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Informazioni legali

L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) e le


persone che agiscono per conto dell’Istituto non sono responsabili per l'uso
che può essere fatto delle informazioni contenute in questo quaderno.

ISPRA- Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale


Via Vitaliano Brancati, 48 - 00144 Roma
www.isprambiente.gov.it

ISPRA, Quaderni Natura e Biodiversità 3/2012


ISBN 978-88-448-0539-5

Riproduzione autorizzata citando la fonte

Elaborazione grafica
ISPRA
Franco Iozzoli
Marcello Iozzoli (tratta dal: Bacco di Caravaggio)

Coordinamento editoriale
Daria Mazzella
ISPRA – Settore Editoria

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Autori:
Domenico Plauto BATTAGLIA (Associazione Patriarchi della Natura), Maurizio
BOTTURA ( FEM-Istituto Agrario di San Michele a/A), Andrea BRANZ (FEM-
Istituto Agrario di San Michele a/A), Vanna FORCONI (ISPRA), Sergio GUIDI
(ARPA Emilia-Romagna), Alberto LARCHER (Vice Sindaco Comune Sarnonico),
Pierluigi MAGNAGO (FEM-Istituto Agrario di San Michele), Beti PIOTTO (ISPRA),
Barbara RAIFER (Centro di Sperimentazione Agraria e Forestale Laimburg),
Giovanni SPAMPINATO (Università Mediterranea di Reggio Calabria, UNIRC),
Josef TERLETH (Centro di Sperimentazione Agraria e Forestale Laimburg),
Massimo ZAGO (Centro di Sperimentazione Agraria e Forestale Laimburg).

Con la collaborazione di:


Domenico ANDRIERI (conservatore S.G. in Fiore CS), Vincenzo ARVIA (Ass.ne
Patriarchi della Natura), Liliana BERNARDO (UNICAL), Beatrice BITONTI
(UNICAL), Marcello BRUNO (ARSSA CS), Serafino CANNAVO’ (UNIRC), Giuliano
CESCA (UNICAL), Francesco COLOSIMO (Gal Valle del Crocchio), Antonio DE
GIUSEPPE (UNICAL), Angela DIANO (ARPACAL), Daniele DRAGO (ARPACAL),
Francesco FALCO (ARPACAL), Simonetta FASCETTI (UNIBAS), Francesco
FELLIN (FEM-Istituto Agrario di San Michele a/A), Giuseppa FIUMANO’
(ARPACAL), Carmen GANGALE (UNICAL), Alberto GELMETTI (FEM-Istituto
Agrario di San Michele a/A), Giuseppe GENISE (fotografo naturalista),
Fortunata GIORDANO (ARPACAL), Marino GOBBER (FEM-Istituto Agrario di San
Michele a/A), Gianluca GODINO (CRA Rende), Nino IANNOTTA (CRA Rende),
Anna Maria INNOCENTI (UNICAL), Giovanni MAIORCA (ARSSA), Stefania
MANDRONE (ISPRA), Antonio MAZZEI (UNICAL), Franco MICHELOTTI (FEM-
Istituto Agrario di San Michele a/A , Paolo MIORELLI (FEM-Istituto Agrario di
San Michele a/A), Innocenzo MUZZALUPO (CRA Rende), Rodolfo ORTLER,
Fabio PETRILLO (ARSSA CS), Gabriele PIAZZOLI (ARPA-FC), Stefano PRADI
(FEM-Istituto Agrario di San Michele a/A) Francesco RIBOLLI (FEM-Istituto
Agrario di San Michele a/A), Augusto RICCI (comune di Arco TN), Antonio
SCALISE (ARSSA), Ilia SERRA (UNICAL), Rosangela SPADAFORA (ARPACal),
Alberto STORTI (Centro di Sperimentazione Agraria e Forestale Laimburg),
Giorgio TOMASI (ex FEM-Istituto Agrario di San Michele a/A), Claudia TUOTO
(ARPACAL), Chiara VICINI (ISPRA).

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Tutta la nostra gratitudine va agli agricoltori che hanno conservato le vecchie
varietà della Calabria:
Francesco ALAGNA, Domenico ALTOMONTE, Antonio AMBROSINO, Filippo
AMBROSINO, Reno AMMENDOLEA, Giuseppe ARONNE, Maria BOCCHINO,
Salvatore CALABRO’, Santo CALABRO’, Domenico CALLIPARI, Francesco
CAMPOLO, Francesco CANNIZZARO, Antonio CASTOFARO, Francesco CIMINO,
Angelo CURATOLA, Enzo D’AGOSTINO, Giovanni D’AGUI’, Pasquale FALCONE,
Franco FAZIO, Sebastiano GIORGI, Domenico JIRITI, Fedele LAMENZA, Barbara
LIBRANDI, Emilia MAIOLO, Sergio MARRA, Bruno MEZZATESTA, Francesco
MEZZATESTA, Giuseppe MICELI, Domenico MINUTO, Santo MITTICA, Angelo
MORELLO, Domenico NAIMO, Antonio NAPOLI, Giovanni NESCI, Ilario
PISCIONERI, Pasquale POSTORINO, Domenico PULITANO’, Antonio RENDA,
Antonino ROMEO, Carmelo ROMEO, Pasquale SANTACATERINA, Nello SERRA,
Giuseppe SCULLI, Ugo SERGI, Vincenzo SQUILLACIOTI, Santo STRATI, Bruno
TRACLO’, Franco TRAMONTANA, Maria TRUGLIA, Antonio TUSCANO, Giovanni
TUTINO, Leone ZAMPAGLIONE.
La stessa gratitudine a quelli del Trentino Alto Adige:
Flavio ABRAM, Rodolfo BERTAGNOLLI, Carlo CHIARANI, Cesare CORRADINI,
Raffaello CRETTI, Margherita COVI, Marta COVI, Beniamino FRONER, Rodolfo
GRAZIADEI, Antonio MARCABRUNI, Francesco MARCABRUNI, Mario MARCHI,
Giorgio PLANCHENSTAINER, Franco SEGALA.

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INDICE

Presentazione……………………………………………………………………. 5
Introduzione .............................................................................. 7
1. Caso di studio: Calabria ......................................................... 9
1.1 La frutticoltura calabrese ............................................... 10
1.2 Cenni storici sulla frutticoltura calabrese........................... 11
1.3 Il paesaggio agrario e le tecniche colturali tradizionali .......... 18
1.4 Lo stato dell’arte delle azioni mirate alla conservazione della
biodiversità frutticola .............................................................. 33
1.5 Normativa regionale ...................................................... 36
1.6 Alcuni frutti antichi rappresentativi della Calabria ................ 39
2. Caso di studio: Trentino ....................................................... 69
2.1 Cenni storici sulla frutticoltura trentina ............................. 70
2.2 La frutticoltura nel paesaggio agrario trentino.................... 76
2.3 Iniziative provinciali per la tutela delle risorse fitogenetiche per
l’alimentazione e l’agricoltura ................................................... 87
2.4 Normativa regionale in merito ......................................... 95
2.5 Alcuni frutti antichi rappresentativi del Trentino .................. 96
3. Caso di studio: Alto Adige .................................................. 120
3.1 Cenni storici sulla frutticoltura altoatesina ....................... 121
3.2 La frutticoltura nel paesaggio agrario altoatesino ............. 123
3.3 Le iniziative per la conservazione della biodiversità agricola in
Provincia di Bolzana ............................................................. 124
3.4 Normativa regionale .................................................... 132
3.5 Alcuni frutti antichi rappresentativi dell’Alto Adige ............. 134
BIBLIOGRAFIA........................................................................ 150

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Presentazione

Nell’ambiente agricolo vi è un patrimonio antico, di notevole valore, che tuttavia


è spesso trascurato ed anche poco conosciuto. Ci riferiamo ai cosiddetti “frutti
antichi e dimenticati”, vale a dire a quei prodotti che un tempo erano coltivati
normalmente e che avevano particolari caratteristiche: ad esempio, fornivano
sostentamento alimentare nei periodi di carestia oppure medicamenti naturali
per curare ed alleviare i malanni. Tutto ciò che il contadino piantava aveva uno
scopo specifico.
Nei nostri tempi, le nuove esigenze dei mercati hanno reso queste piante
scarsamente commerciabili, perchè spesso hanno un frutto piccolo o sono
facilmente deperibili; anche se esse presentano dei valori intrinseci come i loro
caratteri genetici che ne fanno piante resistenti alle malattie e adattabili alle
più diverse situazioni ambientali. Di conseguenza si è perduta l’abitudine a
coltivarle e a propagarle.
Tuttavia, negli ultimi anni è rinato un crescente interesse proprio nei confronti
di questi “frutti antichi e dimenticati”, in particolare da parte del mondo della
ricerca scientifica, il quale valuta con grande attenzione le vecchie varietà,
anche per un loro riutilizzo nell’agricoltura sostenibile e nelle biotecnologie.
Le varietà di questi frutti si sono conservate fino ad oggi soprattutto grazie
all’azione degli agricoltori, al mantenimento di coltivazioni ed utilizzi tradizionali,
allo scambio di semi e materiale di moltiplicazione vegetativa, tutte componenti
della trasmissione di un importante patrimonio conoscitivo. Al punto che la FAO
ha ritenuto opportuno riconoscere esplicitamente che questa memoria storica,
connessa ad esperienze attuali di coltivazione, ha un valore importante anche
come parte integrante dell’agrobiodiversità, perché: “è l’attività umana che
forma e conserva questa biodiversità (FAO, 1999) e l’uomo fa parte del mondo
biologico”.
Sul piano delle politiche di settore, gli orientamenti della Commissione europea
in merito alla riforma della politica agricola comune (Pac) per il periodo 2014-
2020, mirano a promuovere la realizzazione della strategia comunitaria sulla
biodiversità per il 2020, riconoscendo, in particolare, anche il ruolo che
questa attività specifica dei coltivatori, con la quale sono salvaguardate le
colture tradizionali, svolge a favore della diversificazione del paesaggio e della
biodiversità.
Le conoscenze disponibili in Italia sul tema dei “frutti antichi e dimenticati” sono
disperse in un gran numero di esperienze che vedono coinvolti i raccoglitori
informali, i cultori appassionati di queste tradizioni, sempre più diffusi, i
raccoglitori formali ovvero coloro che operano in tale ambito per motivi di
ricerca scientifica.
A tali esperienze corrispondono numerose attività divulgative e promozionali
come, ad esempio, le mostre pomologiche, le iniziative culturali, i programmi di
sensibilizzazione, le collezioni e l’organizzazione di orti amatoriali, a tutela dei
nostri frutti antichi. Si tratta di un insieme di iniziative che ha il merito di
mantenere viva la conoscenza dei molteplici valori di questi prodotti e delle
tradizioni ad essi collegate.
L’ISPRA partecipa a questo movimento di recupero e valorizzazione, svolgendo
un ruolo specifico nell’ambito della ricerca applicata, del monitoraggio e della
informazione ambientale, fornendo il suo contributo per migliorare, anche per
questa via, le azioni finalizzate alla conservazione della natura.

5
Con la pubblicazione di questo secondo
ISPRA intende fornire informazioni scientifiche sui tanti
frutti antichi e dimenticati della Calabria e del Trentino Alto Adige, con
l’auspicio che questi tornino ad essere coltivati e gustati come un tempo.

6
INTRODUZIONE
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