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EL ESPANOL LENGUA UNIVERSAL

La crescente stima dello spagnolo offre un esempio altamente rappresentativo, il cui


protagonista era l'imperatore stesso. Quando venne in Spagna circondato da consiglieri
fiamminghi, Carlos V ignorava il carattere e la lingua dei soggetti ai quali doveva governare. Ma
dato che la Spagna gli aveva fornito i suoi migliori soldati e il supporto militare si seppe
identificare nello spirito spagnolo, parlò spagnolo, scelse un angolo nell’ Exstremadura per
ritirarsi a vita privata. Il suo apprezzamento alla lingua spagnola ci fece giungere varie versioni di
un giudizio encomiastico che affermava che: per parlare con le dame era utile lo spagnolo, per le
trattative il francese e per parlare con Dio, infine, lo spagnolo.
Macon, ambasciatore in Francia, lamentando di non aver ben compreso il discorso di Carlo V
replicò: Señor obispo, entiéndame si quiere, y no espere de mí otras palabras que de mi lengua
española, la cual es tan noble que merece ser sabida y entendida por toda la gente cristiana.” In
questo modo, lo spagnolo fu proclamato lingua internazionale.
Nel secolo XVI (1500) si completa l’unificazione della lingua letteraria. Con in auge il castigliano,
vediamo il lento declino della lingua catalana che fu usato solo nei limiti del parlato famigliare. Si
consolida così la letteratura scritta in lingua castigliana e al suo fiorire si uniscono addirittura
autori catalani come Boscan, amico di Garcilaso nel rinnovare a poesia.
Nel 1535 Juan de Valdez esordì affermando: “La lengua castellana se habla no solamente por
toda Castilla, pero en el reino de Aragón, en el de Murcia con toda el Andaluzía y en Galicia,
Asturias y Navarra; y esto aun hasta entre gente vulgar, porque entre la gente noble tanto bien se
habla en todo el resto de Spaña” Questa affermazione risponde ad un fatto innegabile, lo
spagnolo era diventato lingua nazionale. Fuori dalla spagna veniva identificata come “lingua
spagnola” dentro la Spagna, la lingua ufficiale veniva identificata come “castigliano”
CONTIENDA CON EL LATIN E ILUSTRACIÓN DE ROMANCE
La maggioranza delle lingue moderne coincideva con la pienezza del rinascimento che
incrementava l’uso del latino tra i dotti, da una parte la tradizione medievale manteneva l’utilizzo
del latino nelle opere dottrinali, come lingua comune del mondo civilizzato, dall’altra, gli umanisti
aspiravano a resuscitare il latino ciceroniano, infatti molti autori spagnoli come Nebrija, Luis
Vives, Montano ecc, scrissero in latino. Ma la letteratura romanza e la letteratura amoroso
continuavano ad essere scritte solamente in lingua spagnola. In ogni caso, l'esaltazione
nazionalista, non poteva che non riflettersi in un maggiore apprezzamento delle lingue nazionali.
La maggior consapevolezza linguistica fece si che la gente si potesse interrogare su quale fosse
l’origine delle nuove lingue, la soluzione fu trovata nella corruzione del latino a causa delle lingue
popolari.
Nel 1498 Garcilaso de la Vega, pronuncia a Roma, presso i re cattolici un discorso che poteva a
volte apparire in lingua latina e a volte invece in lingua spagnola. A questo fenomeno, replica
Juan de Valdes, affermando che lo spagnolo è la lingua neo-romanza che più di tutte contiene
vocaboli latini.
Il Rinascimento non si limitava al ritorno verso l’antico, e una delle sue correnti più profonde era
l’esaltazione della natura nei suoi aspetti spontanei, per questo si restaurò la cultura della lingua
volgare, i cui esponenti erano per l’Italia Bembo, per la Spagna invece De Valdes che scrive “ El
dialogo de la lengua” 1535, seguito da una serie di postille che illustrano la maestosità della
lingua spagnola.
I difensori della lingua spagnola si dolevano della poca attenzione che gli autori ponessero nelle
loro opere, infatti, Vallaión Cristobal proclamò che la lingua che Dio e la natura hanno donato al
popolo spagnolo è meno degna di stima di quella greca, latina, ed ebraica. Che se solamente
fosse stata più curata nello stile persino i greci avrebbero fatto loro.

La lingua, doveva essere ricca e illustre e tramite degli assunti lo stile doveva essere accorto e
pulito; lo stesso procedimento che gli antichi avevano fatto emulando le grandi opere della
classicità greca e latina.
Ma se la letteratura italiana aveva come modelli di riferimento Petrarca e Boccaccio, Valdes nella
sua analisi non riesce a trovare nomi tanto illustri che possano essere modello di riferimento per
altri autori nella letteratura spagnola, nemmeno testi che possano essere validi e scrupolosi, che
sappiano avere una certa ricercatezza formale.
Con Garcilaso e Valdes iniziò a costruirsi la lingua classica spagnola. Nel secolo XVI domina il
criterio de la naturaleza y selección e la letteratura barocca si fonda su ornati artifici retorici
letterari.

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