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–TEORIE METODOLOGIE DIDATTICHE DELL’EDUCAZIONE MOTORIA–

1 CONOSCENZE, TECNICHE DI BASE E APPRENDIMENTO MOTORIO


1. L’azione motoria è: L'insieme di movimenti intenzionali e finalizzati che caratterizzano un processo psicomotorio
2. L'azione motoria sportiva presenta una notevole complessità sul piano: Anatomico, funzionale e relazionale
3. Le capacità motorie: Sono l’insieme di attitudini ed abilità diffuse e generalizzate che fanno di una persona,
un soggetto che può esprimersi generalmente in tutte le diverse tipologie di movimento
4. Le capacità condizionali: Determinano la durata, la quantità e l’intensità della risposta motoria
5. Le capacità coordinative: Determinano la tipologia e la qualità della risposta motoria
6. Nella fase di sviluppo della coordinazione grezza: La forma grossolana delle prime esecuzioni e la non
riuscita dei tentativi, sono causati da fattori interni (atleta) e da fattori esterni (allenatore)
7. L'apprendimento motorio è: Un processo interno che riflette il livello di capacità individuale di prestazione e può
essere valutato in base alla relativa stabilità delle esecuzioni di un compito
8. La fase di sviluppo della coordinazione fine: Rappresenta una lunga fase di stabilizzazione del movimento
la quale non preclude successivi miglioramenti
9. Per Vygotskij: L'apprendimento umano presuppone una natura sociale specifica e un processo attraverso il quale
i soggetti si inseriscono gradualmente nella vita intellettuale di coloro che li circondano
10. Per Piaget , se si vuole organizzare un ambiente di apprendimento motorio-sportivo: E' importante individuare
lo stadio di sviluppo raggiunto del soggetto ancor prima di progettare un intervento didattico motorio efficace

2 LA VALUTAZIONE MOTORIA
1. La scienza che studia la valutazione è: La docimologia
2. Il peer assessment rappresenta: La valutazione tra pari
3. Il Bilancio delle competenze rappresenta: Un percorso che tende a individuare e a promuovere le caratteristiche
personali e professionali di un soggetto
4. Nella valutazione esterna: E' richiesta la collocazione del ricercatore e degli strumenti di osservazione esterna
al fenomeno
5. La valutazione quali-quantitativa prevede: La raccolta di dati, la registrazione di informazioni da comparare,
ma può per registrare anche atteggiamenti e comportamenti
6. Individuare gli indicatori significa: Trovare delle prestazioni-tipo aventi un’alta correlazione con ciò che
effettivamente si intende valutare
7. La valutazione in educazione motoria: Ha inizialmente il carattere di verifica, individuale e analitica, dei
prerequisiti funzionali e strutturali e in seguito, dei livelli di sviluppo delle capacità motorie e delle competenze via
via acquisite
8. Le competenze motorie nel campo della valutazione richiedono: Un sapere, un saper fare, un saper essere
ed un saper far fare
9. Nella fase iniziale della valutazione, il laboratorio motorio prevede: La presenza di esperienze pregresse in
campo motorio e la piena consapevolezza delle proprie capacità ed abilità in campo motorio
10. La valutazione sistematica è: Formale, predefinita nei tempi e nelle modalità di osservazione del
fenomeno motorio – sportivo
3 I TEST MOTORI DI VALUTAZIONE
1. L'affidabilità di un test motorio dipende: Dalla strutturazione del test e dalle diverse modalità di
somministrazione e di misurazione
2. L'ABC movement misura: Abilità manuali, abilità con la palla e l’equilibrio
3. Il Visual Motor Integration(VMI) valuta: L'integrazione di 2 abilità: visive e motorie
4. Qual è l’ordine di somministrazione del VMI: VMI, test di percezione visiva, test di coordinazione motoria
5. Il Test di Piaget destra/sinistra è costituito da: Riconoscimento destra-sinistra su di sé, riconoscimento destra –
sinistra su un’altra persona situata di fronte e riconoscimento della posizione relativa di 3 soggetti
6. Le prove del test di Head prevedono: L'imitazione dei movimenti dell’osservatore faccia a faccia, l’esecuzione di
movimenti su ordini verbali, l’imitazione di figure schematiche
7. La Scala di Oseretzky valuta: Il grado di sviluppo motorio, lo sviluppo dell’intelligenza generale e delle
reazioni emotive
8. I 6 item delle Prove Movit descrivono: Il grado di avvicinamento del soggetto alla conquista della capacità
oggetto di osservazione
9. La Check List dell’ABC Movement prevede: 5 sezioni, di cui 4 sono operative e 1 è comportamentale
10. Il Visual Motor integration si avvale di: 2 test base e 2 test supplementari di percezione visiva e
coordinazione motoria

4 LA DIDATTICA LABORATORIALE
1. Il laboratorio è: Una situazione di apprendimento in cui si integrano conoscenze, abilità, progettualità, operatività,
stili cognitivi, sociali ed emotivi
2. La didattica laboratoriale: Passa da un modello formativo basato su apprendimenti formali ad un apprendimento
basato su compiti e progetti da realizzare
3. Il laboratorio favorisce: L'esperienza pratica
4. Il mediatore iconico: E' quello maggiormente vicino alla realtà, perché immediatamente percepibile all’occhio
5 Il mediatore attivo: E' individuabile nell’esperienza diretta
6. Il mediatore analogico: Consente di evitare la dispersività e la pericolosità di situazioni reali
7. Nella didattica laboratoriale, l’educatore è visto come: Un facilitatore
8. Attraverso la pratica laboratoriale, ai soggetti è consentito di apprendere in modo: Casuale e
situazionale,individuale, interdisciplinare, cooperativo, creativo, rispettoso degli stili cognitivi
9. Le attività laboratoriali devono essere: Progettate, concrete, aperte all’interpretazione e orientate ai risultati
10. Il laboratorio come esperienza multidimensionale: E' un laboratorio in cui la trasferibilità dei contenuti apre
l’accesso ad un sapere plurimo.

5 IL CONTROLLO MOTORIO
1. L’abilità discreta: E' un compito motorio organizzato in modo tale che l’azione è generalmente breve e ha un
inizio e una fine ben definiti
2. L’abilità aperta o open skill: E' quella eseguita in un ambiente variabile ed imprevedibile
3. In base alle teorie dell’azione: Le azioni funzionali sono viste come emergenti dalla relazione tra l’organismo e
l’ambiente
4. Il feedback intrinseco: E' relativo alle informazioni conseguenti al proprio movimento e che il soggetto è in grado
di ricevere ed elaborare grazie ai propri analizzatori
5. Il controllo motorio a circuito chiuso: Ha come elemento fondamentale il feedback prodotto dalla risposta che
permette la rilevazione e la correzione dell’errore nell’esecuzione
6. Il controllo motorio a circuito aperto: Non prevede né un feedback né un meccanismo riparatore che rilevi gli
errori
7. La traccia amnestica: E' la rappresentazione del movimento che si vuole eseguire.
8. La traccia percettiva: E' l’immagine sensoriale del movimento.
9. Schmidt, ritiene che con un programma motorio generalizzato, il soggetto immagazzini quattro tipologie di
informazione relative a: Condizioni iniziali, specificazioni di risposta, conseguenze sensoriali della risposta
prodotta, risultati del movimento
10. Lo schema di riconoscimento: Rappresenta il meccanismo di riferimento che consente di valutare la correttezza
del movimento iniziato e di eseguire le eventuali correzioni.

6 IL LABORATORIO MOTORIO
1. Il laboratorio motorio rappresenta: una modalità di insegnamento alternativa e complementare alla
didattica tradizionale
2. Il laboratorio motorio è un luogo: Dove è possibile favorire la crescita cognitiva del soggetto, le esperienze
operative di esplorazione sensoriale e motoria, le esperienze di rappresentazione e simbolizzazione
3. Il laboratorio ludico consente: La trasferibilità dei saperi impiegando il corpo come canale di
apprendimento e come canale comunicativo di emozioni e sentimenti
4. I luoghi formativi intesi come laboratori rappresentano: I luoghi in cui non solo si progettano i saperi ma
anche un insieme di opportunità formative
5. Il laboratorio espressivo è: Un laboratorio finalizzato allo sviluppo della creatività
6. Il laboratorio motorio è: Un laboratorio didattico, espressivo, relazionale
7. Il termine ”psicomotorio” viene usato per la prima volta: Per indicare le regioni della corteccia cerebrale
vicine alle aree propriamente definite motorie
8. L’attività psicomotoria favorisce: Uno sviluppo psicofisico armonioso
9. L’obiettivo della pratica psicomotoria è quello di: Favorire un’espressione libera e spontanea
10. La psicomotricità rappresenta: Una metodologia del gioco spontaneo e del movimento

7 LO SPORT EDUCATIVO: GIOCO-SPORT E ALFABETIZZAZIONE MOTORIA


1. Nel gioco si sviluppano: Le capacità senso-motorie, le capacità affettivo-relazionali, le capacità
espressive, le capacità cognitive
2. Il gioco funzionale: E' la prima attività ludica del soggetto
3. Il gioco simbolico: Si ha quando il soggetto raggiunge il pensiero simbolico
4. Il soggetto può sviluppare la sua creatività attraverso: Il brain-storming ed il problem solving
5. Lo sport educativo costituisce: Un elemento necessario per il processo inclusivo, uno strumento per
favorire l’uguaglianza di diritti, un mezzo per valorizzare le diversità
6. Per Merleau Ponty il corpo è: Un corpo vissuto, attraverso il quale conosciamo noi stessi e il mondo
7. Lo sport, è educativo se: Non persegue soltanto il miglioramento della prestazione
8. Il Il gioco-sport rappresenta: Un protocollo di intesa, stipulato tra CONI e MPI
9. Attraverso il progetto di Alfabetizzazione motoria: Si acquisiscono capacità, abilità, competenze motorie e
stili di vita
10. L’intelligenza corporeo-cinestesica di Gardner consiste: Nella capacità di usare il corpo per fini funzionali
o espressivi e nella manipolazione di oggetti
8 CENNI STORICI SULLO SPORT E LE OLIMPIADI MODERNE
1. L’anno al quale si fa risalire l’inizio delle Olimpiadi è: Il 776 a.c.
2. Chi era il pedotriba: Un maestro di ginnastica
3. La quintana è: Una corsa durante la quale cavalieri muniti di lancia devono colpire un fantoccio di legno
4. La Casa Giocosa di Vittorino da Feltre prevede: Lo studio di tutte le discipline e dell’educazione fisica
5. Le Olimpiadi vengono riprese in epoca moderna da: Pierre de Coubertin
6. Le Olimpiadi del 1936 si tengono a: Berlino
7. Le Olimpiadi di Berlino del 1936 sono espressione: Dell’esaltazione della forza fisica tedesca, dell’amor
patrio e la sua naturale grandezza
8. Le donne partecipano per la prima volta in forma ufficiale alle Olimpiadi: Nel 1920 ad Anversa
9. L’atletica leggera nasce ufficialmente come disciplina sportiva: Con i primi Giochi Olimpici
10. La prima associazione atletica in Italia, nasce: Nel 1890 a Milano

9 LE TAPPE PRINCIPALI DELLA CRESCITA


1. L’ipofisi secerna: Una serie di ormoni e tra questi anche l’ormone dell’accrescimento
2. L’accrescimento umano è: Il risultato finale dell’interazione reciproca tra fattori ambientali e fattori genetici
3. La prima infanzia rappresenta: Il momento di più rapido sviluppo dell’organismo
4. La terza infanzia o età della scuola è contraddistinta: Da un accrescimento costante e regolare e da
un’accelerazione nella crescita
5. Il completamento dello sviluppo avviene: Verso i 16 anni per le femmine e i 18 anni per i maschi
6. La seconda legge del Viola afferma: Che il nostro organismo ha libertà di sviluppo in altezza, ma si
sviluppa trasversalmente in armonia con la massima crescita degli organi interni
7. La Legge di Godin afferma: L’esistenza di un’alternanza tra i due tipi di sviluppo, in modo tale che i
periodi di maggior aumento di peso non coincidono con i periodi di maggior sviluppo in altezza
8. L’intervento diretto da parte dell’adulto nelle prime fasi dello sviluppo motorio: Non rappresenta una
condizione idonea per il bambino
9. La lateralizzazione porta: Alla conoscenza della propria lateralità prima, e di quella altrui successivamente
10. Verso i 2-3 anni la motricità grossolana del bambino si esplica nelle attività come: Il correre in avanti,
saltare sul posto con entrambi i piedi camminare in punta di piedi, calciare un pallone...

10 LE IMPLICAZIONI PSICOMOTORIE IN ETÀ EVOLUTIVA


1. Il riflesso dei punti cardinali: Si ottiene stimolando la cute del neonato
2. Il riflesso della marcia automatica: Viene a determinarsi sostenendo il neonato in posizione eretta, in lieve
antero – flessione
3. Per sviluppo psicomotorio si intende: Il processo maturativo che consente al bambino nei primi anni di vita,
di acquisire competenze e abilità motorie, cognitive, relazionali
4. Verso i 2-3 anni il bambino: Cammina e corre bene, calcia la palla, sperimenta tutto ciò che gli accade
5. L’apprendimento motorio secondario consente: Di elaborare, organizzare e successivamente programmare i
dati informativi corporali, spaziali e temporali
6. Nella fase anale si assiste: Al passaggio da una dipendenza assoluta dagli adulti ad una maggiore autonomia
7. Lo schema corporeo rappresenta: L’immagine del corpo e quindi ...una conoscenza immediata che si ha del
proprio corpo, sia in posizione statica che in movimento
8. Secondo il Modello posturale dello schema corporeo di Schilder: I concetti di schema e immagine corporea
sono strettamente collegati
9. Nella fase del corpo subito: Il bambino si manifesta motoriamente attraverso il proprio corpo che “sente” per le
stimolazioni provenienti dall’ambiente esterno
10. La postura è: L’atteggiamento caratterizzante che l’uomo assume in rapporto all’ambiente.
11 LA PSICOMOTRICITÀ
1. Secondo H. Wallon: Le emozioni hanno una funzione espressiva
2. Lo studioso Ajuriaguerra: Considera la persona nel suo insieme, psiche e corpo
3. Per Lapierre e Aucouturier è: Attraverso il movimento e il tono muscolare, che il bambino vive sul suo
corpo emozioni e sentimenti che si trasformano in concetti e nozioni
4. Vayer ha parlato di: Un’azione educativa e un ambiente formativo concepito in funzione del bambino, e
rapportati all'età e ai suoi bisogni
5. La psicomotricità intesa come metodologia didattica, trova un’ampia applicazione: A scuola
6. La psicomotricità in quanto metodologia didattica è: Un metodo non direttivo, basato sul linguaggio non verbale
7. In ambito educativo la psicomotricità, consente: Lo sviluppo della personalità del soggetto e le sue
relazioni con il mondo che lo circonda, attraverso il mondo corporeo
8. Il presupposto dell’educazione psicomotoria è: La considerazione globale del bambino, negli aspetti
emotivo-affettivo, motori, creativo-espressivi e cognitivi
9. Quali di questi obiettivi appartengono all’area psico-motoria: Adeguare e consolidare lo schema corporeo,
sviluppare l’equilibrio statico e dinamico, sviluppare e migliorare la coordinazione globale e segmentaria
10. Per favorire uno sviluppo equilibrato del soggetto: Si devono considerare gli aspetti affettivi, cognitivi
e relazionali

12 ASSISTENZA TECNICA E PICCOLI E GRANDI ATTREZZI


1. Che cosa si intende per assistenza tecnica: Un aiuto materiale durante l’esecuzione del movimento
2. Quale tra questi è un mezzo di protezione: Il materasso paracadute o materassone
3. I piccoli attrezzi: Sono attrezzi di semplice utilizzo in quanto le loro dimensioni consentono una facile e
agile manipolazione
4. Quale tra questi è un piccolo attrezzo: Il cerchio
5. Quale tra questi è un grande attrezzo: La trave
6 Le attività ludico-simboliche sono: Quelle attività di simbolizzazione, di simulazione di eventi e interpretazione
di personaggi e si traducono nella drammatizzazione di situazioni vere o fantasiose
7. I piccoli e i grandi attrezzi sono strumenti codificati perché: Di essi si conoscono la forma, i materiali, il
peso, le finalità generali e specifiche per le quali sono stati realizzati
8. Quale tra questi è un attrezzo idoneo per la pratica psicomotoria: Il cilindro imbottito
9. La fase di utilizzazione dello spazio simbolico corrisponde: Al momento nel quale il bambino riesce a
realizzare una vera narrazione del proprio vissuto, utilizzando oggetti e materiali strutturati e non strutturati
10. Uno dei presupposti per una efficace attività psicomotoria è: La scelta di luoghi adeguati, attrezzi, colori,
suoni e condizioni climatiche che possono essere determinanti per la creazione di efficaci ambienti di
apprendimento

13 ENTI FEDERAZIONI SPORTIVE


1.Lo scopo del Movimento Olimpico è: Contribuire alla costruzione di un mondo migliore e pacifico
attraverso l’educazione della gioventù nella prospettiva di una pratica sportiva
2 L’Olimpismo: Esalta e combina in modo equilibrato le qualità del corpo, della volontà e dello spirito,
collegando lo sport alla cultura e all’educazione
3. I Comitati Nazionali Olimpici (CNO): Vigilano sullo sviluppo e sulla protezione del Movimento Olimpico e ne
custodiscono i relativi valori ciascuno nel proprio paese
4. Il C.O.N.I è: Un’articolazione del grande movimento olimpico che fa capo al C.I.O.
5. Il Consiglio Nazionale del CONI: Assicura l’attività sportiva nazionale e armonizza l’azione delle
Federazioni Sportive Nazionali e delle Discipline sportive associate
6. Le Federazioni sportive nazionali: Svolgono l’attività sportiva e le relative attività di promozione, in
armonia con le deliberazioni e gli indirizzi del CIO e del CONI
7. Le Federazioni sportive nazionali sono: 45
8. Gli Enti di promozione sportiva sono: Associazioni a livello nazionale che hanno il fine istituzionale di
promuovere e organizzare attività fisico sportive con finalità ricreative e formative
9. Il CIP: Detta i principi fondamentali per la disciplina delle attività sportive paralimpiche e per la tutela della
salute degli atleti disabili
10. Gli sportivi professionisti: Sono rappresentati dagli atleti, dagli allenatori tecnico-sportivi e i dai
preparatori Atletici

14 I PROFILI PROFESSIONALI IN AMBITO MOTORIO-SPORTIVO


1. Le scienze motorie sportive: Apprendimenti da diversi ambiti scientifico-culturali
2. Chi ha suggerito e studiato il rallentamento dello sviluppo del settore motorio-sportivo in Italia: Refrigeri 1998
3. Per l'insegnamento delle scienze motorie e sportive negli istituti di formazione secondaria di secondo grado
serve: L 48 o A 29
4. Con "ambiti speciali" definiamo: Contesti in cui il modello di allenamento deve essere adattato a bisogni e contesti
5. L'area definita del "Corpo, movimento e sport": È un credito su trecento
6. Il primo modello di formazione superiore secondaria quadriennale durò fino: 1998
7. Il diploma di istituto magistrale o di scuola magistrale nella scuola primaria: Può insegnare se antero 2000
8. La figura professionale in essere potrà seguire lo sviluppo motorio: Di tutte le età nel settore della normalità
9. La figura professionale in essere potrà lavorare alla presenza di deficit: Con curricula preventivo adattivo
10. La figura professionale dovrà operare attraverso: Attività pratiche, esercizi, giochi attività ludiche

15 I MUSCOLI
1. Le fibre muscolari sono formate da cellule chiamate: Miociti
2. Le strie intercalari sono: Zone di giunzione tra le fibre
3. I muscoli anulari fanno parte: Muscoli brevi
4. I muscoli lunghi si sviluppano: In lunghezza
5. Ogni fibra muscolare scheletrica è costituita: Cellula polinucleata allungata
6. La struttura della miosina consiste: Testa-coda
7. Le cellule autoritmiche hanno un ruolo nel: Regolazione frequenza cardiaca
8. Il diaframma è: Il muscolo respiratorio per eccellenza
9. Contrazione concentrica è: Una contrazione che genera accorciamento e spostamento
10. La membrana della fibrocellula si chiama: Sarcolemma

16 LE OSSA
1. Il midollo osseo è di consistenza: Molle
2. Il tessuto cartilagineo è composto da: Condrociti
3. Queste ossa proteggono anche: Il primo tratto sistema digerente
4. Quante ossa compongono il cranio: 22 ossa pari e impari
5. Le dimensioni ossee della colonna sono: Maggiori dall’alto in basso
6. Quante sono le vertebre cervicali: 7
7. L'ulna: Osso mediale dell’ avambraccio
8. I cuneiformi sono: 3
9. L'ileo rappresenta: La porzione superiore cintura pelvica
10. Quante sono le coste: 12
17 PARADIGMI TEORICI A CONFRONTO: L'EPISTEMOLOGIA DELL'EDUCAZIONE
MOTORIA
1. Il comportamentismo prende avvio con gli esperimenti di: Pavlov
2. Thorndike afferma che lo stabilirsi e il rafforzarsi di legami associativi tra stimolo e risposta: Non deriva
semplicemente dalla loro contiguità temporale , ma dagli effetti che seguono la risposta e che pertanto determinano
degli effetti sull’ambiente e sull’individuo
3. Per la legge dell’effetto: Un comportamento viene appreso e si stabilizza solo se la risposta produce un
certo effetto sull’ambiente e sull’individuo
4. Per Tolman l’apprendimento: Non è solo frutto di un condizionamento di uno stimolo esterno, ma comprensione
della realtà, che implica un primo agire dell’uomo sulla realtà
5. Il Cognitivismo: Studia i processi mentali sottostanti alle attività cognitive dell’uomo e considera l’elaborazione
e la trasformazione delle informazioni la base dei processi di apprendimento
6. Vygotskij appartiene al: Costruttivismo sociale e culturale
7. Per Novak: Il vero apprendimento si verifica quando ci si attiva per comprendere il significato di quello che è
stato memorizzato
8. Per Merleau Ponty il corpo rappresenta: L’apertura percettiva al mondo
9. Per Damasio: Mente e corpo vanno considerati come componenti integrate e interdipendenti di un unico
organismo capace di interagire in modo intelligente ed efficace con l’ambiente
10. Le sinapsi sono: Il punto di collegamento tra due neuroni contigui

18 ITINERARI CORPOREI E MINDFULNESS


1. La mindfulness è: Uno stato di coscienza in cui siamo testimoni vigili e presenti dei nostri pensieri, delle nostre
emozioni o percezioni
2. Nella terapia dell’accettazione e dell’impegno (ACT), la mindfulness può essere intesa come: Un insieme di
processi connessi che minano il dominio delle reti verbali
3. Gli esercizi di meditazione hanno lo scopo di: Condurre chi medita verso la consapevolezza del momento presente
4. La riflessione su se stessi è una forma di: Metacognizione
5. Una conseguenza fondamentale della mindfulness è: La presa di consapevolezza che i pensieri, le
sensazioni e le emozioni sono continuamente fluttuanti e momentanei
6. Uno degli scopi più importanti e utili della mindfulness: Non è la presenza o l’assenza di pensieri, ma il
nostro atteggiamento rispetto ad essi
7. L’empatia si basa sui cambiamenti corporei e limbici per mezzo dei quali cogliamo: Ciò che succede
all’interno di noi stessi
8. L’impatto della mindfulness sulla regolazione delle emozioni è stato esplorato da: Richard Davidson
9. Lo stile affettivo si riferisce: Alle differenze individuali relative alla reattività e alla regolazione emotiva
10. I neuroni specchio sono stati scoperti da: Giacomo Rizzolatti

19 IL MOVIMENTO UMANO
1. Le Boulch sostiene che la scienza del movimento umano: Non può essere paragonabile allo studio di una
macchina fatta di leve, cerniere e muscoli
2. Il movimento è considerato da Le Boulch: Come strumento fondamentale di educazione
3. L'esercizio fisico regolare: Condiziona la produzione di tre ormoni: paratormone, calcitonina e GH -
ormone della crescita
4. L'apparato circolatorio: Assieme al muscolo cardiaco aumenta la propria funzionalità
5. L'ipocinesi è: La carenza di movimento
6. L'espressione active living: Indica uno stile di vita per il quale l'attività fisica è direttamente integrata nella
quotidianità di ognuno di noi
7. Camminare immersi nella natura rappresenta: Un'opportunità di salute che va ben oltre il semplice
recupero della forma fisica
8. Attraverso il movimento: L'essere umano modifica se stesso e trasforma il mondo
9. La motricità: È un'energia ontologica
10. L'esercizio fisico: Ritarda l'invecchiamento e aiuta a combattere l'osteoporosi

20 SISTEMI NEURO-BIOLOGICI E MOVIMENTO UMANO


1. L'analizzatore visivo: Svolge un ruolo estremamente importante per il controllo e la coordinazione dei movimenti
2. I sistemi somatosensoriale e visivo: Informano sulla posizione del corpo rispetto all'ambiente circostante
3. Il senso di equilibrio è mediato da informazioni: Di origine vestibolare, somatosensoriale e visiva
4. I recettori vestibolari sono localizzati: Nelle ampolle dei canali semicircolari e nelle macule dei vestiboli
5. L'equilibrio dinamico: È caratterizzato dallo spostamento del baricentro, e quasi tutto il lavoro è devoluto ai
muscoli antigravitari
6. Gli analizzatori ottico-vestibolari: Favoriscono l'aggiustamento posturale
7. La stereoscopia indica: L'apprezzamento della distanza di un oggetto da un altro
8. Il controllo motorio a circuito chiuso: Si basa sul feedback e su un meccanismo di comparazione
9. La traccia percettiva: Contiene tutte le informazioni della corretta esecuzione di un movimento
10. Il modello detto "programma motorio": Rappresenta un modello di controllo a circuito aperta

21 IL MOVIMENTO RIFLESSO, CONTROLLATO E AUTOMATIZZATO


1. Il riflesso monosinaptico è: Un arco in cui si trova una sola sinapsi
2. La motricità controllata: Comprende tutti quegli atti motori che, oltre ad essere voluti intenzionalmente,
richiedono all'uomo un certo grado di attenzione, cura e controllo
3. I riflessi sono detti "telecettivi" quando: Sono indotti da stimolazioni acustiche, visive ed olfattive
4. Il grasping consiste: Nella chiusura della mano quando avviene il contatto tattile del palmo con un oggetto esterno
5. Il termine riflesso condizionale è stato proposto: Dallo studioso russo Pavlov
6. Un movimento si può considerare altamente automatizzato: Se in situazioni sfavorevoli rimane invariato
7. I Riflessi Propriocettivi: Sono provocati da afferenze interne muscolari, articolari e vestibolari
8. Analizzatore tattile: Dà informazioni su forma e superficie di oggetti e terreni
9. L'arco riflesso miotatico monosinaptico può essere visto come: Una risposta a catena
10. Nella coordinazione grezza: I gesti appaiono impacciati, poco fluidi, avvengono ad un ritmo lento e senza
la giusta scelta di tempo

22 FORME E CLASSIFICAZIONI DEL MOVIMENTO UMANO


1. Le attitudini definiscono: I rapporti del baricentro del corpo con i mezzi di sostegno e con il suolo
2. I movimenti analitici e segmentari coinvolgono: Una sola parte del corpo e avvengono senza comportare una
variazione globale della postura del corpo.
3. Il concetto di schema motorio ci rapporta: Ad una possibile rappresentazione o immagine mentale del
movimento che dobbiamo compiere
4. La capacità di equilibrio: Viene sollecitata fin dalle prime reazioni di raddrizzamento
5. Dal punto di vista neuro-fisiologico il meccanismo dell' equilibrarsi è condizionato: Innanzitutto dagli
analizzatori vestibolari, propriocettivi e tattili
6. Il bambino impara a camminare a una età compresa: Tra i 10 e i 14 mesi
7. Lo strisciare: è uno schema motorio che si manifesta molto precocemente
8. Gattonare è: Il traslocare in appoggio quadrupedico
9. Il salto: Presuppone una buona capacità di coordinazione ed un discreto controllo dell'equilibrio dinamico
10. Tirare a sé, spingere, sono movimenti interessanti: Che si manifestano sin dalla prima infanzia
23 IL PROCESSO EVOLUTIVO E LO SVILUPPO DEL MOVIMENTO UMANO
1. La curva sigmoidale: è una funzione matematica che descrive l'andamento di un fenomeno
2. Dai 14 ai l8 anni: è l'età della acquisizione e del perfezionamento delle abilità sportive
3. Secondo Malina, i tre processi fondamentali di crescita, maturazione e sviluppo: Avvengono
parallelamente interagendo tra di loro
4. I processi di crescita e di maturazione: Dipendono principalmente dai fattori genetici, ma anche dall'ambiente
nel quale l'uomo cresce
5. Sono definiti atetotici quei movimenti che: Sono realizzati in forma segmentaria e in una condizione di
rilassamento e di calma
6. I periodi di proceritas: Sono caratterizzati da una crescita prevalente in lunghezza
7. Nei periodi di turgor: Si ricrea una condizione ottimale di equilibrio peso-statura
8. Il sistema vegetativo è chiamato anche di: Nutrizione
9. Il sistema di relazione ha due polarità: Afferente o efferente
10. Meinel definisce «massivi incontrollati» quei movimenti che, nei primi 3 mesi di vita e in stato di veglia:
Fanno sembrare il neonato come un piccolo essere agitato, disordinato e goffo nella sua motricità

24 LE CAPACITÀ MOTORIE
1. Il TRP: è il tempo di reazione premotorio
2. L'equilibramento: è un processo percettivo-motorio mediante il quale il corpo si mantiene in equilibrio
3. Le capacità motorie: Influenzano l'intensità e la qualità di risposta all'ambiente
4. Le capacità coordinative: Sono determinate dai processi che organizzano, controllano e regolano il movimento
5. Le capacità condizionali: Sono direttamente influenzate dai processi metabolici che conducono alla
produzione di energia
6. La capacità di reazione può essere definita: Come quella che ci consente, dato uno stimolo, di reagire
motoriamente ad esso il più velocemente possibile
7. Il TRM: è il tempo di reazione motoria
8. L' effetto Stroop: Sono i risultati sperimentali che dimostrano come l'elaborazione parallela aumenti i tempi
di elaborazione e di risposta
9. La compensazione d'anca è: La flessione o l'estensione del busto in direzione dello squilibrio e la traslazione
del bacino in senso opposto
10. L'informazione cinestetica: Ci dà il senso muscolare ed articolare del movimento

25 LE CAPACITÀ DI ORIENTAMENTO
1. Secondo il tempo psicologico o tempo emozionale: Una durata è breve o lunga in dipendenza da quello che
stiamo facendo
2. La "Forza speciale": Solitamente si riferisce alla tipologia di forza richiesta da un preciso sport
3. Il ritmo nell'ambito motorio corrisponde: All'organizzazione del movimento nel tempo, determinandone la
periodicità, l'intensità, la velocità, le pause e la durata
4. Le contrazioni sono concentriche: Quando vincono la resistenza esterna e le fibre muscolari lavorano in
accorciamento
5. La Trasformazione parziale: è una capacità che utilizziamo in modo abituale quando siamo portati o costretti a
variare uno o più parametri esecutivi, nel corso di un'esecuzione motoria segmentaria o globale e senza snaturare
il gesto
6. ROM: è la forza che un muscolo può esprimere e che varia nei diversi punti dell'arco di movimento che un
segmento corporeo può compiere e la tensione che viene esercitata non è la stessa per tutto l'arco di
movimento
7. L'evoluzione della capacità di forza: Varia a seconda della costituzione del soggetto, dell'età e del sesso e può
subire notevoli variazioni durante la crescita
8. La "Forza aerobica": Equivale all'endurance e dunque è prodotta utilizzando in prevalenza il metabolismo
aerobico
9. Il soggetto con capacità di tempismo: Avrà maggiori possibilità di riuscita nell'efficacia di un atto di
trasformazione
10. Il "tono basale": Si rileva anche quando il muscolo è a riposo, ha una funzione preparatoria per le
intensità di tensione richieste dai mantenimento di posture e dall'esecuzione dei movimenti

26 L'EDUCAZIONE DELLA FORZA


1. L'Allenamento dinamico: è quella forma di allenamento in cui il sovraccarico esterno è costante in tutto l'arco
di movimento
2. La mobilizzazione mista: Utilizza nella fase iniziale la forza dell'allievo e l'inerzia prodotta dal
movimento, che va a forzare il limite articolare nella fase finale (fase passiva)
3. L'Allenamento isometrico: Utilizza come carico una resistenza fissa esterna o interna autoprodotta dalla
contrazione isometrica simultanea di tutti i muscoli agonisti
4. Modalità diretta: è una metodica secondo cui lo spostamento o il gesto di tipo ciclico o aciclico viene
eseguito alla massima velocità esecutiva
5. La resistenza di lunga durata: Rappresenta la resistenza di base che è il punto di partenza per ogni allenamento
sportivo e per la costruzione di qualsiasi altra forma di resistenza
6. L'Allenamento pliometrico: Si basa sulle capacità elastiche del muscolo e ne sfrutta la sua componente
connettiva
7. La Capacità di rapidità: Consente di realizzare un movimento nel minor tempo possibile
8. Prerequisiti coordinativi: Consistono nella corretta automatizzazione del gesto e quindi nel grado di abilità
9. La resistenza localizzata: Esprime la capacità del sistema muscolare implicato nell'attività di esprimere tensioni
protratte nel tempo
10. Interval training: Alterna momenti di lavoro a momenti di riposo

27 LA DIDATTICA DELLE ABILITÀ MOTORIE


1. Nell'ambito delle attività motorie l'ambiente di apprendimento: Deve essere costituito da spazi ampi e
variati in cui il movimento e lo spostamento dello studente sono alla base dell'attività stessa
2. La dimostrazione diretta: Fornisce informazioni sulle caratteristiche invarianti del gesto
3. Siedentop (2000) semplifica le variabili analizzate, considerando tre sole categorie: Variabile di processo
dell'insegnante, variabile di processo dello studente, variabili di risultato dello studente
4. Nella didattica la costruzione dell'immagine mentale dell'azione: è la prima componente da considerare per
consentire all'allievo di comprendere il compito e di rielaborare uno schema di riferimento
5. Nella didattica l'oggetto della comunicazione tra insegnante ed allievo: è il curricolo disciplinare sviluppato
all'interno di una organizzazione
6. L'immagine mentale: Permette di rilevare attraverso il confronto tra il movimento reale che si è eseguito e
l'immagine appresa precedentemente un eventuale errore di esecuzione o di programmazione
7. La dimostrazione: È utile per apprendere un movimento nuovo
8. Nel modellamento del gesto è importante che siano trasmesse: La sequenza dei gesti nella catena cinetica e la
scansione temporale dell'azione
9. Secondo Rink le funzioni dell'insegnante efficace possono essere riassunte in: Sette punti
10. Nella didattica la costruzione dell'immagine mentale: Viene favorita attraverso diversi tipi di
informazione che l'insegnante fornisce
28 LA FUNZIONE DEL DOCENTE DURANTE LA PRATICA
1. Judith Rink per definire un'esperienza di apprendimento individua: Quattro criteri
2. Le unità di apprendimento sono caratterizzate da tre fasi fondamentali: La preattiva, l'attiva e la post attiva
3. La scansione delle unità di apprendimento: Ben si colloca nel contesto della divisione del lavoro del
docente rispetto al compito motorio
4. La formulazione e la definizione degli obiettivi: è uno degli aspetti più importanti nella strutturazione sia
del curricolo che delle unità didattiche e delle singole lezioni
5. La progettazione didattica: Permette di recuperare l'errore e assegna all'adulto un ruolo di regia educativa
6. Gli insegnanti possono: Ridurre il livello di complessità degli esercizi per aumentare la fiducia degli
alunni in un successo maggiore
7. Disposizioni attentive e motivazionali verso le abilità da sviluppare: In questa categoria viene compreso il
lavoro sul feedback soprattutto in termini di conoscenza del risultato e conoscenza della prestazione e
l'organizzazione della pratica
8. Secondo Rink le caratteristiche ed i requisiti che l'allievo deve avere per l'apprendimento delle abilità
motorie e lo sviluppo di adeguate competenze motorie sono: Sette
9. Il feedback è un elemento importante che viene rielaborato: Negli interventi post-pratica
10. La quantità di esercitazione: Aumenta la persistenza nel tempo della capacità di prestazione

29 LA PROGRAMMAZIONE DIDATTICA
1. Gli obiettivi generali: Definiscono in termini operativi, ma non del tutto specificati, le performance cui ogni
allievo dovrebbe pervenire a conclusione di un ciclo didattico prolungato (uno o più anni)
2. Nell'azione didattica non può mancare la valutazione diagnostica, ossia: Le procedure utilizzate
dall'insegnante per indagare le conoscenze generali, le capacità e le abilità di base, gli stili di apprendimento e
le motivazioni ad apprendere
3. La valutazione formativa è: Quella che il docente attua durante il corso delle attività
4. Il test TGM: Valuta la funzionalità grosso-motoria di bambini di età compresa tra i 3 e i 10 anni
5. La programmazione didattica nel contesto didattico-educativo attuale è: Una pianificazione di attività
programmate ma adattabili e graduabili in ogni momento alle risposte degli allievi
6. Clima psicologico della scuola è: Il grado di interesse che i docenti dimostrano per l'insegnamento
dell'educazione motoria, il loro grado di accettazione delle innovazioni didattico-metodologiche, il livello di
qualificazione professionale, la disponibilità ad apprendere da altri e a comunicare con gli altri
7. Le caratteristiche fondamentali della programmazione didattica sono: L'individualizzazione delle proposte e la
rimodulazione degli obiettivi
8. La valutazione sommativa: Misura il grado di conseguimento degli obiettivi, nonché la produttività e
l'incisività dell'azione didattica, la validità delle tecniche è delle metodologie delle attività proposte; viene
effettuata a conclusione del processo didattico-educativo. Viene effettuata a conclusione del processo
9. Gli obiettivi operativi: Presuppongono l'acquisizione di quelli obbligatori e sono tipici delle attività più
strutturate e complesse
10. L'intenzionalità: Deve produrre atteggiamenti positivi in chi apprende nei confronti di quanto proposto
dal docente, il quale deve sempre intenzionalmente e mai causalmente, selezionare le attività

30 TEST DI VELOCITÀ E AGILITÀ


1. La formula della velocità in fisica è: Spazio/tempo
2. La velocità aciclica è la capacità di eseguire nel più breve tempo possibile: Un movimento
3. Il test dei 10 metri valuta: La capacità di accelerazione
4. Il test a navetta 10x5 fa parte della batteria di test: EUROFIT
5. La lunghezza del test di Foran è: 18 metri
6. Il T-test valuta l'abilità di eseguire: Cambi di direzione
7. Il Plate Tapping valuta la capacità di: Velocità ciclica
8. La velocità di reazione semplice è la reazione ad uno stimolo: Conosciuto
9. I test da campo per la velocità valuta: La velocità ciclica
10. Il tiro nella pallamano è espressione di: Velocità aciclica

31 LA VALUTAZIONE DELLA FORZA NELL'ANZIANO


1. Il Chair stand test valuta: La forza degli arti inferiori
2. La durata dell'Arm Curl Test è: 30"
3. Il peso del manubrio nell'Arm Curl test nell'uomo è: 3,63 Kg
4. Nella rilevazione dei risultati nel Chair Stand Test si registra: Il numero di ripetizioni 5.
La valutazione motoria nell'anziano serve a: Valutare lo stato funzionale
6. Nel Chair Stand Test la posizione di partenza è: Seduto
7. La posizione del braccio nell'Arm Curl Test è: Rivolto in basso
8. Nell'Arm Curl test l'esaminatore si pone: Di fianco al braccio dominante
9. Nel Chair Stand Test la posizione delle braccia è: Incrociate
10. E' un indicatore di fragilità fisica l'impossibilità: Ad alzarsi dalla sedia

32 LA VALUTAZIONE DELLA RESISTENZA NELL'ANZIANO


1. L'indicatore di resistenza aerobica è: Il massimo consumo di ossigeno
2. Nel 6 minute walk test si rileva: I metri percorsi
3. La capacità vitale nell'anziano: Diminuisce
4. Nel 2 minute step si registra: Il numero di step
5. La capacità polmonare totale ha un valore in condizioni normali di: 6000 ml
6. La lunghezza del percorso nel 6 minute walk test è: 45,72 m
7. Nel 2 minute step test se il soggetto vuole fermarsi il tempo: Continua ad andare avanti
8. Nel 6 minute walk test si possono testare 2 o più soggetti facendoli partire: Con un intervallo di 10 s
9. La principale limitazione alla capacità di resistenza è determinata dal: Trasporto di ossigeno ai muscoli
10. Il numero di prove nel 2 minute step test è: 1

33 LA VALUTAZIONE DELL'EQUILIBRIO NELL'ANZIANO


1. L'analizzatore cinestesico dà informazioni riguardo: Il grado di tensione dei muscoli, tendini, legamenti e delle
articolazioni
2. Nel Tandem walk test viene rilevato: Il tempo di percorrenza ed il numero di errori
3. Nell'Unipedal stance test si effettuano: 3 prove
4. L'8 up foot and go test valuta: L'equilibrio dinamico
5. Nel Tandem walk test si considera errore: Mettere il piede fuori dalla linea
6. Nell'8 up foot and go test un tempo superiore a 16 secondi determina: Un alto rischio di caduta 7.
L'equilibrio è legato all'apparato: Sensoriale
8. Nell'Unipedal stance test la posizione delle mani è: Incrociate al petto
9. Il Tandem walk test si esegue: Ad occhi aperti
10. Nell' 8 up foot and go test, il soggetto partendo dalla sedia corre introno ad un cono posto a: 2,44 metri
34 LA VALUTAZIONE DELLA RESISTENZA
1. Si parla di resistenza generale se: La muscolatura interessata dall'esercizio è maggiore di 1/6 o di 1/7
2. Il VO2max viene misurata in: Ml/Kg/min
3. Nel test di Gacon si percorrono distanze prefissate in: 45"
4. Nel test di Legèr il percorso a navetta è di: 20 m
5. Nello Yo-yo intermittent endurance test la velocità di partenza nei principianti è: 8 Km/h
6. Nel test di Gacon si aggiunge ogni step un tratto di: 6,25 m
7. Nel test di Legèr il valore di velocità massima aerobica è riferito alla corsa: Navetta
8. Nello Yo-yo intermittent endurance test la lunghezza del tratto da eseguire in jogging è: 2,5 m
9. Nel test di Gacon la distanza di partenza nei giovani è: 100 m
10. La resistenza non è: La capacità di vincere una resistenza

35 I LIVELLI DI ATTIVITÀ FISICA NEI GIOVANI


1. Secondo le linee guida internazionali, quanti minuti al giorno devono effettuare gli adolescenti di attività
fisica moderata/vigorosa: 60 minuti al giorno
2. Quanti passi al giorno sono consigliati secondo le linee guida internazionali per gli adolescenti?: 10.000-11.700
3. Il declino dell'attività fisica nei giovani avviene tra: 13-18
4. L'acronimo BMI significa: Indice di massa corporea
5. Qual è la quarta causa di mortalità in Europa: Inattività fisica
6. Il numero dei passi nei giovani decrementa durante: Il week end
7. Secondo le linee guida internazionali, quanti giorni devono essere dedicati al miglioramento della forza: 3
8. I livelli di attività fisica in età giovanile: Decrementano con l'età
9. Alti livelli di attività fisica nei giovani determina: Alti livelli di attività fisica in età adulta 10
In Italia i livelli di attività fisica sono bassi nella fascia di età: 6-10 anni

36 SINDROME METABOLICA ED ATTIVITÀ MOTORIA


1. Secondo l'IDF si determina sindrome metabolica se esistono: Obesità + 2 criteri
2. La frequenza cardiaca di riserva è espressa come: Differenza tra Frequenza cardiaca massima e frequenza a riposo
3. 1 RM è: Un indice di misurazione della forza
4. Nelle fasi iniziali, l'intensità di frequenza cardiaca nel walking si attesta intorno: 55- 60% Fcmax
5. Il marker primario per la presenza di insulino-resistenza è: Ipertrigliceridemia
6. In quale delle 5 linee guida per la sindrome metabolica l'obesità viene calcolata con il BMI: AACE
7. Qual è l'ipotesi più diffusa per la fisiopatologia della sindrome metabolica: Insulino-resistenza
8. Qual è l'intensità per gli allenamenti di forza: 70-80% 1 RM
9. La dislipidemia fa riferimento ad un’anomalia di: Lipoproteine
10. L'aumento di lipoproteine ricche di trigliceridi dopo un pasto è definita: Lipemia post-prandiale

37 PRESCRIZIONE DELL'ESERCIZIO FISICO PER SOGGETTI AFFETTI DA


DIABETE DI TIPO 2
1. I fattori di rischio nel diabete di tipo 1 sono: Sconosciuti
2. Quali sono i fattori di rischio maggiori per il diabete di tipo 2: Sovrappeso
3. La più alta percentuale di morti attribuibili per alti livelli di glicemia è legata alla fascia di età: 60-69
4. Per l'allenamento aerobico vengono consigliate intensità di allenamento pari a: 40-59% HRR
5. Quanti giorni di allenamento sono consigliati per l'allenamento della forza nei soggetti con diabete di tipo 2: 2
6. Quale tipologia di diabete è maggiormente diffusa: Diabete di tipo 2
7. L'allenamento di forza è controindicato in soggetti che presentano: Neuropatia
8. Nei soggetti con diabete di tipo 2 viene sconsigliato allenarsi: La sera
9. Quanti minuti settimanali di allenamento aerobico ad intensità moderata vengono consigliati: 150
10. Qual è l'effetto comune del diabete: Iperglicemia

38 L'INVECCHIAMENTO
1. Quale fascia d'età definisce la popolazione giovani-anziani: 65-74
2. L'invecchiamento primario è caratterizzato da: Cambiamenti universali legati all'età che colpiscono una specie
o una a popolazione, indipendentemente da influenze ambientali o da malattie
3. La resilienza è: Processo dinamico di positivo adattamento nei confronti delle avversità
4. L'healthy ageing è un processo di: Sviluppo e mantenimento delle abilità funzionali nell'età anziana
5. Secondo le linee guida di Europe 2020, entro il 2020 si deve avere un innalzamento del tasso di occupazione
della fascia di età 20-64 del: 75%
6. L'invecchiamento secondario è: Il risultato di malattie e fattori ambientali
7. L'healthy ageing è legato al concetto di: Resilienza
8. Nel 2050, gli over 60 risulteranno essere: Il 22% dell'intera popolazione
9. In Italia, la regione con il numero più alto di centenari è: La Sardegna
10. Non è una caratteristica dell'invecchiamento: Il sesso

39 IL PROTOCOLLO DI BOSCO
1. Cosa valuta il rebound Jump test: La resistenza alla forza
2. Nel coefficiente di elasticità si esegue la differenza tra: Countermovemt jump e squat jump
3. Quale test valuta anche la coordinazione tra arti superiori ed inferiori: Countermovemnt jump arti liberi
4. Il drop jump valuta: La forza reattiva
5. Nel rocket jump si valuta la forza esplosiva dalla posizione: Di massima accosciata
6. Se l'indice di Bosco ha un valore superiore a 0,33, l'atleta è: Più forte
7. Nel rebound jump le donne hanno un decremento di prestazione intorno al: 6° salto
8. Lo squat jump valuta: La forza esplosiva senza riuso elastico
9. Il coefficiente di coordinazione serve per: Per quantificare l'influenza dello slancio degli arti superiori
nell'economia del gesto completo
10. Lo squat jump bw valuta la forza esplosiva: Con sovraccarico fino al peso del corpo

40 LE TEORIE DELL'INVECCHIAMENTO
1. Il limite Hayflick fa parte della: Teoria genetica
2. I ROS vengono prodotti: Nei mitocondri
3. Nella teoria mitocondriale dell'invecchiamento il punto cruciale è: Lo stato ossidante
4. L'invecchiamento è determinato da errori durante le mutazioni somatiche nelle cellule: Nella teoria della
catastrofe dell'errore
5. Il sistema regolatore sensibile all'invecchiamento è: Il sistema nervoso
6. Con l'invecchiamento vi è una produzione di antiossidanti rispetto agli ossidanti: Minore
7. Durante l'invecchiamento, il sistema immunitario perde la capacità di distinguere le cellule estranee da
quelle dell'organismo nella: Teoria dell'autoimmunità
8. L'ossidazione delle catene idrocarburiche degli acidi grassi si definisce: Perossidazione
9. La teoria mitocondriale dell'invecchiamento fa riferimento: Alla teoria dei radicali liberi
10. Le cellule si dividono un numero limitato e programmato di volte: Nel limite Hayflick
41 LA SARCOPENIA
1. La riduzione di forza nell'anziano è evidente a partire dai: 60 anni
2. La prima misura clinica della sarcopenia è: L'indice di massa muscolare
3. E' espressione di adiposità centrale: La circonferenza vita
4. La perdita di potenza, forza o resistenza che può portare ad un aumentato rischio di disabilità nell' anziano
viene definita: Dynapenia
5. L'espressione di forza più resistente all'invecchiamento è: La forza eccentrica
6. La sarcopenia è: La perdita di massa muscolare
7. L'atrofia è evidente a partire dai: 50 anni
8. Un soggetto è sarcopenico se ha una velocità di cammino inferiore o uguale a: 3,5 km/h
9. La forza la cui contrazione avviene in allungamento si definisce: Eccentrica
10. Il migliore predittore di disabilità e mortalità nell'anziano è: La forza

42 LA VALUTAZIONE DELLA FLESSIBILITA' NELL'ANZIANO


1. L'allungamento temporaneo della struttura muscolo-legamentosa ed il successivo ritorno alla lunghezza
normale si definisce: Flessibilità
2. Un tendine con maggiore stiffness deve essere allenato con sedute di: Stretching
3. Il Chair sit and reach si esegue in posizione: Seduta
4. Il Back scratch valuta: La flessibilità degli arti superiori
5. Il prendere il portafoglio dalla tasca posteriore è determinato da: Adduzione ed intrarotazione
6. Nel Chair sit and reach si eseguono: 2 prove
7. Nel back scratch la mano sopra spalla valuta: Abduzione ed extrarotazione 8.
Nel Chair sit and reach , la misurazione viene rilevata in: Centimetri
9. L'elemento anatomo-strutturale che influenza maggiormente la flessibilità è: La capsula articolare
10. Il Chair sit and reach viene eseguito in: Espirazione

43 L'EPIDEMIOLOGIA DEGLI INFORTUNI NEL FITNESS


1. La fascia di età più soggetta ad infortuni nel fitness è: 15-44 anni
2. La parte del corpo più soggetta ad infortuni nell'allenamento con i pesi è: Spalla
3. L'attività che determina il maggior numero di ricoveri è: L'allenamento con i pesi 4.
Quale tipo di infortunio è più frequente nel fitness musicale: Caduta
5. Il maggior numero di infortuni nelle donne è evidente: Nel fitness musicale
6. L'attività fisica più diffusa è: Walking
7. La fascia d'età più frequente nel mondo del fitness è: 18-34
8. Gli arti superiori sono la parte del corpo a maggior rischio di'infortunio: Nella sala attrezzi
9. In Italia, la prima attività motoria scelta è: Fitness
10. I maschi hanno un tasso d'infortunio rispetto alle donne superiore di: 1,8 volte

44 EPIDEMIOLOGIA DEGLI INFORTUNI NEL CROSSFIT


1. Quale di queste attività non è prevista nel cross-fit: Getto del peso
2. Cosa fa riferimento l'acronimo WOD: Workout of the day
3. La rabdomiolisi è: Rottura delle cellule muscolari
4. Il crossfit è un’attività ad intensità: Alta
5. Quale zona anatomica è a maggior rischio d'infortunio: La spalla
6. In quale attività del crossfit la spalla è a maggior rischio d'infortunio: Sollevamento stile olimpico
7. Quali di questi è la sintomatologia più diffusa nel crossfit: Infiammazioni
8. Qual è il rischio di infortunio nel crossfit: 3,1 infortuni su 1000 ore
9. Cosa si intende per AMRAP: As many round as possible
10. Quale di questi è un vantaggio del crossfit: Condizionamento metabolico

45 L'OVERTRAINING E L'OVERREACCHING
1. Quante sono le fasi del processo di adattamento: 3
2. Se nell'allenamento si assiste ad una successione di carichi con recupero incompleto si assiste a: Overtraining
3. Nell'overreacching la capacità di performance può essere recuperata: In giorni
4. Il rischio di overtraining è maggiore nel: Ciclismo
5. La supercompensazione è una conseguenza del: Functional overreacching
6. Quale di questi sintomi di overtraining è più comune negli sport di resistenza: Bradicardia 7.
Nell'overtraining si assiste ad un aumento di: Leptina
8. L'incremento nel tempo dei carichi di allenamento e della loro difficoltà fa riferimento alla:
Progressività
9. Nella fase di carico si assiste ad: Una diminuzione del potenziale energetico
10. Quale livello di formazione sportiva è a maggior rischio di overtraining: Elite

46 I PRINCIPI DELL'ALLENAMENTO SPORTIVO: I PRINCIPI DEL CARICO


1. I principi dell'allenamento sportivo sono: 4
2. Quale principio dell'allenamento sportivo è necessario per formare i presupposti della prestazione: Principio
della proporzionalità
3. I principi del carico sono: 7
4. Secondo il principio della corretta successione del carico quale esercitazioni devono essere eseguite in
stato psico fisico recuperato: Coordinazione
5. Quale sistema biologico ha il periodo più lungo di rigenerazione: Mitocondri
6. Nell'incremento graduale del carico, si aumenta dapprima: Frequenza
7. Secondo il principio dello stimolo efficace dell'allenamento: Per ottenere un incremento di prestazione, lo
stimolo rappresentato dal carico deve superare un determinata soglia
8. L'incremento improvviso del carico può comportare: Un maggior rischio d'infortunio
9. Durante la fase di recupero di assiste ad: Un aumento del potenziale energetico
10. Quale principio fa riferimento alla produzione degli effetti dell'allenamento: Principio del carico

47 I PRINCIPI DELL'ALLENAMENTO SPORTIVO: I PRINCIPI DELLA


CICLICITA',DELLA SPECIALIZZAZIONE E DELLA PROPORZIONALITA' 1.
I principi di ciclicità sono quelli che: Garantiscono l'adattamento dell'allenamento
2. Quale di questi è un principio di specializzazione: Principio del carico finalizzato
3. Quale di queste affermazioni non rientra nello sviluppo della prestazione sportiva: L'allenamento speciale
prevede il generale
4. Il principio del recupero periodizzato deve essere applicato se un atleta è in: Overtraining 5.
Il periodo di preparazione fa riferimento: Allo sviluppo della forma sportiva
6. Le fasi sensibili sono periodi in cui la formazione di determinati fattori della prestazione presentano: Maggiore
allenabilità
7. Nel principio della relazione tra formazione generale e speciale: Ciò che è generale precede lo speciale
8. I carichi di allenamento devono tenere conto: Dell'età biologica
9. Il principio del carico continuo fa parte dei: Principi della ciclicità
10. Con lo sviluppo dello stato di allenamento le percentuali di formazione generale sono maggiori nella fascia
d'età: 8-10 anni
48 I PIANI E GLI ASSI DEL CORPO
1. Quanti sono i piani del corpo umano: 3
2. L'asse longitudinale indica: La lunghezza
3. Il piano frontale è dato dall'intersezione tra: L'asse longitudinale ed il trasverso
4. I movimenti del piano trasverso sono movimenti di: Ridotta ampiezza
5. La circonduzione è un movimento che coinvolge: I tre assi
6. Il piano trasverso divide il corpo in: Alto-basso
7. Quale di questi non è un movimento sul piano frontale: Rotazione
8. L'asse sagittale indica la direzione del movimento in: Avanti
9. La flesso-estensione è un movimento sul: Piano sagittale
10. Quali sono i movimenti attorno all'asse longitudinale: Rotazione

49 LA VALUTAZIONE DELLE CAPACITA’ COORDINATIVA


1. Il test del lancio da seduto del pallone da basket in avanti ed indietro al 50% valuta la capacità di: Differenziazione
2. Nella rilevazione dei risultati nel test di Harre si valuta: Il tempo in secondi
3. Il test a spola valuta la capacità di: Fantasia motoria
4. Quale di queste affermazioni non è un aspetto importante delle capacità coordinativa: Nessun legame con la
tecnica sportiva
5. Il test di Harre valuta la capacità di: Destrezza
6. Quale di questi movimenti non è presente nel test di Harre: Rotolamento
7. La durata del test a spola è: 1 minuto
8. Nel test a spola la rilevazione dei risultati avviene: Mediante video analisi
9. Lo svantaggio del test di Harre è: Mancanza di tabelle di riferimento
10. Nella rilevazione dei risultati del test del lancio da seduto del pallone da basket in avanti e indietro al 50% si
calcola: Lo scarto percentuale tra risultato ottenuto e la misurazione da realizzare

50 TERMINOLOGIA SU ATTIVITÀ FISICA E INTENSITÀ DELL\ ESERCIZIO FISICO


1. Ogni movimento del corpo prodotto dai muscoli scheletrici che risulta in un dispendio energetico al di sopra
dei livelli basali di riposo prende il nome di: Attività fisica
2. 1 MET equivale in termini di VO2max a: 3.5
3. La misura assoluta dell'intensità di esercizio è: MET
4. Quale attività può essere condotta per almeno 60 minuti: Leggera
5. Il doppio a tennis è un’attività: Moderata
6. Quante sono le categorie d'intensità: 5
7. Quale attività ha intensità tra 40 <60% FCR: Moderata
8. Il dispendio energetico è la totale quantità di energia spesa durante l'esercizio fisico: Includendo il dispendio
energetico a riposo
9. Quale attività risulta essere quella che si tende ad utilizzare per 6-7 ore giornaliere: Leggera
10. Come si calcola la frequenza cardiaca di riserva: Fcmax - Frequenza riposo

51 LA MOTIVAZIONE IN EDUCAZIONE FISICA


1. Quanti minuti di attività fisica al giorno è consigliato per i giovani: 60
2. Qual è il primo fattore per la ridotta partecipazione dei giovani alle lezioni di educazione fisica: L'ambiente
3. La teoria dell'orientamento motivazionale pone l'accento su aspetti: Ambientali e individuali
4. Qual è un obiettivo dell'educazione fisica: La promozione di stile di vita salutari
5. Quanti sono le tipologie di orientamento motivazionale: 2
6. In una persona orientata sull'io l'obiettivo principale è: Superare gli altri
7. Quale di queste non è una barriera per la partecipazione all'attività motoria: L'insegnante
8. Una persona che ha un orientamento sull'io in unione con scarsa percezione di competenza e orientamento sul
compito ha: Difficoltà motivazionali
9. Qual è il tempo medio dedicato all'educazione fisica in Europa nella scuola secondaria: 101
10. In una persona orientata sul compito il un criterio di successo è: Il miglioramento della performance

52 IL CLIMA MOTIVAZIONALE IN EDUCAZIONE FISICA


1. Nel clima orientato sulla prestazione, l'insegnante pone l'accento su: Confronto
2. Visione composita che un soggetto coglie della struttura di un certo ambiente prestativo è la definizione
di: Clima motivazionale
3. Il clima orientato sulla competenza determina: Motivazione intrinseca
4. Un alunno che percepisce un clima orientato sulla prestazione pone l'attenzione su: Mascherare le difficoltà
5. Nel clima motivazionale la figura che ha il ruolo principale è: L'insegnante
6. Ragioni o incentivi percepiti per impegnarsi in un comportamento, riferito al mantenimento o all'avvicinamento
all'attività fisica è la definizione di: Motivazione
7. I maschi percepiscono maggiormente: Un clima orientato sulla prestazione
8. Il desiderio di eseguire un certo comportamento sulla base dei potenziali ricompense esterne che possono
essere ricevuti come risultato fa riferimento: Motivazione estrinseca
9. La partecipazione all'attività fisica è legata: Alla motivazione intrinseca
10. Le femmine percepiscono: Clima orientato sulla competenza

53 LA COMPETENZA MOTORIA
1. La prima infanzia è compresa nella fascia di età: 0-2 anni
2. Lo sviluppo della competenza motoria avviene durante: Infanzia
3. L'elemento che non influisce sulla stabilità della competenza motoria è: Mezzi di allenamento
4. La competenza percepita è definita come: Percezione individuale dell'attuale capacità di movimento
5. Il fattore che media l'associazione tra competenza motoria e competenza percepita è: Età
6. Il fattore che ha un’ associazione inversa con la competenza motoria è: Peso
7. La competenza percepita è più stabile tra: 6-9 anni
8. L'associazione tra competenza motoria e peso emerge durante: L'età prescolare
9. Un cambiamento permanente nella capacità individuale di prestazione è determinato da: Competenza motoria
10. Gli schemi motori di base si sviluppano nella fascia d'età compresa tra: 2-5 anni

54 LE CAPACITA' GROSSO-MOTORIE: IL TGM


1. Lo sviluppo grosso-motorio è determinato da: 2 componenti
2. Gli schemi motori di locomozione sono importanti per la partecipazione ad attività fisica: Nella prima infanzia
3. Quante abilità motorie valuta il TGM: 12
4. Le abilità grosso-motorie si sviluppano secondo: 4 stadi
5. Quante abilità di locomozione vengono valutate con il TGM: 7
6. Per accedere ad interventi speciali il quoziente di sviluppo grosso-motorio deve essere uguale o inferiore a: 84
7. I principali schemi e abilità grosso-motorie vengono sviluppati: Età prescolare - primo ciclo scuola elementare
8. Quali di questi non è un’abilità di locomozione: Calciare la palla correndo
9. Quante prove si eseguono per ogni abilità: 3
10. Il TGM fornisce: 4 risultati
55 LA VALUTAZIONE DELLA COMPOSIZIONE CORPOREA
1. Quale parametro viene utilizzato per la definizione della taglia corporea: Diametro
2. Quale componente del corpo umano corrisponde al 20% della massa magra e al 17% del peso corporeo:
Massa proteica
3. La misurazione del peso deve avvenire: A digiuno
4. Quale parametro viene utilizzato per la valutazione dell'adiposità: Plica
5. Nella valutazione della statura, l'angolo dei piedi deve essere di: 60 gradi
6. Come si calcola Il BMI: Peso/altezza al quadrato
7. Quante sono le pliche principali: 11
8. Un soggetto in sovrappeso presenta un BMI di: 25
9. Quali pliche sono necessarie per una valutazione minima: Tricipitale e sottoscapolare
10. Quale plica è indicatore di malnutrizione per difetto: Tricipitale

56 LA MISURAZIONE DELLE CORPOREE


1. La circonferenza della testa è correlata con le dimensioni del cervello sino all'età di: 36 mesi
2. Quale circonferenza è predittore di mortalità nella malnutrizione per difetto: braccio
3. Quante sono le circonferenze della coscia: 3
4. In una valutazione antropometrica di primo livello quali sono le circonferenze da misurare: Braccio e vita
5. Qual è il valore di waist to hip ratio (WHR) che determina un aumento di rischio metabolico nell'uomo: >1.0
6. Quale circonferenza è un indicatore di rischio di sovrappeso: Vita
7. Nella misurazione della circonferenza della testa nei bambini inferiore a 36 mesi si utilizza la posizione: Seduta
8. Quante sono le circonferenze degli arti inferiori: 5
9. Quale di queste non è una circonferenza rilevante: Polso
10. Quali circonferenze sono indicatori di mortalità: Braccio e vita

57 LA MISURAZIONE DEI DIAMETRI CORPOREI


1. Come si calcola l'indice di Grant: Altezza/cironferenza polso
2. Quale diametro è il principale indicatore della taglia corporea: Gomito
3. Quale diametro viene eseguito con le braccia incrociate sul torace: Biiliaco
4. Come si calcola il Frame index: Diametro del gomito/Altezzax100
5. Quale diametro è utilizzato come indicatore di accrescimento nel bambino: Torace
6. Quale somatotipo ha la tendenza ad accumulare grasso: Endomorfo
7. Quante sono le componenti basiche del somatotipo: 3
8. Con quel strumento si misurano i diametri: Calibro
9. Quale di queste pliche non è necessaria per il somatotipo: Avambraccio
10. Nel diametro del torace, la misurazione viene eseguita a livello della: VI costa

58 LA MISURAZIONE DELLE LUNGHEZZE SCHELETRICHE


1. La lunghezza supina viene utilizzata fino all'età di: 24 mesi
2. Quale lunghezza scheletrica si utilizza in sostituzione dell'altezza da seduto nei bambini: Lunghezza testa-glutei
3. La lunghezza reale dell'arto inferiore è la distanza tra: Spina iliaca anteriore superiore e malleolo interno
4. Le lunghezze scheletriche sono importanti per: L'accrescimento
5. L'arm-span è correlato con: Statura
6. Qual è la formula dell'indice di Cormic: Altezza da seduto/altezza in piedix100
7. Qual è la misura diretta della lunghezza del polpaccio: La distanza tra la linea articolare del ginocchio e margine
inferiore del malleolo mediale
8. Nell'arm-span le braccia sono: Abdotte
9. I valori più bassi dell'indice di Cormic si rilevano nell'età: Puberale
10. Quale altezza viene misurata come differenza tra altezza ed altezza da seduto: Altezza subischiatica

59 LE BASI FISIOLOGICHE DEL RISCALDAMENTO - MECCANISMI


DELLE TEMPERATURA
1. Quale riscaldamento è specifico per la disciplina: Speciale
2. Qual è la temperatura ottimale decisiva per i parametri di una prestazione: 39°C
3. La performance delle fibre muscolari con l'aumento della temperatura sono dipendenti dalla: Velocità di
contrazione
4. L'aumento della velocità di conduzione non è determinato dall': Riduzione dell'attività della pompa sodio-potassio
5. Maggiore velocità di turnover dell'ATP determina: Maggiore glicogenolisi muscolare
6. In quali tipologie di fibre si assiste ad un maggior utilizzo del creatinfosfato durante esercizio fisico a
bassa cadenza: Fibre di tipo I
7. Il riscaldamento caratterizzato da docce fredde, frizioni, massaggi prende il nome di: Passivo
8. Il Rate of Force development significa: Riduzione del tempo per raggiungere il picco di forza
9. La velocità di rilassamento è dipendente: Dalla temperatura
10. L'aumento di 1 °C aumenta la capacità di prestazione del: 5%

60 LE BASI FISIOLOGICHE DEL RISCALDAMENTO: MECCANISMO


METABOLICO
1. La pelle dimostra 1/6 della sensibilità agli stimoli alla temperatura di: 20°C
2. Qual è il significato di fase di transizione: Tempo tra fase di warm-up e prestazione
3. Quale concentrazione di lattato è necessaria per ottenere un effetto benefico della fase di warm up: < 3 mmol/L
4. L'aumento della componente lenta determina: Aumento della fatica
5. Quale la lunghezza ideale della fase di transizione per ottenere un miglioramento della performance: 9 minuti
6. Qual è l'effetto del riscaldamento a livello articolare: Aumenta liquido sinoviale
7. La riduzione della componente lenta non determina: Maggiore sforzo su singola fibra
8. La componente lenta aumenta il consumo di ossigeno, quando giunge a potenza critica di: 1 l/min
9. L'elevata risposta al consumo di ossigeno dopo la fase di riscaldamento, ritorna ai valori basali se la fase di
transizione supera: 10 minuti
10. L'aumento della temperatura nel riscaldamento determina: Aumento della sensibilità recettoriale

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