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PRIMA STAZIONE: GESÙ È CONDANNATO A MORTE

Meditazione
Gli uomini hanno giudicato e condannato, chi poteva intercedere per la Verità se
ne è lavato le mani e la folla ha sancito la condanna.
Gesù, un figlio, un uomo per giunta innocente è mandato a morte.
Nonostante tutto non abbiamo ancora perso questa cattiva abitudine. Ogni giorno
ci ergiamo a giudici degli altri, che siano sconosciuti, amici o parenti condannando
senza appello, anche solo per pregiudizio.
Quante famiglie divise, quanto amore condannato a morte dall’incapacità di
ascolto, di comprensione, di misericordia. Quanta sofferenza inflitta ai più piccoli
e fragili. Mariti e mogli, genitori e figli, fratelli contro fratelli, cuori sofferenti a cui
basterebbero solo verità e perdono.
Quante volte per non perdere le nostre piccole certezze, il plauso degli altri, ci
laviamo le mani di fronte alle ingiustizie che uccidono la dignità prima ancora della
vita stessa, eppure sappiamo essere molto più clementi con noi stessi perdendo
così l’occasione di prendere coscienza dei nostri errori e cominciare un vero
cammino di conversione.

Preghiamo insieme e diciamo: Donaci un cuore nuovo Signore

Perché tra le mura delle nostre case regnino il rispetto, la tolleranza ed il perdono
reciproco. Preghiamo

Perché nessuno abbia più a soffrire per il pregiudizio, il giudizio sommario e la


calunnia che uccide. Preghiamo

Perché guardiamo a Te, il Condannato innocente, che con lo sguardo carico


d’amore ci ricorda che rimetterà i nostri debiti nella misura in cui li rimetteremo
agli altri. Preghiamo

SECONDA STAZIONE: GESÙ PRENDE LA CROCE


Meditazione
Questa sosta ci invita a chiederci: “Che cosa ha a che fare la croce di Gesù con la
mia vita e la vita della mia famiglia?”
Riusciamo a percepire che la croce di Gesù è l'evento che cambia la nostra storia,
sconvolge la nostra esistenza e quella della mia famiglia?
Ci sono situazioni nella nostra vita che creano un cambiamento dentro di noi,
circostanze dolorose che hanno la potenza di cambiarci ed il Signore, però, ci dona
sempre la possibilità di ricominciare in modo nuovo. La sua presenza silenziosa ci
dona vita nonostante le tante situazioni di morte che dobbiamo affrontare.
La vita continua, nessuno può fermarla, ma con Gesù una speranza si accende.
Viviamo le nostre croci, i nostri fallimenti, i nostri problemi senza disperazione, ma
accoglierli con fiducia, coraggio e forza come occasione per ripartire.
Allora la croce si farà più leggera se portata con Gesù e sollevata tutti insieme.

Preghiamo insieme e diciamo: ABBI PIETÀ DI NOI

Gesù aiutaci ad accettare la croce, a non sfuggirla, a non lamentarci e non lasciare
che i nostri cuori si allontanino di fronte alle fatiche della vita

Gesù donaci coraggio e fiducia davanti al dolore e alla paura, perché ci ritroviamo
sempre deboli e indifesi.

Gesù suscita in noi l'amore per la giustizia perché la vita che conduciamo non sia
trascinata ma vissuta con dignità.

TERZA STAZIONE: GESÙ CADE PER LA PRIMA VOLTA SOTTO LA CROCE

Testimonianza
Tu Gesù sei caduto sotto il peso della Croce dei nostri peccati. Io a causa delle
scelte errate. Nella mia famiglia non si pregava, non si andava in Chiesa, non si
parlava di Dio. Seppur ancora molto giovane, ho iniziato ad allontanarmi dalla mia
famiglia che incolpavo di tutti i miei problemi; c’erano tante tensioni e difficoltà tra
i miei genitori, e cercavo sicurezza e felicità da un’altra parte. Abituato ad avere
tutto, ero incapace di sacrificio, volevo tutto e subito. Dentro soffrivo tanto ed ero
diviso; da una parte sentivo il desiderio forte di voler essere buono, di aiutare gli
altri, di trovare il senso vero della vita, ma dall’altra parte ero confuso perché non
sapevo né dove andare né cosa fare. E restavo a terra immobile. Ma Tu, Gesù, mi
hai dato forza per rialzarmi e riprendere il cammino.

Ripetiamo
Beati i tessitori di fraternità in questo tempo di crisi.
Beati coloro che la mattina si alzano e fanno la loro parte.
Beati coloro che si fanno carico delle altrui fatiche.

IV STAZIONE: GESU’ INCONTRA SUA MADRE

Meditazione
“Gesù incontra sua madre”: quanta tenerezza in questa frase! Esprime quel legame
profondo e indissolubile che lega due persone per la vita. Eppure in questo
incontrarsi c’è tutto il dolore straziante di una madre. Maria ha nel cuore un
enorme peso: tutte le profezie che lei conosceva da sempre ora si fanno realtà, “una
spada ti trafiggerà il cuore” era scritto. Ecco l’immagine di una donna e della forza
di una madre che resta lì, che non abbandona suo figlio, che prende su di sé le
sofferenze, i dolori, le umiliazioni di un innocente e, con lui, di tutta l’umanità. Oggi
nel dolore di Maria vogliamo pregare per tutte le madri che gridano la sofferenza
delle loro famiglie, sono le madri che, a volte disperate, cercano conforto, bussano
a tutte le porte per chiedere un lavoro, per dare dignità ai propri figli, alla propria
famiglia. Superano la vergogna, la ritrosia, a volte si uniscono per darsi forza, per
non sentirsi sole. Queste madri sono l’immagine del coraggio che supera tutto in
nome dell’amore più vero.

Preghiamo insieme e diciamo: Abbi pietà di noi Signore

Per tutte quelle madri la cui voce non siamo capaci di ascoltare perché chiusi nei
nostri egoismi. Preghiamo.

Per le famiglie che non si sentono da noi accolte, capite, comprese. Preghiamo.

Per quei figli soli, diversi, strani, messi ai margini dalla nostra società. Preghiamo.

QUINTA STAZIONE: GESÙ È AIUTATO DAL CIRENEO

Riflessione
In ogni famiglia c’è sempre una croce. Sempre. Una volta è il lavoro che manca o il
lavoro precario, un'altra la fatica di portare a termine ogni giornata tra mille
impegni di grandi e piccini, un'altra ancora è il figlio ribelle o la persona malata,
un'altra ancora il dialogo difficile tra marito e moglie, genitori e figli, il conflitto...
Ma la famiglia non può essere un problema, deve essere prima di tutto
un’opportunità, una risorsa, una benedizione. In famiglia ci sono le difficoltà, è
vero, ma Dio ci chiama all’amore e l’amore si impegna sempre con le persone che
ama.
In una famiglia cristiana ognuno sa farsi cireneo per gli altri, aiuta a portare la
croce della quotidianità, fa il primo passo, mantiene vivo il dialogo, continua ad
amare e l’amore è andare avanti.

Invocazioni
Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci o Signore.

O Signore, noi sappiamo che non esiste la famiglia perfetta, non esistono sposi
perfetti, genitori perfetti né figli perfetti, ma Tu aiutaci a diventare il meglio che
possiamo essere. Preghiamo.

O Signore, fa' che la nostra comunità parrocchiale sappia custodire tutte le


famiglie, soprattutto quelle in difficoltà e le aiuti a ritrovare la speranza e la forza
di andare avanti. Preghiamo.

O Signore, gli anziani e i giovani sono i più fragili nella società di oggi, fa' che trovino
negli adulti un valido punto di sostegno e una sorgente di speranza. Preghiamo.

SESTA STAZIONE: GESÙ INCONTRA LA VERONICA

Meditazione
A differenza di Simone di Cirene che era stato costretto a prendere per un tratto
la croce al posto di Gesù, quello di Veronica è il gesto spontaneo di chi si fa strada
tra la folla e i soldati.
Il suo non è il gesto che imprimerà un nuovo corso agli eventi. Di fatto Gesù morirà.
In fondo, che valore ha asciugare un volto? Quel gesto, però, era tutto quello che
lei poteva fare e l’ha fatto con risolutezza. La Veronica disponeva di un fazzoletto e
con l’umile gesto della carezza non ebbe paura della tenerezza, e colui che aveva
promesso che neppure un bicchiere d’acqua sarebbe rimasto senza ricompensa, le
ha fatto il dono di far rimanere impresso il suo volto proprio su quel fazzoletto.
Ogni gesto di attenzione e di tenerezza verso qualcuno, tesse in chi lo compie la
somiglianza con lo stesso Gesù. Un gesto di tenerezza non passa. Anzi, ogni gesto
di bontà e di comprensione, di servizio e di cura lascia nel cuore dell’uomo un segno
indelebile, che lo rende sempre più simile a colui che “spogliò se stesso, assumendo
la condizione di servo”. Veronica rappresenta l’invito a restare umani proprio
quando maggiore è l’incupimento dei cuori e più seducente l’attrattiva a cedere alla
ferocia e alla violenza.
Ci sono dei momenti in cui senti che devi muoverti ma, talvolta, la paura di restare
compromesso ha la meglio. Ma la paura la vince solo chi ama. Solo chi ama non
ha un “proprio” in cui ritirarsi. L’amore vero si manifesta proprio nella
compassione, nella capacità di entrare nella stessa sofferenza dell’altro fino a farla
propria. Quello della Veronica non è il gesto della solidarietà ma dell’appartenenza:
quell’uomo e quella sofferenza le appartengono.
Cosa sarebbe il mondo senza il gesto di una Veronica? Cosa sarebbe la nostra vita
senza il gratuito che non calcola e perciò è fuori della logica dell’utile e del profitto?
Ne abbiamo fatto esperienza tante volte quando qualcuno ci ha sorriso o magari ci
ha salutato o forse ci ha incoraggiato o, più semplicemente, ci ha accarezzato.

Preghiamo insieme e diciamo: Ti ringraziamo Signore

Per le volte in cui le nostre famiglie travolte da malattie, eventi drammatici o


luttuosi, sono state supportate, consolate o semplicemente ascoltate. Preghiamo.

Per coloro che sono gli “angeli della quotidianità” che ci aiutano nell’educazione dei
nostri figli, nel venirci in soccorso quando in famiglia ci troviamo in difficoltà.
Preghiamo.

Per tutti i volontari che si preoccupano di soccorrere le famiglie che arrivano nel
nostro Paese per sfuggire a guerre, soprusi o alla ricerca di un futuro migliore.
Preghiamo.

SETTIMA STAZIONE: GESÙ CADE PER LA SECONDA VOLTA

TESTIMONIANZA
Ho iniziato così a nascondere i miei sentimenti e la mia sensibilità, di cui mi
vergognavo e spaventavo, prima comportandomi in modo grossolano e superficiale
con la gente che frequentavo, e dopo usando l’alcool e le prime droghe. Ho
continuato la mia discesa per qualche anno convinto di vivere una vita più bella
degli altri, non volendo assumermi nessuna responsabilità. Quando ho incontrato
l’eroina pensavo di aver trovato la soluzione ideale ai miei problemi, ma mi
sbagliavo! Dopo i primi mesi di falso benessere sono arrivati gli anni delle tenebre,
della solitudine, della falsità. Ogni tanto qualche desiderio di cambiamento si
traduceva in una caduta nuova e sempre più profonda, ed io diventavo sempre più
falso e più convinto che non ci fosse una via d’uscita. Ho perso ogni sentimento e
mettevo al primo posto solo e soltanto il mio bisogno di droga e alcool. A volte,
stanco di tutto, desideravo morire e non svegliarmi più, consapevole della falsità e
del male in cui vivevo. Eppure, in tutto quel buio, il Signore ha visto la mia
disperazione e ha portato la luce nella mia vita. Una notte ho gridato forte nel cuore:
“Signore, se esisti aiutami, non voglio più vivere così!”.
Gesù tu schiacciato al suolo sotto il peso della croce dei miei peccati mi hai dato
tanta forza e la tua mano attraverso questa comunità che mi accolto per
risollevarmi dalle mie molteplici cadute. Grazie Gesù.

Preghiamo insieme dicendo: Ascoltaci Signore.

O Signore in un mondo di feriti ed esclusi ci sia qualcuno che si china e lenisce.


Preghiamo.

O Signore in un mondo di prepotenze e arroganze, ci sia qualcuno che crede nella


mitezza d’animo e di cuore. Preghiamo.

O Signore in un mondo di fame e ingiustizie ci sia qualcuno che ancora non ha


cancellato la sete di giustizia. Preghiamo.

O Signore in un mondo di durezze e spietatezze, ci sia qualcuno che ha il volto della


tenerezza e della compassione. Preghiamo.

OTTAVA STAZIONE: GESÙ INCONTRA LE PIE DONNE DI GERUSALEMME

Meditazione
Nel cammino del Calvario Gesù incontra le donne che piangono per lui.
Donne che versano lacrime.
Le donne sono figure importanti nei delicati equilibri familiari e versano spesso
lacrime.
Le lacrime delle madri per i figli, figli sofferenti, morti, delle spose maltrattate, delle
figlie incomprese, delle giovani e delle bambine tenute prigioniere da mentalità
retrograde, le lacrime delle anziane che vedono sgretolarsi le proprie famiglie.
Le parole di Gesù non sono un invito al pianto sterile, al lamento fine a se stesso,
ma un invito ad alzare il tiro ed essere "presenze vive" nelle proprie famiglie
riconducendo a Lui ed alla fede nel suo aiuto il proprio agire quotidiano, perché
dalle piccole cose si possa arrivare alle grandi rinnovando i rapporti familiari che
sono alla base dei rapporti tra gli esseri umani
Dacci Signore la forza di guardare con occhi sinceri le nostre vite familiari e di
asciugare le lacrime ed agire sicuri di avere il tuo aiuto.

Invocazioni
Preghiamo insieme: Donaci la tua forza. Signore

Dona a tutte le donne del mondo la forza di essere presenza viva, aiuto concreto
nelle difficoltà delle famiglie e capacità di affidarsi sempre a Te.
Preghiamo

Per le madri che piangono per i loro figli lontani, in difficoltà, annegati nel mare
dell'indifferenza, carcerati, soli... Perché il loro pianto, ricadendo su questi figli, sia
di conforto e di forza nel pensiero che tu sei con loro.
Preghiamo

Per le donne che piangono sulla loro condizione di schiave, per la mancanza di
rispetto, dignità, libertà, per quelle che ogni giorno subiscono violenze in famiglia,
perché trovino in Te la forza di combattere con amore contro la loro condizione. Ti
preghiamo

NONA STAZIONE: GESÙ CADE PER LA TERZA VOLTA

Meditazione
La carità unisce e costruisce. La carità assume, purifica ed eleva tutte le realtà
dell’esperienza personale di ogni giorno. La carità è aiutare gli uomini a rialzarsi
dalle cadute, a camminare, a diventare responsabili della loro vita, perché tutti ci
facciamo prossimi ai fratelli che incontriamo lungo i nostri percorsi, per assumerci
addosso il destino e la croce degli altri. L’esistenza del cristiano trova il senso di sé
nel paradosso dell’esistenza per gli altri, che si innalza abbassandosi, raggiunge la
vita attraverso la morte, conquista la vita donandola. Che cos’è l’amore del
prossimo se non vediamo il vicino della porta accanto che sta nei guai o il disperato
che gira per le vie aspettando una risposta che nessuno gli sa dare? In lui vediamo
è presente il Cristo a terra sotto il peso della Croce.

Testimonianza
L’esperienza che vivo nell’opera caritevole mi ha aiuta a discernere e a rispondere
a Dio con gioia e fiducia. I momenti vissuti nei lavori semplici e quotidiani, in un
silenzio pieno della presenza di Dio, hanno costruito una relazione nuova e più
profonda con il Signore. La vita nella chiesa universale è oggi per me un dono
immenso: vivo il mio servizio nelle fraternità, dove ho l’opportunità di accogliere
tanti giovani e famiglie che chiedono aiuto, potendo contemplare tutto quello che il
Signore opera. Grazie a Te, Gesù, perché sei amore, misericordia e perdono, e
perché mi hai scelto per essere un figlio e un testimone della tua Divina
Misericordia.

Preghiamo insieme dicendo: Ascoltaci Signore.

In un mondo di corruzioni e intrighi che ci sia qualcuno integro e retto di cuore.


Preghiamo.

In un mondo di guerre e di violenze che ci sia qualcuno intrepido costruttore di


ponti, di comprensione, di rispetto e di pace.

In un mondo di convenienze e opportunismi che i sia qualcuno disposto ad agire


di persona per la difesa della verità e dell’altro.

DECIMA STAZIONE - GESÙ È SPOGLIATO DELLE VESTI

Gesù è spogliato delle sue vesti; gli è tolto l’abito, gli è tolta la dignità sociale, quella
posizione che nella società lo fa essere qualcuno. Ora non è più nessuno, la sua
pubblica spoliazione lo apre all’emarginazione e al disprezzo e come, nel ricordo
della cacciata dal paradiso, lo splendore di Dio sembra venuto meno. Ora si trova
lì, nudo ed esposto, denudato, e si vergogna. Gesù, in questo modo, assume ancora
una volta la situazione dell’uomo caduto. Quella veste, quello splendore, è oggetto
di un miserabile ed incomprensibile scherno: sotto la croce i soldati tirano a sorte
per dividersi i suoi miseri averi, le sue vesti. Così era ad essere e nel suo dire ai
discepoli di Emmaus Gesù rammenta tutto è accaduto “secondo le Scritture”.
Niente è pura coincidenza, tutto è nella Parola di Dio. La tunica di Gesù, “tessuta
tutta d’un pezzo da cima a fondo” (Gv 19, 23), che accenna alla veste del sommo
sacerdote, la quale era “tessuta da un unico filo”, senza cuciture, riassume la
redenzione a una perdizione umana sperimentata a più e diversi livelli, tanto al
perdersi attuale della sacralità della famiglia. Il Cristo, il vero sommo sacerdote,
che vive nell'umiltà del cuore di ognuno, nella sua spoliazione ricorda quanto la
mancanza di solidarietà e di fraternità, possa colpire altri alimentando ingiustizia,
amarezza, violenza, beffando oltremodo la dignità dell’altro.

Preghiamo insieme dicendo: Kyrie eleison.

Signore Gesù, che riversi su tutti gli uomini il tuo perdono che dà la vita, Kyrie
eleison. Kyrie eleison.

Signore Gesù, nostro giudice che svelerai le intenzioni dei cuori, Kyrie eleison.
Kyrie eleison.

Signore Gesù, nostra speranza per questa vita e per la vita eterna, Kyrie eleison.
Kyrie eleison.

STAZIONE XI: GESÙ INCHIODATO ALLA CROCE

Inchiodato alla croce.


Un chiodo nella mano destra.
Un chiodo nella mano sinistra.
Un chiodo per tenere fermi i piedi.
Ferite che lacrimano sangue.
Il Tuo corpo quasi nudo.
Senza difese.
Senza possibilità di muoversi.
Senza possibilità di vivere.
Gli altri T'invitano a scendere.
Gli altri Ti deridono.
Ma Tu rimani inchiodato alla croce.
Quante volte noi genitori siamo inchiodati alla croce?
Quante volte sentiamo il peso delle nostre responsabilità?
Quante volte siamo bloccati dall'essere genitori?
Quante volte il Diavolo c'invita a scendere dalla croce?
Noi non scendiamo perché quella croce, quei chiodi sono la FAMIGLIA
la strada di vita che ci hai indicato Tu, Signore
la strada cui vogliamo essere inchiodati:
la strada dell'amore!

Preghiamo insieme e diciamo: donaci la forza oh Signore

Oh Signore, donaci la forza di indirizzare i nostri figli sulla strada dell'educazione,


del rispetto e dell'amore verso il prossimo. Preghiamo.

Oh Signore, donaci la forza di resistere alle tentazioni del diavolo, che vuole farci
scendere dalla croce, per percorrere una strada di famiglie disgregate senza amore!
Preghiamo.

Oh Signore, fa che il peso delle nostre responsabilità genitoriali, diventi energia per
percorrere la strada che ci hai indicato. Preghiamo.

XII STAZIONE: GESÙ MUORE IN CROCE

Meditazione
La narrazione della Passione non ha bisogno di commenti ma solo di un immenso
e intimo silenzio. È necessario sostare sotto la croce, contemplarla, per accogliere
e comprendere cosa accade tra Maria, Gesù, Giovanni. Gesù è sulla croce, Maria
non parla, Giovanni non parla e neanche le donne che sono con loro. Chi parla lo
fa solo per insultare, provocare, bestemmiare.
Maria, in silenzio sotto la Croce, rappresenta chi ama. Il discepolo amato invece è
la rappresentazione di chi è amato. Ma nessuno può essere solo amore che ama né
essere solo colui che viene amato. Non c'è possibilità di vita e di respiro
nell'assolutezza isolata di queste due posizioni. Affidando Maria, la madre che ama,
al suo discepolo amato Gesù fonde in terra ciò che è già unito in Dio: un amore
amante amato.
Gesù porta così sulla terra nel momento di dolore e paura più intensi e dolorosi
della sua vita, la reciprocità dell'amore fra gli uomini; porta Dio tutto in tutti.
L'umanità nuova comincia solo nel momento in cui chi ama è capace di farsi amare
e chi è amato impara ad amare.
Questa pienezza e reciprocità dell'amore è il compito ultimo della missione del Figlio
che ora può dire "tutto è compiuto" e riconsegnare lo Spirito.
Sulla Croce, lì dove sembrava manifestarsi la sconfitta di Gesù e la fine della
speranza di cui la Sua parola è stata promessa, comincia davvero la nostra storia
di grazia.
Sulla Croce, dove tutto si compie, dove l'amore di Dio si consegna a noi
interamente, nel silenzio che la circonda, noi dobbiamo fissare lo sguardo. Se
abbiamo il coraggio di restare lì abbandonandoci a Lui come Egli si è abbandonato
alla volontà del Padre, cambia tutto il nostro modo di concepire la vita e il mondo.
Gesù "china" il capo, l'innalzarsi del Figlio dell'uomo è in quel chinare il capo di Dio
sull'umanità intera. E lo Spirito che Egli consegna è quello spirito che fa nuove
tutte le cose, è lo spirito che toglie il cuore di pietra e ci dona un cuore di carne
capace di amare e abitare la terra, è quello spirito che ci fa figli nel Figlio e che, se
lo sapremo accogliere dentro di noi, ci renderà capaci di vivere come Lui ha vissuto.

Invocazioni
Preghiamo insieme dicendo: Ascoltaci Signore.

Padre, ti preghiamo con le parole di papa Francesco, aiutaci a rendere le nostre vite
delle nostre famiglie belle, sostieni il nostro spirito nell’affrettarci nell’aiuto l’uno
all’altro, a darci la mano, a rendere il nostro cuore nobile. Preghiamo.

Signore, a volte le nostre relazioni si fanno pesanti, diventano rumorose. Aiutaci a


sostare in silenzio davanti le nostre povertà, rendi il nostro sguardo tenero, docile
all’altro perché possa migrare nelle nostre relazioni il dono della misericordia.
Preghiamo.
XIII STAZIONE: GESÙ È DEPOSTO DALLA CROCE

Meditazione
Come diceva don Tonino Bello "è vero ogni cristiano deve accogliere la sua croce,
ma deve anche schiodare tutti quelli che vi sono appesi". Noi oggi siamo chiamati
a farci servi degli ultimi, partendo dalla nostra famiglia, aiutando chi si sente
oppresso con la nostra comprensione, non allontanandolo da noi; liberare chi è
prigioniero del proprio peccato senza giudicare.
Oggi purtroppo una separazione sembra la soluzione più giusta e facile da adottare,
ma è la più sbagliata che ci possa essere, dobbiamo essere coraggiosi e saper
comprendere chi ha sbagliato e riuscire a perdonare proprio come Gesù che dalla
Croce ha perdonato i suoi crocifissori.
Dobbiamo confortarci a vicenda nel momento del dolore per non abbandonarsi alla
disperazione; ascoltare di più i nostri figli che troppo spesso riteniamo sbagliati
solo perché non crescono secondo un nostro modello ideale, capire i loro disagi, le
loro attitudini e accompagnarli nella crescita senza mai farli sentire inadeguati, ma
aiutandoli a fare emergere le loro virtù.
Invocazioni
Preghiamo insieme dicendo: Ascoltaci Signore.

SIGNORE, aiuta noi genitori ad accompagnare i nostri figli nella crescita, stando
un passo indietro, senza mai farli sentire inadeguati anzi aiutandoli a far emergere
le loro virtu’. Preghiamo.

SIGNORE aiutaci a comprendere che un anziano che vive in famiglia non è un peso,
ma un dono prezioso da curare e da cui trarre importanti lezioni di vita. Preghiamo.

Nel momento della crisi coniugale, SIGNORE, rendici coraggiosi affinché possiamo
comprenderci e superare tutto con la forza dell’amore. Preghiamo.

XIV STAZIONE: GESÙ È DEPOSTO NEL SEPOLCRO

Meditazione
Gesù, Maria e Giuseppe, la Famiglia di Nazaret voluta da Dio Padre per manifestare
visibilmente la Comunione di amore che vincola fra loro le tre Persone della Trinità
nell’unità della stessa sostanza divina, sembra dissolversi con la deposizione di
Gesù nel sepolcro. Maria, la madre di Gesù, viene affidata a Giovanni; l’apostolo
più vicino a Gesù, mentre noi, suoi discepoli in quanto membri delle tante
comunità di credenti in Lui, diffuse su tutta la terra, venivamo affidati a Sua madre,
Maria. Ma una nuova famiglia viene costituita quella dei figli di Dio: i discepoli del
Maestro.
Con la deposizione di Gesù nel sepolcro e, dopo aver posto la gran pietra rotolata
sulla porta del sepolcro scavato nella roccia, sembra ormai tutto finito.
Ma non è così. La Vita nuova sorgerà proprio da lì. Se il chicco di grano non muore
marcendo nel terreno non diventerà un nuovo germoglio. È una fine che segna un
nuovo inizio. E sarà primavera per tutta l’umanità.

Preghiere
Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci Signore.
Signore, aiutaci a percorrere fedelmente la nostra via; a trovarti dove tu hai voluto
porci; a trovarti nella mia famiglia, accettandone tutti i Suoi membri; a trovarti
nella comunità cristiana dove tu ci attendi per cooperare con i nostri fratelli, in
spirito di servizio disinteressato ed attento. Preghiamo.

Per i genitori anziani e abbandonati dai figli, per i figli trascurati, affidati a cuor
leggero a persone senza valori umani e religiosi; per i coniugi in crisi, per le coppie
in continuo contrasto fra loro; per le persone sole. Preghiamo.

XV STAZIONE: GESÙ RISORGE DALLA MORTE

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