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Musica Elettronica Al Conservatorio Di V PDF
Musica Elettronica Al Conservatorio Di V PDF
Alvise Vidolin
Centro di Sonologia Computazionale (CSC) dell'Università di Padova
1. Premessa
In questo testo userò il termine musica elettronica in senso lato, seguendo la tradizione italiana che
privilegia questo termine, anche quando sarebbe più corretto parlare di musica elettroacustica o di
altre esperienze musicali con le moderne tecnologie. Lo uso inoltre in senso lato in quanto la musica
elettronica non è un genere musicale chiuso, anzi, all'incontrario è un arcipelago molto ampio e
frastagliato all'interno del quale, sotto il comune denominatore della tecnologia elettronica,
convivono filosofie ed estetiche molto diverse fra loro che comportano scelte sulla funzione o sul
ruolo sociale della musica stessa, in ambiti che vanno dalla musica d'arte alla musica
d'intrattenimento. A queste differenze di carattere generale si aggiungono quelle tecnologiche, che
seguono il ritmo evolutivo imposto dalla ricerca tecnologico-scientifica, che propone sempre nuovi
scenari teorici, e dall'industria che ne trasforma i risultati in prodotti hardware e software in
continuo rinnovamento. Ed ancora ci sono le differenze più tipicamente musicali quali le tecniche
compositive ed esecutive che sono legate alle diverse scuole di composizione o di interpretazione e
che posso essere anche molto differenziate fra loro sul piano estetico. Una ulteriore conferma di
questa eterogeneità della musica elettronica ci è data anche dai termini che l'hanno connotata nel
corso della sua breve storia: musique concréte, elektronische musik, fonologia musicale, musica
elettroacustica, musica elettronica, experimental music, computer music, live electronics, sound
and music computing, ecc.
Quanto detto ci fa capire quanto sia complesso affrontare la didattica di questa disciplina soprattutto
se non si fissano gli ambiti estetici in cui si deve muovere tale materia. E' inevitabile, quindi, che il
docente di musica elettronica debba fare molte scelte nell'esercizio della sua attività e pur
delimitando il campo si troverà spesso nella condizione di non poter insegnare ai suoi allievi tutti i
diversi "casi" della musica elettronica. Nel corso di questo articolo mi limiterò a tracciare le
principali scelte che hanno caratterizzato la mia pluriennale attività didattica nel campo della musica
elettronica al Conservatorio "Benedetto Marcello" di Venezia, sperando che questo sia d'aiuto nel
definire meglio questa disciplina a tutto vantaggio delle future generazioni di musicisti.
2. Delimitiamo il campo
La mia attività didattica è iniziata il 1 ottobre 1975 e si è conclusa il 1 novembre 20092. Nell'arco di
questi anni gli allievi sono molto cambiati, da un lato per la naturale evoluzione generazionale e
dall'altro per i cambiamenti che ha subito l'insegnamento della musica all'interno delle istituzioni
preposte, che nel mio caso sono i conservatori di stato italiani. Negli anni '70 e '80 la maggior parte
dei miei allievi erano studenti in composizione, o neo diplomati, che volevano completare la loro
preparazione musicale includendo anche l'elettronica. In alcuni casi si iscrivevano anche studenti o
neo diplomati in strumento, ma in ogni caso si trattava sempre di musicisti già formati.
Progressivamente e soprattutto negli ultimi anni, gli allievi si sono trasformati da musicisti a
studenti generici, ossia senza una specifica preparazione musicale: spesso solo appassionati di
musica e/o di tecnologia che scelgono la musica elettronica come corso professionalizzante. Nei
colloqui di ammissione degli ultimi anni ciò che emerge come dato preoccupante è la confusione fra
musica elettronica e suono elettronico, ovvero fra un prodotto artistico da un lato e i segnali audio
prodotti attraverso tecnologie riconducibili all’elettronica, dall'altro. Tale confusione è anche
comprensibile dato che le sorgenti sonore elettroniche riempiono le nostre quotidianità come una
sorta di sottofondo di cui ormai non ci accorgiamo neppure. Telefoni cellulari, suonerie, allarmi,
1
Manoscritto 2012. Pubblicato in inglese su Sonic Ideas, 2012, 5(9) pp.55-64.
2
Paolo Zavagna, Ed. 60dB. La scuola veneziana di musica elettronica. Omaggio ad Alvise Vidolin. Olschki, Firenze,
2009. ISBN 9788822258830.
3
In http://it.wikipedia.org/wiki/Categoria:Musicisti_di_musica_elettronica, visitato il 22/07/2012.
4
Giovanni Marchesini, Nicola Bernardini, Sergio Canazza, Giovanni De Poli, Alvise Vidolin. "Musica, Ricerca e
Tecnologia: il ciclo virtuoso della creatività". Atti e memorie dell'Accademia Galileiana di scienze, lettere ed arti in
Padova, CXXIII - Parte I, pp. 57-81, 2010-2011.
5. Studenti in composizione
La musica elettronica dei pionieri è stata fatta da compositori che si sono improvvisati esecutori
(realizzatori) delle proprie idee musicali per fissarle in modo definitivo su nastro magnetico
attraverso un lavoro in laboratorio. Quindi la musica elettronica del primo periodo era vista
principalmente come fatto compositivo ed anch'io, quando iniziai ad insegnare, ero titolare di un
corso che aveva come obiettivo la formazione di compositori di musica elettronica che fossero in
grado di trasformare le proprie idee musicali in suoni organizzati nel tempo e di realizzarle
elettronicamente. Tale corso aveva una durata triennale ed era collegato al corso di composizione
sperimentale5 assieme ad un corso di analisi della musica del XX Secolo. La maggior parte dei miei
allievi, pertanto, erano studenti in composizione, o neo diplomati, che volevano completare la loro
preparazione musicale includendo anche l'elettronica.
I mezzi tecnici a disposizione erano alquanto modesti6, ma questo non l'ho mai considerato un
ostacolo in quanto vedevo che lo studente che imparava a comporre i suoni partendo da un progetto
formale (sempre successivamente verificato sul piano acustico) sviluppava una maggiore capacità di
immaginazione rispetto a quelli che potevano avvalersi di strumentazioni più complete ed agivano
con il metodo trial and error. Questa carenza di mezzi ha portato ad un altro vantaggio: mi ha
spinto a stipulare una convenzione con l'Università di Padova7, dove stavo lavorando alle prime
ricerche di computer music, offrendo agli studenti la possibilità di utilizzare anche loro questa
nuova tecnologia. Si lavorava con i programmi della serie MUSIC 8 che erano utilissimi per una
didattica sulla composizione dei suoni. Meno efficiente, invece, era la logistica per poterli
"suonare". Intatti, per poter generare un suono, gli studenti dovevano scrivere i loro elaborati sulle
schede perforate al Centro di Calcolo di Venezia, io le portavo a Padova, le mandavo in esecuzione
e poi riportavo a Venezia il tabulato di responso del computer assieme alla registrazione sonora del
risultato. Tutto ciò avveniva con ritmo settimanale e proprio questa lentezza nel poter ascoltare il
risultato acustico del proprio elaborato, costringeva però l'allievo a meditare attentamente i dati del
suo esperimento, preparando con cura l'esercizio, analizzando con attenzione i singoli risultati e
sviluppando così una notevole sensibilità musicale. L'uso dei programmi MUSIC aveva un altro
vantaggio: l'allievo doveva scrivere una sorta di partitura per poter ottenere il risultato musicale
desiderato e questo dava continuità agli studi di composizione, basati sulla scrittura musicale, con
l'apprendimento di un linguaggio formale.
Il corso, per disposizioni ministeriali, aveva una durata triennale, che a mio avviso era troppo breve
ed imponeva una buona gestione dei tempi, in quanto volevo dare all'allievo una formazione
completa sui vari piani storico, tecnico, analitico e compositivo. La maggior parte delle lezioni
erano singole (un'ora alla settimana per allievo), ma creando piccoli gruppi omogenei si potevano
ripartire meglio le risorse. Avevo trovato molto efficace per la prima fase di apprendimento adottare
il metodo didattico basato sulla realizzazione mediante computer di brani storici della musica
elettronica9. In questo modo l'allievo era costretto a rincorrere fin dall'inizio un preciso obiettivo
5
formalmente Corso di nuova didattica della composizione.
6
n. 4 Philips PM5164, VCO oscillators; n. 1 HP 8057A, precision noise generator; n. 2 Loetcher AF168, active filters;
n. 1 Toshiba PT866, tape recorder (2 rec / 4 play tracks); n. 1 Toshiba SB 404S, 4 channels amplifier; n. 4 Toshiba SS-
37, loudspeakers.
7
Sergio Durante e Laura Zattra Eds. Vent’anni di musica elettronica all’Università di Padova. Il Centro di sonologia
computazionale. Archivio musiche del XX secolo, Ed. CIMS, Palermo, 2002.
8
Max Mathews (et al.). The technology of computer music, MIT Press, 1969.
9
Alvise Vidolin. "Re-synthesis of analogue electronic music compositions by computer: a teaching experience", in
Erwin Nueenschwander and Laurence Bouquiaux Editors, Proc. XXth Internationa Congress of History of Sience
(Liège,20-26 July 1997) Vol. XX “Science, Philosophy and Music”, pp. 227-235. © 2002, Brepols Pubs., Turnhout,
Belgium. ISBN 2-503-51414-6.
10
Alessadro Pianu. "Ricostruzione in ambiente digitale dei primi 1'02" di Gesang der Jünglinge di K. Stockhausen", in
Maria Cristina De Amicis Ed. La terra fertile - Incontro Nazionale di Musica Elettronica - III edizione, L'Aquila, 1998.
11
Paolo Furlani e Paolo Zavagna, "Formalizzazione di un processo compositivo: Lo Studie 1 di K. Stckhausen." In Atti
del VII Colloquio di Informatica Musicale, Roma, 1988.
12
Paolo Furlani e Paolo Zavagna. Uno studio musicale all'elaboratore. Analisi e sintesi dello Studie 1 di K. Stockhausen
Campanotto Editore, Udine, 1988.
13
Massimo Marchi. "Esecuzione mediante elaboratore di Essay di G.M. Koenig: problematiche della esecuzione
digitale di brani analogici", in De Amicis M. C. Ed. La terra fertile - Incontro Nazionale di Musica Elettronica - I
edizione, L'Aquila, 1994.
14
Henri Pousseur, 2004 (1959). "Scambi — description d’un travail", in Pousseur, Henri, Ecrits théoriques 1954-1967,
ed. Pascal Decroupet (Sprimont: Mardaga), pp. 147-59.
15
Mario Colbacchini. "Algoritmi di sintesi che stanno alla base di Glissandi di György Ligeti", in Maria Cristina De
Amicis Ed. La terra fertile - Incontro Nazionale di Musica Elettronica - I edizione, L'Aquila, 1994
16
Per esempio nel filtro risonante AA non si conosce la corrispondenza fisica della scala 0-10 della sensibilità di
ingresso (Empfindlichkeit) e del fattore di risonanza (Rückkopplung) nella scala 1-11.
17
Una prova di composizione elettronica, una di analisi di un'opera di musica elettronica, un colloquio orale.
18
A partire dagli anni '90 insegno Musica Elettronica anche presso l'Accademia internazionale della Musica –
Fondazione Scuole Civiche di Milano – Politecnico della Cultura delle Arti delle Lingue – IRMUS di Milano. Nel
seguente articolo è riportato il programma di un ciclo monografico di lezioni da me tenuto dei primi tre anni di
insegnamento. Alvise Vidolin. "Tre anni di lezioni sulla musica elettronica alla Civica Scuola di Musica di Milano", in
Quaderni della Civica Scuola di Milano, n. 23-24, pp.5-9, 1993.
19
Prof. Corrado Pasquotti, titolare della cattedra di Nuova didattica della composizione.
20
Sergio Canazza and Alvise Vidolin, Eds. "Preserving Electroacoustic Music." Journal of New Music Research.
Special Issue, 30(4), 2001.
21
Alvise Vidolin. "Ambienti esecutivi", in I profili del suono, Tamburini e Bagella, eds. Musica Verticale - Galzerano,
1987
22
Alvise Vidolin “Musical interpretation and signal processing.” In C. Roads, S. Pope, A. Piccialli, G. De Poli Musical
Signal Processing. Swets & Zeitlinger: Lisse (NL), 1997 ISBN 90265-1482 4.
Primo anno
Analisi, ascolti e ricostruzione in laboratorio di uno o più estratti di un'opera degli anni '50 tratti fra i seguenti:
Pierre Schaeffer, Cinq études de bruits (1948)
John Cage, Imaginary Landscape n. 5 (1952)
Karlheinz Stockhausen, Studie I (1953)
Karlheinz Stockhausen, Studie II (1954)
Karlheinz Stockhausen, Gesang der Jünglinge (1955-56)
György Ligeti, Glissandi (1957)
Henri Pousseur, Scambi (1957)
Franco Evangelisti, Incontri di fasce sonore (1957)
Luciano Berio, Thema (Omaggio a Joyce) (1958)
John Cage, Fontana Mix (1958)
György Ligeti , Artikulation (1958)
Bruno Maderna, Continuo (1958)
Edgard Varèse, Poème électronique (1958)
Iannis Xenakis (1922) Concret PH (1958)
Elettroacustica
La catena microfono, mixer, amplificatore, altoparlante.
La memoria acustica. Tecniche di registrazione e di riproduzione.
1
Conservatorio "B. Marcello" Venezia Scuola di Musica Elettronica Programma di studio quadriennale
Secondo anno
Analisi, ascolti e ricostruzione in laboratorio di uno o più estratti di un'opera degli anni '60 tratti fra i seguenti:
Iannis Xenakis, ST10/1, 080262 (1955-62), per ensemble
Gottfried Michael Koenig, Essay (1958)
Bruno Maderna, Musica su due dimensioni (1958)
Luciano Berio, Differences (1958-60)
Luciano Berio, Visage (1961)
Karlheinz Stockhausen, Kontakte (1959-60)
Karlheinz Stockhausen, Mikrophonie I (1964)
Luigi Nono, La Fabbrica Illuminata (1965)
Luigi Nono, Ricorda cosa ti hanno fatto in Auschwitz (1965)
Steve Reich, Come out (1966)
Karlheinz Stockhausen, Telemusik (1966)
Karlheinz Stockhausen, Himnem (1966/67)
Gottfried Michael Koenig, Terminus II (1966/67)
Gottfried Michael Koenig, Funktion Blau (1969)
Karlheinz Stockhausen, Mantra (1970)
Elementi di psicoacustica
Durata, altezza, intensità, timbro, spazio.
Percezione della durata: soglie di discriminazione, integrazione e segregazione temporale, organizzazione
ritmica.
Percezione dell'altezza: soglie e discriminazione differenziale (JND).
Intervalli, scale musicali, scala in Mel.
Stimolazione multipla: battimenti, banda critica, suoni di combinazione. Consonanza e dissonanza.
Percezione dell'intensità: soglie, discriminazione, curve isofoniche, misura del volume in dB, phon, sone.
Percezione del timbro: fattori temporali, spettro, formanti.
Interdipendenza fra i parametri percettivi: altezza tonale e spettrale, armoniche aurali, mascheramento.
Relazioni fra dinamica musicale e timbro.
Percezione dello spazio: differenze interaurali, direzionalità, distanza, velocità di un suono. Prospettiva
acustica: relazioni fra dinamica musicale e distanza.
Elettroacustica
Tecniche di montaggio e di composizione con oggetti sonori.
Organizzazione nel tempo. Variazioni di durata, dilatazioni e compressioni temporali. Inversione del tempo.
Finestre temporali. Congelamento dei suoni. Accelerandi e rallentandi.
Variazioni di altezza. Trasposizione tonale, spettrale, a formanti costanti, traslazione, glissandi.
Interdipendenza fra variazioni di durata e di altezza.
Terzo anno
Analisi, ascolti e ricostruzione in laboratorio di uno o più estratti di un'opera degli anni '70 tratti fra i seguenti:
James Tenney Analog # 1 (noise study) (1961)
John Chowning, Turenas (1972)
Charles Dodge In celebration (1975)
Jean Claude Risset, Inharmonique (1976)
John Chowning, Stria (1977)
Jean-Claude Risset Inharmonique (1977) per soprano e nastro
Michael McNabb Dreamsong (1979)
James Dashow, Conditional Assemblies (1980)
Jonathan Harvey Mortuos Plango, Vivos Voco (1980)
Barry Truax Arras (1980)
John Chowning, Phonè (1981)
Charles Ames, Gradient (1982), per pianoforte
Wolfgang Motz Sotto pressione (1982) per due oboi e nastro
Jean-Claude Risset Contours (1982)
Jean-Claude Risset Passages (1982) per flauto e nastro
Denis Smalley Vortex (1982)
Marco Stroppa Traiettoria...deviata (1982) per pianoforte e nastro
Karlheinz Stockhausen Kathinka's Gesang (1983-84) per flauto e suoni elettronici
Richard Karpen The vision (1984-85)
Barry Truax Solar Ellipse (1984-85)
Jean-Claude Risset Sud (1985)
Trevor Wishart Vox-5 (1986)
Denis Smalley Wind Chimes (1987)
Agostino Di Scipio fractus (1989-90), per viola e suoni di elaboratore
Roberto Doati Donna che si copre le orecchie per proteggersi dal rumore del tuono (1992)
Elettroacustica
Trasformazione timbrica.
Influenza delle variazioni di durata e di altezza sul timbro.
Variazione timbrica mediante filtraggio. Variazioni di energia per bande di frequenza. Filtri risonanti.
Filtraggio statico e dinamico.
Filtri comb, allpass. Riverberatori. Algoritmo di Karplus-Strong.
Reti di linee di ritardo a retroazione (FDN).
Collocazione spaziale dei suoni.
Simulazione di sorgenti sonore in movimento.
Informatica
Lo standard MIDI. Architettura di sistemi discreti collegati via MIDI.
I sequencers e il linguaggio MAX.
Algoritmi per la generazione e la elaborazione di eventi MIDI.
Tecniche di sincronizzazione e di controllo per l'esecuzione dal vivo.
Quarto anno
Analisi, ascolti e ricostruzione in laboratorio di uno o più estratti di un'opera degli anni '80 tratti fra i seguenti:
Karlheinz Stockhausen Mixtur (1964) per orchestra, quattro modulatori ad anello e generatore di suoni
sinusoidali
Pierre Boulez Répons (1980- ) per sei solisti, gruppo da camera e live electronics
Luigi Nono A Pierre. Dell'azzurro silenzio, inquietum (1985) per flauto contrabbasso, clarinetto contrabbasso e
live electronics
Luigi Nono, Post-prae-ludium per Donau (1987) per tuba e Live Electronics
Pierre Boulez, Dialogue de l'ombre double (1987) per clarinetto e Live Electronics
Luciano Berio, Ofanim (1988) per soli, coro, orchestra e Live Electronics
Salvatore Sciarrino, Perseo e Andromeda (1989) per quattro voci e suoni di sintesi
Kaija Saariaho Io (1987) per orchestra, nastro e live electronics
Philippe Manoury Pluton (1988-89) per piano e live electronics
Salvatore Sciarrino Noms des airs (1994) per qualsiasi evento sonoro e live electronics
Elettroacustica
Rappresentazioni tempo/frequenza.
Tecniche granulari di generazione e di elaborazione dei suoni.
Tecnica vocoder e vocoder di fase. La predizione lineare.
Sintesi incrociata e tecniche di morphing.
Sintesi per modelli fisici.