Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
10 CORPI RIGIDI
10.1 INTRODUZIONE
Il corpo rigido è un particolare sistema di punti materiali caratterizzato dal fatto che le mutue distanze fra
due qualsiasi punti ad esso appartenenti non variano nel tempo qualunque sia la sollecitazione esterna alla
quale il corpo rigido è sottoposto.
In natura non esistono sistemi di questo genere per cui il corpo rigido è un’astrazione, esistono, tuttavia,
molti casi concreti di notevole importanza pratica nei quali i corpi solidi reali subiscono deformazioni
talmente piccole da poter essere trascurate per cui il comportamento di questi solidi può essere
soddisfacentemente descritto assumendo che essi si comportino come corpi rigidi.
x x y y z z
2 2 2
rij i j i j i j (10.2.2)
1
Grella – Appunti di Fisica - Meccanica
Indichiamo con rP' il raggio vettore di un punto P qualunque di C nel sistema del
centro di massa Scm e con rP il raggio vettore dello stesso punto P nel sistema
fisso S. (Figura 10-2)
Come sappiamo i vettori r e r' sono in relazione tra loro mediante il vettore
posizione del centro di massa rc
rP rc r 'P (10.3.1)
La (10.3.4) fornisce l’espressione che lega per la velocità di un qualsivoglia punto P di C nel sistema fisso con
la velocità di P nel sistema del centro di massa (2).
Concludiamo questo paragrafo dimostrando che tutti i punti di un corpo rigido ruotano con la stessa velocità
angolare.
Durante il moto di rotazione il corpo rigido ruota attorno ad un asse che –
in generale – può cambiare orientamento istante per istante; la trattazione
di questo tipo di moto non può essere fatta in maniera elementare ed è
oggetto dei corsi di meccanica razionale. In questi appunti ci limiteremo a
studiare il caso del corpo rigido girevole attorno a un asse fisso (3).
In questo caso l’asse di rotazione può al più traslare parallelamente a se
stesso mentre tutti i punti di C si muovono con la stessa velocità angolare
in piani normali all’asse su traiettorie circolari con centro sull’asse.
Detti P1 e P2 due punti distinti del corpo rigido non appartenenti allo stesso
raggio e giacenti in un piano perpendicolare all’asse di rotazione vogliamo
far vedere che essi girano con la stessa velocità angolare. Siano d (vedi Figura 10-3
Figura 10-3) la distanza tra i due punti all’istante t e 1 e 2 gli angoli al centro che i due vettori posizione r1
e r2 di ciascun punto formano rispetto ad un’assegnata origine degli archi.
2
Grella – Appunti di Fisica - Meccanica
Se indichiamo con la differenza tra i due angoli 1 e 2 per il teorema di Carnot avremo:
d d 1 2 d d
0 0 1 2 0 1 2 (10.3.6)
dt dt dt dt
Dalla (10.3.6) si deduce che:
1 2 P1 , P2
Il che equivale a dire che tutti i punti del corpo rigido ruotano con la stessa velocità angolare.
Se l’asse scelto passa per il centro di massa del sistema allora chiameremo momento d’inerzia baricentrale il
momento di inerzia calcolato rispetto a questo asse.
Il teorema degli assi paralleli (noto anche col nome di teorema di Huyghens e Steiner) afferma che:
Dato un sistema di punti materiali avente massa totale M, se I0 è il momento di inerzia rispetto ad un asse
baricentrale b allora il momento di inerzia I del sistema rispetto ad un qualsiasi altro asse a parallelo a b e
da esso distante d è dato da:
I I0 Md 2 (10.4.2)
a quello del sistema baricentrale. (Nella figura: z e z’ escono dal foglio e x’ è parallelo a x)
Abbiamo:
BC AC AB yi' yi d (10.4.3)
Nella (10.4.5) il primo termine coincide con il momento di inerzia rispetto all’asse baricentrale (perché le yi
sono le coordinate y del punto nel sistema del centro di massa), il secondo termine (portando d fuori della
sommatoria) coincide con il secondo termine al secondo membro della (10.4.2) e il terzo termine è nullo
poiché proporzionale (a meno del fattore 1/M) alla coordinata ycm del centro di massa nel sistema del centro
di massa stesso e il teorema è dimostrato.
vi ω ri (10.5.1)
Ji mi ri 2ω ri ω ri (10.5.3)
Eseguendo il prodotto interno per il vettore membro a membro nella (11.4.11) si ha:
4Il doppio prodotto vettoriale è definito come segue. Dati TRE vettori a, b e c si ha: a(bc) = (ac)b – (ab)c.
Questo prodotto NON è associativo: a(bc) = -(ab)c
4
Grella – Appunti di Fisica - Meccanica
La (10.5.4) diventa:
Ri ri sin i
Per cui la (10.5.6) diventa:
Ji ω mi Ri2 2 (10.5.7)
J i ω mi Ri2ω ω
Dalla quale di ricava:
Ji mi Ri2ω
Sommando su tutti i punti del sistema abbiamo il momento angolare totale:
N
J tot mi Ri2 ω (10.5.8)
i 1
La quantità tra parentesi tonde nella (10.5.8) coincide con il momento di inerzia rispetto all’asse di rotazione
e, in definitiva, possiamo scrivere:
Jtot Iω (10.5.9)
È opportuno sottolineare che il risultato appena ottenuto riguarda il caso particolare di un corpo rigido per
che gira attorno ad un asse fisso o, al più, che trasla parallelamente a se stesso e che l’asse di rotazione
passa per il centro di massa del corpo ed è anche un asse di simmetria per il corpo stesso. Il caso generale
è normalmente studiato nel corso di meccanica razionale.
In linea di principio lo studio del moto del corpo rigido libero può essere fatto con l’ausilio delle equazioni
cardinali della dinamica studiate nel capitolo relativo ai sistemi di punti materiali.
Prima equazione cardinale
Nel caso dei corpi rigidi la prima equazione cardinale resta praticamente la stessa:
dP
Macm R ( ext ) ovvero R ( ext ) (10.6.1)
dt
Nella (10.6.1) M è la massa del corpo rigido, P la quantità di moto del centro di massa e ac la sua accelerazione
e R(ext) la risultante delle forze esterne applicata al centro di massa del corpo rigido.
Seconda equazione cardinale
La seconda equazione cardinale (nel caso di un corpo rigido che gira attorno ad un asse fisso) si ottiene dalla
(10.5.8). Infatti:
5
Grella – Appunti di Fisica - Meccanica
dJ dIω
τ ( ext ) τ ( ext ) Iα τ ( ext ) (10.6.2)
dt dt
Nella (10.6.2) I è il momento di inerzia rispetto all’asse di rotazione, è l’accelerazione angolare e t(ext) il
momento risultante delle forze esterne.
Poiché il moto complessivo del corpo rigido è composto dal moto di traslazione del suo centro di massa e dal
moto di rotazione attorno ad un asse si ha che l’energia cinetica dovrà essere la somma di due termini
corrispondenti a questi due tipi di moto.
Per il moto di traslazione il risultato è immediato; dalla prima delle (10.6.1) si ha:
dv cm M 2
Mv cm R ( ext ) v cm Mv cm dv cm R ( ext ) v cm dt dvcm R ( ext ) dscm (10.6.3)
dt 2
Nella (10.6.3) scm è lo spostamento del centro di massa. Integrando membro a membro la (10.6.3) si ha:
1 1
2
Mvcm ,B
2
Mvcm ,A R ( ext ) dscm Lavoro di R ( ext ) lungo il cammino A, B (10.6.4)
2 2 A, B
1 2 1 2 1 2 1 2
Mvcm, f Mvcm, A I f I i Wtrals Wrot Wtot (10.6.9)
2 2 2 2
Se definiamo l’energia cinetica K di un corpo rigido come la somma dell’energia cinetica di traslazione e quella
di rotazione:
1 1
K 2
Mvcm I 2 (10.6.10)
2 2
Possiamo enunciare l’analogo del teorema delle forze vive nel caso del corpo rigido:
6
Grella – Appunti di Fisica - Meccanica
Il lavoro fatto da tutte le forze agenti su un corpo rigido è pari alla variazione dell’energia cinetica totale
del corpo rigido stesso.
Si noti che, nel caso in cui il moto rotazione del corpo rigido avviene attorno a uno dei suoi assi baricentrali
allora la (10.6.10) può essere direttamente ricavata dal teorema di Koenig per l’energia cinetica di un
sistema di punti materiali.
x vc t e s R R t
Allora la (10.7.1) diventa:
vc t R t (10.7.2)
Dalla figura si vede che la velocità angolare “entra” nel piano del foglio per cui la (10.7.2) in forma vettoriale
si scrive:
vc ω R (10.7.3)
Detta a l’accelerazione angolare del corpo, dalla si ricava la relazione corrispondente tra a e l’accelerazione
ac del centro di massa:
a c R (10.7.4)
ac α R (10.7.5)
Studieremo qui di seguito due casi. Il primo riguarda il moto di rototraslazione di un oggetto a simmetria
cilindrica di massa M e raggio R sottoposto all’azione dell’attrito tra il corpo e la superficie di appoggio e di
una forza costante applicata nel centro di massa del corpo perpendicolarmente all’asse del corpo stesso. Il
secondo caso è simile a quello appena illustrato con l’aggiunta di un momento motore (costante) applicato
all’asse di rotazione.
Nei casi considerati, data la simmetria cilindrica del corpo in rototraslazione esprimeremo il suo momento di
inerzia nella forma:
I kMR 2 (10.7.6)
7
Grella – Appunti di Fisica - Meccanica
Nella (10.7.6) la costante k varia a seconda della forma del corpo: per un
cilindro pieno k = 1/2, per una sfera piena k = 2/5 e così via.
1° caso
Indichiamo con f la forza di attrito che sarà sempre opposta alla direzione
del moto prodotto, in assenza di f, dalle forze attive.
Scriviamo le due equazioni cardinali della dinamica (già proiettate lungo
gli assi) calcolando i momenti delle forze rispetto all’asse di rotazione. In
figura sono state omesse la forza peso P e la reazione normale N giacché Figura 10-7
in questo caso non contribuiscono alla risultante delle forze attive ed
hanno, inoltre, momento nullo rispetto all’asse di rotazione. Le equazioni del moto dànno luogo al sistema
seguente unitamente alla condizione di rotolamento senza strisciamento (10.7.4). È importante sottolineare
che, a differenza del moto di pura traslazione, la forza di attrito è una incognita del problema.
Mac F f
I Rf (10.7.7)
a R
c
La soluzione del sistema (10.7.7) è banale e si ha:
FR2 FI FR
ac f (10.7.8)
MR2 I MR I
2
MR2 I
Utilizzando la (10.7.6) le (10.7.8) diventano:
F kF F
ac f (10.7.9)
M 1 k 1 k MR 1 k
2° caso
Questo caso differisce da quello precedente per il fatto che all’asse di rotazione è applicato un momento
motore parallelo a . Le equazioni del moto diventano:
Mac F f
I Rf (10.7.10)
a R
c
Le soluzioni delle (10.7.10) sono:
R FR2 FI MR FR
ac f (10.7.11)
MR2 I MR I
2
MR2 I
Utilizzando la (10.7.6) le (10.7.11) diventano:
FR kFR FR
ac f (10.7.12)
MR 1 k R 1 k MR 2 1 k
Questo secondo caso differisce da quello precedente per il fatto che la forza di attrito può cambiare verso in
quanto il numeratore della seconda delle (10.7.12) può diventare negativo se il momento motore t soddisfa
alla condizione
kFR
In tal caso nella prima delle (10.7.7) la forza di attrito volvente da resistente diventa forza motore e
contribuisce ad aumentare l’accelerazione del moto di traslazione del centro di massa.
8