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Personaggi
Ogni trilogia ha i suoi personaggi principali, che possiamo raggruppare in tre gruppi:
• Luke Skywalker, Leia Organa e Han Solo nella trilogia originale;
• Anakin Skywalker, Padmé Amidala e Obi-Wan Kenobi nella trilogia prequel;
• Rey, Finn e Poe Dameron nella trilogia sequel.
È interessante notare come ogni trilogia abbia tre personaggi principali diversi, ma con
ruoli pertinenti, quasi a rappresentare una sorta di ciclicità.
Andremo adesso a soffermarci su un personaggio in particolare e sulla sua evoluzione
attraverso i vari archi narrativi: Luke Skywalker.
1
Riferimento alla frase iniziale di ogni film della trilogia
2
https://it.wikipedia.org/wiki/Forza_(Guerre_stellari)#Lato_chiaro:_filosofia_dei_Jedi
3
Come afferma il Maestro Yoda nell’episodio V, L’impero colpisce ancora
Luke Skywalker
Il personaggio di Luke fa la sua comparsa come protagonista principale della prima trilogia,
per poi ritornare nella trilogia prequel come personaggio secondario.
Durante la trilogia originale vediamo lo sviluppo del personaggio, che da semplice
contadino si ritrova coinvolto nella Guerra Civile Galattica, diventando un Cavaliere Jedi
grazie agli insegnamenti di un anziano Obi-Wan Kenobi.
Famosa è la scena in cui Dart Fener, nell’episodio V, gli svela di essere suo padre. Il ragazzo
riuscirà a farlo tornare nel lato chiaro della Forza, permettendogli successivamente di
uccidere l’Imperatore Palpatine e la fine della Guerra Civile.
Complessivamente possiamo individuare nella storia di Luke una ciclicità rassomigliante ai
concetti di primità, secondità e terzità di Peirce.
Possiamo dire che il segno Luke affronta questi tre stadi nel corso della sua storia: terzità è
l’inizio del percorso di Luke, su Tatooine, quando ancora non ha conosciuto le vie della
Forza. Nel corso della sua vita abbiamo poi varie secondità: gli incontri cruciali con Obi-
Wan, Leia, Han Solo, Dart Fener e, infine, con Rey modificano il suo essere, portandolo a
diventare uno Jedi, un fratello per Leia e un amico per Han.
Alla fine della prima trilogia abbiamo un apparente ritorno alla terzità, con Luke che
decide di prendersi l’incarico di formare nuovi Jedi. Nel periodo tra la prima e la terza
trilogia abbiamo poi un’altra struggle, che riguarda principalmente Luke e suo nipote Ben
Solo (figlio di Han e Leia), che si vota al lato oscuro diventando Kylo Ren. Questo evento
causa l’allontanamento di Luke dalla Forza stessa e dalla società. Egli scompare, andando a
rifugiarsi su un lontano pianeta e conducendo una vita da eremita.
Nell’episodio VII, Il risveglio della forza, e poi principalmente nell’episodio VIII, L’ultimo
Jedi, un altro incontro, questa volta con Rey, una giovane raccoglitrice di rottami
incredibilmente sensibile ai fenomeni della Forza, sblocca la situazione. Quest’ultima
struggle riporta Luke nella Forza, e anzi gli dà la spinta per raggiungere la primità stessa.
In che modo? Abbiamo precedentemente affermato che la Forza è un’energia che pervade
l’intero universo e, come tale, non è empirica. I cavalieri Jedi possono percepirla e,
attraverso la meditazione, possono arrivare quasi a toccarla, un fenomeno però molto raro
e che solo i Maestri Jedi (il famoso Yoda, per esempio) sono in grado di fare.
Ne L’Ultimo Jedi Luke riesce in questo: Rey lo porta a riavvicinarsi alla Forza e, spinto dal
voler aiutare la ragazza nella lotta contro il Primo Ordine, successore dell’Impero Galattico,
egli riesce a diventare un tutt’uno con la Forza, per poi dissolversi.
Ad una prima visione del film sembra che Luke sia semplicemente morto, seppure in una
maniera alquanto criptica, ma non è così. Dal momento che la Forza è immanente non può
essere fisicamente percepita. Abbiamo detto che solo i Jedi possono percepirla, di solito
dopo un lungo periodo di allenamento, e solo nella loro mente.
Luke, essendo arrivato a toccare la Forza, a diventare un tutt’uno con essa, non può più
permanere in uno stato reale, fisico. Diventa anch’egli Forza.
Diventa primità.