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Don Giovanni, Atto Primo – Scena Seconda

Come! Vorresti che un uomo fosse costretto a limitarsi alla prima donna che gli piace, che
rinunciasse per lei a vivere e che non avesse più occhi per nessun’altra? No, no, la
costanza è la virtù delle persone da poco…

Ogni bella donna ha il diritto di sedurci, e il vantaggio di essere arrivata prima non deve
togliere alle altre il diritto, che tutte giustamente rivendicano, di aspirare al nostro cuore.
Dovunque io la trovi, la bellezza mi conquista, e cedo volentieri alla dolce violenza con la
quale mi attira. Per quanti obblighi abbia preso, l’amore che ho per una donna non mi
induce assolutamente ad essere ingiusto verso le altre; conservo occhi per vedere i meriti
di tutte, e concedo a ciascuna quelle attenzioni e quei tributi che la natura rende doverosi.

Comunque sia, non posso rifiutarmi di offrire il mio cuore a ciò che mi par
degno d’essere amato: ne avessi diecimila, di cuori, e un bel volto me li chiedesse, tutti li
darei! Le simpatie nascenti, in definitiva, hanno un fascino inspiegabile, e tutto il piacere
dell’amore è nei suoi mutamenti. Estrema è la dolcezza che si prova nel conquistare, con
infiniti complimenti, il cuore di una bella giovane, nell’osservare giorno dopo giorno i
progressi ottenuti, nel combattere con ardore, con sospiri e pianti, l’innocente pudore di
un’anima che cede l’armi a fatica, nel vincere a poco a poco le sue piccole resistenze e
condurla dolcemente là dove vogliamo che giunga.

Ma una volta che la conquista è fatta, non c’è più nulla né da dire né da volere; tutto il
bello della passione se n’è fuggito via, e nella tranquillità di quell’amore finiamo per
addormentarci, finché un nuovo oggetto non viene a risvegliare il desiderio e a sedurre il
nostro cuore con l’attrattiva irresistibile di una conquista da fare. Infine, niente è così dolce
come il trionfare sulla resistenza di una bella personcina; ho la stessa ambizione dei
conquistatori, che volano perennemente di vittoria in vittoria e non possono certamente
limitare l’impeto del loro volere. E quindi nulla può arrestare l’impeto dei miei desideri: ho
un cuore che può amare il mondo intero; e come Alessandro vorrei che ci fossero altri
mondi, per estendere le mie conquiste amorose.

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