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lntroduzione alla | linguistica inglese Nuova ed: Laura Pennasoia x Ld. 12. 13. Tee py 4.1. 43. Ade Indice Introduzione 7 Foneticae fonologia 9 Fonetica 9 Fonologia 14 Fonologia soprasegmentale 19 Italiano e inglese a confronto 25 Esercizi 27 Ortografia 30 sistema ortografico 30 . Le difficolta del sistema ortografico inglese 31 Le regolariti dello spelling inglese 32 Italiano e inglese a confronto 33 Eserciai 41 Morfologiaelessico 43 Morfologia flessiva 44 Morfologiaderivazionale 44 Morfemavsmorfo 47 . Lessico 48 Italiano e inglese aconfronto 57 Esercizi 59 Sintassi 61 Lordine delle parole 61 Lefrasi 62 Le proposizioni 64 Isintagmi 69 ee 4.5. Italiano e inglese aconfronto 71 Introduzione Esercizi 73 Semanticae pragmatica 75 Questo volume analizza e discute gli aspetti fondamentali relativi alla struttura e al funzionamento della lingua inglese, quali ortogra- st. Semantica lessicale 75 Semanti aticale 8 fia, fonetica ¢ fonologia, morfologia ¢ lessico, sintassi, semantica ¢ 5.2. Semantica grammaticale 83 Pragmatica. Il livello fonetico-fonologico della lingua & trateato nel .3- Linguistica pragmatica 92 : : c | a : i vies CaP. 1, in cui si affronta lo studio del suono sia nel discorso verbale 4 Teallane cingletea confronto 106 sian quello non verbal. Ica», invecesi occupa della complesit Eserciai 10 del sistema ortografico inglese al fine di mettere in luce alcune co. stanti, regolarita e ricorrenze nel rapporto tra suono e segno scritto, Soluzioni degli esercizi 110 112 il livello fonctico-fonologico ¢ quello grafico della lingua. Allo studio della morfologia ¢ del lessico, con particolare attenzione alls formazione delle parole, ¢ dedicato il Cav. 3, mentre le modalita che le parole hanno di combinarsi tra loro nella formazione di unita pt estese, quali il sintagma e la proposizione, sono oggetto del cap. 4. IL CAP. 5 si sofferma, infine, sulla semantica e sulla pragmatica: nel pri mo caso oggetto di indagine é il significato delle parole in relazione tra loro (contesto puramente linguistico); nel secondo caso l’analisi delle parole é in rapporto all'agire del parlante e, quindi, al contesto extralinguistico, Bibliografia 17 Ringrazio innanzitutto Frances Hotimsky per la pazienza nel leggere il testo ed Eli- sabetta Lonati per a generosith nell avermi offerto idee e spunti. Infine, un sentito Ungraziamento anche ad Alessandra Vicentini per il meticoloso lavoro di traduzio- ne, nonché per i preziosi consigli. NS 1. Fonetica e fonologia La fonetica (phonetics) la fonologia (phonology) si occupano dello studio dei suoni nel discorso, che include anche il discorso non verbale, ossia la fonologia soprasegmentale (suprasegmental phonology). uu. Fonetica Il termine fonetico deriva dal greco phonetikds (vocale, parlato) ¢ riguarda lo studio delle caratteristiche fisiche dei suoni linguistici prodotti per mezzo degli organi fonatori umani. Esso si focalizza sul modo in cui questi suoni vengono generati. La pitt piccola unitd di suono di una lingua parlata é costituta dal fono (phone). Lo stu- dio dei suoni pud orientarsi su tre aspetti diversi della produzione sonora: «Ia fonetica articolatoria studia ¢ classifica i suoni linguistici secondo le modalita di produzione (la posizione ¢ l'uso degli organi vocali per produrre i suoni); in questo volume sari presa in considerazione solo tale branca della fonetica; «la fonetica acustica scudia le proprieta fisiche dei suoni del linguaggio, considerati come onde sonore che si propagano nell’aria; «la fonetica uditiva studia il modo in cui i suoni linguistici vengono percepiti dall’orecchio umano e decodificati dalla mente. Isuoni vengono prodotti mediante l’alterazione del flusso d’aria che attraversa la caviti oro-nasale mediante la posizione e il movimento dellalinguaedialtriorganilegatiallaproduzione del suono (cf. F1G.1). Il fusso d’aria proveniente dai polmoni viene modificato all’altez~ za della laringe ¢ delle strutture anatomiche del tratto vocale. Qui le corde vocali generano due tipi di suoni: sordo (voiceless), quando EN Ya RE ee FIGURA 1 Spaccato della cavita orale illustrante gli organi fonatori aso densi superior palato palato molle duro alveoli superior! labbro superiore ugola lingua labbro oe ol inferiore alveoli . inferiori faringe denti inferiori gloctide Varia passa fra le corde senza impedimenti e non le mette in vibrazio- ne (ad esempio, [p] ¢ [f] sono suoni sordi); sonoro (voiced), quando Varia che passa attraverso le corde le mette in vibrazione creando una particolare “sonorita” (ad esempio [b] ¢ [v] sono suoni sonori). Lo spazio fra le due corde vocali, situate nella laringe, ¢ detto glottide (pud risultare aperta o chiusa). Nel continuare la sua risalita, il flusso daria proveniente dai polmoni, oltre alla glottide, incontra altri or- gani vocali all’interno della cayitd orale, quali lingua, palato mole ¢ duro, cresta alveolare, denti, cavit’ nasale ¢ labbra. Ogni lingua ha un numero difference e una pronuncia diversa di con- sonanti e di vocali. La descrizione qui riportata risponde a una pro- nuncia standard dell’inglese britannico, chiamata Received Pronun- ciation (RP), oppure anche #Bc English o Southern British Standard, in cui ci sono 46 suoni: 24 consonanti e 22 vocali. Ogni consonante € ogni vocale sono rappresentate graficamente da un simbolo che appartiene all’alfabeto fonetico internazionale (abbreviato in IPA — International Phonetic Alphabet). Tali simboli, messi tra parentesi quadre, permettono ai linguisti di rappresentare in maniera univoca ciascuno degli svariati suoni (0 foni) che I’apparato fonatorio umano é in grado di produrre, in particolar modo quei suoni diversi nella pronuncia ma rappresentati graficamente nel medesimo modo, ad esempio cough [kof] e dough [dav]. Per comprendere cid che i simboli fonetici prendono in considera- zione nel rappresentare un fono é necessario considerare le proprieta articolatorie delle consonanti e delle vocali. rat. Leconsonanti Allo scopo di descrivere le consonant, i lin- guisti considerano tre fattori riguardanti il modo in cui il Ausso d’a- ria proveniente dai polmoni entra ¢ fuoriesce dalla bocea: A la posizione delle corde vocali (aperte 0 chiuse), che determina la sonorita o meno della consonante; B il luogo di articolazione, che si riferisce al punto della bocca in cui il Ausso daria subisce ostruzione (labbra, denti, cresta alveo- lare, palato duro e molle o glottide); il suono pud quindi essere bilabiale ([b], [m], [p], [w]), labiodentale ([#], [v]), dentale ({6], [8]), alveolare ([d], [t], [s], [z], [n], [1] [r], che & definita post- alveolare poiché Ja lingua in realt& non tocca la cresta alveolare), palato-alveolare ([f], [3], [if], [43]), palacale ([j]), velare ([k], [9], [n]) ¢ gloteale ([h]); C il modo diarticolazione, che si tiferisce al tipo di ostruzione pro- dotto per ottenere il stiono, ossia se il Ausso daria, una volta che passato attraverso le corde vocali, viene bloccato, totalmente o par- zialmente, o se pud muoversi liberamente. Seguendo questa classifi cazione, le consonanti possono essere divise in vari modi: « Ie occlusive (plosives) sono consonanti prodotte quando il flusso d’a- ria nella cavit’ orale viene completamente bloccato ([p], [b], {1} [4], {k], [9])s « le fricative (fricatives) sono consonanti prodotte quando il flusso ” ria viene ristretto parzialmente, poiché é costretto in una piccola aper- tura del tratto vocale, determinando un rumore prodotto dalla frizione: le fricative sono chiamate anche “continue” perché & possibile continua- re nella produzione del suono fino a quando l’aria nei polmoni sié esau- rita completamente ((f",{v], [8]: [8], [s). [2], L1) [3]. [hs « le affticate (affiicares) sono consonanti che iniziano come occlusive (quindi con un breve blocco del flusso d’ aria), ma in seguito siallentano in fricative (con un rilascio che provoca una frizione), ad esempio [f} di church e (¢3] di judge; @ le nasali (wasals) sono consonanti occlusive prodotte quando il flusso daria é incanalato nella cavit nasale a causa dell’abbassamento del pa- lato molle ({m], (a), [9)); «Ie laterali (Jaterals) sono consonanti prodotte dal passaggio dell’aria in vibrazione ai lati della cavitd orale ((I]); @ Je consonanti approssimanti o senza frizione (approximants) non adortano le posizioni articolatorie di nessuna delle consonanti tratta- te finora (occlusive, nasali, fricative ecc.). fil caso delle consonanti [j], [w] e anche [r] di znay che & articolata con la punta della lingua vicino all’area alveolare, senza tuttavia arrivare mai alla cresta alveolate. La lin- gua di solito é retroflessa, percid [r] viene descritta come approssimante post-alveolare, 11.2. Levocali Le vocali possono essere di due tipi: vocali sempli- cio monottonghi (*onothongs) e vocali composte o dittonghi (diph- thongs). Esse sono prodotte con la cavit’ orale libera da ostruzioni e relativamente aperta € sono formate dalle diverse configurazioni del tratto vocale aperto che risuona, in particolare grazie alla posizione della lingua che influisce sulla forma dello spazio della cavitd orale in cui V’aria deve passare, Per determinare il tipo di vocale occorre considerare quattro asperti fondamentali: + Valtezza della lingua, che pud essere sollevata (Ia vocale viene in questo caso definita chiusa ~ clase ~ 0 semichiusa - halfdose) 0 ab- bassata (la vocale viene in questo caso definita aperta — open — 0 semi- aperta ~ half-open) (a differenza dei termini “chiuso” e “semichiuso”, che in italiano descrivono apertura della bocca, i termini close e half: close descrivono la distanza della lingua dal palato in termini di vici- nanza a essa); » la parte del dorso della lingua coinvolta nella produzione del suono, che pud essere anteriore, centrale o posteriore (front, central, back); « la forma delle labbra, che possono essere arrotondate, tese o rilassate (rounded, spread, neutral # lalunghezza del suono, che pud essere breve o lango (short, long). I monottongh 1. chiusa, anteriore, tesa, lunga [i:]; 2. chiusa, anteriore, tesa, bre- In inglese ci sono 14 vocali semplici: ve [iJs 5. semichiusa, anteriore, rilassata, breve [1]; 4. semiaperta, anteriore, rilassata, breve [e]; 5. aperta, anteriore, rilassata, breve [a]; 6. aperta, centrale, rilassata, breve [4]; 7. aperta, posteriore, rilassata, lunga [a:]; 8. aperta, posteriore, leggermente arrotondata, rilassata, breve [0]; 9. semiapcrta/semichiusa, posteriore, arroton- data, tesa, lunga [9:]; 10. semiaperta/semichiusa, centrale, rilassa- ta, breve [2]; 11. semichiusa/semiaperta, centrale, rilassata, lunga [a] 12. posteriore, arrotondata, breve [u}; 14. chiusa, posteriore, arroton- data, lunga [u:]. semichiusa, posteriore, arrotondata, breve [u]; 13. chiusa, I dittonghi I dittongo (unione di due elementi vocalici pro- nunciati con una sola emissione di voce) comporta un passaggio da un suono all’altro (detto “scivolamento”, ossia glide) e un cam- biamento della posizione della lingua. Il primo elemento del dit- tongo é sempre pitt forte rispecto al secondo. Gli otto dittonghi dell’ inglese possono essere “a chiusura” (closing), ovvero tali che da un suono piit aperto si muovono in direzione di uno pitt chiuso (er), [ar], {91}, [av] ¢ [20]) oppure centripeti o centralizzanti (cen- tring), terminanti verso il suono neutro centrale chiamato schwa [19], [e8] ¢ [va]). Poiché i suoni vocalici sono molto variabili, i linguisti hanno cre- ato uno schema di riferimento, chiamato trapezio vocalico (vocalic triangle), che rappresenta l’interno della caviti orale vista in se- zione trasversale, mediante il quale & possibile visualizzare i punti di articolazionc. E stato infatti fissato un insieme di otto vocali cardinali che occorrono a intervalli definiti, a seconda delle diver- se posizioni della lingua e delle relative parti coinvolte durante la pronuncia (cfr. FIG. 2). Esse sono semplicemente punti di riferi- ittento cheseryono:a.distinewere'le-vocali in:diverselincue e(-dik. ferenti accenti nell’ambito di ogni singola lingua. Le figure 3 ¢ 4 mostrano la posizione della lingua rispettivamente nella pronun- cia delle vocali semplici ¢ composte nella Rp. 1.2. Fonologia A differenza della fonetica, che @ lo studio delle proprieta fisiche dei suoni, 1a fonologia (dal greco phoned + légos, che significa ‘stu- dio del sono”) si occupa dei suoni in relazione al significato. Essa prende in considerazione il sistema dei suoni di una lingua speci- fica e la relativa organizzazione focalizzandosi sulla funzione dei suoni, ossia sul loro ruolo nella trasmissione del significato. Se la fonetica studia i foni, loggetto della fonologia é rappresentato dai fonemi (phonemes). Un fonema & la minima unici di suono por- tatrice di significato, che a differenza del fono & rappresentato in parentesi oblique. Non tutti gli inglesi parlano usando la xp, pertanto determinati suoni possono avere differenti pronunce a seconda delle origini socioculturali o geografiche dei parlanti. Tuttavia, i diversi modi di articolare un fono non inficiano la comprensione globale del significato di una parola, di un sintagma o di una frase, Le di- verse pronunce sono semplicemente varianti regionali o sociali su scala nazionale o internazionale (ad esempio, un accento britan- nico settentrionale con uno meridionale, o un accento america- no con uno australiano). Una pronuncia variante di un suono o fono standard & chiamata allofono (allophone); esso rappresenta una diversa realizzazione dello stesso suono in differenti contesti fonetici: ad esempio, nel termine car l’occhusiva velare sorda [k] pud anche essere pronunciata [kh+], ossia leggermente sonora ¢ aspirata. Tuctavia, questo allofono non modifica il significato del suono; le due pronunce [ka:] ¢ [kha:] non cambiano il significa- to del termine car. Cid avviene anche perché le alterazioni nella Pronuncia sono lievi ¢ non sufficienti per invalidare il riconosci- mento del fono [k], che in inglese ha una fanzione e un significato Particolari. Infatti [k] non & solo un fono ma anche un fonema, NN FIGURA 2 shnicole ‘Traperio vocalico indicante le posizioni della lingua nell’articolazi ne delle otto vocali cardinali Posteriore Anteriore Centrale Chiusa i Semichiusa Semiaperta © \ \ ‘Aperta a ossia un suono con una funzione, un stono che ha un significato perché é diverso da un altro; /k/ & un fonema perché distingue car ar, ad esempio. : fie far costivuiscono una coppia minima: sono due parole ident che nella forma tranne che per un fonema che si trova nella stessa po- sizione, ¢ che determina il cambiamento di significato di ognuno dei termini. Nella serie minima gel, sell, tell sono i fonemi /d3/, isi e: ie che mutano il significato delle parole; nella serie minima ate, it, ght sono i fonemi /e/, /1/ ¢ /e1/ a rivestire questa funzione. L’ anal elle coppie e serie minime permette ai linguisti di determinare i fonemi i rminata lingua. ntl at un cambiamento nella pronuneia di un fono de- termina un mutamento del significato di una parola, allora i ‘ono & anche un fonema. Se invece la variazione nella pronuncia non porta anche a una modificazione del significato del termine, il suono in questione é solamente un fono e si comporta come un alofoag me ché sostituisce un altro suono pit tradizionale. Eil caso del co be di glottide in inglese (glottal stop), che solo un fono poi i viene usato da dererminati parlanti della zona di Londra come un allofo: FIGURA 3 ‘Trapezio vocalico indicante le posizioni della lingua nell’articolazio- ne dei quattordici monottonghi inglesi Anteriore Centrale Posteriore Chiusa - , i: (meat) (food) © i (me) @ 1\sic) Semichinsa e (ger) © (about)} >: (more) @ \ © 3: (hurt) Scmiaperta | Aperta we (car) (hot)| 7 8 | dell’occlusiva alveolare sorda /t/, come per esempio nella pronuncia del termine bottle [bv1]. Poiché i foni vengono rappresentati graficamente in parentesi qua- dre, mentre i fonemi in parentesi oblique, i linguisti possono fare uso dei medesimi simboli per offrire informazioni riguardo ai dettagli fisici della pronuncia o riguardo ai suoni del linguaggio che creano il significato in una particolare lingua. In inglese tutti i 46 foni sono anche fonemi e quindi saranno d’ora in poi rappresentati tra paren- resi oblique. 12a. La fonotassi Finora ci si focalizzati solo sui suoni singo- Ii, ma il linguaggio é formato da sequenze di suoni. Lo studio delle sequenze di suoni ¢ chiamato fonotassi (phonotaxis) ¢ ogni lingua risponde alle proprie regole fonotattiche, Lallofonia non si verifica solo a causa delle origini sociali e geografi- che dei parlanti che la producono, ma anche a causa della posizione dei suoni nella catena fonetica e delle regole fonctiche che governano tali posizioni. In inglese le varianti pronunciate o mute dell’appros- simante /r/ nella RP non rotica rappresentano un esempio del con- FIGURA 4 , ‘Trapezio vocalico indicante le posizioni della lingua nell’articolazio- ne degli otto dittonghi inglesi 9 v9 (cure) 24 (oy) ° @ av (now) dizionamento ambientale operato dai suoni e sui suoni. Infatti, le re- gole fonorattiche inglesi stabiliscono che /1/ venga pronunciata solo nelle posizioni prevocaliche o intervocaliche e che scompaia, invece, nelle posizioni postvocaliche, con conseguente allungamento della vocale precedente. Altri due esempi che mostrano la fonotassi all’o- pera riguardano, in primo luogo, le consonanti sorde, che nella RP cendono a essere aspirate se seguite da un suono vocalico (ad esempio heey [kis ] / (ki: ] 0 fea [thir] / [tis], in cui entrambi i fonemi /k/ e /t/ hanno due realizzazioni diverse 0 due allofoni, uno con aspirazione altro senza); in secondo luogo, il fonema /1/, che in RP pud avere due principal vasiancs I] chiara (ler), con Hsonanza anterio re, € la [I] scura (dark (I), con risonanza posteriore, a seconda che occorta prima di una vocale, come in Jove, 0 dopo una vocale, come in sal. 1.2.2, I fenomeni fonologici Gli esempi finora analizzati sono colo alcuni fra i molei cambiamenti fonetci che gecortono costane temente nel parlato colloquiale. Quando il discorso si fa pitt aoe meno accurato, i differenti foni che costituiscono le parole ¢ le frasi si adattano ai foni precedenti o seguenti. I linguisti hanno identificato alcuni di questi adattamenti definendoli come aggiustamenti foneti- ci di assimilazione (assimilation), coalescenza (coalescence), elisione (elision), legamento (Jiaison) e riduzione vocalica (reduction), che sa- ranno riportati tra parentesi quadre. A Liassimilazione si verifica quando un fonema cambia il proprio suono a seguito dell’influsso di un suono vicino. Vi sono due tipo- logie di assimilazione: propria o piena (proper), come in horse-shoe pronunciato [*ho:{Ju'] (in cui la fricativa alveolare sorda /s/ di horse diventa la fricativa palato-alveolare sorda /J/ di shoe che segue), ¢ im- propria o parziale (partial), come in thin boy pronunciato [61m'bs!] (dove la nasale alveolare sonora /n/ diventa una nasale bilabiale sono- ra /m/ influenzata dal luogo di articolazione dell’occlusiva bilabiale sonora /b/). L’assimilazione pud essere inoltre regressiva (regressive), quando un suono é influenzato dal suono seguente (ad esempio horse- shoe), ¢ progressiva (progressive) quando un suono é influenzato da un suono precedente (ad esempio read these, pronunciato [ri:d'di:z] in cui la fricativa dentale sorda /8/ di these diventa l’occlusiva alveo- lare sonora /d/ di read che precede). B La coalescenza si verifica quando un fonema si fonde con un al- tro fonema. Ad esempio, l’occlusiva alveolare sorda /t/ seguita dalla palatale /j/ produce l’affricata palato-alveolare sorda /f/ (ad esem- pio what you will, pronunciato [wofu'wil]), cos come I’occlusiva alveolare sonora /d/ seguita dalla palatale /j/ porta all’affricata pa- lato-alveolare sonora /d3/ (ad esempio would you mind, pronunciato [wodgu'mamd]). C Lielisione si verifica quando un fonema si elide, come l’occlusiva alveolare sonora /d/ in me and you, pronunciato [mion'ju]. Tra i pit significativi tipi di elisione nella RP vi sono: « Pelisione di un’occlusiva alveolare sorda /t/ 0 sonora /d/ se preceduta da una fricativa ¢ seguita da una consonante, ad esempio last week, pro- nunciato [la:s'witk]; « Velisione di un’occlusiva alveolare sorda /t/ 0 sonora /d/ se seguiita da un’alera /t/ 0 /d/, ad esempio sit down! pronunciato [st'daun]s « Telisione di un'occlusiva alveolare sorda /t/ nelle abbreviazioni ver- I bali negative, se seguita da un’alera consonante, ad esempio I can’t come, pronunciato (arka:n'kam] D Illegamento él’inserimento di suoni consonantici per facilitare il passaggio da una vocale a un’alera, qualis « |a/r/ di legamento (linking r, cio’ “r d’unione”) che occorre quando una parola che ha i grafemi , 0 terminali & seguita senza pause da una parola che inizia pet vocale, come nella frase that car is mine. In questo caso l’approssimante /t/, che nella RP ~ una varietd non rotica dell’inglese - sarebbe muta, ad esempio /ka:/, viene pronunciata [ka:r] perché si trova in posizione intervocalica: « Ie consonanti epentetiche o intrusive (epenthetic/intrusive), che so- no inserite nella pronuncia sebbene non compaiano a livello grafico: ad esempio I’inserimento della consonante /r/ in drawing (promunciato [dro:rin]), la consonante /j/ in we are (pronunciato [wi;j'a:]), la conso- ante /w/ in you are (pronunciato [ju:wa:]). E La riduzione vocalica € un fenomeno che interessa le parole fanzionali o grammaticali monosillabiche e le sillabe non accen- tate di parole polisillabiche: le vocali anteriori ¢ posteriori sono sostituite da vocali deboli centrali, come la vocale aperta, ante- riore, rilassata, breve /z/ del verbo modale can che, trovandosi in posizione atona, si riduce alla vocale semiaperta/semichiusa, cen- trale, rilassata, breve /o/, creando quindi una distinzione fonetica tra I’uso debole di can in I can come /aiken'kam/ ¢ il suo uso forte in I can! /ar'ken/. 13. Fonologia soprasegmentale La fonologia soprasegmentale, chiamata anche fonologia non seg- mentale 0 prosodia (prosody), & lo studio del linguaggio non verbale ¢ si oppone alla fonologia segmentale, che é lo studio del linguaggio verbale (cfr. PAR. 1.2). Mentre il significato verbale viene trasmesso dalle vocali e dalle consonanti connesse tra loro per formate parole, frasi e periodi, il significato non verbale viene trasmesso mediante CC OO lllt~—tS— il cono, il volume e la velocita della voce. Spesso I’elemento critico nella comunicazione é costituito proprio dal significato non verbale, cosicché cid che importa non é quello che viene detto, ma il modo in cui viene detto. Come sostiene Thorne (1997), studiare la fonologia soprasegmentale significa analizzare le modalita mediante cui i parlanti: © otganizzano gli enunciatiin unita di significato, proprio come la divi- sione in paragraf c la punteggiatura fanno nel linguaggio scritto; ¢ enfatizzano alcune parole rispetto ad alere: « utilizzano diversi schemi di intonazione per trasmettere intenzioni e atteggiamenti diversis « modificano il ritmo, la frequenza acustica (i] tono pitt 0 meno acuto © grave) ¢ il volume per esprimere differenti stati d’animo e livelli di interesse nei confronti di un determinato argomento; @ attirano Pattenzione sui punti-chiave di una frasc, ordinando gli cle- menti della frase in un certo modo e separando le informazioni nuove da quelle gia conosciutes « interagiscono uno con l’alero, segnalando la fine dei turni di parola, attaccando 0 sovrapponendo il proprio turno di parola. | linguisti han- no identificato una serie di caratteristiche distintive che determinano la fonologia soprasegmentale. Esse sono l’intonazione, l'accento e il ritmo. 13a. L'intonazione L’intonazione (intonation) & costituita dalle variazioni della frequenza-base della voce del parlante, che muta co- stantemente salendo o scendendo. In combinazione con le caratteri- stiche segmentali, un cambiamento nell’altezza del suono pud avere tre funzioni: grammaticale, informativa ed emotiva. La funzione grammaticale Un cambiamento di intonazione puo trasmettere una variazione dell’informazione grammaticale, che normalmente sarebbe espressa a livello grafico mediante una modificazione dell’ordine delle parole o della punteggiatura. Il par- lante pud, ad esempio, differenziare un’affermazione, una domanda e un’esclamazione mutando i toni ascendenti e discendenti della propria voce. In inglese, il tono discendente viene usato nelle affer- mazioni, negli imperativi e nelle domande aperte o parziali (wh- questions); il tono ascendente nelle domande polari 0 chiuse (yes/no questions) ¢ nei segmenti non finali degli elenchi (one, two, three...); Je domande a coda (#ag-questions) hanno invece un tono ascenden- te-discendente. La funzione informativa Un cambiamento nell’intonazione pud anche segnalare I’elemento della frase che il parlante considera pitt importante dal punto di vista informativo. Ad esempio, la frase Like listening to music in the evenings pud avere diversi significati a secon- da degli elementi che vengono messi in rilievo dai cambiamenti di intonazione: Llike listening to music in the evenings (in contrapposizione a qualcuno a cui non piace)s ‘like listening to music in she evenings (in conteapposizione a qualcuno a cui piace solo swonare); like listening to music in the evenings (in contrapposizione a qualcuno a cui piace altro); I like listening to music in the evenings (in contrapposizione a un altro momento). La funzione emotiva Questa funzione rappresenta il ruolo pitt evidente dell’ intonazione e permette di esprimere stati d’animo, at- teggiamenti ed emozioni di chi parla, quali sarcasmo, sorpresa, riser- vatezza, impazienza, gioia, rabbia, interesse ¢ molte altre sfumature semantiche fondamentali per la comunicazione verbale. Ad esempio, un tono discendente-ascendente esprime un consenso parziale 0 una risposta data con riserva; un ono ascendente-discendente pud esprimere forte approvazione, disapprovazione o sorpresa; un tono costante, infine, esprime routine, noia o disinteresse, 13.2. L’accento L’accento (stress) si riferisce alla relativa intensita ovolume delle sillabe in una parola (word stress) o all’ interno di unita pitt ampie del discorso verbale (sentence stress). L’accento lessicale Gli elementi lessicali inglesi sono costicuiti da sillabe accencate e non accentate, in cui la differenza é di solito fono- logicamente evidente e semanticamente significativa. LD PET In inglese ci sono quattro tipi di sillabe non accentate, composte dalla vocale semiaperta/semichiusa, centrale, rilassata, breve /o/ come in trader /trerd-0/, dalla vocale anteriore, chiusa, non arroton- data, breve /i/ di many /men-i/, dalla vocale posteriore, chiusa, ar- rotondata, breve /u/ che compone la sillaba non accentata fo /tu/ ¢, infine, dalle consonanti sillabiche (sillabe senza vocali) /I/, come nella parola musical /mju:-z1-kl/, © /n/, come nella parola ridden /rid-n/. Tutte queste sillabe non accentate sono caratterizzate da vo- cali che si sono ridotte a causa delle sillabe accentate che le citcon- dano ¢ che trasmettono le informazioni semantiche. Le sillabe non accentate, infatti, convogliano poche informazioni semantiche ed ¢ per questo motivo che non & necessario che vengano articolate con chiarezza; cid spiega anche perché le parole sincategorematiche (ft PAR. 3.4.1) come a, can, have, into di solito sono costituite da sillabe non accentate, Nelle parole categorematiche (cft. PAR. 3.4.1) vi é, al coneratio, al- meno una sillaba accentata. Le sillabe accentate hanno un volume pitt forte € sono pitt lunghe di quelle non accentate, oltre che ad avere una diversa altezza del suono; la prominenza, ossia il rilievo fonico dato alle sillabe, pud essere primaria 0 secondaria, Come sostengono anche Porcelli e Hotimsky (2001), la posizione dell’ac- cento primario (') nelle parole inglesi di origine germanica é nor- malmente sulla radice della parola, anche nei derivati, ad esempio ‘lovely (per una definizione cfr. PAR, 3.2). Invece, nei derivati di origine greca o latina o nei prestiti pitt recenti l'accento primario tende a spostarsi in seconda posizione, ad esempio photograph che diventa photography, photographic oppure ‘advertise che diventa advertisement. In molti composti (cfr. PAR. 3.4.2) Paccento primario si trova sul primo elemento, mentre quello secondario (,),essendo meno promi- nente, cade sul secondo elemento, sia che si tratti di una parola singo- la, come ‘bed, time o due, come The ‘White House. Tuttavia, l'accento secondario pud ricorrere prima di quello primario nei composti 0 sintagmi nominali (cfr, par. 4.4.1) nel caso in cui il primo elemento descriva un materiale 0 un ingrediente (ad esempio a gold ‘necklace oppure a ,ham sandwich) a eccezione delle espressioni che includo- no le parole cake, juice ¢ water, ad esempio chocolate ,cake, pineapple juice, Still water. La posizione dell’accento primario ¢ secondario dipende da quale elemento & considerato pit prominente dal punto di vista semantico ¢ non pud cambiare a seconda dei parlanti, Infat- ti, la posizione dell’accento primario si sposta da una sillaba all’altra pet segnalare un cambiamento semantico di natura grammaticale 0 lessicale: modificando la posizione dell’accento primario, un sostan- tivo pud diventare un verbo (ad esempio an increase vs to in'crease), oppure due parole autonome diventano un composto lessicalizzato, sostituendo un accento primario con uno secondario (ad esempio can you see that ‘black ‘bird over there? It’s a ‘black,bird!) L’accento sintattico _ Avendo individuato le posizioni degli accen- ti nelle singole parole, i linguisti possono dividere le frasi in unit tonali. Un’unita tonale é un segmento di informazione costituito da una 0 piit sillabe con una serie di toni ascendenti e discendenti in cui si trova una sillaba particolarmente marcata, denominata nucleo o sillaba tonica (rs, tonic syllable) che @ accentatae porta un tono. L’u- nita tonale é solitamente completata da un’anacrusi (PH, pre-head), un pre-nucleo (H, head) ¢ un post-nucleo (T, sail) che circondano la sillaba tonica. Nel seguente esempio (PH) ob / (H) you must be / (ts) right / (T) about that, si pud constatare che il pre-nucleo (H) descrive la sezione frasale dalla prima sillaba accenata fino alla sillaba tonica esclusa, che l’anacrusi (pH) é la porzione di frase compren- dente tutte le sillabe non accentate che precedono la prima sillaba accentata e che il post-nucleo (T) include tutte le sillabe che seguono la sillaba tonic: Cambiando la sillaba tonica é possibile modificare I’ informazione cardine di una frase. Ad esempio, le frasi (pi) I / (H) want to visit the / (18) museum / (T) now e (pu) I/ (H) want to /(rs) visit / (T) the museum now mostrano due diversi modelli accentuali che esprimono anche due significati leggermente distinti: la prima frase si focalizza sul sostantivo museum, mentre la seconda sul verbo visit, Pertanto, se si comprende la natura degli accenti lessicali e sintattici usati nel discorso verbale, é possibile capire anche le intenzioni semantiche del eutarers: I 13.3 Iritmo I sitmo (rhyehm) viene deverminato dall’aleernarsi di schemi sillabici accentati ¢ non accentati. In inglese esso é abba- stanza regolare; cuttavia, i parlanti spesso variano il ritmo del loro di- scorso a seconda degli interlocutori, degli scopi e del contesto in cui si trovano. Un discorso formale pud richiedere uno schema ritmico molto regolare ¢ consapevole; una situazione in cui il parlante non é a proprio agio pud portare a un eloquio esitante e aritmico; una con- versazione informale si colloca fra le due tipologie ritmiche citate. I ritmo é governato da tre fattori principali: la scansione isocrona, Vinformativied e la funzione grammaticale, Lascansione isocrona Questo fattore é responsabile della promi- nenza data aunasillaba debole quando le sillabe salienti pits prossime sono lontane tra loro, Nella frase HOPEjilly WE will work IT out with YOU vengono accentate delle parole (i pronomi we, it ¢ you) che normalmente risulterebbero senza acento; il parlante desidera mantenere un ritmo isocrono posizionando gli accenti a distanze uguali, nonostante la salienza data a parole funzionali di scarsa im- portanza. L’informativita Il ritmo di una frase dipende dalle informazioni che il parlante intende trasmettere. Alternando l’accento e l’intona- zione per sottolineare il tema (I’informazione data) ¢ il rema (I'in- formazione nuova) all’ interno di una frase, anche il ritmo cambiera. Ad esempio, nelle frasi We LIVE in LONdon e WE LIVE in LON- don, la prima risponde alla domanda Where do you live? mentre la seconda a Who lives in London? Lafunzione grammaticale Un cambiamento nel ritmo pud anche essere il risultato di un cambiamento grammaticale. Per distingue- ze tra significato epistemico e deontico di alcuni verbi modali (per una definizione di epistemico e deontico cfr. PAR. 5.2.5), i parlanti di solito modificano gli schemi accentuali ¢ tonali. Ad esempio, nelle frasi You MUST work HARDer o Jane MAY CERTAIN HELP her MOTHer é la funzione deontica a essere evidenziata accentando i verbi modali may ¢ must; nella frase You must be TIRED 0 Jane may be LATE, invece, i verbi modali non accentati hanno una funzione epistemica. Altre caratteristiche Altre duc carattcristiche che possono influ- ire sul ritmo del parlato (inglese, in questo caso) sono la velocita e le pause. La velocia con cui si pronunciano le frasi é direttamente col- legata al significato e alla relazione del parlante con I’argomento. Un aumento di velocita pud indicare eccitazione, emozione o aspettati- ya; una diminuzione pud invece denotare un cambiamento d’umore oppure una qualche enfasi drammatica. Le pause sono ammesse, sebbene interruzioni particolarmente lun- ghe possano risultare imbarazzanti. La frequenza delle loro caden- ze indica che il ritmo del linguaggio parlato é irregolare. A seconda della durata, inoltre, una pausa pud anche indicare la fine, a livello grammaticale, di una frase oppure una certa esitazione da parte del parlante. Si usano spesso anche altri tipi di pause - caratteristiche distintive del discorso spontaneo - quali esitazioni silenziose o inter- calazioni quali 7 er, che indicano un processo di ricerca della parola pitt adatca al contesto. 1.4. Italiano ¢ inglese a confronto Nell’ambito della linguistica sincronica, la fonetica ¢ la fonologia sono forse tra gli aspetti in cui si rivelano maggiormente le differen- ze pitt significative ed evidenti tra la lingua inglese ¢ quella italiana. L'inglese ha 24. consonanti e 22-vocali, mentre I italiano ne ha rispet- tivamente 23 € 7. Si pud affermare che la tipologia ¢ l’articolazione delle consonanti in inglese ¢ italiano sia quasi la stessa, se non per la diversa articolazione delle occlusive /d/ ¢ /t/, delle spiranti /s/ e /z/, della nasale /n/, dell’approssimante /r/ ¢ della laterale /1/, che in ita- liano sono tutte apico-dentali mentre in inglese sono apico-alycolari, e della nasale /1)/, che in italiano é palatale mentre in inglese ¢ dorso- velare, nonché per l’assenza in italiano delle spiranti /6/, /3/, /3/ € /h/. Le vocali, invece, sono alquanto diverse nelle due lingue, sia per numero (7 in italiano: /a, €, ¢, i, 9, 0, u/; 14 in inglese, cfr. PAR. 1.1.2) sia per articolazione. II sistema fonologico inglese risulta pertanto pitt complesso di quello italiano; & composto, infatti, da un maggior numero di fonemi, che spesso producono serie di parole che si diffe- renziano per un solo suono, come evidenziano le pronunce di sheep /fi:p/, ship /Sip/, shop [fop/, sharp /Sa:p /. Inolere, a conferma del fatto che ogni lingua risponde alle proprie regole fonotattiche, si pud notare che anche la fonotassi italiana & molto diversa da quella inglese, a cominciare dalla combinazio- ne di suoni che compongono la sillaba. Come in effetti sostengo- no Porcelli ¢ Hotimsky (2001), in italiano la sillaba pitt frequente € composta da consonante (C) + vocale (V) (ad esempio bra-va), mentre in inglese la pid frequente & consonante + vocale + conso- nante (ad esempio sell, feed, king-dom). Vi &, comunque, una serie di sillabe che possono esistere in entrambe le lingue, composte da: V (ad esempio it. a; ing, 1), CV (it. tu; ing. do), VC (it. ih ing. egg), CVC (it. cons ing. dog), CCV (it. tre; ing. three), CCVC (it. tren/ ta; ing. flat), CCCV (it. stra/no; ing. straw), CCCVC (ir. strap/ po; ing. scream). In italiano non esistono, invece, le seguenti sillabe che finiscono in pid di un suono consonantico: VCC (ad esempio and, ink), CVCC (post, band), CCVCC (stand, craft), CCVCCC (glimpse), CCCVCC (strand, strength). Oltre a cid, occorre puntua- lizzare che in italiano un suono consonantico che si trova tra due suoni vocalici fa parte della sillaba che segue (ad esempio e-le-gia); in inglese, al contrario, la consonante fa parte della prima sillaba (ad esempio el-e-gy). Ci sono anche discrepanze tra i gruppi consonantici delle due lin- gue. Innanzitutto, i seguenti gruppi esistono solo in inglese: three: thwart, shrub; inoltre, all’interno degli stessi gruppi consonantici le consonanti vengono pronunciate in modo diverso, come la pronun- cia della fricativa sorda /s/ nei gruppi /sl/, /sm/, /sn/, che in italiano si sonorizza diventando /z/, influenzata dalle nasali ¢ laterali sono- re che la seguono, ¢ in inglese rimane invece invariata (ad esempio nella pronuncia della parola inglese smoking, che in italiano diventa /zmok-/), Infine, anche nell’ambito della fonologia soprasegmentale vi sono alcune differenze fra le due lingue. A parte qualche diversi- ti nell’inconazione — in particolare delle domande aperte, che in inglese sono pronunciate con tono discendente ¢ in italiano con tono ascendente — la maggiore divergenza fra le due lingue risiede nell’accento. II ritmo della lingua inglese é dato dall’alternanza fra sillabe accentate (toniche) ¢ sillabe non accentate (atone); nella lingua italiana, invece, esso risulta dalla scansione delle sillabe che, a differenza di quelle inglesi, vengono tutte pronunciate. Per di pit, al contrario dell’ inglese, la posizione dell’accento primario in italiano & molto meno stabile e ha dunque un ruolo maggiormen- te fonetico, poiché distingue il significato di parole che altrimenti sarebbero uguali (ad esempio ancora vs ancora, o balia vs balia o sdadine we tendine). Esercizi 1. Descrivete i seguenti suoni consonantici tenendo conto della po- sizione delle corde yocali, del luogo dell’articolazione e del modo di articolazione: i) /of vi) /tf ii) /n/ vii) /b/ iii) /o/ viii) /w/ iv} /sf ix) if v) /3/ At Per ogni parola, individuate il suono vocalic could: i) /o/s i) /u:/s ii) /a0/ i) Af; ii) /3:/; iti) fof i) fau/s i) /v/s iii) /o:/ i) Mrafs i) /ea/s iii) fir cot: i) fa:/s ti) /o/s iii) /av/ find: i) /a/s ii) /av/s ii) /is/ sound: i) /au/s ii) /au/s iii) /u:/ smash: i) /e/: ii) /0:/s ii) /we/ cool: i) /o/s:i) /u:/; iii) /nv/ lobes: 1) /o:/; 11) fso/ 1H) fons sir: tal fair: 3. Completate, ove possibile, le seguenti griglie in modo da formare delle serie minime di parole: Ted 7al Tes/ 1 7 7 chat oat ue i coke it coo I gore iy Tal 73 Ml Sue ee “e seen peas 7 7 e as “ = sink om i 7 it seizure Mt Wi fff fof Joi 7 brief Zi i vowel if “ 7 deaf won i I wan 77 these Hf - Ruth 7 fa:/ dat fol carps _ cops daca hor pore Ter Tel Tal 7 = on did man 7 neat nan _ sa 5: pit ten fei Jav/ foal feaf ie cured may i wo sow “ 14. Decodificate le seguenti parole o frasi e individuace l'aggiusca- mento fonologico coinvolto distinguendo fra assimilazione, coale- scenza, eisione, legamento o riduzione vocalica: i) /wwogfu'did/ ii) /indn/ iit) /goffrend/ iv) /drar'dioravit/ v) /maf poeitouz/ 5, Aseconda dell’intonazione I thought you'd like it pud avere diver- si significati. Individuate quali parole vengono messe in rilievo per esprimerc i due significati: Ithoughe you'd like it Ithought you'd like ie! (and I'm surprised you don't) {and L was right) o AL a Al JB thought D Bthoughe a G.you'd 3 Cyou'd A Dilike a Dilike o Bir a Ejit 6, Inserite l’accento primario nelle seguenti parole: ro analyse an advertisement areport a certificate Inverness a mobile a teenager an essay they object Portsmouth 7. Inserite gli accenti primario ¢ secondario nei seguenti composti € sintagmi nominali: Paper plates Christmas tree Beauty contest Last week Orange jutice 2. Ortografia I termine ortografia (orthography) significa letteralmente “scritcura corretta” (dal greco orthds, “corretto’, e graphds, “scrittore”) e com- prende essenzialmente due filoni: da una parte lo studio delle lette- re e di come vengono urilizzate per rappresentare i suoni e formare le parole di un determinato sistema linguistico; dall’altra il sistema ortografico cortetto o accettato di una lingua, secondo una serie di conyenzioni normative. 2.1, I] sistema ortografico Il primo filone di studi fa riferimento in senso stretto al sistema or- tografico di una lingua, si focalizza sul riconoscimento della forma delle lettere ¢ dei suoni associati a tali lettere, ma anche sulla pun- teggiacura, sulla calligrafia e sui caratteri tipografici, caratteristiche relative alla redazione grafica, che sono importanti per il significato e per l’interpretazione di qualunque testo. Le proprieta linguistiche di qualsiasi sistema ortografico possono essere studiate da due punti di vista diversi, similmente alla distinzione operata nel linguaggio ver- bale tra fonetica e fonologia. In analogia alla fonologia, la grafematica studia i contrasti linguistici espressi dal sistema ortografico, Essa riconosce la nozione di grafema e studia come differenti grafemi modifichino il significato di parole ¢ frasi. Infatti, un grafema (grapheme) & definito come la pit picco- la unita di un sistema alfabetico portatrice di significato. Allo stesso modo del fonema nel linguaggio verbale, il grafema nella scrittura pud variare il significato di una parola o espressione e viene riportato all'interno di parentesi uncinate <>. In inglese, ad esempio, e sono due grafemi perché permettono di distinguere mat e cat. Anche il punto <.> e il punto di domanda sono due etafem). yoiché forniscono due diverse interpretazioni dea frase He is here besia come affermazione (He is here.) 0 domanda (He is here?). Per- tanto, i grafemi sono unitd astratte che possono apparire sotto una vyariets di forme, ognuna delle quali viene definita segno grafico, 0 graph in inglese. Il grafema , ad esempio, pud essere espresso con | segni grafici , a seconda della calligrafia ¢ tipologia dei caratteri di chi scrive o stampa il testo. 2.2. Le difficolta del sistema ortografico inglese Come altri sistemi ortografici curopei, la lingua inglese é formata da un insieme di grafemi, dalle loro forme varianti (ad esempio maiu- scole, minuscole) ¢ da una serie di segni di interpunzione. Tuttavia, il modo in cui le 26 lettere dell’alfabeto inglese si combinano tra di loro é stato per lungo tempo oggetto di discussione. Si é sempre pen- sato che lo spelling inglese fosse difficile e incerto, a causa delle evi- denti discrepanze tra suono e grafia. Lo scollamento tra grafia e suono, in effetti, si verifica nella rappre- sentazione sia delle vocali sia delle consonanti: ad esempio, il grafema pud rappresentare i suoni /z/ (fashion, narrow, sat), /a:/ (ask, bath, pass), [ol (quantity, swallow, watch), /9:/ (ball, warm, water), Jet (database, lady, table), /e/ (any, ate, many) ¢ infine fol (about, chocolate, vegetable); il grafema pud rappresentare i suoni /k/ (basic, copy, ery), I'§/ (cello, cellist), /s/ (centre, city, pronunciation), /S/ (appreciate, ocean, precious), oppure pud anche essere muto (Connec- ticut, indict, indictment). 7 Una delle conseguenze della versatilita dello spelling inglese ¢ il nu- mero importante di omografi (homographs), ossia parole con grafia uguale e pronuncia diversa, ad esempio bow (inchino), baw (Fiocco); close (vicino), close (chiudere); minute (piccolo), minute (minuto): object (obiettare), object (oggetto). Un’altra conseguenza ¢ rappre- sentata dagli omofoni prodotti (homophones), ossia parole che hanno la seessa pronuncia ma grafia diversa, ad esempio ad, adds air, heir allowed, aloud; bail, bale; ceiling, sealing; caught, courts peace, piece; loke. vole. ee con. S14; ee Da tutto cid si ricava |’impressione generale che in inglese non ci sia- no regole che governino la combinazione delle lettere per creare pa- role ¢ trasmettere significati, Bill Bryson (1990) riporta l’esempio del gruppo di lettere , che pud essere pronunciato in otto modi diversi: shrough, though, thought, tough, plough, thorough, hiccough e Jough (come lo scozzese loch). 2.3. Le regolarita dello spelling inglese Non ¢ corretto affermare che lo spelling inglese sia totalmente irre- golare, opinione che persino alcuni parlanti nativi sembrano avere. Osservando il sistema ortografico inglese con maggiore attenzione, infatti, ci si accorge di alcune costanti che possono essere individuate, apptese e riprodotte. 23.1. Alcune costanti ortografiche Il linguista David Crystal (1990) sottolinea il concetto della regolarita dello spelling inglese, offrendo ai lettori alcuni suggerimenti relativi allo spelling nei casi di aggiunta di suffissi alle parole, basandosi principalmente sulla distin- zione tra vocali lunghe e brevi: # in un verbo in cui viene aggiunto un suffisso, di solito una consonan- te che segue una vocale breve viene rappresentata da un digramma, ad esempio hopping; al contratio, se la vocale é lunga, la consonante viene espressa da un solo grafema, ad esempio hoping: cid si verifica anche per altre classi di parole oltre ai verbi, ad esempio dinner vs diner; bister vs biter; wactavia, se un verbo termina con una consonante doppia, la man- tiene anche se vié una vocale lunga, ad esempio purr/purring, err/erring, * in un parola disillabica, una consonante finale in sillaba accentata viene raddoppiata quando si aggiunge un suffisso, ad esempio ac’ cur occurred occurring invece di ‘enter = entered/entering, iverbi con una vocale breve rappresentata da un digramma non rad- doppiano la consonante quando viene aggiunto un suffisso, ad esempio dreadl dreading, * iverbi terminanti in , , e talvolta in

raddoppiano sempre la consonante quando viene aggiunto un suffisso, ad esempio cancelled! cancelling, programmed| programming, humbugged/bumbug- ging, kidnapped/kidnapping; cid non si verifica nella varietA americana dell’ inglese (ad esempio canceling, programing), né si verifica sempre nei verbi che terminano in , dove entrambe le forme sono ammesse (ad esempio focusing focussing, biasing/biassing)s « iverbi che terminano con una vocale seguita da <> raddoppiano la ~ che diventa ~ quando viene aggiunto un suffisso, ad esem- pio panic/ panicked. 2.3.2. Le corrispondenze tra fonema e grafema Al fine di met- tere di nuovo in evidenza il fatto che lo spelling inglese non é com- pletamente irregolare, seguiranno tre tabelle che riassumono alcune corrispondenze regolari tra suono e grafia nell’inglese standard. La tabella 1 si concentra, a partire dal fonema, sulla realizzazione grafica dei suoni consonantici occlusivi, affricati, fricativi, nasali, laterali e approssimanti; le tabelle 2 e 3, invece, rappresentano rispettivamente le realizzazioni grafiche delle vocali semplici e dei dittonghi. Ciascu- na tabella é supportata da esempi che evidenziano gli schemi ricor- renti ma che, laddove necessario, includono le eccezioni del caso, segnalate da un punto esclamativo. 2.4. Italiano e inglese a confronto Analizzando la fonologia e l’ortografia della lingua inglese @ evi- dente che non ci sia una corrispondenza biunivoca tra suoni ¢ lettere, In italiano, invece, questa corrispondenza ¢ pitt facile da riscontrare. Infarci, in italiano tutte le lettere sono pronunciate in modo distinto, anche le geminate (le lettere doppic); in inglese, in- vece, oltre al problema delle diverse possibili realizzazioni grafiche di ogni singolo suono gia analizzate, non vi é distinzione fonetica tra una consonante geminata e una consonante singola, ad esempio tapper vs taper (I’unica diversitd tra le due parole risiede nella pro- nuncia del grafema ); inoltre, molte lettere non sono neppure pronunciate, come la in fine di parola (ad esempio come), la glee sepvitasdallazenss (ad! esempio: know, kee), la Pipe. op: happy, poppy. i Gap, gris logs goggles ghetto, ghost, "In posizione iniziale prima di un’al- ! cupboard! empry, raspberty', re- “ Questo grafema si rova con questa ! benign’, design’, foreign’, gnae, tra consonante in parole di origin ceipe pronuncia solamente in posizione gnome, malign’, reign’, resign, sign’ greca il grafema ¢ muto (ad esempio ' Anche in queste parole il grafema & Iniziale; invece quando é seguito da hiccough': vague, guinea. pneumonia, psalm, psalter, pseudo, muito, uuna consonante é solitamente muto In queste parole grafemaé muto: pseudonym, psyche, psychiatry, pry. (ad esempio, daughter, neighbour, *in questa parolail grafema é pronun- chology, prolomy). ° thought); mentte in posizione finale ciato /p/ ° si pronuncia /f/ (ad esempio, Laugh, fo cbybb> Bar, dubs babble, bobby. trough) oppure ® muto (ad esempio, plough, rhorough, weigh). Heed dhe. If hair, couchs nature, pictice, "La & spesso muta in posizione f- nale se seguela e precede la . * Questo grafemacon questa pronuncia.! sandwich promunciato /¢/ ; sitrova pitt frequentemence in posizio- At Soft, reas litle, shuster. Pichi ae aaa , + questo grafema si trova in parole di { actual’ architecture’, nafure’, pic- origine romanza seguite dal grafema tare’, situate’; connection’, nation*, (si veda il fonema /t/). scarion‘; castle, often? — “In gueste parole il grafema si pronun- Ms/ Jaw, major; bridge, fridge; gem, gin, cath : vagy Seniggerate, Suge. Sn quest parole grafema s pronun- * Quest geafemt si pronunciano /dy/¢ can non /g/ perché sono seguiti da vocali Haaerave pected patie anterior! solitamente rappresencate dai in queste parole il grafema & mato. ee ‘di Day, dad; cuddle, odd; loved, spotted, i Face, sft: bluff toffee: laugh, toughs graph telephone, 'Si pronuncia /d/ dopo ifonemi /d/¢ | Wednesday’ sandvich’. *Solitamenteil grafema con quesca pro- ‘Ad (headed, started), invece si pronun- *In queste parole la é muta, mminciasrova in fine di parola; cia / dopo le consonanti sorde /p/, * solitamente nelle parole di origine At, 16/141, 18/, /s1, If (ad esempio, greca. stopped, liked, hatched, coughed, bathed, mised. rushed) NI euw> Vegerabley skiovy. Ie <<, ky ck’ ch, qu’, equ’> Cat, cor; accommodate, occupation; tof fi : z c ng, make: acknowledge, soot: J8/ 0/6) Think, south; mouths, northern. 'Solitamente in fine di sillaba; “in posizionc iniziale solo nelle parole di origine greca; *solitamente usato nella parole di ori- gine romanza. Christ, schools cheque, picturesque: acguite,lacquet. ! indice, y centtic. “Tl graferaé muto; *il grafema si pronuuncia /ks/. ache’ accept’, accident, ec- * Solitamente pronunciato /0/ in posi- ione iniziale o finale; /6/ in posizione centrale. author’, method; Thomas’, Thames’, thyme. “In queste parole il grafemaé pronun- ciato /0/; *in queste parole il grafema é pronun- ciato /t/, ee TABELLA 1 (segue) FONEMA GRAFEMA dst tid ff hf /m/ <5, 8,08, "Si pronuncia /tz/ dopo i fonemi /s/ faces), /2/ (James's), 111 (lashes), // arages), /G] (matches), 1¢3/ (George's); differenzia in pronuncia dal fonemma /k/ peeché seguito da vocali anterior! solitamente rappresentate dai grafemi <2, 22,8°> ? Solitamente pronunciato cost in am- biente sonoro; si veda il fonema /s/ per tuna gamma pili estesa di esempi simili «sh, sss che " Solitamente in parole di origine ro- manza <> * Si trova in ambiente sonoro in parole di origine romanza. ’Solamente in posizione finale, "In posizione finale preceduta dalla @ solitamente muto (ad esempio, at ‘un, column, condemn, pon, solemn). ESEMPI Bave, sense; fusy, moss hates likes; cease, city, cycle. ! aisle’, debris, Grosvenor’, Lllinois', island’, isle, précie, viscount’: clumyy*, desert, husband’, observer, rosee, use’, wisdom’ “Incurtequeste parole origin fan cese il grafema é muto; * in tutte queste parole il grafema si pronuncia /2/. Seize, zoom; buzz, dazele; fowers, boys. Fish, ship; sugar, sure: mission, pressures champagne, machine; navion, station In conscience e conscientious il grafema ¢ pronunciato //, mentre in scenario, sciatica, science, scissors & pronunciaco /s/, Pleasure, vision, ! Garage. Hair, behave; whole, whose, ! Heit, honour, houc, honest, rhap- sody, thetoric, rhematism, rhyme, rhythm, shepherd, Thames! “In queste parole il graferna é muto. ‘Man, mum; communicate, tummy; lamb, succomb, Hn mnemonicil grafema muro Name, fur; sunny, uncanny; knight, aio. TABELLA 1 (segue) FONEMA GRAFEMA dai Mt def iil dw/ eng, nks ne nx, q>

  • ‘Tucei questi grafemi si pronunciano so: lamente se seguc una vocale, alerimenti sono muti * Solamente in posizione iniziale in pa- role di origine greca; = solamente in posizione finale in paro- lediorigine greca <> In posizione finale si pronuncia solitamente /i/ (ad esempio dirty, happy, only). Per il fono |ju:] si veda /u:/ in tabella 2. * Questo grafema & normalmente muto davanti alla (ad esempio, wrath, wreath, wreck, wren, wriggle) « anche nelle seguenti parole: answer, Gre- enwich sword, two, Warwickshire. ESEMPI ‘Anger, hang: sink, thanks; uncle: anxious, anxiety; conquer, conguest. ! danger, ginger’ + Ingueste parole il grafema si pronun- cia /e3/. Lay, loss, feel, tool; vill, valley. ! calf /-ves, calm, could’, Folk’, halff- ves', palm', psalm, salmon’, should’, cal: walk’, would In tusce queste parole ill geafera & mut, Ring; marry; rhyme; cattarrb, myrr, Yer, yellow. thallelujah. Want, willow; when, while. tone, once; who', whole’, whore’, whose! In tutte queste parole il grafema & pronunciato /h/ (3i veda il fonema ibd). dalla (tight, delight, fought), la prima della (write, wrought) 0 dopo la (answer, sword) e la

    prima della (psyche, psychology). Er” TABELLA 2 Le realizzazioni grafiche delle vocali semplici MONOTTONGO GRAFEMA ESEMPI TABELLA 2 (segue) MONOTTONGO. GRAFEMA ESEMP fis lef fel Ia fa:/ fot s * soprattutto nei prestiti recenti dal francese, + + + + <0, a> Sopraccueto dopo il fonema /w/, Degree, street; even, complete, theme; clean, leak; niece, piece: conceit, receipt; machine, police, 1 key: people; quay. Fitting, limit; myth, synonym; build, biscuit 1 England, English; coffee, toffee: foreign, sovereign; sieve: women: busy, bussiness. Berry, chess; bread, death; jeop- ardy, Geoffrey. ! any, ate, many, Thames; again, said; says; friends bury, bral bag, cat, man. ! plait, salmon, Cut, fun; come, soni couple, southern, ! blood, flood. An, barn; class, ask, grasp, past, staff; draft, paragcaph, glance, plant bath, path; calf half calves, halves; calm, palm | answer, branch, command, de- mand, example; aunt, dranghe, laughter; heart; clerk, Derby, Hereford, sergeant. Coffee, hot; quantity, swallow, was, wash, watch. ! because, sausages cough, longh, trough; knowledge. pot fs:l fol ful <00, ou, u', u-consonante-c', uc’, ui’, eu', ew'> * Solitamente questi grafemi han- no questa pronunciasolose seguo- no ifonemi /t/,/s/, /S/, 61 ¢ /45/, altsimenti rappresentano I'allofo- no [ju] (ad esempio, fre, mu sic; tune; cue, dues nuisance; fewd, neuter; dew, news). Divorce, morning; before, core; court, pour; board, oar, bought, foughe; claw, saw; cause, daugh- ter; bald, chalks warn, quartz. Idoor, floor, poors abroad; deatvers sword; water; assure; Sean. Mercy, refer; disturb, urn; bird, myrtle; earn, learnin, word, worthy. ! courteous, journal, journey. Butcher, put, sugar; brook, good, understood, ! courier, could, should, wosld; bosom, woman, wolf; Worcester. Food, loose; group, wounds super: June, rude; tenes cruise, juice; crew, Jew. 1 comb, wombs lose, move, prove; do, tos two; shoes quewes beaucy. Nonostante i problemi oggettivi che l’ortografia inglese causa ¢ ha causato agli studenti di madelingua inglese e non, non si mai riusciti a riformare il suo sistema ortografico. Uno dei mag- giori ostacoli che hanno impedito il successo di una riforma del- lo spelling @ stata la mancanza di un accordo universale in favore di un sistema ortografico piuttosto che un altro, Nel corso degli anni sono state avanzate numerose proposte che variano dall’uso di nuovi simboli alla combinazione particolare delle solite lette- TABELLA 3 Le realizzazioni grafiche dei dittonghi DITTONGO ——GRAFEMA ESEMPI led may; eight, veil; grey, they: baller, bou- guet. "Nei prestti dal francese. tbreak, great, steak; gaol: gauge, Jat xy, supply: dye, good-bye; die, pie. ! hefghe, sleighe: buey, guys island, isle, vise count; climbs indice; aisles eye foul Appoint, choices bay, ayster. ! buay, buoyancy. Jeo! House, pound; cows now ! bough, drought, plough. foot <0, o-consonante-e, oa, oc, Go, sold; home, nose; boat, soap; foe, tae; ou, ow, eau> mould, shoulder; slow, rainbow, beat, burear. ! folk, yolk; seve; dough; brooch, fal < eer, ear, ier, ere, er + v0- Beer, engineers clear, dear; fierce, pier: cale'> here, sincere; period, serious, quer, cer~ zal, hero, sierum. "La vocale che segue é fre- quentemente pronunciata !weird; theory; idea, real, theatre, weary; Md. museum. feat Care, declare; various; air, fair; bear, swear, aery, aerial. { mayor, prayer; heiress, their, there, where. Joaf Plural, curals sures gourd, tours moor", * Questi grafemi rappresen- tano anche gl allofoni [joa] « [ivi] (ad esempio, curious, during, security; cure, pure) poor’. " Per queste parole ¢ possible sia la pro- nuncia /va/ sia la pronuncia /a:/ (cf TAB, 2). re, ma nessun sistema si é mai imposto, perlomeno in Inghilterra. fn America, la situazione é diversa; gid alla fine del Settecento, le asserzioni del lessicografo Noah Webster, secondo cui lo spelling inglese era troppo complicato, portarono ad alcuni cambiamenti ortografici che caratterizzano a tutt’oggi lo standard inglese ame- ricano, quali <-or> invece dell’inglese britannico <—-our> (ad esempio color vs colour) oppure <-er> invece di <—re> (ad esem- pio theater vs theatre). Tuttavia, se tale riforma non ha avuto successo in Inghilterra & so- pratcucto perché i linguisti hanno potuto rilevare aspetti regolari anche nelle irregolaricd dello spelling. Cosi, nella storia della lingua inglese le irregolarita ortografiche si rivelano regolari e diventano, seppur in maniera meno percettibile che in italiano, costanti orto- grafiche. Esercizi 1. Scegliete la trascrizione ortografica corrispondente a quella fone- mica dara, aggiungendo omofoni ove possibile: Jksnl/ Poreik/ fnatt/ foraut/ Sheari/ i) Kennel i) Brick i) Nighe i) Breech i) Harry ii) Colonel ii) Broke ii) Knit ii) Break ii) Hairy iii) Channel iii) Break iii) Gnat iii) Broach iii) Hurry 2. Per ognuno dei seguenti omografi fornite le due trascrizioni fo- nemiche: i) close ii) lead iii) row iv) tear v) wind 3. Completate la tabella inserendo i nomi dei giorni, dei mesi e delle stagioni in base alla pronuncia della loro vocale tonica: tal fas fel faf farf fe fail feat fo:f At aul 3. Morfologia ¢ lessico U cermine morfologia (morphology) deriva dal greco morphé (forma, structura) € /égos (studio) e indica lo studio della struttura e della for- ma delle parole o morfemi. II morfema (morpheme) é la pitt piccola unica di parola dotata di un significato o di una funzione grammati- cale. L'insieme dei morfemi costituisce il lessico di una lingua. I morfemi sono di due tipi, liberi o legati. Quelli liberi (free) sono parole che possono stare isolate e hanno un significato, come bay (s0- stantivo), happy (aggettivo), ru (verbo); i morfemi legati (bound), invece, non possono stare isolati perché non hanno un significato auconomo, ad esempio -/y, un-, dis-, -ship. Questi ultimi sono anche chiamati affissi (affixes) e si dividono in prefissi (prefixes), quando sono posizionati all’inizio di morfemi liberi (ad esempio unkind, dis- like), suffissi (suffixes), quando sono posizionati alla fine di morfemi liberi (ad esempio kindness, friendship), e infissi (infixes), posizionati al centro. Nella lingua inglese, a differenza dei prefissi ¢ dei suffissi, solitamente gli infissi non servono a produrre nuove parole ma a dare enfasi a parole gia esistenti. Cid avviene con I’inserimento di alcune parole tabii come bloody, frigging, fucking, goddamn, ad esempio fan- bloody-tastic. Possono inolere occorrere termini con affissi multipli, ad esempio wn-like-li-hood. Risulta pertanto che di solito le parole sono formate da una base a cui si aggiungono degli affissi. Quando queste basi non sono divisibi- li, come nel caso del termine kind nella parola kindness, cali morfemi vengono definiti radici ¢ sono quasi sempre libere, E anche possibi- le avere radici legate: summative, ad esempio, ¢ formato dalla radice legata stemma, derivante dal morfema libero summary, a cui & stato unito il suffisso -ative. Queste sono radici perché rappresentano un morfema libero a cui é stato attaccato un affisso; tuttavia sono legate perché, essendo private del loro affisso, non sono complete e come tali non hanno significato. I morfemj leeari comm eart meinpimal. _ q | mente per modificare la forma delle parole o per creare nuove paro- Je, Queste funzioni corrispondono alle due maggiori branche della morfologia: la morfologia flessiva (inflectional morphology) ¢ quella detivazionale (derivational morphology). 3.1. Morfologia flessiva La morfologia flessiva si occupa del modo in cui le parole si flettono, ossia mutano, variano, cd é lo studio della funzione grammaticale dei morfemi. In genere, i verbi si possono flettere a seconda del modo, del tempo, della persona e del numero; i sostantivi gli aggettivi a seconda del numero e del genere. La lingua inglese attua i processi Aessivi con l'aggiunta di un numero limitato di morfemi per indicare le informazioni grammaticali riguardanti il plurale, la terza persona singolare, il passato e il presente. » Il morfema -s viene usato per indicate: 1. il plurale dei sostantivi, ad esempio cat (morfema libero) +s (morfema legato) = cats (termine fles- $0); 2. [a Forma possessiva dei soscantivi, ad esempio girl + ’s = the girl’s jumper; 3a terza persona singolare dei verbi al presente, ad esempio run +5= he/she runs, + Il morfema -ed viene usato per indicare il passato dei verbi regolari (ad esempio walk + ed = I walked) cil participio passato dei verbi rego- lari (ad esempio talk + ed = have talked). + Umorfema -ing viene usato per indicare il participio presence dei ver- bi, ad esempio go + ing = Iam going. + Imorfema er viene usato per indicare i comparativi degli aggettivi ¢ degli avverbi monosillabici, ad esempio fast + er = Iam faster than you, + Tl morfema -est viene usato per indicate il superlativo degli aggettivi ¢ degli avverbi monosillabici, ad esempio fast + est = he isthe fastest, 3.2. Morfologia derivazionale La morfologia derivazionale si occupa del modo in cui i morfe- mi legati (prefissi e suffissi) concorrono alla formazione di nuove parole. jast Iprefissi I prefissi sono morfemi legati collocati davanti alla base di una parola. Quando vengono attaccati ai morfemi liberi, tali prefissiesprimono determinati significati, quali negazione: dis- (disobey), in- (intolerant), non- (non-existent), un- (unfaithful); © opposizione: de- (decentnalize), dis- (disconnect), un- (untie)s « privazione: a- (amoral), de- (defrost), dis- (dishearten), un (unmask); « denigtazione: mal- (malfunction), mis- (misfire), pseudo- (pseudo- intellectual); « dimensione o grado: arch- (archenemy), co bite), mini- (miniskirt); ¢ diezione: anti- (anticlockwise), auto- (autobiography), contra (contra- flow); © posizione e distanza: extra- (extraordinary), inter- (interplay), tele- (telephone); @ tempo. ordine: e ian), ve- (rewind); « numero: bi- (bicycle), di- (disyllabic), mono- (monorail), semi (semide- tached), uni-{unilateral). cohabit), mega- (mega- (ex-husband), fore- (foreshadow), post (postmerid- Occorre osservare che i prefissi modificano il significaro di una paro- Ja, ma non ne cambiano quasi mai la classe grammaticale (ossia i so- stantivi rimangono sostantivi, i verbi rimangono verbi), ad esempio tension (sostantivo) diventa hypertension (sostantivo); to style (verbo) diventa zo restyle (verbo). I pochi prefissi che portano a una conver- sione grammaticale sono: @ a-che pud convertire un verbo in aggettivo, ad esempio 0 stride che diventa astride, oppure to board che diventa aboar © be- o en- che possono convertire un sostantivo in verbo, ad esempio Friend che diventa to befriend, flame che diventa to enflame. 3.2.2. [suffissi I suffissi sono morfemi legati che vengono aggiun- ti alla fine di una base; di solito modificano la classe grammaticale del morfema a cui vengono aggiunti, ad esempio exploit (verbo) + -ation = exploitation (sostantivo). I suffissi possono essere classificati —_— a seconda della loro funzione di nominalizzazione, verbalizzazione, aggettivalizzazione o avverbializzazione. A Sostantivi concreti animati derivati d # una base nominale: -arian (historian), -eer (engine ess), -ette (usherette), -ite Labourite), ster (gangster); @ una base verbale: «ant (informant), -ee (emplayee),-er/-or (rider, actor); ¢ una base aggettivale: -ie/-y (brownie, fatty), -ist (nationalist), -ling (weakling). ),-e58 (shepherd B Sostantivi concreti inanimati derivati da: # una base nominale: ~ade (orangeade), -ette (kitchenette), -iana (Vie- toriana), -ing (towelling),-let (booklet), -y (stationery); # una base verbale:-ant/ent (consultant, emergent), ing (saving). C Sostantivi astratti derivati da: # una base nominale: -dom (kingdom), -hood (motherhood), «ism (Cal- vinism, expressionism; -ship (friendship): # una base verbale: ~al (denial), -ance/-ence (assurance, dependence), -ation (temptation), ion (assertion), -ment (establishment), -ure failure); + una base aggettivale: -ce (violence), -ness (boldness), -th (warmth). D Verbi derivati da: @ una base nominale: -ize (computerize); # una base verbale: le (spare); @ una base aggertivale: -en (darken). E Aggettivi derivati da: + una base nominale; ary (fragmentary), -ate(passionate),-en (wood en), esque (statuesque), fal (orto), les (careles)-y (draught). « una base verbale: some (tiresome); . «una base aggettivale: sh (blush), by (deadly); + una particella: most (topmost; «una base numerales 2b (sith). F Avverbi derivati da: una base nominaleo da una particella: -ward(s)(homewards, towards); «una base numerale: -fold (swoféld). 3.3. Morfema vs morfo Si é dunque visto che nella morfologia flessiva e derivazionale della lingua inglese vi sono una serie di morfemi dotati di un significato 0 di una funzione particolare. Ogni funzione morfemica pud comun- que essere espressa in uno o pitt modi a seconda del contesto fono- logico o lessicale in cui compare. E quindi necessario distinguere il morfema, che rappresenta la funzione grammaticale o lessicale, dai suoi morfi (morphs), che sono le sue diverse realizzazioni contestua- Ii fonetiche ¢/o ortografiche. Nell'ambito della morfologia flessiva, ad esempio, il morfema -s, che grammaticalmente indica il plurale dei sostantivi, ¢ formato dal morfo fonetico [s] in un contesto sordo (cats), dal morfo fonetico [z] in un contesto sonoro (dogs) e dal mor- fo fonetico [1z] quando é preceduto dal suono [s] (houses). Un altro esempio potrebbe essere il morfema a indicante larticolo indefinito, che & formato dai due morfi allo stesso tempo fonetico e ortografico: a, se seguito da una consonante (ad esempio a dog), ¢ an, se seguito da una vocale (ad csempio an apple). In entrambi i casi, le diverse realiz- zazioni fonetiche, ed eventualmente ortografiche, sono costituite da morfi che dipendono da un unico morfema gia noto che ha una serie di funzioni grammaticali. I differenti morfi di un singolo morfema sono i suoi allomorfi (allo- morphs). Gli allomorfi di uno stesso morfema sono in distribuzione complementare; cid significa che non possono occorrere in conte- sti identici e pertanto, sebbene siano fonologicamente distinguibili, non possono essere usati per differenziare i significati, poiché condi- vidono tutti la medesima funzione. Cid vale anche per gli allomorfi nell’ambito della morfologia derivazionale. Ad esempio, il morfema che ha la funzione di creare i sostantivi concreti animati in inglese formato da una serie di morfi a partite dal suffisso -er (cfr. PAR. 3.2.2). _- ‘Tutti i suffissi con questa stessa funzione sono quindi allomorfi del morfema principale, le cui differenti strutture non sono funzionali, ma dipendono puramente dalla natura della base a cui sono attaccati, E interessante notare, tuttavia, non solo che un unico morfema pud avere diversi allomorfi, ma anche che lo stesso morfo pud rappresen- tare diversi morfemi, Cid si verifica, ad esempio, nel caso del morfo -er, le cui funzioni morfemiche in realta sono due - una derivazio- nale appena menzionata e una flessiva (cfr. PAR. 3.1) — 0 nel caso del morfo -s, che nell’ambito della morfologia flessiva ha tre funzioni (cfr. PAR. 3.1). Pertanto, & chiaro che non esiste una semplice corri- spondenza biunivoca tra morfemi e morfi. 3.4. Lessico I termine lessico (Jexis) deriva dal greco Léxis (discorso) e indica tutte le parole che appartengono a una lingua. 3-41. La parola Non & semplice dare una definizione di parola (word), ¢ il dibattito intorno a tale questione é ancora molto vivo. Si pensa che la parola sia il minimo elemento permutabile; cid significa che, in primo luogo, essa pud essere spostata all’ interno della frase e, secondariamente, che non pud essere troncata, né le sue parti riordi- nate. Il termine parola ¢ comunque molto generico per identificare una varieta di elementi che ricoprono funzioni differenti. Innanzitutto, una distinzione basilare ¢ quella che sussiste tra paro- la come realizzazione concreta nel linguaggio ¢ parola come entitd astratta appartenente al sistema linguistico. La prima, detta propria- mente “parola” (word form), viene determinata dalle sue variazioni fonologiche ¢/o grafiche; la scconda, detta propriamente “lessema” (lexeme), si distingue invece mediante le sue radici ¢/o affissi deri- vazionali. Pertanto in inglese plays, playing e played sono, tutte € tre, parole che appartengono allo stesso lessema play, mentre playful & un Jessema a tucti gli effetti. Infatti, le prime non sono altro che versioni flesse del lessema play, l'ultimo ¢ inyece una nuova formazione o deri- vazione; oltre acid, il cambiamento di significato rappresentato dalle flessioni é grammaticale, mentre nel termine playful l’affisso deviva- zionale modifica il significato del lessema. Il termine lessema nasce dalla necessic& di avere il corrispondente sul piano astratto di fonema eraggruppa tutte quelle parole che sono le sue realizzazioni concrete. Unvaltra divisione importante & tra parole funzionali, vuote o sin- categorematiche (fiction words) e parole di contenuto, piene o ca- tegorematiche (content words). Le prime ticoprono la funzione di articolare la strutcura grammaticale delle frasi; il loro significato é pertanto strettamente grammaticale ¢ legato al contesto linguistico. Poiché non sono influenzate da situazioni esterne al linguaggio, tali parole cambiano raramente e molto lentamente nel corso del tempo. Di conseguenza, esse appartengono a un insieme chiuso che perde o guadagna elementi molto raramente, come ad esempio i pronomi, le preposizioni, le congiunzioni ¢ i verbi ausiliari. Le parole di conte- nuto — rappresentate da sostantivi, verbi, aggettivi e avverbi — pos- siedono, invece, un proprio significato autonomo, indipendente dal contesto; pertanto risultano essere una classe di elementi in continuo cambiamento e costantemente aperta a nuove entrate. 34.2. L’innovazione lessicale La lingua inglese ha tre diversi metodi di innovazione lessicale: interno, esterno e misto. Il metodo interno —Utilizza le risorse interne della lingua stessa. Oltre alla derivazione esaminata sopra, il metodo interno comprende strategie lessicali quali la composizione (compounding), la conversio- ne (conversion), la retroformazione (backformation), Pabbreviazione (abbreviation) ¢\'eponimia (eponymy). A La composizione consiste nell’accostamento di due basi o radici. Al contrario della derivazione, in cui un morfema libero si unisce a un morfema legato, la composizione é data dall’unione di due morfe- mi liberi, ad esempio green + house. E da notare, perd, che in inglese i composti possono presentarsi in una parola unica, blackboard, o in due parole unite da un trattino, blue-green, oppure in due parole se- parate, book shop. L’impossibilia di inserire un modificatore tra due parole separate ¢ indicatore di un composto: mentre si pud dire a big expensive shop, non si pud dire *a book expensive shop. ee Vi sono due tipologie principali di composti (compounds): endocen- ici (endocentric) ed esocentrici (exocentric). © I composti vengono definiti endocentrici quando sono grammatical- mente ¢ semanticamente equivalenti almeno a una delle loro parti: essi possono inoltre avere uno o due centri. Bookshelf ¢ teapot sono com- posti endocentrici con un solo centro, poiché solamente un morfema dell’unione esprime l'idea principale (shelf pot) ed & chiamato testa (bead); V'alero morfema ha un ruolo secondario (book, tea) ed é chia- mato modificatore (modifier). Cosi bookshelf = shelf far a book; teapot = 4 pot for tea. Pathway ¢ maidservant sono endocentrici con due centri perché entrambi i morfemi esprimono I’idea principale (a path isa ways a maid is.a servant). + Icomposti sono definiei esocentrici quando non sono grammatical- mente 0 semanticamente equivalent almeno a una delle loro parti, ad esempio a turncoat (“voltagabbana’, persona che cambia la propria opi- nione). * I composti possono essere principalmente nominali, aggettivali, ver- bali o numerali, a seconda della testa del composto. Per esempio, dan- cing team & un composto nominale endocentrico con un solo centro formato dal modificatore verbale dancing ¢ dalla testa nominale team; blue-green & un composto aggettivale endocentrico con due centri en- trambi aggettivali; downgrade & un composto verbale endocentrico con un centro formato dal modificatore preposizionale down ¢ la testa ver- bale grade; two hundred ¢ un numerale endocentrico con un solo centro formato dal modificatore numerale swo ¢ la testa numerale hundred. B La conversione si riferisce a termini che modificano la propria classe grammaticale senza l'aggiunta di un affisso, e viene quindi de- nominata anche derivazione a morfema zero (zero derivation). I ter- mini r sultanti, in questo caso, sono principalmente sostantivi, verbi eaggettivi: e da verbo a sostantivo: 20 swim diventa a swim; da aggettivo a sostantivo: bitter diventa a bitter; ¢ da sintagma a sostantivo: has been diventa a has-been: « da congiunzione a sostantivo: if but diventano too many iff and buts; «da affisso a sostantivo: ology, -ism diventano ologies and isms. da sostantivo a verbo: a bottle diventa to boitle; © da aggettivo a verbo: dirty diventa to dirty; da preposizione a verbo: xp diventa to up it; «da sostantivo ad aggettivo: a brick diventa brick (cfi. a brick wall). C La retroformazione si verifica quando un nuovo lessema si forma dall’elisione di un affisso, ad esempio edit da editor, televise da televi- sion, babysit da babysitter. E. chiamata retroformazione perché cid che si fa di solito, ossia aggiungere un affisso per ottenere un lessema deri- vato, in questo caso viene annullato per ottenere la base. Per sapere se una parola ha subito un processo di retroformazione o di derivazione é necessario consultare un dizionario storico, quale I’ Oxford English Dictionary, per vedere se nella forma originale la parola recasse l’af- fisso 0 meno. D L’abbreviazione annovera quattro strategie di formazione dei les- semi: sigle (initialism), actonimia (acronymy), troncatura (clipping) ¢ parole a cannocchiale (blending): « le sigle sono termini che vengono pronunciati come sequenze di sin- gole lettcre, quali BBC o v1P (da notare che VIP in italiano non @ una sigla, ma un acronimo); « Lacronimia si attua quando la sequenza di iniziali che compongono una sigla si pronuncia come se fosse un lessema, ad esempio wATO, radar; « la troncatura si verifica quando parte di un lessema viene cancellata, mantenendo P’inizio del termine come ad (da advert), exam (da exam: ination), pub (da publichouse); la fine del termine come bus (daautob plane (da airplane), phone (da telephone); o pitt raramente il centro del termine, come fridge (da reffigerator), flu (da influenza); alcune tron- cature sono formate da elementi che derivano da pitt parti dello stesso lessema, come pram (da perambulator), maths (da mathematics), gents (da gentlemen’ toilets); molte troncature, inoltre, mostrano un processo di adatcamento, come Betty (da Elizabeth), Bill (da William); «@ le parole a cannocchiale sono lessemi formati dalla contrazione di due termini uniti insieme per formare un unico lessema, ad esempio mo- tel (mot-orist + ho-tel), brunch (br-eakfast + l-unch), heliport (heli-copter + airport), smog (s-moke + frog). chunnel (ch-annel + tunnel), Oxbridge (Ox-ford + Cam-bridge). E Leponimia si verifica quando un nome proprio (spesso un nome di una marca di prodotto) viene usato come un nome comune, ad esempio Hoover - a hoover; Scottex — a roll of scotte: Il metodo esterno Consiste nell’adottare lessemi chiamati pre- stiti (Joanwords) da altre comunita linguistiche. Nella sua storia, la lingua inglese ha ricevuto molti vocaboli dalle lingue europee € non e, sebbene ora stia soprattutto esportando i propri termini ne- gli altri idiomi, occorre puntualizzare che l’accoglienza di prestiti da altre lingue non si é mai arrestata e ancora oggi é un proceso assai produttivo. L’inglese ha accolro prestiti da oltre 350 lingue in tutto il mondo. A parte qualche termine di origine celtica come i toponimi Thames, Avon, Dover, London, la maggior parte dei termini che compongo- no la lingua inglese sono di origine greca ¢ latina (wine, wall, monk, minster, bishop. church, priest, school), scandinava (i pronomi they, them ¢ their e i lessemi dirt, egg, kid, leg, skin, sky, window) e fran- cese. Dalla lingua di Francia derivano termini che coprono l’area semantica dell’amministrazione (authority, bailiff, chancellor), della legge (arrest, prison, summons), della religione (friar, prayer, virtue), della vita militare (ambush, lieutenant, spy), del cibo (appetite, grape, sugar), della moda (dress, pearl, wardrobe), del divertimento e delle arti (art, beauty, tournament) ¢ della scienza e del sapere (anatomy, medicine, study). Altre lingue che hanno influito sull’inglese in mi- sura minore sono J’italiano (balcony, ciao, concerto, falsetto, fiasco, giraffe, mafia, opera, spaghetti, violin), lo spagnolo (banana, bonan- za, cannibal, cork, guitar, hacienda, hammock, mosquito, sombrero), Polandese (bluff, cruise, easel, landscape) ¢ il tedesco (dachsund, gim- mick, hamburger, kindergarten, nix, lager, sauerkraut, waltz). Pi recentemente, alcuni prestiti sono stati introdotti dall’unghere- se (cimbalom, goulash, hussar), dal ceco (howitzer, pistol, robot), dal serbo-croato (cravat, slivovitz), dal russo (agitprop, glasnost, perestroi- ka), dalle lingue nordafticane (assassin, emir, intifada, mohair, sher- bet), da quelle del centro Africa (bongo, voodoo, safari), dalle lingue asiatiche (bandicoot, catamaran, curry, tea, bonsai, geisha), da quelle indoamericane (chipmunk, pow wow, skunk, totem, wigwam), sada- Tr mericane (condor, Inca, llama, quinine, puma) e dalle lingue oceani- che (boomerang, kangaroo, koala, taboo, tattoo, wombat). [enorme immissione di prestiti, soprattutto da parte delle lingue ro- manze, aiuta a comprendere il motivo per cui la lingua inglese sia uno degli idiomi pitt ricchi al mondo in termini di lessico ¢ sia dotato di una grande varieta di sinonimi per ogni livello culturale: popolare, letterario € dotto. L’influsso dei termini francesi é stato infatti cosi rilevante che si sono affermate molte coppie sinonimiche, ossia due termini che hanno lo stesso significato (doublets), composte da un termine inglese e da uno francese. Al fine di salvaguardare l’esistenza di lessemi di entrambe le origini, molte di queste coppie hanno ac- quisito il proprio spazio semantico: di entita concettuali, nel caso di termini quali ox-beef, sheep-mutton, calf-veal, deer-venison, pig-pork di origine inglese e francese, che marcano rispettivamente la distin- zione semantica tra l’animale vivo ¢ quello morto, e quindi della sua carne; di entitd associative, come i lessemi begin, help, hide di origine inglese, che, paragonati ai termini corrispondenti di origine francese commence, aid, conceal, hanno un significato stilistico pit informale, ocome child, meal e freedom, termini di origine inglese che apparten- gono a un registro comune, paragonati ai termini di origine francese infant, repast ¢ liberty che invece fanno parte rispettivamente di un registro religioso, letterario e politico-filosofico dell’ inglese. A seguito dell’ introduzione di termini latini, la lingua inglese offre ora fino a tre termini (triplets) dotati dello stesso significato concet- tuale, ma diverso significato stilistico, che vanno dal registro quoti- diano ¢ informale per lessemi di origine inglese, al pitt formale e spe- cifico per quelli francesi, fino a quello molto formale e specifico per quelli di origine latina. E il caso del termine inglese ask (inglese quo- tidiano e informale: he asked the man some questions) vs il termine di origine francese question (pit formale: the therapist questioned Jim about his family) vs il termine di origine latina interrogate (formale e molto specifico: the police interrogated Sam for many hours). I metodo misto Esso sfrutta sia la lingua donatrice sia quella ri- cettrice ed & costituito da due tipologie lessicali: il prestito semantico (semantic loan) ¢ il calco semantico (loan translation). nn, <<“ # Il prestito semantico consiste nell’aggiungere un nuovo significato straniero a un lessema indigeno gid esiscente. In inglese molti prestiti semantici sono arrivati dalle lingue scandinave con cui I'inglese condi- vide le origini germaniche: ad esempio, il significato attuale del termine inglese dream deriva dallequivalente scandinavo; il significato dell’an. tico inglese differiva solo nel significato ¢ non nella forma (voleva dire “festa’). Vi sono casi di prestito semantico anche tra i prestiti italiani dall’inglese: ad esempio, il significato del lessema italiano fiuturista (che siriferisce all’arcista eal suo stile di vita) ha influenzato I’inglese futurist, che aveva gia aleri significati relativi al futuro (in relazione alla filoso- fia teleologica del fucuro), ma non quello artistico. Allo stesso modo il verbo inglese énvest ha acquisito il nuovo significato di “impiegare del capitale in modo da farlo fruttare” dal verbo italiano investive; prima d’allora il suo significato di “ricoprire una carica” o “coprire con i vestiti” aveva solo origini latine. # Icalco semantico é un lessema straniero riespresso mediante termini indigeni. In alere parole, la lingua donattice fornisce |’idea, quella ricet- trice la esprime sfruttando le proprie strutture interne. La maggior parte dei calchi inglesi deriva dal latino ed & relativa a tematiche cristiane, ad esempio l'anglosassone god + spelle (inglese moderno gospel) che deri- va dal latino ev-angelium (buona notizia). Alcuni derivano anche dal francese, ad esempio by heart da par caur, ¢ dall’italiano, ad esempio blackshirt da camicia nera ¢ holy week da sestimana santa (si noti ’inver- sione del sostantivo ¢ dell’aggettivo secondo le regole morfosintattiche inglesi). 3-43. Leunitamultiparola Oltre ai morfemi liberi legati,illessi- co inglese é fatto anche di parole in combinazione, denominate unitd multiparola, frasi fatte o modi di dire. Tali espressioni consistono di due o pitt parole che convenzionalmente compaiono insieme e sono considerate di diricto elementiessicali. [loro significati possono varia- re dal significato letterale, dedotto dal significato delle singole parole che formano I'unita, a quello non letterale o idiomatico, che non & inferibile dai singoli elementi. A seconda delle propriet’ semantiche ¢ sintattiche delle unita, é possibile identificare le seguenti cinque prin- cipali categorie: formule fisse (routine formulae), combinazioni lessi- cali (collocations), binomi (binomials), idioms e proverbi (proverbs). Le formule fisse Sono unita multiparola usate abitualmente in situazioni sociali, quali how do you do e pleased to meet you duran- re un incontro, oppure thank you come espressione di gratitudine. Tali formule rivestono la funzione fondamentale di stabilire una forma di contatto sociale tra le persone; di conseguenza, la loro struttura é fissa ¢ i loro significati sono deducibili dalla situazione linguistica. Le combinazioni lessicali_ Hanno quattro caratteristiche princi- pali. Innanzicutto, sono formate da due lessemi che possono essere entrambi lessicali, ad esempio wide awake, oppure uno lessicale € Paltro grammaticale, ad esempio proof of; in secondo luogo, i les- semi solitamente appartengono a differenti classi di parola quali strong tea (aggettivo + sostantivo); in terzo luego, sono compo- sti da lessemi la cui co-occorrenza varia dall’unico al ristretto, ad esempio nella combinazione lessicale bare foot, foot pud occorre- re solo vicino a bare quando significa “senza calze” 0 “senza sca pe’, poiché i quasi sinonimi naked 0 nude non sono accettabili in questo caso; in altre espressioni, quali meet the needs, una varieta limitata di quasi sinonimi sarebbe invece accettabile, come meet the requirements, demands; infine, queste units multiparola sono combinazioni di termini i cui significati individuali contribuiscono a formare il significato globale. Lbinomi Essi di solito constano di due lessemi uniti da and, sebbene possano esistere anche trinomi collegati da ad, come left, right and centre. 1 lessemi che formano i binomi o i trinomi appartengono alla stessa classe di parola, quali fair and square (ag- gettivo + aggettivo), hook, sink and liner (sostantivo + sostantivo + sostantivo), e il significato di tali espressioni pud essere letterale — risultante dai singoli, indipendenti significati dei lessemi che le compongono, quali bed and breakfast — oppure idiomatico, come head over heels. Dal punto di vista sintattico, i binomi hanno una structura molto rigida che non ammette variazioni; infacti, tali espressioni sono meglio conosciute come binomi irreversibili.

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