva et al., 2018).
Il Portogallo è l'undicesimo produttore mondiale di vino (IVDP, 2017), con la Valle del Douro (nella mainland) – Alto
Douro Wine Region – e l'isola pico (Arcipelago delle Azzorre) – Paesaggio della Pico Island Vineyard Culture – sono
riconosciuti come patrimonio mondiale dalle Organizzazione Educativa, Scientifica e Culturale (UNESCO) (Silva et al.,
2018).
Anche Il Portogallo ha creato un marchio associato all'immagine tradizionale e autentica che si trova nella sua
proprietà private del turismo del vino (Quintas) (Ramos et al., 2018), per lo più situate Campagna.
Cooperazione tra le parti interessate dell'industria del turismo
Una delle crescenti tendenze del turismo è l'abbinamento del vino con prodotti alimentari di qualità, cuochi locali
e/o l'organizzazione di eventi e mostre che sono legati alla cucina dimostrazioni (Telfer, 2001). Per fornire questo
tipo di esperienze enogastronomiche, il coinvolgimento più parti interessate di diversi settori (Getz, 2000). Questi
multipli parti interessate (fornitori di alimenti, cantine, fattorie, strutture ricettive, tour operator) devono visione
comune al fine di sviluppare prodotti turistici compositi; ancora, interessi individuali concorrenti e i conflitti possono
interferire nel suo sviluppo (Alonso & Northcote, 2008; Gammack, 2006).
Data la frammentazione dell'industria del turismo, una questione fondamentale per un successo promozione
dell'identità territoriale è la cooperazione tra le parti interessate (Damayanti et al., 2017; Ottenbacher & Harrington,
2013). Le attività turistiche legate all'enogastronomia sono caratterizzate da micro e piccola scala. Pertanto, tendono
a innescare attività imprenditoriali (Lee et al., 2017), come piccole cantine boutique (Dawson et al., 2011), strutture
alimentari innovative (Hjalager & Johansen, 2013) e le caffetterie di terza ondata (Lee et al., 2017), solo per citarne
alcuni Esempi. Per questo motivo, la cooperazione tra le piccole imprese enogastronomiche potrebbe sviluppo
strutturale di un'identità territoriale.
Identità territoriali e regionali
Lo sviluppo di strategie di valorizzazione territoriale è visto come una conseguenza di una fortemente caratterizzata
dalla standardizzazione di prodotti e servizi (Rachào et al., 2019). Le Denominazione di origine protetta (DOP) e le
etichette di indicazione geografica protetta (IGP), per esempio, illustrare come le politiche agrarie europee
operativezzano la conservazione e rafforzamento endogeno enogastronomico (Silva et al., 2018).
Come forma di differenziazione, in un mercato affollato globalizzato, molte destinazioni hanno utilizzato il cibo come
forma di attrazione (Frochot, 2003; Lin et al., 2011). Questo perché l'unicità delle prodotti enogastronomici (Haven-
Tang & Jones, 2008), profondamente radicati in un luogo (Frochot, 2003; Lin 2011), può rafforzare le differenze
culturali tra regioni e paesi (Fox, 2007). Utilizzando tali prodotti endogeni, le destinazioni hanno l'opportunità di
aumentare l'unicità della loro e, inoltre, formulare una proposta di vendita unica (Haven-Tang & Jones, 2008).
I metodi di produzione enogastronomica sono legati a tradizioni gastronomiche che hanno un grande ruolo nel
marcare l'identità regionale dei luoghi (Corigliano, 2015; Hashimoto & Telfer, 2006). Questi metodi di produzione
(vino, latticini, olio d'oliva, tra gli altri) possono anche sostenere lo sviluppo di esperienze enogastronomiche uniche
che i responsabili politici possono collegare con le comunità locali in quanto parte dell'identità di una destinazione
(Lin et al., 2011), e quindi del territorio (Corigliano, 2015).
Caso di studio:
Per questo studio è stato scelto il nord del Portogallo. Con circa 3,6 milioni di abitanti, composti da 86 comuni e
1.426 parrocchie, questa regione rappresenta quasi il 35% della popolazione residente del Portogallo, e circa il 29%
del prodotto interno lordo (PIL) dell'economia nazionale (CCDRN, 2019).
Il Portogallo settentrionale è una destinazione enogastronomica rilevante perché, ad esempio, 21 dei 65 prodotti
portoghesi certificati DOP, provengono da questa regione (DGADR, 2019). Inoltre, la maggior parte dei suoi territorio
è coperto da regioni vinicole delimitate: due regioni principali, vale a dire Douro e Vinho Verde, e due regioni più
piccole, Très-os-Montes e Tàvora-Varosa (Marques & Marques, 2017).
La Valle del Douro è rinomata come luogo di origine del vino di Porto e come il primo regione vinicola regolamentata
nel mondo, dal 1756 (IVDP, 2017). Nel 2001, parte di questa regione, l'Alto Douro Vinhateiro (Valle dell'Alto Douro) è
stato classificato dall'UNESCO come Patrimonio dell'Umanità a causa paesaggio culturale, evolutivo e vivente" (IVV,
2015, p. 118). Per quanto riguarda il Vinho Verde, è il più grande regione delimitata in termini geografici, nonché una
delle più grandi d'Europa, che si estende su oltre 34.000 ettari in tutto il nord-ovest del Portogallo (CVRVV, 2019).
Ospita anche la sottoregione Vinho Verde Alvarinho. La regione del vino delimitata di Très-os-Montes ha una
"origine secolare, essendo intrinsecamente con i bacini di preguglio scavati nella roccia di origine romana e pre-
romana" (ENOTUR, 2016).
RISULTATI (1)
Cooperazione informale
"Cooperazione scarsa e informale", dimostra che i pochi tipi di cooperazione esistenti tra i parti interessate si basano
su relazioni interpersonali e fiducia. Questo studio sostiene così la (2011), Damayanti et al. (2017) e Wang e Xiang
(2007) nozione che l'amicizia lega e la fiducia sono una strategia comune cooperativa interaziendale, in cui le
decisioni vengono prese a livello personale.
Le strategie cooperative (in particolare, i partenariati informali) sono state sviluppate principalmente a livello medio-
alto imprese di grandi dimensioni. Questi includono partnership con aziende specializzate in attività sportive
all'aperto che fornire ai turisti cose da fare nella regione. Questo approccio alla cooperazione sostiene telfer's (2001)
risultati che dimostrano che l'impegno dell'industria vinicola per il turismo è in parte legato all'età la cantina e la
disponibilità di risorse finanziarie.Il ruolo chiave della governance pubblica risiede nell'ambito della
gestione/sostegno del coinvolgimento delle parti interessate per una destinazione turistica enogastronomica di
successo. Questa struttura di governance, discussa di Wang e Xiang (2007), che hanno suggerito che le parti
interessate possano superare i problemi di collaborazione e il coordinamento sul mercato attraverso una modalità di
governance gerarchica/pubblica, è stato rafforzato risposte dei partecipanti.
Concorrenza e conflitti
Interrogati su potenziali conflitti e concorrenza, gli intervistati, in particolare quelli hanno mostrato diverse posizioni
sull'argomento, illustrando diverse realtà tra le regioni vinicole.
Le parti interessate di Vinho Verde concordano sul fatto che la concorrenza non è ancora sufficiente in quanto si
trovano in un sviluppo del turismo enogastronomico.
D'altra parte, nei conflitti nella regione di Très-os-Montes tra le parti interessate sono molto comuni e sono di solito
risolti e/o gestiti da organizzazioni e associazioni locali senza scopo di lucro, agendo come Mediatori. Tuttavia, alcune
imprese locali stanno iniziando a cooperare riconoscano la necessità di offrire un un'offerta più integrata di turismo
enogastronomico.

Identità regionali

Gli intervistati hanno riconosciuto che il patrimonio gastronomico è un attributo importante Identità. I prodotti
agricoli come mandorle, olive, funghi, la produzione animale (agnello), e il loro uso nelle ricette alimentari
tradizionali sono stati sottolineati.
Le tre destinazioni enogastronomiche hanno anche paesaggi naturali come punti di attrazione. Infatti, il peculiarità
del paesaggio della Valle del Douro ha portato alla classificazione del patrimonio mondiale da parte dell'UNESCO.
"Abitanti locali" è stato il terzo attributo più citato.

Il ruolo della gastronomia nelle dinamiche territoriali regionali


Secondo gli intervistati c'è anche una crescente necessità di applicare la creatività all'interno del loro contesto
enogastronomico al fine di attirare i consumatori.
La gastronomia è stata anche descritta come un mezzo per comunicare il patrimonio del vino portoghese. Tuttavia,
la maggior parte dei ristoranti non sono ancora abbinando cibo e vini locali.
Così, combinando il patrimonio varietale (Silva et al., 2018) con forme architettoniche tradizionali e nuove di
paesaggio (ad esempio ristoranti, negozi gourmet, cantine, musei del vino) potrebbero rafforzare l'economia
culturale (Ramos et al., 2018).
Gli intervistati delle regioni di Douro e Tris-os-Montes hanno associato la mancanza di qualità gastronomica brevi
orari di apertura dei ristoranti, in particolare nei periodi di forte domanda.
Ci sono prove che i prodotti agricoli endogeni non sono sempre integrati nei piatti popolari. Ma i menu sulla base di
prodotti stagionali sono praticamente inesistenti. I fornitori di alimenti tendono a utilizzare i menu tutto l'anno.
Le vie microtematiche enogastronomiche servono non solo ad esprimere gli attributi regionali di un luogo
caratteristiche sociali), ma anche per promuovere lo sviluppo economico locale.
ABRUZZO
Turismo creativo e sviluppo rurale (1) (cox et al, 2011)
Un'azienda agricola (La Porta dei Parchi) in Abruzzo, nel centro Italia, ha utilizzato il turismo come parte di un
innovativo mix di iniziative a valore aggiunto per ristabilire l'allevamento tradizionale ovino transumante in un'area
rapidamente spopolata ed economicamente emarginata. Nell'ambito della strategia di sviluppo rurale (Sonnino
2004) il governo italiano incoraggia e sostiene progetti di agriturismo ( 'agriturismo '), in cui si stabilisce un legame
esplicito tra le aziende agricole, i loro prodotti e le strutture ricettive disponibili.
Il caso-studio fattoria offre agriturismo tradizionale in loco e ha sviluppato un 'hotel villaggio... utilizzando abitazioni
vuote come residenti permanenti hanno lasciato. Ha anche un negozio, un ristorante e una classe e ospita gruppi di
studenti. Questo complesso di attività è sostenuto da un sistema basato su Internet, 'Adotta una pecora', che
consente a persone provenienti da tutto il mondo di adottare 'adottare una pecora mungitrice e ricevere prodotti
agricoli (formaggio, salame e calzini di lana) in cambio di una tassa annuale. Il regime, che conta più di mille soci,
garantisce un reddito all'azienda agricola e sostiene l'impresa agrituristica in quanto i genitori sono incoraggiati a
visitare 'loro ' pecore. Così, la riuscita manutenzione di un modo di agricoltura tradizionale, radicata in un luogo
molto particolare, è supportata da connessioni globali e resa possibile dall'alta tecnologia.
I prodotti dell'azienda agricola, venduti in loco e a livello mondiale attraverso il regime dell'Adopt-a-Sheep, sono
commercializzati in modo da legare le caratteristiche produttive al paesaggio e quindi valorizzare sia i prodotti che il
luogo da cui provengono. Tutte le attività di Porta dei Parchi nascono da un'iniziativa ponderata e ponderata per
mantenere un ambiente particolare e modi di vita associati. L'agricoltura stessa e tutte le altre attività associate
esistono per preservare un particolare ambiente rurale. Il programma Adopt-a-Sheep ha sede in una grande azienda
agricola di montagna di 1.100 ettari, l'impresa principale è di circa 1.400 pecore da mungitura biologica. L'azienda si
chiama 'La Porta Dei Parchi ' (Porta dei Parchi), per la sua vicinanza a due Parchi Nazionali, e fa parte di una
cooperativa di 140 aziende agricole e altre imprese della zona. L'azienda è costituita da un terreno semi-naturale
situato in un paesaggio montano spettacolare, che è designato come Parco Nazionale - una denominazione che
suggerisce che il mantenimento dell'estetica del paesaggio potrebbe essere importante quanto la sostenibilità
ecologica o economica. Il pascolo si trova fino a 1.600 m di altitudine e si pratica l'agricoltura transumante. In estate,
la vita delle pecore prese fino agli alpeggi insieme a un caseificio mobile e capanna per i pastori (che rimangono con
le pecore per molte settimane), sia progettato e prodotto appositamente e trasportato sulla montagna da trattore.
Per il resto dell'anno, le pecore pascolano ogni giorno a pascoli più bassi, a piedi lunghe distanze, e durante il tempo
rigido, le pecore vivono nel fienile (Holloway el al. 2006). Strategie per creare Valore Aggiunto nell'Azienda:
- trasformazione in loco di prodotti alimentari (formaggi, salumi e prodotti di lana),
- un negozio agricolo e un ristorante,
- l'alloggio in azienda e in un agriturismo.
- un'aula e un alloggio per gli studenti.
Agriturismo è stato avviato nel 1988, e nel 1994, il caseificio in azienda, negozio di fattoria e 'adottare una pecora.
attività ha iniziato. Nel 1996, è stato aggiunto un mattatoio in azienda, Nel 2001, il ristorante è stato aperto in
azienda, che serve prodotti agricoli e alimenti di provenienza locale. Dal 2004, sono stati costruiti alloggi
supplementari in fattoria (che ora occupa fino a 30 persone) e i piani futuri includono l'aggiunta di valore ai prodotti
di lana di pecora spostando la lavorazione della lana e la produzione di abbigliamento alla fattoria (quando abbiamo
visitato lana veniva inviato in Toscana per la trasformazione in abiti bambino, coperte e calzini).«Aiuta la
Sopravvivenza di una CULTURA MILLENARIA: La nostra iniziativa “Adotta una pecora, difendi la natura” si propone di
invertire questa grave tendenza, proponendo ai naturalisti, agli amanti dell’ambiente, ai buongustai, di adottare a
distanza una pecora che in cambio delle spese di manutenzione e di allevamento, può garantire non solo i propri
frutti (agnello, latte, formaggi, ricotta, lana, fertilizzante), ma anche la salvaguardia della porzione di territorio che
presidia con le sue compagne. DIFENDI la NATURA: Gli allevamenti aderenti al progetto, garantiscono con marchi di
qualità i propri prodotti, anche biologici, offrendo fra l’altro, possibilità di recettività agrituristica, in modo che gli
interessati abbiano la possibilità di essere ospitati presso leaziende, in modo da seguire periodicamente
l’allevamento, nelle varie fasi della sua attività, dal pascolo, al parto, all’allattamento, alla tosatura, alla transumanza.
Ciò tuttavia inserito nella logica del pieno rispetto degli animali e delle loro esigenze ed abitudini, come i disciplinari
di produzione biologica impongono.»
Questo complesso di attività è sostenuto dal sistema basato su Internet, 'Adotta-a-Sheep" che consente a persone
provenienti da tutto il mondo di 'adottare ' una pecora mungitrice e ricevere i prodotti agricoli per posta in cambio di
pelliccia una tassa annuale. Il programma è stato lanciato nel 1996 in un tripudio di pubblicità. Per coincidenza, il
gestore dell'azienda ha annunciato il suo avvio in una conferenza dove il ministro dell'Agricoltura italiano stava
parlando. Il nome del ministro si traduce come 'Mr Shepherd ' e di conseguenza, è stato incoraggiato ad adottare
una pecora. Ciò ha reso una buona notizia e ha assicurato la copertura per il regime nei giornali di tutto il mondo. In
48 ore, il sito web di Adopt-a-Sheep ha avuto 200.000 visite e ha ricevuto circa 500 email al giorno (Kneafsey et al.
2008). Anche se l'interesse è diminuito dal lancio iniziale, la novità del sistema assicura ancora un gran numero di
visitatori del sito web.
Al momento della nostra prima visita sul campo nel 2004, il programma aveva attirato 1.130 adopter, di cui 505 in
Italia, 355 nel resto d'Europa e 270 al di fuori dell'Europa (tra cui Stati Uniti, Canada, Sud America, Australia,
Giappone, Singapore e India). Per € 190, adopters ricevono un certificato di adozione, una carta d'identità e la foto di
'their ' pecore - che possono anche nome, 2 chilogrammi di pecorino biologico, 2 chilogrammi di biologico ginepro
affumicato ricotta, I paio di calzini da trekking lana, 5 litri di olio d'oliva, 1 chilogrammo di salame biologico di
Tratturo (salame di pecora) o, in alternativa vegetariana, un chilogrammo di caciocavallo (un formaggio di latte di
pecora invecchiato in modo tradizionale su assi di legno). Sono disponibili anche pacchetti più economici, che
includono una quantità e una gamma di prodotti ridotti, mentre gli utilizzatori locali possono includere letame come
parte del loro pacchetto. Agriturismo è stato avviato presso l'azienda agricola Porta dei Parchi nel 1988, sulla base di
alloggi onfarm, ed è cresciuto in modo significativo in un variegato mix di alloggi e attività, Alloggio è disponibile in
un piccolo numero di camere presso l'azienda agricola e un maggior numero di self-Unità di ristorazione chiamato
'village hotel', composto da edifici convertiti sparsi intorno al vicino villaggio di Anversa. Le proprietà sono disponibili
a causa degli alti tassi di migrazione che hanno notevolmente diminuito la popolazione del villaggio. Il modello di
hotel del villaggio è stato deliberatamente adottato piuttosto che aumentare gli alloggi nelle aziende agricole perché
sostiene le imprese locali, come il negozio di panetteria e di alimentari, il che a sua volta significa che è più probabile
che rimangano aperti e che i residenti permanenti vincano hanno accesso a tali servizi, il che rende più probabile che
saranno in grado di rimanere nel villaggio.
I turisti sono incoraggiati a partecipare alle attività della fattoria come parte del loro viaggio. Le attività previste sono
tutte finalizzate ad aiutare i visitatori a comprendere e apprezzare il paesaggio locale e i metodi tradizionali
dell'allevamento ovino. I turisti sono invitati a trascorrere del tempo con le pecore e i pastori a piedi verso nuovi
pascoli, mungendo le pecore a mano o fare il formaggio con metodi tradizionali. Durante l'estate, i visitatori possono
organizzare per andare a cavallo per visitare le pecore negli alpeggi, e sentieri naturalistici sono stati sviluppati nella
valle per chi è interessato ad attività meno faticose.
La qualità e il carattere regionale dei prodotti commercializzati attraverso il programma Adopt-a-Sheep sono
elementi importanti per il successo del programma e parte del suo legame con l'agriturismo. Il forte legame tra il
luogo e i prodotti ottenuti attraverso il programma Adopt-a-Sheep rafforza l'attrattiva sia dei prodotti che
dell'ubicazione. I prodotti sono fortemente rappresentati come provenienti da un luogo reale, realizzati da persone
reali che il consumatore poteva incontrare e vedere al lavoro. Il luogo è valorizzato per la qualità e l'unicità dei suoi
'prodotti tradizionali' e 'tipici'. Il reciproco sviluppo dell'agriturismo e dei prodotti regionali è stato notato come una
tendenza in Italia, con prodotti 'tipici' che attirano i visitatori alle aziende agricole. A La Porta dei Parchi, questa
tendenza ha l'elemento aggiunto di collegare la produzione e l'ubicazione in un sistema di marketing diretto a
portata globale. L'agriturismo permette al cliente di acquistare e talvolta consumare il prodotto in azienda. In Italia i
visitatori acquistano regolarmente vini, salumi, formaggi, gelatine e marmellate, miele e prodotti da portare a casa
(Clemens 2004). Ohe e Ciani (1998) hanno scoperto che oltre l'80% delle aziende agrituristiche vendono anche
prodotti agricoli ai loro ospiti. Le vendite dirette sono quindi diventate un'importante fonte di reddito per gli
agricoltori e una parte importante del 'mix' per le aziende agrituristiche. Oltre a fornire un reddito supplementare, la
vendita di prodotti agricoli è uno dei modi in cui le aziende agricole creano un'identità unica e si differenziano dal
turismo rurale più tradizionale. Fornire pasti può anche essere un buon modo per i prodotti agricoli al dettaglio per i
turisti. Ohe e Ciani (1998) hanno scoperto che circa il 70% dell'agriturismo italiano offre il pranzo o la cena agli ospiti,
rispecchiando l'usanza italiana di mangiare in hotel piuttosto che pagare solo per una camera o un bed and
breakfast. In genere, gli ospiti non sono dati un menu tra cui scegliere, ma sono serviti il cibo che è disponibile al
momento. Questa è una pratica comune nei piccoli ristoranti in Italia e permette alle aziende agricole di utilizzare i
propri prodotti il più possibile. Inoltre, i fanner italiani sono anche autorizzati a fare il proprio vino per servire gli
ospiti e questa è una pratica comune nei ristoranti agriturismo. Gli obiettivi dell'azienda agricola La Porta dei Parchi e
del progetto Adopt-a-Sheep erano la conservazione di un particolare tipo di economia rurale, comunità e ambiente
caratterizzato da stili di vita tradizionali, alimenti, relazioni di produzione e rapporto uomo-bestiame-natura. Questi
beni attribuiscono valore ad uno specifico ambiente locale e al cibo ivi prodotto in certi modi, Il messaggio
dell'azienda valorizza sia i suoi prodotti e il luogo da cui provengono, a sua volta incoraggiando sia l'agriturismo e la
vendita di cibo, in azienda e a distanza. Come risultato di queste forti associazioni, il prodotto commercializza il luogo
e il luogo commercializza i prodotti anche ai consumatori dall'altra parte del mondo.

GIAPPONE
Cucina identità e turismo alimentare (1) (kim e iwashita, 2016)
Il turismo alimentare ha una lunga tradizione in Giappone, ed è uno dei motivi principali per i viaggi nazionali,
paragonabile alla tradizione di visitare Nsen (sorgenti termali). Due fattori determinanti della lunga tradizione del
turismo alimentare giapponese sono la cultura del meibutsu e le variazioni stagionali

La cultura del meibutsu comprende l'idea che le cose famose siano associate ad un luogo locale e ad una cultura… La
variazione stagionale è il fattore che fa considerare ai potenziali turisti quali sono i piatti migliori da mangiare e dove
potrebbero trovare tali piatti. Pertanto, storicamente, i turisti giapponesi hanno considerato l'esperienza meibutsu
come un must quando si visita una particolare località. In risposta a questa tendenza, è diventata pratica comune per
i tour operator e le agenzie di viaggio di offrire una varietà di pacchetti gurume Tabi (viaggio gourmet), spesso in
combinazione con visite a un alloggio Onsen e ryokan (locanda in stile giapponese).
Inoltre, l'alta cucina tradizionale giapponese, come i piatti a più portate Kaiseki e i piatti premium come il sukiyaki e il
teppanyaki, è un aspetto della cultura culinaria e gourmet del Giappone. Allo stesso tempo, il termine Bii-kyu
gourmet (B-rank) è diventato di recente un termine popolare in Giappone, e si riferisce a piatti casuali e poco costosi
di un tipo non gourmet che sono ancora apprezzati per il loro sapore. Le stazioni ferroviarie vendono anche molti
snack e dolci che sono speciali per i loro distretti come marcatori della loro cultura meibutsu. Pubblicizzati come
prodotti dell'edizione locale, usano le specialità locali come ingredienti o hanno qualche collegamento con eventi
culturali e costumi locali. La maggior parte delle regioni a livello nazionale hanno una sorta di gotochi gourmet; sia
piatti tradizionali locali chiamati Kyodo Ryori, e piatti di recente invenzione. Diffondere gotochi gourmet aiuta a
rivitalizzare un'area, e rafforza i legami tra i residenti locali. a produzione di udon noodles e l'ossessione giapponese
con loro è un fenomeno sociale e culturale in Giappone. Dal momento che gli alimenti tradizionali come patrimonio
immateriale non sono spesso registrati in documenti scritti, ma sono sostenuti attraverso espressioni orali di
generazione in generazione (UNESCO, 2003), non c'è una sola definizione e ricetta concordata per gli udon noodles.
Tuttavia, l'udon è comunemente conosciuto come uno dei tre principali piatti di pasta giapponese ed è un alimento
base della cucina e della cultura alimentare giapponese. Udon è una pasta bianca spessa fatta di farina di grano,
acqua e sale. È un colore cremoso e ha una consistenza morbida, elastica e aspetto lucido. Le tre regioni di noodle
udon più ampiamente riconosciute in Giappone sono Kagawa (Sanuki Udon), Gunma (Mizusawa Udon) e Akita
(Inaniwa Udon). Gunma è una regione chiave per il turismo udon, con 1006 aziende che servono piatti udon o soba
noodle nel 2009. La prefettura di Gunma ha quasi raddoppiato il numero di negozi udon/soba per 10.000 persone
rispetto alla media nazionale di 2,5 (Matsushita, 2011). A questo proposito, l'Ufficio del turismo del governo della
prefettura di Gunma (2012) ha sottolineato l'importanza dell'udon come prodotto regionale, il suo posto
nell'identità della regione e il suo contributo al turismo locale, suggerendo che gli udon saporiti possono essere
goduti dovunque in Gunma'. L'origine degli udon noodles nella regione deriva da due negozi di udon (Tamaruya e
Shimizuya) che aprirono durante il periodo Tensho (1573-1592) per servire i visitatori del Tempio di Mizusawa,
fondato più di 1000 anni fa. Tamaruya si identifica come l'originatore di Mizusawa Udon', mentre Shimizuya si
definisce il fondatore di Mizusawa Udon'. Mizusawa Udon è noto per essere leggermente più spessa di altri udon
tagliatelle, ma molto liscia e soda.
Nel 1960, molti nuovi ristoranti aperti nella regione e ha iniziato a servire Mizusawa Udon. Nel 2004, i negozi di udon
nella regione di Mizusawa iniziarono a lavorare insieme per mantenere il marchio Mizusawa Udon come centrale per
lo sviluppo della zona. Hanno organizzato un'associazione di negozi udon, utilizzando il marchio registrato di
Mizusawa Udon, che consisteva di 13 negozi, sia vecchi che nuovi. Nello stesso anno, hanno pubblicato un volantino
con Mizusawa Udon come uno dei noodles udon più famosi in Giappone che includeva una mappa delle posizioni dei
negozi; questo è stato utilizzato come strumento di marketing turistico per Mizusawa Udon. Mizusawa Udon è da
allora diventata una delle storie di successo del branding regionale e dell'identità, ed è stata fortemente associata a
sviluppi positivi nel turismo regionale. In effetti, diversi studi precedenti hanno già evidenziato come ristoranti locali
negozi alimentari, cantine e aziende agricole sono stati considerati le principali attrazioni turistiche (Hall, Sharples,
Mitchell, Macionis, & Cambourne, 2003; Sparks, Bowen, & Klag, 2003).
I noodles di Mizusawa Udon e i 13 negozi di Mizusawa Udon sono considerati la principale attrazione turistica del
patrimonio alimentare della regione; essi modellano e costruiscono l'identità regionale e locale come valore centrale
del suo senso distintivo del luogo e come attrazione turistica.
Un forte senso del patrimonio alimentare culturale come manifestazione di un'identità regionale e principale
elemento motivante e caratterizzante delle esperienze dei turisti (1)
L'identità di un luogo è costruita dall'incontro immediato dei turisti con i suoi beni materiali o ambienti fisici, come il
suo stile architettonico, segnaletica e punti di riferimento (Lew, 1989; Shamsuddin & Ujang, 2008). In questo caso, lo
stile architettonico tradizionale giapponese dei negozi udon, con la loro segnaletica Mizusawa Udon' in caratteri
antichi, è una caratteristica distintiva del villaggio che crea un senso unico di identità del luogo per i turisti. Questo è
rafforzato da due dei più antichi negozi Mizusawa Udon, Tamaruya e Shimizuya, che vantano una storia di oltre 400
anni di udon-making, e della continuità delle pratiche uniche di servire e mangiare della regione. Questi ristoranti e
le loro modalità di funzionamento contribuiscono alle importanti manifestazioni fisiche e intangibili della storia e
della cultura del villaggio di Mizusawa Udon.
Oltre a osservare il processo tradizionale di fare udon - dalla pasta ai noodles udon freschi appesi su essiccatori di
legno molto vecchi - i turisti hanno incontrato vecchie fotografie storiche, articoli di giornali scritti e altri documenti
antichi attaccati alle pareti dei negozi udon. Tutti questi sono stati considerati testimonianze storiche, culturali e
fisiche distintive che hanno rappresentato i valori fondamentali dell'identità regionale, che è stata associata a un
forte senso di udon-making tradizionale per oltre 400 anni.
Un forte senso del patrimonio alimentare culturale come manifestazione di un'identità regionale e principale
elemento motivante e caratterizzante delle esperienze dei turisti (2)
Poiché i paesaggi e le identità culturali di un luogo sono costituiti da complesse combinazioni di elementi culturali
tangibili e intangibili, comprese idee e valori, gli elementi immateriali del patrimonio alimentare possono essere
considerati anche elementi chiave, o attributi, della regione di Mizusawa Udon che motiva i turisti giapponesi a
visitare la regione. Questo patrimonio alimentare intangibile può essere riassunto in due modi: (1) la continuità fisica
e psicologica dei modi tradizionali di fare udon da una generazione alla successiva (p.es. ricette, ingredienti e modi
alimentari dei migliori udon noodles, ricette non scritte ed espressioni orali) e (2) l'orgoglio dei proprietari del
negozio per i loro prodotti. Il continuo impegno per mantenere e sostenere l'identità regionale attraverso la
continuazione del suo patrimonio alimentare regionale (ad es. ricette, ingredienti e sapori invariati) è fondamentale
per le motivazioni dei turisti da visitare. Tale prospettiva sul patrimonio alimentare sfida la percezione che il turismo
può distruggere le risorse culturali e le identità di una regione attraverso il suo approccio dicotomico all'autenticità e
alla mercificazione; nel caso della regione di Mizusawa Udon, è il turismo regionale e i turisti che contribuiscono alla
conservazione delle tradizioni culinarie, della cultura, della storia e del patrimonio e sostengono le imprese locali di
udon.
Significati simbolici e valori del consumo di udon noodle patrimonio e una maggiore auto-identità
I partecipanti hanno dichiarato collettivamente che, come cibo tradizionale giapponese, gli udon freschi fatti a mano
non solo sono incisi sui ricordi del popolo giapponese, ma sono anche considerati una metafora che può essere
utilizzata per migliorare la propria identità.
Questi turisti vedono Mizusawa Udon noodles come una metafora importante sia per il collettivo giapponese e
l'identità di sé che è stato parzialmente messo in pericolo dal processo di modernizzazione in Giappone. Questo è il
motivo per cui la stretta relazione tra le manifestazioni di identità e la vita di tutti i giorni è evidenziata; si ha un
senso di chi si è e dei propri valori prestando maggiore attenzione a ciò che gli individui fanno, pensano, sentono e
mangiano.
LEZIONE 27 28 28 MAGGIO 2020
Slow food (nilsson et al, 2011)
Nel 1986, un gruppo di intellettuali italiani allestirono un lungo tavolo vicino alla scalinata spagnola nel centro di
Roma, servendo cibo tradizionale italiano ai romani di passaggio e ai turisti. La ragione per l'occasione è stata
l'apertura di un ristorante Mcdonald’s nelle vicinanze. Lo scopo della manifestazione non era solo di protestare
contro Mcdonald’s, ma anche di presentare un'alternativa al cibo globalizzato prodotto in massa.
Questa manifestazione è stata salutata come il punto di partenza del movimento Slow Food, che oggi conta circa
100.000 membri individuali in oltre 130 paesi (Petrini, 2001; homepage Slow Food, 2009). Il nome Slow Food,
giocosa antitesi al fast food, e il suo simbolo la lumaca, sono oggi abbastanza noti tra le persone interessate alla
gastronomia. Il movimento Slow Food si definisce un movimento ecologico e gastronomico; il profilo principale delle
sue attività è quello di promuovere l'eco-gastronomia. È anche un movimento culturale che cerca di contrastare lo
sviluppo contemporaneo verso uno stile di vita sempre più veloce. Il movimento Slow Food ha, in parole povere, tre
campi d'azione principali:
- conservazione delle tradizioni gastronomiche e della diversità biologica;
- promozione della creazione di reti tra piccoli produttori e tra produttori e consumatori;
- migliorare la conoscenza del consumatore in materia di alimenti, gusto, alimentazione e ambiente (Malatesta,
Weiner, & Yang, 2005; Parkins & Craig, 2006; Petrini, 2001).
Slow food secondo slow food (1)
Che cos’è Slow Food
Slow Food è una grande associazione internazionale no profit impegnata a ridare il giusto valore al cibo, nel rispetto
di chi produce, in armonia con ambiente ed ecosistemi, grazie ai saperi di cui sono custodi territori e tradizioni locali.
Ogni giorno Slow Food lavora in 150 Paesi per promuovere un’alimentazione buona, pulita e giusta per tutti.

Oggi Slow Food conta su una fitta rete di soci, amici e sostenitori in tutto il mondo grazie e con i quali:
Difendiamo il cibo vero
Un cibo che cessa di essere merce e fonte di profitto, per rispettare chi produce, l’ambiente e il palato!
Promuoviamo il diritto al piacere per tutti
Con eventi che favoriscono l’incontro, il dialogo, la gioia di stare insieme. Perché dare il giusto valore al cibo, vuol
dire anche dare la giusta importanza al piacere, imparando a godere della diversità delle ricette e dei sapori, a
riconoscere la varietà dei luoghi di produzione e degli artefici, a rispettare i ritmi delle stagioni e del convivio
Ci prepariamo al futuro
Che ha bisogno di terreni fertili, specie vegetali e animali, meno sprechi e più biodiversità, meno cemento e più
bellezza. Conoscere il cibo che si porta in casa, può aiutare il pianeta. Ecco perché Slow Food coinvolge scuole e
famiglie in attività ludico didattiche, tra cui gli orti nelle scuole e i 10 000 orti in Africa
Valorizziamo la cultura gastronomica
Per andare oltre la ricetta, perché mangiare è molto più che alimentarsi e dietro il cibo ci sono produttori, territori,
emozioni e piacere
Favoriamo la biodiversità e un’agricoltura equa e sostenibile
Dando valore all’agricoltura di piccola scala e ai trasformatori artigiani attraverso il progetto dei Presìdi Slow Food, e
proteggendo i prodotti a rischio di estinzione con l’Arca del Gusto

La nostra storia
Movimento per la tutela e il diritto al piacere
Nata Arcigola e fondata in Piemonte nel 1986 da Carlo Petrini, Slow Food diventa internazionale nel 1989 come
«Movimento per la tutela e il diritto al piacere» e un manifesto d’intenti che pone l’associazione come antidoto alla
«Follia universale della “fast life”» e «Contro coloro, e sono i più, che confondono l’efficienza con la frenesia, [a cui]
proponiamo il vaccino di un’adeguata porzione di piaceri sensuali assicurati, da praticarsi in lento e prolungato
godimento». Si iniziava dalla tavola, dal piacere garantito da convivialità, storia e cultura locali, per arrivare a una
nuova gastronomia che presuppone anche una nuova agricoltura dove la sostenibilità (ambientale e sociale) è
imprescindibile. Oggi rinnoviamo la fiducia nel diritto al piacere che ci ha portati a salvaguardare biodiversità e
tradizioni, a educare al gusto e all’alimentazione consapevole, a organizzare il Salone del Gusto e Terra Madre, il più
grande appuntamento internazionale dedicato al cibo, a fondare l’Università di Scienze Gastronomiche e a tessere la
tela della grande rete delle Comunità del cibo di Terra Madre.
Una prima esplicita dichiarazione d’intenti arriva con la nascita di Slow Food Editore che nel 1990 pubblica il best
seller della nostra casa editrice: Osterie d’Italia, sussidiario del mangiarbere all’Italiana, che ancora oggi ci guida alla
scoperta della migliore tradizione gastronomica del nostro Paese. Intanto l’organizzazione cresce: nello stesso anno
con il congresso di Venezia si costituisce ufficialmente l’associazione Slow Food e gli anni successivi arrivano le sedi di
Berlino (1992) e Zurigo (1993).
Dal 1994 si lavora a più non posso: con Milano Golosa si sperimentano i primi Laboratori del Gusto, una formula a
quei tempi avanguardistica per imparare, degustare e scoprire prodotti e divertendosi. La prima edizione del Salone
Internazionale del Gusto (a novembre 1996) si rivela una bellissima festa, occasione, tra l’altro, per presentare l’Arca
del Gusto, il grande catalogo mondiale che raccoglie i sapori tradizionali che stanno scomparendo. Con il convegno
Dire fare gustare si apre il progetto di educazione alimentare e del gusto di Slow Food e nello stesso anno,
inauguriamo a Bra (Cn), la prima edizione di Cheese – Le forme del latte, la rassegna biennale internazionale
dedicata ai formaggi e che ogni due anni accoglie e riunisce centinaia produttori italiani e stranieri che grazie a
Cheese hanno costruito una fitta rete di relazioni.
Diventiamo ecogastronomi
Intanto va sviluppandosi quella sensibilità ambientale che negli anni darà nuova linfa, contenuti e idee
all’associazione, perché «Per dirla tutta: un gastronomo che non ha sensibilità ambientale è uno stupido; ma un
ecologista che non ha sensibilità gastronomica è triste nonché incapace di conoscere le culture su cui vuole operare.
Meglio l’ecogastronomia dunque» dichiara Carlo Petrini in Buono, pulito e giusto (Einaudi, Torino 2005) inaugurando
una nuova prospettiva con cui guardare il sistema di produzione alimentare. «Le culture tradizionali hanno creato un
patrimonio gigantesco di ricette, preparazioni, trasformazioni dei cibi locali o di facile accesso. Anche nelle zone del
mondo più colpite dalla malnutrizione. Questi saperi gastronomici sono strettamente connessi con la biodiversità e
rappresentano sia il modo per utilizzarla, sia il modo per difenderla. In più danno piacere, organolettico e anche
intellettuale, perché simbolo di una cultura identitaria.»
È il 2000 quando prende il via il progetto dei Presìdi Slow Food, interventi mirati per salvaguardare o rilanciare
piccole produzioni artigianali e tradizionali a rischio di estinzione. Un programma supportato dalla prima edizione
(Bologna 2000) del Premio Slow Food per la difesa della biodiversità, in un percorso che ha come traguardo la
Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus nata nel 2003 per sostenere Presìdi Slow Food e l’Arca del Gusto.
Oggi la Fondazione è capofila dei tanti progetti Slow Food pensati per difendere e supportare sovranità alimentare e
biodiversità. L’impegno politico continua e in Slow Food lancia la campagna No Gm Wines, contro la
commercializzazione in Europa di viti transgeniche, e stila il Manifesto in difesa dei formaggi a latte crudo. Il percorso
di educazione si potenzia con il varo dei Master of Food, corsi di educazione sensoriale pensati per gli adulti e con la
decisione del quarto congresso internazionale (Napoli 2003) di lavorare affinché ogni Convivium, le sedi locali
dell’associazione nel mondo, possa progettare l’avvio di School Gardens.

Dall’ecogastronomia alla enogastronomia: la rivoluzione di Terra Madre


Nel 2004, la FAO riconosce ufficialmente Slow Food come organizzazione no profit con cui instaurare un rapporto di
collaborazione. Si inaugura la rinnovata Agenzia di Pollenzo (Cn) che ospita la prima Università di Scienze
Gastronomiche al mondo riconosciuta dal nostro Ministero. Genova ospita la prima edizione di Slow Fish, rassegna
dedicata al pesce e alla pesca sostenibile. Ma il 2004 è soprattutto l’anno di Terra Madre: per la prima volta a Torino
si incontrano cinquemila delegati da 130 Paesi: contadini, pescatori, artigiani, nomadi, giovani, vecchi, musicisti,
cuoche e cuochi, accademici di tutto il mondo riniti in una tre giorni di laboratori, incontri, scambi, esperienze e
festa. Terra Madre è il nuovo soggetto al servizio del pianeta, rappresenta ciò che è stato definito come
“glocalismo”: una serie di piccole azioni locali che hanno grandi ripercussioni a livello mondiale. Slow Food è ciò che
siamo e Terra Madre ciò che facciamo.
Nel 2006 Slow Food compie 20 anni e festeggia in occasione del VI Congresso Nazionale di Slow Food Italia a
Sanremo, dove si battezza e dà l’avvio al progetto Orto in Condotta. L’anno seguente Slow Food Italia aderisce alla
coalizione ItaliaEuropa – Liberi da Ogm che raccoglie oltre 3,6 milioni di Sì con la consultazione nazionale sul tema
“Vuoi che l’agroalimentare, il cibo e la sua genuinità, siano il cuore dello sviluppo, fatto di persone e territori, salute
e qualità, sostenibile e innovativo, fondato sulla biodiversità, libero da Ogm?”. A Montpellier Slow Food organizza la
prima edizione di Vignerons d’Europe, meeting di vignaioli da tutto il continente. A Puebla, in Messico, il quinto
congresso internazionale di Slow Food riunisce 600 delegati.
Nel 2008 la rete di Terra Madre organizza meeting in Etiopia, Irlanda e Olanda che culminano nella terza edizione del
meeting torinese che si svolge in concomitanza del Salone Internazionale del Gusto. Nello stesso anno nascono i
Mercati della Terra, rete mondiale di mercati contadini. Seconda festa nazionale degli Orti in Condotta. Gli incontri
regionali di Terra Madre continuano l’anno seguente in Tanzania, Argentina, Bosnia, Norvegia e Austria. Il 10
dicembre (ventennale dell’associazione internazionale) si tiene in tutto il mondo la prima edizione del Terra Madre
Day, uno dei più importanti eventi collettivi di celebrazione del cibo buono, pulito e giusto. Più di 1000 appuntamenti
in 150 Paesi hanno coinvolto oltre 2000 comunità del cibo e circa 200 000 persone.
Nel 2010, mentre Slow Food Italia va a congresso per la settima volta, in Bulgaria si riuniscono per la prima volta le
Comunità del cibo dei Balcani Terra Madre Balcani. Nel 2011 Slow Food compie 25 anni: in 300 piazze d’Italia si
festeggia lo Slow Food Day. Prende avvio Slow Food Europe la nuova campagna nata per promuovere la sostenibilità,
la protezione della biodiversità e supportare le produzioni di piccola scala. A Jokkmokk, in Svezia, per la prima volta si
riuniscono le comunità del cibo di Terra Madre Indigenous. Durante l’incontro è stato firmato l’accordo di Jokkmokk,
una dichiarazione per ribadire i diritti dei popoli indigeni.
Nel 2012 abbiamo fatto un ulteriore passo per porci come soggetto politico internazionale: il Salone Internazionale
del Gusto ha aperto le porte a Terra Madre dando vita a un unico evento, unico nel suo genere, capace di accogliere
e diffondere le istanze di migliaia di Comunità che in tutto il mondo si impegnano per dare il via a un nuovo
paradigma che pone produttori, consumatori e prodotti al centro di un sistema che sfugge le logiche del profitto.
Oggi ancora con più determinazione di ieri vogliamo metterci a fianco degli agricoltori, a partire dalle Comunità del
cibo che già operano nella rete di Terra Madre ma anche da quelle che ancora non ne fanno parte e che non
vediamo l’ora di accogliere. Per questo vogliamo lavorare per rafforzare questa rete, con i suoi progetti, con il lavoro
quotidiano dei suoi collaboratori e dei suoi volontari.
Interpretazioni del movimento slow food (1) (nilsson et al, 2011)
Slow Food ha attirato notevole attenzione, non da ultimo dall'interesse accademico per le sociologie e le geografie
del consumo.
Burstedt (2004), Frykman (2000) e Parkins (2004) discutono il rapporto tra il tempo e il cibo. Condividono una
prospettiva relativamente individualistica, ad es. Slow Food è visto come parte di una possibile strategia per
organizzare la propria vita quotidiana al fine di contrastare la solidità della società contemporanea.
In modo simile, Binkley (2008) basandosi principalmente sulle opere di Zygmunt Bauman, mette Slow Food nel
quadro dell'anticonsumo post-moderno, come uno sforzo per venire a patti con le condizioni accelerate della vita
contemporanea'. In un contesto più ampio, Slow Food viene discusso come una nuova serie di pratiche in cui il
consumo di cibo diventa una questione di cultura, identità e distinzione estetica (Hayes-Conroy & Martin, 2010;
Miele, 2006; Miele & Murdoch, 2002).
Jones, Shears, Hillier, Comfort e Lowell (2003) si interrogano invece sulla rilevanza del movimento Slow Food come
alternativa all'industria dei fast food e alle abitudini alimentari contemporanee in Europa occidentale.
In alcuni settori dell'antropologia e della letteratura d'impresa, c'è un particolare interesse per i prodotti
gastronomici autentici e per i significati e l'importanza della produzione e del marketing locali (Leith, 2003; Mattiacci
& Vignali, 2004; Nosi & Zanni, 2004). Nosi e Zanni (2004) sottolineano anche il ruolo di Slow Food come attore vitale
in molte reti di produzione e consumo locali, in cui il movimento assume quasi il ruolo di intermediario.
Pietrykowski (2004) interpreta le attività del movimento come un mezzo per creare economie sociali, basate su idee
coscienti di scelta individuale, consumo, vita sociale e patrimonio. ( Il movimento tenta di creare un'economia
sociale intorno alla conservazione del cibo sia come portatore del patrimonio culturale che come incarnazione del
piacere materiale' (Pietrykowski, 2004, p. 315). Leith (2003) amplia lo stesso tema discutendo la più ampia rilevanza
di Slow Food all'interno della cultura politica italiana - come movimento sociale con la sua identità che fa parte della
sinistra italiana. Il patrimonio, il capitale sociale e le economie locali sono ancora più all'avanguardia quando
guardiamo al movimento lento di Citta, un'altra discendente di Slow Food.

Citta’ slow (1) (nilsson et al, 2011)


Il movimento Citta è iniziato nel 1999 come organizzazione di rete indipendente, anche se stava lavorando a stretto
contatto con Slow Food e condivideva i loro principi fondamentali. Nel marzo 2009, 116 città erano diventate
certificate come città lente, 65 delle quali in Italia; la rete si è diffusa solo di recente al di fuori dell'Italia. Le città sono
membri della rete attraverso i loro governi locali. Sono invitate solo le città con meno di 50.000 abitanti, il che rende
il termine Citta - lento leggermente fuorviante, soprattutto se tradotto in città lente (citta- lento homepage, 2009). Il
movimento si occupa delle piccole città e delle loro campagne circostanti, quindi con lo sviluppo urbano e rurale.
A maggio 2020 la rete Città Slow conta 264 città in 30 Paesi; 84 sono in Italia .L'obiettivo della rete Citta -lento è
quello di aiutare le città minacciate dallo spopolamento ad aumentare la qualità della vita degli abitanti e a creare
città più accoglienti. Il suo focus principale è sul patrimonio culturale, per preservare e sviluppare l'architettura e altri
elementi tradizionali nelle città. Si sforzano anche di contrastare una maggiore omogeneizzazione, quando i servizi e
i negozi con aspetto standardizzato e assortimenti dominano il paesaggio urbano. Secondo uno dei suoi fondatori,
Citta -slow può essere interpretato come un insieme di pensieri e linee guida pratiche sviluppate all'interno del
movimento Slow Food (Petrini, 2001). Questo insieme di pensieri può funzionare come un quadro per lo sviluppo
locale. Per diventare membri, le città devono essere all'altezza di una determinata serie di criteri, per assumere
determinati impegni in settori come la pianificazione, le infrastrutture, il riciclo, la conservazione, la produzione
locale e l'ospitalità (Citta, charter slow, 2007; intervista: Pier Giorgio Olivetti; Mayer & Knox, 2006; Parkins & Craig,
2006).

Citta’ slow (2) (cittaslow.org, 2020)


Dalla Carta Costitutiva delle Città Slow
Lo sviluppo delle comunità locali si fonda, tra l’altro, sulla capacità di condividere e riconoscere una propria
specificità, di ritrovare una propria identità, visibile all’esterno e profondamente vissuta all’interno. Il fenomeno
della globalizzazione, che pure costituisce una occasione grande di scambio e di diffusione, tende però ad appiattire
le differenze e a nascondere le caratteristiche peculiari delle singole realtà, proponendo modelli mediani che non
appartengono a nessuno e generano, inevitabilmente, mediocrità. Si va diffondendo però una domanda diversa di
nuove soluzioni che vanno nella direzione della ricerca e della diffusione dell’eccellenza, senza farne
necessariamente un fenomeno di élite, e invece proponendolo come fatto culturale e in quanto tale universale. Di
qui il successo di quanti hanno cercato una specificità e l’hanno fatta conoscere al mondo.
Per questo Slow Food, che della ricerca sulla qualità della vita, a partire dal gusto, ha fatto le ragioni del proprio
successo e della propria diffusione a livello internazionale, e le Città che si sono distinte in questa attività,
costituiscono una rete internazionale delle Cittaslow che decidono insieme di condurre esperienze comuni, a partire
da un codice condiviso di comportamenti concreti e verificabili, allargando l’attenzione dalla buona tavola, alla
qualità dell’accoglienza, dei servizi, del tessuto urbano. Le Cittaslow sottoscrivono una serie di impegni il cui rispetto
sarà verificato periodicamente ed in maniera omogenea in tutte le città che aderiranno, in qualsiasi paese in tutti i
continenti.
Le Cittaslow sono quelle nelle quali:
- si attua una politica ambientale tendente a mantenere e sviluppare le caratteristiche del territorio e del tessuto
urbano, valorizzando in primo luogo le tecniche del recupero e del riuso
- si attua una politica delle infrastrutture che sia funzionale alla valorizzazione del territorio, e non alla sua
occupazione
- si promuove un uso delle tecnologie orientato a migliorare la qualità dell’ambiente e del tessuto urbano
- si incentivano la produzione e l’uso di prodotti alimentari ottenuti con tecniche naturali e compatibili con
l’ambiente, con l’esclusione dei prodotti transgenici, provvedendo, ove sia necessario, alla istituzione di presidi per la
salvaguardia e lo sviluppo delle produzioni tipiche in difficoltà
- si salvaguardano le produzioni autoctone che hanno radici nella cultura e nelle tradizioni e che contribuiscano alla
tipizzazione del territorio, mantenendone i luoghi e i modi, promuovendo occasioni e spazi privilegiati per il contatto
diretto tra consumatori e produttori di qualità
- si promuove la qualità della ospitalità come momento di reale collegamento con la comunità e con le sue
specificità, rimuovendo gli ostacoli fisici e culturali che possono pregiudicare l’utilizzazione piena e diffusa delle
risorse della città
- si promuove tra tutti i cittadini, e non solo tra gli operatori, la consapevolezza di vivere in una Cittaslow, con una
particolare attenzione al mondo dei giovani e della scuola, attraverso l’introduzione sistematica della educazione al
gusto.
Citta’ slow (4) (nilsson et al, 2011)
Se Slow Food potesse essere visto come una risposta critica al modo in cui le abitudini alimentari tradizionali sono
minacciate dall'omogeneizzazione globalizzata, allora Citta è una risposta alla globalizzazione dei nostri paesaggi
urbani. John Knox spiega, dal punto di vista dell'urbanistica, come la globalizzazione abbia cambiato radicalmente le
comunità urbane negli ultimi decenni in cui le reti transnazionali, le economie di scala, la penetrazione dei media
globali e i modelli di consumo condivisi sono state importanti forze trainanti. Egli vede Citta come un movimento
controculturale che mira a ridurre gli effetti nocivi della globalizzazione e la maggiore convergenza dei mondi della
vita urbana "associati a un senso di spugnazione e dislocazione", ma senza cadere nelle trappole del conservatorismo
retrospedito (Knox, 2005, p. 5; Leith, 2003).
La base per lo studio di nilsson et al., 2011
Un caso di studio è stato condotto in tre città dell'Italia nord-occidentale che sono certificate come Citta slow: - Bra
(nella provincia del
Piemonte) è situata in una zona rurale collinare, famosa per il suo patrimonio culinario. Bra è anche il centro del
movimento internazionale Slow Food.
- Abbiategrasso (in Lombardia) si trova vicino a Milano, in un ambiente agricolo e industriale misto.
- Levanto (in Liguria) è una località costiera, vicino al famoso quartiere delle Cinque Terre.
Queste città rappresentano una varietà di patrimonio gastronomico, ambiente naturale e profili come destinazioni
turistiche. Nessuna delle città ha il vantaggio di alcun prodotto gastronomico specifico, 'marker', che può fungere da
attrazione turistica in sé (cfr Antonioli Corigliano, 2002).
Risultati: creazione di reti e sviluppo di prodotti(1) (nilsson et al, 2011)
Il turismo rurale è stato tradizionalmente dominato da piccole e medie imprese. Il relativo isolamento di queste
imprese, causato dallo spopolamento rurale, e la mancanza di cooperazione tra le imprese è stato visto come un
grave problema nello sviluppo del turismo rurale e nello sviluppo rurale in generale. Citta è responsabile di risolvere
questi problemi utilizzando la filosofia Slow Food nella pianificazione e nello sviluppo locale, cioè per promuovere
una buona qualità della vita in modo ecologico (Miele, 2008). Sostenere i social network locali è una parte
importante di questo lavoro. Il movimento Citta offre l'accesso anche alle reti esterne.
Il movimento pubblica una serie di linee guida che possono essere utilizzate nella pianificazione locale, e i contatti
con altre città della rete forniscono know-how ed esempi di migliori pratiche. Diversi rappresentanti del loca hanno
anche detto di aver trovato la certificazione Citta - lento per essere una parte importante degli sforzi della loro città
per diventare più ospitale per i visitatori. Tuttavia, abbiamo scoperto che lo sviluppo delle reti locali è il più
interessante in relazione allo sviluppo delle destinazioni. Come verrà mostrato di seguito, nuove attrazioni ed eventi
vengono sviluppati localmente, spesso in contesti Slow Food.
Le attrazioni delle città studiate si basano principalmente sul loro patrimonio culturale: edifici storici, strade
pedonali, mercati stradali e gastronomia. Tutte le città hanno programmi per preservare e rigenerare il patrimonio
costruito; ci sono schemi per piantagioni, colori, e altri aspetti estetici del paesaggio urbano. L'"intrusione visiva" da
parte di segni commerciali e pubblicità è limitata e i livelli di rumore urbano sono ridotti il più possibile.
La gastronomia locale è enfatizzata in tutte e tre le città. Questo viene naturalmente a seguito della stretta relazione
con Slow Food. Questo è più pronunciato a Bra , la capitale non ufficiale Slow Food, dove vino locale, salsicce,
formaggi, dolci e, naturalmente, ristoranti Slow Food sono parti importanti della promozione verso i turisti. Ci sono
molti piccoli ristoranti e negozi nelle città, la maggior parte dei quali stanno facendo uno sforzo per promuovere i
prodotti culinari locali.
Tutte e tre le città organizzano eventi con temi gastronomici, un festival biennale del formaggio a Bra, il festival
gastronomico Abbiategusto e Veloslow a Abbiategrasso e la passeggiata gastronomica Mangialunga a Levanto.
Particolarmente è particolarmente interessante gli eventi in cui la gastronomia si combina con attività fisiche "lente"
perché segnalano la consapevolezza locale della sostenibilità: Veloslow è un evento ciclistico annuale ad
Abbiategrasso e Mangialunga è una passeggiata tra i villaggi sulle montagne sopra Levante dove i partecipanti
vengono offerti cibo e vino di produzione locale. A differenza della maggior parte degli altri percorsi alimentari, i
visitatori non dipendono dai trasporti motorizzati. Questi eventi sono quindi interessanti esempi di lenta mobilità
turistica, che è stata acquisita un crescente interesse recentemente di fronte al cambiamento climatico.
conclusioni: citta’ slow e turismo (nilsson et al, 2011)
Questo studio ha dimostrato che le politiche di Citta e il lavoro locale associato a Citta non riguardano
principalmente il turismo o lo sviluppo delle destinazioni. Di conseguenza, la sua influenza diretta sul marketing delle
destinazioni locali è limitata. Le città di Citta - lento seguono una logica diversa nelle loro strategie di sviluppo di
destinazione rispetto alla maggior parte delle altre regioni e città; l'impatto sul turismo è indiretto piuttosto che
diretto. La differenza rispetto alle altre destinazioni non è in primo luogo correlata a ciò che effettivamente fanno in
termini di politiche e progetti. Il punto interessante è quello che le città di Citta slow non fanno. Vanno
deliberatamente contro la crescita del volume e promuovono uno sviluppo lento invece di espandersi. Le loro misure
sono tenute insieme da un quadro ideologico coeso. Come tale, sfida la maggior parte del pensiero contemporaneo
e la pratica nel campo del marketing di destinazione. Al posto del turismo, Citta è preoccupata soprattutto per il
patrimonio locale, l'ambiente e l'economia sociale. Preservare e sviluppare con cura il tessuto urbano, proteggere le
piccole imprese e promuovere il vero stile di vita locale sono alcune delle questioni più importanti per le città di
Citta.

Mercati alimentari urbani, usi turistici e sostenibilità (1) (Crespi-Vallbona et al, 2017)
Attualmente, le città competono per attirare nuove attività, più turisti, nuovi residenti. Uno degli strumenti di questa
corsa è la cultura locale (Richards, 1996; Urry, 1990). Tra i punti salienti della gastronomia (Bourdieu, 1984; Hjalager
& Richards, 2003).
Per essere riconosciuti in tutto il mondo, i mercati alimentari devono essere autentici, genuini e locali. Il cibo svolge
un ruolo importante nelle attività quotidiane (sia per i turisti che per i residenti) ed è anche un pilastro della
creazione di identità locale e quindi della specificità culturale che è attraente per gli stranieri. L'industria alimentare
offre grandi opportunità di sviluppo turistico (Richards, 2012; Stanley & Stanley, 2015).
Inoltre, i turisti si sono evoluti dalla loro tradizione turistica contemplativa alla sperimentazione in cui sono inclusi la
creatività e lo stile di vita della comunità locale. Di conseguenza, le esperienze culinarie sono la tendenza attuale.
Tuttavia, c'è una tensione e un equilibrio da raggiungere, tra i due usi: tra essere attraenti per i visitatori provenienti
da luoghi e culture diverse del mondo, pur mantenendo l'identità e le caratteristiche locali e rispondendo alle
esigenze degli attuali residenti. Questo è descritto come standardizzazione rispetto identità locale (Edensor, 2008).
In questa linea, i mercati alimentari urbani appaiono come un tipo di risorsa turistica e strumento di rigenerazione
dei centri urbani. Sono icone per promuovere l'immagine della città.
Quando i mercati alimentari diventano icone turistiche, corrono alcuni rischi. Il rischio più evidente dei mercati
alimentari è quello di diventare mercati turistici, cioè spazi con una mancanza di autenticità che vengono visitati solo
dai turisti e ignorati dai residenti. Pertanto, la sfida di qualsiasi organizzazione di gestione della destinazione (DMO) è
quella di cercare e preservare la compatibilità dei mercati alimentari con la loro dualità di usi e utenti.
Come ha affermato Crespi-Vallbona e Domànguez-Pérez (2016, p. 404) "i mercati alimentari sono spazi eccezionali
pieni di storia e cultura di un territorio, dei gusti e delle abitudini alimentari degli abitanti di una destinazione". Sono
quindi icone significative nelle città cosmopolite contemporanee come luoghi di scambio interculturale, di
appartenenza quotidiana e di cittadinanza (Crespi-Vallbona & Dimitrovski, 2017). Sono luoghi in cui le persone
convergono per acquistare e vendere cibo, condurre affari, condividere notizie e impegnarsi in varie pratiche sociali,
culturali, economiche e ricreative. Di conseguenza, la tendenza al turismo culturale (Keller, 2005) ha colpito anche i
mercati alimentari tradizionali. L'interesse turistico nei mercati alimentari urbani è dovuto a questa tendenza
culturale e alle richieste dei visitatori, proprio come affermano Crespi-Vallbona e Dominguez-Perez (2016, p. 402).
In questo senso, la cucina di alta qualità o i prodotti alimentari locali distintivi svolgono un ruolo importante (Hage,
1997; Hashimoto & Telfer, 2006; Ilbery, Kneafsey, Bowler, & Clark, 2003). Anche i mercati alimentari lo fanno
(Crespi-Vallbona & Dominguez-Perez, 2016). Infatti, come si dice, gli alimenti locali hanno un interesse
particolarmente evidente tra i turisti perché sono considerati prodotti di punta che catturano la natura tipica e
identitaria di un luogo particolare (Bessière, 1998; Urry, 1990), dove la popolazione locale sviluppa le sue
caratteristiche culturali, che a loro volta possono essere viste e condivise dai visitatori.
Qui, i mercati alimentari svolgono un ruolo rilevante, principalmente quelli che sono classificati come mercati
alimentari sostenibili secondo la tipologia di Crespi-Vallbona e Dom'nguez-Pérez (2016). Questi mercati alimentari
sostenibili dispensano beni gourmet ed ecologici, così come generi alimentari tradizionali, sani e di qualità, si trovano
principalmente nel centro delle città, e forniscono anche tempo libero e cultura, in linea con i nuovi stili di vita dei
residenti della classe media urbana e dei turisti. La tipologia dei mercati alimentari sostenibili si riferisce solo ai
mercati al coperto; quelli che si trovano in strada, senza strutture del tetto, sono esclusi. L'edificio del mercato ha
anche un interesse artistico e storico.
I mercati alimentari diventano quindi motori dello sviluppo urbano sostenibile (Costa et al., 2015, p. 19) e appaiono
come un nuovo tipo di risorsa e strumento per la rigenerazione dei centri urbani (Dimitrovski & Crespi-Vallbona,
2017). Inoltre, l'ascesa del turismo gastronomico e delle missioni dei viaggiatori per trovare esperienze memorabili
(Hashimoto & Telfer, 2006; Okumus, Kock, Scantlebury, & Okumus, 2013), portano ai cosiddetti "amanti del mercato
alimentare". Si tratta di una nuova sottocategoria di viaggiatori alimentari: i turisti che trascorrono con entusiasmo
una parte del loro tempo di vacanza visitando questi stabilimenti urbani e alla ricerca di esperienze di mercato
alimentare urbano (Crespi-Vallbona & Dimitrovski, 2016, p. 853).
Anche se i mercati alimentari possono fungere da ambienti turistici e offrire l'esperienza idiosincratica locale, ci sono
alcuni segnali premonitori legati alla loro conversione in spazi impersonali o "senza luoghi" senza differenziazione tra
di loro: diventando un altro disneyfied (zukin, 1998) o museoificato (Claval, 1992) parte della città, e quindi, parte
dell'omogeneizzazione di tutti gli spazi urbani, che comporta coerenza visiva a tema, dissoluzione di particolari
contesti urbani, e una panoramica generalizzata. Si tratta di un rischio evidenziato delle conseguenze della
globalizzazione.
La sfida attuale è quella di fornire luoghi turistici pieni di cultura e gastronomia locale, senza andare oltre i limiti
della sostenibilità, rendendo questi luoghi un prodotto ad hoc per il turista, senza perdere la loro identità
vernacolare. Questo difficile equilibrio tra i due componenti si concentra sul modo in cui i luoghi vengono percepiti,
utilizzati e gestiti (Baerenholdt, Haldrup, Larsen, & Urry, 2004).

The case study of the Boqueria food market in Barcelona (Spain) (Crespi-Vallbona et al, 2017)
Il mercato alimentare Boqueria di Barcellona si trova sui Rambles, uno dei viali più turistici della città. È designato
come un'attrazione turistica da non perdere in diversi siti web, guide, brochure turistiche, blog personali, ecc. ed è
classificato come un mercato alimentare sostenibile a causa della sua dualità di usi e utenti.
Il pubblico che frequenta questa attrezzatura è la popolazione di Barcellona e turisti. In ogni caso, il calcolo del
numero esatto di visitatori è complesso e non può essere stabilito con precisione. Il Boqueria è un mercato coperto,
ma completamente aperto, quindi non è possibile sapere quale numero di utenti accede regolarmente a questa sala
senza distinguere tra residenti e turisti. Tuttavia, i gestori di mercato stimano che il venerdì e il sabato 2000 persone
visitano il mercato al giorno. Questo importo sale a 5000 il lunedì da aprile a ottobre con i passeggeri delle navi da
crociera. L'afflusso di visitatori è così grande che a volte è difficile per i residenti di fare i loro acquisti, per i venditori
di vendere e per i turisti di visitare il mercato.
Su un totale di 257 bancarelle della Boqueria, l'85% serve beni tradizionali: carne, pesce, frutti di mare, frutta e
verdura, ecc. Il restante 15% offre prodotti focalizzati sul turismo, come i pasti pronti; succhi di frutta; vassoi di pezzi
di frutta già tagliati; cioccolatini, ecc. Queste bancarelle si concentrano sulle merci turistiche si trovano nelle prime
tre navate vicino alle Ramblas (l'ingresso principale); le offerte sono scritte in inglese e catalano o spagnolo, dal
momento che la struttura è stata rinnovata e modernizzata, e i dipendenti sono di solito giovani con competenze
linguistiche straniere. Sono quindi più visibili. Di conseguenza, è stato introdotto un limite di cambiamento
accettabile (LAC) (15%) identificare una soglia ottimale di tolleranza turistica e contenimento dell'impatto
(Middleton & Hawkins, 1998) e rallentare la turisticarizzazione o la disneyficazione del mercato alimentare (umkin,
1995, 1998).
Per quanto riguarda le attività culturali e ricreative che servono come rivendicazione e stimolano anche la
partecipazione dei cittadini, la Boqueria ha, al primo piano dell'edificio, uno spazio per attività culturali, corsi di
cucina gourmet e laboratori sia per residenti che per visitatori. Uno dei punti salienti del mercato è il suo interesse
artistico e storico che dà caratteristiche di identità alla popolazione locale e funge da attrazione per i turisti. Anche se
l'edificio stesso non è stato dichiarato un sito culturale di interesse nazionale, l'ingresso principale e alcune delle sue
bancarelle sono in stile modernista, e il corpo architettonico che ripara il mercato secondo parametri neoclassici, ha
un interesse artistico e storico sia per i turisti che per i residenti.
Il successo della Boqueria risiede nella sua posizione nel centro turistico della città e nel suo adattamento ai nuovi
utenti. La sua classificazione come mercato sostenibile è dovuta alla sua compatibilità di usi che devono essere
garantiti in futuro. Il mercato della Boqueria rimane ancora un mercato sostenibile. Tuttavia, offre due mondi diversi.
Stabilimenti situati nei primi tre corridoi vicino alle Ramblas (l'ingresso principale) vivono il turismo. I navate
posteriori e laterali seguono il modello di un mercato locale tradizionale. La pressione turistica sul mercato globale
rappresenta il 15%, la soglia massima, come proposto dal LAC (dopo Middleton & Hawkins, 1998). Ma la percezione
di questo da parte degli utenti residenti è maggiore, alimentando animosità e malcontento nei confronti dei turisti a
causa della congestione nei navate, del superamento della capacità di trasporto e dell'aumento dei prezzi delle
merci. In relazione all'aumento dei prezzi delle merci, va notato che questi aumenti si verificano principalmente solo
in quei 15% degli stabilimenti focalizzati sui turisti.
Ma senza dubbio la Boqueria resiste al deterioramento a causa dell'afflusso di turisti. E nonostante di loro (o a causa
di loro), gli stabilimenti tradizionali esistono, adattandosi alle mutevoli esigenze di questi consumatori, con spiedini
di pesce fritto, coni di carta con fette di prosciutto serrano o iberico, succhi di frutta naturali, ecc. Questa nuova,
buona preparazione e presentazione garantisce ai venditori una generosa percentuale del loro fatturato totale.
Inoltre, le abitudini di acquisto della società urbana moderna sono cambiate: il pasto di mezzogiorno non è più fatto
a casa; l'acquisto di generi alimentari nei giorni feriali è limitato a un raggio di 400 metri a piedi, e quindi le persone
di solito fanno acquisti nei supermercati e di solito preferiscono il cibo pronto per non dover cucinare.

In conclusione, è necessaria un'ordinanza specifica per la Boqueria per mantenere la sostenibilità e la compatibilità
degli usi e degli utenti. È anche necessario per sopravvivere nel gruppo dei mercati sostenibili. Uno dei suoi indicatori
negativi è il limite di cambiamento accettabile, e l'altro è il flusso massimo di persone, che viene superato in
determinati momenti della giornata e in stagioni specifiche. Per correggere il primo indicatore negativo, è necessaria
una specifica ordinanza che regoli l'adattamento di Boqueria alla nuova realtà degli utenti al fine di mantenere la
compatibilità esistente degli usi. L'altro indicatore gravemente negativo ha a che fare con la capacità massima di
carico che il mercato può ospitare. Secondo le stime, nei giorni poveri, circa 1000 persone visitano la sala del cibo; e
5000 turisti durante le giornate più generose. Poi, la folla, la congestione e la saturazione si manifestano.

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