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LA STAMPA 14 Settembre 2009 Inizialmente sottovalutai il fallimento Lehman.

Pensai addirittura che nella sua gravit avrebbe potuto avere un effetto educativo rispetto agli eccessi accumulati. Invece aveva rotto il filo, troppo a lungo tirato, della fiducia e il costo stato enorme Non possiamo non essere preoccupati dal numero dei disoccupati che ci sono oggi in Europa: 22 milioni. Stiamo parlando di un continente in cui decine di milioni di famiglie hanno perso il loro reddito. Quando il disagio sociale cos profondo pu succedere di tutto Sui Tremonti - bond decideremo entro fine mese. Vorremmo farcela da soli ma se ci renderemo conto che sono necessari per assicurare credito all'economia non ci tireremo indietro

Priorit all'occupazione"
Il numero uno di Intesa Sanpaolo: "Serve un piano straordinario per rilanciare infrastrutture e efficienza del sistema Italia" di MARIO CALABRESI Corrado Passera non finge di aver previsto tutto, scuote la testa quando gli si chiede cosa pens quella domenica di un anno fa in cui cominci il crollo dei mercati e dell'economia: Inizialmente sottovalutai il fallimento Lehman. Pensai addirittura che, nella sua gravit, avrebbe potuto avere uh effetto educativo rispetto agli eccessi accumulati. Invece aveva rotto il filo, troppo a lungo tirato, della fiducia ed il costo stato enorme. La diga non crollata solo grazie alle reazioni delle banche centrali e di quei Governi che hanno saputo agire in modo deciso e coordinato. Ma l'impatto sull'economia e sull'occupazione stato drammatico, e questa oggi la priorit. L'amministratore delegato di Intesa-Sanpaolo appena tornato da New York. Ho trovato pi ottimismo, c' voglia di ripresa, lo si capisce da tanti piccoli segnali, le hall degli alberghi, gli aeroporti, c' pi attivit rispetto agli ultimi mesi. Un anno dopo qual la prima lezione della crisi? La bolla finanziaria non si sarebbe gonfiata fino ad esplodere se nel mondo anglosassone fossero valse alcune regole basilari che da noi fortunatamente c'erano. La prima, quella di evitare un livello di indebitamento eccessivo rispetto al patrimonio, senza dimenticare i debiti fuori bilancio come era la norma negli Usa; la seconda, fondamentale per la stabilit di una banca, quella di evitare un'eccessiva speculazione sulle scadenze dei propri bilanci: le prime banche che sono fallite sono quelle che esageravano nel finanziare a breve termine e avevano

i crediti a lungo termine. Il dibattito sulle regole il pi acceso, queste regole saranno affrontate al G20 di Pittsburgh? Sulla prima regola citata mi sembra ci sia la volont di intervenire, anche se spero che si sapr distinguere tra banca e banca, perch a seconda dei diversi tipi di attivit, i requisiti di capitale possono essere anche molto diversi. Sulla seconda, non solo non si vede nulla all'orizzonte, ma oggi temo che si stia ricreando la stessa bolla di liquidit che ha condotto alla grande crisi. Speriamo quindi in un passo in avanti rispetto ai global standards proposti da Tramonti . Ma lei convinto davvero che basterebbero poche regole per scongiurare nuovi traumatici crolli? Ovviamente le regole vanno fatte rispettare, ma non sar aggiungendo altre autorit di controllo che questo succeder. Ce ne sono gi troppe: oltre cento negli Stati Uniti e quasi ottanta in Europa. Giusto invece affidare alla Bce la supervisione sui rischi sistemici perch bisogna tener conto dell'impatto che una somma di singole crisi pu avere sul sistema. Lei ha raccolto segnali positivi negli Stati Uniti, ma pensa che a Pittsburgh si (potr decretare la fine della crisi? No, la ripresa americana sicuramente contribuir alla ripresa dell'economia mondiale e i paesi esportatori come l'Italia ne beneficeranno, ma non possiamo non essere preoccupati dal numero dei disoccupati che ci sono oggi in Europa: 22 milioni. A questi vanno aggiunti i sotto-occupati e quelli che hanno smesso di cercare lavoro: stiamo parlando di un continente in cui decine di milioni di famiglie hanno perso il loro reddito o sono a rischio di perderlo. Quando il disagio sociale cos profondo pu succedere di tutto. Come vede la situazione italiana? Per ora siamo in ritardo con la ripresa, ma mi aspetto che il terzo e quarto trimestre ci portino segnali positivi. Ma non sar sufficiente a recuperare la disoccupazione ed il ritardo di crescita che abbiamo accumulato negli ultimi dieci anni. La sua ricetta per portare l'Italia fuori dalla recessione? Non ci sono soluzioni facili. Garantiti i soldi per gli ammortizzatori sociali, penso che la priorit sia un piano straordinario per rilanciare le infrastrutture e l'efficienza del Paese. .Questo aiuterebbe nel breve periodo a recuperare un nostro grave ritardo strutturale. I soldi non sono il problema maggiore, si possono trovare: la questione il processo decisionale lentissimo. La politica deve rimettere dinamismo nel sistema. Le banche italiane sono nel mirino del ministro Tremonti e di molti imprenditori per la difficolt con cui fanno credito. Il sistema bancario italiano ha tenuto meglio di molti altri. Il credito nel nostro Paese ancora in crescita malgrado il crollo di fatturati, esportazioni, produzione, investimenti. Ci dimostra il nostro impegno, ma ci sono aziende con problemi di credito - stimiamo tra il 5 ed il 10% del totale - e in alcuni casi si tratta di aziende con problemi di sopravvivenza e questo mette le banche nella difficile situazione di non poter prestare soldi a chi si sa che non potr restituirli . Cos rifiuta le accuse che piovono da pi parti? Raccogliamo l'invito

del Governatore della Banca d'Italia ad essere pi coraggiosi. Noi abbiamo offerto la moratoria sui crediti ancor prima che ci venisse richiesto dalla politica. La nostra banca d quasi 500 miliardi d credito al Sistema Italia, d cui 60 sono fidi gi concessi alle Piccole e medie imprese e non utilizzati. Ma il credito non pu sostituire la crescita. Penso che in questo momento sia sbagliato dividersi, scaricare le responsabilit: possiamo uscirne solo tutti insieme, e guai a farci convincere da diagnosi semplicistiche e autoconsolatorie . Proprio niente da rimproverarsi? Tutti abbiamo sottovalutato i rischi della bolla e con il senno di poi mi dico che avremmo dovuto mettere ancora pi fieno in cascina, sebbene ne abbiamo messo da parte parecchio. Prenderete i Tremonti bonds? Lo decideremo entro la fine del mese: vorremmo farcela anche questa volta con le nostre gambe, ma se ci renderemo conto che sono necessari per assicurare il credito all'economia allora non ci tireremo indietro.

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