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LEGGI SCALE DEL MULTIMETRO RIVELATORE AMPLIFICA L'UDITO iWvianenro (coon | MUSICALE | Grande formato, centinaia di foto anche a colori, testi scritti con semplicita da tecnici competenti, Ogni manuale costa lire 15.000. 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Tl personal computer: come funziona, com’é fatto dentro, quali sono i suoi pregi ¢ i suoi difetti ELETTRONICA PRATICA, fivista mensile, Prezzi 1 60 pia L. 6.000. Arratrto L £2,000. Abbonamento tale per un anno: 11 fascical con {ester cigitale in omaggio L 186.000. Estero Europa. 99.000 tric, Ameriea, Asia 120,000. Conte carrente postale N°"11645187. Sede legale: Miano, Via G. Govo- ‘ne, 58. La pubblicté non su pera il 70%. Autorzzazione ‘Tribunale Civile ci Mitano N= 74 cel 29-12-1972, Stampa: Litogratica, Via. Da Vine, 200'2 Cuggiono (Mi). DI STRIBUZIONE A.26. 20, Via Fortezza, 27 20°28 ‘Milano - tel. 0272526, ‘Tet nto propriet ast ce @letorana risorvai. 1 ma ‘seit, icisegni fe fotogra fe, anche se non pubblcat en sirestiuiscono. La vista ELETTRONICA PRATICA ron assume alcuna rego0nsa: ‘bata ore a conforma ale aera anamadlscuez Clacson musicale per avvisare Dip meter a transist Amplificatore per debol senza spaventare, rendendo un utile strumento per tutti d'udito: un dispositivo gradevale e melodioso ali appassionati che risolve il problema il suono di avvertimento, di radioteenica, della parziale sordita, 2 Electronic news 4 I muttimetro 10 La propagazione delle onde radio 14 __ Teleavviamento di potenza 20 1 personal computer 24 Le funicelle 28 Clacson musicale 36__Dip meter a transistori AO Rivelatore di perdite d’acqua 48 Amplificatore per deboli d'udito 54 Segnalatore dicontimuita 56__Lettere dei lettori 59 __ Kit: i sempregiovani Fotografia: REDAZIONE Dino Ferretti tel. 0143/642492 UFFICIO ABBONATI @ Tel, 0143/642232 craaveazeng 10 ABBONAT) © Teli} EMSS, ax 01431683882 Labbonamento a AMMINISTRAZIONE ELETTRONIGR PRATICR Progen, atovagreazaga, | “eyrnQNcA PRAT’ ABBI Gorrado Eugenio PUBBLICITA da quaisiasi mose P| 0 onion pus cssere lentesto tet Selapsober ‘anche per tlatono Selessooras ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993 - Pag. 1 ELECTRONIC La nuova etichettatrice Casio KL-2000 consente di stampare, in modo rapido e semplice, bellissime etichette autoadesive Le parole da stampare sull’etichetta vengono scritte su un display a cris Hi liquidi utilizzando la tastiera con lettere ¢ numeri disposti come in una macchina da scrivere econ in pit i co- mandi simili a quelli di un computer. Sull’etichetta possono essere scritti numeri o parole ed eseguiti piecoli di segni; si possono scegliere diversi ti pi di scrittura e due dimensioni dei ca- ratteri, I nastri esistono di 2 altezze: 18 mm, pit adatta.per videocassette 0 dorsi di classificatori e 9 mm, uti lizzabili anche per le cassette audio. Sul nastro piti alto € possibile scrive- re una sola riga con i caratteri pitt grand o due righe con quelli pit pic voli Questa etichettatrice possiede poi due eccezionali novita: la prima é la pos- It nastro stampato esce dall’etichettatrice e viene tagllato dolla giusta misura tirando la levetta. sibilita di stampare numeri sottofor- ‘ma di codici a barre (quelli che si pos. sono leggere con il mouse de! compu: ter), Basia digitare il numero che ci interessa e premere il tasto CODE: anziehé in numeri arabi vedremo I'e- tichetta uscire stampata in codice a barre. Questa funzione é indispensa- bile per etichettare le merci poste in vendita e farne poi leggere il prezzo da un computer La seconda noviti ¢ il nastro decal- cabile a caldo; si stampa Vetichetta desiderata e poi con il ferro da stito Ja si decalea su qualsiasi tipo di stof- fa. La seritta & indelebile e resiste a svariati lavaggt. Infine un ineredibile aocessorio: la co. py pen, permette di trasferire sull’eti- cheita qualsiasi disegno, scritta 0 marchio su cui venga passata. Costa lire 431,000, Distribuita da leal (20145 Milano - Corso Sempione, 39 tel. 02/33104090) Tolta [a pollicola di carta protettiva Vetichetta autoadesiva pud essere applicata su qualsiasi material ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993 - Pag. 2 NEWS I termistore é un particolare tipo di re- sistenza che varia il suo valore secondo fa temperatura. Qui prendiamo in con- siderazione il ipo denominato NTC (ab- breviazione del corrispondente inglese di coefficiente di temperatura negativo) la cui caratteristica é quella di diminuire la resistenza (e quindi aumentare la corren- te da cui é attraversato) in proporzione alVinnalzarsi della temperatura cui € sot- toposto, Se colleghiamo il componente ‘Se mai vi € capitato di allontanarvi trop- po con la barca dalla riva vi sarete tro vati sperduti in un immenso cerchio az~ zurro dove Vorizzonte terrestre era spa- rito e senza punti di riferimento una di- rezione valeva Valtra, In un caso del ge~ rere una semplice bussola pud bastare a trarci d'impaccio e permetterci di tor- are a terra ma per tentare questo di avventura é indispensabile saper ef- fettuare la navigazione strumentale per poter, in caso di avaria 0 pericolo, co- municare la nostra esatta posizione. Ensign GPS ¢ il primo strumento di na- vvigazione appositamente ideato per sta- re nel palmo della mano. II potente com- puter di navigazione ¢ Vantenna incor- porata fanno il punto in qualsiasi loca ELECTRONIC A TERMISTORE U'Ohmmetra di un multimetro digitale 3. vealizato un termometto. Uni- co inconvensente: la scala del multime- ‘non ¢ tarata in gradi bensi in Ohm. ‘pumeri che vi compaiono dan- ‘no un‘indicazione in una scala scono- sseiuta dal punto di vista termico. A ri- ia scala in due portate, gradi cen- adie Fahrenheit, ci ha pensato la dit- che costruisce questo termometro a termistore, Lralimentazione ¢ data da una batteria a9 V, La durata é di 200 ore continua- ‘ive, che significa poter effettuare 36.000 sure di 20 second ognuna prima che ia baiteria sia scarica, 1 eristalliliquidi del visualizzatore alti 127 mm garantiscono una perfetta let- ura anche in condizioni diffcili, La sonda ad immersione contenente I'e- lemento sensibile alla temperatura é col- uta allo strumento tramite un cavo flessibile che permeite una notevole li- bert di movimento e facilita di misura- mmenifore dello strumento é realiz~ (9 in un unico pezzo stampato in pla- ABS autoestinguente, antipolvere ¢ antiurto. Costa lire 193.000. Masauto- mazione (20100 Segrate - MI Via Ga Galilei, 18/20 - tel. 02/26922090}. RICETRASMETTITORE 144-432 MHz Questo ricetrasmettitore in modulazione di frequenza copre le due bande VHF- UHF assegnate ai radioamatori Ini trasmissione lo stadio finale ha un'elevata potenza (50 Watt di radiofrequen- za sui 144 @ 35 Watt sui 432 MHz), Potenze inferiori possono essere impiegate a seconda delle nostre esigenze. Il trasmettitore pud essere usato anche come cerea persone, Su entrambe le bande in ricezione la ricerca delle stazioni viene effettuata da un VFO (oscillatore a frequenza variabile) programmabile; con esso possono essete memorizzati fino a 50 canali mentre un sistema di commutazione elettro- nico consente di ascoltarne due contemporaneamente per vedere su quale una chiamata in arrivo, Il frontalino di questo apparato é estraibile per non indurre in tentazione i max lintenzionat Sichiama TM 732 E, costa lire 1,400,000 ed & prodotto dalla Kenwood (. Milano - Via Arbe, 30 - tel. 02/6884741), 20100 PALMO DI MANO ta ¢ in tutte le condizioni atmosferiche, con un margine di pochi metri. 3 fornisce, tra M'altro: latitudine, dine, altitudine e velocita in tem- lire naturalmente all'ora esat- sore grafico di rota, calcoli 11 di migazione, memorizzazio- i rotla, determinazione au- parcorso di gara olimpico. indicazioni sono in italiano. dell’antenna ¢ del ri- di operare anche al- ‘cazioni di legno o di 1a € sempre possibile enna esierna opziona 900,000. Champion Marine a Pesgolesi, 6 ~ tel ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993 - Pag. 3 ___ CORSO ELEMENTARE DI ELETTRONICA "esame delle mo- dalita di uilizzo de! nostro multimetro digitale, passando ora ad interessarsi delle misace di resistenza, sia nei valori pili convenzionali per i veri e propei re: sistori di normale impiego nei ciccuti elettrici sia nei valor pit ali (ipici del- le misure di isolamento) ed in quelli pit bbassi (tipici delle misure di conduzione elettrica) Per far cid, dovremo portare indice della manopola di misura su una delle 5 portate del settore verde, quello per Bram, in quesia second ed ultima puntata SELETTORE e quella di eonduzione cisolamento si eseguono scegliendo una delle portate degli ‘Ohm (2). (SECONDA PARTE) intenderci contrassegnato con 2 La prima posizione a partite dall'alto € quella corrispondente alle misure di valore resistivo pili elevato, fino a2 M2 (2000 K significa appunto 2000 k0; la seconda posizione serve per misurare resistenze fino a 200 KO, e cosi via per i valori pit bass, fino al valore mini- ‘mo di portata (la quinta), corrisponden- te a 200 9 di fondo seala Sempre allo scopo di prendere confi- denza con il funzionamento del nostro strumento, cominciamo col vedere co- sa esso indica se si fanno le misure su un intertuttore qualsias. Se T'interruttore ha i contatti aperti, i display indica 1, cioé il valore di fuori scala; infati il valore di resistenza in questo caso é ben superiore ai 2 MO di portata (Vsolamento di un normale di- spositivo elettromeccanico presenta va- lori di resistenza sulordine delle mi sligia di MO) Se invece Minterruttore ha i contatti chiusi, uilizzando la portata opportu na, cidé la scala pitt bassa (quella dei 200 0), il display indica praticamente ze- ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993 - Pag. 4 Misurare i valori delle resistenze e Vintensita della corrente, provare diodi e transistori sono tutte operazioni piuttosto facili se eseguite seguendo alcune semplici indicazioni. METRO 10, per la precisione 00.4: pitt o meno Ia stessa indicazione si otterrebbe met- tendo direttamente i puntali ben a con- tatto fra di loro. Ora che abbiamo speripentato questi due casi estremi (isolamento e cortocir- cuito), proviamo a misurare ¢ a leggere correttamente i valori di 3 resistenze elet- triche vere e proprie procurandoci per esempio i valori: 56 9, 33 k®, 820 k®. LA MISURA DELLE RESISTENZE Partiamo innanzitutto col ricordare che, durante la misura della resistenza, la po- laritd dei puntali non ka importanza al- ccuna: la resistenza, da qualunque parte la sigii,.. resiste sempre allo stesso mo- do, pertanto i puntali, almeno in que- sto €aso, possono essere tranquillamen- te invertiti fra di loro, che tanto la mi- sura non cambia. Prendiamo allora a resistenza da 56 @ ed inseriamola saldamente nel circuito di misura, attorcigliandone i terminali attorno alle punte dei puntali, ed andia- un interruttore spento da un'indicazione di resistenza infinita rappresentata dall'indicazione del numero 1 soma LETTURA asinistra dol display. 2000 & 000 APERTS 200 & 00.0 2k 0.08 2000 0.56 200 56.4 me We indicazioni ottenute fondo seala delle lore della resi Misura di conduttivit un interruttore acceso da un‘indicazione di resistenza ‘ulla © minima, la scala 200 k ndicazione € peré tale (000, ¢ non I'L i) da segnalarci se non altro che che fare con un valore posi- ss60, tanto che praticamen- scala di lettura me OVO, la portata pitt idonea & la 1 bassa, ecivé 200 (0), dalla quale si fe la massima precisione: di con za non leggiamo mai il semplice alore nominale, ma sempre qualeosa pit o in meno, date le tolleranze di costruzione. In questo caso leggiamo 56, ottima precisione) contarto wg lore di Misura di rosistenza con scelta sbagliata di portata: -—-Misurazione di resistenza con scelta portata una resistenza da 56 0 su una portata di 2 M2 corretta (2002). II 4° decimale & dovuto alla tolleranza @ “vista” praticamente come un cortocirculto. del resistore in prova. ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993 - Pag. 5 Resistenza da 58 ko (58000 ()) misurata sulla portata di 200 kit fondo scala: la lettura deve oss intesa ko 58,300. Gil 0,300 k:! decimali ‘sono dovutl alla tolleranza del componente. Ripetiamo ora lesperimento con la re sistenza da 33 k@ € riportiamo di nuo: vo le letture ottenute su tutte ¢ cinque le scale nella solita tabellina CALA 0 LETTURA 2000 k 032 200 k 32.8 20k 1 2000 1 200 1 In analogia con la prova precedente, la prima portata risulta ancora troppo al ta, pero gia parzialmente indicativa, segnando 32 k®. La portata ideale & la seconda: éinfatti il valore di fondo scala immediatamen te superiore al valore nominale di resi stenza; i valore let € 32,8, leggermente inferiore al previsto, ma ancora di buo- nna precisione. Sulle altre tre portate, il valore di fon- do scala essendo inferiore alla resisten- za sotto misura, l'indicazione é 1, cio’ le scale sono inadatte alla misura 32. Ripetiamo infine le prove con Ja resi- stenza da 820 k®, costruendo la solita tabellina, SCALA 9. LETTURA 2000 k 87 200 k 1 20k 1 2000 1 200 1 In questo caso unica scala idonea alla misura che stiamo eseguendo é ovviae mente la prima, quella da 2000 kQ: gli 1 sulle altre scale ci segnalano, ancora una volta, che siamo fuori portata La misura del valore resistivo puo ser~ vire sia a selezionare dei valori ben pre- cisidi resistenza fra dei resistori regolar~ ‘mente contrassegnati sullinvolucro, sia ad individuare il valore effettivo di com- ponenti resistivi incogniti ed anonimi Si eviti, specialmente nel caso di misure di resistenza, di lasciare il multimetro ac ‘eso e magari coi terminali che si tocca. no: la pila si scarica inutilmente, © ma —a— \33 ka ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993 - Pag. 6 gari anche abbastanza rapidamente, se- condo Ia portata che é rimasta inserita LE MISURE DI CORRENTE Passiamo ora alle misure di corrente, Intanto dobbiamo riacquistare abitu- dine al rispetio delle polarita: sit misurabili da questo strumento so- no solamente quelle continue, quindi il senso di inserimento dei puntali & di nuovo importante. Come esempio per queste misure, rife riamoci ora al circuito realizzato sfrut- tando la solita pila piatta da 4,5 Vela resistenza da 56 0. Partiamo stavolta col posizionare il commutatore di portata su 200 m (equi- valente a 200 mA) nel settore verde DCA, corrispondente appunto ad “am- pére in corrente continua” (Direct Cur- rent Ampére) Perché siamo partiti da 200 mA? Beh, pud essere stato un caso, pud esse~ re Ia scelta della portata pit alta fra le normal stale di misura, puo essere con- conticino che ci siamo seguenza dius per meglio allenato) 0 con carta e matita, 0 con la calcolattice tascabile (& ammessa!) Infatti la legge di Ohm (c’é qualeuno che non la conosce?) ci dice che la cor~ rente I che attraversa una resistenza R cui € applicata una tensione V si caleo- fa semplicemente dalla formula: 4 5 Nel nosti ot = 25 = soma jel nostro casol = 1m Quindi, 1a portata giusta é proprio la prescelta; su questa, il display visualiz- 2a il valore esatto, pari a 74,2 (ricordia- mo che sulla misura effettiva incidono Ie tolleranze di costruzione della resi- stenza e ancor di pit il fatto che Ja pila ri non é fresca di carica, e quindi con tensione effettiva un po" inferiore ai previsti 4.5 V nominali). Portando il commotatore (sempre re- stando nel settore DCA) sulle altre tre Misura dl una resistenza da 33 k2 (33.000 0) sulla glusta portata di 200 K. La lettura deve intendersi 32 K @ 800 (32.800 2). IL MULTIMETRO rispettivamente 20 m - 2000 la lettura é Pormai classic conferma che queste tre por no errate per il valore di corren- che stiamo misurando: meglio quin- i non insistere, TI settore per misurare la corrente con- tinua (DCA appunto) non offre altre possibilita, ma ricordiamoci che imm« diatamente sotto ¢’ un 10 A, che guar- Ja caso vuol proprio indicare la porta- ta 10 ampere fondo-scala; attenzione perd: se vogliamo usare questa portata occorte ricordarsi (@ unico caso) di postare il puntale rosso inserendolo «ll'apposita boceola, appunto contras. segnata con 10 ADC, cioé 10 ampére corrente continua, Se il sistema di misura resta sempre guello usato pet le prove precedenti, ve- dendo le ultime cilte fuori scala a’ de- stra, la Jettura é 0,07, dove & appunto adieato anche 'opportuno inserimen: © del puntale rosso. "ero. visio Televato valore di fondo sez 's per questa posizione, tanto vale che -2 venfichiamo il funzionamento anche perivalori pit alti di corrente, in modo da Struttarne realmente le possibilita Per far questo, occorre sostituite la re sistenza da 56 con una nettamente pid bassa, diciamo per esempio da 3,32; at- fenzione pero: stavolta, il resistore de- ve essere anche di opportuna potenza, esattamente sui 5 W La corrente letta sul display si agaira at torno ad 1,5 A: il valore dipende dalio stato della pila (stavolta il valore di cor- rente é piuttosto elevato per quella che ne la capacita) e dalla durata della mi sura, che va tenuta piutlosto by Dopodiché, ¢ importante ricordarsi d riportare subito la spina rossa nella boc- cola intermedia (quella contrassegnata dal numero 2), che non a caso é quella di impiego piti comune; infatti, se per cerrore sifacesse una misura di tensione col puntale dimenticato nella boccola 10, A, sicreerebbe un bel cortocircuito: ne potrebbero conseguire danni sia DMM che nel circuito sotto misura IL PROVA DIODI C’% poi da analizzare il funzionamento dello strumento con i commutatore di Misurazione la coi Intensita (Ampére) i deboli correnti continue sulla portata di 200 mA fondo scala. Calcolata con la legge di Ohm te & data dalla formul; ‘ensione (Volt) @ cloé 4,5 V: 56 0 = 0,08035 A Commutazione dello spinotto rosso dalla boccola 2 alla 3 per eseguire la misurazione di forti correnti continue. Resistenza (Ohm) 80,35 mA PILA 45 Vv ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1998 - Pag. 7 IL MULTIMETRO Prova di un transisto NPN: i tre pledini EBC vanno individuati ed inseriti nelle corrispondent! boccole. Per clascun settore NPN - PNP c’é un collegamento ‘di emittore in pid per consentire I'inserimento dei transistori ‘con diverse sequenze di pledini. Indicazione di polarizzazione diretta Vey Indicazione di polarizzazione inversa. misura posto nella posizione in cui & ralligurato un diodo: cost facendo si ud controllare non solo se i diodi in prova sono o no efficienti, ma anche se sono al silico o al germanio (e comun: que quale ne é la polariti, ove il con trassegno non sia evidente) La prova consiste fondamentalmente nellapplicare i puntali del DMM al dio do sotto prova prima in un senso, poi nelPalto, interpretandone opportuna. mente le indicazioni La prima indicazione, secondo I'esem- pio di figura 9, sta ad indicare che i dio 40 € inserito tra i puntali nel senso del- la non conduzione (0 al limite, che es so @ interrotto). Invertendo il diodo (o i puntali, ovvia mente, ma non utte e due le cose as- sieme!), supponiamo che la lettura sul display sia 716; ora i} diodo é polariz~ zato in senso diretto e conduce regolar- mente: il numero indicato corrisponde alla tensione di soglia (che pud essere ‘anche un po” superiore, nonche arriva re a meno di 700), ¢ comunque sta ad indicare che il diodo ¢ buono. Se ambedue le letture (quella in un sen- so di inserimento del diodo e quella in senso opposto) sono sempre 1. il diodo. ‘in prova é decisamente interrotto; vice versa, se ambedue le letture sono sem- pre (00 (0 poco pit dello zero come ul- lima cifra), il diodo é in cortocircuite: in ambedue i casi, da gettare, Quando la misura dei diodo in condu- Zione si aggira sui 700 mV (poco pili po- ‘co meno}, & segno che il diodo é del ti- po al silicio. Quando la Jettura si aggira su 300—400 mY, il diodo é del tipo al germanio. IL PROVA TRANSISTOR Infine, resta da analizzare la misura di hye dei transistori, misura fattibile sfruttando opportunamente Jo zoccolet 10 in basso a sinistra, che viene inseri portando il commutatore nella posizio- ne compresa fra 10 A e il diode. Ma cos'é questa lire? ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1998 - Pag. 8 del muttimetro nella posizione di prova diodi Wdiodo va Inserito fra i puntall prima In un senso e poi nelValtro. Senza scendere troppo in dettagli teo- rici, questa grandezza coincide sostan- zialmente col cosiddetto 6 (lettera gre- ca che si legge beta), numero che espri- me il rapporto fra la corrente che scor~ re nel collettore del transitor e quella che scorre attraverso la base. Esprime quindi il coefficiente di ampli- ficazione del singolo transistor (essen- do il rapporto fra la corrente attraver~ so il circuito d’uscita e la corrente che I'ha provocata nel circuito d'ingresso), La misura del suo valore, e quindi la ve- riffca se ess0 & pitt o meno regolare, per- mette di giudicare all istante se il tran- sistor funziona regolarmente oppure no: ed infatti, inserendo opportunamente il transistor sotto esame nelo zoccoletto (col commutatore posto su he), sul di- splay appare proprio il valore numeri co del suddetto coefficiente di amplifi- cazione Lo zoccoletto & suddiviso (mediante indicazione sul pannello) in due settori ben precisi: a sinistra vanno inseriti i transistor di tipo NPN, a destra quelli di tipo PNP. L'insetimento dei reofori dei transistor vva attentamente eseguito ed accurata- mente rispettato. La maggior parte dei transistor ha i reo- fori disposti secondo l'ordine EBC, ma ce ne sono anche con sequenza BCE; cid spiega perché ognuno dei due set- tori ha due piedini marcati E, uno all’- nizio ed uno alla fine. Importante da ricordare: durante la prova, non si devono toceare con Ie di- ta i reofori (e neanche il corpo, & me- glio) del transistor, in quanto le etture ne potrebbero risultare falsa Durante questo tipo di misura, i pun- tali del DMM non hanno alcuna fun- zione ¢ vanno lasciati liber Cada tener conto della noievole dif renza che esiste fra i possibili valori de la he di due transistor dello stesso ti po (del resto, la dispersione di caratte fistiche dei dispositivi a semicondutio re dovrebbe essere ben nota): per esem pio, un BC 107 puo avere una hee Compresa tranquillamente fra 100. 3 ed essere ottimo. E evidente perd che, se leggessimo 15 10.930, sarebbe chiaro indice che il tran- sistor € difettoso. Prova di un transistor PNP: Emittore Base contrassegnate con le niziali equivalenti (EBC) nel settore PNP delio zeccolo. Prova di un transistor NPN: va collegato in maniera esattamento speculare al precedente. | transistor ‘che hanno come reoforo centrale quello di collettore anziché quello i base si Inseriscono utilizzando la boecola E In basso anziché In alto. NPN CELLULE = SOLARI pn Sono cellule pronte per il funzionamento @ prowiste, sulla faccia retrostante, di attacchi in oftone, che consentono il collegamento, in serie o parallelo, di pid element, per eventuali e necessari aumenti di tensione 0 corrente. Vengono vendute in due modelli, incapsulati in contenitore di plastica, che erogano la stessa tensione di 450 mV, ma una diversa corrente. Modelle A = 400 mA (76x 46 mm) |, 6:500 (spose i spediz. comprese) Modello B = 700 mA (96 x 66 mm) L. 7.600 (spese di spediz. comprese) PANNELLO SOLARE Collegabile con tutti a i sistemi elettrici che possono essere ricaricati dal sole Le cellule solari ¢ i pannelli solari possono essere thiestl az STOCK RADIO - Via P. Castatal, 20 20124 MILANO, inviando anticipatamente, tramite vaglia postale, assegno bancarlo e versamento sul conte corrente postale n. 46013207 limporto Corrispondente al numero al modello desiderato. Dimensioni: 31 cm x 31 cm x 2,5em Caratteristiche: Potenza erogata Tone se, mon = 16 Vee Corr. max = 0,22 A lire 115.000 ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1998 - Pag. 9 IL MONDO A PORTATA DI VOCE ‘onde radio fino a glungere un giorno ‘a coronare il sogno preparazione @ competenza, LA PROPAGAZIONE DELLE ONDE RADIO Sveliamo il mistero della propagazione delle onde radio, vediamo come esse sono influenzate dagli strati ionizzati dell’atmosfera e dall‘attivita solare. ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993 - Pag. 10 entornati cari amici dantenna spero di ritrovarvi ancora pit nu rmerosi a questo secondo appuntame: to. E passato appena un mese ma ch si quante cose sono successe. Saranno stati inventati nuovi compo- nent elettronici, ideati nuovi schemi per modernissime radio in grado di offtire prestazioni inimmaginabilisoltanto po- chi mesi fa, Nuovi satelliti avranno rag giunto le loro orbite E pensare che tutto € cominciato a Pon- tecchio meno di 100 anni fa, Era il 1895 ¢ Marconi, riprendendo gli esperimen- tii lust scienziati dell’epoca, fra cui il celeberrimo Righi del quale fu allie vo, riusciva a trasmettere per primo un segnale radio alla distanza di due Km, Potessimo riascoltarlo adesso quel se- ignale; alle nostre orecchie viziate dal- alta fedelta assomiglierebbe pit ad una pernacehia mal riuscita; quella pemac: chia tuttavia é stata il primo passo di tutto il progresso a cui siamo abituati Ma poiché per ogni radio che trasmet~ ci deve essere qualcuno in ascolto al- trimenti non servirebbe a nulla, un al to personaggio assai meno famoso quasi sconosciuto, probabilmente se ne sgnora anche il nome, operava fianco & fianco al grande scienziato. Era un con- tadino, analfabeta, forse; ma sicura- mente intelligente se riusciva a seguire ali esperimenti del maestro; era il pri- mo SWL, calui che, appostato dietro una collina, per primo ascolté un segna- Je radio ed invio la prima QSL sotto- forma di uno sparo di fucile Per essere allaltezza del nostro ‘ono- sciuto predevessore noi modern SWL dobbiamo imparare a conoscere a fon- do come funziona una radio; dobbiamo sapere come si propagano le onde dal irasmettitore al rcevitore superando gli ostacoli naturale la curvatura terrestte. Ali albori della radio si credeva che la propagazione delle onde avvenisse nel- Patmosfera come accade con i rumori che in assenza daria non si propagano. Ben presto ci si accorse pero che una dio posta sotto vuoto riceveva ugual- mente; occorreva allora fare altre sup- posizioni. Fra gli scienziati infuriava la polemica su quale fosse il mezzo attra- verso il quale si propagavano le onde enon riuscendo a trovarlo pensarono bene di darali almeno un nome: etere stazionario, ma non sié mai saputo be- ne che cosa immaginavano che fosse. Cifu perfino chi, a proposito della pro- pagazione della luce nel vuoto, tentd di misurare lo sfasamento che avrebbero dovuto subire due raggi luminosi iden- tici ma orientati in direzioni diverse, in conseguenza det differente “vento” di etere che avrebbero incontrato sul loro pervorso. Fu Albert Einstein, il padre della re- lativitd, a demolire definitivamente la teoria dell'etere, Egli riusci a dimo: strarne I'inesistenza, diciamo cosi, per esclusione; tutta la teoria della rela vit infatti si regge perfettamente in piedi a prescindere dall’esistenza del- Petere stazionario ‘Ancora oggi tuttavia, la parola etere ri Corre spesso per dare alle emissioni ra- dio un sapore vagamente magico. LEFFETTO PELLE Ma come si propagano allora Je onde radio? Ecco come la realta supera in questo caso la fantasia La legge di Ohm ci dice che l'induzio- ne elettromagnetica, in un filo o in una bobina percorsi da corrente alternata, aumenta con la frequenza; ci dice an- che che pitt alta é linduzione maggiore € Vimpedenza (resistenza al passaggio delle correnti alternate) del filo. Poiché l'induzione inizia dal centro, alle frequenze basse la corrente trova impe- denza solo nella parte centrale de! filo, quella che potremmo definire anima. Pit, con la frequenza, aumenta Yinduzio- nee pti nel filo anima ad alta impede: za si ingrandisce fino a diventare grande come l'intera sessione del filo stesso, Se la frequenza é piuttosto alta la cor- rente é costretta a viaggiare solo sulla superficie esterna del conduttore ‘A questo fenomeno & stato dato il no- me di effetto pelle, non si sa se per ren- dere bene Fidea di superfici percorse da corrente 0 per ricordare le tremende scottature che la radiofrequenza da a chi inawertitamente tocca un filo che ne é percorso. Diretta conseguenza delleffetto pelle & cche il campo magnetico, che viene a for- marsi intorno al filo percorso da cor- rente alternata ad alta frequenza, ten- de ad allontanarsi da esso fino a'stac- carsene definitivamente e se la frequet za é sufficientemente elevata, a propa- garsi nel yuoto. Cartoline QSL provenienti da diverse nazioni: ‘contermano i collegamenti fra radioamatori. ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993 - Pag. 11 LA PROPAGAZIONE DELLE ONDE RADIO Ritlossione via lonosfera: a seconda dolla maggiore 0 minore frequenza Te onde penetrano pli o meno profondamente negli strati ionizzati, per cul 'angolo di riflessione @ magglore © minore. Se la potenza trasmessa @ sutfictente, fonda che ricade viene tulteriormente nflessa dal suolo verso gi strat! onizzati per successive riflessioni pud fare il giro del globo. ‘A seconda dellaltezza dal suolo gli strati ionizzati sono contraddistinti da differenti lettere delt'alfabeto. La propagazione radio é influenzata agli strati E e F distant rispettivamente circa 80 e 400 Km. Quest! a loro volta si dividono in substrati E1-2, F1-2, ec. ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993 - Pag. 12 L’antenna trasmittente altro non é che un filo percorso da corrente alternata ad alta frequenza. Il fatto che le sue di- mensioni siano calcolate in base alla lunghezza d’onda serve inoltre ad au- ‘mentarne il rendimento. I campo ma- gnetico che essa produce si propaga no a raggiungere le antenne ricevent. PER ONDA RIFLESSA L’atmosfera che circonda la terra e che € una coltre alta svariati km, prende no- mi diversi a seconda delf'altezza dal suolo ¢ dei fenomeni che vi avvengono. Lo strato che pitt ci interessa per il suo comportamento nei confronti delle on- de radio é la ionosfera, Essa si estende a partire da circa 80 km sopra le nostre teste fino oltre i 1000 km ed & compo- sta da gas molto leggeri come Felio eT Grogeno, Altra caratteristica ¢ l'elevata tempera- ttura che raggiunge Io strato quando & illuminato dal sole; questo fatto rende instabili gli atomi dei gas i quali perdo- no facilmente le loro cariche negative cioé ali elettroni. Inun atomo le catiche negative e quel- Je positive (protoni) si equilibrano; se tuttavia un elettrone va perso, l'equili- brio diventa instabile perehé i protoni vengono a trovarsi in maggioranza. L’atomo diventa quindi positivo. Gli atomi che si trovano in questa con- dizione sono detti ioni, dal che deriva il nome di ionosfera e se uno strato ioniz zato raggiunge sufficiente spessore ac- quista la proprieta di rffettere verso il suolo le onde radio che lo raggiungono. Ecco come le radiotrasmissioni, incu- ranti degli ostacoli naturali e della cur- vatura terrestre, riescono per successi- ve riflessioni a fare il giro del globo evi- tando di disperdersi nello spazio che ci circonda come sembrerebbe a prima vi- sta ovvio. PER ONDA DIRETTA Quanto detto vale ovviamente se le sta- Zioni trasmittenti e quelle riceventi so no separate da ostacoli come catene ‘montuose o dalla stessa curvatura ter restre. Se viceversa le due antenne, per cosi dire, “si vedono”, V'onda giunge per Ja via pitt breve, 1 CICLI SOLARI Gili stradiionizzati nell’atmosfera si tro- vano a diverse altezze e la loro forma- zione c im:ensita dipende quasi esclusi- vamente dallattivita solare. Conseguen- za direrta di tutti i fenomeni che avven- gono sulla superficie del sole: le esplo- sioni, le perturbazioni, le macchie, sul nostra pianeta ricadono continuamen- te raggi di tutti tipi e un numero enor- me di particelle che, cozzando contro gli atomi degli strati pit esterni dell'at mosfera ne scalzano letteralmente gli elettroni dalle orbite favorendo la for- mazione di zone fortemente ionizzate. Laattivita solare segue un suo ciclo ben preciso la cui durata é stata individua- tw in LI anni per cui ci ritroviamo al- ternativamente di fronte a periodi di in- tensa 0 scarsa attivita solare con con- seguente maggior 0 minor difficolta nel- la propagazione delle onde. Pet aiutare chi si occupa di radiotra- smissioni viene pubblicato un bolletti- no della propagazione che fa le previ sioni di quali strati si ionizzeranno, di che intensita sara il fenomeno e quali frequenze conviene usare Eccoci arrivati cari amici d’antenna, E stata un po’ dura? Vogtio a mio mo- do ricompensarvi dando qui di seguito tutte le informazioni per ottenere il no- minativo d’ascolto ¢ proponendovi una speciale gara a premi a voi esclusiva- mente riservata Alle prossime ragazzi ¢ ticordiamoci che per ora possiamo solo ascoltare. Old Man Nominativo d’ascolto Ascoltare 1a radio significa anche apprendere gli eventi mentre si stanno svolgendo: ascoltare un radioamatore che trasmette da Bagdad ‘mentre in corso la guerra del Golfo o da Mogadiscio mentt Somalia sbarcano i marines, ascoltarne un altro mentre ¢ impegnato in una difficile missione di soccorso 0 di salvataggio, captare un SOS & sempre stato il sogno di ogni SWL. Se mai vi & capitato o vi capitera tuna cosa simile e siete in grado di comprovarla con rapporti d’ascolto, cartoline QSL, riconoscimenti, ecc., potete inviarne documentazione alla nostra redazione. Ogni mese quella pit interessante verra pubblicata mentre a tutte quelle pervenute sara inviato un piccolo riconoscimento. Diamoci da fare allora, la redazione é in attesa delle vostre testimonianze. Indirizzi delle Direzioni Compartimentali delle Poste Tn tutti j casi Fintestaz considerata la seg Direzione Compartimentale P. Ufficio 3 - Reparto 4 - T.L.C. ‘eguita dallindirizz Piemonte e Valle d'Aosta ‘Via Foggia, 3A - 10152 Torino Lombardia Via Orefici, 15 - 20123 Milano ‘Trentino Alto Adige Loc. Solteri - 38100 Trento Veneto . San Gigbbe - Fond. di Cannaregio 30121 Venezia Friuli Venezia Gial Via Sant’Anastasio, 12 - 34134 Trieste Liguria Via V. Rela, 8 - 16151 Genova Emilia Romagna Via Nazario Sauro, 20-4012] Bologna Toseana Piazza Repubblica, 6 - 501 Marche Via Piave Firenze 60124 Ancona Umbria Via Angeloni, 72 - 06100 Perugia Lazio Piazza Dante, 25 - 00185 Rema Abruzzi ‘Via Passo Lanciano - 65100 Pescara Molise Toscana, 33 - 86100 Campobasso ia G. Amendola, 116 - 70126 Bari Basilicata Via N. Sauro - 85100 Potenza Campania Piazza G, Garibaldi, Calabria Via Marlon - 89100 R: Sicilia Via Ausonia, 69 - 90146 P: Sardegna Viale Trieste, 169 - 09 Cagliari ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 199 - Pag. 13 DISPOSITIVI DI COMANDO Un utile strumento per avviare o arrestare carichi soggetti a forti correnti, continue senza agire direttamente sul circuito di potenza. Grossi apparati ricetrasmittenti, motorini di avviamento e tutto cid che necessita di grandi spunti di partenza pud essere ‘acilmente avviato. niche ’hobbista si trova a volte nel- la necessita di mettere in funzione apparatialimentati in corrente continua che assorbono correnti piuttosto elevate (anche 20-30 A). Pensiamo per esempio al caso di dover alimentare dei grossi apparati ricetra- smittenti di origine “surplus”; un nor- male ricetrasmettitore del periodo Se conda Guerra Mondiale puo assorbire. alimentato a 12.0 24 V. anche 20=30 A. specialmente nei primi secondi di avviax ‘mento, a causa del picco iniziale di as- sorbimento del filamento delle valvole, spesso presenti in numero elevato, A complicare le cose, c’é poi Veventuale presenza dei grossi carichi induttivi rap- presentati dai generatori rotanti che prendono il nome di dynamotor, veri e propri motori in cc. caratterizzati da un forte spunto di corrente alla partenza Le apparecchiature citate vengono av- viate, gid nella loro versione originale. tramite un sistema di grossi rele, che in genere sono posti all’esterno degli ap- parecehi stessi Se, per chiaricci le idee con un esempio, vogliamo riferirci ad un caso pratico le- gato alla vita quotidiana della maggio- Fanza di tutti noi, pensiamo al sistema di avviamento della nostra automobile. Quando giriamo la chiave della messa in moto del motore, faceiamo scattare un contattore (nient'altro che un gros- so relé), il quale provvede a chiudere il Circuito fra il motorino di avviamento Realizzazione su circuito stampato del comando di potenza; I diode SCR2 che deve sopportare ll carico é di quelli di potenza ed @ raffreddato da un dissipator SCR1 fornisce solo rgia di comando e quindi scalda praticamente nulla Diodi SCR (Silicon controlled rectifiers © rettificatori controliati al silicio). Wess wucre Schema elettrico del sistema di avviamento di un‘automobil Wearico del motorino pud esser ‘comandato dal cireuito Presentato. ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1998 - Pag. 15 o1 RI Rb c3 al] SCR2 i PN. Me | PR Nae Tes R3 | RE 1 ~ RS I C4 I 4. — [7} | Schema elettrico del comando di potenza in corrente continua: risolve brillantemente il problema di spegnere tun diodo SCR in conduzione, senza ricorrere allinterruzione della corrente che alimenta ll circulto. Assomblaggio del componenti sulla basetta del circulto stampato; le piste ramate si intendono viste in trasparenza. ‘SCR2 @ disegnato sonza l'aletta di raffreddamento che perd é indispensabile. — ol CARICO ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993 - Pag. 16 e la batteria Negi impianti industriali suecede qual- cosa di motto simile; qui é un pulsante rosso che provvede ad avviare i grossi motori, ed é uno nero che li aresta: pulsanti, lavorando a bassa tensione (in genere 24 V), sono appunto quelli che comandano dei grossi relé che in que: sto caso vengono chiamati telerutiori Comunque per Phobbista un sistema analogo a quelli sin qui sommariamen- te descrtti risulta costoso nonché labo- rioso da mettere assieme. Ma resta pur sempre il fatto che non ci si pud permetiere di realizzare il con- tatlo manualmente, se non altro perehe si possono ereare archi elettrici di no- tevole intensita, tali comunque da dan- neggiare i circuiti interessati Ecco allora che, per risolvere il probl Oo 3 TELEAVVIAMENTO DI POTENZA ma, € stato messo a pul adatto ad avviare o ferma chi da alimentarsi in correnite continua: vediamo brevemente come funziona 1 DIODI scR Innanzitutto, da una prima occhiata ri- sulta evidente che il suo funzionamen- to si basa fondamentalmente sulle ca- ratteristiche degli SCR (Silicon Control- led Rectifiers, cio’ diodi controllati al silicio). Questi dispositivi, disponibili norm: mente per Forti intensita di corrente so- no caratterizzati dal fatto di scattare in conduzione fra catodo ed anodo solo quando all’elettrotfo di controllo, chia mato gate, viene applicato un impulso Z Le COMPONENTI RESISTENZE C4 = 0,1 uF - 250 VI RI = 2200 (mylar 0 poliestere) Ro 100 © C5 = 0,1 uF - 250 VI R3_— = (v. tabella a pag. 19) (mylar o potiestere) R4 = (v. tabella a pag, 19) R5 = 56000 Re = 150 220VI5A R7 = (v. tabella a pag. 19) = C106D (0 equivalente) Re tabella a pag. 19) BT152/800 (@ preferibile che tutte {0 equivalente) le resistenze siano da 1/2 W) LED rosso LED verde CONDENSATORI C1 = 1000 uF - 40 VI {elettrotitico) PN = pulsante N.A. (nero) cz 3 VI PR = pullsante N.A. (rosso) 0) C3 = 220.F-63 Vi (elettrolitico) di opportuna ampiezza e polarita, do- po di che il diodo resta in conduzione netta, almeno sino a quando lo stato di conduzione non venga interrotto: e per far questo Punico sistema possibile con- siste nel far venir meno, anche solo per tun attimo, I tensione presente sul- Panodo, Comunque, quando il diodo @ passato in conduzione, e per far questo si spin- ze il pulsante rosso PR sul gate (g) di SCR2, il carico da far funzionare risul- ta coliegato alla sorgente di alimenta- Zione; esistono SCR in grado di soppor tare anche centinaia di ampére Quando il earico si deve scollegare dal- Falimentazione, e visto che un SCR in- tertompe il suo stato di conduzione so- lo se gli si fa mancare per un attimo la tensione di alimentazione, non si pud certamente metiere un interruttore in serie all’SCR stesso, in quanto eid non farebbe altro che riportarci a quello che ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1998 - Pag. 17 TELEAVVIAMENTO DI POTENZA cra il problema iniziale, Ecco alllora che un altro diodo control- lato provede a risolvere il problema connesso con le caratteristiche di fun- Zionamento gid spiegate: la necessita cioé di avere un impulso negativo di ampiezza tale da far andare, sia pure per una frazione di secondo, Panodo di SCR2 sotto zero (volt). Vediamo qual é la dinamica Quando SCR2 € innescato, il suo ano- do (essendo il dispositivo in conduzio- ne netta) é praticamente a zero volt: tut- ta la tensione di alimentazione é infatti localizzata ai capi del carico; in questa fase il condensatore C3 (che entra ess0 pure. far parte del processo di commu- tazione) si carica attraverso RI, essen- do SCR1 inerte e quindi essendo pre- sente sul suo anodo tutta la tensione di alimentazione Azioniamo ora il pulsante nero PN SCRI viene pilotato alla conduzione, anche sul suo anodo la tensione cade praticamente a zero (localizzandosi tut- ta su RI), € C3 non pud che scaricarsi quasi istantaneamente, approfittando del fatto che ora SCR conduce; a li- mitare il tempo di scarica di C3 ¢’ in- fatti solamente il gruppo R2-C2, inse- rito allo scopo di non avere dei picehi istantanei di corrente molto forti in fa- se di commutazione attraverso SCR Ecco allora che la scarica di C3 rappre- senta un impulso negativo sull’anodo di SCR2, in quando momentaneamente sottrae corrente. In altre parole: SCR2 é in conduzione; il suo anodo é quindi positivo di circa LV rispetto al comune dell’alimentazio- ne; quando anche SCR va in conduzio- ne, i] passaggio da una tensione posit -va (pur moito bassa) dell’anodo di SCR2 ad una tensione negativa, pur modesta ¢ limitatamente ad un attimo solo, pro- vvoea il disinnesco di SCR2, che passa pressoché immediatamente dallo stato di conduzione a quello di isolamento, E proprio il meccanismo che ci eravamo ‘propost di realizzare: agendo con un mo- desto pulsante sul circuito di comando (e quindi 2 bassa potenza) si attua il pas- saggio dalla condizione di interruttore chiuso ad interruttore aperto (e vicever- sa); inoltre, quel che pitt importa, il cir cuito ¢ perfeitamente in grado di pilot re grossi carichi, vale a dire grossi lvell di corrente (continua, ricordiamocelo!) COMPONENTI ACCESSORI ‘Completiamo ora Vanalisi del circuito ri- ferendoci ai pochi componenti accessor ILED indicato come DLV (verde) co- stituisce semplicemente la spia di fun- zionamento, indicando che il circuito € sotto tensione. Per spegnere SCR2 e con esso leventuale carico, si prome sul pulsante PN portando cosi SCR1 In conduzion Clo determina rapida scarica del condensatore C3, cosicché SCR2 riceve un Impulso negative ‘sullfanodo che to Interdice. ea l IMPULSO NEGAT | * SCR2 ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993 - Pag. 18 ILLED indicato come DLR (rosso) ser- ve invece a segnalare che il carico ¢ in- serito esta regolarmente avorando sot- to tensione. I diodo D1 serve a proteggere i com- ponenti in circuito dalle sovratensioni i commutazione La “rete” C5-R6 serve come smorza- mento dei disturbi generati dal funzio- namento del circuito (tipicamente a RF); analogamente si comporta Cl, che limita i disturbi che potrebbero essere portati in giro sui fili del’alimentazio- ne Vee, che potrebbe essere utilizzata per altri dispositivi operanti in contem- poranea col commutatore. Ora che sono stati chiariti i come ed i perché del funzionamento circuitale, passiamo ad occuparci della pratica rea: lizzazione del dispositivo. Va subito precisato che il circuito non comporta di per sé alcun passaggio dif- ficile, ma il montaggio vero e proprio richiede qualche attenzione, in quanto possono essere in ballo forti valori di corrente. La prima raccomandazione é appunto ‘quella di realizzare il dispositivo di te- Jeavviamento su una scheda a circuito stampato fatta come per ’esemplare da noi progettato o comungue ispirata al- Ia stessa filosofia: sottolineiamo in par- ticolare le piste che interessano diretta- mente la parte di commutazione del ca- rico, che devono essere ben larghe e uni- formi, dato T'elevato passaggio di cor- rente. Anche i contatti di alimentazione che consentono il collegamento della sche- da verso 'esterno debbono essere scel- ti di tipo idoneo al passaggio di forti corrent:ifaston costituiscono il miglior compromesso fra portata in corrente, reperibilitd e costo. DISPORRE | COMPONENT! Ma veniamo alla disposizione dei com- ponenti sul circuito stampato. Gli unici elementi di cui dobbiamo oc- cuparci in modo particolare in fase di inserimento a circuito sono i condensa- tori elettrolitici ed i semiconduttori. C1, Ce C3 sono appunto i “bariloti” (condensatori elettrolici a montaggio verticale) di cui bisogna verificare l'e- satta coincidenza fra polarita indicata a disegno e simbolo della stessa ripor- tato sul corpo in corrispondenza di uno dei terminali Per quanto riguarda i due SCR occorre rispettare la sequenza degli elettrodi, visti dalla faccia in plastica che riporta la si glatura del modelo Pud essere nevessario divaricare legger- ‘mente i terminali, per Pesatto inserimen- to a citcuito: si prowede preliminarmen- te, operando con una pinza adatta econ un briciolo di cautela per non forzare troppo sul corpo in plastica Nel prototipo & stato usato (e rappre- sentato) un SCR da 20 A massimi; nel caso si dovessero avviare carichi che as- sorbono maggior corrente, ¢ necessario adottare dispositivi pid grossi; in que- sto caso, oltre evidentemente a dover at- tare una diversa sistemazione del SCR, ¢ probabile si presenti la necessita di di- minuire il valore di R4. In ogni caso, SCR2 va montato su un piccolo dissipatore (anche una lastrina dialluminio ad U, per sfruttare al mas- simo lo spazio disponibile sullo stam- pato). MI diodo D1 presenta, come riferimen- to di polarita, la striscia bianca ad un’e- stremita: & questo terminale che va in- serito dalla parte del +. Restano da sistemare i due LED, il cui contrassegno costituito dalla’ tacca presente sul bordo sporgente dal corpo in plastica: il terminale relativo & il ca- todo, Faltro é quello che va al positive RESISTENZA E TENSIONE Un vantaggio di questo circuito (o me- glio, delia sua semplicita)& che lo stes- So pud essere adattato, naturalmente entro cert limit, a diversi valori della tensione di alimentazione disponibile Basta per questo adattare alcuni dei componenti al valore effetivo della ten- sione alla quale il circuito deve lavora- ze; si trata in pratica di alcune resisten- ze, i cui valori vanno scelti secondo quanto riportato nella tabella che segue [TENSIONE DI ALIMENTAZIONE 5 T0216 V | SPV 3 | 6800 [008 | Roe | Re | 09 | swe | 10000 “a7 | sea | 1009 | 200 Rs | 3000 | 1200 | m008 inode, G= gate. Ncollegamento 8 elettricamente collegata alinterno del componente, non deve quind! toccare In alcun punto del circulto, Pud essere necessario diminuire il va- lore indicato con Pasterisco nel caso sia stato montato un SCR piuttosto “du ro” di gate (che richieda cioé una cor- rente di gate sensibilmente superiore «= le caratteristiche previste) Per motivi analoghi, pud essere neces- sario aumentare i valori di-C2 e C3. Sullo stampato trovano posto anche i pulsantini di avvio ed arresto; questa possibilita € prevista per completezza di realizzazione, ma caso per caso pud ri- sultare pitt comodo (se non addirittura necessario) piazzare i pulsanti o su un eventuale contenitore in cui collocare il nostro circuito o addirittura su un qua- dro comandi a distanza (in questo ca: 0, un cavetto schermato consente di connettere opportinamente pulsanti e circuito stampato). IL DIODO SCR LISCR (Rettficatore Controllato al St- licio) é wn ibrido a meté fra il diodo rad drizzatore e il transistore. Entrambi funzionano in corrente continua. Nel transistore Valimentazione é applica- ta fra collettore ed emittore ¢ il comando alia base. Nell'SCR Talimentacione va fra ‘anodo (A) e catodo (K) ¢ il comando al gate (G: elettrado di controllo): La differenza consiste nel fatto che il tran- sistore conduce pitt 9 mento corrente a se~ ‘conda dell’intensita del comando e cessa di condurre in assenza di esso: SCR una volta ricevuto limpulso di comando entra in conduzione e vi rimane indipendente- ‘mente dalla persistenca del comando stes~ sso, In pratica SCR si comporta come un interruttore elettronied che una volta ac~ 50 non pud pli essere spento se non to- gliendo Valimentazione, Altra caratteristica dell’SCR & quella di condurre forti intensita di corrente (del- Vordine addiritrura delle centinaia di am- ere). I! problema di spegnere elettroni- ‘camente un SCR in conducione senza do- ver interrompere la corrente & brillante- ‘mente risolto nel progetto presentato in queste pagine. Diodo SCR di potenza: in questa versione all SCR sono costruiti Ber sopportare decine impere. La vite letite serve por awitarll ad una robusta aletta di rattreddamento rappresenta anche MW contatto di catodo. ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993 - Pag. 19 Entriamo nel mondo dell/informatica, impariamone il gergo, vediamo come sono divise le memorie e scopriamo uso delle periferiche. Per garantire la conservazione doi dati elaborati vengono memorizzati su un dischetto Tt abbiamo visto qualche vot un computer al lavoro; ce ne sono in ogni banca o ufficio pubbiico, in tutte le aziende. La prima cosa che si nota & il monitor, quela specie di tetevisore sul quale compaiono anzich® immagini, nu meri e parole La comunicazione tra computer ¢ uten- te avviene tramite lo schermo video di questo monitor; quando vogliamo chie- dere qualcosa lo dobbiamo serivere sul- lo schermo e per la stessa via ci giun- ono le risposte La seconda cosa che salta agli occhi & la tastiera, una specie di macchina da scrivete com i soi tasti; € priva della par- te serivente in quanto scrive direttamen- te sullo schermo video. computer vero ¢ proprio & quella sea- tola su cui normalmente appogeia il monitor; dentro c'8 il cuore di tutto il ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993 - Pag. 20 sistema, il microprocessore, un compo- nente elettronico molto sofisticato che si presenta all’aspetto come un grosso. millepiedi nero e che concentra la fun- ione di migliaia di transistor, resisten- ze, condensatori, diodi, ecc. nello spa Zio di pochi centimetri quadrati. Le funzioni del microprocessore sono. molteplici: svolge quelle matematiche a partire dalle quattro operazioni per giungere a qualsiasi tipo di equazione, immagazzina nella sua memoria numeri 6 parole, risultati o informazioni di ogni genere; disegna, riproduce suoni o mu: siche, ece, LLa sua funzione principale resta comun: que quella di memorizzare ed elabora- re informazioni per cui viene spesso de finito elaboratore o cervello elettronico. Memorizzate od elaborate le informa zioni, il computer ci comunica i risul tati tramite Jo schermo video: noi pos: siamo leggerle, ma se volessimo portarle Via dovremmo ricopiatle Se abbiamo qualche volta seguito un’o- perazione al computer, ci sara rimasto impresso che essa si conclude con il ru- more stridente di una macchina per stampare, appunto la stampante. Con essa il computer ricopia su carta le informazioni che ci interessano, | PROGRAMMI Un computer da solo non sa fare asso- Jutamente nulla; per il suo funziona- mento deve ricevere istruzioni sottofor- ma di programm. Per usare un'espressione piit pertinen- te si pud dire che le parti meccanica ed elettronica di un computer (macchina) sarebbeto difficili da usare (hard-ware) se non ci fossero i programmi a renderle di facile uso (soft-ware). Macchina ¢ programmi sono percid indispensabili uno allaltro. Ogni computer tuttavia deve ricevere le istruzioni e le informa- ioni_nell'unico linguaggio che com- prende: una serie die di 1 disposti in \ifferente sequenza a seconda del signi- Particolare della tastiera: parte numerica; la parte alfabetica é invece pit o meno simile a quella di una ‘macehina da serivere. ‘Stampante: con essa Il computer scrive su carta | dati che cl intoressano per permettorci di portarll con nol. Funziona ‘come una machina da scrivere di tipo elettronico ma le battute le glungono, anziche dalla tastiera, dalla memoria central ‘Schema a blocchi di un personal computer: sono Indicati 'elaboratore central a microprocessore, la suddivisione della sua memoria e quasi tut Intendendosi con questa parola tutte le parti staceate che vi sono collegate tramite fill. In molti P. in un vano a parte all’ laborator la memoria a disco si trova terno della scatola , 618 non toglie che di periferica venga mantenuta. Sue cay MEMORIA. RAM ——_ MEMORIA ROM —— (aRTUALED 4 ELABORATORE INTERPRETE’ CENTRALE SN rasmiera Bisco FLOPPY ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993 - Pag. 21 ficato che si vuol loro attribuire (codi- ce binario) Per contro a noi risulterebbe oltremo- do difficile intravedere qualsiasi para- Ja, numero o lettera dell’alfabeto in una sequenza di Oe 1 Nel microprocessore di ciascun compu ter funziona un programma interpret in grado di eseguire la traduzione simul tanea di cid che noi scriviamo sulla ta stiera, Con ia tastiera possiamo quindi far ‘giungere all’elaboratore sia i program- mi che i comandi per farli funzionare tre ai dati che devono essere memo- rizzati o elaborati Chiba operato al computer sa bene che, spegnendolo, tutti i datie i programmi vanno perduti; lasciarlo sempre acceso non risolverebbe certo il problema per- ché va tutto perduto quando si sostitui- sce un programma con un altro. Per salvare in qualche maniera dati e programmi vengono utilizzati due siste- ri di registrazione magnetica; quella a nastro e quella a disco. Entrambi regi- strano dati € programmi in lingvaggio machina: con il primo metodo si uti- lizza un normale registratore a casse te; con il secondo viene impiegato un re gistratore di dischi magnetici simili a quelli da grammofono: é detto unita a dischi o disk-driver. Con un comando impartito alla tastiera si pud ordinare al computer di andare a rileggere cid che & stato registrato ed ess0 lo fa ad altissima velociti per cui un intero ar- chivio di dati o un fungo programma possono essere reintegrati nella memo- ria centrale in una manciata di secondi Spesso l'unita a dischi é alloggiata al Tinterno dell’elaboratore; in questo ca- $0 il mobiletio metallico del computer presenta una o pitt feritoie per Pinteo- duzione dei dischetti, Tute le altre parti esterne del computer che qui abbiamo imparato a conoscere come il monitor, ia stampante, il registratore a cassette, Ja tastiera, exc. sono collegateallelabo- ratore centrale tramite fille prendo- no il nome di perifeiche LE MEMORIE Leultime teorie sul funzionamento del cervello umano lasciano supporre che aciascuna diflerente zona della nostea ‘materia grigia corrisponda una diversa ‘memoria; ci sarebbe quindi una zona ri- servata alVarticolazione dei movimen- 1i, unaltra per ricevere gli stimoli deri vvanti dai cingue sensi, una per sistemar- vii ricordi e via dicendo, Similmente il microprocessore di_un computer ha la sua memoria divisa in zone; ciascuna si occupa di una diversa funzione, Grosso modo possiamo dire che le prin- i zone di memoria nel microproces- sore sono due; differiscono perché una € accessibile da parte dell'utente ¢ Nal- tra no Quella accessibile é denominata RAM. (Gall'inglese Random Access Memory) Atfinterne deta tasters, gl impulsi meccanic acl serve vengonotrastormat in impulst elettrict riconoselbili dal programma interpre! ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1998 - Pag. 22 computer. ‘© memoria ad accesso casuale. Visi pos- sono introdurre dati e programmi atira- verso la tastiera o direttamente dalle unita di memoria a nastro 04 disco ma- gnetici. Questa zona di diabilmente cancellata ogni vol computer viene & mancare Ia corrent La seconda zona é riservata alla memo- ria a sola lettura o ROM (éall’ing Read Only Memory). Essa contiene programma peril funzionamento inter no del computer le cui istruzioni ven- gono inserite nell'elaboratore in fase di costruzione. La ROM non pud ¢ no deve essere cancellata per cui ¢ alms tata da una specie di accumulatore pe- renne che le fornisce una debole corren- te per mantenerla attiva anche a com- puter spento. IL CODICE BINARIO er tentare di capire la numerazione in codice binaio, proviamo ad immagina- re una fila di soldatini disposti affian- eati; sono tuti sul riposo, Ti comandan- te si pone allinizio della fila con il suo fischietto. La regola é che ad ogni col- po di fischietto i soldatini devono cam- biare posizione, dal riposo all’attenti o viceversa, solo se tutti i loro compagni che li precedono nella fila sono sull’at tenti Al primo colpo di fischietto i soldatini dalla posizione 2 in avanti trovano il primo sul riposo e non possono cam- biare posizione; il primo non ha com- pagni che lo dividono dal comandante © quindi scatta sull’attenti Continuando di questo passo ci accor- geremo che per mettere sull'attenti tut- tie 5 i soldatini occorrono 31 fischi Gi rendiamo conto altresi che le posi- Zioni dei 5 soldatini sono tutte 31 diffe- renti Icodice binaio di un calcolatore fun- ziona esattamente cos: ne] micropro- cessore ci sono centinaia dimigliaia di interrutiori elettronici detti flip-flop Ciascuno di essi pud essere acceso 0 spento (0 meglio portato 2 livllo 1 op- pure 0) solo quando tutti quelli che lo precedono sono accesi Un qualsiasi numero digitato con la ta- stiera, fa partire un treno di impulsi che andra a modificare la posizione dei flip- flop secondo Ie regole anzidette. Quel numero restera cosi memorizzato sot- toforma di una serie di Oe di | Se con 5 soldatini abbiamo contato fi- Interno dell’elaborator: . no a 31 possiamo immaginare quanti E qui che avviene Ia memorizzazione ¢ lelaborazione dei dati. numeri possono essere immagazzinati in ‘In basso a sinistra 'unita di memoria a dischi. un microprocessore. Interno del monitor: possiamo riconoscervi un piccolo tolevisore privo della parte rleevente ad alta frequenza qui non necessaria in quanto | segnall ‘giungono via cavo e In bassa frequenza. ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993 - Pag. 23 VECCHIE RADIO A VALVOLE che in ogni radio d’epoca serviva a far seorrere (o anche ruotare, a volte) in dice di lettura della scala parlante, ha sempre rappresentato uno dei lavori pit impegnativi peril radioriparatore:e, di- ciamolo pure, in certi casi particolar- mente ricchi di rinviie ruotismi inter- medi, rappresenta un vero e proprio in- cubo, trattandosi oltretutto di un aspet: to meccanico che quindi ha ben poco a che fare con il earaitere squisitamen te radioeletttico della manutenzione dell'apparecchio Cid soprattutto per la vareta di percor- si, pulegge, perni, indici anche multipli PERNO MANOPOLA DI SINTONIA Ripariamoci da di sintonia. E del percorso che un ricevitore poteva, ¢ pud, presen- tare, Solo con pazienza e ripetuti tentativi (Gel resto, esperienza come si acqui- sta?) si riesce ancor oggi a ripristinare i movimenti del meccanismo anche pitt complesso. Partiamo allora da quella che pud es- sere la considerazione di base: tutte le ‘meccaniche delle scale parlanti degli ap- parecchi radio devono rispondere all’u- nico scopo di trascinare l’indice da un estremo all'altro della scala, ¢ cid in eor- rispondenza dell’apertura e della chiu- sura totale de} condensatore variabile (0 anche dell'induttore, talvolta) di INIZIO DEMOLTIPLICA FUNICELLA (Fito) INDICE ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993 - Pag. 24 LE FUNICELLE soli la funicella dell’indice possibile con il disegno del filo in mano, anche se occorre una grande pazienza. La prima da posizionare é I’estremita munita di occhiello. sintonia, La meccanica che deve sostenere la sca ae realizzare i vari movimenti deve es- sere inoltre rigida, precisa e scorrevole a seconda dei casi. Le funicelle possono essere di acciaio, di seta o di nylon; lequipaggio cui é ap- plicato I'indice vero € proprio deve es- sere rigidamente connesso con la funi- cella, onde evitare slittamenti e scorri- menti a vuoto durante le ripetute ope- razioni di sintonia dell’apparecchio, che farebbero spostare la corretta posizio- ne di taratura e quindi la “posizione” delle stazioni. Spesso la funicella & ancorata ai suoi Trascinamento a funicetia dol'indice della e di demoltiplica collegata al condensatore variable. Iipercorso & quello dl tipo standar che ritroviamo In molti ricevitori. cestremi con una molla che ha evidente- ‘mente lo scopo di mantenerla ben tesa; ebbene, col passare degli anni queste ‘molle possono allentare nettamente la loro tensione, consigliando cost la loro inevitabile sostituzione quando ormai la funicella, eocessivamente allentata, non reagisce pitt alle sollecitazioni del co- mando di sintonia. In ogni caso, all’atto del rimontaggio, ogni funicella va disposta rispettando una norma di procedura elementare: la parte munita di occhiello é la prima che va posizionata sull’apposito aggancio, quella con la molla & di conseguenza te- stremita che va ancorata. Ti punto di inizio del trascinamento del- la funicella é quello che coincide (in ge- rere) con Ia posizione “tutto aperto” del condensatore variabile; si procede poi con il posizionamento del filo preoccupandosi di mantenerlo sempre ben tes0, Artivati al perno corrispondente con k manopola di sintonia, si avvolge il filo, per 20 3 giri, su se stesso, per poi pro- cedere nel percorso previsto sino ad ar- rivare all’ageancio della molla; comple- tato cosi if posizionamento della funi- cella, non resta che verificare che essa sia effettivamente in tensione quanto basta A questo punto, l'indice di scala pud es sere posizionato opportunamente nel tratto previsto, in genere alla fine della zona rettilinea fra due opposte puleg- ge: una volta verificato che alle due po- sizioni estreme del rotore del conden- satore variabile corrispondono i due estremi di posizionamento dellindice, una goccia di collante garantisce il man- tenimento nel tempo della giusta tara- tura di scala, A questo punto, riteniamo che non sia il caso di aggiungere altro, almeno co- me descrizione scritta; in casi di questo genere un disegno serve ben piit di mil le parole. Ecco il motivo per cui abbiamo pref rito, vista 'amplissima casistica esisten- te, fornirne una campionatura abba- stanza vasta, consistente in 12 esempi specific, cio riferti ad altrettanti ¢ ben precisi tipi di radioricevitore Con questa documentazione assoluta- ‘mente indicativa ed esplicativa, conelu- diamo questa serie di articoli, che do- vrebbe aver fornito (almeno nelle no- stre intenzioni) una panoramica suff ciente ad intraprendere almeno i primi passi in questo entusiasmante ed affa- scinante settore, VOXON Nl cordino del comando sintonia del ricevitore Zephyr 765 @ rappresentato completamente chluso. Questa posizione @ quella di partenza per lavvolgimento froccia. da esegulre nel senso del Montagglo della tunlcella del ricevitori a valvole modello 7058 @ 7158. In alto jpresentato lo schema relativo al comando di controllo dei toni alti e bassi. La sua lunghezza @ di 260 mm. Iidisegno in basso rappresenta lo schema di montaggio della funicella del comando dolla selettivita variabile; la sua lunghozza @ di 850 mm. ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993 - Pag. 25 LE FUNICELLE 1: nel modell 225 2 236 il montaggio va cosi eseguito: si passa un terminale della funicella attraverso il foro dol rotore, fissandola con un nodo; si gira verso destra, si passa nolla puleggia in quindl a sinistra, scendendo puleggia esterna in basso a sinistra @ avvolgendo due spire sul perno di comando. 2: meccanica della scala pariante del ricevitore ‘modello 319. Le linee tratteggiate indicano i comando di sintonia per la scala FM. meccanica della scala valvole modello 216/M. ; meccantca dela seala asin dol rieevito ou 3-3 A SoA 95, stant In questo particolare ‘meccanica, sono tre. fella scala parlante vitore a transistor modelo RD320. ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993 - Pag. 26 1: meceanica della scala parlante Phonola modelll 641 2: montagglo funicella ¢ Indice del ricevitore shonoli jesto tipo di scala 4: montagglo funicella della scala parlante del rleevitore modello RD183. ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993 - Pag. 27 - ~ AVWVISATORI ACUSTICI Avvisatore acustico per autoveicoli che si potrebbe quasi definire ecologico, in quanto produce un suono musicale gradevole e di intensita moderata quanto basta appiamo tutti che in citta é giusta- mente vietato uso del clacson. Tattavia capita a volte la necessita di do- ver awertire, con un qualche segnale @allarme, un pedone o un ciclista di- stratto che impegni improvvisamente Ia strada (¢ altri esempi si potrebbeto fare). Ecco quindi che, partendo da proble- mi di questo tipo, abbiamo realizzato un avvisatore acustico un po’ partico- lare, cioé un claeson piuttosto melodio- so, di volume relativamente basso, che non dovrebbe infastdire il cuore del pitt duro dei vigili Oltretutto, questo clacson musicale pud servire anche in altri ambienti od occa- sioni: per esempio sui muletti peril tra- sporto di merci nell'ambito di fabbtiche © magazzini, oppure su piccoli natanti; ‘ma pit semplicemente é utile anche per altri usi, magari pid banali e quotidia- ni, come un qualsiasi campanello, nell- “hobbistica in genere, nel modellismo, IL SAB 600 Non ¢’é dubbio che il cuore del citcui- to sia rappresentato da ICI, un integra- to di tipo SAB 600: si teatta di un nor- male dispositivo ad 8 piedini, che pre- senta perd una circuiteria interna gia piuttosto sofisticata, essendo in grado di compiere funzioni anche molto com- plesse. Vale quindi la pena di fare un breve igio nel suo interno per vederne la costituzione. Si parte da un oscillatore a bassa fre- quenza (in questi casi si parla di CLOCK, 0 orologio intemo), che ge- nera una frequenza base la quale va @ pilotare un circuito piuttosto comples- so a sua volta in grado di generate in ‘modo digitale un suono molto armonio- so, combinazione di diverse note, fatte opportunamente pulsare: il classico diin... dion... dlan Gia da solo questo dispositivo sarebbe in grado di pilotate un piccolo altopar- Jante, grazie all’amplificatore BF pre- sente al suo interno e riportato nello schema a blocchi; ma abbiamo ritenu- 10 miglior soluzione quella di far seguire al primo ICI uno stadio amplificatore di potenza vero e proprio, realizzato con un altro integrato (IC2), cosi da non sovraccaricare ICI ed ottenere un livello acustico sulficiente anche per pi- Jotare una piceola tromba. I particolaricircuitali comprendono, in partenza, un pulsante P} premendo il Montaggio completo del clacson ecologico dove ‘sono visibili | due circuit integrati. Guello a 8 piedini genera la nota, quello a tre la amplifica per poter pilotare una piccola tromba. ppeure, cenenarone (croee) veer ‘Schema a blocchi del clacson ecologico. L’alimentazione viene fornita in tre punti: al circuito del pulsante, all‘oscillatore @ al generatore di note. L’alimentazione stabilizzata a 9 V @ necessaria perché Vintegrato IC 1 non sopporta pil di 11 Vec. ‘Cid non @ necessario nel riguardi del'amplificatore di bassa frequonza (BF). ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993 - Pag. 29 CLACSON MUSICALE quale si attiva appunto il SAB 600 che prowvede a generare il dlin-dlon-dlan, Ja cui velocita di ripetizione e nota ven- gono regolate da R4, e definite dai va- lori, oltre che di R3 ed R4, anche da C4, 2 dosa opportunamente il livello del segnale audio applicato all’entrata di IC2 tramite il condensatore di accop- piamento CS. La tensione di alimentazione di ICI é mantenuta, oltre che costante, anche a livello accettabile dailo stesso SAB 600 (che non sopporta pit di 11 Vec) me- diante uno Zener da 9V (DZ), alimen- tato tramite la resistenza di limitazione RS e disaccoppiato col condensatore 6. C7 eC8 provwedono invece a filtrare la corrente di alimentazione, per evitare rientri di segnale dall’uno all’altro in- tegrato IC2 prowede ad erogare un livello di potenza tutt’altro che trascurabile; il ‘gruppo di componenti passivi che lo cit- conda fa parte del cireuito di applica- zione suggerito in funzione delle carat- teristiche intrinseche del!'integrato stes- soe delle esigenze circuitali (amplifica- Zione, banda passante, ecc.) Infine, tramite il grosso condensatore di accoppiamento in uscita C12, il segna- Je passa all'altoparlante, che é consiglia- bile sia del tipo a tromba, idoneo ad es- sere usato anche all'aperto. I valore di impedenza ideale per que- sto altoparlante é 4 0; viene comunque fornito qui di seguito il valore della po- tenza erogata per le varie possibili im- pedenze di carico, sempre in riferimen- to ad una tensione di alimentazione compresa fra 12 € 14 V: 3 W wa Pat P=8W P=4w DISPORRE | COMPONENTI Il nostro dispositive viene realizzato nella classica versione a cireuito stam- pato; in questo caso, sconsigliamo vi- vamente di realizzare il circuito stam- pato in modo diverso da quello da noi Suggerito, poiché abbiamo particolar- Vista del clroulto stampato lato componenti, Ie piste ramate si intendono Valimentazione +12V la massa IC2 I rlspottivi morsettt Il pulsante P1, Hopariante. ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993 - Pag. 30 cCOomPc RESISTENZE RI = 56 ko R2 470 9 (trimmer) RS 10 ko Ra 47 kQ (trimmer) RS 150.0 RG 39.0 R7 220 RB 2209 RO 10 (tutti resistori sono da 1/4 + 1/2) dlodo Zener 9V-1W ‘SAB 600 TDA 2003 altoparlante 4 @ - 10 W (meglio se del tipo a tromba) fusibile 3A pulsante {normaimente aperto) ‘Schoma elettrico: Il circulto Integrato t (IC1) oscilla pulsa per generare la nota. INENTI CONDENSATORI C1 = 0,1 nF (mylar 9 policarbonato) C2 = 01 AF (myia ¢'policarbonato) cs = ieopr Cireulto stampato C4 = 2200 pF visto dal lato SE Ot et (mylar olicarbonato) C6 = 47 uF - 16 VI (olettrolitico) c7 100 uF - 25 VI (elettrolitico essere ricoplato C8 = 0,1 uF (mylar on Inchlostro ¢'policarbonato) er circuit co = 4748 (mylar 9 policarbonato) 470 :F - 16 VI (elettrolitico) 0,1 uF (mylar e'policarbonato) 1000 uF - 16 VI (elettrolitico) c12 = ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993 - Pag. 31 ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993 - Pag. 32 Clacson ecologico in funzione: Valimentazione é ottenuta con 3 pile platte da 4,5 V collegate in serie per un totaie di 13,5 V; laltoparlante 6 stato ricavato da una radiolina, ha 8 0 dimpedenza e rende 4 W. Per aumentare Ia potenza si possono utilizzare altoparlanti per autoradio da 4 oppure 2 0 di impedenza. Inserimento del component! sulla basetta del circulto stampat i reofori vanno riplegati alla giusta distanza dei forl di inserimento. Circuito stampato e component! necessari per questa real 2 ‘Ai componenti piit piccoli, come le resistenze | diodl, nel montaggio di questo utile dispositivo ‘seguono quelli di medio Ingombro come i condensatori e fo zoccolo per il circuito integrato. Completato il montaggio ed eseguita la saldatura ‘si prowede a tagliare via la parte di reotoro sporgente ‘con un tronchesino; gli spezzoni pit: lunghi vanno conservati per realizzare i ponticelli dal dritto contemplati in questo circuito. 1.2 condensatorl elettrolitict devono essere collegati rispettandone la polarita: quando non sono presenti diverse indicazioni, il reoforo piu lungo & quello del +. Normalmente sull'involucro é presente una freccia grigia che riporta Il simbolo + oppure — che indica, I reoforo corrispondent Por ultimi vongono insoriti I due trimmer semitissi 2 e R4 che hanno due compiti molto importanti: rispettivamente quello di regolare Il volume sonore ¢ la frequenza di oscillazione del (crologio interno), determinando i ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1998 - Pag. 33 CLACSON MUSICALE Collegamento del component ester perifericl al circuito stampato: vengono tutlizzati fill elettricl che fuorier;cono PULS. Pt CIRC. STAMP mente curato le piste destinate al pas- saggio di correnti elevate e lopportu- no posizionamento di certi componer ti destinati a dissipare calote di enti non trascurabile. Dopo aver posizionato e saldato sulla scheda i componenti piit piccoli ¢ non dotati di alcun verso di inserzione, si de- vyono montare, col dovuto rispetto del- le polarita, i condensatori elettrolitici (C6-C7-C10-C12), contrassegnati_ sul corpo dagli appositi segni (in genere, il positivo) in corrispondenza del relati- vo terminale, ed i semiconduttori. Per quanto riguarda DZ, la fascetta su un estremo del corpo (quella che con- trassegna il catodo) deve risultare dal- Ja stessa parte in cui il terminale posi- tivo di C6; Pintegrato ICI ha come ri- ferimento ‘un incavo semicircolare su uno dei bordi stretti, a contrassegnare la zona ove ¢ il piedino 1 1C2, per la particolare disposizione dei terminali, non va soggetto a possibili er roti di inserzione; occorre comunque fa- re attenzione a non deformare i termi nali in fase di manipolazione, anzi, per- fezionarne eventualmente V'ailineamen- to in modo che essi entrino senza for- zare nei fori previst. Il posizionamento di IC2 a pelo del bor: ELETTRONICA PRATICA - Febbraio dalla batt protette con un fusible, GOMMINI do superiore della scheda & motivato dal fatto che l'aletta metallica deve provve- dere alla dissipazione di calore, special- ‘mente se I'uso pud essere non intermit- tente, e comunque prolungato: il siste- ‘ma pitt semplice di attuare il raffredda- mento é quello di avvitare 'aletta dire tamente alPinterno di uno dei lati d contenitore metallico adottato per con- tenere il circuito (naturalmente, nesst- no vieta di fissare invece allaletta un apposito dissipatore di calore nei vari tipi commercialmente reperibili) Una volta che il montaggio dei compo- nenti sulla scheda sia terminato, occorre verificarne il regolare funzionamento; per far questo, deve essere disponibile una sorgente di alimentazione, che pud essere la normale batteria della macchi- nna, oppure un alimentatore da 12=14 V in grado di erogare 1,5+2 A. BOX IN ALLUMINIO 1 lavoro va completato inserendo ap- punto la sched in un adatto conteni- tore metallico, possibitmente di allumi- niio, su cui si eseguono le poche foratu- re per la fuoriuscita dei 6 fili che met- tono il nostro claeson in contatto con, 1993 - Pag. 34 AP. s+ RV FUS. F1 g MASSA sto del mondo; questa fase del ca- blaggio & semplificata al massimo dal- raver adottato (ed inserito a stampato) le due morsettiere, rispettivamente a 2 ed a 4 morsetti Ai morsetti | e2 viene collegato il pul- sante; questo pud essere posizionato sulla plancia, ove é quasi sempre previ- sta la possibilita di montaggio di un pul- sante opzionale, 0 dove si pud comun- que riuscire ad applicare un pulsantino addizionale; in ogni caso non é minima- ‘mente necessario modificare il circuito originale del claeson di bordo. Ai morsetti4 e 5 va collegata la piceola tromba, il morsetto 3 si porta ad una ‘buona massa dell'auto, ¢ infine al mor- setto 6, attraverso un fusibile “volante” (Ga 2=3 A) va il positivo della batteria Resta il problema di installare (dove ¢ come) questa scatola allinterno dell’au- to, le cui vibrazioni continue richiedo- no sistemi di montaggio oculati ed ac- curati; per esempio, se non si usano vi- ti autobloccanti, sicuramente queste vi- brazioni allenteranno i tipi pitt norma- Ii di viteria ‘Comungue, chi ha poca confidenza con a meecanica ¢ con Pimpianto elettrico dell'auto, & preferibile vada a Farlo mone tare dallelettrauto. Gli automezzi pid: adatti alfapplicazione del nostro ‘clacson ocologico sono ‘quelli che lavorano alf'interno di cantier!, fabbriche 0 cortili dove plu fastidioso risulterebbe i suono di un normale clacson. Qui lo vediamo su un’Ape che lavora altinterno di un mercato. IL CIRCUITO INTEGRATO Circuito integrato SAB 600 tener conto inserendo il componente nel suo zoceolo. Funziona come oscillatore di bassa frequenza ratore Principalmente i circuiti ntegrati svolgono due tipi di funzione: quella logica di calcolo, eseguita in numeri binari 0 e I poi trasformati in decimali per oter meglio essere interpretati dall'womo, e quella analogica in grado di la- vorare un segnale o di comparare e regolare una tensione rispetto ad un valo- re diriferimento. Quello che succede all interno di un circuito integrato non cl interessa se non al momento del suo acquisto. Lo dobbiamo cio’ scegliere ‘adatto ai nostri scopi dopodiche lunica nostra preoccupazione sara quella di collegarla in maniera che funcioni. Fra i tanti piedini dobbiamo individuare le porte dingresso o entrate, quelle di alimentazione, una positiva (+Vec) e Faltra negativa (—Vec). ed eventualmente quella di massa o terra (GND), poi quella di uscita. A volte porte supplementari permettono di collegare cir- cuiti di regolazione. Le entrate sono normalmente due: una diretta (e+) e Valtra invertita (e—). Un segnale applicato alla porta diretta lo ritroveremo all'uscita con la stessa forma e polarita che aveva in ingresso, solo pit ampio. Lo stesso segnale applicato alla porta invertita useira con polarita e forma onda contrarle. Quello che in ingresso era positivo sara negativo all’uscita e viceversa. Se ad entrambe le porte sono applicati segnali, ess sisottrarran- no algebricamente uno dall‘altro creandone uno nuovo che in uscita avr la forma diversa da entrambi ma di entrambi porterd le informazioni. TI SAB 600 utilizzato in questo circuitg é un dispositivo ad 8 piedini con fun- zionamento gid piuttosto sofisticato. E diviso in due sezioni: la prima viene Satta oscillare per generare l'onda di bassa frequenza in grado di pilotare la successiva sezione che qui funziona da sintetizzatore digitale di nota Hi suono che ne risulta é una combinazione molto melodiosa ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1998 - Pag. 35 Accertiamo la frequenza di risonanza delle bobine o dei circuiti oscillanti, misuriamo Vintensité dei segnali radio in arrivo, generiamo una portante modulata per accordare le medie frequenze, creiamo un segnale campione. ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993 - Pag. 36 1 oxcillatore acceso emette radio- frequenza con una certa intensita che pud essere misurata da uno stru- mento. Se a questo circuito oscillante in fanzione ne viene avvicinato un al- ‘ro, diciamo cosi, spento ma centrato sulla stessa frequenza, avviene, per in- duzione, un assorbimento di energia con conseguente decremento del valo- re segnato dalla lancetta dello strumen to. Questo decremento in inglese ¢ det- to dip. Un dip meter indica quindi il de- ceremento ¢ indirettamente ‘a frequen- za di risonanza. Costruendo una bobina occorre cen- trarla nei parametri richiest; il dip me- ter serve a scoprire qual é Ia frequenza a cui essa ristona, Aggiungendo o togliendo spite all’av- volgimento questa frequenza pud esse- re aumentata o diminvita, cid ci permet- te di ottenere per tentativi una bobina adatta ai nostri scopi I dip meter che qui presentiamo dispo- ne di un quadrante con sei scale di fre- quenza; per ciascuna viene fornita la re- lativa bobina d’accordo. Ogni gamma di frequenza ha sul quadrante un colo- re diverso; il giusto accoppiamento si ha utilizzando la bobina dei colore corti spondente. La frequenza che pud essere coperta va da 1,3 a 250 MHz divisa in 6 gamme. A) do 1,5. 4MHz B) do 3,3.q 8 MHz C) da 68 a 18 MHz D) da 18 a 47 MHz FE) da 45 a 110 MHz F) da 100 a 250 MHz Sullo strumento a lancetta (meter) so- no possibili different tipi di letture a se- conda della posizione dei commutatori di funzione posti sotto di esso. COME SI USA La prima cosa da accertare é I'efficien- za della pila dopodiche occorre inseri- Interno del dip meter; questo strumento r9 il decremento di potenza ‘sorvo a mist che subisce un circulto oscillante quando viene awvicinato ad un altro gentrato sulla sua Identica frequenza. E utllizzato allo scopo di accertaro la frequonza di accorde dei circuiti di risonanza. re nell'apposita presa la bobina corri- spondente alla frequenza da testare. Tl commutatore di funzione va posiziona- to su oscillatore (OSC) prima ancora di accendere il dip meter agendo sull’in- terruttore abbinato al potenziometro della sensibilité (Sensitivity). La mano- pola deve essere regolata per ottenere sullo strumento una lettura di circa 8, quindi si avvicina il dip meter al cireui- to in prova Regolando lentamente la frequenza sul quadrante come se stessimo cercando una stazione ci accorgeremo che 'ago dello strumento ad un certo punto tor- na leggermente indietto per risalire su- bito dopo. Questo il dip. Va regolato per la sua massima profondita dopodi- ché si pud leggere sul quadrante la fre- quenza di risonanza del circuito. ONDAMETRO AD ASSORBIMENTO Nella prova precedente era lo strumento ad oscillare e il circuito in prova, spen- to, ad assorbire energia. La situazione ud essere invertita; si pud accendere Poscillatore o il trasmettitore in prova e avvicinando ad esso il dip meter spen- to stabilire la frequenza di emissione. Loperazione é simile alla precedente ‘ma il potenziometro della sensibilita va su OFF; la lancetta dello strumento ri- mane @ zero. Sintonizzando con il quadrante trovia- mo un punto in cui la lancetta dello strumento sale per ridiscendere subito dopo. La massima deviazione indica il punto di sintonia e la frequenza pud es- sere letta sul quadrante, MISURATORE DI INTENSITA DI CAMPO Accoppiando induttivamente un’anten- na alla bobina del dip meter spento € commutato su OSC si pud misurare Pintensita dei segnali radio in arrivo; lo facciamo cioé funzionare da F'S. ter (field strength meter o misuratore di intensita di campo). ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993 - Pag. 37 OSCILLATORE MODULATO Come al solito inseriamo Ja giusta fre- quenza sul quadrante ¢ la corrisponden- te bobina nella presa del dip meter. Si regola sensitivity su RF output (emis sione di radiofrequenza) e function su MOD (modulazione) In queste condizioni lo strumento si com- porta come un piccolo trasmettitore che emette una portante con su “incisa” una nota musicale come modulazione, Ma non éfinita qui, il nostro dip meter ci riserva ancora molte sorprese; pud es- sere infatti adoperato per altre prove di aboratorio come: ricevitore radio, oscillatore a cristallo, generatore di bas- sa frequenza (in pratica generatore di nota musicale), misuratore di capacita e di induttanza (per stabilire il valore diun condensatore 0 di una bobina sco- nosciuti) Viene fornito completo di libretto istru- Zioni molto dettagliato ma in inglese E distribuito da Marcucei (20129 Mi- lano = Via Flli Bronzetti, 37 ~ tel 92/738605T) e costa lire 182.000. Per poter coprire la vasta gamma di frequenza da 1,5 a 250 MHz IU dip meter 8 fornito di 6 bobine di risonanza, clascuna delle quail copre una diversa porzione di gamma. Questo dip moter cl permette anche di ascoltare | segnall radio utiizzando una cuffla a cristallo. Non vanno bene le comuni cuffie per radioline o walkman. ciRcum, OScILLANTI Q siieiene Sonon fl 4 4 cava / ) COASSIALE B 5 APERTO ‘A: aecoppiamento induttivo: la bobina ol dip metor viene direttamento wvvicinata a quella del circulto ‘oscillante In prove B: accopplamento Induttivo Indiretto: la bobina del dip meter e quella dol circuito oseillante sono accopplate mediante interposizione dl un link, C: accopplamento capacitive: sl ottione per contatto dirotto fra la bobina da testare e quella del dip meter (ovviamente Ml collegamento si effettua sul piedini dello zoccolo). Un condensatore di minima capacita ‘CONDENSATORE Spr LUNGHEZZAY2 0 ONDA Soassidte / / di risonanza di un’antenna CoRTociRCUITATO diplo aperto o chluso, qui rappresentata da uno spezzone di cavo coassiale. ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993 - Pag. 38

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