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4. Spiega perché, secondo Lukécs, nella coscienza di classe del proletariato vengono a coincidere conoscenza di sé e conoscenza della total 2. Qual @, secondo Lukacs, |a fonte principale del fenomeno della reificazione? 3, Che cosa intende Lukacs per «rispecchiamenton estetico? 4: In che cosa consiste la dimensione utopica del pensiero di Bloch? 5. Qual é la principale critica rivolta da Korsch al cosiddetto marxismo “volgare"? ©. Qualeé ificato dei concetti gramsciani di organicita e di egemonia? 7, Perché, secondo Gramsci, la stessa filosofia della prassi, ossia la filosofia del materialismo storico, ¢ destinata a estinguersi? © La Scuola di Francoforte a teotla critica membre Uaffermazione LISTITUTO PER LA RICERCA SOCIALE: IL SIGNIFICATO DI UN‘IMPRESA Nel 1923 un gruppo di intellettuali di orientamento marxista fond® a Francoforte sul Meno, sulla ba- se di una donazione dell industriale Hermann Weil, 'Istituto per la ricerca sociale. Esso fu diretto inizialmence dall’economista Kurt Gerlach, a cui successe nel 1924 il professo- te di scienze politiche Karl Griinberg, fondatore dell’Archivio pet la storia del socialismo € del movimento operaio. Un impulso nuovo fu impresso allIstituto da Max Horkhei- mer (1895-1973), quando nel 1931 ne divenne a sua volta direttore, Nella «Rivista per Ja ricerca sociale», da lui fondata, venne elaborata quella che fa definita “teoria critica della societa” e apparvero i contributi di un gruppo composito di studiosi interessati ad approfondire da un punto di vista interdisciplinare i fenomeni pitt complessi della socie- t8 contemporanea. Essi intendevano soprattutto mettere in evidenza le forti contraddi- zioni del sistema socio-economico vigente ed esplorare il peso delle ideologie sulla cultu- ta di massa, Nelle intenzioni di Horkheimer, il progetto di una teoria materialistica della societd, risultante dai contributi di sociologi, storici, economist e psicologi, doveva perd trovare il proprio punto focale in una riflessione di segno squisitamente filosofico. Fra i membri del gruppo figurarono gli economisti Friedrich Pollock e Henryk Gros- sian, il sociologo Karl A. Witefogel, lo storico Franz Borkenau, i filosofi Theodor W. Adorno (1903-69) e Herbert Marcuse (1898-1979). Alle attivita delllstituto presero parte anche ricercatori quali Leo Léwenthal, Franz Neumann ed Erich Fromm, che ne- gli anni trenta pubblicarono alcuni studi di assoluto rilievo sulla societi e la cultura con- temporance. Dev'essere ricordato in modo particolare, anche per influenza esercitata sul pensiero dello stesso Adorno, il ruolo che Walter Benjamin svolse in qualita di collabora- tore della «Rivistay e il rapporto, assai fecondo ma non privo di incomprensioni, che egli intrattenne con i suoi redattori > M3, U2, 2, 3, 4 DALL'EMIGRAZIONE ALLA RIFONDAZIONE POSTBELLICA Dopo I’avvento del nai smo, parte del gruppo emigrd a Ginevra e poi a Parigi,stabilendosi infine negli Stati Uni- ti, dove Horkheimer e Adorno poterono analizzare da vicino i fenomeni caratteristici di una societi democratica di massa a elevato sviluppo tecnologico ¢ capitalistico. Nel 1950 essi ritornarono in Germania ¢ ristabilirono I'Istituto nella sua sede di Francoforte. A ti- gore, solo a partite da questo momento & corretta la definizione di “Scuola”, che si suole impropriamente attribuire alf'intera storia dell'Istituto. Nel mucato clima culturale del secondo dopoguerra, anche grazie alle posizioni di pre- MODELL 3 «Filosofia, inguaggio, societa ig La seconda efa terza generazione Laggiomamento della teoria rmarxista Gli apport della sociologia e della psicologia Kant e Hegel Gli obiettvi stigio acquisite in campo accademico, la teoria francofortese ottenne ampi ticonoscimen- tie fu al centro dei pitt importanti dibartiti intellettuali che accompagnarono la rapida trasformazione delle societa europee fra gli anni cinquanta e gli anni sessanta. Di una “seconda” Scuola di Francoforte si pud parlare in relazione alla riclaborazione del- la teoria critica» compiuca in seguito da Jirgen Habermas [> M3, US, 7], mentre una “ter- za gencrazione ha oggi il suo esponente di maggiore spicco nel filosofo Axel Honneth, allievo di Habermas, che ricopre dal 2001 la carica di direttore dell Istituto. LA SITUAZIONE STORICA E LE PRINCIPALI INFLUENZE TEORICHE Lo sviluppo critico del pensiero marxista compiuto dagli esponenti della Scuola di Francoforce riflerte espe- rienza dei grandi rivolgimenti della storia verificatisi nei primi decenni del Novecento. Fra questi, vanno annoverati in primo luogo il fallimento della riveluzione socialista prono- sticata da Marx nei Paesi industrializzati dellEuropa occidentale (Inghileerra, Germania, Francia), Pinvoluzione toralitaria del socialismo nell’ Unione Sovietica di Stalin, P'emerge- re dei totalitarismi di impronta fascista in Germania e in Italia, la crescente presa del ca- pitalismo sul sistema economico mondiale, Linsieme di queste «rasformazioni richiedeva una rilettura delle categorie centrali dell’analisi marxiana della scoria e della societa.. Si trattava ora di aggiornare le istanze critico-rivoluzionarie del marxismo, e soprattut- to la sua capacitA di incerprecare la storia reale, alla luce delle esigenze imposte dall'actuale configurazione dei rapporti economico-sociali a livello internazionale. A questo scopo i teorici della Scuola si avvalsero soprattutto di strumenti interpretativi di canattere sociologicoe psicologico. Fondamentali risultarono 'apporto dell'interpretazio- ‘ne del mondo moderno tracciata in sede storico-sociologica da Max Weber ¢ la portata cesplicativa della psicoanalis freudiana, che evidenaiava la funaione dei meccanismi psico- logici nel determinare i comportamenti collettivi e lazione repressiva delle costrizioni so- ciali sulla sfera istintuale dell uomo {> P3, US. 5l. La strutcura filosofica dell’analis francofortese, soprateutto negli scritti di Max Horkhei- mer e di Theodor W. Adorno, era perd costituica da una riflessione che prendeva le mos- se dalle piit importanti figure della filosofia classica tedesca: Kant ¢ Hegel. Del primo, veniva sottolineata idea che Pimpresa filosofica dovesse esercitarsi come attivitd eminen- temente “critica”, sottoponendo ogni oggetto al vaglio della ragione esaminatrice; del se- condo veniva invece messa in primo piano linterpretazione dialettca della real, che per- metteva di comprendere i fenomeni particolari nel quadro di una visione complessiva della totalta sociale. Da questo punto di visea era particolarmente importante ristabilire la centralita teorica del meso fra Hegel e Mars:c, nell’ analisi del metodo dialettico, valoriz~ zare il pit possibile Vinsistenza hegeliana sul momento della «negazione determinata» ¢ sulla contraddizione, pitt che sul momento della sintesie della conciliazione. Ritornese- ‘mo sit questo punto quando introdurremo la nozione adorniana di «dialettica negativan.. ‘Accanto a queste molteplici influenze, vanno tenute presenti anche le istanze critiche che caratterizzarono le posizioni della Scuola fin dal suo apparire e ne accompagnarono in se- guito V’intero sviluppo. Fra i maggiori bersagli polemici della teoria critica bisogna men- vionare: + Papproccio positivistico ai dati delle scienze soctali, ein particolate V'idea che i “fatti” del- la realta storico-sociale rappresentino uno strato oggettivamente neutro di esperienza, disponibile alla conoscenza indipendentemente dall'impicgo di strutture interpretati- ve e di nozioni teoriche di carattere dialerticos Marcismo e teoria critica © uNITA 1 uorzipesL, Tradizioni Littuminismo come progetto i dominio Mito, sclenza e tecnica Le forme del totalitarismo * ill marxismo degmatico, che nella versione “socialdemocratica” si mostrava determini sticamente persuaso della necessita dellevoluzione storica dalla societa borghese al socialismo, mentre in quella “coralitaria?, di matrice staliniana, si era ormai ridotto a ‘mero strumento di gestione burocratica del porere, HORKHEIMER E ADORNO: LA DIALETTICA DELLA RAGIONE Sul piano sociologico i frutti pit significativi del lavoro colleitivo intrapreso nell Istituto furono, nella sua prima fase, gli Studi sullautorisa e la famiglia (1936) e quelli su La personalita ausoritaria (1944- 50). Da un punto di vista filosofico, invece, il testo teorico pit: maruro fa la Dialetica delilluminismo, iniziata da Horkheimer ¢ Adorno nel 1942, durante il soggiorno statu- nitense, e pubblicata nel 1947. Occorre precisare che il termine «illuminismoy non al- lade in questo caso al movimento storico-culturale che nel Setcecento diffuse in Europa idea di un primato della ragione umana, promuovendo la necessiti di una riforma della societd e delle sue istituzioni. Per «illuminismo» i due autori intendono invece il pits va~ sto progetto, giunto a compimento nella modernita, ma coincidente con 'intero svilup- po del mondo occidentale, di realizzare una societa fondata sulla ragione scientifica ¢ capace pertanto di padroneggiare la natura ¢ di organizzare razionalente le relazioni fia gli uomini. Tale progetto nasconde una grave difficolta che conduce la dinamica storica dell’ illuminismo all autodistruzione, Sctivono i duc autori: «L’aumento della produttivits economica, che genera, da un lato, le condizioni di un mondo pit giusto, procura, d’al- ta parte, al'apparato tecnico e ai gruppi sociali che ne dispongono, una immensa supe- rioritA sul resto della popolazione. Il singolo, di fronte alle potenze economiche, # ridotto a zer0. Queste, nello stesso tempo, portano a un livello finora mai raggiunto il dominio della sociera sulla naturay. Il meccanismo produttivo messo in atto dalla societ’ indu- sttiale ¢ rafforzato ¢ legittimato dalla scienza, che in quanto tale si configura come la re- sponsabile maggiore di una situazione in cui la liberta formale é garantita a condizione perd che ognuno sia «racchiuso fin dall’inizio in un sistema di istituzioni e relazioni, che formano uno strumento ipersensibile di controllo sociale». LA CONTINUITA TRA CIVILTA E BARBARIE La ragione illuministica ha inteso rappre- sentare se stessa come strumento di emancipazione e di lotta contro i mito. Horkhei- mer e Adorno oppongono a questa ricostruzione Videa che Vantitesi fra mito e illumini- smo nasconda in realt& una profonda compliciti fra i due termini. Il mito stesso — come rivela la famosa lettura della figura di Odisseo che occupa uno dei due Excursus dell’opera — 2 gid nella sua essenza un tentativo di eliminate, ateraverso la narrazione e la spiegazio- ng, il cerrore che Puomo primitivo provava di fronte alla natura. Vero e proprio oggetto di rimozione da parte del pensiero razionale non @ dunque il mito, ma la natura, vissuta come luogo di potenze ostili che devono essere contvollate ¢ neusralizxate, tanto allester- no quanto all’interno del soggetto. Questa istanza di controllo e di neueralizeazione ha la sua manifestazione piti compiuta nel dispicgamento moderno della tecnica e, prima an- cora, nella matematizzazione della natura operata dalla scienza. A partire da queste considerazioni — che lasciano trasparire una non troppo lontana ascendenza nietzscheana della diagnosi francofortese sulla civilta occidentale — possia- mo quindi comprendere il significato della «dialettica» evocata nel titolo del libro: ragione illuministica & inconsapevolmente coinvolta in una contraddizione, in quanto il suo carattere emancipativo si rovescia in una logica di dominio sulla natura che ge- nera cutte le dinamiche tipiche della civiled occidentale. Tra queste bisogna considera- re anche il totalitarismo, nelle sue diverse espressioni: quella apertamente violenta del fascismo e del comunismo, che assume un carattere tragico nella pianificazione razio- MODELL 3 Filosofia, linguagaio, societd Gli orrort md iedatrca delfilluminismo La mancanza di un soggetto 2 prospettiva uutopica La ragione critica nale dello sterminio di milioni di uomini, ¢ quella certo pitt rassicurante, ma non me- no pervasiva, della societA capitalistica di massa, che nelle forme dell'«industria cultu- ale» neutralizza ogni critica in uno svago generalizzato ¢ funzionale al mantenimento dello stato delle cose. In queste forme si pud dire che Tilluminismo riveli il proprio lato oscuro, mostrando fa breve distanza che intercorte fra civiltA ¢ barbarie. A dispetto, quindi, di ogni ten- tativo di spiegare la crisi della societ& contemporanea facendo riferimento a una sorta di «sonno della ragione», la considerazione dialettica di Horkheimer e Adorno mostra che gli orrori del XX secolo non rappresentano un tradimento delle istanze illuministi- che, ma ne rappresentano al contzatio la logica realizzazione, e cid non per un inciden- te di percorso intervenuto a un dato momento dello sviluppo storico, ma per l'intima ambivalenza che compromette fix. dall'inizio lidea di una pianificazione razionale del- Ja realed > 72). rita] dominio della |~attraverso natura fascismo e ‘comunismo reale” CRITICA E UTOPIA A differenza del marxismo classico, la diagnosi dei nostri autori non poteva far leva su alcun soggetto storico al quale affidare la prassi emancipativa. Poiché Ja contraddizione che inficia il progetto delf'lluminismo & qualcosa di connaturato alla ragione illuministica stessa, non vi é una contraddizione storicamente determinata — per esempio il conflitto tra capitale e lavoro — sulla quale possa intervenire l'azione storica di tuna classe o di un soggetto rivoluzionario, Nella Dialettca dell'lluminismo ill dominio to- talitatio sugli uomini c sulle cose da parte degli apparati anonimi di potere & un orizzonte insuperabile, non vi sono spazi dilbert o di ribellione. La vita, nelle attuali condizioni, appare sfigurata, offesa, priva di prospettive. Di fronte a una tale situazione, che sembra senza via di uscia, le risposte date dai singo- Ii studios della Scuola sono state diverse, pur nella sostanziale convergenza sulla gene- si dell’odierno dominio burocratizo-tecnologico. In generale si pud affermare che l'uni- ca prospettiva effettivamente delineata da Horkhcimer ¢ Adorno sia quella utopica, di un'utopia e di una speranza che non sono tanto nutrite di connotazioni spititualistiche, ‘ma restano strettamente collegate a una letcura materialisica della realta. II mesianismo lasente in molte analisi francofortesi trova la propria ragione di fondo nella diagnos sin- tetizzata nelP ultimo degli aforismi che Adorno, pochi anni dopo la Dialetrica dell ilumi- nismo, raccoglie nel libro Minima Moralia (1951): «La sola filosofia che pottebbe ancora essere giustificata di fronte alla disperazione @ il tentativo di considerare tutte le cose co- me si presenterebbero dal punto di vista della redenzione». In fondo, al di la delle critiche che sono state rivolte alla Dialetrica dell’illuminismo — di volta in volta tacciata di sterile radicalismo teorico, di romanticismo antiscientifico o di antimodernismo elitario —, bisogna riconoscere che in nessun caso la critica della ragio- ne in essa condotta presta il fianco all’accusa di irrazionalismo oscurantista. Il materiali- Marxismo e teoria critica © UNITA 1 JUOIZIpedL izioni Trad come strumento di dominio La classe operaia ela famiglia I compito del filosofo La speramza din superamento I carattere critico della ragione smo resta per i duc autori una prospettiva praticabile proprio in quanto accoglie in s¢ la iigliore erediti dell lluminiomo stesso, di una ragione, cio?, divenuta consapevole dell’ a- spetto distruttivo del progresso cin grado di resistere alle spinte all'omologazione che provengono dal sistema. HORKHEIMER: LA RAGIONE STRUMENTALE Max Horkheimer, nell’opera del 1947, Eclisse della ragione, porta alle estreme conseguenze V'analisi avviata nella Dialetsica dell Juminismo: «La malattia della ragione ~ afferma— sta nel fatto che essa &nata dal bisogno tumano di dominare la natura». Non esiste piit una «ragione oggettiva», capace di darci unfimmagine razionale del mondo naturale € umano; l'uomo utiliza la ragione solo co- me uno strumento di dominio sociale, al punto che ela deificazione dell ativith industria- Je non conosce limiti», La ragione strumentale non si interroga sulla razionaliea dei fini che vengono perseguiti, ma solo sull’¢ficacia dei mezai. E non esistono forme di cultura —come un tempo larte, fa letterarura — capaci di ridare senso alla vita. Lanalisi dela societ’ contemporanea condotta da Horkheimer approda cosi a due risul- tati fondamentali: 1. la negazione che la classe operaia sia V’effettiva antagonista di questo sistema sociale; essa & stata integrata nel sistema soprattutto attraverso gli strumenti del consenso; & stata cio? indotta a produrre una vera e propria «interiorizzazione della costrizione; per tale motivo non é da tale classe che pud avvenire un processo di liberazione sociale; 2. la centralith riconosciuta alla famiglia come riproduzione di quei caratteri umani che sono richiesti dalla vita sociale; da qui prendono le mosse la sua critica e la sua pro- posta di dissoluzione della strutsura gerarchico-autoritaria della famiglia in vista di una «uova comunity quale obiettivo prioricario per scardinare V'attuale struttura autor: taria della societd, che ~ appunto ~ sulla famiglia si fonda. DALLA DIAGNOS! SULLA SOCIETA ALLA TEOLOGIA Secondo il filosofo tedesco, il do- minio burocratico degli apparati statali sugli womini caratterizza tutti i tipi di societa odierni realizzati dal? uomo: da quello capitalistico-tecnologico americano, a quello nazi- sta, al capitalismo di Stato sovietico, tutti unificabili sotto il segno di una comune macti- ce totalitaria. Al filosofo non rimane che un compito: denunciare i risultati cui 2 giunta la ragione strumentale, «Quel che si pud fare ~ dichiara ~ é segnalare i mali che devono essere vinti.» Attraverso queste riflessioni, Horkheimer giunge a sottolineare l'importanza della teolo- gia — da lui interpretata nei termini di nostalgia di Dio ~ come quella forma culturale ca- pace di dare un senso ai valori che tengono uniti gli uomini, primo fra tutti Pamore. «Sen- za una base teologica, Paffermazione che Pamore é migliore dell odio resta assolutamente immotivata ¢ priva di senso.» In conclusione, la teologia ci fornisce la speranza che I'o- dietna condizione di ingiustizia possa essere superata. ADORNO: LA DIALETTICA NEGATIVA Nel testo teoreticamente pit impegnativo del suo ultimo periodo, la Dialettica negativa (1966), Theodor W. Adormo continua a interrogar- si sulla possibiliti di sottrarre la ragione al dominio generalizzato dei rapporti strumenta- Ii in cui la costringe la sua stessa logica. Il libro &, prima di tutto, un‘affermazione del va- lore della dialettica, della sua capacit’ di analisi della societi, ma al tempo stesso esprime anche il rifiuto del suo momento positive, vale a dire della conciliazione speculativa delle contraddizioni assicurata dalla sintesi hegeliana, e la rivendicazione del carattere perma- nentemente critico della ragione. MODELL © Filosofia, linguaggio, societa La frattura ra particolare Limpossibilita aii una sins! speculativa La creatione jel consenso La funzione erties detiarte La valenza sociale della forma Adorno respinge l’idea che esista un metodo, una razionalita per tutti i saperi; si tratta piuttosto di condurre analisi circoscritte con strumenti metodologici ed curistici appro- priati, nella consapevolezza che non & possibile afferrare nel pensiero la totalith del reale, Egli insiste sugli aspetti contraddittori, non “pacificati” della realta, quelli che sono capaci di mantenere aperta la possibilita di una critica delPesistente. La nozione di tora- lies, che era apparsa a Hegel come garanzia della scientificit’ del pensiero, in quanto so- lo nel quadro di una ricostruzione complessiva della razionalit’ del realei momenti finiti potevano attingere al loro grado relativo di “veriti’, si mostra agli occhi di Adorno come Ja falsa roralita della societa capitalistica, di fronte alla quale il pensiezo critico deve valo- rizzare la concretezza dei propri oggetti c la resistenza che essi oppongono all ideologia dominante, La «dialettica negativay fa quindi leva sulla contraddizione, come espressio ne di una tensione irrisolta, di un’ineliminabile frattura ta il particolare e Puniversa- Ie che vorrebbe assimilarlo. Nelle pagine finali dell’opera, limpossibilicA di un'affermazione di positiviea dell esisten- za viene verificata al cospetto dell'evento piit tragico della storia contemporanea, lo ster- minio di milioné di ebrei nei lager nazisti. Il destino delle vittime non pud essere in al- cun modo “compreso” nel quadro di una concezione complessiva sul senso della storia. Leevento stesso manda a pezzi qualsiasi possibilits di una sintesi speculativa che conceda all'esperienza storica il suo spazio di veric’. LINDUSTRIA CULTURALE Se all'idealismo hegeliano pud essere rimproverata l'afferma- zione dogmatica della razionalita del reale, nei confronti della sociologia di impronta po- sitivistica si deve osservare che i fatti sociali non vanno considerati come “fatti naturali”, perché in questo modo ci si preclude la possibilita di comprendere il ruolo essenziale svol- to dal potere nel sostenere e legittimare il suo dominio, owerosia che i fatti sociali sono sempre determinati dai reali rapporti di forza e di dominio entro specifiche societa. Ador- no ha dato contributi rilevanti alla teoria critica della societa nell individuare nei mass me- dia gli steumenci essenziali mediante i quali si produce il consenso sociale. Egli ritiene che «industria culturale» usi gli strumenti della comunicazione di massa ~ la radio, il cine- ma, la musica di consumo, la pubbliciti ecc. — per creare un'immagine rassicurante della societ’ e del potere. A tale scopo essa deve intaccare le capacita critiche dell'individuo, abi- tuarlo ad accettare passivamente i messaggi che vengono elaborati, fornendogli untimma- gine della realta priva di contrasti, cio’ di alternative concrete. Il filosofo @ stato fia i pri- mia denunciare il ruolo negativo che il monopolio dei mass media e Vso della pubbli possono provocare nel processo di estraniazione dell individuo dalla real, nel creare arti- ficialmente un comportamento sostanzialmente passivo nei confronti dell ordine esistente. LA TEORIA ESTETICA DI ADORNO: ARTE E VERITA In ugni vasv, lungo Vinero arco del suo pensiero, Adorno non ha cessato di interrogarsi su quelle forme di esperienza che permettono di tenere in vita la possibilina di una critica e sembrano prefigurare modelli al- ternativi a quelli imposti dalla societh totalmente amministrata. Per un ‘ilosofo che aveva mantenuto nel tempo ¢ via via approfondito i propri originari interessi nel campo dell’a- nalisi letteraria e musicologica, questa ricerca doveva infine sfociare in una decisiva rifles- sione sul significato dell’esperienza estetica e sul valore di veritd dell’arte. Un tale ten- tativo fu intrapreso con la Teoria estetica, ultima opera di Adorno, rimasta incompiuta ¢ pubblicara nel 1970, un anno dopo la morte dell’autore, Occorre stabilire in primo luogo che peril nostro filosofo Parte & nella sua essenza tin fat- to sociale, in quanto in essa, 0 pet meglio dire nelle sue caratteristiche formali, si deposi- Marxismo e teoria critica © UNITA 1 Tradizioni ta un contenuto di verita che pone in gioco i rapporti dell’opera con il mondo cui appar- tiene e con le forze in esso operanti. Abbiamo parlato di “caratteristiche formali” perché la dimensione sociale dell'arte, ossia la sua verit, non va intesa come un contenuto pre- costituito che potrebbe essere trasmesso anche indipendentemente dai mezzi espressivi a sua disposizione. Al contrario, Adorno ritiene che si possa parlare di verita dell'arte solo a patto che questa veritA sia intesa come “immanente” alla forma estetica, sia cio® tutt'u- no con il suo apparire come forma. La tension ARTE D’AVANGUARDIA E NEGATIVITA DELL’ARTE Tutta Pestetica di Adorno si svolge critica delfarte jn un serrato confronto interpretativo con esperienze artistiche scaturite da una tradizio- fags ne peculiarmente “moderna”, che trova la propria espressione pit radicale nell’arte d’a- vanguardia del primo Novecento. Nei testi letterari di Beckett, Valéry, Kafka, Joyce, nei dipinti di Picasso e nelle composizioni musicali di Schénberg sopravvive quella tenstone critica che per il nostro filosofo é un segno distintivo della qualita estetica. Larte, infatti, pud in generale dare luogo a esperienze di verita solo se si rifiua di aderire ai modelli del passato e accetta in tutto e per tutto di farsi interprete delle lacerazioni del proprio tem- po. Per Parte moderna questo impegno comporta la volonta di negare la forma estetica tradizionale, fino ad accogliere nel proprio seno elementi di dissonanza, di non concilia- zione, di disoluzione della forma estetica, come avviene per esempio nelle nuove forme let- terarie, nella pittura astratta o nella musica atonale. Questa cizcostanza genera nelle ope- re dell’arte moderna una vera e propria contraddizione: da un lato esse non possono fare meno di ricorrere ai mezzi tipici dell’espressione artistica, affermandosi appunto come oggetti formalmente compiuti, dallaltro, perd, per restare fedeli al loro compito devo- no quasi rivoltarsi contro se stesse e rifiurars alle soluzioni facili ea quella seduzione che vvorrcbbe fare di esse loggetto di un piacere superficiale e rassicurante. Contro una cul- ura di massa sempre pitt manipolata, Parte pud parlare solo tacendo, deve rinunciare a ogni fruibilita immediata e conservare cos! il suo peculiare valore di verita. Se essa pud avere ancora una funzione in una societi completamente organizzata sulla base di schemi di omologazione suggeriti dal potere, una tale funzione consiste nella sua capacita di pro- porsi come un dettaglio che non si lascia assimilare alla logica del tutto, come un fram- mento che resiste all'inserimento nel quadro d’insieme, come un particolare che non ac- cetta di risolversi nelPuniversale. Solo in questo modo l'arte autentica pud garantirsi la possibilita di osservare il mondo da una prospettiva non gia compromessa con la logica dominante e lasciare quindi aperta una finestra alla speranza del nuovo | T31. rr contraddizione storica individuazione di un fe ‘ra due classi antagoniste } | soggetto rivoluzionario Horkheimer: denuncia contraddizione intima diagnos aitica e sockie ete dellilluminismo prospettiva utopica aie GGG @ arte d’avanguardia Linfluenza teorica ~ MARCUSE: UNA PROSPETTIVA DI EMANCIPAZIONE II pensiero di Herbert Marcuse, ® politica che si laured con Heidegger ne! 1921 ¢ fece parte negli anni successivi del nucleo storico delf'Istituto per la ricerca sociale, ha ortenuto largo consenso verso la fine degli anni ses- santa e nei primi anni settanta. Le sue opere fondamentali, Bros ¢ civilta (1955) e L'somo una dimensione (1964) — ampiamente lette e discusse in quegli anni — hanno alimen- tato una parte considerevole del dibattito teotico e politico che, in Europa ¢ negli Sta- (13 | Arte e apparenza move 3© Filosofia, inguaggio, societa principio di prestazione Laliberta prefigurata La funzione citica della filosofia 1 Uniti (dove il filosofo insegnd fino al 1965), accompagné allora la nascita e lo svilup- po del movimento studentesco. In queste due opere Marcuse sostiene tre tesi fondamentali: 1. la societd contemporanea reprime i desideri la creativita dell uomo; 2, tale societa @ andata via via integrando in un consenso generalizzato tutti i ceti sociali € pertanto nega l'autonomia cla liberc’ individualis 3. esistono tutcayia determinate forze sociali in grado di innescare un processo di libera- zione sociale. REPRESSIONE SESSUALE E ALIENAZIONE DELL'UOMO In Eyes ¢ civilta Marcuse si ri- fia Freud, secondo il quale I'ativiti mentale dell'uomo é regolata dal principio di piacere € dal principio di realtd. Peril fondatore della psicoanalisi la repressione degli istinti e dei desidesi umani & qualcosa di connaturato alla nascita della civilta, in quanto il progres- so ela cultura comportano sempre in una certa misura il differimento del piacere cla ti- nnuncia alla felicita naturale dell'uomo. Secondo Marcuse, perd, a tale repressione origi- naria é venuta sovrapponendosi una «repressione addizionale», dovuta allo sviluppo di tun particolare modello sociale fondato sul dirottamento delle energie dell uomo dall'at- tivita sessuale al lavoro, In particolare, emergono in questa fase storica una serie di restri- zioni imposte alla fibido da un apparato sociale dominato dal «principio di prestazio- se», principio cui gli individui si sotomertono nello svolgimento delle proprie funzioni a beneficio del sistema complessivo della societa, vivendo cosi una condizione di persi- stente alienazione. AL DI LA DEL PRINCIPIO DI REALTA Marcuse si chiede allora a quali condizioni sia pos- sibile realizzare un modello di societi non pitt repressiva. Una tale eventualita é affidata al recupero di un rappotto ludico ed estetico con la natura, ¢ in modo particolare alla li berazione delle pulsioni sessuali in una societa non pitt fondata sulla costrizione del la- voro salariato. Linconscio é il luogo in cui si trovano le tracce delle nostre fantasie ¢ dei nostri desideri repressi e Tarte & la forma di comunicazione che di voce a queste csigenze di liberra. Essa indica quali sono i mondi possibili, alternativi a quello in cui viviamo, e pertanto é uno stimolo di libert contrapposto a quella «confortevole, levigata, ragione- vole non-libert’» che pervade turta la societ’ industriale avanzata. Secondo Marcuse, lo stesso grandioso sviluppo della reoniea ha creato le condizioni per diminuite il tempo di lavoro (ciod di alienazione) e aumentate il tempo in cui Puomo pud esprimere le sue pitt autentiche aspirazioni. Leros ¢ creativita non repressa né utiliz~ zata a fini di dominio, ma suscettibile di espandersi nella direzione di una liberta genera- lizzata. In quest ottica, alla filosofia compete una fiunzione eminentemente critica: quella cio? di individuare gli ostacoli che si frappongono al rovesciamento dell’ordine sociale vi- gente e alla preparazione di una societa tesa finalmente umana grazie alla riconciliazio- ne fra il principio di piacere e il principio di realtd. ‘Marxismo e teoria critica ® UNITA 1 luolzipeu) TW Sele [el Rotel Pyaee rey Perit) Oggetto e funzioni musicali Vi sono musiche che hanno maggiore verita di al- ‘tre, proprio in quanto si fanno portatrici, attraverso. Adorno si accosté pre- cocemente al grande repertorio musicale, sia in que- lita di musicologe e critica, sia attraverso la pratica diretta della musica, che esercitd anche in qualita di compositore. Per tutta la vita coltivé intense predi- lezioni € mantenne, in particolare, un personalis- simo rapporto con la produzione dei compositor! pid avanzati della nuova musica del Novecento. Fra questi spiccano soprattutto gli autori della “secon- da” Scuola di Vienna: Amold Schénberg (1874-1951) che sviluppd il metode compositivo dodecafonico, e i suotallievi Alban Berg (1885-1935) e Anton Webern (1883-1945). A loro dedicé importanti contributi tes a diffonderne la conoscenza presso il pubblico degli ascoltatori. Accanto aitesti pits impegnativi di carat- ‘tere musicologico, tra iquali va citata almeno la Filo- sofia della musica moderna (1949), il filosofo si pro- dusse in una serie di saggi, di seritti d'occasione, di lezioni, di conferenze radiofoniche, in un confronto costante con i problemi esecutivi e di fruizione che le nuove composizioni propenevano. Nel suo insieme, l'approccio adomiano all'analisi musicale riflette impostazione filosofica e sociolo- gica della teoria critica francofortese, incline a indivi- duare nel singolo feneméno i segni di pid estese re- sociologica in ambito musicale: 1. una «sociologia dell’oggetto musicalen, alla quale spetta il compito di far emergere il con- tenuto immanente di verité dell'opera, e nel cui ambito dev‘essere posto il problema di una com- prensione del linguaggio musicale in cié che ha di specifico; 2. una «sociologia delle funzioniv, cui @ invece affidato lo studio della sfera, ideologicamente condizionata, del consumo sociale e della vita storica delle opere, ambito nel quale rientrano le relazioni tra i compositor, I'analisi del pubblico € del mercato ec. Per quanto concerne il primo punto, va chiarito che, per Adorno, le opere musicali registrano a diversi livelli le dinamiche e le tensioni che si producono nella totalita dialettica di cui fanno parte. elemen- ‘to decisivo non & tanto la capacita della musica di promuovere comporiamenti determinati, quanto il contenuto di verita sociale che in essa si @ depo- sitato. Questo significa che la musica riproduce nei propri caratteri formali e strutturali, vale a dire nel proprio linguaggio specifico (e non per esem- pio attraverso i contenuti aggiuntivi eventualmente veicolati da un testo o da messaggi esterni), le con- trad yenerate dal contesto sociale d'origine. MODELL 3 © Filosofia, inguaggio, societa rimpiego di mezzi espressivi loro peculiari (melodia, armonia, ritmo, dinamica, organizzazione formale ecc.), di un contenuto che pud dirsi autentico pro- prio perché non viene loro accostato artificialmente, ma piuttosto mediato dalla loro forma. Le migliori espressioni musicali hanno la capacita di registrare le contraddizioni presenti nella societa, e nel caso del- la musica d'avanguardia, cost rilevante per tutta le musicologia di Adorno, questa autenticita comporta la rinuncia all’inganno dell‘armonia e alla facilité di ascolto, anche a costo di andare incontro all'isola- mento e di rischiare incomprensibilita in un conte- sto di fruizione dominato dalle forme pit superticiali di intrattenimento musicale. Questi principi generali non vengono meno quando, in secondo luogo, ci si accosti alla sociologia delle funzioni musicali. Anche la tipologia delle reazioni degli ascoltatori ai vari tipi di musica, alla quale & connessa 'analis! dei vari tipi di pubblico e dei mec- canismi di mercato che regolano la distribuzione so- ciale della musica, dev‘essere ricondotta alle qualita strutturali, oggettive della musica, cio® alla natura specifica degli oagetti che vengono sottoposti all’at- tenzione degli ascoltatori. Questo significa che l'a- nralisi deve concentrarsi sull’adeguatezza dell'ascolto all'oggetto musicale e domandarsi se tutti i tipi di musica sollecitino un ascolto “adeguato” o se que- sto tipo di ascolto sia invece appropriato solo per un certo tipo di opere. In linea di massima Adorno ha messo in rilievo due modalita principali di ascolto: un «ascolto atomisticos, che si lascia afferrare dagli stimoli momentanei, dal carattere accatti vante di una melodia, dall' certi passagai, e non pud quindi arrivare a coglie- re la sintesi formale dell’opera; un «ascolto strutturale», che realizza invece un confronto qualificato con il proprio oggetto ed & in grado di soffermars sul suol aspett! pid: pro- priamente compositivi E chiaro tuttavia che l'ascolto strutturale definisce soltanto un modello ideale, fornendo un‘idea rego- lativa per un approccio corretto alla grande musica Rispetto a questo modello possono in realta prese tarsi diversi gradi di consapevolezza. In un saggi del 1962 intitolato Tipi di comportamento musica Je, Adorno sviluppa una vera e propria tipolog dell'ascoltatore di musica nelle condizioni poste dalla societ€ attuale. Egli distingue otto tipi di ascol- ‘ator 1. Fascoltatore esperto, capace di cogliere istan- te dopo istante ogni componente della musica ascoltata e di isolare simultaneamente comples- sita strutturali che Vespressione musicale dispie- . Vascoltatore risentito, che ostenta predile: ga solo nel tempo; 2 questo tipo di ascoltatore ~ evidentemente in possesso di strumenti di ana- lisi armonica ¢ formale derivanti da uno studio specifica - si applica in modo particolare la citata nozione di «ascolto strutturale»; - iI Buon ascoltatore, che @ in grado di realizzare autonomamente determinati nessi presenti nella musica e sa cogliere lo sviluppo del discorso mu- sicale, senza tuttavia conoscerne da esperto le re- gole grammaticali e sintattiche; . il consumatore di cultura, diffuso specialmente tra i frequentatori delle sale da concerto @ dei ‘teatri d’opera, che nella musica cerca soprattutto Voceasione per accrescere il proprio prestigio so- ciale; non @ interessato alla musica in quanto tale, maalla “bella” melodia o all’interprete famoso, € spesso la sua conoscenza del repertorio musicale si limita all‘accumulo di informazioni biografiche ‘sul compositori; |. Vascoltatore emotivo, per il quale la musica @ un mezzo per liberare risorse istintuali altrimenti re- presse; si commuove facilmente all'ascotto e pre~ dilige di solito musiche di carattere sentimentele, spesso tratte dal repertorio romantico; molto accentuate ed esclusive, per esempio a fa- vore della musica antica, quasi a voler rimarcare la propria distanza dal gusto piti diffuso; é un ascol- tatore settario, dogmatico nelle sue convinzioni, la cul fedelta a generi specifici nasconde in realta una notevole ignoranza su vastissimi campi della produzione musicale; Vascoftatore di jazz (un genere musicale che Ador- no, con evidente errore di valutazione, identifica come musica “leggera” strettamente associata a contesti di fruizione dettati dall'industria cultu- rale), il quale presenta tratti affini all'scoltato- re risentito, in quanto coltiva con convinzione le proprie predilezioni esclusive, ritenendo di essere all'avanguardia, senza tuttavia avere coscienza di altri settori musicali che presentano tratti di mag- giore originalita e innovazione: l'ascoltatore per passatempo, il tipo pits diffuso ¢ il principale oggetto d’interesse per industria della musica, che gli indirizza la maggior parte dei propri prodotti sotto forma di musica di consu- mo; egli non ha un rapporto specifico con Irarte musicale e cerca nella musica soprattutto un‘oc- casione per distrarsi; soggetto alla pressione det mass media, @ privo di qualsiasi capacita critica € si adegua facilmente ai modeliisociali che gli ven- gone proposti, purché non pregiudichino il suo normale stile di vita; . ascoltatore indifferente o antimusicale, che si rivela insensibile alla musica, e cid non per una tradizione “colta” di matrice europea. La forza espli- presunta mancarza di predisposizione naturale, ma ~ ipotizza Adorno ~ per deficienze scaturite dallo sviluppo pschico della prima infanzia, pro- babilmente in presenza di un‘educazione troppo severa impartita da genitori dalla personalita au- toritaria, La regressione dell'ascolto nella societa contem- Poranea Per Adorno questa classificazione va comunque con- siderata alla luce ci una generale «regression» che caratterizza tute le forme dell'ascolto musicale nella nostra societa. Un generale livellamento € una crescente massificazione attraversano tutti i luoghi della musica, dalle sale deputate alla conservazio- ne del patrimonio storico della tradizione classica agli spazi domestici della riproduzione fonogratica © dell’escolto radiofonico. Il rapporto con la musi- «a, secondo Adorno, riflette il carattere alienato dell’esperienza nella societa dell’organizza- zione totale, Per la coscienza massificata I'ascolto awiene sempre in base alle prescrizioni ricevute: gli ascoltatori fanno di una merce raccomandata V'og- getto dei propri desideri, chiedono di poter avere cid che in realta viene loro imposto. La stessa diver- sificazione della proposta, volta a soddisfare I gusti settoriali di pubblici differenziati per eta, cultura, provenienza sociale, & un portato specifico delle strategie di marketing, che puntano a raggiungere ‘ogni gruppo con ur prodotto specifico. Oggi moite delle analisi adomniane trovano confer- ma nelle forme pid standardizzate del consumo di massa: @ senz‘altre abbastanza diffuso un ascolto distratto, indifferenziato. Nell’universale sottofondo sonoro al quale siamo sottoposti negli spazi pubbli- i, nei centri commerciali, nei luoghi di lavoro e di transito (un fenomeno per il quale & stato coniato il neologismo muzak), si registra una specie di hor- ror vacui. il rifluto ci confrontarsi con esperienze che possono mettere a nudo la nostra condizione e sol- lecitare il nostro bisogno di cambiamento. Ma forse ‘non tutto si lascia Interpretare all'insegna di un pessi- mismo generalizzato. E probabile che lo stesso Ador- no non avesse a disposizione tutti gli strumenti che gli avrebbero permesso di intuire le conseguenze di quell'ampliamento dell‘orizzonte cui oggi assistiamo, grazie alla diffusione di materiali provenienti da altre culture musicali, non strettamente riconducibili alla cativa della sua sociologia risiede in ogni caso nella sua capacita di metterci continuamente in guardia di fronte alla possibilita che la musica, come 'arte in ge- nerale, rinunci a farsi portatrice di una sua verita per trasformarsi in una specie di anestetico, ponendosi al servizio della generale conservazione del mondo. Marxismo e teoria critica ® UNITA 1 Ped, juolzi| Tradizioni La tolleranza repressiva Gli attori dol cambiamento LA SOCIETA UNIDIMENSIONALE Nella seconda opera citata, L'vomo a una dimensione, Marcuse sembra approdare a un pitt accentuato scetticismo circa le prospettive di libera- zione, Egli si rende conto che il controllo esercitato dalla societa & oggi cosi elevato ¢ diffuso da impedite ogni critica, ogni forma di reale opposizione. La sola «dimensione» che resta all'uomo & quella che lo vede accettare supinamente il potere costicuito attraver- so Ia rinuncia a ogni forma di decisione autonoma. Cid che distingue la societa indu- striale avanzata é il modo in cui tiesce a soffocare i bisogni dell’ uomo senza l'impiego di strumenti brutali di repressione, ma piuttosto ateraverso un tipo di organizzazione sociale

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