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UNIVERSIT DEGLI STUDI DI SALERNO

Facolt di lingue e letterature straniere Corso di laurea specialistica in letterature moderne comparate

Prova finale in Letteratura Portoghese

Lo sguardo del viaggiatore postmoderno: Baa dos Tigres di Pedro Rosa Mendes

Relatore: Ch.mo Prof. Giorgio De Marchis Correlatore: Ch.mo Prof. Angelo Cardillo

Candidato: Giuseppe Napoli matr. 4320100185

Anno Accademico 2009/2010

Agradecimentos especiais aos Professores Mrio Manuel Lima Matos e Idalete Maria Silva Dias da Universidade do Minho pelo apoio e conselhos dados.

Indice
Introduzionepg. 4

Capitolo 1: La letteratura di viaggio: tra modello classico e modello contemporaneo


1.1 Letteratura di viaggio: tra definizione classica e contemporanea ...pg. 6 1.2 La letteratura di viaggio classica: dal pellegrinaggio Alla scoperta del Nuovo Mondo..pg. 16 1.3 Condizione postmoderna e forme letterarie postmoderniste: la letteratura di viaggio contemporanea.....pg. 20
1.3.1 Intertestualit e citazionepg. 23 1.3.2 Riscritture....pg. 26 1.3.3 Saramago riscrittorepg. 31

1.4 Il viaggiatore postmoderno: Ulisse nella societ liquida.......pg. 36

1.5 Tre sguardi a confrontopg. 48

Capitolo 2: LAfrica tra letteratura e storia: Baa dos Tigres di Pedro Rosa Mendes
2.1 Africa: tra letteratura e storia.pg. 57 2.2 Baa dos Tigres: la riscrittura attraverso lo sguardo dUlisse postcolonialistapg. 64
2.2.1 Da Namibe a Quelimane: lo sguardo di Ulisse del viaggiatore-scrittore-giornalista postcolonialista....pg. 66 2.2.2 Da De Angola contracosta a Baa dos Tigres, la riscrittura impossibile..pg. 72

2.3 Angola: tre esempi per una storia africana...pg. 83


2.3.1 La questione olandese: la grande illusione di Njinga....pg. 84 2.3.2 Il perpetrarsi dello schiavismo...pg. 87 2.3.3 Lo statuto dellassimilado: la distruzione dellidentit angolana......pg. 94

2.4 LAngola tra fine XIX secolo e fine XX: il confronto tra due forme di scramble.pg. 98
2.4.1 Lesplorazione di Capelo e Ivens: lo scramble for Africapg. 101 2.4.2 LAngola di Rosa Mendes: dallindipendenza alla guerra fratricida.....pg. 109

Abstract..pg. 113
Bibliografia..pg. 118 Siti internet...pg. 122

Introduzione

Cosa significa oggi viaggiare? Probabilmente non si tratta pi di muoversi solo geograficamente, ma soprattutto di tentare di trovare un punto di partenza e un punto di arrivo, ma questo sempre pi difficile in una societ senza punti di riferimento. Cos il viaggio in senso contemporaneo solo un grande percorso interiore, una esplorazione del s in cerca di identit. Cosa significa narrare un viaggio nella letteratura contemporanea e in particolare quella postmoderna? Le grandi scoperte sono alle spalle, laltro sconosciuto da vedere con i canoni etnocentrici dellio civilizzato, non esiste pi e laltro lio. Narrare un viaggio non raccontarne il moto che dallinteriorit porta allesterno, ma registrare leffetto che lesterno ha sullinteriorit delluomo dilaniato dal problema dellidentit. Ci non pu avvenire che ripercorrendo i passi dei nostri antenati, perch quando non si ha memoria del passato e consapevolezza del futuro tutto ci che si , essere liquidi. La ricerca del passato, la rilettura, per, non portano che ad un esito scontato: una immagine bianca su una parete. Quando questa ricerca interiore del passato porta ad uno scontro con le tragedie delluomo contemporaneo, ci che si pu registrare solo limpassibilit e la rassegnazione cinica di fronte alla morte. Baa dos Tigres di Pedro Rosa Mendes un esempio eccellente di ci: viaggiare con il proprio carico di incertezze ricalca, otto secoli dopo, ancora il modello dantesco, ma lInferno non pi metaforico, concreto e si trova in Africa, lascensione non pi possibile e le guide sono scomparse. Il viaggiatore moderno lUlisse che ancora una volta affronta a costo della sua vita i suoi limiti che sono quelli dellumanit, sia fatta essa di bruti o di soldati.

Capitolo 1
La letteratura di viaggio: modelli classici e modelli contemporanei

1.1 Letteratura di viaggio: tra definizione classica e contemporanea


Definire la letteratura di viaggio oggi, come sempre, un compito piuttosto arduo. Tutti i tentativi in tal senso, infatti, riportano inevitabilmente agli interrogativi di un retaggio critico-letterario che, fin dai primi esempi di testi teoricamente riconducibili al genere, si scontrato con le difficolt nel tracciare un profilo base di questo ramo della letteratura. In effetti a differenza di altri generi, quello della letteratura di viaggio pone in questione una serie di fattori estremamente variabili ed estremamente ampi che spesso evadono le frontiere letterarie per sconfinare in altri settori, come la geografia e lantropologia, rendendo questa branca testuale, in un certo senso, mimetica ed invisibile. Per cercare di dare una definizione di letteratura di viaggio necessario partire da due distinzioni basilari: la prima la distinzione tra letteratura di viaggio e viaggio nella letteratura, la seconda, che si riallaccia per molti versi alla prima quella tra letteratura di viaggio classica e contemporanea. Parlare di viaggio nella letteratura sicuramente molto differente rispetto a parlare di letteratura di viaggio. Questa confusione, gi facilitata dalle difficolt relative ad una definizione di massima della letteratura di viaggio, si accentuata ulteriormente con i meccanismi intertestuali che concernono questo ramo letterario nei suoi sviluppi pi recenti. Parlare di viaggio sembra in un certo senso alludere al genere, ma questo un falso mito facilmente sfatabile dando una idea di cosa concerne realmente la letteratura di viaggio e cosa essa implica affinch un testo possa essere ricondotto a questo genere. Al di l della

enciclopedica definizione di viaggio come centro dellintera narrazione, questa distinzione si deve basare per forza di cose anche sul senso ultimo del viaggio raccontato e sulla rilevanza che questo assume nellintero testo, per usare le parole di Fernando Cristovo:
() com a literatura de viagem tem convivido, permanentemente, o tema da viagem na literatura, dando ocasio a mltiplas confuses e ambiguidades. Literatura de viagens no se distingue de viagem na literatura s pela diferena de estatuto genolgico, mas tambm pelo seu relacionamento com o referente. Por exemplo h texto em que nenhuma viagem relatada, e nem por isso deixam de pertencer literatura de viagem. Outros, porm, relatam viagens, mas podem no incluir-se nela por serem tributrios da isotopia dominante de outros subgneros que os modelam, de marcas bem diferentes das que tipificam a literatura de viagens. Obviamente a Literatura de Viagens no tem o monoplio das viagens. Tambm elas abundam na fico de costumes, na histrica e em outras. Mas nesta, o mais importante o estatuto genolgico da viagem como deslocao no participando das caractersticas semiolgicas, histricas, de edio e de recepo que so prprias da Literatura de Viagens1.

Questa distinzione uno dei cardini per comprendere su quali basi la diatriba critica si sia prodotta in un dibattito prolungato. su questo campo, attraverso una consistente mole di saggi, che si sono susseguite, negli ultimi secoli, le definizioni pi svariate nel tentativo di fissare dei criteri che permettessero di costituire un corpus testuale riconducibile al sottogenere. Al centro di queste stato posto in questione il ruolo condizionante dalla convivenza di pi fattori fusi nellambito della narrativa di viaggio, siano essi storici, antropologici o geografici. Passando rapidamente in rassegna i testi che hanno al centro della propria narrazione il viaggio, in particolare nella letteratura portoghese, ci che si evince che nel tempo, tra i secoli XVI e XIX, si passati dal resoconto di viaggio al romanzo di viaggio, e quindi ad un ambito letterario strictu sensu. Questo
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Cristovo, Fernando, Para uma teoria da Literatura de Viagens, in Condicionantes culturais da literatura de viagens : estudos e bibliografias, Almedina, Coimbra, 2002, pp. 15-16

passaggio sicuramente attribuibile, per quel che riguarda la letteratura di viaggio nellaccezione classica, in larga parte alle esigenze imposte dal pubblico alle case editrici che, riscontrato linteresse dei lettori per i viaggi e per la conoscenza di mondi altri, avevano contribuito ad una integrazione dei testi arricchendoli attraverso i meccanismi della narrazione strettamente letteraria. Linteresse per la novit, il fascino delle terre lontane e sconosciute, aveva rapidamente portato ad edizioni sempre pi elaborate e ricche, composte anche da stampe e mappe che guidavano il lettore nel viaggio narrato. Parte di questo genere di politica editoriale divent perci anche laggiunta di fattori di altre branche testuali (storiografici, antropologici, geografici, astronomici), un meccanismo inquadrabile anchesso nellottica commerciale di questo genere nascente che vedeva nel dialogo tra esigenza del lettore e interesse commerciale delleditore un paradigma essenziale, che permette anche di comprendere su quali basi si sviluppa il passaggio da letteratura di viaggio classica a letteratura di viaggio contemporanea. Per comprendere questo passaggio , a questo punto necessario soffermarci su una basilare definizione di letteratura di viaggio. Per citare ancora Fernando Cristovo:
Por literatura de viagens entendemos o subgnero literrio que se mantm vivo s sculo XV ao final do sculo XIX, cujos textos, de carcter compsito, entrecruzam Literatura com Histria e Antropologia, indo a buscar viagem real ou imaginria (por mar, terra e ar) temas e motivos e formas. E no s viagem enquanto deslocao, percurso mais ou menos longo, tambm ao que, por ocasio da viagem pareceu digno de registo: a descrio da terra, fauna, flora, minerais, usos, costumes crenas e formas de organizao dos povos, comrcio, organizao militar, cincias e artes, bem como os seus enquadramentos antropolgicos, histricos e sociais, segundo uma mentalidade predominante renascentista, moderna e crist2.

Questa definizione apre facilmente ad un altro interrogativo: se la letteratura di viaggio, intesa nellaccezione delineata da Cristovo, si ferma al secolo XIX,
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Cristovo F., op.cit. , pg. 35

possibile dire che non esiste una letteratura di viaggio contemporanea? Chiaramente la risposta no. Ci a cui si assiste semplicemente una ridefinizione degli elementi basilari del genere. Se per letteratura di viaggio si intende la narrazione di un viaggio che si protrae per lintero testo e concerne anche il resoconto dellesperienza dellautore, ci con cui abbiamo a che fare nellepoca moderna semplicemente uno spostamento dellattenzione dal viaggio allesperienza che prende sempre pi un ruolo primario e porta la dimensione spazio-temporale a connotarsi di una fitta rete di simboli e di metafore. Se il viaggio letterario in senso canonico finisce nel secolo XIX, come sottolinea Cristovo, questo non significa che logico porsi, in chiave meta letteraria la domanda che limperatore dei tartari rivolge a Marco Polo in uno dei capolavori della letteratura di viaggio contemporanea, le Citt invisibili di Italo Calvino, e cio A che ti serve allora tanto viaggiare?3 Il viaggio contemporaneo, nella sua accezione letteraria, si identificato oggi ancor di pi con levoluzione sociale ed diventato diverso, caricandosi addosso le incertezze delluomo e il suo senso di angoscia verso la societ. Tutto ci ha creato nuove figure del viaggiatore che spesso trova nel suo conflitto con la societ e con il proprio Io, in casi eloquenti come Kafka, limpulso a viaggiare. Per dirle con le parole di Franco Marenco:
() Quella presentita da Conrad e Kafka () una svolta prodottasi in una vicenda millenaria che ha attraversato delle fasi distinte, lultima delle quali si apre alle soglie del Novecento. anche stata una vicenda esclusiva della cultura occidentale: come vedremo anche in un senso spaziale, oltre che temporale, che i suoi viaggi finiscono, per essere affiancati da viaggi altri, con altri segni distintivi. () Il carattere del viaggio novecentesco viene a cambiare ancora e in modo radicale, perch ormai il movimento solo esteriore, e non conduce a una meta conoscitiva, di arricchimento dellesperienza primaria: il nuovo e il diverso non vengono pi percepiti come tali, essendo ormai assimilati al vecchio e allidentico, e consegnati nel regno della replica indistinguibile, se non della complicit. Il viaggiatore occidentale percorre lunghe distanze ma resta
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Calvino, Italo, Le citt invisibili, Einaudi, Torino, 1972, pg. 11

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sostanzialmente in un limbo autoreferenziale prodotto dal suo egemonico sapere, e pervaso da quello che ancora Lvi Strauss definisce il cannibalismo nostalgico di una storia dalla quale le mete sono state eliminate. () in questa cultura il discorso del viaggio viene gradualmente sottratto al suo ambito tradizionale di documentazione, di resa e rispecchiamento di un referente inconsueto e altro, per diventare invece ermeneutica del noto, discorso sulle qualit conoscitive dellerranza resta cio che il discorso del viaggio tende, come tanti altri di questo periodo, a farsi meta discorso4.

Tralasciando lultima affermazione, sulla quale mi soffermer ampiamente in seguito, ci che si evince dallanalisi di Marenco che il viaggio nel Novecento ha perso con buona probabilit uno dei suoi topos prediletti: la scoperta dellaltro. Tutto ci avvenuto in contemporanea con la nascita del turismo di massa, infatti con la possibilit di conoscere il mondo, di vivere e cogliere dal vivo le meraviglie fino ad un tempo esotiche e lontane, la curiosit dei lettori si placata. La possibilit di proiettare il proprio io sullAltro, venuta meno e luomo si ritrovato in un circolo vizioso claustrofobico che ha reso il mondo e il viaggio a portata di mano e non pi un affascinante mistero da scoprire e immaginare attraverso narrazioni. Cos con la caduta della mitologia legata alla figura dellaltro si arrivati ad un ripiegamento sullio. Questo meccanismo accompagnato anche da una logica che sposta lattenzione dal luogo di arrivo a quello di partenza, perch la riflessione meta letteraria su cui si impernia il viaggio porta con s inevitabilmente i dubbi le angosce e il doloroso retaggio storico che ha condizionato levoluzione del genere umano nellultimo secolo. Da ci si pu dedurre che lesperienza in s e la riflessione spesso di carattere meta letterario sono diventate, soprattutto nellultima parte del Novecento, una base per una nuova definizione di letteratura di viaggio, che non si fonda pi su testo e sottotesto denotato dal viaggio come rivelazione di mondi sconosciuti e conoscenza di meraviglie aliene, di popoli lontani e di costumi quasi connotati dalla dimensione del mito, ma che si basa sulla riflessione delluomo su se stesso
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Marenco, Franco, Fine dei viaggi? in Il viaggio nella letteratura occidentale tra mito e simbolo a cura di Antonio Gargano, Liguori, Napoli, 2005, pp. 198-199

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e sulla evoluzione della societ che si avvale anche dei meccanismi un tempo usati per presentare meraviglie aliene alla ricerca di un altro che lio stesso, una specie di ritorno del represso freudiano che si ribella (in casi come Kerouac) agli usi della societ contemporanea o ne trae spunto per un viaggio che costruito su una fitta rete di simboli e metafore che basano sul viaggio lepifania delluomo contemporaneo. Questi dialoga con la storia in quanto unica referente per comprendere la banalizzazione della mitologia basica umana. In fondo il turismo di massa, che ha banalizzato e distrutto la letteratura di viaggio in senso canonico, non che uno dei meccanismi che fanno a pieno parte della nuova societ. Come afferma Cristovo:
O turismo alterou completamente os hbitos ancestrais da viagem, da leitura e da narrao, fechando o ciclo da Literatura de Viagens e iniciando uma realidade diferente. (...) A grande transformao viria, porm, a dar-se pela mudana do urbanismo moderno que obrigou o homem comum a evadir-se, saindo de sua casa nos fins-de-semana, ou da sua terra e pas nas frias, e, sobretudo, positivamente, quando as facilitades sociais e de transporte se moltiplicaram. (...) Mudaram-se ento os hbitos sociais (...) a viagem passou a ser collectiva, de massa. (...) Com o turismo assim impulsionado, a viagem generalizou-se, democratizou-se, banalizou-se. Em consequncia, o relacionamento da Literatura com a viagem turistica faz-se incerto e pouco relevante. Sobretudo porque o interesse e encanto das narrativas estava na conjugao de trs factores a longa distncia, a novidade encontrada, o reduzidssimo nmero de testemunhas -, e eles foram desactivados. Com efeito o narrador sentiu-se desencorajado a narrar o que os outros podiam observar(...)5.

Una definizione calzante che si collega con le parole dellantropologo Claude Lvi-Strauss che alla fine dei viaggi6 dedicava lintera prima parte del suo primo e celebre libro Tristes Tropiques (1955) o con quelle delletnologo Marc Aug

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Cristovo F., op.cit. , pg. 29 Non c pi nulla da fare: [] lumanit si cristallizza nella monocultura [] La sua mensa non offrir ormai pi che questa vivanda- Claude Lvi Strauss, Tristi Tropici, Milano, Il saggiatore, 2008, pp. 36 e 40

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nel suo saggio del 1997 Limpossible voyage 7 sul turismo: ci che si evince lo svuotamento del significato canonico del viaggio in parallelo con i cambiamenti della societ. Con queste premesse ci che resta del viaggio al viaggiatore narratore il significato e la tecnica narrativa in s contenuta nel viaggio e la riflessione che questo porta con s. Attraverso il passaggio da scoperta e conoscenza a segno di intellettualit nella denotazione moderna del termine, che si realizza soprattutto nella generazione beat americana8, si arriva a al senso contemporaneo della letterariet del viaggio. Questo si svuota delle sue finalit e perde le proprie mete e, pur rimanendovi formalmente, perde infine il suo status di epicentro della narrazione che si sposta inevitabilmente sullio. Per dirla con le parole di Pino Fasano: Ci che caratterizza la declinazione poetica moderna del tema proprio la sottrazione di senso che subisce il viaggio, la perdita della sua capacit di significare la conoscenza, di nominare la scoperta. La pulsione della partenza si esprime ora come puro desiderio verso volutt vaporose, cangianti prive di forma, a cui lo spirito umano non sa dare nome. Perci il margine stretto su cui pu camminare nella modernit il racconto di viaggio la interrogazione su questa perdita di senso e sulla soggettivit che la esprime. What am I doing here? il titolo dellultima raccolta di Bruce Chatwin. Se il viaggio perde la capacit di significare il diverso, la realt altra da noi, lattenzione si sposta sulla difficile rappresentazione di questo inabissamento dellio e nellio che lunica avventura possibile delluomo moderno. Ma proprio questa scommessa pu restituire un ruolo centrale alla letteratura. Se limpresa quella di raggiungere la nostra immagine,
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Quanto a coloro che partono per destinazioni lontane [] si espongono, nel migliore dei casi, a trovare solo quello che si aspettavano [] Il viaggio impossibile quello che non faremo mai pi, quello che avrebbe potuto farci ancora scoprire paesaggi nuovi e altri uomini, che avrebbe potuto aprire lo spazio degli incontri [] Che cosa abbiamo fatto dei nostri viaggi e delle nostre scoperte? Quale piacere potremmo provare oggi di fronte allo spettacolo stereotipato di un mondo globalizzato e in gran parte miserabile? M.Aug, Disneyland e altri non luoghi, Torino, Bollati Boringhieri, 1999, pp 10-11 8 Per approfondire la questione della generazione beat sono interessanti i saggi di Dennis McNally Desolate Angel: Jack Kerouac, the Beat Generation, and America (NY: DeCapo, 2003) e di James Campbell This Is the Beat Generation: New YorkSan Francisco-Paris (LA: University of California Press, 2001)

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oasi dorrore nel deserto di noia che attraversiamo, protagonista di questa impresa il linguaggio, la voce capace di affrontare le tenebre, di affacciarsi oltre lorlo dellabisso per dire lorrore9. Alla luce di ci lecito dire che la letteratura di viaggio contemporanea fa fronte ad una perdita quella della dimensione dellignoto e da questa perdita riparte attraverso unanalisi meta testuale ripercorrendo quello che un tempo era il mito, e trovando nuovi significati. La letteratura di viaggio, e non solo, contemporanea un continuo dialogo con il passato, il risveglio dal sogno dellignoto e delloblio in esso contenuto che porta in senso figurato alla caduta dellimmaginazione fanciullesca e alla perdita dellincanto10 che sono un po il simbolo della societ moderna. Sul senso del finito rintracciabile nelle mappe, allegoria della finitezza del mondo moderno, ricade anche il retaggio dello sguardo pessimista che dal XIX secolo ne fa una metafora della perdita della ingenuit infantile. Dal Leopardi che attribuisce a Cristoforo Colombo le colpe di avere chiuso il cerchio della conoscenza, annullando il mito dellinvarcabilit delle colonne di Ercole, nella sua canzone Ad Angelo Mai, quandebbe trovato i libri di Cicerone della Repubblica11, al Voyage che chiude le Fleurs du Mal di Baudelaire in cui il sogno infantile di infinitezza del mondo si scontra con una realt ben diversa12. Il mondo, racchiuso nelle mappe, est petit13 , per citare ancora il poeta maledetto francese,14 e diventa una metafora calzante dellesperienza che porta allo
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Fasano, Pino, LAtlante del Gran Kan - La scena del racconto di viaggio Il viaggio nella letteratura occidentale tra mito e simbolo a cura di Antonio Gargano, op.cit. , pg. 177 10 Fasano P. , op.cit., pg. 179 11 Ahi ahi, ma conosciuto il mondo\non cresce, anzi si scema, e assai pi vasto\letra sonante e lalma terra e il mare/ al fanciullin, che non al saggio appare - G. Leopardi, Ad Angelo Mai, quandebbe trovato i libri di Cicerone della Repubblica, 12 LImmaginazione inizia la sua orgia in fretta\e scopre un nudo scoglio alla luce del mattino.\Povero innamorato di terre chimeriche!\bisogna metterlo ai ferri, gettarlo in mare\quel marinaio ubriaco, inventore di Americhe,\il cui miraggio rende le cadute pi amare? C. Baudelaire, I fiori del male, Torino, Einaudi, 2006 10 Baudelaire C., op.cit. 11 Pinto-Correia, Joo David, Deslumbramento, horror e fantasia: o olhar ingnuo na Literatura de Viagens, in O olhar do viajante, dos navegadores aos exploradores, Almedina, 2003, Coimbra, pg. 11 1312 E figurato il mondo in breve carta afferma Leopardi sempre nella canzone Ad Angelo Mai, quandebbe trovato i libri di Cicerone della Repubblica
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svanimento dello sguardo infantile (quello che nella letteratura di viaggio Joo David Pinto Correia chiamerebbe Olhar ingenuo15). Questa perdita impedisce al viaggiatore di divenire conscio della propria identit sperimentando lalterit, svuotando, cos, il viaggio della sua funzione precipua. In Heart of darkness di Conrad, troviamo un esempio rilevante di quanto detto finora, soprattutto in relazione al rapporto dei personaggi con la propria condizione. Per citare ancora Pino Fasano in riferimento ad uno dei passi pi intensi di questo capolavoro16:
una perfetta e affascinante definizione della letteratura, che cerca il suo significato non nella referenza delle cose narrate, nel gheriglio dei contenuti, ma nella forma che svela e avvolge allo stesso tempo, che rende trasparenti ed incandescenti le foschie della conoscenza. Ma anche il narratore conradiano deve fare i conti con la situazione moderna del letterato, con quella prevaricazione del reale monotono e piccolo sulla felicit dellerrore fantastico di cui emblema e origine il viaggio di Colombo. La caduta dellimmaginazione fanciullesca, la perdita dellincanto che connota let moderna, let in cui, sulla breve carta che figura il mondo, tutti i nomi sono stati ormai messi, si configura ora come la coscienza del male del mondo. Tracciare la mappa significa trasformare lo spazio vuoto di incantevole mistero una chiazza bianca sulla quale il bambino ha modo di fare magnifiche fantasticherie - in un luogo di tenebre. () il libro delle meraviglie non si chiude. Il fatto che lo scontro con la incomprensibile barbarie, con il mistero indecifrabile e detestabile della wilderness, ha pure un suo fascinoil fascino dellobbrobrio. Il fiume che attrae irresistibilmente Marlow ha sulla mappa la forma di un immenso serpente srotolato ed questo biblico serpente che trasforma linvito al viaggio nella tentazione edenica. E infatti risalire quel fiume era come viaggiare allindietro verso i pi lontani primordi del mondo. Ma la ricerca di questo viaggio regressivo non la redenzione. Non c redenzione possibile da quello che Baudelaire chiamava leterno peccato delluomo. O meglio lunica redenzione possibile () la parola. () avere qualcosa da dire e dirla. Di questa sfida il segno del viaggio nel cuore delle tenebre.
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Marlow non era un marinaio tipico (a parte la sua inclinazione a raccontare storie) e per lui il significato di un episodio non si trovava allinterno come il gheriglio, ma allesterno, e avviluppava il racconto che lo rivelava unicamente come lincandescenza rivela una foschia, a somiglianza di uno di quei nebulosi aloni talvolta resi visibili dalla spettrale illuminazione della luna J. Conrad, Cuore di tenebra, Milano, 1978-1983

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Proprio il confronto con il concetto di inferno nel senso sartriano17, che pone ad un bivio il viaggiatore moderno, potrebbe in effetti dare una definizione calzante quale il significato della letteratura di viaggio contemporanea, una definizione che Italo Calvino dar in maniera esaustiva nel suo le citt Invisibili attraverso la bocca del suo meta letterario Marco Polo: L'inferno dei viventi non qualcosa che sar; se ce n' uno, quello che gi qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni... Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non verderlo pi. Il secondo rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non inferno, e farlo durare, e dargli spazio18. Ed proprio questultimo il ruolo che assume il viaggiatore moderno e che viene espletato nella letteratura di viaggio: quello di un nuovo Dante o Ulisse che trova in s e nella volont di conoscere laltro che nellio la forza per confrontarsi con linferno della societ moderna.

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L' inferno sono gli altri una delle quattro definizioni del nulla , che la matrice fondamentale dei rapporti con gli altri contenuta di Sartre nella parte A porte chiuse dellopera L'essere e il nulla del 1943 18 Calvino I., Op.cit., pg. 82

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1.2 La letteratura di viaggio classica


Fin dalle prime narrazioni del genere, il viaggio stato uno dei temi preferiti dalluomo in ambito letterario. Testimonianze di resoconti e di diari sono reperibili anche in epoche antichissime, basti pensare che un primo esempio del genere Il racconto del naufrago, che si pu datare intorno al 2000 a.C. e che gi abbraccia tematiche poi sviluppate in seguito nel sottogenere della letteratura di naufragio. Ci che per ha segnato una svolta nella letteratura di viaggio si registrato nel tardo medioevo, quando luomo, allalba dellera delle nuove scoperte, tra peregrinazioni e viaggi in Oriente iniziava a dare un senso nuovo alla dislocazione geografica. Questa svolta si concentra in una serie di tematiche e di categorie di viaggio che scandiranno levoluzione del genere sviluppandolo fino al XIX secolo quando, con lavvento del turismo di massa e la conseguente banalizzazione del viaggio, si apre una nuova fase che registra una rottura con il canone classico sia nella dimensione diegetica, sia nella rete semantica che compone il sottotesto delle narrazioni. Il viaggiatore classico sparisce e con esso il resoconto classico, che per viene sostituito da uno che, in piena chiave letteraria contemporanea, rispecchia al meglio il nuovo impatto delluomo con la dislocazione geografica. Fin dal principio daltronde, fin dalle peregrinazioni medioevali, i resoconti di viaggio e il genere ad essi legato, stato in un certo senso uno specchio delluomo e delle tematiche relative alla societ, ragion per cui logico non fare coincidere la fine delle narrazioni di viaggio con linizio del XX secolo, ma considerare questo passaggio come un normale aggiornamento del genere, che, pur presentando un numero maggiore di modifiche rispetto alle epoche passate, resta intatto nella sua dimensione diegetica che lega il testo al viaggio. Ci che ha scandito la letteratura di viaggio nei suoi differenti esiti nell

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accezione classica concretamente il differenziarsi delle tipologie di viaggio che, quasi seguendo un percorso cronologico, hanno portato dai resoconti di peregrinazione fino al genere di esplorazione. Questa distinzione tipologica sembra avere una corrispondenza con il filo cronologico che scandisce gli avvenimenti pi rilevanti delle epoche narrate legate alla questione del viaggio. Un tale parallelo, infatti, pone sotto i riflettori tematiche tra le quali troviamo le nuove scoperte, lesplorazione del Nuovo Mondo e infine lapprofondimento delle potenzialit dei territori Africani nellepoca del colonialismo. Questo evolversi delle tipologie del viaggio rispecchia, in maniera pertinente, gli avvenimenti e lo sviluppo della societ nel lasso di tempo coperto dal genere letterario nella sua declinazione classica, ossia dal XV al XIX secolo. Chiaramente questo accostamento non tiene conto di tutte le variet del genere, ma solo di alcune, in quanto sono reperibili altri generi che non hanno un esito strettamente legato allepoca storica correlata, pur in parte descrivendone mode e societ, come i resoconti legati al Grand Tour tra XVIII e XIX secolo. Volendo approfondire la questione delle tipologie legate al viaggio classico appare interessante utilizzare la classificazione fatta da Fernando Cristovo nel suo saggio sulla letteratura di viaggio pur discordando dalla sua definizione del genere, i cui ultimi esiti, secondo lautore portoghese, sono riconducibili al XIX secolo. Afferma Cristovo:
Em funo, pois, da existncia de uma Literatura de Viagens, possvel esboar, tambm a posteriori, uma tipologia de carcter temtico. Propomo-la repartida por cinco itens principais: viagens de peregrinao, de comrcio, de expanso (estas seriadas por expanso poltica, religiosa, cientfica), de viagens de erudio formao e de servios, de viagens imaginrias19.

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Cristovo, Fernando, Para uma teoria op. Cit., pg. 38

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Tra i vari tipi di viaggi di peregrinazione emerge spesso un sentimento religioso che fin da tempi antichi connotava lo spirito di questi tragitti e dei relativi resoconti. La volont di entrare a stretto contatto con lenergia mistica data dalla propria religione e dai luoghi sacri di questa, caratterizzarono (e ancora caratterizzano) i grandi movimenti del medioevo prima verso Gerusalemme, poi verso Roma e infine verso Santiago de Compostela, un tragitto, noto come il cammino di Santiago, tuttora molto percorso dai pellegrini che dalla Francia arrivano a piedi in Galizia. Ci che caratterizza il lato letterario di questi tragitti la diffusione di tematiche religiose accompagnate da miti e leggende che permettevano una lettura in chiave religiosa di fenomeni naturali. Se tra i resoconti dei viaggi commerciali non si trovano esempi importanti del genere letterario in quanto questi si concentravano per lo pi su itinerari o su informazioni strettamente relative alle merci, di grande spessore la letteratura di viaggio ed espansione che probabilmente il sottogenere pi legato e pi conosciuto relativo al viaggio. Queste narrazioni sono connotate da una serie innumerevole di topos che sono tuttora parte integrante della dimensione diegetica di ogni viaggio. Al di l della questione dello sguardo del viaggiatore, che verr approfondita in seguito, la letteratura di espansione esemplificativa dellunione delle tematiche del viaggio con altre branche quali storia, geografia ed antropologia. Questa dimensione intertestuale che abbatte le frontiere tra tipologie estremamente diverse e non esclusivamente letterarie ha caratterizzato e tuttora ha una funzione principale nella dimensione diegetica del genere, ma anche un grande rilievo nellapprofondimento degli avvenimenti che caratterizzarono i viaggi in s, in quanto testimonianze di una delle fasi pi importanti della storia. Questa branca ha, perci, attualmente un grande valore che ci permette di comprendere i meccanismi con i quali le spedizioni venivano effettuate e i primi approcci della societ civilizzata con le nuove realt. Di grande rilevanza anche il fatto che questo sottogenere incorpora a sua volta una serie di diramazioni come la letteratura di naufragio o quella di esplorazione che

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hanno fatto, da un punto di vista pi strettamente culturale, la storia della letteratura. Tralasciando i viaggi immaginari, in quanto sottogenere non completamente riconducibile alla tipologia letteraria a causa dei confini incerti della propria dimensione diegetica, i viaggi di formazione ed erudizione, infine, sono soprattutto quelli riconducibili al periodo del Grand Tour quando la pratica di viaggiare entr a far parte della vita degli intellettuali, che attraverso i loro spostamenti in Europa, venivano a contatto con i grandi centri artistici e con le culture pi svariate.

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1.3 Condizione postmoderna e forme letterarie postmoderniste: la letteratura di viaggio contemporanea


Gli ultimi sviluppi della letteratura di viaggio che ne hanno stravolto lessenza in quanto genere, sono comprensibili esclusivamente se posti in parallelo con i cambiamenti che hanno accompagnato questa branca letteraria nel passaggio da classica a contemporanea20 e quindi agli esiti pi recenti che collimano con le tematiche dellevoluzione sociale della societ post-moderna e della stessa letteratura post-modernista. Questo genere infatti ha da sempre un intrinseco legame con i cambiamenti della societ essendo nella sua natura lincorporazione di nozioni legate tra le altre ad antropologia, geografia e storia, che identificano la propria essenza letteraria caratterizzata da una pluralit di fattori. Per questo motivo la letteratura di viaggio, vista come insieme di tematiche legate al viaggio e al viaggiatore, rappresenta un emblema dellevoluzione contemporanea della cultura in generale e della letteratura in particolare, ma non solo. Ci che rappresenta questo genere, soprattutto nelle sue evoluzioni postmoderniste la storia delluomo e della societ postmoderni. Lambivalenza del genere tutta nellincorporazione in s delle due definizioni. Quale la differenza dunque tra post-moderno e postmodernista? Afferma Caren Kaplan nel suo saggio Question of travel :
() the critical writing on postmodernity could be roughly summarized as falling into two general schools of thought. The first, more usually represented by concerns about literary and artistic styles and periods, asserted postmodernism as a stylistic break or historical rupture with modernism. This version of postmodern was interested most often in the activities of
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La differenza tra i due concetti descritta nel paragrafo 1.1

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twentieth-century avantgardes in Europe and the United States and in the challenging aesthetic classes and distinctions. The second vein of commentary on the postmodern was more concerned with postmodernity in order to mark continuities as well discontinuities with modernity in the midst of modernism in shifting historical contexts. In these versions of the postmodern, the emphasis lies more in social theories of historical periodization, cultural and political change, and historically specific theories of cultural production21.

Per postmoderna dunque si intende una precisa epoca storica che attraverso i cambiamenti che dai sistemi economico-capitalistici si sono riflessi sulla societ, ha portato ad un decentralizzazione della soggettivit dellindividuo ed ad una continua autoreferenzialit, un egocentrismo sistematico che si attiene a valori imposti dai media. Gli stravolgimenti di questa societ, hanno portato ad una serie di sconvolgimenti che in questa epoca, pi che in altre, hanno contribuito in maniera definitiva a creare una societ liquida per rifarci alle parole del sociologo Zygmut Bauman22. Se ladesione iniziale ai valori postmoderni fu in un primo tempo caratterizzata da una visione eccessivamente positiva di ci che essi comportavano, ben presto si arriv ad una visione critica di cosa realmente concernevano questi. Rilevante in tal senso fu il contributo di sociologi e pensatori del calibro di Lyotard23 o di Jameson24 che per primi hanno individuato i danni degli ideali fondanti dellepoca postmoderna. Sia il primo che il secondo hanno sottolineato come la Postmodernit ha inculcato nei valori culturali un etnocentrismo che come risultato ha riportato la valutabilit delle differenze solo in base al proprio valore intrinseco. Per citare Althusser:
La realt umana divenuta in questi anni un complesso organizzato dallalto e disperso in stereotipi, clich, luoghi comuni la cui descrizione (coincidente oggi con i modi di produzione del capitalismo globalizzato) analisi di una societ dei simulacri, dellindistinzione tra realt ed apparenza. Il
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Kaplan, Caren, Questions of travel : postmodern discourses of displacement, Durham : Duke University Press, 2000, pg. 13 22 Bauman, Zygmut, Modernit liquida, Laterza editore, Roma, 2007 23 Interessante il saggio The Postmodern Condition: A Report on Knowledge, University of Minneapolis Press, Minneapolis, 1984 24 Da segnalare Postmodernism, or, The Cultural Logic of Late Capitalism, Duke University Press, 1991

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cambiamento un problema che il postmodernismo, con il suo eterno presente, non si pone nemmeno perch il presente una forma di sottrazione di significato allidea di differenza e perch la novit non una prerogativa del soggetto ma una spinta strutturale del sistema ed i fenomeni oggi non desiderano affatto essere interpretati ma solo consumati. Sembra affacciarsi un futuro ridotto solo a forecast o proiettato in una tecnoscienza senza storia, cio di nuovo puro presente. Lideologia postmodernista non quindi solo falsa coscienza che traveste la realt dei rapporti sociali estetizzandoli ma diventa una pratica che fa parte della realt stessa dellesperienza trasferita sul piano dellimmagine: rappresentazione del rapporto immaginario degli individui con le proprie condizioni25

Tralasciando gli effetti che la societ postmoderna ha sortito sulluomo e sul viaggiatore, nel nostro caso specifico, argomento del quale mi occuper approfonditamente in seguito, giusto per distaccare la lettura critica della letteratura postmodernista da quella della societ postmoderna. Approfondendo gli esiti che la nuova corrente artistica ha raggiunto, piuttosto che condividere il giudizio negativo permanente sulla omologazione dellindividuo creata dalla societ liquida nellaccezione baumaniana, si arrivati ad un giudizio in qualche modo diverso alla luce di una serie notevole di risultati che hanno, se non altro, innovato la forma letteraria. Questo metodo riflette la condizione dellartista nel contesto in cui si trova e la reazione di questi di fronte ad una accettazione di fondo dellessenza caotica nel senso Nietzschiano della parola. Per dirla con le parole di Harvey:
I begin with what appears to be the most startling fact about postmodernism: its total acceptance of the ephemerality, fragmentation, discontinuity, and the chaotic that formed the one half of Baudelaire's conception of modernity. But postmodernism responds to the fact of that in a very particular way. It does not try to transcend it, counteract it, or even to define the `eternal and immutable' elements that lie within it. Post-modernism swims, even wallows, in the fragmentary and the chaotic currents of change as if that is all there is. Foucault instructs us, for example, to `develop actions, thought, and
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Althusser, Louis, citato da Vittorio Gregotti in Il sublime ai tempi del mercato, La Repubblica 20/12/2007

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desires by proliferation, juxtaposition, and disjunction,' and `to prefer what is positive and multiple, difference over uniformity, flows over unities, mobile arrangements over systems. Believe that what is productive is not sedentary but nomadic.' To the degree that it does try to legitimate itself by reference to the past, therefore, postmodernism typically harks back to that wing of thought, Nietzsche in particular, that emphasizes the deep chaos of modern life and its intractability before rational thought. This does not imply, however, that postmodernism is simply a version of modernism; real revolutions in sensibility can occur when latent and dominated ideas in one period become explicit and dominant in another. Nevertheless, the continuity of the condition of fragmentation, ephemerality, discontinuity, and chaotic change in both modernist and postmodernist thought is important26.

1.3.1 Intertestualit e citazione


Se vero che la societ postmoderna lesito degli sviluppi capitalistici che hanno portato ad una egemonia dei mass media a scapito della borghesia, la forma artistica postmodernista non nega lesigenza di una tale pericolosa omologazione sociale, ma proprio da questa prende le mosse per un nuovo approccio. Ci si manifesta nella volont dellartista, e nel nostro caso specifico dello scrittore, di dialogare con il passato, che presenza ingombrante nellambito dellispirazione, non accettandolo semplicemente attraverso un ritorno nostalgico, ma prendendone spunto per una riflessione che spesso si realizza attraverso la rilettura parodistica o critica di arte e societ del passato. Questa volont porta, per la prima volta nella storia delle arti, ad una sorta di caduta delle barriere tra generi, un riflesso artistico della societ liquida, che con il dissolversi dellappartenenza a settori ben precisi, diventa liquida a sua volta. Ci che importante rilevare come i valori del viaggio e del genere letterario su esso basato si siano adattati a questa nuova realt sociale e quindi quale sia ora il
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Harvey, David, The Condition of Postmodernity, Oxford: Basil Blackwell, 1989, pg 44

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valore intrinseco del viaggio e la forma letteraria che supporta il viaggio nella nuova declinazione letteraria postmodernista derivante dai diktat sociali e mediatici. Sulla base di quanto detto nel primo paragrafo ci che ha rivoluzionato la letteratura di viaggio stato proprio lavvento del turismo di massa, un evento che ha portato ad uno stravolgimento della visione legata al viaggio e ad una sostanziale conoscenza del mondo, fattori che hanno cambiato la base epistemologica e che in un certo senso hanno ricreato nel genere letterario la stessa tensione che affronta lartista postmodernista in genere ossia la consapevolezza di non potere pi dire ci che vuole senza in un certo senso citare, ossia langosciosa certezza che in arte tutto stato detto e fatto. Per citare le parole di Vita Fortunati:
() apparso evidente come la pratica della citazione sia diventata, nella seconda met del Novecento, una strategia ripetuta ossessivamente nelle arti contemporanee. Pi volte si detto che per gli autori postmoderni il rapporto con la tradizione diventato un peso, perch si ha la lucida consapevolezza di essere arrivati tardi: venuto meno il concetto di originalit, perch tutto gi stato detto e scritto. Larte non pu pi, quindi, configurarsi come una forma sistematica e armonica, ma diventa un lavoro di rilettura, di revisione, di composizione e di collage. () La scrittura della narrativa postmoderna intessuta di citazioni multiple,di acrobatici giochi etimologici, una scrittura onnivora, che si nutre di un patrimonio attinto da pi tradizioni e da pi culture. Una scrittura come ars combinatoria, in cui prevale il gioco e la riscrittura parodica di altri testi presi come modello da scoronare. La citazione produce un rapporto inedito tra il testo originario e il nuovo co-testo. Nella pratica della citazione avviene un duplice processo, da una parte lassimilazione del testo originario nel nuovo, dallaltra la creazione di qualcosa di diverso, che il risultato dellincontro e del processo di riassestamento dei due testi. 27

La reazione dellartista di fronte al quadro generale dellimpossibilit di esprimere concetti nuovi, si rivela appunto in una strategia intertestuale, un fenomeno che non originale, ma qui si manifesta in maniera innovatrice,
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Fortunati, Vita, Intertestualit e citazione fra Modernismo e Postmodernismo Il pastiche di Antonia Byatt fra letteratura e pittura, tratto da Leitmotiv, 2/2002, pg.2

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rompendo con la tradizione e creando un nuovo approccio verso il gi detto. Lintertestualit non un segnale di continuit, ma in chiave pienamente postmodernista, un segnale di rottura del concetto di linearit e progressivit della storia. I testi ripresi sono rielaborati in chiave ironica e molto spesso parodistica. Il rapporto tra citazione e intertestualit che portano al pastiche postmodernista, sovverte anche il rapporto tra letteratura alta e di massa che nel continuo gioco di richiami intertestuali pone il lettore davanti a differenti livelli interpretativi, di fronte, cio, a ci che Linda Hutcheon, una delle pi importanti teorizzatrici del postmodernismo letterario, chiama double coding28 . Tale rapporto comporta infine la caduta delle barriere tra livelli e generi narrativi e ad una fusione, che porta il pastiche alla sua condizione ibrida. Ci che avviene in letteratura, perci, riflette questo diventare fluidi, per citare Linda Hutcheon29, dei generi che travalicano i limiti e interagiscono nellopera e degli stili narrativi che si uniscono e compongono un reticolo intertestuale innovativo paradossalmente inedito. Il risultato di questa alchimia si riflette sullartista e sullesito del suo lavoro, per dirla con le parole di Lyotard :
The postmodern would be that which, in the modern, puts forward the unpresentable in presentation itself; that which denies itself the solace of good forms, the consensus of taste which would make it possible to share collectively the nostalgia for the unattainable; that which searches for new presentations, not in order to enjoy them but in order to impart a stronger sense of the unpresentable. A postmodern artist or writer is in the position of a philosopher: the text he writes, the work he produces are not in principle governed by preestablished rules, and they cannot be judged according to a determining judgment, by applying familiar categories to the text or to the work. Those rules and categories are what the work of art itself is looking for. The artist and the writer, then, are working without rules in order to formulate the rules of what will have been done. Hence the fact that work and text have the characters of an event; hence
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Hutcheon, Linda, A Theory of Parody, Methuen, New York and London 1985, pp. 11 e sgg. The borders between genres have become fluid: who can tell anymore what limits are between the novel and the short story collection (Alice Munros Lives of girls and women) th novel and the long poem (Michael Ondaatjes Coming Through Slaughter), the novel and the autobiography (Maxine Hong Kingstons Chinas men), the novel and history (Salman Rushdies Shame) the novel and biography (John Bansvilles Kepler)? - Linda Hutcheon, A poetic of postmodernism, Routledge, 1988, London, pg 9

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also, they always come too late for their author, or, what amounts to the same thing, their being put into work, their realization (mise en oeuvre) always begin too soon. Post modern would have to be understood according to the paradox of the future (post) anterior (modo).30

1.3.2 Riscritture
Se tra il rapporto tra intestualit e citazione rappresenta una delle caratteristiche essenziali dellessenza narrativa e stilistica della letteratura postmodernista, un capitolo a parte merita il meta romanzo postmodernista che si ricollega alla tematica della riscrittura. Come detto in precedenza il richiamo al passato e il dialogo con la storia fanno parte del retaggio che il difficile rapporto dellartista postmoderno ha con la tradizione e il peso che essa esercita nellambito del concetto di creazione, ci espresso in maniera ancora pi esaustiva rispetto al concetto di citazione, spesso visto in chiave parodistica, proprio dal concetto di riscrittura e di romanzo imperniato sul meta-testo. Esiste una sostanziale differenza tra meccanismo della semplice citazione e quello della riscrittura tout court: il primo legato ad una semplice unit testuale, che, decontestualizzata, si presta alle pi svariate combinazioni in un altro testo completamente nuovo, il secondo si attua prelevando per intero gli elementi fondanti di un testo, tra cui la fabula, agendo tramite la meta narrazione ad un processo di risemantizzazione narrativa che attraverso la rilettura del testo impone un nuovo sottotesto. Questa operazione aggiorna, in un certo senso, i reticoli semantici, instaura un dialogo con il modello prescelto o, semplicemente concentrandosi su un discorso ironico, riscrive loriginale attraverso una visione critica. Quello della riscrittura probabilmente il processo postmodernista per eccellenza dunque, infatti, nonostante si tratti di una tecnica narrativa gi esistente e usata in passato, stato proprio negli ultimi sviluppi narrativi che ha trovato una nuova
Lyotard,Jean Franoise, The Postmodern Condition: A Report on Knowledge, University of Minneapolis Press, Minneapolis, 1984, pg. 81
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ridefinizione e sul suo processo creativo, o meta-creativo, ha trovato nuovi significati. Questi rappresentano un modo autonomo ed estremamente calzante per esprimere la condizione dellartista, che in un certo senso costretto a rielaborare forme gi usate e concetti gi espressi, formalmente instaurando un dialogo con essi. Come diceva una delle figure di spicco della letteratura combinatoria, George Perec:
La mia ambizione di scrittore dunque di esplorare, in ogni caso di circoscrivere, i campi della scrittura in tutti gli ambiti in cui tale scrittura mi ha permesso di scrivere a mia volta. Questo implica un lavoro sui generi, sui codici, e sui modelli, da cui la mia scrittura procede: un certo numero di autori (da Joyce a Herg, da Kafka a Price, da Scve a Pierre Dac, da Sei Shnagon a Gottlieb) definiscono, circoscrivono il luogo da cui scrivo; seguendo questi fili conduttori, mi sforzo di realizzare un progetto di scrittura nel quale non riscriverei mai due volte lo stesso libro, o meglio nel quale, riscrivendo ogni volta lo stesso libro, lo illuminerei ogni volta con una luce nuova31.

Una tale ambizione porta, in pieno accordo con quello che il moto artistico postmodernista, a riscrivere ben pi che la semplice letteratura, ma a spingersi anche su altri campi come la storia, che spesso viene presa come spunto per una riflessione meta narrativa, che si avvale, degli artifizi tecnico-narrativi per svelare lessenza letteraria di ci che diventa sostanzialmente una costruzione testuale umana32, come afferma Linda Hutcheon. La storia interagisce con luomo, che trova con essa un vero dialogo, a volte conflittuale, e diventa a sua volta una tematica letteraria passibile di modifiche e spunto per mostrare ancora una volta i fili che muovono le marionette nel gioco artistico postmodernista. La storia
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Perec, George Conversazione con Jean-Marie Le Sidaner (Entretien avec Jean-Marie Le Sidaner, L'Arc, n 76, Paris, 1979), trad. it. di Elio Grazioli, Riga, n 4, Milano, Marcos y Marcos, 1993, pg 90 32 The view that postmodernism relegates history to the dubiti o fan obsolete episteme, arguing gleefully that history does not exist except as text (Huyssen 1981, 35) is simply wrong. History is not made obsolete: it is, however being rethought as an human construct. And in arguing that history does not exist except as a text, it does not stupidly and gleefully deny that the past existed, but only that its accessibility to us now is entirely conditioned by textuality. We cannot know the past except through its texts: its documents, its evidence, even its eye-witness accounts are texts. Even the institution of the past, its social structures and practices, could be seen, in one sense, as a social texts. - Hutcheon L. , A poetic op.cit., pg 16

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diventa fatta da uomini sul quale pesa spesso il retaggio culturale del mito. In tal senso lartista postmodernista agisce con spirito deliberatamente critico e a volte dissacrante, come in due autori della letteratura portoghese, Antnio Lobo Antunes, che nel suo As Naus spoglia gli eroi della storia e della letteratura portoghese dal loro alone mitico adattandoli alla realt degradata dei quartieri malfamati di Lisbona, e Jos Saramago che in Histria do cerco de Lisboa, svela i meccanismi testuali nella scrittura della storia e mette in gioco il loro ruolo nellassetto letterario postmodernista, dove un semplice no, pu cambiare lintera storia conosciuta. Il caso di Saramago, premio nobel per il romanzo O memorial do convento ed esponente di punta del postmodernismo, emblematico sotto ogni punto di vista, nel contesto del discorso letterario contemporaneo. Lo scrittore di Azinhaga rappresenta con la sua bibliografia un vero e proprio catalogo delle tecniche postmoderniste che in ogni libro hanno rappresentato riletture e approfondimenti di varie tematiche in maniera polemica e ironica, ma soprattutto con locchio di un intellettuale che non si scompone di fronte alla provocazione anche in ambiti che sono ancora tab nella societ contemporanea. Dal Ricardo Reis, che dalle pagine di Pessoa si ritrova catapultato nel Salazarismo dal Brasile in O ano da morte de Ricardo Reis, alla riscrittura dei vangeli in O Evangelho segundo Jesus Cristo, un tentativo audace e con occhio laico che gi era stato approcciato da Pasolini in Il Vangelo secondo Matteo e che costato a Saramago una specie di scomunica con relativo esilio volontario in Spagna, dal diniego dei crociati ad aiutare il re D. Afonso Henriques nella conquista di Lisbona dai mori in Histria do cerco de Lisboa, alla critica della societ contemporanea in Ensaio sobre a Cegueira, attraverso un richiamo a met tra il grande fratello e labbrutimento della societ totalitaristica dei classici Orwelliani 1984 e Animal Farm e la degenerazione della borghesia del Bunueliano El Angel Exterminador ; lo sguardo dellintellettuale portoghese approfondisce lessenza umana tra estatua e pedra33, in pieno stile
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como se eu, ao longo de todos estes romances desde o Manual de Pintura e Caligrafia at O Evangelho segundo Jesus Cristo, como se eu me tivesse dedicado a descrever uma esttua. O que uma esttua? a esttua a superfcie da pedra, a esttua s a superfcie da pedra, o resultado daquilo que

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postmodernista. In tal senso da leggere anche Viagem a Portugal, riscrittura sui generis del garrettiano Viagens minha terra. Il rapporto tra il romanzo garrettiano e quello di Saramago rilevante per comprendere su quali binari si muova lintellettuale portoghese che, sulle orme di uno dei modelli letterari della tradizione letteraria lusitana, si interroga sul significato di storia e di nuova identit portoghese attraverso una rilettura critica che fin dal titolo (nellopera del 1981 scompare laggettivo possessivo mia che mette in chiaro fin dallinizio lo sguardo distaccato dello scrittore e a quale tipo di rilettura del classico scritto da Garrett nel 1846 ci si trova di fronte). Ancor pi rilevante per questa riscrittura per introdurre il tema della letteratura di viaggio contemporanea, che, come accennato in precedenza, si inserisce pi di altri generi a pieno titolo come un esempio rappresentativo non solo dellevoluzione di un ramo letterario, ma anche come specchio dei cambiamenti che uniscono le sfere di postmoderno e postmodernismo. La questione della letteratura di viaggio contemporanea esplicita senza ombra di dubbio la questione dellevoluzione sociale in relazione ai cambiamenti che
foi retirado da pedra, a esttua o que ficou depois do trabalho que retirou pedra pedra, toda a escultura isso, a superfcie da pedra e o resultado dum trabalho que retirou pedra da pedra. Ento como se eu tivesse ao longo destes livros todos andado a descrever essa esttua, o rosto, o gesto, as roupagens, enfim, tudo isso, descrever a esttua. Imaginem que bela , ou pelo contrrio, que horrvel, e essa descrio teve vrias expresses que vo desde o Manual de Pintura e Caligrafia passando por todos os outros livros at a O Evangelho segundo Jesus Cristo, porque quando o acabei eu no tinha, no sabia que tinha andado a descrever uma esttua, para isso tive de perceber o que que acontecia quando deixvamos de descrever e passvamos a entrar na pedra. E isso s pde acontecer com o Ensaio sobre a Cegueira, aqui publicado com o ttulo Cecit, que foi quando eu percebi que alguma coisa tinha terminado na minha vida de escritor que era ter acabado a descrio da esttua e ter passado para o interior da pedra, com o Ensaio sobre a Cegueira, Cecit. (...)as minhas preocupaes neste momento, ou provavelmente desde sempre, mas que a prpria obra feita at agora foi tornando cada vez mais claro aos meus prprios olhos, que aquilo que me interessa realmente o ser humano.(...) Agora a minha pergunta esta, quem que nos ajuda a viver, quem que ajuda a viver os cegos que ns somos. Cegos de qu? Em primeiro lugar, cegos da razo, a nossa razo no uma razo que veja, o ser humano um ser estranhssimo porque o nico ser sobre a Terra que foi capaz de inventar algo to estranho ou que devia ser to estranho prpria natureza das coisas e dos seres como ter inventado a crueldade. Nenhum ser no mundo cruel, nem o leo, nem o tigre, nem a aranha, nenhum animal no mundo cruel, o nico ser cruel o homem, nenhum animal tortura outro animal, o ser humano capaz, e sabemos at que ponto, de torturar o seu semelhante. Ento aquilo que o livro coloca no j mais a descrio da esttua, mas uma tentativa de entrar na pedra que como quem diz entrar no mais profundo de ns, Porque que somos como somos? Evidentemente que o livro no d resposta a isso, provavelmente essa resposta nem existe e se existe no seria eu a pessoa para dar essa resposta.- Questa definizione stata data da Jos Saramago nellambito di una conferenza tenutasi a Torino nel Maggio del 1998 e pubblicata nel volume A Esttua e a Pedra, a cura di Giancarlo Depretis e Luciana Stegagno Picchio, con la collaborazione di Pablo Luis vila e Fernando Martnez De Carnero, coedizione Universit di Torino Universitat de les Illes Balears, Edizioni dellOrso, Biblioteca mediterranea, 1999.

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hanno modificato la mentalit alla base del viaggio e che hanno rivoluzionato la figura del viaggiatore creando nuovi topos. Questi fanno parte a pieno titolo del viaggio letterario nellaccezione contemporanea e hanno inserito nuove mete, creando un nuovo tipo di dislocazione geografica e di ricerca dello sconosciuto. Ci che importante rilevare , per, che la natura ibrida del genere, che si mantenuta come incrocio di fattori sociologici, antropologici, storici e geografici, si svuotata del suo senso canonico e in parallelo con le contaminazioni e la caduta delle barriere tra generi, nonch con il dialogo con il passato letterario in chiave di citazione e pastiche letterario o di riscrittura, si connotata come vero e proprio viaggio sui passi dellumanit, riletti in chiave critica e con lo sguardo distaccato delluomo contemporaneo. Lo scrittore-viaggiatore ha ormai raggiunto ogni angolo remoto della terra, ragion per cui ogni viaggio non che ripercorrere le orme di un altro viaggio o quantomeno un tentativo inconsapevole di una ricerca dellaltro, topos centrale nella letteratura di viaggio classica, che ormai non pu essere che lio, con il suo pesante retaggio storico e il suo fardello di insofferenza verso la societ contemporanea. Se il viaggio alla Chatwin, alla Kerouac o alla S.H. Thompson, denotato dalla ricerca di un altro o di un viaggio che funzionale ad uno scopo prende in corso dopera un senso diverso, ci che connota le loro opere, in maniera differente in considerazione della differenza di fasi letterarie dei tre esempi novecenteschi citati, la volont di evasione. La frustrazione delluomo contemporaneo di fronte al sogno infranto (emblematica la ricerca del sogno americano fatto di droghe e di vita nonsense descritto in Fear and loathing in Las Vegas), si riflette in una vana ricerca di un altro, come detto, che ormai non esiste pi, un diverso che inevitabilmente mette solo in luce la tematica dello specchio lacaniana riportata in letteratura. La risemantizzazione di questa tematica, che nella letteratura di viaggio classica veniva usata per definire laltro attraverso la comparazione e lomologazione ai criteri culturali dellio, porta ora a ridefinire lio attraverso laltro , in quanto solo alla luce delle culture sconosciute o delle tradizioni differenti, come possono essere quelle degli aborigeni descritte in The Songlines di Chatwin, che si

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realizza la riflessione sullorigine della societ e su temi come la vera essenza delluomo (originariamente nomade secondo Chatwin).

1.3.3 Saramago riscrittore


Altro discorso invece quello della riscrittura tout court del viaggio letterario, come nel caso di Saramago o di Rosa Mendes. Tralasciando per il momento Baa dos Tigres, che verr ampiamente approfondito nel capitolo seguente, vale la pena di ritornare in sul rapporto che si instaura tra il testo di Garrett e quello di Saramago, in quanto emblematico per comprendere il senso della riscrittura del viaggio in chiave postmodernista. Afferma Claudio Magris nellintroduzione alledizione italiana di Viagem a Portugal:
Ogni testo autenticamente poetico e il Viaggio (in Portogallo ndr) lo intensamente la sa pi lunga di chi lha scritto; questa anzi una prova della sua grandezza. Saramago viaggia nel Portogallo, ovvero allinterno di s stesso e non soltanto, come egli dice, perch il Portogallo la sua cultura. nel mondo, nello specchio delle cose e degli altri uomini che si trova se stessi, come quel pittore di cui parla una parabola di Borges, che dipinge paesaggi, monti alberi, fiumi e alla fine si accorge di aver ritratto in questo modo il proprio volto34.

Parafrasando Magris le cose e gli altri uomini, assumono nel testo di viaggio postmodernista, un senso differente. Gli altri uomini non sono pi solo ed esclusivamente quelli che si incontrano, ma anche quelli che da l sono passati rendendo gi familiari luoghi, cose e persone. Il rapporto tra Saramago e Garrett agisce non solo sui binari letterari, ma soprattutto sul senso che il viaggio assume nel loro percorso. Come afferma Amlia Cherulli Alsina nel suo saggio Garrett e Saramago: viagens pela terra e escrita portuguesas:
V-se que Garrett e Saramago compartilham no s interesses como a Histria e as histrias portuguesas, a natureza e a
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Magris, Claudio, Introduzione a Viagem a Portugal di Jos Saramago, Einaudi Editore, 1999, Torino, pg. VI

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literatura , mas tambm algumas opinies em relao a eles. Apesar de os autores observarem a terra portuguesa sob diferentes perspectivas, as quais poderiam ser caracterizadas como interna e externa, pica e anti-pica ou ainda nacionalista e anti-epopia nacionalista (o que tambm tem a ver com os diferentes contextos scio-polticos e perodos literrios em que viveram), ambos empreendem, com essas viagens, a redescoberta da terra portuguesa, contribuindo para, de certa forma, reescrever a histria nacional. J que aquilo que representa a Histria oficial est perdido (ou quase a se perder), os autores escrevem uma nova histria, baseada na face natural e humana portuguesa, na voz popular, na literatura e na linguagem35.

Se il viaggiatore muovendosi allinterno

del proprio paese

ha viaggiato

allinterno di se stesso per la cultura che lo ha educato e lo sta educando36 come afferma lo stesso autore di Azinaga nella prefazione del suo romanzo, questo viaggio, per, in chiave di lettura critica, anche un viaggio meta letterario, un rivisitare un libro che una parte della cultura che si sta rivisitando, in poche parole il viaggio non solo geografico, storico, ma assume in questo caso e molto spesso nella riscrittura postmodernista, anche la dimensione meta letteraria. Caso per ancor pi particolare che il modello prescelto a sua volta ricco di riflessioni meta letterarie, permettendo cos a Saramago di instaurare un vero dialogo con Garrett. Entrambi rifiutano il modello della letteratura di viaggio, ma se per Viagens questo rifiuto da prendere in considerazione come un diniego di un genere letterario ben definito (lepoca in cui viene scritto il testo di Garrett riconducibile a pieno alla letteratura di viaggio canonica) che apre la strada ad una originalit di fondo, questo diniego in Saramago da considerarsi quasi marchio di fabbrica dellautore e inoltre consono alle esigenze del viaggio letterario postmoderno, che necessita per sua natura di liberarsi dalle definizioni e dai clich e giocare sulla combinazione di pi elementi in chiave di revisione critica. Ci che lega i due autori come, nonostante siano separati cronologicamente da oltre un secolo e mezzo, si instauri tra i loro lavori una
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Cherulli Alsina, Amlia, Viagens da minha terra: um encontro entre Garrett e Saramago. Lisboa, 2006, pg.174 36 Saramago J., op.cit., pg 4

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affinit di stile e di tematiche che dallinnovativit Garrettiana sembra condurre direttamente a Saramago e che evade la semplice revisione del modello, iniziando con esso un dialogo sulla base delloriginalit del modello riletto, che perde il valore di riferimento, ma diventa a tutti gli effetti un qualcosa di differente. Afferma ancora Amlia Cherulli Alsina:
A despeito da sequncia lgica e cronolgica, opta-se, nessas obras, por uma espcie de passeio por diferentes gneros literrios, fazendo com que aquilo que parecia ser um simples relato de viagem se torne, no decorrer do percurso, um experienciar de diferentes tipos textuais, os quais so efectivamente praticados no decorrer da narrativa. Nas Viagens, por exemplo, o narrador exercita a escrita ao redigir a novela da menina dos rouxinis, ao descrever o vale de Santarm, ao comparar a verso popular da lenda de Santa Iria com a erudita, ao contar a histria do homem das botas, tudo permeado por consideraes de ordem reflexiva que fazem dela um texto com tendncia marcadamente digressiva. Quanto escrita de Saramago, ele prpria a reconhece como desprogramada, sendo confessadamente esse um dos elementos que mais lhe interessam na obra romanesca de Garrett. (...)Ainda a respeito dessas digresses, um outro motivo que leva os autores a interromper o fluxo narrativo a insero de reflexes a respeito da prpria escrita. Esses comentrios esto comumente relacionados com a desconstruo da prpria noo de relato de viagem, com dvidas quanto a como descrever uma paisagem ou narrar determinado facto, com a dificuldade de expressar com palavras o que se v ou sente e com a prpria revelao ou explicitao dos recursos literrios usados. No caso de Saramago, sendo ele um escritor contemporneo, a presena de registos metaficcionais em seus romances pode ser considerada comum, registo do seu tempo. J quanto a Garrett, sendo recurso pouco comum na sua poca, principalmente em Portugal, esse tipo de estratgia torna-se mais uma evidncia da sua precoce modernidade37.

La differenza che intercorre per tra il modello originario e quello contemporaneo riscontrabile ben presto nei propositi dei due autori, nella differenza rilevabile nello sguardo che essi hanno e nel tipo di conclusioni a cui giungono attraverso il viaggio, propositi che in un certo senso riportano
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Cherulli Alsina A.. Op.cit. ,pp. 11 -12

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lanomalia della precoce modernit di Garrett, al contesto originario in cui egli si muove. Lo sguardo critico che entrambi concentrano sulla storia patria, rivissuta attraverso il viaggio, agisce questa volta su binari diversi con chiave di lettura diversa. Per citare ancora Amlia Cherulli Alsina:
Garrett (...) mesmo quando crtico (...) segue a tendncia da sua poca e apresenta um olhar nacionalista sobre o monumento(...) no ao passado que se dirige o seu julgamento, mas, na maioria das vezes, ao seu prprio presente. J para Saramago a histria popular parece estar sempre frente, mais valorizada e tida como mais autntica, em detrimento da oficial, tornada motivo de pardia e crtica s vezes feroz por parte do narrador. O tratamento dado Histria por esses autores tambm se diferencia no que se refere noo de temporalidade. A comear por Garrett, este opta, em geral, por aceitar o fato histrico como fato decorrido. (...) o autor v o passado como pertencente ao prprio passado, ou seja, visto, pelo homem do presente narrativo, com o natural distanciamento temporal e tendo-se plena conscincia da relao de causalidade existente entre eles.(...) (A) noo de sincronicidade (de Saramago), esta muito bem colocada por Mary L. Daniel. Para ela, o passado saramaguiano visto apenas como parte de um todo, em conjunto com o presente e o futuro, em uma relao de overlapping and interpenetration of lives and events at all levels. Essa relao pode ser denominada, paradoxalmente, synchronicity of intentional coincidences (Daniel, Mary L., Symbolism and syncronicity: Jos Saramagos Jangada de pedra. Hispania 74/3, pp. 536-541, 1991) (...)Na Viagem a Portugal, apesar de o conceito de sincronicidade no estar ainda totalmente pronto, essa ideia comea a delinear-se, j que no a cronologia dos fatos que define o novo contar; esses vo surgindo em funo do percurso de viagem e dos interesses do viajante.(...) Garrett, (...) aceita o sentido comumente reservado Histria ()Para ele (Saramago), a Histria registada nos livros apenas uma histria possvel, contada a partir de um nico ponto de vista, podendo, portanto, ter sido escrita de maneira totalmente diversa se outro fosse o seu contador38.

Il dato storico, che connota Viagem a Portugal, nega la definizione storica di letteratura di viaggio e di resoconto, ma proprio attraverso la negazione e
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Cherulli Alsina, Amlia, Garrett e Saramago: viagens pelo rio da histria ou pelo pequeno fio da gua que se afunda e some nas areias do esquecimento?, pg. 6

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lunione di diversi fattori al topos del viaggio finisce per trovarsi nella sfera della letteratura di viaggio contemporanea e postmoderna, che come detto in precedenza, non pu essere quella legata al turismo che rappresentare il lato peggiore e pi superficiale del viaggio e del viaggiatore contemporaneo, ma pu essere solo quella che avviene, in parallelo alla dislocazione fisica, con la riflessione che questa assume nel confronto delluomo e della sua storia messo a nudo dai concetti di dislocazione e di estraneit. Il viaggio postmoderno e la letteratura relativa, in conclusione, anche lincontro di temi e storie, di uomini e scrittori, non necessariamente presi nel loro contesto originale e quindi spesso dislocati anche tematicamente, un incontro allinsegna del se denotato dal viaggio e connotato dalluomo, un po come nel romanzo Viagem ao Tejo com Pessoa na Bagagem, di Egyd Gstttner, dove un incontro mai avvenuto tra Fernando Pessoa e Italo Svevo, diventa realt a Lisbona.

1.4 Il viaggiatore postmoderno: Ulisse nella societ liquida

Tra i cambiamenti che hanno interessato gli ambiti tematico - narrativi nella letteratura di viaggio contemporanea sicuramente il pi rilevante quello che ha stravolto la figura del viaggiatore. Protagonista centrale dei testi appartenenti al

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genere in quanto occhio narrante dellesperienza che costituisce la base del nucleo tematico, lessenza del viaggiatore cambiata soprattutto nellambito dellapproccio che caratterizzava il rapporto con il viaggio e con le realt incontrate nel corso dei suoi spostamenti. Il viaggiatore classico si muoveva in contesti differenti e con un retaggio culturale e sociale ben definito, come nel caso dei colonizzatori o dei pellegrini. Questi viaggiavano confrontandosi con un viaggio che aveva ancora le radici nellincontro delle tematiche tra punto di partenza e punto di arrivo che si concretizzava nella scoperta dellaltro. In questo senso, ci quello che contraddistingueva il rapporto tra uomo e dislocazione geografica era, nonostante per paradosso questo fosse denotato dal topos della scoperta e della conoscenza dello sconosciuto, una serie di certezze legate al proprio punto di partenza. Ci che permetteva un approccio al viaggio ed una comprensione dei fenomeni incontrati nel percorso era esattamente la riconduzione o il confronto di questi con i propri valori culturali, una riduzione dellestraneo a categorie conosciute che permettevano di rendere, attraverso descrizioni spesso giocate sulla comparazione etnocentrica, credibili avventure in terre sconosciute, fenomeni naturali insoliti, popolazioni dalle usanze differenti e spesso agli antipodi della societ civilizzata del tempo. Il punto di partenza di quella societ erano i propri valori imperanti, il proprio etnocentrismo, la propria fede. La partenza da lidi portoghesi o spagnoli che fossero comportava un confronto sereno con il diverso, basato su un approccio antropologico o religioso, vissuto, perci, attraverso valori gi inculcati dalla societ di partenza. La recezione del nuovo era vista inevitabilmente attraverso i cardini fondanti della propria cultura di appartenenza, che tra clich e falsi miti, filtrava lincontro con il nuovo attraverso i propri solidi e le concezioni legate ad essi. Questa base socioculturale ha contraddistinto, come detto nei capitoli precedenti, il viaggio nella forma letteraria classica, ma venuta meno inevitabilmente nel suo contesto contemporaneo. Il viaggiatore moderno, partendo, probabilmente non ritrover pi il punto di partenza, in quanto questo ha perso il suo status di porto sicuro dopo le traversie, o il suo fascino del nostos. Il viaggiatore moderno non si

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muove da lidi solidi, da una casa con tutte le connotazioni che questa nozione potrebbe assumere nellambito delle tematiche del viaggio. Egli gi Odisseo inconsapevole di una societ liquida per utilizzare una delle definizioni pi interessanti ed elaborate dellepoca contemporanea del sociologo e critico dei costumi postmoderni Zygmut Bauman, che sostiene:
I liquidi a differenza dei corpi solidi, non mantengono di norma una forma propria. I fluidi per cos dire, non fissano lo spazio e non legano il tempo. Laddove i corpi solidi hanno dimensioni spaziali ben definite ma neutralizzano limpatto e dunque riducono il significato - del tempo() i fluidi non conservano mai a lungo la propria forma e sono sempre pronti (ed inclini) a cambiarla. () I fluidi viaggiano con estrema facilit () a differenza dei solidi non sono facili da fermare: possono aggirare gli ostacoli() La traordinaria mobilit dei fluidi ci che li associa allidea di leggerezza () associamo le nozioni di leggerezza o assenza di peso a quelle di mobilit o variabilit. ()Sono questi i motivi per considerare la fluidit o la liquefazione come metafore pertinenti allorch intendiamo comprendere la natura dellattuale e per molti aspetti nuova fase nella storia della modernit. () La modernit nasce allorch spazio e tempo vengono disgiunti tra loro e dallesperienza di vita quotidiana, diventando in tal modo teorizzabili come categorie distinte e indipendenti di strategia e azione39.

La caduta dei solidi, teorizzata da Bauman, si rispecchia sulluomo e sulla sua condizione intrinseca nella societ. Questi vive una condizione estremamente differente da quella dei suoi antenati e persino da quella dei suoi genitori, frutto di una diversificazione e relativizzazione della dimensione spazio temporale. Quello che Bauman definisce il lungo periodo, cio larco di tempo della durabilit stato sostituito dalla nozione di breve periodo e di istantaneit, concetti che presuppongono che ogni momento infinitamente capace e perci abbatte i limiti di quanto possibile ottenere. Da ci per ne consegue una svalutazione della durata del tempo che porta conseguentemente ad una
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Bauman, Zygmut, Modernit op.cit., pp. VI VII - XIV

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accelerazione dei ritmi vitali. Il risultato che luomo moderno differisce da suo padre in quanto vive in un presente che vuole dimenticare il passato e non sembra pi credere nel futuro40. Le conseguenze di questa vita liquida hanno effetti di estrema rilevanza nelluomo che in mancanza di concreti solidi a cui aggrapparsi, per cos dire, si trova a fare i conti con il disperato tentativo di costruire una identit ostacolato da una societ che sembra proporne come modello ideale una usa e getta. Leffetto della mancanza di certezze e il liquefarsi di solidi come famiglia, lavoro e relazioni sociali, porta lindividuo a confrontarsi con lesigenza di essere dinamico e di non appesantirsi di una identit solida, ma una liquida a sua volta, che permetta di restare al passo con la dinamica della societ e con lestrema accelerazione della componente spazio temporale. Invece di costruire la propria identit con gradualit e pazienza, come si costruisce una casa () si preferisce ricominciare sempre dallinizio, sperimentando forme indossate sul momento e altrettanto facilmente dimesse, lesito una identit a palinsesto41 afferma Zygmut Bauman. Luomo postmoderno non fa dellidentit la propria pelle ma una veste, si copre di tante maschere che gli permettano di affrontare i rapidi cambiamenti della societ senza compromettersi di fronte al fardello vano della coerenza e abolendo la possibilit di ritorni spiacevoli nel rapporto tra passato e presente, appiattendo cio quella che Bauman definisce la verticalit della vita al livello del momento/episodio vissuto42. Il concetto di identit e quello di estraneit dalliniziale definizione di opposizione, finiscono per convergere allinsegna della logica episodica43. Il tentativo delluomo di tenersi lontano dallidentit, in quanto marchio, per tenersi aperte pi porte, comporta che accetti lestraneit, verso gli altri e s stessi, che questa scelta comporta. Afferma Bauman:

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Bauman Z., Op.cit., pg.104 Bauman, Zygmut ,La societ dellincertezza, Il mulino, Bologna, 1999, pg 66 42 Bauman, Zygmut, Il disagio della postmodernit, Bruno Mondadori, Milano, 2002, pg. 98 43 Bauman definisce la nozione di episodio nella letteratura, citando Kundera, come un qualcosa il cui non essere-nel-mondo, di cui si compone, interrompe il racconto senza diventarne parte, un episodio autosufficiente. Bauman, Il disagio della postmodernit, op.cit., pg. 101

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Il desiderio di comunit un desiderio di difesa. Il sentimento del noi, che esprime il desiderio di essere simili, un modo per evitare di doversi guardare pi a fondo gli uni negli altri. una proiezione dell'amore per se stessi, anche se le comunit contemporanee assomigliano pi a orfanotrofi o prigioni che a luoghi di potenziale di liberazione. Assieme al corpo umano la comunit risulta ultimo avamposto difensivo nel campo di battaglia per la certezza, sicurezza e incolumit44.

La comunit attuale non basata su relazioni sociali positive o concrete, ma liquide a loro volta. Lindividuo accetta di fare parte della societ, ma in realt ci che fa per ottenere la libert accettare di essere membro di una comunit fragile. Dovendo fondare la propria vita su queste basi, che vedono nella caduta dei pilastri culturali e morali, una delle conseguenze dellistantaneit, luomo contemporaneo si ritrova catapultato in una societ dove le relazioni sociali sono solo un incontro tra estranei, che un evento privo di passato e senza un futuro. Gli incontri sono occasioni uniche improntate dallistantaneit. Le difficolt nello stabilire relazioni sociali non improntate dallistantaneit, in una societ che a margine del suo motto consumistico promuove una sorta di impronta individuale, sono una base ideale per la fruizione di luoghi sociali non collettivi, come i centri commerciali descritti in Liquid Modernity. La fragilit dellidentit, il dilaniarsi del concetto temporale, basato sullistantaneit e non sulla durata, limpossibilit di rifarsi ad un passato o di avere fiducia nel futuro, comportano inevitabilmente che luomo moderno, edonisticamente individualista nella societ del capriccio, sia in verit un estraneo e, con la caduta dei solidi legati a concetti come la nazionalit, spesso uno straniero. Queste premesse ben si legano con le teorie di Julia Kristeva espresse nel saggio Strangers to Ourselves, in quanto rappresentazione dello straniero e dellestraneo nella societ dellindividualismo particolaristico ed intransigente45. Lo straniero in senso freudiano, l Unheimliche, si spogliato della sua pelle marchiata dalla posizione di ribelle ai valori imposti e si vestito
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Bauman Z., Modernit liquida, op.cit., pg. 183 Kristeva, Julia, Stranieri a noi stessi, Feltrinelli, 1990, Milano, pg.10

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del ruolo opposto salvaguardando limmortalit nellepoca dellinstantaneit46. Per dirla con le parole di Roberta Cipollini, sulla scia di Bauman:
Lo straniero ante portas la riproposizione, nelle mutate condizioni della societ postmoderna, della sua rappresentazione come minaccia alla stabilit del consueto, alla coesione delle unit sociali, figura in grado di compromettere equilibri faticosamente raggiunti e di impegnare in un confronto non desiderato. La rappresentazione dello straniero oscilla tra una percezione compiaciuta della novit sociale ed osservata nelle strade ed una percezione del senso di minaccia alla stabilit ed ai residui di certezza che esso ancora evoca e che risulta esaltata dallincertezza e dallinstabilit dei riferimenti individuali e sociali.47

Laggiornamento della nozione di straniero nella societ postmoderna ci pone di fronte ancora una volta, rinvigorendole, alle teorie di Julia Kristeva che afferma: Il volto dello straniero brucia la felicit. () La differenza di quel volto rivela in modo parossistico ci che ogni volto dovrebbe rivelare ad uno sguardo attento: linesistenza della banalit tra gli umani. Eppure proprio il banale che costituisce una comunit per le nostre abitudini quotidiane. () il volto dello straniero ci costringe a manifestare il modo segreto che noi abbiamo di porci davanti al mondo di guardarci in faccia, persino nelle comunit familiari, pi chiuse48. Per tradurre questa base teorica allambito strettamente relativo al viaggio, ci che questo pone in gioco, nellaccezione letteraria contemporanea, tra gli altri proprio il rapporto con questa estraneit. Nei secoli passati il viaggio era il confronto del conosciuto con lestraneo, lo straniero, adesso il confronto dello straniero che intrinseco nel viaggiatore postmoderno con quello che una volta
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Afferma Bauman sulla questione, nel capitolo 3 di Liquid Modernity (In cit. Modernit liquida, op.cit. pp. 143-144 e 146) Una volta che l'infinit delle possibilit spoglia l'infinit del tempo di tutto il suo potere di seduzione, la durabilit perde la propria attrattiva e si trasforma da vantaggio in handicap. () La svalutazione dell'immortalit non pu che preconizzare uno sconvolgimento culturale dell'umanit() inclusa la moralit, che diventa indifferente alle conseguenze delle azioni umane sugli altri. 47 Cipollini, Roberta ,Stranieri: percezioni dello straniero e pregiudizio etnico, Franco Angeli, 2002, Milano, pg. 74 48 Kristeva J., op.cit., pg. 11

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era laltro, ma che oggi altro non che uno specchio per riuscire a comprendere i lineamenti della nostra estraneit. Per dirla ancora con le parole di Julia Kristeva:

Straniero: rabbia strozzata in fondo alla gola, angelo nero che turba la trasparenza, traccia opaca, insondabile. Figura dell'odio e dell'altro, lo straniero non n la vittima romantica della nostra pigrizia familiare n l'intruso responsabile di tutti i mali della citt. N la rivelazione attesa n l'avversario immediato da eliminare per pacificare il gruppo. Stranamente, lo straniero ci abita: la faccia nascosta della nostra identit, lo spazio che rovina la nostra dimora, il tempo in cui sprofondano l'intesa e la simpatia. Riconoscendolo in noi ci risparmiamo di detestarlo in lui. Sintomo che rende appunto il "noi" problematico, forse impossibile, lo straniero comincia quando sorge la coscienza della mia differenza e finisce quando ci riconosciamo tutti stranieri, ribelli ai legami e alle comunit 49.

Con questa base luomo sembra avere introiettato il concetto di viaggiatore: gi Ulisse, ma in mare senza sapere di essere alla ricerca della sua Itaca metaforica. Egli naviga senza sapere di navigare, egli in sospeso come in fondo il navigatore durante il viaggio, vive di episodi contraddistinti dallistantaneit. Il suo lido di partenza in realt solo un attracco momentaneo, che facilmente sparisce nel mare dei liquidi che impongono il ripudio della nozione di identit. La consapevolezza o meno di queste premesse pone il viaggiatore di fronte ad una condizione dicotomica nei confronti del viaggio che va ad intraprendere, sia esso reale (e perci strettamente legato alle tematiche della letteratura di viaggio) o solo metaforico: egli pu essere turista o vagabondo. E proprio Bauman nel suo saggio Il disagio della postmodernit a usare questa metafora calzante in tale ambito:

I turisti degni del loro nome sono maestri supremi dellarte di sciogliere i nodi e di liquefare i corpi solidi.() Il turista si trova
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Kristeva J., op.cit., pg. 9

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come allinterno di una bolla, trasparente si, ma di una trasparenza rigidamente selettiva. () Nella vita del turista la mobilit il valore supremo: non appena il bisogno incalza o il sogno seduce, bisogna essere pronti a mettersi in cammino. () Il mondo appare al turista infinitamente elastico incapace di trattenere a lungo alcuna forma. ()E facile per il turista prendere la decisione di partire. Infatti, come tutto quello che fa, anche labbandonare la casa non reca il marchio dellirrevocabilit: il viaggio non deve durare in eterno trasformandosi in vagabondaggio. () Ma non tutti coloro lo fanno perch preferiscono lerranza alla fissa dimora. Vi sono individui che rifiuterebbero categoricamente di viaggiare se solo gliene venisse data lopportunit () Questi viaggiatori danno vari nomi alla propria esistenza, ma la definizione di libert probabilmente lultima che verrebbe loro in mente. () Sono vagabondi() scarti produttivi che intasano i depositi delle fabbriche. Il turista viaggia perch trova il mondo irresistibilmente attraente; il vagabondo perch lo trova insopportabilmente inospitale. () Il vagabondo viaggia perch non ha altra via duscita() lessenza della vita turistica la libert di scelta che al vagabondo manca50.

Chi dunque il protagonista della letteratura di viaggio moderna? E il turista o il viaggiatore? E consapevole della propria identit o un estraneo? Concretamente difficile dare una risposta definitiva. Cancellare il dato turistico come negare levidenza nellambito delle pratiche sociali che contraddistinguono i nostri tempi. Eppure la letteratura di viaggio nellaccezione turistica non ha raggiunti risultati troppo alti, lasciando pensare a teorizzatori di questo genere letterario, come il gi citato Fernando Cristovo51, che questo si fosse in buona sostanza estinto agli albori dellepoca turistica, cio a fine XIX secolo. Ci che avviene in realt che mentre la letteratura di viaggio classica caratterizzata da viaggi con scopi specifici, fatta cio di solidi letterari, tanto per parafrasare Bauman, la letteratura di viaggio postmoderna non pu contare su tante certezze e raggiunge a sua volta uno status liquido che porta il genere ad incorporare una serie di nozioni che ampliano la figura del viaggiatore e diversificano la connotazione testuale del viaggio, costretto a diversificarsi dalla sua denotazione letteraria antica dal fardello della banalizzazione. Tralasciando la
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Bauman Z., Il disagio della postmodernit, op.cit., pp. 100-103 Cristovo, Fernando, Condicionantes da literatura de viagem, op. Cit.

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questione legata agli eventi storici che hanno contraddistinto il XX secolo e che hanno creato figure nuove di viaggiatori non concepibili sulla base della concezione del viaggio letterario classico, come esuli politici, deportati, esiliati, sembra non esserci un legame tra la letteratura di viaggio classica e quella legata al turismo che si avvicina molto a quella che viene definita da Marc Aug in un suo saggio, banalizzazione dei luoghi52. necessario perci cercare un ponte che permetta alle tematiche del viaggio nellaccezione classica di trovare un corrispondente nella declinazione postmoderna e questo appare fin da principio rintracciabile nelle tematiche legate alla nozione di vagabondaggio, in quanto epistemologicamente affine al genere in senso classico eppure diversa in quanto discendente da essa attraverso una serie di cambiamenti sociali. Il viaggiatore moderno perci il turista certo, ma per affinit con il senso del viaggio posto in gioco spesso dal genere letterario soprattutto il vagabondo: non nellindole del viaggiatore avere una casa. Il viaggiatore postmoderno concretamente non ha chiaro il concetto di casa, egli straniero a se stesso per citare Julia Kristeva. Non perci nella sua indole nemmeno la scelta, se viaggia perch il suo conflitto con la societ insanabile e la ricerca dellaltro che connota la sua dislocazione geografica una esigenza irreversibile, qualcosa che non si impone, ma gli imposta. Il viaggiatore moderno un vagabondo, in quanto non riesce ad adattarsi in nessun modo al concetto baumaniano di libert e di comunit, il vagabondo resta un individuo de iure perch non accetta le costrizioni e di sottomettersi al potere pubblico per diventare de facto. La sua essenza lo porta per forza di cose ad opporsi in maniera silenziosa e non rabbiosa alle concezioni pre-imposte, il che fa del suo un atteggiamento critico che lo mette di fronte al trauma di vivere in una societ dove la critica non ben accetta. Il viaggiatore postmoderno , inoltre, alla ricerca di una identit stabile di un qualcosa che gli permetta di costruire valori fissi e non semplici maschere da indossare a seconda delle occasioni, il viaggiatore postmoderno alla disperata ricerca di solidi in una societ liquida, ragion per cui non pu essere il turista con la sua valigia piena di
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M.Aug, op.cit.

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oggetti usa e getta, ma solo colui che parte senza nessuna certezza n del suo punto di partenza, n proprio tragitto, n del ritorno. Per usare unaltra metafora baumaniana sceglie di vivere la vita come un pellegrinaggio, presupponendo una decisione difficile di fondo e una coerenza verso di essa che rara e poco conforme alla realt sociale. Questa coerenza lo porta esattamente allesito contrario della propria scelta: la solitudine; la sua esistenza mette di fronte al lato oscuro della bellezza di una societ di maschere, per la precisione alla bruttezza che esso cela. Il vagabondo rivela linconscio e per tornare a Julia Kristeva il suo contatto con il resto del mondo rivela lestraneit che in noi. Proprio per questo il vagabondo non serve a nulla53, anzi egli il nulla, ma il nulla che il tutto. La sua essenza quasi marginale e drammatica, che lo rende schiavo della sua ricerca lo accosta ad uno dei personaggi della mitologia greca che ha maggior peso nella tradizione letteraria occidentale: Ulisse. Ulisse senza ombra di dubbio una delle figure della mitologia greca e della letteratura epica pi legati alla modernit e che pi si prestata alla interpretazione attraverso i secoli, assumendo le caratteristiche di epoche e viaggiatori, in quanto viaggiatore per eccellenza. Il personaggio creato da Omero in buona sostanza un vero e proprio logos culturale, una figura che nel corso dei secoli stato connotato con i pi diversi concetti. Ulisse eroe del nostos in Omero, dellanti-nostos in Dante, Ulisse bugiardo in Kafka, Ulysse in Joyce, Ulisse in Kubrick. Partendo da Dante interessante pensare che in un contesto letterario il suo essere condannato dalla smania di conoscenza lo ponga a stretto contatto con il viaggiatore postmoderno che costretto a sua volta a navigare per realizzare un drammatico ed impossibile confronto con la propria identit. In entrambi i casi lesito negativo, Ulisse come luomo postmoderno resta Nessuno nelle mani del ciclope della societ consumistico-capitalista, schiavo della sua invisibilit e del suo essere nulla. In questa accezione la declinazione dantesca si incontra metaforicamente con unaltra novecentesca ed estremamente interessante: quella di Fernando Pessoa.
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Bauman Z., Il disagio della postmodernit, op.cit., pg.105

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Nel 1934 il poeta portoghese pi importante del 900, pubblic la sua unica raccolta di poesie edita in vita: Mensagem. Una delle composizioni pi significative di questa raccolta si chiama Ulisses e recita:

O mito o nada que tudo. O mesmo sol que abre os cus um mito brilhante e mudo O corpo morto de Deus, Vivo e desnudo. Este, que aqui aportou, Foi por no ser existindo. Sem existir nos bastou. Por no ter vindo foi vindo E nos criou. Assim a lenda se escorre A entrar na realidade. E a fecund-la decorre. Embaixo, a vida, metade De nada, morre54.

Ma chi lUlisse di Pessoa e soprattutto in quale linea di pensiero si colloca questa figura mitologica in rapporto con un autore legato al modernismo, ma tuttora estremamente attuale e difficile da interpretare? Come sosterrebbe Boitani55 lombra di Ulisse contraddistingue molto del segno delluomo di tutte le epoche. Quello di Pessoa non fa eccezione. Al di l della questione mitologica della fondazione di Lisbona che incarna il senso primo del poema e la visione sebastianista di questo, e al di l dellinterpretazione della poesia nel segno dellossimoro data da Jakobson, che senso pu avere lOdisseo di un autore che sembra avere incarnato fisicamente i mali delluomo postmoderno, indossando attraverso la sua penna le spoglie di uomini differenti tutti per con un grande
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Pessoa, Fernando ,Mensagem in Obras completas de Fernando Pessoa, Atica , Lisboa, 1980, vol. 5, 13 ed. 55 Boitani, Piero, Lombra di Ulisse, Bologna, Il mulino, 1999

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male comune, quello che nessun eteronimo poteva ignorare: la solitudine, il male esistenziale delluomo? Scriveva Pessoa: No sou nada / Nunca serei nada / No posso querer ser nada / parte isso, tenho em mim todos os sonhos do mundo56 Tali parole, scritte da Pessoa e filtrate attraverso la penna delleteronimo Alvaro de Campos, sembrano un riassunto naturale della condizione delluomo baumaniano e kristeviano, condannato alla solitudine e allestraneit: in una parola condannato al nulla che per sorregge la nostra primitiva mitologia antropologica, esattamente come lUlisse. Scrive Ettore Finazzi-Agr nel suo saggio Per non essere esistendo. LUlisse di Fernando Pessoa:
Non Prometeo, dunque, ma Ulisse il nome della sua (di Pessoa n.d.r.) ricerca, nonch lombra che su di essa si allunga: non, cio il mito romantico delluomo che sconta infinitamente la sua civilizzatrice contro loscurantismo del dio, bens quello, ancora e sempre moderno, di colui che, nellassentarsi di Dio o, meglio, nel suo ritrarsi allinterno del proprio segreto indecifrabile, apre le ali al folle volo, navigando, dentro e attraverso loceano di Nulla, verso un naufragio presagito alla partenza lasciando qualche traccia che, forse dar un senso alla speranza. O una speranza di senso. 57.

LUlisse di Pessoa, cos come quello di Dante e a differenza di quello di Omero, pi adatto alla societ solida con il suo retaggio nazionalistico e la sua concezione del nostos e che affermava Non altro male maggiore ai mortali, dell'andar vagabondo58, grazie al polimorfismo del segno legato al suo nome una metafora delluomo postmoderno. Ulisse, nella sua declinazione tra Dante e Pessoa, si trasformato in un vagabondo, per la precisione quello delineato da Bauman. La sua vicenda ora quella che Dante racconta e che ci porta a dopo il nostos, la sua voglia di conoscenza non si istinta, ma si scontra con una realt
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Pessoa, Fernando, Poemas de lvaro de Campos, Imprensa Nacional Casa da Moeda, Lisboa, 1990, pg. 196 57 Finazzi-Agr, Ettore, .Per non essere esistendo LUlisse di Fernando Pessoa, in Ulisse : archeologia delluomo moderno a cura di Piero Boitani, Bulzoni, Roma, 1998, pp. 306-307 58 Omero, Odissea, Marsilio, Venezia, 2003

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differente. Ad attenderlo non c pi il folle volo denotato da Thanatos, ma qualcosa di pi difficile, ossia vivere. La voglia di infrangere i limiti, non pi legata alla conoscenza, ma ripiega il discorso inevitabilmente sulluomo. I limiti che si infrangono con il viaggio oggi sono quelli dellIo e delle maschere sociali che ci vengono imposte e nascondono la propria identit. Chi viaggia non pu nascondersi da s stesso. Come scrive Mario Vitale : Idealmente il dramma dellUlisse di Dante quello di ognuno di noi, quando, premuti da tutti i lati, non vogliamo fare n del vivere n del pensare una condanna o una fatica da schiavi, ma aneliamo ad una vita pi disinteressata, pi libera, senza che essa significhi strictu sensu laspirazione allirraggiungibile59.

1.5 Tre sguardi a confronto


il primo film. il primo sguardo (Theo Angelopoulos - To vlemma tou Odyssea)

Nel 1995 il regista greco Theodoros Angelopoulos, uno dei maestri della settima arte, celebre per il suo capolavoro O thiasos (La recita, 1975) , ambienta tra la sua Grecia e la ex Jugoslavia martoriata dalla guerra uno dei suoi film pi riusciti
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Vitale, Mario, LUlisse dantesco, Dante e Paul Valery, Loffredo, Napoli, 1971, pg.29

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e complessi: To vlemma tou Odyssea (Lo sguardo di Ulisse). In questo film sofferto si affrontano tematiche come la guerra, la ricerca della memoria, la riflessione sulle proprie origini e lintrospezione interiore, sulla base del viaggio. Il viaggio di Angelopoulos, che in parte autobiografico, effettuato e vissuto attraverso gli occhi di un protagonista che un esiliato (sia nellambito denotativo che in quello connotativo del termine), prototipo delluomo postmoderno, e ha come scopo quello di trovare una sorta di mitologico vello doro, che altro non rappresenta che la memoria collettiva di un passato con il quale rapportarsi sempre difficile. LUlisse di Angelopoulos come detto luomo postmoderno che non capace di un nostos come leroe omerico, ma vive il dramma di ci che viene dopo il nostos, come ha affermato lo stesso regista greco in una intervista:
Omero stato il primo sceneggiatore. Aveva gi scritto tutto quello che stato fatto in seguito, stato lui a introdurre il montaggio alternato. Il mio, per, un Ulisse dantesco che sceglie la guerra in Bosnia per intraprendere un viaggio all'interno di se stesso. C una scena verso la fine del film alla quale tengo molto: in un lungo monologo, A. annuncia la sua ulteriore partenza. " Quando torner", dice, "indosser gli abiti di un altro per raccontare la vicenda umana." Il viaggio dunque non terminato e noi abbiamo il diritto di scrivere la parola "fine". La storia che ho raccontato come un cerchio che si conclude per iniziare ancora60.

Il viaggio dellUlisse postmoderno porta lo spettatore alla realizzazione di quello che il titolo del film, nella versione italiana lo Sguardo di Ulisse, preannuncia. In cosa consiste dunque questo sguardo? Seguendo il percorso dellOdisseo angelopoulousiano ci si trova di fronte alla realt del viaggio come spunto di riflessione sulle proprie origini. La trama del film, che giustifica il viaggio attraverso la guerra in Bosnia con il recupero di una pellicola di due pionieri del cinema greco (i fratelli Manakis) una calzante metafora, in stile postmoderno su quale il senso dellarte oggi. Cosa cerca lUlisse di Angelopoulos? In primis
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Intervista a Theo Angelopoulos del 28/01/1999, pubblicata su www.caffeeuropa.it

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sicuramente, essendo un esiliato, ritrovare le propria identit e, cosa non meno importante, realizzare questa ricerca attraverso le origini, nel caso del film la pellicola dei fratelli Manakis. La ricerca perci, quella dello sguardo ingenuo originario che permetta di leggere e comprendere lo sviluppo delluomo in una societ sempre pi dilaniata, vicina a collassare su se stessa a causa del suo machiavellico dedalo di interessi. Il risultato di questa ricerca, nel film, solo un lampo bianco che si riflette su una parete, una pellicola che non proietta che luce: lo sguardo dei pionieri perso per sempre. La questione dello sguardo del viaggiatore da sempre uno dei topos pi rilevanti in relazione allarte incentrata sul viaggio. Cinema, letteratura, arte (non si possono dimenticare le opere di Paul Gauguin nei suoi soggiorni in Polinesia), hanno riassunto nei loro ambiti quello che limpatto sul primo sguardo dellautore, sia esso originariamente ingenuo, contraddistinto dalla mala fede o passivamente disilluso. Nella letteratura, e in particolare nel genere di viaggio, la questione dello sguardo probabilmente una delle pi importanti per comprendere lo sviluppo delle tematiche e le tecniche con cui gli autori hanno approcciato la narrazione del percorso sia geografico che intellettuale legato alla dislocazione. Levoluzione del genere di viaggio, che, come abbiamo visto nei paragrafi precedenti, ha portato tra i secoli XV e XIX ad una differenziazione delle tipologie e dei topos relativi allo sviluppo narrativo legato alla questione epistemica, stata contraddistinta da una progressiva diversificazione del topos dello sguardo che in parallelo con questa si adattato agli stili narrativi, alle ragioni alla base dei viaggi e ai propositi dei viaggiatori-scrittori. Restringendo il campo alle varianti pi rilevanti nellambito di questo discorso, questa evoluzione simbiotica tra questione dello sguardo ed evoluzione della letteratura di viaggio, ha portato attraverso varie tappe e differenti tipologie ad un passaggio da uno sguardo ingenuo, che, come nel film citato di Angelopoulos quello dei primi cineasti, nellambito letterario quello dei primi viaggiatori, ad uno pi cinico e scafato, rintracciabile in particolare negli ultimi esiti del genere letterario

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nella sua accezione classica ossia nei resoconti di esplorazione del XIX secolo, che quello della malafede. Questo era usato per giustificare i crimini commessi per interessi politico-economici, attraverso una serie di tecniche narrative e di teorie antropologiche oggi considerabili completamente aberranti. Questa evoluzione porta diritti allo sguardo attuale quello che, citando il titolo del film di Theo Angelopoulos, potremmo definire lo sguardo di Ulisse, avendo gi indicato il personaggio creato da Omero, nella sua declinazione Pessoana-Dantesca, come rappresentante del viaggiatore postmoderno. Per approfondire meglio la questione sar bene iniziare dando una definizione di sguardo in letteratura. Ecco come la definisce Joo David Pinto-Correia nel suo saggio Deslumbramento, horror e fantasia:
O olhar pode, num primeiro plano, concentrar a intensidade potica do motivo fundamental na literatura- dos olhos como, por um lado, a apresentao, a exposio e a entrada de m mundo pessoal e subjectivo, e, por isso mesmo, meio da cumplicidade, do entendimento ou da repugnncia de dois sujeitos (...) mas por outro lado a sada de si prprio, a indagao e a procura do outro, do objectivo, do diferente. (...) Na Literatura de Viagens (), mas principalmente nas Viagens de Expanso, o olhar impera, no s manifestamente como quase sempre, sobretudo de modo implcito. (...) (...) Olhar e ver no so de facto a mesma coisa. (...) O Olhar funda, condiciona e dirige o ver. No possvel ver seno atravs do olhar (fsico, corpreo, bvio), mas tambm atravs de um olhar (com ausncia de inteno, ou ento, com assumida intencionalidade, por exemplo crtica, irnica, satrica, moralista)61.

Il primo sguardo, quello che caratterizza in particolare la letteratura di viaggio di scoperta ed espansione, senza ombra di dubbio quello ingenuo. Questo sguardo rispecchia in generale ci che caratterizza il primo impatto con la novit, effettuata attraverso i canoni di una visione autentica, in teoria scevra da preconcetti; di conseguenza lo sguardo che generalmente caratterizza le
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Pinto-Correia, David Joo, Deslumbramento, horror e fantasia, in O Olhar do viajante,op.cit., pp. 1213

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narrazioni dei primi uomini che si trovarono a contatto con il Nuovo Mondo. Ci che per spesso caratterizza lingenuit solo un artificio tecnico-narrativo, infatti per quanto lo sguardo ingenuo si contrapponga ad altri connotati da una visione interessata o cinica, questo non presuppone che alla base di questo topos non ci siano precisi artifici tecnici che costituiscono una base tematica precisa alla base delle narrazioni del genere connotate da questo genere di sguardo. Nella letteratura di viaggio relativa alla scoperta e allespansione facile rintracciare tre varianti semantiche che permettono di filtrare lo sguardo ingenuo. Queste tre, descritte da David Pinto-Correia, sono in portoghese deslumbramento, horror e fantasia62 (meraviglia, orrore e fantasia). La funzione di queste tre varianti semantiche permette al narratore, sia esso un marinaio, un navigatore, un mercante o un soldato, di rendere il proprio impatto con la novit affrontata o con gli avvenimenti che contraddistinguevano i viaggi intrapresi. Nel caso del deslumbramento (meraviglia) ci che avviene in un primo momento una mera contemplazione estatica di ci che si incontra, che diviene in un secondo momento comparazione della novit con riferimenti conosciuti che permetta al lettore di comprendere lo sconosciuto attraverso canoni culturali familiari. Per quanto riguarda lorrore, esso rende lo sguardo ingenuo del viaggiatore di fronte alle sciagure o le cose nefaste che possono caratterizzare un viaggio, come tempeste, naufragi, guerre o forme di violenza. Questo filtro narrativo molto spesso si conclude con una accettazione delle avversit e delle sofferenze che rispecchia lo spirito cristiano. La terza variante semantica, quella della fantasia, pu essere individuata nei testi in cui o ci si avvale di una descrizione errata in principio e poi corretta in seguito per rendere lidea della prima impressione, o con descrizioni di ci che viene visto attraverso caratteristiche familiari al narratore o con costruzioni fantasiose che permettano al narratore di rendere al meglio ci che gli impossibile, per via della totale estraneit di ci che viene narrato, descrivere sulla base dei propri criteri culturali. Levoluzione del genere e lintensificarsi dei viaggi, che da semplici
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Pinto-Correia, D. J., op.cit. , pg. 16

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spedizioni di scoperta, si trasformarono in tragitti commerciali o esplorazioni dei territori in chiave economico-capitalistica, portarono lo sguardo ingenuo dei primi viaggiatori, pur essendo esso effettuato attraverso criteri narrativi ben precisi e non spontanei, ad un progressivo connotarsi delle narrazioni comprendenti descrizioni antropologiche e dei territori, con criteri sempre pi collimanti con interessi esterni, con un passaggio che Fernando Cristovo ha definito, nel titolo di un suo saggio, da boa f colonizadora m f colonialista e racista; in pratica il passaggio dallo sguardo dei primi viaggiatori connotato dallingenuit fino a giungere allepoca colonialista e allo sguardo dei viaggiatori di questo periodo, caratterizzato sempre di pi da una serie di fattori che hanno portato le narrazioni a connotarsi della cosiddetta malafede. Questo processo ha radici profonde, che nascono e si evolvono in parallelo con gli interessi economici che diversificano il senso delle scoperte e delle esplorazioni, e culminano appunto in una differenziazione del viaggio. Nel XIX secolo questo cambiamento narrativo si concretizza con lingresso nei testi di tematiche, dettate da interessi che collimavano al meglio con il passaggio graduale da colonizzazione a colonialismo, un passaggio che fonda la propria vicenda storica in particolare sui destini dellAfrica. Come afferma Alberto Carvalho nel suo saggio tica, cincia e esttica do olhar na Viagem de Capelo & Ivens:
Reconhece-se no ciclo de viagens geogrficas entre os sculos XV-XVI e finais do XIX uma progressiva mutao de objectivos, definidos por relaes opositivas e por mediaes persistentes. Evoluiu-se da explorao martima (sculo XVI) para a explorao terrestre, e do mtodo emprico para o mtodo cientfico, enquanto o tpico do olhar cognoscente passava da observao pelo exterior das coisas, distanciado delas, para a anlise perscrutante do seu interior (sculo XIX)63.

Il risultato di un tale passaggio non porta ad uno sguardo prettamente oggettivo, ma allineando le concezioni scientifico-antropologiche con gli interessi politico economici la narrazione del nuovo tipo di viaggiatore finisce per connotarsi di
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Carvalho, Alberto, tica e esttica do olhar na viagem de Capelo e Ivens, in O Olhar do Viajante, op.cit., pg. 156

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uno sguardo definibile in malafede che mira ad una giustificazione delle politiche di espansione (e nel XIX secolo colonialiste) basate sulla ricerca del lucro, postulando, su una presunta base scientifica, teorie come, tra le altre la superiorit di alcune razze su altre, teorie che purtroppo ancora oggi trovano assertori che ne fanno un male radicato. Per utilizzare le parole di Fernando Cristovo:
(...) olhar do viajante que muito dificilmente escapa m f o olhar do racismo, construdo a partir das diferenas antropolgicas de que se tiram graves ilaes sociais e morais, pretensamente cientficas. O olhar do racismo distorce a realidade e leva outros a false-la, porque se apresenta como baseado em observaes cientficas, naturalmente mais credveis que as espontneas. Racismo que foi buscar s observaes dos viajantes dos sculos anteriores, geralmente feitas de boa-f, matria para a sua teorizao64.

Con lesaurirsi dello spazio cronologico ricoperto dalla letteratura di viaggio in senso classico, ci troviamo di fronte ad una ridefinizione di criteri e canoni del viaggio in quanto componente del testo e del sottotesto, con una diversificazione in parallelo tra stile narrativo e tematiche di viaggiatore e sguardo. La letteratura di viaggio contemporanea, come detto in precedenza si basa su un tipo diverso di viaggio, non ispirato come in passato, da un moto espansionista o colonizzatore o peggio ancora motivato da questioni economico-capitalistiche, esso oggi, nel genere letterario correlato, essenzialmente legato alluomo e al suo dialogo con il passato sia esso letterario o storico. La questione dello sguardo nella letteratura di viaggio non sfugge alle definizioni di citazione ed intertestualit, ma si connota di un senso pi particolare. Se come detto spesso il viaggio postmoderno e postmodernista un ripercorrere i passi di viaggiatori del passato, quello dello sguardo postmoderno un tentativo di rivivere questi passi con lingenuit che ne caratterizzava lesito letterario. Ma questo tentativo della letteratura postmoderna non pu che ricondurci ad Angelopoulos ed al suo sguardo di
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Cristovo, Fernando Da boa f colonizadora m f colonialista e racista, in O olhar do Viajante, op.cit., pg. 280

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Ulisse. Cercando di trasmettere questa nozione cinematografica in letteratura, quali sono le caratteristiche di questo nuovo sguardo? Come per il film si tratta dei temi legati alla visione che ha luomo contemporaneo uniti alle tematiche che di volta in volta affronta durante il viaggio. Quello di Ulisse lo sguardo di chi vorrebbe cercare ancora se stesso, ma non ha pi la possibilit di un esito positivo della sua ricerca, in quanto del passato non rimane quasi nulla o, meglio ancora, ci che rimane sono solo macerie dalle quali impossibile ricostruire. Come lUlisse dantesco, luomo postmoderno riparte ancora una volta alla ricerca e questa delinea un circolo che si ripete, come nel film di Angelopoulos, allinfinito, in quanto ci che insegue impossibile da raggiungere. Questa impossibilit caratterizza anche il ritorno. Chi parte lo fa, inconsapevolmente o consapevolmente, per non tornare e se un giorno questo ritorno avvenisse, sarebbe attraverso altre spoglie. Partendo da queste premesse lo sguardo di Ulisse dunque lo sguardo delluomo che vive le tragedie con compassata indifferenza, la vita quotidiana impone il cinismo e con quotidiana frequenza pone di fronte a tragedie immani e al disprezzo della vita come valore. Guerre, dolore e morte, sono ormai lunica compagnia quotidiana del viaggiatore ragion per cui il suo deve uno sguardo distaccato, lo sguardo di chi viaggiando ha imparato ad essere passivo, la sua disillusione la reazione alla caduta di ogni genere di valori. Lo stile dello scrittore viaggiatore realizza questa visione attraverso uno stile pacato che realizza immagini drammatiche con una sostanziale indifferenza, distaccandosi dalle tragedie che vede e racconta e venendo meno al suo proposito iniziale. Riprendere con enfasi e meraviglia lingenuit dello sguardo originario nella realt attuale sarebbe drammaticamente affine a calarsi in contesti sconvolgenti che luomo non pu vivere, perch lo porterebbero inevitabilmente alla morte. Il tentativo di ricalcare la visione dei pionieri una facciata per coprire linutilit dello sforzo di aggrapparsi alle origini del proprio mito antropologico. Non c pi il cannibalismo dellaltro alla fine del viaggio da costatare mettendo in contrapposizione la societ civilizzata e quella selvaggia: la societ civilizzata diventata quella selvaggia e ormai lantropofagia non altro

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che servirsi della vivanda dellestraneit al banchetto della nostra incapacit a relazionarci con le diverse culture che sfuggono al criterio etnocentrico della nostra societ, come afferma Claude Lvi-Strauss in Le pense Sauvage65, ma soprattutto con le conseguenze tragiche della smania individualista delluomo. E quindi in conclusione, per citare Dante, lo sguardo di Ulisse lo sguardo di chi fissa il mondo sanza gente66.

Capitolo 2:

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Quite so, will be the comment of the supporters of Sartre. But the latters whole endeavour shows that, though the subjectivity of history-for-me can make way for the objectivity of history-for-us, the I can still only be converted into we by condemning this we to being no more than an I raised to the power of two, itself hermetically sealed off from the other wes. The price so paid for the illusion of having overcome the insoluble antinomy (in such a system) between my self and others, consists of the assignation, by historical consciousness, of the metaphysical function of Other to the Papuans. By reducing the latter to the state of means, barely sufficient for its philosophical appetite, historical reason abandons itself to a sort of intellectual cannibalism much more revolting to the anthropologist than real cannibalism. C. Lvi Strauss, The savage Mind 66 Alighieri, Dante, La Divina Commedia, If XXVI, 117

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LAfrica tra letteratura e storia: Baa dos Tigres di Pedro Rosa Mendes

2.1 Africa: tra letteratura e storia.

La storia dellAngola occupa, nella letteratura relativa alla complessa vicenda coloniale portoghese e pi in generale della ricostruzione della storia africana, un ruolo non solo di grande rilevanza, ma addirittura emblematico. Nellambito di una produzione letteraria, pi o meno riconducibile alla letteratura di viaggio, troviamo un corpus testuale relazionato a questo paese ben pi corposo in confronto a quello relativo ad altri stati tra cui quelli che ne hanno condiviso la matrice del giogo coloniale e la liberazione del dopo rivoluzione dei Garofani. Il

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dramma dellAngola narrato da Rosa Mendes si pu spiegare solo attraverso la ricostruzione di un lungo processo che ha coinvolto lintero continente. Questo ha visto le terre africane passare attraverso gli ideali religiosi di terra da colonizzare attraverso la mentalit dellevangelizzazione a teatro di eccidi e di guerre. Le nazioni africane, testimoni prima di una piaga coloniale che ha imposto fino al 1974, con la caduta dellultima utopia colonialista (quella del Salazarismo) il perpetrarsi di una pesante quanto aprioristica ingiustizia basata su ideali imperialistici intrisi di nazionalismo e razzismo, hanno visto poi lavvento di unaltra forma ben pi meschina di sfruttamento, quella legata alla tacita infiltrazione nelle gestioni politiche di interessi di natura industriale. Questo si attuato con il precipuo scopo di preservare gli interessi economici delle multinazionali che traggono ancora oggi profitto dallAfrica, con il tacito assenso dei governi occidentali, e che si servono di ogni mezzo possibile per ottenere lo scopo. In corrispondenza con quanto fatto durante i secoli alla luce del sole dai colonizzatori, per mantenere il proprio giogo politico-economico queste realt non si sono fatte scrupolo di fomentare lodio, di finanziare le guerre e di fornire armi e fondi economici per sanguinose guerre intestine, in maniera tacita e perci ancora pi colpevole. LAfrica, perci, una realt che depredata, usata e dimenticata, stata sempre vittime di meccanismi esterni che ne hanno preservato linstabilit per fini di lucro anche dopo la fine del colonialismo, che gi aveva lasciato profonde cicatrici nella memoria collettiva. La produzione letteraria in tal senso ha un compito ben pi importante del semplice rilevare e narrare. Non si tratta di un semplice viaggio intertestuale, ma di una vera e propria testimonianza che oggi, alla luce di una situazione politica ancora non perfettamente stabile di molti paesi del continente africano, ci rende impietosamente lidea delle responsabilit che loccidente ha su questa shoa quotidiana dimenticata da tutti. Fernando Cristovo le inquadra perfettamente nellambito della degenerazione dellideale coloniale, secondo lautore portoghese:

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Foi a industrializao que agravou, substancialmente o estado das coisas e cedo se aliou ao racismo para tirarem da variedade e comparao das etnias a concluso de que a raa branca era superior, possuindo conhecimentos e tecnologias impossveis de alcanar pelas raas apelidas de inferiores67.

La letteratura ha, entrando nello specifico della questione africana, il pi delle volte un compito scomodo eppure fondamentale: quello di fissare, anche attraverso i propri meccanismi testuali e le proprie evoluzioni tematiche, quanto abbia influito nella tragedia dellAfrica in generale e quella dellAngola in particolare, il giogo coloniale. Il parallelo tra storia e scrittura ha ben pi di alcuni punti di intersezione, spesso visibili nella necessit di assecondare con le esigenze di natura testuale fini prettamente utilitaristici comprensibili soprattutto in relazione al pubblico a cui erano rivolte queste opere. Una delle esemplificazioni pi lampanti di ci la convergenza tra approfondimento scientifico basato su una produzione testuale di stampo antropologico-geografico, che, soprattutto nel XIX secolo, caratterizzata dai resoconti degli esporatori (tra cui appunto quello di Capelo e Ivens che il referente metatestuale di Pedro Rosa Mendes), e linteresse che si celava dietro le informazioni fornite. In tal senso, per una migliore comprensione, fondamentale la definizione dei canoni della dicotomia storica tra colonizzazione a colonialismo, ben approfondita da Cristovo che afferma:
(...) a colonizao moderna () consiste na descoberta e conquista de territrios alheios com os objectivos de explorao das riquezas da terra e a evangelizao crist. A colonizao arrasta consigo, para alm da explorao dos recursos naturais, a organizao do comrcio, normalmente em regime de monoplio, envolvendo tambm a promoo dos povos colonizados, e provocando um dilogo tnico, cultural e ideolgico de assimilao, aculturao ou rejeio. () O colonialismo resulta do prolongamento e transformao qualitativa desta ocupao, para alm de entender de outro modo tanto as relaes humanas como a explorao dos recursos
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Cristovo, Fernando, Pretextos para o racismo e o colonialismo, in O olhar do viajante, op. cit, pg. 266

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da terra. () Se a colonizao devia terminar pela integrao ou a independncia, o colonialismo, ao contrrio, no s no reconhece um termo de vigncia, como cada vez mais se prolonga, enraza e se globaliza diluindo a sua identidade68.

Il passaggio dalla colonizzazione al colonialismo legato a filo diretto e, perci, scandito anche dallevoluzione del topos letterario relativo alla branca testuale della letteratura di viaggio. Questo legame rintracciabile in particolare nella gi citata questione della visione del viaggiatore. Lo sguardo ingenuo descritto nel capitolo precedente, si evolve sempre di pi verso lo sguardo cinico ed interessato del colonialismo, votato alla giustificazione pseudo scientifica dello sfruttamento delle risorse a scapito degli indigeni, svuotati della propria dignit umana dalle definizioni antropologiche vigenti nel XIX secolo, imbrattate dalle idee sulle differenze delle razze. In letteratura, come visto in precedenza, molti dei resoconti delle nuove scoperte sono connotati dalla questione dello sguardo, e pi in particolare da quella dello sguardo ingenuo, che Joo David Correia-Pinto definisce cos:
O olhar ingnuo () corresponderia ao do homem, navegante ou marinheiro, soldado ou comerciante, que com quase nenhuma ilustrao de saber ou reduzida conscincia da empresa com que se tinha comprometido se ia confrontando com o acontecer no mar e em terra69

Questo sguardo, che soprattutto nelle narrazioni relative al Brasile si concentrava in senso positivo sulla dimensione antropologica, mettendo in parallelo gli indigeni brasiliani con gli abitanti dellEden, come nella Carta di Caminha, non ha mai riguardato lAfrica. Ci che stato, perlomeno fino a met del XX secolo, al centro della questione con laltro africano, affrontata nelle storiografie o in letteratura, sempre il marchio dellinferiorit della razza. Gli africani sono stati visti perennemente con uno sguardo che a partire da tematiche religiose,

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Cristovo F., op. cit . , pg.265 Pinto-Correia J.D., Op.cit. , pg. 17

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marchiava il colore della pelle come un segno del demonio. Per citare Isabel Castro Henriques, in merito alle descrizioni del XV secolo di Zurara:
Os primeiros contactos com as sociedades africanas caracterizam-se pela tentativa de organizar o conhecimento, acompanhado pela razia das populaes: neste aspecto, a Crnica de Guin de Gomes Eanes Zurara descreve com paixo e mincia as diferentes fases (...) Se h escravos bastante esbranquiados, que no podem ser contudo confundidos com os autnticos brancos, quer dizer os portugueses, h tambm homens mais escuros, os pardos. Os ltimos so os negros, que no so verdadeiramente homens mas antes rplicas terrestres dos diabos do inferno.70

Il confronto con laltro africano dunque non mai avvenuto in maniera scevra da pregiudizi, ma al contrario esso stato fin da subito caratterizzato dallimpatto razzista che impediva cos lattivazione dello sguardo ingenuo. Quello che mette in evidenza la questione africana in relazione alla letteratura, una dicotomia che, pi nello specifico, si rivela esemplificativa dellattitudine con cui i viaggi venivano effettuati e ci porta ad una riflessione sui meccanismi metatestuali: quello tra buona fede e mala fede del viaggiatore descritta da Cristovo. Per lautore portoghese se i primi viaggi erano per lo pi motivati da un interesse di tipo religioso legato ai concetti di colonizzazione e di guerra giusta
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venivano descritti attraverso uno sguardo in buona fede, quello della malafede tutto da ricondursi alla degenerazione dei concetti sopra elencati per giustificare pratiche come lo schiavismo o alluso di categorie antropologiche che stabiliscono linferiorit delle persone di queste terre e pi in generale sul colore della pelle72. Testi come Como eu atravessei frica do Atlntico ao mar ndico,
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Castro Henriques, Isabel, Os pilares da diferena : relaes Portugal-frica : sculos XV-XX, Caleidoscpio, Casal da Cambra, 2004, pg. 34 71 Quello di guerra giusta un concetto per lo pi legato a doppio filo con il proposito religioso di queste missioni colonizzatrici che vedevano nel porre fine al paganesimo e al ricondurre alla chiesa cattolica e che teorizzato da San Tommaso dAquino in Suma Theologica, Bologna, Edizioni studio domenicano, 1996 72 Le conclusioni sulle inferiorit delle varie razze erano spesso supportate da veri e propri trattati di carattere pseudo- scientifico approfonditi con il dogma e il metodo della scienza nellet dei lumi. Per fare degli esempi Cuvier considerava gli indigeni africani come la razza pi degradata tra le tre (bianca, gialla

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viagem de Benguella contra-costa, atravs regies desconhecidas; determinaes geogrphicas e estudos ethnogrphicos di Alexandre Serpa Pinto o De Angola contracosta di Capelo e Ivens rispecchiano a pieno la mentalit che contraddistingue la letteratura di viaggio, e in particolare il sottogenere dellEsplorazione, del XIX secolo. La malafede lampante comprovata da teorie scientifiche usate ad hoc, sono un tratto fondamentale di questa branca testuale, che rispecchia a pieno la noncuranza per gli indigeni delle nazioni impegnate nella spartizione dellAfrica. I resoconti di esplorazione sono pertanto un misto di interessi e di teorie razziste usate messe al servizio di questi. Lesploratore portoghese del XIX secolo che si inserisce nel contesto dello scramble for Africa la rappresentazione ideale del viaggiatore-narratore che utilizza il resoconto per interessi politici, come afferma Cristovo:
Olhar ainda mais malvolo e colonialista foi o dos viajantesexploradores que substituram os viajantes-navegadores, sobretudo depois de 1788, data em que foi formada a sociedade de frica, em Londres por sir Joseph Banks, e que impulsionou as grandes expedies tal como as ambies das grandes potncias incentivadas pela conferncia de Berlim de 1884 a partilharem entre si e a frica. A m f desses olhar bem visvel nos relatos das expedies ou nos comentrios das Sociedades Cientficas considerando que pases pequenos e de economia dbil, como Portugal no mereciam nem podiam sustentar imprios coloniais grandes, impondo-se o dever civilizador de serem as grandes potncias a administraremnos(...)73.

Capelo e Ivens cos come il loro compagno di viaggio nella spedizione del 1878 Serpa Pinto di certo non sfuggono a queste definizioni, ma anzi sono pienamente considerabili rappresentanti delle mentalit e degli interessi che caratterizzavano questi viaggi di esplorazione. A tal proposito esemplificativo leggere le descrizioni fatte degli indigeni africani da Serpa Pinto in alcune occasioni:
e nera), Buffon sosteneva che il contatto con la razza bianca poteva giovare ai neri. 73 Cristovo F., op.cit., pp. 279 280

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A populao indgena de boa ndole e trabalhadora, tanto quanto o pode ser um preto abandonado a si mesmo. (...) Notei logo que o tipo feminino entre os Quimbandes se aproxima um pouco do tipo caucsio e vi algumas mulheres que se poderiam chamar bonitas se no fossem pretas. (...)no pude ler ainda nos arcanos da alma do Negro, mais do que srdida cupidez, a material lascvia, a cobardia em presena de forte, a ousadia contra o fraco74.

Descrizioni che ricalcano la tradizionale figura del negro nella letteratura, figlia di un retaggio riconducibile ai primi resoconti sullAfrica, che vedono luomo di colore come marchiato dal segno del diavolo e perci perfido per sua natura. In conclusione, quindi, se le vicende prettamente storiche dellAfrica costituiscono un interessante punto di partenza per comprendere gli errori e le responsabilit che la societ occidentale nel corso dei secoli ha commesso, compromettendo la stabilit di questo continente, e continua a commettere con responsabile accanimento nel preservare determinati interessi, il corpus letterario, che va dai resoconti di viaggio in buona fede dei missionari a quelli in malafede degli esploratori, ci permettono di capire con quale spirito sono stati commessi questi errori e da cosa nascano le difficolt con le quali ancora ci si scontra dovendo lavorare sulla distruzione di stereotipi pseudo antropologicogeografici, che hanno contribuito in maniera non meno rilevante alla difficile ricostruzione dellidentit africana e che durano da secoli.

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da Rocha de Serpa Pinto, Alexandre Alberto, Como eu atravessei a frica. 1881. 2 vols. Lisboa : Publicaes Europa-Amrica, 1983. Pp. 185, 194, 281

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2.2 Baa dos Tigres: la riscrittura attraverso lo sguardo dUlisse postcolonialista.

Baa dos Tigres di Pedro Rosa Mendes un libro complesso e per questo allo stesso tempo aperto a molte interpretazioni. Questo volume, pubblicato nel 1999, narra il viaggio del giornalista lusitano da Namibe, nella provincia del sud dellAngola dove si trova il comune che da il nome al libro, a Quelimane, in Mozambico, intrapreso nel 1997 quasi in contemporanea con linizio dellultima guerra civile tra UNITA ed MPLA. Lo scopo iniziale di questo percorso quello di seguire le orme degli esploratori Hermenegildo Capelo e Roberto Ivens che poco pi di un secolo prima avevano intrapreso pi o meno lo stesso tragitto per aprire una strada commerciale tra Angola e Mozambico. Leggere Baa dos Tigres, per solo nella direzione della riscrittura assolutamente riduttivo. Sono

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molti i temi trattatati da Rosa Mendes che, pur accostandosi per forme e dinamiche allo stile postmodernista, unisce tramite la riscrittura di un libro del XIX secolo, una serie di problematiche che esulano dalla semplice chiave interpretativa letteraria e che, raccontate con locchio attento e lo stile giornalistico di un reportage, colgono a tutto tondo la tragedia di questa nazione. Questa ha le basi della propria travagliata vicenda storica nellepoca del colonialismo e vede nella fase narrata dal libro, caratterizzata dallequilibrio precario tra vita e morte, la ricerca di una via duscita dal suo dramma umano caratterizzato dal disprezzo totale della ragione e del valore della vita. proprio la normalit dellirrazionalit che caratterizza la narrazione di questo atipico reportage di viaggio postmodernista. Lo stile sobrio e pacato dellautore stride evidentemente e con sapiente regia con le realt descritte, la drammaticit dellabitudine al male e alle tragedie quotidiane la base di un racconto che mette in chiaro il suo tenore fin dal principio, fin dalle prime righe nelle quali si legge:
Em cada milmetro deste cho est o ltimo instante da minha vida. Posso contempl-lo a perder de vista. o motivo por que me transportam sempre de noite. Preservam-me. No me incomoda. Agora mesmo de noite e h bastante disso. de noite sempre que no me encontro quieto. Deixei de estar com medo porque ele me desertou. Transformou-se num territrio exterior. Enorme falta de solidariedade: no tenho onde me agarrar, o que pode ser fatal. O cho, a estrada, a savana, o pas: medo um mapa e a obrigao dele. No sei quantos dias tem de largura. Estamos a atravess-lo e de noite. Atravessar a noite tudo o que tenho75.

Il viaggio intrapreso da Pedro Rosa Mendes una lunga metafora. Ci che pi rilevante infatti non tanto la dislocazione geografica quanto il viaggio nella storia dellAngola e nel cuore dei protagonisti del suo dramma: gli uomini. Rosa Mendes annulla o rende minimo il peso della narrazione del percorso, concedendo importanza solo ai mezzi con i quali avviene lo spostamento e ad
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Rosa Mendes, Pedro, Baa dos Tigres, Publicao Dom Quixote, Lisboa, 1999, pg. 19

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una serie di dettagli che sono funzionali al suo scopo, che non pu essere altro che un attento e accurato spunto di riflessione sul rapporto tra uomo e storia, contestualizzato nellambito di una tragedia di dimensioni spaventose come quella del paese centro Africano. La traversata dellAngola , con le dovute proporzioni, una specie di traversata dellInferno Dantesco. Ancora una volta luomo si ritrova perduto e attraversa il proprio inferno, ma non ci sono pi guide, non c un paradiso ad attenderlo, la redenzione non possibile e ci che rimane sono solo il coro di voci dei dannati unici compagni di viaggio e lincontro, metaforico attraverso la narrazione delle loro storie, con uomini semplici che hanno fatto parte della bolgia dei dannati che la grande tragedia storica dellAfrica. Ci che accompagna Rosa Mendes lincontro scontro tra lindividuo e il viaggiatore postmoderno e il dramma del postcolonialismo inteso sia nel senso storico del termine che nelle implicazioni ontologiche che esso mette in gioco. giusto quindi tentare di leggere Baa dos tigres alla luce di due chiavi di analisi: la prima come percorso che unisce lapplicazione dellimpianto epistemologico dello sguardo del viaggiatore postmoderno, che nel precedente capitolo stato definito come lo Sguardo di Ulisse, e le tematiche della letteratura postcoloniale; la seconda mettendo in rilievo il rapporto che intercorre tra il libro di Rosa Mendes e il referente letterario De Angola Contracosta, per comprendere il sottotesto che si pone a margine delloperazione di rilettura del testo di Capelo e Ivens e le implicazioni tematiche che esso comporta.

2.2.1 Da Namibe a Quelimane: lo sguardo di Ulisse del viaggiatorescrittore-giornalista postcolonialista


Nel corso del viaggio narrato in Baa dos Tigres sono molteplici i punti in cui lautore ci parla dello svuotamento del valore della vita nei luoghi visitati, fatti di mine, soldati e distruzione. Il suo viaggio alla ricerca del paesaggio originale angolano e di quella natura sconfinata e inesplorata che caratterizzava i percorsi

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degli scrittori-esploratori del XIX secolo, si trasforma ben presto nellamara costatazione della realt. Ci che si pone agli occhi delluomo, ancor prima di quelli dello scrittore una sorta di valle di Thanatos, un paesaggio spettrale che fin da subito mette a confronto il viaggiatore con una realt non narrabile a parole, una realt che, per il suo limite sottilissimo tra vita e morte, mette luomo dinnanzi alle sue paure pi recondite con una conseguente smitizzazione di queste. Chi viaggia in una realt come quella angolana non ha pi paura della morte, non ha paura di niente, un viaggiatore nel limbo, sa quando parte, ma non sa quando e se torna e questo lo mette di fronte alla condizione pi drammatica che possa affrontare un essere umano, quello dellindifferenza alla tragedia della morte. Sono molti i punti del racconto in cui Rosa Mendes allude alla situazione o a dialoghi in cui ci che trapela la precariet dellesistenza delluomo di fronte a drammi come la guerra che, partendo dallirrazionalit umana, comportano il paradosso del diniego proprio del valore della vita. In Baa dos Tigres ci che avviene non il confronto delluomo postmoderno con laltro che in s, ma il confronto delluomo postmoderno con una realt che di per s comporta lo svuotamento dei valori dellesistenza, il che sposta le luci dei riflettori dallIo che altro e attraverso il viaggio si ritrova e incontra la propria identit, allIo che partendo dalle vane certezze della propria societ, con il confronto con una realt altra e che pi palesemente mostra la natura delluomo, realizza la propria condizione in relazione alla societ e lipocrisia sulle certezze offerte da questa. Ci che evidenzia la guerra, con le sue tematiche e il suo deprezzamento dei valori della vita umana, , in senso metaforico, ci che la societ postmoderna propone. La mentalit delle logiche consumistiche e lindividualizzazione della societ, non sono dissimili dalla guerra, che anzi sembra solo un apogeo di ci che comporta la doppiezza di fondo della modernit. Il benessere promesso, la possibilit di potere realizzare tutto ci che si desidera, in una societ prettamente del capriccio, ben ridefinito dallaltro lato della medaglia rispecchiato da un conflitto che proprio a causa della ricerca del potere e della realizzazione degli interessi di alcuni gruppi a scapito degli

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altri, ha portato al malessere generale e al dramma dellesistenza nelle zone colpite da questa piaga. Cos le certezze delluomo che viene dalla societ occidentale, vengono abbattute da una condizione esistenziale estremamente instabile come quella del viaggiatore, sia esso militare o giornalista, che si confronta con una realt che non tiene conto della vita, ma che a costo di essa cerca di realizzare i propri obbiettivi. Baa dos tigres non parla della condizione delluomo nella societ moderna e del viaggio delluomo alla ricerca dellidentit, ma proprio sullidentit trova un punto importante relativo al proprio sottotesto. Ci che connota al meglio il percorso non tanto la dislocazione geografica quanto il coro di voci, le cui storie sono narrate da Rosa Mendes attraverso una struttura testuale che procede su due binari paralleli, narrazione del viaggio e vicende di uomini, persone qualsiasi, personaggi storici dimenticati, artefici del tentativo di coltivare il grande sogno dellAngola. La narrazione delle loro storie evidenzia una dicotomia nel registro narrativo: da un lato il viaggio in prima persona, dallaltro le storie narrate ora in terza ora in prima persona che permettono uno sdoppiamento del registro formale e una immedesimazione dellautore nelle vite di questi personaggi che sembrano figure senza volto. La sua dimensione narrativa legata al reportage giornalistico, che per sua essenza di solito basato sulla cronaca dei fatti in maniera scevra da opinioni, permette allo scrittore portoghese di descrivere al meglio la condizione delluomo in un territorio dove la vita umana non ha senso, sia esso un militante per la libert o un uomo occidentale. Quello che comporta l appartenenza alla societ moderna, svanisce di colpo, in quanto i valori che essa impone sono nulli in confronto al suo lato oscuro che non avrebbe potuto trovare migliore paradigma narrativo di quello della guerra. La narrazione di Rosa Mendes gioca essenzialmente proprio sui meccanismi testuali della narrazione giornalistica applicandoli a concetti che esulano da questa dimensione, rendendo cos la propria cronistoria un confronto cinico e disilluso con la morte, non pi tab ed antitesi della vita, ma compagna di viaggio e conseguenza logica delle realt affrontate. Ci che compiutamente viene realizzato in questa Odissea di tipo

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dantesco nellinferno della realt Angolana, con tanto di traversata metaforica dellAde, la narrazione di un viaggio tipicamente postmoderno attraverso uno stile che, per la propria compatibilit pi con quello giornalistico che quello narrativo, diviene estremamente funzionale per rendere al meglio la visione dellautore in relazione alle realt viste e narrate. Quello che caratterizza Baa dos Tigres senza ombra di dubbio quello che abbiamo definito lo Sguardo di Ulisse, ma con una declinazione differente dovuta alle tematiche affrontate. Lo sguardo di Rosa Mendes essenzialmente quello di chi va alla ricerca del passato, lAfrica meravigliosa e inesplorata narrata da Capelo e Ivens pi di cento anni fa, ma non trova che macerie, il proposito del ritorno sulle orme del passato che spinge al viaggio, si concretizza nella perdita della possibilit di ritrovare lo sguardo ingenuo ed incantato dei pionieri e quello che rimane la compassata indifferenza e il cinismo delluomo contemporaneo di fronte alle tragedie, in questo caso quella della guerra. Il ritorno non possibile, fin da subito lautore comprende questo e lo palesa:
O ltimo instante, portanto. Atravs da noite. No h paisagem, nem aldeias, no h gente em volta de fogueiras nem elefantes recortados no cinzento do cu. Poderia falar de coisas assim, esperava-o, mas seria mentira. No existe horizonte, nem relevo, tempo ou direco.76

Adattarsi alla drammatica condizione di instabilit tra vita e morte facile per chi viaggia in Africa e ci che accade che tutto ci che viene descritto appare sostanzialmente come un qualcosa di scontato e normale in aperto contrasto con ci che narrato. Lo sguardo di Ulisse del narratore propone una interessante convergenza con una tematica che declina questo topos in una maniera differente e pi concreta: a quella dello sguardo si aggiunge la connotazione della visione postcolonialista. E qui, infatti, che si realizza la frattura tra impianto giornalistico e immedesimazione nei personaggi. Il distacco della narrazione del viaggio, diventa partecipazione, attraverso le figure metaforicamente incontrate durante
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Rosa Mendes P., Op.Cit., pg.21

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esso, persone che sembrano raccontare la vera storia dellAngola e della sua vicenda postcoloniale, intesa sia dal punto di vista cronologico che letterario. Non possibile leggere Baa dos tigres, se non alla luce di alcune delle tematiche che fanno parte del vasto impianto teorico legato a questo concetto. Senza entrare nel dibattito, ancora in corso, sulla definizione del postcolonialismo e sulla variet di concetti ad esso pertinenti, mi atterr alla nozione di postcolonialismo in senso ontologico data da Miguel Angel Mellino:
In espressioni come critica postcoloniale o teoria postcoloniale, luso di questo controverso termine sembra designare ci che potremo definire una particolare filosofia dellidentit, il cui primo obiettivo rappresentato dalla decostruzione di quei principi e nozioni alla base dellidentit moderna occidentale. Il ricorso al termine postcoloniale nellanalisi culturale sta qui a significare principalmente la fine dellegemonia delle narrazioni del pensiero coloniale, nel senso dellimperialismo della modernit illuminata che presumeva di parlare per laltro (donne, neri, omosessuali, popoli colonizzati, classe operaia) con i suoni della propria voce (Huyssen, 1988, p. 179)77.

Proprio una tale definizione permette di comprendere meglio quale sia il connotante dello sguardo di Ulisse nella declinazione del romanzo portoghese. Lunione di questi due temi quasi una conseguenza logica e realizza al meglio lo scopo del viaggiatore postmoderno, anche in una realt apparentemente aliena a quella della societ di appartenenza. Come afferma James Clifford:

Il termine postcoloniale ha senso solo in un contesto emergente o utopistico. Non ci sono culture o luoghi postcoloniali: solo mutamenti, tattiche, discorsi. Post sempre oscurato da neo. Tuttavia, postcoloniale descrive rotture reali, anche se incomplete, con le passate strutture di dominio, descrive siti di lotta attuale e di futuri immaginati78.

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Mellino, Miguel Angel, La teoria postcoloniale come critica culturale Tra etnografia della societ globale e apologia delle identit deboli, pg. 2 78 Clifford, James, Strade. Viaggio e traduzione alla fine del secolo XX, Bollati Boringhieri, Torino, 1999 pp. 341-2.

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Il legame tra postmodernismo e postcolonialismo molto pi stretto di quanto si possa pensare. I due termini nella critica contemporanea spesso si sono alternati e completati a vicenda. Il termine postcolonialismo , al momento, una nozione, che vive ancora su una basilare dicotomia tra un impianto semantico di tipo cronologico (in cui il termine allude al periodo attuale come il periodo al termine del colonialismo, anche se in questa accezione il dibattito acceso in quanto la nozione potrebbe inglobare anche la distinzione con i termini imperialismo e neo colonialismo79) e uno pi vasto che lega la parola postcolonialismo ad una serie di tematiche estremamente complesse, su cui si discusso a lungo cercando di delimitare le implicazioni di una tale nozione in chiave epistemologico-ontologica. Il loro impianto tematico basato sulla riflessione e sulla critica trova la sua coniugazione nellambito di aspetti che definiscono la condizione storicosociale contemporanea delluomo e delle culture quali transnazionalismo, dislocazione, decentramento, frammentazione, ibridazione. Lo studio di queste tematiche socio-culturali secondo James Clifford deve essere fatto attraverso lapproccio delle travelling cultures80 intendendo come tali, non il viaggio in senso stretto, ma in senso metaforico o per dirla ancora con le parole di Mellino:
Per Clifford, pensare le culture in quanto travelling cultures non significa soltanto () presupporre che molti degli informatori etnografici siano stati in passato o siano diventati ora viaggiatori o, come suggerisce la corrente etnografica postmoderna, che il sapere antropologico si costituisca quasi esclusivamente nella pratica del viaggio e cio nel dialogo tra soggetti e universi culturali diversi. Significa piuttosto concepire le culture come fenomeni in perenne movimento, vale a dire come il prodotto, mai finito, di contatti, di incontri e fusioni, ma anche di conflitti e di resistenze originati dallinterazione tra ci che risiede o
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Interessante a tal proposito uno dei capolavori critici sul postcolonialismo: Colonialism/Postcolonialism di Ania Loomba, che si sofferma a lungo sulla distinzione delle nozioni sopra citate 80 La definizione di Travelling Cultures coniata da James Clifford nel saggio Strade, op.cit..

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dentro (locale) e ci che viene da fuori e passa attraverso (globale): media, merci, immagini, immigrati, turisti, funzionari, eserciti, capitali81.

Applicato a Baa dos tigres quanto detto finora, lampante, alla luce di una analisi accurata, che nel romanzo si incontra la convergenza tra sguardo di Ulisse, tipica come detto del viaggiatore postmoderno, realizzata attraverso lo stile narrativo giornalistico, e la tematica postcoloniale che implica la rottura con il passato coloniale, nella maniera esposta da James Clifford, attraverso cio la narrazione di siti di lotta attuali e di futuri immaginati, attuando uno sdoppiamento del registro narrativo con limmedesimazione nelle storie dei protagonisti.

2.2.2 Da De Angola contracosta a Baa dos Tigres, la riscrittura impossibile.

Pedro Rosa Mendes iniziando il proprio viaggio in Angola nel 1997 sapeva bene a cosa sarebbe andato incontro, eppure il suo libro nasce come un tentativo di riscrivere il classico della letteratura di viaggio portoghese De Angola Contracosta, che proprio di quei territori aveva narrato le caratteristiche pi di un secolo prima. Perch pur consapevole dei rischi e a costo della propria vita un giornalista avrebbe voluto attraversare di nuovo quei territori? La risposta da ricercarsi nello scopo intrinseco del primo viaggio e in quello che di riflesso vorrebbe dimostrare il secondo: Hermenegildo Capelo e Roberto Ivens, attraversando lAngola fino al Mozambico avevano trovato una via commerciale facendosi strada in un territorio inesplorato, pericoloso per chi si avventurava, compiendo una impresa che rendeva conosciuta agli occhi dellopinione pubblica una zona pressoch sconosciuta e dando lustro ai portoghesi; Pedro Rosa
81

Mellino J. A., Op.cit., pg. 4

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Mendes, ricalcando i passi dei due esploratori lusitani del XIX secolo, scopre come il percorso, che pi di 110 anni prima era impraticabile o quasi per la congiuntura degli elementi naturali e gli agguati degli indigeni, sia ritornato impraticabile, ma questa volta per mano esclusiva delluomo. La strada tra Moameds e Quelimane allapparenza impraticabile a causa degli ostacoli che impedivano lavventurarsi nellinterno della regione persino ai Pombeiros , coloro che per eccellenza erano maestri delle incursioni nel cosiddetto sertanejo, ritorna nella narrazione di fine XX secolo di nuovo impraticabile e di nuovo zona da esplorare. giusto a questo punto fare un passo indietro e soffermarci su una comparazione del sottotesto legato alle tematiche narrative dei due libri. Lo scopo degli autori nei due libri estremamente opposto e anche se alla lunga, nel secondo, sembra esserci una apparente mancanza di obbiettivo, che non sia quello meta testuale, questo si rivela ben presto un falso pretesto per rendere il vero oggetto della narrazione, cio quello di mostrare il dramma di questo angolo di Africa, allepoca ancora dilaniato dalle guerre, dove la fine della colonizzazione ha comportato solo che il colore della bandiera fosse rosso come il sangue e nero come il lutto come afferma lautore. Ci che caratterizza il contesto del viaggio narrato da Capelo e Ivens, la situazione internazionale che gi dava una piena idea del processo di incubazione dello scramble sancito di fatto dalla Conferenza di Berlino (che peraltro si tenne in contemporanea con i 15 mesi di viaggio dei due ufficiali di marina portoghesi). Il moto colonialista imponeva ai paesi interessati dalle mire imperialistiche di mettersi in luce sulla scena internazionale a suon di esplorazioni e di linee sulla mappa dellAfrica che tracciassero nuovi percorsi volti a legittimare, anche attraverso accordi diplomatici sanciti dagli stessi esploratori con le massime autorit dei luoghi perlustrati, la presenza dei nuovi padroni, a scapito soprattutto del Portogallo che su quelle zone manteneva un dominio sterile per diritti storici. Il danno allimmagine dei lusitani che la situazione internazionale aveva messo in luce necessitava di rapide contromosse

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da parte del governo di Lisbona, incline ancora a cullare il sogno di una mappa rosa, cio una mappa che legittimasse lappartenenza alle sfere coloniali portoghesi di molte zone dellAfrica centrale. La risposta portoghese perci fu sullo stesso campo: quello dellesplorazione. La prima, quella di Serpa Pinto del 1878, coadiuvata proprio dai due ufficiali di marina Capelo e Ivens, non aveva prodotto, nonostante la grande pubblicit mediatica infarcita di retorica nazionalista, grandi risultati a livello esplorativo e lo stesso Pinto, che si era separato dai suoi due assistenti, pur accolto con grandi onori, non aveva fatto altro che percorrere territori gi conosciuti, finendo per lasciare gli obbiettivi pi rilevanti raggiunti dalla missione ai suoi aiutanti. Lo scopo della seconda esplorazione da legarsi a questo contesto, ecco come Emlia Madeira Santos descrive le circostanze di questa seconda esplorazione:
No possvel definir a ocasio em que os exploradores decidiram imprender a travessa da frica. provavel que a deciso fosse j tomada de Lisboa ou apenas esboada. A verdade que a partir do Quiteve e depois desta carta em que consideram cumprida uma parte das instrues que traziam, o silncio que se seuiu parece significar que eles assumiram a responsabilidade de optar por uma travessa cientfica, racional, completa e tanto quanto possvel til. A travessa perfeita, ultrapassando todos os obstaclos, no cedendo a facilidades, no se contentando com o possvel, mas exigindo o mximo. Eles vo atravessar a frica ligar Angola e Moambique, averiguar qual o melhor caminho comercial e acima de tudo vo dar um valioso contributo para o preenchimento do mapa da frica digno de ser apreciado e admirado pelos cientistas e Sociedades de Geografia europeias. Seria a travessia digna da tradio nacional e da posio que Portugal desejava ocupar juntos das outras potncias coloniais europeias82.

Se lo scopo di Capelo e Ivens questo, quello di Rosa Mendes comprensibile solo alla luce di uno studio che dal meccanismo metatestuale ci conduca a comprendere le reali ragioni di questa esplorazione contemporanea.
82

Madeira Santos, Emlia, Capelo e Ivens, um fecho Europeu para uma tradio Nacional, Conferenza tenuta nellAcademia da marinha, 22 Maggio 1985,

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Sono due in particolare i punti del testo in cui lautore palesa lo scopo del suo viaggio, o meglio sarebbe dire il non scopo strettamente letterario:
Em Junho de 1997 aterrei em Luanda com a inteno de atingir Quelimane por terra. A razo para tal projecto era a mais nobre de todas, ou seja, nenhuma em especial83.

E pi tardi, raccontando di un interrogatorio con un amministratore che indagava sul suo viaggio:
Estou a caminho da Jamba. No peo mais nada. S quero chegar Zmbia. Hame dukomb dikassi logopita ondjira. Peo direito de passagem. Como na Idade Mdia na Europa, veja l! (...) Vou l porque a viagem de Capelo passou no Shaba84.

Eppure proprio in questa apparente mancanza di obbiettivi del viaggio si insita la realt dello scopo metatestuale: rileggere i racconti colonialisti, ribaltando la prospettiva attraverso la chiave di lettura postcolonialista, e mettendo a paragone le realt esplorate a fine XIX secolo con quelle viste a fine XX. Questa operazione avviene in maniera estremamente originale e attraverso lo stile narrativo giornalistico che si coniuga al meglio con il topos gi descritto dello sguardo di Ulisse. Per rendere bene il confronto Rosa Mendes utilizza tutta una serie di elementi che, per chi conosce il modello originale, sembrano, pi che una allusione, un vero e proprio tentativo di dialogo o di confronto. Tre elementi su tutti rendono al meglio lidea di quanto detto finora: le differenze nel modo di vivere lesperienza e limpatto con la natura, la concezione delle mappe e infine il confronto tra nozioni antropologiche nelle diverse coniugazioni e gli incontri tra i sovrani del XIX e i loro successori del XX secolo. In merito al primo punto ci che pi rilevante comprendere come nel passaggio tra le due epoche le somiglianze narrate da Rosa Mendes sembrano stridere per molti versi e laccostamento pre-coloniale a quello post-coloniale (in
83 84

Rosa Mendes P., Op.cit. , pg. 13 Rosa Mendes P., Op.cit. , pp.105-106

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senso strettamente cronologico) creano un parallelo in qualche modo imbarazzante che si risolve in un aggiornamento di funzioni e in un cambiamento della natura tali da potere trovare facili comparazioni dirette. Scrivono Capelo e Ivens:
A via lctea, como um imenso gs transparente, traava na abbada, uma sinuosidade gigante. As constelaes do sul, caminhando lentas, espargiam sobre a terra uma luz fraca.(...) Estas terras solitrias e abandonadas, onde nem um s rudo acusava a existncia dos nossos semelhantes, ou uma nica marca indicava a possibilidade de salvao, impressionavam-nos por maneira tal que o mato nos parecia um vasto cemitrio. 85

Scrive invece Rosa Mendes:

No existe horizonte, nem relevo, tempo ou direco. Tudo se resume a dois caixilhos de vidro no pra-brisas. Avanamos sobre uma tribo de fantasmas que se acendem no jacto dos faris. Voltam ao escuro quando os atropelamos sob o barulho ensurdecedor do motor. Arbustos, coelhos, rostos, morcegos, ladainhas de embalar, um zoo de recordaes.(...)Continuei quase sozinho dentro desta gaiola, esta caixa negra, aberta para o firmamento, para o preto menos preto. No havia luar mas tambm no havia nuvens. Uma toupeira que despontasse da terra num planetrio teria uma viso destas86.

Nonostante la differenza di mezzi e di tecnologie a disposizione lesperienza del viaggio tra XIX e XX secolo in Angola non sembra cambiata, e gli stenti portano a simili conclusioni i viaggiatori. La differenza che se in Capelo e Ivens sembra prevalere una sorta di speranza e di fiducia tipicamente riconducibile al binomio di valori delluomo civilizzato e cristiano che emerge dagli stenti vissuti facendo delle vicissitudini una esperienza iniziatica, aggiornando sostanzialmente il vecchio topos del viaggio di peregrinazione, in Rosa Mendes questo sentimento
85

Capelo Hermenegildo e Ivens Roberto, De Angola Contracosta, tratto da http://www.archive.org/stream/deangolacontrac01ivengoog#page/n3/mode/1up , pp. 165,183 86 Rosa Mendes P., Op.cit. , pp. 21, 148

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religioso scompare e le descrizioni sono effettuate alla luce di una visione estremamente cinica e disillusa. Questa resa al meglio dallo stile giornalistico che ha un ruolo fondamentale nel parafrasare lo stile diaristico degli esploratori ottocenteschi, rimodellandolo sulle proprie esigenze. Un discorso simile va fatto per il ruolo che giocano le mappe nei due viaggi e nellevidenziare come si arrivi allo scopo intrinseco dellautore attraverso le differenze che si notano partendo da una somiglianza di fondo. La distinzione lampante qui denotata dal diverso significato delle linee che tracciavano i percorsi degli esploratori nellepoca coloniale e linee che contrassegnano i campi minati, che teoricamente sostituiscono la vegetazione del sertanejo di fine XIX secolo, aggiornano la nozione di natura selvaggia. Ci che nellottocento era spartito tra mire colonialiste, ora spartito tra gli attori principali della guerra e del processo di pace. Scrive Rosa Mendes:
O mapa um lajeado, de cartas militares coladas umas s outras, estava infestado de alfinetes vermelhos, espetados. Havia tambm rectngulos da mesma cor desenhados. E bandeirinhas azuis quase todas em redor de Menongue e ao longo de umas das margens do rio Cuebe, alguns centmetros a sudeste. Os vermelhos so campos de minas. No esto c todos, h muito mais. Estes so os que ns identificamos87.

Lultimo punto di comparazione avviene sulle descrizioni di tipo antropologico della donna che se in De Angola Contracosta ha una funzione prettamente scientifica o presunta tale, in Baa dos Tigres, dove questa avviene per bocca di un personaggio angolano, assume una declinazione decisamente pi grottesca, che quasi sembra alludere alla funzione parodistica della citazione postmodernista. Scrivono Capelo e Ivens:
As mulheres so pouco favorecidas physicamente, ainda que algumas podem mesmo considerar-se galantes; enfeitam os cabelos com grossos bagos de missanga, sulcam as fontes com
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Rosa Mendes P., Op.cit. , pp.19,20

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traos verticais feitos faca, furam as orelhas, aguam os dois incisivos mdios superiores ( o que tambm usado pelos homens) traam por vezes grandes ornatos pelo corpo e trazem sempre os filhos s costas, habito tanto do seu gosto, que quando os no tem, colocam em seu lugar um toro de madeira, e adornam a parte superior com fios de missanga, para imitarem assim a cabea de uma crena. As da Garanganja tm vivacidade e independncia, e, ao contrrio do que se v por outros sertes, minam inteiramente os esposos, trazendo-os e levantando-os para onde lhes apraz. Uma vimos ns, em Bunqueia, que, surpreendido em flagrante infidelidade o esposo libertino, se entretinha a administrar-lhe de vara na mo o devido correctivo, o qual se prolongou a ponto de termos de enviar algum solicitando da herona limite exagerada flagelao88.

Gli fa eco Rosa Mendes attraverso le inclinazioni erotiche del personaggio chiamato Norton:
A mulher luena a mais sensual porque, nmero um, circuncida o cltoris e porque pratica o requebro das ancas. A cintura rebola, parece que est sempre em cima de rolamentos. tambm a mais sensual porque aprende a sorver, sorve como se tivesse gindungo na boca: fff-aaaah, fff-aaaah, fff-aaaah... A luena a mulher mais meiga, para mim que provei todas as tribos de Angola todas, todas, todas, posso gabar-me disso. (...)As melhores no as mais sensuais, frisa Norton, as que tm um grande volume vaginal, so as mulheres cuanhama e mumula. Superficialmente, tm a vagina larga e profuso capilar, um tringulo da morte. As locais, acrescenta Norton, tm uma vagina pequena, com pouco pintelho. Mas Norton no escravo das suas preferncias. Cada cama uma raa. Gosta das brancas quando vai Europa e em Portugal aprecia especialmente as minhotas, pela brancura da pele. 89.

Interessanti inoltre sono le descrizioni comparate dellincontro degli esploratori con il re Muchire e di Rosa Mendes con lamministratore di Cuangar. Scrive Emlia Madeira Santos:

88 89

Capelo H. e Ivens R., op.cit., pg. 73 Rosa Mendes P., Op.cit. , pg. 215

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Depois de trs dias, Ivens foi recebido. Muchire era o smbolo do poder africano, ainda livree m relao ao europeu, mas j rodeado pela teia que o comrcio de longa distncia tecera por todo o interior de frica. (...) Inquiriu os fins do explorador e insistiu sobre o itinerrio da expedio. Os exploradores pretendiam cortar o Luampula, origem do Alto Zaire, a fazer uma visita completa ao lago Moero. Muchire tinha inimigos a leste: o Cazembe estava j ento dominado pelos rabes e Sualis da costa oriental. No era sua inteno abrir caminho aos brancos de Muenputo em direco aos seus inimigos90.

A questa narrazione fa eco quella di Rosa Mendes nel gi citato interrogatorio nel quale viene citato esplicitamente che la ragione di un tragitto tanto pericoloso ed insolito per le persone del luogo quello di ripercorrere i passi di Capelo e Ivens91. Queste descrizioni sono simili nella denotazione, ma essenzialmente differenti nella connotazione, infatti ci che esse implicano un ribaltamento frequente della prospettiva narrativa. Afferma Alberto Carvalho che in Capelo e Ivens si intreccia una rete di paradigmi opposti che contrappongono topici relativi alla visione oggettiva della narrazione e topici relativi a quella soggettiva ossia Valori Ideologici dellepoca/ Viaggio di esperienza iniziatica, Etica della scienza/Estetica e morale della relazione92. Questa opposizione paradigmatica in Rosa Mendes scompare, per permettere allautore di costruire il proprio sottotesto su altre tematiche. Concretamente sono molti infatti i punti di raccordo tra i due testi, compresi i momenti di sconforto, le descrizioni della penuria di cibo e degli elementi che portano il viaggio a diventare una esperienza iniziatica, ma ci che avviene con consapevole regia dello scrittore portoghese luso dellartificio tecnico del metatesto per spogliare loriginale del suo contesto e immergerlo in uno nuovo che gli permetta di ottenere il suo reale scopo. La funzione diaristica effettuata da Capelo e Ivens accosta lIo allaltro attraverso lesperienza iniziatica, ma mantiene sempre un fondamento etnocentrico e una
90 91

Madeira Santos, Emlia, op. Cit., pg. 18 Vedi nota 9 92 Carvalho, Alberto, tica e cincia do olhar na Viagem de Capelo e Ivens , in O olhar do viajante, dos navegadores aos exploradores, Almedina, 2003, Coimbra, pg. 159

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riconduzione di base ai propri valori. Questo etnocentrismo annulla il dato di questa esperienza e la trasforma in un semplice meccanismo narrativo, che permette di trasformare la forma diaristico-scientifica in una propriamente letteraria che si spoglia del semplice contesto del resoconto di esplorazione per intraprendere la strada narrativa strictu sensu. In Rosa Mendes il passaggio dallIo allAltro ha un significato diverso. In pieno parallelo con quello che il topos dellidentit postmodernista lIo gi altro, ma essere altro in un simile contesto porta ad esiti imprevisti che finisce per sancire lincontro con una differente nozione di alterit, quella postcolonialista, che viene affermata attraverso luso ossimorico delle sue caratteristiche ed un ribaltamento della prospettiva tra colonizzatore e colonizzato. Il viaggiatore Rosa Mendes come luomo postmodernista viene proiettato in una dimensione del tempo che lo isola dal tempo e che distrugge i suoi solidi quali famiglia, amici ed oggetti, e lo pone in isolamento che fa di lui un altro, per usare le sue parole:
A amnsia como todos os nomes, os mais valiosos o primeiro. Os gestos com que sobrevivo substituram entes e afectos. Mulher, famlia, amor, objectos, vozes, amigos, projectos, desejo, fria, locais, ideias; uma gravidez em Lisboa e um ecografia a perder nitidez. Tudo se afasta: o resto da minha vida existe no tempo e eu deixei de pertencer a ele. No egosmo. uma cpsula93.

Perci laltro a queste latitudini non pu che cercare di rispecchiarsi nella tematica coloniale e postcoloniale, cosa che in Baa dos Tigres avviene attraverso limmedesimazione dello scrittore prima nei personaggi narrati, visti attraverso la narrazione ora in prima ora in terza persona, e poi nella coscienza della discriminazione colonialista. Tale immedesimazione proietta il problema dellidentit in una realt dove No fcil curar o passado quando nem o presente est resolvido94. Il ribaltamento dellIo nellaltro postcolonialista porta ad una riflessione profonda sulla civilizzazione, che finisce per mostrare
93 94

Rosa Mendes P., Op.cit. , pg 53 Rosa Mendes P., Op.cit. , pg. 352

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paradossalmente la civilt occidentale come barbarico in confronto ai nativi africani. Tale operazione emblematica nellincontro col re Mwata, dove lautore durante la visita al palazzo reale che lo pone di fronte ad una serie di norme (i tab di Mwata)riflette attraverso affermazioni del genere Explorador passou demasiado tempo na selva e ainda no aprendeu a estar entre humanos o O filme termina com uma derradeira prova de que o Explorador oriundo de um reino de brbaros95 . Queste evidenziano lincivilt dellesploratore che ribalta la prospettiva dei testi del XIX secolo in merito alla civilizzazione trasformando questo re africano nel rappresentante della civilizzazione e la figura dellesploratore in quella opposta, riprendendo cos Capelo e Ivens e il loro gi citato incontro con Muchiri ribaltandone i ruoli. In Rosa Mendes in conclusione ci a cui si assiste la riscrittura che attraverso la rilettura connotativa attuata tramite lo stratagemma metatestuale usa il topos dellidentit postmoderna per proiettare il topos ben pi drammatico dellidentit postcoloniale, lincontro tra lio e laltro non pi possibile alla luce di canoni etnocentrici e in un viaggio in Africa a contatto con realt drammatiche si fa presto a divenire altro perdendo il proprio io, laltro africano per affronta una serie di tematiche a sua volta che vanno dal colonialismo ai danni da ci apportati e proprio questo il connotante del metatesto di Baa dos Tigres. Spogliato delle certezze e della fede degli esploratori ottocenteschi, ci che resta sono solo campi minati, volti che non restano impressi sulle fotografie perch immersi nel buio della notte e un filo sottilissimo tra vita e morte.

95

Rosa Mendes P., Op.cit. , pp. 247,248

81

La mappa dellAfrica centrale nel 1997 (tratta da Baa dos Tigres)

82

La mappa dellAfrica centrale nel 1884 (tratta da Capelo e Ivens, um fecho Europeu para uma tradio Nacional)

2.3 Angola: tre esempi per una storia africana.

La situazione attuale dellAngola complessa e per certi versi ancora difficile da decifrare. Le guerre intestine che ne hanno condizionato la stabilit politica e sconvolgono la vita quotidiana della popolazione sono il risultato di una spaccatura derivante da un processo storico che ha radici profonde e che evidenzia senza possibilit di attenuanti responsabilit immense dellimpatto delle politiche coloniali. Queste tra 1483 (anno dellarrivo di Diogo Co in Angola) e 1974 anno della fine della dittatura salazarista perpetrata da Marcelo Caetano, hanno sconvolto la vita del paese condizionandone lo sviluppo, depredandone le risorse (anche umane considerando il grande peso che ebbe lo schiavismo sulla popolazione angolana che si vide decimata) e portando ad una pericolosa stratificazione sociale che una delle basi dellodio razziale intestino. La storia dellAngola in tal senso emblematica per diverse ragioni. Volendo dare un senso ad una cronologia storica che un punto di partenza fondamentale per comprendere quanto la colonizzazione e la politica spietata della societ cosiddetta civilizzata abbia avuto sullAfrica, interessante soffermarsi su tre momenti storici che evidenziano profondamente le responsabilit dellEuropa in generale e del Portogallo sulla questione angolana e da quale spirito siano stati

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animati determinati avvenimenti che hanno marchiato indelebilmente la storia di questo paese. In questa analisi mi propongo nello specifico di analizzare in primo luogo le ragioni delloccupazione olandese tra il 1641 e il 1648, che esemplificativa del disprezzo delle politiche europee per lAfrica vista solo sulla base di un interesse meramente relazionato agli equilibri delle grandi potenze, mi soffermer in seguito sul passaggio, per permettere la procrastinazione di un sistema economico redditizio, da schiavismo a lavoro coatto attuato dai portoghesi dopo labolizione ufficiale della tratta degli schiavi nel 1838, e infine la strategia dellassimilazione di inizio XX secolo, che port alle tensioni intestine tra la popolazione angolana e alle ripercussioni che tuttora sono vive nei conflitti che sconvolgono il paese.

2.3.1 La questione olandese: la grande illusione di Njinga


Gli equilibri europei nel XVII secolo erano per lo pi concentrati sul rapporto tra Spagna e resto dEuropa. Carlo V era riuscito, attraverso una serie di manovre e approfittando di diritti ereditari, a riunire sotto la sua corona alcuni tra i principali paesi europei, trovandosi cos a capo dellimpero pi grande del mondo i cui possedimenti andavano ben oltre i confini europei, potendo contare infatti sui possedimenti in America e le colonie acquisite in Africa. Questa utopia per si scontr ben presto con la impossibilit di conciliare territori con forti identit culturali sotto una unica corona e con le pressioni delle altre potenze europee tra cui la Francia e lInghilterra che usufruendo anche del malcontento per la durissima repressione delle resistenze in paesi come Italia, Paesi Bassi e Germania, erano riuscite ad esautorare il re che, stremato, si ritir nel 1555, portando ad uno sdoppiamento della casata degli Asburgo in due rami: quello di Spagna e quello dAustria. La svolta si ebbe nel 1588 quando la sconfitta dellInvencible armada contro lInghilterra permise a paesi come la stessa Inghilterra e la Francia, di mantenere e fortificare il proprio dominio

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politico e a nazioni come i Paesi Bassi di sottrarsi in maniera quasi definitiva dal giogo della corona di Madrid (che ne riconoscer lindipendenza ufficialmente solo nel 1648 con la pace di Westfalia), dopo la secessione del 1568 delle sette province del nord che nel 1579 avevano fondato lUnione di Utrecht e la fondazione della Repubblica delle Sette Province Unite nel 1581. Il pericolo di una tirannia pan-ispanica era in buona sostanza scampato. I rapporti tra Olanda e Portogallo avevano subito una rottura dopo il 1580 quando gli interessi coloniali dei portoghesi riconducibili alla corona spagnola, erano entrati nellambito della politica delle potenze avverse alla Spagna. Nellambito di questi contenziosi sono da inquadrare una serie di incursioni delle altre potenze europee in Brasile96, in Africa97 e in Asia. In questo contesto lAngola, pur non rientrando tra le mire espansionistiche principali degli olandesi, entr nelle logiche della conquista del Pernambuco. Infatti i destini della nazione africana erano strettamente legati a quelli brasiliani nellambito del mercato degli schiavi indispensabili per il lavoro nella colonia. Secondo lo storico C.R. Boxer98, gli schiavi africani erano preferiti agli indio perch si adattavano pi facilmente alla schiavit, per la loro maggior resistenza alla fatica, e anche perch i gesuiti nel Nuovo Mondo si opponevano alluso degli indio come schiavi. Alla luce di ci, considerando che Luanda era il centro portoghese per la tratta degli schiavi, facile comprendere come la conquista di una nazione non importante dal punto di vista del peso politico, ma estremamente preziosa dal punto di vista strategico ed economico, divenne per gli olandesi una esigenza sia nellambito della rappresaglia contro il governo spagnolo, che in buona sostanza ancora controllava ancora il regno portoghese (che pur avendo ottenuto de facto la sua indipendenza nel 1640 si liber dal giogo della corona
96

Da ricordare sono tra gli altri lassalto francese nel 1583 alle capitanie di Paraiba e Itamaraca, i tentativi di conquista della citt di Santos e il saccheggio della citt di So Salvador per mano degli inglesi intorno al 1591 e le spedizioni olandesi nel 1598 e 1599 contro alcuni porti brasiliani, in particolare Baa, e la conquista di Pernambuco nel 1630 per mano di Hendrik Cornelizoon Loncq. 97 Tra gli altri il saccheggio della citt di Ribeira grande nel 1582 per mano inglese, insediamento olandese nel 1614 nellisola di Bezenguiche, saccheggio di So Tom nel 1599 sempre per mano olandese 98 Boxer C.R. citato da Basil Davidson in LAngola nellocchio del ciclone, Einaudi, Torino, 1975, pg. 115

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spagnola solo al termine della guerra di indipendenza nel 1668) e le sue colonie, sia per i propri interessi economici. La presa di Luanda e Benguela da parte degli olandesi non avrebbe tanto interesse nelle logiche della ricostruzione della storia angolana se non si intrecciasse con le vicende della guerra dei cento anni tra portoghesi e regno del Congo e con i destini del regno Ndongo. Quella dellinvasione degli olandesi la storia della grande illusione che due sovrani avevano coltivato per poi essere riportati bruscamente alla realt dal pragmatismo europeo: il re Garcia II del Congo e la regina Njinga sovrana del regno Ndongo,una figura di grande importanza nella storia dellAngola che poi fu ripresa come modello anche in seguito durante le varie guerre per lindipendenza. I rapporti conflittuali che i portoghesi avevano intrattenuto sia con il regno degli Ndongo nella parte centro-settentrionale dellAngola, sia con il Congo, che pur aveva aiutato, prima dellalleanza dei portoghesi con il popolo razziatore degli Imbangala, pi volte i lusitani nelle varie campagne contro gli Ndongo, avevano portato questi due regni a confidare nellaiuto degli olandesi che, al loro arrivo in Angola furono visti di buon grado, come possibili alleati nella cacciata dei portoghesi. La prima citt a cadere nelle mani degli Olandesi fu Luanda, un evento in un certo senso gi nellaria, sia come conseguenza della gi citata presa del Pernambuco in Brasile sia per lesiguit delle forze portoghesi da contrapporre allarmata olandese. Come sostiene Ralph Delgado nella sua Histria de Angola:
A tomada de Luanda, pelos Holandeses, era aguardada em Angola e na Metrpole, desde 1936, como sequncia lgica da conquista do Brasil; e para a evitar, as magras possibilidades locais dirigidas pelos tcnicos, apresentaram, no momento da triste calamidade, algumas fortificaes de pequeno valor militar (). No momento crtico, quando o bronze da desfortuna enuncio o facto esperado, as pequenas fortalezas foram comprometidas pela denncia de um espanhol; e os efectivos militares europeus, reduzidos insignificncia pela mortandade e pela economia forada do Conselho de Fazenda metropolitano, mau grado as splicas constantes dos governadores gerais, consentiram apenas, numa dbil e curta tentativa sustentatria do

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desembarque inimigo, logo interrompida pela inferioridade numrica e pelo pnico99.

La perdita di Luanda fu seguita da quella di Benguela, che spinse i portoghesi ad una ritirata verso Massangano. Lillusione per della regina Njinga e del re Garcia II fu bruscamente interrotta nel giro di otto anni. Gli Olandesi, che intanto avevano proseguito nella loro conquista dellAngola, avevano compreso ben presto che le semplici Luanda e Benguela non avrebbero potuto permettere una ottimizzazione del profitto sui traffici di schiavi e di merci nello stato e si erano spinti oltre tentando, con lappoggio degli alleati africani una cacciata definitiva dei portoghesi. La speranza di Njinga era di vedere finalmente riconosciuti i propri interessi, ignorando ingenuamente le motivazioni degli olandesi che dopo aver riportato una vittoria importante nel 1647 nella battaglia di Kombi, ottennero una serie di sconfitte da parte dei portoghesi rinforzati dallarrivo di un contingente militare dal Brasile, che pose fine a questo breve interregno e sferr un duro colpo alle mire indipendentiste degli Ndongo di Njinga. Gli Olandesi, alleato sul quale si fondava una utopia di alleanza contro i portoghesi con laiuto di potenze europee, che avevano retto solo otto anni e si erano installati prettamente per interessi economici, lasciarono la resistenza africana gi indebolita da quasi cento anni di guerre, al suo destino. Per dirla con le parole di Basil Davidson:
Gli Olandesi per un certo tempo offrirono la speranza di unalleanza europea contro i portoghesi; ma dopo sette anni se ne erano di nuovo andati e le guerre ripresero con nuove incursioni portoghesi. Come sistema organizzato, il regno Ndongo aveva praticamente cessato di esistere Il regno di Angola (Ndongo) molto esteso riferiva al papa nel 1640 il vescovo portoghese del Congo e dellAngola. Un tempo era ricco. Ora completamente distrutto. La via era aperta perch il sistema estrattivo portoghese, impetuoso e funesto quanto ostinato, dal litorale si addentrasse nellinterno e coinvolgesse il Ndongo come gi aveva fatto con il Congo100.

99

100

Delgado Ralph, Histria de Angola, Lisbona, Banco de Angola, 1901 pg. 221. Davidson, Basil, op.cit., pg. 90

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2.3.2 Il perpetrarsi dello schiavismo

Una delle pagine pi esemplificative dello sfruttamento privo di scrupoli delle risorse, naturali e umane, in Angola da parte dei Portoghesi senza ombra di dubbio la serie di avvenimenti che si verificarono in seguito al 1838 e che videro i colonizzatori lusitani perpetrare la politica dello schiavismo nonostante labolizione giuridica di questa pratica. La schiavit fino al 1838 era costata circa 4 milioni di persone al popolo angolano, ma nonostante il primo divieto della tratta degli schiavi negli anni trenta del XIX secolo fu solo un tentativo, in quanto la resistenza dei colonizzatori non permise di portare a termine gli obiettivi. Risultati pi efficaci si ottennero quando nella situazione si inserirono gli inglesi che ponendo pressioni sul governo liberale di Lisbona ottennero con il trattato del 1858 che la schiavit, nellarco di venti anni, ponendo quindi come termine ultimo il 1878, scomparisse trasformandosi in lavoro libero. Ecco come spiega tali logiche Isabel Castro Henriques :
Os portugueses eram considerados, em geral, como os negreiros absolutos, mas a verdade que a sua intelligentsia soube aderir, assaz rapidamente aos princpios da liquidao do trfico negreiro e da escravatura. A liquidao do antigo regime e a reduo do peso miguelista no aparelho de Estado permitiram que as ideias liberais, aprendidas normalmente no exlio em Frana e na Gr-Bretanha, pudessem ser transformadas em decises legais. verdade que, na estratgia do marqus de S da Bandeira, a figura mais notvel desta mutao, contava muito a necessidade de evitar todo qualquer conflito com a GrBretanha101.

Le reazioni in loco chiaramente furono le stesse del 1838 e in fondo le contraddittorie spinte che agivano sul governo di Lisbona da parte della Gran
101

Castro Henriques, Isabel, Percursos da modernidade em Angola, Dinmicas comerciais e transformaes sociais no sculo XIX, Instituto de investigao cientfica tropical e instituto da cooperao portuguesa, Lisboa 1997, pg.130

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Bretagna e della nascente borghesia lusitana si produssero in una serie di decreti che, se da un lato sancivano pro forma tappe sulla via della liberazione degli schiavi, dallaltra perpetravano ancora gli interessi oltremare della classe abbiente portoghese che guardava ai suoi interessi. Cos tra il 1869 e il 1875, nel cosiddetto ventennio di grazia102, si ebbero decreti come quello del 1875 che stabiliva che gli schiavi dopo la liberazione lavorassero ancora due anni per i loro vecchi padroni, prima di potere vendere liberamente il proprio lavoro. E in seguito alla legge del 1875, che cancellava lo status di liberto (schiavo liberato), fu promulgata una clausola allapparenza di non grande rilievo, ma che avrebbe avuto un ruolo fondamentale in seguito al 1878: quella del vagabondaggio. Nel 1878, allo scadere dei venti anni previsti per il processo di liberazione, fu proclamata ufficialmente la fine della schiavit attraverso un regolamento che sanciva limpossibilit di costringere qualsiasi uomo a firmare un contratto di lavoro, eccezion fatta per i vagabondi riconosciuti come tali, in accordo con la legge del 1875. Nella sostanza le cose per non cambiarono. Gi dal 1838 la carente legislazione in materia di prevenzione del perpetrarsi dello schiavismo, che tuttavia in alcuni casi aveva portato anche a sanzioni, come la confisca di alcune navi dei colonizzatori portoghesi da parte della Royal Navy inglese, aveva creato uno sdoppiamento che nella forma sembrava conciliarsi perfettamente con i nuovi ideali, ma nella sostanza ben si conciliava con gli interessi coloniali europei: quella tra commercio lecito e illecito. La differenza che separa queste due definizioni ben si concilia con lo spirito che motivava le dinamiche commerciali e gli interessi economici nella sostanza. Come sostiene Isabel Castro Henriques:
() As distines entre os diferentes tipos de comrcio, praticados nesta regio de frica, so perfeitamente fantasistas, dado que, at aos primeiro anos do sculo XX, a escravatura continua a alimentar os fluxos comerciais a reforar a boa conscincia das sociedades que no hesitaram em reduzir,

102

Cos lo definisce Basil in LAngola nellocchio del ciclone, op.cit.

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durante um sculo o Outro africano condio de simples mercadoria103.

Se questa definizione aveva interessato praticamente i traffici di tutta europa, nello specifico in Angola limpiego della manodopera rimase immutata, cambiando solo nella forma esteriore: invece di acquistare gli schiavi i colonizzatori o li appaltavano da capi che volevano o potevano vendere i prigionieri o altre loro vittime e che per liberarsi dalla coercizione dei bianchi spesso versavano un riscatto, oppure si rivolgevano ai funzionari amministrativi che sequestravano i vagabondi riconosciuti e li consegnavano secondo i termini del regolamento. Inutile dire che tale sistema apriva senza ombra di dubbio la porta alla corruzione di tali funzionari che basavano sulla vendita di persone il cui status di vagabondo era tutto da dimostrare, le speranze di un avanzamento e di aumentare un magro salario. Per usare le parole di Ren Pellissier:
Este texto era uma concha vazia: a posse de um escravo era substituda por um contrato de trabalho que a parte africana no podia recusar. O trabalhador passava, pois, a ser uma mquina de produo por cujo estado de funcionamento o senhor no tinha de zelar, visto que podia ser substituda mediante pedido s autoridades. A abolio de 1878 pode, portanto ser considerada como um exemplo de medida generosa no papel mas que, na prtica, se traduzia pela acentuao dos males que pretendia fazer desaparecer. A Angola portuguesa, que, tudo somado, no contaria, no final do perodo, mais de 90 000 libertos, ia passar a ser, gradualmente, um territrio onde, quaisquer que fosse mas argcias jurdicas, todo o Africano considerado como gentio corria o risco de ser capturado para executar trabalho no voluntrio104.

La storia di ci che accadde in Angola a seguito al 1878 un po la storia dellAfrica e esemplifica al meglio lo scopo di illustrare questo determinato lasso storico per entrare nelle logiche della storia contemporanea dellex colonia portoghese.
103 104

Castro Henriques I., Percursos op.cit. , pg 128 Pelissier Ren, Histria das campanhas de Angola : resistncia e revoltas (1845-1941), Lisbona, Estampa, 1986 pg. 89

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Gli anni a cavallo tra la fine del XIX secolo e linizio del XX, furono caratterizzate dal punto di vista dello schiavismo, da condizioni sempre pi disumane con un sistema basato sullo sfruttamento che si era vertiginosamente allargato, merito anche dei cambiamenti della classe sociale portoghese che finalmente presentava una evoluzione nelle politiche economiche che si liberavano dal peso stagnante della aristocrazia, del latifondo e di un mercantilismo arretrato. Questi cambiamenti e il conseguente benessere che comportarono, per, allo stesso tempo per alcuni furono un altro colpo fatale per i popoli gi sfruttati e beffati da leggi solo sulla carta applicate. Ci, infatti, che permise il colpevole arricchimento capitalista dei colonizzatori sulla base dellimpoverimento sistematico del popolo angolano, fu una serie di politiche scellerate, come visto in precedenza e, capitolo nuovo, la mistificazione, la censura e la destituzione di tutti gli oppositori, fossero essi semplici giornalisti o governatori portoghesi con idee sinceramente liberali. Furono molti i giornalisti o i diplomatici che viaggiando in Angola si resero conto delle condizioni terribili di quel popolo e dello sfruttamento spietato che veniva effettuato ai loro danni da parte dei colonizzatori. Le descrizioni rendevano al meglio lidea del totale diniego della dignit umana e del valore della vita degli indigeni sotto il giogo portoghese, una delle voci pi rappresentative in tal senso fu il giornalista Henry Nevinson che effettu un viaggio in Angola nel 1904 per conto dellHarper Monthly . Visitando la zona pi occidentale del Moxico, segu il percorso che di solito effettuavano gli schiavi catturati nella parte orientale del paese che li portava al litorale atlantico. Tra le varie descrizioni significativa era quella nella quale si descriveva il piccolo sentiero del Moxico che abbondava di ossa umane di schiavi105. Quella di Nevinson non era per lunica voce che rompeva, sempre in maniera non ufficiale, il silenzio o contraddiceva le verit mistificate del governo portoghese. Ben ampio lelenco delle voci di intellettuali, ma anche di

105

Quel sentiero cosparso di ossa di morti. Davanti ai propri piedi si vede il femore e da un lato, nel sottobosco, c il cranio. Sono gli scheletri di schiavi che non hanno potuto proseguire la marcia. E quindi sono stati uccisi o lasciati l a morire in B. Davidson, LAngola nellocchio del ciclone, op.cit. pg.124

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esponenti del governo portoghese che andavano controcorrente e si esponevano in prima persona in un sistema poco propenso ad accettare le voci fuori dal coro. Come sostiene Basil Davidson:
Le fonti ufficiali includono in questo periodo le testimonianze vibranti dei giornalisti e pensatori politici angolani che divennero i precursori del movimento nazionale di mezzo secolo dopo. Nevinson riprese alcune di queste voci e diede loro credito. Di quando in quando a Loanda esce un giornale(a defeza de Angola) in cui viene smascherato lintero sistema e sempre con grande coraggio. Ma non era solo lopinione pubblica ufficiosa, che fosse dei portoghesi liberali o degli africani istruiti, a rendersi conto che il sistema doveva eliminare ogni speranza di realizzare qualsiasi tipo di missione civilizzatrice. Gli anni del silenzio sotto Salazar hanno mandato cos a fondo il ricordo di questi protestatari sommersi dalle ondate della repressione autoritaria da far sembrare quasi che il Portogallo ufficiale non abbia mai prodotto una sola voce di dissenso. In realt furono molte, come lo sono oggi; ma allora alcune si trovavano alapice del potere amministrativo106.

Se per i giornalisti la pena era semplicemente la smentita e in molti casi la messa in discussione, da parte del governo di Lisbona, della credibilit e della reputazione ( ma ci nonostante uno degli effetti di queste voci fuori dal coro fu il boicottaggio del cacao che proveniva da So Tom da parte delle societ inglesi produttrici di cioccolato), ben pi rischiosa era la posizione di chi, dallinterno del governo vi si opponeva. La maggior parte dei governatori dellAngola si trovavano di fronte ad una verit dicotomica estremamente complessa e difficile da combattere: da un lato una legislazione che era stata costruita sulla carta per salvaguardare gli interessi dei popoli sfruttati e che di facciata ancora agiva in tal senso, dallaltro la dura realt che in concreto era stata creata da tale legislazione e che permetteva lo sfruttamento delle risorse a scapito di coloro che dovevano essere protetti e difendeva coloro contro i quali le leggi dovevano agire. Daltronde gli interessi delle associazioni di commercianti e colonizzatori avevano una influenza notevole sul governo e permettevano di mettere a tacere le voci dissenzienti. Cos una buona parte dei
106

Davidson B., op.cit. pg. 125

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governatori che si succedettero nel primo ventennio del XX secolo in Angola o si dimisero disgustati dalla situazione e dallimpossibilit di potere porre rimedio, o furono destituiti (come nel caso del governatore di Mossamedes nel 1912). Ci che potrebbe sorprendere nello specifico che questo patto dacciaio tra governo sulla carta liberale e interessi coloniali riusc ad avere la meglio anche su figure di grande rilievo come nel caso di Joo de Almeida o quello di Norton de Matos. Quella di Jos Ribeiro Norton De Matos effettivamente una delle storie pi sintomatiche. Se il suo nome fortemente legato al sistema dellassimilazione, di cui si parler in seguito, anche vero che nei suoi due mandati in Angola, il primo nel 1912 e il secondo nel 1921, questa figura di grande carisma aveva concretamente fatto qualcosa per la colonia angolana. Il suo primo mandato, al momento di lasciare nel 1915 per ricoprire a Lisbona il ruolo di ministro delle colonie ed essere dirottato rapidamente al dicastero della guerra, si era prodotto in alcune azioni di un certo rilievo, anche se i suoi risultati erano ben inferiori a quelli propagandati dallo stesso generale e lo schiavismo coatto era una piaga ben lungi dallessere risolta. Il suo ritorno nel 1921 in Angola fu senza ombra di dubbio il caso pi esemplificativo delle logiche che gestivano concretamente la colonia. Il suo mandato dur solo 3 anni e inizi fin da subito con un atto di guerra alle lobby colonialiste: il decreto n.40 del 1921, nel quale si stabiliva che nessuna legge pu permettere il lavoro coatto (trabalho compelido) a vantaggio dei datori di lavoro privati (particulares). Una vera e propria doccia fredda per i coloni che entrarono subito in agitazione. Si susseguirono una serie di libelli contro il lavoro di Norton de Matos denigrato e messo in discussione in comparazione ai risultati ottenuti dal suo collega Brito Camacho, alto commissario del Mozambico. La sua destituzione nel 1924 fu una logica conseguenza dellopposizione alle lobby che dettavano legge in Angola. Lo stesso Norton de Matos criticher duramente le logiche che condizionavano la vita e la legislazione dellAngola durante queste due esperienze. Ecco come conclude il suo saggio A provncia de Angola nel 1927:

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() Quando poucos dias depois de ter dado pblico conhecimento da sua resoluo de no continuar a governar Angola, viu, com a mais dolorosa das surpresa, para onde se caminhava, julgou do seu dever oferecer-se para voltar a retomar o seu posto com a demora necessria para fazer discutir e votar no Conselho Legislativo o Oramento de 1924-1925 e para ministrar o adequado e fcil remdio s dificuldades financeiras que a mais criminosa das cabalas estava avolumando e explorando. No foi aceite o seu oferecimento107

2.3.3 Lo statuto dellassimilado: la distruzione dellidentit angolana.

La situazione dellAngola allinizio del XX secolo era quella che sostanzialmente aveva contraddistinto tutto liter storico dal 1483. Il giogo portoghese con alterne vicende aveva imposto gravi privazioni e continuato nello sfruttamento delle risorse e nella dura repressione delle rivolte. Dal canto loro gli angolani continuavano a cullare il sogno della libert. Lintensificarsi della politica coloniale portoghese con la fondazione della Societ Geografica di Lisbona nel 1875 e gli effetti della conferenza di Berlino nel 1884, che in seno alla spartizione dellAfrica assegnava lAngola al Portogallo, avevano portato ad un grande sforzo militare che era riuscito in una pacificazione dellinterno dopo 30 anni, nel 1921. Linstabilit politica comunque non era un mistero per il governo portoghese che decise dopo anni di guerre e repressioni di adottare un nuovo tipo di strategia: il sistema dellassimilazione. Ecco come lo descrive il generale Norton Matos, governatore della colonia angolana:
Assimilao no sentido que nos est interessando, a transformao profunda de uma comunidade humana. Para
107

de Matos, Norton, A Provncia de Angola, Porto, Edio Maranus, 1927, pg. 390

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haver a assimilao imprescindvel que essa comunidade se substitua por outra, na quase totalidade, no que respeita aos seus usos e costumes, aos seus hbitos, religio coma as suas crenas e superstio e prticas dela derivadas, sua lngua e, acima de tudo, resultante da vida do passado e presente desse aglomerado de seres humanos, quer dizer da sua mentalidade108.

Gli effetti di una tale politica, come facilmente comprensibile, furono devastanti e crearono allinterno della societ portoghese una serie di spaccature di diverso genere. Andando per ordine limpatto del sistema dellassimilazione cre due tipi di conflitti allinterno della societ angolana i cui effetti sono ancora visibili nei precari equilibri politico-culturali dellAngola: il primo di ordine sociale, il secondo di ordine identitario. Gli assimilados come rappresentanti di una realt sociale odiata sia dagli angolani che dagli stessi portoghesi (i primi per i benefici che questi ottenevano in cambio della negazione della propria identit africana, i secondi perch con lequiparazione del livello sociale degli assimilados a quella dei colonizzatori questi divenivano, in un mercato del lavoro che gi presentava pesanti carenze, dei potenziali rivali) Ecco come la descrive Roberto Bisio:
Negli anni Venti viene creato lo statuto dellassimilado, cio delluomo africano che ha perso completamente le tracce della cultura e della lingua africana, che devono essere sostituite dal portoghese, dal modo di vestire portoghese, dal cibo portoghese. In cambio gli assimilados ricevevano la promessa di privilegi economici e di accesso allistruzione scolastica. Gli effetti principali furono la formazione di una classe, ma anche una lacerazione sociale tra gli africani che si trovavano gli uni contro gli altri. ()Da qui comincia il processo di stratificazione della societ angolana. Stratificazione che ha il suo impatto nellattuale guerra civile. Molti assimilados si sentono legittimi sostituti dei portoghesi, in parte loro antenati o antichi alleati. . Si sentono superiori agli altri neri che costituiscono la massa della popolazione rurale, quella che durante la colonizzazione ha
108

Ilda Simo, Mrio A problemtica da histria de Angola e a Identidade cultural, in Actas do II seminrio internacional sobre a histria de Angola Costruindo o passado angolano: as fontes e a sua interpretao Luanda 4 9 de Agosto de 1997, Commisso nacional para as commemoraes dos descobrimentos portugueses, Luanda, 2000, pg. 239

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avuto meno accesso allistruzione e alle ricchezze lasciate dai portoghesi al tempo dellindipendenza109.

Daltronde quella della diversificazione sociale allinterno della societ una logica che si diffusa spesso nellambito della storia coloniale dellAfrica e ha molte delle responsabilit dei conflitti tra etnie che attualmente devastano la pace e lequilibrio politico del continente. Per quanto riguarda il discorso relativo al tentativo di cancellazione in toto della identit angolana, la questione di ben pi complesso esito storico. Lassimilazione ha comportato gravi danni nella ricognizione della memoria storica e culturale angolana che ancora ha nellambito degli assimilados o dei figli degli assimilados un gran numero di intellettuali di spicco. Quella degli assimilados non fu semplicemente lepopea di una dominazione, ma bens un vero e proprio tentativo di annullamento della diversit basato sullesigenza di distruggere una coscienza nazionale angolana. Come afferma Mrio Ilda Simo nel suo saggio A problemtica da histria de Angola e a identidade cultural:
Desenvolveu-se entre Angolanos a depreciao dos seus prprios valores culturais e das pessoas que se identificam com a cultura genuinamente africana. Como afirma G.Leclerc () O colonialismo no foi apena expanso e dominao econmica, mas tambm dominao cultural e etnocentrista. Os assimilados foram um produto hbrido do colonialismo com os ps em frica e a mente na Europa. A poltica da assimilao dificultou sobremaneira o aparecimento de uma conscincia nacional angolana esclarecida, originando taras ou deformaes nas conscincias angolanas110.

Ricostruire lidentit una necessit per ricostruire la storia dellAngola. In tal senso i danni della politica dellassimilazione sono molto forti e costituiscono un vero e proprio handicap nella valorizzazione e nella interpretazione delle fonti che permettono la costruzione della storia dellAngola111, ma in tal senso ha grande importanza il peso della tradizione orale che oggi come mai ha la possibilit di delineare ci che manca per porre una base su cui ricostruire ci che
109 110

Bisio, Roberto, Angola: una storia tormentata in Afriche n51, 3/2001, pg 4. Ilda Simo M., Op.cit. , pg. 240 111 Ilda Simo M., Op.cit. , pg. 241

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sempre mancato dal XV secolo in Angola, la normalit. Per usare ancora le parole di Ilda Simo:
A tradio oral aparece hoje como um instrumento precioso, indispensvel para a construo da histria angolana, oferecendo assim a possibilidade de restaurar o percurso de seus diferentes povos no espao e no tempo, compreender a partir do interior a viso de mundo africano e detectar os traos originais dos valores que fundamentam as culturas e as instituies negroafricanas.112

112

Ilda Simo M., Op.cit. , pg. 241

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2.4 LAngola tra fine XIX secolo e fine XX: il confronto tra due forme di scramble.

I paralleli cronologici in relazione alle vicende di una nazione, mettendo a confronto una fase iniziale e una finale di un processo, rendono chiara la drammatica realt del deterioramento che determinate politiche e decisioni possono comportare nel tempo. Quando poi lo spaccato narrato da opere letterarie, caratterizzate da uno sguardo attento e minuzioso, ci che appare chiaro che le panoramiche sulle epoche messe a confronto sono impietosi specchi di come gli effetti collaterali del progresso della societ occidentale si concretizzino in una serie innumerevole di scheletri nellarmadio che rappresentano il prezzo dellevoluzione politica e degli errori del passato che pesano ancora su quelle nazioni che hanno pagato ingiustamente il dazio di queste colpe. Questo lato oscuro pi che mai vivo e amaramente visibile in Africa e ci che si offre alla penna di uno scrittore, che vuole rivivere viaggi del passato nel continente nero, solo lamara costatazione della degenerazione del sistema, di un abbandono, sotto molti punti di vista, e di un perpetrato, quanto deprecabile, sfruttamento sotto altri. Baa dos tigres ed il suo referente De Angola a Contracosta non sfuggono a questa premessa. Il viaggio di Pedro Rosa Mendes e quello di Hermenegildo Capelo e Roberto Ivens sono separati da poco pi di un secolo di distanza (1997 il viaggio del giornalista, 1884-1885 la spedizione esplorativa dei due ufficiali di marina), ma ci che si offre allo sguardo del lettore, che ne legge e confronta le descrizioni narrative, la

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desolante constatazione che ci che viene messo a confronto sembra uno scenario pre e post apocalittico, uno spietato affresco della degenerazione del sistema che, in questo caso, ha portato alla distruzione in Angola. Nel capitolo precedente stato approfondito il rapporto che intercorre tra i due testi dal punto di vista strettamente letterario, ma ci che importante mettere a confronto ora, sono le vicende storiche differenti che fanno da sfondo alle due spedizioni. La differenza tra lAngola di Capelo e Ivens e quello di Rosa Mendes comprensibile in maniera completa solo alla luce dei contesti storici in cui i due viaggi si muovono. Le vicende documentate sono in qualche modo legate a filo diretto, tanto per la relazione cronologica, ( il secolo che intercorre tra le due date scandisce probabilmente nella maniera pi rilevante lo sviluppo della tragedia angolana) quanto per laccostamento spontaneo dei due momenti storici che salta spontanea allocchio del lettore, delineando una desolante dicotomia tra le immagini narrative del pre e del post colonialismo. Questo confronto palesa amaramente un jaccuse preciso, che trova rivendicazione nel numero spropositato di morti che il XX secolo ha portato in Angola. Se in Europa tragedie come la shoa, che hanno mostrato come il trionfo momentaneo dell irrazionalit e della follia possano comportare un prezzo altissimo in termini di vite umane, hanno trovato ampio spazio nei libri di storia e nella memoria collettiva, quella dellAfrica una tragedia che, proprio per il suo perpetrarsi nella logica della mancanza di razionalit, ha finito per normalizzarsi e perdere rilevanza storica. Quello che ha contraddistinto le guerre fratricide in molte nazioni Africane del periodo postcoloniale, tra cui lAngola, dunque un qualcosa che ha un marchio ben pi crudele di quello della follia, cio quello della logica dellirrazionalit. Su questo prevalere della follia razionalizzata pesa estremamente il disimpegno superficiale di coloro che hanno disseminato nel continente nero scompensi di natura etnica e rivalit tra popoli uguali in origine, ma separati sotto il giogo coloniale. Le nazioni che hanno esercitato il giogo coloniale inoltre sono ben affiancate nel novero dei responsabili dagli organi internazionali (ONU e NATO), che sono stati sempre troppo leggeri

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nellaffrontare questa drammatica realt africana (vedi in casi come il Rwanda o come negli accordi di Lusaka del 93 che di fatto non facevano altro che sancire istituzionalmente una situazione chiaramente priva di ogni equilibrio politico, improponibile quindi come soluzione definitiva ad una guerra pluridecennale), sia negli interventi militari nei conflitti, sia nella mediazione degli accordi di pace. Se a questo si aggiungono le logiche politiche-economiche, che hanno visto i blocchi della guerra fredda prima e le multinazionali dopo speculare su queste grandi tragedie umanitarie, i morti causati da queste lucide e spietate dinamiche, a differenza di quelli europei, sono morti che sembrano allapparenza senza volto, nonostante siano vittime di tragedie di proporzioni ben superiori a quelle del mondo occidentale. Le loro foto non appaiono nei libri di storia perch le loro scomode vicende umane sono il risultato del macabro banchetto occidentale. La forza del popolo africano stata usata prima e dopo il colonialismo e, una volta cancellata formalmente la mostruosit della logica imperialista, la necessit di un ritorno alla normalit, di tornare a vivere nella libert, si trasformata ancora una volta nella opportunit, per chi vede nel profitto a scapito della vita umana, una occasione irripetibile. LAngola un esempio lampante di questo: il passaggio dal giogo coloniale lusitano, perpetrato ad oltranza fino a tre quarti del XX secolo, al supporto interessato offerto dai blocchi della guerra fredda sulla base della questione delle sfere di influenza politica ai differenti movimenti nazionalisti che dal dopo Rivoluzione dei Garofani hanno insanguinato le strade della nazione africana, ha solo reso ancor pi instabile il quadro etnico politico di un conflitto fratricida solo recentemente arrivato ad un compromesso. Questa lotta sembra la cronistoria emblematica di un sommario quadro di insieme della vicenda africana. Se lintento di Pedro Rosa Mendes allatto di intraprendere il viaggio da Luanda a Quelimane, era formalmente quello di ripercorrere i passi di Capelo e Ivens, ci che connota al meglio il confronto creato implicitamente dal giornalista-scrittore limpietoso parallelo tra la nazione africana vissuta ai tempi del colonialismo tra logiche delle societ geografiche, prime ricognizioni del continente e infine

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scramble, e quella vissuta nellultimo decennio del secolo passato, che sembra idealmente partire dal referente letterario per descrivere senza nessun genere di compromesso gli effetti che sono derivati, con la degenerazione progressiva di quelle dinamiche . Il secolo che intercorre tra De Angola a contracosta e Baa dos Tigres il tempo giusto per permettere un distacco storico dalle vicende che permetta una migliore comprensione degli avvenimenti ed uno sguardo lucido sul passato. Capire il passaggio dal libro del 1884 a quello del 1997 pertanto possibile solo alla luce di una approfondimento storico sugli spaccati delle vicende storiche che fanno da sfondo a queste due traversate tanto simili nel proposito, ma essenzialmente inconciliabili nelle tematiche affrontate.

2.4.1 Lesplorazione di Capelo e Ivens: lo scramble for Africa


Il viaggio di Capelo e Ivens, iniziato nel 1884 e portato a termine nel 1885, lo specchio di un periodo tra i pi rilevanti della storia dellAfrica e di riflesso dellAngola. Parlare di questa epoca essenzialmente parlare di quello che oggi universalmente conosciuto come Scramble for Africa. Questa emblematica espressione, che in italiano si pu tradurre come sgomitare per lAfrica, denota il periodo storico che va, per collocarlo in un lasso di tempo approssimativo, dal 1880 al 1900 e che vede le massime potenze europee dellepoca spartirsi il continente nero per interessi economici e politici. Ragione non secondaria di questa corsa fu senza ombra di dubbio la volont di non perdere terreno e di fare valere la propria potenza in unepoca pienamente imperniata sulla mentalit dellimperialismo, una mentalit che, dopo un primo tentativo a fine XIX secolo, fu cavalcata anche dallItalia fascista con conseguenze grottesche politicamente e tragiche per il costo di vite umane della spedizione. Infatti con buona pace del revisionismo storico sul nefasto ventennio attualmente in corso che punta sulla rivalutazione del regime come una dittatura morbida113, esso fu estremamente
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Gravissime le affermazioni in particolare dellattuale primo ministro italiano che al giornale inglese The Spectator il 27 Agosto del 2003 dichiarava che Mussolini non aveva mai ammazzato nessuno ignorando le stragi compiute in Etiopia e in Abissinia.

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duro, soprattutto con il sopraggiungere delle leggi razziali, e cost alle nazioni occupate un costo di vite altissimo. Tralasciando questa parentesi sullItalia, che cronologicamente successiva alle vicende di questa analisi, importante concentrarsi sul contesto storico che port allo scramble e le vicende storiche che lo caratterizzarono e che inserirono lAngola allinterno di una diatriba tra Portogallo e potenze europee dellepoca. La situazione politica dellAfrica nella seconda met del XIX secolo era ancora una questione in sospeso. I regni che formalmente appartenevano per la tradizione coloniale a possedimenti lusitani o di altre potenze erano in buona sostanza solo nella forma riconducibili a sfere di influenza vere e proprie. Il continente nero non era entrato a fare parte delle logiche di interesse economico delle grandi potenze europee dellepoca (Inghilterra, Francia, Germania e Belgio per citare le pi rilevanti) soprattutto a causa alle scarsissime informazioni a disposizione dei governi di queste nazioni, che per gi iniziavano a guardare allorizzonte con locchio lungo delle mire imperialistiche. Il Portogallo, che aveva una sfera di influenza storica su diverse zone dellAfrica centrale, faceva i conti in questo periodo con la propria inadeguatezza economico-politica per potere parlare di un dominio coloniale sui territori formalmente posseduti e con una abissale mancanza di peso tra le grandi potenze. La consuetudine storica mal celava, quindi, il disinteresse di Lisbona per la questione africana, questione che avrebbe richiesto ad una nazione, in quel momento estremamente arretrata sotto molti punti di vista rispetto ai propri dirimpettai europei, uno sforzo economico e limpiego di mezzi che concretamente non erano nemmeno contemplabili da un governo che faticava a mettersi sui giusti binari della modernizzazione, gi in una fase avanzata, al contrario, nelle grandi nazioni dEuropa. Questa situazione ottimamente riassunta nella perentoria affermazione dello studioso R.J. Hammond che afferma: Em sntese, a situao de Portugal na segunda metade do sculo XIX era comparvel de muitos pases subdesenvolvidos da segunda metade do sculo XX114. Formalmente le sfere di influenza lusitane oltremare
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Hammond Robert. J., Portugal and Africa (1815 1910). A study in Uneconomic imperialism. Stanford, California, 1966, pg.28

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erano quantificabili in gran parte del territorio dellAfrica centrale, ma concretamente questa situazione sarebbe stata destinata ad evolversi dallinizio della seconda met del XIX secolo, con un susseguirsi di avvenimenti che portarono ad un grande stravolgimento politico-economico e, dal punto di vista pi strettamente pertinente ai territori occupati e alle sue popolazioni, ad una diversificazione etnica. Le scarsissime informazioni conosciute sulle regioni dellinteriore dellAfrica erano perlopi basate su sporadici resoconti scritti da portoghesi che rispondevano al criterio descrittivo empirico, un fattore che impediva alle grandi potenze, in fase avanzata di sviluppo industriale, di comprendere le potenzialit del territorio e di avere un concreto e fondato interesse per queste regioni. Intorno al 1850, nella maniera apparentemente pi ingenua, nacquero le prime iniziative di carattere esplorativo del continente africano, che pur mal celando il concreto risveglio di un certo interesse delle nazioni che finanziavano le imprese, erano, sulla carta, un tentativo di attraversare e descrivere, sostituendo la conoscenza sommaria data dal vecchio metodo con informazioni certe ottenute con i criteri del nuovo metodo scientifico, territori le cui peculiarit, ma meglio sarebbe dire, le cui potenzialit, erano sconosciute. Queste missioni furono sostenute in prima persona dai governi che attraverso le societ geografiche nazionali finanziavano esploratori per la perlustrazione dei territori africani. Inutile dire che i protagonisti di tali missioni erano dotati di equipaggiamenti estremamente avanzati per lepoca e avevano possibilit economiche difficilmente comparabili con quelle che il Portogallo avrebbe potuto mettere eventualmente in gioco. Come afferma Ren Pellissier:
O que diferencia a explorao dos no-portugueses das experincias portuguesas que ela era realizada por viajantes que dispunham de meios de difuso impossveis de comparar com a pouca ou nenhuma audincia que um sertanejo ou um chefe, impelido pelo demnio da descoberta, podia esperar encontrar. De um lado, as revistas populares e os livros de viagem em ingls, alemo e francs; do outro, algumas pginas em publicaes obscuras ou nalgum boletim oficial inacessvel ou esquecido. Para a maioria dos descobridores portugueses de

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meados do sculo XIX estava reservado o silncio ou o desprezo dos contemporneos. fcil compreender a exasperao desses desconhecidos perante o triunfo e a celebridade alcanados por um Livingstone, que em quase tudo foi um upstart crow115.

La risonanza maggiore di imprese esplorative come quelle di Livingstone o del tedesco Pogge, oltre a segnare il principio di quella che sar una catena di avvenimenti che culminer a met degli anni ottanta del secolo con il trattato di Berlino (1884-1885), era nellottica portoghese un colpo basso sia perch metteva in pessima luce il Portogallo, ponendo sotto i riflettori larretratezza e la pochezza dei mezzi della nazione lusitana, completamente inadatta a reggere sotto la propria influenza territori cos ampi con potenzialit elevatissime per le grandi nazioni industrializzate, sia, dal punto di vista meramente scientifico, perch distruggeva la credibilit degli esploratori portoghesi, che pure avevano ottenuto importanti risultati esplorativi gi precedenti ai tempi di Livingstone. La scarsissima diffusione dei resoconti di questi aveva condannato la maggior parte di loro al dimenticatoio, come nel caso di Francisco Silva Porto 116, che, nonostante una discreta fama in patria e loccasione di fare anche da Virgilio allo stesso Livingstone, scrivendo nel 1868 un resoconto sul suo lavoro pubblicato successivamente con il titolo di Silva Porto e Livingstone117, ebbe un riconoscimento molto tardivo. Questi tentativi definiti esplorativi erano in realt vere e proprie ricognizioni del territorio che fornivano, attraverso resoconti dettagliati e basati su descrizioni imperniate sul metodo scientifico, informazioni preziose che alimentavano linteresse puramente economico delle grandi nazioni che finanziavano le spedizioni. In aggiunta a ci da considerare anche il non trascurabile dato diplomatico che caratterizzava di fondo i viaggi nel continente africano.
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Pelissier, Ren, op.cit. vol 2, Pg.93 Come riferisce Ren Pellissier solo nel 1985 si progett di dare alle stampe i diari di Antnio Francisco Ferreira da Silva Porto, con i resoconti dei suoi viaggi, dopo ben un secolo dal suo viaggio africano. Il progetto ha visto la luce nel 1986 con il nome Viagens e Apontamentos de um Portuense em Africa: Diario de Ferreira da Silva Porto, a cura di Maria Emila Madeira Santos, 1986, Coimbra. 117 Ferreira da Silva Porto, Antnio Francisco, Silva Porto e Livingstone, Typographia da Academia Real das Sciencias, Lisbona, 1891, disponibile su http://www.gutenberg.org/ebooks/27691

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Nel suo viaggio tra 1854 e 1856 Livingstone aveva stretto ottimi rapporti con i commercianti del luogo e altrettanto avevano iniziato a fare i successori dello scozzese al servizio della corona britannica, gli esploratori al servizio di Leopoldo II del Belgio, tra cui Stanley, e gli esploratori tedeschi tra i quali il pi importante senza ombra di dubbio Paul Pogge. Ci che, per, destava maggiore allarme nel governo di Lisbona era leco delle descrizioni fatte da esploratori, in particolar modo britannici (come Verney Lovett Cameron che addirittura suscit un dibattito nel parlamento portoghese per la durezza delle sue parole), sulle nefandezze compiute nelle varie regioni dai colonizzatori sulle popolazioni africane, evidenziando il mancato adempimento della missione civilizzatrice addebitato ai portoghesi118. Seppur risvegliato da queste dure sferzate e dalle ormai incontrollabili incursioni sempre pi frequenti di esploratori inglesi e tedeschi, il governo di Lisbona non avrebbe potuto fare niente di fronte alla catena di eventi che si sarebbe verificata nellultimo quarto di secolo. Questa era destinata a mettere definitivamente in soffitta i sogni di grandezza del Portogallo colonialista e ad aprire una nuova fase per lAfrica e, di riflesso, per lAngola. Nel 1876 si tenne a Bruxelles una conferenza geografica per fare il punto delle spedizioni e delle conoscenze acquisite fino a quel punto sul continente nero. Il Portogallo, marchiato dalla scarsa considerazione internazionale, venne lasciato fuori. Questa decisione era senza ombra di dubbio la prova definitiva di una situazione internazionale complicata per i lusitani che, nonostante i pochi mezzi economico-politici a disposizione, ancora si cullavano sulle certezze date dai criteri di carattere storico sulla sfera di influenza su molte regioni dellAfrica centrale. Listituzione della societ geografica di Lisbona, per mano di Luciano Cordeiro, ma su precisa indicazione del ministro Joo de Andrade Corvo, nel
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Scrive Ren Pellissier: Verney Lovett Cameron () atravessando a frica Central entre 1873 e 1876, de leste para oeste, entraria em contacto, na Lunda, nos fins de 1874, com uns lamentveis exemplares de pombeiros traficantes de esecravo, oriundos de Angola. Seriam esses caadores de homens quem, entre Julho e Outubro de 1875, iria conduzir Cameron ao longo de uma enfiada de atrocidades cometidas sombra da bandeira portuguesa e longe das autoridades. O viajante ingls s voltou a encontrar sinais de civilizao nas casas comerciais dos sertanejos do Bi, entre eles Joo Baptista Ferreira, que chegou ao Katanga por volta de 1870. O livro de Cameron era to esmagator que provocou um debate no parlamento portugus op.cit. , pg. 96

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1875 fu una logica risposta del governo portoghese a Livingstone e ai suoi colleghi. Il progetto lusitano era quello di controbilanciare le missioni anglotedesche con altrettante missioni di rilievo che legittimassero un ambizioso progetto: quello della mapa cor-de-rosa. Questo consisteva nella rivendicazione dei diritti su diverse zone dellAfrica Centrale segnate sulla mappa, sempre pi caratterizzata da linee che segnalavano i percorsi degli esploratori. Concretamente i punti da affrontare con urgenza erano sostanzialmente due: il primo quello di dimostrare che la missione civilizzatrice del continente africano continuava con investimenti e progetti di svariato genere; il secondo di ordine meramente religioso (ma nellaccezione politica del termine), infatti missionari battisti inglesi nel 1878 avevano tentato di convincere il re del Congo, Dom Pedro V, a convertirsi al loro credo, lanciandosi in incursioni con il medesimo proposito anche nel sud dellAngola. Ci che concretamente questa serie di avvenimenti stava a rappresentare era il risveglio del Golia imperialista destinato senza difficolt a schiacciare il piccolo Davide lusitano. Il governo portoghese finanzi, a questo punto, una serie di interventi per costruire ponti e infrastrutture in Africa, che ne legittimassero la presenza e commission una serie di esplorazioni che avevano due difficili compiti: il primo di bilanciare, soprattutto dal punto di vista diplomatico la serie di accordi stipulati dagli esploratori stranieri (da ricordare, per esempio, quello stretto in rappresentanza del Belgio da Stanley in Congo, dove in seguito si installeranno proprio i belgi); il secondo, che si rif ad un progetto ben pi antico, era quello di trovare cammini commerciali tra le varie colonie, una necessit gi sottolineata pi volte dai commercianti nelle zone pi sconosciute dellAfrica, ma che aveva visto i suoi appelli a Lisbona sempre caduti nel vuoto, per una inconciliabilit con gli interessi dello stato, afflitto da una serie di problemi innumerevoli. giusto sottolineare che gi ad inizio del XIX secolo, prima delle esplorazioni straniere, erano state compiute perlustrazioni del territorio commissionate da portoghesi, queste per erano state effettuate con laiuto e lesperienza degli indigeni e con scarsa risonanza internazionale. Per citare le parole di Maria Emlia Madeira Santos:

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O governo reconheceu que perante as dificuldades da via cientfica, havia que recorrer colaborao dos prticos que j em outras ocasies haviam provado a sua eficincia. Os comerciantes luso-africanos que neste princpio do sculo XIX, melhores condies ofereciam para cometerem um tal empreendimento, eram aqueles que frequentavam a feira do Cassange. (...) O director da feira encarregou dois pombeiros negros de atravessarem a frica passando pela Lunda, Cazembe, e da seguirem at Tete onde deviam contactar com as autoridades portuguesas. (...) estes dois africanos cumpriram a ordem. Levaram oito anos e trs meses na viagem de ida e mais quatro anos no regresso (1802-1814). Contactaram os grandes potentados polticos do Centro da frica, admiraram a organizao das suas cidades, localizaram salinas e minas de cobre, assinalaram os grandes tributrios do Zaire e o portentoso macio montanhoso Kundelungo. Uma longa cadeia de solidariedade se estabeleceu atravs dos sertes, onde o tempo no contava e apenas o cumprimento de uma misso era o objectivo. (...) A travessia da frica estava enfim realizada nos dois sentidos, mas o feito no teve qualquer repercusso poltica, comercial, ou sequer cientfica, pelo menos nos anos mais prximos119.

Il peso dato dal governo portoghese e dai commercianti, non interessati ai tragitti compiuti in quanto lontani dalle tratte commerciali pi comuni in quel periodo, a queste esplorazioni cronologicamente antecedenti quelle delle grandi potenze europee, fu estremamente ridotto. Di ben diverso approccio invece fu la spedizione compiuta tra il 1876 e il 1878 effettuata da Serpa Pinto e coadiuvata da due ufficiali di Marina, Hermenegildo Capelo e Roberto Ivens. Questa spedizione, al di l della retorica nazionalista che la contraddistinse, non ottenne, per, grandi risultati dal punto di vista geografico, ricalcando tragitti gi conosciuti sulle mappe. Serpa Pinto fu portato agli onori della cronaca, ma probabilmente i risultati pi importanti li avevano ottenuti i suoi colleghi Capelo e Ivens che si erano separati da lui nel 1878, per ritornare a Cassange, passando per il Cuango. Quello che questa missione metteva in rilievo era ci che concretamente era noto, nonostante ignorato ostinatamente dal governo di
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Madeira Santos, Emlia, op.cit., pg.13

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Lisbona: al di fuori delle zone strettamente di frontiera, il dominio portoghese era nullo e lasciava i commercianti che si avventuravano nella parte interna della regione in balia degli eventi. Questa debolezza con gli avvenimenti internazionali in atto era la condanna definitiva a perdere quello che i diritti storici proditoriamente avrebbero dovuto difendere. Nel 1884, dopo un decennio di fitti accordi diplomatici con esiti opposti tra Inghilterra, Portogallo e Germania, si arriv alla conferenza di Berlino che pose definitivamente fine al sogno di un monopolio africano e ridusse la sfera di influenza portoghese allAngola e al Mozambico, nellafrica Centrale attestando la definitiva perdita dellattuale Repubblica Democratica del Congo (ex Zaire). La conferenza di Berlino con la sua mancata presa di posizione dava inizio allo scramble, ecco come Ren Pellissier spiega le logiche conseguenti agli accordi del 1885:
Sendo incontestvel que a Conferncia no realizou a partilha da frica, o facto que, ao especificar as regras de efectiva ocupao dos territrios africanos, fazia caducar os direitos histricos invocados por Portugal, cuja influncia no interior variava consoante a simpatia ou antipatia dos sobas ou rgulos. A Europa tinha declarado, da em diante, guerra frica e cada um dos diversos protagonistas do imperialismo teria de implantar-se de armas na mo. Portugal teria sob pena de ver-se despojado das suas possesses de fazer coincidir no terreno as suas ambies e os seus meios120.

Ci che comport lo scramble, al di l di una serie di rivendicazioni seguite da invasioni di territori e da conseguenti trattati diplomatici, fu un colpo durissimo in primis ai deboli tentativi di sviluppo politico autonomo e in secondo luogo allidentit delle etnie africane sempre pi disintegrate e divise dai colonialisti. Nel caso dellAngola il grande insieme Lunda, che integrava i Quioco e era imparentato con gli Imbangala, sub la spartizione, sui criteri territoriali, tra Portoghesi, Belgi e Inglesi. I regni che componevano la nazione africana videro definitivamente compromesso il proprio progetto di autonomia politica.

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Pellissier R., op.cit. pg 208

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2.4.2 LAngola di Rosa Mendes: dallindipendenza alla guerra fratricida


Il viaggio narrato da Pedro Rosa Mendes nel libro Baa dos Tigres, una rivisitazione della spedizione di Capelo e Ivens del 1884, effettuata nel 1997, lanno che vide, tra le altre cose, il riaccendersi della guerra civile in Angola. Questa traversata mette in luce nella maniera migliore la situazione politica della nazione africana e lo scarsissimo valore della vita in un luogo dove solo nel 2002, dopo quasi trentanni di guerre, morti e distruzione, si arrivati ad un compromesso. Quello che tocca pi da vicino nel libro di Pedro Rosa Mendes senza ombra di dubbio il dramma di un viaggio dove niente certo e le possibilit di sopravvivere sono le stesse o forse inferiori a quelle di perire o per usare le parole dello stesso scrittore: Avisaram-me todos: a guerra permanecia nessa latitude. Houve baixa entre os companheiros de estrada. O meu regresso tambm no estava prometido121. La guerra continuava, una guerra folle, senza nessuna logica, che ammazzava persone per ragioni assurde. La guerra civile in Angola effettivamente uno dei capitoli pi bui della storia recente dellAfrica. Il costo in vite umane e la distruzione che ha comportato con il relativo sottosviluppo e la povert della popolazione e la tragedia dei profughi ad essa legata, fanno di questo capitolo storico un esempio per comprendere molte logiche e la permanente instabilit politica di molte nazioni del continente nero. La storia dellAngola non sarebbe comprensibile se non rapportata al nome dei tre movimenti che, con il loro scontro fratricida, iniziato gi prima della rivoluzione dei Garofani che nel 1974 in buona sostanza mise fine al dominio portoghese nelle colonie (anche se formalmente lindipendenza di queste fu riconosciuta solo il 10 novembre del 1975) hanno impedito alla tanto agognata liberazione di rispecchiarsi in un progetto politico e democratico che permettesse lo sviluppo economico della propria nazione. La storia dellAngola, dunque, nellultima met del secolo passato e fino al 2002, la storia del conflitto tra
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Rosa Mendes, Pedro, op.cit., pg. 13

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MPLA (Movimento popular de Libertao de Angola, che rappresentava letnia Mbundu) , FNLA (Frente nacional de Libertao de Angola, etnia bakondo) e UNITA (Unio para a Independncia Total de Angola, etnia Ovimbundu). Questi tre movimenti hanno radici estremamente diverse e, seppur nati con un medesimo proposito, quello della lotta per lindipendenza dal giogo coloniale portoghese, hanno sempre perseguito il loro intento in maniera ideologicamente diversa, non riconoscendosi mai politicamente, finendo per frammentare ulteriormente una popolazione gi devastata dalle tante vicissitudini storiche. Ecco come Davide Tramontano spiega lorigine dei fenomeni alla base della nascita dei movimenti:
Uno degli effetti della forte migrazione europea fu quello di rafforzare il carattere razziale del dominio portoghese. ()Accanto alle divisioni razziali, il sistema contribu a inasprire quelle differenze che erano state introdotte dallindigenato tra le piccole lite di assimilati e tra queste e la maggioranza della popolazione africana. Divisioni che si nutrivano delle specificit locali al cui sviluppo aveva contribuito il carattere estremamente diversificato e la forte regionalizzazione delloccupazione portoghese. Questa, infatti, si era sviluppata lungo tre assi principali di penetrazione che coincidevano con le aree occupate dai tre maggiori gruppi etnico linguistici ()quello bakongo a nord, lunico dei tre presente anche oltre il confine angolano, quello mbundu nelle aree nordoccidentali e gli ovimbundu nelle regioni centromeridionali. ()La prima corrente fu quella che presiedette alla formazione del Movimento Popular de Libertao de Angola nelle aree urbane e costiere, soprattutto Luanda. LMPLA, nato nel 1956, si poneva alla fine di un percorso che vide la confluenza dei tre gruppi che costituivano il nucleo coloniale: quello bianco, quello molto numeroso dei metio e quello dellelite africana, assimilata. () Molto pi legata alle strutture di potere tradizionale e con una maggiore definizione in senso etnico linguistico, appare la genesi della seconda corrente nazionalista quella delle regioni pi settentrionali.() Dallunione dei gruppi di Matadi e Lopoldville, che rappresentavano il nucleo urbano di riferimento, la capitale dei bakongo angolani, nacque la Unio das Populaes do norte de Angola (UPNA) () nel 1958 divenne Unio das populaes de Angola (UPA), dal quale sarebbe nato il Frente Nacional de Libertao de Angola (FNLA). () Le ostilit contro i bianchi, meticci ed lite

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africane occidentalizzate era molto forte anche tra quei gruppi che avrebbero presieduto alla formazione del terzo movimento nazionalista angolano, lUnio para a Independncia Total de Angola (UNITA) che, con circa un decennio di ritardo, avrebbe raccolto le istanze nazionaliste delle lite meridionali122.

Le vicende legate ai tre movimenti indipendentisti sono un riflesso dei danni apportati dal colonialismo allunit delle identit etniche africane e della stratificazione sociale creata dalle politiche coloniali lusitane, nonch un amaro esempio di come gli interessi politici internazionali abbiano usato campi di battaglia periferici per dimostrare la propria forza politica e per non perdere terreno in uno scontro silenzioso, ma costante. Il dopo 25 di Aprile in Angola anche la storia delle interferenze delle nazioni impegnate nella cosiddetta guerra fredda (Cuba e Russia aiutarono lMPLA, gli Stati Uniti appoggiarono invece lFNLA) o nellApartheid (il Sud Africa appoggi sia lFNLA che lUNITA), alleati pericolosi che hanno fatto diventare lo stillicidio fratricida angolano, almeno fino alla caduta dellURSS, una forma pi sofisticata di scramble, questa volta non basata su interessi economici, ma sullinteresse nel mantenere una influenza o una condotta politica, nel totale disprezzo del sangue delle popolazioni coinvolte. Va detto per che questo solo uno dei tanti fattori, che non spiega il complesso fenomeno angolano, infatti questo stato s connotato dal peso delle parti del periodo della guerra fredda, ma ricopre un periodo cronologico che supera abbondantemente la caduta del muro di Berlino. Le alterne vicende che hanno visto il continuo tentativo di prevalere luno sullaltro dei diversi movimenti, diventati progressivamente solo due tra il 1976 e il 1979, con la scomparsa della FNLA, ridimensionato dalle sconfitte riportate dagli scontri contro lMPLA, si sono protratte fino al 2002, con tentativi quasi sempre sterili di riconciliazione degli organi internazionali.LMPLA ha governato dal 1975, data in cui fu proclamata ufficialmente lindipendenza fino al 1993, respingendo militarmente con laiuto di Cuba e dellUnione Sovietica
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Tramontano, Davide, La decolonizzazione angolana: lotta per lindipendenza e guerra civile, in Il Colore Rosso dei jacaranda a cura di Livia Apa, Aiep, San Marino, 2005, pp.61-63

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tutti gli assalti militari di FNLA e UNITA. Il movimento prima di Agostinho Neto e poi di Jos Eduardo dos Santos, mai riconosciuto ufficialmente dagli Stati Uniti, ha provveduto ad una progressiva democratizzazione dello statuto marxista-leninista a seguito della fine dellURSS, trasformandosi in un movimento democratico socialista, ma questo non bast negli anni 90 a sedare la situazione. Nel 1997 quando Rosa Mendes intraprese il suo viaggio da Luanda a Quelimane, ci che si ritrov ad affrontare non fu solo la distruzione portata dal trentennio di guerre (di cui emblema la descrizione dei campi minati angolani), ma il triste presagio della ripresa dellennesima, si spera ultima, guerra civile. Nel 1993, dopo che lUNITA non riconoscendo la vittoria dellMPLA nelle prime elezioni democratiche in Angola aveva dato inizio ad unaltra guerra civile, si arriv agli accordi di Lusaka nel 1994. Questi accordi, in piena linea su quanto detto in merito alla sterilit e alla superficialit sulla natura delle decisioni prese dai mediatori occidentali, sancirono il riconoscimento ufficiale da parte degli Stati Uniti del governo retto dallUNITA a seguito degli esiti dellultima guerra intestina. Ci significava non tenere conto della mancata smilitarizzazione, che aveva portato il movimento ad avere la meglio nel corso dellultima guerra civile, e ignorare che le condizioni sulle quali si doveva fondare la pace erano assolutamente non rispettabili da un governo che palesava fin da subito il problema della mancanza di equilibrio politico. Dopo 4 anni di apparente pace, nel 1998, un anno prima della pubblicazione di Baa dos Tigres, il conflitto ricominci. Lultima guerra civile, che port con s laggravarsi della tragedia dei rifugiati e la conseguente emergenza umanitaria creata, cessata solo nel 2002 con la morte del leader dellUNITA Savimbi e con gli accordi di pace stipulati nel Memorandum di Luena nellaprile dello stesso anno. Da allora lAngola ha cercato di ricostruire la propria identit nazionale e di sanare i conflitti e le differenze tra etnie che sono state alla base degli scontri fratricidi. La speranza affidata alla nuova pace quella che possa finalmente realizzarsi un sogno lungo cinquanta anni, un sogno chiamato Angola.

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Abstract

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Em 1997 o jornalista Pedro Rosa Mendes chegou a Angola com um objectivo: atravessar a nao, ex-colnia portuguesa, at Moambique percorrendo um caminho que mais do que cem anos atrs j tinha sido feito pelos exploradores portugueses Hermenegildo Capelo e Roberto Ivens. A sua viagem, porm, revelou-se algo de diferente e de qualquer maneira uma tentativa impossvel. Viajar no passado, quer de um ponto de vista literrio, quer de um ponto de vista histrico, extremamente difcil numa realidade como aquela angolana e ainda mais difcil se for o homem-viajante contemporneo a enfrentar isso, com os seus limites e incertezas. Esta travessia baseia-se portanto em dois eixos fundamentais: primeiro a questo literria que enfrenta, ou seja aquela da literatura de viagem contempornea e da rescrita ps-modernista, do viajante ps-moderno e do seu olhar literrio; e em segundo lugar, a questo histrica africana e especialmente angolana, criando um paralelismo histrico com a frica narrada no texto de Capelo e Ivens. No primeiro captulo enfrenta-se a questo literria relativa ao contexto no qual Baa dos tigres, o livro a partir da viagem de Rosa Mendes, nasce. Este texto surge inicialmente como tentativa de reescrever De Angola Contracosta, um clssico da literatura portuguesa escrito em 1884 pelos exploradores Hermenegildo Capelo e Roberto Ivens. Esta tentativa reflecte um tpico esquema da literatura ps-modernista ou seja o da reescrita, mas num contexto especfico: aquele da literatura de viagem. Entre as formas literrias ps-modernistas o da reescrita adquire um papel fundamental no que respeita a condio do artista contemporneo. Eixo principal do ps-modernismo a reflexo sobre a arte e a sociedade na poca psmoderna. Esta indica basicamente a fase histrica actual onde as consequncias dos desenvolvimentos plitico-econmicos levaram perda das certezas e a uma sociedade que o socilogo Zygmut Bauman definiu como lquida. Nesta, a falta de pontos de referncia e a extrema individualizao da vida social trouxeram o homem a uma difcil relao com a sua prpria identidade. A forma artstica ps-

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modernista reflecte portanto sobre o homem na declinao ps-moderna e sobre a figura do artista que pe uma outra questo: a da inspirao nessa fase, onde tudo parece j feito e dito. Em termos literrios o que acontece que o escritor tenta dialogar com o passado, no o aceitando atravs de uma volta nostlgica mas recebendo inspirao para uma reflexo. Esta frequentemente feita pela pardia ou a crtica dos xitos artsticos precedentes que se realiza atravs de dois instrumentos textuais bsicos: a intertextualidade e a metatextualidade. O primeiro torna a literatura, atravs da queda das barreiras entre nveis e entre gneros, hbrida e portanto lquida, paralelamente sociedade. O segundo levanos a um assunto mais amplo: o da reescrita. Esta, que uma noo mais vasta da simples citao, , por excelncia, o instrumento usado pelo escritor psmodernista para reflectir e criar, a partir do passado, novas formas que permitam reflectir sobre os mecanismos textuais e sobre o sentido de literatura hoje, incluindo tambm assuntos histricos em chave crtica. A literatura de viagem neste sentido diferencia-se da sua prpria definio clssica, ou seja um subgnero literrio cujos textos entrecruzam literatura com histria e antropologia, baseando temas e formas sobre a viagem como a define Fernando Cristvo, tornando-se, com a perda do ignoto sobre os mapas, um dilogo do viajante com o passado procura do inferno que no inferno como diz Italo Calvino no livro Le citt invisibili. O viajante ps-moderno, que enfrenta a queda da diferena entre eu e outro, consequente ao tornar-se outro do eu, bem definido pelas palavras de Zygmut Bauman que descrever o homem na sociedade ps-moderna como um turista ou um vagabundo. O primeiro v a viagem como uma oportunidade do seu ser lquido, o segundo obrigado a viajar porque recusado pela sociedade estando longe dos seus valores efmeros. Relativamente condio de vagabundo o viajante nada que tudo, como o Ulisse de Pessoa. E mesmo esta personagem mitolgica, que faz parte da literatura como signo no sentido semntico do termo, parece encaixar-se bem com o viajante ps moderno na sua acepo Dantesca-Pessoana. A sua pesquisa, que o leva morte e ao ser nada, exactamente o castigo do homem-viajante ps moderno. A viagem deste

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Ulisse ps-moderno feita atravs de um novo olhar, aquele que no ttulo do filme de Theo Angelopoulos de 1994 definido Olhar de Ulisse. Esse olhar diferentemente do olhar ingnuo dos primeiros viajantes e do da m f, degenerao frequente daquele ingnuo, o olhar de quem quer encontrar a sua prpria identidade percorrendo novamente os passos dos pioneiros, numa tentativa desesperada de voltar ao passado. Esta pesquisa, porm, no tem hiptese, porque do passado no fica quase nada ou s destroos a partir dos quais no se pode reconstruir. O segundo eixo de Baa dos tigres o da questo angolana e aprofundado no captulo 2. Rosa Mendes, reescrevendo um texto do sculo XIX, cria uma comparao histrica com esta poca. A literatura sobre frica um dos testemunhos da tragdia histrica deste continente, que alm de ser aproveitado pelas lgicas coloniais e colonialistas e dizimado pelo drama da escravido, foi sempre visto e descrito num sentido desprezador e racista. Este perpetrou-se a partir das descries empricas dos primeiros colonizadores at aquelas cientficas do sculo XIX que basicamente teorizaram a inferioridade de algumas raas em comparao com outras. Estas teorias levaram crena que os Africanos de pele negra fossem inferiores aos brancos. A viagem de Pedro Rosa Mendes de Namibe at Quelimane pode ser aprofundada literariamente atravs de dois eixos: o primeiro, a viagem descrita pelo Olhar de Ulisses junto questo ps-colonialista e o segundo, o da rescrita ps-modernista de De Angola Contracosta de Capelo e Ivens. O olhar de Ulisses em Baa dos tigres reflectese essencialmente na condio do homem e do viajante na realidade africana. A maneira de enfrentar a tragdia da morte com resignao caracterstica da narrao de Rosa Mendes, que consegue exprimir a fragilidade da condio existencial do homem com o estilo jornalstico, que atravs do seu mecanismo narrativo permite ao autor de conseguir da melhor maneira os seus objectivos textuais. Descrever a fragilidade da vida e a dificuldade em gravar na memria colectiva as feies da histria angolana e dos homens que a fizeram, faz de maneira que o autor, possa descrever o assunto do ps-colonialismo atravs do

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seu olhar ps-moderno, num modo original. Este invertendo as perspectivas das temticas de base desta noo, de um lado acaba por demonstra-las, e do outro permite a identificao de Rosa Mendes com o drama narrado. Neste sentido a operao de reescrita de De Angola contracosta permite perceber como o encontro entre o eu e o outro, da literatura de viagem clssica, j no seja possvel, por causa da queda dos cnones etnocentricos e das incertezas do homem ps-moderno. Por isso o viajante contemporneo, que j outro, na frica acaba por encontrar-se com conotaes diferentes do concepto de alteridade. Ser outro na frica significa enfrentar assuntos como o colonialismo atravs das dificuldades do ps-colonialismo, e isso o tema central de Baa dos Tigres. Falar na literatura sobre frica e especialmente de Angola impossvel sem falar da histria, por isso nos ltimos dois pargrafos aprofundam-se questes histricas do continente negro. Para demonstrar as responsabilidades do ocidente no drama de Angola, examina-se trs questes: 1) a ocupao holandesa entre 1641 e 1648, que demonstra o interesse dos pases europeus pela frica s em chave poltico-econmica; 2) A questo da queda do escravido em 1838; 3) o drama da assimilao que levou o povo angolano a uma perigosa diferenciao social que foi uma das razes dos conflitos entre os vrios grupos de independncia nacional. No ltimo pargrafo aprofunda-se o paralelismo histrico criado por Rosa Mendes entre o scramble for Africa que caracteriza a poca da viagem de Capelo e Ivens e o conflito entre os movimentos pela independncia de Angola que levaram o pas, depois se ter tornado independente em 1975, a uma dramtica guerra civil que s acabou em 2002, cinco anos depois da viagem narrada em Baa dos Tigres.

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