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dott. ing.

Alberto Guglia
IL RUOLO PROFESSIONALE DEGLI INGEGNERI DIPENDENTI PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI AZIENDE PRIVATE
Premessa un tema di estrema importanza e incisivit per lo sviluppo sociale, economico e culturale del Paese nella visione di una sempre maggiore efficienza dei servizi tecnici della Pubblica Amministrazione P.A. e dellapparato produttivo nazionale dellindustria e dei servizi nel quale lingegnere svolge, in rapporto di dipendenza, attivit professionali complesse e di primaria importanza che hanno consentito e consentono alleconomia italiana di stare al passo con i Paesi pi sviluppati. IL RUOLO PROFESSIONALE E LA FIGURA DELL INGEGNERE DIPENDENTE Nel numero 337/2006 de LIngegnere Italiano, organo ufficiale del CNI, a firma di Giancarlo Martarelli, si rileva che gli ingegneri iscritti allOrdine oggi in Italia sono 180.000 che negli ultimi anni il tasso di crescita degli iscrizioni del 5%. Se fossimo legati non da comunanza culturale e professionale, ma da appartenenza di natura diversa, rappresenteremo una forza sociale di peso non indifferente in Italia. Sentimenti di natura associazionistica, come lappartenenza alla categoria e il desiderio di partecipare alle iniziative di aggiornamento tecnico, motivano questi colleghi a iscriversi allOrdine senza esserne obbligati per legge. Incentiva liscrizione anche la tendenza alla diminuzione dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato, che ha creato molti liberi professionisti il cui unici cliente unazienda. Si constatato che nei giovani laureati c la tendenza ad iscriversi e a partecipare alla vita dellOrdine, alla ricerca di unidentit professionale che resti tale anche attraverso i cambiamenti di occupazione e di ruolo. La situazione era ben diversa anni fa quando loccupazione veniva scelta allorigine della carriera e di solito non cambiava fino al pensionamento. La stabilit del rapporto di lavoro in un Ente Pubblico o in unAzienda offrivano prospettive stabili, cos come loffriva la libera professione e linsegnamento.

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La situazione era ben diversa anni fa quando loccupazione veniva scelta allorigine della carriera e di solito non cambiava fino al pensionamento. La stabilit del rapporto di lavoro in un Ente Pubblico o in unAzienda offrivano prospettive stabili, cos come loffriva la libera professione e linsegnamento. Oggi la realt molto diversa: Gli Enti Pubblici si sono drasticamente ridotti e spesso assumono con contratti a termine (precari). Le Aziende nascono, cambiano, si ristrutturano e a volte cessano con una rapidit impressionante. La libera professione e linsegnamento si stanno modificando profondamente per effetto della trasformazione socio-econo-mica in atto. Soprattutto si cambia spesso lavoro, passando da libero professionista a dipendente o viceversa. Se vero che ladesione degli ingegneri agli Ordini crescente, altrettanto vero che aumentano le aspettative degli iscritti nei loro confronti. Gli Ordini si trovano di fronte ad un compito stimolante perch ci si aspettano non solamente compiti istituzionali, ma anche servizi innovativi ed efficienti. Ma quale la figura dellingegnere nei confronti del suo Datore di Lavoro? Molto spesso questo non formalizzato dal Contratto Nazionale di Lavoro per il quale, dove possibile, il CNI si sta impegnando da lunghi anni per trovare la soluzione che dia dignit, ma non solo, alla figura professionale dellingegnere. Specialmente nelle Aziende Private non viene data valenza alla formazione acquisita, al solo fatto di essere iscritto ad un albo professionale, ma solamente alle capacit tecniche richieste dallazienda. Si analizzeranno in modo pi approfondito questi aspetti. L INGEGNERE DIPENDENTI DA P. A. Se rammentiamo la definizione fondamentale dellesame di stato e liscrizione allAlbo troviamo una prima chiara risposta: Queste sono persone di fiducia a cui lo Stato affida mansioni e incarichi relativi allinteresse della collettivit. La ricerca di normalizzare la posizione di questi lavoratori allinterno della struttura organizzativa dello Stato o del Parastato oggetto di lunghi studi con progressi e con momenti anche lunghi di stasi nella definizione della figura professionale dove non si mai giunti ad una definizione conclusiva, ma dando di volta in volta un po di luce alla situazione. (Rinnovi del Contratto naz. di lavoro) La Legge quadro 109/94 privilegia il ricorso ai dipendenti abilitati allesercizio della professione per lo svolgimento di incarichi professionali riconoscendo un

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compenso supplementare pari al 2% dellimporto base di gara da suddividere tra tutti gli interessati; oppure il riconoscimento del 30 % della tariffa professionale. Questo fatto non si limitato ad un mero riconoscimento economico, ma ad un riconoscimento di figura professionale. Il sistema poi andato in crisi per problemi di finanza pubblica che passata piuttosto a far svolgere certe attivit allesterno (outsourcing). La costruzione di un sistema funzionalmente valido non pu che passare attraverso una continua contrattazione tra la P.A. e gli Ordini Professionali riuniti in un tavolo di lavoro e prendere in esame un larga variet di strutture ed enti riconducibili allo Stato definiti allart. 4 del DL 30 marzo 2001 n. 1865. Levoluzione: Parastato: L 70 del 1975 Sanit: L 761 del 1979 P.A.: L 59 del 1997 (Bassanini) che prevedeva una diversa disciplina per i dipendenti pubblici che svolgono qualificate attivit professionali) La definizione del CCNL (Contratto Collettivo Nazionale Lavoro) segue sempre un percorso complesso. La commissione (1999) ha deciso di non cristallizzare la situazione dei profili professionali, ma creare profili per la loro definizione anche a causa della diversa situazione tra amministrazione e amministrazione. Il primo concetto stato quello di riconoscere persone con formazione universitaria almeno quinquennale. Ma questo un presupposto necessario, ma non sufficiente: Il completamento deve provenire dalleffettivo svolgimento del ruolo. Il riconoscimento del ruolo deve passare attraverso Attribuzioni funzionali Declaratoria per la specifica area per omogeneizzare le competenze Collocazione nellorganizzazione del lavoro e grado di autonomia Tutte queste considerazioni sono state sospese anche nel triennio 2003 - 2005 rimandate alla contrattazione collettiva del prossimo rinnovo 2006-2009. L INGEGNERE DIPENDENTI DA AZIENDE PRIVATE La presenza nellOrdine Professionale degli Ingegneri che lavorano nelle industrie private, si scontra con una visione riduttiva che attribuisce lOrdine ai soli liberi professionisti e che per tali motivi dalliscrizione potrebbero aversi solo fastidi o ritorsioni da parte del datore di lavoro.

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LOrdine stesso potrebbe essere confuso con una organizzazione di categoria con valenza sindacale. Vedremo che ci non corrisponde a verit. convinzione condivisa che gli ingegneri dazienda sono il cervello dellapparato industriale italiano anche se operano con qualifiche gerarchicamente differenziate Impiegati Quadri Dirigenti Direttori in funzione dei contratti nazionali di lavoro ma senza nessun specifico riferimento alla comune matrice professionale di ingegneri malgrado che in fase di assunzione sia di prassi costante laccertamento del possesso formale del titolo di studio e la verifica, mediante prove desame, della corrispondente formazione scolastica. Questa situazione il motivo di maggior disagio dellingegnere dazienda nella quale sta operando senza nessun riferimento alla qualifica professionale che gli compete in forza di altre leggi. Non risulta che ci siano contratti di lavoro che riconoscano lo status di ingegneri con le relative peculiarit. Il paradosso: Pur non risultando impiegato, formalmente ed ufficialmente, alcun ingegnere nellindustria italiana, il nostro paese in grado di reggere il confronto degli altri Paesi maggiormente industrializzati. Il problema si pone anche sul piano sindacale, o meglio con le rappresentanze dei lavoratori maggiormente rappresentative che prediligono la massa uniforme piuttosto che le differenziazioni tra i lavoratori. Aprire un altro fronte non gradito dai settori HR (human resources). Comunque gli ingegneri sono in numero limitato, ma sempre in continua espansione sia perch forza produttiva altamente efficiente sia perch la scolarit sempre pi avanzata. Laspetto giuridico. facile riconoscere il prestatore dopera indipendente che dialoga col committente in una forma di collaborazione autonoma. Autonoma nelle scelte operative, nella propria organizzazione e dove conta solamente il risultato dellattivit. Una mutazione verso la dipendenza mantenendo la visione sopra detta si ha nelle societ di ingegneria dove il professionista opera con le proprie risorse e conoscenze, ma in una visione di obiettivi comuni indicati dai soci. Per lOrdine invece imperativo tutelare la dignit e il decoro professionale, una tutela che produca anche riflessi di carattere economico-patrimoniale il che comporta per lOrdine promuovere liscrizione dei professionisti e mettere allo studio la questione della eventuale esistenza di un principio per cui liscrizione

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debba ritenersi condizione di validit dei contratti di lavoro subordinato del professionista. Il RD 1925/2537 gi recitava: Da ci dovrebbe valere anche quando le prestazioni vengono rese allinterno della realt aziendale da ingegneri dipendenti Questo fatto, ad avviso dellOrdine, ha trovato deboli conferme nella legislazione che si sviluppata durante gli anni. Purtroppo per non si mai arrivati, anche per i motivi gi visti, ad una definizione formale dellingegnere in azienda. Lunico professionista che ha un riconoscimento di questo tipo il medico anche quando opera nelle strutture sanitarie, sia ospedale che sul territorio. Nellimmaginario collettivo la figura dellingegnere per antonomasia quella del progettista. Altra raffigurazione quella del matematico per la sua capacit di far conti. Ma non certo la maggioranza degli ingegneri che impiegata in queste applicazioni. Oggi vi sono corsi di laurea specialistici per gestionali, per informatici, per tecniche dei materiali ed altro. Ma quello che conta soprattutto la capacit di guidare sia i processi che le risorse umane. Molti ingegneri sono a capo di officine dove il lavoro portato avanti da valide maestranze dove il coordinamento di tali attivit responsabilit dellingegnere in una visione non solo tecnica, ma anche economica, nel senso della ottimizzazione delle risorse, nel problem solving tecnico e nei confronti del personale. Ma non si pu astrarre questo lavoro da quelle che sono le conoscenze tecniche proprie dellingegnere, la conoscenza delle leggi fondamentali della scienza e della tecnica e soprattutto della loro applicazione nel campo dellimmediato. Leggi fondamentali della scienza e della tecnica loro applicazione nel campo dellimmediato Trascurando uno o laltro aspetto, si rischia di isolare lingegnere dalla realt aziendale che sempre in dinamica modificazione. Questo stato di cose deriva: dalla vertiginosa crescita del costo dei fattori di produzione, innescata da una delle pi gravi crisi energetiche che abbiano colpito il mondo industrializzato non compensato da un adeguato aumento della produttivit. da un mercato che andato perdendo i caratteri di omogeneit che lo avevano favorito lo sviluppo di politiche produttive finalizzate al conseguimento di economie di scala. dallemergere sulla scena mondiale di nuovi concorrenti.

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COMPETITIVIT INNOVAZIONE QUALIT COMPETITIVIT Quando si parla di competitivit ci si riferisce alla capacit di unimpresa, non solo, di reagire alle azioni della concorrenza , ma anche e soprattutto di contrapporsi a essa obbligandola ad assumere posizioni difensive non di fuga, ma di inseguimento. Ne consegue che la competitivit in azienda il fare, non il subire il mercato Unazienda di tal fata intrinsecamente sana quindi a basso rischio perch si muove nel mercato cos come il phaselus bithynicus di Orazio,navigava tra gli scogli. INNOVAZIONE Lazienda per essere competitiva deve essere innovativa. Ma cos innovazione? un salto finito, una soluzione di continuit nel processo evolutivo della tecnologia, un qualche cosa di straordinario che fa si che, al suo apparire , il domani non sia pi comparabile alloggi. Questa volont di crescita, posta quale target costante, etica perch un fattore caratterizzane del processo di crescita personal, del reparto - ufficio, dellazienda e della societ. QUALIT Attesa, ossia il modello di riferimento con cui il mercato giudica i prodotti, modello che si viene conformando per effetto del confronto di prodotti tra loro sostituibili e dellazione esercitata dai vari offerenti Offerta, ossia linsieme degli attributi tecnologici e non (es. puntualit del servizio e prezzo) che unimpresa oggettivamente assicura al proprio prodotto Percepita, ossia la valutazione che il mercato da ad un certo prodotto utilizzando come termine di paragone la qualit attesa. Nella sua completezza la qualit appare come una grandezza MULTI DIMENSIONALE MULTI ATTRIBUTO RELATIVA DINAMICA INTEGRALE

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Qa : attesa Qp: percepita Qo: offerta variazione Q:

CONCORRENZA

MERCATO

Qa Qp Q Qp
COMUNICAZIONE PERSUASIONE INNOVAZIONE

La differenza tra la qualit attesa e quella percepita provoca nellazienda due tipi di azioni: Sul cliente per convincerlo che la qualit percepita corrisponde alla qualit attesa sul sistema per attivare una serie di interventi di tipo tecnico organizzativo finalizzati a migliorare il sistema progettativo produttivo - logistico cos da ottenere cos da ottenere una qualit offerta realmente superiore. STATISTICHE Da una recente statistica curata dal Centro Studi del CNI risulta che allatto dellassunzione viene richiesta labilitazione nellindustria privata 16,4 % nella P.A. 61 % e valori di poco inferiori per liscrizione allAlbo. Valutazione della percentuale di attivit professionale svolta dagli ingegneri dipendenti con meno di 5 anni di attivit > 8 %; pi di 15 anni 14,4 % Il 60 % degli intervistati si ritiene soddisfatto, anche se ha qualche rivendicazione in termini di retribuzione.

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Lo svolgere atti prevalentemente professionali non sembra determinare privilegi ed una maggiore soddisfazione in relazione alla propria condizione lavorativa: i livelli di soddisfazione tra chi svolge atti professionali e chi non li svolge, infatti, risultano pressoch simili, anche se aumenta, tra questi ultimi, la quota di individui molto soddisfatti della propria occupazione (8,5%). Un ruolo decisivo svolge in questo senso il fattore reddito: dai risultati emerge chiaramente come lo svolgimento di atti professionali non comporti per lingegnere un elemento di gratificazione, considerando che la retribuzione media di chi svolge questo tipo di atti inferiore ai 24.000 /anno. Retribuzione inferiore ai 20.000 /anno > 30% , mentre tra coloro la cui attivit prescinde dagli atti professionali, circa il 40% guadagna annualmente oltre 30.000 /anno e la retribuzione media supera i 31.500 /anno. Autonomia La maggior parte degli ingegneri partecipanti alla rilevazione (78,1%) possiede autonomia nello svolgimento dei propri compiti professionali indipendentemente dal fatto di essere dipendenti pubblici o privati (anche se, tra i primi, dispongono di una maggior autonomia i dipendenti degli enti locali e, tra i secondi, gli ingegneri che lavorano nei trasporti e nella comunicazione). Incarico di direzione Un maggior grado di libert nello svolgimento dei propri compiti si rileva tra coloro che rivestono un incarico di direzione lavori e collaudi 83,6% alta direzione 86,7% gestione organizzativa 86,1% La possibilit di esercitare singoli atti professionali varia radicalmente a secondo che si tratti di un Dipendente pubblico 67% Dipendente privato 27,4% Soddisfazione nellesercitare anche la libera professione si dichiara molto o abbastanza soddisfatti 60% Possibilit di singoli atti professionali < 48% Partita IVA Solo l11,3% degli ingegneri dipendenti partecipanti alla rileva-zione la possiede, ma questa percentuale si incrementa limitando il campo di osservazione ultra quarantacinquenni 17,5% residenti nelle regioni meridionali ed insulari 17,3% laureati con indirizzo civile 15,7% dipendenti pubblici 13,5%

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Aprire una partita IVA e dunque svolgere unattivit professionale autonoma di una qualche rilevanza, non sembra comunque produrre concreti vantaggi dal punto di vista economico; sia tra coloro che guadagnano meno di 20.000 /anno che tra coloro la cui retribuzione supera gli 40.000 /anno, la quota dei possessori della partita IVA infatti inferiore al 14% anche se chi la possiede fa registrare una retribuzione media leggermente superiore agli altri. La posizione contrattuale Contratto a tempo pieno 98% part-time 2% Contratto a tempo parziale, per i pi giovani 4,3% (per i primi probabile che ci dipenda da una libera scelta del singolo, mentre per i secondi potrebbe trattarsi di un passaggio obbligato per trovare unoccupazione lavorativa stabile). La posizione lavorativa di oltre il 31% dei dipendenti regolata dal contratto di lavoro dei metalmeccanici, ma anche in questo caso il quadro varia sensibilmente a secondo lindirizzo della laurea conseguito e dal settore economico di appartenenza. Indirizzo civile, 7,6 % contratto di lavoro dei metalmeccanici, 29 % contratto dei ministeriali 10,3 % contratto dirigenziale; Per gli altri laureati il contratto principale resta quello dei metalmeccanici (53,2% per gli ingegneri laureati con indirizzo informatico), seguito dal contratto per il settore chimico, petrolifero, della plastica e della gomma (10,7% degli ingegneri industriali), contratto del commercio per gli ingegneri informatici (9,7%) contratto pubblico diverso dal ministeriale (9,7%). La rappresentanza La maggior parte degli ingegneri dipendenti partecipanti alla rilevazione non attribuisce grande importanza alliscrizione al sindacato, tanto che solo il 31,5% ha scelto di farsi rappresentare nelle contrattazioni e di farsi tutelare nello svolgimento della propria attivit professionale da uno dei sindacati esistenti; tale quota aumenta decisamente, limitandosi a considerare esclusivamente i dipendenti pubblici (42,6%). Lesigenza di avere una rappresentanza sindacale avvertita in misura maggiore da coloro che, dopo diversi anni di attivit, occupano posizioni di rilievo e di responsabilit: la percentuale di iscritti ad un sindacato cresce, infatti, con laumentare dellesperienza lavorativa e del reddito.

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Si passa dal 13,1%, rilevato per i neo laureati, al 49,2% degli ingegneri con pi di 15 anni di esperienza lavorativa, e dal 25,6% registrato per coloro con un reddito annuo inferiore ai 20.000 al 49,3% per i professionisti che possono contare su una , retribuzione superiore agli 40.000 annui. Tra gli ingegneri dipendenti iscritti al sindacato oltre il 42% ha affidato la propria rappresentanza ad una sigla confederale, la quale riscuote un successo maggiore tra i dipendenti privati (48,8%) e soprattutto tra coloro che hanno intrapreso da meno di 5 anni la propria attivit lavorativa (64,1%); una cospicua quota (35,9%) di individui con unelevata anzianit di servizio (oltre 15 anni di attivit) preferisce essere rappresentata da un sindacato autonomo per dirigenti. Il motivo principale per cui un professionista non si iscrive ad un sindacato va ricercato soprattutto nellassenza di un sindacato di categoria, ma le risposte si modificano sensibilmente al variare dellet, dellente di appartenenza e della posizione occupata. Tra i pi giovani, infatti, liscrizione ad un sindacato non percepita come unesigenza primaria tanto che la maggior parte ha dichiarato di non essersi iscritto perch mancata leffettiva occasione per farlo o perch si ritiene la contrattazione individuale pi utile. Anche tra i dipendenti privati con pi di 40.000 prevale la tendenza a discutere , personalmente gli aspetti contrattuali del proprio lavoro ritenendolo pi proficuo ed efficace.

LE MODIFICHE AL CONTRATTO DI LAVORO La quasi totalit degli ingegneri dipendenti partecipanti alla rilevazione ritiene sia opportuna una distinzione contrattuale che tenga conto della propria specificit professionale. Tale esigenza avvertita in particolar modo dagli ingegneri laureati con indirizzo civile (94,1%), mentre aumenta leggermente la quota dei contrari (comunque nettamente minoritaria) tra quelli specializzati nel settore dellinformazione (7,3%), tra gli ingegneri residenti nelle regioni del Nord-Ovest (7,8%), tra gli impiegati nelle aziende municipalizzate (6,7%) e in quelle a partecipazione statale (6,6%) per i dipendenti pubblici e nel settore del credito (25%), del commercio e distribuzione (11,8%) e in quello delledilizia (11,8%) per quanto concerne i dipendenti privati. Come detto, tale distinzione contrattuale auspicata dalla stragrande maggioranza degli ingegneri dipendenti, indifferen-temente dal fatto che svolgano o meno atti prevalentemente professionali anche se aumenta lievemente tra i primi la quota di coloro che ritengono giusto valorizzare ed evidenziare tale specificit (93,6%). Il motivo principale per cui spingono affinch si realizzi questa distinzione contrattuale costituito dalla speranza che in questo modo siano finalmente

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valorizzate ed evidenziate la professio-nalit e le competenze dellingegnere, attualmente considerato alla stregua di un qualsiasi altro dipendente, pur essendo gravato di oneri e di responsabilit ben maggiori (negli enti pubblici, ma non solo). Tra i professionisti dipendenti di un ente pubblico, circa il 35% ritiene opportuna una distinzione contrattuale per valorizzare le maggiori responsabilit assunte, mentre tra i dipendenti di Az. private prevale la necessit di veder valorizzate le proprie competenze e la propria professionalit (31,5%). Una buona fetta degli ingegneri dipendenti fautrice di questa distinzione contrattuale soprattutto per differenziarsi dalle altre figure professionali e dagli altri laureati (16,4%), mentre una quota analoga (15,8%) vorrebbe distinguere la figura professio-nale dellingegnere dalle altre soprattutto per ottenere una maggior tutela del professionista, esigenza, questa, avvertita soprattutto tra i dipendenti degli enti/aziende private (19,6%). Il riconoscimento delle maggiori responsabilit reclamato in particolar modo dai laureati con indirizzo civile; gli ingegneri ad indirizzo industriale e quelli con indirizzo informatico vorrebbero soprattutto che fosse valorizzata maggiormente la propria professionalit (rispettivamente 32,2% e 26,4%), mentre i restanti laureati in ingegneria confidano nella distinzione contrattuale specialmente per distinguere la propria figura professionale da quella degli altri laureati e dei diplomati (30%). Laspirazione a veder riconosciuta ed evidenziata la specificit del professionista appare dunque, dai risultati emersi, una delle esigenze primarie avvertite dagli ingegneri partecipanti alla rilevazione. Questa conclusione avvalorata anche dal fatto che oltre il 62% di essi vorrebbe che tra i contratti di lavoro ne fosse istituito uno specifico per gli ingegneri, mentre un ulteriore 56,2% desidererebbe che allinterno del contratto fosse stabilito il ruolo specifico per la professione. Le quote relative a questi due aspetti aumentano soprattutto tra gli ingegneri che svolgono atti prevalentemente professionali, tra i quali coloro che auspicano un contratto specifico risultano pari al 64,5%, mentre la percentuale dei promotori dellistituzione del ruolo specifico per la professione raggiunge il 60,5%. LE PROPOSTE DEL CONSIGLIO NAZIONALE INGEGNERI In base a quanto emerso finora, risulta abbastanza evidente come uno dei problemi maggiormente sentiti dagli ingegneri dipendenti partecipanti alla rilevazione sia costituito dallassenza di un ruolo professionale di cui auspicano al pi presto listituzione. Proprio a tal fine il Consiglio Nazionale degli Ingegneri, attraverso la Commissione Ingegneri dipendenti, ha elaborato e presentato due diverse proposte di legge, una specifica per la disciplina dello stato giuridico dei dipendenti della Pubblica

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Amministrazione, la seconda rivolta ai dipendenti di Aziende Industriali ed Imprese Private. Pi in dettaglio, la proposta di legge relativa allistituzione del ruolo unico professionale tecnico-scientifico e di ricerca, mirata a disciplinare lo stato giuridico dei dipendenti pubblici, fissa norme precise per laccesso al ruolo unico professionale stabilendo la divisione, in base al titolo di studio conseguito (diploma o laurea), in due distinte qualifiche professionali. Tale proposta, fissa e disciplina le attivit di esclusiva compe-tenza dellingegnere, stabilendo le modalit di accesso e di svolgimento del ruolo professionale, la dotazione dei mezzi da fornire a carico dellente pubblico, le procedure di aggiornamento permanente, la tutela legale ed assicurativa; fondamentale, per attuare tutto ci , di conseguenza, listituzione di ununica, autonoma e separata area di contrattazione. La proposta di legge stabilisce anche il criterio della rotazione degli incarichi professionali nella P.A., prevedendo la corre-sponsione di indennit e di incentivi da definire in sede contrat-tuale al cui scopo dovrebbe essere istituito un fondo interno. Infine dispone che laccesso alle due qualifiche avvenga tramite lespletamento di un concorso pubblico. La seconda proposta del CNI mirata al riconoscimento del ruolo professionale ai dipendenti privati e dellindustria e nasce dallesigenza di voler tutelare questa categoria di professionisti che, pur svolgendo lattivit professionale di competenza entro il rapporto di lavoro subordinato, non hanno uno specifico riconoscimento formale. Negli ultimi tempi, infatti, in virt delle profonde trasformazioni strutturali in atto, le aziende industriali e le imprese private tendono ad impiegare in misura sempre maggiore lavoratori laureati ed abilitati che, in posizione dipendente, esplicano una professione intellettuale, per il cui esercizio prescritta una specifica abilitazione e liscrizione allalbo. Tale categoria di lavoratori, che un tempo svolgeva la propria attivit quasi esclusivamente in forma autonoma, pur distinguendosi nettamente, per la loro attivit specifica dai quadri e dai dirigenti amministrativi e tecnici, non trova nei vigenti contratti collettivi dei vari settori produttivi un adeguato inquadramento. Ed proprio da queste considerazioni che nasce la proposta del Consiglio Nazionale, tesa a disciplinare in maniera pressoch definitiva questo aspetto del lavoro dipendente del professionista. Tali proposte sono viste molto positivamente dalla quasi totalit degli ingegneri partecipanti alla rilevazione, considerando che, escludendo un 20% di individui che non ne conosce il contenuto o non ha voluto esprimersi su di esse, solo il 2,6% non daccordo con i contenuti e la finalit delle proposte. E questo un tema particolarmente sentito dagli ingegneri pi anziani: infatti, nonostante crescano progressivamente allaumentare dellet sia la quota di

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favorevoli (da 70,2% all81,2%), sia quella dei contrari (dall1,1% al 3,3%), il dato rilevante costituito dalla sensibile diminuzione della percentuale di individui che non rispondono o che non sono a conoscenza delle norme in questione che scende dal 28,7% dei pi giovani al 15,5% di coloro con unet superiore ai 45 anni. Molto interessati allapprovazione di tali proposte risultano soprattutto i dipendenti pubblici (79,1%) e i laureati con indirizzo civile (78,3%) che presentano anche le quote pi basse di individui indecisi o che non conoscono a fondo il testo delle proposte di legge a cui si fa riferimento. Non sembra influire in maniera determinate sulla condivisione o meno di tali proposte il fatto di svolgere atti prevalentemente professionali, tanto che la quota di contrari tra chi svolge tali atti (2,7%) identica alla corrispondente quota rilevata tra coloro che svolgono altri tipi di attivit, mentre aumenta tra questi ultimi la percentuale di indecisi o di indifferenti a discapito della quota di favorevoli alla proposta. Tale dissenso tuttavia limitato ad una piccola parte dei partecipanti alla rilevazione, tanto che quasi il 90% di essi ritiene che tali proposte non debbano essere modificate. Leggermente pi critici risultano i dipendenti degli enti pubblici (87,2%) e quelli che percepiscono una retribuzione lorda annua inferiore ai 30.000 . motivi di disaccordo con quanto espresso nelle proposte di legge in questione, infine, variano a seconda che si tratti di dipendenti pubblici o privati: tra gli ingegneri assunti da un ente pubblico, infatti il principale motivo di dissenso costituito dal fatto che tali proposte non insistono sufficientemente sul miglioramento dellinquadramento professionale ed economico (30,8%), mentre tra i dipendenti privati le critiche maggiori sono connesse al fatto che, a loro giudizio, tali proposte riguardano solo alcune fette delluniverso ingegneri (40%). In base a quanto emerso finora, risulta abbastanza evidente come uno dei problemi maggiormente sentiti dagli ingegneri dipendenti partecipanti alla rilevazione sia costituito dallassenza di un ruolo professionale di cui auspicano listituzione.

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