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POLITECNICO DI MILANO

ESERCITAZIONE DI AFFIDABILITÀ E SICUREZZA NELL’INDUSTRIA DI PROCESSO (N° 2)


PROF. GIUSEPPE NANO - PROF. RENATO ROTA

PRODUZIONE DI ELETTRODI DI GRAFITE

Descrizione dell’impianto e del processo

Nello stabilimento A si producono Elettrodi di carbone amorfo e pasta elettrodica.

Gli elettrodi di carbone amorfo trovano molteplici applicazioni nel settore della
metallurgia specializzata: si utilizzano nei forni “ad arco sommerso”, impiegati
prevalentemente nella produzione di silicio metallico, una materia prima che ha assunto
un’importanza crescente nel settore dell’elettronica. Vengono inoltre utilizzati nei forni per
la produzione di fosforo elementare, di ferro-leghe ed in altre applicazioni specialistiche di
metallurgia. Gli elettrodi amorfi sono prodotti in un’ampia varietà di diametri: da 600 mm di
diametro ai più grandi da 1400 mm che possono pesare oltre 6 tonnellate l’uno.
La pasta elettrodica viene utilizzata per la produzione di ferroleghe, carburo di calcio e
silicio metallico.

Il ciclo di produzione. Le materie prime utilizzate sono essenzialmente antracite, grafite e


pece di catrame; quest’ultima contiene diversi Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA o PAH),
composti costituiti da più anelli aromatici condensati. Tra gli IPA alcuni possono costituire
un rischio per la salute.

L’antracite viene preventivamente calcinata in fornetti ad una temperatura di circa 1200°C


per liberarla dalle sostanze volatili legate al solido.
Le materie prime vengono poi vagliate e macinate ottenendo le pezzature e le farine
idonee alla preparazione dei prodotti richiesti. La carica così ottenuta, introdotta nelle
apposite macchine impastatrici e mescolata alla pece minerale, produce un impasto
plastico ed omogeneo.
La pece di catrame viene liquefatta, portandola a circa 200°C, e stoccata in un serbatoio
riscaldato da dove viene inviata ai mescolatori attraverso un circuito chiuso. La pece
liquida si comporta da legante per le polveri di carbone che arrivano dalla fase di
macinazione e vagliatura, consentendo la formazione d’impasti lavorabili. L’impasto viene
successivamente introdotto nelle presse che effettuano l’estrusione dei prodotti. Le barre
estruse vengono inviate ad un forno dove gli elettrodi vengono cotti, acquisendo così le
caratteristiche del prodotto finale. Dopo la fase di raffreddamento, le dimensioni dei cilindri
e il loro peso vengono controllati per verificare che i prodotti siano conformi alle specifiche
tecniche che ne consentano la commercializzazione.

Esercitazione n° 2 – II Semestre aa 2007-08


Corso di Affidabilità e Sicurezza nell’Industria di Processo – Politecnico di Milano

In figura è riportato lo schema del processo produttivo degli elettrodi di grafite.

Tabella 1: Caratteristiche chimico-fisiche di alcuni IPA.

TLV-TWA
COMPOSTO Tf (°C) Te (°C) P25°C (torr) NOTE
(mg/m3)
Naftalene (NAP) 81 218 7,8e-2 A4 52
Antracene (ANT) 216 340 2,6e-6
Fenantrene (PHE) 100 340 1,2e-4
Pirene (PYR) 151 393 4,5e-6
Crisene (CHR) 253 448 6,3e-7 A3
Benzo[a]Pirene (BaP) 178 496 1,1e-8 A2

Nell’unità di processo UP1 si eseguono le operazioni di cernita, trasporto e macinazione


delle materie prime solide; si realizzano inoltre la formulazione degli impasti, formatura dei
prodotti e successive fasi di controllo.
Queste operazioni vengono svolte da 31 lavoratori suddivisi in tre aree:
Preparazione materie prime
Cernita, trasporto e frantumazione rottami. Calcinazione antracite.
Preparazione impasti
Preparazione materie prime.

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Formatura prodotti finiti


Pasta elettrodica. Presse. Formatura dinamica. Cernita e stuccatura.

Si chiede di compiere un’analisi di rischio preliminare per identificare gli agenti di rischio
potenziali legati al processo produttivo e la loro tossicità. Si esegua inoltre un’analisi di
mansione, basata sulla frequenza d’esposizione agli agenti di rischio presenti nelle aree di
lavoro, allo scopo di definire i gruppi di lavoratori a profilo d’esposizione equivalente. Si
confrontino, infine, i risultati ottenuti con i dati concernenti i campionamenti personali
(almeno per il parametro IPA totali) e si verifichi la validità della procedura adottata
studiando la distribuzione su un grafico di probabilità log-normale dei valori di esposizione.
Per la soluzione del problema si utilizzino le informazioni ed i dati riportati nella sezione
seguente.

Dati

Tabella 2: Unità di processo UP1.

Cernita, trasporti Calcinazione Prepara Pasta Presse Cernita e Formatura Varie


ID frantum. rottami antracite materie elettrodica e stuccatura dinamica
prime mulini
1. 100%
2. 100%
3. 10% 90%
4. 40% 30% 30%
5. 100%
6. 100%
7. 100%
8. 40% 60%
9. 30% 70%
10. 30% 60% 10%
11. 20% 80%
12. 80% 20%
13. 90% 10%
14. 30% 70%
15. 30% 70%
16. 100%
17. 100%
18. 100%
19. 100%
20. 100%
21. 100%
22. 20% 80%
23. 100%
24. 100%
25. 80% 20%
26. 80% 20%
27. 50% 50%
28. 50% 50%
29. 10% 90%
30. 100%
31. 10% 90%

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Tabella 3: Limiti d’esposizione per alcuni agenti di rischio.

Composto TLV-TWA (mg/m3) Cancerogenicità


IPA (classificati come catrame e pece di carbone) 0.2 A1
Carbone, polvere di residui bituminosi 0.9 A4
Carbone, polvere di antracite 0.4 A4
Nerofumo 3.5 A4
Benzene 1.6 A1
SO2 5.2 A4
H2S (14)
NO2 (NOx) 5.6 A4
CO 29
Particelle non diversamente classificate (polveri inerti o (10) x particelle inalabili
fastidiose) (3) x particelle respirabili
Note:
− Particelle inalabili: si depositano in qualsiasi tratto delle vie respiratorie
− Particelle respirabili: si depositano nella regione di scambio gassoso
− A1: cancerogeno riconosciuto per l’uomo
− A2: cancerogeno sospetto per l’uomo
− A3: cancerogeno riconosciuto per l’animale con rilevanza non nota per l’uomo
− A4: non classificabile come cancerogeno per l’uomo
− A5: non sospetto come cancerogeno per l’uomo
− Per i composti classificati A1 ma senza l’indicazione di un TLV è necessario eliminare nel modo più completo
l’esposizione
− Per i composti classificati A2 o A3 ma senza un TLV bisogna mantenere l’esposizione ai livelli più bassi possibili

Tabella 4: Misure effettuate mediante campionamenti ambientali all’interno dei reparti.

Descrizione NAP PHE ANT PYR CHR BaP Σ 6 IPA HMW* IPA tot. Polveri tot.
postazione (µg/m3) (µg/m3) (µg/m3) (µg/m3) (µg/m3) (µg/m3) (µg/m3) (µg/m3) (mg/m3)
Varie 2.73 0.00 2.73 0.10
Presse 1.59 0.21 0.00 1.80 0.10
Prep. Materie prime 1.89 0.04 0.07 0.13 2.06 0.10
Frantumaz. Rottami 24.48 1.10 0.39 0.00 25.97 0.10
Pasta elettrodica 1.93 0.00 1.93 0.80
Cernita, stuccatura 1.39 0.20 0.00 1.60 <0,1
Calcinaz. antracite 15.11 5.22 1.06 0.10 21.49 0.20
Formatura dinamica 2.07 0.00 2.07 0.20
* Σ 6 IPA HMW: quantità totale misurata per un gruppo di 6 IPA ad alto peso molecolare (da cui è stato escluso il BaP)

Criteri per l’assegnazione delle priorità d’intervento


CLASSI DI TOSSICITÀ
A Effetti irreversibili gravi
B Effetti medio-elevati
C Effetti moderati e reversibili
D Effetti molto limitati

CLASSI DI ESPOSIZIONE
I Contatto di elevata frequenza
II Contatto di media frequenza
III Contatto poco frequente
IV Contatto limitato o accidentale

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PRIORITÀ DI INTERVENTO
INDICE DI ESPOSIZIONE INDICE DI TOSSICITÀ
A B C D
I 1° 2° 3° 4°
II 2° 3° 4° 5°
III 3° 4° 5° 6°
IV 4° 5° 6° 7°

Tutti i dati vanno raccolti in un’unica tabella che riassume per ogni area o mansione le
informazioni principali e le priorità di monitoraggio.

Distribuzione dei valori di esposizione

Tabella 5: Misure d’esposizione ricavate dai campionamenti personali eseguiti sui


lavoratori.

NAP PHE ANT PYR CHR BaP IPA tot. Polveri tot.
Unità ID Matricola 3
(µg/m ) (µg/m3) (µg/m3) (µg/m3) (µg/m3) (µg/m3) (µg/m3) (mg/m3)
UP1 1 492 0.41 0.41 4.10
UP1 2 744 1.44 0.12 0.17 1.73 0.10
UP1 3 542 0.77 0.31 0.03 1.11 0.60
UP1 4 630 0.67 0.10 0.11 0.88 0.80
UP1 5 2116 1.31 1.31 <0,1
UP1 6 582 0.42 0.66 0.13 0.16 1.37 0.50
UP1 7 508 1.13 0.19 0.08 0.32 1.73 0.90
UP1 8 583 1.52 1.52 0.10
UP1 9 694 0.54 0.19 0.03 0.04 0.80 0.70
UP1 10 824 0.69 0.31 0.10 0.14 0.16 1.40 3.80
UP1 11 783 19.88 5.09 1.18 0.18 0.14 0.22 26.69 0.10
UP1 12 804 0.54 0.19 0.03 0.04 0.80 0.70
UP1 13 310 1.65 0.01 0.09 0.18 0.32 2.25 0.90
UP1 14 519 0.00 0.80
UP1 15 453 1.31 0.21 0.02 0.04 1.58 0.70
UP1 16 256 0.70 1.85 0.61 0.34 0.06 0.12 3.69 0.20
UP1 17 766 2.45 0.17 0.04 0.10 2.76 0.60
UP1 18 616 1.66 0.28 0.06 0.10 2.09 0.50
UP1 19 2068 1.60 1.60 0.20
UP1 20 550 1.67 0.47 0.04 0.06 2.24 0.10
UP1 21 517 0.05 0.01 0.07 0.10
UP1 22 615 0.03 0.04 0.07 0.21
UP1 23 728 2.03 0.03 0.12 0.15 0.05 2.37 0.06
UP1 24 658 1.97 1.48 2.31 5.76 1.50
UP1 25 410 0.11 0.07 0.18 0.60
UP1 26 683 0.00 0.90
UP1 27 578 1.18 1.18 3.40
UP1 28 584 0.05 0.05 1.60
UP1 29 718 0.15 0.15 0.12
UP1 30 596 1.38 0.24 0.24 0.20 2.06 2.30
UP1 31 710 0.18 0.03 0.24 0.15 0.03 0.63 2.10

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Tabella 6: Valori di probabilità per valutare la distribuzione dei dati d’esposizione.

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Linee guida per la soluzione del problema

– Dalla descrizione del processo e dell’impianto si recuperano le informazioni disponibili


relative alle sostanze, alle condizioni operative ed alle mansioni coinvolte.
– Si identificano i potenziali agenti di rischio già presenti nei reparti o che possono
essere formati mediante reazioni tra le sostanze coinvolte nel processo o con altri
composti (ad es. l’aria). Utilizzando i dati tabulati si determinano le proprietà degli
agenti di rischio alle condizioni operative e la loro tossicità (vie di penetrazione e limiti
di esposizione).
– Si effettua una classificazione di tossicità per gli agenti di rischio identificati.
– Un’indagine sull’organizzazione e sulle modalità di lavoro permette di identificare le
operazioni a potenziale rischio di esposizione. Ogni fase di produzione può
comportare condizioni diverse e in ciascuna di tali fasi possono esserci differenti
condizioni di esposizione. Come è noto la posizione reciproca lavoratore-sorgente di
emissione, i parametri fisici e fluidodinamici degli ambienti possono esercitare una
notevole influenza; mediante una completa analisi di mansione si determinano,
pertanto, le classi di esposizione per i lavoratori che operano all’interno dell’unità di
processo UP1.
– Si procede analogamente, ricorrendo anche ai rilievi ambientali, per valutare i rischi di
esposizione dipendenti dalle operazioni, dai reparti.
– Riunendo le informazioni contenute nelle classificazioni di tossicità e di frequenza
d’esposizione eseguite, s’identificano i gruppi di lavoratori a profilo d’esposizione
equivalente; inoltre, si definisce una lista di priorità di monitoraggio o d’intervento per
minimizzare i problemi di rischio sanitario, in particolare riguardanti il gruppo
potenzialmente più esposto ad uno o più agenti di rischio. Si ricorda che il rispetto di
un limite d’esposizione prolungata (TLV-TWA) non è una garanzia assoluta
dell’assenza di un rischio sanitario per i lavoratori; soggetti in età avanzata o affetti da
allergie o da patologie respiratorie (anche i fumatori) potrebbero risentire, comunque,
di effetti legati ad una prolungata esposizione ad un agente di rischio anche se la sua
concentrazione nell’ambiente risultasse inferiore al TLV-TWA.
– Per il gruppo a maggiore esposizione potenziale si controllano i dati relativi ai
campionamenti personali per verificare se i lavoratori sono effettivamente quelli più
esposti ad uno o più agenti di rischio (ad es. al parametro IPA totali). In tal modo è
semplice verificare la correttezza delle ipotesi, formulate in fase preliminare, e della
procedura di valutazione adottata, evidenziando eventuali anomalie relative al
campionamento od all’esposizione di alcuni lavoratori.
– In questo caso, il confronto dei risultati evidenzia una distribuzione anomala delle
misure di polveri totali, che possono variare molto tra un lavoratore e l’altro; si nota
anche una marcata differenza nella concentrazione di polveri rilevata mediante
campionamento personale ed ambientale. Ciò è dovuto al fatto che le polveri di
lavorazione sono caratterizzate da un ampio spettro di dimensioni di particella e, di
conseguenza, di masse; le frazioni più grosse ricadono al suolo e, pertanto, si rilevano
picchi di concentrazione ad esempio in prossimità delle apparecchiature o di possibili
zone di accumulo. Le polveri più sottili invece risentono dei fattori ambientali in modo
marcato (correnti d’aria, cappe d’aspirazione, etc...) e possono migrare facilmente
attraverso le aree lavorative distribuendosi uniformemente. Questa varietà di
comportamenti determina le anomalie nei dati concernenti le polveri totali misurate.

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– La validità della procedura adottata, la selezione di un gruppo di soggetti


effettivamente omogeneo come livello d’esposizione può essere valutata osservando
la distribuzione, su un grafico di probabilità log-normale, dei valori di esposizione
personale degli IPA totali. Le rappresentazioni dei dati mediante grafici di probabilità
log-normale consentono una stima preliminare del modello di distribuzione delle
misure; permettono poi di calcolare, attraverso un’interpolazione grafica dei risultati, la
media geometrica (GM) e la deviazione geometrica standard (GSD) della
distribuzione.
– Per la rappresentazione dei dati occorre disporre in ordine crescente le misure di
concentrazione ed associare ad esse un valore progressivo ed uno di probabilità P,
che indica la percentuale delle possibili misure che sono inferiori ai valori ottenuti con il
campionamento. La probabilità P è funzione di n ed N, rispettivamente numero
progressivo della misura che si sta considerando e numero totale di dati che
costituiscono la distribuzione da studiare. Per calcolare P è possibile utilizzare formule
come la seguente
100 ⋅ ( n - 0,5 )
P=
N
oppure utilizzare correlazioni come quelle riportate in tabella 6.
– Sul grafico vengono rappresentati i punti identificati dalle misure di esposizione in
funzione del corrispondente valore di P. E’ possibile ricorrere a due rappresentazioni:
una utilizza grafici semi-logaritmici, l’altra riporta su assi cartesiani i valori di
concentrazione log-trasformati in funzione di P. A titolo d’esempio, nelle figure
successive sono riportati entrambi i diagrammi.

Distribuzione log-normale (personale)

10
Conc. IPA µ/m3

0.0122x
y = 1.3227e
0.1
IPA misurati
IPA corretti
Exp. IPA corretti
0.01
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Probabilità %

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Distribuzione log-normale (personale)


1.5

1.2 ln [IPA] = y = 0.0122x + 0.2797


ln [IPA]

0.9

0.6
IPA corretti
0.3
Lineare (IPA corretti)
0
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Probabilità %

– Se la distribuzione dei dati è ragionevolmente omogenea, mediante regressione


grafica, si ricava una retta che interpola con uno scarto minimo i punti diagrammati. Si
ricorda che per un grafico semi-logaritmico la “retta di regressione” che si ricava con
l’interpolazione grafica, per la particolare natura della rappresentazione, è in realtà
un’esponenziale in base e. Se la curva che interpola i dati non è lineare si può avere,
ad esempio, una distribuzione mista (in tal caso gli elementi che compongono il
gruppo a profilo d’esposizione equivalente non presentano lo stesso grado
d’esposizione e possono essere suddivisi in due o più gruppi) o tronca (nel caso in cui
un limite strumentale od un errore nella procedura di campionamento facciano tendere
la distribuzione ad un asintoto orizzontale). Alcuni risultati e possibili interpretazioni
sono riassunti nella figura seguente.

– P è un peso statistico che viene assegnato ad ogni campione e risulta quindi evidente
che in una distribuzione di valori le misure più importanti sono quelle che ricadono
nell’intervallo centrale di probabilità, tra 20 ed 80%, e che solitamente si ottengono con
una frequenza più elevata (curva a campana). In molte distribuzioni i valori più esterni
si discostano spesso dalla tendenza lineare individuata dalle rimanenti misure e
possono essere, data la ridotta frequenza d’accadimento, scartati dallo studio
dell’andamento dei dati. Negli esempi riportati in precedenza viene escluso il primo
valore della distribuzione. La media geometrica (GM) può essere ricavata utilizzando i

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parametri di regressione della retta d’interpolazione ed è data dal valore di


concentrazione che si ottiene per P = 50%; analogamente, il GSD può essere
calcolato come segue
val. f(P=84%) val. f(P=50%)
GSD = =
val. f(P=50%) val. f(P=16%)
dove val. f(P) corrisponde ad un valore di concentrazione; se si utilizza la
rappresentazione dei dati log-trasformati il val. f(P) non corrisponde al valore che si
trova in ordinata sul grafico, ma si ha val. f(P) = exp (y).
– Le rappresentazioni dei dati mediante grafici di probabilità log-normale non vengono
solitamente utilizzate per studiare la distribuzione delle misure riguardanti i
campionamenti ambientali, perchè le operazioni di un processo, i reparti e le aree di
un impianto non possono essere classificati in gruppi equivalenti. Può essere però
utile diagrammare i dati ambientali con questa tecnica per verificare se la procedura
sperimentale, di campionamento ed analisi, fornisce sempre misure affidabili oppure
presenta dei limiti di detezione (inferiori o superiori); in tal caso la distribuzione delle
misure non risulta rettilinea e presenta un asintoto orizzontale dal lato della
distribuzione in cui la procedura sperimentale si avvicina ad un limite. Il grafico
seguente, ad esempio, evidenzia la presenza di due distinte distribuzioni e la
possibilità che i valori misurati siano prossimi ad un limite inferiore di rilevabilità.

Distribuzione rilevi ambientali (IPA tot.)


100
Conc. IPA [µg/m3]

10

1
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90
Probabilità %

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