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_Salvatore Pricoco Jl monachesimo vyoLuM puBaLicaTy —_ sumer FEL 20 Q ketori Laverca \— © 2003, Gius. Later & Fig Introduzione Prima edizione 2003, Propries leweraria riservata B recente la notizia, riportata da numerosi giornali enropei, Gius, Lateran & Figh Sp, che il monastero di Mont Saint-Michel nella Normandia, tra Roma Basi {pit celebri al mondo per una storia millenaria di dramma chee gloriose vicissitudini, non chiuder, Quando pareva che Finito di sampare tel gennaio 2003 ci fosse inevitabile, perché i due uhimi, anziani benedettint Poligefico Deboniano - rimasti non sarebbero stati sostituiti, una comunita di otto ae ‘monaci di un nuovo Ordine gerosolimitano si insediata nel- one V'abbaria fondata da sant Oberto allinizio dell’ottavo secolo CL 20.6865-% ¢ ancora oggi visitata da milioni di persone. Analoga fortuna ISBN 68-420-6665.2 non ha avuto la gran parte dei monastesi europei, che oxmal da alcuni decenni.o chiudono o vengono convertti ad alte usis in aree museali, in centr tuisticio di congress, in sedi di accademie musicali. E anche facile rendersi conto della rarita 2B viet La iprodusione, anche con la quale accade nelle nostre citta di incontrare un mona. ee 0. Né, quando lo si incontrasse, sarebbe riconoscibile dal tnche ad iso fate 0 didatice, abito, usato ancora all'interno del convento, nan piti fuori ere lpg ein acca dies. ci eae pel 1a storia del manachsimo © nan sla di cl ri ro dare te. Qi gs no ~ & costellata di episodi di crisi dovuti @ rapioni interne poimesmeeneen (cultural e religiose), o a ragioni esterne (le difficolta econo- In peavivena on od imiche, Pindifferenza o lostlita sociale, !avversione dei rei di easmecere a conoscenen. ‘mi politic’). Persecuzioni di vatio genere hanno segnatoi rap- Chi feccopa un ibe, ei mere port frail potere monastico e gi altri poter, delle cita, de: , nella quale i fratelli convenivano per la preghiera comune. Quando que- sto primo monastero risult® insufficiente a ospitare la folla crescente dei postulanti altri ne furono creat, via via a mag- gior distanza dal primo. Alla morte di Pacomio, i monasteri crano gia undici (due dei quali femminli). Essierano forma- tia case agaruppate in modo da costituire dei veri e propri villagsi, ed erano governati da una regola che organizzava i monaci in gruppi ¢ dettava le principali norme di comporta mento, Pacomio si attribuiva privileg carismatii ecceziona I, fra i quali una particolare capacita di discernimento, che ali consentiva di leggere nel cuore degli uomini. Sosteneva di ‘essere in costante colloquio con potenze angeliche, con le quali comunicava con un particolare, misterioso alfabeto, € che erano state queste a dettarglile sue norme per i monaci. La data della morte, tramandata al 9 maggio, @ da porre nel 346 0, pid probabilmente, nel 347, ‘Requisti irrinunciabili per Vappartenenza alla comunita pacomiana erano la poverta del singolo, e dunguc la rinunzia preventiva ad ogni bene personale, ¢ Fobbedienza al supe- riore. I cenobiti vivevano solitari ciascuno nella propria abi tazione, esi riunivano solo peri past (nella quaresimae, sem- pre, il mercoledi e il venerdi il pasto era unico) per la pre shiera in comune, Erano tenuti a lavorare, continuando i lo 10 abitualilavosi manuali o coltivanda i terreni del monaste 10. Il ricavato serviva al sostentamento dei monaci ¢ alla ca rita verso i poveri, ma ci fu anche un processo di accumula zione che nel corso del tempo fece di alcuni monasteri dei ve rie propri potentati economic. La regola della poverta cil r- ore dei costumi non sempre vennero tollerati. Git i succes sori di Pacomio~ Petronio, Orsiesi, Teodoro — dovertero fa re i conti con una crescente tendenza dei monasteri alla se colarizzazione e alfallentamento del rigore prescrtto dalla regola. Il cosiddetto Liber Orsies - ultimo testo della Re ‘ula Pachomii - richiama costantemente i monaci a.vivere se condo Poriginario insegnamento del fondatore e ad accetta: re senza cedimenti la regola di poverta 10 Nel corso del IV secolo le comunitit monastiche si diffu. sero anche fuori di Tabennesi, assumendo forme diverse. Nell'Alto Egitto, presso il vllaggio di Atripe, ebbe grande sviluppo il Convento Bianco, fondato dopo la meta del seco Joe dietto per molt anni dallabare Scenute (gr. Sinouthios), che lo guidé con severiti inflessibile (anche con pene corpo rali durissime) e che altrettanto inflessbile e persino fanatica severit esercitd nella repressione del residuuo paganesimo egiziano e nelle controversic cristologiche. Un monastero pa- ‘comiano sorse dopo i 390'sulla costa egiziana del Mediterra neo, a Canopo, presso Alessandria, al posto dello splendide tempio di Serapide, distrutto dalle follecristiane per incita mento del vescovo Teofilo, Nel Basso Egitto, dal Nilo al con fine con il desertolibico in tre zone vicine (da nord a sud: la Nitra, le Celle e la Scetide) si insediarono lungo il IV secolo parecchie centinaia (o migliaia, secondo altre font) di asceti alcuni conducendo vita solitaria, alte in eomunita. Di qu tra loro che si conquistarono.maggiore fama i santita edi os servanza monastica ~ come Ammone, forse il primo a inse diarsi a Sceti,intomno al 330, 0 Macario, diseepolo isan’ An- tonio, o Pabate Arsenio, hanno conservato i ricardo talune Vite copte ealcune opete scrtte da testimoni oculari che sog- iornarono in qui luoghi: la Historta monachorum, scritta in sreco da un anonimo, poi rielaborata ¢ tradotta in latino da Rufino, la Historia Lausiaca, composta dal vescovo galata Pal: ladio, le Collationes di Cassiano. Questre tre opere risentono ~e lo dichiarano- dell’insegnamento di Evagrio Pontico, che dimond aleuni anni prima nella Nitria, pi a Cele, ¢ influenz® profondamente la prima cultura monastica, mentre pitt tardi (da Giustiniano nel 553 e in un successivo sinodo costanti nopolitano) venne accusato di origenismo e condannato, Forse indipendentemente dagli episodi egiziani, insedia ‘menti anacoretici cbbere logo nella Sisia orientale, ?'Ostoe ne, enelle zone montuose presso Edessa, nella Palestina. Qui si stabilirono pellegrini attratti dai luoghi santi, come il mo- naco Silvano, che fond® una piccola comunita sul monte Si- nai, 0 come san Caritone, che, venuto in pellegtinaggio dalla rmicroasiatica Iconio, diede vita a pitt lure nei pressi di Ge+ in rusalemme e di Betlem. Pia direttamente ispirate dai model: liegiziani furono le iniziative di larione, clebrato da san Ge rolamo in una Vite non priva di elementi romanzeschi, ma so- stanzialmente storica nelle linee general. Una pellegtina ve- ruta dalla lontana Aquitania, Egeria, dopo il 380, trovd nu- metose abitazioni di anacoreti nel Sinai In altre zone palest- ‘ns si impiantarono comunita latine, come quelle installate a Betlem da Gerolamo e Paola nel 386, o quelle fondate da Me- lania Maggiore e da Rufino intorno al 380 sul Monte degli Ulivi. Ancora Egeria riferisce di «numerosissimi» monaci che vivevano presso Edessa Nella Cappadocia intorno al 340 opera gi un gruppo di monaci sort la guida di Fustazio, poi divenuto vescovo di Sebaste, fautore di un ascetismo radica- le che attrasse ~ ma con correzioni profonde — Basilio di Ce sarea, il quale intorno al 360 organizzd una comunita asceti- cain un suo fondo, ad Annesi, sul Ponto, ¢ poi, divenuto ve scovo, fu promotore di iniziative monastiche a Cesarea. In Occidentele prime notizie furono portate forse da Ata- nasio, durante i suo esilio italiano del 340; in sepuito ne fu ono banditori pellegrini che, giungendo in Terra Santa, ave vano modo di ineontrare «li uomini del deserto». I primi cpisodi ai quali possiamo attribuire caratteri monastici cert, e che appaiono databili con apprezzabile approssimazione, cadono pit tardi, dopo la meta del secolo. I pit antichi sono lepati a Martino di Tours, il quale trail 357 e il 360 fond® a Milano un «monastero» (come dice il biografo, ma monaste- riura poteva essere anche Pabitazione di un anacoreta), poi si sitrasse a vita ascetica nell'soletta di Gallinaria, sulla costa gure, infine nella Gallia aquitanica diede vita prima a un asce- terio a Ligugé, otto km a sud di Poitiers, poi a una comunita a Marmoutier, presso Tours. Allincirca coeva (probabilmen te nel 363) la costituzione presso Vercelli, ad opera del ve- scovo Eusebio, di una comunita di chierici, monasterium cle ricorum, che si ispiravano a modelli orientali ¢ vivevano pre. gando ¢ lavorando, lontani dalle cure del mondo, a guisa di angeli. Anche Gerolamo, con amici e condiscepoli come Bo- oso, Rufino, Eliodoro, Cromazio, pass® per iniziative mo- nastiche, delle quali ignoriamo gli esatilineamenti. Di un 12 ‘monastero milanese, stuato «fuori delle mura» ¢ patrocinato da Ambrogio, fa menzione Agostino in un celebre passo del libro ottavo delle Confessions. Un forte movimento ascetice siverificd a Roma, dove Pideale monastico fu predicato, do. po Atanasio, da Gerolamo, negli anni del suo sogyiorna alla corte di Damaso, ta il 380 e i 384, Le iniziative delParsto ctazia romana, della quale ci danno noizia gi scrtti di Ago. stino, Paolino Nolano, Pelagio e sopratturto Gerolamo, non hanno carattere propriamente monastico, ma sono piutosto da inquadrare in quel fervore di inteaprese ascetiche che tal- volta sono state definite un moto «premonasticon, pirate al le istanze pitt sentite dell'ascesi cristiana ma non ancora se agnate dal pieno distacco dalla societa. Nel 387, lasciando I talla per Africa, Agostino sa di monasteri fomani nei quali s vive alla maniera orientale, sotto la guida di un superiore e ap: Plicandosi a lavori manual; ma dalle letere che ha scrto qualche anno prima, quando non ha ancora lasciato Roma per Betlem, appare che Gerolamo non solo non conosce l'e sistenza di monasteri a Roma, ma sa che a quella data lati vitd monastica & costituita da aruppi che si riuniscone in se private. Di monasteri romani sappiamo pitt tardi, sotto Si- sto TI e Leone I. Nel?area dell alia centro-rnevidionale biamo notizie vaghe di aleune fondazioni quella di Pineto, vi cino Terracina, al cui abate Rufina invid, intorno al 396, la traduzione delia regola basiliana, ¢il monastero a cui diede vita Paolino a Nola nel 395. In questi ambient geavitaneiat- torno a Roma circold, oltre Asceticon basitiano, la regola pa: comiana che Gerolamo tradusse nel 404, su una precedente traduzione greca dal copto. Di inizitive cenobitiche si fece promotore sant’ Agostino al suo ritorno dall Italia in Africa Sebbene non raramente ne sia stata rivendieata 'autocto™ nia, il monachesimo occidentale deriva da quello orientale, Linfluenza dell’Oriente & meno ravvisabile nella prassie sul piano concretamente normativo che nell'ambito dei modell Di nessuna comunita occidentale é attestato che sia stata go. vvernata sin dall'inizio da una regola orientale, Proveniva in vece dall Oriente o vi siispirava la prima letteratura mona stica che, tra gli utimi decenni del IV secolo ei primi del V, B ceclucd agli ideali dei solitari d'Egitto, Palestina ¢ Sitia le vo- cazioni ascetiche occidentali. Oltre la Vita di Antonio i Ata nasio, anche le Vite seritte da Gerolamo celebrano monaci oriental; e molte delle sue lettere sono trattatti di teoria mo nastica ispirati alle suc esperienze nella Calcide e in Palesti na, Rufino ¢ Cassiano divulgano le vicende e i detti dei pit celebrati padsi del desesto. Anche scritti come il De laude ere ‘mi eil De contemptu mundi di Eucherio, duc lettre di elogio della vita monastca, idealizzano ed esaltano i costumi degli ‘Acgyptit patres. Il paesaggio, i modi dell'anacoresi indicati ‘agli asceti, 'abbigliamento e Palimentazione dei monaci: tut to rimanda in quest scritti ai modell culturali dell'Oriente. Le comunita occidentali si strutturarono lentamente, re- stando a lungo non pitt che piccoli o piccolissimi aggrenati ancora a Regula Magisti, in pieno VI secolo, guardera a una comuniti ideale costituita da ventisei persone, ciot da due decadi di monaci, quattro prevosti, il cellario e 'abate. Le re gole orientali— quella di Basilio e quella di Pacomio - opera- rono non gia presiedendo direttamente al formarsi i una co- ‘monita o direttamente assunte a governarla, ma influenzan- dole regole che andarona nascendo in Occidente, e fornen: do loro piuttosto suggestioni e modelli che un codice siste- ‘matico ¢ accettato in blocco. Solo lentamente le regole co- ‘minciarono a essere considerate codici perentoric vincolan- Ii «Vivere secondo la cegolay, vivere iuxta regulam, significa vva semplicemente vivere secondo la spiritualita monastica, ¢ rel cenobio erano note pitt regole, che venivano lette ¢ com- rmentate come testi di parenesi monastica, dai quali trarre non norme imperiose di vita pratica, ma orientamenti € pre- ‘ett spitituali e moral, al pari della Vita dé Antonio e delle al- tre Vite di eremitie di abatie, soprattutto, al pari dela Sacra Scrittura, considerata la fonte suprema non solo della spiri- tualta, ma anche della condotta del monaco. 3. Esecoli benedettint Se da un lato il quadro del monachesimo europeo dei primi secoli é, come abbiamo visto, frammentato ¢ complesso, co- 4 stituito da realta diverse da regione a regione, da comuniti comunita, da un alteo lato, visto nel suo insieme ¢ nella lun- ga durata, eso appare unificabile, Non ci sono — come ci sa- anno pi tardi, quando si formeranno i vasi Ordini seligisi forme e isttuzioni programmaticamente differenziate © specializzate:i monaci non si propongono fini diversi né sen- tono di appartenere a famigle differenti, ma sentono di for- ‘mare come tn unico popolo, diverso solo dal resto della s0- cieti dalla quale si sono staceati. Turro sommato, da Bene detto fino al secolo XI, quando viene fondata Citeaux, nes suna forma cenobiticaradicalmente nuova appare in Europa E gli stessi Cisterciensi, volutamente diversi anche nel!abito ii monaci bianchi contrapposti ai monaci neti-,continuano a richiamarsi a Benedetto e alla sua regol La prima parte di questo lungo periods, fino all’et2 earo- lingia, vide il fento, ma progressivo dilfondersi della regola benedettina, che fini con l'introdursi nei monasteri di quasi tutta Europa occidentale e restarv, per circa seicento anni, L'unico codice coneretamente applicato. II moto monastico reclutd proseliti in aumero erescente e venne estendendosi quasi in tutte le regioni, anche se una mappa degli insedia- itici nell’Occidente rardoantico non & disegnab econ completerza e sicurezza né siamo in grado di dire con discreta approssimazione quale fosse la consistenza numeri ca della popolazione monastica. Sembra esagerata la prima cifta di cui abbiamo notiia, i quasi duemila monaci che Sul picio Severa ritenne di vedere dietro il feretro di Martino di ‘Tours (morto nel 397), ed & pit verosimile che si trattasse di ‘una flla composita di devoti di conversi, di vergini, oltre che di monaci, Allenfasi apologetica @ dovuta V'ndicazione di Paolino di Nola, secondo il quale il settentrione della Gallia, ppoce pitt tard, rigurgitava di monasteri popolosi per merito dell apostolato di Vitticio di Rouen. Neanche per le singole comunita disponiamo di cfre credibili. E questo un dato che sembrerebbe dover essere il pit a porcata di mano tutte le vol te che riusciamo ad avere notizia di un insediamento cenobi tico e che, a contratio, ci resta quasi sempre ignoto, Esso va dalliperbolicacifra di cinquantamila monaci indicata da san bo Gerolamo per la grande comunité pacomiana alle due decu- rie che la Regola del Maestro assegna al monastero ideale. In questi secoli Lespansione monastica subi arrestie tal: volta anche arretramenti, a causa di rivolgimenti poli guerre e invasioni, anche di cris disciplinari e spiritual in _teme alle comunita; ma poi si riavvid c la rete delle fondazio- ni fini col raggiungere le regioni estreme dell’ Europa. Come nel V secolo, anche nel VI centri di viva propulsion furono Ja Provenza e'Iala; in altre egioni, come la Spagna ela Gal- lia merovingia, i monasteri si moltiplicarono; nella Britannia ‘nellrlanda il monachesimo eeltico, impiantatosi in seguit alle iniziative di Germano di Auxerre e di san Patrizio, dopo tun petiodo di disordini intern e difficolta dovute alle inva sioni germaniche, intorno alla meta del secolo registro una fa se di grande sviluppo, elaborando anche lineament originali ¢ producendo personalita di grande rilievo, come Colombia 10 (ca, 540-615). Questi, dopo venti anni trascorsi nel mons stero di Bangor in Irlanda, si diede a peregrinare c fonds nu metosi monasteri destinati a grande fortuna, tra i quali Luxeuil, nella Borgogna, ‘Bregenz, sul lago di Costanza, in Svizzera, da cui deriveri la grande abbazia di san Gallo, e Bobbio nella Lombardia, Bobbio acquistd prontamente un tilievo di portata curopea nel quadro del monachesimo alto: rmedievale per lmmenso pattimonio fondiario, peri privile siconcessigli prima dalla monarchia longobarda, poi da quel- [a carolingia, per 'intensa ativita del suo serptorium, grazie alla quale fa costituita una biblioteca di straordinatia ric. chezza. I monasteti di ispirazione colombaniana, fautori di una vita monastica pit severa ¢ rigorosa, proliferarono lan; iI VIT secolo e in talune regioni, per esempio a nord della Le 1a, furono tra i centri pit ativi; nella Gallia meridionale re statono vitalii grandi monasteri dell’epaca precedente, a tins, ad Ades, « Marsialia, ele fondazioni che ne erano deri- vate; in tala le regioni del Settentrione e del Centro risenti rono degli sconvolgimenti provocati dallinsediamento lon- gobardo (la stessa Montecassino fu distrutta verso il 580), in quelle meridionalic nella Sicilia prosperarono forme di mo- rnachesimo greco, legate alla regola basiliana, Il monachesimo 16 anglosassone espresse grandi personaliti, come Benedetto Biscop (ca. 630-690) ¢ Beda il Venerabile (673-733), ¢ svilup- 1pd una vivacissima spinta missionaria che condusse allevan- -aclizzazione dell Olanda, della Getmania meridionale, dell Scandinavia, di parte della Polonia c della Boemia. Tntorno all’800 una fitta rete di nrandi abbazic costella 'Buropa. Montecassino, restaurata da un monaco bresciano, Petronace, che nel717 vi siera installato radunandovi una pic. cola comunita, ha ripreso slancio e prestigio grazie ai duchi longobardi prima, poiairapporti con lamonarchia carolingla Nel corso del secolo VIIL Ja regola benedettina muove dalle piccole comunita della Sabina, viene accolta in grandi mona: ster italiani come Bobbio c la Novalesa, vali i confini del penisola artiva a San Gallo, aReichenau, nella Turingia, i In shilterra, nel regno franco. Qui per volonta di Carlomagno ¢ del suecessore Ludovico il Pio, ¢ per'iniiativa di un nobile di origine visigotafattosi monaco e promotore diriforme, Bene- detto di Aniane (m. 821), la Regola di Benedetto diventa lo strumento di un grande progetto di unificazione e viene im- ‘posta come unico codice disciplinare.liturgica. II progetto fu promulgaterinuun grande congresso di abati, renuto ad Aqui- sgrana nell'817Imposto nel corpo di un'immensa c vatia di- mensione terrtorale, che solo politicamente e momentanea mente aveva raggiunto lunita, non si tradusse operativamen tein unaprontauniformita di cultura, dicostumi, di prassiam- ministrativa, Ma la regola benedettina soppiant® quasi ovun auc le regole local: quelle di ispirazione colombaniana, dove ancora resistevano, ¢ pi tardi,nellTtalia meridionale ¢ nella ia, quelle di ispirazione basiliana Dal IX al XIII secolo si pud, ancora pia legittimamente, pailare di secoli henedettini, nel senso che tutti i monaci si sentono «figli di san Benedetto>, riconoscono in lull loro pa trono, vedono nella sua regola il testo al quale richiamarsi. Anche la storia di questi secoli registra lunghi periodi di de. cadimento e difficolta, come i cento anni che seguirono alla cris del potere carolingio. Mentre le contemporanee inyasio ni di Normanni, Ungati ¢ Saraceni causavano la rovina di molti monasteri in Francia e in Italia, molte abbazie si tra 0 _sformarono in possedimenti feudali, al servizio di un abate che aveva tutti privilege gli obblighi di un signore feudale, ¢ videro la disciplina allentarsi, i costumi corrompersi. Un movimento di riscossa si verficd con Ia fondazione dell'ab- bazia di Cluny, nella Borgogna, all’inizio del X secolo, gover rata da una serie di abati lungimiranti e longevi, i quali nel corso di due secoli fecero delliniziale fondazione una costel- Jazione di monasteri,diffusi nel resto della Francia, nella Spa ‘gna, a Roma, nella Germania, Oddone (927-942) le dette tn ‘ordinamento unico nel suo genere, la pose direttamente sot: to la giutisdizione del papa, ricondusse i monaci alla discipl na ¢ alla moralita, riorganizz6 la giornata monastica asse: gnando un posto di gran lunga preminente all’uffcio liturg co € alfidando a lavoratori ester il lavoro manuale, manten ne alla casa-madre la sovranita anche sui conventi che ne de. rivarono. Liniziativa rspondeva a un’esigenza sempre pit av vertita ¢ della guale Benedetto di Aniane era stato precoce- mente consapevole, quella di sottrarre i singoli monasteri al: Tisolamento edi raggrupparli in comunita che fossero in gra do di resistere alle ingerenze del potere politico, dei signori feudali, dei vescovi,e agli sperperi patrimoniali degli abati. I vi conventi avevano ciascuno_un proprio priore, che go- ava la comunita secondo il modello della casa-madre ma senza interferenze. Tutti, perd, erano sottosposti all autorita superiore dell’ abate di Cluny, che li sceglieva e nominava e poteva chiamarli, quando volesse, a rendergli conto de! loro ‘operato, Al'epoca di Odilone (994-1049) Cluny costituiva ‘a Vistiruzione monastica pid vasta e potente della cristia nit; la basilica romanica ricostruita (dopo due costruzioni minori) sotto Pabbaziato di Ugo (1049-1109), lunga quasi duecento metri e altssima, tanto da prefigurare una conce- zione gotica, rest la chiesa pit grande di tutta Europa fino ‘a quando quella di san Pietro a Roma la superd di qualche ‘metro in lunghezza. Da Cluny uscirono in gran numero ve scovi, cardinali e anche tre papi. Cluny sarebbe sopravvissu tafino alla Rivoluzione francese, quando ? Ordine verne sop presso ¢ la gloriosa basilica fu messa a sacco, venduta come bene nazionale ¢ quasi interamente demolita 18 Ma la potenza, la ricchezza, il fasto dei cluniacensi furo no visti come un tradimento degli ideali monastici negli am- bienti spirituali e quando soffid pis forte lo spicito ciforma fe furono pervase molte fondazioni, alcune delle qual abbiamo visto sopra — ispirate pit allo spirito eremi tico che alle istituzioni cenobitiche. La fondazione pitt im- portante, e nata con professata sivalita nei confronti dei clu niacensi, fu Citeaux (Cisterciva), un nuovo Ordine al quale pid di ogni altro, va legato quel «rinascimento» monastic che gli tori’ individuano nel XII secolo e contrappongone alla «crisi» dell'eta precedente. Il suo programma eta di tor ‘pare alle origin, alla severta della originaria osservanza be nedettina e alla purezza della Chiesa apostolica. Esso esata vva la dimensione puramente contemplativa e ascetica¢ il fiuto di ogni ministero parzocchiale, la pratica del silenzio, della poverta, del lavoro manuale,'assohuto distacco dagl af fari del secolo, il ritiro in Iuoghi deserti e da honificare. Le terre da coltivare sono affidae ai coniversi, ral lic ie vi vono accanto ai monaci professi, ma uti sono chiamatia pre stare la loro opera; le abitazioni sono individual e assoluta mente povere; povere e disadorne, spoglie di arredi pregiat sono anche le chiese, ove i monaci si raccolgono per un uf ficio liturgico molto semplificato per fare posto a un nuove ‘equilibrio con il lavoro e la meditazione personale. La spit ‘walt. cisterciense si fonda sul! mile € la penitenza; si al ‘menta di una tensione dolorosa che nasce dalla continua ri flessione sulla miseria umana, e eresce con la rinunzia ascet- ca ela sofferenza quotidiana. ‘Questii programmi dei primi abati, il fondatore Roberte di Molesme, che nel 1098 si trasferi con un gruppo di giova ni monaci in un territorio scluageio e inaccessibile nella dio cesi di Chalon, lo bonificde vi costru il primo dei nuovi mo aster, il terzo abate, Vinglese Stefano Harding, il grands Bernardo di Chiaravalle. Anche per i cisterciensi, tutavia, le ‘compromissioni furono inevitabilie arrivarono presto. Nean- che loro sfuggirono agli impegni ecclesiastici, la loro laborio: sita e abilita,talvolta anche iloro traffici ei loro intsigh, as sicurarono alle abbazie immensi patrimoni, oro abati furo: 19 _Bo.spesso al centro di grandi affari della Chiesa c dello Stato, ispirarono Ia seconda crociata, capeggiarono la terzac la mis sione contro gli Albigesi,lottarono contro i pagani nella Prus- sine nei paesi baltic All'alba del XIV secolo i monasteri ma- schili erano circa settecento, ancora di piit quelli femminili, ma era anche grande e diffuso il divario fra leantiche idealitt ¢larealta. Molti dei monaster cisterciensi erano diventati dei potentati economici. All’antico riftuto di ogni prebenda ec: clesiastica edi ogni rendita che non provenisse dal lavoro mo- nastico era succeduto il diritto ~ sancito da Innocenzo IV nel 1246 ~ di raccogliere decime ed elemosine; le tere, non pitt lavorate esclusivamente dai conversi, venivano eedute in af- fitto; i conventi gestivano mulini, commerci, minicre. 4.1 nuovi Ordini Le grandi trasformazioni avvenute nella socicta occidentale dalla fine del X secolo ai primi del Trecento~il lungo proces- 50 di crescita demografica, lo sviluppo dell’agricoltura, del commercio e degli scambi, la rinata circolazione monetata, i rifiorice della vita urbana: insomma il nuovo dinamismo eco- ‘nomico, sociale, culturale ~ come cambiarono il volto del Europa, cosi non mancarono di imporre cambiamenti pro- fondi al monachesimo. Le forme nuove della produrione della ricchez2a misero in crisi Feconomia monastica,legata 2 sistemi feudali di conduzione fondiaria; alle esigenze dei nuo: vi sogzetti palitico-socialicosttuti dalle popolazionicittadi- ‘ne non seppero rispondere le strutture tradizionali di un mo- rnachesimo rurale ¢ signorile, Ne nacque un ulteriore distac: co dei monaci dalla societa. La loro difficolta di adeguarsi ai mutamenti in atto fu percepita come estranciti ai nuovi biso- ‘zi, soprattutto al problema della ricchezza. opulenza dei Benedettini ¢ dei Cisterciensi diventd il segno pits manifesto della corrazione della Chiesa e il bersaglio delle doterine isp rate al'evangelismo e alla rinuncia. Sorsero cosi, agli inizi del XIIT secolo, in risposta ai sor- ‘montant ideali dirigenerazione e di ritorno alle origini, nu- 20 merosi Ordinireligiosi,complessivamentedesignati come Or dini mendicanti, che non si limitarono a prormuovere delle semplic forme, ma praposero modell di spiritualita edi or- ganizzazione religiosa fadicalmente muovi. Gli obiettci pr mari che ess si diedero furono la ricerca della poverta, che si ‘raduceva in rifiuro del censo e delle decime e nel ricorso,co- ‘me unico mezzo disostentamento, ala mendicia, ela presen: za operante nelle citti che si traduceva nell'esercizio del ri ristero pastorale e caritativo-sociale c, soprattutto, nella pre- dicazione, Altri carattetierano Iitineranza,legata ai program- ‘mi missionari di alcuni di questi movimenti, nati per predica rela retta dottrina crstiana ne tervtori degli eretici e degli in- fedeli,cladipendenca diretta dal papa, chest traducevain una struttura centralizzata, che raccoglicva le singole casein pro- vince, le sottometteva al superiore generale dell’Ordine ¢ le rendeva indipendenti dai vescovi, Masi sempre discusso sci nuovi Ordini possano essere collocati entro il monackesimo cenabita, del quale mantengono il principio fondamentale, e attaccato come l'espressio. ne pid propria della Chiesa di Roma, della sua fonga manus predatrice, dei suoi costumi corrotti, il monachesimo scom- parve completamente o quasi dai paesi curopei passati alla Riforma, pati gravi danni anche in paesi rimasti in parte cat iolici, come i Paesi Bassi la stessa Francia, fu stadicato dal: Inghilterra con l'Atto di supremazia del 1554, in seguito al Guale le comunita furono sciolte ei loro beni confiscati. Non ‘olto pid tard, per la prima volta a opera della congregazio- ne benedettina portoghese, poi anche di ari Ordini, comu- nita monastiche sorsero nel Brasil, nel Pera, nel Messico ‘Erano {primi ini della grande avwentura extea-europea, che avtebbe poi assunto, specialmente fra I'Otto ¢ il Novecento, le dimensioni di una grande espansione intercontinentale ¢ che ancora oggi, e forse oggi pit che mai, costitusce il serba toio dal quale le diradate fila del monachesimo europeo at- tingono numeri eforze vital, Trisarcimento el rimpiazzo pit fort si ebbero com la fo- riguea di nvovi Ordini, nati in gran numero coa la Contro- tiforma, a difesa delle posizioni cattoliche ¢ in seaziane al: Toffensiva prorestante. Svincolati dalle residue strureure me dievali e apert alle esigenze della nuova socira, esi si pro pponevano in.genere un impegno pit: ative che contemplat Yo, una presenza forte nee ativti religiose, dalla predica zone all asistenza c alle pratiche caritative. Fra di essi mag- gior diffusione ¢ rilevanza sociale aequistarono i Teatini, i Barnabiti, i Somaschi e, sopra tutti, i Gesuiti, che diventazo- fo rapidamente TOrdine pitt importante nella storia della Chiesa, Ne fu fondatore Ignazio di Loyola (1491-1556), il ‘quale, dopo gli anni della giovinezza trascorsi come cortigia no al seguito del viceré di Navarra, ferito durante l'asedio di ‘Pamplona del 1521, fu colto da una crisi mistico-religiosa che “Joportia fori esperienze di pellegrinaggio, di studio, di it~ i ascetici calla fine sboccd nella risoluzione di dare vita a una nuova congregazione religiosa, che aveva come abbiettivo primario Vapostolato e percid rifiutava quelle occupazioni di tipo ionastico (soprattuto liturgiche) che poressero limitar: 5 lo 0 impedirlo e commetteva, invece, limpegno spirituale a forme assolutamente personal (Forazione mentale metodica, pli esercizi spiituali). Fondato su_un'oreanizaazione.di tipo senttalistica, che prevedeva una gerarchia ficolata in molti gradi e funzioni, e caratterizzato da un im- peg particolare, quello dell’obbedienza assoluta al papa (il _quarto vora),{'Ordine si sviluppa sapidamente e divent Val ‘iere, pit decisamente ed efficacemente di ogni altro organi smo cattolico, della Controriforma. ‘Lintransigenza, la crescente ricchezza e, soprattutto, la ramilicata ¢ invadente presenza in ogni comparto della so- ; Cassiano ¢ il Maestro scrivono di «coloro che chiedono diessere ammessalla disciplina del monastero»; parecchi se- coli dopo Francesco d’ Assisi e, pit tard, Ignazio di Loyola si rivolgeranno a quelli che accotrono nelle loro case pet servi- re unico Signore. ‘Tattavia, accanto alle motivazionireligiose bisogna consi derare anche altre ragioni, che variano col variare del contesto socialeedel momento storico, eche vengono influenzate, ode ‘terminate, dal diverso tipo di civilta, dai diversi gradi diculem ra propri dei paesi e dei tempi diversi. II monachesimo cristia no prese forma e consistenza in momenti di grande trasforma zione della societa antica, e motivi di carattere economivo, po- litico, sociale sono stati invocati a spiegare il somontante fe- ‘nomeno anacoretico alla fine del IIT ¢ nel IV secolo. NellE- _gitto copto o nella Sica Ja campagna (chera) ful anacoreti cristiani, ma anche di,debitori insolvent, di curiali mpienti, di fuoruscitiricercati dala giustizia, di perse- ‘ital politic edialtriancora. Il sorgere dicomunita fuori dal- ecittéo dai villaggi, la ricerca di rift soltari sono stati mes- si in relazione con fatti¢ situazioni dellcpoca, e spiegati con ‘motivazioni di carattere economico ¢ politico. Miseria e vio “Tenaa, intrighie convenience sociali hanno alimentatoil papo- Jo monastico in tutte Ie latitudini, dalle masse che nei mona- steri hanno cercato scampo dalla fame o dalla guerra alle mo. nacazioniforzateinuso per secolinellaristocrazia europea. La figurazione del monachesimo femminile adicatasinel! imma sinario collettivo deve non poco alle storie strazianti delle re cluse a forza, dalle principesse merovingie alla manzoniana ‘Virginia, Maria de Leyva, V'nfelice monaca di Monza, alla ‘Struggente ‘capinera’ di Giovanni Verga ‘Anche a prescindere da vicende estreme di questo tipo — che pur sono esemplari di situazioni e orientamenti general della societa ~il cenobio ha sempre svolto una funzione di ti 38 fugio, In moti scrtti monastici ~ non solo cristiani — la vita dell’ uomo c il suo correre tra le passioni del secalo sono rese con immagine della nave in balia.del mare tempestoso: uun'immagine di grave e antica tradizione retorica c flosofica, ra alla lerteratura clasica non meno che a quella cristiana alla stessa Scrittura. Essa viene recuperata ¢ rinnovata dal iltura monastic, nella quale ad accogliere il naufrago ¢ lo dai gorghi mortal, ciot, fuori metafora, dalla perdi na, € Teremo monastico, rappresentato come un ‘Porto sicaro, «il nobile e cranquillo porto della vita», al qua- lenon arriva neanche Peco minacciosa della tempesta: cos si legge nella Historia Lausiaca di Palladio. Nel De laude eremi di Eucherio viene raffigurata con le parole di Matteo la sicu rezza dl rifugio monastico, «fondato sulla roccia ¢ destinato a durate con immobile stabilita e salda mole, senaa cedere nella stagione delle procelle che gli piombano addosso né al lo spirare dei venti né all’infiltrarsi delle acque, c'solctta di Lérins, dove autore ha trovato asilo, @ rappresentata come tun porto sicuro ¢ amenissimo, che «accoglie con amotevoli braccia quelli che vengono dal mondo scampando alle sue tempeste eli pone doleemente al riparo della sua ombra men- tre ancora bruciano della vampa del secolo», Le stesse im magini ricorrono in altri scrittori lerinesi: in Vincenzo, che nel 434 scrisse, sorto lo pseudonimo di Peregrino, il celebre Conrwonitorium, nelle Omelie ai monact del bretone Fausto, abate di Lérins alla meta circa del secolo e poi vescovo di Riez, e nelPultimo dei grandi scritori lerinesi, Cesario d’Ar. les, che esorta a vivere «nel santo monastero come nel porto della quiete e del riposo e come in un lembo del paradiso» Questeraffigurazioni,¢ le mole alte che ne desiveranno, di scenderanno negti scritrori medievali fino a costituire dei ver rie proptirdpor ea perdere ogni valenza metaforica 5. cenobio come rifugio Ma non si tratta solo di immagini finzioni Ictteratie. Nella ‘metafora dell'eremo come porto e via di transito al paradiso 39 si proiettava una funzione reale del monastero, nella sua pri- ‘ma storia c in molte altre epoche successive, quella, cfoé, di offre un riparo da emergenae avverse o drammi storci. Gli sbarramenti che le prime regole monastiche, a cominciare da guella pacomiana, oppongono allingresso nel cenobio e le prove che esse impongono ai postulanti sono la dimostrazio- ne che non era la vocazione ascetiea unica motivazione di «quanti chiedevano Paccesso, ¢ che nel cenobio si cercava an- che riparo e asilo, Nella Regola di san Benedetto e nella sua fonte, Ia Regola del Maestro, le norme previste a questo ti guardo non rendono pit difficiliirtie le condizioni per!'am- missione rispetto alle regole piitantiche; le prove di tolleran- za edi umiltarichieste da Pacomio al postulante in attesa fuo- ri del monastero erano pit dure e spettacolari; pit aspre era no quelle previste dalle Regole dei santi Padri. Ma il Maestro «Benedetto motiplicano le riserve per verificare se il postu- ante «@ veramente alla ricerca di Dio», insistono nel mettere in guardia sulla radical dei mutamenti di vita richiesti da: Jacondizione monastica e sulla loro irreversbilita. Ese la rap- ppresentazione del monasiero come rifugio non compare mai nelle regole, cid accade proprio perch¢ il legislatore non pen sa al monastero come alternativa imposta dalle difficolta esterne; lo concepisce solo in positivo, come una istituzione deputata a fini specific, e come tale lo organiza, ‘Nella Gallia del V secoloe nelle altre regioni nelle quali di- lagarono i barbar, nell Italia del VI secolo devastata dal con: flitto goto-bizantino e dalla furia longobards, non pochi mo- nasteti svolsero funzioni di aslo per el indigeni oppressi dal- la guerra per:iprofughi daaltri paesi. Con la storia monasti ca della Sicilia e della Sardegna si intrecciano sicuramente le vicende dei profughi dal’ Africa vandala, vitcime della perse- cuzione ariana di Trasamondo. Fulgenzio, vescovo di Ruspe nella Bizacena, ripard con aleri membri del clero cattolico in Sardegnae vissealcuni anni, fino alla morte diTrasamondonel 523, in un monastero presso Capliar, facendone un centro at- tivo di dibattito tcologico ¢ di la intessendo rapporti con le ‘maggiori personaliti culrarali del suo tempo. Fra i suoi corsi- spondenti fu Eugippio, abate di quel monastero presso Na 40 poli, il Castrum Lucullanum, nel quale trové asilo un gruppé di profughi dal Norico, scacciati dalla violenza barbarica,e do ve ebbero scpoltura, dopo lungo exrare per lTealia, le spol isan Severino. Anche del Vivarium di Cassiodoro, presso Squillace, i Calabria, stato supposto che sia nato come rifugio di Ro mani o Ravennati di alto rango che avrebbero accompagnat. in esilio Cassiodoro, quando fu essutorato da ogni ufficio allontanato dalla corte ostrogota. Non si tratta di esiliati sto ricamente identificabili, come talvolta si & preteso, ma in dubbiamente la comunita squillacense si apel ad accoglic profughi di vario tipo: uomini stanchi del secolo, soverchiat dalle diffcolta della societa, minacciati dalle violenze o dal Vinsicurezza dei tempi, atrati, come da un sifugio di pace da questo monastero di fondazione signori, sowvenzionat da un patrizio di grande censo, aperto agli studi ¢ al lavor intellettuale. Di due personaggi storici di grande rilievo, in Jongobardo Rachis e il franco Carlomanno, sappiamo che fi ‘Rirono monaci a Montecassino alla meta del secolo VILL L; ‘moglie e la fighia di Rachis nel 749 si ritirarono nel monaste ro di Santa Maria a Piombarola. Rifugio ambito e volontariamente scelto, il monastero. stato anche luogo di relegazione forzata o di vera e propri cattivita, esié trovato con frequenza ad accogliere sovrani de posti, dignitari di corte esautorati, vescovi estromessi, eccle Siastici incolpati di gravi mancanze. Spesso eso ha fornit “un‘opportuna soluzione di compromesso palitico, se la mor ‘te 0 il carcere risultavano pene eccessive o rischiose nel cas di personaggi in qualche modo rutelati dalla loro notoriet’ accompagnati dal favore popolare. I sovrani merovingi di spensarono con larghezza prebende e privlegi ai monasteri “Bo dl io sepeservirono per relegaci nvversar scomadl Familiar’ tibell. Lo spagnolo Bachiario, vissuto a cavallo tr IV eV secolo, scrisse un opuscolo De reparatione lapsi sul ca so di un ecclesiastico—un diacono di cui non viene fatto il no zc ~ messo al bando dalla comunita ecclesiastica per un prolungata relazione con una donna consacrata a Dio. Il col pevole viene condannato alla relegazione in «un luogo remo al to¢ solitarion, «nel sepolcro di un luogo remoto, dove egli di mori turbato dalla vergogna del suo peccato, straziato dal verme della sua coscienzam, «nella piccola e modesta cella di un monastero», per un periodo deciso dal vescovo, un lasso i tempo necessario perché si perda il ricordo del peceato Leesistenza e diffusione di una prassi che relegava nei con- venti i chierci laps @attestata dalla Regola dei quattro Padri (Regula quattuor Patrum), probabilmente la prima a essere stata redatta nell Occidente latino dopo le brevi regole nate nel? Africa di Agostino, Nel capitolo che regolairapporti del- la comunita con altri monasteri e con il clero 8 riconfermata ‘Ta Hfuttanza con fa quale le antiche comunita monastiche si aprivano ai chicrici. Essi saranno ricevuti con rispetto, come 4Yconviene chi amminstn | sevill del leary ma ia loro _preseniza sara temporanea: si fara eecezione solo per gli ec lesiastici che siano stati trovati rei di eolpe e ai quali la di mora nel monastero sia stata imposta come strumento di umi Tiazione ed espiazione: «A nessun chierico sia consentito abi tare nel monastero, se non a coloro che sono stati indorti a uumiliarsi da una eaduta nel peccato e se si teatta di un ferito che debba guarire nel monastero con la medicina dell'umil tr. Pi tardi e ripetutamente sui chierici «aduti nel pecea- to», laps, relegati in convento per penitenza, si pronunce- anno numerosi conciligalici: Epaone (517), Marsiglia (533) ‘Orléans (538), Narbonne (589) e Auxerre (692-696), a storia ecclesiastica registra anche cpisodi di personag- ai celebri, scontratsi col potere politico @ coinvolti nelle lot- te tra le Chiese, che pagarono la sconfitta con la relegazione Forzata in convento. I dibattiti dottrinali che infiammarono la Chiesa postcostantiniana si conclusero con Fsilio degli scon fit, € pid volte fu un monastero ad accogleze il teologo i: belle, bollato di menzogna ¢ blasfemia. Forse finirono i loro giomi in un convento Pelagio, sconfitto da Agostino ¢ con- dannato dalla Chiesa ¢ dall'imperatore, ed Eutiche, esiliato dopo il 450, trionfatore, anno prima, al concilio di Efeso. Destino pid tragico ebbe Nestor, vescavo di Costantinopo- lie sostenitore accanito delle due nature di Cristo. Condan- a2 nato come «nuovo Giuda» dal primo coneilio di Efeso, nel ‘31, Fi deposto ¢ dappiima rimandato in un monasteto di Ant ‘pol fu spostato piti lontano, nelPinterno dell’ Egit qo, dove = come ha scritto Gibbon in una pagina memorabi Je ~ «amagistrati, soldati c monaci tormentarono devotamen teil nemico di Cristo ¢ di Cirillo». Accadeva cosi che nelle. remo monastico, tante volte celebrato come prefigura del paradiso sulla terra, dispensatore di pace © di gioie inef fabili dopo i travagli del secolo, si consumasse il dramma di sictedevano.e proclamaivano poriatori dh nuove ve rita chiudevano invece i proptigiotni nella sconfita e nell disperazione. Episodi del genere sarcbbero diventati innu: ‘merevoli nella lunga storia dela Chiesa cristiana. Ancota og ial pittoresco vescovo taumaturgo Milingo & stato impost di scontare a Monteeassino il breve periodo del pentimente ‘ma in questo caso i personaggt della vicenda sono pi vici alla pochade che al dramma, 6. Lammissione “Taste le religioni prevedono, trai loro ritual, momenti e ce rimonie che rappresentano e celebrano la ‘nascita mistica’ cioé l'aggregazione, quasi una seconda nascita, a una cond _tione, a un gruppo, a un grado di conoscenza che comport mmiglioramento, petfezionamento, privlegio reigioso, socia |e, spitituale. Anche Vammissione nella comunita monastic _spesso assume le forme dell'iniziazione, si sviluppa pes arad ‘viene contenuta in una durata prefssata, concepita come ut nerigdo di noviziato, inaugurate ¢ concluso da cerimonie ch frequentemente si ispirano a un simbolismo muziale ¢ che an “punzia, e alla fine sanziona, la trasformarione del candidat in un uomo ‘nuovo', Anche in essa si rintracefa la sturtur tsipartita che l'antropologia moderna ritlene propria dei ri iniziatci, non escluso quello battesimal: la separazione, cio la fase nella quale Viniziando si stacca dalla situazione nell guale ha finora vissuto; a iminalita cio’ il periodo della pre parazione, nel quale egli non & ammesso ancora nella nuov: 8 condizione ¢ vive al confine, trail vecchio e il nuovo, e che costituisce il vero periodo di prova, strutturato ii mmedo da saggiare la capacita del candidato ad assumere il nuovo ruo- Joolasua ‘degniti' alla nuova aggregazione; infinel rito d'in- _gresso, che stabilisce il definitivo passaggio alla nuova condi- ione ¢ solennizza!'acquisizione della nuova identita. La pri- ma fase andrebbe identificata nel breve periodo ante ianuam, ‘

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