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monografico

Piede piatto e plantari


Rilevanza clinica ed evidenza scientifica
GIUSEPPE TAGLIALAVORO
Clinica Ortopedica, Università di Padova

È una messa a punto rigorosa e nello stesso tempo rivoluzionaria. Crediamo che molti pediatri, come alcuni di noi della re-
dazione, la considereranno tale. Da leggere, per favore.

I l trattamento conservativo del piede


piatto essenziale si è basato da sem-
pre sull’utilizzo del plantare, un manu-
FLATFOOT AND ARCH SUPPORT
(Medico e Bambino 2004;23:689-694)
fatto, spesso personalizzato, costruito Key words
su misura, che viene inserito all’inter- Flatfoot, Arch support, Surgery
no della calzatura nell’intento di preve-
nire, correggere o compensare speci- Summary
fici difetti (plantari preventivi, corretti- The essential or “weak” flatfoot, under 6 years, is always asymptomatic. Between 6 and 13
vi e di compenso), associato o meno a years, a few cases may become symptomatic and require treatment. In adult age, the asymp-
tomatic flatfoot should be considered a physiological variant and in most cases is a strong and
FKT1. L’impatto sociale ed economico stable foot. Only about 5% of flatfoot in adolescents and adults require treatment. There is no
di questo intervento è enorme: ogni evidence about the usefulness of the arch support at any age. Paediatricians should identify
anno in Italia sono costruiti 10 milioni and refer cases of symptomatic flatfoot while orthopaedic surgeons should provide the most
di plantari2; il costo medio di un planta- appropriate treatment, i.e. whenever possible an aetiological surgical correction. Mini-in-
re in regime di convenzione si aggira vasive treatments are recommended when aetiology is not identifiable.
sui 100 euro; il SSN spende circa 40 mi-
liardi di vecchie lire all’anno per il rim-
borso della spesa sostenuta dai cittadi-
ni italiani per i plantari. Il problema IL PIEDE PIATTO vono una struttura architettonica tridi-
non è solo italiano. In Spagna3, nella so- mensionale paragonabile a un elica a
la provincia di Malaga, nel 1999, 28.167 Definizione e classificazione passo variabile, capace di avvolgersi o
bambini di età compresa tra i 4 e i 13 In condizioni di normalità e in ap- svolgersi in funzione delle condizioni
anni stavano ricevendo trattamenti or- poggio bipodalico, il piede entra in con- funzionali del piede. La “normalità”
topedici con scarpe ortopediche e/o tatto con il suolo con la porzione ante- morfo-funzionale del piede, e quindi
con plantari, giudicati inutili dagli Au- riore, laterale e posteriore della sua l’entità dell’ampiezza dell’impronta
tori dello studio, per una spesa sanita- superficie plantare (Figura 1). Conse- plantare, è garantita da un certo grado
ria pari a 676.008.000 pesetas (4.447. guentemente l’impronta rilasciata dal di svolgimento dell’elica, intermedio
422 dollari). piede normale manca di quella parte tra un eccessivo svolgimento e avvol-
Malgrado tutto questo e malgrado relativa alla sua superficie mediale, ri- gimento. A condizionare il grado di
rimanga ancora aperto il dibattito sul sultando tale superficie sollevata ri- chiusura dell’elica plantare sono i mo-
significato clinico da attribuire al piat- spetto al terreno, in relazione a una vimenti di intra ed extra-rotazione del
tismo plantare, se è o quando diventa sorta di arco costituito dagli elementi calcagno. La pronazione del calcagno,
una condizione patologica, l’utilizzo scheletrici del retropiede e dell’avam- cioè calcagno ruotato verso l’interno,
dei plantari non può certamente consi- piede. In realtà i rapporti anatomici tra quindi valgo rispetto alla tibia, svolge
derarsi un inter vento basato sull’evi- gli elementi scheletrici del piede sono l’elica. La supinazione, cioè calcagno
denza. molto più complessi di un arco: descri- ruotato verso l’esterno, quindi varo ri-

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con il calcagno pronato, cioè deviato in


valgismo rispetto alla tibia con un ec-
cessivo svolgimento dell’elica plantare
(Figure 1 e 2).
In letteratura sono descritti tre tipi
di piede piatto: congenito, secondario,
essenziale4.
Ai fini dell’interesse strettamente
pediatrico e degli obiettivi della pre-
sente trattazione, è importante occu-
parci fondamentalmente del piede piat-
to essenziale. Questo, sulla base di un
mero principio cronologico, più o meno
condivisibile, si suole suddividere in 2
forme principali: il piede piatto lasso
dell’infanzia e il piede piatto essenziale
Figura 1. A sinistra, impronta plantare del cosiddetto piede piatto; a destra, impronta plantare nor- dell’adolescenza, che ovviamente non
male. è altro che la continuazione del primo.
Il piede piatto lasso dell’infanzia si col-
loca cronologicamente tra il 3° e il 6°
anno di vita ed è praticamente sempre
asintomatico. Si rende evidente sola-
mente sotto carico, mentre in scarico e
in punta di piedi la sua morfologia è del
tutto normale (Figura 3).
Il piede piatto dell’adolescenza si
colloca cronologicamente tra il 6° e il
13° anno di vita, ma a questa età può
diventare sintomatico (vedi oltre). Per
questo motivo il piede piatto essenziale
dell’adolescenza viene suddiviso in tre
sottogruppi: piede piatto funzionale,
piede piatto contratto, piede piatto
strutturato. Tutte queste forme di pie-
de piatto, morfologicamente identiche,
hanno in comune un eccessivo svolgi-
mento dell’elica plantare e la pronazio-
ne del calcagno.
La forma cosiddetta funzionale è
asintomatica. Essa si rende evidente
solamente sottocarico, mentre in scari-
co o in appoggio sulle punte, il piede
mostra una morfologia plantare del tut-
to normale (Figura 3), in maniera del
tutto sovrapponibile al piede piatto las-
so dell’infanzia.
Figura 2. Preparati anatomici che evidenziano l’effetto del carico sull’assetto biomeccanico del pie- Il piede piatto contratto e il piede
de: in alto, piede normale; in basso, piede piatto.
piatto strutturato sono invece sintoma-
tici. In questi casi l’eccessivo svolgi-
spetto alla tibia, avvolge l’elica (Figure punte il calcagno supinato avvolge l’eli- mento dell’elica plantare rimane tale
1 e 2). Pronazione e supinazione sono i ca e cavizza il piede. Durante la marcia, anche in scarico e il calcagno conserva
movimenti che il calcagno compie fi- quindi, il piede passa da una condizione in punta di piedi il suo assetto in prona-
siologicamente durante la deambula- anatomo-funzionale di relativo piatti- zione.
zione in funzione della fase statica e di- smo a una fase di relativo cavismo. Supinando manualmente il calcagno
namica del passo. In statica il calcagno Per piede piatto s’intende un piede o iperestendendo l’alluce, il piattismo
pronato svolge l’elica plantare e appiat- che appoggia al suolo con tutta o gran può risultare più o meno correggibile,
tisce il piede, mentre in appoggio sulle parte della sua superficie plantare e ma nei casi estremi, può divenire irri-

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Piede piatto e plantari

quindi, che deve essere la presenza di


sintomatologia correlata, piuttosto che
la morfologia dell’impronta, la discri-
minante tra ciò che è patologico e ciò
che è normale.
A questo proposito esistono diversi
studi che fanno ritenere il piattismo
plantare asintomatico, funzionale, det-
to anche piede piatto morfologico o
piede piatto flessibile, una variante ana-
tomica di un piede a tutti gli effetti
normale. Primo fra tutti lo studio di
Harris e Beath14, eseguito su 3600 re-
clute della Royal Canadian Army. Se-
condo gli Autori “il piede piatto in età
adulta, se si mantiene flessibile, non
modifica la funzionalità e va considera-
to una variante anatomica di un piede,
a tutti gli effetti, forte e stabile”. Uno
studio analogo15, eseguito dall’esercito
Figura 3. PPE funzionale. Bambino di 6 anni e sette mesi. Nella foto a sinistra, sotto l’effetto del ca- israeliano nel 1985 su 295 reclute, pose
rico, entrambi i piedi mostrano di appoggiare sul versante mediale e il calcagno è bilateralmente val- in evidenza che: “il piede piatto flessi-
go rispetto alla tibia per eccessiva pronazione: piedi morfologicamente piatto-valghi. Nella foto a de- bile dell’adulto non è fonte di disturbi”.
stra, in appoggio sulle punte (test di cavizzazione), l’arco plantare risulta evidente e il calcagno è Zollinger nel 199416, grazie a un con-
varo rispetto alla tibia perché supinato: piedi funzionalmente normali.
trollo eseguito in età adulta su 27 pa-
zienti (50 piedi), che all’età di 4 anni
erano stati selezionati per essere sot-
toposti a intervento chirurgico per gra-
ve piattismo plantare (intervento mai
eseguito per il rifiuto dei genitori), di-
mostrò la tendenza alla normalizzazio-
ne del cosiddetto piede piatto essen-
ziale. Infatti, tutti i pazienti rivisti “cam-
minavano normalmente tranne uno,
che riferiva limitazione funzionale du-
rante l’attività sportiva, e un altro che
lamentava dolore dopo marcia prolun-
gata”. A conferma di queste osserva-
zioni vi è lo studio di Staheli et al.17.
Questi Autori rilevarono l’impronta
plantare su 422 soggetti sani, normali
(844 piedi) di età compresa tra 1 e i 70
anni. Calcolando un indice di piatti-
smo, dato dal rapporto tra l’ampiezza
Figura 4. Indice dell’arco plantare (A/B). I valori normali sono = 0,7-1,33 nell’infanzia, 0,3-1 do- dell’istmo e l’ampiezza del tallone po-
po la pubertà (da voce bibliografica 17). steriore, sono riusciti a elaborare una
curva su cui si distribuiscono, in fun-
ducibile anche in narcosi. Vi si associa- tive del piede. Il dato consolidato che zione dell’età, le variazioni dei valori
mo dolore e zoppia e limitazione fun- emerge è che il 90-95% dei piedi, par- normali relative all’impronta plantare,
zionale di diverso grado. tendo da una condizione di fisiologico con il risultato che in questa risultava-
piattismo, assume alla fine dell’accre- no ampiamente compresi anche quei
scimento (intorno agli 11-13 anni) una valori considerati classicamente iden-
STORIA NATURALE morfologia “normale”, ove per norma- tificativi del piede piatto (Figura 4).
le viene intesa una impronta plantare, Sulla scorta di questi dati possiamo
Vi sono in letteratura studi unani- che può essere più o meno ampia, ma affermare che il piede piatto lasso del-
memente condivisi che delineano con che non deve comportare dolore o di- l’infanzia è l’espressione morfologica
buona approssimazione le tappe evolu- sturbi funzionali5-13. Da sottolineare, di un momento evolutivo del piede, de-

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Figura 5. Storia naturale e algoritmo diagnostico-terapeutico del piede piatto essenziale (PPE).

stinata, parallelamente alla derotazio- logico e andrà interpretato come l’e- In riferimento ai cosiddetti plantari
ne del calcagno e al graduale processo spressione morfologica di dismorfie preventivi-correttivi, le domande che
di maturazione del piede, ad andare in- scheletriche di origine embriogeneti- ci poniamo e dobbiamo porci non sono
contro a continue modificazioni, per ca a diversa penetranza e a estrinseca- da poco: l’uso dei plantari interferisce
raggiungere, nell’80% dei casi, il suo zione clinica tardiva oppure di anoma- realmente sull’evoluzione spontanea
aspetto definitivo (la normalizzazione), lie coinvolgenti l’apparato neuro-mu- del piede, modificandone la storia na-
verso il 6° anno di vita. scolare o le strutture capsulo-lega- turale? In altre parole, l’efficacia tera-
Il piede piatto essenziale dell’adole- mentose che hanno impedito al piede peutica dei plantari è scientificamente
scenza altro non è che quel 20% dei pie- di svilupparsi correttamente. provata?
di che non sviluppano l’elica plantare Ma ancora: è possibile che, con l’uso
entro questo tempo. Ma anche questi, del plantare, si possa evitare l’evolu-
se pur più tardivamente, sono comun- L’UTILIZZO DEL PLANTARE zione di un piede piatto “funzionale”,
que destinati a normalizzarsi e soltanto “flessibile”, asintomatico, in piede piat-
una piccolissima percentuale, compre- Come si è già detto, l’obiettivo del to patologico? E, se così anche fosse,
sa tra l’1 e il 5%, tende a restare piatto- plantare sarebbe quello di favorire un come facciamo a individuare quel sin-
valgo. Questo non vuol dire ancora che armonioso sviluppo del piede (plantari golo che è candidato al trattamento
siano piedi patologici perché, in assen- preventivi), o di correggere specifici senza costringere gli altri alla inutile
za di disturbi, il piede piatto si configu- difetti prima che questi si strutturino “tortura” del plantare?
rerà come una semplice variante ana- in senso patologico (plantari corretti- L’analisi della letteratura, utilizzan-
tomica, il cosiddetto piede piatto fun- vi), o di compensare anomalie già do la banca dati PubMed, permette di
zionale, destinato a divenire in età adul- strutturate (plantari di compenso). estrarre sull’argomento “piede piatto”,
ta quello che gli Autori anglosassoni L’utilizzo dei plantari preventivi-cor- un migliaio di citazioni (952 al 5 di-
definiscono piede piatto morfologico o rettivi è limitato alla fase di accresci- cembre 2003). Poco più della metà
flessibile. Solo in presenza di disturbi mento, mentre il plantare di compenso (567) riguardano il piede piatto relati-
funzionali o dolori (il cosiddetto piede trova indicazione alla fine dello svilup- vamente alla fascia di età compresa tra
piatto contratto o strutturato), il piatti- po, laddove risulti improponibile la so- 0 e 18 anni, ma soltanto 20 sono gli stu-
smo plantare sarà da considerare pato- luzione chirurgica. di specifici sul “trattamento conserva-

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Piede piatto e plantari

tivo con plantari del piede piatto in età CONCLUSIONE MESSAGGI CHIAVE
infantile o giovanile”. La gran parte de-
gli studi nega qualsiasi efficacia al trat- Alla luce dei dati della letteratura, il ❏ Il piede piatto essenziale, o piede piat-
tamento ortesico, mentre i lavori a fa- piede piatto valgo, nella quasi totalità to-lasso, sotto i 6 anni, è sempre asinto-
vore del plantare sono di scarso valore dei casi, è l’espressione morfologica di matico. Tra i 6 e i 13 anni alcuni casi po-
scientifico perché o non randomizzati uno stadio evolutivo o l’espressione di tranno diventare sintomatici e richiedere
e/o senza gruppo di controllo. Wenger un ritardo maturativo del piede o una attenzione.
et al.18, in un uno studio prospettico e variante anatomica normale. Solo in ❏ Anche in età adulta, il piede piatto
randomizzato su 129 bambini, non evi- una piccolissima percentuale di casi è asintomatico va considerato una varian-
denziano differenze statisticamente si- l’espressione clinica di una condizione te fisiologica della norma ed è, per lo più
gnificative nei risultati tra i controlli e i patologica rimasta inespressa, che può a tutti gli effetti, un piede forte e stabile.
pazienti sottoposti a trattamento con cominciare a dar segno di sé tra i 6 e ❏ Solo una quota non superiore al 5%
scarpe correttive o con plantari. Analo- gli 11-13 anni. Questo, infatti, è il mo- dei piedi piatti dell’adolescente e dell’a-
gamente Jani19 e Pace11 riportano per- mento evolutivo durante il quale il pie- dulto richiede un trattamento chirurgico.
centuali di normalizzazione dei para- de incomincia a irrigidirsi: le strutture ❏ Non vi è evidenza sufficiente dell’utilità
metri clinici e radiografici secondari al- capsulo-legamentose perdono gra- del plantare, in qualunque età.
l’uso di plantari del tutto sovrapponibi- dualmente elasticità, parallelamente al- ❏ Al pediatra spetta di individuare i piat-
li a quelle della evoluzione spontanea la maturazione scheletrica, facendo ve- tismi sintomatici, e all’ortopedico di va-
del piede. nir meno il compenso a eventuali di- lutare il trattamento più opportuno, pos-
Alcuni lavori dimostrano inoltre, smorfie congenite. Conseguentemen- sibilmente la chirurgia eziologica, in ge-
non soltanto l’inefficacia dei plantari, te emergono i conflitti osteo-articolari e nere mini-invasiva.
ma anche una loro potenziale danno- i sovraccarichi funzionali dell’apparato
sità. Secondo due studi epidemiologi- osteo-mio-tendineo, responsabili del
gica (raramente si riesce a porre in evi-
ci successivi di Rao e Joseph20 e di Sa- corredo sintomatologico doloroso e
denza la causa che determina il piatti-
chithananadam e Joseph21, l’uso dei funzionale.
smo), le endo-ortesi senotarsiche23-27
plantari, disturbando il fisiologico svi- Poiché l’utilizzo del plantare, con fi-
rappresentano oggi gli strumenti più
luppo dell’arco plantare, finirebbe per nalità preventive o terapeutiche, mo-
efficaci per ottenere con un impegno
aumentare il numero di piedi che non stra un razionale poco convincente e la
chirurgico minimale una stabile corre-
si normalizzano a fine accrescimento. sua efficacia terapeutica non è scienti-
zione della deformità, prima che si
Driano et al.22 trovano che i bambini ficamente dimostrata, il compito del
strutturi irrimediabilmente, evento
che hanno portato plantari o scarpe or- pediatra (Figura 5) sarà quello di rico-
che aprirebbe la porta a trattamenti
topediche, hanno in età adulta un’auto- noscere quel ristretto numero di bam-
molto più invasivi (osteotomie, artro-
stima più bassa dei controlli (sindrome bini nei quali al piede piatto valgo si as-
desi).
del bambino vulnerabile). socia un corredo sintomatologico indi-
Riccardi et al.23, attraverso la gait cativo di una evoluzione patologica (co-
analysis, dimostrano che sono proprio munque mai prima dei sei anni).
le scarpe ortopediche e i plantari che La monolateralità dell’affezione, la
alterano le fasi del passo. Va infine ri- facile affaticabilità del bambino, il do-
cordato che, in relazione al piede piatto lore localizzato al piede o irradiato alla
essenziale dell’adolescente, in lettera- gamba, la limitazione funzionale, la
tura non vi è alcun riferimento che di- mancata auto-correggibilità, sono tutti
Bibliografia
mostri un passaggio evolutivo, in senso segni che, rilevati singolarmente o in
peggiorativo, dalla forma asintomatica associazione, qualificano il piattismo 1. Veneziani C, et al. Indicazioni al trattamento
alla forma sintomatica e vi è unanimità plantare come condizione patologica. incruento e cruento del piede piatto. RIOTP
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nel ritenere che il trattamento corretti- All’ortopedico spetterà l’approfondi- 2. Ronconi P, Ronconi S. Il piede. Biomeccani-
vo con ortesi dopo il 6° anno di vita mento diagnostico, utilizzando di volta ca e patomeccanica in tema di antigravitarietà.
“non può influenzare in alcun modo l’e- in volta lo strumento più adeguato (Rx, Bologna: Ed. Timeo, 2003.
voluzione di un piede piatto idiopati- TC, RMN, EMG, GA), alla ricerca del- 3. Garcia-Rodriguez A, et al. Flexible flat feet in
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co”9, 23. la causa che ha determinato il piatti- 103(6):84.
In conclusione, non solo non vi è smo per porre in essere un trattamen- 4. De Sanctis N, et al. Classificazione del piede
nessuna indicazione al plantare nel pie- to chirurgico capace di rimuovere la piatto. RIOTP 1997;13.
5. Cigala F, et al. Storia naturale del piede piat-
de piatto essenziale del bambino, ma causa che ha determinato il piattismo to idiopatico. RIOTP 1997;13.
esiste più che un semplice sospetto (chirurgia eziologica), il meno invasivo 6. Barry RJ, Scranton PE Jr. Flat Feet in chil-
che questo possa avere un effetto ne- possibile (chirurgia mini-invasiva), e dren. Clin Orthop 1983;(181):68-75.
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LE GIORNATE DI MEDICO E BAMBINO


Bologna, 15-16 aprile 2005 - Hotel Sheraton
Venerdì 15 aprile Di che cosa stiamo parlando: un genitore racconta
Quando tutto è difficile: mangiare, respirare…vivere
8.45 Saluto dei Presidenti del Congresso
(A. Tedeschi)
prof F. Panizon e prof E. Cacciari
Risposte “vere” a problemi “veri”: il caso della famiglia
I Sessione (modera F. Panizon) del bambino cerebroleso (B. Sacher)
09.00-9.30 Tre presentazioni per tre specializzandi Cosa vorrebbe sapere un pediatra... detto da un pediatra
9.30-11.00 PROBLEMI CORRENTI di famiglia
Quando gli esami “ci vengono addosso” Cosa dovrebbe sapere un pediatra… detto da un fisiote-
Autoanticorpi per caso (R. Cimaz, Milano) rapista
Le cisti ovariche all’ecografia (G. Tonini, Trieste) Le parole al (del) chirurgo: PEG, Nissen, Laparoscopia
“Helicobacter positivo” (G. Magazzù, Messina) (J. Schleef)
Piastrine “alte e basse“ (P. Paolucci, Modena) Definizione di linee guida da costruire e condividere “in
tempo reale” (S. Martelossi e A. Ventura propongono in
II Sessione (modera A. Cicognani) PowerPoint con correzioni e integrazioni dal vivo)
11.20-11.50 Cardiologia pediatrica 2005: di tutto, di più (F. Picchio)
11.50-13.00 Pagina gialla: le ultimissime dalla letteratura (A. Ventura) Sabato 16 aprile
L’articolo dell’anno raccontato dall’Autore: I Sessione (modera G. Longo)
G. Maggiore racconta storie di gatti e Bartonelle
09.00-9.30 Tre presentazioni “giovani”
III Sessione (modera A. Ventura) 09.30-10.30 Due farmaci
14.30-14.50 Due presentazioni “giovani” I beta2-stimolanti (M. Masi)
14.50-16.00 “La Gazzetta dell’Emilia Romagna” La ciprofloxacina (F. Marchetti)
Il caso del dott. A. Lambertini 10.30-11.00 Una malattia:
Il caso del dott. L. Loroni La sindrome surreno-genitale (A. Cicognani)
Il caso della dott.ssa M. Marani II Sessione (introduce e modera G. Tamburlini)
Il caso della dott.ssa S. Brusa 11.20-12.45 Tavola Rotonda: La Pediatria cerca se stessa
Il caso del dott. L. Reggiani 1. Cosa fa e cosa vorrebbe fare un pediatra ospedaliero
IV Sessione (conducono F. Marchetti e M. Fontana) (F. Pesce)
2. I difficili rapporti tra pediatra generalista e centro
16.20-18.30 AL DI QUA (…E OLTRE) LO SPECCHIO specialistico (G. Longo)
Riabilitazione nutrizionale (e non solo) del bambino 3. Che cosa vorrebbe fare un pediatra di famiglia
cerebroleso (T. dall’Osso)
Di che cosa stiamo parlando: il colpo d’occhio 12.45 Premiazione dei poster
epidemiologico (S. Amarri) Editoriale del prof F. Panizon
Di che cosa stiamo parlando: una storia, un’esperienza
concreta (S. Leoni) 13.15 Chiusura dei lavori

PER IL CONGRESSO SARANNO RICHIESTI I CREDITI FORMATIVI (ECM)


SEGRETERIA SCIENTIFICA: A. Cicognani, A. Lambertini, G. Longo, F. Marchetti, F. Panizon, G. Tamburlini, A. Ventura

SEGRETERIA ORGANIZZATIVA: Quickline sas


via S. Caterina da Siena 3 - 34122 TRIESTE Tel. 040 773737-363586; Fax 040 7606590 e-mail: congressi@quickline.it

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