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Concetto di eterogeneità ordinata

Compare proprio negli anni Sessanta la fondamentale nozione (il concetto è presente
nell’Introduzione al saggio Empirical Foundations for a Theory of Language Change di Uriel
Weinreich, William Labov e Herzog) :

“it will be necessary to see language – whether from a diachronic or a synchronic vantage –
as an object possessing orderly heterogeneity” (Labov – Weinreich-Herzog 1968, p. 100).

Con eterogeneità ordinata, espressione che costituisce un ossimoro in quanto unisce


concetti apparentemente non coniugabili in quanto in antitesi, si vuole evidenziare in maniera
netta che la lingua non è omogenea, ma è estremamente diversificata, variabile e
eterogenea.

Gli studi di Willam Labov su questo tema e in particolare sulla variabilità delle lingue o
variazione linguistica gli hanno dato fama internazionale al punto che ci si riferisce a questa
branca della sociolinguistica non solo con variazionistica ma anche con il temine di
linguistica laboviana .

Ogni sistema linguistico è dotato di orderly eterogeneity ovvero di una variabilità che è
governata da regole: con eterogeneità ordinata si intende

infatti focalizzare una caratteristica centrale dei sistemi linguistici che è quella di essere
eterogenei: tale eterogeneità non è né casuale né immotivata, ma si caratterizza per una
sua logica e ordine (l’aggettivo orderly nella terminologia di Labov infatti significa “ordinato,
strutturato” e viene utilizzato proprio per sottolineare che l’eterogeneità si configura in
maniera regolare).

William Labov e la sociolinguistica di matrice americana a partire dagli anni Sessanta hanno
cominciato a fare della variazione e della eterogeneità delle lingue l’oggetto centrale delle
indagini in quanto aspetto centrale del comportamento linguistico.

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