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Appunti, lezioni 1-29 - a.a. 2015/2016 - Prof. F. Fauri

Storia economica (Università di Bologna)

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18/9/2015

PRIMA LEZIONE - STORIA ECONOMICA


Capitoli del corso
1. Pre rivoluzione industriale;
2. I e II rivoluzione industriale;
3. Sviluppo economico italiano;
4. Integrazione economica mondiale dal ‘900;

Pre-rivoluzione industriale
Introduzione
Non esiste un unico modello di sviluppo economico che sia applicabile per tutti. Per questo non tutti i paesi sono allo
stesso livello di crescita economica, perché ogni stato ha le sue peculiarità e differenze. Inoltre la crescita economica
non è per sempre. Le condizioni economiche infatti possono modificare lo scenario; un esempio su tutti l’Argentina.
Alla fine dell’800 l’Argentina era in pieno sviluppo economico, con un alto PIL pro capite e con un’alta attrazione di
immigrati. Dalla prima metà del’900 invece questo paese ha vissuto un declino relativo. La storia economica è quindi
un processo reversibile.

I presupposti determinanti dello sviluppo economico sono terra, capitale (e tecnologia) e lavoro. Questa è la Commented [LB1]: La ricchezza di uno stato in epoca
definizione classica di sviluppo economico. Oggi invece la tecnologia è diventata importantissima per lo sviluppo preindustriale era data dall’abbondanza di terra. Quindi
spesso avvenivano guerre di conquista.
economico di qualsiasi paese ed azienda. Dall’800 in poi anche le istituzioni sociali sono diventate importantissime;
esse sono forme di organizzazione sociale che possono spiegare i diversi sviluppi economici degli stati. Un esempio su Commented [LB2]: In epoca preindustriale i pochissimi
ricchi tendevano a tesaurizzarlo senza investirlo.
tutti è la scuola. Un ulteriore punto che può aiutare lo sviluppo economico sono le innovazioni istituzionali (esempio:
brevetto, che dà la possibilità agli investitori di avere un ritorno sicuro). Commented [LB3]: Vedere lezione 2.
Commented [LB4]: In Europa siamo sempre stati
numerosi.
Lavoro in epoca preindustriale
Quattro sono gli elementi che caratterizzavano la componente lavoro in epoca preindustriale. Commented [LB5]: L’Italia è uno stato innovatore
nell’investimento in istruzione: la prima legge è la Legge
Casati del 1859 che istituisce l’istruzione primarie
Reddito e consumi obbligatoria.

La massa viveva in una situazione di fame endemica, nel’500 il reddito del contadino non bastava al sostentamento
della famiglia; era quindi necessario che lavorassero anche la moglie ed i figli. Anche chi aveva un reddito più elevato, Commented [LB6]: A Firenze il 62% della forza lavoro
come l’artigiano, spendeva l’80% del reddito solo per l’alimentazione. Il 10% della popolazione deteneva il 50% della sono donne, che lavorano nel tessile.
ricchezza, vi era quindi un alto tasso di disuguaglianza economica. Commented [LB7]: Il lavoro minorile non è una novità
dell’epoca industriale.
Dependency rate
Cioè il peso della popolazione dipendente. I giovani fino ai 14 rappresentano il 90% della popolazione e questo
rappresentava anche il tasso di dipendenza dell’epoca. Questo porta all’elevato numero di fanciulli abbandonati negli Commented [LB8]: Oggi il tasso di dipendenza è del 60%
anni più difficili (tra il ‘500-‘600 il 7% dei neonati venivano abbandonato in orfanatrofi, nei quali il tasso di in Italia.
sopravvivenza era però 1 su 10) e alla normalità del lavoro minorile.

Condizioni di vita e istruzione


Le condizioni di vita erano molto difficili per via della sottonutrizione, della medicina sottosviluppata, Commented [LB9]: Che spesso portava addirittura più
dell’analfabetismo, della scarsa igiene (anche fra i ricchi), degli scarsissimi spostamenti. Solo dall’anno 1000 nei velocemente alla morte.
Comuni, dove la popolazione ritorna a traferirsi dalle cortes medioevali, viene introdotta la scuola pubblica. Nelle città Commented [LB10]: Che portarono ad una scarsa
infatti nasce l’esigenza di conoscere almeno l’alfabeto e saper far di conto per via delle attività economiche, artigianali selezione matrimoniale che porta al fenomeno del
cretinismo.
e commerciali. La città viene quindi definita la “frontiera medioevale” ed il fenomeno dell’urbanizzazione una
“rivoluzione urbana”. Nei centri urbani si svilupparono le corporazioni e le gilde, che furono le prima organizzazioni Commented [LB11]: A Firenze il 40% dei bambini
frequentano la scuola pubblica.
di mutuo soccorso che difendevano i piccoli privilegi ed interessi che la popolazione comune iniziava a possedere.
Commented [LB12]: Che era comunque a pagamento. Il
padre artigiano doveva dunque prendere in considerazione
l’opportunity cost.

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Capitale umano
Nasce quindi il concetto del capitale umano, che si basa sull’apprendimento delle conoscenze (attraverso la
scolarizzazione) e delle abilità e capacità lavorative (attraverso gli apprendistati). Nelle città infatti nascono le prime
fabbriche tessili, che sono anche dei centri innovativi. Sempre più quindi le differenze in capitale umano sono le più
importanti che storicamente si sono osservate tra paesi. Gli artigiani assumono un ruolo importantissimo per le città:
queste infatti tentavano di incentivarli a restare in città grazie a riduzione di tasse, oppure vietando agli artigiani della
propria città di emigrare e di lavorare in altri centri urbani. Gli artigiani erano infatti importanti perché erano gli unici
a poter insegnare le pratiche: non esisteva l’insegnamento su carta. Per questo si sviluppa anche lo spionaggio
industriale, già in epoca pre-industriale. (Vedere lezione 2)

Potenziale biotico basso Commented [LB13]: Capacità di crescere di una specie


animale che deve fare i conti con le resistenze ambientali.
Due sono le cause: elevata mortalità (per epidemie, carestie e guerre) e “basso” tasso di natalità, molto inferiore Commented [LB14]: Spesso era proprio la guerra che
rispetto a quello asiatico. In Europa si capì prima che in altri parti del mondo che un tasso di natalità così alto non era causava i primi disastri: i soldati portavano germi e batteri
sostenibile: per evitare l’aumento smisurato della popolazione si ritardò l’età del matrimonio della donna. Inoltre in che causavano epidemie. Di conseguenza a causa della
elevata mortalità non si potevano più lavorare i campi e si
Europa gli intervalli intergenesici erano più ampi rispetto ad altre parti del mondo, che potevano arrivare fino a 3 anni,
sviluppavano quindi le carestie.
allungando il tempo di allattamento del bambino. Il terzo motivo è che una percentuale (più elevata di oggi) della
Commented [LB15]: Almeno di 10 anni in media rispetto
popolazione non si sposava: per ragioni religiose e per ragioni economiche (circa 20% delle donne) per non dividere il all’Asia.
patrimonio famigliare. Ma la causa prima del basso tasso di crescita della popolazione erano, ancora una volta,
Commented [LB16]: Momento tra una gravidanza e
epidemie, carestie e guerre. Nel 1600 la popolazione era di 105 mln, nel 1700 era ancora di 115 mln. l’altra.

L’epidemia di peste Commented [LB17]: Circa il 3% della popolazione entrava


in ordini religiosi cristiani.
Una delle epidemie più devastanti è stata la peste, che si palesò in Europa in modo distruttivo per la prima volta nel
1348. In meno di 3 anni eliminò 25 mln di persone (circa 1/3 della popolazione europea). Il contagio sembra sia stato Commented [LB18]: Soprattutto in Francia, in cui la
ricchezza dei contadini era infatti più elevata rispetto ad
causato dai mongoli, quando attaccarono una postazione genovese in Crimea. Non riuscendo però ad espugnare la
altri Stati.
città catapultarono corpi di appestati di peste dentro le mura, e questo causò la diffusione dell’epidemia molto
Commented [LB19]: Anche la Roma imperiale l’aveva
velocemente. La peste veniva diffusa attraverso le feci dei pidocchi, ma questo non era stato capito all’epoca, anzi si conosciuta, ma in modo molto ridotto.
dava la colpa agli untori. Si era solo capito che gli ammalati andavano isolati. Le cure erano fantasiose e spesso
Commented [LB20]: Da quest’anno fino al ‘700 la peste si
dannose, tra cui salassi e intrugli dannosi. Successivamente al contagio vennero introdotte alcune innovazione manifesta ogni 10 anni circa in città diverse.
istituzionali per combatterlo, prima di tutti in Italia. Tutti i Comuni decretano l’istituzione di un Ufficio di Sanità, il cui
Commented [LB21]: Oppio + carne di vipera/olio
responsabile deve occuparsi di come far fronte della pandemia di peste, attraverso principalmente i lazzaretti, la controveleno in cui venivano cotti e bolliti degli scorpioni.
chiusura delle case inette e la distruzione dei beni personali degli ammalati. Vengono inoltre creati dei cimiteri appositi
Commented [LB22]: Ospedali fuori città in cui venivano
per i morti di peste. Gli Stati italiani inoltre introduce controlli alle frontiere, cordoni sanitari, bandi e quarantene. raccolti gli infettati.
Grazie a queste innovazioni la peste del ‘600 ebbe un tasso di mortalità urbana tra il 300 e 400 per mille, contro il 500-
600 per mille dell’epidemia del ‘300.

Concludendo
 La popolazione preindustriale era estremamente vulnerabile;
 La guerra era vettore spesso di carestie ed epidemie;
 Il tasso demografico ebbe un ristagno plurisecolare tra il 1300-1700;
 La società aveva un basso potenziale biotico;
 La relativa mancanza di braccia stimolò l’interesse verso la macchina (anche negli USA più avanti); Commented [LB23]: In epoca preindustriale l’energia
 Ma solo quando il fattore lavoro iniziò ad aumentare si potè imboccare la strada dello sviluppo economico; disponibile era però scarsa. Era infatti solo umana ed
animale.

SECONDA LEZIONE- STORIA ECONOMICA


I presupposti determinanti dello sviluppo economico sono terra, capitale (e tecnologia) e lavoro. Continua da prima
lezione che ha trattato la componente lavoro.

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Terminologia
Produzione
E’ il processo mediante il quale i fattori di produzione vengono messi in relazione per produrre i beni e i servizi
desiderati dalle persone. Si può misurare in unità fisiche o in termini di valore.
Produttività
E’ il rapporto tra il risultato utile di un processo di produzione e i fattori di produzione in esso impiegati.
La produttività dipende da vari elementi, ma in buona parte è in funzione della tecnologia e del capitale fisico e umano
impiegato.
Valore aggiunto
La differenza tra il valore finale dei beni e servizi prodotti e il valore dei beni e servizi acquistati per essere impiegati
nel processo produttivo. Esso è una misura dell'incremento lordo del valore risultante dal processo di trasformazione
delle materie prime iniziali in prodotto finale.

Sviluppo tecnologico
In epoca pre-industriale lo sviluppo tecnologico fu determinato da tre ragioni fondamentali:
1) Lenta e travagliata crescita della popolazione - per via delle guerre, epidemie e carestie;
2) Cronica mancanza di energia - l’energia derivava solo da umani e animali, l’unica macchina è il mulino;
3) Attitudine nei confronti del progresso tecnologico - molto positivo in Europa, in numerose invenzioni vengono
importate dalla Cina ma piano piano sempre più invenzioni sono autoctone europee. La causa di questa spinta Commented [LB24]: Per esempio la stampa inventata da
verso il progresso potrebbe essere dovuta alla penuria di manodopera. Gutemberg nel 1455.

Lenta crescita della popolazione


Vedere lezione 1.

Cronica mancanza di energia


Il Medioevo è un mondo a bassa intensità di energia. L’energia chimica che alimenta uomo e animali è parzialmente
trasformata in energia meccanica sotto forma di lavoro muscolare. I primi convertitori energetici arrivano con
l’invenzione di mulini e navi a vela.

Mulini
I mulini però non contribuivano più del 2% della dotazione totale di energia. I primi ad essere inventati furono quelli
ad acqua e poi quelli a vento e servivano a macinare il grano, spremere le olive, produrre tessuti, carta e ferro. Sono Commented [LB25]: Soprattutto in Europa meridionale.
di invenzione cinese, poi passata in Persia ed infine in Europa.
Commented [LB26]: Soprattutto in Europa
Esistevano inoltre i mulini per la follatura, un procedimento al quale venivano sottoposti i tessuti di lana che ne settentrionale.
provocava l’infeltrimento rendendo più compatta la stoffa, soprattutto a Firenze; alcune tradizioni artigianali in Italia
rimangono in eredità ancora oggi, altre invece sono andate perdute.

Evoluzione tecnologia navale


Il commercio su mare e l’innovazione della tecnologia navale sono stai importantissimi per l’Italia per-industriale,
soprattutto per le tre Repubbliche Marinare. Si trafficano prodotti primari, spezie, oro, argento soprattutto sulla tratta Commented [LB27]: Pisa, Venezia, Genova.
nord-sud Europa. Si favorisce il commercio su mare piuttosto che su terra per i dazi doganali e per la mancanza di
infrastrutture e di una rete di strade in Europa.
Esistono diversi tipi di navi che si sono susseguiti nei secoli:
 Navi Bizantine (Dromoni, Chelandie, Corsieri, Acazie) - fu su queste ultime che apparve per la prima volta il
timone a poppa, per la prima volta in Europa;
 Navi dei Vichinghi - lunghe, snelle, basse di bordo, con prua e poppa rialzate e ricurve. Avevano un solo ordine
di remi e una sola grande vela quadra; Commented [LB28]: Si passa quindi a nave miste vela-
 Galea - dal IX secolo, furono le navi con le quali le Repubbliche Marinare parteciparono alle Crociate. remi, successivamente invece si avrà solo la vela.
 Taride e Caracca - utilizzate come navi da carico;
 Caravelle, Galeoni, Vascelli, Fregate, Corvette - dall’Età Moderna, navi armate per difendersi dai pirati. Commented [LB29]: La pirateria era molto diffusa.
Talvolta veniva addirittura incentivata a difesa dagli stati per
battere la concorrenza commerciale estera (un esempio su
tutti l’Inghilterra).

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Venezia mantenne una posizione predominante nella produzione di vascelli, ma sarà poi scalzata dall’Olanda che
produrrà navi più veloci, più leggere e più capienti.
Il commercio divenne l’attività principale dell’Europa, anche dal punto di vista remunerativo per gli operatori. Il paese
leader diventa l’Olanda proprio per la sua flotta commerciale molto importante (e poi l’Inghilterra per la stessa
ragione). Il feudatario viene scalzato dalla vetta della società piramidale, ed al suo posto arriva il commerciante,
soprattutto di mare.
L’Inghilterra potrà far nascere e sviluppare il suo settore manifatturiero utilizzando proprio i grandi capitali che erano
stati accumulati dai fiorenti commerci marittimi. Il commercio sopperisce quindi alla mancanza di capitali per avviare
un’attività economica.

Attitudine nei confronti del progresso tecnologico


L’attitudine mentale è recettiva. Ma i miglioramenti della tecnica non sono né scontati né duraturi se non vi è da parte
della società la predisposizione culturale ad accettare il cambiamento. Nel Medioevo matura proprio quella attitudine
mentale di piena ricettività che è l’unica che nella storia permette di fare dei passi avanti.

Trasmissione delle conoscenze


Nel Medioevo la conoscenza delle nuove tecniche non si trasmise mai mediante l’informazione scritta, questo si potrà
fare solo dopo l’invenzione della stampa. Il mezzo prevalente fu lo spostamento o la migrazione dei tecnici, la mobilità
del capitale umano. Per questo era molto importante avere sul proprio territorio artigiani e persone esperte. Molti
di questi furono obbligati ad emigrare da paesi che li perseguitavano per la loro religione in paesi più tolleranti, tra Commented [LB30]: Tra tutti gli ugonotti francesi ed i
tutti l’Inghilterra, la Svezia e la Svizzera. E proprio questi infatti furono i paesi che più si svilupparono in età protestanti fiamminghi.
premoderna. Colbert mise in pratica nel 1600 la politica mercantilistica, statalizzando la manifattura e la metallurgica
francese e incentivando il movimento verso la Francia di capitale umano, addirittura arrivò a dirottare una nave che
trasportava artigiani svedesi in Francia. Di risposta gli altri paesi misero delle taglie sulla testa degli artigiani che
emigravano all’estero. (vedere lezione 1)

Crescita economica
L’Europa medioevale ricomincia a crescere grazie a:
 Ripresa demografica;
 Sensibile aumento della produzione agricola, grazie all’innovazione tecnica questo porta all’abbandono Commented [LB31]: Problema storico dell’Europa, terra
dell’agricoltura di sussistenza e alla libertà della forza lavoro che prima era impiegata nei campi e che invece molto popolata ma scarsa di campi fertili.
ora può essere impiegata negli scambi commerciali e nell’artigianato, attività ben più fruttuose; Commented [LB32]: Per esempio chi poteva affiancare
 Ripresa degli scambi commerciali di breve, media e lunga distanza; l’allevamento di bestiame all’agricoltura poteva concimare
 Di conseguenza, crescente urbanizzazione e nuove forme dell’economia cittadina come artigianato e aree più grandi, e questo prima non era stato compreso
corporazioni (vedere lezione 1).

Meno manodopera
Innovazioni
Poca manodopera necessaria in campagna e Ripresa degli
tecniche in Urbanizzazione
disponibile aumento della scambi commerciali
agricoltura
produzione agricola

Quali furono i settori guida dello sviluppo economico medioevale?

Il settore agricolo
Grazie a numerose innovazioni tecnologie come l’aratro pesante, la rotazione triennale delle colture, il cavallo che Commented [LB33]: Quindi ferro di cavallo, basto per
comincia a sostituire il bue, dal ‘600 in poi si può parlare di una vera e propria rivoluzione agricola, soprattutto in cavalli, attacco a tandem
Europa settentrionale. Iniziano a formarsi delle grandi proprietà; in Inghilterra per esempio alcune proprietà comuni
destinate ai piccoli contadini vengono vendute ai privati che vanno a formare quindi grandi proprietà i piccoli
contadini che vivevano quindi dei territori comuni devono trasferirsi in città perché la manodopera in agricoltura
scarseggia sempre più (vedere lezione 6).

Il commercio internazionale (di beni alimentari, tessili e spezie)

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Le tre Repubbliche Marinare scambiano prodotti esteri ma anche quelli che producono loro stesse. L’egemonia delle
Repubbliche Marinare termina quando l’efficienza delle navi olandesi e poi inglesi le surclassa. Inoltre l’Italia perde il
treno dei commerci sull’Atlantico e anche la mancanza dello Stato-nazione fa la sua parte. I centri commerciali più
importanti sono l’Italia, la Francia settentrionale, la Spagna meridionale e la Germania settentrionale. Il mondo però
si allarga sempre più, con la scoperta dell’America e la circumnavigazione dell’Africa. Chi crede in questi commerci si
svilupperà molto più rispetto a chi rimane agganciato al Mediterraneo.
I mercati assumono una grande importanza:
 Locali - il mercato di piazza che si tiene con cadenza periodica;
 Urbani - che iniziano a attrarre anche merci dall’esterno;
 Interregionali - le fiere, molto importanti per l’Europa dell’epoca. Si scambiava principalmente bestiame o
materie prime ed erano specializzate.

L’industria (le manifatture)


 Artigiana;
 Domestica - lavoro agricolo dedicato alle donne che lavorano il lino, la lana e i bachi da seta. È un’attività
integrativa del lavoro agricolo;
 Manifattura centralizzata - iniziano a crearsi dei piccoli opifici dove tante persone insieme lavoravano per
produrre un prodotto, soprattutto tessile e più tardi metallurgico. Commented [LB34]: Bologna per esempio era famosa per
la produzione della seta prodotta da mulino. La città era
divisa in 2 corporazione: quella dell’opera bianca e quella
Il settore finanziario dell’opera tinta. La concorrenza feroce era quella con Lione
Vedere lezione 3. -sostenuta anche dagli investimenti colbertiani- che iniziò a
produrre anche tinte colorate, oltre al bianco e al nero. E
questo portò alla veloce decadenza di questa attività
Concludendo bolognese.
L’evoluzione tecnologica in epoca pre-industriale era:
 Difficile a causa della mancanza di energia;
 Possibile grazie alla maturata predisposizione culturale ad accettare il cambiamento;
 Possibile grazie all’aumento di produttività nell’agricoltura;
 Commercio e manifatture stanno diventando i settori trainanti dello sviluppo economico.

TERZA LEZIONE- STORIA ECONOMICA


Il settore finanziario (che comprende anche sistema tributario e monetario) è la quarta gamba su cui si poggia la
crescita economica dell’epoca pre-industriale che va dal 1200 in poi (le altre sono nella lezione 2).

Dal 1300 in poi le novità furono notevoli in questo campo:

 Reintroduzione della moneta;


 Diffusione delle banche;
 Sviluppo di un sistema fiscale principalmente a tassazione indiretta;
 Nuove istituzioni di ambito economico;
 Nascita della borsa.

Tutte queste sono innovazioni istituzionali di ambito economico. Esse servono a ridurre i costi di transizione, a ridurre
le asimmetrie informative, quindi a migliorare la circolazione delle informazioni, a ridurre l’incertezza e il rischio insita
nei rapporti economici, grazie per esempio ai contratti firmati.

Moneta
La moneta viene reintrodotta a partire dal 1300 circa. Fino ad allora dalla fine dell’Impero Romano era stato il baratto
a farla da padrone. Dapprima si diffuse la moneta di conto carolingia, la lira, che valeva solo 12 denari. Si capì però che
era necessaria più quantità di moneta e per questo nacquero le zecche di stato. Non esisteva la carta moneta, essa
esisteva solo in Cina come ci racconta Marco Polo. La moneta era coniata in metalli preziosi, in argento o in oro, aveva Commented [LB35]: Le prime ed introdurlo nelle monete
quindi un alto valore intrinseco, un valore effettivo e non di conio. I principi ed i re però spesso svalutavano le monete coniate sono Venezia e Genova.

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via via con il tempo, non sempre avvertendo di questi cambiamenti. Per controllare il contenuto ed il valore delle
monete nasce quindi il lavoro del cambiavalute/banchiere di cui si parlerà successivamente. La moneta aveva tre
funzioni:

 Moneta di conto - misura di valore e di confronto di beni e servizi sulla base di un prezzo;
 Moneta circolante alta e/o bassa - mezzo di pagamento per acquisto di bene e servizi e pagamento delle
imposte;
 Moneta circolante alta - mezzo di conservazione del valore nel tempo per la tesaurizzazione.

Per finanziare le guerre e le forti spese i principi ed i re potevano svalutare le monete -grazie alle zecche reali che
diminuivano il valore reale svilendo la lega- oppure alzare le tasse indirette inflazione e svalutazione.

Banche
Come abbiamo già detto i banchieri erano inizialmente cambiavalute, intermediari tra pubblico e zecche.
Successivamente cominciarono a raccogliere depositi ed effettuare pagamenti ed infine iniziarono a fare credito per
finanziare i traffici ed i commerci internazionali e più tardi anche la nascita di opifici e industrie. Si diffondono anche i
primi assegni, chiamati allora cambiali e lettere di cambio: nient’altro che degli impegni di pagamento stipulati tra la
banca e il debitore, che raggiungono anche canali europei ed extraeuropei. Commented [LB36]: Sempre che l’ente creditore fosse
ben conosciuto e godesse di una buona reputazione.
Dal 1400 nascono i banchi pubblici -cioè le prime banche statali e le prime banche centrali- principalmente per
Commented [LB37]: La Banca d’Inghilterra nasce nel
difendere gli interessi dei cittadini dai grandi fallimenti delle banche private, verificatisi soprattutto a Genova. Un 1694.
fallimento di un banchiere infatti porta sempre al fallimento dell’economia locale poiché tutti coloro che possedevano
Commented [LB38]: Questi erano i banchieri più noti e
depositi presso le banche in fallimenti li perdevano. più ricchi in Europa, prestavano addirittura ai re, ed
andarono in crisi quando non riuscirono più a ritirare i
Quali sono i compiti, anche al giorno d’oggi, delle banche centrali? crediti emessi.

 Monopolio dell’emissione;
 Fissazione del tasso di sconto (tasso di credito);
 Supervisione del tasso di cambio;
 Supervisione del sistema bancario;
 Prestatore di ultima istanza.

Credito bancario
Il credito è la radice del capitalismo moderno. Ed in questa fase nasce proprio il credito. Grazie al diffondersi
dell’economia creditizia nascono i venture capital per finanziare la nascita delle prime imprese e dei viaggi
commerciali. In tutto questo c’è certamente il problema dell’usura: fino al 1179 addirittura si prevede la scomunica Commented [LB39]: Dante li mette all’Inferno nella sua
per gli usurai, cioè tutti coloro che chiedono un interesse sui denari dati a prestito. Ma presto diventa d’uso comune Divina Commedia.
chiedere il lucrum cessans, cioè l’interesse come risarcimento per il mancato guadagno, che aggira definitivamente la
scomunica ecclesiastica.

Sistema fiscale
Dal 1300 in poi si sviluppò un minimale sistema fiscale; minimale perché minimale era anche l’intervento statale. Con Commented [LB40]: Solo il 5-6% del reddito era
questi esigui introiti gli stati e le città coprivano le spese, che erano soprattutto di difesa e destinate alla guerra. prelevata dal potere pubblico.

Tassazione indiretta
La tassazione indiretta era quella su cui si basava il 90% delle entrate tributarie, tramite:

 Dazi di mercato, pedaggi per l’uso di strade o ponti, diritti d’attracco;


 Dazi sull’entrata e uscita delle merci dalle porte;
 Dazi sui consumi: pane, vino, carne, sul sale; su taverne, panni, seta, sulle doti;
 Infinita fantasia tributaria medievale.

Ovviamente, come anche oggi, la tassazione indiretta era particolarmente iniqua: tutti pagano allo stesso modo, ricchi
e poveri. Era quindi anche particolarmente invisa.

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Tassazione diretta
Vi era però anche la tassazione diretta, anche se molto meno radicata. La prima tassa diretta la troviamo in epoca
carolingia: il fodro (26 denari per famiglia). In età comunale, per aumentare gli introiti, si introduce l’estimo che cerca
di stimare la capacità contributiva dei singoli individui (per reddito e per capitale). Per aumentare ulteriormente gli Commented [LB41]: Nasce per questa ragione il catasto.
introiti si tassarono i ricchi che dovevano prestare soldi alla città od allo stato per motivi contingenti (che in cambio Commented [LB42]: Guerre in vista per esempio.
ne avevano una rendita perpetua del 5% annuo). I contribuenti più facoltosi preferivano però questi prestiti forzosi
una tantum piuttosto che i prelievi diretti in base al reddito.

Nei grandi stati che esistevano prima dell’Italia erano previste le tasse regie (dal XII secolo). Questa è la situazione
nelle grandi nazioni europee:

 UK - tassazione indiretta, dazi doganali su importazioni e su export di lana grezza; Commented [LB43]: Spesso veniva esportata grezza in
 Francia - taille, un’imposta diretta personale (4/5 delle entrate) e la gabelle, una tassa indiretta sul sale; Toscana per poi tornare in UK lavorata.

Debito pubblico
Il debito pubblico lo osserviamo per la prima volta a Genova e a Venezia per far fronte alle campagne militari. Si
emettono quindi titoli di stato che vengono venduti dentro e fuori al Comune. Il loro valore dipendeva dalla solidità e
dalla credibilità dei corrispettivi stati.

Questa pratica si diffonde presto anche nel Nord Europa ed iniziano quindi ad essere scambiati sempre più titoli di
stato nelle fiere di cambio europee. Un sistema completamente basato sulla credibilità e sulla fiducia dei consumatori.
Poteva infatti accadere che gli stati fallissero per interessi sul debito troppo elevati e insolvibilità.

Innovazioni istituzionali
Dal 1200 nasce la figura del notaio in Italia che certifica il diritto di proprietà, che assume quindi un valore giuridico. Commented [LB44]: Uno dei primi limiti anche ai sovrani
Il notaio è inoltre la figura professionale che prepara materialmente i contratti per ogni attività economica. Iniziò anche assoluti e allo stato.
a diffondersi l’embrione dell’attuale diritto commerciale, cioè lo ius mercatorum, rispettato praticamente in tutta Commented [LB45]: A Venezia i notai lavoravano al porto
Europa per via della sempre più stretta rete commerciale nel continente. Grazie a questo si iniziò a diffondere la partita per interporsi tra il prestatore di venture capital e il
commerciante in partenza per nuovi scambi.
doppia. Vengono inoltre introdotti i numeri arabi a discapito dei numeri romani, troppo complicati.
Commented [LB46]: Un diritto consuetudinario.
Nasce inoltre una nuova forma di imprese, chiamata commenda o colleganza (oppure compagnia di negozio), quella
che oggi viene chiamata società per azioni. Grazie al contratto di colleganza le compagnie e le prime imprese si aprono
a soci esterni: ognuno mette una parte dei suoi risparmi per finanziare l’impresa e quindi i proventi saranno ripartiti
in base a quanto si è investito. In questo modo le compagnie commerciali si ampliano sempre più fino a diventare delle Commented [LB47]: In questo modo si riduce inoltre il
vere e proprie moderne “multinazionali”, tra le più famose la Compagnia delle Indie Occidentali e la Compagnia delle rischio di impresa.
Indie Orientali dei vari stati. Viene compreso quindi che più il capitale viene reinvestito più frutta, a discapito della Commented [LB48]: Alcune compagnie commerciali
tesaurizzazione. Anche i piccoli risparmiatori vennero coinvolti. come la Vereenigde Oostindische Compagnie (1602)
possono contare sul monopolio del commercio olandese
nell’Oceano Indiano, su 1143 sottoscrittori iniziali, su 6,45
Importanza delle istituzioni milioni di fiorini di capitalizzazione, del tasso del 27% di
Le istituzioni sono un insieme di regole che presiedono al modo in cui gli individui e i gruppi cooperano e competono dividendi annui agli azionisti e di 300 navi a partire dal 1700.
per raggiungere i loro obiettivi.

Gli Stati possono quindi avere istituzioni più o meno efficienti, e sulla base dei risultati raggiunti da questi sistemi si
creeranno dei modelli da imitare e dei modelli da evitare. Lo storico Douglas North vede tutti i balzi in avanti della Commented [LB49]: Zamagni 1, pag. 38.
storia economica come il risultato azzeccato di bilanciamenti istituzionali. Ma la definizione di questo sistema
istituzionale dipende soprattutto dalla storia e dalla cultura di un paese, piuttosto che da regole economiche universali.
Questo è il concetto ben spiegato da Paul David del path dependence, che spiega le difficoltà di imitazione di modelli
vincenti prodotti da altri ma non coerenti con il proprio passato.

Borsa
Le borse iniziarono ad avere una sede fissa. Sono un’unione d’affari i cui membri si incontrano in tempi stabiliti, in
genere quotidianamente, per scambiarsi titoli. Ovviamente le borse si prestavano anche alle attività dell’azzardo e

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della speculazione. Per arrivare a grandi guadagni bisogna quindi possedere importanti competenze matematiche e
di calcolo di rischio. Le borse contrattano azioni e titoli di stato, opzioni (put and call) e contratti a termine (futures).

Crisi finanziarie e bolle speculative


Nascono però anche le prime grandi crisi finanziarie: nel 1636-1637 si sviluppò una bolla speculativa dei tulipani
olandesi, la tulipomania, il primo caso di euforia irrazionale. Gli olandesi -che avevano un reddito pro capite piuttosto
elevato- acquistarono sempre più tulipani, che importavano dalla Turchia. Le borse quindi, soprattutto quelle di
Amsterdam, iniziarono a scambiarsi i bulbi di tulipani, che acquistarono sempre più valore (fino a 6000 fiorini). Come Commented [LB50]: 1 fiorino = 50 € attuali
tutte le altre bolle ad un certo punto i prezzi iniziarono improvvisamente a crollare e moltissimi investitori, piccoli e
grandi, persero enormi fortune e dovettero indebitarsi.

Concludendo
 A livello finanziario, sono secoli ricchi di innovazioni istituzionali;
 A fianco del diffondersi della moneta, nascono banche private e pubbliche;
 Si sviluppano nuovi strumenti finanziari, la tassazione e nuove forme di impresa;
 Nascono le borse (e le crisi di borsa).

QUARTA LEZIONE- STORIA ECONOMICA


L’affermazione della supremazia europea (1500-1700)
La supremazia acquisita in campo tecnico permise ai popoli europei di avventurarsi nelle esplorazioni geografiche. Le scoperte
dei nuovi continenti e l’apertura delle nuove rotte portarono a una conseguente espansione economica, militare e politica del
vecchio continente.
In poco più di un secolo Portoghesi e Spagnoli prima, Olandesi e Inglesi poi gettarono le basi sella supremazia europea su scala
mondiale. Le Repubbliche Marinare invece persero il loro primato navale perché rimasero indietro dal punto di vista tecnico,
politico ed economico.

I traffici si intensificarono verso le colonie dell’America Centro-Latina per Spagna e Portogallo, mentre l’Inghilterra si concentrò
sull’America del Nord e l’Olanda verso le coste asiatiche e sud-africane. La Cina invece durante questo periodo rimase un mercato Commented [LB51]: Si riusciva solo ad importare
piuttosto chiuso per le esportazione europee. prodotti cinesi e non ad alimentare l’export. Perciò serviva
una certa liquidità per commerciare con la Cina, e ciò
accade solo dal momento in cui l’America Latina fu
Spagna e Portogallo colonizzata ed insieme a lei le sue miniere d’oro. Solo più
Spagna e portogallo si divisero l’America Latina grazie al Trattato di Toroesillas stipulato dal Papa. tardi i commercianti europei, soprattutto inglesi, riuscirono
a trovare lo sbocco cinese con il commercio dell’oppio che
arrivò addirittura a invertire completamente la bilancia
Portogallo
commerciale del gigante asiatico.
Il monopolio del commercio portoghese era in mano alla Casa delle Indie che aveva base operativa a Lisbona. L’impero coloniale
portoghese era organizzato sul modello fenicio, espandendosi solo lungo le coste grazie a poche ma importanti basi commerciali.
Il commercio si sviluppava attraverso le nuove rotte aperte da Bartolomeo Dias e da Vasco De Gama. I traffici interessavano le Commented [LB52]: Che arrivò fino a Capo di Buona
colture esotiche, come il caffè, che l’Europa fino ad allora non conosceva. Pensiamo al tabacco, che velocemente si diffuse in Speranza.
Europa. Altri esempi sono il cacao, il pomodoro, la patata, la melanzana, il the. Lo zucchero è un altro prodotto che deriva dalle
Commented [LB53]: Che circumnavigò l’Africa.
zone caraibiche e che soppiantò il miele come dolcificatore alimentare; successivamente però si produsse lo zucchero dalla
barbabietola e quindi il commercio con l’estero si bloccò velocemente. Commented [LB54]: Entra subito nelle colture e
nell’alimentazione degli europei. Erano utili nel caso delle
carestie e si adattava anche ai climi rigidi dell’Europa del
Spagna Nord.
La Spagna possedeva invece un forte impero territoriale articolato in due vicereami: Nuova Castiglia e Nuova Spagna. Il Consiglio
delle Indie era l’organo predisposto all’organizzazione dell’Impero. Erano in particolare i cadetti della casa reale a buttarsi nelle
campagne coloniali, per conquistarsi un potere che in patria non poteva aspirare. I più famosi sono Hernan Cortes e Francisco Commented [LB55]: Anche l’Europa tuttavia importò una
Pizarro. Più che con le armi gli spagnoli decimarono le popolazioni Inca e Azteche grazie alle malattie e ai batteri che portarono i malattia dall’America Latina: la sifilide.
conquistatori europei. I territori americani furono riempiti di piantagioni gestiti dagli europei, anche dagli italiani. Gli spagnoli
Commented [LB56]: Gli europei non subirono lo stesso
importarono dal nuovo mondo argento, tabacco, cacao, pomodoro, mais, patate, caffè, the e zucchero. effetto perché l’Europa è comunque sempre stata in
La Spagna, grazie ai suoi commerci soprattutto di materiali preziosi, riuscì ad ottenere un’enorme quantità di liquidità. Questa contatto con mondi e popolazioni diversi. L’America è
liquidità non si tramutò però in maggiore ricchezza, poiché la domanda crebbe ma non l’offerta. Questo portò a far sì che la invece rimasta incontaminata nei secoli precedenti al 1492.
domanda venisse soddisfatta prevalentemente da prodotti e servizi esteri. L’importazione dall’estero crebbe e la produzione
Commented [LB57]: Aumentò infatti la circolazione di
autoctona rimase al palo.
moneta.

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Le entrate derivanti dallo scambio di metalli preziosi erano controllate infatti per ¼ dal sovrano, che le impiegava nel finanziamento
del crescente deficit commerciale e nelle spese statali per le spese militari e del servizio del debito. Gli effetti sono che la quantità
d’oro e d’argento sono insufficienti, il re doveva quindi ricorrere alla bancarotta e/o a tasse più alte. Se infatti i maggiori fondi non
vengono reinvestiti l’effetto è perverso sull’economia; per cui viene a crearsi maggiore inflazione a causa della maggiore liquidità,
che però non è distribuita nell’economia ma tesaurizzata.
Tutto questo lo spiega anche l’equazione degli scambi di Irving Fisher: 𝑷 = 𝑴𝑽/𝑻

Legenda:
 M= quantità di moneta;
 P= prezzo;
 T= somma di quantità dei beni prodotti e scambiati;
 V= velocità della circolazione della moneta.

Osserviamo quindi un declino della Spagna nel ‘600. Questo paese serve come classico esempio per dimostrare che arricchirsi,
aumentare la domanda, non è sufficiente per innescare lo sviluppo. Furono infatti paradossalmente più i paesi esteri ad
approfittare della ricchezza spagnola, che gli spagnoli stessi. Ad ogni modo nel corso del ‘600 diminuì drasticamente l’afflusso di
metallo prezioso dalle Americhe, la principale fonte dell’euforico benessere spagnolo venne quindi ad inaridirsi.

North, premio Nobel per l’economia, sostiene a proposito che la Spagna inizia il suo declino nel ‘600 -nonostante l’oro coloniale-
poiché non rinnova le sue istituzioni economiche, politiche e sociali. L’incapacità di rinnovarsi la porta alla stagnazione che vivrà
per diversi secoli.

Inghilterra e Olanda
Inghilterra
L’Inghilterra solo nel 1400 era un paese ancora poco sviluppato che produceva prevalentemente lana. Era la periferia d’Europa.
La sua fortuna è però l’unità politica: era una monarchia parlamentare. Era inoltre tollerante rispetto ai rifugiati europei che
scappavano dalle persecuzioni religiose. Poteva inoltre godere di una ricettività culturale che la portarono al vertice del
commercio internazionale in qualche secolo.
In particolare l’Inghilterra approvò diverse riforme economiche, nell’ottica mercantilistica: Commented [LB58]: Leggere il paragrafo successivo.
 Dazi più alti per colpire manufatti stranieri, soprattutto francesi;
 Navigation Acts, che imponevano che le merci importate in Inghilterra dovessero essere trasportate solo su navi inglesi
e che almeno ¾ della ciurma fosse inglese. Questo porta il settore della costruzioni navali inglese a crescere
enormemente;
 Calicò Acts, atti che evitarono il fallimento del settore tessile inglese. Il Parlamento considerando le sempre crescenti
importazioni di tessuti colorati di cotone da Cina e India ne vietò l’importazione. Le fabbriche inglesi infatti producevano
solo stoffe non colorate, di colore grezzo. L’effetto secondario di tale atto fu l’incentivo per i tessitori inglesi a produrre
a loro volta tessuti colorati.
 L’Inghilterra incentivò la pirateria contro gli avversari militari e commerciali pirateria di stato;

Olanda
L’Olanda operava principalmente un commercio di intermediazione o di transito. Questo paese era per molti sinonimo di libertà
e di tolleranza. Commented [LB59]: Anche religiosa.
L’Olanda approfittò dello sviluppo di importanti centri per gli affari, del connubio agricoltura evoluta-allevamento, delle
manifatture tessili nelle Fiandre, del commercio dal Baltico al Mediterraneo e dei giacimenti di torba. Commented [LB60]: Simile al carbone.

Colbertismo
I grandi stati europei attuarono in questi anni le politiche economiche tipiche del mercantilismo, o Colbertismo, cosa che non Commented [LB61]: Possono attuarla solo i grandi stati
fece per esempio la Spagna. Seconda questa teoria il commercio internazionale è un gioco a somma 0, per cui si può crescere solo perché ne hanno la capacità organizzative. Proprio in questo
a spese del vicino. Per questo la politica commerciale deve sostenere le esportazioni e limitare le importazioni con barriere e periodo l’Italia perde sempre più terreno per la sua
dazi. divisione territoriale, politica ed economica.
Il massimo rappresentate della politica mercantilistica è Colbert, ministro dell’economia francese del ‘600. Commented [LB62]: La ricchezza può solo essere
scambiata, non prodotta.
Dal Colbertismo al liberismo il passo è breve. La differenza sta nel fatto che -secondo il liberismo- invece di migliorare le produzioni
nazionali è necessario migliorare i settori strategici di un paese. Riferendosi all’Inghilterra Adam Smith auspica che continui ad
investire nel tessile, che rappresenta il suo prodotto migliore, e che a sua volta il Portogallo -per esempio- continui ad importare
il tessile inglese. Da parte sua il Portogallo invece avrebbe puntare sulla produzione di vino, del Porto, che l’Inghilterra non avrebbe
mai potuto produrre in modo migliore. Tutto questo, secondo Smith, avrebbe provocato un circolo virtuoso. (vedere lezione 10)

Rivoluzione scientifica
Durante questi convulsi secoli si imposero il metodo sperimentale e l’applicazione della matematica nella spiegazione della realtà.
È la cosiddetta Rivoluzione Scientifica.

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Si cominciarono a diffondere la sperimentazione e la curiosità nei confronti dei fenomeni naturali. Decadde quindi l’idea teologica
che la Bibbia potesse spiegare la natura della Terra.
Si diffusero inoltre l’alfabetismo e l’istruzione almeno primaria, anche grazie alle organizzazioni cristiane protestanti. Commented [LB63]: Ai protestanti è richiesto di saper
leggere la Bibbia, e quindi si diffonde l’alfabetismo.
Concludendo
 Supremazia europea tra il 1500-1700:
o Nella tecnologia;
o Nella potenza militare;
o Nei commerci (e imperi coloniali);
o Nella scienza (rivoluzione scientifica);
 Olanda e Gran Bretagna divengono i paesi leader grazie a liberta, tolleranza e ricettività culturale;
 Diminuzione delle ricorrenti carestie grazie alle nuove colture esotiche, il che porta ad un ulteriore incremento della
popolazione europea.

Quinta lezione- storia economica


Da questa lezione in poi il libro di riferimento è “Dalla rivoluzione industriale all’integrazione europea” di V. Zamagni.

L’Europa non è certo il continente più all’avanguardia nel mondo di allora, nessuno forse avrebbe scommesso sulla
sua leadership dei secoli successivi. Ci riuscì probabilmente perché, dopo aver importato le idee e le innovazioni altrui,
le migliorò nella tecnica. I suoi competitor, l’Impero Arabo e la Cina, vivono invece un periodo di declino anche per
loro problemi interni.

I competitor internazionali
Impero Arabo
La scienza viene denunciata come eretica dagli estremisti religiosi, è un segno dei danni causati dal connubio di potere
tra religione e politica. Dovrà quindi importare sempre più tecnologia dall’estero.

Cina
La Cina è sempre stata all’avanguardia, anche dal punto di vista amministrativo e del buon governo. Vi era addirittura
un principio di selezione su base meritocratica dei burocrati imperiali, i mandarini. Importante era la gestione del
sistema idrico, in cui i Cinesi erano maestri, poiché le tasse erano rappresentate soprattutto dai dazi di passaggio sulle
vie fluviali. La Cina, per tutti questi motivi e anche per l’avanguardia nella scienza, era il centro del mondo. Per arrivare
a questo livello la Cina si è servita della supremazia dell’Imperatore sui suoi sudditi, aiutato nel mantenimento del
potere dalla religione confuciana, che incentivava soprattutto l’obbedienza e la sottomissione.
La Cina tuttavia dal 1368 chiude il mercato con l’estero mentre i diritti di proprietà non sono istituzionalizzati. Questo
mancato rispetto della proprietà privata disincentiva quindi la sperimentazione innovativa e gli investimenti e dimostra
la mancanza di libertà. Gli scienziati addirittura iniziarono a venire perseguitati, ma non potevano fuggire all’estero in
paesi più tolleranti come in Europa: la Cina era infatti un enorme stato unitario. La donna infine era reclusa e segregata,
mentre in Europa le donne sono già al lavoro nel settore tessile.

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Leadership dell’Europa
Disputa tra elementi facilitanti e fondamentali
Elementi facilitanti del primato europeo:
 Clima;

 Localizzazione geografica;

 Buone risorse naturali.


Elementi fondamentali del primato europeo:

 Elementi filosofico-religiosi;

 Organizzazione della società. Commented [LB64]: Il cristianesimo faceva vivere come


colpa l’arricchimento individuale. Calvino invece, sulle orme
Su questo punto vi è una disputa storica tra chi ritiene che siano gli elementi facilitanti quelli più importanti, mentre di Lutero nel 1530, si spinge più in là: la sua religione si basa
altri pensano che siano quelli culturali, economici, storici, sociali ed istituzionali; tra questi storici troviamo Landes. Tra sulla predestinazione. Quindi i Calvinisti cercano con le loro
azioni di capire le conferme della propria posizione: una di
i primi invece gli storici più importanti vi è Diamond, che scrive “Guns, Germs and Steel”, in cui si focalizza sugli aspetti
queste è certamente il successo nel lavoro e nella vita
facilitanti: per esempio scrive che in Europa si trovano gran parte delle razze di animali domesticabili e non aggressive; professionale. Il guadagno quindi deve essere reinvestito
un altro aspetto che prende in considerazione è lo sviluppo orizzontale del continente, che fa sì che non vi siano secondo i calvinisti.
rilevanti differenze climatiche ed ambientali. Daron Acemoglu invece, un altro storico dalla parte di Diamond che ha
Commented [LB65]: Robert Putnam scrive un libro
scritto “The rise of Europe”, ritiene che la posizione dell’Europa che si affaccia sull’Atlantico abbia favorito questa parte proprio sul capitale sociale dei nostri Comuni italiani e
del vecchio continente per via della posizione privilegiata per gli scambi con le Americhe. riprende il principio di familismo amorale, per cui la famiglia
ricopre un ruolo fondamentale e sopra ogni altra istituzione
Gli elementi fondamentali sociale. Rivedendo questo principio Putnam si chiede il
perché nel Sud Italia questo principio sia fondamentale
 Culturali e religiosi - la persona umana diviene un valore sacro e inviolabile, secondo i principi di libertà ed ancora oggi mentre non è così nel Nord: egli trova quindi la
uguaglianza, grazie anche all’etica protestante ed al capitalismo, come riteneva Max Weber. differenza che cercava, i Comuni medioevali. Come valuta il
senso civico Putnam? Grazie al capitale sociale, grazie
 Politici - nascita dei Comuni, un’innovazione istituzionale che porta ad una nuova urbanizzazione ed a una all’associazionismo, al civismo, alle organizzazioni sociali.
minima democrazia all’interno del centro urbano. Dal 1200 le città del Nord hanno iniziato a svilupparsi in
questo senso, mentre il Sud è rimasto indietro da questo
punto di vista.

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 Giuridici e economici - si afferma il diritto di proprietà, che viene riconosciuta anche dal potere, si inizia a
trattare sulla base di contratti reciproci, soprattutto di mezzadria, e la diffusione sempre maggiore della Commented [LB66]: Il contadino lavorava la terra del
propensione al rischio e dell’investimento. padrone, e poi si faceva a metà. Questo ovviamente ha
sviluppato una certa produttività e un senso imprenditoriale
 Filosofici - la razionalità diviene lo spirito guida della società e l’uomo viene definitivamente considerato nei contadini.
superiore alla natura. Commented [LB67]: Homo faber.

 Scientifici e tecnologici - che portarono alla I Rivoluzione Industriale. I paesi tolleranti dal punto di vista
religioso furono avvantaggiati rispetto agli altri perché accolsero moltissimi artigiani prima e scienziati dopo
che nei paesi d’origine erano perseguitati. Numerose innovazioni tecnologiche inoltre derivano dai sempre più
frequenti scambi commerciali, anche a livello internazionale. Più le persone si spostano insieme alle merci più
anche le idee circolano in tutta Europa.

 Economici - innovazioni nell’organizzazione della produzione, una protoindustrializzazione, che aprirà le porte
alla Rivoluzione Industriale. Ci si accorge infatti che la presenza di gilde e confederazioni di artigiani, che in
passato erano state molto utili, ora non è più competitiva perché riduceva la competizione e teneva troppo
alti i prezzi. L’artigiano era diventato una forma di lavoro troppo protetta, che lavorava a dei prezzi troppo
elevati rispetto alla domanda. Il lavoro artigiano viene quindi spostato fuori dalle mura cittadini, anche con
l’aiuto delle donne: il mercante porta il materiale grezzo ai contadini e lo rivende in città come prodotto finito.
I prodotti sono certamente meno pregiati e raffinati, ma molto meno cari. Questo è la protoindustrializzazione,
che si diffonde soprattutto in Nord Europa mentre per esempio in Italia incontra difficoltà per le resistenze
delle gilde di artigiani.
 Demografici - questo è sia un effetto della situazione favorevole ma resta anche una causa. Dal 1740 al 1940
l’Europa quintuplicò la sua popolazione. Ciò ovviamente porta con sé anche delle difficoltò evidenti, come
quelle evidenziate da R. Malthus, che parla di rendimenti marginali decrescenti derivanti dai territori coltivati
sempre meno fertili per soddisfare il fabbisogno di cibo. Questo problema viene superato dall’aumento della
produttività soprattutto nel settore agricolo.

Sintetizzando, l’Europa riesce a prevalere su Impero Arabo e Cina per via delle libertà individuali (ed economiche)
maggiormente tutelate, grazie alla diffusione di un diritto certo e rispettato, e grazie alla pluralità di istituzioni in
campo culturale e sociale.

Paesi leader in Europa


Gli equilibri politici sono in continuo cambiamento, a causa delle guerre, ma quelli economici sono i seguenti:

 L’Italia centro-settentrionale e Paesi Bassi meridionali erano le regioni d’Europa più avanzate;
 Successivamente l’Italia declinò e l’Olanda fu presto raggiunta e superata dall’Inghilterra (ricchezza
istituzionale, ricchezza di risorse naturali, alta alfabetizzazione);

Il declino italiano
Le cause del declino italiano:

 Frammentazione politica ed economica;


 Decadenza industriale;
 Decadenza commerciale.

Il primo che sottolinea questa decadenza italiana è Macchiavelli nel Principe.

“L’efficienza non appartiene più alle vecchie città stato, ma alle nazioni moderne.”

cit. Paolo Malanima.

Sviluppo dell’Inghilterra
 Istituzioni politiche ed economiche moderne;

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 Ruolo della domanda interna e internazionale;
 Invenzioni e innovazioni tecnologiche (tessile, siderurgico, minerario);
 Ampia disponibilità di risorse (cotone, minerale di ferro, carbone);
 Scoperta nuova fonte di energia (vapore).

Per maggiori informazioni vedere lezione 6.

Rivoluzione industriale
 Fonti di energia inanimata;
 Macchine azionate da energia meccanica mulino viene messo da parte;
 L’uomo non è più agricoltore ma manipolatore di macchina azionate da energia inanimata.

Con la Rivoluzione Industriale viene messo in dubbio il concetto patrimoniale che avevano i sovrani rispetto al loro
regno. La forza e la ricchezza di uno stato ora non sono più direttamente proporzionali all’estensione territoriale. La
ricchezza dipende dalla tecnologia nei prodotti e nei trasporti e dalla disponibilità di risorse. Per maggiori informazioni
vedere lezione 6.

Concludendo
 Un vantaggio comparato: clima, localizzazione geografica e risorse;
 Un vantaggio accumulato nel corso dei secoli;
 Istituzioni politiche ed economiche funzionali;
 La GB fu prima perché per prima fece fruttare questi vantaggi.

SESTA LEZIONE- STORIA ECONOMICA


L’Inghilterra è il paese leader d’Europa. Questo grazie ai fattori facilitanti (vedi lezione 5) e alle istituzioni politiche, Commented [LB68]: La fortuna di essere un’isola è un
economiche e sociali molto solide ed innovative. Poteva godere inoltre di una rilevante crescita demografica, con una vantaggio per il commercio via mare e per la difesa (l’ultima
invasione risale al 1066 da parte di Guglielmo il Normanno).
popolazione sempre meno impegnata nei campi e sempre più in città. Non da poco infine l’apporto che diede l’alto
tasso di scolarizzazione degli abitanti inglesi. Commented [LB69]: Per quanto riguarda le risorse
naturali la Gran Bretagna è ricca di carbone superficiale,
ferro e legname.
Istituzioni politiche
La prima innovazione politica delle istituzioni inglesi risale al 1215, con la firma della Magna Charta, che limita i poteri Commented [LB70]: 63 articoli in latino.
del Re, che perde il diritto di confisca ed il diritto di imporre tasse unilaterali e fonda le basi per il regime parlamentare
inglese. La Magna Charta era un insieme di concessioni per la classe nobiliare, che da anni tentavano -anche attraverso
conflitti armati- di raggiungere questo risultato.

Le concessioni più importanti sono:

 Il Re non può imprigionare o esiliare nessuno senza equo giudizio di pari: quindi il potere giudiziario viene
separato dal potere esecutivo;
 Il Re non può negare o ritardare il diritto alla giustizia;
 Il Re doveva accettare l’elezione di una commissione di 25 baroni per controllare il rispetto delle norme della Commented [LB71]: Con un suffragio limitatissimo.
Charta primo organo parlamentare, che assunse piano piano anche un potere legislativo.

Queste conquiste rimasero nel tempo e man mano si allargarono anche al resto della popolazione. Inoltre se il Re non
avesse rispettato queste regole la Magna Charta normava che i baroni sarebbero stati legittimati ad impadronirsi delle
terre di proprietà reale. Il Re infatti non è al di sopra della legge. Questa è una grandissima novità per l’Europa, che
negli altri Stati arriverà solo molto più tardi.

Anche quando il Re, in particolare Carlo I nel 1640, tentò di tornare ad una monarchia assoluta il Parlamento i nobili
riuscirono a destituire il Re e a decapitarlo, grazie all’esercito di Oliver Cromwell. Cioè quello che accadrà più di 100
anni più tardi in Francia, in cui però la monarchia morì con il re, a differenza di ciò che accade in Inghilterra, dove il
regime monarchico sopravvivrà a Carlo I. Successivamente a questa fase concitata sarà Guglielmo D’Orange a
prendere il potere, che però sarà limitato dall’Habeas Corpus Act, che sancisce la libertà personale di tutti i sudditi e

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proibisce la carcerazione arbitraria, e dal Bill of Rights che legittima il potere legislativo al Parlamento, che ha pieno
potere sulla tassazione, e sancisce la libertà di parola e di stampa.

Istituzioni giuridiche
Queste norme sono importantissime perché finalmente il diritto viene riconosciuti da tutti i corpi della società, e
questo garantisce la libertà economica, oltre a quella personale. La maggiore crescita dell’Inghilterra passa anche e
soprattutto da questo punto. Per esserci un’unica legge deve esservi però anche il riconoscimento del potere e
dell’unità statale, e questa è una caratteristica propria solo di società piuttosto sviluppate. Economia, politica e diritto Commented [LB72]: A. Sen e Prahalad sono due studiosi
vanno quindi di pari passo. che concordano proprio su questo punto, soprattutto in
ottica futura: ritengono che i paesi sottosviluppati debbano
L’Inghilterra è famosa per la cosiddetta common law, il principio secondo il quale la giustizia veniva legiferata e sia dotarsi di un diritto chiaro e sia (soprattutto) farlo
rispettare ponendo lo Stato ed i suoi organi di controllo
amministrata sulla base delle mutate consuetudini accertare attraverso casi esaminati, che diventavano modelli per come garante.
le applicazioni successive. Non esisteva quindi una Costituzione vera e propria ma il diritto inglese, tutt’ora, si basa sul
principio dei precedenti giuridici.

Istituzioni economiche
In Inghilterra nascono delle nuove istituzioni prettamente economiche:

 Enclosure Bill (1621) - letteralmente legge per la recinzione dei campi aperti (vedere lezione 2). I campi di
proprietà dei Comuni che -per fare cassa- vengono privatizzati dalla prima metà del ‘600 anche nell’ottica di
incentivare la formazione di grande aziende agricole. I grandi proprietari terrieri aumentano così i loro
appezzamenti ma intanto innovano anche la produzione e l’organizzazione del lavoro dei campi, portando ad
un significativo aumento della produttività). Questo processo viene definito dagli storici “rivoluzione
agronomica”;
 Brevetto (1624);
 Banca d’Inghilterra (1694);
 Country banks e merchant banks - banche di investimento e di credito per commercianti;
 Politica economica mercantilistica - vedere lezione 4. Commented [LB73]: Con l’approvazione dei calicò acts e
dei navigation acts.
In generale l’intervento dello Stato era regolato dalla legge e dalla rappresentanza, per garantire la libertà economica
Commented [LB74]: No taxation without
personale. Ma in alcuni settori lo Stato interveniva in maniera sussidiaria e non sostitutiva dell’azione privata. Investiva reppresentation.
cioè in tutti quei settori che per il privato non erano abbastanza remunerativi, ma che risultavano strategici per lo
Stato e la popolazione. Le politiche protezionistiche dello Stato aiutarono assai l’economia e il commercio inglese,
basti pensare ai Navigation Acts e ai Calicò Acts (vedere lezione 4)

Mentalità
Gli inglesi riuscirono a primeggiare in Europa anche grazie alla loro mentalità curiosa, allo sviluppo della filosofia
empirica, alla capacità di imparare dall’esperienza secondo il processo del trial and error e soprattutto grazie ad un Commented [LB75]: Si diffonde educazione tecnica
forte incentivo a utilizzare i propri talenti a scopi produttivi. secondo il concetto del learning by doing. Per esempio gli
ingegneri inglesi non imparavano il lavoro all’università ma
I Rivoluzione industriale durante 4 anni di apprendistato in aziende edili. Gli unici
esami scritti erano quelli di abilitazione.
Non vi è stata solo una rivoluzione industriale, ma anche industriosa. Infatti oltre all’offerta è aumentata anche la
domanda; non poteva che essere così, in caso contrario si sarebbe verificato un disastro economico. I consumatori
videro crescere il loro potere d’acquisto, grazie al sempre maggiore reddito. Domanda e offerta si rincorrono andando
a creare un circolo virtuoso per l’economia inglese.

La Rivoluzione Industriale più che essere un boom economico è stato un lento ma continuo processo di crescita. Questa
affermazione è dimostrata dalle stime della crescita economica che viveva l’Inghilterra in quegli anni: 0,6% tra il 1760
al 1780, 1,4% tra il 1780 e il 1801 e il 1,9% nel 1801 al 1831.

Innovazioni nel settore tessile: Commented [LB76]: Primo settore che ha visto dei grandi
miglioramenti tecnici e tecnologici.
 Spoletta volante;
 Filatoio multiplo;
 Filatoio idraulico;

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 Mule-jenny;
 Telaio meccanico.

Tutte queste macchine nascono dapprima alimentate da un mulino, e quindi dall’acqua. Con la scoperta della macchina
a vapore il mulino viene sostituito.

La macchina a vapore viene inventata da Newcomen per aspirare l’acqua dalle miniere evitando quindi le infiltrazioni
nella roccia e i frequenti crolli. Questa macchina verrà poi migliorata ed affinata e potrà essere applicata a sempre più
utilizzi. Le navi vennero fornite di un motore a vapore, che venne affiancato alla vela almeno per un primo momento.
Anche i treni iniziarono ad essere trainati da un motore a vapore, mentre prima erano gli animali a fornire energia.

Nella seconda parte del ‘700 si


Aumento
riuscì ad ottenere dal carbon coke Innovazioni
disponibilità di
tecnologie
la ghisa e successivamente anche energia
l’acciaio. Infatti la Rivoluzione
Industriale comportò un cambio di
paradigma: le risorse naturali
sfruttabili per le attività umane non
era più solamente quelle in Aumento
Miglioramento
dell'offerta e della
superficie sulla crosta (legname, delle macchine
domanda
acqua, agricoltura) ma anche quelle
nel sottosuolo (carbone e petrolio
principalmente). Questo passaggio Contenimento
comportò un enorme aumento dei costi
della produttività potenziale: le
riserve nel sottosuolo erano infatti di enormi dimensioni e non condizionati, come quelle in superficie, dall’andamento
delle stagioni. Questa disponibilità di energia portò gli scienziati e gli imprenditori a voler migliorare le loro macchine
sempre di più. Infatti la Rivoluzione Industriale non fu causata tanto dalle innovazioni tecnologiche, ma più
dall’aumento mai visto prima della disponibilità di energia.

SETTIMA LEZIONE- STORIA ECONOMICA


In Europa possiamo osservare due diverse ondate di industrializzazione:

1. 1830-1870 - Belgio, Francia, Germania, USA; Commented [LB77]: Vedere lezione 9.


2. 1880-1910 - Svizzera, Paesi Bassi, Danimarca, Austria, Ungheria, Italia, Russia.

Prima ondata
I caratteri comuni della prima ondata sono:

 Ruolo dominante dell’industria tessile;


 Costruzione di una rete ferroviaria estesa a livello nazionale che coadiuvò la crescita di un’industria ad alta
intensità di capitale (meccanica, siderurgica, ecc) e permise la creazione di un vasto mercato interno (leggere
lezione 10)
 Ruolo delle banche commerciali e delle banche di investimento costituite in società per azioni che svolsero
l’importante funzione di rendere disponibili quote crescenti di risparmio a favore delle nascenti industrie. Oltre
alle banche commerciali e alle banche di investimento esistono anche le banche miste, che forniscono credito Commented [LB78]: Di invenzione tedesca.
a breve-medio e lungo termine.

Belgio Commented [LB79]: Zamagni 1, pag. 46.


Il Belgio innova il suo sistema economico imitando in modo importante il modello inglese. E’ un piccolo paese di 7,7 Commented [LB80]: Con il quale ha in comune una
mln di abitanti nel 1913 che consiste in due regione: le Fiandre e la Vallonia, che presentano differenze linguistiche e dotazione di risorse molto simile (tradizione marittima,
religiose. Investe infatti principalmente nel settore tessile -soprattutto sulla lana e sul lino-, siderurgico (cantieri navali, immigrazione di imprenditori, tradizione manifatturiera)
teoria Gerschenkron.

Distribuzione proibita
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materiale ferroviario, industria chimica) ed minerario-estrattivo -soprattutto del carbone-. Importanti furono anche
le banche che si rivelarono molto dinamiche; nel 1882 venne fondata la Société généerale de Belgique, una banca di
investimento che non solo deteneva pacchetti azionari di spa industriali ma le creava in prima persona e ne seguiva gli
interessi. È la prima holding finanziaria della storia, una novità anche per la progredita Inghilterra. Fu così che il Belgio
divenne il paese più industrializzato sul continente.

Francia
La Francia invece si diversifica rispetto a quello che era il paese leader. Avrebbe avuto probabilmente le possibilità di
essere lei stessa il paese leader dell’Europa ma aveva diversi problemi:

 Livelli di diffusione dell’istruzione bassi;


 Aristocrazia poco orientata agli affari;
 Istituzioni politiche e fiscali in costruzione, su cui però gli Inglesi poteva contare ormai da decenni;
 Gran parte della popolazione lavorava ancora in campagna; Commented [LB81]: 64% della popolazione, contro il 22%
 Rivoluzione Francese e instabilità politica. della GB.

Furono questi fattori, che riguardano principalmente le istituzioni, a sfavorire la Francia rispetto alla GB. Commented [LB82]: Anche se anche dal punto di vista
delle risorse naturali non era così fortunata.
La Francia ovviamente riuscì ugualmente a svilupparsi e a industrializzarsi, senza in realtà un processo di accelerazione
e di take-off, ma con un andamento costante che non le consentì mai di raggiungere il catching up con la GB. Investì
così in nuovi settori come la siderurgia, la chimica e l’elettricità, mentre mantenne la tradizione della lavorazione della
seta. Iniziò poi l’epoca della ferrovia e dell’automobile che vide la Francia in prima linea. L’industria francese era quindi Commented [LB83]: Vedere lezione 2.
generalmente più diversificata di quella inglese, ed anche di dimensioni più ridotte. Dal punto di vista bancario venne
fondata la Crédit Mobilier, che avrebbe dovuto funzionare come i grandi istituti belgi ma non ci riuscì mai. Infine il
colonialismo francese fu molto meno significativo dal punto di vista economico rispetto a quello inglese.

Germania
La Germania è rimasta per molti anni una pluralità di staterelli, fra cui solo uno si stagliava per dimensione e potenza:
la Prussia degli Hohenzollern. La Prussia era uno Stato economicamente avanzato, con una macchina statale efficiente
e un potente esercito. Ma nonostante l’importante disponibilità di carbone la futura Germania impiegò diversi anni Commented [LB84]: Soprattutto nella Ruhr.
prima di iniziare a svilupparsi velocemente. Un primo passo fu l’apertura di una zona franca sprovvista di dazi doganali,
quale fu lo Zollverein, nato nel 1833. Ad ogni modo fu solo il 1871, dopo l’unificazione, che la Germania ebbe il suo
vero e proprio take-off, rapido e sostenuto. Come possiamo subito notare questa accelerazione avviene a cavallo
dell’epoca delle ferrovie e della II Rivoluzione Industriale, un’epoca segnata dalla forte richiesta di capitale. La
Germania ebbe quindi un bisogno ancora maggiore ed impellente di finanziamenti, ma questo non le impedì di
diventare il maggiore produttore europeo di acciaio e leader nel mondo nell’elettricità e nella chimica. Commented [LB85]: All’alba della I Guerra Mondiale
deteneva i ¾ delle esportazioni mondiali.
Tutto ciò grazie a un sistema bancario formato da istituti bancari costituiti in società per azioni che riuscivano a
finanziare le nuove iniziativa industriali. Era un sistema innovativo anche rispetto a quanto sviluppatosi in GB: si
trattavano di banche sia commerciali che d’investimento, erano quindi delle banche miste. Fornivano inoltre ai clienti Commented [LB86]: Raccoglievano depositi dai clienti e
numerosi altri servizi: collocamento di azioni, ristrutturazione di capitale, salvataggi, ecc; e possedevano loro stesse prestavano denaro a breve termine.
pacchetti di azioni anche se mai come le holding belghe. Ad ogni modo, sedendo in vari consigli d’amministrazione Commented [LB87]: Incanalavano il credito a lungo
anche di aziende concorrenti, tendevano a creare cartelli e a far coordinare fra di loro le aziende, in modo da ridurre i termine, anche grazie ai capitali depositati dai clienti.
rischi di fallimenti. Il sistema economico tedesco è stato quindi definito dagli esperti un sistema cooperativo,
coordinato, assai diverso dal sistema quasi concorrenziale inglese.

I settori produttivi tedeschi non richiedevano solamente capitale economico, ma anche umano. La base scientifica
della tecnologia utilizzata nei settori siderurgici, chimici ed elettrici era sicuramente più avanzata rispetto a quella
richiesta per i settori tessili e meccanici, caratteristici della I Rivoluzione Industriale. Per questo motivo la Germania si Commented [LB88]: Vedere lezione 6.
dotò ben presto di un sistema pubblico di scuole tecniche secondarie e di politecnici a livello superiore.

Per riconfermare ancora una volta la teoria regionalistica di Pollard bisogna ricordare che vi erano differenze
importanti tra le regioni orientali e occidentali. Commented [LB89]: Più arretrate e basate su
un’economia ancora agricola.
Commented [LB90]: Più avanzata ed industrializzata.

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Imitazione dell’Inghilterra
Questi Paesi si trovano a dover rincorrere l’Inghilterra sul fronte dell’industrializzazione. Interessante da questo punto
di vista la teoria di Gerschenkron, che si focalizza su due degli aspetti rostowiani: transizione e decollo. Gerschenkron Commented [LB91]: Vedere lezione 9.
definisce il concetto di arretratezza relativa, grazie al quale posiziona i vari paesi europei ad una distanza dalla Gran
Bretagna grazie all’importanza e alla quantità dei prerequisiti necessari allo sviluppo economico, confrontandoli tra il
paese preso in questione e la GB. Questi prerequisiti, se assenti o presenti in quantità ridotte nel paese ritardatario,
può essere però sostituito da un fattore sostitutivo; capiamo quindi che Gerschenkron la pensasse diversamente a
proposito dell’esistenza di modelli di sviluppo economico diversi da quello inglese rispetto a Rostow. Ma lo studioso
non si ferma qui: afferma infatti che paradossalmente il fatto di trovarsi in svantaggio può potenzialmente portare a
importanti vantaggi di arretratezza: un paese imitatore non necessità di nuove invenzione e del perfezionamento i
queste, e non sarà necessario procedere a tentativi. Per questi motivi i paesi ritardatari hanno buone possibilità di
affiancarsi e di addirittura superare il paese leader. Pollard, un altro studioso, fa anche un’ulteriore distinzione: non è Commented [LB92]: Il cosiddetto catching up.
la nazione, ma la regione che decolla economicamente. Se noi prendessimo come punto di riferimento le nazioni infatti
saremo disorientati dalle differenze regionali, talvolta anche molto significative. Pollard è lo stesso studioso che aveva
teorizzato il differenziale della contemporaneità (vedere lezione 10).

Progresso tecnologico
Secondo alcuni autori le invenzioni non sono altro che un fenomeno discontinuo e ciclico e si sviluppano intorno ad
alcune tecnologie di base. Per esempio Schumpeter distingue fra:

 Invenzione - il primo apparire di un’idea;


 Innovazione - la prima incarnazione industriale dell’invenzione;
 Diffusione - terzo e ultimo stadio.

Altri autori propendono invece per un’interpretazione evolutiva del progresso tecnologico, un processo graduale
simile all’evoluzione biologica di una specie. Successivi autori supereranno questo dualismo differenziando tra macro
e micro invenzioni.

La seconda rivoluzione industriale


La II Rivoluzione Industriale è basata sulla scienza e le sue innovazioni sono quindi applicazioni di questa. Commented [LB93]: Mentre in precedenza le invenzioni
nascevano sulla base di processi empirici.
I principali settori furono l’acciaio, il cui costo diminuisce drasticamente in pochi anni, e la chimica. Nasce la chimica
organica, i primi coloranti, le vernici, gli esplosivi, celluloidi, fibre artificiali. Successivamente anche i disinfettanti, gli
antisettici, l’aspirina.

Si verificò ovviamente anche una grande disoccupazione tecnologica che portò alla ribellione contro la macchina ed al
luddismo.

Vennero inventati anche il motore elettrico, la dinamo, la lampadina e il telegrafo senza fili.

Capitale umano
La carenza di capitale umano, per il basso tasso di scolarizzazione, ha influenze devastanti sul tasso di
industrializzazione a parità di reddito pro capite. Gli studiosi Bowman e Anderson (1963) teorizzano che vi sia una
relazione empirica fra sviluppo economico e una ben definita literacy threshold o soglia d’istruzione. In questo periodo
la mancanza di capitale umano diviene più deleteria della mancanza di capitale fisico.

Conclusione
 In Europa due ondate di diffusione dell’industrializzazione;
 First e second comers;
 Il ruolo dei fattori sostituitivi;
 La seconda rivoluzione industriale e l’affermarsi della grande imprese.

SETTIMA LEZIONE- STORIA ECONOMICA

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In Europa possiamo osservare due diverse ondate di industrializzazione:

3. 1830-1870 - Belgio, Francia, Germania, USA; Commented [LB94]: Vedere lezione 9.


4. 1880-1910 - Svizzera, Paesi Bassi, Danimarca, Austria, Ungheria, Italia, Russia.

Prima ondata
I caratteri comuni della prima ondata sono:

 Ruolo dominante dell’industria tessile;


 Costruzione di una rete ferroviaria estesa a livello nazionale che coadiuvò la crescita di un’industria ad alta
intensità di capitale (meccanica, siderurgica, ecc) e permise la creazione di un vasto mercato interno (leggere
lezione 10)
 Ruolo delle banche commerciali e delle banche di investimento costituite in società per azioni che svolsero
l’importante funzione di rendere disponibili quote crescenti di risparmio a favore delle nascenti industrie. Oltre
alle banche commerciali e alle banche di investimento esistono anche le banche miste, che forniscono credito Commented [LB95]: Di invenzione tedesca.
a breve-medio e lungo termine.

Belgio Commented [LB96]: Zamagni 1, pag. 46.


Il Belgio innova il suo sistema economico imitando in modo importante il modello inglese. E’ un piccolo paese di 7,7 Commented [LB97]: Con il quale ha in comune una
mln di abitanti nel 1913 che consiste in due regione: le Fiandre e la Vallonia, che presentano differenze linguistiche e dotazione di risorse molto simile (tradizione marittima,
religiose. Investe infatti principalmente nel settore tessile -soprattutto sulla lana e sul lino-, siderurgico (cantieri navali, immigrazione di imprenditori, tradizione manifatturiera)
teoria Gerschenkron.
materiale ferroviario, industria chimica) ed minerario-estrattivo -soprattutto del carbone-. Importanti furono anche
le banche che si rivelarono molto dinamiche; nel 1882 venne fondata la Société généerale de Belgique, una banca di
investimento che non solo deteneva pacchetti azionari di spa industriali ma le creava in prima persona e ne seguiva gli
interessi. È la prima holding finanziaria della storia, una novità anche per la progredita Inghilterra. Fu così che il Belgio
divenne il paese più industrializzato sul continente.

Francia
La Francia invece si diversifica rispetto a quello che era il paese leader. Avrebbe avuto probabilmente le possibilità di
essere lei stessa il paese leader dell’Europa ma aveva diversi problemi:

 Livelli di diffusione dell’istruzione bassi;


 Aristocrazia poco orientata agli affari;
 Istituzioni politiche e fiscali in costruzione, su cui però gli Inglesi poteva contare ormai da decenni;
 Gran parte della popolazione lavorava ancora in campagna; Commented [LB98]: 64% della popolazione, contro il 22%
 Rivoluzione Francese e instabilità politica. della GB.

Furono questi fattori, che riguardano principalmente le istituzioni, a sfavorire la Francia rispetto alla GB. Commented [LB99]: Anche se anche dal punto di vista
delle risorse naturali non era così fortunata.
La Francia ovviamente riuscì ugualmente a svilupparsi e a industrializzarsi, senza in realtà un processo di accelerazione
e di take-off, ma con un andamento costante che non le consentì mai di raggiungere il catching up con la GB. Investì
così in nuovi settori come la siderurgia, la chimica e l’elettricità, mentre mantenne la tradizione della lavorazione della
seta. Iniziò poi l’epoca della ferrovia e dell’automobile che vide la Francia in prima linea. L’industria francese era quindi Commented [LB100]: Vedere lezione 2.
generalmente più diversificata di quella inglese, ed anche di dimensioni più ridotte. Dal punto di vista bancario venne
fondata la Crédit Mobilier, che avrebbe dovuto funzionare come i grandi istituti belgi ma non ci riuscì mai. Infine il
colonialismo francese fu molto meno significativo dal punto di vista economico rispetto a quello inglese.

Germania
La Germania è rimasta per molti anni una pluralità di staterelli, fra cui solo uno si stagliava per dimensione e potenza:
la Prussia degli Hohenzollern. La Prussia era uno Stato economicamente avanzato, con una macchina statale efficiente
e un potente esercito. Ma nonostante l’importante disponibilità di carbone la futura Germania impiegò diversi anni Commented [LB101]: Soprattutto nella Ruhr.
prima di iniziare a svilupparsi velocemente. Un primo passo fu l’apertura di una zona franca sprovvista di dazi doganali,
quale fu lo Zollverein, nato nel 1833. Ad ogni modo fu solo il 1871, dopo l’unificazione, che la Germania ebbe il suo
vero e proprio take-off, rapido e sostenuto. Come possiamo subito notare questa accelerazione avviene a cavallo
dell’epoca delle ferrovie e della II Rivoluzione Industriale, un’epoca segnata dalla forte richiesta di capitale. La

Distribuzione proibita
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Germania ebbe quindi un bisogno ancora maggiore ed impellente di finanziamenti, ma questo non le impedì di
diventare il maggiore produttore europeo di acciaio e leader nel mondo nell’elettricità e nella chimica. Commented [LB102]: All’alba della I Guerra Mondiale
deteneva i ¾ delle esportazioni mondiali.
Tutto ciò grazie a un sistema bancario formato da istituti bancari costituiti in società per azioni che riuscivano a
finanziare le nuove iniziativa industriali. Era un sistema innovativo anche rispetto a quanto sviluppatosi in GB: si
trattavano di banche sia commerciali che d’investimento, erano quindi delle banche miste. Fornivano inoltre ai clienti Commented [LB103]: Raccoglievano depositi dai clienti e
numerosi altri servizi: collocamento di azioni, ristrutturazione di capitale, salvataggi, ecc; e possedevano loro stesse prestavano denaro a breve termine.
pacchetti di azioni anche se mai come le holding belghe. Ad ogni modo, sedendo in vari consigli d’amministrazione Commented [LB104]: Incanalavano il credito a lungo
anche di aziende concorrenti, tendevano a creare cartelli e a far coordinare fra di loro le aziende, in modo da ridurre i termine, anche grazie ai capitali depositati dai clienti.
rischi di fallimenti. Il sistema economico tedesco è stato quindi definito dagli esperti un sistema cooperativo,
coordinato, assai diverso dal sistema quasi concorrenziale inglese.

I settori produttivi tedeschi non richiedevano solamente capitale economico, ma anche umano. La base scientifica
della tecnologia utilizzata nei settori siderurgici, chimici ed elettrici era sicuramente più avanzata rispetto a quella
richiesta per i settori tessili e meccanici, caratteristici della I Rivoluzione Industriale. Per questo motivo la Germania si Commented [LB105]: Vedere lezione 6.
dotò ben presto di un sistema pubblico di scuole tecniche secondarie e di politecnici a livello superiore.

Per riconfermare ancora una volta la teoria regionalistica di Pollard bisogna ricordare che vi erano differenze
importanti tra le regioni orientali e occidentali. Commented [LB106]: Più arretrate e basate su
un’economia ancora agricola.
Imitazione dell’Inghilterra
Commented [LB107]: Più avanzata ed industrializzata.
Questi Paesi si trovano a dover rincorrere l’Inghilterra sul fronte dell’industrializzazione. Interessante da questo punto
di vista la teoria di Gerschenkron, che si focalizza su due degli aspetti rostowiani: transizione e decollo. Gerschenkron Commented [LB108]: Vedere lezione 9.
definisce il concetto di arretratezza relativa, grazie al quale posiziona i vari paesi europei ad una distanza dalla Gran
Bretagna grazie all’importanza e alla quantità dei prerequisiti necessari allo sviluppo economico, confrontandoli tra il
paese preso in questione e la GB. Questi prerequisiti, se assenti o presenti in quantità ridotte nel paese ritardatario,
può essere però sostituito da un fattore sostitutivo; capiamo quindi che Gerschenkron la pensasse diversamente a
proposito dell’esistenza di modelli di sviluppo economico diversi da quello inglese rispetto a Rostow. Ma lo studioso
non si ferma qui: afferma infatti che paradossalmente il fatto di trovarsi in svantaggio può potenzialmente portare a
importanti vantaggi di arretratezza: un paese imitatore non necessità di nuove invenzione e del perfezionamento i
queste, e non sarà necessario procedere a tentativi. Per questi motivi i paesi ritardatari hanno buone possibilità di
affiancarsi e di addirittura superare il paese leader. Pollard, un altro studioso, fa anche un’ulteriore distinzione: non è Commented [LB109]: Il cosiddetto catching up.
la nazione, ma la regione che decolla economicamente. Se noi prendessimo come punto di riferimento le nazioni infatti
saremo disorientati dalle differenze regionali, talvolta anche molto significative. Pollard è lo stesso studioso che aveva
teorizzato il differenziale della contemporaneità (vedere lezione 10).

Progresso tecnologico
Secondo alcuni autori le invenzioni non sono altro che un fenomeno discontinuo e ciclico e si sviluppano intorno ad
alcune tecnologie di base. Per esempio Schumpeter distingue fra:

 Invenzione - il primo apparire di un’idea;


 Innovazione - la prima incarnazione industriale dell’invenzione;
 Diffusione - terzo e ultimo stadio.

Altri autori propendono invece per un’interpretazione evolutiva del progresso tecnologico, un processo graduale
simile all’evoluzione biologica di una specie. Successivi autori supereranno questo dualismo differenziando tra macro
e micro invenzioni.

La seconda rivoluzione industriale


La II Rivoluzione Industriale è basata sulla scienza e le sue innovazioni sono quindi applicazioni di questa. Commented [LB110]: Mentre in precedenza le invenzioni
nascevano sulla base di processi empirici.
I principali settori furono l’acciaio, il cui costo diminuisce drasticamente in pochi anni, e la chimica. Nasce la chimica
organica, i primi coloranti, le vernici, gli esplosivi, celluloidi, fibre artificiali. Successivamente anche i disinfettanti, gli
antisettici, l’aspirina.

Distribuzione proibita
lOMoARcPSD

18/9/2015
Si verificò ovviamente anche una grande disoccupazione tecnologica che portò alla ribellione contro la macchina ed al
luddismo.

Vennero inventati anche il motore elettrico, la dinamo, la lampadina e il telegrafo senza fili.

Capitale umano
La carenza di capitale umano, per il basso tasso di scolarizzazione, ha influenze devastanti sul tasso di
industrializzazione a parità di reddito pro capite. Gli studiosi Bowman e Anderson (1963) teorizzano che vi sia una
relazione empirica fra sviluppo economico e una ben definita literacy threshold o soglia d’istruzione. In questo periodo
la mancanza di capitale umano diviene più deleteria della mancanza di capitale fisico.

Conclusione
 In Europa due ondate di diffusione dell’industrializzazione;
 First e second comers;
 Il ruolo dei fattori sostituitivi;
 La seconda rivoluzione industriale e l’affermarsi della grande imprese.

NONA LEZIONE- STORIA ECONOMICA


Storia degli USA in breve
Gli USA hanno iniziato ad essere colonizzati piuttosto presto, ma la popolazione nel 1790 è ancora di soli 4 milioni. Cresce
a ritmi esponenziali invece dal XVIII secolo in poi, arrivando a 100 milioni nel 1915. Questo per via dell’alto tasso di fertilità
dei coloni: c’era il bisogno di manodopera per coltivare la terra, e le risorse naturali ed economiche certo non mancavano.

Le tappe storiche più importanti per gli USA sono:

 1775-1783 - Guerra d’Indipendenza;


 1789 - proclamazione dello stato federale; Commented [LB111]: Che dovrà occuparsi della difesa,
 Espansionismo americano verso Ovest della moneta, della politica estera e del commercio,
 1823 - Dottrina Monroe secondo quanto definito dalla Costituzione.
 1846-48 - Guerra Messicana, dopo l’annessione del Texas degli USA. Dopo la vittoria degli Stati Uniti tutto il centro- Commented [LB112]: Riteneva che l’America dovesse
ovest viene annesso. rimanere agli americani, mentre l’Europa doveva rimanerne
fuori. Così molte terre e colonie europee in America
vengono acquistate.
Protezionismo americano
Gli USA credono molto nel protezionismo, che tra l’altro è anche stata la causa della Guerra di Secessione. Commented [LB113]: Gli Stati del Nord sono più
Evoluzione storica: protezionisti, l’economia è basata sull’industria e sono anti-
schiavisti.
 1816: protezione significativa dei manufatti di cotone; Gli Stati del Sud sono meno protezionisti e più liberali,
l’economia è basata sull’agricoltura, soprattutto del cotone
 1824: aumenti daziari e 1828 tariff of abomination; e sono schiavisti.
 1837 riduzione e rialzo;
Commented [LB114]: Unica guerra interna che gli USA
 1857 riduzione dazi, ma non sui manufatti;
hanno conosciuto.
 1865 fine Guerra di Secessione;
 1890 Tariffa McKinley;
 1897 Tariffa Dingley – livello medio 57%.

Negli Usa emigra il teorico del protezionismo economico Friedrich List, che sosteneva che nella “fase infantile” dell’industria
i dazi dovessero essere imposti per favorire la sua crescita mentre successivamente, quando il settore avesse raggiunto la
maturità, andassero aboliti.

Ma c’è anche chi contesta questa idea semplicistica per cui gli USA sarebbero cresciuti solamente grazie ai dazi elevati, che
è l’idea di Williamson. A lui risponde Irwin:
 Gli USA non crebbero attraverso il commercio internazionale, ma grazie al mercato interno;
 Vennero protetti beni che non incisero sulla crescita. Commented [LB115]: I dazi, imposti con decisione
politiche, spesso hanno lo scopo di fare cassa più che
favorire lo sviluppo economico e proteggere l’infant
industry.

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Take-off americano
Ecco la teoria del take off di Rostow applicata agli USA: Commented [LB116]: Teoria che Rostow utilizza per
sintetizzare il modello inglese Rostow era infatti tra quegli
 Società tradizionale - lenta accumulazione delle risorse e crescita lenta dovuta principalmente dalla crescita studiosi che ritenevano che il modello inglese potesse
della popolazione, interrotta da carestie, guerre ed epidemie. essere solamente imitato. (Zamagni 1 - pag. 30)
 Transizione - vengono adottate innovazioni (importate soprattutto dall’Europa), nascono figure imprenditoriali
capaci che accumulano capitali.
 Decollo o take off (1850 circa) - si forma un numero sufficientemente vasto di imprenditori, dinamici, che
cercano il rischio. Nel take off si nota finalmente il cambiamento da un’economia agricola ad un’economia
industriale.
 Maturità (1900) - il sistema è ormai completamente modernizzato, il PIL ha dei tassi di crescita inferiori.
 Età dei consumi di massa - l’aumento dell’offerta viene seguita dall’aumento della domanda; infatti più potere
d’acquisto può essere distribuito per il consumo. La distribuzione dei beni viene migliorata enormemente ed il Commented [LB117]: Grazie anche alla produzione
mercato interno diventa la maggiore risorsa degli USA. standadizzata.

Il catching up nei confronti della GB avviene negli anni ’80-’90 dell’800, se lo misuriamo attraverso il reddito pro-capite. Le
emigrazioni dall’Europa verso gli USA sono dovuti proprio a questo differenziale salariale tra Europa e Nuovo Continente. Commented [LB118]: Vedere lezione 11.
A cavallo del secolo gli USA diventano esportatori netti di capitale, dopo invece aver beneficiato per anni degli investimenti
europei. Gli USA sono i leader della II rivoluzione industriale, assieme alla Germania; questo è possibile -paradossalmente-
grazie alle innovazioni dell’agricoltura ed alla meccanizzazione del suo lavoro. L’Europa, per fare un solo esempio, va in crisi
per l’ingresso a basso costo del grano americano a basso costo (vedere lezione 10)

Crescita economica, perché?


Quali sono gli elementi esplicativi della crescita degli USA?

 Diversa dotazione di fattori della produzione rispetto all’Europa - la distribuzione delle risorse di base (terra e
risorse naturali) è fortemente a favore degli USA rispetto all’Europa;
 Forza lavoro scarsa rispetto all’estensione territoriale - questo porta alla schiavitù, alla meccanizzazione Commented [LB119]: Teoria di Habakkuk - labour-saving
dell’agricoltura, agli aumenti salariali; - il capitale umano è scarso, quindi serve meccanizzare. In
 Abbondanza di capitali - soprattutto attraverso le banche in un primo momento. Successivamente il sistema Europa invece i lavoratori erano tanti e quindi si innovò
meno.
finanziario diventa market-orientend (e non bank-orientend) a causa dei vincoli posti dai National Banking Acts del
1863-1864, che impone alle banche di non aprire filiali al di fuori dello stato in cui ha base. Le banche rimangono Commented [LB120]: Lo scopo iniziale era difendere i
quindi piccole e non sono in grado di finanziare le grandi imprese. Il ruolo di finanziatore delle imprese viene assunto risparmiatori da enormi fallimenti bancari.
quindi dal mercato, soprattutto dalle Trust Companies. Wall Street inizia a crescere enormemente quindi dalla fine
degli anni ’60.

Innovazioni tecnologiche
L’agricoltura e l’industria americane vissero un periodo di forte meccanizzazione a partire dalla II metà dell’800.
I macchinari non solo erano labour saving ma ottimizzavano anche l’uso degli input di capitale.

Proprio in questo periodo nasce l’American system of manufacturing. Esso prevede:


 Standardizzazione del prodotto;
 Intercambiabilità delle parti;
 Assemblaggio di parti standardizzate;
 Forza di lavoro despecializzata;
 Catena di montaggio – mass production;
 Domanda omogenea - bisogna creare la domanda, con la mass production infatti vengono messi sul mercato beni
che prima di allora erano commercializzato in modo diverso. Per creare la necessità dei nuovi beni nasce la
pubblicità, che è un’invenzione americana. La pubblicità avviene attraverso la radio, i giornali, i manifesti e i
cataloghi pubblicitari.

Catena di montaggio
La catena di montaggio è il risultato di anni di studi che portarono Frederick Taylor a innovare in modo fondamentale il Commented [LB121]: Era un ingegnere meccanico. Dopo
sistema produttivo statunitense. i suoi studi sui tempi di produzione, la sua consulenza fu
richiesta da numerosissime aziende.

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Nel 1903 pubblica il primo studio scientifico sul rapporto fra rendimento umano e incentivi salariali. Per riuscirci studiai
tempi (cronometraggio) e dei gesti richiesti dal lavoro, per determinare scientificamente la massima quantità di lavoro
eseguibile, anche chiamata one best way. I suoi studi, ove applicati, portano ad un aumento della produttività attraverso
l’uso di premi salariali, che Taylor raccomandava non superassero mai il 30%. Egli teorizza che anche il ruolo del management Commented [LB122]: Da ora in poi nasceranno più figure
vada riconsiderato: assume infatti sempre più importanza per controllare ed incentivare i lavoratori a fare il massimo. manageriali, oltre a quella del direttore generale.

La traduzione europea di questo modello è il sistema Bedaux. Il suo sistema viene però rifiutato in modo generalizzato,
addirittura i sindacati fascisti si ribellarono. Il suo sistema prevedeva che il premio di produttività venisse diviso tra il
lavoratore e il manager di primo livello, quello che doveva controllare il lavoro degli operai.

Istruzione
Come abbiamo visto per altri paesi la formazione del capitale umano è fondamentale per la crescita e lo sviluppo economico
di un paese. Anche gli USA ovviamente non fanno eccezione (vedere lezione 7).

L’alfabetizzazione raggiungeva già altissimi tassi fra la popolazione bianca. Alla fine dell’800 vennero aperti i primi collages Commented [LB123]: 90% nel 1860.
e i primi istituti tecnici e agli inizi del ‘900 le prime business schools. Non a caso il 25% della spesa pubblica viene assorbita
Commented [LB124]: Nel 1860 il Morril Act concesse
dall’istruzione. terreni gratuiti e sussidi agli istituti superiori di istruzione
tecnica.
Il ruolo dello Stato (minimale) Commented [LB125]: Lo Stato può essere:
Gli USA sono da sempre caratterizzati da una politica piuttosto liberista, con poche ingerenze dello Stato nell’economia.  Minimale - Stato garantisce difesa e “law and order”,
Questo vale anche per gli anni d’inizio del ‘900, quando il rapporto spesa pubblica/PIL (1902-1913) oscillava tra il 7 e l’8%. qualche bene pubblico essenziale, la moneta e il sistema
postale;
 A economica mista - oltre ai ruoli dello Stato minimale
Gli unici compiti che erano riconosciuti allo Stato erano:
produce molti altri beni pubblici (istruzione, welfare
 Attività di supervisione e stimolo alla colonizzazione dell’Ovest; infrastrutture) ed assume ruoli di supplenza nel privato in
 Politica protezionistica; aree considerate strategiche ma non abbastanza
 Normativa Antitrust: Sherman Act (1890), Clayton Act (1914). redditizie per il settore privato, dove vi sono i fallimenti
del mercato;
Solo con il New Deal del 1933 lo Stato diventa molto più importante per il suo contributo economico nel Sistema. In  Massimale - stato sovietico in cui si assume tutte le
responsabilità produttive.
particolare i settori in cui questo cambiamento si fa più sentire sono: (Zamagni 1, pag. 41)
 Sistema bancario - nuove leggi bancarie che tutelano i correntisti dai fallimenti e bonifica delle banche con la
chiusura di numerose compagnie; Commented [LB126]: Verrà introdotta in Europa solo
molto più tardi, sul modello proprio statunitense.
 Agricoltura - Agricolture Adjustment Act;
 Investimenti in aree sottosviluppate - Tendency Valley Authority; Commented [LB127]: Da cui prenderà spunto la nostra
 Industria - National Industrial Act; Cassa del Mezzogiorno.
 Aiuti diretti agli indigenti;
 Abbandono del gold standard.

Nel 1935 sono altri tre gli atti più importanti:


1) Legge Wagner;
2) Social Security Act (SSA), che porta alla reversibilità della pensione;
3) Works Progress Administration (WPA), che porta ad investimenti ed infrastrutture pubbliche.

I cambiamenti a lungo termine del New Deal deciso da Roosvelt sono importanti. Il più importante fra tutti è forse la
redistribuzione verso il basso della ricchezza, grazie alle tasse sui grandi patrimoni; questo fenomeno di riduzione della Commented [LB128]: Aliquota massima sale al 79% (era
forbice delle diseguaglianze viene chiamata Grande Compressione. al 24%).

Struttura della grande impresa


La struttura delle grandi imprese americane cambia nel tempo:
1) Metà ‘800 - impresa monofunzionale (U-form);
2) 1860-1900 - impresa multifunzionale (multiprodotto e multinazionale);
3) Impresa multidivisionale (esempi: GeneralMotors e Du Pont) le cui caratteristiche sono:
 Integrazione orizzontale e verticale;
 Espansione verso aree geografiche lontane;
 Investimenti in R&S; Commented [LB129]: Applicazione sistematica delle
 Diversificazione verso nuovi prodotti; scoperte scientifiche.
 Modificazione struttura amministrativa: M-form organizzata per linee di prodotto o aree geografiche; Commented [LB130]: Per questo motivo la Ford viene
 Nascita della conglomerata; messa in crisi e la GM diventa leader.

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Concludendo
 Fondamentale il ruolo dei mercati e tecnologia nello sviluppo industriale USA;
 Dal 1840 il ruolo della tecnologia nell’evoluzione dell’impresa fu determinante;
 Produzione e distribuzione di massa;
 Ruolo fondamentale della “rivoluzione organizzativa” quale compimento di quella industriale;
 Il successo della grande impresa si basa sullo sfruttamento ottimale delle:
o Economie di scala;
o Economie di diversificazione;
o Economie di velocità.

DECIMA LEZIONE- STORIA ECONOMICA


Commercio internazionale
Costi di trasporto
Il commercio internazionale crebbe di 10 volte nell’800 e 10 volte nel ‘900. Fondamentale fu il ruolo degli sviluppi
tecnologici che portò alla diminuzione costi di trasporto: il mondo diventa sempre più piccolo. Adesso conviene trasportare Commented [LB131]: I nostri contadini in stagioni
anche beni a basso valore intrinseco, non solo prodotti di lusso e preziosi. alternate andavano a coltivare le terre in Argentina durante
l’inverno italiano.
Questo è il periodo del decollo, del take-off di USA e Canada. Questi erano due esportatori nel commercio internazionale.
Commented [LB132]: Come stoffe pregiate, metalli rari e
Prima di questo periodo non era conveniente trasportare via mare il grano, ora invece -grazie alla meccanizzazione spezie.
dell’agricoltura e alla riduzione dei costi di trasporto- è possibile farlo. Per esempio il grano americano costa molto meno
del grano europeo. Tutti i paesi europei vengono invasi da queste esportazioni di grano e la maggior parte dei paesi, tranne
Inghilterra e alcuni Paesi del Nord, impongono dei dazi protezionistici. Commented [LB133]: L’Olanda per esempio cambia la
sua economia: utilizza il grano come foraggio per gli animali,
La rete ferroviaria è uno degli elementi che favorirono la crescita del commercio internazionale. Tuttavia molti paesi specializzandosi nell’allevamento e nel settore caseare. La
sviluppano questa infrastruttura senza un mercato interno che ne necessiti davvero. Ma le ferrovie vengono considerate produzione di grano invece fu ridotta a quantità molto
come un’infrastruttura simbolo, e per questo sono numerosi i Governi che investono risorse pubbliche per la sua ridotte, perché non più produttiva.
costruzione. Questo però porta a enormi fallimenti delle ferrovie pubbliche, perché non sostenibili ed ancora precoci per il Commented [LB134]: Anche in Italia.
loro sistema economico. A questo proposito Pollard parla di differenziale della contemporaneità: gli stessi eventi storici e
tecnologici hanno effetti diversi tra i vari paesi e tra i vari contesti che consideriamo.

Anche il trasporto via mare diventa sempre più veloce, sicuro ed economico. Nel 1845 viene costruita la prima nave in ferro
e ad elica. Ora gli oceani possono essere attraversati in modo più sicuro, più velocemente e su navi più grandi. Nel 1869
viene aperto il canale di Suez. Nel 1910 il costo dei trasporti cala del 40% rispetto al 1855. Tuttavia per alcuni decenni la
navigazione a vela resiste anche sui commerci internazionali, soprattutto sulle lunghissime distanze. Vengono introdotte
ancora alcune novità tecniche, tra cui le vele a clipper che rendono le navi a vela più veloci. Le rotte verso l’Australia, la Cina
e l’India sono quelle in cui le navi a vela resistono; le navi a carbone infatti avrebbero dovuto caricare eccessive quantità di
carbone.

Teorie economiche liberiste


In questo periodo nascono diverse teorie economiche sul commercio internazionale:

 Adam Smith, La ricchezza delle nazioni (1776)


 David Ricardo, Principi di economia politica e tassazione (1817) - se il commercio si basa sullo scambio dei beni
meglio prodotti è un vantaggio per tutti, per chi li produce e per chi li acquista. Questo è il concetto del vantaggio
comparato. Fa l’esempio del Portogallo e dell’Inghilterra (vedere lezione 4). Le due critiche che gli vengono poste Commented [LB135]: Eppure produrre solo il vino Porto,
sono però: anche se di buona qualità, non è sufficiente. Infatti
o In questo modo si tende a rendere statico il proprio modello produttivo; specializzarsi in un prodotto a bassa intensità industriale e
che non richiede un alto tasso di istruzione sul lungo
o Non sempre il bene con più elevata produttività è il più esportato, per esempio se il bene in questione ha un periodo non è sufficiente.
costo infimo e ha difficoltà logistica a trasportarla.
 J.S. Mill, Principi di economia politica (1848).

Sono tre teorie economiche liberiste che si diffondono in questo periodo. Paesi come l’Inghilterra vengono notevolmente
influenzate da tali teorie, per esempio nelle decisioni se imporre dazi sulle importazioni dall’estero oppure no.

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I vantaggi comparati sono spesso frutto del clima, ma -secondo Landes (vedere 5) - sono frutto delle differenze in tecnologia
tra nazioni. Secondo invece Foreman Pack e anche la coppia Hecksher-Ohlin le tecnologie erano comuni, ma erano
impiegate con efficienza diversa fra paesi. Per esempio può mancare il capitale umano.

La teoria Hecksher-Ohlin venne formulata negli anni ’30 del ‘900 e studiò i 50 anni precedenti. Secondo questa teoria i
vantaggi comparati derivano dalla scarsità relativa dei fattori di produzione di base (terra, capitale, lavoro) tra paesi. Si
esporta il prodotto intensivo nel fattore di produzione che è relativamente abbondante.

 Esempio USA - enorme disponibilità di terra, produzione di grano land intensive/capital intensive;
 Esempio GB - grande disponibilità di manodopera, produzione prodotti lavorato labour intensive/coal intensive;
 Esempio Francia - popolazione piuttosto istruita, produzione prodotti che richiedono particolare formazione skill
intensive.

Quale è il ruolo del commercio internazionale nel processo di industrializzazione e di sviluppo economico? Sono soprattutto
i paesi piccoli a basare la propria economica sull’export e sul commercio internazionale, poiché il mercato interno è troppo
piccolo nei confronti dell’offerta. Non a caso i paesi più piccoli, come il Belgio, sono i paesi più liberisti che meno utilizzano
i dazi doganali e dove si sviluppano e nascono più multinazionali.
Ma ci sono anche altre considerazioni da fare: un paese, per svilupparsi grazie al commercio internazionale, deve avere un
commercio bifronte, come per esempio la Germania che riuscì a crescere da questa situazione. Commented [LB136]: Commerciava con la GB in modo
Fine del protezionismo un po’ più arretrato, ma anche allo stesso tempo con il Sud-
Est Europa in cui invece era la Germania che guadagnava
Nel 1846 la Gran Bretagna è il primo paese ad aderire alle idee sul free-trade, esempio seguito poi da tutta Europa. Le leggi
sul grano, le Corn Laws, vengono abolite per la carestia che viveva l’Irlanda.
Nel 1860 invece viene firmato da Francia e GB il trattato Cobden-Chevalier, il primo trattato libero scambista che viene
firmato tra due paesi in Europa. Vengono cancellati e ridotti i dazi sui vari prodotti maggiormente importati ed esportati in
entrambi i paesi. Tutti i paesi europei, sul modello di Cobden-Chevalier, iniziano quindi a firmare trattati bilaterali simili.
Anche Cavour è un promotore del libero scambio.
Ognuno di questi trattati prevedeva la clausola della nazione favorita, che prevedeva che se uno Stato firmava un trattato
bilaterale con un altro Stato potesse godere anche degli accordi che questo secondo Stato aveva firmato con altri Stati.
Ritorno al protezionismo
Ma questa fase caratterizzata dal free-trade termina già nel 1873, per la grande crisi che coinvolge l’Occidente. Era un crisi
dovuta alla sovrapproduzione che ormai viveva l’Europa. Tutti i paesi, tranne il GB e alcuni paesi del Nord Europa, alzarono
i dazi e tentarono di rinegoziare i trattati bilaterali. Questo però risulta difficilissimo e sfocia in vere e proprie guerre
doganali: nel 1887 tra Italia e Francia, nel 1890 tra Russia e Germania, nel 1892 tra Francia e Svizzera. Solo dopo 20 anni i Commented [LB137]: I rapporti tra i due paesi erano già
rapporti si ristabilizzano ma i rapporti commerciali non tornano però più ai fasti del passato. tesi: la colonia della Tunisia era contesa. La Francia eleva del
832% i dazi doganali sui prodotti più esportati in Francia, e
Perché si torna al protezionismo? stessa cosa fa l’Italia. Ma è l’Italia ad avere i maggiori
svantaggi, poiché la Francia era il maggior partner
 Secondo Williamson la riduzione del protezionismo è un effetto logico della globalizzazione; commerciale dell’Italia mentre la FR aveva un commercio
 Infant industry – industria nascente (List, vedere lezione 9) e paese nascente (Krugman) internazionale più differenziato.
 La ragione vera è rimpinguare le finanze pubbliche;
Commented [LB138]: Studia il Canada che ha dovuto
 Pressioni gruppi di interesse; difendersi dalle esportazioni statunitensi.
 Nazionalismo e idea delle “tariffe solidali”.

Vi sono diversi tipi di dazi:


 Dazi specifici - dazi prelevati come ammontare fisso per ogni unità di bene importato, che rimane fisso anche se il
prezzo viene modificato;
 Dazi ad valorem - dazi prelevati come % sul valore dei beni importati.

Come si riduce il protezionismo?


 Unilateralmente;
 Attraverso trattati commerciali bilaterali;
 Dopo la seconda guerra mondiale grazie ad istituzioni ad hoc, come il GATT; Commented [LB139]: Oggi WTO.
 Attraverso trattati commerciali multilaterali come il TPP (Trans-Pacifc Partnership).

Concludendo
 Secondo la teoria economica il libero scambio è il sistema più efficiente;

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 Il protezionismo è stato la regola delle relazioni commerciali, soprattutto per decisioni politiche che guardano solo
al breve periodo;
 A causa della crisi e del nazionalismo sono nate guerre tariffarie e doganali, che inaspriscono le relazioni
commerciali internazionali.

UNDICESIMA LEZIONE- STORIA ECONOMICA


La libera circolazione delle persone
Con l’industrializzazione anche i fattori di produzione, oltre alle merci, divennero molto più mobili. Tra queste la forza lavoro
non fece eccezione. I movimenti migratori nel XIX secolo non trovarono ostacoli. Addirittura nel primo decennio del XX
secolo interessarono 10,5 milioni di persone. Anzi furono incentivati dai ridotti tempi e costi di trasporto e dalla maggiore Commented [LB140]: Nel 1867 la durata media di
velocità delle informazioni. Era un’emigrazione transitoria, come quella dei contadini italiani che emigravano attraversamento a vela era di 44 giorni e a vapore di 14
stagionalmente in Argentina, ma anche un’emigrazione permanente. giorni. Nel 1875 la società di navigazione White Star aveva
L’emigrazione permanente spesso indotta dagli sconvolgimenti provocati da una congiuntura negativa. Ma questa non era ridotto tale durata a 9 giorni. Nel 1890 a 7 giorni.
l’unica ragione. Le altre erano:
 Mancanza di lavoro; Commented [LB141]: Vedere lezione 10.
 Bassi salari (e quindi differenziale salariale); Commented [LB142]: Per esempio l’Irlanda nel 1846.
 Attrattiva offerta da un luogo migliore da raggiungere.

Emigrazione
Tra il 1800 e il 1850 i flussi migratori, che pure c’erano, erano frutto di coercizioni fisiche. Dopo il 1850 invece le migrazioni Commented [LB143]: Dopo il 1820 si verificò un flusso di
internazionali sono solo di manodopera libera. 250.000 carcerati indiani, francesi, spagnoli, russi e inglesi.

I paesi di partenza
Le cause delle migrazioni internazionali dopo il 1850 erano:
 Disponibilità di un mercato del lavoro mondiale;
 Squilibrio fra offerta e domanda interna di forza lavoro;
 Perequazione dei vantaggi netti;
 Differenziali salariali;
 Costi di trasporto ridotti.

La “Teoria della spinta e del richiamo” (Push and pull doctrine) ci dice che l’indicatore più ovvio della spinta è la
disoccupazione. Il richiamo è invece dato dall’offerta di lavoro e dagli alti salari. A dimostrazione di tale teoria sta il fatto
che la spinta all’emigrazione proveniente dall’Europa nordoccidentale si attenuò grazie all’industrializzazione di quest’area.
Tutti traevano beneficio dall’emigrazione: coloro che emigravano guadagnavano l’incremento salariale che offriva loro il
paese di destinazione, mentre coloro che rimanevano in patria erano ricompensati da salari più elevati. Questo per quanto
riguarda i singoli, per gli Stati invece la situazione è ben definita dallo schemino sottostante.
Per i paesi di partenza:
o Costi - mantenimento e formazione della forza lavoro fino alla partenza;
o Vantaggi - rimesse.
Per i paesi di destinazione:
o Costi - spese per l’integrazione e costi sociali;
o Vantaggi - benefici da questa iniezione di capitale umano senza doverne sopportare i costi.

I paesi più propensi ad esportare forza lavoro sono:

 Gran Bretagna: fonte principale di emigranti fino agli anni ottanta dell’Ottocento, soprattutto verso le colonie
inglesi;
 Germania: i tedeschi iniziarono ad emigrare in maniera sostenuta dalla metà del XIX secolo.
 Italia, Austria-Ungheria e Spagna fornirono i flussi più consistenti alla fine del XIX secolo - inizio XX.

Tra il 1900 ed il 1910 la maggiore propensione migratoria in rapporto alla popolazione era in Italia, Norvegia, Irlanda, Gran
Bretagna, Portogallo, Spagna e Finlandia.

I paesi invece meno propensi all’emigrazione erano:

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 Russia - a causa del sistema di responsabilità collettiva nei confronti della terra del villaggio;
 Francia - per il sistema di trasmissione della proprietà terriera e per la bassa fertilità che rendeva la popolazione
francese sostenibile in confronto alle risorse che il territorio offriva;
 Giappone - dove l’emigrazione è proibita tra il 1638 e il 1885; Commented [LB144]: Lezione 8.
 Svizzera - dove è un atto legalmente perseguibile quello di sollecitare un individuo a lasciare la sua terra nativa.

Il sistema di lavoro a contratto (indenture system) era il meccanismo legale tramite cui questi emigranti erano assunti
all’estero. In cambio del costo del viaggio l’emigrante era obbligato a lavorare per un periodo stabilito dal contratto per il
padrone di una piantagione. Questo meccanismo permise ai lavoratori a basso reddito di spostarsi e di guadagnare salari
più elevati.

Politiche pubbliche
Gli stati caratterizzarono le loro politiche pubbliche in tema di migrazioni in modi differenti. Ci fu chi impose delle restrizioni:
 La Gran Bretagna introdusse una legge nel 1905 che limitò l’immigrazione;
 La Francia nel 1899 introdusse una limitazione della quota di immigrati che poteva essere assunta per lavori
pubblici;
 Gli USA vietarono i lavoratori a contratto e l’immigrazione asiatica.
D’altra parte ci fu chi sussidiò l’immigrazione per incentivarla. Per esempio Brasile e Argentina istituirono delle sovvenzioni
per il viaggio mentre l’Australia sussidiò gli immigrati che si fossero impiegati nell’agricoltura. Commented [LB145]: Nel 1840, il 71% della forza
lavorativa maschile australiana era composta da carcerati o
ex-carcerati. I flussi di capitale e forza lavoro inglesi tra il
Il caso Americano 1861 e il 1877 fecero aumentare il PIL del 4,9% cento
Gli Stati Uniti erano il maggiore paese d’immigrazione dell’epoca, insieme a Belgio e Svizzera in Europa. Questo per un all’anno e la popolazione crebbe annualmente del 3,5%. Nel
insieme di ragioni che sono state spiegate nella lezione 9. Tra il 1844 ed il 1854 2,87 milioni di europei si unirono ad una 1911 addirittura gli standard di vita australiani erano più
popolazione di soli 19,5 milioni. Esistono teorie economiche contrastanti su questo fenomeno e sulle implicazioni che ebbe elevati di quelli inglesi.
sullo sviluppo USA. L’anomalia americana fu la porta sempre aperta nei confronti degli europei fino al 1921 (lo spartiacque
fu la I Guerra Mondiale), quando il Quota Act restrinse l’immigrazione sulla base di quote fissate sui trend storici a seconda
dell’origine nazionale.

L’emigrazione italiana
Dal 1861 al 1970 27 milioni di espatri ed un’emigrazione netta di oltre 9 milioni. Questi sono i numeri dell’emigrazione
dall’Italia. Le destinazioni erano tra il 1880 ed il 1921 in ordine di importanza: USA, Argentina, Brasile. Il governo italiano
ebbe nei confronti delle emigrazioni un atteggiamento sempre favorevole, fino al Ventennio fascista. Questo per via del
ruolo (positivo) delle rimesse degli emigranti sulla bilancia dei pagamenti e sullo standard di vita delle famiglie rimaste a
casa.
Nel II Dopoguerra l’emigrazione fu disciplinata attraverso trattati bilaterali e fu un’emigrazione temporanea soprattutto
verso l’Europa, con un alto tasso di rimpatri.
Paradossalmente il trattato CEE del 1957 decretava la libera circolazione delle merci ma non della manodopera, almeno fino
al 1969.

Concludendo
 La libera circolazione delle persone prerogativa dell’Ottocento;
 Un mercato del lavoro mondiale;
 Successivamente vennero erette barriere e contratti;
 Solo nella UE fine anni sessanta viene introdotta la libera circolazione dei lavoratori.

Dodicesima lezione- storia economica


La libera circolazione dei capitali e il Gold Standard
Il denaro liquido venne sostituito già in epoca preindustriale dalle cambiali, che vennero sostituite a loro volta dal telegrafo. Esso Commented [LB146]: Nel 1852 un cavo elettrico del
ridusse il tempo di transito delle merci e delle informazioni. telegrafo collegò Londra e Parigi e nel 1858 fu installato il
primo cavo telegrafico atlantico. In pochi anni tutto il
Qual era la maggior incognita per i mercanti internazionali? mondo fu collegato da cavi telegrafici.
La volatilità dei tassi di cambio è scomoda e rischiosa per gli investitori. Se il cambio si modifica e si svaluta per gli investitori esteri
Commented [LB147]: Vedere lezione 10.
può essere molto rischioso.
I rimedi a questo importante problema sono molteplici:

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 Unioni monetarie;
 Gold Standard;
Entrambi vogliono rendere le transazioni commerciali più sicure e senza sorprese.

Unioni monetarie
 1838 - convenzione di Dresda dello Zollverein a moneta unica; Commented [LB148]: Un modello per la futura Unione
 1857-1866 - l’Austria e lo Zollverein fondarono l’Unione austro-tedesca, un’ulteriore unione doganale che si sfalderà Europea: nasce come unione doganale e diventa unione
però ben presto. monetaria.
 1865 - istituita l’Unione Monetaria Latina fra Belgio, Svizzera, Italia e Francia e poi Austria e Grecia, che instaurò un Commented [LB149]: Moneta prussiana da un tallero,
sistema bimetallico fondato su un cambio fisso tra oro e argento. anche se rimangono in circolazione anche altre monete per
 1867 Parigi - Conferenza monetaria internazionale, che voleva istituire una moneta internazionale che però non venne gli scambi meno importanti.
mai adottata per il rifiuto a partecipare della GB.
Commented [LB150]: Ma in pochissimi anni l’argento
 1873 - Unione monetaria Scandinava tra Svezia e Danimarca e poi Norvegia, fu l’unione che meglio funzionò oltre allo inizia a svalutarsi rispetto all’oro e il cambio perde di senso.
Zollverain. Ma verso la fine dell’800 non era più così facile governarla e non fu più utilizzata, anche perché era solo L’Italia approfitta di questa situazione nei confronti della
un’unione monetaria e non un’unione doganale. Francia, chiedendo il cambio di 80 milioni di monete
d’argento in oro, guadagnando sul cambio modificato.
L’unica unione monetaria che sopravvivrà sarà lo Zollverain, poi trasformandosi e unendosi politicamente nella Germania. Tutte L’unione diventa quindi monometallica, ma non conoscerà
le unioni monetarie non prevedevano una banca centrale unica, ma una cooperazione tra le banche centrali nazionali. Gli mai la stabilità di un tempo.
economisti le descrivono quindi come organismi acefali.

Gold Standard
Quindi si capisce che il mezzo migliore per stabilizzare i cambi e a rendere più sicuro ed efficiente il sistema monetario è il Gold
Standard o standard aureo. Esso definisce l’unità di conto di un sistema monetario, che è la quantità di oro, che deve
corrispondere alla quantità di credito che si poteva accordare sotto forma di banconote e depositi.
Secondo le teorie liberiste classiche del tempo poteva autoregolamentarsi. Infatti se un paese perde di competitività le
esportazioni diminuiscono, la bilancia dei pagamenti inizia a peggiorare e vi è una fuoriuscita di oro, cioè di sterline. Con minor
moneta/oro circolanti i prezzi diminuiscono. Ciò orienterà gli acquisti dei cittadini e degli stranieri verso i prodotti nazionali. Questo
porta ad un afflusso di oro, che a sua volta alzerà i prezzi sino a raggiungere nuovamente la situazione di equilibrio. Ma questo
processo, contenuto nella teoria liberista, non ricalcò mai la realtà. Infatti si cercava sempre di evitare il calo dei prezzi e dei salari,
per esempio uscendo dal Gold Standard in un momento di difficoltà, o altrimenti vengono alzati i tassi di interesse.

Il primo paese che introdusse il GS fu la GB nel 1821. Il valore della sterlina era di 7,3 grammi d’oro e si diffuse rapidamente tra
tutti i paesi europei. Era un sistema deregolamentato senza vincoli per l’ingresso e l’uscita dei paesi, basato soprattutto sulla
credibilità e fiducia dei paesi. La GB era il paese più credibile da questo punto di vista, tanto che la sterlina era considerata sicura
quanto l’oro.

I vantaggi del Gold Standard sono:


 Garantisce cambi fissi e stabili;
 Aumenta la prevedibilità dei rendimenti e dei costi delle transazioni internazionali;
 Infonde certezze nell’economia e nel commercio internazionale;
 Scoraggia gli speculatori perché il sistema è completamente credibile; Commented [LB151]: Sono sempre esistiti e hanno un
 Ogni valuta partecipante al GS divenne effettivamente una moneta internazionale, anche se è un’unione monetaria ruolo fondamentale per rinforzare i sistemi monetari.
senza regole, che però funziona molto bene.

Gli svantaggi del Gold Standard sono:


 Rigidità del sistema, non si possono svalutare e rivalutare le monete per incentivare gli scambi commerciali perché si è
limitati da un cambio fisso;
 Scarsa autonomia nelle politiche economiche dei governi nazionali;
 Maggiore vulnerabilità alle crisi internazionali, perché non si può svalutare la moneta; Commented [LB152]: Non è una soluzione che funziona
 Non sempre in caso di avanzo si aumentava M. Spesso avveniva la sterilizzazione e accumulazione dell’oro, non nel lungo periodo.
rispettando le regole del GS.

Ruolo della sterlina


La sterlina divenne una valuta internazionale in quanto vi era fiducia che avrebbe mantenuto un certo potere di acquisto. Diventa
quindi una valuta di riserva in alternativa all’oro, che mai era bastato per finanziare il sistema del GS, come anche il franco
francese. La bilancia dei pagamenti inglese fu quindi in equilibrio, perché tutti volevano le sterline attraendo quantità di oro
sempre maggiori, ma questo nasconde che il saldo commerciale negativo crescente. L’equilibrio della bilancia dei pagamenti era
infatti garantito solo dai flussi finanziari. Infatti la competitività commerciale della GB diminuisce sempre più per la rapida
obsolescenza industriale

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La bilancia dei pagamenti e investimenti esteri


La bilancia dei pagamenti misura quanto esce e quanto entra in un Paese. Nella migliore delle ipotesi dovrebbe essere in equilibrio.
Essa comprende:
 Conto delle partite correnti;
o Bilancia commerciale (Exp/Imp beni e servizi); voce più pesante nella bilancia dei pagamenti.
o Redditi netti da lavoro;
o Redditi netti da capitale (IDE);
o Proventi netti dal turismo;
 Conto dei movimenti di capitale (movimenti di capitale finanziario) Commented [LB153]: Per esempio vendita di titoli o
obbligazioni di Stato.
La somma delle partite correnti e di quelle in conto capitale deve essere preferibilmente = 0.

I maggiori investitori internazionali sono Gran Bretagna e Francia.

Investimenti esteri inglesi


All’Inizio del ‘900 la GB esportava il 75-80% del risparmio nazionale. Meno del 10% degli investimenti GB erano diretti in Europa,
mentre gran parte di questi finanziarono il decollo agricolo e industriale delle “aree di nuovo sviluppo”; Commented [LB154]: Australia, Canada, Nuova Zelanda,
Nel 1913 circa il 10% del reddito nazionale inglese proveniva dagli investimenti esteri. Gli investimenti all’estero avvenivano USA.
prevalentemente attraverso la Borsa di Londra, che trattava:
 Titoli di stato coloniali;
 Titoli di stato stranieri;
 Ferrovie coloniali;
 Ferrovie statunitensi e straniere;
 Azioni di società estere.

Declino economico inglese


I capitali inglesi hanno quindi contribuito intensamente al decollo di nuove aree, mentre gli stessi inglesi non erano propensi a
investire in aziende nazionali, anche per la scarsa trasparenza delle aziende inglesi.
Gli scarsi finanziamenti alle aziende nazionali inglesi è’ una delle possibili spiegazioni dell’incipiente ritardo tecnologico.

Investimenti esteri francesi


Gli investimenti esteri francesi erano diretti soprattutto nell’area europea: nel 1881 più del 90% a Russia, Balcani e Scandinavia.
Erano principalmente mirati al sostegno delle infrastrutture e spese militari dei governi alleati. Non ha avuto quindi un ruolo
importante per la domanda interna ma per un ruolo all’estero, diventando quindi un’arma politica. Commented [LB155]: Per esempio la Francia ha sempre
Esemplificativo è il ruolo del Crédit Mobilier dei fratelli Pereire, una banca industriale che controllava ferrovie, miniere, officine di suggerito i suoi risparmiatori di non comprare titoli
produzione del gas, società di trasporti navali e ferroviari. tedeschi. Anche l’Italia dovette subire lo stesso trattamento
in momenti di tensioni tra i due Paesi.
Paesi più indebitati (1875-1914)
I paesi con una forte domanda di investimenti di capitale in rapporto ai risparmi chiesero capitali dall’estero e si indebitarono.
Alcuni dei paesi più indebitati sul mercato internazionale – Canada, Australia e Argentina - crebbero rapidamente, altri no. Il
problema era come ottemperare ai pagamenti futuri nei confronti dei creditori esteri. Ciò dipese da quanto efficacemente veniva
usato il denaro.
Quando il paese debitore non era in grado di pagare gli interessi o di rimborsare il capitale spesso si trattava di un’inadempienza
momentanea. Così i paesi insolventi venivano sottoposti ad un trattamento molto simile a quello in genere riservato alle aziende. Commented [LB156]: Viene nominato un commissario e
Per gli stati i curatori stranieri dovevano gestire alcuni introiti fiscali al fine di ripagare l’interesse e il capitale pendenti. Si può si svolgono le pratiche per pagare i creditori, prima di
intervenire attraverso dazi commerciali o anche addirittura attraverso l’esercito. chiudere definitivamente l’azienda.

Alcuni esempi di questo tipo sono:


 Giappone - i Giapponesi utilizzarono gli investimenti esteri al fine di raggiungere obiettivi di sviluppo, anche per le
ferrovie. Nel 1913 più della metà del debito del Giappone era detenuto da stranieri, ripagato grazie ai cospicui avanzi
commerciali;
 Cina - per evitare problemi di insolvenza non si indebitò per nulla, anche a causa degli atteggiamenti di sfiducia dello
Stato e della società;
 Egitto - sotto il Khedivè Isamail Pasha il debito pubblico egiziano era più che quadruplicato dal 1863 ed il denaro venne
in gran parte sperperato. L’Egitto doveva quindi richiedere nuovi prestiti per pagare gli interessi sui prestiti pregressi. Il
peso del debito era di oltre 8 milioni di sterline, mentre le entrate statali totali ammontavano a circa 9 milioni. Come
soluzione nel 1883 l’effettivo potere di governo venne conferito al Console generale britannico fino al 1913. In questo
periodo vennero decisi:

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o Raddoppiò le entrate nette;
o Regolarizzò il prelievo fiscale;
o Riformò il sistema dei conti pubblici;
o Obbligò il Tesoro a controllare la spesa;
o Avanzo di bilancio;
o Tenore di vita crescente tra i contadini.
Solo nel 1923 l’Egitto riacquistò l’indipendenza politica.

Concludendo
 Grazie al Gold Standard ogni valuta partecipante al sistema divenne effettivamente una moneta internazionale;
 Prevedibilità dei prezzi, aumento commercio internazionale;
 Sterlina diventa valuta chiave del sistema;
 L’offerta di capitale provenne soprattutto dalla Gran Bretagna e dalla Francia;
 Problema dell’insolvenza e della sua gestione.

TREDICESIMA LEZIONE- STORIA ECONOMICA


L’Europa cresce
Tra il 1850 e il 1914 l’economia europea diventa globalizzata, abbatte barriere economiche, monetarie e di differenze Commented [LB157]: Vedere lezione 12.
di reddito. In questo contesto possiamo osservare una generale convergenza del reddito pro-capite dei vari paesi, che
comporta un rallentamento netto delle migrazioni dai paesi più poveri di opportunità verso quelli che ne sono più Commented [LB158]: Vedere lezione 11.
ricchi. Nel 1913 il 28% della popolazione mondiale deteneva il 47% del PIL mondiale. E gran parte di questa fetta è
rappresentata proprio dall’Europa, oltre che da USA e da Giappone.

I paesi che all’interno dell’EU detengono il maggiore potenziale economico sono Regno Unito, Russia e Germania, che Commented [LB159]: PIL nazionale + PIL coloniale.
ne detenevano il 62%. Il reddito pro-capite si era alzato anche nei paesi inseguitori e vedeva ai primi posti la GB
($4900), Svizzera, Belgio, Olanda ($4000), Danimarca e Germania ($3600).
Per avvertire questa crescita economica così spinta dobbiamo osservare l’aumento dei consumi in alimentari,
abbigliamento e nei trasporti. Ora i consumi sono diversificati, grazie all’aumento del reddito pro-capite. Per l’Italia
questo arriverà un po’ più tardi, altri paesi conosceranno prima invece questa “rivoluzione dei consumi”, che è l’ultima
fase del modello di Rostow. Commented [LB160]: Vedere lezione 9.

Questa crescita esponenziale è ovviamente dovuta principalmente al progresso tecnologico. La II Rivoluzione Commented [LB161]: Vedere lezione 7.
Industriale ha però bisogno di una scolarizzazione non più soltanto di massa ma anche secondaria e terziaria, oltre che
tecnica. E il valore del capitale umano diventa una nuova discriminante sempre più importante tra i paesi
industrializzati.

Il cambiamento strutturale
Gli economisti parlano per questi anni di un avvenuto cambiamento strutturale per alcuni paesi: la distribuzione della
forza lavoro nei settori economici si modifica radicalmente. L’agricoltura decade, nel 1910 in GB ci lavora il 9% della
forza lavoro, in Belgio il 23, in Olanda il 29, in Germania il 37 e in Italia il 55. Oltre che alla forza lavoro sempre meno Commented [LB162]: L’Italia conoscerà queste
numerosa anche l’influenza sul PIL decresce gradualmente. Successivamente alla I Rivoluzione Industriale la forza percentuali così elevate fino alla fine della II Guerra
Mondiale.
lavoro nel secondario cresce: è occupata per il 52% in GB, per il 46 in Svizzera, per il 42 in Germania e per il 27 in Italia.

Dopo la II Rivoluzione Industriale la grande novità è l’esplosione del settore terziario, quello dei servizi. Quando la
forza lavoro è in gran parte occupata in questo settore significa che il cambiamento strutturale dell’economia sta
avvenendo nella giusta direzione. I servizi sono quelli di trasporto, delle comunicazione, i servizi finanziari e quelli
assicurativi. A fianco della crescita dei servizi vediamo anche un sempre crescente welfare state a carico degli Stati.
Questi servizi sono quelli sanitari e quelli scolastici, ma anche previdenziali; tutti ovviamente caratterizzati dalla Commented [LB163]: Introdotto da Bismarck già nella
gratuità. seconda metà dell’Ottocento.

In questo contesto si sviluppano sempre più le grandi imprese, le corporation. Sono 41 in Europa, contro le 54 in USA.
La formazione delle grandi imprese sono un obbligo per i piccoli paesi europei. Queste grandi aziende si occupano
dell’intera produzione dei manufatti: fin dal reperimento delle materie prime fino alla vendita al commercio. In questo
modo l’azienda può controllare meglio il prezzo e la qualità dei propri prodotti, abbassando i costi. Per riuscire a

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raggiungere questo risultato le grandi aziende si sviluppano oltre i confini nazionali, portando ad una economia sempre Commented [LB164]: Anche per evitare i dazi doganali
più globalizzata. Nascono così le prime multinazionali. sempre più importanti.

L’Europa, pur portando avanti la sua apertura interna ed esterna, è prematura. Si era andati paradossalmente troppo
avanti per l’epoca, l’Europa non era pronta a questa globalizzazione e a questo livello di sviluppo. Le risposte politiche
non erano state all’altezza ed avevano portato ad un protezionismo sempre più stringente e inutile. Il capitalismo Commented [LB165]: Vedere lezione 10.
liberale era probabilmente al tramonto, proprio per via del protezionismo e del nazionalismo nascente. Questo
scenario come sappiamo trascinerà l’Europa alla I Guerra Mondiale.

I Guerra Mondiale
Le motivazioni di tipo economico che hanno portato alla I Guerra Mondiale sono:

 Ricchezza mineraria di carbone della Lorena contesa;


 Potere economico tedesco che faceva sempre più paura a Italia, Francia e GB; Commented [LB166]: L’idea di fondo dello sviluppo
 Interessi economici contrastanti nei Balcani; economico di un paese era quella di sottrarre terre e risorse
naturali ai paesi vicini. Ci si sviluppa quindi a spese dei
 Conflitti doganali (come quello tra Italia e Francia); propri competitor.

La Guerra deve però essere finanziata per le sue spese enormi. I metodi sono le tasse, il prestito -sia interno che Commented [LB167]: Vedere lezione 10.
esterno- che aumentò a dismisura l’indebitamente e la stampa della moneta che però portò ad un inflazione sempre Commented [LB168]: Sono i War Bond.
crescente e all’abbandono del Gold Standard. Commented [LB169]: Vedere lezione 12.
Ma quali sono le conseguenze economiche della Guerra?

 Fine del processo di convergenza europea e di globalizzazione;


 Fine del Gold Standard e del sistema dei pagamenti internazionale;
 Fine del free-trade, nascita di nuove barriere e fine della libera circolazione dei lavoratori;
 Crollo del commercio internazionale;
 Nascita di nuovi stati indipendenti, che spezzettano il commercio internazionale;
 Sorpasso USA a livello economico e commerciale.

Pace di Versailles
Ma forse ancora peggio della Guerra venne gestita male la Pace di Versailles. Il trattato di pace ridisegna nuovi confini,
fa nascere nuovi stati indipendenti e impone le riparazioni di guerra.

 Riorganizzazione territoriale - gran parte di questa strategia punta a indebolire la Germania privandola
dell’Alsazia e della Lorena (viene privata del 13% del suo territorio, dei ¾ dei giacimenti di ferro, del 68% delle
miniere di zinco, del 26% di quelle di carbone e di numerosi impianti industriali). Le valute europee
aumentarono da 13 a 25, insieme al numero degli Stati indipendenti, e i confini doganali aumentarono di Commented [LB170]: I nuovi Stati erano però troppo
circa 7000 km. La produttività agricola crollò, proprio per via della divisione sempre più piccola degli deboli dal punto di vista economico.
appezzamenti;

 Riparazioni di guerra - nasce la Lega delle Nazioni, che avrebbe dovuto incentivare la pace e aiutare i nuovi
Paesi a sviluppare la propria struttura economica, ma il suo contributo è stato quasi nullo. Un problema
centrale che venne discusso a Versailles fu quello dei debiti di guerra: gli USA avevano prestato finanziamenti
per la guerra a Francia, Inghilterra e Francia ed ora gli Stati Uniti vogliono riscuotere. Gli stati vincitori europei
però non hanno i soldi per ripagare i debiti e quindi si accaniscono contro la Germania, chiedendo le riparazioni
di guerra. Keynes, che aveva partecipato alle contrattazioni di Versailles, critica questo meccanismo Commented [LB171]: Molto differenti quindi dai debiti di
auspicando che si facesse un grande falò dei debiti e delle riparazioni di guerra, ma non verrà ascoltato. Keynes guerra, anche se intrinsecamente legate.
auspica anche che gli USA non si isolino, in quanto erano la sola potenza in grado di aiutare l’Europa a Commented [LB172]: Per evitare di creare un
ristabilizzarsi. Ma anche su questo non viene ascoltato, gli Stati Uniti usciranno dalla Lega delle Nazioni e sentimento ostile ai paesi vincitori in Germania e per invece
incentivare lo sviluppo economico reciproco. Stesso
decideranno per l’isolamento nei confronti delle vicende europee. Infine però viene deciso che fosse stabilità discorso affinché venga abbandonata la tendenza
una responsabilità finanziaria di diritto civile da parte della Germania, la cui entità verrà decisa in seguito. all’isolamento Keynes lo fa nei confronti della Russia.
Iniziano quindi le contrattazioni e la prima richiesta fu di 269 miliardi di marchi d’oro, che via via scenderà a
132 miliardi di marchi d’oro purché fosse pagata subito. Ma la Germania rifiuta sempre queste soluzioni, per
l’impossibilità materiale di pagare queste riparazioni. Intanto lo stato tedesco ripaga i vincitori in natura,

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attraverso l’invio di carbone in Francia. Per il mancato pagamento delle riparazioni nel 1923 la Francia occupò
la Ruhr, al che i minatori -in accordo con il Governo tedesco- scioperano. Da questo momento in poi però il
Governo perde il controllo sul marco, che inizia a svalutarsi paurosamente, fino al 1000%, fino ad azzerare
completamente i risparmi della classe media. Per risolvere questa situazione diventata ormai insostenibile gli
USA mandano un ex generale in Germania, il generale Dawes. Viene quindi prima di tutto coniata una nuova
moneta, il Reichs Marck, che riesce a mantenere la parità con il dollaro. Oltre a questo gli USA aiutano dal
punto di vista economico-finanziario ad aiutare la Germania, investendo ingentissimi capitali finanziari
americani in Germania in titoli tedeschi piuttosto sicuri e con buoni tassi d’interesse. Questo porta a nuova Commented [LB173]: Un po’ come aveva fatto la Francia.
liquidità nelle casse tedesche, che così può pagare le riparazioni di guerra ai paesi vincitori. Viene così a crearsi Vedi lezione 12.
il circolo vizioso dei pagamenti:

Pagamenti dei
Maggiore Pagamento delle
Investimenti finanziari paesi europei dei
liquidità in riparazioni di
americani in Germania. debiti di guerra
Germania. guerra.
agli USA.

Successivamente, quando la crisi del ’29 inizia a paventarsi, si capisce che non potranno mai essere pagati né i debiti
di guerra né le riparazioni di guerra. Così gli USA rinunciano ai primi e di conseguenza anche i paesi europei rinunciano
ai pagamenti dovuti dalla Germania.

Questi avvenimenti certificano il fallimento totale della diplomazia. A partire dalla Lega delle Nazioni, mancò
clamorosamente la cooperazione internazionale e venne sottostimato l’impatto drammatico della guerra sia sui
vincitori che sui vinti. I costi di questi errori ricadono su tutti gli stati. Il Gold Standard inoltre verrà reintrodotto in
quasi tutti gli stati sviluppati.

Questi errori fortunatamente non verranno ripetuti alla fine della II Guerra Mondiale. Non furono più chiesti né
riparazioni né debiti di guerra, addirittura proibiti per legge negli USA. Gli Stati Uniti non si isolarono più, anzi divennero
il perno della stabilità mondiale, assumendo il ruolo di poliziotto del mondo che portò al bipolarismo e allo scontro
con l’URSS. Un altro passo in avanti che si fece dopo la II Guerra Mondiale fu la rinascita della cooperazione europea,
che venne rilanciata. Iniziano infatti i negoziati per firmare le prime unioni doganali. Ed infine sarà proprio Keynes che
già dal 1943 a Bretton Woods avrà il compito di riorganizzare il sistema monetario internazionale, che sarà basato su
un sistema di cambi fissi fino al 1971.

“Nulla è stato trascurato per impoverire la Germania o per ostacolarne lo sviluppo in avvenire.”

J. M. Keynes

QUATTORDICESIMA LEZIONE- STORIA


ECONOMICA
Conseguenze I Guerra Mondiale
La Guerra porta a difficoltà per:

 Crisi demografica - 20 milioni di morti, 20 milioni di feriti gravi. 15 milioni di morti per le epidemie, principalmente Commented [LB174]: 10 milioni militari; 10 milioni civili.
l’epidemia spagnola;
 Crisi agricola - i danni peggiori all’agricoltura sono dati dal fatto che durante la Guerra gli stati dell’America Latina sono
gli unici paesi in grado di produrre in modo sostenibili beni primari, che vengono quindi esportati in Europa anche dopo
il 1918. L’agricoltura riparte relativamente in fretta rispetto al settore industriale, ma anche questo porta

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paradossalmente a problemi: si produce in modo eccessivo rispetto alla domanda e così il prezzo si riduce. Per risolvere
questo problema entra in campo la politica, rimandando una fine certa: vengono accordati dei cartelli tra le grande
aziende agricole per un controllo dei prezzi. Ma così non si risolve il nodo economico, che si ripresenterà solo qualche
anno più tardi;
 Crisi industriale - per via della crisi demografica vi è una carenza di manodopera e anche di materie prime. Inoltre, poiché
erano gli Stati a finanziare direttamente le industrie, si era verificata una penuria di capitali da investire non solo in nuove
avventure economiche ma anche nella manutenzione stessa degli impianti già esistenti. Le aziende si ingigantiscono per
via delle commesse militari, imprese come FIAT e Ansaldo aumentano del 1000% i propri addetti e diversificano la propria
produzione. Ma alla fine della Guerra vi è un’ovvia contrazione della domanda (che comporta ad un deprezzamento
eccessivo), ed un cambiamento della stessa, e queste aziende entrano in crisi; Commented [LB175]: Ansaldo dovrà essere salvata dalla
 Crisi del commercio internazionale - durante la Guerra tutti gli stati imposero controlli diretti sui prezzi, sulla produzione Banca d’Italia.
e sulla distribuzione della forza lavoro. Inoltre i tedeschi avevano messo in atto un isolamento della Gran Bretagna
attraverso la distruzione delle navi commerciali disarmate dirette in GB grazie ai sommergibili. In questo modo si tentava Commented [LB176]: La guerra è diventata totale.
di prendere l’isola per fame e sfinimento; alla fine della Guerra si capirà quindi quanto è importante la autosufficienza
alimentare. Pure, come è ovvio che sia, gli investimenti esteri subiscono un crollo: Francia e GB ridimensionano il loro Commented [LB177]: Questo è stato inoltre un motivo
per l’entrata in guerra degli USA.
ruolo di investitori internazionali;
 Crisi finanziaria - dovuta alle riparazioni dovute dalla Germania ai paesi vincitori, che a loro volta devono ingenti somme Commented [LB178]: -50%
agli USA. I capitali quindi circolano, ma attraverso un circolo vizioso. Commented [LB179]: -15%
 Crisi monetaria - il Gold Standard viene abbandonato e quindi gli investimenti internazionali vengono scoraggiati per la
maggiore incertezza in cui si muove l’intero sistema monetario mondiale. Commented [LB180]: Vedere lezione 13.
Commented [LB181]: Vedere lezione 12.
La guerra aveva richiesto ingenti capitali per essere finanziata. 180-230 miliardi di dollari di costi diretti, per operazioni militari.
150 miliardi invece come costi indiretti per le distruzioni che la Guerra aveva portato. I tre Paesi che più hanno dovuto intervenire
dopo il conflitto per la ricostruzione sono Francia, Belgio, Italia.

Gran Bretagna
 Lenta ripresa reddito pro capite;
 Elevata disoccupazione - che porta a importanti scioperi; Commented [LB182]: Dei minatori principalmente.
 Indebolimento industriale, commerciale e finanziario - la bilancia dei pagamenti sempre in positivo per via del surplus
finanziario aveva nascosto rilevanti difficoltà produttive del settore industriale inglese;
 Ritorno al Gold Standard (1925) - si ritorna agli stessi tassi di cambi prebellici;
 Sterlina fortemente sopravvalutata - per via dei tassi di cambio prebellici, questo porta però a un deficit molto
importante nella bilancia dei pagamenti, le esportazioni calano perché più costose e aumentano le importazioni. Come Commented [LB183]: Di cui però la GB non aveva grande
effetto di tutto ciò le riserve di oro si assottigliano. bisogno perché già ne aveva a sufficienza.
 Alti tassi di interesse - volti a ridurre questa perdita d’oro, ma esse incentivano la tesaurizzazione ma disincentivano gli
investimenti perché li rende più costosi;

Come conseguenza di tutto ciò l’Inghilterra abbandona il free-trade, almeno con i paesi europei, alzando i dazi doganali. Mantiene
invece trattati di libero scambio con le colonie ed i paesi extraeuropei.

Francia
 Inamovibile sulla questione delle riparazioni;
 Allargamento della capacità industriale;
 Effetto della restituzione dell’Alsazia-Lorena - che sono però meno produttive del passato;
 Continui turbamenti a livello politico, ma ripresa economica - si alternano in due anni 11 diversi governi. Si rischia
addirittura una dittatura per la forte instabilità politica;
 Ritorno al Gold Standard (1926) - vengono però adottati dei tassi di cambio inferiori, a differenza di quanto fatto in GB. Commented [LB184]: Definita una svalutazione
La svalutazione favorì le esportazioni e la ripresa e portò ad un accumulo sempre maggiore di riserve d’oro. competitiva, cioè maggiore di quanto effettivamente era
necessario. Tutto ciò nonostante la svalutazione fosse stata
molto criticata dagli altri paesi concorrenti, che stavano
Italia perdendo terreno.
 Difficile processo di riconversione industriale - questo porta anche a difficoltà finanziarie, poiché i creditori non riuscirono
più a ripagare i propri debiti;
 Difficoltà finanziarie - condussero al fallimento banche e società;
 Disordini sociali e instabilità politica - a differenza della Francia però non si riuscì a ricucire la situazione;
 Allarmanti sviluppi politici - marcia su Roma (ottobre 1922).

Politica economica fascista


De Stefani, Ministro dell’Economia, riorganizzò il bilancio statale, lo portò in pareggio tagliando del 26% le spese militari.
L’inflazione però si riaccese pericolosamente e Mussolini teme così di perdere l’appoggio delle classi medie, memore di quanto

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stava accadendo in Germania. Il Duce quindi decide di porre fine a questa crescita dell’inflazione e nomina Ministro dell’economia Commented [LB185]: Vedere lezione 13.
Giuseppe Volpi, che decide il ritorno al Gold Standard (1926), a quota 90, cioè il tasso di cambio con la sterlina al momento della
marca su Roma del 1922 (90 lire - 1 sterlina). Questa viene chiamata la “battaglia della lira”. Il governo doveva però mantenere Commented [LB186]: Un imprenditore veneziano, un
self-made man, che aveva investito in Serbia e Montenegro.
questo tasso di cambio impegnativo e per questo ha bisogno di liquidità. Così:
Inaspettatamente dopo il 1905, quando lo Stato aveva
nazionalizzato le ferrovie, la sua azienda venne inondata da
 Prestito del Littorio - consolidamento obbligatorio dei BOT, che vengono così persi dai risparmiatori; capitale, che lo portò a costruire Porto Marghera.
 Tagli salariali, agli affitti e agli stipendi degli impiegati pubblici (1927-28) - per raggiungere questo risultato si licenziava
in massa la forza lavoro e la si riassumeva a un salario più basso;

Queste sono state efficaci campagne per ridurre i prezzi e per mantenere stabile il cambio lira-sterlina. Gli effetti sono positivi: nel
1929 in Italia cresce del 21% il reddito pro-capire rispetto al 1913, la produzione industriale del 21% e le esportazioni del 23%. Commented [LB187]: Del 35% in Francia, del 4% in GB,
del 30% negli USA.
Russia Commented [LB188]: La Germania addirittura le riduce e
La Russia nel 1917 è un paese che ha fatto grandi passi avanti ma che comunque non ha raggiunto i risultati europei dal punto di in GB aumentano solo del 4%.
vista economico e industriale. Chi aveva maggiormente tentato di innovare il sistema produttivo russo è lo Zar Alessandro II:
Commented [LB189]: Da Pietro Il Grande in poi.
(1861):

 Fine servitù della gleba;


 Nascita del Mir, cioè proprietà nazionalizzate che si sostituiscono ai latifondisti;
 Sviluppo della rete ferroviaria - finanziata dai francesi ma che non ha ancora un fabbisogno interno sufficiente; Commented [LB190]: Vedere lezione 10.
 Sviluppo dell’industria siderurgia ed estrattiva.

Lo Stato stimola molto quindi l’economia russa, ma forse il ruolo più importante lo hanno i capitali stranieri, in particolare francesi.
Nel 1917 la Russia è principalmente un paese fortemente agricolo ove le aziende occupano solo 2 milioni di forza lavoro. Un altro Commented [LB191]: 75% della forza lavoro.
problema enorme è l’analfabetismo, soprattutto nelle campagne: solo il 30% della popolazione sa leggere e scrivere. Gli unici 2
centri urbani industrializzati sono S. Pietroburgo e Mosca. Commented [LB192]: Su 170 milioni.

La Guerra sconvolse l’equilibrio precario; dopo la Rivoluzione di Febbraio si instaura un governo socialista deponendo lo Zar Nicola
II. Questo governo introduce dei nuovi diritti, ma commette un enorme errore: non firma la pace ma continua la I Guerra
Mondiale. Questo offre un’opportunità enorme ai bolscevichi, che arriveranno al potere con la Rivoluzione d’Ottobre. Commented [LB193]: Conflitto mai compreso dalla
Successivamente a questo avvicendamento seguono 4 anni di guerra civile durante cui sarà adottata il comunismo di guerra, che popolazione russa.
prevede la nazionalizzazione di tutta l’economia con la confisca delle terre ai cittadini, viene introdotto il baratto, la moneta
scompare, i servizi sono gratuiti ma vengono fortemente razionalizzati. In questo modo la produzione industriale si riduce di 1/5
e la produzione agricola di 1/3. Lenin quindi ripensa il suo modello economico e vara la riforma della NEP: si torna a parlare di
libero mercato per le eccedenze agricole, viene reintrodotta la moneta, il commercio viene ri-liberalizzato e nascono numerose Commented [LB194]: Oltre alla quota da fornire allo
piccole imprese private (fino a 20 addetti). Stato i contadini possono scambiare i beni prodotti.

Nel 1924 Lenin però muore e Stalin prende il potere. Egli invertirà la tendenza e metterà in atto la “super industrializzazione
forzata dell’economia”, a spesa dell’agricoltura. Vi è la collettivizzazione forzata delle terre, viene varato il primo piano
quinquennale, i prezzi vengono stabiliti dal governo e perdono il legame con i costi di produzione e con la domanda. Lo stato Commented [LB195]: Si verificano facilmente
sovietico inizia a fondarsi quindi sull’industria pesante, sull’industria militare e sulle infrastrutture. In questa fase molte sovrapproduzioni o carestie di beni e servizi.
innovazioni tecnologiche vengono importate dall’esterno, la Russia quindi esce dal suo isolazionismo, almeno economico.
Ovviamente anche dal punto di vista politico furono ridotte le libertà: si fonda un sistema politico a partito unico e si diffondono
le purghe staliniste. Tutto ciò ha ovviamente una forte influenza negativa sull’economia russa.

QUINDICESIMA LEZIONE- STORIA ECONOMICA


3 scuole di pensiero sulla crisi del ’29:

 Scuola dell’instabilità - secondo Malthus, Marx, Keynes il sistema capitalistico era intrinsecamente portato a Commented [LB196]: Per la penuria di risorse in
diventare instabile. rapporto all’aumento spropositato della popolazione.
 Scuola della stabilità - sono gli economisti classici e neoclassici, secondo cui il mercato si deve autoregolare e Commented [LB197]: Teoria comunista.
risolve da solo le crisi. Commented [LB198]: Unico che porta anche soluzioni:
 Scuola dei cicli - è naturale che le crisi si verifichino, perché sono effetti dell’andamento a cicli dell’economia l’intervento dello Stato nell’economia.
mondiale. Tuttavia sono imprevedibili, anche se inevitabili. La durata temporale di questi cicli vanno dai 15 ai
50, a seconda degli studiosi di questa scuola di pensiero: Schumpeter, Kondratiev, Kuznets e Kindleberger.

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Elementi esplicativi fondamentali

Già da decenni vi erano stati segnali di questa imminente crisi finanziaria ed economica; infatti il crollo della Borsa di
NY non fu la sola causa scatenante della depressione, anzi forse è stato solo un effetto. La produzione ed il lavoro
erano ormai meno flessibili che in passato ed il sistema monetario internazionale non funzionava in maniera adeguata,
soprattutto dopo la I Guerra Mondiale. Ma forse più che le cause iniziali sono importanti le cause che la fecero
perdurare così tanto:

 I paesi dopo lo scoppio della crisi attuarono una politica economica restrittiva;
 Nessun paese per i primi 3 anni di crisi abbandonò il Gold Standard, e così nessuno potè svalutare la propria
moneta.

La crisi inizò già nel 1928 in Germania, quando gli investimenti americani vennero meno ed il Governo dovette adottare
una maggiore tassazione per pagare le riparazione ai vincitori. Infatti la borsa di NY era diventata ancora più Commented [LB199]: Che aveva attratto anche
vantaggiosa e garantiva dei profitti stratosferici. Le azioni delle aziende aumentarono il loro valore e non investitori europei.
rappresentano più il vero valore delle aziende, è questo il sistema della speculazione.

L’anello più debole era quello degli investement trust, delle banche di investimento che prestarono denaro ai propri
clienti che impegnarono anche le case ed il proprio patrimonio. Come ogni bolla speculativa però le azioni, arrivate ad
un certo valore massimo, iniziarono ad essere vendute, le banche ridussero il credito, i prezzi iniziarono a scendere
(deflazione). Infatti la crisi passò molto velocemente dalla borsa alle aziende e anche i prezzi reali iniziarono a scendere
vertiginosamente, fino a non coprire più nemmeno i costi di produzione. La domanda era infatti crollata mentre
l’offerta ovviamente rimaneva invariata.

La risposta a questa crisi è però inadeguata, l’America infatti non aveva mai affrontato nulla di simile. La Banca centrale
Americana inietta liquidità nel sistema ma non è assolutamente sufficiente. Quindi il Governo aumentò il
protezionismo: aumento del 50 % del dazio sulle importazioni esterne. Vengono anche ridotte le tasse e viene chiesto Commented [LB200]: Smoot-Hawley Tariff Act (1930)
alle aziende di non ridurre i salari. Ma la deflazione continuò per la mancanza di liquidità. Numerose imprese e banche Commented [LB201]: 11 000 banche su 26 000, il che
iniziarono a fallire, anche per via del mancato ruolo di prestatore di ultima istanza della FED, e questo portò alla rovina provocò l’aggravarsi della crisi bancaria e della mancanza di
di moltissimi correntisti che persero i loro risparmi. La produzione industriale, per effetto, diminuisce del 48%. liquidità.

New Deal (1933)

Dopo le elezioni di Roosvelt la politica economica americana cambiò radicalmente:

 Agricultural Adjstament Act


o Riduzione delle produzioni, per non far crollare i prezzi;
o Sussidi al reddito.
 National Industrial Recovery Acyt
o Riforma del sistema delle relazioni industriali, per aumentare i diritti e le tutele dei lavoratori ed i
poteri dei sindacati;
o Piano di lavori pubblici, soprattutto per migliorare le infrastrutture.
 Emergency Banking Act e Glass-Steagall Act
o Rafforzamento poteri di controllo della FED;
o Separazione tra banche commerciali e banche di investimento;
o Chiusura temporanea delle filiali delle banche, per stabilizzare la loro liquidità.

La crisi si trasmette però molto velocemente anche in Europa. La risposta a questa situazione è quello di alzare i dazi
doganali, che potrò al crollo del commercio internazionale e ad un peggioramento della situazione economica. Alcuni
paesi escono dal Gold Standard, altri provano a resistere e a rimanere all’interno. Non vi è alcun tentativo di Commented [LB202]: Il primo è la GB nel 1931.
coordinamento tra paesi europei, ma ognuno procede per la sua strada.

Il primo contraccolpo per l’Europa è il fallimento della Creditanstalt del 1931, una banca mista austriaca che influenza
molte aziende nei paesi dell’Est Europa, soprattutto in Ungheria, e in Germania. Questo fallimento è stato dovuto
principalmente dai fallimenti delle aziende creditrici, che non potevano più ripagare i debiti. Non vi fu alcun aiuto
internazionale, fino a quando non si decise l’intervento dello Stato quale azionista di maggioranza della banca. E questa

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fu infatti la reazione europea alla crisi bancaria. Inoltre sempre nel 1931 Hoover decide la moratoria delle riparazioni
di guerra e dei debiti della I Guerra Mondiale.

I paesi che più furono colpiti sono stati USA, Austria e Germania. L’Italia fu ovviamente colpita, ma lo Stato persegui
una politica interventista che limitò i danni. La Germania conobbe invece dal 1931 una forte crisi bancaria, che potrò
alla reazione di nazionalizzare le banche miste in crisi per rifinanziarle e mantenerle in vita. La Francia invece può vivere Commented [LB203]: La Danat, la Dresdener e la
una fase relativamente stabile: aveva infatti accumulato enormi quantità di oro per tutti gli anni ’20 e deteneva ormai Commerz. Tutte le azioni di queste banche acquistate dallo
Stato verranno successivamente vendute sul mercato. È
più del 24% delle riserve d’oro mondiali.
stato quindi un salvataggio temporaneo.
L’Italia subì un forte contagio dei propri gruppi industriali e quindi delle proprie banche miste che detenevano Commented [LB204]: COMIT, CREDIT e Banco di Roma.
importanti pacchetti azionari, sempre maggiori. Quindi le banche miste diventano praticamente i proprietari delle
grandi aziende industriali, ma non sono in grado di gestirle per mancanza di competenze manageriali. Per risolvere
questa complicata situazione viene fondata l’IRI (Istituto di Ricostruzione Industriale) e vengono messe al bando le Commented [LB205]: Formalmente dal 1936 con una
banche miste, che diventano banche di credito ordinario, e i loro pacchetti ordinari passano proprio all’IRI. La politica legge. Oggi anche grazie all’UE le banche possono invece
avere più libertà nella gestione di azioni di aziende.
dello Stato italiano è quindi una politica assai interventista nell’economia e l’IRI assunse responsabilità gestionali nelle
imprese.

La crisi del ’29 ha enormi ripercussioni anche sulle migrazioni internazionali e sullo spostamento di persone. Vi è infatti
una contrazione delle migrazioni: da 6,7 milioni negli anni ‘20 si passa a 1,9 milioni degli anni ’30. Gli USA diventano
esportatori netti di migranti, invertendo la tendenza dei decenni precedenti. Ma, come dall’Europa, ci si poteva
spostare solo con un contratto di lavoro già firmato: infatti i mercati, anche i mercati del lavoro, si chiudono.
Ovviamente anche gli investimenti internazionali si contraggono e quindi anche il commercio internazionale, che perde
1/3 del proprio valore negli anni ’30.

Gli Stati, dovendo superare il free-trade, iniziarono a firmare accordi bilaterali attraverso la pratica del clearing, una Commented [LB206]: L’Ungheria nel 9132 firma un
forma di baratto controllata tra due paesi che garantisce l’equilibrio delle bilance commerciali. Un’invenzione tutta accordo per esportare uova e maiali in cambio di carbone
dalla Cecoslovacchia.
italiana sono invece i contingentamenti (1935), che fissano dei limiti sulle importazioni per ogni bene prodotto in Italia,
che saranno aboliti solo dopo la II Guerra Mondiale. Commented [LB207]: Ovviamente favorivano i lavoratori
italiani ma non i consumatori.
Il commercio internazionale conobbe gli schemi di controllo dei prodotti, cioè degli accordi di cartello tra vari paesi
per controllare i prezzi, che però non hanno lunga durata perché i paesi applicano politiche particolaristiche. Si
rafforzano inoltre i legami commerciali con i territori coloniali. Il deficit commerciale per finire peggiore per tutti i Commented [LB208]: Il Governo Italiano quantifica le
paesi. partite di giro per l’esercito come esportazioni verso le
colonie. Queste quindi statisticamente passano dallo 0,31%
Nonostante ciò, alcuni tentativi (pochi) di cooperazione furono fatti. Ma non andarono però a buon fine. Kindleberger dal 31% del 1936.
accusa gli Stati di non aver trovato un prestatore di ultima istanza che potesse risollevare le sorti degli altri paesi. Nel
gennaio del 1930 in realtà nasce a Zurigo la Bank for International Settlements, che formerà tutti i futuri principali
banchieri europei ma il suo contributo alla risoluzione della crisi è nullo. Nel 1933 venne organizzata una conferenza
internazionale, che però non concluse nulla. Nel 1936 l’unico accordo che si riuscì a firmare è stato l’Accordo Tripartito
tra le banche centrali di GB, USA e Francia; le banche centrali di questi 3 paesi avrebbero dovuto informare le altre
banche centrali nel momento in cui voleva valutare e svalutare la moneta. Commented [LB209]: Solo 24 h prima.

Considerazioni finali:

 Meccanismo di trasmissione della crisi attraverso il GS;


 Le banche non seguono le regole del gioco;
 Eredità della I Guerra Mondiale, tra debiti e riparazioni;
 Mancanza di cooperazione tra paesi europei;
 Isolazionismo degli USA;
 Nessun prestatore di ultima istanza;

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LEZIONE 16- STORIA ECONOMICA


SITUAZIONE PRE-UNITARIA ITALIANA
L’Italia, come sappiamo, si trasformò da paese leader dell’economia europea a paese sottosviluppato. Questo per via Commented [LB1]: Vedere lezione 5.
principalmente della sua frammentarietà politica, che le impedisce strategie economiche e commerciali di largo
respiro, ma anche per la produttività sempre minore dovuta alle rendite di posizione delle corporazioni, ed infine per
le nuove scoperte geografiche che avevano stravolto il mercato commerciale europeo. La mentalità è sempre più
chiusa e meno votata all’imprenditorialità e l’innovazione del sistema economico procede solo per inerzia: le
innovazioni in agricoltura e in artigianato rimangono e si pongono come basi fondamentali per il futuro rilancio del XIX Commented [LB2]: Fu proprio nelle aree che più si erano
secolo. L’Italia si chiude sempre di è più e declina per parecchi secoli, trasformandosi da un paese esportatore di sviluppate nell’artigianato (con la protoindustrializzazione
manufatti a un esportatore di materie prime. per esempio) che la I Rivoluzione Industriale -ed ancora di
più la II- portò i maggiori risultati. Una semplice
Fortunatamente le innovazioni istituzionali permangono: coincidenza?

 Abolizione della servitù della gleba e rotazione triennale;


 Nascita dei comuni; Commented [LB3]: Vedere lezione 1.
 Diffusione dell’artigianato e della manifattura. Commented [LB4]: Tipica tuttavia solo del Centro-Nord.
Nel fine ‘700 inoltre la crescita demografica riiniziò a presentarsi. Nel giro di un secolo e mezzo -fino al 1861- la
popolazione è più che raddoppiata, e questo grazie alle innovazioni e alla maggiore produttività in agricoltura. La Commented [LB5]: Rotazione triennale e separazione
medicina invece non aveva fatto considerevoli passi in avanti: si moriva ancora per malattie molto semplici. delle stalle dalle stanze delle case.

Agricoltura
Le principali innovazioni sono state la rotazione triennale, in ritardo rispetto agli altri stati europei, e la separazione
delle stalle dalle stanze delle case.
Due però sono gli sconvolgimenti per l’agricoltura italiana:

 Oidio - parassita della vita, epidemia risolta con la solfatura;


 Pebrina - parassita del baco da seta, che mette in ginocchio le seterie italiane, soprattutto quelle più piccole.

Divisione territoriale
È tuttavia impossibile trattare di un unico sistema economico italiano, non esistendo un’unità politica tra gli stati
italiani.

Stati sardi
 Piemonte e Liguria - queste due regioni potevano contare su un’importante ricchezza, concentrata però -
almeno in un primo momento- tra la nobiltà che comunque mostravano un rilevante interesse nei confronti Commented [LB6]: Soprattutto in Liguria ove non a caso
delle attività economiche e negli investimenti. Nei due decenni pre-unitari queste due regioni vissero un balzo si diffusero moltissimo la finanza e la speculazione.
economico in avanti: sia in campo agricolo che in quello manifatturiero. Alla coltivazione dei campi era stato
affiancato l’allevamento del bestiame, il che comportò a un aumento della fertilità del terreno e a un aumento
della produttività agricola. Altre innovazioni furono l’introduzione dei concimi, l’estensione dell’irrigazione ed
il drenaggio dei campi. Ma anche le attività legate all’agricoltura, filatura e tessitura della lana e del cotone su
tutte, si svilupparono molto. Anche in campo manifatturiero si erano fatti importanti passi in avanti, sia nel
settore tessile che in quello siderurgico; in queste regioni venivano prodotti navi, motori, armi, vagoni Commented [LB7]: Viene fondata l’Ansaldo, un’azienda
ferroviari e anche qualche locomotiva. Il 40% delle ferrovie in esercizio si trovava nelle regioni sarde; le siderurgica delle più importanti che dovrà però essere
infrastrutture erano infatti molto sviluppate, anche la rete stradale. Il settore bancario continuò ad essere salvata dallo Stato.
sviluppato e all’avanguardia, come era stato nei secoli scorsi. La Banca di Genova, una società per azioni
fondata nel 1945, era la più importante e nel 1849 divenne la Banca nazionale degli Stati Sardi, e proprio il
suo personale andò a lavorare alla Banca d’Italia nel 1893.
La politica, soprattutto dopo l’avvento di Cavour, seguì il modello inglese: liberalizzazione del commercio con
l’estero, promozione dell’istruzione soprattutto tecnica ed estensione delle costruzioni ferroviarie.
 Sardegna - nel 1840 più della metà della superficie catastale non era privatizzata e l’agricoltura era fondata
sul latifondismo con una bassissima produttività. Le materie prime erano esportate allo stato grezzo, Commented [LB8]: 1/10 di quella lombarda.

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nemmeno lavorato, e venivano sfruttate dai genovesi e dalle multinazionali, soprattutto francesi. Era insomma
una regione altamente sottosviluppata.

Lombardia
L’agricoltura è all’avanguardia ed intensiva: questo grazie agli investimenti ingenti ed al diffondersi della coltivazione
del gelso per alimentare i bachi da seta. La seta era infatti una delle coltivazioni più importanti, e veniva lavorata in Commented [LB9]: Il nucleo produttivo più importante
loco per poi essere esportata. Oltre alla seta aveva anche numerosi cotonifici: il cotone veniva importato per poi essere era Como. Qui veniva prodotto il 33% della seta italiana.
lavorato in Lombardia. L’agricoltura ed il commercio erano le due principali possibilità di arricchimento in Lombardia.
Ma il sistema economico lombardo sapeva offrire anche una forte diversificazione economica: molte imprese
metalmeccaniche iniziarono a essere fondate già prima dell’unificazione, come le Falck fondate nel 1840, ma rimasero Commented [LB10]: Sempre gestita piuttosto bene,
per molto tempo di piccole e medie dimensioni. Altra eccellenza è il sistema di istruzione. senza mai richiedere l’intervento statale.

L’influenza austriaca aveva portato importanti miglioramenti in Lombardia con le sue riforme; tuttavia alla borghesia
nel ‘800 si unì la nobiltà progressista nella lotta contro la dominazione austriaca, ritenendo che questa frenasse le
potenzialità economiche della regione.

Veneto
Il destino del Veneto è strettamente legato al declino subito da Venezia, fin dal ‘500-‘600.
I rendimenti dall’agricoltura sono molto bassi, per via degli scarsissimi investimenti dei ricchi proprietari terrieri;
questa caratteristica rimase tale fino alla dominazione austriaca che migliorò in parte le cose. La produttività è molto
bassa e quindi gli introiti, e gli stipendi, legati all’agricoltura sono assai bassi. Gli unici settori fiorenti erano quello Commented [LB11]: La classe contadina è povera tanto
legato alla produzione di candele, al vetro di Murano e al vino. Ma ciò che mancava davvero era una diversificazione quanto quella meridionale.
produttiva, che era assai scarsa. Il polo industriale più importante si trovava a Vicenza, la città veneta più
industrializzata del Veneto fino alla fine dell’800.

Toscana
La Toscana -governata da principi austriaci fin al 1859- è una terra ben gestita dal punto di vista agricolo. Il sistema di
gestione più diffuso è quello della mezzadria, il che limitò la diffusione di sostanziali innovazioni che avrebbero potuto
dare slancio alla regione, che poteva godere di numerosi elementi facilitanti a suo favore. Dal punto di vista industriale
siamo invece parecchio indietro: come in Sardegna anche in Toscana le poche risorse naturali vengono esportate
grezze da compagnie straniere. Ci sono qualche fabbrica tessile, alcuni altiforni, cartiere, fonderie e ceramiche. Ma
oltre al fatto che l’industria in Toscana non è mai stata incoraggiata un’altra motivazione di questa arretratezza sta
nella politica commerciale, altamente liberista, che non proteggeva quindi le produzioni interne. Solo il porto di
Livorno si era ritagliato una posizione molto importante anche sul piano europeo; a dimostrazione di ciò l’intero
sistema ferroviario regionale era in funzione di questo porto.

Stato pontificio
Non si può parlare di un unico sistema economico per questo stato, che era invece formato da diversi sistemi regionali,
dalla prospera agricoltura capilistica bolognese fino al sistema delle Marche umbro ed al latifondismo del Lazio. Questo
si riscontra anche nella differente produttività agricola. La città di Roma fa invece storia a sé: metà della sua
popolazione sopravviveva grazie all’elemosina, mentre l’altra metà si reggeva in piedi lavorando nei servizi ai ricchi ed
al clero e al soggiorno degli stranieri e dei pellegrini. Quasi inesistenti erano invece le attività manifatturiere. Numerosi
storici concordano sul fatto che questo territorio è stato gestito molto male dal punto di vista economico,
caratterizzato da un rapporto clientelare radicato. È rimasto quindi uno stato arretrato -al di fuori del territorio
bolognese-, con una sperequazione importante tra aristocrazia romana e piccoli contadini.

Regno delle Due Sicilie


Anche nel Regno delle Due Sicilie vi era una concentrazione di ricchezza in poche mani, quelle dei baroni che Commented [LB12]: Circa 650.
possedevano il 60% del reddito. La proprietà terriera era infatti in mano ai latifondisti, che mettevano in piedi delle
monocolture granarie, senza quindi la rotazione triennale, con il risultato di una produttività che era 1/3 rispetto a
quella lombarda; mentre una classe di proprietari agricoli borghesi stentò molto ad affermarsi. La forza lavoro, a causa Commented [LB13]: Dovevano quindi mettere a lavorare
della scarsa produttività, era sotto utilizzata: i braccianti lavoravano solo 180 giorni all’anno grazie a contratti a moglie e figli. E non è un caso che proprio da questo
giornata. Le infrastrutture sono inesistenti, solo più tardi vennero creati 99 km di ferrovie costruite dai francesi. La territorio partirono le prime emigrazioni.
struttura bancaria era ugualmente primitiva: c’erano pochissime grandi banche pubbliche e private mentre nella Commented [LB14]: Lo Stato Italiano unitario dovrà
campagna non c’era nulla al di fuori dei monti frumentali, che anticipavano in natura la sementa ai contadini. infatti collegare il nuovo stato con importanti investimenti
in strade, ferrovie e porti; soprattutto al Sud.
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L’industria si concentrava nella zona tra Napoli e Salerno, incoraggiata da timidi provvedimenti economici presi dal
governo attorno al 1820. Ma questo sviluppo industriale è completamente dipendente dal trapianto di imprenditori
stranieri, che venivano ad investire. Ciò accadeva anche in Lombardia ed in Piemonte, con la differenza che nel Sud Commented [LB15]: Soprattutto svizzeri.
questa immigrazione di operai specializzati e di capitali non portò alla nascita di una classe industriale autoctona che
affiancasse quella straniera. Chi possedeva capitali nel Regno delle Due Sicilie preferiva investirlo nel commercio e nel
trasporto a corto raggio.
Se parte delle cause di questa situazione così sottosviluppata si devono attribuire alle condizioni geografiche-
climatiche relativamente sfavorevoli che meno incentivavano una produzione agricola intensiva, la gran parte della
responsabilità sta nelle azioni della classe dirigente di questo Stato. Non è infatti un caso che le sorti agricole della
Lombardia e della Sicilia, un tempo considerato il granaio d’Italia, si invertirono. Tutto sta nella gestione
dell’agricoltura, che essendo poco produttiva e variegata, non richiedeva un apparato finanziario e commerciale
evoluto, né tanto meno trasporti efficienti. L’atteggiamento infatti delle classi dirigenti -politiche ed economiche- era
quello di ostacolare ogni tentativo di rinnovamento e di minare alla base qualunque tentativo di creare uno stato
moderno ed efficiente.

UNIFICAZIONE E DIVARI REGIONALI


Esistono profondi divari regionali al momento
dell’unificazione. Infatti Lombardia, Liguria e Piemonte
sono le regioni trainanti e all’avanguardia. Sono le
regioni più europee e meglio collegate fra loro e con
l’esterno. L’ultima posizione era invece occupata dal
Regno delle Due Sicilie.
Come vediamo in questo grafico l’industrializzazione
pre-unitaria non rilanciò l’economia del Sud ma
rafforzò il Nord, ampliando il divario territoriale. Il
punto in cui invece questo divario va a ridursi è proprio
dal 1850 in poi, cioè in procinto dell’unificazione.

Agricoltura post-unitaria
L’intero territorio italiano è stato da sempre oggetto di
grandi opere di bonifica e di manipolazione. Sia per scarse pianure, per correggere il continuo colamento ed erosione,
sia le colline e le montagne, per renderle coltivabili sotto la sempre maggiore pressione demografica. Questo perché
il territorio scarsamente sfruttabile per l’agricoltura. La situazione unitaria presentava differenze regionali importanti:

 Lombardo-piemontese - la bonifica nel passato era andata nella direzione di costruire una rete di canali a
scopi irrigatori e di forza idraulica;
 Toscana - necessitava di importanti opere di bonifica delle sue pianure, che spesso si erano trasformate in
paludi diffondendo la malaria;
 Lazio - i territori pianeggianti erano di frequente sommersi, con conseguente perdita della produttività e
danno alle popolazioni;
 Mezzogiorno - qui i problemi erano sostanzialmente diversi. L’intero equilibrio territoriale era sconvolto, e
non solo ad opera di agenti naturali. Non bisognava quindi prosciugare le paludi e colmare terre acquitrinose, Commented [LB16]: Causa di questa situazione era anche
occorreva letteralmente creare la pianure per rendere possibile la vita dell’uomo. il disboscamento selvaggio.

La prima legge statale per la bonifica è del 1882, la Legge Baccarini, che istituì che lo Stato contribuisse al 75% ai costi
delle bonifiche più urgenti. Mentre nella Pianura Padana questa legge potrò a interessanti sviluppi, contrariamente al
Sud dove le maggiori problematiche legate alla bonifica scoraggiavano i privati ad investire in tali opere. Commented [LB17]: Si dovrà attende l’epoca giolittiana.

Agricoltura e industrializzazione
Dove più si sviluppa l’agricoltura tende a seguire anche una maggiore industrializzazione, per una serie di motivi:

 Incentivo alle industrie rurali;

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 Ampliamento dei mercati (interni ed esterni);
 Richiede i servizi di trasporto, credito e assicurazione, creando nuova domanda;
 È motivo di accumulazione di capitali, reinvestibili in nuove attività economiche;
 Con l’aumento della produttività agricola libera forza lavoro ormai sottoutilizzata, che può essere impiegata
in altre attività economiche;
 Con la diminuzione del fenomeno dell’autoconsumo il settore agricolo diventa anche un mercato per la
produzione industriale.

Un’agricoltura fiorente può insomma portare un’industria fiorente, soprattutto per la seta, la barbabietola da
zucchero, l’industria molitoria e l’allevamento. Tanto è vero che c’è chi ha teorizzato che ogni rivoluzione industriale
sia preceduta 30-50 anni prima da una rivoluzione agricola, in ogni paese.

La produttività agricola italiana


L’Italia post-unitaria si trova a gestire un settore agricolo fortemente diversificato nelle diverse regioni. Può essere
riassunto entro quattro macro-aree dalle caratteristiche comuni:
 Pianura padana - è abbondantemente irrigata e vi si coltivano cereali, barbabietole da zucchero, canapa, lino,
foraggi. La produttività per ettaro è molto elevata per gli standard nazionali ed in linea con i maggiori
produttori europei.
 Colline settentrionali - poteva godere di una buona reddittività, soprattutto grazie alle colture specializzate e Commented [LB18]: Uva, frutta, olio, fiori.
all’allevamento del baco da seta;
Insieme queste due regioni formavano il 21% della superficie nazionale, ma producevano il 42% dell'intera
produzione lorda vendibile (PLV) italiana;
 Colline e pianure centro-meridionali - aree nettamente meno produttive in cui si coltivavano
prevalentemente cereali, vite, olivo, agrumi, leguminose, ortaggi. Formavano poco meno del 38% della PLV ed
era formata da regioni di poco sopra la produttività agricola italiana media ed altre invece assai arretrate; Commented [LB19]: Marche, Campania.
 Montagna - costituivano più di 1/3 della superficie agricola nazionale, nonostante il terreno ingrato, coltivato Commented [LB20]: Basilicata, Sardegna.
per mancanza di alternative; infatti la PVL prodotta era solo il 20%. Nelle aree appenniniche, pre-alpine e
alpine è molto diffusa la migrazione stagionale, poiché l’agricoltura non poteva essere l’unica attività degli
abitanti.

Ma possiamo affermare che l’agricoltura italiana fosse all’avanguardia, messa a confronto con i competitori europei?
Prima di tutto il livello di mercantilizzazione dell’agricoltura italiana era elevato, infatti solo il 20-25% della produzione
era destinata all’autoconsumo. Questi sono livelli pari a quelli francesi e svizzeri, quindi di assoluto rilievo.
I più usuali confronti della produttività per ettaro hanno invece sempre messo in cattiva luca il settore agricolo
italiano, ma tali parametri non sono sempre i migliori, soprattutto per quanto riguarda l’Italia ed il suo territorio. Infatti
su vaste aree veniva praticata la coltura promiscua, che non offre rese troppo elevate delle singole colture, ma di
contro può vantare un maggior numero di prodotti.
Ciò in cui invece l’Italia pecca sono il valore aggiunto per occupato, per l’eccesso di manodopera nelle campagne e la
conseguente inefficienza del settore agricolo italiano, e l’eccessiva quantità di terreni marginali coltivati, sui quali
spesso venivano coltivati i cereali, non adatti a terreni poco fertili.

Tra il 1861 e il 1913 l’agricoltura italiana vede crescere lievemente la sua produzione nel primo quinquennio
dall’Unificazione, seguito da una stagnazione negli anni della crisi agraria internazionale e da un boom produttivo negli
ultimi 15 anni fino all’inizio della I Guerra Mondiale. Durante questo periodo però non si può certo affermare che
l’Italia visse una rivoluzione agricola, che invece era già avvenuta nelle aree più produttive prima dell’Unificazione. I
cambiamenti successivi al 1861 sono stati marginali e sono andati nella direzione di un’agricoltura sempre più
specializzata.

Assetto istituzionale in agricoltura


La situazione post-unitaria dell’agricoltura offriva un quadro in cui lo Stato ed i comuni (e la Chiesa) possedevano
ancora gran parte dei terreni coltivati, in particolar modo al Sud. Il primo obiettivo della classe dirigente unitaria fu
Commented [LB21]: Sul modello delle Enclosure Bills in
quello di privatizzare questi territori, non tanto per incentivare la produttività e l’imprenditoria ma per ragioni di
GB.
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bilancio. Proprio per questo motivo la gestione di una transizione di tale importanza non fu certo la migliore possibile:
le leggi furono affrettate e numerose, creando una confusione generale. L’effetto fu che molti di questi appezzamenti
furono acquistati dai grandi proprietari terrieri che andavano quindi ad ingrossare le loro proprietà. Si mancò quindi
una ghiotta occasione di riforma dei rapporti di produzione agricola nel Mezzogiorno.
Esistevano nell’Italia post-unitaria sostanzialmente tre modelli di rapporti di produzione in agricoltura:

 Piccola proprietà coltivatrice - diffusa principalmente nelle Alpi ed in Abruzzo consiste in aree coltivate da
piccoli proprietari. Purtroppo però spesso sono talmente piccole che non riescono ad auto-sostenersi e di
conseguenza i gli agricoltori necessitano di ulteriori lavori affini, come piccole imprenditorialità famigliari;
 Affitti:
o Affitti imprenditoriali - si ritrovava soprattutto nella Pianura Padana, e consiste nel rapporto che si
crea quando proprietari terrieri affittano grandi appezzamenti di territori, gestendoli in modo
imprenditoriali e innovando la produzione;
o Affitti speculativi - si ritrovava soprattutto nel Lazio, e consiste al rapporto che si instaurava quando i
latifondisti affidavano a degli speculatori la gestione delle terre, i quali però non erano interessati alla
reale resa della terra, che perciò era gestita senza la necessaria attenzione. La produzione era ancora
arretrata e vi erano impiegati i braccianti a giornata;
 Mezzadria - si trattava di una forma di compartecipazione al prodotto tra proprietario e conduttore. Era
diffusa principalmente in centro Italia e in Romagna. Negli anni è stata rivalutata dagli storici economici,
avendo permesso miglioramenti produttivi anche consistenti, una suddivisione dei rischi, un miglioramento
del tenore di vita del contadino conduttore e la crescita di talenti imprenditoriali su scala famigliare.

LEZIONE 17- STORIA ECONOMICA


L’industrializzazione italiana
Il settore industriale
Il settore industriale all’epoca dell’industrializzazione era assai marginale, mentre l’artigianato era piuttosto diffuso.
Cinquanta anni più tardi la situazione la situazione era ribaltata ed il grado di sviluppo di tutti i settori industriali era
all’avanguardia. Negli anni Ottanta infatti ha inizio il decollo, soprattutto grazie alla modernizzazione delle industrie.
Il capitale umano era ormai pronto: preparato dagli anni ’60 con la Legge Casati e con le Scuole Commerciali. Per venti Commented [LB22]: Vedere ultimo paragrafo.
anni quindi ci si “prepara” a questo boom.

Le esposizioni industriali
Le esposizioni industriali (Firenze 1861, Milano 1881 e Torino 1911) possono aiutarci a farci un’idea sulla situazione Commented [LB23]: E’ solo del 1911 il primo censimento
italiana. A Firenze permeava un sentimento di scoraggiamento, anche se le idee sul da farsi erano piuttosto chiare: dell’industria italiana. Del periodo precedente abbiamo
pochissime informazioni e molto frammentarie.
migliorare il capitale fisico impiegato, formare un capitale umano adatto ed efficacie e organizzare meglio
l’amministrazione delle industrie. A Milano già si sta più avanti, un po’ grazie allo sviluppo italiano ed alla diffusione
dell’istruzione tecnica, un po’ grazie alle importazioni di importanti innovazioni. L’atteggiamento era però ormai
mutato: “Il costruttore puramente praticato si è ormai reso conto che senza il sussidio della scienza era preclusa la via
a qualunque miglioramento”. Nel 1911 a Torino invece finalmente siamo ad una compiaciuta celebrazione dei risultati
raggiunti, alla quale presero parte tutte le nuove aziende industriali fondate da pochi anni ma ormai affermatesi sul
mercato interno ed estero.

La crescita ciclica
Il settore industriale italiano nei primi 20 anni dopo l’Unificazione sembra essere in una fase di crescita molto lenta,
dopo la quale la crescita si intensifica. Negli anni Ottanta-Novanta avviene però un’importante crisi bancaria, che
provoca la chiusura di alcune banche di emissione e il conseguente blocco di afflusso di credito alle industrie.

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Successivamente, a partire dal 1896, si ha una fortissima espansione del mercato fino al 1907, quando si verifica
un’altra crisi, questa volta in borsa: fa selezione di imprese, quelle piccole chiudono, quelle grandi sopravvivono.

Gli storici ritengono lo sviluppo industriale italiano -come anche quello di altri paesi europei- guidato da un movimento
ciclico dovuto ad un continuo avvicendarsi di elementi di continuità da un lato e di ostacolo dall’altro, che riescono a
provocare temporanei ma seri arretramenti. Probabilmente non è quindi possibile identificare un momento in cui il
settore industriale italiano ha subito il processo di take-off, ma è necessario prendere in considerazione un periodo
più lungo la cui lettura interpretativa è, necessariamente, meno lineare e netta.

Divario regionale
Territorialmente si va rafforzando negli anni il divario già esistente all’Unificazione tra le varie regioni. Chi se la passa
meglio è certamente il cosiddetto triangolo industriale -Piemonte, Lombardia, Liguria- pienamente coinvolto Commented [LB24]: Il 55% del valore aggiunto
nell’avventura industrialista. Ma la presenza di distretti industriali più piccoli -e più poveri- ma con una lunga industriale era prodotto da queste 3 regioni.
tradizione artigianale è attestata in Veneto, in Toscana, nelle Marche e in Umbria. Al Sud invece solo i territori di Napoli
e di Salerno sono interessati, anche se in modo quasi irrilevante. Perché questo aumentò del divario con il Nord e in
parte con il Centro? Probabilmente per l’incapacità dell’ambiente locale di prendere l’iniziativa in modo autonomo, e
per altro verso per lo scarso interesse del capitale settentrionale ed estero ad investire in queste regioni. Commented [LB25]: Scarse opportunità, mercato
ristretto, infrastrutture mancanti.

Dimensione delle aziende


Ad ogni modo in tutta Italia l’industria nascente era strettamente connessa alla struttura agraria circostante. Infatti
per la maggior parte dei settori industriali le prime aziende erano ancora a mezzo tra artigianato, piccola impresa e
lavoro a domicilio. Solo con un processo lento ma progressivo queste aziende si distaccavano da tale situazione per
meccanizzarsi ed adottare un progresso tecnico. Al contrario vi furono alcuni settore, che per necessità di capitale,
necessitavano già di aziende di una certa dimensione. Convivevano così assieme nel panorama industriale italiano
settori altamente oligopolistici con settori dispersi e frammentati.

I settori dell’industria italiana


L’industria avanzata è quella che cresce con un tasso più elevato: non a casa è l’elettricità a crescere più velocemente,
mentre il settore tessile è quello ormai maturo con la progressione più lenta.

L’industria tessile
L’industria tessile, che produce soprattutto seta costituisce un settore maturo, poiché la maggior parte delle Commented [LB26]: Quando un settore è maturo non è
innovazioni che potevano essere introdotte erano già state introdotte. Probabilmente anche per questo motivo è uno proprio una cosa positiva, perché è facilmente raggiungibile
dalla concorrenza estera.
dei primi settori a svilupparsi. I prodotti principali sono la seta, i prodotti lavorati dal cotone ed in parte la lana.

Si produce soprattutto seta greggia e tirata come un prodotto intermedio utilizzata dalle tessiture straniere: è il nostro
settore trainante. L’export traina il settore e permette di produrre avanzi sulla bilancia commerciale: la seta italiana Commented [LB27]: Gli occupati nel tessile era ¼
costituisce l’1/3 del mercato mondiale, soprattutto grazie alla supremazia qualitativa ed all’adattamento alle mutevoli dell’occupazione manifatturiera nel 1911.
condizioni dei mercati esteri. Questo è utile quando si riesce a investire tale accumulo di capitali in altri settori. Aveva Commented [LB28]: Vedere lezione 12.
però un valore aggiunto limitato, per l’elevato costo della materia prima e per il violento fluttuare del prezzo sui
mercato di sbocco. Era caratterizzato inoltre da una frammentazione produttiva. Tuttavia, anche durante il
sottosviluppo italiano del ‘600 e ‘700, riuscì a mantenere l’Italia sui mercati internazionali e -dando lavoro a tante
donne- riuscì ad arrotondare il reddito di molte famiglie italiane.

Per quanto riguarda invece il cotone l’organizzazione del lavoro era altamente inefficiente e si ebbe un boom solo
dopo l’introduzione del dazio nel 1878, rinforzato dalla rottura delle relazioni commerciali con la Francia. L’industria
cotoniera era arrivata quindi a soddisfare il fabbisogno interno, non raggiungendo però i tassi di produttività inglesi,
anche per via della forte presenza nel settore di imprese familiari non sempre formate a dovere.

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La produzione di lana invece è storica nella vita economica del nostro paese e aveva subito in passato un fortissimo
ridimensionamento. Erano sopravvissuti solamente i distretti di Biella, Schio-Valdagno e Prato. L’industria, nonostante
i dazi introdotti, stentava a riammodernarsi e la piccola impresa continuava a predominare.

L’importanza dell’industria tessile sta soprattutto nell’aver fatto da ponte tra l’ambiente agrario e quello industriale:
ha tenuto vivi per decenni i fermenti industrialisti, ha generato le prime fabbriche, ha incentivato il reperimenti di
nuove fonti di energia, ha permesso l’accumulazione di capitali da reinvestire e non da ultimo ha sostenuto la bilancia Commented [LB29]: Il carbone per il vapore.
dei pagamenti. Il settore tessile insomma rimane un settore chiave per la nostra industrializzazione: un percorso non
particolarmente diverso da quello della GB.

Industria elettrica
La mancanza di carbon fossile comporta una bassa meccanizzazione: le macchina a vapore infatti erano troppo Commented [LB30]: E la conseguente obbligata
costose. La stessa mancanza di carbone stimola però una maggiore produzione di energia elettrica, la quale importazione, a costi elevatissimi.
finalmente permette una larga diffusione della meccanizzazione. La fonte principale dell’energia prodotta erano le
centrali idro-elettriche.

Nel 1913 la potenza installata nell’industria era divisa in:


 20% a vapore;
 22% ancora idroelettrico; Commented [LB31]: Il “carbone bianco”.
 48% motori elettrici.

Una delle prime società elettriche italiane fu Edison, fondata da Giuseppe Colombo nel 1884 a Milano. La crescita di
questo settore venne comunque condizionato dal ricorso al capitale estero e dai ritardi dell’industria elettromeccanica
nazionale. Un altro punto debole del settore elettrico italiano fu la tardiva ed incoerente costruzione di una rete
integrata di distribuzione dell’energia.

Industria metallurgica
Il settore metallurgico è stato considerato da sempre e da molti non “naturale” per il sistema economico italiano, a
proposito della reale possibilità di attecchire nell’ambiente italiano. Certamente però è stato un settore strategico per
i trasporti, per la guerra, per l’edilizia e per i macchinari pesanti, e questo ha portato sempre più lo Stato -oltre che per
gli ingenti investimenti necessari- ad intervenire direttamente in tale settore.
Ecco le principali avventure italiane nella metallurgia dopo l’Unificazione: Commented [LB32]: Fino ad allora la siderurgia era
portata avanti da piccole officine disperse, con una
conseguente produzione insignificante.
 Terni (1884) - nasce con investimenti pubblici per la costruzione e anche grazie a molte commesse statali per
la produzione di piastre corazzate per la marina militare. Tra i capitali privati il maggior azionista era invece
Breda, che vende dopo venti anni a imprenditori genovesi che continuano a far crescere l’azienda. Nel 1901,
il 62% dell’acciaio grezzo e l’80% delle rotaie è prodotto a Terni. Con la crisi del ’29 però Terni non riesce più a
ripagare i suoi debiti e con la nascita dell’IRI viene nazionalizzata;
 ELBA (1899) - sfruttamento minerale elbano, prima prerogativa dei francesi;
 ILVA (1905);
 Falck (1906) - incorporò le precedenti ferriere.

Come possiamo ben notare il settore metallurgico necessitò da subito di salvataggi statali, fin dal 1911. All’alba della
I Guerra Mondiale l’Italia produceva 1,4 milioni di tonnellate tra acciaio e ghisa, 1/17 della produzione siderurgica
tedesca, ma questo dato è ad ogni modo importante perché segna un primo passo verso una futura crescita del
settore.

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Industria meccanica
Nel 1881 uno studio indica in 150 le fabbriche di prodotti meccanici. Nel 1911 invece il censimento industriale indica
più di 14.000 esercizi: uno sviluppo quindi esponenziale, portato avanti con una scarsissima protezione daziale. Ormai
in Italia troviamo industrie per ogni prodotto. Le più famose ed esemplari sono:

 Ansaldo e Breda (1886) - navi a vapore in ferro, locomotive, materiale ferroviario;


 Bianchi (1885) - biciclette (poi anche auto);
 Franco Tosi (1881) - macchine a vapore, motori e turbine.

Il settore meccanico italiano rimase però debole nella produzione di macchinari particolarmente avanzati e questo
portò ad un persistere di notevoli importazioni. L’Italia tuttavia cercò in varie produzione di affrancarsi dall’estero, per
esempio nella produzione di locomotive, di navi ed infine di automobili.

In Italia si sviluppò in contemporanea con gli altri paesi occidentali la produzione automobilistica. Non mancarono
infatti le conoscenze tecniche e le qualità creative degli artigiani italiani. Tuttavia -come per altri settori industriali- i
risultati quantitativi rimasero limitati per molti decenni, anche in confronto con gli altri paesi europei. Nel 1899 nasce
la FIAT, che diviene dopo la crisi finanziaria del 1907 la potenza egemone ed ingloba tutti i concorrenti che non
falliscono. L’unico competitor per lungo tempo rimane la Lancia, nata nel 1906. Essa si ricava una fetta di mercato Commented [LB33]: Per opera di un ex-tecnico
intorno al 10%, producendo soprattutto auto sportive e di grande cilindrata. Una caduta del mercato della Lancia si ha collaudatore di macchine Fiat.
negli anni ’60, quando la Fiat mette in piedi una temibile concorrenza sulla stessa fetta di mercato. Questa mossa
porterà all’acquisto della Lancia da parte di FIAT nel 1969.

Nel 1908 nasce Olivetti, che produce invece macchine da scrivere. Ha un grande successo e vince numerose commesse Commented [LB34]: Vedere lezione 19.
ministeriali. La novità geniale che introduce è l’aprire filiali in tutto il territorio in modo da organizzare un’assistenza
efficiente al consumatore. Negli anni ’20, con Adriano Olivetti, vi è un’espansione all’estero con stabilimenti di Commented [LB35]: Spagna, Belgio, Francia.
produzione, assemblaggio e vendita. Un quinto della produzione viene esportata. I calcolatori elettronici hanno egual
successo negli anni ’50. Inaspettatamente nel 1960 Adriano Olivetti muore e comincia il declino dell’azienda:
trattandosi di un capitalismo famigliare, non era riuscito a creare una efficiente manageralizzazione che gli
sopravvivesse. Gli eredi non se la sentono di gestire l’azienda e le azioni vengono vendute; gli americani si prendono
così la divisione elettronica.

Altri settori industriali

 Industria delle gomme e dei cavi - Pirelli (1872);


 Industria elettromeccanica;
 Industria dello zucchero - Eridania e altri zuccherifici (1898-1900);
 Industria chimica - Unione Concimi (1903) e Colla e Concimi (1899);
 Industria estrattiva - Società mineraria di Montecatini (1888).

L’ideologia industriale italiana


Dopo pochi decenni la situazione era completamente cambiata e più nessuno avrebbe potuto più affermare che in
Italia non era presente la spinta fervente all’industrializzazione e il desiderio di seguire l’esempio inglese.
Effettivamente questo sentimento non era presente in tutte le regioni italiane, ma ove faceva parte della cultura
italiana aveva prodotto buoni risultati.

In Italia è il paese delle numerose ideologie industriali, come lo è anche per le città e per i tipi di agricoltura. Tre sono Commented [LB36]: Vedere lezione 16.
quelle principali:

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 Il populismo solidaristico - consisteva nel vedere l’industria come un’occasione per le fasce più povere della
popolazione di risollevarsi. Chi era spinto da questa ideologia offriva agli operai ed alle loro famiglie numerosi
servizi in cambio della fedeltà e di lunghissime ore di lavoro;
 Il prestigio nazional-economico - legato all’ideologia nazionalista e strettamente connesso con il mondo
politico;
 L’ideale tecnocratico - tipico dell’ambiente milanese, vede l’imprenditore come un ingegnere e promuove una
cultura del lavoro ed una pratica alla cooperazione di classe. Commented [LB37]: Come anche il populismo
solidaristico.

Il commercio
L’Italia ha bisogno del commercio, potendo disporre di un mercato interno troppo piccolo. Infatti, con l’unificazione -
per volere di Cavour- l’Italia si dotò della tariffa più liberale d’Europa avvicinandosi al free trade. Commented [LB38]: Vedere lezione 10.
Dopo le crisi degli anni ’70 e ’80, nel 1887 si ebbe però una nuova tariffa, intorno al 20%. Non sono però tassi
particolarmente alti rispetto ad altri paesi.
Con la Francia si ebbe invece una devastante guerra doganale: l’Italia perse la Francia come suo mercato estero di Commented [LB39]: Vedere lezione 10.
riferimento. Questo è abbastanza devastante, ma fa sì che il nostro mercato estero si diversifichi nel tempo, per
rafforzarsi.

Tra il 1866 ed il 1913 viviamo un costante deficit commerciale: abbiamo bisogno di grandissime importazioni.
Per fortuna l’equilibrio della bilancia dei pagamenti viene mantenuto grazie al turismo e alle rimesse dei migranti. Commented [LB40]: Vedere lezione 11.

Il sistema bancario
Nel periodo post-unitario, insieme ad una evoluzione industriale, viviamo di conseguenza un’evoluzione del ruolo del
sistema bancario. In generale l’Italia ha seguito l’esperienza finanziaria degli altri paesi capitalisti, anche se il suo Commented [LB41]: Sempre più risparmio passa
sviluppo bancario e finanziario fu certamente più lento e complicato. attraverso l’intermediazione finanziaria mentre il costo del
capitale tende a diminuire. Questa è una costante degli
sviluppi economici moderni.
Se l’Italia nel ‘200-‘300-‘400 e ‘500 poteva vantarsi di un sistema bancario innovativo e all’avanguardia poco ormai
restava dell’antico splendore in epoca post-unitaria. Sopravviveva infatti solo qualche Monte di Pietà, qualche antico
banco pubblico e numerose (ma piccole) banche private. Nella prima metà dell’800 nacquero però tre tipi di nuove
banche:
 Casse di risparmio - i cui depositi erano però di entità assai modesta;
 Banche di emissione - la più dinamica era la Banca Nazionale degli Stati Sardi, ma esistevano anche la Banca Commented [LB42]: Fondata nel 1849.
Nazionale Toscana e la Banca dello Stato Pontificio e il Banco di Napoli. Nonostante ciò la moneta cartacea
circolante era poca. Il disegno di Cavour di unificare tutte queste banche di emissione fallì, per via delle forti Commented [LB43]: Circa 1/10 del totale.
resistenze localistiche, e si riuscì solo a modificare il nome della Banca Nazionale degli Stati Sardi in Banca Commented [LB44]: A scapito della controllabilità del
Nazionale del Regno d’Italia e a farla diventare de facto la nuova banca centrale, detenendo il 60% della sistema.
circolazione e i 2/3 del capitale;
 Monti frumentari - anticipano in natura del grano ai contadini, per la semina.

Intanto, dopo l’unificazione, qualcosa si muoveva all’interno del sistema bancario. Erano infatti sorti in pochi anni
alcuni istituti di credito ordinario nel periodo subito successivo all’unificazione, ma fu dal 1870 al 1874 che si ebbe il
vero e proprio boom degli istituti bancari: il sistema bancario iniziò in quel periodo a diversificarsi restringendo
l’egemonia delle banche di emissione nel normale lavoro bancario.

Casse di Risparmio
Detengono per tutto il periodo considerato un peso pressochè invariato del 20% e la loro politica di impieghi fu molto
conservatrice, investendo soprattutto in mutui ipotecari e in titoli di stato. Tutto ciò almeno fino ai primi del
Novecento. Fra di esse la più importante è la Cassa di Risparmio delle provincie lombarde.

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Nel 1875 iniziano a diffondersi le Casse di Risparmio postali mentre dal 1883 furono fondate diverse Casse rurali a Commented [LB45]: 16% dell’intero sistema bancario.
carattere solidaristico.

Banche popolari
Dimostrarono fin dall’inizio un atteggiamento di ben maggiore apertura di quello delle Casse di Risparmio, soprattutto
nei confronti delle economie locali. Inoltre i loro impieghi erano spesso a media e lunga scadenza e talvolta anche
rivolti verso finanziamenti industriali rischiosi. Fra di esse giganteggia la Banca Popolare di Milano e più avanti la Banca Commented [LB46]: Sono quindi più sensibili alle crisi ma
Popolare di Novara. anche aperte al sostegno di nuove fruttuose iniziative.

Banche ordinarie
Con la fine del boom creditizio 1870-1874 alcune delle nuove banche ordinarie fallirono. Le più grandi tra quelle che
non fallirono sono il Credito Mobiliare, più simile a una moderna finanziaria, e la Banca Generale, che dava maggiore
importanza al normale lavoro bancario ma che era comunque assorbita in gran parte da operazioni finanziarie.
Ambedue avevano trascurato uno sviluppo capillare degli sportelli, potendo invece contare sui conti correnti
interbancari.

Le due società si lanciarono in collocamenti di prestiti pubblici, di emissioni internazionali, di obbligazioni ferroviarie,
di azioni bancarie ed industriali, in realtà però nel momento peggiore per l’economia italiana, all’alba della crisi degli
anni ’80. Iniziarono così i primi salvataggi della Banca Nazionale verso gli istituti di credito falliti, il cui intervento non
fu però efficacie per l’alto rischio degli investimenti e per le condizioni difficilissime degli istituti salvati. Così il Governo
concedette di aumentare la circolazione, decisione che però portò all’eccesso della Banca Romana, dal cui Commented [LB47]: Essa stampò duplicati di biglietti in
comportamento scaturì il famoso scandalo. E fu proprio tale avvenimento che spinse il Governo a unificare, tramite realtà già emessi.
legge nel 1893, la Banca Nazionale e la Banca Nazionale Toscana nella Banca d’Italia, a cui fu affidato il compito di
liquidare la Banca Romana. Ma proprio in questo delicato momento entrambi i pilastri del credito italiano - il Credito
Mobiliare e la Banca Generale - fallirono e la Banca d’Italia si ritrovò nuovamente senza mezzi. A questo punto il
Governo autorizzò un nuovo sfondamento della circolazione fino a rendere inconvertibile la moneta italiana nel 1894.
Fu proprio per questi episodi che gli anni dal 1888 al 1894 furono definiti “gli anni più neri dell’economia nel nuovo
Regno.”

Credito industriale
Alla mancanza di questi due pilastri del sistema creditizio gli ambienti industriali e finanziari reagirono rimpiazzandoli
con il ricorso del capitale straniero, soprattutto tedesco. E furono proprio i tedeschi, senza accordarsi in maniera
preliminare con i capitalisti italiani, a fondare la Banca Commerciale Italiana nel 1894 a Milano, chiamata anche Comit.
Alla sua direzione furono posti dirigenti di nazionalità tedesca che avevano avuto esperienze sia in Banca Generale che
in Credito Mobiliare. Il suo capitale venne presto frazionato ed esteso a investitori italiani e francesi.
Su iniziativa invece degli ambienti genovesi venne fondato nel 1895 il Credito Italiano- chiamato spesso
semplicemente Credit-, con l’obiettivo di rilevare la Banca Generale in liquidazione, anche se poi non se ne fece nulla.

Le banche miste
Si presentarono così al mercato altre due banche che insieme a Comit e Credit costituirono il gruppo delle grandi
banche chiamate miste. Si tratta del Banco di Roma e della Banca Italiana di Sconto (SBI), che però non potevano Commented [LB48]: Fondato nel 1880 per iniziativa di
contare su rapporti stretti con istituti stranieri né sulla competenza dei dirigenti della Comit e del Credit. Erano quindi nobili romani e della migliore borghesia capitolina.
più vulnerabili alle crisi, per la loro debolezza strutturale. Commented [LB49]: Fondata nel 1898 da un gruppo di
In questo quadro negli anni si staglia la seguente classifica: industriali e banchieri milanesi.

 La Comit è la dominatrice incontrastata, con attivi di bilancio maggiori del 50% rispetto al Credit;
 Il Credit che è l’eterno secondo, ben distanziato;
 SBI e Banco di Roma che lottano per la terza e la quarta posizione, sempre per attivi di bilancio.

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L’appellativo di banca mista viene dato a quelle banche che esercitano contemporaneamente il credito a breve-medio
e lungo periodo. Si tratta di banche de-specializzate, che servono il cliente in tutte le sue necessità il cui prototipo è
stato nelle banche tedesche della II metà dell’Ottocento. La banca mista è inoltre una banca in tutto e per tutto, non Commented [LB50]: Secondo Gerschenkron furono il
una holding industriale e quindi non ha come primario obiettivo quello di acquisire partecipazioni nelle imprese, anche fattore sostitutivo che diedero la possibilità alla Germania di
raggiungere il catching-up nei confronti della GB.
se tuttavia erano consapevoli che occorreva contribuir alla creazione ed al consolidamento delle imprese loro clienti.
Si può quindi dire che la banca mista offra un sistema per cui banca e industria non sono legate da fratellanza siamese,
se non nelle sue degenerazioni.

In particolare i loro compiti erano:

 Quando l’ambiente esterno non era abbastanza ricettivo la banca mista finiva con l’allocarsi di molte azioni in
più del previsto nel quadro della creazione o dell’allargamento di un’impresa;
 Le situazioni di crisi aziendale venivano spesso affrontate direttamente dalla banca;
 Si faceva catalizzatrice di iniziativa varie;
 Offriva pareri tecnici sulla affidabilità di determinati progetti.

L’Italia in generale era carente di imprenditorialità tecnico-commerciale, ma non si può rimproverare alle banche
private di non aver messo a disposizione, oltre ad una imprenditorialità bancaria, anche un’imprenditorialità
industriale. Non era infatti questo il loro compito. Ciò che non mancava certamente in Italia era la propensione al
rischio. Ciò portò a limitare in parte lo sviluppo economico italiano: per i limiti quantitativi di risorse finanziarie, per
l’inadeguatezza allo sviluppo di settori particolarmente quantitative-intensive e per limiti qualitativi di management.

L’intervento dello Stato


L’Italia -secondo Gerschenkron- non è affatto uno stato letargico per quanto riguarda l’intervento statale, questo già Commented [LB51]: Ritiene che tale forte interventismo
dal governo della Destra Storica. Il capitalismo italiano, soprattutto nei primi decenni post-unificazione, fu un sia in realtà un fattore sostitutivo rispetto ai first comers,
per forzare lo sviluppo economico.
capitalismo di Stato. Un’interpretazione così stringente dell’intervento statale gli fa perdere l’aspetto di temporaneità
ed emergenzialità tipico delle economie liberali ma anche il ruolo sostitutivo rispetto all’economia privata tipico delle
teorie neoclassiche. In Italia l’incidenza della spesa pubblica è più elevata che in Germania, Olanda, Giappone, GB,
Francia e USA per tutto il periodo dall’unificazione alla I Guerra Mondiale. In particolare:
 1861-1880 - spesa pubblica oscilla tra il 12 e il 14% del PIL; Commented [LB52]: Governo Destra Storica.
 1889-1897 - spesa pubblica oscilla intorno al 20% del PIL; Commented [LB53]: Governo Sinistra Storica.
 1897-1907 - spesa pubblica scende fino al 14%, rapportata al PIL, che invece cresce molto velocemente e causa
l’abbassamento del rapporto;
 1907-1915 - spesa pubblica aumenta fino al 18% prima della I Guerra Mondiale, soprattutto per via delle
commesse militari.

Spesa per settori


Ferrovie
Fino al 1880 furono gli anni della costituzione di una macchina amministrativa e della creazione di una rete
infrastrutturale, specialmente ferrovie. Non vennero raggiunti risultati mirabolanti, ma che certamente Commented [LB54]: Come detto nelle lezioni precedenti,
testimoniavano l’impegno del neonato stato verso la creare di infrastrutture e l’innovazione. Dal 1889 la Sinistra esse vennero prima prese a carico dal pubblico ma poi
furono affidate delle concessioni a privati per la mancanza
Storica ebbe il compito di nazionalizzare l’intero sistema ferroviario -operazione terminata nel 1905. L’Italia infatti
di capitali statali sufficienti. Tali tronchi ferroviari però non
non era pronta ad un’opera di tali dimensioni: il principale prodotto esportato -la seta- era molto leggero ed il sistema risultarono così sostenibili economicamente come si
economico era ancora arretrato. Certamente alcuni tronchi ferroviari furono indispensabili per lo sviluppo economico immaginava e lo Stato fu costretto ancora una volta a
statalizzarli per salvarli dal default.
del Regno d’Italia, ma molti altri avrebbero potuto attendere tempi più maturi.

Spese militari
Le spese militari rimasero tra il 13 ed il 16% della spesa pubblica totale fino agli anni precedenti alla I Guerra Mondiale.
Ma il loro impatto non fu mai consistente. Infatti tra il 1870 ed il 1880 il 70% delle commesse militari venivano

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soddisfatte dall’estero e solo con la Sinistra Storica si tentò di arginare questa deriva costruendo l’acciaieria di Terni. Commented [LB55]: Inizialmente ebbe vita dura: sia per
Nel 1885 venne varata una legge che prevedeva sussidi per la costruzione di navi in ferro. Questo intervento, insieme la sua nascita “artificiale”, sia per l’isolamento dell’iniziativa,
sia per la posizione geografica infelice.
all’introduzione del protezionismo, valse a rafforzare l’industria bellica nazionale, ancora una volta con un intervento
pubblico, anche se questa volta indiretto. Nel 1911 l’industria nazionale copriva più del 9’% delle commesse pubbliche
militari.

Istruzione
Nasce l’istruzione pubblica e obbligatoria grazie alla legge Casati del 1859, che impone 2 anni di frequenza
obbligatoria, ma che affida ai Comuni l’erogazione di tale servizio. Ruolo importante lo hanno anche i Politecnici e le
Scuole Superiori di Commercio. Altri interventi legislativi successivi sono stati quelli promossi dalla Sinistra Storica
prima e da Giolitti poi, la Legge Coppino (1877), che raddoppiò gli anni di frequenza obbligatoria e la Legge Daneo-
Credaro (1911) che istituì che l’istruzione primaria fosse gestita direttamente dallo Stato, e non dai comuni, che non
erano in grado di farlo con efficienza per mancanza di fondi, diminuendo in questa maniera in modo drastico alto
l’analfabetismo.
La spesa italiana per istruzione, in termini di incidenza sul PIL, non sfigura nei confronti degli altri paesi europei,
probabilmente per la posizione di grande svantaggio da cui era partito il Regno d’Italia nel 1861. Per quanto riguarda
invece la spesa pro-capite restava inadeguata.

Sviluppo del Mezzogiorno


Per risolvere la questione meridionale furono investiti importanti capitali nelle infrastrutture stradali e ferroviarie,
soprattutto fino al 1900.
Ma solo con Giolitti nel 1904, a seguito della relazione Zanardelli, si ebbe la vera svolta:
 Legislazione per Napoli;
 Sostegno alle iniziativa industriali nell’area napoletana e costruzione dell’impianto di Bagnoli da parte
dell’ILVA;
 Opere pubbliche e di bonifica e di rimboschimento;
 Sgravi fiscali e aumento del credito agrario;
 Acquedotto pugliese.
Essi non furono in grado di risolvere l’annoso problema meridionale, ma ci si può chiedere se questo è accaduto per
la loro inefficacia o per eventi politico-militari esogeni. Commented [LB56]: I Guerra Mondiale, Primo
Dopoguerra, Regime Fascista che si disinteressò del
Mezzogiorno, II Guerra Mondiale.
Tassazione e debito pubblico
Lo Stato italiano però dovette dotarsi di un sistema fiscale per garantire l’importante esborso di spesa pubblica. Non
fu adottato in automatico il sistema piemontese, ma certamente il sistema fiscale italiano gli assomiglierà molto e non
farà quindi fatica a integrarsi. La situazione nell’ex Regno delle Due Sicilie invece era opposta: prima dell’unificazione
il sistema fiscale era leggero e primitivo ed una delle ragioni delle proteste popolari che si scatenarono al Sud fu proprio
il brusco cambiamento da uno stato letargico e uno stato interventista, senza evidenti effetti sulla popolazione.

Imposte sui redditi


Le imposte sui redditi erano divise in:

 Imposta sui terreni - esisteva in tutti gli Stati pre-unitari;


 Imposta sui fabbricati - esisteva solo in Piemonte e in Lombardia e venne applicata a tutto il territorio
nazionale con un’aliquota del 16,25%;
 Imposta sulla ricchezza mobile - è una nuova imposta, introdotta sul modello della income tax inglese: essa
cioè colpiva tutti i redditi esclusi dalle due precedenti tassazioni.

Imposte sugli affari


 Imposta di successione;
 Imposta di registro;
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 Imposta di bollo.

Imposte sui consumi


Nel 1864 venne introdotta l’imposta di fabbricazione, dapprima su birra e acqua gazzosa, poi su spiriti, zucchero e
macinato. Tali provvedimenti scatenano però la protesta popolare poiché si trattava di tasse che colpivano
principalmente l’alimentazione di base della popolazione più povera.

I comuni subirono, intorno al 1870, delle limitazioni nella loro libertà di introdurre tassazione locale aggiuntiva. Si
sacrificò quindi la finanza locale a quella nazionale, provocando un forte indebitamento degli enti locali, che si
dovevano occupare anche di compiti di natura tipicamente statale. Tale debito verrà finanziato attraverso la Cassa
Depositi e Prestiti, nata nel 1863.

Il sistema fiscale italiano presentava degli elementi innovativi, come la tassazione progressiva sui redditi, ma altrettanti
elementi arretrati e regressivi, come la tassazione sui consumi.

Debito pubblico
La finanza pubblica italiana iniziò con un grosso deficit dello stato e un modesto squilibrio della finanza locale. Nel Commented [LB57]: Spesa statale coperta solo per il 58%
giro di qualche anno le parti si invertirono e se il bilancio statale fu risanato il bilancio degli enti locali mostra un deficit nel 1863.
persistente nei primi anni ’90. Gli anni di maggiore indebitamento sono sostanzialmente tre: i primi 15 anni dopo Commented [LB58]: Spesa locale coperta per ben il 94%
l’unificazione, gli anni della crisi tra la fine degli anni ’80 ed il principio del decennio successivo e gli anni terminali nel 1863.
dell’era giolittiana. Questi incrementi di spesa furono finanziati dal titolo del consolidato, con rendita nominale del
5%. Il debito pubblico passò quindi dal 45% (1861) al 78% (1865) del PIL. A tale avanzamento del debito si fece fronte
con un grande piano di privatizzazioni del demanio pubblico. Si privatizzarono per esempio il 12% delle aree coltivabili
totali, speso però in modo malcongegnato e si perse l’opportunità di redistribuire le terre anche tra i piccoli e medi
proprietari, specialmente al Sud. Ma nel 1866 lo scoppio della III Guerra d’Indipendenza resero necessari altri
interventi. Il consolidato italiano cadde sotto il 50 a Parigi nel 1866 e vi fu una corsa agli sportelli. Al che si impose il
corso forzoso, ossia l’inconvertibilità in oro della moneta circolante. Inoltre parte del debito fu monetizzato. Nei primi
anni del nuovo secolo gli avanzi del PIL aumentarono e migliorarono la situazione finanziaria del paese, riducendo di
molto gli oneri per il pagamento degli interessi.

Ricapitolando
 Forti squilibri regionali;
 Decollo del solo triangolo industriale;
 Ruolo determinante dello stato nel sostenere l’industrializzazione;
 L’Italia è riuscita in questo processo di catching up dei paesi leader: riesce quindi a passare dalla periferia al
centro dell’Europa.

LEZIONE DICIOTTO- STORIA ECONOMICA


L’economia italiana durante il regime fascista
Durante la Prima Guerra Mondiale l’Italia coglie un’occasione di industrializzazione, sviluppandosi in molti settori
anche quelli più innovativi come l’aeronautica e la chimica. Commented [LB59]: Infatti la Piaggio nasce come
industria per la costruzione di aereo vetture e solo
successivamente si specializzerà nella motociclistica.

Settore chimico

 Fibre artificiali - in questo campo ad iniziare la produzione fu la SNIA (in seguito SNIA-VISCOSA) di Gualino. La
produzione di fibra artificiale da cellulosa detta seta artificiale o rayon raggiunse negli anni '20 traguardi di
tutto rispetto, era seconda solo a quella degli USA;
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 Coloranti - i coloranti sintetici furono prodotti dopo la guerra da una fabbrica di esplosivi la SIPE (Società
Italiana Prodotti Esplodenti - 1891), che venne acquisita nel ‘31 dalla Montecatini;
 Fertilizzanti azotati: la produzione di fertilizzanti azotati era monopolio della Montecatini che grazie alle
scoperte di Fauser, fu in grado di produrre ammoniaca sintetica e costruì impianti su larga scala;
 Farmaceutici - le due più grandi aziende italiane produttrici di farmaceutici erano la Carlo Erba e la
Schiapparelli.
 Alluminio - impianti SAVA a Porto Marghera (controllata dagli svizzeri), diventerà la sede della produzione
elettro-metallurgica e SIDA (società formata tra Montecatini e un gruppo tedesco);
 Derivati del petrolio - il primo passo importante fu la fondazione dell'AGIP (Azienda generale italiana petroli)
nel 1926. L’ANIC (1936) fu un esempio di innovazione pubblica che investì in un settore in cui il privato non si
voleva lanciare: lo Stato fece accordi con la Romania, ma più avanti con l’autarchia si inizierà a trivellare il
suolo italiano alla ricerca di petrolio, ma l’operazione risultò fallimentare.
 Gomma - la Pirelli si manteneva il leader nazionale sia nei pneumatici che nei cavi di gomma.

Elettricità
In Italia vi era una compresenza di tre grandi gruppi di elettricità: EDISON, SIP (Società Idroelettrica del Piemonte) e Commented [LB60]: La SIP accumulerà numerosi debiti
SADE, che avranno tutte successo ma non si innovarono nel settore termoelettrico. Infatti questo settore si sviluppò che causarono il suo collasso dopo la crisi del ’29 e sarà
costretta ad entrare nell’IRI.
solo nel II dopoguerra. A queste industrie viene criticato il fatto di non aver collaborato nella costruzione di un’unica
rete di distribuzione elettrica nazionale.

Metalmeccanica e armamenti

 Industria siderurgia - negli anni ‘20 la siderurgia rimase caratterizzata dalla forte diffusione di tecniche
siderurgiche basate sul rottame, il metallo veniva quindi fatto con gli scarti del ferro;
 Meccanica - Fiat, Marelli, Olivetti, Weber, Necchi hanno successo nel mercato interno perché super-protette
dall’autarchia, ma non riescono ad imporsi nel mercato internazionali a causa degli elevati prezzi dovuti all’alto
costo di produzione dell’acciaio;

In generale il settore gode di una forte ripresa grazie alle commesse belliche.

Nuovi insediamenti industriali


 Porto Marghera (1917); Commented [LB61]: Nel 1922 i principali cicli produttivi
 Altri insediamenti industriali a Bolzano e Ferrara di fabbriche chimiche; della chimica e dell’elettrometallurgia vengono integrati in
modo complesso.
Nel 1939 produceva l'88% dell'alluminio nazionale e il 100%
del plexiglas, nato in Italia come bene sostitutivo al vetro.
Le politiche economiche del Fascismo
Nel 1926 si ritorna al Gold Standard con la Quota 90 e iniziò la battaglia della lira, cioè politiche dittatoriali per ottenere
Commented [LB62]: Vedere lezione 14.
la riduzione dei prezzi e dei salari e degli stipendi pubblici.

Un evento storico del fascismo fu la battaglia del grano con l’obbiettivo di ridurre il deficit alimentare italiano. Questi
incentivi furono utilizzati prevalentemente nel centro-sud, ma non si riuscì comunque a ridurre l’importazione di
grano.

Gli eventi principali furono:

 1933 - istituzione dell’IRI;


 1935-40 - aumento imposte interne ed esterne;
 1935 - nazionalizzazione investimenti esteri;
 1936 - giornata della fede, durante il quale gli sposi erano costretti a offrire le fedi di matrimonio allo Stato.
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Crisi del ’29 e nascita dell’IRI


L'istituzione dell'IRI, successiva allo scoppio della crisi del 1929, ebbe 2 conseguenze importanti:

 Segnò la fine della banca mista;


 Segnò l'inizio dell'assunzione gestionale di imprese da parte dello Stato.

L’IRI era composta da due sezioni:

1) Sezione finanziamenti industriali, che è la sostituta della banca mista;


2) Sezione smobilizzi industriali (chiusa però nel ’37), che aveva l’obiettivo di riprivatizzare le industrie
nazionalizzate dopo la crisi, ma nel ’37 si decise che l’IRI dovesse essere un ente permanente.

L’IRI controllava il 90% dei cantieri navali, l'80% delle società di navigazione, il 30% dell'elettricità più varie imprese
meccaniche fra cui l'Alfa Romeo e tre banche miste. Alla presidenza dell'IRI venne nominato Beneduce, mentre
Menichella fu fatto direttore generale. Commented [LB63]: Già funzionario della Banca d'Italia

Le sub-holding dell’IRI furono:

 STET, cui vennero conferite le società telefoniche;


 FINMARE, che si occupava di società di navigazione;
 FINSIDER, che si occupava di società siderurgiche.

Esse si finanziavano collocando obbligazioni sul mercato. Commented [LB64]: Molte delle quali offrivano inoltre la
possibilità di essere convertite in azioni.

Dopo la II Guerra Mondiale: le eredità del fascismo


Sin dai primi governi democratici ci fu la volontà di superare l’autarchia e aprirsi al mercato internazionale e questo
avvenne attraverso trattati bi e multilaterali, facendo dell’Italia uno dei paesi più liberali d’Europa. Nel 1951 l’Italia
avrà già eliminato più del 99% di contingentamenti.

Impresa pubblica

 FINMECCANICA - produce il 30% del totale nazionale nel settore meccanico in cui vengono nazionalizzate
anche industrie aeronautiche;
 FINSIDER - produce il 43% della produzione totale nazionale nel settore siderurgico;
 FINAMARE - settore della navigazione;
 STET - servizi telefonici, ottiene un buon successo negli anni ’50, prima la SIP aveva avuto una forte crisi perché
doveva ancora venire il boom dei telefoni;
 SAIGS - industria di gomma sintetica.

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ENI (1953)
Dall’Agip nasce l’ENI, grazie al ruolo fondamentale di Enrico Mattei che sostenne di non privatizzare l’AGIP, ma di
creare una grande azienda pubblica di gestione di carbon fossili. L’ENI quindi si specializzerà nella ricerca di idrocarburi,
come il GAS nella pianura padana e nell’Adriatico.

Mattei fu abile nel siglare accordi per la ricerca petrolifera con paesi mediorientali come l’Egitto e l’Iran. La nascita
dell’ENI creò però malumori delle grandi aziende petroliferi internazionali.

Concludendo
 Forte spostamento della composizione dell'industria manifatturiera italiana verso il settore meccanico e
chimico;
 Nonostante la retorica ruralista sposata dal fascismo, l'industria continuò il suo processo di crescita;
 Estesa politica di salvataggi e di interventi pubblici;
 Dopo la guerra, si uscì dal regime autarchico ma l’impresa pubblica rimase.

LEZIONE 19- STORIA ECONOMICA


Il miracolo economico del II Dopoguerra - 20 anni di crescita 1950-1973
L’Italia vive in questi anni dopo la II Guerra Mondiale un miglioramento significativo della qualità della vita ed un
aumento dei consumi. Il paese può vantare un forte legame commerciale con i paesi più sviluppati, il che fa sì viva una
diminuzione delle protezioni e delle posizioni monopolistiche. Il clima economico è più prospero, mentre il ruolo dello
Stato nell’economia conosce una certa continuità: il suo ruolo rimane forte. Emerge dal basso una nuova
imprenditorialità dinamica grazie alle condizioni di stimolo per le maggiori imprese. La società diventa infatti mobile
e chi dispone di idee e di capitali può tentare di scalarla.

La siderurgia
Tra il 1952 ed il 1982 la siderurgia statale passò a sfornare dal 66 al 100% della ghisa, dal 44 al 55% dell’acciaio grezzo
e dal 43 al 54% dei laminati a caldo. Tutti questi sono prodotti intermedi che vengono utilizzati in altre produzioni.
Lo Stato durante il fascismo era stato molto interventista, e anche durante l’era repubblicana -sotto il governo DC-
questo non cambia più di tanto. Ed è una scelta azzeccata, almeno per i primi 20 anni. Nella siderurgia, come abbiamo
visto, questo è particolarmente evidente: l’obiettivo dello Stato è fondare stabilimenti in punti strategici. Questi sono
Taranto, Piombino, Bagnoli e Cornigliano, in cui vengono investiti ingenti capitali pubblici negli anni ’70. Sono tutti
stabilimenti sulla costa vicini a porti importanti: questo perché l’Italia deve ad ogni modo importare la materia prima Commented [LB65]: L’impianto di Terni invece era stato
mineraria. Ma già dalla metà anni settanta vi è una crisi di domanda che colpì l’acciaio, soprattutto per una situazione costruito nell’entroterra perché lo si voleva proteggere da
contingente di crisi del petrolio. Gli anni ’70 sono infatti anni di rallentamento economico, dopo il boom degli anni ’60, invasioni straniere. Nel II Dopoguerra, quando la guerra è
ormai lontana, questo ragionamento viene meno.
come è normale che sia per ogni paese sviluppato. Il mercato, anche quello siderurgico, diventa saturo.
Commented [LB66]: In particolare nel 1973.
Così si procede con una ristrutturazione del settore: Commented [LB67]: Vedere lezione 9.
 La Finsider nel 1981 è costretta all’acquisto di uno dei maggiori gruppi privati in crisi, la Tecksid della Fiat; a
questo seguì una riduzione drastica dell’organico; Commented [LB68]: Da 120 mila a 60 mila.
 La Falck visse anni difficili: nel 1984 presentava bilanci in rosso ed una esposizione finanziaria pari al 65% del Commented [LB69]: Vedere lezione 17.
fatturato. Dal 1986 tornò in attivo.
 1988 l’assemblea generale degli azionisti della Finisder decise la liquidazione legale volontaria della società e
il trasferimento ad una nuova impresa siderurgica pubblica: l’ILVA.

La produzione siderurgica inizia a scendere, appunto per questa situazione del mercato satura. Nonostante ciò proprio
in questi anni si pensa di fondare un nuovo stabilimento pubblico, in Calabria. Scelta completamente insensata dal
punto di vista economico, fondata solo su ragioni di consenso politico. Fortunatamente questo stabilimento non verrà
mai aperto. Gli stabilimenti già esistenti infatti vengono sfruttati molto meno del potenziale. Il settore quindi si

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modifica nella sua struttura e al posto di grandi impianti pubblici nascono piccoli impianti: le miniacciaierie. Esse sono Commented [LB70]: Ad esse va attribuito il 95%
delle imprese con capacità produttiva annua non superiore alle 500 mila tonnellate e laminatoi non integrati a monte. dell’aumento della capacità al forno elettrico tra il 1970 e il
Le miniacciaierie hanno successo: questo grazie alla tecnologia, alla flessibilità, alla rapidità nella consegna che 1980, un’espansione pari al 13% l’anno.
dimostrano e all’utilizzo del marketing e alla forza lavoro specializzata ben remunerata e partecipe alle sorti
dell’azienda.

Quello della siderurgia è un esempio calzante di quello che accade al sistema economico italiano dopo il 1973: dalla
grande produzione si passa alla piccola produzione ed i grandi impianti già esistenti vengono sfruttati solo in parte.
Questi impianti -come abbiamo visto- avevano anche una funzione politica, e per questo erano altamente inefficienti.

L’elettronica: una sfida perduta


Il settore dell’elettronica è segnato dalla storia dell’Olivetti. È un’azienda che funziona, che produce prodotti efficienti
e con un ottimo design. Le macchine da scrivere erano essenziali per il mercato dell’epoca, i personal computer di
allora. Ecco le tappe della sua storia:

 1955 - Adriano Olivetti decise di entrare nel comparto dell'elettronica; Commented [LB71]: Un ottimo imprenditore che ricerca
 1957 - A. Olivetti fonda la SGS per produzione semiconduttori, che si dimostra fondamentale per lo sviluppo sempre l’innovazione e anche la buona collaborazione con
gli operai.
della nascente industria elettronica;
 1959 - l’Olivetti produce il primo elaboratore elettronico, il prodotto più tecnologico per l’epoca;
 1960 - muore improvvisamente Adriano Olivetti. Da quest’anno in poi il settore dei calcolatori elettronici viene
abbandonato perché considerato troppo rischioso. Nel 1964 la Divisione Elettronica di Olivetti ceduta alla
General Electric.
 1978 - i fratelli De Benedetti, un’importante famiglia industriale italiana, tentarono un rilancio rilevando la
quota di maggioranza dell’Olivetti;
 Anni ’80 - Olivetti si allea con AT&T, la quale acquista il 22% del capitale. Conquista così la leadership europea
nei personal computer e grazie AT&T diffonde i suoi prodotti sul mercato nordamericano. L’accordo cesserà
nel 1989. Successivamente l’azienda vive una grave crisi e diventa preda di scalate finanziarie;
 2003 - nome e oggetto sociale dell’Olivetti cessano formalmente di esistere assumendo quello di Telecom
Italia.

Anche l’Olivetti è un’azienda a conduzione famigliare, almeno fino a quando non fu venduta. Questo probabilmente Commented [LB72]: Caratteristica frequente anche nelle
perché in Italia la famiglia è ancora molto importante, anche nel capitalismo. grandi aziende.

La chimica privata e pubblica


Il settore chimico diventa molto importante durante gli anni del Dopoguerra, basti pensare all’importanza della
plastica.
Nel 1962 nasce il primo governo di centro-sinistra, dalle cui decisioni politiche nasce l’ENEL, che sostituisce i privati
nell’erogazione dell’elettricità; la rete elettrica è infatti un settore strategico che i privati non riuscivano a gestire in
modo efficace. Dal punto di vista economico per lo Stato non è un’azione fruttuosa, ma dal punto di vista sociale è
un’importante provvedimento. Per sostituirsi ai privati si procede con l’esproprio: tutte le infrastrutture private
vengono acquistate dallo Stato. Così l’Edison si ritrova con un’importante liquidità senza però un settore in cui
investirla. Perciò nel 1965 dalla fusione della Montecatini e di Edison, sotto il controllo di Mediobanca, nasce
Montedison.
Quella della Montedison è una storia però un po’ contraddittoria: nel 1970 la Montedison è in perdita per 171 miliardi
di lire, ma è ad ogni modo il quarto gruppo chimico del mondo, proprio grazie alla fusione. Nonostante questo rosso
così ingente non vi è alcuna razionalizzazione dei numerosi impianti; questo è in realtà un comportamento diffuso per Commented [LB73]: Porto Marghera, Priolo, Ferrara e
le grandi aziende: i grandi stabilimenti -anche se in perdita- continuavano a rimanere aperti fino a ricevere gli aiuti Brindisi.
pubblici. La politica infatti voleva evitare in ogni modo che vi fosse una perdita di posti di lavoro, sempre per motivi
elettorali. Fu in questo modo che il sistema economico italiano perse molta della sua produttività e che lo Stato
accumulò parte del suo debito pubblico.

L’ENI viene invece fondata nel 1953 e riesce a ritagliarsi uno spazio importante nel mercato. Questo grazie alla Commented [LB74]: Vedere lezione 18.
competenza e al coraggio di Mattei e al ritrovamento di giacimenti di metano in Italia. È quindi un’azienda che funziona
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bene che -per la decisione di Craxi- nel 1983 trova un accordo proprio con Montedison, che prima di allora era stata
una diretta concorrente. È un accordo pubblico-privato per la razionalizzazione del settore chimico e la fine della
guerra sui prezzi. All’ENI andò la leadership nei settori: etilene, propilene e butadiene, polietilene, PVC, resine ABS e
gomme sintetiche. La Montedison avrebbe invece avuto la priorità nella produzione di polipropilene e polistirolo.

Questo scenario venne però scosso dall’intervento di Raul Gardini, erede del gruppo Ferruzzi, una famiglia molto Commented [LB75]: Un uomo di successo, che voleva
importante nel capitalismo italiana. Nel 1986 entra in scena proprio il gruppo Ferruzzi che tenta la scalata borsistica scalzare lo stesso Agnelli nel ruolo di imprenditore più
di azioni Montedison, tentativo che va a buon fine. importante e conosciuto d’Italia.
Nel 1988, sempre nel quadro dell’alleanza Montedison-ENI, vi è un nuovo accordo con l’ENI per la costituzione di una
grande joint venture nella chimica di base, denominata Enimont. In questa nuova società, Eni e Montedison avevano
una partecipazione paritetica del 40% ciascuno, mentre il restante 20% era lasciato al mercato. Ma Gardini, anche
grazie alle sue amicizie politiche, acquistò il 20% lasciato al mercato e divenne azionista di maggioranza della stessa
ENI, che era però un’azienda di proprietà del Tesoro.
L’affare Enimont sarà uno degli elementi scatenanti dello scandalo Tangentopoli: era un’azione troppo grossa e
spregiudicata per essere completamente pulita, come lo stesso Craxi ammetterà durante l’inchiesta. Gardini verrà
abbandonato dalle banche e costretto nel novembre del 1990 a vendere la sua quota Enimont all’ENI, prima di
suicidarsi nel pieno dell’inchiesta.

Nel 1991 l’Eni cambiò nome all’Enimont in Enichem (oggi Syndial) alla quale lasciò le società con grosse perdite e le
attività da liquidare. Gli impianti migliori vennero spostati in una nuova società: la Polimeri Europa. La Ferruzzi-
Montedison rimase invece in gravi difficoltà: un gruppo di banche e imprese ne assunse il controllo e vendette le
partecipazioni nella chimica. Rimase infine l’Edison che a sua volta è stata venduta, l’azionista di riferimento è oggi la
EDF (Eléctricité de France).

I settori di successo: meccanica


Il settore meccanico può vantare un saldo assoluto positivo, mentre l’azienda di riferimento è certamente la FIAT.
La FIAT nel secondo dopoguerra rinnovò le attrezzature (anche grazie al Piano Marshall) e si attrezzò seguendo il
modello fordiano: tutti devono poter acquistare una FIAT, che quindi produce auto piccole e poco costose. Vi è perciò Commented [LB76]: Vedere lezione 9.
un successo delle utilitarie: nel 1955 la 600 a cui seguì nel 1957 quello della Nuova 500. L’automobile diventa a portata
Commented [LB77]: Un capolavoro industriale e di
di tutti, anche grazie all’aumento del reddito pro-capite. La produzione di automobili crebbe da 100.000 unità l'anno design.
nel 1950 a 1.500.000 nel 1970: una crescita esponenziale. Nel 1968 la FIAT realizzava il 6,6% della produzione mondiale
di automobili e il 15,7% di quella europea, dopo aver realizzato stabilimenti anche in Argentina, Brasile e Unione
Sovietica, che avevano mercato simili a quello italiano. Commented [LB78]: Non particolarmente ricco e con
La Fiat si ingrosserà e acquisterà l’Autobianchi nel 1958, la Lancia nel 1963, l’Alfa Romeo nel 1987, la Ferrari nel 1988. basse richieste dal punto di vista qualitativo.
Anche la FIAT sfrutterà le sue conoscenze politiche, grazie alle quali per esempio riuscì a fondersi in questo modo. Commented [LB79]: Il cui marchio morirà.
Commented [LB80]: Vedere lezione 17.
Il tessile-abbigliamento
Commented [LB81]: Di proprietà dell’IRI. Venduta ad un
Negli anni cinquanta iniziò a diffondersi l’uso del marchio, le catene di vendita, i listini e vennero adottate le taglie. prezzo di favore nonostante vi fossero anche altri possibili
L’offerta era formata da grandi sarti e affermate imprese tessili, che avevano prevalentemente sede a Milano, quale acquirenti.
primo international fashion hub.
Solo negli anni settanta si afferma però lo stilismo. Si rafforza quindi la collaborazione fra stilisti e grande industria e
la filiera produttiva integra il tessile e l’industria dell’abbigliamento. La componente qualitativa è legata alle specifiche
proprietà dei materiali e al design, allo stile e alla creatività dello stilista.

Struttura imprese italiane


L’Italia può contare su poche grandi imprese ed una moltitudine di PMI a conduzione famigliare nei settori di forza.
Questo porta ad un vantaggio comparato a livello internazionale, grazie alle radici in una antica tradizione artigianale
e commerciale radicata in una rete diffusa di centri, legati da forti subculture tradizionali. Ma per un altro verso le PMI
portano anche a degli svantaggi: portano infatti ad una minore competitività, anche perché non si riesce ad investire
in modo adeguato in R&S.

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Dalla grande impresa alle PMI
Negli anni ’80 l’Italia vive un crollo dell’occupazione nelle grandi imprese pari a ben 10 punti percentuali. Di contro le
PMI vivono una fortissima crescita. I settori di maggiore crescita sono l’abbigliamento, la lavorazione delle materie
plastiche, la piccola meccanica, il settore calzaturiero, l’elettronica, la telefonia e la meccanica tradizionale.

I distretti industriali
Da un punto di vista strettamente economico il distretto è un insieme di piccole e medie imprese che operano in un
aera relativamente circoscritta (spesso fa riferimento a un centro urbano).
Tali imprese sono tra di loro in qualche modo collegate, perché producono lo stesso output oppure perché producono
componenti separate di un unico prodotto.

Concludendo
 Stato imprenditore nei settori strategici, affiancato a poche grandi aziende private di successo (FIAT,
Ferruzzi, Montedison, Pirelli, Olivetti), anche queste a conduzione famigliare;
 Il successo italiano non viene dalle grandi aziende ma dalle PMI, spesso a conduzione famigliare, che hanno
radici in un’antica tradizione artigianale e commerciale radicata in una rete diffusa di centri;

LEZIONE 20- STORIA ECONOMICA


Gli aiuti americani nel secondo Dopoguerra
Le lezioni del passato
Gli USA operarono trasferimenti unilaterali gratuiti dal 1941 in poi -chiamati lend lease- in natura durante il conflitto.
Tutti gli aiuti forniti agli alleati durante il conflitto dovevano essere considerati aiuti gratuiti. Si trattava di aiuti civili e
militari, con quantità ingenti di rifornimenti di armi. Commented [LB82]: Per un valore di 43,6 miliardi di
dollari, di cui 30 alla UK, 10,7 all’URSS e 2,9 ad altri paesi.
Gli USA, dopo la vittoria finale, aiutarono vincitori e vinti attraverso:

 UNRRA - schema di aiuti alimentari e civili in carico alle Nazioni Unite, l’idea era di aiutare la popolazione civile Commented [LB83]: Finanziata però al 95% dagli USA.
mentre si liberava l’Europa; Questi aiuti erano distribuiti equamente a tutti gli Stati e
questo agli americani non andava giù. Quindi smisero ben
 Piano Marshall; presto di finanziare gli alleati in questo modo.
 Si predisposero piani per la ricostruzione del sistema monetario internazionale;
 Si adottarono importanti misure per liberalizzare il commercio europeo ed internazionale;

Aiuti all’Italia 1943-1947


Ecco una lista degli aiuti USA all’Italia dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943:

 Forniture dell’esercito ai civili - 511 milioni di $;


 Paga dell’esercito - 422 milioni di $;
 Aiuti ad interim (FEA) - 142 milioni di $;
 Eccedenze crediti - 202 milioni di $;
 Spese di vario genere a vantaggio del governo italiano - 20 milioni di $;
 Crediti alla marina mercantile - 51 milioni di $; Commented [LB84]: Non proprio un aiuto ma un credito
 Crediti della Export Import Bank - 132 milioni di $; molto vantaggioso.

 UNRRA - 461 milioni di $; Commented [LB85]: Banca pubblica voluta da Roosevelt


per i finanziamenti esteri.
 Aiuti post-UNRRA - 117 milioni di $;
 Aiuti ad interim pre-ERP - 181 milioni di $;
 Ritorno dei capitali bloccati o investiti negli USA - 104 milioni di $;
 Ritorno e sostituzione della marina mercantile italiana - 22 milioni di $;
 Restituzione oro - 27 milioni di $;
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Per un totale di ben 2 miliardi e 300 milioni di dollari.

Le navi liberty
Le navi Liberty sono le imbarcazioni che hanno portato i rifornimenti all’Italia dal ’43 in poi. Facevano parte della nuova
flotta commerciale costruita dagli USA dopo il ’30. Non erano infatti presenti cantieri navali sul suolo americano, che
dovette dotarsi ben presto delle infrastrutture e del capitale umano in questo senso. Le navi Liberty erano infatti un
progetto inglese, passato agli americani.

UNRRA (United Nations Relief and Rehabilitation Administration) - 1943-1947


Questo progetto delle Nazioni Unite partì nel novembre del 1943 e rimase attivo fino al giugno del 1947, coinvolgendo
ben 44 paesi. Si trattò del primo pacchetto di aiuti nei confronti dei paesi devastati dal conflitto della II Guerra
Mondiale. I maggiori beneficiari furono: Cina, Polonia, Jugoslavia, Italia, Grecia, Cecoslovacchia, Austria, Ucraina,
Bielorussia e Albania.

Sorsero però ben presto dei problemi. Infatti gli Stati Uniti furono il paese che si accollò quasi per intero l’onere
dell’intervento, potendo però contare su uno scarsissimo controllo sia per quanto riguarda i destinatari che per quanto
riguarda la natura degli aiuti. Scarso controllo gli USA avevano anche sui fondi di contropartita, cioè quei fondi che lo
stato beneficiario ricavava dalla vendita degli aiuti.

Gli aiuti venivano infatti affidati allo Stato, il quale aveva la facoltà di decidere come gestirli. Una parte veniva sempre
destinata gratuitamente alla popolazione -tramite vaccini, cure e rifornimenti vari- mentre una seconda parte veniva
venduta agli imprenditori che erano avvantaggiati in quanto non dovevano pagare questi materiali in dollari. Questi
ricavi erano detti fondi di contropartita sulla quale gli Stati potevano utilizzare in maniera arbitraria e gli USA non
avevano controllo.

Piano Marshall (o European Recovery Programme) - 1948-1952


Il piano di aiuti prettamente americano passo alla storia come Piano Marshall, poiché fu proprio il generale Marshall
ad annunciarlo alla stampa. Il continuare dell’approvvigionamento di aiuti a favore dell’Europa fu incentivato da
ragioni politiche ed economiche, per rinforzare la loro area di influenza ed evitare la vittoria elettorale dei partiti
comunisti. A differenza della I Guerra Mondiale gli americani sostennero anche i vinti, Italia, Germania e Giappone.

A differenza dell’UNRRA gli USA mandarono in Europa diverse decine di funzionari con il compito di controllare
l’utilizzo di questi fondi stanziati, tramite l’ECA, che era l’organo di controllo. Funzionari pubblici erano stati inviati Commented [LB86]: Economic Cooperation
anche precedentemente alla partenza del Piano Marshall, per stimare l’importo da destinare all’operazione. Administration.

Gli aiuti erano in natura e non in dollari e si dividevano in grants e loans. I primi erano gli aiuti gratuiti mentre i loans Commented [LB87]: Previsti 3 anni di moratoria e
erano prestiti andati alle industrie che servirono per modernizzare le fabbriche con macchinari americani dopodiché il pagamento è estendibile per 25 anni.
all’avanguardia.

Marshall stesso auspicò un’unione politica ed economica del continente europeo, un’utopia vera e propria per Commented [LB88]: Nel 1949 Paul Hoffman,
l’epoca. amministratore dell’ECA, mise a disposizione 150.000 dollari
per il finanziamento di progetti di integrazione europea.
Gli aiuti, per un totale di 12 miliardi di dollari, si dividevano in questo modo:

 Gran Bretagna - 23,2%;


 Francia - 20,8%;
 Italia - 10,9%.

All’interno di questo pacchetto di aiuti i fondi di contropartita sono stimati per 7781 milioni di dollari, che portarono
ad investimenti in settori produttivi e alla riduzione del debito pubblico. Su questi fondi gli USA potevano esercitare il
loro controllo, anche se nella realtà questo non avvenne quasi mai.

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Il Piano Marshall in Italia
Il Piano Marshall aiutò molto anche le grandi industrie statali e private italiane, come Fiat, Edison e Finsider. Le aziende
statali dell’IRI ricevettero il 24% dei crediti attraverso i fondi ERP. L’IRI finanziò così i macchinari per la siderurgia
creando cicli integrali. Fu operato anche un rinnovo dell’apparato produttivo grazie ai macchinari provenienti dagli
USA.

Gli imprenditori medio-piccoli invece avevano più difficoltà ad accedere al credito, attraverso i piani FLAM1 e FLAM2.

Più avanti invece, dalla metà degli anni ’50, gli aiuti vennero destinati principalmente alle industrie del settore della
difesa, soprattutto per lo scoppio della Guerra Fredda.

Piemonte, Lombardia e Liguria erano le regioni a maggiore concentrazione di imprese, in cui quindi vi era un pieno
sfruttamento prestiti ERP. Campania, Lazio, Veneto, Emilia e Toscana potevano godere invece di quote modeste di
prestiti. Le rimanenti regioni non ottennero quasi nulla.

Il caso dell’Emilia Romagna


Nel 1945 questa regione risultava sicuramente arretrata, l’agricoltura era l’attività prevalente anche se esisteva un
importante nucleo di imprese di media dimensione ed una miriade di piccole imprese.

La ricostruzione in Emilia Romagna si concentrò sull’apparato infrastrutturale e gli stanziamenti del Fondo Lire si
concentrarono su:

 Ricostruzione ferroviaria;
 Lavori pubblici;
 Interventi di ricostruzione edilizia.

Questo anche perché non esistevano grandi aziende nella regione.

OECE
In Europa si istituisce l’OECE, un’organizzazione europea di cooperazione economica. I membri erano obbligati a
presentare programmi economici a lungo termine ed erano incentivati a cooperare tra di loro. Inizialmente anche
l’URSS ed i paesi satelliti aderiscono all’organizzazione, poi però ne fuoriescono perché ritengono i suoi obblighi troppo
ingerenti. E’ l’inizio della Guerra Fredda.

USTAP
Infatti dal 1948 per 10 anni venne istituito l’USTAP (United States Technical Assistance and Productivity Programme),
per introdurre in Europa i metodi di lavoro, i modelli di relazioni intra-idustriale e le tecniche manageriali americane.
Nel 1953 gli americani crearono la European Productivity Agency, cioè dei centri nazionali per la produttività e
fondarono numerose business schools.

L’economia italiana all’indomani del conflitto


L’economia italiana uscì devastata dalla II Guerra Mondiale. Le perdite di capitale corrente erano ingenti e la
distruzione degli impianti raggiunse il 12-15% sul totale.

Si verificarono anche consistenti perdite nei trasporti: le ferrovie persero ¼ del loro capitale e la marina mercantile fu
distrutta per l’85%.

Il patrimonio edilizio subì perdite invece per il 6%. Il capitale umano 444 523 persone.

La riattivazione industriale
L’industria dovette subire una situazione di carenza di materie prime e di carbone. Nel durante c’era anche la
trasformazione industriale da attuare, passando da un’industria bellica ad un’industria civile.

Altre fonti di finanziamento all’industria sono il FIM (fondo industria meccanica) che dà assistenza da parte dello stato
per il settore meccanico ed il prestito dell’Export Import Bank.
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Nel 1947 la linea Einaudi è una complessa manovra monetaria, che fermò l’inflazione che era arrivata rapidamente
dalla fine del dopoguerra a cifre ormai incontrollabili e fissa un tasso di cambio con il dollaro al quale l’Italia si impegna
a rispettare.

LEZIONE 21- STORIA ECONOMICA


La ricostruzione del sistema monetario internazionale e la liberalizzazione
postbellica
Istituzione della cooperazione internazionale
I tre organi principali nati in questa fase sono:
 1945 - FMI e BIRS (Banca Mondiale), fondati a Bretton Woods;
 1947 - GATT (General Agreement On Tariff And Trades), un forum in cui I 23 partecipanti si incontravano in
speciali round e si concedevano reciproche riduzioni daziarie che potevano essere bilaterali o multilaterali;
 1948 - OECE (Organizzazione Europea Per La Cooperazione Economica). Dal 1963 diventa invece l’OCSE, con Commented [LB89]: Vedere lezione 20.
sede a Parigi. L’organizzazione è nata nel secondo dopoguerra ed è rimasta intatta nel tempo anche se
modificando la sua funzione. Quando nasce si occupa di gestire il Piano Marshall e di eliminare le quote di
commercio (contingentamenti).

I fattori che favorirono la ricostruzione delle economie europee nel II dopoguerra sono stati principalmente la stabilità
monetaria e la cooperazione internazionale, ma anche gli effetti economici del Welfare State, le cui politiche furono
adottate da numerosi stati. I miracoli economici successivi furono dovuti grazie anche a questi fattori.

La stabilità monetaria
Gli accordi di Bretton Woods, firmati nel luglio del 1944, sono un passaggio fondamentale. Si tratta di accordi in campo
monetario stipulati nella cittadina del New Hampshire (Usa) fra i rappresentanti dei 44 paesi impegnati nella guerra
contro l’Asse. I problemi principali da risolvere sono ripristinare le condizioni di convertibilità delle monete e creare
un sistema di compensazione multilaterale delle bilance dei pagamenti al termine della guerra.

Già nel 1941 due economisti importanti però si interessarono a questi temi. Sono John M. Keynes, che scrisse l’Unione
internazionale di clearing, che però pecca di una visione troppo avanti per il tempo proponendo una banca
internazionale con una nuova moneta internazionale, e Harry D.White, che propone un Fondo Internazionale di
Stabilizzazione ed un sistema di cambio aureo.

Il progetto di Keynes prevede la creazione di un’unione di compensazione internazionale, che doveva operare come
stanza di compensazione per le bilance dei pagamenti degli stati membri ed allo stesso tempo come banca per
intervenire con aperture di credito a favore dei paesi in temporaneo disavanzo. L'Unione avrebbe avuto una propria
unità monetaria, il bancor, che, col tempo, avrebbe potuto sostituire l'oro come strumento della finanza
internazionale.

FMI (International Monetary Fund) - 1946


L’FMI era un organo internazionale economico, al quale per aderire ed utilizzare le sue risorse i membri si dovevano
impegnare ad esprimere la parità delle loro monete in oro o in dollari. Il fine è ripristinare un regime di cambi fissi Commented [LB90]: Normalmente tutti i paesi hanno
che favorisse i commerci mondiali e i relativi trasferimenti di valute e capitali. fissato il loro cambio in dollari.
Il valore di ciascuna moneta veniva così definito in rapporto al dollaro, l’unica divisa convertibile in oro. Questo tasso Commented [LB91]: Sulla base del rapporto 35 dollari
di cambio rimarrò invariato per 25 anni. A questi accordi sfuggono ovviamente l’URSS ed i paesi sovietici. per oncia.
La differenza rispetto al Gold Standard era la maggior flessibilità: si permetteva infatti una leggera oscillazione rispetto
il tasso di cambio.
L’FMI perde la caratteristica di regolatore nel 1971, mentre nel 1958 le valute tornano convertibili per cui i membri
effettivi europei tornano a far parte del fondo monetario solo dopo questa data.

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Ogni paese versa una quota al fondo e in base alla quota versata si hanno specifici diritti di voto secondo il principio
per “chi paga decide”. Gli USA conferiscono al fondo il 17%, l’unione Europea il 35%, ma non riesce mai a votare in
maniera unitaria.

Spesso molti paesi non riuscivano a pagare i debiti e come soluzione si pensò al riscadenzamento. Certo, questo può Commented [LB92]: Oggi vi è maggiore attenzione nei
portare ad una dipendenza dal FMI degli stati debitori, ma è anche l’unica soluzione possibile. confronti dei paesi poveri molto indebitati (HIPC) grazie a:
Lavoro NGO;
Situazione in Europa Amartya Sen;
In Europa assistiamo ad uno stallo del commercio internazionale dovuta a tre tipi di barriere: Muhammad Yunus (Grameen Bank).

 Inconvertibilità delle monete - per l’impossibilità di operare per FMI, che porta alla creazione dell’EPU
(European Payments Union)
 Contingentamenti - risolti grazie all’OECE;
 Dazi - eliminate progressivamente grazie al GATT.

L’EPU nasce nel 1950, su proposta degli USA agli OECE, con il fine di passare da un sistema bilaterale a un sistema di
compensazioni multilaterali che riguardava tutti i paesi europei e assicurava la piena convertibilità delle valute
europee. Quest’organo continuò a lavorare fino al 1959, quando con il ritorno alla convertibilità, entrò in vigore il gold-
dollar standard contemplato dal Fondo Monetario Internazionale.
Invece prima dell’istituzione dell’EPU il commercio europeo era regredito a forme di baratto bilaterali, anche
attraverso accordi di clearing monetario multilaterale. Commented [LB93]: Vedere lezione 15.

Situazione in Italia
In Italia viene liberalizzato sempre di più il commercio, seguendo ed addirittura anticipando anche le direttive
dell’OECE. Nel 1951 il governo italiano rimosse le restrizioni quantitative sul 99,7% delle importazioni abolendo quindi
i contingentamenti. Dal Paese ove questi erano più diffusi divenne il paese con meno restrizioni quantitative. Commented [LB94]: Solo lo 0,3% di importazioni private
erano ancora condizionate dai contingentamenti.
Venivano tuttavia ancora protetti prodotti come latte, vino, sale, zolfo, acido citrico, automobili e carrozzerie di
automobili e motocicli. Per questi prodotti occorrevano speciali licenze nei limiti dei contingentamenti fissati
bilateralmente con i vari paesi dell’OECE.

Progetti di cooperazione economica europea presentati all’OECE


Tre sono i piani che vennero presentati all’OECE nel 1950:

 Piano Stikker - proposto dal ministro olandese che si fa portavoce di una forte protesta dei piccoli paesi del
nordeuropea -principalmente del Benelux- con l’obiettivo di convincere gli altri paesi a ridurre i dazi per
settore;
 Piano Pella - Pella, un italiano, propone un nuovo piano per abolire di nuovo i dazi questa volta non per settore
ma semplicemente in un lasso di tempo piuttosto lungo -circa 10-12 anni- durante il quale vengono fissate
tappe triennali con l’abbassamento del 15% dei dazi;
 Piano Petsche - finalizzato alla nascita di una banca europea con il compito di farsi capo di investimenti capital
intensive.

L’OECE raggruppò questi piani e cercò di arrivare ad una proposta comune arrivando ad un compromesso. Si lavorò
quindi per un anno ma si trovò impossibile trovare una soluzione e non si approvò nulla. Tuttavia tali piani non furono
inutili perché comunque si continuò a parlare di questi problemi e l’idea di Pella riemergerà successivamente nella
costruzione di un mercato unico in Europa.

GATT (attuale WTO) - riduzione dei dazi


La riduzione dei dazi doganali era in capo al GATT (attuale WTO), che operava tramite negoziati bilaterali e
multilaterali. La Conferenza di Annecy (1949) fu il primo round, seguita da quella di Torquay (1950-1951).

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La riduzione percentuale media dei dazi italiani raggiunta in questo primo round di negoziati tariffari GATT si aggirava
intorno al 28,5%. La vecchia tariffa doganale in vigore risaliva al 1921, mentre la nuova tariffa ad valorem venne istituita
il 15 luglio 1950 con aliquote elevate nel tentativo di non scontentare nessuno ma non venne approvata dal ministro. Commented [LB95]: Sindacati, parlamentari e industriali.
La direzione intrapresa fu invece inversa, seguendo le direttive del GATT, tanto che i dazi furono ridotti fino al 14,5%.
Tale riduzione fa parlare gli storici economici di protezionismo moderato.

LEZIONE 22- STORIA ECONOMICA


Il miracolo economico
Il caso italiano
L’Italia ha un basso costo del lavoro e un’alta produttività, e quest’ultima cresce più velocemente del costo del lavoro. Commented [LB96]: Circa il 4% all’anno.
Nel settore manifatturiero la produttività del lavoro cresce più che nel resto d’Europa. Per raggiungere questo
obiettivo i due fattori determinanti sono il capitale umano e gli investimenti nei processi di produzione e in tecnologia.
Seguendo il modello di Balassa, l’Italia esportava i prodotti giusti, verso i paesi giusti al prezzo giusto. Tuttavia
l’obiettivo dell’equilibrio della bilancia commerciale è sempre difficile perché l’Italia ha bisogno di notevoli
importazioni.

Nel 1950 le esportazioni italiane sono simili a quelle dell’800, con esportazioni importanti soprattutto nel tessile e
nell’agricoltura. Solo dieci anni più tardi invece la situazione cambia completamente, con un calo di esportazioni tessili
e alimentari, contro un enorme aumento delle esportazioni di prodotti lavorati.

I prodotti che maggiormente riusciamo ad esportare sono i prodotti meccanici, che aumentarono da 138 a 730 miliardi
in 10 anni e nel 1960 rappresentavano il 35% dello share delle esportazioni totali. Si distinguevano in:
 Macchine ed apparecchi - 299 miliardi;
 Mezzi di trasporto - 282 miliardi; Commented [LB97]: E’ il settore trainante, che ha le
percentuali di crescita più elevate.
Servizi turistici
Come già ricordato la crescita del turismo porta benefici per la bilancia dei pagamenti e per la domanda di beni e
prodotti intermedi. Essa fu permessa dalla stabilità politica internazionale, dai maggiori diritti per i lavoratori (in Commented [LB98]: Soprattutto prodotti tessili. Un
particolare le ferie retribuite), dalle innovazioni nei trasporti e dalla riscoperta del sole e del mare caldo. Lo Stato centro di produzione di alta qualità è San Mauro Pascoli.
italiano però non ha mai fatto nulla per lo sviluppo turistico e quindi le imprese turistiche sono rimaste piccole. Commented [LB99]: Nell’800 si andava al mare
d’inverno.
Servizi commerciali
Nel 1958 c’erano solo 23 supermercati e 212 grandi magazzini in Italia. C’era infatti una scarsa liberalizzazione del
mercato e la rivoluzione commerciale fu un percorso a ostacoli. Vi fu una moltiplicazione di centri commerciali solo
negli anni ’80 e ’90. Nel 1990 la liberalizzazione del movimento dei capitali rese l’Italia una terra di conquista delle
grandi catene distributive, poiché questa liberalizzazione avvenne nello stesso periodo della liberalizzazione dei centri
commerciali.

Le teorie
Cosa innescò gli elevati tassi di crescita degli anni cinquanta e sessanta? I fattori facilitanti sono:
 Stabilità e funzionalità del sistema monetario internazionale (grazie a FMI e all’EPU);
 Liberalizzazione degli scambi (OECE e GATT);
 Aiuti del Piano Marshall;

Esistono però varie teorie ed interpretazioni sulla crescita economica europea postbellica. Di certo non fu un miracolo
non generalizzato ed è complicato individuare il meccanismo che innescò la crescita, che presentò tassi senza
precedenti soprattutto in Germania, Francia ed Italia per cui si parla comunemente di miracolo economico. Negli USA
ed in Inghilterra non fu così invece, perché queste discrepanze?

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Spiegazioni dal lato dell’offerta
Gli studi degli economisti Denison e Maddison sulla funzione di produzione sono fondamentali per capire le
spiegazioni dal punto di vista dell’offerta. Purtroppo però sono solo esercizi statistici teorici.
Per Denison la crescita della produzione è dovuta alla variabile capitale, molto importante, ed alla variabile lavoro. In
particolare la crescita della produttività fu fondamentale, mentre secondo Maddison anche la tecnologia giocò il suo
ruolo. Si tratta dell’analisi quantitativa della crescita economica.
I limiti di tale analisi stanno nell’assegnazione di importanza alla varie variabili, che è completamente soggettiva. È
infatti approccio troppo descrittivo dei motivi alla base della crescita.

Spiegazioni dal lato della domanda


Seguendo un approccio keynesiano, è la domanda che diventa la forza trainante. All’interno di questo contesto il
fattore più importante sono le esportazioni. I tassi di crescita sono diversi in quanto la crescita della domanda è diversa
fra paesi.
Si sviluppa in questi anni la teoria dell’export-led growth theory (o crescita trainata dalle esportazioni), secondo cui
con la crescita delle esportazioni cresce l’intero sistema economico, quasi in automatico tramite un virtuous circle of
growth. Certamente le importanti esportazioni aiutano a trovare l’equilibrio della bilancia dei pagamenti e ancora di Commented [LB100]: Teorizzato da Kaldor, Lamfalussy e
più la bilancia commerciale. Ma la teoria qui si scontra con la realtà: questa correlazione infatti non esiste. Per l’Italia Beckerman.
dal 1950 al 1960, periodo in cui il nostro Paese vive un aumento esponenziale delle esportazioni, il saldo tra
esportazioni e importazioni è ad ogni modo negativo. Questo seppur l’Italia sia la maggiore esportatrice di manufatti
e beni trasformati; il problema è che però l’Italia dipendeva (e dipende) dall’importazione di materie prime. Il nostro
paese riuscì però a raggiungere l’equilibrio dei pagamenti grazie alle rimesse degli emigrati ed al turismo.

Spiegazione di Balassa
Secondo un’altra teoria, quella dell’economista Balassa, il raggiungimento dell’equilibrio della bilancia dei pagamenti
dipende da tre fattori:
 Esportare le merci giuste, cioè quelle per cui la domanda mondiale è in continua ascesa; Commented [LB101]: Negli anni ’60 i beni manifatturieri.
 Verso i paesi giusti, quelli cioè che stanno crescendo più velocemente; Commented [LB102]: Negli anni ’60 i paesi occidentali.
 Ad un prezzo giusto o competitivo a livello internazionale, quindi con una buona competitività e produttività
del sistema industriale.

Studi di Thirlwall
Tali studi si interessano dell’elasticità del reddito nei confronti della domanda di importazioni. Infatti secondo questa
teoria la crescita di ogni paese si differenzia a seconda del coefficiente di fabbisogno di importazioni. E l’Italia -come
abbiamo già visto- ha un elevato coefficiente di fabbisogno di importazioni. Viene quindi inventato un balance of
payments equilibrium growth rate.

Le cause dell’importante deficit commerciale italiano sono:


 La struttura produttiva con un elevato coefficiente di fabbisogno di importazioni; Commented [LB103]: Tessili 53%, meccanici 30%.
 I contingentamenti da parte di Francia e GB;
 La politica italiana di liberalizzazione;

Tuttavia il pareggio bilancia dei pagamenti viene ugualmente raggiunto grazie alle partite invisibili quali le rimesse
degli emigranti e il turismo. Commented [LB104]: L’Italia è il spesso il primo paese al
mondo per numero di turisti.
Ma quali sono i limiti dell’analisi di Thirlwall? Anch’essa è un’analisi statica e non evidenzia abbastanza l’atteggiamento
elastico e le nuove tecnologie.

Il mutato approccio alla crescita economica italiana


Oggi le ultime teorie del miracola economico rifiutano che la crescita italiana sia solo export-led, ma ribadiscono che Commented [LB105]: Oggi così vengono definiti i paesi
la domanda interna è stata altrettanto importante. Vengono rivalutati soprattutto gli investimenti ed i consumi mediorientali esportatori di idrocarburi.
privati. Vi è stata -secondo le recente teorie- una rivoluzione dei consumi per la quale si sono sempre più diffusi i beni
durevoli.
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Capiamo bene quindi che il ruolo delle esportazioni è stato notevolmente ridimensionato.

L’elemento chiave quindi per il boom economico degli anni ’60 è oggi considerato il cambiamento strutturale del
nostro paese. Mentre la crescita italiana sembrerebbe essere dovuta da un circolo legato a:
 Crescita della domanda interna ed esterna;
 Capacità di adattare la produzione alla domanda futura interna ed esterna. La produzione italiana è infatti
elastica, riesce a modificare velocemente la produzione in base alla domanda;
 Alti tassi di investimento;
 Aumento della produttività e stabilità nei prezzi. Gli utili venivano reinvestiti nella produzione e non nella
finanza. Questo porta all’aumento della produttività.

Oggi sono state invece abbandonate le spiegazioni univoche della crescita economica: è stata infatti accertata la
compresenza e l’interdipendenza tra le esportazioni e la domanda interna.

La fine del miracolo italiano


Il 1973 è l’anno definito da tutti come fine dell’età dell’oro italiana. Le spiegazioni possono essere:

 Esogene - l’aumento prezzo del petrolio e l’importanza delle importazioni. L’Italia risponde stampando più Commented [LB106]: “Tassa dell’OPEC”.
moneta ma questo fa schizzare l’inflazione. Commented [LB107]: Tasso del 20%, contro il 5% della
 Endogene - le rivendicazioni sindacali che portano ad un aumento significativo del costo del lavoro. Germania.

Tutto ciò ha fatto pensare ad alcuni economisti che il boom economico italiano non fosse altro che uno slancio atipico,
per cui la crescita italiana degli anni ’60 è inspiegabile e dovuta al caso.

LEZIONE 23- STORIA ECONOMICA


Integrazione europea
Nel II Dopoguerra nasce l’idea di un’unione economica europea. Già il generale Marshall lo aveva pensato. Il problema Commented [LB108]: Vedere lezione 20.
principale sono gli alti dazi doganali, soprattutto per i paesi del Benelux. Infatti questi paesi, così piccoli e così legati
alle esportazioni, non erano stati favoriti abbastanza dai provvedimenti del GATT e dell’OECE. I paesi del Benelux infatti Commented [LB109]: Vedere lezione 21.
nel 1947 si organizzando in un Gruppo di studio sull’unione doganale, per riflettere sulle possibilità di eliminazione Commented [LB110]: Vedere lezione 21.
dei dazi.

Gli altri paesi non erano però così d’accordo. L’Italia per esempio, dopo aver cancellato quasi completamente i
contingentamenti, non era favorevole a cancellare anche i dazi doganali, temendo che questo avrebbe sfavorito troppo Commented [LB111]: Vedere lezione 21.
il suo sviluppo economico.

Tuttavia l’Italia non si tira indietro nella progettazione di questa unione doganale ed economica, in particolare i
progetti più importanti sono:

 Unione doganale franco-italiana (1947-1948);


 Piano Pella (1950); Commented [LB112]: Vedere lezione 21.
 Comunità Politica Europea all’interno della Comunità Europea di Difesa (1952-1953);

Unione doganale franco-italiana


I negoziati per questa unione doganale sono portati avanti dall’Italia con la speranza di ottenere un aumento dei fondi
Marshall, dato che la Francia era il paese più vicino culturalmente all’Italia e poteva essere un’occasione per redimersi
dal periodo fascista. Inoltre un altro possibile vantaggio per l’Italia era l’esportazione della disoccupazione, grazie
Commented [LB113]: I contadini erano molto freddi,
all’emigrazione. Queste sono le 2 motivazioni economiche ed europee che spingono i due paesi a trovare un accordo. infatti le due nazioni producevano gli stessi prodotti, mentre
Vengono quindi messe in piedi delle commissioni miste, in cui vengono rappresentate anche le varie categorie gli industriali mirano a creare dei cartelli. Il che però non ha
economiche. Vi sono però dei problemi puramente economici: prima di tutto Italia e Francia sono due economie molto senso nell’ottica di abbassare i prezzi eliminando i
dazi.
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complementari, il che avrebbe portato ad un inasprirsi della concorrenza. Inoltre la Francia aveva bisogno di
manodopera specializzata, mentre l’Italia poteva offrire solamente manodopera non specializzata che proveniva dalle
campagne. Tuttavia dopo due anni di trattative viene pubblicato un resoconto finale, che viene firmato da entrambi i
Capi di Stato. Al momento della ratifica dell’accordo però la Francia iniziò a tentennare, soprattutto dopo la bocciatura Commented [LB114]: Il parlamento italiano ratifica
del Consiglio dell’Economia Francese. Così il Governo nemmeno presenta la proposta al Parlamento e l’unione l’accordo, infatti le motivazioni politiche erano molto forti.
doganale non vide la luce.

Comunità Europea del carbone e dell’Acciaio (CECA)


La Francia, dopo la bocciatura dell’Unione doganale franco-italiana, rilancia i negoziati - chiamati negoziati Fritalux-
Finibel (1949-1950) - coinvolgendo l’Italia ed il Benelux, mentre la Germania viene esclusa nell’ottica di tenere sotto
controllo il potenziale economico tedesco. Le mire francesi infatti erano la formazione di un’area di mercato protetta,
in cui avrebbe ricoperto il ruolo di leadership a danno del mercato tedesco. In questo contesto si inserisce il Piano
Monnet. La proposta francese prevede:

 Libera circolazione dei capitali;


 Rimozione delle restrizioni quantitative altre la percentuale stabilita dall’OECE;
 Introduzione di un sistema di cambi a fluttuazione limitata.

È un accordo al ribasso, che non prevede l’eliminazione dei dazi doganali come invece prevedeva l’Unione doganale
franco-italiana Viene ritenuto quindi più facile da attuare, ma presenta comunque dei problemi. Il Benelux infatti
riteneva prioritaria l’eliminazione dei dazi e promuoveva anche l’inclusione della Germania. Gli italiani invece
tentarono di inserire la questione della libera circolazione della manodopera, richiesta però che non viene mai accolta Commented [LB115]: Francia e Benelux infatti hanno il
dai partener. problema opposto: devono importare manodopera.

I negoziati però si arenano sulla proposta di includere la Germania. Ma nel giro di tre mesi, nel 1950, la politica francese
vira decisamente: si passa dalla politica di opposizione alla Germania, alla politica di cooperazione. Presenta così la
proposta alla stessa Germania la creazione di una Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio. La proposta viene
lanciata da Schuman (da un’idea di Monnet) in un discorso radiofonico. L’obiettivo principale, oltre alle ragioni Commented [LB116]: Ministro degli Esteri francese.
economiche, era proteggere e promuovere la pace europea.

Dopo veloci negoziati l’accordo viene firmato nel 1951 a Parigi da Italia, Germania, Francia, Belgio, Olanda,
Lussemburgo. L’accordo prevedeva la progressiva abolizione delle barriere doganali sul movimento del carbone e
dell’acciaio in 5 anni.

La Gran Bretagna invece, inizialmente viene coinvolta nei negoziati mentre successivamente, prima della firma del
trattato, li abbandona. La scusa ufficiale è il fatto che la Francia aveva praticamente già stilato il trattato finale e che
quindi i negoziati erano inutili, ma probabilmente la vera ragione era lo scarso interesse inglese. La Gran Bretagna
infatti portava avanti la stragrande maggioranza dei suoi commerci con USA e con il Commonwealth.

Secondo il trattato finale la maggior parte delle decisioni più importanti erano demandate all’Alta Autorità, tra cui:

 Il livello dei dazi;


 Le regole per la fissazione dei prezzi;
 La tipologia dei programmi di produzione;
 Le decisioni relative ai salari;
 E all’ampiezza dei prelievi fiscali per finanziare gli interventi comuni;
 Le misure da prendere nel periodo di transizione;
 Eventuale cartellizzazione - viene previsto che l’Alta Autorità aveva il potere di permettere cartelli nel
momento in cui il prezzo del carbone e dell’acciaio fossero calati troppo;
 Limite quantitativo sulle importazioni.

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Il problema storico della Ruhr
Molti storici ritengono che il possesso della Ruhr abbia scatenato moltissime guerre tra i paesi europei. In effetti la
regione è stata contesa per moltissimi anni tra Germania e Francia. I piani per risolvere questo problema sono diversi:

 Piano Morgenthau - prevede la distruzione delle miniere di carbone della Ruhr;


 Esiste anche un piano per cui la Ruhr sarebbe stata governata da un governo comunitario;

La Francia però ha un problema, e cioè la dipendenza dalle importazioni di carbone tedesco. Il carbone americano Commented [LB117]: Comprato invece dall’Italia.
costava infatti quasi il doppio. Dobbiamo leggere anche in quest’ottica l’apertura della Francia alla cooperazione con
la Germania, che infatti potenzialmente avrebbe potuto rialzare il prezzo del carbone penalizzando in modo fortissimo
il sistema economico francese. Anche le proposte di governance della Ruhr vanno in questa direzione.

Comunità di Difesa Europea (CED)


Viene portata avanti anche la Comunità di Difesa Europea (CED), un’altra idea di Monnet. L’idea mira a creare un
esercito europeo, per ridurre i costi, evitare future guerre e promuovere una sempre maggiore integrazione europea.
Ma chi avrebbe comandato questo esercito? Serve un’unione politica europea.

Comunità Politica Europea (CPE)


Degasperi propone proprio questo, su stimolo di Altiero Spinelli, una Comunità Politica Europea, la CPE. Nel trattato Commented [LB118]: Promotore del Movimento
CED viene inserito così l’articolo 38, che prevede la nascita della Comunità Politica Europea. E nel 1952 i paesi CECA federalista Europeo. Scrive il Manifesto di Ventotene,
firmarono il trattato CED. Da lì a pochi mesi si riunì un’assemblea per definire la Comunità Politica Europea, che dovette durante l’esilio voluto da Mussolini.
Esso prevedeva:
operare un lavoro diplomatico enorme.
-Unione Europea Federalista e Democratica;
-Unica moneta;
Il Belgio però si oppose in parte ed evidenziò che era impensabile un’unione politica europea senza un’unione -Unico esercito.
economica. In particolare il Piano Beyen, ministro degli esteri olandese, propone un’unione doganale. Però questa
proposta non trova consensi, se non quello belga. Vengono quindi intensificati i negoziati e alla fine si arriva a un Questo manifesto rilancia il principio kantiano per cui “la
trattato CED/CPE alla conferenza intergovernativa di Roma. Esso prevede le clausole economiche, le clausole militari pace non si potrà fondare senza un’unione federalista delle
diverse nazioni”.
e le clausole politiche; è un trattato quindi complicatissimo. Viene firmato ma non ratificato dal Parlamento francese,
che nel 1954 rigetta il trattato CED/CPE.

Unione Europea Occidentale (EUO)


I negoziatori europei però non si scoraggiano e già nel 1955 vengono organizzati i negoziati di Messina. Qui viene
riproposto il Piano Beyen, per liberalizzare lo scambio di tutte le merci e dei lavoratori, dato che la CECA
economicamente stava funzionando bene. Tutto ciò porterà, dopo diversi anni di negoziati, alla Conferenza di Roma
in cui progetta l’Unione Europea Occidentale (EUO).

L’idea della CED ritorna nel Trattato di Nizza nel 2000: qui viene ribadito che la difesa non è una politica comune, ma
vengono comunque previste alcune forze di intervento speciale, molto legate alle Nazioni Unite. Esse sono intervenute
soprattutto in ex Jugoslavia e in alcuni paesi arabi. Inoltre nel Trattato di Lisbona (2009) viene previsto l’articolo 42,
cioè la clausola della mutua difesa: essa prevede che se un paese europeo viene attaccato sul suo territorio gli altri
partner europei sono obbligati a prendere le sue difese, se richiesto.

LEZIONE 24- STORIA ECONOMICA


Nascita del MEC (Mercato Unico Europeo)
Teorie sull’integrazione economica europea
 Federalista - portata avanti anche da Altiero Spinelli; Commented [LB119]: Vedere lezione 23.
 Funzionalista e neo-funzionalista - secondo cui l’integrazione economica e politica europea era necessaria per
rendere più efficiente il mercato ed il sistema politico europeo. Integrato infatti un settore si capirà che
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converrà integrare anche il settore successivo. La teoria neofunzionalista invece prendeva maggiormente in
esame i gruppi di pressione, le lobby, che secondo questa teoria sono i più interessati ad una maggiore
integrazione economica.
 Stato centrica - negli anni ’80 si sviluppa questa teoria secondo cui la comunità europea era semplicemente
una scelta ovvia tra l’interdipendenza e l’integrazione tra gli Stati. Quindi l’integrazione ha il solo scopo di
massimizzare gli interessi degli Stati singoli: l’Europa serve se serve agli Stati, ma se non serve si blocca il
processo di integrazione. Gli Stati quindi antepongono gli interessi nazionali a quelli comunitari; l’integrazione
è possibile solo se fare le cose insieme conviene. È una teoria chiaramente euroscettica.

Negoziati europei
Dopo i negoziati di Messina i delegati dei vari Stati si spostano a Bruxelles e poi a Roma dove nel 1957 viene firmato il Commented [LB120]: Vedere lezione 23.
trattato sulla Comunità Economica Europea (CEE), su spinta del Piano Beyen.

Posizione inglese
La Gran Bretagna era presente ai negoziati europei ma non entra subito nella Comunità, cosa che invece accadrà solo
nel 1973. Il suo atteggiamento è tipico del “wait and see”, forte del commercio che poteva vantare con il Commented [LB121]: Avevano tentato di entrare anche
Commonwealth. Nel 1956 si fece promotrice dell’Associazione europea di libero scambio (European Free Trade prima, ma De Gaulle pose il veto.
Association o EFTA) che nacque nel 1960. Essa era solo un’area di libero scambio, non un’unione doganale. Gli inglesi
tentarono infruttuosamente di coinvolgere i membri CECA, anche l’Italia, ed i membri effettivi quindi rimasero: Gran
Bretagna, Austria, Danimarca, Norvegia, Portogallo, Svezia e Svizzera, cioè quei paesi europei che non facevano parte
della CECA.

La posizione commerciale italiana nel 1955


La partecipazione alla CECA per l’Italia è un importante riconoscimento economico e politico. Tale partecipazione fa
crescere l’interdipendenza commerciale con i futuri partner. I paesi MEC infatti assorbivano il 20% del totale delle Commented [LB122]: I paesi MEC sono quelli che fanno
export italiano di prodotti industriali. Le importazioni invece riguardavano per il 48% i prodotti meccanici, per il 47% parte del Mercato Economico Europeo. Soprattutto la
chimici, per il 38% metallurgici e per il 25% materie prime. Le esportazioni verso i paesi MEC erano composte da Germania.
prodotti tessili ed alimentari, sempre importanti ma i cui scambi erano stazionari e dai prodotti del settore metallurgico
e meccanico, in rapidissima ascesa. L’export italiano cresce in questo periodo di 27 volte nei confronti della Francia e Commented [LB123]: Il settore meccanico passa dal 6%
di 12 volte nei confronti della Germania; i due paesi traino del MEC. Quindi l’Italia aveva tutto da guadagnare dalla al 18% (1950-‘55)
partecipazione al MEC e alla CECA.

I negoziatori italiani a Bruxelles erano però abbandonati a sé stessi: infatti il Ministero non li supportava quasi per
nulla. Un ruolo importante lo assunse quindi la Confindustria ed in particolare Enrico Mattei. Gli industriali erano
preoccupati soprattutto circa l’automaticità nella riduzione dei dazi doganali sulla quale italiani riescono ad ottenere Commented [LB124]: Portata avanti secondo il Piano
due concessioni: Pella.

 Le clausole di salvaguardia, secondo cui in una situazione di crisi economica ogni paese europeo avrebbe Commented [LB125]: Articolo 109 del trattato, che alla
potuto rialzare i dazi doganali per proteggere il proprio mercato interno; fine l’Italia non utilizzerà mai.
 Il calcolo delle riduzioni tariffarie a partire dall’aliquota dei dazi legali; Commented [LB126]: Differenza tra tariffa legale e tariffa
d’uso -nel 1950 i tassi legali erano più alti di quelli reali e
quindi la riduzione del primo, per effetto delle riduzioni del
Tariffa esterna comune (TEC) Piano Pella, non ebbe alcun effetto sul commercio italiano
La tariffa esterna comune (TEC), la tariffa daziaria nei confronti dei paesi terzi, fu istituita sulla base di un poiché la sforbiciata non raggiunse la tariffa reale.
compromesso tedesco, secondo cui sarebbe stato la semplice media aritmetica delle tariffe d’uso in vigore al
1/1/1957. I paesi le cui tariffe d’uso si sarebbero abbassate grazie al TEC però iniziarono a lamentarsi del fatto che i
propri mercati non erano ancora pronti a subire una riduzione dei dazi. Venne quindi istituita la lista G, entro la quale Commented [LB127]: L’Italia inserisce in questa lista
ogni paese poteva inserire le produzioni più deboli che ancora avevano bisogno momentaneamente di dazi alla tariffa produzioni industriali ed estrattive in crisi, in modo tale da
proteggere l’occupazione in questi settori.
d’uso precedente.

Inizialmente l’incidenza di tale tariffa era quasi nulla (0,1%) per le materie prime e del 12,5% per i beni capitali e del
17,5% per i prodotti industriali. Grazie alla partecipazione ai negoziati GATT la TEC venne ulteriormente ridotta. Commented [LB128]: Vedere lezione 21.
Commented [LB129]: Al Dillon Round ed al Kennedy
Round del 35/40% ed al Tokyo Round del 33%.
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Clausole ottenute dall’Italia
Oltre alle già citate concessioni ottenute per quanto riguarda la riduzione daziaria, il nostro paese riesce ad ottenere
degli altri buoni risultati diplomatici. L’Italia fa inserire la PAC, cioè la politica agricola comune, nel trattato. Su questo
punto però si rimanda: infatti nel trattato c’è solo il titolo ma non le clausole. Così come la libera circolazione delle
persone e dei capitali è subito definita nel trattato ma non è immediatamente applicata. L’Italia, come aveva sempre Commented [LB130]: Entrerà in vigore solo negli anni ‘60
fatto, spinge invece per applicare subito gli accordi sulla libera circolazione delle persone. Gli altri paesi però temono grazie alle direttive europee.
un’eccessiva mobilità della forza lavoro italiana e quindi importano invece forza lavoro extracomunitaria, che non ha Commented [LB131]: Entrerà in vigore solo negli anni ’80
i diritti ed il reddito dovuti ai paesi comunitari, e sono quindi più convenienti. L’Italia è quindi l’unico paese interessato quando si liberalizzerà la libera circolazione dei capitali.
al tema. Commented [LB132]: Che secondo i politici italiani
avrebbe risolto il problema della disoccupazione interna.
I negoziatori italiani inseriscono un’altra importante clausola sulla politica di sviluppo regionale, con l’intento di
Commented [LB133]: I comunisti italiani non voteranno
eliminare i divari di sviluppo a livello regionale. Per raggiungere questo risultato è necessario finanziare lo sviluppo la ratifica del Trattato di Roma proprio per questa
delle aree depresse -per l’Italia la maggior parte situate nel Sud Italia- e prese così forma la prima bozza di politica delusione.
regionale comunitaria, che oggi prevedono i Fondi di Sviluppo Regionale che occupano il 50% del bilancio europeo.
Commented [LB134]: Ma anche la GB utilizzò questa
possibilità per finanziare le regioni che avevano subito le
Un altro successo dell’Italia è l’ottenimento del Fondo Sociale Europeo (FSE), che finanzia i corsi di qualificazione e crisi minerarie.
formazione per la popolazione europea, sia per giovani studenti che per lavoratori anziani disoccupati. Tale fondo
finanzia anche i sussidi per la disoccupazione. Anche la BEI, la Banca Europea per gli Investimenti, è un importante
proposta che viene accettata anche grazie al supporto italiano. Le intenzioni sulla carta sono che questa banca vada a
finanziare le regioni depresse economicamente; tuttavia questo nella realtà non avvenne. Commented [LB135]: La BEI è infatti in tutto per tutto
una banca, che quindi viene gestita come un vero e proprio
L’Italia inserisce nel Trattato di Roma anche un protocollo concernente l’Italia in cui vengono spiegati i motivi di istituto di credito. Quindi le regioni depresse
economicamente non ne giovarono più di tanto, nonostante
debolezza del sistema economico italiano. la BEI abbia finanziato moltissimo gli Stati europei (TAV
italiana, il Tunnel sotto la Manica).
I primi anni del MEC
Gli obiettivi, prima ancora di quelli economici, sono quelli di aumentare il benessere e contribuire all’unione dei popoli
europei, tramite un’eliminazione delle barriere commerciali.
Il mercato comune si basa su:

 Un’unione doganale, cioè la rimozione dei dazi e le restrizioni quantitative tra gli stati membri;
 La fissazione di una tariffa comune nei confronti dei paesi terzi (TEC);
 La libera circolazione dei fattori produttivi.

Unione doganale ed effetti


Secondo gli economisti classici l’eliminazione delle misure protezionistiche avrebbe portato ad un incremento del
benessere e dell’efficienza dei sistemi economici degli stati europei, grazie alla maggiore concorrenza portata dal
mercato comune. È la teoria liberista che ritorna in chiave europea, con i vantaggi comparati. Secondo questi Commented [LB136]: Vedere lezione 10.
economisti avremmo avuto un aumento degli scambi reciproci se si fossero ridimensionati i settori relativamente
inefficienti, a favore di quelli più efficienti. Tutto ciò nell’ottica di una maggiore specializzazione settoriale a livello
nazionale e regionale.

Questi sono gli effetti sulla carta, per quanto riguarda la realtà ecco cosa accadde:

 Il mercato commerciale comunitario crebbe fino a 10 miliardi di dollari;


 Vi fu una deviazione pari a 1 miliardo di dollari;
 Il guadagno netto viene stimato a circa il 2% del PIL della Comunità,

Trattato di Roma (1957)


Il trattato di Roma, oltre ad aver istituto la Comunità Economica Europea, elimina:

 I dazi sulle importazioni (ed esportazioni);


 Gli oneri aventi effetto equivalente ai dazi nelle importazioni; Commented [LB137]: Un dazio nascosto.

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 Le restrizioni quantitative;
 Gli oneri aventi effetto equivalente alle restrizioni quantitative.

Tutto ciò venne ottenuto in quanto tempo?


Per l’eliminazione delle tariffe daziarie passarono 12 anni, come previsto dal Piano Pella. Anzi tale programmazione fu Commented [LB138]: Vedere lezione 21.
addirittura anticipata di un anno, riuscendo ad eliminare i dazi interno entro il 1968.

Ma non tutti gli obiettivi furono raggiunti, soprattutto a causa della scarsa volontà politica degli stati membri. Tra
questi il probabilmente più importante è l’eliminazione delle misure aventi l’effetto equivalente a quello di dazi
doganali. Non esisteva infatti una definizione di questo concetto nel Trattato di Roma. Dovette perciò intervenire la
Corte di Giustizia Europea, che decretò che qualsiasi misura imposta su un prodotto importato che provochi Commented [LB139]: È l’organo più attivo nel contrasto
un’alterazione di prezzo può essere considerata un dazio e va perciò eliminata. La Corte di Giustizia Europea dovette contro i dazi ed i contingentamenti.
intervenire anche in merito all’abolizione dei contingentamenti, per la stessa ragione. L’effetto della sua azione fu che
ogni bene, prodotto in tutti i paesi europei, può essere esportato all’interno della Comunità Economica Europea senza
alcuna possibilità di limitazione. Commented [LB140]: Secondo il principio del mutuo
riconoscimento.
Tuttavia la lenta costruzione di un unico mercato operata negli anni ’60 può anche essere reversibile. Di questo
abbiamo avuto dimostrazione pratica nei difficili anni ’70 quando si materializzano nuove barriere non tariffarie -tra
cui contingentamenti, licenze, certificati d’origine, controlli amministrativi, acquisti vincolati- tanto che nel 1980 il 45%
degli scambi CEE è vincolato da questo tipo di barriere. Per risolvere questa situazione la Commissione Europea scrive
il Libro Bianco (1985) che si traduce nell’Atto Unico Europeo (1986), con lo scopo di formare finalmente un unico
mercato.

LEZIONE 25- STORIA ECONOMICA


Le istituzioni dell’Unione Europea
Ad oggi l’Unione Europea ha 28 stati membri e 500 milioni di cittadini.

Le sue principali istituzioni sono:


 La Commissione europea;
 Il Parlamento europeo;
 Il Consiglio dell’Unione europea;
 Il Consiglio europeo;
 La Corte dei conti europea;
 La Corte di giustizia della UE; Commented [LB141]: Vedere lezione …
 La Banca Centrale Europea;
 La Banca Europea per gli investimenti. Commented [LB142]: Vedere lezione …

I trattati istitutivi e le successive modifiche


I trattati istitutivi dell’Unione Europa, negli anni, sono stati questi:

 Trattati di Roma (1957); Commented [LB143]: Vedere lezione …


 Trattato di Maastricht (1992) - inserisce la politica monetaria come politica comune, anche se i tentativi
risalivano già agli ani ’60;
 Trattato di Amsterdam (1997) - tra gli altri provvedimenti inserisce nei trattati le proposte elaborate nell’Atto
Unico europeo;
 Trattato di Lisbona (2009) - regolamenta la cooperazione rafforzata, incorpora gli accordi di Schengen e rivede
gli articoli comunitari. Inoltre sostituisce la Costituzione europea bocciata da referendum Francia e Olanda e
dà più potere al Parlamento Europeo, aumentandone gli ambiti di intervento e equiparandone la posizione al
Consiglio dell’Unione. Nel Consiglio inoltre non c’è più bisogno dell’unanimità, ma di una maggioranza

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qualificata (65% della popolazione/55% dei paesi). Introduce inoltre l’iniziativa popolare, su proposta di 1
milione di cittadini.

Commissione europea
Ha sede a Bruxelles e ha un mandato di 5 anni, viene eletta nei sei mesi successivi all’insediamento del Parlamento.
La compongono: 1 Presidente, 1 Commissario (nominato da Presidente e confermato da Parlamento) per stato
membro e l’Alto Rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza (PESC). Nella Commissione nessuno Commented [LB144]: Attualmente sono 28.
rappresenta più il proprio Stato Nazionale, ma sono tutti funzionari europei, che rappresentano quindi l’interesse
comunitario. La Commissione infatti rappresenta gli interessi dell’intera Unione e gode di una grande indipendenza
nell’esercizio delle sue funzioni, oltre ad essere custode dei trattati.
Alla Commissione lavorano inoltre circa 20mila funzionari suddivisi in 35 direzioni generali (una per ogni materia di
competenza UE).

Poteri e funzioni
Alla Commissione spetta il potere di iniziativa legislativa, ed oltre a ciò emana atti di esecuzione e vigila sulla corretta
applicazione dei trattati e delle decisioni adottate sulla base di essi, attraverso regolamenti e direttive. In questo senso
può avviare procedure di infrazione nei confronti degli Stati Membri e comminare ammende.

Gli strumenti di lavoro


I più importanti strumenti per raggiungere gli obiettivi di cui sopra sono i libri verdi ed i libri bianchi, cioè documenti Commented [LB145]: Famoso quello dell’84, sulla
pubblicati dalla Commissione per illustrare le idee e le proposte in relazione ad un determinato argomento. Essi hanno costruzione di un vero mercato unico.
lo scopo di rendere nota l’opinione della Commissione prima dell’avvio del procedimento legislativo.

Parlamento Europeo
Viene eletto a suffragio universale diretto solo dal 1979, con scadenza ogni 5 anni. Si tratta dell’unica istituzione
internazionale i cui membri sono democraticamente eletti a suffragio universale diretto. È composto da un presidente
eletto tra gli eurodeputati e da altri 765 membri, provenienti da tutti i paesi UE, in base alla popolazione di ogni stato. Commented [LB146]: L’Italia elegge 73 eurodeputati.
Ha sede a Bruxelles e a Strasburgo, dove si tiene una plenaria due volte al mese.

Poteri e funzioni
Il Parlamento condivide con il Consiglio della UE il potere di decisione finale a livello legislativo. Interviene inoltre
nella procedura di approvazione del bilancio che, anche se di portata irrisoria, costituisce un momento importante Commented [LB147]: 1% della ricchezza dell’Unione.
della vita dell’Unione. Nel 1979 per la prima volta il bilancio fu rigettato dal Parlamento, in conseguenza dell’eccessiva
spesa per la PAC. Tra i suoi compiti inoltre compiono l’approvazione delle nomine dei membri e del Presidente della Commented [LB148]: Circa 2/3 del bilancio.
Commissione, le possibili sollecitazioni nei confronti della Commissione a deliberare su una determinata materia e
l’impegno a vigilare sulla tutela dei diritti umani.

Consiglio dell’Unione Europea (o Consiglio dei ministri)


È la voce degli stati membri e l’organo decisionale della Comunità. Esso adotta decisioni su proposta della
Commissione ed è formato da un rappresentante di ciascuno stato membro a livello ministeriale, che ovviamente
rappresenterà il suo governo nazionale nei tavoli europei. La sua composizione cambia a seconda della materia che si
discute. In particolare se si discute di economia, come accade spesso, questo organo prende il nome di Ecofin. Tra il
resto approva il bilancio dell’UE in codecisione con il Parlamento.

Presidenza e votazioni
La presidenza del Consiglio viene assunta a turno dagli stati membri per 6 mesi. Il Consiglio adotta le leggi UE e vota a Commented [LB149]: Da luglio a dicembre 2014 è
maggioranza, secondo il risultato di 55% degli stati membri oppure del 65% della popolazione. toccato all’Italia.

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Consiglio Europeo
Nasce come organo informale, non previsto dal Trattato istitutivo CEE. Il suo ruolo verrà poi formalizzato con il Trattato
di Maastricht, come organo di indirizzo politico dell’Unione. Esso riunisce -almeno 2 volte all’anno- i capi di Stato e di
governo della UE ed il Presidente della Commissione europea.
Ha un ruolo specifico soprattutto nella politica estera e di sicurezza e nella politica economica. Nomina infine i membri
del board della BCE.

Il Consiglio d’Europa che non è un’istituzione UE, ma un’organizzazione intergovernativa volta a tutelare i diritti umani,
la democrazia e lo stato di diritto creata nel 1949. È famosa per aver elaborato la Convenzione europea dei diritti
dell’uomo, conta 47 paesi membri e ha sede a Strasburgo.

Corte di Giustizia
È composta da un giudice per ogni stato membro ed assistita da 8 avvocati generali. Ha il compito di assicurare il
rispetto del diritto nell’interpretazione e nell’applicazione dei Trattati europei.

Poteri e funzioni
Esamina le controversie di cui gli stati membri, le istituzioni, le imprese o i singoli cittadini sono parte in causa e
controlla la legittimità della legislazione e degli atti amministrativi comunitari. Su domanda pregiudiziale di un
tribunale nazionale, la Corte si pronuncia anche sulla validità e interpretazione delle disposizioni di diritto comunitario.

Banca Centrale Europea (1998)


È diretta da un Consiglio (o board) composto da:

 1 Presidente;
 1 Vicepresidente;
 4 membri del Comitato esecutivo e i Governatori delle banche centrali nazionali della zona euro. Commented [LB150]: 19 paesi. Alcuni nel passato se ne
sono tirati fuori con l’opt-out, strumento che ormai è stato
abolito e chi entra nell’UE deve per forza entrare nell’Euro
Poteri e funzioni non appena i suoi parametri sono adeguati.
Nel 1998 fu la BCE a decidere il tasso di convertibilità irreversibile. Poi per 4 anni, prima dell’entrata effettiva in
circolazione della moneta unica, i prezzi in ogni luogo dovevano essere espressi nella doppia valuta nazionale/europea.
Gestisce la politica monetaria europea, il sistema dei pagamenti e le riserve valutarie depositate dai paesi membri
presso la sua sede. Gode di piena indipendenza dai governi nazionali e dalla Commissione. Ha come incarico principale Commented [LB151]: I suoi funzionari sono tutelati da
quello di assicurare la stabilità dei prezzi e una inflazione al 2%. pressioni appositamente da un articolo del trattato
istitutivo.

Banca europea per gli investimenti (BEI)


Creata nel 1957, finanzia programmi di investimento volti a sostenere lo sviluppo delle regioni meno favorite ed a
contribuire allo sviluppo equilibrato, all’integrazione e alla coesione economica e sociale nella UE.
Contribuisce anche alla politica di convergenza e cooperazione allo sviluppo della UE, tramite progetti per
infrastrutture per il trasporto, il sostegno alle piccole e medie imprese. Per fare un esempio, nel 2011 la BEI ha erogato Commented [LB152]: Specialmente quelle capital-
fondi per un totale di 61 miliardi di euro, finanziando circa 450 progetti. Alcuni finanziamenti sono concessi anche a intensive.
Paesi in via di sviluppo.

Gli strumenti legislativi


Sulla base delle proposte legislative della Commissione, il Parlamento e il Consiglio -su piano paritetico- approvano e
Commented [LB153]: Esempio: Microsoft fu punita
adottato regolamenti e direttive. perché sfruttava eccessivamente la sua posizione
Gli strumenti dell’azione comunitaria sono: dominante di mercato. Gli fu comminata una pesante multa
 I regolamenti - sono auto applicativi e obbligatori in tutti i loro elementi. Possono essere rivolti agli stati e fu obbligata a produrre versione del suo sistema operativo
membri, a gruppi di persone, ad aziende o a singole persone fisiche. Sono usate per esempio per prive di alcuni programmi predefiniti (specialmente giochi)
che impedivano di fatto concorrenza di altre aziende su quel
regolamentare proposte di fusioni tra società; campo. Fu una sentenza storica.
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 Le direttive - sono obbligatorie ma devono essere recepite nel diretto nazionale, per cui ogni stato decide in Commented [LB154]: Esempio: direttiva sull’orario di
merito alla forma e ai mezzi da applicare a tal fine; lavoro stabilisce che i lavoratori non possono prestare un
numero eccessivo di ore straordinarie. La direttiva prevede
 Le raccomandazioni ed i pareri - hanno carattere non vincolante, bensì caldeggiano modifiche e azioni.
periodi di riposo minimi e un numero massimo di ore di
lavoro. Spetta a ciascun paese adottare le legge per dare
Gli strumenti finanziari attuazione a questi principi.
Il bilancio dell’Unione Europea comprende solo l’1,5 dell’intera ricchezza europea, ma è comunque importante,
soprattutto come primo passo verso risvolti futuri.
 Bilancio 2007-2013 - stanziamenti per 925,5 miliardi di euro (non per anno, ma totali), con ancora molto forte
la voce per le politiche agricole della nuova PAC;
 Bilancio 2014-2020 - stanziamenti per 908,4 miliardi di euro.

A suo tempo la Thatcher parlava di “giusto


ritorno”: ogni stato doveva ricevere in
proporzione a quanto dava. È una visione
restrittiva, oggi superata, e infatti vi sono paesi
creditori netti e altri debitori netti. L’UE è il più
grande donatore internazionale al mondo per i
paesi in via di sviluppo.

LEZIONE 26- STORIA ECONOMICA


Dal crollo di Bretton Woods allo SME
Il crollo di BW
Bretton Woods e la CEE
Furono impiegati ben 15 anni (1944-1959) per raggiungere la piena applicazione del Gold Dollar Standard in Europa,
poiché fino al 1959 le valute europee erano inconvertibili, anche se tra di esse funzionava l’EPU. Da questa data fino
al 1971 però il sistema funziona, fino a far nascere l’idea di una sola moneta mondiale.

Il crollo di Bretton Woods


Il Gold Dollar Standard offriva una forte stabilità monetaria internazionale. Era infatti importante mantenere un
sistema di cambi fissi per fare in modo che non si verificassero politiche monetarie di tipo beggar my neighbour.
Questo in teoria grazie a controlli e vincoli reciproci; nella pratica invece ogni paese si trovò a dover sostenere la
moneta USA.
Per questo iniziò a manifestarsi uno squilibrio nella bilancia dei pagamenti USA -per la bilancia commerciale in passivo,
Europa e Asia rubano quote di mercato internazionale- finanziato attraverso l’emissione di $. Per le loro importazioni Commented [LB155]: Come era accaduto per la Gran
quindi gli USA davano in cambio un dollaro svalutato, e tra l’altro l’estrazione dell’oro era sempre più costosa, quindi Bretagna.
non era possibile aumentare in maniera proporzionale le quantità di moneta e di oro.

Fattori di rigidità del GDS


 Rapporto fisso tra oro-dollaro a $35 all’oncia;
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 Dollaro come moneta di riserva;
 Dollaro come maggiore fonte di liquidità internazionale;
 L’impegno alla convertibilità ad un prezzo stabilito non era più credibile.

Perché non si tornò ad un normale Gold Standard? Perché al momento degli accordi di BW gli USA detenevano il 70%
dell’oro a livello mondiale, il che era un forte squilibrio. Un sistema a doppia convertibilità (dollari-oro) permetteva
dunque agli altri stati di accumulare oro con grandi costi, essendo sufficiente avere dollari.
In questo senso il sistema proposto da Keynes, una convertibilità internazionale con una moneta virtuale (il bancor),
poteva essere più efficiente.

Il dilemma di Triffin
Le conseguenze di tale situazione sono che il valore del dollaro non corrisponde più al reale valore dell’economia USA,
il che porta ad un deficit crescente. Tuttavia la difesa della parità valute/$ ricadeva tutta sui paesi europei. Tale
mancata credibilità del sistema portò ad un sempre maggiore movimento di ingenti movimenti di capitale a carattere
speculativo.

L’unico ad accorgersi dell’errore del suo paese fu De Gaulle, che invitò i suoi concittadini nel 1969 a convertire i propri
dollari in oro, giacché aveva capito che prima o poi i dollari sarebbero stati svalutati.

Le reazioni politiche nel mondo


L’amministrazione Johnson: il doppio mercato dell’oro
Negli anni ’60 vi fu una perdita di fiducia nel dollaro e di conseguenza lo stock di oro della FED si ridusse da 23 a 10
miliardi di $ tra 1958 e 1968. In quest’anno il Presidente Johnson istituì un doppio mercato dell’oro, proprio per ridurre
questa perdita. Tale provvedimento istituì che solo le Banche centrali nazionali potessero cambiare denaro in dollari,
non più le persone fisiche.

L’amministrazione Nixon: la benevola negligenza


Un anno più tardi Nixon vinse le elezioni presidenziali, ed iniziò in questo campo una politica definita di “benevola
negligenza”, facendo finta che tutto andasse per il verso giusto. Questo però non è un bene, poiché gli speculatori
conoscevano lo stato della finanza americana e avevano scommesso sul suo fallimento. La FED intanto aveva alzato i
tassi d’interesse, per scoraggiare i cambi in dollaro, ma probabilmente il tasso fu alzato troppo e gli USA iniziarono una
recessione. Nel 1971 però la Germania, che faceva parte degli accordi di Bretton Woods, stanca di sostenere il $,
decide di rivalutare il marco. È la vittoria definitiva degli attacchi speculativi.

Di fronte a tale situazione, nel 15 agosto 1971, Nixon decide:


 Sospensione convertibilità oro/$, con una svalutazione forte del dollaro;
 Sopratassa temporanea del 10% sulle importazioni, uscendo temporaneamente dal FMI;
 Blocco dei salari e dei prezzi, una norma protezionistica per rilanciare il mercato interno;
 Tagliò aiuti ai Paesi in via di sviluppo, per tagliare le spese del bilancio statale.

Fine di Bretton Woods


Non sono però misure così efficaci come si sperava. Ma determinano comunque la fine del sistema del Gold Dollar
Standard, il che apre prospettive sconosciute e temute. A fine 1971 si riunisce a Washington si incontra il G10, che
tenta di rifondare il legame delle valute nazionali con il dollaro, abbandonando l’oro ed istituendo un cambio fisso tra
questi 10 paesi maggiormente industrializzati. Ma il dollaro continua a svalutarsi, nonostante tali cambi fissi; era infatti
una moneta troppo debole. Nel 1973 vi è il fallimento definitivo del Gold Dollar Standard e nel 1976 anche l’FMI lo
cancella dal suo statuto. Si torna quindi alla libera fluttuazione dei cambi tra le monete nazionali.

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Le reazioni politiche in Europa
La Comunità Europea e il Serpente monetario
A questo punto la Comunità Europea inizia a pensare a delle politiche monetarie comuni. È la prima volta che si
diffonde questo intento, infatti negli accordi di Roma in materia monetaria l’articolo 3 sviluppa in modo molto vago il
tema monetario. Ma il fallimento degli accordi di Bretton Woods stimola gli europei a cooperare anche in questo
campo. Nasce così nel 1969 il piano Werner, dal nome del Primo Ministro del Lussemburgo. Viene fondato quindi un
comitato per discutere questo piano, al cui interno vi sono anche però i rappresentanti dei paesi monetaristi che Commented [LB156]: Tra cui Francia e Belgio.
ritenevano che sarebbe bastato introdurre un’unica moneta per far sì che si allineassero automaticamente i parametri
economici, in particolare i diversi tassi di inflazione e i tassi d’interesse. I paesi cosiddetti economisti invece ritenevano Commented [LB157]: Italia e Germania.
che fosse necessario un periodo di allineamento di tali tassi. Come poi accadde; ci si mise d’accordo quindi che
l’istituzione di una moneta unica fosse un piano decennale, per unificare intanto i tassi d’interesse e l’inflazione. Il
piano Werner prevedeva che dopo aver condiviso le politiche monetarie -in realtà però senza la BCE- sarebbe toccato Commented [LB158]: Introdotta con Maastricht.
alle politiche fiscali, progetto che però fallì.

Nel 1971 il Consiglio della Comunità Europea decide di istituire la Unione Economica Monetaria (UEM), adottando il
piano Werner. Il primo provvedimento è la creazione del Serpente monetario nel 1972, istituito con gli accordi di
Washington tra i paesi del G10. Quando però il piano internazionale fallisce, in Europa questi tassi di cambio fissi
permangono, con ristrette bande di oscillazione fra le valute europee. Commented [LB159]: + o - 1,125% al massimo.

La crisi petrolifera
Certo però questa misura non potè godere del migliore timing, poiché proprio in questi anni iniziò la crisi petrolifera, Commented [LB160]: Causata dall’aumento di 11 volte
che dimostrò le difficoltà del Serpente. Infatti tutti i paesi reagirono in modo diverso a questa cosiddetta “tassa del prezzo del petrolio imposto dai paesi del Medio Oriente,
dell’OPEC”: chi utilizzò la leva fiscale, come la Germania, e chi stampò moneta, come l’Italia. Questo causò un aumento come conseguenza della guerra di Egitto e Siria contro
Israele, difeso dalle superpotenze occidentali.
della differenza dei tassi di inflazione e dei tassi di interesse all’interno della Comunità Europea e una perdita della
competitività interna, causando un circolo vizioso tra inflazione, svalutazione e recessione. In poco tempo quindi il Commented [LB161]: Messa in campo dall’Italia per
Piano Werner si dimostra irrealizzabile, proprio per questa mancata coordinazione delle risposte alla crisi petrolifera. rendere competitive le sue esportazioni.
La conseguenza furono le continue defezioni dal Serpente: uscirono GB, Irlanda, Italia e Francia. La teoria economica
d’altronde non era nemmeno utile: era infatti rimasta indietro e solo più avanti si capì che mantenere i tassi d’interessi
più bassi possibile era una buona risposta alla crisi.

Una risposta comune in Europa però in effetti avviene: i paesi europei iniziarono a cercare giacimenti petroliferi nei
loro territori, per dipendere meno dall’OPEC. Paesi come GB e Norvegia si arricchirono moltissimo in questo modo. Gli
altri paesi invece poterono agire su tre campi:
 Misure di risparmio energetico (ora legale, nuova progettazione di motori e della carrozzeria, doppi vetri, ecc);
 Sostituzione delle importazioni di petrolio con il gas e con le energie rinnovabili;
 Sostituzione delle importazioni del petrolio con l’alternativa del nucleare, soprattutto in Francia, in Germania
e in Gran Bretagna. L’Italia tentò la strada del nucleare costruendo 3 centrali nucleari, di cui però nessuna Commented [LB162]: Il progetto era quello di costruirne
entrò in funzione. Ma nel 1987 un referendum mise fine allo sviluppo dell’energia nucleare. 100.

Aumento del debito pubblico italiano


Dopo il ’73 lo Stato Italiano inizia a spendere molto più che in precedenza, soprattutto nel welfare state e soprattutto
nel sistema pensionistico e sanitario. È però il momento sbagliato per applicar tali politiche espansive: siamo infatti
in piena recessione per la crisi petrolifera ed il miracolo economico è ormai terminato. Vengono istituite misure
pensionistiche assai favorevoli, ma costosissime per lo Stato italiano. Sul fronte pensionistico vengono istituite le
pensioni di povertà, la rivalutazione ad un tasso maggiore dell’inflazione e le pensioni per le donne lavoratrici dopo
soli 15 anni di lavoro. Nel 1978 nasce il Sistema Sanitario Nazionale, che sostituisce le mutue di settore. Ovviamente
anche questo provvedimento comporta degli importanti costi nel breve periodo, anche se oggi il nostro sistema è uno
dei meno costosi in Europa e dei più efficienti. Viene nel 1976 istituita la Cassa per il Mezzogiorno e la CIG (Cassa
Integrazione e Guadagni). Nasce il GEPI (Gestione e partecipazioni industriali), che insieme all’IRI coordina l’intervento
dello Stato nell’economia. Tuttavia tutti questi provvedimenti, presi in periodo di crisi -anche se importanti per
migliorare il benessere della popolazione- portarono ad un indebitamento dello Stato che nel ’73 era al 55% e nel ’90
era arrivato al 95%.

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3/11/2015

Il secondo rilancio europeo e lo SME


Nel 1978 avviene quello che viene definito il secondo rilancio europeo, per superare l’impasse del Serpente. Siamo ad
un punto di non ritorno, il 1978 l’euroscetticismo era alle stelle e più nessuno credeva nella Comunità, che proprio in
questo momento dà un colpo di reni. Viene quindi istituito -su impulso di Estaing e di Schmidt- l’ECU (European Commented [LB163]: Ministro dell’Economia francese.
Currency Unit), una moneta comune, a cui tutti i paesi dovevano istituire una tasso di cambio con le loro monete
Commented [LB164]: Ministro dell’Economia tedesco.
nazionali. L’obiettivo era quello di ridurre gradualmente le fluttuazioni concesse attraverso il Serpentone. L’ECU viene
calcolato in base al “meccanismo del paniere”, cioè in base a quanto il singolo paese contribuiva alla ricchezza della
CEE. Vengono però lasciati dei margini di fluttuazione ai paesi europei, per operare degli assestamenti. Per l’Italia, per
via del suo tasso di inflazione molto alto, viene dato un aiuto per fare in modo che potesse operare delle piccole Commented [LB165]: Più del doppio rispetto a quello
svalutazioni della lira ogni anno. Questo la aiutò molto, tanto che nel 1987 il suo tasso di interesse era allo zero virgola, tedesco, circa al 20%.
avendo svalutato circa del 20% la lira nei confronti dell’ECU. Questi periodici riassestamenti aiutarono l’Italia e
l’Europa a difendersi dagli attacchi speculativi a rendere il sistema molto meno rigido di quanto fosse sotto il GDS.

Lo SME è un sistema che funziona effettivamente. Anche gli speculatori si fidano del sistema europeo, che viene
considerato credibile soprattutto per la sua flessibilità. Infatti il problema maggiore per qualunque sistema economico
e monetario è la sua credibilità: si può dimostrare affidabilità convincendo il mercato o allargando le bande di
oscillazione, ma se ciò non riesce si sarà vittime di pericolosi attacchi speculativi. Il maggior problema è il
riallineamento dei tassi di cambio dopo le svalutazioni, ma questi saranno solo 12 fino al ’95. Presi dall’entusiasmo di Commented [LB166]: Riallineare vuol dire correggere il
un sistema così efficiente gli stati europei intendono quindi andare avanti verso una moneta unica. proprio tasso di cambio con l’ECU.

Lo SME si modificò più volte per puntare a raggiungere un’unione monetaria:


 Accordo di Basilea-Nyborg (1987) - tassi di cambio non più aggiustabili;
 Eliminazione controlli residui sulla circolazione dei capitali (entro luglio 1990).
Le conseguenze furono irrimediabilmente una maggiore rigidità e vulnerabilità del sistema, che accrebbero i tassi di
interesse ed i debiti pubblici dei paesi sovrani. Probabilmente l’Europa non era ancora pronta.

Nel 1992 la Danimarca rigettò il Trattato di Maastricht, attraverso la bocciatura tramite referendum. Questo portò a
diversi attacchi speculativi ed a un’inflazione molto alta. Le prime vittime sono la lira e la peseta, che escono dal Commented [LB167]: Moneta spagola.
sistema e si svalutano. Poi cadranno anche il franco e la sterlina. Questa dimostrazione di debolezza portò i paesi
europei a tornare allo SME e alle sue fluttuazioni. Allo SME vanno comunque attribuiti diversi meriti:
 Primo tentativo di qualche successo di cooperazione monetaria;
 Fu alla base del processo di convergenza dei tassi di inflazione;
 Garantì per diversi anni stabilità e solidità all’organizzazione monetaria europea;
 Aprì le porte alla UEM e all’euro.

LEZIONE 27- STORIA ECONOMICA


Dallo Sme a Maastricht
La storia economica ci insegna che le unioni monetarie non sono mai sopravvissute a lungo senza una unione politica.
L’Unione monetaria del Regno Unito (Inghilterra + Scozia), degli USA, della Germania federale (Ovest + Est) sono
sopravvissute, mentre l’Unione Latina, l’Unione Scandinava, l’Unione Belgio-Lussemburgo non sono durate più di 55
anni. Il mercato interno era quindi priorità assoluta per il conseguimento di un’integrazione.

Trattato di Maastricht
Se l’eliminazione dei dazi era avvenuta prima del previsto, rimanevano tre problemi principali da risolvere, elencati nel
Libro Bianco del 1985:
1. Eliminazione delle barriere fisiche e relativi controlli sull’immigrazione;
2. Eliminazione delle barriere tecniche come le diverse norme vigenti nei paesi membri della CE;

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3. L’eliminazione delle barriere fiscali: l’imposizione di un sistema comune di IVA non fu seguita da un allineamento
delle aliquote; si cercava “un’aliquota obiettivo”.

L’Atto Unico Europeo (1986) tradusse in articoli le proposte del Libro Bianco e rappresenta la prima sostanziale Commented [LB168]: Più del 90% dei progetti legislativi
revisione del Trattato di Roma; entro il 1992 si doveva realizzare un mercanto interno europeo. Le quattro modifiche furono approvati
importanti alla politica di integrazione comunitaria furono:
 Semplificazione delle regole per l’armonizzazione delle legislazioni nazionali adattando il principio del mutuo
riconoscimento;
 Estensione del campo di applicazione del voto a maggioranza qualificata al posto dell’unanimità richiesta fino
allora;
 Attribuzione al Parlamento europeo di un ruolo più importante nel processo legislativo;
 Affermazione della necessità di rinforzare la coesione economica e sociale della Comunità.

Il Consiglio Europeo di Hannover (1988) diede mandato a Jacque Delors di stilare con un comitato le tappe verso
l’unione economica e monetaria (UEM). Le sue condizioni erano:
 Garanzia di una convertibilità irreversibile delle monete (con l’ECU);
 Liberazione movimenti di capitale e integrazioni mercati finanziari e bancari;
 Eliminazione dei margini di fluttuazione e fissazione irrevocabile della parità.

Tre fasi di attuazione


Il 7 febbraio 1992 fu firmato a Maastricht il trattato, che poi l’Italia presentò in Parlamento, dove fu approvato a
grande maggioranza.

Prima fase
Luglio ’90 - completa liberalizzazione dei movimenti di capitale, bande più ristrette per lo SME. Commented [LB169]: Poi si tornò a bande larghe.

Seconda fase
Gennaio ’94 - nascita dell’IME (Istituto Monetario Europeo), non ancora una Banca Centrale -diventatolo nel ’98- ma
una istituzione che vigilasse insieme alla Commissione sul rispetto dei criteri economici da parte dei paesi candidati
all’entrata nell’euro. Avrebbero emesso la loro sentenza nel 1997. I paesi dell’UE per entrare nella UEM dovevano
soddisfare dei precisi criteri di convergenza, tanto rigidi da dover restringere il numero di paesi alla fase finale come
voleva la Germania. Ecco i criteri:
 Un tasso medio di inflazione che nel corso di due anni non superi di oltre il 5% quello dei tre stati membri che
hanno conseguito i migliori risultati in termini di stabilità dei prezzi (di fatto si trattò di una inflazione > 2.7%);
 Un bilancio pubblico caratterizzato da un disavanzo non superiore al 3% del PIL;
 Un tasso di cambio stabile, verificato attraverso la permanenza di ciascuna moneta nello SME;
 Tassi di interesse stabili e cioè un tasso di interesse sui titoli di stato a lungo termine non superi di oltre il 2%
quello della media dei tre paesi con minore inflazione;
 Un debito pubblico non superiore al 60% del PIL oppure in diminuzione sostanziale e continua verso il valore Commented [LB170]: Come si riduce il debito pubblico?
di riferimento. Vincolo oggi pesante, essendo privi di possibilità di stampare moneta. La spesa può essere  Inflazione che erode il valore dei debiti dei creditori;
quindi compensata o con nuove imposte e con nuovi debiti.  Avanzi primari di bilancio;
 Riduzione del tasso di interesse sul debito grazie a
I paesi idonei alla moneta unica furono annunciati il 2 maggio 1998 dal Consiglio Europeo straordinario ed erano 11.
riduzione del rischio dei titoli;
Solo Grecia e Svezia non furono dichiarati idonei, Regno Unito e Danimarca invece si avvalsero della facoltà di opt-out.  Privatizzazioni.

Terza fase Commented [LB171]: Austria, Belgio, Finlandia, Francia,


Germania, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Olanda, Portogallo,
È effettivamente iniziata il 1 gennaio 1999 e si può dividere in tre momenti: Spagna.
 Introduzione dell’euro e fissazione irrevocabile dei tassi di cambio;
Commented [LB172]: Oggi non più possibile: se vuoi
 1/1/1999 – 31/12/2001 - valute nazionali circolanti a fianco dell’euro a tassi fissi;
entrare in UE, devi anche entrare nell’Euro.
 1/1/2002 - monete e banconote solo in euro.

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La Germania, per paura che i membri dell’euro allentassero il loro rispetto dei vincoli dopo l’entrata nel sistema, spinse
per la firma del Patto di stabilità e di crescita nel 1996. Le modalità tecniche di funzionamento furono decise solo nel Commented [LB173]: Nel vertice di Dublino.
1997 con la risoluzione di Amsterdam e due regolamenti del Consiglio. Ci sono misure preventive per evitare disavanzi
eccessivi, e anche una rigorosa sorveglianza. Il fine: correggere gli slittamenti di bilancio prima che il disavanzo superi
la soglia del 3% del PIL, attraverso disposizioni dissuasive come le sanzioni finanziarie.

La Banca Centrale Europea


Le banche centrali in Europa nascono dalla trasformazione delle banche di emissione, create inizialmente per emettere
banconote e gestire una parte del debito pubblico. La trasformazione in banche centrali implicò alcune responsabilità
quali governare l’offerta di moneta e garantire la stabilità dei sistemi bancari spesso attraverso una reciproca
cooperazione informale tra le banche centrali. Una Banca Centrale Europea era stata già suggerita da Robert Triffin e Commented [LB174]: Trasformare la UEP in Banca
dal Piano Werner; tuttavia è solo con il rapporto Delors che l’idea prende piede e con il Trattato di Maastricht diviene Centrale.
realtà, preceduta tra il 1994 e il 1998 dall’IME. Commented [LB175]: Banca sovranazionale.
La BCE alle spalle ha il sistema europeo delle banche centrali (SEBC), che coadiuva la BCE e ne esegue le strategie.
L’obiettivo principale della BCE è indicato nell’art. 105 del Trattato di Maastricht: il SEBC, composto dalla BCE e dalle
Banche centrali nazionali, “ha come obiettivo il mantenimento della stabilità dei prezzi” e di sostenere le politiche
economiche generali della comunità. Altro dato importante è contenuto nell’art. 107, che sancisce l’indipendenza
politica della BCE necessaria al conseguimento delle sue funzioni, il divieto di “sollecitare o accettare istruzioni” da
parte dei governi degli stati membri.
Fin dalla fondazione, viene chiarito il problema principale: l’inflazione. I valori di riferimento fissati il 13/10/1998 dal
Consiglio dei governatori della BCE prevedono un incremento annuo dei prezzi al consumo per l’area euro che dovrà
essere inferiore al 2%, un tasso ottimale di inflazione nell’intervallo 0-2 ed un valore di riferimento per la crescita della
massa monetaria intorno al 4,5%.

Le competenze rimaste invece alle singole banche centrali erano:


 Servizio studi, invio di dati e proposte alla BCE;
 Competenze operative quali la stampa delle banconote in euro;
 Raccolta ed elaborazione delle statistiche monetarie e finanziarie;
 Deposito disponibilità liquide delle aziende di credito (a breve termine);
 Funzione di vigilanza prudenziale degli enti creditizi più piccoli.
Era previsto quindi un maggior decentramento rispetto alla FED ed al sistema americano.

I problemi aperti
1) Il controllo dell’operato della BCE - mentre tra Commissione, Parlamento e Consiglio c’è un controllo continuo, la
BCE non è soggetta ad alcun controllo.
2) La politica di cambio - il fatto che la Commissione sia incaricata di firmare gli accordi sui tassi di cambio verso le
valute non comunitarie stride con il ruolo della BCE.
3) Politiche monetarie anti-cicliche - il problema nacque da subito: quando la BCE dovrà intervenire con politiche anti- Commented [LB176]: La BCE, secondo il piano del
cicliche come dovrà comportarsi? quantitative easing, da marzo e per almeno 18 mesi
4) La BCE è un lender of last resort? - Seppur sia ruolo fondamentale delle Banche Centrali, nel Trattato di Maastricht acquisterà titoli pubblici e privati per 60 miliardi di euro al
mese per un totale di oltre 1000 miliardi entro il settembre
non ce n’è menzione. 2016, dimensioni che sono apparse subito più coraggiose
del previsto. Quella della BCE è una politica interventista:
ma la politica monetaria da sola non può rilanciare consumi
Dal 2013 -secondo la decisione dell’Ecofin- alla BCE passa anche la funzione di vigilanza nei confronti del sistema e investimenti, tuttavia può attenuare la sfiducia ormai
radicata che è la prima causa del vuoto di domanda. La Bce
bancario europeo: è l’attuazione dell’unione bancaria. Precedentemente infatti questa competenza era
offre l’ultimo incentivo ai governi per approvare le riforme e
esclusivamente delle Banche Nazionali. Tuttavia tale forma di controllo sarà limitata alle 130 principali banche a banche e imprese per sfruttare il calo dell’euro e del
dell’eurozona considerate di impatto sistemico. prezzo del petrolio.
Commented [LB177]: In Italia sono 15.
Da dicembre 2015 inoltre sono stati attivati nuovi meccanismi comuni per prevenire i fallimenti. In caso di fallimento
di una banca in prima battuta saranno penalizzati gli azionisti, gli obbligazionisti junior e quelli senior, secondo il
metodo del bail-in. Solo dopo saranno intaccati i depositi oltre i 100mila euro, mentre sono sempre esclusi dalle
perdite quelli al di sotto dei 100 mila euro. Per tutelare i correntisti sotto tale cifra, prima la banca liquida tutto il
liquidabile, poi se serve interviene lo Stato e infine se è proprio necessario il Fondo Unico di Liquidazione. Commented [LB178]: Capacità di 50 miliardi.

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Lezione 28- STORIA ECONOMICA


Il bilancio e la PAC
Il bilancio
Il volume del bilancio europeo è relativamente modesto poiché la spesa nei settori di interesse sociale viene affidata Commented [LB179]: Sanità e difesa.
dai singoli paesi, e -a differenza dei bilanci statali- il bilancio comunitario è limitato al vincolo di non poter ricorrere al
prestito.
Da un sistema di contributi nazionali fissi si passò nel 1970 a un sistema basato sulle risorse proprie ovvero dazi
doganali e altri diritti riscossi sulle importazioni dall’esterno della CE, prelievi sui prodotti agricoli, quote sull’IVA. Tali Commented [LB180]: Fino a un massimale dell’1%.
risorse tuttavia non erano ancora in grado di generare entrate sufficienti. Nel 1975 e poi nel 1979 vennero adottati
due meccanismi di correzione del bilancio, ma entrambi non andarono a buon fine. Una soluzione fu solo nel 1984 con
l’accordo di Fontainbleau per cui si aumentò la quota del contributo IVA dall’1 all’1,4%, ma bisognava comunque
ampliare ancora la base contributiva. E fu così che nel 1988 il Consiglio Europeo a Bruxelles decise di avviare una
riforma radicale che prevedeva:
 Creazione della quarta risorsa: contributo nazionale calcolato secondo il proprio PIL. Fu una grande
innovazione poiché più stabile dei dazi doganali e dei prelievi agricoli -che dipendono da terzi- e più equa
dell’aliquota IVA. Per questo si è nel tempo ridotto il contributo IVA e aumentato quello della quarta risorsa.
 Riduzione spese per i PAC, con l’introduzione degli stabilizzatori di bilancio;
 Potenziamento dei fondi strutturali.

Il successivo Consiglio Europeo del 1992 a Edimburgo stabilì che entro il ’99 si doveva accrescere le risorse proprie fino
all’ 1,27% del PIL della UE ed aumentare i contributi della quarta risorsa, mentre l’aliquota IVA sarebbe stata abbassata
all’1%.

Le entrate a bilancio nel 2012 si dividevano in questo modo:


 Risorse proprie basate sul reddito nazionale lordo: 70,3%;
 Risorse proprie tradizionali (dazi doganali e prelievi zucchero): 11,8%;
 Risorse derivanti dall’IVA: 10,7%;
 Altre fonti (imposte e trattenute sulle retribuzioni personale UE): 6,2%.

Vi sono quei paesi definiti contribuenti netti (Germania, Francia, Italia e Gran Bretagna), che beneficiano meno di
quanto versato e sono i quattro maggiori contribuenti, che finanziano da soli il 63% del bilancio UE. Poi ci sono i
beneficiari netti: Polonia, Grecia, Portogallo, Romania e Irlanda (PECO).
Questa tuttavia non è sempre stata la politica della spesa dell’UE; la Tatcher aveva introdotto il concetto del juste
retour per cui ad ogni paese va corrisposto quanto ha dato. Nonostante ciò il bilancio è redistribuito secondo i ritardi
di sviluppo: sono le necessità secondo PIL pro capite e tasso di disoccupazione a guidare i soldi affidati a ciascuna
regione e a ciascun paese.
Oggi il bilancio dell’UE si aggira intorno ai 900 miliardi di €.

Le uscite di bilancio fino al 2006 in ordine di importanza erano così suddivise:


 PAC - il 45% della spesa complessiva, in costante diminuzione; Commented [LB181]: Finanziata attraverso il FEOGA.
 Fondi strutturali - il 32% della spesa complessiva;
 Politiche interne - atte ad aumentare le risorse per ricerca e sviluppo tecnologico (4% del bilancio) ma anche
usate per le misure TEN; Commented [LB182]: Sviluppo di reti transeuropee dei
 Azioni esterne ed aiuti in caso di emergenza; trasporti ed energia.
 Spese di amministrazione per l’apparato burocratico dell’UE - meno del 6% del bilancio;
 Riserva monetaria e riserve per garanzia - voce piccola nel bilancio, per far fronte agli imprevisti di bilancio;
 Aiuti preadesione per agevolare l’entrata dei nuovi membri.

Le tre principali voci di bilancio attuali invece sono date da investimenti in crescita e risorse naturali (PAC), in coesione
economica e sociale e territoriale attraverso i fondi strutturali di sviluppo regionale ed in competitività e crescita. Commented [LB183]: Horizon 2020, Erasmus ed
Erasmus+, SME, Istruzione, Satelliti.
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Il bilancio oggi non federale, anche se il federalismo fiscale potrebbe costituire un valido stabilizzatore automatico.

La PAC
Negli anni ’50 i 6 paesi fondatori della CEE avevano un sistema di protezionismo agricolo: l’agricoltura era un campo
privilegiato dallo Stato e poco propenso a interferenze estere.
Fu tuttavia inserita già nel 1957 nel Trattato di Roma nell’Art.3 la previsione di “un’instaurazione di una politica comune
nel settore dell’agricoltura”; il Titolo II era infatti interamente dedicato all’agricoltura. Ci si concentra sull’agricoltura
perché gran parte della popolazione lavorava ancora nelle campagne, perché vi era un generale problema di sicurezza
alimentare dopo la fine della II Guerra Mondiale e perché gli agricoltori erano la categoria più debole e c’era bisogno
di sostenerne il reddito.
Così dopo i vari incontri nel 1958 con la Conferenza di Stresa, nel 1960 Commissione presentò un progetto al Consiglio
dei Ministri fino a che nel 1962 viene finalmente approvata la PAC. Si decide di tenere elevato il prezzo dei prodotti
agricoli, per salvaguardare i redditi degli agricoltori, sostenendolo attraverso il Fondo europeo di orientamento e
garanzia per l’agricoltura (FEOGA): ci si incontra tra ministri e si stabiliscono a tavolino i prezzi dei prodotti agricoli
europei.

Funzionamento della PAC


 Prezzo soglia - si mettono dazi variabili sulle importazioni per mettere al riparo i prodotti dalla concorrenza
internazionale. Rappresentava il prezzo d’ingresso nella CE dei prodotti da paesi terzi;
 Prezzo di intervento o prezzo minimo garantito - prezzo fissato sotto al quale la CE interviene per comprare
il prodotto in eccesso non venduto, e veniva rivenduto a prezzi abbassati sul mercato internazionale o
ammassato e stoccato nei magazzini dove o andava a male o veniva usato come mangime degli animali. Il
problema delle eccedenze è divenuto sempre più grave. Commented [LB184]: Nel 1987 è stato raggiunto il
massimo storico di scorte per 12 mld di ECU.
Finalità della PAC
La finalità della PAC era ottenere prezzi di mercato della CEE superiori e più stabili rispetto a quelli del mercato
mondiale e di stabilire prezzi fissi, abolendo il gioco domanda-offerta.

Conseguenze
I prezzi agricoli europei diventano artificialmente elevati. Vengono causati un incremento produttivo superiore alla
domanda di mercato, un aumento del rapporto exp/imp per cui la Comunità da grande importatore passa a grande
esportatore per l’incremento produttivo ed una distorsione degli scambi internazionali dovuta alla sovrapproduzione:
la UE diventa la principale area agroalimentare del mondo e la seconda nel grano dopo USA. Il costo si riversa però sui
consumatori europei, che pagano le merci a prezzi più cari che nel libero mercato. Tale sostegno dei prezzi ha
privilegiato soprattutto i prodotti tipici dell’Europa continentale e per questo si introducono nel 1985 i PIM-Programmi
integrati per il Mediterraneo, e le grandi aziende agricole.

La crisi della PAC


Le ragioni di tale crisi sono principalmente due: una struttura iniqua e troppo dispendiosa che provocava distorsioni
interne ed esterne ed una perdita progressiva di importanza strategica, politica, sociale e economica del settore Commented [LB185]: Dal 26% nel dopo guerra al 17,8%
agricolo. L’apice crisi viene raggiunto a fine anni ‘70 quando addirittura il 75% delle spese di bilancio erano destinate negli anni ottanta.
alla PAC. Nel 1979 c’è il primo rifiuto da parte del Parlamento europeo di approvare un bilancio molto simile.

Le riforme
Si sentiva la necessità di modificare la PAC ed a fine anni ottanta arrivano le prime modifiche. Nel 1988 vennero
introdotti gli stabilizzatori di bilancio, nel 1992 si ha la prima vera riforma Mac Sharry che prevedeva per alcuni
prodotti un riallineamento graduale al prezzo mondiale con un taglio al 29% sul sostegno del prezzo nel giro di tre
anni, mentre per compensare la diminuzione del reddito degli agricoltori, soprattutto dei piccoli, viene dato loro un
indennizzo calcolato per ettari. Questo provvedimento tuttavia non era sufficiente perché interessava solo alcuni
prodotti.

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In seguito -grazie all’accordo GATT (WTO) del 15 dicembre 1993- i dazi variabili sulle importazioni sono tramutati in
dazi fissi e così il vecchio sistemi dei prezzi soglia viene abolito.
Successivamente con la riforma del 2003 si modifica il sostegno che non è più al prodotto, ma diretto all’agricoltore,
viene così stravolta la PAC dando un sostegno al reddito invece che al prezzo. Si fornisce un aiuto indipendente dalla
produzione (decoupling). Sostenendo il reddito l’agricoltore produrrà ciò che il mercato gli chiede e non vi saranno più
squilibri di prezzo di e di produzione.
L’accordo del 2008 prevede l’eliminazione delle quote latte-zucchero, che erano state introdotte in seguito alla
bocciatura del Parlamento della PAC così che ogni paese fissi una quota di latte che consuma e decida che produrrà Commented [LB186]: Da presentare a Bruxelles.
tot. Nel caso italiano il governo si sbaglia decidendo quote troppo piccole in confronto a quanto producevano i
produttori. Questi perciò risultarono penalizzati poiché se avessero prodotto più dello stabilito lo Stato sarebbe stato
multato, cosa che avvenne nel caso dell’Italia per 20 anni.
La riforma del 2013 va invece incontro ai piccoli agricoltori, grazie all’accordo raggiunto sulla nuova politica agricola
comune. Si decide di dare maggiore spazio alla protezione dell'ambiente, più risorse per i giovani agricoltori in tutti gli
Stati membri e meno burocrazia. I punti chiave della riforma PAC 2013 sono:
 Assistenza limitata agli agricoltori attivi fino a un massimo di 300.000 euro all'anno per azienda (calcolato sulla
base di quanto ricevuto dall’UE e al numero di ettari coltivati);
 Intervento più rapido in periodi di crisi economica;
 30% dei pagamenti PAC deve essere devoluto alle aziende che attuano pratiche ecologiche (biodiversità,
greening);
 Raddoppio degli investimenti in R&S (Ricerca e Sviluppo);
 Promozione di legami più diretti con i consumatori;
 Incoraggiamento alla protezione dell'ambiente;
 Attirare i giovani, sostenendo gli agricoltori di meno di 40 anni nei primi cinque anni di attività;
 Finanziamenti fino a 70 000 euro per cinque anni per i piccoli progetti;
 Riduzione burocrazia.

Lezione 29- STORIA ECONOMICA


Politica regionale ed allargamento
Le disparità economiche regionali non sono solo sostanziali, ma mostrano di perdurare a lungo all’interno dell’UE;
numerose situazioni di sottosviluppo si accentuano col passare degli anni invece che migliorare, causando una
crescente polarizzazione fra le diverse regioni. I divari sono da imputarsi a squilibri geografici o squilibri di competenze. Commented [LB187]: Disoccupati nei posti sbagliati.
Le politiche regionali sono la soluzione per colmare questi divari: aumentare la crescita, investendo in capitale umano
Commented [LB188]: Disoccupati che non hanno
e neutralizzando l’emigrazione verso paesi ricchi. adeguate capacità professionali.

I primi strumenti CEE di politica regionale


I sei paesi fondatori avevano regioni relativamente omogenee, quindi il problema delle aree deboli rimase prerogativa
dei singoli stati con l’eccezione del Sud Italia per cui vennero predisposti ad hoc la BEI e il FSE. Questi erano i punti
salienti:
 Protocollo per il Mezzogiorno;
 Art.2 del Trattato: “espansione equilibrata”;
 Accettazione del concetto di libera circolazione della manodopera;
 Istituzione nel breve di una Politica agricola comune;
 Aiuti statali a “regioni ove il tenore di vita sia anormalmente basso, oppure si abbia una grave forma di
sottoccupazione”, in deroga alle disposizioni del Trattato sulla concorrenza;
 La Banca europea per gli investimenti (BEI) e il Fondo Sociale Europeo (FSE) che svolgevano inizialmente una
modesta funzione redistributiva poiché si viveva l’età dell’oro europea.

Il ruolo crescente dei fondi per lo sviluppo regionale aumenta negli anni: nel 1962 il FEOGA della PAC, nel 1975 l’FESR
(Fondo europeo per lo sviluppo regionale) voluto dalla GB col suo ingresso nel ’73 nella CE poiché non riceve
abbastanza fondi nella PAC. Nel 1985 un altro fondo: il PIM, destinato alle regioni mediterranee in cui si prevedeva un
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ulteriore aiuto alle agricolture mediterranee che erano escluse dalla PAC che si basava sulle agricolture centro-
europee.
Tutto ciò però non fu sufficiente e il mutamento radicale avviene quando viene approvato nel 1986 l’Atto unico
europeo che introduce nel Trattato il Titolo V dedicato alla coesione economica e sociale. Bisogna ridurre il divario tra
le diverse regioni utilizzando i fondi a finalità strutturali che sono FESR, FSE e FEOGA, da allora chiamati fondi
strutturali.

I fondi strutturali
Nel 1988 viene fatta una radicale riforma dei fondi strutturali e vi è un raddoppio delle risorse disponibili fino al 1993: Commented [LB189]: Delors I.
viene data priorità assoluta all’intervento nelle regioni in ritardo generale di sviluppo che hanno il PIL pro capite
inferiore al 75% della media comunitaria, una disoccupazione strutturale e giovanile. I paesi del Nord vollero riservare
una quota dei fondi strutturali per le regioni del nord che vivono di pesca, per uno sviluppo delle zone rurali arretrate.
Questo produsse uno shock economico positivo, così che in cinque anni le regioni più povere colmarono il divario del
3% col resto dell’UE.
Il Trattato di Maastricht creò nel 1992 un Fondo per la coesione destinato ai paesi membri con un PIL inferiore al 90% Commented [LB190]: Non alle regioni.
della media UE come Irlanda, Portogallo, Spagna e Grecia detti “i 4 paesi della coesione”. I successi della coesione non
sono confermabili, ma l’ipotesi è che ci siano stato grandi recuperi a livello di PIL pro capite da parte di questi paesi.
Un anno dopo Maastricht fu presentato un altro progetto -Delors II- che prevedeva fondi strutturali 1994-1999:
198mld, e 14mld al nuovo Fondo di coesione, di cui il 70% dei fondi per le regioni in ritardo di sviluppo e l’11% dei
fondi per la riconversione delle regioni in declino industriale. Più della metà degli stanziamenti 1994-99 si è diretta
verso i quattro paesi della coesione.
Infine vi è il pacchetto di riforme nate dal documento Agenda 2000 che prevede fondi strutturali 2000-2006 per
195mld destinati a tre obiettivi prioritari:
 Il 67,7% dei fondi a regioni con ritardi nello sviluppo (es. Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e
Sardegna) con PIL sotto il 75% della media UE;
 L’11,5% dei fondi per “riconversione economica e sociale delle zone con difficoltà strutturali”;
 Il 12,3% dei fondi per “adeguamento e ammodernamento delle politiche e dei sistemi di istruzione, formazione
e occupazione”.

In linea con il nuovo impulso impresso alla strategia di Lisbona per la crescita e l’occupazione, la politica di coesione
dovrà incentrarsi maggiormente sulla conoscenza, sulla ricerca, sull’innovazione e sul capitale umano. Si tratta di 348
mld di euro, di cui 27 destinati ai Fondi strutturali e 70 al Fondo di coesione. Tale importo rappresenta il 35% del
bilancio comunitario, ovvero la seconda voce di spesa.
La riduzione dei divari di sviluppo regionali è tuttavia lenta e difficile. Il sottosviluppo secondo la UE è una condizione
economica transitoria che affligge le regioni meno prospere e che si può abbattere anche su regioni in passato abbienti.
Presuppone impegno notevole e costante ma vi è necessità di cambiare le caratteristiche strutturali di base per
colmare gli squilibri.
I fondi strutturali per il 2014-2020 sono 376 miliardi. In Italia questi fondi sono destinati per il 65% a Calabria, Commented [LB191]: 28 mld di €.
Campania, Puglia e Sicilia.

L’efficacia dei fondi strutturali


Molti si chiedono se la coesione socioeconomica sia un principio astratto per acquisire il consenso degli Stati più poveri
o se abbia una sua efficacia effettiva. Uno studio della Commissione ha dimostrato un processo di convergenza del
reddito pro capite dagli anni ottanta in poi grazie soprattutto ai progressi dei paesi interessati dalle politiche di
coesione. Commented [LB192]: Con un reddito da 66 a 74%
La risposta empirica di Leonardi è affine: in quattro decadi il divario di sviluppo regionale si è ridotto notevolmente e rispetto alla media comunitaria.
in alcuni casi ci può essere stata una componente dei FES a far decollare qualche paese. Le politiche per la coesione
sono viste d’altronde come un’efficace spinta a un pattern sostenibile di crescita nel medio-lungo termine. Un
problema comunitario rimane tuttavia la lotta alla disoccupazione in cui si sono avuti per ora solo lenti e incerti
progressi.

Le nuove tecnologie hanno un impatto determinante sulla qualità del lavoro, dal momento che creano posti di lavoro
altamente qualificati. I paesi che investono più in ricerca quindi sono destinati a crescere più in fretta.

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Caso italiano
Il problema della spesa dei fondi 2000-2006 sta nei 5 miliardi ancora da spendere, fermi a un livello di attuazione
dell’86%. Rischiavano di evaporare se non spesi, tornando alla Commissione. Il Ministro Tremonti utilizzò una proroga
di spesa di sei mesi per spenderli in opere pubbliche e ammortizzatori sociali. L’Italia resta tuttavia ben al di sotto della
media Ue nell’assorbimento dei Fondi europei per lo sviluppo regionale (Fesr) e se la media dell’Unione è del 66,29%,
quella dell’Italia è al 49,63%.

Il processo di allargamento
Il processo di allargamento da 6 a 28: ci siamo allargati verso paesi più poveri.
 1973, primo allargamento - GB, Danimarca, Irlanda;
 1981, secondo allargamento - Grecia;
 1986; terzo allargamento - Spagna e Portogallo;
 1995, quarto allargamento - Austria, Finlandia e Svezia;
 Quinto allargamento - iniziano a entrare i paesi PECO;
 2004 - Cipro, Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Malta, Slovacchia, Polonia e Repubblica
Slovena;
 2007 - Bulgaria e Romania;
 2013 - Croazia.

La Turchia invece rimane in attesa: i negoziati sono bloccati, soprattutto per i problemi umanitari.
I vincoli stringenti posti all’adesione posti dal summit di Copenaghen del giugno 1993 e dal Trattato di Amsterdam per
l’appartenenza alla UE sono soprattutto vincoli economici e giuridici, per conformare il proprio sistema alle direttive
comunitarie. Sono 19 gli Stati che utilizzano l’euro poiché non tutti i paesi UE rispettano Maastricht e poiché non tutti
l’hanno scelto inizialmente. I paesi che fino ad ora non rispettano i vincoli di Maastricht entreranno nella moneta unica Commented [LB193]: Danimarca, Svezia, Gran Bretagna.
solo quando avranno i conti in ordine. Tra questi vi sono Bulgaria, Croazia, Polonia, Repubblica Ceca, Romania e
Ungheria. L’Euro è utilizzato inoltre anche da paesi extra UE, come Andorra, il Principato di Monaco, Città del Vaticano
e Principato di San Marino. Il Kosovo e il Montenegro -infine- adottano l’Euro unilateralmente, e rimangono due
eccezioni in un panorama abbastanza vario.

I paesi dell’Europa centro-orientale (PECO)


Molti sono i dubbi per l’entrata dei paesi PECO, per le notevoli disparità a livello di reddito pro-capite, soprattutto per
quanto riguarda Romania, Lettonia e Bulgaria. Servono elevati tassi di crescita nei prossimi decenni per colmare il
dislivello e per raggiungere il catching-up nei confronti della UE, che richiederà grandi cambiamenti strutturali e
settoriali e una specializzazione crescente.

I costi dell’allargamento
Successivamente all’allargamento vi è un massiccio ri-direzionamento degli aiuti regionali, tra fondi strutturali e PAC.
Vi è una riduzione dei fondi europei impegnati nelle regioni più povere dei 15, a causa della riduzione della media PIL
comunitaria a seguito dell’allargamento, per i maggiori fondi destinati ai nuovi entrati. La stragrande maggioranza
delle regioni dei PECO si qualifica infatti per l’obiettivo 1 e per i fondi di coesione.
E’ stata necessaria riforma PAC in quanto nei PECO l’agricoltura ricopre un ruolo molto più importante rispetto agli
altri membri UE e in questi paesi sono concentrati quei prodotti che causavano i maggiori problemi alla PAC (carne,
prodotti latteo-caseari e cereali). Per questo motivo applicare la vecchia PAC ai PECO avrebbe aumentato la loro
vocazione agricola e più che raddoppiato i costi per la UE, un disastro.

Opportunità dell’allargamento
A fianco dei costi ci sono le nuove opportunità per i Paesi europei. Tante imprese possono delocalizzare e investono
in altri paesi europei per la bassa tassazione. Cresce inoltre l’export verso i nuovi membri -del 140% tra 1993 e 2003- Commented [LB194]: Estonia al 26% e Repubblica Ceca
e crescono pure gli investimenti: nel 2004 le imprese UE 15 hanno investito nei PECO 13,8 miliardi, ed erano solo 7 24%, oltre a 0 tasse nei primi 10 anni se vuoi aprire uno
nel 2003. stabilimento hi-tech.

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Distribuzione proibita
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3/11/2015

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Distribuzione proibita

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