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1 Il neorealismo – Breve Storia del Cinema 28/09/2020 18(21

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Capitoli

Introduzione

01. Dall’invenzione
alla prima proiezione

06.1 Il neorealismo 02. Il cinema delle


origini
La tendenza cinematograFca più importante del secondo dopoguerra
03. Gli anni dieci e la
ebbe luogo in Italia negli anni 1945-1951: il neorealismo
neorealismo. Esso non fu
grande guerra
un movimento compatto e organizzato come altri che lo avevano
preceduto, ma senza dubbio creò un diverso approccio al cinema di
04. Gli anni venti
Fnzione ed ebbe un’inPuenza enorme e duratura nel cinema
mondiale. Dopotutto durante il regime fascista nel cinema, come pure
05. Gli anni trenta e
nella letteratura, si era favorito un certo impulso realista, basti
la seconda guerra
pensare a Flm come Quattro passi tra le nuvole (1942) di
mondiale
Blasetti, I bambini ci guardano (1943) di Vittorio De
Alessandro Blasetti
Sica, Ossessione (1942) di Luchino Visconti
Sica Visconti. 06. Il dopoguerra e
gli anni cinquanta

07. Gli anni sessanta

08. Breve storia del


cinema d’animazione

09. Breve storia del

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Immagine dal Flm Ossessione (1942) di Luchino Visconti. Film


considerato precursore del neorealismo.

Il movimento neorealista può essere distinto in due fasi: una prima


che aYronta temi del più recente passato, gli anni della guerra, la
Resistenza
Resistenza… ed una seconda, a partire dal 1948, che aYronta invece
temi di rilevanza sociale; Roma città aperta (1945) di Roberto
Rossellini e Ladri di Biciclette (1948) di Vittorio De Sica
Sica,, sono i
Flm più rappresentativi di queste due fasi.

Nell’Italia uscita dalla guerra e dalla dittatura, si sentiva il bisogno di


una rinascita politica e sociale, cineasti e registi vollero farsi arteFci di
questo rinnovamento. Proposero un cinema che scavava nella realtà
del presente e del più recente passato, portando alla luce storie, temi e
personaggi di quel mondo su cui bisognava agire, il cinema neorealista
si caratterizza Fn da subito per il suo forte impegno sociale.

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Roma, 4 giugno 1944

L’industria cinematograFca italiana era stata messa in ginocchio dalla


guerra, il mercato nazionale invaso da Flm americani, gli studios di
Cinecittà erano andati distrutti, per questo i neorealisti scelgono di
riportare la cinepresa fuori dagli studi, di tornare a girare per strada e
nelle campagne, con attrezzature leggere ed economiche. Dopo anni di
doppiaggio di Flm stranieri, gli italiani, avevano ormai perfezionato
l’arte della sincronizzazione del sonoro, le troupe potevano quindi
girare in esterni e registrare i dialoghi in fase di postproduzione.
Immagini vere dell’Italia di quegli anni fanno da cornice a molti Flm
neorealisti che divengono così preziosi documenti storici.

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Scena Fnale del Flm Roma città aperta (1945) di Roberto Rossellini

Fu il critico francese André Bazin


Bazin, a far notare, più di ogni altro,
quale fosse la vera portata innovativa del movimento neorealista,
concentrando la sua analisi critica piuttosto che sugli aspetti tecnici,
estetici o stilistici, sul nuovo approccio che questi Flm mostravano
nelle modalità del racconto cinematograFco. Bazin, riprendeva le idee
di Cesare Zavattini
Zavattini, lo sceneggiatore di De Sica e il più instancabile
difensore dell’ estetica neorealista: Zavattini voleva un cinema che
presentasse il dramma nascosto negli eventi quotidiani, come
l’acquisto di un paio di scarpe o la ricerca di un appartamento.

Una scena dal secondo episodio del Flm Paisa’ di Roberto Rossellini

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Ideali sintetizzati in quest’aneddoto raccontoci dallo stesso Zavattini.


Un noto produttore americano gli disse:

“– Da noi la scena di un aereoplano che passa viene concepita


così: passa un aereplano…mitragliatrice che spara… l’aereoplano
cade. Da voi: passa un aeroplano… l’aeroplano passa di nuovo…
l’aeroplano passa ancora una volta.- E è vero. Ma siamo ancora
indietro. Non basta far passare l’aeroplano tre volte, occorre farlo
passare venti volte.” (1)Cesare Zavattini, Umberto D., Fratelli Bocca Editori,
1953.

Si ritiene di solito che il tipico Flm neorealista sia girato in esterni,


con attori non professionisti e inquadrature grezze, improvvisate, ma
in realtà Flm con queste caratteristiche sono ben pochi: la maggior
parte delle scene in interni è girata in set ricostruiti in studio e
illuminati con cura e il dialogo è quasi sempre doppiato, permettendo
un controllo anche a riprese ultimate; la voce del protagonista di
Ladri di biciclette
biciclette, ad esempio, era di un altro attore. Anche se
alcuni interpreti sono eYettivamente non professionisti, più
comunemente si ha quella che Bazin chiama la tecnica dell’amalgama,
in cui attori non professionisti sono mescolati a divi come Anna
Magnani e Aldo Fabrizi
Fabrizi. Nel complesso, il neorealismo ricorre
all’artiFcio tanto quanto altri stili cinematograFci.

Un primo piano di Anna Magnani in Roma città aperta

Inoltre, molti Flm sono montati rispettando le norme dello stile


classico hollywoodiano. Anche se poche immagini neorealiste hanno il

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rigore compositivo di La terra trema , quasi sempre esse presentano


un accurato equilibrio tra i vari elementi che vi appaiono. Anche
quando sono riprese in esterni, le scene contengono Puidi movimenti
di macchina, un nitore impeccabile e un’azione scandita su più piani. È
tipico del cinema neorealista l’uso di maestose colonne sonore che
ricordano l’opera lirica nel modo in cui sottolineano lo sviluppo
emotivo di una scena.

scena dal Flm La terra trema (1948) di Luchino Visconti

Le maggiori innovazioni del neorealismo risiedono nell’articolazione


del racconto: un motivo ricorrente è quello della coincidenza, come
quando in Ladri di biciclette , Ricci e Bruno incontrano per caso il
ladro vicino alla casa della santona che sono andati a trovare. Questi
sviluppi narrativi, che rinnegano il logico incatenarsi degli eventi
tipico del cinema classico, sembrano più obiettivamente realistici e
riPettono la casualità degli incontri nella vita quotidiana.

“Oggetto vivo del Flm realistico è “il mondo”, non la storia, non il
racconto. Esso non ha tesi pre-costituite perché nascono da sé.
Non ama il superPuo e lo spettacolare , che anzi riFuta; ma va al
sodo. Non si ferma alla superFcie, ma cerca i più sottili Fli
dell’anima. RiFuta i lenocini e le formule, cerca i motivi che sono
dentro ognuno di noi. Il Flm realistico è in breve il Flm che pone
e si pone dei problemi: il Flm che vuole far ragionare.” (2)Roberto
Rossellini, Due parole sul neorealismo, in Retrospettive, n. 4 , aprile 1953.

A questa tendenza va aggiunto l’uso massiccio dell’ellissi: i Flm


neorealisti spesso trascurano le cause degli eventi a cui assistiamo.
Come ha notato Bazin, il massacro di una famiglia di contadini da
parte dei tedeschi in Paisà (1946) è rivelato all’improvviso e in maniera

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scioccante quando i partigiani, appostati in un campo in attesa di un


aereo, trovano un neonato che piange accanto ai corpi senza vita dei
genitori. L’allentarsi della linearità della trama è forse più evidente nei
Fnali volutamente irrisolti: a metà di Roma città aperta , Francesco
sfugge ai fascisti, ma poi non se ne sa più nulla; in Ladri di
biciclette , Ricci e Bruno si perdono tra la folla senza aver ritrovato la
bicicletta: come tireranno avanti, il Flm non lo dice.

Anche per raccordare le scene i neorealisti utilizzano


un’interpunzione di tipo hollywoodiano, almeno formalmente, ma
diversa da questa nei contenuti: la scena B segue alla scena A
semplicemente per il fatto di essere avvenuta dopo, non perché la
scena A ne sia la causa. Gran parte di Ladri di biciclette ruota
attorno alla ricerca della bicicletta rubata, dal mattino al tardo
pomeriggio, seguendo la cronologia della giornata. Anche le sequenze
Fnali di Germania anno zero (1947), il terzo Flm di Rossellini nel
dopoguerra, sono caratterizzate da questo andamento episodico: il
piccolo Edmund, che riassume in sé la confusione morale della

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Germania sconFtta, abbandona la famiglia e vaga per le strade di


Berlino.

Immagine dal Flm di Roberto Rossellini Germania anno zero (1948). Il


piccolo Edmund vaga per le macerie della città.

Gli ultimi quattordici minuti del Flm lo seguono attraverso un’unica


notte Fno al mattino successivo, concentrandosi su avvenimenti
casuali. Edmund guarda una prostituta che adesca un cliente, gioca a
campana nelle strade vuote, vagabonda tra le rovine degli ediFci, tenta
di unirsi ad altri ragazzi in una partita a pallone, Fno a quando si
uccide buttandosi dalla cima di un ediFcio semidistrutto dopo aver
visto portare via la bara di suo padre. Benché il suicidio sia una
conclusione narrativa tradizionale, Rossellini ci conduce ad esso
attraverso un Flm fatto di avvenimenti quotidiani, colti quasi per caso.

Rossellini durante le riprese di Germania anno zero (fonte: Museo


Nazionale del Cinema di Torino)

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Nel cinema classico si fa grande attenzione all’economia del racconto,


tutto è funzionale alla narrazione, anche nei momenti di passaggio si
possono cogliere elementi utili a collegarne le varie fasi. Non è così nei
Flm neorealisti che tendono a riportare tutti gli eventi sullo stesso
livello, la cinepresa indugia su situazioni ordinarie, comportamenti
quotidiani, ma che spesso si rivelano le scene più intense del Flm.

Bazin fu eloquente nel dire che l’esplorazione di Roma in Ladri di


biciclette permette allo spettatore di notare la diYerenza tra
l’andatura di Bruno e quella di Ricci. In Umberto D D. (1952),una scena è
dedicata al risveglio della cameriera che inizia il suo lavoro quotidiano
in cucina: Bazin elogiò l’indugiare della macchina da presa su micro-
azioni insigniFcanti che il cinema non mostra mai. Questo approccio
non ortodosso alla narrativa consentiva ai neorealisti di attrarre
l’attenzione dello spettatore sui dettagli irrilevanti di cui è fatta la vita
quotidiana. Il neorealismo si sforzava di descrivere la vita comune in
tutte le sue sfumature.

Immagine dal Umberto D. (1952) di Vittorio De Sica

Le soluzioni narrative e stilistiche del neorealismo ebbero grande


inPuenza sul cinema moderno internazionale che sarebbe sorto di lì a
poco. Le riprese in esterni con doppiaggio in studio, l’amalgama fra
attori professionisti e non, le trame fondate sulla casualità, le ellissi, i
Fnali aperti, le microazioni e l’alternanza esasperata di diversi toni
drammatici sono tutte strategie che sarebbero state sviluppate nei
quarant’anni successivi da autori di tutto il mondo.

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Francesco Costa, Anna Magnani, in www.treccani.it

Note
1. ↑ Cesare Zavattini, Umberto D., Fratelli Bocca Editori, 1953.
2. ↑ Roberto Rossellini, Due parole sul neorealismo, in Retrospettive, n. 4 , aprile 1953.

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