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RELAZIONE FISICA

Le leve

1. Introduzione teorica:
L’equilibrio statico del corpo rigido è una condizione per cui il corpo non è soggetto ad alcuna
traslazione nè ad alcuna rotazione, e si veri ca quando la somma delle forze esterne e la somma dei
momenti delle forze esterne sono entrambe nulle.
Frbr=Fmbm

Le leve si dividono in tre categorie:


-leve vantaggiose: sono leve in cui la forza motrice è minore di quella resistente, il braccio motore
deve dunque essere maggiore di quello resistente;
-leve svantaggiose: la forza resistente è minore di quella motrice e il braccio resistente è maggiore
di quello motrice;
-leve indifferenti: in questo caso le due forze, motrice e resistente, sono uguali così come i relativi
bracci.
Le leve si dividono in tre generi a seconda della posizione reciproca tra forza resistente, forza
motrice e fulcro.
-leve di primo genere: hanno il fulcro che si trova tra le due forze. Esse possono essere vantaggiose
se il fulcro è più vicino alla forza resistente; svantaggiose se il fulcro è più vicino alla forza motrice
e indifferenti se il fulcro si trova esattamente a metà tra le due forze
-leve di secondo genere: hanno la forza resistente che si trova tra quella motrice e il fulcro, sono
sempre vantaggiose.
-leve di terzo genere: hanno la forza motrice che si trova tra il fulcro e la forza resistente. Esse sono
sempre svantaggiose.

2. Elenco del materiale occorrente:


-1 asta forata per leve
-1 treppiede con asta di sostegno
-1 pernetto
-vari pesi da 25g con gancio

3. Descrizione dell’esperimento:
1° operazione: la leva è stata sospesa all’asta di sostegno nel suo punto centrale tramite il pernetto.
Dopo esserci assicurati che la leva potesse oscillare attorno al punto di sospensione, cioè il fulcro, è
stato posizionato un peso da 25 g nel quarto foro a sinistra rispetto al fulcro. Ci è poi stata fatta la
seguente domanda: “in quale posizione a destra del fulcro si deve disporre un altro peso da 25g
perché la sbarra rimanga in equilibrio?”
Risposta: il peso a destra del fulcro è stato disposto nel quarto foro, alla stessa distanza del primo
peso: i due bracci sono dunque uguali, dato che i punti di applicazione delle due forze sono
equidistanti dal fulcro.

2° operazione: il peso da 25 g è stato spostato al foro più estremo alla sinistra del fulcro.
Per ristabilire l’equilibrio, ci è stato domandato in quale foro posizionare due pesi da 25 g alla
destra del fulcro.
Risposta: i due pesi si posizionano nel foro che corrisponde alla metà del braccio di sinistra, cioè nel
quarto foro.
F=mg
25g=0,025kg x 10 N/Kg
=0,25 N
M= F x b
fi
3° operazione: la terza fase dell’esperimento consiste nel ripetere la prova precedente lasciando
sso il peso da 25g nella parte sinistra dell'asta e ristabilire l'equilibrio appendendo nella parte
destra dell'asta prima tre e poi quattro pesi da 25g.

4. Raccolta dei dati:

F1 (N) F2 (N) b1 (cm) b2 (cm) F1×b1 F2×b2 Equilibrio

0,25 N 0,25N 8cm 8cm 2 N x cm 2 N x cm SI

0,25 N 0,50N 16cm 8cm 4 N x cm 4 N x cm SI

0,25 N 1) 0,25N
16cm 1)4cm
4 N x cm
1) 1 N x cm
SI
2) 0;50N 2)6cm 2) 3 N x cm

0,25 N 1N 16cm 4cm 4 N x cm 4 N x cm SI

0,25 N 0,75N 16cm 6cm 4 N x cm 4,5 N x cm NO

5. In base ai dati raccolti possiamo affermare che:


l’equilibrio della leva dipende dalla lunghezza dei bracci e più si aumenta la forza, più corto deve
essere il braccio per garantire l’equilibrio e viceversa. I valori della forza e del braccio sono
inversamente proporzionali. L’equazione dell’equilibrio della leva e l’uguaglianza tra i due
momenti delle forze vengono rispettati. Abbiamo capito che se la forza F2 viene raddoppiata e il
braccio b2 viene dimezzato, l’equilibrio rimane, invece se il valore del braccio non corrisponde alla
metà esatta non c’è più equilibrio.
fi

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