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I concetti di denotazione e connotazione sono tanto facili da

capire quanto importanti ai fini dell'analisi del senso costruito o


percepito.

La denotazione è definita come relazione semplice tra


espressione e contenuto. A prima vista, quindi, sembrerebbe
essere identica alla relazione di significazione, ed in effetti non è
completamente sbagliato pensarla così. Il problema si ha però
con la connotazione, che può essere vista come l'unione di due
significazioni. 

Può accadere, infatti, che quando si parla non si dia un unico


contenuto, ma molteplici. Un sistema iniziale, in cui vi è un
espressione in relazione con un contenuto, diviene a sua volta
espressione di un contenuto secondo. E' un po' quello che accade
con i cosiddetti atti linguistici indiretti, cioè in quegli enunciati che
assumono una certa forma, per poi venire interpretati in maniera
del tutto diversa. Su questi fenomeni (connotazioni e atti
lingustici indiretti) giocano molto spesso i comici, ad esempio: 

Attore1: "Sa che ore sono?" [qui, alla forma interrogativa


dell'espressione corrisponde una forma imperativa del contenuto:
"Mi dica che ore sono"]Attore2: "Certo che lo so!", e se ne va. 

 esempi:

Come si può osservare nella figura a destra, l'espressione /kane/


analizzabile come successione dei suoni e di tratti di suoni
/kane/ = /k/ (c dura) + /a/ (vocale) + /n/ consonante "alveolare"
ecc., è in relazione con il concetto di "animale a quattro zampe,
mammifero, miglior amico dell'uomo, ecc.". Questo sistema
iniziale di espressione in relazione con un contenuto 
(denotazione) si può agganciare ad un altro sistema, divenendo a
sua volta piano dell'espressione di quest'ultimo, in relazione con
un secondo contenuto. In questo caso, il contenuto ulteriore sarà
quello di insulto, qualcosa come: "(sei un) cane!". Il livello
denotativo, in nero,  diventa espressione di un'altra
significazione, in blu, che rappresenta la connotazione.

Nella pratica, la connotazione è fondamentale per la scelta per


un nome di marca o di un prodotto. Altri esempi, a livello di
sostantivi, potrebbero essere: 

BIRRAlivello DENOTATIVO = bevanda alcolica ottenuta mediante


fermentazione del luppolo livello CONNOTATIVO = germanicità

AGOlivello DENOTATIVO = mezzo che serve per cucirelivello


CONNOTATIVO = spigolosità, sensazione dolorosa di puntura

La denotazione è quindi condizione necessaria affinché vi sia


connotazione. In altre parole, se si afferra un secondo senso è
soltanto perché si è capito il primo! Ovviamente una denotazione
non implica necessariamente connotazioni.

Può avvenire, infine, un secondo fenomeno, per cui il livello


denotativo si va ad agganciare come contenuto del piano
connotativo, anziché come espressione. Si tratta, in effetti, di
tutti i metalinguaggi, quei linguaggi che hanno per contenuto un
intero linguaggio!

La significazione (semiosi), per concludere, non sta quindi


soltanto nel piano denotativo, ma comprende anche le eventuali
connotazioni, cioè tutti gli eventuali contenuti aggiuntivi.

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