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Loc.

La Pinetina Riotorto Piombino - LI 9 10 11 settembre 2011 Festa anarcosindacalista

UNIONE SINDACALE ITALIANA USI-AIT


Venerd 9

settembre

ore 16,00 : Presentazione della festa ore 16,30 : Conferenza dibattito "PIETRO GORI E IL MOVIMENTO DEI LAVORATORI cenni storici e contributi per la nascita dell'Anarcosindacalismo" Interverranno Gianfranco Careri ,Giuseppe Galzerano e Italino Rossi . Ore 18.30 - 19.00: Assemblea di autogestione della festa Ore 19: Presentazione del libro Los Olvidados Ore 21.30: La banda della boscaglia e Pardo Fornaciari in concerto itinerante negli spazi della festa A seguire gruppi musicali Sabato 10 Settembre Ore 10 : LA MALATTIA MENTALE NON ESISTE; MALATI di NIENTE-MORTI di PSICHIATRIA. Introduce Mariella Caressa (ex operatrice nei centri di salute mentale) R Interverranno ; Giuseppe Galzerano - IL CASO MASTRAGIOVANNI Tristano Ajmone : Pres.Osservatorio Italiano SALUTE MENTALE Collettivo ANTIPSICHIATRICO Antonin Artaud-Pisa Sabatino Catapano - Esperienze di Psichiatria Giudiziaria Lucilla Dubbini Medico e farmacista : Psicofarmaci-Industria di Morte Ore 16: Presentazione del Centenario USI, Presentazione dellICEA ( Instituto de Ciencias Econmicas y de la Autogestion )e della CNT spagnola con Gaspar di Barcellona e dibattito sulla Possibilit di una Economia Libertaria da opporre a quella Capitalista con interventi da Spagna, Grecia, Irlanda e la partecipazione del "Collettivo Prezzemolo" di Firenze Ore 18.30 - 19.00: Assemblea di autogestione della festa Ore 19 : presentazione dell'opuscolo Tutto X niente nuova edizione Ore 21.30: Sabatino Catapano presenta " Monologo sull'antipsichiatria " Ore 22.30: Spettacolo Teatrale con Beppe Casales Salud sulla Rivoluzione Spagnola del 1936 Ore 23.15: Concerto con Fratelli Grimm + A Band Domenica 11 Settembre Ore 10: Dibattito sulla riappropriazione ad uso autogestito degli spazi pubblici liberati e spazi sociali autogestiti. Interventi da Milano, Torino, Firenze e Modena. Ore 16: Situazione delle lotte sindacali e sociali USI e Presentazione del Progetto Ambulatorio Popolare Autogestito di Genova e del Caff Malatesta di Lecco. Ore 18,30 : presentazione libri Ore 21 : Concerto con gruppi locali.

Antipsichiatria: Gli Indomiti Al Cospetto Del Potere


Tristano Ajmone
Intervento di Tristano Ajmone alla 5 Festa Anarcosindacalista USI-AIT, Riotorto (Piombino/FI), sabato 10 settembre 2011, in occasione del dibattito La Malattia Mentale Non Esiste; Malati Di Niente-Morti Di Psichiatria. Gli altri relatori erano: Mariella Caressa (ex operatrice nei centri di salute mentale); Giuseppe Galzerano (Comitato verit e giustizia per Francesco Mastragiovanni1); Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud-Pisa2; Sabatino Catapano (sopravvissuto allOPG); Lucilla Dubbini (Medico e farmacista); Rocco (Telefono Viola Sicilia). Il seguente testo non assoggettato a copyright e pu pertanto essere liberamente distribuito, riprodotto e citato anche a scopo di lucro senza dover richiedere ulteriore autorizzazione da parte dellautore. Lunica richiesta da parte dellautore che venga citata la fonte completa (gli estremi del convegno). Lautore vi sar grato se lo contatterete via email per informarlo del vostro uso del testo: presidente@oism.info Ulteriore materiale antipsichiatrico di Tristano Ajmone pu essere scaricato al seguente URL: www.scribd.com/tajmone/

Mi chiamo Tristano Ajmone e sono un sopravvissuto alla psichiatria. I miei primi contatti con la psichiatria risalgono alladolescenza, quando fui affidato ai servizi sociali per ordine del Tribunale dei Minori. In quelloccasione fui allontanato dalla mia famiglia e affidato a una struttura comunitaria. Ma lesperienza psichiatrica per la quale mi definisco un sopravvissuto risale alla fine degli anni 90. Fui incarcerato per il reato di tentato omicidio. Visti i miei precedenti psichiatrici delladolescenza, il sistema carcerario mi sottopose immediatamente alle attenzioni degli psichiatri e, inutile dirlo, il mio iter carcerario divenne subito psichiatrico-forense. Tra una cosa e laltra, in virt di una sentenza che mi voleva semi-infermo di mente al momento del fatto, spesi 5 anni e mezzo rimbalzando tra carceri e sezioni psichiatriche carcerarie, arresti domiciliari presso comunit protette e cliniche psichiatriche di tipo classico, e infine Ospedali Psichiatrici Giudiziari. Sono stati cinque anni di sofferenza in cui ho avuto modo di entrare in contatto con tutti gli aspetti e manifestazioni della psichiatria. I periodi degli arresti domiciliari li ho passati in strutture psichiatriche dove non eravamo tutti forensi, cerano pazienti psichiatrici di ogni tipo. Quindi, anche se in quei periodi ero l come detenuto, la mia esperienza di psichiatria include anche la psichiatria normale. Certamente, sono stato anche negli OPG due, per lesattezza: Montelupo Fiorentino e Reggio Emilia e quello un mondo a parte. Un mondo che non ha alcuna ragione di esistere. Eppure, in questo paese in cui gli psichiatri basagliani vantano di aver abolito il manicomio esistono ancora 6 OPG perlopi gestiti da basagliani. La mia esperienza con la psichiatria unesperienza diretta, sulla mia pelle. Ci misi poco a capire che la psichiatria era sbagliata. Mi bastava guardarmi attorno e vedere come erano state ridotte le persone che erano psichiatrizzate da lungo tempo: occhi spenti, sedati, i loro corpi deformati dalla sedentariet e dagli psicofarmaci. Persone che erano rinchiuse da 50 anni si, perch al Fatebenefratelli di San Maurizio Canavese, per esempio, cerano molti ex-internati del manicomio

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di Collegno; gente che era stata manicomializzata quando erano bambini. Persone che avevano disimparato la vita, segregate tra le mura istituzionali. Persone che erano state rifiutate dal mondo e abbandonate al manicomio. estremamente difficile comunicare lessenza di quel che ho vissuto. Il mio destino ha incrociato quello di centinaia di persone finite in psichiatria. Nel corso delle lungodegenze si ha modo di vedere i reparti svuotarsi e riempirsi pi e pi volte. Persone che vanno, persone che vengono. Molti giovani entravano in quello che era il loro primo ricovero. Altri tornavano per lennesima volta. In sottofondo cerano sempre le persone anziane, quelle istituzionalizzate, i cronici. Gli anziani ci sono sempre. Cerano al Fatebenefratelli cos come cerano nelle comunit protette e in OPG. Capii subito che quei vecchi stanchi e consumati da una vita di reclusione medica erano stati anche loro, un tempo lontano, come i giovani che vedevamo entrare ed uscire in rapida successione, per ricoveri pi o meno brevi. E molti di quei giovani saranno quei vecchi, in un tempo futuro. Perch, alla fine, gira e rigira, sono tre secoli che gli psichiatri ci raccontano la stessa storia: che i loro colleghi prima di loro hanno fallito e che solo per quello che le cliniche psichiatriche sono zeppe di anziani che tra quelle mura ci han passato la vita. Ma non vero, non cambiato nulla. Non c stato alcun vero progresso. Se le loro cure funzionassero le persone non tornerebbero in psichiatria. Se una persona non sei in grado di aiutarla in 10 anni, vuol dire che non ci riuscirai mai. La psichiatria fa oggi quel che ha sempre fatto ossia, quello per cui nata: priva della libert persone che non hanno commesso reati. E queste persone non vengono aiutate in alcuna maniera dalla psichiatria. Strappandole alla libert le strappano alla vita e alle sfide che questa vita comporta. Le persone giovani, per esempio, vengono messe in comunit protette. Ma da cosa vogliono proteggerle? In quei luoghi di segregazione, in cui si vive al massimo tra 20 pazienti, si passano le mattinate a parlare della vita, anzich viverla, e gli psicologi ti impongono una visione morale ed ideologica della vita in cui bere e drogarsi un male, e il lavoro stabile uno dei massimi valori da perseguire. In una comunit in cui sono stato anche capitato che uno dei pazienti agli arresti domiciliari per uso e spaccio di ecstasy, fuori di l era stato il fornitore di pasticche della psicologa che si occupa di curare le dipendenze. Questo per dire quanta ipocrisia c in quel mondo. La psichiatria riabilitativa propone ai suoi pazienti un modello di vita che non trova riscontri nella realt. Anzitutto, prendendo gli psicofarmaci ci si subito preclusi un sacco di lavori perch chi prende psicofarmaci non pu lavorare con macchinari industriali e utensili, per ragioni assicurative. E poi oggi ti tolgono anche la patente. E sono farmaci che sedano, rendendo difficile anche solo leggere un libro. E man mano che il tempo passa si sempre pi stanchi, svogliati, e si disimpara a pensare in maniera critica, si diventa accondiscendenti. E questo lo sanno tutti gli operatori della salute mentale, perch un processo visibile, lo vedono tutti tranne la persona che prende gli psicofarmaci, perch quando sei sedato come se scivolassi gradualmente in un torpore sempre pi profondo e la vita ti scivola sotto gli occhi senza che te ne accorgi. La maggior parte di quei giovani oggi rinchiusi in psichiatria hanno di fronte a s una vera e propria carriera psichiatrica che li condurr allistituzionalizzazione. Queste comunit protette, questi gruppi appartamento, e questi progetti riabilitativi, sono solo espedienti per scongiurare gli scandali del vecchio modello manicomiale in cui i pazienti vegetavano nei corridoi e nelle sale comuni. Ma solo fumo negli occhi. Lavvento degli psicofarmaci ha solo aumentato il grado di istituzionalizzazione, anche se pu non sembrare cos. Lillusione funziona poich finche i pazienti sono giovani vengono medicalizzati a domicilio, a casa propria. Ma questi farmaci rendono le persone disfunzionali, e pi passa il tempo e pi questo processo si accentua, finch la persona adulta non ha pi un posto nella societ e viene relegata a un istituto psichiatrico che provveder ai suoi bisogni fino a quando sar pronta per la geriatria.

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Sto condividendo con voi non solo le mie esperienze. Nei vari manicomi ho avuto modo di parlare con tanti veterani del sistema, e tutti mi raccontavano la stessa cosa, ognuno a modo loro. Storie e luoghi diversi, ma sempre la stessa matrice di fondo. Stiamo parlando di una realt molto triste, lugubre e, soprattutto, vergognosa. Non ho altro modo di descrivere il modo in cui la nostra societ lascia che tutto questo avvenga: vergognoso. vergognoso perch, in fondo in fondo, tutti sanno che succede anche se non lo vediamo con i nostri occhi, perch avviene a porte chiuse, o perch ce lo fanno sembrare meno repellente addobbando di poster le comunit alloggio, assumendo educatori e psicologi alternativi, giovani, senza il camice e col piercing. Ma basta essere sinceri con noi stessi e guardare pi da vicino e si capisce subito che le cose non vanno. triste. Molti dei ragazzi che ho visto entrare in psichiatria per la prima volta erano solo dei giovani con un attimo di esitazione e perplessit nei confronti della vita, che non riuscivano a mettere a fuoco il mondo perch stavano crescendo e diventando adulti e oggi viviamo in un mondo confuso, in cui le linee di confine tra infanzia e maturit non sono ben demarcate, per cui facile confondersi circa le responsabilit, i diritti e i doveri. Questi ragazzi vengono subito assaliti dagli psicologi e gli psichiatri che ricamando sui loro problemi esistenziali glieli fanno sembrare pi grossi di quel che sono, e li convincono che allorigine del problema c una disfunzione organica per cui hanno bisogni di psicofarmaci che compensino e e allora sono fottuti, perch una volta che ti rifilano i neurolettici non riuscirai pi a ragionare sulla vita, e con gli antidepressivi le tue emozioni avranno un sapore artificiale. La psichiatria tutta psicofarmaci. Ruota tutto attorno al business dei farmaci. Il resto solo fumo negli occhi per convincere le persone che qualcosa cambiato in psichiatria. E per tenere buoni gli psicologi e gli educatori dandogli lavoro sotto linsegna dello psicofarmaco. Ma non cambiato nulla, anzi peggio. peggio perch una volta potevi sperare di uscire e rifarti una vita. Oggi anche se esci sei distrutto dagli psicofarmaci e questo lo dico perch quel che successo a me. La mia vita non pi stata la stessa dopo gli psicofarmaci. Conosco il mio corpo, conosco me stesso, e so che qualcosa cambiato perch lo sento, e so che sono stati i farmaci. Sicuramente anche le esperienze che ho attraversato mi hanno cambiato, ma questo avvenuto a un altro livello. La carcerazione di per s unesperienza terribile: di colpo vieni rapito alla tua vita e incanalato nei ritmi di un istituto in cui, sostanzialmente, non succede nulla. La societ diventa solo pi un concetto astratto, qualcosa che vedi sullo schermo del televisore o di cui ti parlano le poche lettere che ricevi. Niente di quel che succede fuori dalla cella pu influire sul tuo quotidiano niente, neanche le guerre, neanche la morte delle persone che ami. Sei semplicemente l, assieme a centinaia di persone che, come te, aspettano solo la scarcerazione (se non sono ergastolani o troppo anziani), e ci sono i sorveglianti da cui dipendi per quei pochi diritti che ti restano come mangiare e andare in doccia. Se alla bruttura della carcerazione ci aggiungi le droghe psichiatriche che ti uccidono la fantasia, lultima forma di libert che ti rimane e lindottrinamento forzato della psicoterapia che vuole fare di te unaltra persona perch al sistema non vai a genio cos come sei allora hai creato un sistema disumano in cui le persone diventano meri oggetti. solo un business per muovere soldi, creare lavoro e togliere di torno le persone inutili o rompicoglioni. Da improduttivi si diventa prodotti, e questo d da mangiare a un sacco di esperti della mente, gente strapagata per dare un senso e una giustificazione al fatto che si priva della libert persone che non commettono crimini. Perch anche oggi, come in passato, la psichiatria si procaccia il grosso dei propri clienti con luso della forza, tramite il TSO. Aver attraversato tutto questo mi ha cambiato, e anche molto. Se da un lato mi ha devastato, privandomi della leggerezza e della serenit, dallaltro mi sento una persona migliore perch ho 3/12

saputo trovare la forza di reagire, di sopravvivere e poi, una volta tornato libero, ho saputo trovare la forza di raccontare quel che ho passato. Ho trovato la motivazione a voler capire il sistema della salute mentale e criticarlo, denunciarlo. Per diversi anni ho portato avanti lOISM, Osservatorio Italiano Salute Mentale, unassociazione di critica alla psichiatria che ha ottenuto un buon grado di visibilit e sostegno. Ora gi qualche anno che il sito dellOISM3 stato oscurato, per mia scelta, e che non siamo pi attivi come associazione. Ed soffermandomi su questo punto che vorrei chiudere il mio intervento. Ho avuto modo di conoscere bene lantipsichiatria dallinterno. Per antipsichiatria intendo quella rete di associazioni e individui che criticano la psichiatria. Tra esse, le reti degli ex-utenti e sopravvissuti, che negli ultimi anni sono molto cresciute, guadagnandosi visibilit e anche rappresentanza presso le istituzioni. La critica alla psichiatria molto ampia, per cui i vari individui e organizzazioni possono trovarsi daccordo su molti punti ma difficilmente su tutti. C chi, come me, sostiene che la malattia mentale non esiste, altri che esiste ma non giustifica la coercizione. Altri si limitano a criticare gli psicofarmaci perch sono nocivi. Non esiste un solo punto di vista, c per unaffinit di fondo che unisce le persone contro i poteri forti e la psichiatria un potere molto forte, non solo per il suo mandato statale che lautorizza alla coercizione, ma anche per i suoi legami diretti con le multinazionali del farmaco. Molte cose dellantipsichiatria non mi sono piaciute, e sto parlando di cose al livello umano, non teorico. Io sono un libertario, quindi credo che la libert e lautodeterminazione siano valori supremi che non possono essere messi in secondo piano da ideali, religione, n tanto meno la salute. La cura non un valido pretesto per privare una persona della libert. Quello della libert il tema centrale della critica alla psichiatria, pure chi non libertario in grado di concordare su questo problema. Associarsi e creare gruppi una cosa bellissima: lunione fa la forza e la variet di pensiero unottima fonte di ispirazione. Per anni nellantipsichiatria si detto e ripetuto che il TSO una forma di stupro, una pratica fascista, e che la psichiatria si occupa di controllo sociale mascherato da cura. Alle 4 di mattina del 13 ottobre 2007, a Bologna, in Piazza Verdi, cinque ragazzi Madda, Manu, Texino, Fede e Faco assistettero a un TSO. Nel tentativo di impedire agli ambulanzieri di prelevare con la forza una giovane donna terrorizzata dal TSO, questi cinque ragazzi furono massacrati di botte dalla polizia, arrestati e incarcerati. Le condanne nei loro confronti furono severissime furono addirittura accusati di aver rapinato le manette a un poliziotto. Allepoca, diffusi subito notizia di questo evento tramite il sito della mia associazione. Mi aspettavo una forte ondata di solidariet da parte delle reti antipsichiatriche, soprattutto quelle degli ex-utenti e dei sopravvissuti, che dovrebbero sapere per esperienza diretta cos un TSO. Purtroppo non fu cos. La risposta media fu che, operando nella legalit e nei riconoscimenti istituzionali, le loro associazioni non potevano esprimere solidariet per azioni illegali. I gruppi di ex-utenti e sopravvissuti alla psichiatria, come MindFreedom, la WNUSP4, lENUSP5 e la PANUSP, sono associazioni riconosciute che vengono ascoltate alle Nazioni Unite e allOMS. I principi che ispirano questi gruppi sono quelli della Dichiarazione Universale Dei Diritti Umani.

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Perlopi, queste grosse reti di ex-utenti si sostengono logisticamente grazie ai finanziamenti che lessere riconosciute e accreditate dallONU e dellOMS garantisce loro. La Dichiarazione Universale Dei Diritti Umani fu scritta in seguito alle barbarie della seconda guerra mondiale, affinch la storia non fosse condannata a ripetere i propri errori ed orrori. I 30 articoli di cui composta la Dichiarazione furono studiati per tutelare i diritti base degli Uomini. La psichiatria viola pi di un articolo della Dichiarazione con le sue prassi poich priva arbitrariamente della libert le persone perseguitandole per le loro idee sostanzialmente, una persona viene definita malata di mente poich esprime e mette in pratica idee su cui gli psichiatri, quali portavoce della norma sociale, non concordano. Oltre a incarcerare, la psichiatria spoglia anche dei diritti civili e del patrimonio, cosicch una persona interdetta non pu pi sposarsi n disporre dei propri beni autonomamente. Tutte queste prassi psichiatriche violano parecchi principi espressi nella Dichiarazione Universale Dei Diritti Umani. Ora, se leggiamo il Preambolo della Dichiarazione, troviamo queste parole: Considerato che indispensabile che i diritti umani siano protetti da norme giuridiche, se si vuole evitare che luomo sia costretto a ricorrere, come ultima istanza, alla ribellione contro la tirannia e loppressione Si parla chiaramente di ribellione contro la tirannia e loppressione. Sar perch vengo da una famiglia di partigiani, ma mi sempre stato chiarissimo che questo documento fu scritto a nome di gente che era insorta contro la tirannia insorta vuol dire: con le armi. Cos come mi chiaro che questo documento fu pensato e scritto anzitutto per la gente le persone comuni. Il presupposto della Dichiarazione che i governi siano realmente rappresentativi dei loro cittadini, ma ai popoli che si rivolge in ultima analisi, poich sono questi che sono chiamati a insorgere contro i tiranni. Oggi, ci troviamo di fronte al fatto che tutti i governi concordano sulla legittimit di privare arbitrariamente della libert, in nome della cura medica, anche chi non ha commesso alcun reato a danno di terzi. Questa indubbiamente una forma di oppressione nonch di tirannia poich sanzionata dallo Stato. Siccome tutti gli stati concordano su questa forma di oppressione legalizzata, a chi ci si dovrebbe appellare? Dato che tutte le associazioni di ex-utenti e sopravvissuti concordano sul fatto che la psichiatria viola di fatto questi diritti umani di base, con quale diritto possono negare solidariet a chi, come i cinque valorosi arrestati di Bologna, insorge contro quest oppressione? Mi pare di capire che secondo i loro canoni criticare i tiranni col sorriso in bocca va bene, ma se si mostrano i denti allora non va pi bene non pi politically correct. Sembra essere un problema di posizioni chi di fronte al potere si pone supino, chi invece a testa alta. Vedete, la maggior parte di queste organizzazioni di utenti sono cresciute rapidamente grazie ai finanziamenti che il riconoscimento da parte dellONU e dellOMS garantisce loro. Il prestigio premiato un serpente che si mangia la coda poich se da un lato ti consente di avvicinarti agli interlocutori cui miri arrivare, dallaltro ti lega a loro con doppi legami. Quando portavo avanti lOISM scelsi di non accettare mai finanziamenti esterni ci sostenevamo autofinanziandoci con piccoli concerti, serate, cene, ecc. Mordere la mano che ci nutre sempre problematico, per questo dovremmo evitare di farci imboccare da mani losche. In quanto libertario riconosco che il potere corrompe, e il potere assoluto corrompe in maniera assoluta. Il problema sempre il potere. Organizzazioni come lONU e lOMS non sono esenti dai rischi dellesposizione al potere, quindi vanno prese per quel che sono, con le pinze. Concordo pienamente con Thomas Szasz quando ammonisce che: Qualsiasi organizzazione o istituzione, pubblica o privata lo stato, la chiesa, una professione, un business crescendo oltre una certa misura tender a diventare repressiva. 5/12

Ovviamente, pu benissimo essere repressiva fin dallinizio, la repressione pu essere la sua ragione dessere. Ma anche se non lo fosse allinizio, la repressione diventer presto uno dei suoi obiettivi. Questo poich appena unorganizzazione o unistituzione divengono affermate, entreranno in conflitto con altre organizzazioni o istituzioni i cui interessi sono in competizione. Il gruppo pi grosso e di maggior successo tenter non solo di promuovere i propri interessi, prodotti, mercati, e via dicendo, tenter anche di sopprimere e annientare i suoi competitori. In questo senso, qualsiasi gruppo o organizzazione , per sua natura, repressiva. Thomas Szasz, The Theology of Medicine6, p. 158. La battaglia contro la psichiatria una battaglia per la libert. Se condotta in maniera libertaria, questa battaglia rivendica e promuove lautonomia individuale e lautodeterminazione che proprio ci che la psichiatria nega quando squalifica lindividuo attraverso la diagnosi, giudicandolo incapace di intendere e volere, spogliandolo dei diritti civili, gestendo la sua vita in vece sua. Se c una cosa che lega intimamente psichiatria e stato proprio il fatto che il principale nemico dichiarato di entrambe lautodeterminazione individuale. Il potere ogni tipo di potere! vuole sudditi, sottomissione, non liberi pensatori e autonomia decisionale. Quindi, la forza della battaglia contro la psichiatria si fa maggiormente sentire laddove essa sostenuta da argomentazioni libertarie e non quando si parla di effetti collaterali dei farmaci, della psichiatrizzazione dei bambini, o del degrado delle strutture. La critica libertaria , per sua natura, sempre radicale. Daltronde, cosa c di pi prezioso della libert? Il potere, quando si trova costretto a dover rendere conto del proprio operato, cerca sempre tra i suoi interlocutori quelli meno dannosi per i propri scopi optando per il male minore. E se unorganizzazione di sopravvissuti alla psichiatria non in grado di o non vuole prendere le parti di cinque valorose persone che tentano di impedire un TSO, allora gli individui che hanno veramente raccolto il nostro messaggio resteranno schiacciati dai meccanismi della repressione mentre le organizzazioni che vorrebbero abolito il TSO dialogano con il potere. Il potere pomper sempre pi finanziamenti nelle organizzazioni meno radicali, e quelle il cui silenzio non si compra finiranno adombrate. Le solite dinamiche del potere. Non vi scusa che giustifichi starsene a guardare in silenzio mentre chi lotta affonda. Eppure lho visto succedere tante volte, anche allinterno delle reti antipsichiatriche italiane. Non parlo solo degli arrestati di Bologna. Chi, come me ha una certa esperienza pratica nellantipsichiatria, impara anche ad ascoltare i silenzi. Ed nei silenzi che si colgono le frasi non dette. E quel che ho colto mi ha ferito, e mi ha fatto ricordare le ragioni per cui mi gettai a capofitto nellantipsichiatria. E non fu certo perch volevo un sito tra i pi visitati, n unassociazione che godesse di prestigio. Mi ci buttai perch volevo vedere liberate le persone rinchiuse in psichiatria. E perch ho sempre lottato per non diventare come i miei carcerieri ipocriti, plasmati dai compromessi e incanalati dal potere e dalle sue esigenze. Sono fiero di non essere come loro. Io mi guardo allo specchio e mi sento in pace con me stesso. La nostra battaglia importante che parta dal basso e che si consumi quanto pi possibile nel basso. Se le Nazioni Unite non sono in grado di capire che la psichiatria priva arbitrariamente della libert milioni di persone ogni anni, si fottano Limportante che lo capiscano le persone, e che questa comprensione si trasformi in azione.

La citazione qui riportata estrapolata da unintervista di Paul Kurtz a Thomasz Szasz, pubblicata in The Humanist (Marzo/Aprile 1973): Medicine and the State: The First Amendment Violated. Lintervista riadattata costituisce il capitolo 12 del libro The Theology of Medicine (Harper & Row, NY 1977).

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Di sentire dire a psicologi ed educatori che fanno solo il loro lavoro che si limitano ad eseguire gli ordini ne ho fin sopra i capelli. E ora che lantipsichiatria sta acquistando forza, vogliono infilarvicisi dentro, in qualit di consulenti esperti. Ma la nostra battaglia sempre stata e sempre sar basata sul buon senso, sullessere in grado di vedere attraverso i giochetti con cui un sistema di repressione lucrativo riuscito a spacciarsi per un sistema terapeutico di sostegno. Non abbiamo bisogno di organizzazioni, n grosse n piccole. Abbiamo bisogno di condividere quel sapere sulla libert che ci emancipi dalle istituzioni psichiatriche, che sostituisca la mentalit della delega con quella della solidariet, le chiacchiere filosofiche con lazione. Sperare in organizzazioni antipsichiatriche che ci risolvano i problemi sarebbe solo unaltra forma di delega. Possiamo anche istituire l1-per-mille antipsichiatrico, ma se poi le persone che escono di psichiatria son sole tutto come prima. E se mentre le persone che hanno tentato di impedire un TSO si fanno la galera noi ci voltiamo dallaltra parte, sar ancora peggio di prima perch lantipsichiatria da movimento di dissenso popolare sar diventata strumento di facciata del potere. Chiudo il mio intervento rendendo omaggio a Madda, Manu, Texino, Fede e Faco, i cinque valorosi di Bologna che si ersero per la libert sprezzanti delle conseguenze. Tristano Ajmone 10 Settembre, 2011

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Appendice: Le Menzogne Mediatiche


Riporto qui gli articoli del 14 ottobre 2007 sui cinque anarchici arrestati a Bologna per aver tentato di ostacolare un TSO. Gli articoli (lUnit e La Repubblica) riportano i fatti in maniera volutamente distorta e falsa. Li accludo al testo della conferenza a mero titolo di riferimento storico.

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Appendice: I Lacch Del Potere


Enumerare i portavoce delle reti di ex-utenti e sopravvissuti alla psichiatria che si alleano al potere psichiatrico sarebbe un compito immenso. Molte di queste organizzazioni antipsichiatriche nacquero come gruppi indipendenti di sopravvissuti alla psichiatria che, autofinanziati, criticavano la psichiatria e i suoi metodi. Inizialmente, furono ignorate dal potere psichiatrico, ma con il passare del tempo si conquistarono visibilit mediatica e la psichiatria si trov costretta a confrontarsi con loro. Rapidamente il dialogo si trasform, assumendo la forma di unalleanza continuativa grazie alla quale la psichiatria riuscita a sfruttare le critiche in pubblicit: simulandosi attenta e sensibile alle richieste degli utenti e dei sopravvissuti, la psichiatria istituzionale ha colto la palla al balzo per dare una ripulita alla propria immagine pubblica in un momento storico in cui le cronache infiammavano di scandali sulla psichiatria pubblica e privata. Le grosse organizzazioni di ex-utenti e sopravvissuti oggi non prendono pi le difese di coloro che denunciano le pi gravi situazioni di violenze psichiatriche e vi si oppongono in maniera popolare. Ponendosi come unico vero canale ufficiale per il dialogo con le istituzioni, i portavoce di questi gruppi sono diventati dei mediatori di professione. Ignorando volutamente tutte le iniziative antipsichiatriche che non sono in linea con la loro agenda politica, queste organizzazioni, di fatto, distraggono lattenzione mediatica dalle battaglie pi rilevanti, adombrandole con la retorica del loro dialogo politcally correct improntanto sul rispetto verso i vertici del potere psichiatrico che promuovono e praticano la repressione.

In Italia, negli ultimi anni, abbiamo assistito allimportanzione del modello InterVoice per gli uditori di voci, ideato da Ron Coleman. La Questa foto stata scattata nel corso della convention creazione di una rete di uditori di voci stata della World Psychiatric Association (6-8 giugno 2007, promossa dai peggiori psichiatri italiani. Ron Dresden, Germania). Il tema della convention vertiva Coleman e Cristina Contini non hanno infatti sulla legittimit della coercizione in psichiatria. Mentre sdegnato di collaborare con Elvezio Pirfo, il gruppi antipsichiatrici protestavano allesterno sotto la sorveglianza dalla polizia i portavoce delle reti di famigerato psichiatra della sezione psichiatria ex-utenti e sopravvisuti alla psichiatria prendevano carceraria 7/blocco A del carcere Le Vallette di comodamente parte al convegno in qualit di oratori Torino, n con lamministrazione sanitaria ufficiali. dellOPG Reggio Emilia. In un momento storico in cui lo scandalo degli OPG e delle morti in carcere imperversava sulle cronache, gli astuti psichiatri del sistema carcerario hanno pensato bene di dare una lustratina alla loro immagine pubblica finanziando e promuovendo le reti degli utenti psichiatrici.

Da sinistra: Juan Mezzich (Presidente della WPA Associazione Psichiatrica Mondiale); David Oaks e Judy Chamberlin (MindFrredom e Support Coalition International); Thomas Kallert (Organizzatore Congresso Sulla Tortura); Peter Lehmann (ENUSP).

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Il 13 maggio 2009, Ron Coleman e Cristina Contini hanno presentato il suo metodo per lavorare con le voci a Torino, presso la Sala Rosmini. Nonostante i previ contatti con lantipsichiatria locale, e la consapevolezza dellesistenza di forti denunce pubbliche circa gli orrori della sezione psichiatrico-carceraria gestita da Elvezio Pirfo, Coleman non ha avuto alcuna rimostranza a presentare il suo lavoro al medesimo tavolo di lavoro in cui ha parlato Elvezio Pirfo, allepoca Direttore del DSM G. Maccararo della ASL Torino 2. Ron Coleman stato lesto ad accettare linvito collaborativo di Elvezio Pirfo, e Cristina Contini quello dellOPG Reggio Emilia. A sentire loro, questi personaggi sarebbero psichiatri progressisti. Una collaborazione proficua tanto monetariamente quanto a livello dimmagine che calpesta gli anni di lotte antipsichiatriche contro listituzione dellOPG e della psichiatria carceraria. Successivi tentativi di convincere Cristina Contini a portare avanti i loro gruppi in maniera autogestita e popolare, svincolandosi dal servizio psichiatrico pubblico, furono snobbati con sorrisi di sufficienza. Quello che nasceva come un metodo per promuovere lautodeterminazione degli uditori di voci presto diventato uno strumento della sanit pubblica per promuovere metodi alternativi e assicurarsi di non perdere la propria utenza. Anzich insegnare ai pazienti psichiatrici a non aver bisogno della psichiatria, Coleman e Contini insegnano loro a restare nel sistema psichiatrico. In una vergognosa presentazione del metodo InterVoice, tenutasi a Torino, Cristina Contini ha raccontato della propria esperienza lavorativa presso lOPG di Reggio Emilia, dove le era consentito di entrare per presentare il metodo InterVoice agli internati. Nel suo resoconto lOPG Reggio Emilia veniva presentato come un istituto progressista in cui tutte le attenzioni erano rivolte alla cura e allassistenza dei suoi internati. Unimmagine completamente falsa, che non trova riscontri con la scabrosa realt di torture e disintregrazione degli individui che ha luogo dentro le mura di quellistituto manicomiale totale. Oggi in Italia le associazioni di utenti pro-psichiatria crescono sia di numero che in dimensioni. Finanziate e promosse dalla psichiatria istituzionale, queste associazioni offuscano linformazione pubblica su quanto avviene realmente in psichiatria. Mentre da un lato assistiamo allistituzionalizzazione delle associazioni degli utenti, dallaltro assistiamo allufficializzazione di molte reti antipsichiatriche: nate un tempo come voci dissenzienti contro la coercizione, alcuni gruppi storici dellantipsichiatria si stanno convertendo a gruppi legalmente riconosciuti. Le istituzioni, costantemente sotto attacco per il loro operato nellambito psichiatrico, hanno optato per la creazione di tavoli di interlocuzione che garantiscano loro una maniera indolore per sottrarsi al confronto, illudendo il pubblico di star affrontando e risolvendo i problemi di cui sono chiamati a rispondere. Assieme a questo spostamento della critica dallarea popolare a quella istituzionale, assistiamo anche al proliferare di servizi assistenziali alternativi: da critici della coercizione, alcuni operatori si sono trasformati in dispensatori di servizi assistenziali, sfruttando la reputazione dellantipsichiatria per creare business lucrosi con cui speculare sul disagio esistenziale. 12/12

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