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Viaggi
in
KALEIDOSCOPIO
CON UN TITOLO ED UN TERMOMETRO
disegnati da
VAN DONGEN
2
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO
GLB
3
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO
4
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO
5
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO
Enigmi Segni
Voi siete ovunque
sapremmo leggere
se solamente
sapessimo vedere
ma noi siamo
dei lettori carnali
e dei
ciechi tracotanti
Parabole
Pearl 1
Scrive il destino
(come fa ognuno di noi senza saperlo),
in ognuno dei suoi gesti
1
Allusione alla tersicorea Pearl White, che furoreggiava nella ville lumière
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VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO
LA BUONA STELLA
A.C.G.
7
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO
ALLA
GRANDE
ANIMA
DI
L.B.
DEVOTAMENTE
OFFRO QUESTE PAGINE
I. H.-E.
FRONTESPIZIO
I nostri personaggi:
CAPITOLO I
MISTIFICATORE o DEMENTE?
Singolare incidente nel corso d’una
serata Scientifica
sparizione dell’inventore
9
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO
JOEL JOZE
_____
Ieri sera, nel suo magnifico palazzo di Avenue Montagne, la contessa Vera, la
nostra sublime Ballerina-Milionaria, la bellissima e famosissima Artista-
Mondana che l’Europa e le due Americhe idolatrano, dava un ricevimento il
cui affascinante splendore era destinato a mettere in luce una nuova
invenzione.
Da qualche tempo, l’attenzione del Pubblico e della Stampa erano state
sollecitata dal Sig. Joel Joze, uomo singolare – geniale, pretendono alcuni
entusiasti – inventore modernissimo d’uno strumento ottico al quale ha dato
nome di KALEIDOSCOPIO.
Diciamo subito che le Belle Immagini del Sig. Joze non presentano analogie
con l’antico Kaleidoscopio, che costituisce, da più generazioni, la gioia dei
bimbi; il vecchio tubo di cartone verniciato che rinchiudeva, come ci si ricorda,
un minuscolo rosone mobile in pagliuzze di vetro multicolore.
L’invenzione del Sig. Joze è fastidiosamente più complicata.
L’inventore del nuovo Kaleidoscopio, uomo d’una trentina d’anni; bruno
nervoso, brusco, rasato; fisionomia tormentata, espressiva ed originale; fu
lungamente dedito allo studio delle Scienze Occulte.
Sembrava pertanto godere della pienezza delle sue facoltà intellettuali. Ciò
nonostante, da più di un anno, egli aveva rinunciato alla ricerca deludente
dell’Aldilà per consacrarsi, praticamente, alla messa a punto del
Kaleidoscopio.
Si tratta, in questo caso, d’una sorta di Cinematografo, presumibilmente
suscettibile di restituire a ciascuno, in modo autonomo, una nuova visione
dell’Universo.
Il Sig. Joel Joze parte dal principio ultracontestabile, che farà alzare molte
spalle posate, che l’Universo, così come i nostri occhi credono percepirlo,
differisce totalmente dalla sua forma vera. Noi non vediamo e non possiamo
vedere che ciò che è in noi stessi.
Perciò è sufficiente, secondo l’ingegnoso inventore, captare nelle pupille di ogni
essere vivente le immagini di ogni cosa visibile, condensarle e fissarle,
comprimerle secondo un metodo noto a lui soltanto ottenendone, grazie ad un
procedimento sorprendente e vertiginoso, la sintesi chimica, perché queste
immagini, proiettate sullo schermo, appaiano immediatamente in METAFORE
ANIMATE.
Il Sig. Joel Joze chiama le sue proiezioni così particolari:
VIAGGI 2 IN KALEIDOSCOPIO
2
Il termine originale “voyages”, in relazione all’assonanza tra “voyageur” (viaggiatore); “voyeur” (colui che guarda) e “voyant”
(veggente) può essere inteso nel duplice senso di “viaggi” e “visioni”
3
…
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VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO
restituito nel proprio senso assoluto, per comparazione con un’altra maniera di
vedere.
Insomma, fusione dell’individuo e della collettività in una sorta di psico-
chimica trascendentale ed umoristica: L’ARMONIA NASCENTE DA UN
CAMBIO DI VEDUTE!
Esempio: il Sapiente ridurrà questo mondo in geroglifici, in equazioni, in figure
geometriche; e potrà confrontare il suo ideale con quello dell’Architetto, che gli
offrirà un cosmorama di monumenti diversi.
Le traduzioni Kaleidoscopiche dello Scultore, del Sarto, del Pugile, del
Parrucchiere, dell’Uomo Politico, ecc…, richiameranno gli emblemi e le
preoccupazioni proprie alla loro condizione; e il semplice curioso troverà
ovunque la chiave di analogie sorprendenti o piccanti.
In conseguenza di questo assunto fantastico, ci è consentito supporre che un
giorno non lontano lo Spettatore governerà i propri alti e bassi, come il livello
della Senna al Ponte di Tournelle, allo stesso modo in cui il giornalista avrà la
gioia di vedere la Terra trasformata in mille-foglie che il Pubblico divora.
Ma, senza attardarci oltre in queste facezie notiamo per i nostri lettori, che il
Sig. Joze, abile a far levitare la sua stravaganza, pretendeva semplicemente di
rigenerare il nostro Pianeta.
A sentir lui, nulla essendo al proprio posto né nella propria forma reale,
ognuno a modo suo si sbaglia in assoluta buona fede in ogni atto della propria
esistenza.
Perciò, muniti del mirabolante Kaleidoscopio, basteranno un colpo d’occhio ed
una veloce proiezione 4 perché la Verità si effonda 5 su di noi da ogni dove.
E d’improvviso: buon giudizio, comprensione naturale, equità, ordine sociale
su di un nuovo piano; pertanto Fortune unanimi si spargeranno come
mughetti in Maggio, profumando di felicità ineffabili gli spiriti troppo contorti e
le anime troppo chiuse che siamo!
Speciosa arroganza, utopia sovversiva, che non poteva venire se non dalla
confusione d’un illuminato, privo di senso comune.
Grazie ad una pubblicità sapientemente condotta, il Sig. Joel Joze si vedeva
sul punto di stabilire le relazioni commerciali più vantaggiose con le cinque
Parti del Mondo e siglare contratti invidiabili per una serie di Conferenze-
Proiezioni in America, in Australia ed in Giappone.
Ma, senza dubbio, l’atout più considerevole del Sig. Joze fu l’interesse che i
suoi lavori ispirarono alla nostra Contessa Vera, all’Ineguagliabile, come
spesso la si chiama, la quale, non soddisfatta del lusso e dei piaceri che le
hanno creato la fortuna, la bellezza e l’alta posizione sociale, ha preferito, ha
saputo, come Loie Fuller, Isadora Duncan, Ida Rubinstein, rinnovare con il
suo genio la grande Arte della Danza.
La Contessa vera attira generosamente nell’orbita splendente della propria
gloria i nuovi talenti, in qualunque disciplina essi si rivelino. Con un genio
audace, vasto e vario sino al miracolo, ella abbraccia con ardore le conoscenze
più disparate. Così come la sua estetica, il suo entourage non conosce
banalità.
Così, quando questa ispiratrice annunciò che avrebbe ospitato presso di lei il
debutto del Kaleidoscopio e del suo autore, quale corrente di curiosità
empatica aleggiò fra l’elite della società.
Ieri sera, dalle ventidue, una folla scelta si accalcava nei saloni dell’Avenue
Montagne.
4
nel testo “proiezione precipitata”
5
Nel testo “si fonda”
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VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO
Si riconoscevano:
Sua eccellenza l’Ambasciatore di Coromandel; il Duca e la Duchessa
d’Aquitania; il Principe e la Principessa Trocadero; Lady Denant; il Visconte di
Bragelonne; la Contessa Ravioli; Monsieur Mollet dell’Istituto; Monsieur
Blanquette dell’Istituto; il Professor e la Signora Guetre; il Barone e la Baronessa
Suttenheimer; il Marchese e la Marchesa di Guttapercha; il Signor e la Signora
Verny-Martin; il Barone van Pyr; la Signora Gregoire Bonbeck, nata Fichini; il
Signor e la Signora Panonceau, ecc…
Dopo una rapida presentazione dell’apparecchio, al tempo stesso registratore e
proiettore, che esteriormente rassomiglia ad un grande binocolo da marina,
metallico, montato su di un piede d’acciaio il Sig. Joel Joze, senza troppa
emozione apparente, invitava il suo brillante pubblico a scegliere uno
sperimentatore ed un soggetto.
La Contessa Vera, a nome dei suoi invitati, lo prega di operare lui stesso, e
prendere a tema l’eletto uditorio dinanzi a lui.
Dopo aver espresso, con poche parole, la sua riconoscenza ed il suo
apprezzamento, il Sig. Joel Joze, lancia uno sguardo dominatore sulla platea
che segue, con interesse, ogni suo movimento.
Sino a qui, nulla che non fosse normale e perfettamente conforme al
programma annunciato. Ma ecco dove la situazione deviò, per divenire
burrascosa e sconcertante:
Dopo aver scrutato, per circa cinque minuti, l’illustre uditorio, il Sig. Joze
riportò la sua attenzione alle lenti gemelle del Kaleidoscopio il quale, prossimo
ad entrare in funzione, doveva inscrivere la trasposizione visuale ottenuta
all’istante.
Si fece buio. Lo schermo vuoto apparve: isolato, luminoso, enigmatico.
Qualche secondo d’attesa nel quale risuonava unicamente, nel silenzio, il
ticchettio regolare dell’apparecchio. Lunghi minuti. Silenzio prolungato.
Penoso. Null’altro che il fascio di raggi elettrici che illumina lo schermo bianco
contornato di nero; triste come un’occhiaia su un occhio morto.
Improvvisa un’esclamazione d’angoscia.
- Che c’è?
Domanda la Contessa Vera.
Nello stesso istante, una serie di grida stridenti, forsennate, partono dal luogo
ove si trova, solo, il Sig. Joel Joze, vicino al Kaleidoscopio. Egli chiede con
terrore
- La luce! La luce!
Che viene ripristinata immediatamente
Spettacolo toccante. Si vide allora lo pseudo-inventore, pallido, balbettante,
tremante, implorante con lo sguardo allucinato la platea e la Contessa Vera
che immediatamente domanda, con giusta impazienza, la causa di quella
eccessiva emozione ed il perché di quell’infausto fallimento.
A quella domanda, lo smarrimento insensata del Sig. Joel Joze sembrò
giungere il parossismo. Da pallido egli divenne cianotico e, d’improvviso,
levando le braccia in un gesto quasi epilettico, caracollò, lanciò una sorta di
raglio orribile e – fuggì precipitosamente.
Non si sa ancora cosa sia accaduto, né cosa si debba pensare di questa
insolita manifestazione.
Con perfetta padronanza di sé e con sublime grazia, la Contessa Vera, si scusò
di uno scandalo che non aveva potuto prevedere.
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VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO
CAPITOLO II
LETTERA DI
JOEL JOZE
ALLA CONTESSA VERA
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VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO
Lasciate che vi dica… Lasciate che vi veda. Al più presto… Ah! Vera, il vostro
silenzio. La vostra assenza. Le mie lettere – quante e quali! – senza risposta da
quella orribile sera. Il vostro telefono muto per me. Io divento pazzo… Ma
come? Mi credete folle? Come gli altri, voi, credete a questo? Non è possibile! È
necessario che vi parli. Comprenderete immediatamente. Merito ancora la
vostra stima. Non accetto il vostro abbandono. Vera, voi dovete ascoltarmi! Lo
esigo. No, ve ne supplico… Seppiatelo bene: quel che è accaduto martedì sera
è FANTASTICO! Lo affermo e ve lo giuro, Vera, LO SCHERMO NON ERA
VUOTO!
Rispondete infine senza ritardo,
al
vostro miserabilissimo schiavo
JOEL JOZE
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VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO
Vi faccio recapitare questa lettera, per essere sicuro che vi giunga senza
ritardo.
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VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO
Signore,
la Contessa Vera, profondamente sofferente per o choc nervoso che le ha
causato lo scandalo di Martedì scorso non potrà, per lungo tempo, ricevere
alcuna visita. Ella conta sulla vostra cortesia affinché le sia risparmiata ogni
inutile fatica, essendole la stessa lettura d’una lettera attualmente proibita dai
Medici.
Vogliate accettare, Signore, l’espressione della mia più distinta considerazione.
per la Contessa Vera
il Segretario
X.
CAPITOLO III
Così come i globuli bianchi ed i globuli rossi circolano nei nostri vasi
sanguigni, le arterie delle grandi città trasportano incessantemente – e senza
dubbio in ossequio a disegni misteriosissimi che non ci saranno rivelati in
questo piano terrestre – i loro leucociti e le loro emazie.
Passanti
brulicanti, voraci, smunti e pletorici; folli, sfuocati, fugaci, simili e particolari.
Mondi in miniatura, che lottano gli uni contro gli altri. In lotta e in battaglia
contro elementi, miserie, torti, tare, sfortune, il troppo ed il non abbastanza.
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VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO
6
Anche “rinnovati”
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VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO
SALE DA TE
RUE de la PAIX 8
di VIVA FORZA
VIA del PIACERE
VIA del
DESIDERIO
in verità)
Bisogna passare
troppo veloce
(iniziamo appena a vedere)
Questa sera non vedremo
tutto
(Quei vasi di cristallo, fusi
in un blocco unico,posano
il loro spesso e limpido
smalto su centomila
Meraviglie)
Elettricità (a torrenti)
è bello
e
noi passiamo
In una assordante sinfonia di
trasporti
(pubblici e privati)
a sfondo blu-nero, sfumato 9
d’argento, riverniciato 10 d’oro
7
Anche “delizie”, “ricercatezze”
8
Via della Pace
9
Annebbiato
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Anche “ri-glassato”
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VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO
…………………
Quelli che non hanno possibilità. Miseri. Non tutti portano livree di stracci. Ma
il cuore morto, il viso deturpato dal Cancro morale – vengono la; perché
percepiscono, confusamente, che hanno bisogno – come le pile polarizzate – di
elementi nuovi.
Si aggirano intorno alle Zone di Luce.
- “Forse ritroveremo il fluido benefico? La forza felice? Il filone?…”
Per questo motivo si confondono ai cercatori di gioie, scampati da non si sa
quale catastrofe.
Joel Joze, inventore, passa di preferenza nelle vie ove passa la Contessa Vera.
È così che può vederla. Da lontano. Di lontananza in lontananza.
Lei scende dalla sua auto. Che giusto lusso. Perfezione del ritmo. Eleganza
superiore.
È qualche cocaina che le dona quello splendore freddo? quella slanciata;
quella snella ed implacabile figura anoressica 13? Piuttosto non è la sua
imperiale egolatria?
11
In francese “Argent”
12
Anche “pinza; barra”
13
L’A. utilizza qui il termine “désincarné”
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VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO
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VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO
CAPITOLO IV
22
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO
21
Nel testo “née” (nato; nativo)
23
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO
- “Soffrite? – dice lei – a pochi passi da qui c’è un Asilo aperto a chi lo
desidera 22. Vi ci conduco. Venite. L’intensità della grande città è spesso
eccessiva. Provante per i nervi.”
Ella lo accompagna
lui respira
…………
Un’Oasi! 23
In piena Parigi…
chi potrebbe sospettarlo?
Delizie!
Palme Limoni Aranci
nn tappeto d’erba smeraldo-vellutato
viottoli lastricati di sabbia dorata 24
sgargianti uccelli esotici
e, in boschetti nero-cipressi
degli usignoli
con canti rinfrescanti tra delicate brezze
Java Gabes Giardino delle Esperidi
non hanno nulla ti tanto delizioso
Una luce incantatrice – non artificiale ma sovrannaturale – rischiara
intensamente senza abbagliare.
Un’Oasi! Come nel Deserto!
In piena Parigi!
Ed è il vestibolo di Grazia
Pochi Amici visitano l’intera casa, alta e vasta oltre l’antica facciata. È
necessario un permesso speciale, raramente accordato. Si dice che oltre l’Oasi
nella quale siamo appena entrati, c’è – passate le vetrate cobalto vicino alle
Palme – una scala di puro cristallo, levigato, scivoloso. Conduce ad una
rotonda bellissima – pareti e pavimento di lapislazzuli – la cui cupola è
intagliata in un solo zaffiro.
La, tre Veli 25 sovrapposte. Alte. Strascicate sulle lastre del pavimento:
Velo di Bigello 26
Velo d’Argento (di tela d’argento)
Velo d’Oro (lunghi fili d’oro fino)
e
La Sala del Tesoro
– all’interno, dei cespugli soavi di immarcescibili Rose umide di Rugiada
che Diamanti e che Perle! –
dei ferventi hanno salito 27 i gradini di cristallo,
22
Nel testo “à qui le souhaite”, traducibile anche con “a chi lo spera” o “a chi se lo augura”, la forma scelta per la traduzione tende a
sottolineare la condizione fondamentale di desiderio.
23
Nel testo “palmeraie” (palmizio) la forma scelta per la traduzione tende a rendere il senso di un luogo fuori dell’ordinario
24
Nel testo “sablé de sable d’or”. In araldica “sable” è sinonimo di “nero”
25
Nel testo “rideaux” (tenda, cortina, sipario, saracinesca)
26
Nel testo “Bure” (saio, bigello) ma anche (pozzo di miniera)
27
Nel testo “gravir” (salire con fatica, inerpicarsi)
24
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO
(e, se mi è concesso di dire una parola, dirò che a parer mio quei bravi
Illustratori 29 , con le loro belle pergamene bianche e nette, le loro belle
miniature brillanti, tutt’oro puro, oltremare ed incarnato, la loro bella
calligrafia rifinita, le loro belle maiuscole ben ornate e infiorate, sono ben più
degni di fede e più simpatici di quegli orrendi nani, mangiatori e venditori di
nero-animale, questi villani-crassi-cisposi, racattacicche-spente, che
sghignazzano con i loro denti ingialliti scoprendo gengive infiammate, e
pretendono negare l’esistenza di Madame Grazia con il pretesto che non
l’hanno mai vista, loro! – Per dio, quando si ha il naso nello sterco!)
28
Nel testo “parage” anche (preparazione)
29
Nel testo “Imagiers”
30
Nel testo “salutaire”
25
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO
Acqua deliziosa. Val bene l’Amontillado d’annata; gli Oyster Cocktail; i Martini
Cocktail ben secchi che si servono, a seconda della stagione, dalle cinque alle
otto, dalla Contessa Vera. In quel Bar scintillante e cubico, ordinato per suo
capriccio, presso la sua sontuosa sala della Danza, a fianco del suo teatro
decorato da Van Dongen, 33 nel fumo profumato delle sigarette aromatizzate ai
boccioli di rosa. Che chiacchiere ammiccanti, che perle, che tessuti da mille-e-
una-notte attorno alle specialità dell’Alto-Lusso:
Piramidi di frutta forzata. Paste farcite alle punte di spillo. Sorbetti al cianuro.
Abituati a questa atmosfera irritante è un supplizio privarsene.
E se è l’Oasi, con la sua Fonte viva musicale, che invita ogni sera –
intollerabile l’esserne privato!
Abitudine. Facoltà d’aderenza. Strappi. Ricominciamenti.
Retrospettiva.
Joel Joze rivede il suo passato vulcanico. Colata di fuoco; lava raffreddata. –
Adolescenza ipnotizzata dalle Scienze positive. Fisica. Chimica. Soprattutto
ricerche fotogeniche. – Una sorta di genio precoce; fumoso; ribelle. Dolorosi
indolenzimenti morali contratti ai rigidi schemi dell’insegnamento ufficiale.
Scoraggianti tagli tetri. – Già, a quell’epoca, alcuni lavori sorprendenti, portati
alle stelle dall’avanguardia, denigrati dai lamentosi conservatori. – Poi, un
giorno, in solitudine, dentro di sé, che effluvio di luce, che girandola, che
Colonna di Fuoco: i Maestri dell’Occulto. La Cabala. La Bibbia.
Il Kaleidoscopio è costruito.
E già, una giovinezza fanatizzata, riceve da Joel Joze la sua parola d’ordine.
Domani, questo Gran-Patron, avrà tutta la Gloria.
La Gloria?
Viene prima il Destino.
Contessa Vera, voi siete giunta con le vostre Danze. Con i vostri Profumi – tutti
i profumi dell’Arabia-Lasciva – noncurante e violenta. Voi siete giunta,
Vittoriosa.
37
Libro di Giobbe
38
(sic). Gioco di parole ispirato all’incipit del celebre monologo di Amleto (To be or not to be… “essere o non essere…”).
L’assonante tibi latino sostituisce l’affermazione con “a te”, trasformando il senso finale della sentenza pronunciata dalla Contessa
Vera in: “A te, o non essere”
39
Nel testo: “confier” (confidare, svelare, affidare)
28
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO
CAPITOLO V
DIARIO DI GILLY
(a 13 anni e ½).
Il Padrone, il Signor Joel Joze, è molto contento. È lui che me l’ha detto,
questa mattina. E poi mi ha detto due altre cose: prima mi nomina “Occhio-
Dritto” – un grado come potrebbe essere Sergente o Maresciallo.
(fantastico Padrone40! Delle volte non ce n’è di più allegri; delle volte non ce n’è
di più tristi)
- “Tu, Gilly mio – m’ha detto ‘stamattina – io ti nomino Occhio-Dritto perché
tu vedi più dritto di tutti, e questo è prezioso al Kaleido.”
- ‘Donna! È vero Padrone! Non c’è verso di guardare storto in quell’accidenti
di apparecchio!
La seconda cosa è meno allegra “Gilly – dice il Signor Joze – visto che il nostro
Spettacolo-Kaleido 41, da 18 mesi (l’apertura) ha un successo così eccezionale
che rifiutiamo centinaia di spettatori ad ogni rappresentazione, sai bene che
sto per abbandonare la vecchia sede per quella sala nuova che mi stanno
40
Nel testo “Chic Patron!” Ho mantenuto il termine Padrone in ossequio alla presentazione di Gilly fatta dall’A. in apertura di testo,
dove egli è descritto come “il nostro Umile Servitore”
41
Nel testo: “guignol” (burattino, spettacolo dei burattini) in argot il termine indica il poliziotto
29
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO
allestendo in Boulevard de la Madeleine. Visto che è così che siamo partiti, io,
te e il Kaleido, in quarta per la fortuna, Gilly, tu mi farai il piacere di andare a
prendere un bel blocco da 25 qui al cartolaio dell’angolo. Prenderai la stilo che
ti ho regalato per la tua festa e scriverai, gentilmente e come si deve, le nostre
proiezioni e i tuoi imbonimenti. Così avremo di che stampare un Programma-
Giornale che farò distribuire a quelli che scalpitano davanti al botteghino, così
che attendano il loro turno con pazienza e, con ancora più impazienza
attendano di vedere tutto quello che avranno letto. Dai Gilly, non fare smorfie!
Te ne intendi no, di giornali?”
È proprio vero! Quando ho incontrato il Padrone, circa due anni fa, ero
giornalista; cioè… strillone.
Quella sera, mi ricordo, era Dicembre. Piovigginava, e per terra c’era di tutto;
ghiaccio e poltiglia. Con i miei fogli entro all’Esperance, la grande birreria di
Porte-Maillot.
- “…l’Intran, la Presse 42… la Libertà ultima ora…
- “Dove vai?” fa un cliente, ed era il mio Padrone. Ma non lo conoscevo
ancora
Mi da 10 franchi nuovi nuovi. Senza riprendersi il resto. Bene; faccio il giro del
locale. Come ogni sera. Servo i miei abbonati. È bello all’Esperance.
Conoscete? – Gente, e poi gente, e poi gente. E i camerieri. E i sommeliers. E
gli sguatteri. E le cassiere. E Signore e Signori a non finire. E tanta elettricità
che tutta la sera è pieno giorno. I muri con dei begli specchi grandi fino al
soffitto e i tavoli, belli, dove vi spaparanzate nel cuoio marrone, con una
grande E dorata, marchio della casa, giusto in mezzo allo schienale. I bicchieri,
i piatti, le tazze, vring-vring-vring tutto il tempo. E troc-tric-trac-troc i
registratori di cassa. E frrrr i piedi sul linoleum. E la musica. E le piante verdi.
Un locale serio.
Ci sono tavolini a dozzine. E gente che sbafa e che beve. Gente elegante.
Spendono facile 10 franchi a testa per sera. Senza preoccuparsi. Si trovano al
calduccio e con tutta quella roba buona. Fa girare la testa al primo momento
che si entra.
Subito dopo la terrazza c’è il Caffè. E poi Ristorante. Bar. Orchestra. In basso
ci sono i Bigliardi. I vestiari. I giochi dei birilli americani. E in fondo in fondo
alla grande sala c’è il Cinema.
Il Cine dell’Esperance, riservato alla clientela, visto che si paga una
consumazione dopo cena per dare un’occhiata allo spettacolo della settimana.
Tutti i venerdì cambio di programma.
Immaginate di avere davanti su una tavoletta il vostro caffè e la vostra ciliegia
all’acquavite. Voi sorseggiate e fumate e intanto vi godete il Cinema con la
musica e i caloriferi.
Bisogna essere dei ricconi.
Io a quel tempo naturalmente non mi occupavo del Kaleido. Allora trovavo il
modo di buttare, di sfuggita, un occhio al Cine, perché noi dei giornali non
entriamo la dentro, visto che fa buio e nessuno la chiede il giornale. Qualche
volta pesco una scenetta di Charlot e del suo Cane. Allora rido da quanto è
buffa. Di colpo, ecco il Gestore che mi pizzica, e “Vattene!”. Una volta che si è
girato e che sto per uscire vero la porta-girevole
- “Seccatore! Addio vecchio scimmione!” gli faccio
- “Pssst…”
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Nomi di giornali
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VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO
Eh? Ancora l cliente dei 10 franchi. Cosa vuole da me ‘sto tizio? Il suo resto?
Per niente. Sapete cosa? M’invita a cena! Giuro. Vi stupisce? Anche a me al
momento. Non lo conoscevo ancora. Bestia che sei, mi dico, è matto, non si
rende conto. Mi guarda con tanto d’occhi.
- “Non ti piacerebbe di più cenare qui che mandar giù una scodella d’aria
fredda e una fetta di nebbia in giro?”
Scherzo. Visto ch’è serio cosa rischio? A meno che quei signori non siano
infastiditi dai ragazzi? No. Andiamo. Brodo bollente ai vermicelli. Cosciotto ne-
vuoi-eccone. Patate saltate. Insalata alle uova sode. Formaggio. Confetture.
Acqua arrossata.
Tra un boccone e l’altro si chiacchiera.
Questo signore ha notato che sono amante del cinema?
- “Di sicuro!”
- “Allora è una combinazione. Ho una specie di Cine. Cerco giusto un
apprendista.”
Mi lascia il suo nome ed indirizzo ed io faccio lo stesso.
Bene. L’indomani pomeriggio alle 2, come d’accordo, vado in Rue Belidor. Una
piccola via alla fine delle Ternes. Trovo una piccola casa verso le mura e il mio
Padrone sulla porta.
- “Inutile entrare. Bisogna prima incamminarci per una mezz’ora. Poi ti
spiegherò. Guardati bene intorno. È importante.”
Partiamo. All’inizio non so cosa guardare. Cosa avreste fatto al mio posto, una
supposizione? Tutto è ordinario, come tutti i giorni. Passanti come non
smettete di incontrarne per tutto l’anno. Ancora fosse stato martedì grasso!
Ma il Padrone dice
- “Va bene così”
Allora spalanco gli occhi e mi metto a scrutare talmente tutto quello che mi
passa davanti che mi faccio rimproverare per cinque o sei volte. Perché ce n’è
che mi prendono per scemo e che non me lo mandano a dire. Allora gli faccio
la lingua. E ce n’è tanti alti che corrono a guardarsi in un vetro perché dal
modo in cui li scruto credono che di sicuro c’è qualcosa di storto nei loro
vestiti.
Eccoci di ritorno a Rue Belidor.
Vedo il Laboratorio con lo schermo e il Kaleido. Da principio il Kaleido mi
sembra un apparecchio fotografico di tipo nuovo.
- “Guarda la dentro”
Caspita! Questa è straordinaria!
Di colpo tutti i miei buoni-uomini e le mie brave-donne di prima! Le loro facce
e il loro aspetto goffo. E poi non so dire come cambi; è uguale ma diverso!
Ecco! Quella signorinetta bionda con l’aria zuccherata? È una vespa in un
vaso di miele! Quel grosso reverendo la? Uno scorpione su un davanzale! 43
Dappertutto vedo dei tipi che sono tante cose diverse da morirci dal ridere
carriole, banderuole, rasoi, scaldaletti, trottole, rastrelli, martelli, putrelle,
coltelli, torte, pere, panini, cornamuse, brocchette, cavatappi, bidoni, badili,
padelline, degli otri, delle travi, delle cannucce, delle vecchie ferraglie, perle,
piloni, pacchetti, bacchette, volanti e racchette, flauti e tamburi, casseruole,
battelli, cazzuole, ombrelle, spaghi! Di tutto!
Credevo d’essere al Bazar delle Quattro Stagioni le volte che zia Felicia mi
manda a cercare tre franchi di questo o quello che manca.
43
Nel testo “polochon” (traversino, capezzale)
31
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO
Abbiamo ben riso noi due, Padrone. Alle volte ne parliamo ancora. Dopo i
grandi spettacoli dove un centinaio o un migliaio di Spettatori applaudono
talmente il nostro Kaleido che sembra una tempesta di grandine su tutti i tetti
di Parigi.
Il Padrone era così contento che mi abbracciò e mi diede venti franchi,
davvero! e croccanti di cioccolato e zuccherini d’orzo da riempirmici le tasche!
– Mi dice che bisogna che io resti con lui immediatamente per far funzionare il
Kaleido.
Visto che sono orfano e che zia Felicia non ci tiene più di tanto a prendersi
cura di me perché ha anche Totor e Poulot, e che il Sig. Joze le allunga un
bigliettone, tutto si aggiusta. Io sono già fanatico del Kaleido.
Sembra che il mio Padrone abbia fatto degli spettacoli prima che arrivassi io.
Ma era tutto nero e triste. Allora non piaceva; la gente non viene mica se non
vede niente. Con me invece, appena ficco gli occhi alle lenti, di colpo sullo
schermo ce n’è per saziarsi fino a domani!
- Padrone, se avessimo un Teatro per il Kaleido, di certo ci servirebbe subito
un servizio d’ordine speciale per il traffico davanti al locale!
È divertente; ecco che quel che ho detto – siccome è vero – da al Padrone l’idea
di installarci con il Kaleido i quel piccolo garage in affitto a Place Perire.
Adesso siamo nel nostro stabile, in pieno centro! Il nostro Kaleido è lanciato,
eccome!
Accidenti a me che ho riempito quasi il mio diario nuovo con tutte le mie
chiacchiere al posto di scrivere il Programma-Giornale! E la lettera del
Padrone che devo portare prima delle quattro a Madame Grazia! Devo
sbrigarmi. È la mia Madrina. Mi ha adottato da quando ci siamo conosciuti.
Sembra sia stata lei a dire al Padrone di cercarmi perché aveva bisogno d’un
apprendista. Buona idea.
CAPITOLO VI
32
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO
RISPOSTA DI GRAZIA
A JOEL JOZE A GRAZIA
(frammenti)
…………
…………
certo sono colpita dal vostro affetto; Amico mio, e anch’io per voi, quale
profonda tenerezza.
… … … ma tutti questi ricordi … … … bisogna sapere … … … voi
comprendete… … mio Padre creò questa Salutare della quale mi inorgoglii per
l’abbondanza dei suoi benefici e delle sue guarigioni… … … altre fonti sparse
per io Mondo … … … si … … … voi sapete. … … … …
Mio Padre, stanco della sua opera immensa, lasciò me e mia sorella. … … … …
Si ritirò nel suo Palazzo di … … … mi lasciò la cura della Salutare. E un Unico
Diamante. Voi lo vedrete un giorno, forse. … … … …
Mia sorella così bella; ardente: avida di vivere… … … …
Mo padre ebbe ragione di lasciarle i suoi Gioielli – meno il Diamante che ahimè
mi inviò… … … lei ricevette quindi tutte le Terre. E i battelli da diporto. E i
laboratori di profumeria. E tutto ciò che brilla, affascina, incanta… … … …
Irresistibile; affascinante; questa sorella adorata che io piango. – Ella ha
iniziato ad odiarmi. Mi vuole spogliare di tutto. Il Solo-Diamante. L’Acqua
Salutare. Processi. Intrighi. Contraffazioni. Cosa non ha fatto?… non ci voglio
pensare. … … … … ed ho anche perduto il mio Bene-Amato … … … … il
miglior Discepolo di mio Padre. … … … … Che unione era la nostra. … … … …
Le macchinazioni di colei che era mia sorella lo hanno ucciso. … … … …
Questo è il mio dolore.
Ecco perché resto velata.
…………
…………
Ho reagito. Mostrando la gaiezza necessaria.
Ma nel mio cuore, nel profondo, io sono dolente e gelosa… … … esclusiva… …
UN ANNO, Amico mio! … … … un anno per provare la vostra assoluta fedeltà.
…………
…………
33
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO
CAPITOLO VII
Un anno
Passato?
Di già!
Come vola il tempo!
Una volta era molto diverso:
I Mesi, gli Anni erano più lunghi che larghi. Quel tempo era lento. Tranquillo.
Faceva la sua piccola passeggiata quotidiana. Pigramente. Discorrendo
pacatamente. Sovente si segnava il passo. Mancava l’aria, un po’, tra quegli
sciocchi edifici banali (demoliti!)
Noi abbiamo conosciuto le carrozze a cavalli (non ci credo!) E il cielo limpido 44
(che arcaismo!) – I nostri pronipoti rideranno di gusto apprendendo la nostra
povera storia asmatica.
– Tanto peggio! – Anche noi, a circa quattordici anni, abbiamo riso dei
Fantasmi-Illustri invitati dal nostri Professori a dare – per mezzo della nostra
intelligenza pronta, brillante, la loro opinione (stupefatta) sui progressi che
essi non conobbero mai, loro, - Pitagora, Platone, Shakespeare, - tra gli altri.
44
Nel testo “vierge” (vergine)
34
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO
Ma il nostro Tempo
un bel mezzodì si risveglia
tutto affaticato dl suo torpore
fa chiamare un taxi
lo prende
ci prende gusto
se ne disgusta (lo comprendo)
e via che va!
i suoi 20 – 40 – 100 CV
e poi: infila la volta dell’anno in aereo; sparisce in dirigibile.
E, prestissimo, ci si può credere, grazie al Progresso – sarà, lo stesso istante,
ovunque…
Poi: supererà i limiti dello Spazio. Telescopierà l’Infinito. E tutti e due, con noi,
si avvoltoleranno nell’Eternità.
- Dopo?
- Freni ad aria compressa forse
Tutto: bloccato
e noi che credevamo dominare l’Orizzonte, Ossigeno; si riprenderà –
naturalmente – il piccolo tran-tran senza trepidazioni dei nostri trisavoli.
Bisognerà reinventare la carriola!
Chi può dirlo?
Al momento, Kaleido, Gilly, Joel Joze, fanno furore.
Alternando con l’Alhambra (Rue de Malte, Alhambra! Alhambra! Che luogo di
fantasticherie – acrobati, equilibristi, giocolieri, eccentrici, illusionisti; canti
danze, orchestra, proiettori – han dorato come un sogno e colmato d’armonie…)
è al Kaleido che passo le mie serate. E mi spiace per voi se non fate
altrettanto. Cosa potete inventare d’insipido standovene a casa? 45 Lettura?
Conversazione? Sonnolenza? Bridge? – Andate in giro? Al Generales?
All’Opera? A Ballare? Alla vostra cena di famiglia? Deliquescenti!
– IL KALEIDOSCOPIO! – (prenotazioni telefoniche)
Prendete, ecco quattro o cinque estratti del Programma-Giornale. Ne colleziono
i numeri per rileggerli qualche dopo cena, se qualche accidenti di influenza mi
tiene a casa.
Assicurazione contro gli Incidenti depressivi:
Spettacolo-Kaleido e un bicchierino di Gruau-Laroze, caldissimo, con molto
zucchero, ai chiodi di garofano. Fra tutti e due, risultato assicurato! 46
PROGRAMMA GIORNALE
DEI
GRANDI VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO
45
Nel testo “au coin de votre radiateur” (all’angolo del vostro calorifero)
46
Nel testo « Entre les deux, j’aurai ma tourelle blindée » letteralmente: Tra i due, avrò la mia torretta blindata
35
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO
Il pubblico è informato:
1. che si vede perfettamente da qualsiasi posto
2. che il personale addetto alla rappresentazione non accetta mance
3. nelle sale del Kaleido tutele bevande e le sigarette possono essere ottenute
istantaneamente, automaticamente tramite S.S.F. (segnale senza filo
brevettato) che collega ogni poltrona al Servizio di Sala
ESTRATTO
DI QUALCHE
VIAGGIO PER LA SETTIMANA DI
PASQUA
- Stagione 19** -
1° VIAGGIO
Signore, Signori
in questa rappresentazione
vi presenteremo:
TERMOMETRI UMANI
Escursione umoristica
Registrata dal Sig. Gilly
Nelle strade, queste Persone si scambiano saluti passando. Notiamo che questi
Saluti47, così come le Persone, non si assomigliano:
47
Nel testo “Salut”, letteralmente anche: salvezza, scampo, salute, salute eterna, benedizione
36
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO
Saluto glaciale
Saluto freddo-secco
Saluto esitante
Saluto protettore
Saluto cavalleresco
Saluto bello-secco
Saluto amicale
Saluto cordiale
Saluto delirante
Siamo così abituati allo spettacolo delle Cose Quotidiane che a malapena ce ne
accorgiamo. Oppure, poiché siamo esclusivamente occupati (ed è un peccato) a
trarre da questo spettacolo gratuito delle conclusioni di interesse privato,
senza dubbio appassionanti ma meschine in senso psichico, ci servono il
soccorso stimolante e l’ottica vivace del nostro moderno Kaleido per ottenere
dal Saluto, cosi come da tutti i Segni abituali, una resa massima, ricca di
senso assoluto.
Voglia il Pubblico considerare che possiamo riconoscere:
1. un livello medio di saluto
Senza media 48 nessun punto di riferimento. Perciò, né Alto né Basso.
2. Un livello individuale
il quale – designato dal vocabolo anglosassone “STANDING” – può variare in
continuazione.
Perché?
Questo punto di domanda (e di meditazione) così spiraleggiante, apre la strada
ad una scoperta relativa ai mezzi di locomozione. (ulteriore beneficio del
Kaleido: constatiamo de visu che nulla è isolato nell’Universo)
NOTIAMO:
questa risacca incessante. Grande marea umana in una metropoli:
ONDA PEDONE: Saluto glaciale, protettore o cavalleresco, indirizzato con
pertinenza. Personalmente può utilizzare il saluto ossequioso o un altro
qualsiasi. Come si innesca una canna da pesca.
SCHIUMA: (appassionati di tarmway ed autobus, metromani ecc…) Saluti
sensibilmente simili al genere pedone.
ONDA FANGOSA: (noleggiatori di taxi ed altra marmaglia che si da arie di
praticità, senza luminosità): Saluto cavalleresco, saluto bello-secco oppure
saluto amicale
GRANDI CRESTE D’ONDA, MAROSI DI FONDO, MAREGGI DEL LARGO : (proprietari di
dirigibili, aeroplani di gran lusso, auto all’ultima moda): Saluti deliranti ecc…
(Nota delle Direzione: Lo spazio limitato del quale disponiamo in questo
programma ci obbliga a on poter dare che un riassunto delle nostre Visioni, un
contenuto ristretto dei Viaggi. Il resto allo Schermo.
48
Nel testo “moyen” e “moyenne” posso anche essere intesi come “mezzo”
37
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO
49
Nel testo “ravitaillement”: vettovaglia, rifornimento, approvvigionamento
38
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO
(Nessun intervallo)
(gli Spettatori che non hanno
assistito all’inizio dello spettacolo
sono invitati a restare)
2° VIAGGIO
TRANGUGIATORI D’OSTRICHE
AMANTI DELLE LUMACHE
MANGIATORI DI TELE DI RAGNO
Pubblico
oggi
Kaleido ti fa vedere
50
Nel testo “Prospecteurs” - Prospettori, coloro ai quali è affidata la prospezione d’una zona (filone, mercato) per scoprirne,
valutarne ed utilizzarne il valore
51
Nel testo “Pimprenelles”: - in italiano salvastrella sorta di erba aromatica di campo facente parte della famiglia delle rosacee
52
Nel testo “subtilisé”
39
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO
3° VIAGGIO
ALFABETO
Pubblico
vedi qui
la Stamperia nazionale (o un’altra)
41
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO
e noi vediamo
- frenetici –
Uomini – Donne – Bambini
uscire ed entrare dalle loro case
- o cambiarsi
(Caratteri correnti, Maiuscole, Minuscole, Italici, Lettere Gotiche, Stampate,
Rotonde. – Le parole che formano sono altrettanti Nomi di Famiglia: - questa A
figura in “Abilità”. Queste altre in “Inimicizia” e “Armonia”)
Pubblico
Quando vedrai questo pamphlet
sarai vessato? trasportato?
da caratteri cattivi o buoni?
No
discerni (che)
Caratteri sono buoni per sorte
cattivi per mancanza
che è come dire miseria
Miseria?
non sempre Mancanza di Moneta come insinua questa moderna-miopia-
morale, la quale – ingorda! – vuole intendere “Ricchezza” per “Unico Bene”
Miseria può significare mancanza di
Salute
Gaiezza
Sicurezza
Bellezza
Mancanza di Prestigio
Mancanza di Vitalità
Mancanza d’Aria e di Anima
Mancanza d’Amore
e anche Mancanza della Mancanza (grande miseria)
42
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO
4° VIAGGIO
PIOVRA
Pubblico
entriamo al Credito Internazionale
riconosci
questa vasta Hall
questi scaloni a spirale
queste scrivanie suddivisi, separati da griglie, mini-uffici
Cassa
Assegni
Conti correnti
Conti speciali
Girate
Cambi
ecc
ognuno porta la sua targa (indicatrice) di cuoio chiaro ben lucidato (Iscrizioni
nere)
nel sottosuolo
Casseforti
Stracolme, ingozzate
di Milioni
43
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO
ai piani
surriscaldati
davanti ai loro uffici-cilindro (importati dall’America)
degli importati Signori
indaffarati
sprofondati in queste forti poltrone
girevoli articolate (legno e cuoio)
grandi Feudatari e Mandatari
di Sua Maestà IL DENARO
(Oh Titoli. Oh Lettere di Obbligazione e di Credito)
Denaro?
Prestanome ad effetto!
qui Denaro 59 non è nulla se non è Oro
l’Oro non è nulla se non è Forza (materiale)
FORZA-Materiale! (Haro? 60 Hurrà!)
chi ci dirà perché
noi siamo TUTTI asserviti sulla terra
a Lei
la Piovra-Imperatrice?
(un giorno – prossimo – Denaro prenderà un altro nome. Si. Kaleido vede
chiarissimamente questi Grandi Vassalli della Materia, ridotti a cambiare
dimora (nascondendo la loro mercanzia). Oppure: banditi, polverizzati.
Ma Piovra è sempre la stessa. Satrapo-Capitale cede il passo: è un altro tiranno
che passa. Tutto qui.)
Oggi non questo l’argomento. Kaleido vi invita solamente a percorrere questi
Corridoi
che sono altrettanti Tentacoli
dei quali la Piovra si serve – noi suoi Tributari – per stringerci, imprigionarci
nei mille legami dei bisogni materiali:
(Eccoli: Cibo, Bevande, Vestiti, Calore, Luce, ecc)
si è prigionieri
ci si riscatta. Ci si libera (per quel che si può)
si esce dai corridoi tentacolari
gettando degli spiccioli nel palazzo vorace della Piovra – Denaro facile, agile, è
fatto per essere divorato. (La dove Denaro nutre, è la parte migliore di questa
mandarina terrestre)
guardate anche questi:
« roublards » 61
altri: posati, pesati su bascule d’oro e
59
Nel testo: “Argent” . La traduzione rende impraticabile il gioco di parola della frase
60
Equivalente di “Aiuto!”
61
Nel testo con il duplice significato di furbastro e rublo
44
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO
Genio
(per quel che si dice)
di reputazione commerciale
nulla è valso
finché ha vissuto.
Mai Capo ha comprato qualcosa, ha pagato qualcosa
con la sua intera Persona offerta sul mercato.
Bisogna prima decapitarlo
e colpirlo (in effige)
in dischi
d’un metallo misto:
Lega
Effige
Ecco ciò che reclama (a gran voce)
Per Modello e Moneta
Questa ibrida maceria del
TUTTO:
il mondo
4° VIAGGIO
ALIBI
Un telefono
si è disconnesso (questo si vede)
al Kaleido (ove ogni dettaglio – di installazione – prende forma umana)
diverse lamentele (dell’Abbonato)
e delle ricerche (interminabili)
una Amministrazione Chiarudente (e claudicante)
dichiara (infine)
che questa PILA è difettosa
la si rimpiazzerà?
Abbiate pazienza
(e prendetevi cura delle vostre corte vocali nell’intervallo delle due chiamate
distanziate – per forza maggiore)
in attesa
Pila
sarà giudicata secondo il suo demerito e le
Leggi dell’Acustica.
(Ecco qui: Fili. Poli. Suoneria. Microfono e altri. Testimoni a carico)
Abbonato: parte civile
e i brillanti membri dell’Ufficio (telefonico)
Dopo i processi oratori (in questo Mezzo eminentemente sensibile al fascino
della parola)
Pila
46
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO
CAPITOLO VIII
LETTERA
AL SIG. JOEL JOZE
INVENTORE-DIRETTORE DEI GRANDI
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO
- PARIGI -
Mercoledì 17 Marzo
Mi congratulo mio caro Amico, che successo! Bravo! – Come me voi volate di
vittoria in vittoria. Mi piace. “Per il Trionfo” è la mia divisa – Lo sapete.
E voi? Che ne è di voi? Fortuna e Kaleidoscopio a parte? Conservate l’emblema
che vi diedi all’inizio della nostra amicizia?
Un pugno chiuso che tiene il fulmine. Divisa “J’ose” 67.
Mi comprendevate allora! Non facevate nulla senza i miei consigli.
Perché bisogna accettare che il vostro carattere stravagante, le vostre violenze
verbali, le vostre ingiustizie abbiano, in un momento, guastato tutto fra noi?
Non parliamone più. Odio la meschineria. Senza parafrasi vi dico: venite!
Venite mio caro Amico, voi troverete presso di me un’accoglienza degna del
vostro valore.
Aggiungo un’ala al mio Teatro. Voglio la mia sala Kaleido. Conto su di voi per
l’installazione. Con gli ultimi perfezionamenti.
Sabato sera danzerò il Delirio. Mi avete veduta in Heraclea? E il mio costume?
Ideato da me. Uno splendore. Bakst, Barbier, non hanno mai fatto così bene.
Sono fiera del mio genio. Lo dico senza vanità.
66
Nel testo francese “pilée”
67
La traduzione “Io oso” attiene al senso figurato dell’emblema e riproduce , in cabala fonetica, il nome JOZE
47
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO
Anche voi, mio caro Joze, avete un immenso talento. Sotto ogni aspetto il
Kaleido è inestimabile. I vostri azionisti sono all’estasi. Ancora bravo!
Allora Sabato, Heraclea. 68 Prima della rappresentazione mi riposo. Non
riceverò alcuno. Tranne voi. Venite alle 3. Abbiamo delle cose da dirci. – Spero
che dopo la felice fortuna voi non vi abbandoniate né vi rifugiate più nelle
vostre asperità. Siete così complicato a volte! Simpatico, l’ho sempre detto. Ma
quale spiacevole tendenza a drammatizzare! Non bisogna.
Sabato. Alle 3.
Ah! Non dimenticate: mi dovete una spiegazione a riguardo di quel assurdo
schermo vuoto: sono passati 3 anni. Dicevate che conteneva qualcosa? Cosa
dunque?
Le mie mani
Ctessa Vera
a questa sera
con tutta la mia anima.
J.J.
68
Si tratta evidentemente di un refuso. Poche righe più avanti la Contessa Vera aveva detto che sabato avrebbe danzato Delire…
48
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO
Signora,
Joel Joze
LETERA DI
GRAZIA
A JOEL JOZE
Domenica, 21 Marzo
Ho rifiutato di vedervi nel primo mento della mia collera. Non mi sono ancora
calmata. Come! Voi affermate che non risponderete a quella donna? e poi –
perché l’ho indovinato – pretendete aver risposto per provare il vostro distacco!
Che cosa mi importa il tono della vostra lettera! La vostra doppiezza ne è
diminuita? Conosciamo il vostro avversario: voi giocate un gioco pericoloso.
La mia pena è infinita.
Da qualche tempo – bisogna infine dirvelo – altre cose mi spiacciono e mi
inquietano.
L’estensione commerciale del Kaleidoscopio vi preoccupa troppo. Sembrate
scordare d’aver scoperto – grazie ad un’Inspirazione divina – uno Specchio di
Verità.
Ne state facendo uno strumento di vanità.
Siate attento.
Ritornate alle vostre Parabole. La luce in primo piano: non il lucro. Senza di
ciò le vostre visioni si oscureranno senza rimedio.
72
Nel testo “oeil d’enfant”; letteralmente “occhio di bambino”, in evidente allusione a Gilly; ma anche “olio d’infante” (?)
73
Dal verbo “lasser” con duplice senso di stancare ma anche prendere al laccio, imprigionare, imbrigliare
50
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO
GRAZIA
CAPITOLO IX
AL TELEFONO
(Lunedì mattina
22 marzo)
(Una voce)
all’altezza Non lascia mai il vostro laboratorio? Per me Una volta?
Andiamo Gentile D’accordo
Good-bye! Alle otto
QUELLA SERA
UN FOGLIO DEL DIARIO DI GILLY
(a 16 anni)
Preoccupazione e tristezza.
Il Padrone è così cambiato.
Lui e Madame Grazia non si vedono più.
Che succede?
E questo pomeriggio, senza farlo apposta, sorpresi dei brani di conversazione:
il Signor Joze al telefono, tutto sottosopra.
Entravo nel Laboratorio. Il Padrone mi ha fatto segno di non disporre le nuove
pastiglie da proiezione.
Di andare via, alla svelta.
Perché?
Verso le otto suonano alla porta.
Si è fermata un’auto. Una bellissima Rolls-Royce
L’autista insiste per parlare lui stesso al Padrone
che fa “Ah” e diventa pallido
- Un istante - dice
e passa di furia nel Laboratorio
5 minuti dopo ritorna. Pronto ad uscire
- Vai a letto presto Gilly. Niente lavoro questa sera
E questo è tutto. Neanche buonasera
Seguito il Signor Joze come per aprirgli la porta. In realtà, seccato che se ne
vada. Come dell’invidia. Di cosa?
Davanti alla porta quella Rolls-Royce
Interno illuminato. Bruscamente spento.
Intravista, nella luce, una donna bellissima.
Dice scoppiando a ridere
- Sono io! Non mi fidavo dei vostri capricci!
- Vera?
- Vieni!
L’auto parte velocemente.
52
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO
CAPITOLO X
DIARIO DI GILLY
(a 18 anni)
Avendo deciso di scriver la Biografia del mio maestro, il Signor Joel Joze, è
necessario che io mi ricordi ogni dettaglio e quella serie folgorante di
avvenimenti inauditi che si abbatterono su di noi due anni or sono.
È come un dolore fisico riportare in vita quel passato morto.
Ma devo.
La Vita di un uomo così sorprendente come il mio Maestro non può restare
sconosciuta. E io solo, il suo allievo, fui testimone costante del suo lavoro, dei
suoi tormenti.
Per Parlare di Joel Joze vorrei trovare delle parole particolari: piene di fervore;
pervase di rispetto; colme d’emozione riconoscente. Delle parole tutte nuove.
Grandissime. Semplicissime. Degne di lui. Uguali a lui.
Gli devo tutto.
Mi ha veramente “aperto gli occhi” questo grande “Oculista dell’Occulto”,come
si definiva lui stesso per scherzo. È passato tanto tempo. Ai bei tempi del
Kaleidoscopio Tempi felici! Ma allora, ragazzino, amavo il Signor Joze. Non lo
conoscevo. Lo chiamavo, lo chiamerò sempre Padrone. Perché gli piace. Ma nel
mio cuore (ora), nel mio spirito, conosco il valore della parola MAESTRO.
Senza ulteriori riflessioni personali, voglio annotare qui la serie inflessibile
delle nostre disgrazie.
Non cerco di comprendere.
Come comprenderei? Come, dal mio piccolo sottosuolo intellettuale, potrei
percepire, io, l’angolo altero di un Joel Joze nativo delle cime?
Come allo stesso modo percepirei nel loro insieme, i tratti eccessivi, grandiosi,
di una Madame Grazia, di una Contessa Vera?
53
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO
Bisogna che risalga con i miei ricordi a quella sera di due anni or sono,
quando il Signor Jose mi lasciò bruscamente per seguir una signora che
l’attendeva nella sua auto, davanti alla nostra casa.
Stavamo sempre in Rue Belidor.
Nonostante l’immenso successo dei “Viaggi” e le sostanze incalcolabili delle
quali il Signor Joze disponeva a quei tempi no aveva mai voluto lasciare la
vecchia casa ed il laboratorio nel quale aveva fato la sua scoperta. Si era
accontentato di ingrandire ed ammodernare. E aveva posto l’entrata principale
in Boulevard Gouvion St-Cyr (la casa era d’angolo). Era la che questa signora
attendeva nella Rolls-Royce.
Spariti loro io mi sento disperato! È stupido. Inverosimile. Impossibile a
spiegarsi.
Naturalmente non ero abituato a trascorrere tutto il mio tempo con il Signor
Joze. Mi diceva cosa c’era da fare e, la sera, andava a trovare Madame Grazia.
Ma quella sera. Andandosene, così, di fretta, senza nemmeno un saluto! Lui
così cordiale. Così attento al consenso degli altri!
Chiacchierava sempre con me, almeno venti minuti. Mi dava un libro. Me ne
parlava. E aveva per ogni cosa un’idea che cambiava tute le idee. Vi dava aria!
Come aprire una finestra. Sorprendente!
- “I dettagli 75 - diceva il mio Maestro – sono la materia del tutto; e
l’attrazione proporzionale. Non assorbirò una roccia per nutrirmi! E ci sono
parecchie possibilità che questa non rotoli mai su di me per schiacciarmi.
In tal modo, io convivrò con questo evento gigantesco senza che esso
influenzi la mia natura. Questo avvenimento è troppo più grande della
dimensione umana. Ma una punta di cannella? Una goccia d’ambra?
Quelli che hanno sofferto di crisi epatiche ci diranno quel che può fare un
minuscolo calcolo nel canale coledoco. Così dei nulla causano le sfortune o
le fortune di questa vita.”
Eccellente in ogni cosa, il mio Maestro, meglio di chiunque, sapeva disporre i
dettagli quotidiani, in modo piacevole; facile, imprevisto!
Da qualche tempo temevo che fosse malato. Era molto cambiato. Era nervoso.
Molto. Non vedeva più Madame Grazia. Questo mi spiaceva. Ma non avrei
osato parlargliene. Io andavo come sempre, due volte la settimana, a trovare
la mia madrina. Lei non pronunciava più il nome di Joel Joze. Mi era parso di
aver notato un certo indebolimento nelle nostre proiezioni. Una luce meno
buona dopo l’allontanamento di Madame Grazia. Forse una semplice
coincidenza?
Non avendo nulla da fare e sentendomi triste da morire – ben contro la norma,
la malinconia ed io non abbiamo mai avuto nulla a che spartire! – salgo in
camera. E mi butto a letto. La, davvero troppo idiota, mi metto a piangere!
Più idiota di tutto: quel “Vieni” che quella donna a detto al mio Padrone mi
75
Nel testo “les riens”; letteralmente “ i nulla”
54
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO
Bisogna dire che quello che fu il Kaleidoscopio era costruito dal Signor Joze
su un principio essenziale: all’inizio delle sue esperienze il mio Maestro aveva
captato certi fluidi che regolavano la sua messa a punto. Onde magnetiche ,
sapientemente trattenute nel Kaleido-propulsore. Che non lasciava mai il
nostro laboratorio. Il suo impulso unico governava, senza fili tutti gli
apparecchi in tutte le nostre sale nel mondo intero. Senza il Kaleido di Rue
Belidor, nessuna rappresentazione. Da nessuna parte.
La mia camera è al primo piano
il Laboratorio al piano terra.
Nel Laboratorio una cabina di vetro smerigliato; nella quale entrano solo il
Padrone ed io.
La cabina del Kaleidoscopio.
Tutto intorno al Laboratorio, lungo le pareti pulite e bianche, migliaia di tubi
in cristallo. Contenenti le nostre pastiglie da proiezione. Collezione completa
dal mio debutto come “Occhio Dritto”. Numerate. Catalogate. Per serie. In
linee.
“Un istante Martel. Pronto; il Signor Joze è assente. Vado in cabina.
Attendete!”
CABINA DEL KALEIDO – VUOTA!
e si tra i tubi da proiezione il mio occhio si arresta. Un intervallo
L’ARGENTO
- prima linea di proiezione -
MANCA!
“Pronto Martel. Impossibile spiegarvi al telefono Rimborsate Domani il
Padrone”
Che fare?
Per una sera, il nostro fedele pubblico non manifesterà che del disappunto.
Ma domani?
E cosa dirà il Signor Joze?
Chi ha rubato l’apparecchio? L’argento?
CHI?
Un’intuizione
folgorante!
Mi ricordo
al momento, passando, il Padrone contrariato – visibilmente – di trovarmi sul
suo cammino, e qualcosa – voluminoso – che stringeva sotto il cappotto
55
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO
Kaleido
Argento
Lui!
Perché?
Per chi?
Per quella donna?
In torpedo
Guida lei
- clacson -
Avenue de la Grande Armée
Etoile
Champs-Elysées
Rond-Point
Avenue Montaigne
Stop
Un grande palazzo, magnifico. Metà teatro. Metà abitazione privata.
Dimora dell’illustre Contessa Vera. Della quale tutto il mondo parla. (Spesso
avrei voluto prendere un posto. Vederla danzare. Non so perché ma sento che
darebbe dispiacere. A Madame Grazia. Forse al Padrone?)
Entriamo
Domestiche arroganti; calze di seta;
all’inizio vogliono opporsi
Un segno
di Madame Grazia
Perché di colpo remissive?
Rispettose?
Vestibolo
Scalone
Galleria
diverse sale
piccola scala
anticamera
corridoio ovattato di tappeti persiani
appartamenti
entreremo?
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VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO
Il Padrone?
irriconoscibile
bianco tremante
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VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO
fragore
tuoni
capogiro
quelle urla ancora
(La Contessa Vera più bela ancora di quanto non credessi. A cosa si pensa in
un momento così! Le riviste la settimana scorsa il suo ritratto il suo
corpo quel viso E il viso di Madame Grazia? Perché non s’è mai visto?
Perché sempre quel velo? Spiacevole in fondo! Mi sorprendo – con orrore – a
pensare questo – io – in questo istante)
Violenta Contessa!
così bella!
si si così bella
e quei profumi
nonostante l’angoscia
da morirne
che cosa ho?
troppo forte
troppo troppo forte
per i nostri occhi
Vittime
migliaia di migliaia
carbonizzate
asfissiate
dilaniate
- bambini – donne – uomini -
Eroi
- così giovani -
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VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO
Oh!
Madame Grazia
Voi?
Perché questo?
Era necessario?
“Tutto è necessario” dite anche voi!
Senza dubbio?
Io non posso comprendere
vedo ciò che posso
È tutto. È poco.
Non giudicherò nulla.
Miracolosamente – noi 4 – estratti dalle rovine
Madame Grazie – indenne – sparì
La Contessa Vera anche
(Fui ben sorpreso – più tardi – di sapere da dei vecchi giornali che mi caddero
sotto gli occhi che ella aveva danzato a Montecarlo – 8 giorni dopo la
Catastrofe – un gran balletto Imperia a beneficio dei sinistrati. Mai ella
apparve più bella – dissero i giornali)
Io, solo il braccio sinistro rotto. E quella ustione alla tempia della quale
conservo la cicatrice. Guarito in 6 settimane.
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VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO
Per distrarlo, questa mattina, trovandolo meglio, gli parlo dei miei progetti.
Li approva. Ci si interessa.
- Faremo ancora grandi cose Gilly. Ho delle idee
La fatica. Subito dopo.
Ma dice ancora
- Faremo ancora grandi cose – a patto che la Contessa Vera non si
intrometta
Così abituato, da sempre, al fatto che il mio Maestro legga in me, questa volta
arrossisco: eco ciò che mi dicevo in quel preciso momento. Questo è un
argomento che evito (non devo sapere – non voglio sapere – se si o no – il mio
Maestro – penso)
- Volete che andiamo a fare un giro? Primo giorno di Primavera dopo questi
freddi interminabili. L’aria fresca vi farà bene Padrone?
Prende il mio braccio
sono fiero che un uomo come il mio maestro voglia appoggiarsi a me.
- Sei un ragazzo in gamba Gilly
La sua voce trema. Allora mi viene il groppo alla gola, e per evitare il magone
mi metto a parlargli di sciocchezze, come una volta
Alla fine sorride. Un po’.
Siamo all’Etoile
così belle
sotto l’occhio magnetico del Sole
le cose di ogni giorno
che il mio Maestro mi ha insegnato a vedere
passano
ben incastrate nel pavé di legno
dei binari
tracciano
le loro rette e le loro curve
brillanti
che nelle piazze formano
nei loro punti d’intersezione
degli archi geometrici
puri e splendidi
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VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO
- Che nel paesaggio celebrale, dice il mio Maestro. Vieni Gilly, rientriamo.
Vorrei lavorare.
Allora ha preso il mio braccio
e siamo ritornati
insieme.
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