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Il Teeteto, il Parmenide e il Sofista sono dei dialoghi che affrontano i grandi problemi che la teoria delle idee

pone rispetto alle più importanti tradizioni filosofiche.

Il Teeteto

Nel Teeteto Platone mette in discussione la teoria secondo cui la verità sia quella che ognuno percepisce
secondo le proprie sensazioni. Questa teoria si pone in antitesi con la Teoria delle idee, che afferma che la
verità è immutabile e universale e del tutto indipendente dall’esperienza sensibile, dalla percezione. In
questo dialogo quindi Platone deve stabilire se sia possibile costruire una scienza basata sulle sensazioni. Gli
interrogativi sono tre:

1. se la scienza sia sensazione,


2. se la scienza sia opinione vera
3. se la scienza sia opinione vera accompagnata da spiegazione.

Nel primo problema Platone afferma che la sensazione non può essere una scienza poiché se gli uomini
percepiscono la qualità delle cose attraverso gli organi di senso, non è attraverso gli organi di senso che essi
giudicano le sensazioni. La capacità di pensare ciò che la sensazione offre è dovuta all’anima. È l’anima
quindi che ha delle opinioni sugli oggetti che coglie attraverso gli organi di senso.

Nel secondo problema Platone afferma che la scienza non può coincidere con un’opinione vera. Poiché
ognuno ritiene vere le proprie opinioni, serve un fondamento esterno per giudicare la verità e la falsità delle
opinioni di ognuno. Egli afferma anche che è possibile raggiungere un’opinione vera anche solo
casualmente, senza argomentazioni o tesi a sostegno. Egli sostiene che alcuni grandi retori sono capaci di
convincere il pubblico di ciò che vogliono, anche di falsità.

Nel terzo problema Platone afferma che non è possibile che la scienza sia opinione vera accompagnata da
spiegazione. Siccome il concetto di “spiegare” coincide con il concetto di scienza in quanto spiegare significa
“definire” e coincide con scienza poiché “avere scienza” di qualcosa significa essere in grado di darne la
definizione, per cui implicitamente il concetto di spiegazione coincide con quello di scienza e quindi non si
può adoperare per definire la scienza stessa. In pratica è come se dicessimo “la scienza è opinione vera
accompagnata da scienza”.

Una volta quindi verificato che la scienza non può essere identificata con le sensazioni, Platone conclude
che per raggiungere una conoscenza solida è necessario affidarsi all’attività dell’anima, che è l’unica in grado
di mettere in relazione le cose secondo giudizi veri grazie alla scienza suprema delle idee: la dialettica.

Il Parmenide

Nel Parmenide Platone si pone il seguente problema: se ogni cosa è quella che è in quanto è, allora è
possibile affermare che ogni cosa è simile a tutte le cose che sono in quanto sono. Quindi, se le cose che
sono sono molte, esse devono essere tutte simili e anche tutte dissimili, e ciò è impossibile. La
contraddizione si risolve attraverso la distinzione di essere ed esistenza e l’idea di partecipazione: se è una
l’idea di qualcosa (per esempio “uomo”) molte cose partecipano di quell’unica idea (ciò per cui l’uomo è
tale) L’unità, quindi, non può escludere la molteplicità: senza l’una non può darsi l’altra. Spetta alla dialettica
arrivare alla conoscenza vera delle relazioni tra le idee.

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