Quali sono i processi necessari affinch la politica torni a rispondere alle istanze del Paese? Quali le forme che le organizzazioni, i movimenti, i sindacati, la societ civile devono assumere per rafforzare la costruzione di unalternativa efficace e credibile allantipolitica che guida e governa il paese da vent'anni? La forte richiesta di partecipazione espressa dalla societ civile nellultimo anno, ha sottolineato il bisogno assoluto e impellente di riempire il vuoto tra istituzioni e societ. Un vuoto fatto di mancanza di comunicazione, sfiducia, disinteresse ai bisogni reali e autoreferenzialit della politica. Le grandi mobilitazioni degli scorsi mesi, dagli studenti alle donne, fino ai comitati referendari e quelli per le elezioni di Milano e Napoli, passando per i no-Tav e le battaglie negli stabilimenti FIAT, hanno modificato il sentire diffuso e le modalit di costruzione del consenso e hanno imposto all'agenda pubblica questioni "vitali" come quelle della condizione femminile, della precariet esistenziale, del diritto allo studio, della difesa dei beni comuni, della tutela del territorio e del lavoro nel loro rapporto indissolubile con la democrazia. Eppure, accanto ai risultati raggiunti, bisogna considerare le mancanze che permangono e i passi ancora da compiere. Gli effetti reali e di lunga durata di questi movimenti sulla vita degli italiani e dei migranti che abitano il paese sono ancora troppo modesti rispetto alla straordinaria strategia messa in campo. Dunque, come va ripensata la partecipazione per fare in modo che la transizione in atto si concluda con la riconnessione tra politica e paese? Come devono ripensarsi i partiti per non perdere definitivamente il loro ruolo di agente di connessione tra istanze sociali e istituzioni? E come devono configurarsi i movimenti per non rassegnarsi ad essere luoghi di organizzazione della protesta, e diventare soggetti che prendono parte attivamente alle decisioni? C bisogno di una risposta immediata, che tenga conto della crisi politica ed economica che attraversiamo. Ma serve anche ragionare su una prospettiva a medio termine, dove linnovazione politica torni ad essere lucido dinamismo e capacit di mutare forma, articolazione, organizzazione... senza rinunciare alle ragioni della propria esistenza. E, a sinistra si ribalti il quadro attuale dove vige il primato delleconomia sulla politica, dellimpresa sulla societ, dove si dissolto il nesso tra libert politiche e diritti sociali (su cui si fondata la Repubblica del dopoguerra) subordinando questi ultimi alle libert economiche. E in un campo cos composto, dove vivono riorganizzazioni interne e ripensamenti delle modalit di relazione tra le varie forze in campo, che si gioca la partita del futuro; una partita che chiama in causa tutta la sinistra e in particolare quella che vuole candidarsi a essere forza in grado di concretizzare un sogno nuovo, quello di un'Italia migliore.