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Produzione e tecnologia

Argomenti:

Teoria della produzione e prodotti marginali


Organizzazione delle imprese

Samuelson, Nordhaus, Bollino, Economia 20e Prof. Elena Cefis


Organizzazione delle imprese

ì Le imprese sono organizzazioni specializzate che si


dedicano alla gestione del processo produttivo

ì La produzione è organizzata nelle imprese perché


l’efficienza richiede una produzione in serie, il
reperimento di notevoli risorse finanziarie e l’attenta
gestione del processo produttivo

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Funzioni delle imprese:

ì gestione del processo produttivo;

ì coordinamento processo produttivo;

ì reperimento delle risorse.

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Le imprese

ì Esistono diverse forme di imprese organizzate in


modi e con dimensioni differenti.
ì Alcuni utili concetti per discutere l’idea di impresa
ì Un impianto è uno stabilimento che svolge una o più
funzioni producendo e distribuendo beni e servizi.
ì Un’impresa è un’organizzazione che impiega risorse
per la produzione di beni e servizi e che impiega uno o più
impianti
ì Un’industria è un gruppo di imprese che producono lo
stesso bene o beni similari.

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Imprese grandi, piccole e piccolissime

ì L’impresa individuale è una piccola impresa a conduzione


familiare
ì Nella società di persone i soci accettano di fornire parte
del lavoro e del capitale, di suddividere i profitti, e di
ripartirsi eventuali debiti o perdite
ì La società per azioni è una forma di organizzazione
aziendale appartenente a numerosi azionisti;

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Le società per azioni
ì Le società per azioni sono imprese che ricevono
risorse da un gran numero di individui.
ì Queste risorse vengono raccolte attraverso la
vendita di azioni e di obbligazioni.

Le azioni sono quote di proprietà di una società (capitale di


rischio).
Le obbligazioni sono certificati che indicano l’obbligo di
pagare una certa somma e degli interessi sul prestito a una
specifica data futura

LO: 6-1
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Le imprese multi-impianto
ì Le imprese multi-impianto
ì Possono essere organizzate orizzontalmente, con
diversi impianti che svolgono la stessa funzione.
ì Possono essere integrate verticalmente, ovvero
composte da impianti che svolgono funzioni
differenti ai vari stadi del processo produttivo.
ì Possono rappresentare dei conglomerati che
gestiscono impianti impegnati nella produzione di
beni di diverse industrie.
LO: 6-1

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Teoria della produzione e
prodotti marginali

ì Le imprese cercano di produrre il livello massimo di


output per una data quantità di input al fine di
massimizzare i profitti
ì Disponendo di quantità fisse di fattori, quanto prodotto si
può ottenere?

Funzione di produzione
ì È la relazione tra la quantità massima di output ottenibile
e la quantità di input necessaria per ottenerla

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Isoquanti

ì Rappresentano le
diverse
combinazioni di
input che
producono lo
stesso output

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Relazioni produttive di breve periodo
ì Il prodotto totale (TP) è la produzione totale di un
particolare bene o servizio.
ì Il prodotto marginale (MP) è la produzione aggiuntiva
ottenuta grazie all’incremento unitario dell’impiego di
una risorsa variabile.
ì Il prodotto medio (AP) è il prodotto per unità di input.

Variazione produzione totale


Prodotto marginale = Variazione input di lavoro
Produzione totale
Prodotto medio = Unità di lavoro
LO: 6-3

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Prodotto totale, medio e marginale

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Prodotto totale, medio e marginale

ì Il prodotto totale indica la


quantità totale di output
prodotto in unità fisiche
ì Il prodotto medio misura
l’output totale diviso per le
unità totali di input

ì Il prodotto marginale di un
input è il prodotto
aggiuntivo, o output
aggiunto da 1 unità
addizionale di quel tipo di
input, mentre tutti gli altri
input sono mantenuti
costanti

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Legge dei rendimenti marginali decrescenti

Afferma che aggiungendo quantità addizionali di un


input, e mantenendo costanti tutti gli altri, si
otterranno quantità aggiuntive di output sempre
minori

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Legge dei rendimenti marginali decrescenti

ì Al crescere delle unità impiegate di un fattore


di produzione impiegato insieme a un altro
fattore presente in quantità fissa, il prodotto
marginale attribuibile al fattore variabile
tenderà prima o poi a ridursi
ì Dato che, nel breve periodo, gli impianti sono
fissi, quantità crescenti di input come il lavoro
porteranno a rendimenti decrescenti.

LO: 6-3 Samuelson, Nordhaus, Bollino, Economia 20e Prof. Elena Cefis
Legge dei rendimenti marginali decrescenti

(3) (3)
(1) Prodotto marginale Prodotto
Unità di risorsa (2) (MP), medio
variabile Prodotto totale variazione in (2)/ (AP),
(Lavoro) (TP) variazione in (1) (2)/(1)
0 0 -
1 10
] 10 Rendimenti
10,00
2 25
] 15 marginali
crescenti 12,50
3 45
] 20
15,00
4 60
] 15
Rendimenti 15,00
5 70
] 10 marginali
14,00
6 75
] 5 decrescenti
12,50
7 75
] 0 Rendimenti
10,71
70
] -5 marginali
negativi 8,75
8

LO: 6-3

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Prodotto totale, TP
30
TP

20

10

0
1 2 3 4 5 6 7 8 9
Prodotto marginale, MP

Rendimenti Rendimenti Rendimenti


di scala di scala di scala
20 crescenti decrescenti negativi

10 AP

1 2 3 4 5 6 7 8 9
MP

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Rendimenti decrescenti nella produzione di cereali

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Rendimenti di scala

Rendimenti di scala

ì Riflettono la reazione del prodotto totale quando tutti i fattori


aumentano proporzionalmente

ì La produzione presenta rendimenti di scala crescenti,


decrescenti o costanti quando un aumento proporzionale di
tutti gli input produce un aumento più che proporzionale,
meno che proporzionale o proporzionale dell’output

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La produzione nel breve e nel lungo periodo

ì Si definisce breve periodo quello in cui le imprese


possono modificare solo gli input variabili, mentre i fattori
fissi, come gli impianti e le attrezzature, non possono
essere variati

ì Il lungo periodo è quello in cui l’impresa può modificare


tutti i fattori, capitale compreso

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Progresso tecnologico

ì Si riferisce a
miglioramenti dei
processi produttivi di beni
e servizi, a variazioni di
prodotti già esistenti o
all’introduzione di nuovi
prodotti

ì Sposta la funzione di
produzione verso l’alto

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I costi economici
ì Quando la società usa una certa combinazione di risorse
per produrre un bene o servizio, deve rinunciare a tutti gli
usi alternativi per i quali quelle stesse risorse potrebbero
essere impiegate.
ì La misura del costo economico, o costo opportunità, di
una risorsa è il valore che essa avrebbe se venisse
utilizzata nel suo migliore impiego

Dal punto di vista dell’impresa, un costo economico è il


denaro che essa deve spendere o il reddito che deve assicurare
perché le risorse di cui necessita vengano sottratte alle
opportunità di produzione alternative.
LO: 6-2
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Costi espliciti o impliciti
ì Le imprese devono considerare sia i costi espliciti che i
costi impliciti:
ì I costi espliciti sono i pagamenti che l’impresa deve
corrispondere per ottenere le risorse di cui ha bisogno
ì I costi impliciti sono la retribuzione monetaria cui
l’impresa rinuncia impiegando una risorsa di cui già
dispone, piuttosto che offrirla sul mercato.
ì Il profitto normale è parte rilevante dei costi impliciti.

Il profitto normale è una spesa che l’impresa deve


sostenere per attrarre e trattenere capacità imprenditoriale

LO:Samuelson,
6-2 Nordhaus, Bollino, Economia 20e Prof. Elena Cefis
Profitto economico
Il profitto economico, o profitto puro, è pari ai ricavi totali
al netto dei costi economici totali (impliciti ed espliciti).
Profitto Profitto
economico contabile
Profitto
economico Profitto
(costi opportunità)

Ricavi totali
Costi economici

Costi impliciti contabile


(incluso un
profitto normale)

Costi contabili
Costi espliciti (solo costi
espliciti)

LO: 6-2

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