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Irène Hillel-Erlanger

Viaggi
in
KALEIDOSCOPIO
CON UN TITOLO ED UN TERMOMETRO
disegnati da

VAN DONGEN

Ed. La Table d’Émeruaude – Paris - 1984


ex
Ed. George Crès & C.ie
21, rue Hautefeiulle – Paris – MCMXIX
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO

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VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO

NOTA DEL TRADUTTORE

I “Viaggi” sono un’opera singolare e poliedrica, ricca di suggestioni e


richiami; degna figurazione – così come l’Autrice – di quella Parigi primo
Novecento nella quale l’interesse per “l’Occulto” si coniugava con la vivacità
ed il fervore che interessarono ogni espressione dell’Arte e della Cultura.
Coevo del momento che vede la nascita del cinema, al quale Irène Hillel
Erlanger collabora scrivendo per Germaine Dulac la sceneggiatura del “La
belle dame sans merci”, il testo dei “Voyages” si propone alla nostra lettura
nella forma agile ed immediata propria alla sceneggiatura.
Il lessico e lo stile di redazione, svelti e immaginifici, sono il mezzo del
quale l’Autrice si serve per rendere lo svolgersi di scene narrate e redatte –
con efficacia estrema – servendosi dei costrutti propri al surrealismo ed al
dadaismo, posti in contrappunto alla bella lingua ed alla frizzante parlata
parigina di Gilly.
Tuttavia, ben aldilà degli stilemi, il contenuto ermetico resta la nota più
caratteristica ed esclusiva del testo.
Fin dalla copertina disegnata da Kees Van Dongen, e dalla descrizione dei
personaggi, il lettore è accompagnato – in modo efficace e continuo – da
riferimenti e suggestioni che si intrecciano e si dipanano lungo tutta la
trama del romanzo in modo sapiente e puntuale.
Tanto rigorosi e profondi appaiono questi richiami che attorno a questo
testo e alle sue prime edizioni – in poco tempo esaurite ed introvabili –
circolò per qualche tempo la diceria secondo la quale un essere misterioso
sarebbe stato incaricato di distruggere le copie circolanti od ancora
invendute per mezzo del fuoco.
Così, in quest’atmosfera iper-reale e surreale ad un tempo, giungono a noi,
evocate e rappresentate con straordinaria sensibilità, le alterne e parallele
presenze di Grazia e Vera e il rapido alternarsi delle scene nelle quali Joel
Joze dipana il filo di un destino che si intreccia con quello del Mondo e con
quello di Gilly; voce fuori campo, Favore a lungo incompreso.
Alcuni dei riferimenti dell’opera appaiono quasi patenti; altri sono da
ricercare nelle allusioni del testo, nei suoi richiami e nella sua musicalità,
così come nelle sfumature di linguaggio proprie ai singoli Personaggi.
In questo continuo alternarsi di stili e ambientazioni, modi e realtà – e
nella loro assoluta ed esatta corrispondenza ed interdipendenza – trova
origine la difficoltà di un modesto lavoro di traduzione, stretto nel doppio
vincolo semantico imposto dalla volontà di rendere ciò che in italiano non
possiede riscontro e dalla necessità di mantenere un’imprescindibile
fedeltà, anche formale e d’impaginazione, al testo.
A causa di ciò sento di dover rivolgere, a tutti i conoscitori dell’Argot, le
sincere scuse che il tentativo di voler rendere apprezzabile ciò che è
talvolta indicibile, rendono indispensabili.

GLB

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VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO

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VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO

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VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO

Enigmi Segni
Voi siete ovunque
sapremmo leggere
se solamente
sapessimo vedere
ma noi siamo
dei lettori carnali
e dei
ciechi tracotanti
Parabole
Pearl 1
Scrive il destino
(come fa ognuno di noi senza saperlo),
in ognuno dei suoi gesti

A. COIA-GATIE Ognissanti 1893

A Irène. Cuore e Spirito.

1
Allusione alla tersicorea Pearl White, che furoreggiava nella ville lumière
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VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO

LA BUONA STELLA

Te ne prego, Grazia, fatti conoscere,


Tu che ti sei riconosciuta in questo appello
Che io lancio, tal un Cavaliere errante
Alla ricerca della sua Buona Stella.

Te ne prego, Grazia, vienimi a conoscere:


Io ti desidero, e tremo pertanto
All’idea d’essere indegno di te, troppo bella,
D’essere annientato se tu sollevi il tuo velo.

Te ne prego, Grazia, fammi rinascere.


Sei tu Vera sotto le spoglie di Grazia,
Tanto arrendevole agli amanti di passaggio
Quanto inaccessibile al sospirante saggio?

Te ne prego, Grazia, Bellezza suprema,


Tu che ti sei riconosciuta in questo appello,
Fai in modo che Grazia trionfi su Vera,
E venga a condurre l’Opera che io amo.

A.C.G.

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VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO

ALLA
GRANDE

ANIMA
DI

L.B.
DEVOTAMENTE
OFFRO QUESTE PAGINE

I. H.-E.

FRONTESPIZIO

Ove l’autore vorrebbe gettar luce


sulle sue intenzioni
e su
LE IMMAGINI
che seguono.

Questo non è un romanzo


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VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO

meno ancora uno studio di caratteri


semplicemente abbiamo provato, con fervore, a cogliere e fissare qualche Segno.

I nostri personaggi:

Umanità superiore (così poco),


JOEL JOZE
alternativamente Veggente e Cieco
GRAZIA Grazia (naturalmente)
VERA Voluttà. Perfetta Forma del Piacere feroce

Così contrastate in apparenza, Grazie e Vera – essenzialmente – sono parenti


strette. Meglio: la stessa Persona sotto due aspetti.
Vera dispone della Realtà
Grazia, della Verità
Quale delle due si accresca, l’una o l’altra, è a detrimento dell’una o dell’altra,
ed a pericolo del genere umano.
Duplice emanazione dell’Inconoscibile
come:
il Tempo e l’Eternità
la Necessità divina e la Libertà umana
Ciò senza dubbio, lo comprenderemo un po’ meglio in un altro piano

Quanto a Gilly, egli è, a nostro avviso


“il sale della Terra”
esattamente “IL LEALE SERVITORE”

CAPITOLO I

Pressoché tutti i giornali di Mercoledì mattina 8 Maggio 19** riprodussero, con


grossi caratteri di apertura, il seguente articolo:

MISTIFICATORE o DEMENTE?
Singolare incidente nel corso d’una
serata Scientifica
sparizione dell’inventore
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VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO

JOEL JOZE
_____

Ieri sera, nel suo magnifico palazzo di Avenue Montagne, la contessa Vera, la
nostra sublime Ballerina-Milionaria, la bellissima e famosissima Artista-
Mondana che l’Europa e le due Americhe idolatrano, dava un ricevimento il
cui affascinante splendore era destinato a mettere in luce una nuova
invenzione.
Da qualche tempo, l’attenzione del Pubblico e della Stampa erano state
sollecitata dal Sig. Joel Joze, uomo singolare – geniale, pretendono alcuni
entusiasti – inventore modernissimo d’uno strumento ottico al quale ha dato
nome di KALEIDOSCOPIO.
Diciamo subito che le Belle Immagini del Sig. Joze non presentano analogie
con l’antico Kaleidoscopio, che costituisce, da più generazioni, la gioia dei
bimbi; il vecchio tubo di cartone verniciato che rinchiudeva, come ci si ricorda,
un minuscolo rosone mobile in pagliuzze di vetro multicolore.
L’invenzione del Sig. Joze è fastidiosamente più complicata.
L’inventore del nuovo Kaleidoscopio, uomo d’una trentina d’anni; bruno
nervoso, brusco, rasato; fisionomia tormentata, espressiva ed originale; fu
lungamente dedito allo studio delle Scienze Occulte.
Sembrava pertanto godere della pienezza delle sue facoltà intellettuali. Ciò
nonostante, da più di un anno, egli aveva rinunciato alla ricerca deludente
dell’Aldilà per consacrarsi, praticamente, alla messa a punto del
Kaleidoscopio.
Si tratta, in questo caso, d’una sorta di Cinematografo, presumibilmente
suscettibile di restituire a ciascuno, in modo autonomo, una nuova visione
dell’Universo.
Il Sig. Joel Joze parte dal principio ultracontestabile, che farà alzare molte
spalle posate, che l’Universo, così come i nostri occhi credono percepirlo,
differisce totalmente dalla sua forma vera. Noi non vediamo e non possiamo
vedere che ciò che è in noi stessi.
Perciò è sufficiente, secondo l’ingegnoso inventore, captare nelle pupille di ogni
essere vivente le immagini di ogni cosa visibile, condensarle e fissarle,
comprimerle secondo un metodo noto a lui soltanto ottenendone, grazie ad un
procedimento sorprendente e vertiginoso, la sintesi chimica, perché queste
immagini, proiettate sullo schermo, appaiano immediatamente in METAFORE
ANIMATE.
Il Sig. Joel Joze chiama le sue proiezioni così particolari:

VIAGGI 2 IN KALEIDOSCOPIO

Trasformate nell’apparecchio stesso, per mezzo di misteriosissimi fluidi, Sali e


metalli preziosi3, le Visioni si concentrano istantaneamente sotto di forma di
pastiglie platinate che possono successivamente servire ad un numero
illimitato d’esperienze.
Così ognuno di noi, secondo le proprie tendenze, scoprirà il SENSO
NASCOSTO di tutte le cose. E questo senso nascosto, relativo, ci sarà

2
Il termine originale “voyages”, in relazione all’assonanza tra “voyageur” (viaggiatore); “voyeur” (colui che guarda) e “voyant”
(veggente) può essere inteso nel duplice senso di “viaggi” e “visioni”
3

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VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO

restituito nel proprio senso assoluto, per comparazione con un’altra maniera di
vedere.
Insomma, fusione dell’individuo e della collettività in una sorta di psico-
chimica trascendentale ed umoristica: L’ARMONIA NASCENTE DA UN
CAMBIO DI VEDUTE!
Esempio: il Sapiente ridurrà questo mondo in geroglifici, in equazioni, in figure
geometriche; e potrà confrontare il suo ideale con quello dell’Architetto, che gli
offrirà un cosmorama di monumenti diversi.
Le traduzioni Kaleidoscopiche dello Scultore, del Sarto, del Pugile, del
Parrucchiere, dell’Uomo Politico, ecc…, richiameranno gli emblemi e le
preoccupazioni proprie alla loro condizione; e il semplice curioso troverà
ovunque la chiave di analogie sorprendenti o piccanti.
In conseguenza di questo assunto fantastico, ci è consentito supporre che un
giorno non lontano lo Spettatore governerà i propri alti e bassi, come il livello
della Senna al Ponte di Tournelle, allo stesso modo in cui il giornalista avrà la
gioia di vedere la Terra trasformata in mille-foglie che il Pubblico divora.
Ma, senza attardarci oltre in queste facezie notiamo per i nostri lettori, che il
Sig. Joze, abile a far levitare la sua stravaganza, pretendeva semplicemente di
rigenerare il nostro Pianeta.
A sentir lui, nulla essendo al proprio posto né nella propria forma reale,
ognuno a modo suo si sbaglia in assoluta buona fede in ogni atto della propria
esistenza.
Perciò, muniti del mirabolante Kaleidoscopio, basteranno un colpo d’occhio ed
una veloce proiezione 4 perché la Verità si effonda 5 su di noi da ogni dove.
E d’improvviso: buon giudizio, comprensione naturale, equità, ordine sociale
su di un nuovo piano; pertanto Fortune unanimi si spargeranno come
mughetti in Maggio, profumando di felicità ineffabili gli spiriti troppo contorti e
le anime troppo chiuse che siamo!
Speciosa arroganza, utopia sovversiva, che non poteva venire se non dalla
confusione d’un illuminato, privo di senso comune.
Grazie ad una pubblicità sapientemente condotta, il Sig. Joel Joze si vedeva
sul punto di stabilire le relazioni commerciali più vantaggiose con le cinque
Parti del Mondo e siglare contratti invidiabili per una serie di Conferenze-
Proiezioni in America, in Australia ed in Giappone.
Ma, senza dubbio, l’atout più considerevole del Sig. Joze fu l’interesse che i
suoi lavori ispirarono alla nostra Contessa Vera, all’Ineguagliabile, come
spesso la si chiama, la quale, non soddisfatta del lusso e dei piaceri che le
hanno creato la fortuna, la bellezza e l’alta posizione sociale, ha preferito, ha
saputo, come Loie Fuller, Isadora Duncan, Ida Rubinstein, rinnovare con il
suo genio la grande Arte della Danza.
La Contessa vera attira generosamente nell’orbita splendente della propria
gloria i nuovi talenti, in qualunque disciplina essi si rivelino. Con un genio
audace, vasto e vario sino al miracolo, ella abbraccia con ardore le conoscenze
più disparate. Così come la sua estetica, il suo entourage non conosce
banalità.
Così, quando questa ispiratrice annunciò che avrebbe ospitato presso di lei il
debutto del Kaleidoscopio e del suo autore, quale corrente di curiosità
empatica aleggiò fra l’elite della società.
Ieri sera, dalle ventidue, una folla scelta si accalcava nei saloni dell’Avenue
Montagne.
4
nel testo “proiezione precipitata”
5
Nel testo “si fonda”
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VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO

Si riconoscevano:
Sua eccellenza l’Ambasciatore di Coromandel; il Duca e la Duchessa
d’Aquitania; il Principe e la Principessa Trocadero; Lady Denant; il Visconte di
Bragelonne; la Contessa Ravioli; Monsieur Mollet dell’Istituto; Monsieur
Blanquette dell’Istituto; il Professor e la Signora Guetre; il Barone e la Baronessa
Suttenheimer; il Marchese e la Marchesa di Guttapercha; il Signor e la Signora
Verny-Martin; il Barone van Pyr; la Signora Gregoire Bonbeck, nata Fichini; il
Signor e la Signora Panonceau, ecc…
Dopo una rapida presentazione dell’apparecchio, al tempo stesso registratore e
proiettore, che esteriormente rassomiglia ad un grande binocolo da marina,
metallico, montato su di un piede d’acciaio il Sig. Joel Joze, senza troppa
emozione apparente, invitava il suo brillante pubblico a scegliere uno
sperimentatore ed un soggetto.
La Contessa Vera, a nome dei suoi invitati, lo prega di operare lui stesso, e
prendere a tema l’eletto uditorio dinanzi a lui.
Dopo aver espresso, con poche parole, la sua riconoscenza ed il suo
apprezzamento, il Sig. Joel Joze, lancia uno sguardo dominatore sulla platea
che segue, con interesse, ogni suo movimento.
Sino a qui, nulla che non fosse normale e perfettamente conforme al
programma annunciato. Ma ecco dove la situazione deviò, per divenire
burrascosa e sconcertante:
Dopo aver scrutato, per circa cinque minuti, l’illustre uditorio, il Sig. Joze
riportò la sua attenzione alle lenti gemelle del Kaleidoscopio il quale, prossimo
ad entrare in funzione, doveva inscrivere la trasposizione visuale ottenuta
all’istante.
Si fece buio. Lo schermo vuoto apparve: isolato, luminoso, enigmatico.
Qualche secondo d’attesa nel quale risuonava unicamente, nel silenzio, il
ticchettio regolare dell’apparecchio. Lunghi minuti. Silenzio prolungato.
Penoso. Null’altro che il fascio di raggi elettrici che illumina lo schermo bianco
contornato di nero; triste come un’occhiaia su un occhio morto.
Improvvisa un’esclamazione d’angoscia.
- Che c’è?
Domanda la Contessa Vera.
Nello stesso istante, una serie di grida stridenti, forsennate, partono dal luogo
ove si trova, solo, il Sig. Joel Joze, vicino al Kaleidoscopio. Egli chiede con
terrore
- La luce! La luce!
Che viene ripristinata immediatamente
Spettacolo toccante. Si vide allora lo pseudo-inventore, pallido, balbettante,
tremante, implorante con lo sguardo allucinato la platea e la Contessa Vera
che immediatamente domanda, con giusta impazienza, la causa di quella
eccessiva emozione ed il perché di quell’infausto fallimento.
A quella domanda, lo smarrimento insensata del Sig. Joel Joze sembrò
giungere il parossismo. Da pallido egli divenne cianotico e, d’improvviso,
levando le braccia in un gesto quasi epilettico, caracollò, lanciò una sorta di
raglio orribile e – fuggì precipitosamente.
Non si sa ancora cosa sia accaduto, né cosa si debba pensare di questa
insolita manifestazione.
Con perfetta padronanza di sé e con sublime grazia, la Contessa Vera, si scusò
di uno scandalo che non aveva potuto prevedere.

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VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO

I suoi amici si affettarono a porgerle testimonianza d’una fervente simpatia e


l’eminente Professor Guetre, che malgrado l’ora tarda abbiamo avuto la
fortuna d’incontrare prima di andare in stampa, riassunse in modo magistrale
e mirabile la sua autorevole opinione:
- “Siamo sempre felici di assistere al fallimento delle scienze inesatte. E
bisogna che vi rallegriate, bella Contessa, di avercene, questa volta, fornito
l’occasione.”
Un rinfresco splendidamente imbandito, la jazz band del Casinò Cosmopolita;
qualche giro di tango e dei tavoli da bridge cancellarono velocemente il ricordo
ad un tempo burlesco e penoso del Kaleidoscopio-chimera e del suo
deplorabile inventore
E la spumeggiante padrona di casa fu lungamente acclamata quando
annunciò, per la settimana successiva, la ripresa tanto augurata del
Theophano, quella meravigliosa Scena Bizantina che, poco tempo fa, consacrò
la gloria della Contessa Vera.
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CAPITOLO II

LETTERA DI
JOEL JOZE
ALLA CONTESSA VERA

Sabato mattina, 11 Maggio 19**

Vera! Vera! Rispondete! Non mi abbandonate! Una parola. Un segno. Qualche


secondo… Vi scongiuro… Voi, così geniale, così sublime. Voi, che un Arte
sovrana pone a centomila leghe oltre il volgare. Vittima delle apparenze! No…

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VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO

Lasciate che vi dica… Lasciate che vi veda. Al più presto… Ah! Vera, il vostro
silenzio. La vostra assenza. Le mie lettere – quante e quali! – senza risposta da
quella orribile sera. Il vostro telefono muto per me. Io divento pazzo… Ma
come? Mi credete folle? Come gli altri, voi, credete a questo? Non è possibile! È
necessario che vi parli. Comprenderete immediatamente. Merito ancora la
vostra stima. Non accetto il vostro abbandono. Vera, voi dovete ascoltarmi! Lo
esigo. No, ve ne supplico… Seppiatelo bene: quel che è accaduto martedì sera
è FANTASTICO! Lo affermo e ve lo giuro, Vera, LO SCHERMO NON ERA
VUOTO!
Rispondete infine senza ritardo,
al
vostro miserabilissimo schiavo
JOEL JOZE

DELLO STESSO ALLA STESSA


Sabato sera
Credevo che la mia espressa, questa mattina, vi avrebbe suggerito infine una
risposta urgente e necessaria. Non ricevo nulla. Insisto per vedervi al più
presto. È necessario. Pesateci, Vera, voi siete responsabile. Si, in gran parte,
responsabile. Ciò che mi tormenta, non è la mia sconfitta ma il vostro
allontanamento.
È necessario che vi riveda. Subito. È cosa grave. Molto, molto grave. Ne va
della mia vita. Il rimorso potrebbe assalirvi…
Ricordatevi poco tempo fa: l’entusiasta, il ricercatore posseduto dalla
prescienza divina!… Non ne dubitavate affatto. Non cercavate affatto la voluttà
dello sfigurare. L’istinto d’avvilire non vi possedeva ancora! No di certo, non
ridevate delle mie ispirazioni! Piuttosto amavate, in me, il riflesso d’una
Rivelazione Soprannaturale. Allora, non eravate cieca ai Segni.
Davvero è necessario, a questo punto, che l’adorazione del Mondo e la sua
vana gloria vi pongano in una dipendenza vergognosa verso i più volgari
omaggi? – Che pietà!
Quando siete apparsa nella mia vita era una specie di eremita; paziente, pieno
di fede. Subito ho creduto – povero idiota – che il mio ideale vi interessasse.
Come se qualcosa d’altro potesse interessarvi al di fuori di voi stessa. Come se
il vostro genio non fosse per voi che un mezzo di tirannia!
Dominato senza averne coscienza; ubriacato, ho perduto coscienza. Ho
perduto la fiducia nell’Aldilà dal quale proviene tutta la mia forza.
Che sorriso incantatore e corruttore non avevate per i disinteresse nei miei
lavori?
Con generosità, con tutta la mia anima vi parlavo: ANALOGIE,
CORRISPONDENZE, REVERSIBILITÀ… Voi, quasi senza parole, rispondevate
evocando DOMINAZIONE, PIACERE…
E, senza oppormi, io vi davo ragione…
Sentivo troppo che, ormai, voi sola eravate il prezzo delle mie pene. Il prezzo
indiscutibile. Preteso con un’angoscia orribile. Con quel dispotismo straziante,
capace d’immolare tutto all’appagamento del proprio desiderio.

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VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO

Per piacervi, ho abdicato la grandezza. Ho mutilato, rifilato, ridotto il mio


Pensiero alle proporzioni meschine d’un mondo frammentario e caduto schiavo
del prestigio più affettato, di vili valori venali, di ogni compromesso.
Per conquistarvi, Vera, io barattai il Fervore con la meschinità. Le mie lunghe
ricerche sottili, le deviai in tutti i sensi. In luogo delle figure dell’Assoluto,
troppo severe e troppo semplici a vostro dire, captai tutti i fantasmi della
vostra fantasia.
E ora, dopo una rappresentazione che voi avete voluto, che voi avete ordinato;
in condizioni di disagio per me, dinanzi ad una platea frivola, io mi vedo
privato della vostra presenza, come se voi seguiste l’opinione d’un pubblico
imbecille che non saprà mai ciò che ho visto quella sera!
Lo rivelerò a voi soltanto.
Affrettatevi. Il tempo corre. Sono alla disperazione.
Attendo devotamente i vostri ordini adorati.
J.J.

Vi faccio recapitare questa lettera, per essere sicuro che vi giunga senza
ritardo.

DELLO STESSO ALLA STESSA


Domenica mattina, 12 Maggio
Nessuna risposta?
Creatura esecrabile! Vi odio. Vi aborro. Infine vi conosco!
Infine vi vedo per ciò che siete: vile, malefica, feroce, intrattabile, insaziabile;
incrostata d’oro, purulenta di gemme; pestilenziale!
Infame, mi vendicherò! Attenta a voi: la vendetta di un vinto come me può
essere terribile. E se io muoio – presto – non sarà che dopo di voi…
J.

DELLO STESSO ALLA STESSA


Domenica pomeriggio
Perdono. Pietà. Ero in delirio. Abbraccio umilmente la polvere dei vostri passi.
Voi non avete colpa alcuna. È il destino. Ma comprendetemi. Mi
comprenderete ve lo assicuro. Vero che mi capirete subito? E non dubiterete
più di me… tre minuti soltanto. Tre secondi. Sarò a casa vostra domani alle
due. Non prendetevi la pena di rispondere. Voi detestate scrivere. E avete
davvero ragione.
Con rispetto adorazione.
Il vostro
Joel Joze

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VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO

AL SIG. JOEL JOZE


Risposta urgente all’ultima lettera che ci ha recapitato.
Avenue Montaigne
Domenica 12 Maggio
Ore 13

Signore,
la Contessa Vera, profondamente sofferente per o choc nervoso che le ha
causato lo scandalo di Martedì scorso non potrà, per lungo tempo, ricevere
alcuna visita. Ella conta sulla vostra cortesia affinché le sia risparmiata ogni
inutile fatica, essendole la stessa lettura d’una lettera attualmente proibita dai
Medici.
Vogliate accettare, Signore, l’espressione della mia più distinta considerazione.
per la Contessa Vera
il Segretario
X.

ESTRATTO DAI GIORNALI


Lunedì mattina, 13 Maggio 19**
Sul suo palcoscenico privato, nella sua magnifica dimora, l’Ineguagliabile
Contessa Vera ha dato ieri sera, per qualche intimo, un’anteprima del
Theophano, Monologo mimato (Scena Bizantina), che sarà ripreso questa
settimana al teatro delle Muse.
La nostra geniale artista, più prestigiosa che mai, ecc. ecc. ecc.
………………………………….

CAPITOLO III

Così come i globuli bianchi ed i globuli rossi circolano nei nostri vasi
sanguigni, le arterie delle grandi città trasportano incessantemente – e senza
dubbio in ossequio a disegni misteriosissimi che non ci saranno rivelati in
questo piano terrestre – i loro leucociti e le loro emazie.
Passanti
brulicanti, voraci, smunti e pletorici; folli, sfuocati, fugaci, simili e particolari.
Mondi in miniatura, che lottano gli uni contro gli altri. In lotta e in battaglia
contro elementi, miserie, torti, tare, sfortune, il troppo ed il non abbastanza.

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VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO

Animaletti microscopici all’infinito: raggruppati, ognuno col suo spazio,


dispersi. Ripetuti 6, e – che lo vogliano o meno – agitati sino alla Morte.
I Globuli rossi, non senza ostentazione, pullulano. Che bello scarlatto! Che
bello splendore realista!
Tutto appartiene ai Rossi – o tutto deve appartenere loro. Tutta la Terra –
superficie e profondità – è approntata per loro.
Nei Negozi; Clienti, Commercianti, Commessi e Cassieri; vermigli a piacere, si
scambiano la voce per gli auguri d’uso. Si congratulano perché si stimano.
Gente come si deve, che conosce a menadito il proprio Codice pratico.
(Domandate il nostro catalogo. Tutele novità della Stagione. Prezzi ben visibili in
cifre chiare)
E la loro Dieta: radici di speranza bollite? Acqua filtrata della rassegnazione?
Al contrario! Ad essi cibi solidi, abbondanti. E la forza, grande , brutale, bella –
un po’ bestiale?
Più misurati, più calcolati, più clandestini; i Globuli bianchi
così pieni di prudenza, così colmi di zelo
patiscono (volontariamente o no)
riflettono
approfondiscono.
Portano soccorso qui e la. Operano questo e quel salvataggio. Benissimo. Ce
n’è di prim’ordine. Ce n’è anche che vi soffocano nell’ovatta trapuntata delle
loro insulse complicazioni. Che eleggono domicilio in un sepolcro imbiancato,
abbellito d’un giorno di sofferenza . Che fanno cigolare le pulegge dei loro
principi e vi impiccano, per ciò che vale, alla forca della loro superiorità e che
vi arringano in quella postura scomoda – E quante cose affascinanti, per loro
cura, camuffate in cavalletti di Frisia –
Ciò nonostante, i Rossi abusano. Il loro egoismo esagerato si dilata, enorme,
come lo stomaco goloso che trangugia tutto un corpo. Una sera il Corpo-
familiare, il Corpo-sociale vanno a rotoli. Ogni senso sotto sopra. Malori,
l’imbarazzo, la bile. – Recriminazioni. Imprecazioni. Detestazione. Si comincia
a cacciarsi le dita negli occhi!
Risultato: di male in peggio.
- “Siamo perduti, che catastrofe! L’avevo detto.”
(Comunque tutto s’aggiusta)
- “L’avevo ben detto che tutto si sarebbe arrangiato alla fine! È successo
qualcosa? Ieri? Passato. Che inciviltà a quei tempi…”
(e poi)
dei Passanti
circolano
nelle vie, nelle strade, nei viali
Che belle vetrine!
Nulla come questa via elegante
voi avete
a destra, a sinistra

(Poema alla Via Suprema)

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Anche “rinnovati”
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VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO

SALE DA TE

i GIOIELLIERI (distese di diamanti e fili di perle.


Zaffiri. Platino)
e il CALZOLAIO (tutte le sue apparecchiature 7 per
tanti piedi, per tanti passi che
crediamo di sapere dove ci
conducono. Tante e tante forme che
seguono le Mode)
la FARMACIA (inglese, sia detto di sfuggita)
PROFUMERIE
FIORAI
MODISTE
e altri
ARTISTI PURO-PARIGINI
e degli inebrianti
PELLETAI DI LUSSO
E DA VIAGGIO
e ‘TUTTO

(Ah! su quelle targhe Ah! perché poi

RUE de la PAIX 8

di VIVA FORZA
VIA del PIACERE
VIA del
DESIDERIO
in verità)
Bisogna passare
troppo veloce
(iniziamo appena a vedere)
Questa sera non vedremo
tutto
(Quei vasi di cristallo, fusi
in un blocco unico,posano
il loro spesso e limpido
smalto su centomila
Meraviglie)
Elettricità (a torrenti)
è bello
e
noi passiamo
In una assordante sinfonia di
trasporti
(pubblici e privati)
a sfondo blu-nero, sfumato 9
d’argento, riverniciato 10 d’oro
7
Anche “delizie”, “ricercatezze”
8
Via della Pace
9
Annebbiato
10
Anche “ri-glassato”
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VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO

tra gli alti muri opachi e


translucidi
muri bene a piombo
e ben traforati
ad ogni finestra
100 lampadine elettriche ognuna
da
100 candele
Bisogna passare
Il freddo delle Vie
non è buono che per contrasto
con
l’ardore intimo
il freddo delle vie non vi serve a
nulla
se non potete
entrare
nelle Case
nei Negozi
se non potete
con
il DANARO 11
(dateci questa leva e solleveremo
il mondo)
con
quella forte leva 12 di danaro
(senza pensarci)
cogliere
questo quello nelle vetrine
(così ho visto il Freddo, le Vie e le
Case ed i Passanti)

…………………
Quelli che non hanno possibilità. Miseri. Non tutti portano livree di stracci. Ma
il cuore morto, il viso deturpato dal Cancro morale – vengono la; perché
percepiscono, confusamente, che hanno bisogno – come le pile polarizzate – di
elementi nuovi.
Si aggirano intorno alle Zone di Luce.
- “Forse ritroveremo il fluido benefico? La forza felice? Il filone?…”
Per questo motivo si confondono ai cercatori di gioie, scampati da non si sa
quale catastrofe.
Joel Joze, inventore, passa di preferenza nelle vie ove passa la Contessa Vera.
È così che può vederla. Da lontano. Di lontananza in lontananza.
Lei scende dalla sua auto. Che giusto lusso. Perfezione del ritmo. Eleganza
superiore.
È qualche cocaina che le dona quello splendore freddo? quella slanciata;
quella snella ed implacabile figura anoressica 13? Piuttosto non è la sua
imperiale egolatria?

11
In francese “Argent”
12
Anche “pinza; barra”
13
L’A. utilizza qui il termine “désincarné”
19
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO

Contessa Vera, voi non dispenserete una particella di sorriso 14 a chi vi è


inutile. Voi ripudiate ciò che vi da intralcio 15. E ciò che vi accresce, lo custodite
gelosamente. Egolatra!16 Ecco il vostro superlativo segreto. Nemmeno uno
sguardo alla plebaglia.17 Nulla a chi non è riuscito. “Non voglio sapere che
queste persone esistono”.
Cara Trionfale…18
Quando ha perso di vista una certa figura
o se non l’ha affatto vista
Joel Joze erra a lungo
Ha così paura della sua solitudine ermetica
Solitudine dentro di se Silenzio Ricordi
Muri si avvicinano Soffitto pesa
Quale scricchiolio?
Solitudine Silenzio Ricordi ipocriti
Evitiamo, evitiamo a non importa qual prezzo questa oppressione morbida.
Questo turbinio lacrimogeno. Queste nere colonne di gas asfissiante.
Non si sa – quando l’anima è calma, quando l’occhio evasivo della Fortuna che
non guarda che sé stesso, registra, semplicemente, la Forma abituale delle
Cose, la loro Forma convenuta – non si sa come l’ombra familiare (?) d’una
camera (o mia camera, quale sarà il vostro aspetto quando mi risveglierò in
spirito?) può – d’improvviso – diventare stravolta e maligna…
I bambini – e quelli che chiamano Insensati, e che rinchiudono perché
scappano; perché vanno un po’ troppo lontano per questo Mondo – assistono,
loro, a delle Metamorfosi dalle quali sono terrorizzati. – Si rannicchiano sotto
le loro coperte. Si nascondono gli occhi. Talvolta no riescono a rattenere un
grido penetrante… Allora, se li s coccola (i bambini) una persona grande dallo
sguardo paco viene loro vicino…
Arriva con quel bicchiere di acqua zuccherata. Con quell’acqua di fiori
d’arancio. Con quella mano ferma, dolce e sicura. Che rassicura. Che
rimbocca. Si posa sulla loro fronte ardente. Aiuta a dormire…
Cosa può vedere una Persona grande dallo Sguardo opaco? Nulla.
Fortunatamente per lei. Che sia contenta. E che non si sovrastimi.
io, Joel Joze, io so…
…all’alba… sorpreso fantasma tappeto servile… Mezzanotte; conosciuto
spirito crudele quella serratura… Un’altra volta…fuggito… davanti Tenda 19 -
pericoloso…
O a momenti… intorno a sé… così vicino a sé… Tutto…
…Oh! Questi esseri deformi… rattrappiti 20 e sordomuti… chiusi in sé stessi…
atrofizzati… riflessi e moltiplicati… in unno specchio… in una lucente lama di
parquet… un angolo di vetro…
Ho paura… forme sofferenti, mi abbracciate orribilmente… o ricadete intorno a
me… molli e appiccicose…
Non voglio questa Paura… Finiranno per credermi pazzo… la gente è cattiva
e… cosa mi faranno?…
Proverò ad abolire le influenze nefaste… la Sfortuna mi ha reso superstizioso…
14
Nel testo: “parcelle de sourir”
15
Anche “noia; disturbo; disagio; impedimento; ostacolo…”
16
Nel testo: “jupiterienne”
17
Anche “immondizia, scarto…”
18
Semi omofonia con “Carro trionfale”
19
Anche “sipario; telo; velo; cortina; saracinesca; serranda”
20
Anche “raggrinziti”
20
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO

Superstizioso?… Io so… io vedo!…Ovunque… ovunque queste forze


spaventose… mi assediano… mi accerchiano…mi stringono… mi vogliono
afferrare…
Ah!… se non alzo – subito – il mio anulare, così… se non pronuncio – in questo
istante – questa parola magica, in questo modo… Se – in fretta – non mi giro,
così, facendo questo segno… la punta di questa spilla, di quella stilografica…
…Ho paura… volti andatevene…
No? La mia fuga sarà più sicura… Fuggirò tutti questi mostri… e questa voce
stridente… al mio orecchio… grida senza sosta
- “Lo schermo! Lo schermo! Non vuoto!…”
perché così forte? tacete dunque… così fa paura… l’ho capito… subito… o…
io… parlavo… da… solo? ad alta voce… altissima in questa Paura?…
…Fuggirò…
Esce
D’improvviso l’aria fredda agisce come una compressa sedativa. E, vivo, il
movimento scrolla le scorie dal cervello.
Va
40 secondi – talvolta – in un Caffè – senza respirare – senza guardare – veloce
una bevanda – e riparte…
Quale spasmo? Quale spaventoso sospiro?
- Ehi! Attento! – Cretino, a momenti si fa mettere sotto – Così pallido quel
passante… e quello sguardo sconvolto?… che succede adesso?…”
(braccia levate. Convulse. Parole dapprima balbettate. Poi esplodono
nell’accesso del pensiero. Troppo veemente. Come un grumo di sangue sputato
. Quelle parole gridate con voce stridente)
- “Lo schermo! Lo schermo! Non vuoto!…”
(“Tutto il Viale Buona Novella messo in subbuglio da un cane randagio! -
“Sembrava di sentire le Trombe del Giudizio!” – dice un po’ più tardi quel
testimone impressionato da quelle stranezze - )
Succede qualcosa?
Joel Joze se ne accorge
è lui che guardano?…
si riprende
colmo di diffidenza
di confusione
sparisce
frettoloso
spaurito
è un cane randagio.

21
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO

CAPITOLO IV

Stranezze di Viale Buona Novella.


Seguito.
Questo pomeriggio vicino al Luxembourg, il grido “schermo non vuoto” risuona
atrocemente.
Senza volerlo, Joel Joze vociferatore sta diventando una sorta di macchietta
parigina.
Questa volta gesticola e piange. Muove a pietà.
Assembramento.
Una donna
s’avvicina
Giovane. Svelta. Atteggiamento misurato, armonioso.

22
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO

Modi incomparabilmente aristocratici 21.


Viso velato, curiosamente, all’Orientale, da un’organza nera
che lascia vedere – soli – gli occhi
– sublimi –
singolare fascino di questo velo e di questi occhi.
Ella è avvolta, quasi stretta, in una mantella di sobria seta, bordata, larga, di
pelliccia dai riflessi argentati.
Qualche passante la riconosce e la saluta
MADAME GRAZIA
Quel nome. E null’altro.
Alcuni, tra loro, mormorano un NOME IMMEMORABILE.
Il Nome di suo Padre.
Così prodigioso che a malapena si osa pronunciarlo.
GRAZIA
I suoi benefici sono grandi
anche coloro che la conoscono (solo di fama)
“Originale” e dicono “pfff”
sono pieni di emozione in sua presenza – se gli capita d’incontrarla.
Vive da sola. Una cerchia ristretta: senza distinzione d’età o di rango, gente
superiore.
Ella si riconosce in superiorità (si dice), tuttavia i suoi prediletti sono semplici.
In fatto di scelta: INTUIZIONE
Ella dice, come taluni Poeti: “Il successo non prova nulla… nemmeno contro!”
E così, Ricchezza: prendereste molti dei suoi Amici-Millionari per Mitomani.
… E degli Arbitri d’Eleganza che ella rifiuta di ricevere “Perché sono in stracci
pidocchiosi!” –dice
E poi i suoi doni: fasto! Fantasia!
Gioielli senza prezzo. E balocchi. Distribuiti in un disordine ostentato. Che
nasconde una Saggezza suprema. Favori leggeri che fanno Fortune infinite.
Pesanti diamanti neri. Pesanti all’inizio per chi li porta che, più tardi,
colmeranno d’agio.
Strana Grazia.
“ – Con i sui grandi modi disinvolti; le sue preferenze, la sua spontaneità; chi
lo sa? Una Mistificatrice? Bisognerebbe vedere…”
– Guardate scettici! –

Joel Joze ritorna in sé


Che influenza felice, che fluido emana da
Grazia!
Questo nessuno lo contesta. Anche gli scettici l’accordano, con un sorriso
forzato.
Ella irradia. Onnipotente sul cuore.
Dove la si fugge: allora, senza sapere perché, anche nella felicità si è spesso
nevrastenici.
Dove la si segue: tutto è gioia, sicurezza, serenità, forza ineffabile.

21
Nel testo “née” (nato; nativo)
23
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO

- “Soffrite? – dice lei – a pochi passi da qui c’è un Asilo aperto a chi lo
desidera 22. Vi ci conduco. Venite. L’intensità della grande città è spesso
eccessiva. Provante per i nervi.”

Ella lo accompagna
lui respira
…………
Un’Oasi! 23
In piena Parigi…
chi potrebbe sospettarlo?
Delizie!
Palme Limoni Aranci
nn tappeto d’erba smeraldo-vellutato
viottoli lastricati di sabbia dorata 24
sgargianti uccelli esotici
e, in boschetti nero-cipressi
degli usignoli
con canti rinfrescanti tra delicate brezze
Java Gabes Giardino delle Esperidi
non hanno nulla ti tanto delizioso
Una luce incantatrice – non artificiale ma sovrannaturale – rischiara
intensamente senza abbagliare.
Un’Oasi! Come nel Deserto!
In piena Parigi!
Ed è il vestibolo di Grazia

Pochi Amici visitano l’intera casa, alta e vasta oltre l’antica facciata. È
necessario un permesso speciale, raramente accordato. Si dice che oltre l’Oasi
nella quale siamo appena entrati, c’è – passate le vetrate cobalto vicino alle
Palme – una scala di puro cristallo, levigato, scivoloso. Conduce ad una
rotonda bellissima – pareti e pavimento di lapislazzuli – la cui cupola è
intagliata in un solo zaffiro.
La, tre Veli 25 sovrapposte. Alte. Strascicate sulle lastre del pavimento:
Velo di Bigello 26
Velo d’Argento (di tela d’argento)
Velo d’Oro (lunghi fili d’oro fino)
e
La Sala del Tesoro
– all’interno, dei cespugli soavi di immarcescibili Rose umide di Rugiada
che Diamanti e che Perle! –
dei ferventi hanno salito 27 i gradini di cristallo,

22
Nel testo “à qui le souhaite”, traducibile anche con “a chi lo spera” o “a chi se lo augura”, la forma scelta per la traduzione tende a
sottolineare la condizione fondamentale di desiderio.
23
Nel testo “palmeraie” (palmizio) la forma scelta per la traduzione tende a rendere il senso di un luogo fuori dell’ordinario
24
Nel testo “sablé de sable d’or”. In araldica “sable” è sinonimo di “nero”
25
Nel testo “rideaux” (tenda, cortina, sipario, saracinesca)
26
Nel testo “Bure” (saio, bigello) ma anche (pozzo di miniera)
27
Nel testo “gravir” (salire con fatica, inerpicarsi)
24
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO

degli invitati di buon lignaggio hanno levato il Velo di Bigello


alcuni, di alto paraggio 28 hanno dischiuso il Velo d’Argento
il Velo d’Oro è segretissimo
e, nella Sala del Tesoro, si sono introdotti solo dei Semplici.
A costoro, Grazia parla a viso scoperto
Innanzi agli altri, per quanto implorino, sempre il suo velo misterioso.
Per raggiungere il Tesoro, i Semplici sono dispensati al posare loro piedi sul
Cammino:
una Aspirazione, che li eleva, li trasporta d’improvviso nella Sala Sublime.
Grazia li mette a parte dei suoi Arcani e rivela loro il Nome di suo Padre.
Quando i Semplici escono da questo incontro miracoloso sono talmente
risplendenti che si dura fatica a riconoscerli. Le persone che li conoscono da
più tempo ne restano stupefatti. Loro, ormai Intelligenti, sentono che nulla è
più loro impossibile, poiché nulla è più loro nascosto a causa di questa
immensa Luce sul loro viso.

Ecco, tra altre cose meravigliose, quello che i Meglio-Informati raccontano di


questa casa di Grazia.

(e, se mi è concesso di dire una parola, dirò che a parer mio quei bravi
Illustratori 29 , con le loro belle pergamene bianche e nette, le loro belle
miniature brillanti, tutt’oro puro, oltremare ed incarnato, la loro bella
calligrafia rifinita, le loro belle maiuscole ben ornate e infiorate, sono ben più
degni di fede e più simpatici di quegli orrendi nani, mangiatori e venditori di
nero-animale, questi villani-crassi-cisposi, racattacicche-spente, che
sghignazzano con i loro denti ingialliti scoprendo gengive infiammate, e
pretendono negare l’esistenza di Madame Grazia con il pretesto che non
l’hanno mai vista, loro! – Per dio, quando si ha il naso nello sterco!)

Nell’Oasi da più di un’ora, Joel Joze si sente completamente bene.


Completamente sé stesso. Come sei mesi prima. – Come due ani prima: prima
d’aver incontrato Vera.
– Come! Tanti pensieri, tanti incubi, per una persona così poco
interessante?
Aberrazione.

Al centro dell’Oasi, una Fonte zampilla in una Vasca di marmo bianco.


Intimi di ogni estrazione attingono l’Acqua, la devono in coppe piccole e belle,
come accade alle stazioni termali rinomate.
Grazia si muove tra loro (tunica di garza tinta, sciolta e splendida. Sempre il
suo velo).
Sul bordo della vasca si legge, inciso in lettere profonde:
LA SALUTARE30
La Salutare? Joel Joze si rammenta. Nella sua infanzia sentì parlare di questa
Fonte semi-miracolosa.
Essa guariva – così si pretendeva – i mali dei nervi e degli occhi.

28
Nel testo “parage” anche (preparazione)
29
Nel testo “Imagiers”
30
Nel testo “salutaire”
25
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO

Rimedio troppo semplice. Un nome banale. La Chimica ha cambiato tutto.


Ma,a quel che pareva, esisteva gente che ancora si curava con la Salutare?
Così come senza dubbio si perpetua vagamente qualche adepto del Metodo
Raspail che curava da ogni male sotto Luigi-Filippo?
D’altronde, quando tutto passa e ritorna, perché stupirsi? Se si prende il vezzo
di sognare il mistero delle cose, se appena ci si abitua a tendere l’orecchio
all’Occulto; ci si rende ben conto che tutto si trasforma, agisce, s’influenza
reciprocamente secondo l’Ambiente 31, il quale si modifica ad ogni istante:
Attorno a noi, per il Gran Corpo del quale noi dobbiamo far parte, così come le
nostre molecole ed i nostri microbi fanno parte di noi stessi, è un Tempo
Cosmico, con i suoi Anni, Mesi, Giorni, Ore, ecc… Un giorno del Corpo-
Gigante, per noi, infimi, fa più di un secolo. Una delle sue ore conta cinque dei
nostri anni. Così del resto. Logicamente.
Allora, intorno a noi, a nostra insaputa, secondo periodi che sfuggono alla
nostra percezione immediata, è – nell’Ambiente totale – una Stagione o l’altra;
un tale momento del giorno, della sera.
E come non si addice al pieno inverso uscire in vestito di cotone o calzare i
doposci in pieno Luglio, l’efficacia o l’inadeguatezza, in somma la necessità di
questo o quel metodo umano attengono l’ora le circostanze.

C’è, dice il Libro Unico


Un tempo per nascere ed un tempo per morire.
Una tempo per piantare e un tempo per raccogliere.
Un tempo per abbattere e un tempo per costruire.
Un tempo per piangere e un tempo per ridere.
Un tempo per cercare ed un tempo per perdere.
Un tempo per conservare ed un tempo per buttare.
Un tempo per strappare ed un tempo per cucire.
Un tempo per parlare ed un tempo per tacere.
Un tempo per amare ed un tempo per odiare.
Un tempo per la guerra ed un tempo per la pace.
…………
Ora Joel Joze trascorre nell’Oasi i momenti più luminosi 32 della sua esistenza.
I più luminosi, si! Ah! che felicità sapere che ci sarà (certamente), tutta per sé,
quell’ora dorata. Sapere che (certamente), si è attesi ad una certa ora, la dove
si trovano i migliori. Quando si possiedono simili certezze, il giorno (è) troppo
spesso senza fantasia. Uno zotico che va dove lo si porta. Zeppo come il Métro.
Come questi indifferente al colore del cielo. – Se – al posto di questo volgare
rovello “cosa inventerò questa sera per distrarmi?”, voi gli offrite questo punto
di riferimento d’oro fino “questa sera starò bene, a piacer mio” – questo giorno
così fresco e libero (ne fummo testimoni talvolta), scivola a meraviglia, su
binari levigati, fino alla sua luminosa fine-corsa.
- Immaginazione!
- Certo!
La Vita, questa successione di immagini e il nostro cuore agitato.
…………
Joel Joze beve una coppa d’acqua ghiacciata.
31
Nel testo “Ambiance” (ambiente, atmosfera)
32
Nel testo “les plus clair de” è formula idiomatica che dovrebbe essere resa con “la maggior parte di…”; tuttavia, la traduzione
letterale priverebbe il testo del gioco di assonanze con il quale inizia la frase successiva.
26
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO

Acqua deliziosa. Val bene l’Amontillado d’annata; gli Oyster Cocktail; i Martini
Cocktail ben secchi che si servono, a seconda della stagione, dalle cinque alle
otto, dalla Contessa Vera. In quel Bar scintillante e cubico, ordinato per suo
capriccio, presso la sua sontuosa sala della Danza, a fianco del suo teatro
decorato da Van Dongen, 33 nel fumo profumato delle sigarette aromatizzate ai
boccioli di rosa. Che chiacchiere ammiccanti, che perle, che tessuti da mille-e-
una-notte attorno alle specialità dell’Alto-Lusso:
Piramidi di frutta forzata. Paste farcite alle punte di spillo. Sorbetti al cianuro.
Abituati a questa atmosfera irritante è un supplizio privarsene.
E se è l’Oasi, con la sua Fonte viva musicale, che invita ogni sera –
intollerabile l’esserne privato!
Abitudine. Facoltà d’aderenza. Strappi. Ricominciamenti.

Joel Joze diceva a Grazia


“ … la mia vecchia frenesia per la Contessa Vera… Sapete?… Voi sapete tutto,
d’intuito. Giudicate quindi se questa funesta impresa non è lontana da me. Voi
mi avete salvato. Non per mezzo della calma – per fortuna! – … Grazia
adorabile, così differente da quelli – occhio spento, tocco triviale – che creano
un simulacro dell’universo tutto grisaglie e macerie. La vostra sola presenza
galvanizza l’insieme delle cose, ed ogni dettaglio. Un vostro sguardo è la
bacchetta magica che trasforma il più vile metallo in moneta d’oro. Nobili 34alla
Rosa, 35 coniati all’effige reale della vostra anima. Che piacere è vivere accanto
a Grazia!… Ah! meritare per sempre questa insigne fortuna. Ritornare ciò che
fui. Ricominciare per voi i miei Viaggi in Kaleidoscopio! Voi non avete
assistito…”
“ – Si – dice lei – alle vostre prime proiezioni. Nell’ombra… Ero vicino a voi…
quella piccola sala… Producevate la vostra scoperta dinanzi ad un Pubblico
pieno di fede. Amici miei. Vosri veri amici…”

Retrospettiva.
Joel Joze rivede il suo passato vulcanico. Colata di fuoco; lava raffreddata. –
Adolescenza ipnotizzata dalle Scienze positive. Fisica. Chimica. Soprattutto
ricerche fotogeniche. – Una sorta di genio precoce; fumoso; ribelle. Dolorosi
indolenzimenti morali contratti ai rigidi schemi dell’insegnamento ufficiale.
Scoraggianti tagli tetri. – Già, a quell’epoca, alcuni lavori sorprendenti, portati
alle stelle dall’avanguardia, denigrati dai lamentosi conservatori. – Poi, un
giorno, in solitudine, dentro di sé, che effluvio di luce, che girandola, che
Colonna di Fuoco: i Maestri dell’Occulto. La Cabala. La Bibbia.

Essi (gli adepti) devono innanzitutto innalzare la scala analogica delle


Corrispondenze…
… Il Genio, forza naturale d’attrazione, stabilisce in alcuni momenti una
correlazione più o meno effimera con l’Unità…
… La luce astrale non si esprime che offrendo alla sagacità dello spirito una
serie di immagini che questi deve in seguito tradurre come geroglifici
dell’Invisibile…
… Il Mondo concreto ed emblematico è quindi il solo del quale la Verità possa
servirsi per esprimersi per mezzo dell’Astrale… 36
33
Kees Van Dongen , pittore (1870 – 1968), autore della copertina del libro.
34
Nel testo “Nobles” (“nobili” ma anche, in numismatica, “pezzo di moneta in oro”)
35
Nel testo “Rose” (rosa” ma anche, per assonanza “Rosée” rugiada)
36
Stanislas de Guaita
27
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO

Queste furono le sue basi.


Ben presto egli si trovò Maestro delle Forze fluidiche che regnano sul Mondo, il
cui segreto non è mai stato del tutto perduto dalla più Sublime Antichità.
Docili al suo comando, queste Forze si fusero con i loro fratelli prigionieri:
Raggi. Corpi Radianti. Effluvi. Elettricità. Di cui non sappiamo nulla, e che ci
servono; grandi Principi Prigionieri, sotto le loro armature di metallo e le loro
maschere di vetro.
- “Poiché tutto è Similitudine e Segno – dice Joel Joze – registrerò la
Scrittura di Dio E ciascuno restituirà secondo la sua sostanza, così come è
scritto 37.

Il Kaleidoscopio è costruito.
E già, una giovinezza fanatizzata, riceve da Joel Joze la sua parola d’ordine.
Domani, questo Gran-Patron, avrà tutta la Gloria.
La Gloria?
Viene prima il Destino.

Contessa Vera, voi siete giunta con le vostre Danze. Con i vostri Profumi – tutti
i profumi dell’Arabia-Lasciva – noncurante e violenta. Voi siete giunta,
Vittoriosa.

- “Tibi or not to be! 38” – grida la temeraria nel trasporto.


Sorride
- “Siate vincitore, mio Illuminato. Siate Augusto, e la Contessa Vera diverrà
vostra Imperatrice e condividerà il vostro Trionfo!”
L’Ineguagliabile-Perniciosa lo tiene asservito. Egli languisce; lontano da lei è
senza forza. I suoi compagni di ieri gli sembrano tristi. Se ne vergogna. Si
sparano.
Allora, senza tregua, vertigine del Mondo. Adattamenti precipitati. Il Pensiero
si fa compiacente ai pregiudizi del Potenti-della-Terra; alla loro pusillanime
pigrizia.
Poi: la disfatta.
- “Tuttavia, lo schermo non era vuoto. So quel che dico. Quella sera, come
oggi, ero Padrone di me stesso. Ci sarebbero state delle ragioni per
perdermi. Certo. E ho perduto la testa. Ma questa insistenza a parlare di
un fallito? È da non capirci nulla.”
- “Lo so – dice Grazia – un giorno anche gli altri sapranno. Voi
comprenderete. Siate tranquillo. Ma, mio caro Joze, siete un po’ distante.
Un po’ astratto. Un po’ orgogliosamente algebrico. È necessario che
diveniate più semplice. Allora le vostre visioni, più intense, arriveranno ai
cuori. Perché non provate ad affidare 39 il Kaleidoscopio ad un bambino? Il
suo occhio limpido e semplice matterà tutte le cose a posto.”
- “Ci penserò, come a tutto quello che voi dite, Grazia.”
Poco tempo dopo, Joel Joze incontrò Gilly.

37
Libro di Giobbe
38
(sic). Gioco di parole ispirato all’incipit del celebre monologo di Amleto (To be or not to be… “essere o non essere…”).
L’assonante tibi latino sostituisce l’affermazione con “a te”, trasformando il senso finale della sentenza pronunciata dalla Contessa
Vera in: “A te, o non essere”
39
Nel testo: “confier” (confidare, svelare, affidare)
28
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO

CAPITOLO V

DIARIO DI GILLY
(a 13 anni e ½).

Il Padrone, il Signor Joel Joze, è molto contento. È lui che me l’ha detto,
questa mattina. E poi mi ha detto due altre cose: prima mi nomina “Occhio-
Dritto” – un grado come potrebbe essere Sergente o Maresciallo.
(fantastico Padrone40! Delle volte non ce n’è di più allegri; delle volte non ce n’è
di più tristi)
- “Tu, Gilly mio – m’ha detto ‘stamattina – io ti nomino Occhio-Dritto perché
tu vedi più dritto di tutti, e questo è prezioso al Kaleido.”
- ‘Donna! È vero Padrone! Non c’è verso di guardare storto in quell’accidenti
di apparecchio!
La seconda cosa è meno allegra “Gilly – dice il Signor Joze – visto che il nostro
Spettacolo-Kaleido 41, da 18 mesi (l’apertura) ha un successo così eccezionale
che rifiutiamo centinaia di spettatori ad ogni rappresentazione, sai bene che
sto per abbandonare la vecchia sede per quella sala nuova che mi stanno
40
Nel testo “Chic Patron!” Ho mantenuto il termine Padrone in ossequio alla presentazione di Gilly fatta dall’A. in apertura di testo,
dove egli è descritto come “il nostro Umile Servitore”
41
Nel testo: “guignol” (burattino, spettacolo dei burattini) in argot il termine indica il poliziotto
29
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO

allestendo in Boulevard de la Madeleine. Visto che è così che siamo partiti, io,
te e il Kaleido, in quarta per la fortuna, Gilly, tu mi farai il piacere di andare a
prendere un bel blocco da 25 qui al cartolaio dell’angolo. Prenderai la stilo che
ti ho regalato per la tua festa e scriverai, gentilmente e come si deve, le nostre
proiezioni e i tuoi imbonimenti. Così avremo di che stampare un Programma-
Giornale che farò distribuire a quelli che scalpitano davanti al botteghino, così
che attendano il loro turno con pazienza e, con ancora più impazienza
attendano di vedere tutto quello che avranno letto. Dai Gilly, non fare smorfie!
Te ne intendi no, di giornali?”
È proprio vero! Quando ho incontrato il Padrone, circa due anni fa, ero
giornalista; cioè… strillone.
Quella sera, mi ricordo, era Dicembre. Piovigginava, e per terra c’era di tutto;
ghiaccio e poltiglia. Con i miei fogli entro all’Esperance, la grande birreria di
Porte-Maillot.
- “…l’Intran, la Presse 42… la Libertà ultima ora…
- “Dove vai?” fa un cliente, ed era il mio Padrone. Ma non lo conoscevo
ancora
Mi da 10 franchi nuovi nuovi. Senza riprendersi il resto. Bene; faccio il giro del
locale. Come ogni sera. Servo i miei abbonati. È bello all’Esperance.
Conoscete? – Gente, e poi gente, e poi gente. E i camerieri. E i sommeliers. E
gli sguatteri. E le cassiere. E Signore e Signori a non finire. E tanta elettricità
che tutta la sera è pieno giorno. I muri con dei begli specchi grandi fino al
soffitto e i tavoli, belli, dove vi spaparanzate nel cuoio marrone, con una
grande E dorata, marchio della casa, giusto in mezzo allo schienale. I bicchieri,
i piatti, le tazze, vring-vring-vring tutto il tempo. E troc-tric-trac-troc i
registratori di cassa. E frrrr i piedi sul linoleum. E la musica. E le piante verdi.
Un locale serio.
Ci sono tavolini a dozzine. E gente che sbafa e che beve. Gente elegante.
Spendono facile 10 franchi a testa per sera. Senza preoccuparsi. Si trovano al
calduccio e con tutta quella roba buona. Fa girare la testa al primo momento
che si entra.
Subito dopo la terrazza c’è il Caffè. E poi Ristorante. Bar. Orchestra. In basso
ci sono i Bigliardi. I vestiari. I giochi dei birilli americani. E in fondo in fondo
alla grande sala c’è il Cinema.
Il Cine dell’Esperance, riservato alla clientela, visto che si paga una
consumazione dopo cena per dare un’occhiata allo spettacolo della settimana.
Tutti i venerdì cambio di programma.
Immaginate di avere davanti su una tavoletta il vostro caffè e la vostra ciliegia
all’acquavite. Voi sorseggiate e fumate e intanto vi godete il Cinema con la
musica e i caloriferi.
Bisogna essere dei ricconi.
Io a quel tempo naturalmente non mi occupavo del Kaleido. Allora trovavo il
modo di buttare, di sfuggita, un occhio al Cine, perché noi dei giornali non
entriamo la dentro, visto che fa buio e nessuno la chiede il giornale. Qualche
volta pesco una scenetta di Charlot e del suo Cane. Allora rido da quanto è
buffa. Di colpo, ecco il Gestore che mi pizzica, e “Vattene!”. Una volta che si è
girato e che sto per uscire vero la porta-girevole
- “Seccatore! Addio vecchio scimmione!” gli faccio
- “Pssst…”

42
Nomi di giornali
30
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO

Eh? Ancora l cliente dei 10 franchi. Cosa vuole da me ‘sto tizio? Il suo resto?
Per niente. Sapete cosa? M’invita a cena! Giuro. Vi stupisce? Anche a me al
momento. Non lo conoscevo ancora. Bestia che sei, mi dico, è matto, non si
rende conto. Mi guarda con tanto d’occhi.
- “Non ti piacerebbe di più cenare qui che mandar giù una scodella d’aria
fredda e una fetta di nebbia in giro?”
Scherzo. Visto ch’è serio cosa rischio? A meno che quei signori non siano
infastiditi dai ragazzi? No. Andiamo. Brodo bollente ai vermicelli. Cosciotto ne-
vuoi-eccone. Patate saltate. Insalata alle uova sode. Formaggio. Confetture.
Acqua arrossata.
Tra un boccone e l’altro si chiacchiera.
Questo signore ha notato che sono amante del cinema?
- “Di sicuro!”
- “Allora è una combinazione. Ho una specie di Cine. Cerco giusto un
apprendista.”
Mi lascia il suo nome ed indirizzo ed io faccio lo stesso.
Bene. L’indomani pomeriggio alle 2, come d’accordo, vado in Rue Belidor. Una
piccola via alla fine delle Ternes. Trovo una piccola casa verso le mura e il mio
Padrone sulla porta.
- “Inutile entrare. Bisogna prima incamminarci per una mezz’ora. Poi ti
spiegherò. Guardati bene intorno. È importante.”
Partiamo. All’inizio non so cosa guardare. Cosa avreste fatto al mio posto, una
supposizione? Tutto è ordinario, come tutti i giorni. Passanti come non
smettete di incontrarne per tutto l’anno. Ancora fosse stato martedì grasso!
Ma il Padrone dice
- “Va bene così”
Allora spalanco gli occhi e mi metto a scrutare talmente tutto quello che mi
passa davanti che mi faccio rimproverare per cinque o sei volte. Perché ce n’è
che mi prendono per scemo e che non me lo mandano a dire. Allora gli faccio
la lingua. E ce n’è tanti alti che corrono a guardarsi in un vetro perché dal
modo in cui li scruto credono che di sicuro c’è qualcosa di storto nei loro
vestiti.
Eccoci di ritorno a Rue Belidor.
Vedo il Laboratorio con lo schermo e il Kaleido. Da principio il Kaleido mi
sembra un apparecchio fotografico di tipo nuovo.
- “Guarda la dentro”
Caspita! Questa è straordinaria!
Di colpo tutti i miei buoni-uomini e le mie brave-donne di prima! Le loro facce
e il loro aspetto goffo. E poi non so dire come cambi; è uguale ma diverso!
Ecco! Quella signorinetta bionda con l’aria zuccherata? È una vespa in un
vaso di miele! Quel grosso reverendo la? Uno scorpione su un davanzale! 43
Dappertutto vedo dei tipi che sono tante cose diverse da morirci dal ridere
carriole, banderuole, rasoi, scaldaletti, trottole, rastrelli, martelli, putrelle,
coltelli, torte, pere, panini, cornamuse, brocchette, cavatappi, bidoni, badili,
padelline, degli otri, delle travi, delle cannucce, delle vecchie ferraglie, perle,
piloni, pacchetti, bacchette, volanti e racchette, flauti e tamburi, casseruole,
battelli, cazzuole, ombrelle, spaghi! Di tutto!
Credevo d’essere al Bazar delle Quattro Stagioni le volte che zia Felicia mi
manda a cercare tre franchi di questo o quello che manca.
43
Nel testo “polochon” (traversino, capezzale)
31
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO

Abbiamo ben riso noi due, Padrone. Alle volte ne parliamo ancora. Dopo i
grandi spettacoli dove un centinaio o un migliaio di Spettatori applaudono
talmente il nostro Kaleido che sembra una tempesta di grandine su tutti i tetti
di Parigi.
Il Padrone era così contento che mi abbracciò e mi diede venti franchi,
davvero! e croccanti di cioccolato e zuccherini d’orzo da riempirmici le tasche!
– Mi dice che bisogna che io resti con lui immediatamente per far funzionare il
Kaleido.
Visto che sono orfano e che zia Felicia non ci tiene più di tanto a prendersi
cura di me perché ha anche Totor e Poulot, e che il Sig. Joze le allunga un
bigliettone, tutto si aggiusta. Io sono già fanatico del Kaleido.
Sembra che il mio Padrone abbia fatto degli spettacoli prima che arrivassi io.
Ma era tutto nero e triste. Allora non piaceva; la gente non viene mica se non
vede niente. Con me invece, appena ficco gli occhi alle lenti, di colpo sullo
schermo ce n’è per saziarsi fino a domani!
- Padrone, se avessimo un Teatro per il Kaleido, di certo ci servirebbe subito
un servizio d’ordine speciale per il traffico davanti al locale!
È divertente; ecco che quel che ho detto – siccome è vero – da al Padrone l’idea
di installarci con il Kaleido i quel piccolo garage in affitto a Place Perire.
Adesso siamo nel nostro stabile, in pieno centro! Il nostro Kaleido è lanciato,
eccome!
Accidenti a me che ho riempito quasi il mio diario nuovo con tutte le mie
chiacchiere al posto di scrivere il Programma-Giornale! E la lettera del
Padrone che devo portare prima delle quattro a Madame Grazia! Devo
sbrigarmi. È la mia Madrina. Mi ha adottato da quando ci siamo conosciuti.
Sembra sia stata lei a dire al Padrone di cercarmi perché aveva bisogno d’un
apprendista. Buona idea.

CAPITOLO VI

FRAMMENTI DELLA LETTERA


DI JOEL JOZE A GRAZIA
(Portata da Gilly)
…………
… e infine vi scongiuro di rispondermi, secondo l’ardente desiderio della mia
anima…
…………
ogni istante che sono costretto a trascorrere lontano dalla vostra cara
presenza, sono per me l’eternità d’Angoscia e di Desolazione… … … …
… Non dite come avant’ieri, per celia, che in ciò voi ritrovate il mio carattere
appassionato. – Voi siete certa che non saprei vivere a lungo senza catastrofi
amorose perché la mia stessa natura mi precipita dal delirio alla depressione?
In questo vi sbagliate.
Quando – è così lontano – ho creduto perdere la ragione per qualcuna di cui
non voglio più nemmeno sapere il nome, io soffrivo soprattutto, senza
rendermene conto, nel mo orgoglio lacerato.
Non ho mai amato che voi.

32
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO

Voi sola siete degna d’adorazione.


E se accordate infine di concedermi per sempre il segno della vostra
benevolenza, Grazia, avrò da voi la più perfetta felicità…
…………
…………

RISPOSTA DI GRAZIA
A JOEL JOZE A GRAZIA
(frammenti)

…………
…………
certo sono colpita dal vostro affetto; Amico mio, e anch’io per voi, quale
profonda tenerezza.
… … … ma tutti questi ricordi … … … bisogna sapere … … … voi
comprendete… … mio Padre creò questa Salutare della quale mi inorgoglii per
l’abbondanza dei suoi benefici e delle sue guarigioni… … … altre fonti sparse
per io Mondo … … … si … … … voi sapete. … … … …
Mio Padre, stanco della sua opera immensa, lasciò me e mia sorella. … … … …
Si ritirò nel suo Palazzo di … … … mi lasciò la cura della Salutare. E un Unico
Diamante. Voi lo vedrete un giorno, forse. … … … …
Mia sorella così bella; ardente: avida di vivere… … … …
Mo padre ebbe ragione di lasciarle i suoi Gioielli – meno il Diamante che ahimè
mi inviò… … … lei ricevette quindi tutte le Terre. E i battelli da diporto. E i
laboratori di profumeria. E tutto ciò che brilla, affascina, incanta… … … …
Irresistibile; affascinante; questa sorella adorata che io piango. – Ella ha
iniziato ad odiarmi. Mi vuole spogliare di tutto. Il Solo-Diamante. L’Acqua
Salutare. Processi. Intrighi. Contraffazioni. Cosa non ha fatto?… non ci voglio
pensare. … … … … ed ho anche perduto il mio Bene-Amato … … … … il
miglior Discepolo di mio Padre. … … … … Che unione era la nostra. … … … …
Le macchinazioni di colei che era mia sorella lo hanno ucciso. … … … …
Questo è il mio dolore.
Ecco perché resto velata.
…………
…………
Ho reagito. Mostrando la gaiezza necessaria.
Ma nel mio cuore, nel profondo, io sono dolente e gelosa… … … esclusiva… …
UN ANNO, Amico mio! … … … un anno per provare la vostra assoluta fedeltà.
…………
…………

33
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO

CAPITOLO VII

Un anno
Passato?
Di già!
Come vola il tempo!
Una volta era molto diverso:
I Mesi, gli Anni erano più lunghi che larghi. Quel tempo era lento. Tranquillo.
Faceva la sua piccola passeggiata quotidiana. Pigramente. Discorrendo
pacatamente. Sovente si segnava il passo. Mancava l’aria, un po’, tra quegli
sciocchi edifici banali (demoliti!)
Noi abbiamo conosciuto le carrozze a cavalli (non ci credo!) E il cielo limpido 44
(che arcaismo!) – I nostri pronipoti rideranno di gusto apprendendo la nostra
povera storia asmatica.
– Tanto peggio! – Anche noi, a circa quattordici anni, abbiamo riso dei
Fantasmi-Illustri invitati dal nostri Professori a dare – per mezzo della nostra
intelligenza pronta, brillante, la loro opinione (stupefatta) sui progressi che
essi non conobbero mai, loro, - Pitagora, Platone, Shakespeare, - tra gli altri.
44
Nel testo “vierge” (vergine)
34
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO

Ma il nostro Tempo
un bel mezzodì si risveglia
tutto affaticato dl suo torpore
fa chiamare un taxi
lo prende
ci prende gusto
se ne disgusta (lo comprendo)
e via che va!
i suoi 20 – 40 – 100 CV
e poi: infila la volta dell’anno in aereo; sparisce in dirigibile.
E, prestissimo, ci si può credere, grazie al Progresso – sarà, lo stesso istante,
ovunque…
Poi: supererà i limiti dello Spazio. Telescopierà l’Infinito. E tutti e due, con noi,
si avvoltoleranno nell’Eternità.
- Dopo?
- Freni ad aria compressa forse
Tutto: bloccato
e noi che credevamo dominare l’Orizzonte, Ossigeno; si riprenderà –
naturalmente – il piccolo tran-tran senza trepidazioni dei nostri trisavoli.
Bisognerà reinventare la carriola!
Chi può dirlo?
Al momento, Kaleido, Gilly, Joel Joze, fanno furore.
Alternando con l’Alhambra (Rue de Malte, Alhambra! Alhambra! Che luogo di
fantasticherie – acrobati, equilibristi, giocolieri, eccentrici, illusionisti; canti
danze, orchestra, proiettori – han dorato come un sogno e colmato d’armonie…)
è al Kaleido che passo le mie serate. E mi spiace per voi se non fate
altrettanto. Cosa potete inventare d’insipido standovene a casa? 45 Lettura?
Conversazione? Sonnolenza? Bridge? – Andate in giro? Al Generales?
All’Opera? A Ballare? Alla vostra cena di famiglia? Deliquescenti!
– IL KALEIDOSCOPIO! – (prenotazioni telefoniche)
Prendete, ecco quattro o cinque estratti del Programma-Giornale. Ne colleziono
i numeri per rileggerli qualche dopo cena, se qualche accidenti di influenza mi
tiene a casa.
Assicurazione contro gli Incidenti depressivi:
Spettacolo-Kaleido e un bicchierino di Gruau-Laroze, caldissimo, con molto
zucchero, ai chiodi di garofano. Fra tutti e due, risultato assicurato! 46

PROGRAMMA GIORNALE
DEI
GRANDI VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO

STABILIMENTI JOEL JOZE


Società Anonima, capitale di 800 milioni

45
Nel testo “au coin de votre radiateur” (all’angolo del vostro calorifero)
46
Nel testo « Entre les deux, j’aurai ma tourelle blindée » letteralmente: Tra i due, avrò la mia torretta blindata
35
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO

Sede sociale – Parigi – 20, rue Belidor

2000 sale di proiezione in Francia ed in tuta Europa


120 sale a Parigi
3000 posti in ogni sala.

Succursali a: New York, San Francisco, Baltimora, Tokyo, Pekino,


Melbourne, Il Cairo, Città del Capo…

Inventore-Direttore: Sig. Joel Joze


1° Operatore Occhio-Dritto: Sig. Gilly

Spettacoli ininterrotti dalle 11 del mattino a mezzanotte 59


Posti da 1 a 100 franchi

Il pubblico è informato:
1. che si vede perfettamente da qualsiasi posto
2. che il personale addetto alla rappresentazione non accetta mance
3. nelle sale del Kaleido tutele bevande e le sigarette possono essere ottenute
istantaneamente, automaticamente tramite S.S.F. (segnale senza filo
brevettato) che collega ogni poltrona al Servizio di Sala

ESTRATTO
DI QUALCHE
VIAGGIO PER LA SETTIMANA DI
PASQUA
- Stagione 19** -

1° VIAGGIO

Signore, Signori
in questa rappresentazione
vi presenteremo:

TERMOMETRI UMANI
Escursione umoristica
Registrata dal Sig. Gilly

Nelle strade, queste Persone si scambiano saluti passando. Notiamo che questi
Saluti47, così come le Persone, non si assomigliano:

47
Nel testo “Salut”, letteralmente anche: salvezza, scampo, salute, salute eterna, benedizione
36
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO

Saluti di 20 specie e più.


Rammentiamo soltanto, per restare nei limiti del tema:

Saluto glaciale
Saluto freddo-secco
Saluto esitante
Saluto protettore
Saluto cavalleresco
Saluto bello-secco
Saluto amicale
Saluto cordiale
Saluto delirante

Siamo così abituati allo spettacolo delle Cose Quotidiane che a malapena ce ne
accorgiamo. Oppure, poiché siamo esclusivamente occupati (ed è un peccato) a
trarre da questo spettacolo gratuito delle conclusioni di interesse privato,
senza dubbio appassionanti ma meschine in senso psichico, ci servono il
soccorso stimolante e l’ottica vivace del nostro moderno Kaleido per ottenere
dal Saluto, cosi come da tutti i Segni abituali, una resa massima, ricca di
senso assoluto.
Voglia il Pubblico considerare che possiamo riconoscere:
1. un livello medio di saluto
Senza media 48 nessun punto di riferimento. Perciò, né Alto né Basso.
2. Un livello individuale
il quale – designato dal vocabolo anglosassone “STANDING” – può variare in
continuazione.
Perché?
Questo punto di domanda (e di meditazione) così spiraleggiante, apre la strada
ad una scoperta relativa ai mezzi di locomozione. (ulteriore beneficio del
Kaleido: constatiamo de visu che nulla è isolato nell’Universo)
NOTIAMO:
questa risacca incessante. Grande marea umana in una metropoli:
ONDA PEDONE: Saluto glaciale, protettore o cavalleresco, indirizzato con
pertinenza. Personalmente può utilizzare il saluto ossequioso o un altro
qualsiasi. Come si innesca una canna da pesca.
SCHIUMA: (appassionati di tarmway ed autobus, metromani ecc…) Saluti
sensibilmente simili al genere pedone.
ONDA FANGOSA: (noleggiatori di taxi ed altra marmaglia che si da arie di
praticità, senza luminosità): Saluto cavalleresco, saluto bello-secco oppure
saluto amicale
GRANDI CRESTE D’ONDA, MAROSI DI FONDO, MAREGGI DEL LARGO : (proprietari di
dirigibili, aeroplani di gran lusso, auto all’ultima moda): Saluti deliranti ecc…
(Nota delle Direzione: Lo spazio limitato del quale disponiamo in questo
programma ci obbliga a on poter dare che un riassunto delle nostre Visioni, un
contenuto ristretto dei Viaggi. Il resto allo Schermo.

48
Nel testo “moyen” e “moyenne” posso anche essere intesi come “mezzo”
37
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO

Per ogni informazione o reclamo rivolgersi alla sala principale – 88 Boulevard de


la Madeleine, Parigi – che conserva, a disposizione degli appassionati, la
collezione completa dei Viaggi dalla Creazione.)
I nostri abbonati, avendo visto scorrere questo spettacolo d’attualità sanno
che, come d’uso del Kaleido, si pera una trasformazione: ora, la nostra armata
del Saluto prende un aspetto nuovo.
Su ogni individuo notiamo un’insegna. Dettaglio d’abbigliamento che serve,
senza richiedere ulteriori indagini, a stabilire il Diritto-Sociale-alla-Riverenza.
Questa insegna necessaria non è altro che un TERMOMETRO.
Guardate, ognuno di noi porta il suo!…
E così come a Parigi gli orologi pneumatici seguono docilmente l’Ora
dell’Osservatorio, i nostri Termometri speciali si regolano sul corso mondiale –
vogliamo dire mondano – . Un Termometro-Standard presiede ai nostri destini
salutari.
(Cielo, dove saremmo sena di lui? Privati di Bussola e di Polo? Abbandonati
nell’Oceano del Mondo a tutti gli Scogli di un Accoglienza sconsiderata? Gettati
su tutte le Scogliere del Riguardo, degli Sguardi intempestivi o ingannevoli?)
IL TERMO-MASTRO ci salva da noi stessi: Rivelatore ideale. Centro di Gravità.
Incomparabile strumento di Precisione e di Decisione. Il suo Livello-Medio e ciò
che conviene. Ciò-che-rassicura. Ciò-che-non-turba.
Standing regolatore. Base di nutrimento49: ZERO (consultate il grafico a fronte).

ILLUSTRAZIONE A PAGINA 107

Ognuno, sul termometro brevettato, segna la sua temperatura sociale. E cerca


per irraggiamento di far salire la propria quota atmosferica la quale –
debitamente risalita – apre, all’infinito, delle prospettive salutari.
Dunque il nostro pubblico s’immagini che la quota “Verso la Seta” ad esempio,
corrisponda ad uno stadio spinto di quelle larve eleganti; saremo costretti a
rinviare tale infornata di candidi spettatori all’esame microscopico delle
esigenze della nostra Sfera terrestre: non approfondiremo, si tratta di afferrare
il concetto. E, sistema di compensazione, legge fisica in stretta analogia con
quella dei vasi comunicanti, ciò che si avvicina allo Zero-Indicatore è prossimo
alle più ridenti Regioni termometriche, alle più fertili Zone.
Ammirate quegli “Aranci” e quei “Mirti”. Immergetevi con rapimento in quei
“Bagni Caldi”. Visitate il “Senegal”. Evitando, se potete la “Camera dei malati”,
termine spesso fatale d’un delicato piacere.
Credete al Kaleido, il vostro fedele oculista, quei “Malati” in quella “Camera”
sono dei diabetici, rimpinzati dallo zucchero delle blandizie che è oro fornito
dalle Barbabietolerie-Riunite della Prosperità.
Che la nostra attenzione si sposti ora verso gli Intirizziti i cui termometri
tracciano i gradi artici.
Constateremo - senza dubbio con contrizione – che questi pietosi anchilosati,
vittime della loro epidermide irritabile e della loro carenza di adattamento, non
sono tutti il Nulla che da principio avevamo supposto. Potrete rinvenire, in
quantità, tra queste granite dalla faccia umana, esseri ben dotati di valore
trascendente.
Dunque? Da donde il loro esilio tra gli iceberg? Dal fatto che non hanno
saputo – i folli – regolare i loro termometri sul livello infallibile. Zero. Tutto qui.

49
Nel testo “ravitaillement”: vettovaglia, rifornimento, approvvigionamento
38
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO

Questa è la chiave, semplice e perfetta, di un tale rebus. Ecco perché scoprite,


sul freddo fondo d’una Alaska morale, dei Cercatori 50 d’oro vergine. Carichi di
pepite.
Ricchi a miliardi? Niente affatto! Incapaci di trarre conforto da un qualsiasi
agio essi non possiedono che il loro frusto tesoro sconosciuto o sospetto.
Allora obbligatissimi, ben presto obbligati a scambiare il Metallo-Nativo con dei
Gin corrodenti, nel sottosuolo di nn si quale “Saloon” infestato di donnine e di
ruffiani della Prateria.
Prontamente alleggeriti della loro scoperta, di quell’Oro ch’essi hanno estratto
a pericolo dell’esistenza, raschiando la neve con le loro dita intirizzite, se ne
vanno a morire negli angoli, soli, abbruttiti, disperati, mentre Naufraghi e
Prostitute 51 gozzovigliano e, con l’oro sottilizzato 52 (convertito in tagli comodi)
comprano termometri nuovi di trinca, che segnano senza difetto.

Ed è necessario sottolineare, per la nostra intelligente Clientela, che abbiamo


l’Immagine dei Precursori perseguitati?
…………

(Nessun intervallo)
(gli Spettatori che non hanno
assistito all’inizio dello spettacolo
sono invitati a restare)

2° VIAGGIO

TRANGUGIATORI D’OSTRICHE
AMANTI DELLE LUMACHE
MANGIATORI DI TELE DI RAGNO

Pubblico
oggi
Kaleido ti fa vedere

Dei Commensali seduti a tavola in una


“Degustazione d’Ostriche”

Convitati sorridenti divorano a dozzine i freddi molluschi mollemente solleciti


al loro piacere.
Qui e la, levando il loro bicchiere di Vouvray, lanciano occhiate agli amanti
delle lumache che vuotano – indifferenti al tanfo agliato – piato dopo piatto di
conchiglie kaki, saporite.
Kaleido registra con piacere la forma simpatica dei iati da lumache. E quella
non meno invitante delle piccole forchette da degustazione.

50
Nel testo “Prospecteurs” - Prospettori, coloro ai quali è affidata la prospezione d’una zona (filone, mercato) per scoprirne,
valutarne ed utilizzarne il valore
51
Nel testo “Pimprenelles”: - in italiano salvastrella sorta di erba aromatica di campo facente parte della famiglia delle rosacee
52
Nel testo “subtilisé”
39
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO

Vicino ai divoratori d’ostriche abbiamo brevemente filmato il bell’oro dei limoni


cerosi. E qualche maliziosa salsiera d’un aceto allo scalogno piena di fascino.
Uniamo a questa scena di buon gusto le bottiglie che giungono dalle coste
Borgognone e dai più fini colli della Turingia.
Così sia frequentemente ordinato per la nostra massima soddisfazione e per i
migliori ricordi di questa tappa sub-solare.
Divoratori d’ostriche; amanti delle lumache; se non sempre si fondono fra loro,
per lo meno sanno rendersi giustizia. Siamo tra buongustai. Bravo! (flute per
gourmet altezzosi 53 che piluccano tre piccoli piselli 54 novelli su un piatto 55
vecchio!) 56
– Ostriche o Lumache? – Kaleido non si pronuncia: la più impercettibile punta
d’aglio non resta estranea se non evitando le confidenze.
Ma ecco che l’occhio magistrale del nostro Apparecchio-Amico tocca nel vivo –
diremmo piuttosto nel moribondo! – un altro spettacolo gastronomico. Quali
poveri disgraziati a tavola davanti ad un piatto da fame? Quali Cavalieri della
Sobria-Acettazione? Cos’è che mandano giù? Possibile? Delle Tele di Ragno!
…………
(La Direzione rammenta che lo schermo fornisce un‘abbondanza di dettagli
digestivi. Spettacolo ininterrotto giorno e sera)
…………
Allora, Pubblico, credevi che i tristi divoratori di trappole per mosche fossero
pezzenti come topi di fogna? E pretendevi di riconoscere, nelle due altre
classici degustanti qualche antico o recente miliardario? Pubblico bonaccione
e privo di diagnostica, ci deludi.
Sappi vedere attraverso il Kaleido.
Divoratori d’Ostriche:
Intenditori di raffinatezze. Un po’ balordi. Un po’ sprofondati nella piacevole
routine. Sedentari della gioia. Senza eccessi d’iniziativa, essi riscaldano –
metaforicamente – il loro stravecchio secondo regole ancestrali. Gente
stimabile, poiché sanno vivere.
Ma
Amanti delle lumache, convenientemente messi a fuoco, concedono forme
assai più amate:
Cari FANTASISTI
Gloria a voi!
Quanto ai dispeptici aracnofagi, percepisci infine la loro figura
Kaleidoscopizzata: MILIARDARI!
Che Mancanza-di-Gusto rende tristemente succubi di Nutrimenti
nauseabondi.
Ai loro Mercenari alla moda57
il succo ed il sapore delle cose.
Per loro: la pelle!
Mentre delle Mani velocissime vuotano le loro tasche con la scusa di pulirle -
MIDA58 – Schiavi dei propri schiavi e servi del Signore Acuisipensa – (senza
nemmeno osar fare la smorfia) inghiotti (spaventoso!)
53
Nel testo “gourmé” in gioco di parole per ricreare l’immagine snob del soggetto
54
Nel testo “pois”: pisello, ma anche punto
55
Nel testo “assiette”: piato ma anche, equilibrio e assetto
56
Gioco di parole per sottointendere – anche in riferimento ai significati della note 55 e 56 – un probabile riferimento alla
Massoneria?
57
Nel testo “bien stylés” : dotati di buon stile
58
Nel testo in forma plurale
40
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO

Cattivo Umore con Polvere


Coagulati!
…………

3° VIAGGIO

ALFABETO

Pubblico
vedi qui
la Stamperia nazionale (o un’altra)

Queste scatole anonime denominate Casse racchiudono i milioni d’esemplari


tutte le
Lettere dell’Alfabeto
tutti i Corpi
tutti i Caratteri
Y forcute; Z zigzaganti; Πfratelli siamesi; ne escono meno sovente che A.E.I.O
e le consonanti sonore.
Tra questi caratteri, certi, per le loro forme, seducono; altri spiacciono: quelli
fusi male.
E poi: i loro posti. La parola che essi servono a comporre.
Questi caratteri fini o bavosi
in un batter d’occhio
Kaleido presta loro
corpi umani

41
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO

e noi vediamo
- frenetici –
Uomini – Donne – Bambini
uscire ed entrare dalle loro case
- o cambiarsi
(Caratteri correnti, Maiuscole, Minuscole, Italici, Lettere Gotiche, Stampate,
Rotonde. – Le parole che formano sono altrettanti Nomi di Famiglia: - questa A
figura in “Abilità”. Queste altre in “Inimicizia” e “Armonia”)
Pubblico
Quando vedrai questo pamphlet
sarai vessato? trasportato?
da caratteri cattivi o buoni?
No
discerni (che)
Caratteri sono buoni per sorte
cattivi per mancanza
che è come dire miseria
Miseria?
non sempre Mancanza di Moneta come insinua questa moderna-miopia-
morale, la quale – ingorda! – vuole intendere “Ricchezza” per “Unico Bene”
Miseria può significare mancanza di
Salute
Gaiezza
Sicurezza
Bellezza
Mancanza di Prestigio
Mancanza di Vitalità
Mancanza d’Aria e di Anima
Mancanza d’Amore
e anche Mancanza della Mancanza (grande miseria)

così Pubblico, quando quella Z la “bizzarra” ti sembrerà più difficile da vivere


di quella O – amena, rotonda, piena di grazia nel suo cerchio egoista – (assisa
nel bel mezzo di “Gioia”) – pensa, forse, al Kaleido: i nostri Caratteri (dice lui)
sono la nostra stessa Struttura e la Sostanza del nostro stato.


(7 volte la settimana cambiamento di programma)

42
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO

4° VIAGGIO

PIOVRA

Pubblico
entriamo al Credito Internazionale
riconosci
questa vasta Hall
questi scaloni a spirale
queste scrivanie suddivisi, separati da griglie, mini-uffici
Cassa
Assegni
Conti correnti
Conti speciali
Girate
Cambi
ecc
ognuno porta la sua targa (indicatrice) di cuoio chiaro ben lucidato (Iscrizioni
nere)
nel sottosuolo
Casseforti
Stracolme, ingozzate
di Milioni
43
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO

carte – pezzi d’oro – pietre


Contropartite. Garanzie che luccicano o che dicono:
Tanto.

ai piani
surriscaldati
davanti ai loro uffici-cilindro (importati dall’America)
degli importati Signori
indaffarati
sprofondati in queste forti poltrone
girevoli articolate (legno e cuoio)
grandi Feudatari e Mandatari
di Sua Maestà IL DENARO
(Oh Titoli. Oh Lettere di Obbligazione e di Credito)
Denaro?
Prestanome ad effetto!
qui Denaro 59 non è nulla se non è Oro
l’Oro non è nulla se non è Forza (materiale)
FORZA-Materiale! (Haro? 60 Hurrà!)
chi ci dirà perché
noi siamo TUTTI asserviti sulla terra
a Lei
la Piovra-Imperatrice?
(un giorno – prossimo – Denaro prenderà un altro nome. Si. Kaleido vede
chiarissimamente questi Grandi Vassalli della Materia, ridotti a cambiare
dimora (nascondendo la loro mercanzia). Oppure: banditi, polverizzati.
Ma Piovra è sempre la stessa. Satrapo-Capitale cede il passo: è un altro tiranno
che passa. Tutto qui.)
Oggi non questo l’argomento. Kaleido vi invita solamente a percorrere questi
Corridoi
che sono altrettanti Tentacoli
dei quali la Piovra si serve – noi suoi Tributari – per stringerci, imprigionarci
nei mille legami dei bisogni materiali:
(Eccoli: Cibo, Bevande, Vestiti, Calore, Luce, ecc)
si è prigionieri
ci si riscatta. Ci si libera (per quel che si può)
si esce dai corridoi tentacolari
gettando degli spiccioli nel palazzo vorace della Piovra – Denaro facile, agile, è
fatto per essere divorato. (La dove Denaro nutre, è la parte migliore di questa
mandarina terrestre)
guardate anche questi:
« roublards » 61
altri: posati, pesati su bascule d’oro e
59
Nel testo: “Argent” . La traduzione rende impraticabile il gioco di parola della frase
60
Equivalente di “Aiuto!”
61
Nel testo con il duplice significato di furbastro e rublo
44
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO

“pounds” 62 che fissano il loro peso


altri, assai pesantemente marcano il loro valore, in colonne serrate,
simmetriche, con cimento armato, chiuso
“marquent” 63
altri: trafficano artisticamente sulla “lira”
Ogni essere è franco 64, affrancato in relazione al numero dei
“franchi”
che possiede.
Questo – 1 solo franco (così duro da conquistare) non libera che il suo
stomaco. E poi? Carni? Troppo care! E allora questo Imbroglia-Fame, questo
Imbroglia-Anima
Alcool
basterà?
Quelli hanno liberato
le loro braccia, le loro gambe
e il loro spirito
per così tanti franchi
incalcolabili!
(plastici, grandi affluenti del grande fiume Fortuna)
lacchè e berline
si addicono loro
e mani bianche
libere
curate patrizie
e tanti fuochi fatui e fuochi di gioia
fuochi d’artificio
- così carini – tutto intorno!
(così Corpo Cuore Spirito sono estratti dalla cattività. Ma chi – a sufficienza –
acquista Coscienza – per grandi Elemosine? 65)

La Piovra
ora digerisce dorme divora
sulla sua
Massa

Kaleido ha scoperto un’epoca


(lontana)
in cui
Talento
fu unità monetaria
ma
62
Nel testo in inglese; con il duplice significato di libbra e sterlina.
63
Come in tutta la frase precedente, il senso è ancora duplice: marcare (nell’accezione segnare) e marco. Il senso della frase
precedente è riferito evidentemente ala Germania…
64
Nel testo “franc” con duplice senso di libero e franco (valuta). La frase che segue si gioca interamente su tale doppio senso
65
Nel testo “Aumônes”: Dono, Presente, Liberalità, Prodigalità
45
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO

Genio
(per quel che si dice)
di reputazione commerciale
nulla è valso
finché ha vissuto.
Mai Capo ha comprato qualcosa, ha pagato qualcosa
con la sua intera Persona offerta sul mercato.
Bisogna prima decapitarlo
e colpirlo (in effige)
in dischi
d’un metallo misto:
Lega
Effige
Ecco ciò che reclama (a gran voce)
Per Modello e Moneta
Questa ibrida maceria del
TUTTO:
il mondo

4° VIAGGIO

ALIBI

Un telefono
si è disconnesso (questo si vede)
al Kaleido (ove ogni dettaglio – di installazione – prende forma umana)
diverse lamentele (dell’Abbonato)
e delle ricerche (interminabili)
una Amministrazione Chiarudente (e claudicante)
dichiara (infine)
che questa PILA è difettosa
la si rimpiazzerà?
Abbiate pazienza
(e prendetevi cura delle vostre corte vocali nell’intervallo delle due chiamate
distanziate – per forza maggiore)
in attesa
Pila
sarà giudicata secondo il suo demerito e le
Leggi dell’Acustica.
(Ecco qui: Fili. Poli. Suoneria. Microfono e altri. Testimoni a carico)
Abbonato: parte civile
e i brillanti membri dell’Ufficio (telefonico)
Dopo i processi oratori (in questo Mezzo eminentemente sensibile al fascino
della parola)
Pila
46
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO

condannata. Alla discarica. Sarà triturata 66


(per lei tutto sommato è lo stesso: era fatale, e lei usata)
Uscendo dalle Assisi, Kaleido sogna che forse
Pila
ha subito le variazioni dell’Aria? E seguiva, nel bene e nel male, Movimenti
d’insieme
Allora? Nell’installazione (telefonica) chi – assolutamente – proverà il suo alibi?

Chi cosa quando un errore tra noi si commette
(5 minuti d’interruzione: mancanza di corrente)

CAPITOLO VIII

LETTERA
AL SIG. JOEL JOZE
INVENTORE-DIRETTORE DEI GRANDI
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO
- PARIGI -

Mercoledì 17 Marzo

Mi congratulo mio caro Amico, che successo! Bravo! – Come me voi volate di
vittoria in vittoria. Mi piace. “Per il Trionfo” è la mia divisa – Lo sapete.
E voi? Che ne è di voi? Fortuna e Kaleidoscopio a parte? Conservate l’emblema
che vi diedi all’inizio della nostra amicizia?
Un pugno chiuso che tiene il fulmine. Divisa “J’ose” 67.
Mi comprendevate allora! Non facevate nulla senza i miei consigli.
Perché bisogna accettare che il vostro carattere stravagante, le vostre violenze
verbali, le vostre ingiustizie abbiano, in un momento, guastato tutto fra noi?
Non parliamone più. Odio la meschineria. Senza parafrasi vi dico: venite!
Venite mio caro Amico, voi troverete presso di me un’accoglienza degna del
vostro valore.
Aggiungo un’ala al mio Teatro. Voglio la mia sala Kaleido. Conto su di voi per
l’installazione. Con gli ultimi perfezionamenti.
Sabato sera danzerò il Delirio. Mi avete veduta in Heraclea? E il mio costume?
Ideato da me. Uno splendore. Bakst, Barbier, non hanno mai fatto così bene.
Sono fiera del mio genio. Lo dico senza vanità.

66
Nel testo francese “pilée”
67
La traduzione “Io oso” attiene al senso figurato dell’emblema e riproduce , in cabala fonetica, il nome JOZE
47
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO

Anche voi, mio caro Joze, avete un immenso talento. Sotto ogni aspetto il
Kaleido è inestimabile. I vostri azionisti sono all’estasi. Ancora bravo!
Allora Sabato, Heraclea. 68 Prima della rappresentazione mi riposo. Non
riceverò alcuno. Tranne voi. Venite alle 3. Abbiamo delle cose da dirci. – Spero
che dopo la felice fortuna voi non vi abbandoniate né vi rifugiate più nelle
vostre asperità. Siete così complicato a volte! Simpatico, l’ho sempre detto. Ma
quale spiacevole tendenza a drammatizzare! Non bisogna.
Sabato. Alle 3.
Ah! Non dimenticate: mi dovete una spiegazione a riguardo di quel assurdo
schermo vuoto: sono passati 3 anni. Dicevate che conteneva qualcosa? Cosa
dunque?

Le mie mani

Ctessa Vera

LETERA DI JOEL JOZE


A GRAZIA

Venerdì mattina, 19 Marzo

Mia Unica Amica,

Vi giuro che nemmeno per un istante ho sognato di farvi mistero di quella


lettera. La vostra prescienza inaudita mi ha preceduto. Ecco tutto.
Cosa ne posso io? Siate giusta! E ve ne supplico, non lasciate correre
l’immaginazione a proposito d’una missiva assurda; appena scorsa,
immediatamente scordata.
Va da se che non risponderò!
Perché prendervi il disturbo d’inviarmi questo consiglio? Vi domando
affettuosamente se, a vostro avviso, sono del tutto incapace di comportarmi.
Questo capriccio impudente merita assolutamente il silenzio. È chiaro.

a questa sera
con tutta la mia anima.

J.J.

LETERA DI JOEL JOZE


ALLA Ctessa Vera

Venerdì a mezzogiorno, 19 Marzo

68
Si tratta evidentemente di un refuso. Poche righe più avanti la Contessa Vera aveva detto che sabato avrebbe danzato Delire…
48
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO

Signora,

Sono infinitamente onorato della vostra attenzione. Ma la vita ritirata che


conduco ed i miei lavori kaleidoscopici non mi permettono di venirvi a porgere
i miei omaggi.
Non manco comunque d’essere vostro servitore ed ammiratore e, in questa
duplice veste, mi affretto a dare risposta alla domanda che mi ponete in merito
ad uno schermo che fece ridicolmente parlare di se tre anni or sono.
Come avete ragione Signora: non bisogna drammatizzare. L’incidente
marginale, al quale voi accordate un pensiero remoto, sarà per sempre rimosso
dalla memoria quando vi sarete presa la pena di leggermi.
Quella sera – così lontana da me – ero fortemente emozionato dal fare la mia
pria decisiva esperienza per voi, Signora: ai miei occhi, i vostri invitati non
erano che le vostre comparse.
Individualmente quegli invitati potevano essere, nella maggior parte dei casi,
persone stimabili, amabili, eminenti o rappresentative – il che ha ben un suo
valore – e senza dubbio giocavano il loro ruolo con distinzione. Qualcuno
persino in modo affascinante. Ne conosco anche di generosi, nel senso letterale
di ben nati (come sapete). Ne ho a prova gli incoraggiamenti pieni di tatto che
essi mi hanno elargito nel corso dei miei lavori e delle mie pene.
Ma, cosa curiosa che voi non ignorate, Signora, mentre i riflessi di una folla
eterogenea saranno quasi sempre compositi 69: una società selezionata,
educata, passata al setaccio non restituirà, fluidicamente – è un fatto – che un
accumulo sbiadito e fiacco; atono e di partito preso.
Se non desiderassi accuratamente eludere le complicazioni dalle quali mi
mettete in guardia, con tanto spirito; potrei accostare questo fenomeno a
quello che ci rende inetti ad assimilare certi nutrimenti sterilizzati. Mentre dei
germi impuri (al contrario dell’opinione corrente) spesso si adoperano a nostro
vantaggio 70.
Vi prego di scusare questa parentesi pedantesca. E, un istante. Signora,
provatevi ad immaginare l’eccessiva emozione che toccai, quella sera, a causa
di voi.
Mentre voi, gli uni e gli altri, non discernevate nulla, io ebbi dinanzi agli occhi
uno spesso groviglio di forme eteroclite – larve, bruchi, tenebrioni 71 - in un
sotterraneo angoloso e senz’aria, i cui pilastri a spire portavano ad una bassa
volta vetusta di iscrizioni irriverenti:

Perché dare degli occhiali


ai ciechi e ai guerci ?

È davvero un bello ornamento


un diamante per un pidocchio!

(Questi frammenti possono bastare)

Le larve, acconciate con cappelli cinesi diamantati, le fronti cinte d’enormi


binocoli , urtavano ostinatamente, con la testa, un tramezzo di celluloide, oltre
69
Nel testo “hors de pair”; letteralmente: “fuor di pari”
70
Nel testo “à notre force”; letteralmente: “alla nostra forza”
71
Vermi della farina
49
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO

il quale – proveniente dalle più remote altezze – si riversava a fiotti un


immenso chiarore, invisibile ai loro occhi spenti.
Giudicate, Signora, quali furono in quel istante, il mio orrore e la mia
disperazione: vi perdevo!
Ne ebbi un trasporto cerebrale.
Ero ben lungi dal credere che solo io assistevo a quel incubo.
Perché solo?
A lungo e senza una risposta plausibile mi sono posto questa domanda.
Una Amica meravigliosa, lei cui luci mi guidano in ogni cosa, ha voluto
istruirmi recentemente:
Tanto che un occhio infantile 72 è stato sufficiente a confermarmi la mia
scoperta; non poteva venirmi attraverso i riflessi dell’esperienza faticosa 73, che
induce al dubbio ed al disinganno.
Occhi indeboliti dallo scetticismo, usati nelle veglie profane, oscurati dallo
splendore delle luci artificiali. Retine indifferenti, refrattarie ai raggi puri; non
potranno più essere impressionate dall’immagine della loro propria forma
occulta.
Siamo forzati a negare ciò che siamo incapaci di comprendere.
Perché il Nulla non può contemplare che il Vuoto.
Degnatevi, Signora, di ricevere l’omaggio del mio profondo rispetto.

Joel Joze

LETERA DI
GRAZIA
A JOEL JOZE

Domenica, 21 Marzo

Ho rifiutato di vedervi nel primo mento della mia collera. Non mi sono ancora
calmata. Come! Voi affermate che non risponderete a quella donna? e poi –
perché l’ho indovinato – pretendete aver risposto per provare il vostro distacco!

Che cosa mi importa il tono della vostra lettera! La vostra doppiezza ne è
diminuita? Conosciamo il vostro avversario: voi giocate un gioco pericoloso.
La mia pena è infinita.
Da qualche tempo – bisogna infine dirvelo – altre cose mi spiacciono e mi
inquietano.
L’estensione commerciale del Kaleidoscopio vi preoccupa troppo. Sembrate
scordare d’aver scoperto – grazie ad un’Inspirazione divina – uno Specchio di
Verità.
Ne state facendo uno strumento di vanità.
Siate attento.
Ritornate alle vostre Parabole. La luce in primo piano: non il lucro. Senza di
ciò le vostre visioni si oscureranno senza rimedio.
72
Nel testo “oeil d’enfant”; letteralmente “occhio di bambino”, in evidente allusione a Gilly; ma anche “olio d’infante” (?)
73
Dal verbo “lasser” con duplice senso di stancare ma anche prendere al laccio, imprigionare, imbrigliare
50
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO

Amico, non voglio perdervi.


Ritornate voi stesso. O sarò costretta ad allontanarmi.
Evitiamo le parole penose che fermentano nell’anima, montano
insidiosamente, si propagano, corrompono, decompongono.
On vi vedrò per qualche giorno.
Telefonate quando saremo d’accordo, assolutamente.

GRAZIA

CAPITOLO IX

AL TELEFONO

(Lunedì mattina
22 marzo)

(Una voce)

- Pronto pronto  Signor Joel Joze? In persona? non agganciate vi


cercano

Pronto pronto  non togliete la conversazione signorina

Pronto! Siete voi Joel? Mi riconoscete? Io! Si Proprio io! Carina la vostra
lettera mia caro! Vi ritrovo! Ma sapete, le piccolezze mi lasciano fredda!
Tempo perso! Valiamo troppo entrambi Si! Ho bisogno di voi. Subito La
mia sala Kaleido lusingato spero? il mio architetto non ne viene a capo
pronto! Mi sentite Joel? Se non rispondete non posso sapere se siete in linea!
È insensato?
 Bene vi aspetto questa sera
 vi dico questa sera soli per chiacchierare
 Ancora il vostro fascino ruvido! Squisito! Io amo l’originalità. Sempre. Una
lucidatina e tornerete presentabile! Ve lo assicuro! Bravo per la vostra
ultima proiezione stereoscopica. Tutti ne parlano. Splendido!
Ah! dicono che passate le vostre sere da una specie di suonata che riceve non
si sa chi in un giardino d’inverno?
Si! Ve l’assicuro! Lo so. Vi racconterò Vi ammuffirete 74 la dentro!
Allora a questa sera. La mia auto davanti alla vostra porta. Non fatevi cercare.
Alle otto Ci tengo No, è più sicuro IO VOGLIO! Pronto Joel, vi
apprezzano! portate dunque il vostro Kaleido per vedere se il mio schermo è
74
Nel testo “encrouterz”; letteralmente: “incrosterete”
51
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO

all’altezza Non lascia mai il vostro laboratorio? Per me Una volta?
Andiamo Gentile D’accordo
Good-bye! Alle otto


QUELLA SERA
UN FOGLIO DEL DIARIO DI GILLY
(a 16 anni)

Preoccupazione e tristezza.
Il Padrone è così cambiato.
Lui e Madame Grazia non si vedono più.
Che succede?
E questo pomeriggio, senza farlo apposta, sorpresi dei brani di conversazione:
il Signor Joze al telefono, tutto sottosopra.
Entravo nel Laboratorio. Il Padrone mi ha fatto segno di non disporre le nuove
pastiglie da proiezione.
Di andare via, alla svelta.
Perché?
Verso le otto suonano alla porta.
Si è fermata un’auto. Una bellissima Rolls-Royce
L’autista insiste per parlare lui stesso al Padrone
che fa “Ah” e diventa pallido
- Un istante - dice
e passa di furia nel Laboratorio
5 minuti dopo ritorna. Pronto ad uscire
- Vai a letto presto Gilly. Niente lavoro questa sera
E questo è tutto. Neanche buonasera
Seguito il Signor Joze come per aprirgli la porta. In realtà, seccato che se ne
vada. Come dell’invidia. Di cosa?
Davanti alla porta quella Rolls-Royce
Interno illuminato. Bruscamente spento.
Intravista, nella luce, una donna bellissima.
Dice scoppiando a ridere
- Sono io! Non mi fidavo dei vostri capricci!
- Vera?
- Vieni!
L’auto parte velocemente.

52
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO

CAPITOLO X

DIARIO DI GILLY
(a 18 anni)

Avendo deciso di scriver la Biografia del mio maestro, il Signor Joel Joze, è
necessario che io mi ricordi ogni dettaglio e quella serie folgorante di
avvenimenti inauditi che si abbatterono su di noi due anni or sono.
È come un dolore fisico riportare in vita quel passato morto.
Ma devo.
La Vita di un uomo così sorprendente come il mio Maestro non può restare
sconosciuta. E io solo, il suo allievo, fui testimone costante del suo lavoro, dei
suoi tormenti.
Per Parlare di Joel Joze vorrei trovare delle parole particolari: piene di fervore;
pervase di rispetto; colme d’emozione riconoscente. Delle parole tutte nuove.
Grandissime. Semplicissime. Degne di lui. Uguali a lui.
Gli devo tutto.
Mi ha veramente “aperto gli occhi” questo grande “Oculista dell’Occulto”,come
si definiva lui stesso per scherzo. È passato tanto tempo. Ai bei tempi del
Kaleidoscopio Tempi felici! Ma allora, ragazzino, amavo il Signor Joze. Non lo
conoscevo. Lo chiamavo, lo chiamerò sempre Padrone. Perché gli piace. Ma nel
mio cuore (ora), nel mio spirito, conosco il valore della parola MAESTRO.
Senza ulteriori riflessioni personali, voglio annotare qui la serie inflessibile
delle nostre disgrazie.
Non cerco di comprendere.
Come comprenderei? Come, dal mio piccolo sottosuolo intellettuale, potrei
percepire, io, l’angolo altero di un Joel Joze nativo delle cime?
Come allo stesso modo percepirei nel loro insieme, i tratti eccessivi, grandiosi,
di una Madame Grazia, di una Contessa Vera?

Ognuno restituirà secondo la sua sostanza


e
Tutto è necessario.

53
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO

Questi sono gli assiomi trascendenti che il mio Maestro mi insegnò


dall’infanzia.
Cercherò di comprendere questo. Soltanto.
Quanto al Kaleidoscopio, in fin dei conti ci è costato tanti mali che arrivo quasi
a non rimpiangerlo più. È vero che ho passato mesi interi, delle notti, a
piangere quella meraviglia. Insostituibile! Ma era all’inizio. Subito dopo la
catastrofe. Poi ho riflettuto. Ho finito per pensare che la distruzione del Kaleido
fosse necessaria. Come tutte le cose.

Bisogna che risalga con i miei ricordi a quella sera di due anni or sono,
quando il Signor Jose mi lasciò bruscamente per seguir una signora che
l’attendeva nella sua auto, davanti alla nostra casa.
Stavamo sempre in Rue Belidor.
Nonostante l’immenso successo dei “Viaggi” e le sostanze incalcolabili delle
quali il Signor Joze disponeva a quei tempi no aveva mai voluto lasciare la
vecchia casa ed il laboratorio nel quale aveva fato la sua scoperta. Si era
accontentato di ingrandire ed ammodernare. E aveva posto l’entrata principale
in Boulevard Gouvion St-Cyr (la casa era d’angolo). Era la che questa signora
attendeva nella Rolls-Royce.
Spariti loro io mi sento disperato! È stupido. Inverosimile. Impossibile a
spiegarsi.
Naturalmente non ero abituato a trascorrere tutto il mio tempo con il Signor
Joze. Mi diceva cosa c’era da fare e, la sera, andava a trovare Madame Grazia.
Ma quella sera. Andandosene, così, di fretta, senza nemmeno un saluto! Lui
così cordiale. Così attento al consenso degli altri!
Chiacchierava sempre con me, almeno venti minuti. Mi dava un libro. Me ne
parlava. E aveva per ogni cosa un’idea che cambiava tute le idee. Vi dava aria!
Come aprire una finestra. Sorprendente!
- “I dettagli 75 - diceva il mio Maestro – sono la materia del tutto; e
l’attrazione proporzionale. Non assorbirò una roccia per nutrirmi! E ci sono
parecchie possibilità che questa non rotoli mai su di me per schiacciarmi.
In tal modo, io convivrò con questo evento gigantesco senza che esso
influenzi la mia natura. Questo avvenimento è troppo più grande della
dimensione umana. Ma una punta di cannella? Una goccia d’ambra? 
Quelli che hanno sofferto di crisi epatiche ci diranno quel che può fare un
minuscolo calcolo nel canale coledoco. Così dei nulla causano le sfortune o
le fortune di questa vita.”
Eccellente in ogni cosa, il mio Maestro, meglio di chiunque, sapeva disporre i
dettagli quotidiani, in modo piacevole; facile, imprevisto!
Da qualche tempo temevo che fosse malato. Era molto cambiato. Era nervoso.
Molto. Non vedeva più Madame Grazia. Questo mi spiaceva. Ma non avrei
osato parlargliene. Io andavo come sempre, due volte la settimana, a trovare
la mia madrina. Lei non pronunciava più il nome di Joel Joze. Mi era parso di
aver notato un certo indebolimento nelle nostre proiezioni. Una luce meno
buona dopo l’allontanamento di Madame Grazia. Forse una semplice
coincidenza?
Non avendo nulla da fare e sentendomi triste da morire – ben contro la norma,
la malinconia ed io non abbiamo mai avuto nulla a che spartire! – salgo in
camera. E mi butto a letto. La, davvero troppo idiota, mi metto a piangere!
Più idiota di tutto: quel “Vieni” che quella donna a detto al mio Padrone mi

75
Nel testo “les riens”; letteralmente “ i nulla”
54
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO

risuona nelle orecchie. E nel cuore. Da farmi male. Ci penso. Continuamente.


Come si insiste sul punto del dolore, per sentirlo più lancinante ancora
Cos’è? Piango e singhiozzo Da solo.
Passa del tempo. E poi
suona il telefono
“Pronto! Impresa Joel Joze? Ah! Siete voi Gilly? Sono Martel. Siamo fermi!
Cosa succede da voi, al Kaleido?”

Bisogna dire che quello che fu il Kaleidoscopio era costruito dal Signor Joze
su un principio essenziale: all’inizio delle sue esperienze il mio Maestro aveva
captato certi fluidi che regolavano la sua messa a punto. Onde magnetiche ,
sapientemente trattenute nel Kaleido-propulsore. Che non lasciava mai il
nostro laboratorio. Il suo impulso unico governava, senza fili tutti gli
apparecchi in tutte le nostre sale nel mondo intero. Senza il Kaleido di Rue
Belidor, nessuna rappresentazione. Da nessuna parte.
La mia camera è al primo piano
il Laboratorio al piano terra.
Nel Laboratorio una cabina di vetro smerigliato; nella quale entrano solo il
Padrone ed io.
La cabina del Kaleidoscopio.
Tutto intorno al Laboratorio, lungo le pareti pulite e bianche, migliaia di tubi
in cristallo. Contenenti le nostre pastiglie da proiezione. Collezione completa
dal mio debutto come “Occhio Dritto”. Numerate. Catalogate. Per serie. In
linee.
“Un istante Martel. Pronto; il Signor Joze è assente. Vado in cabina.
Attendete!”
CABINA DEL KALEIDO – VUOTA!
  
e si tra i tubi da proiezione il mio occhio si arresta. Un intervallo
L’ARGENTO
- prima linea di proiezione -
MANCA!

“Pronto Martel. Impossibile spiegarvi al telefono Rimborsate Domani il
Padrone”

Che fare?
Per una sera, il nostro fedele pubblico non manifesterà che del disappunto.
Ma domani?
E cosa dirà il Signor Joze?
Chi ha rubato l’apparecchio? L’argento?
CHI?
Un’intuizione
folgorante!
Mi ricordo
al momento, passando, il Padrone contrariato – visibilmente – di trovarmi sul
suo cammino, e qualcosa – voluminoso – che stringeva sotto il cappotto

55
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO

Kaleido
Argento
Lui!
Perché?
Per chi?
Per quella donna?

Avvertire Madame Grazie


Subito
Telefonare
No Ha intuito Di già Eccola nella sua torpedo
- Gilly! Svelto!

In torpedo
Guida lei
- clacson -
Avenue de la Grande Armée
Etoile
Champs-Elysées
Rond-Point
Avenue Montaigne
Stop
Un grande palazzo, magnifico. Metà teatro. Metà abitazione privata.
Dimora dell’illustre Contessa Vera. Della quale tutto il mondo parla. (Spesso
avrei voluto prendere un posto. Vederla danzare. Non so perché ma sento che
darebbe dispiacere. A Madame Grazia. Forse al Padrone?)

Entriamo
Domestiche arroganti; calze di seta;
all’inizio vogliono opporsi
Un segno
di Madame Grazia
Perché di colpo remissive?
Rispettose?

Vestibolo
Scalone
Galleria
diverse sale
piccola scala
anticamera
corridoio ovattato di tappeti persiani
appartamenti
entreremo?

56
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO

Di seguito tre camere piccole


preziose
come scrigni
Prima camera – brucia profumi – tanto profumo!
da dare le vertigini
Seconda camera – pellicce – cuscini
il mio Maestro
la Contessa Vera
Terza camera – nera –
al fondo: lo schermo
proiezione
(Kaleido qui! Nella seconda camera, rappresentazione per la Contessa Vera –
lei sola)
e
L’ARGENTO
pure!
 Se lo riconosco! A memoria!
ma
Per D funziona al contrario!
Devono aver dato l’impulso a sinistra e non a destra com’è la regola!
SENSO CONTRARIO
Guardate! 182a immagine, passa come in uno specchio deformante
Il Padrone diceva sempre “Rivincita dei Senza-Soldi pieni di merito!”
E allora: La Piovra? No!
Una Peonia
enorme
più bella, più fresca
ad ingrassarsi
di te – letame umano!
orribile spettacolo all’inverso
tutto così veloce! Un vero ciclone
La Contessa Vera grida
- “Ah! Una scenata! Di gelosia! Chi ha lasciato? Pazza! Venite a cercare il
vostro amante? Non vedrete che il mio schiavo!”
Ride
Quella risata
E poi quella parola
“AMANTE”
(Perché alcune cose. Fanno così male? Quando non ci si è mai pensato? Per
degli esseri che si amano? Queste cose. Così sciocche. Per altri?)

Il Padrone?
irriconoscibile
bianco tremante

57
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO

Collera della Contessa


Collera di Madame Grazia

Cosa posso fare? Che fare?


Quelle grida. Furore. Orribile.
Come impedirle?
Con la voce soffocata dai singhiozzi le supplico prima una poi l’altra
Non mi ascoltano

Ah! Quelle grandi grida


Quei grandi lampi
Una tempesta ora
- sopra la casa -
gronda
vicinissima a noi

Fermatevi! Fermatevi! Pietà!

fragore
tuoni
capogiro
quelle urla ancora
(La Contessa Vera più bela ancora di quanto non credessi. A cosa si pensa in
un momento così! Le riviste la settimana scorsa il suo ritratto il suo
corpo quel viso E il viso di Madame Grazia? Perché non s’è mai visto?
Perché sempre quel velo? Spiacevole in fondo! Mi sorprendo – con orrore – a
pensare questo – io – in questo istante)

Violenta Contessa!
così bella!
si si così bella
e quei profumi
nonostante l’angoscia
da morirne
che cosa ho?

Grida più orribili. Tempesta. Più forte. Più vicina ancora


che?
Madame Grazia
solleva il suo velo
 di profilo
quel
Diamante
sulla sua fronte
Diamante folgorante
58
VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO

troppo forte
troppo troppo forte
per i nostri occhi

La Contessa Vera sgomenta


come scossa
grida
- “Mia sorella!”
- “Si, io Vera! Io l’Invisibile. Una volta lo dicevate per gioco, ma non riderete
più della mia lunga pazienza!”
Lampo Conflagrazione Detonazione Milioni di bombe Miliardi di granate
incendiarie dell’eruzione ed esplosione di quale vulcano?
Madame Grazia ha preso il Kaleidoscopio
lo precipita a terra
Fluidi magnetici consumi a correnti
a torrenti di elettricità
crepitio catastrofico
Notte
cento mille vetri in frantumi
case che crollano


Quella grande catastrofe
non è lontana
ce se ne ricorda
per quattro ore il quartiere è in fiamme. Fino alla
Concorde
impossibile aver ragione di quel
Fuoco
che cresce e cresce

parve infine affievolirsi da solo
volatilizzarsi
(si incriminò il mercante di colori
che trafficava in esplosivi – illecitamente –
morto sottole macerie)

 Vittime
migliaia di migliaia
carbonizzate
asfissiate
dilaniate
- bambini – donne – uomini -
Eroi
- così giovani -
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VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO

che diedero la vita per gli altri


e quelle rovine

Oh!
Madame Grazia
Voi?
Perché questo?
Era necessario?
“Tutto è necessario” dite anche voi!
Senza dubbio?
Io non posso comprendere
vedo ciò che posso
È tutto. È poco.
Non giudicherò nulla.


Miracolosamente – noi 4 – estratti dalle rovine
Madame Grazie – indenne – sparì
La Contessa Vera anche
(Fui ben sorpreso – più tardi – di sapere da dei vecchi giornali che mi caddero
sotto gli occhi che ella aveva danzato a Montecarlo – 8 giorni dopo la
Catastrofe – un gran balletto Imperia a beneficio dei sinistrati. Mai ella
apparve più bella – dissero i giornali)
Io, solo il braccio sinistro rotto. E quella ustione alla tempia della quale
conservo la cicatrice. Guarito in 6 settimane.

Povero Padrone. In quale stato


Semi paralizzato. Incapace di sollevare le palpebre. La vista ritorna solo dopo
un mese. E l’uso delle gambe.
L’ho assistito. Aiutato da lontano da Madame Grazia.
Per sostentarci ho ripreso il mio primo mestiere: i giornali.
Il Kaleido: distrutto per sempre.
I Fluidi non si lasceranno captare una seconda volta. Soprattutto nello stato
in cui versa il mio Maestro.
Tutte le nostre imprese sono crollate
(con il Kaleido-propulsore)
Capitali: si sono ritirati
Noi: ritornati ad esser gente qualunque.
Allora ho ripreso i giornali
Redattore Fotografo
sono riuscito
adesso, con amici, penso di fondare un foglio
programma:
Informazioni e non Apprezzamenti
Fatti e non Frasi

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VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO

Povero Padrone. Lui. Il dominatore.


Così

Per distrarlo, questa mattina, trovandolo meglio, gli parlo dei miei progetti.
Li approva. Ci si interessa.
- Faremo ancora grandi cose Gilly. Ho delle idee
 La fatica. Subito dopo.
Ma dice ancora
- Faremo ancora grandi cose – a patto che la Contessa Vera non si
intrometta
Così abituato, da sempre, al fatto che il mio Maestro legga in me, questa volta
arrossisco: eco ciò che mi dicevo in quel preciso momento. Questo è un
argomento che evito (non devo sapere – non voglio sapere – se si o no – il mio
Maestro – penso)

E mi viene vergogna, come se gli tenessi nascosto qualcosa


- Padrone, questa mattina, una lettera, di Madame Grazia
- Ah! verrà?
- Se lo desiderate

- Volete che andiamo a fare un giro? Primo giorno di Primavera dopo questi
freddi interminabili. L’aria fresca vi farà bene Padrone?
Prende il mio braccio
sono fiero che un uomo come il mio maestro voglia appoggiarsi a me.
- Sei un ragazzo in gamba Gilly
La sua voce trema. Allora mi viene il groppo alla gola, e per evitare il magone
mi metto a parlargli di sciocchezze, come una volta
Alla fine sorride. Un po’.

Siamo all’Etoile

così belle
sotto l’occhio magnetico del Sole
le cose di ogni giorno
che il mio Maestro mi ha insegnato a vedere
passano
ben incastrate nel pavé di legno
dei binari
tracciano
le loro rette e le loro curve
brillanti
che nelle piazze formano
nei loro punti d’intersezione
degli archi geometrici
puri e splendidi

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VIAGGI IN KALEIDOSCOPIO

- Che nel paesaggio celebrale, dice il mio Maestro. Vieni Gilly, rientriamo.
Vorrei lavorare.
Allora ha preso il mio braccio
e siamo ritornati
insieme.

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