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MICHELE VIANELLO Coordinatore Commissione ICT APSTI e Direttore Generale del VEGA Il Cloud per la Pubblica Amministrazione non

n esiste; esistono le tecnologie Cloud, che sono le stesse sia per il pubblico che per il privato. Certamente per lutilizzo pubblico dei dati bisogna considerare lesigenza di una normativa, ma non vorrei che si esagerasse da questo punto di vista. Non che un Comune di 5mila abitanti oggi sia ben attrezzato sul disaster recovery perch ha un proprio server e invece si espone a un rischio se utilizza una tecnologia Cloud, anzi il Cloud Computing pu rafforzare fortemente i profili di sicurezza sotto ogni profilo. La previsione di Gartner sulla spesa IT in Italia fino al 2014 vede al contrario che in tutto il mondo perdere investimenti nel settore delleducazione. Il settore del government crescer pochissimo, mentre crescer dell1,9% la spesa IT in sanit. Se questi dati sono veri, risulta chiaro che luso delle risorse IT nel mondo della Pubblica Amministrazione deve ricevere molta attenzione, mettendo al primo posto lutilizzo delle tecnologie Cloud. Al primo posto il Cloud risulta anche nelle priorit indicate dai ricercatori di Gartner dai principali CEO delle aziende IT italiane ed europee. La virtualizzazione, tema ad esso assai collegato, risulta poi al secondo posto. I CEO delle aziende private pongono il Cloud come assoluta priorit perch devono presentare i conti alle proprie aziende e perch devono recuperare produttivit. Non che i rischi vengano sottovalutati, ma vengono affrontati con la consapevolezza dellurgenza di recuperare competitivit. Non capisco allora perch questo approccio non sia condiviso anche dagli amministratori pubblici. La privacy e la sicurezza sono importanti, ma non ci si pu prendere dieci anni per legiferare su un settore (come quello del ICT) in cui ogni giorno viene presentata una innovazione. I tempi dettati dalla curva dellinnovazione nellICT (legge di Moore) non sono quelli della legislazione che vuole normare il mondo, anche la PA ha ormai a che fare con competitors internazionali e non pu pi trincerarsi nel suo immobilismo dietro la norma. Nel caso in cui si decidesse in Italia di fare seriamente una politica di sviluppo del Cloud Computing, tra il 2011 e il 2015 si svilupperebbero 81mila nuove piccole e medie imprese e 456mila nuovi posti di lavoro. Ci sarebbe dovuto al guadagno in efficienza, produttivit, risparmio di costi e qualificazione del personale. La qualificazione del personale fondamentale anche allinterno della Pubblica Amministrazione, specialmente nel rapporto con i fornitori privati. Quando si scelgono soluzioni Cloud, si mette in discussione la tradizionale gestione dei dati di tanta parte del mondo pubblico. Bisogna essere consapevoli che non ci sar continuit culturale tra gli attuali gestori dei CED e coloro che gestiranno il Cloud Computing: esistono rotture culturali profonde, ed bene che anche i vendors ne abbiano piena consapevolezza. David Weinberger, che nel 1999 ha rivoluzionato gran parte della cultura del marketing con il suo Cluetrai Manifesto, e oggi uno dei guru pi seguiti e consigliere di Obama, ci avverte che le-government non nasce digitalizzando ci che gi esiste. Gi digitalizzare lesistente in Italia sarebbe unoperazione straordinaria, ma in rete esiste un dibattito e una ricerca che esce dai canali tradizionali e che rappresenta una straordinaria ricchezza da saper cogliere. Bisogna rendersi conto che il Cloud Computing rappresenta anche una rivoluzione nei modelli organizzativi.

Oggi il tempo del coworking e del nomadic work, sistemi organizzativi e sociali attraverso i quali si recupera produttivit, si fanno lavorare assieme persone di diverse realt sia pubbliche che private e si diminuiscono gli sprechi. Una parte rilevante della nuova occupazione si sta realizzando secondo parametri diversi rispetto al passato. Il nomadic work non si pu fare senza strutture Cloud. Il Cloud a cui penso io soprattutto il Software as a Service, ovvero il modello che in questo momento a mio avviso potrebbe essere il pi importante per la Pubblica Amministrazione. Parlo della possibilit di avere a disposizione sempre la propria scrivania virtuale indipendentemente dal luogo in cui si , o di poter utilizzare il VoIP ovunque si . Ladozione di questi strumenti non implica la necessit di varare nuove norme, ma necessita di una diversa mentalit, di una diversa cultura e di una diversa organizzazione del lavoro. Dirigo un Parco Scientifico, il VEGA, a settembre inaugureremo il primo laboratorio di sperimentazione di Cloud per le piccole e medie imprese. Al suo interno verranno sperimentate prima dellacquisto da parte dellutente piattaforme sia open source che proprietarie. Perch tutto ci non pu essere fatto anche per le Pubbliche Amministrazioni? C bisogno di una norma? Non credo: un servizio che pu essere fornito tranquillamente e che pu consentire recuperi di efficienza e produttivit. stato detto, e io lo condivido, che le Pubbliche Amministrazioni devono dotarsi di proprie professionalit per non legarsi eccessivamente ed esclusivamente ai vendor. In questo senso il Parco Scientifico un luogo che pu dare tutta lassistenza del caso anche alle Pubbliche Amministrazioni. Sono assolutamente convinto che questa sia una prima delle prime operazioni possibili e che vanno fatte, anche sotto il profilo della sostenibilit ambientale. Un altro grande tema collegato alladozione del Cloud da parte delle Pubbliche Amministrazioni quello dellOpen Government. Nel momento in cui si decide di avere architetture aperte, uniformit di formati e disponibilit di dati, chiaro che si deve avere la possibilit di conservare e rendere disponibili i dati in rete e consentire i mashup. Consiglio di andare a vedere sul sito www.data.gov per capire come il Governo USA utilizza la georeferenziazione di propriet pubblica. I cittadini liberamente usano Apps (per IPhone, Android, Windows, ecc.) per poter usufruire del dato pubblico georeferenziato. Il Ministero dellAmbiente USA ha a disposizione mappe di straordinaria qualit prese in tempo reale via satellite che danno unidea dinamica del territorio e non statica come quella fornita dai voli realizzati spesso dai nostri enti locali. Perch anche da noi non possibile fare la stessa cosa e mettere a disposizione i dati in formato libero e aperto anche per gli Istituti di Ricerca, o per i privati che vogliono sviluppare applicazioni e magari anche per farci business? Chi discute di citt intelligenti non pu non avere a disposizione una fortissima base cartografica georeferenziata. A proposito di dati e social network, voglio citarvi lesempio del portale www.bannerhealth.com, che utilizza Twitter per favorire una relazione di preospedalizzazione tra medico e ammalato. Il paziente, prima di arrivare in ospedale, comunica quali sono i suoi sintomi e il medico sempre via Twitter lo assiste fornendo una prima assistenza.

La cosa interessante che i tweet rimangono a disposizione di tutti coloro che consultano il portale. La conoscenza diffusa attraverso un social media diventa, in questo caso, un dato utile, che pu essere utilizzato da unASL cos come da un professionista o da un semplice cittadino. Mi rendo conto che questesperienza si pone oltre la norma, ma se lo fanno negli USA perch non lo posso fare in Italia? Perch non si possono adoperare questi strumenti per il bene comune? La cosa su cui io mi sto sempre di pi interrogando la quantit incredibile di dati che vengono generati ogni giorno in unarea urbana. Non appena linternet degli oggetti comincer a diventare una cosa pi reale e diffusa, si potranno sviluppare applicazioni molto interessanti. Il mio sogno di vedere gli autobus con un sensore che misura la qualit dellaria e non memorizza i dati in remoto per scaricarli la sera in una centrale, cosa che non serve a nessuno, ma li trasmette in tempo reale. Il dato sullinquinamento si potrebbe poi incrociare con quello del livello dei tumori in una determinata area e magari si potrebbero mettere i risultati a disposizione della comunit dei medici per studiare le cure preventive. Un esempio concreto di utilizzo virtuoso dei dati georeferenziati il software open source Iris (http://iris.comune.venezia.it/), frutto, quando facevo lAmministratore del Comune di Venezia, di un mashup tra la cartografia Bing di Microsoft e i dati anagrafici del Comune al fine di raccogliere le segnalazione puntuali dei cittadini sui problemi di manutenzione urbana. Abbiamo mesciato una risorsa presente in rete, non proprietaria, con i dati della Pubblica Amministrazione e abbiamo realizzato un prodotto che stato premiato al FORUM PA e viene ormai copiato ovunque. Io penso che fare il bene pubblico significhi mettere sempre pi dati a disposizione di una comunit consapevole; il Cloud serve a mettere insieme i dati decidendo chi li ordina, quali sono le priorit e chi vi pu accedere.

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