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Stratfor Global Intelligence eurasia-rivista.org La guerra in Libia finita.

. Pi precisamente, governi e media hanno deciso che sia finita, sebbene i combattimenti continuino. Le aspettative, regolarmente disatte se, erano che Moammar Gheddafi sarebbe capitolato di fronte alle forze schierate contro di lui, e che le sue stesse milizie l avrebbero abbandonato davanti alla s confitta. Quello che si stava celebrando la scorsa settimana, con i presidenti, i Primi Ministri, e i media che annunciavano la sconfitta di Gheddafi, probabilm ente diverr realt a tempo debito. Il fatto che ancora non sia cos non sminuisce le tendenze ad auto congratularsi Per esempio, il Ministro degli Esteri italiano Franco Frattini ha riferito che s oltanto il 5% della Libia rimane ancora sotto il controllo di Gheddafi. Sembrere bbe una percentuale insignificante, tranne per questa notizia apparsa sul quotid iano italiano La Stampa che riferiva che Tripoli sta venendo ripulita quartiere pe r quartiere, strada per strada, casa per casa. Nel frattempo, bombe dal cielo st anno cadendo su Sirte dove, secondo i francesi Gheddafi riuscito ad arrivare, an che se non si sa come. La citt di Bali Walid, strategicamente importante altro po ssibile nascondiglio nonch una delle due restanti vie d uscita che conduce ad un altr a roccaforte di Gheddafi, Sabha stata circondata. In altre parole, le forze di Gheddafi ancora conservano il controllo militare di una significativa area del paese. A Tripoli si combatte casa per casa ma ci son o ancora numerose roccaforti dotate di una forza difensiva sufficiente da non po ter essere penetrate senza un adeguata preparazione militare. Anche se il reale n ascondiglio del rais sconosciuto, la sua cattura rappresenta l obbiettivo della ma ggior parte dei preparativi militari, incluse le azioni aeree della NATO, intorn o a Bali Walid, Sirte e Sabha. Quando Saddam Hussein fu catturato, si stava nasc ondendo in un buco nel terreno, solo e senza armi. Gheddafi sta ancora combatten do e sfidando gli avversari. La guerra non finita. Si potrebbe sostenere che seppure Gheddafi possiede ancora una consistente forza militare e parte del territorio, non governa pi la Libia. certamente vero e sign ificativo, ma diventer ancora pi significativo quando i suoi nemici prenderanno il controllo delle leve del potere. Non ragionevole aspettarsi che loro (i ribelli , ndt) siano in grado di fare questo a pochi giorni di distanza dall ingresso a Tr ipoli e mentre gli scontri continuano. Perci si pongono degli interrogativi criti ci, cio se i ribelli hanno sufficiente forza per formare un governo credibile e s e ci si deve aspettare nuovi scontri tra la popolazione (guerra civile, ndt) anc he dopo che le forze di Gheddafi saranno neutralizzate. Semplicemente, Gheddafi sembra essere sul punto di essere sconfitto ma ancora non giunto questo momento e la capacit dei suoi nemici di governare la Libia in dubbio. Intervento impeccabile Dal momento che la fine ancora lontana, interessante considerare perch Barak Obam a, Nicolas Sarkozy e David Cameron, i principali attori in questa guerra, hanno dichiarato all unisono che Gheddafi caduto, implicando con ci la fine della guerra, e perch anche i media hanno fatto loro eco. Per comprendere questo, importante c apire quanto stato sorprendente per ognuno di questi leaders il corso degli even ti. Innanzitutto, ci si aspettava che l intervento della NATO, prima con la no fly zone e poi con azioni aeree mirate sulle postazioni di Gheddafi, avrebbe provoc ato un rapido collasso del suo governo e la sua sostituzione con una coalizione democratica ad est. Due fattori convergenti hanno portato a questa conclusione. Il primo rappresenta to dai gruppi che sostengono i diritti umani, estranei ai governi e alle fazioni , e dal Dipartimento di Stato, che ritenevano necessario un intervento per ferma re la strage in atto a Benghazi. Questo schieramento aveva un problema serio: la via pi efficace per fermare rapidamente un regime sanguinario era l intervento mil

itare ma, avendo condannato l invasione americana in Iraq che aveva come scopo, al meno in parte, quello di rovesciare un regime violento, sarebbe stato difficile giustificare un intervento armato sul territorio libico. Le argomentazioni moral i richiedono una certa coerenza. In Europa ha acquisito centralit la dottrina del soft power ma nel caso della Libia , trovare una strada per applicarla era difficile: sanzioni ed ammonimenti proba bilmente non avrebbero fermato Gheddafi e l azione militare va contro i principi d ella suddetta dottrina. Il risultato stato una soft power militare; l istituzione di una no fly zone era un modo per avviare un azione militare senza realmente dann eggiare qualcuno, tranne i piloti che erano decollati, e soddisfaceva al contemp o la necessit di distinguere la Libia dall Iraq non invadendola n occupandola ma per metteva di esercitare pressioni realmente significative su Gheddafi. Naturalmente, la no fly zone si rivelata inefficace e le forze francesi hanno co minciato a bombardare le milizie di Gheddafi il giorno stesso. A terra stavano m orendo i libici, non i soldati francesi, inglesi o americani. Mentre la no fly z one veniva ufficialmente annunciata, la campagna aerea prendeva piede senza alcu n tipo di chiara decisione. Gli attivisti dei diritti umani hanno fatto presente la loro preoccupazione: i bombardamenti aerei causano sempre pi vittime di quell e designate perch non possono essere cos precisi come si vorrebbe. Questo ha fatto sentire i governi autorizzati ad imbarcarsi in quello che io (l autore, ndt) ho c hiamato intervento impeccabile . Il secondo fattore per cui si optato per questa strategia, riconducibile alle av iazioni dei vari paesi coinvolti. Non in discussione l importanza della forza aere a nelle guerre moderne ma ci sono continue discussioni sulla possibilit di raggiu ngere gli scopi politici prefissati soltanto per mezzo di questa, senza cio coinv olgere le forze di terra. Per la comunit dell aria la Libia poteva diventare l occasion e per dimostrare la propria efficacia nel perseguire i suddetti scopi. Tutto questo permetteva ai sostenitori dei diritti umani di concentrarsi sugli s copi proteggere i civili libici a Benghazi fingendo di non aver sostenuto un int ervento armato che avrebbe lasciato di per s molti morti alle spalle. Dal canto l oro, i leader politici potevano sentire di non infilarsi in un pantano ma sempli cemente intraprendere un intervento pulito ed infine le forze aeree potevano dim ostrare la loro efficacia nel produrre gli effetti politici sperati. Come e perch La questione delle ragioni di fondo va affrontata perch stanno circolando voci su l fatto che le compagnie di petrolio si contendono grosse somme di denaro in Lib ia. Queste sono tutte teorie credibili giacch la storia,quella vera, difficile da scoprire ed io (l autore, ndt) simpatizzo con quelli che stanno cercando un intrica ta cospirazione che giustifichi il tutto. Il problema che andare in guerra per il petrolio libico non era necessario. Ghed dafi amava vendere il petrolio, quindi, se i governi coinvolti gli avessero dett o tranquillamente che sarebbe saltato se non avesse trovato un altra intesa con ch i si intascava i proventi e ridefinito l ammontare di royalties da trattenere, Ghe ddafi l avrebbe fatto. Lui era cinico ed aveva perfettamente capito che cambiare p artner d affari e cedere buona parte dei profitti sarebbe stato meglio che essere deposto. In realt non c nessuna teoria che spieghi questa guerra come causata dal petrolio, semplicemente perch non ci non era necessario per ottenere le concessioni desidera te. Quindi la storia proteggere la popolazione di Benghazi dal massacro l unica sp iegazione razionale, per quanto possa essere difficile da credere. Si deve tenere in considerazione che, data la natura della moderna strategia di

guerra, le forze della NATO in piccola quantit dovevano essere presenti sin dall in izio in realt, addirittura da qualche giorno prima l inizio della campagna aerea. U n identificazione accurata degli obbiettivi e l averne ragione con sufficiente preci sione richiede squadre speciali altamente specializzate per utilizzare al meglio gli armamenti. Il fatto che ci sono stati relativamente pochi incidenti causati dal fuoco amico indica che le procedure operative standard erano attive. Queste squadre erano probabilmente affiancate da altre squadre speciali che hann o preparato in molti casi anche ufficiosamente guidato le forze ribelli agli sco ntri. Ci sono numerosi rapporti dei primi giorni di guerra che indicano che le s quadre speciali addestravano i combattenti ad usare le armi ed impartivano loro un organizzazione. Tuttavia, si sono verificati due problemi adducibili a questo approccio. Primo, Gheddafi non ha ripiegato la tenda e non capitolato, sembrava anzi singolarmente indifferente alle forze che aveva di fronte. Secondo, le sue truppe si sono dim ostrate essere altamente capaci e motivate, almeno in confronto ai loro avversar i. Una dimostrazione di ci sta nel fatto che non si sono arresi in massa ma hanno mantenuto un certo grado di compattezza e la prova finale hanno resistito per s ei mesi e continuano a farlo. La convinzione dei sostenitori dei diritti umani c he un tiranno isolato si sarebbe arreso di fronte alla comunit internazionale, de i leaders politici che avrebbe ceduto nel giro i qualche giorno schiacciato dall a potenza aerea della NATO e delle forze aeree che i bombardamenti avrebbero dis trutto la resistenza, tutto questo si rivelato essere falso. Una guerra protratta La causa di tutto questo in parte da individuare in un fraintendimento della pol itica libica. Gheddafi era un tiranno ma non era completamente isolato; aveva de i nemici ma anche molti sostenitori che avevano dei benefici da lui, o quanto me no che credevano nella sua dottrina. Inoltre, tra le truppe di governo (alcuni d ei quali erano mercenari del sud) c era anche la convinzione generale che la resa avrebbe comportato il loro massacro; i leader politici, invece, ritenevano che l a resa li avrebbe condotti all Aia e quindi in prigione. La fiducia della comunit a difesa dei diritti umani nella Corte Criminale Internazionale che avrebbe giudi cato Gheddafi e il suo entourage non avrebbe lasciato loro alcuno spazio per rit irarsi, e uomini senza scampo combattono duramente e fino alla fine. Non c era mod o di negoziare la capitolazione a meno che il Consiglio di Sicurezza dell ONU non avesse mediato per un accordo. Gli ammiccamenti che hanno convinto i grandi dit tatori del passato a farsi da parte non sono pi sufficienti. Tutti i paesi che fa nno parte dello Statuto di Roma sarebbero tenuti a consegnare un leader come Ghe ddafi al tribunale di ICC. Inoltre, a meno che l ONU non concluda pubblicamente un accordo con Gheddafi, che sarebbe avversato dalla comunit dei diritti umani e potrebbe in ogni caso sembrar e poco opportuno, Gheddafi non si arrender, e cos anche le sue truppe. I rapporti della scorsa settimana parlavano di alcuni soldati che sono stati giustiziati. V ero o no, giusto o no, potrebbe non essere un buon motivo per arrendersi. La guerra cominciata con la missione pubblica di proteggere il popolo di Benghaz i e si trasformata presto in una guerra per spodestare Gheddafi. Il problema era che tra gli scopi militari ed ideologici, le forze dispiegate per la missione e rano insufficienti. Non sappiamo quante persone siano state uccise negli scontri durante gli ultimi sei mesi, ma usare il soft power militare in questo modo sic uramente ha protratto la guerra e verosimilmente causato molte pi morti, sia mili tari che civili. Dopo sei mesi la NATO si stancata ed ha finito con l assaltare Tripoli. L assalto se mbra essere consistito in 3 parti. La prima stato l intervento delle truppe operat ive speciali (poche centinaia) che, guidate dall intelligence in azione a Tripoli,

ha attaccato e destabilizzato le forze governative nella citt. La seconda, risul tata essere un operazione comunicativa con cui la NATO ha fatto sembrare che la gu erra fosse finita. Il bizzarro incidente in cui era stato annunciato che il figl io di Gheddafi, Saif al-Islam, era stato catturato salvo poi apparire in un SUV m olto non-catturato , era parte del gioco. La NATO voleva che sembrasse che la lead ership e le forze della resistenza fossero state sconfitte perch queste stesse fo rze si convincessero ad arrendersi. L apparizione di Saif al-Islam aveva lo scopo di mostrare che la guerra continuava ancora. In seguito alle speciali operazioni di attacco e di informazione, i ribelli occi dentali sono entrati in citt con grandi festeggiamenti, sparando perfino colpi ce lebrativi in aria. I media mondiali hanno fissato la fine della guerra al ritiro delle squadre speciali e i ribelli vittoriosi hanno accettato ci. Ci sono voluti sei mesi, ma finita. E poi diventato ovvio che non era finita. Il 5% della Libia una percentuale inte ressante non era stata liberata, i combattimenti per strada a Tripoli continuava no, aree del paese erano ancora sotto il controllo di Gheddafi. E lo stesso Ghed dafi non era dove i suoi nemici volevano che fosse. La guerra continuava. Da tutto questo si possono trarre una serie di lezioni. Primo, che la Libia pu no n essere importante per il mondo ma per i libici sicuramente non cos. Secondo, no n supporre che i tiranni non abbiano sostenitori. Gheddafi non ha governato la L ibia per 42 anni senza essere sostenuto da qualcuno. Terzo, non dare per scontat o che le forze dispiegate siano necessariamente sufficienti. Quarto, cancellare l opzione di una fine negoziata della guerra con gli strumenti delle corti interna zionali pu essere moralmente gratificante ma comporta che la guerra continui e il numero delle vittime aumenti. Bisogna decidere cosa pi importante alleviare le s offerenze delle persone o punire il colpevole. Qualche volta l uno o l altro. Quinto , e pi importante, non prendere in giro il mondo dicendo che le guerre stanno vol gendo al termine. Dopo che G. W. Bush si imbarcato su una portaerei decorata con lo striscione missione compiuta , la guerra in Iraq si fatta ancora pi violenta, e il danno per lui ancora pi grave. Operazioni d informazione possono essere utili a convincere l avversario a capitolare, ma la credibilit politica svanisce se si dich iara che la guerra finita mentre i combattimenti vanno avanti. Verosimilmente, Gheddafi alla fine cadr. La NATO pi potente di quanto lo sia lui e saranno spedite forze sufficienti a farlo cadere. Invece, ci si deve domandare se c un altra strada per ottenere questo risultato con meno costi e pi benefici. Lasc iando da parte la teoria della guerra per il petrolio, se lo scopo era quello di proteggere Benghazi e spodestare Gheddafi, un maggior numero di forze o una fin e negoziale che preveda garanzie contro processi al tribunale dell Aia, sarebbero verosimilmente serviti meglio allo scopo con una minor perdita di vite rispetto all applicazione del soft power militare. E visto che il mondo guarda alla situazione in Siria, tutto questo dovrebbe esse re tenuto a mente. *Traduzione di Paola Saliola

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