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SUL SANTO E GRANDE SABATO

Pseudo-Epifanio

1. Che è questo? Oggi c'è un grande silenzio sulla terra, grande silenzio e solitudine.
Grande silenzio, perché il Re dorme; la terra è intimorita e tace1, poiché il Dio fatto carne si
è addormentato e ha risvegliato coloro che da secoli dormivano. Il Dio fatto carne è morto e
gli inferi hanno tremato. Dio per un poco ha dormito e ha risvegliato quelli che sono negli
inferi.

2. Dove sono lo scompiglio di poc'anzi, le grida, i clamori contro Cristo, o empi? Dove
sono i popoli, dove l'opposizione [a Cristo], dove le schiere, le armi, le lance? Dove i re e i
sacerdoti e i giudici che vengono condannati? Dove le lampade, le spade, gli strepiti confusi?
Dove i popoli, l'arroganza e la prigionia irriverente? Davvero [dove sono], dal momento che
per davvero i popoli hanno meditato cose vuote2 e vane. Sono inciampati nella pietra
angolare, il Cristo3, ma essi stessi ne sono rimasti stritolati; si sono scagliati contro la roccia
resistente, ma essi stessi ne sono rimasti stritolati e le loro ondate si sono dissolte in schiuma.
Sono inciampati nell'incudine invincibile ed essi stessi sono stati spezzati. Hanno innalzato
sul legno la pietra della vita ed essa, scendendo, li ha tolti di mezzo. Hanno legato il grande
Sansone4, il sole, Dio, ma questi, sciolte le catene secolari, ha fatto perire stranieri ed empi.
Dio, il sole, è tramontato sulla terra e tenebra sempiterna si è distesa sui giudei 5. Oggi c'è
salvezza per quelli che sono sulla terra e per quelli che da secoli sono sotto terra; oggi c'è
salvezza per il mondo, tanto il visibile che l'invisibile. Oggi duplice è la venuta del Signore,
duplice il disegno di salvezza, duplice l'amore per gli uomini, duplice lo scendere e il
condiscendere, duplice la visita agli uomini. Dio viene dal cielo sulla terra, dalla terra sotto
terra. Le porte degli inferi si aprono. Voi che da secoli vi siete addormentati, esultate! Voi
che sedete nella tenebra e nell'ombra di morte 5, accogliete la grande luce6! Il Signore sta con i
servi, Dio con i morti, la vita con i mortali, l'innocente con i colpevoli, con quelli che sono
nelle tenebre la luce senza tramonto, il liberatore con i prigionieri, con quelli che vivono nei
luoghi inferiori colui che vive al di sopra dei cieli. Cristo è sulla terra, lo crediamo. Cristo è
tra i morti, scendiamo con lui e contempliamo i miracoli compiuti anche lì. Conosciamo i
miracoli nascosti sotto terra del Nascosto7; impariamo come l'annuncio si è manifestato anche
agli inferi.

3. Che dunque? Dio mostrandosi negli inferi salva semplicemente tutti? No, ma anche lì
quelli che hanno creduto in lui. Ieri si manifestava ciò che è proprio del disegno di salvezza 8,
oggi ciò che è proprio del potere; ieri ciò che è proprio della debolezza, oggi ciò che è proprio
dell'autorità; ieri ciò che è proprio dell'umanità, oggi ciò che è proprio della divinità. Ieri [il
Signore] era colpito con schiaffi9, oggi colpisce la dimora degli inferi con il fulgore della
divinità. Ieri era legato10, oggi lega il tiranno con lacci che non si possono sciogliere. Ieri era

1
Sal 75 (76), 9.
2
Sal 2,1.
3
Cf. Rm 9,32-33; 1Pt 2,6-8.
4
Cf. Gdc 16,4-31.
5
Cf. Sal 106 (107),10.
6
Cf. Is 9,1; Mt 4,16.
7
Dio nascosto nella carne umana e nascosto sotto terra.
8
In greco: oikonomìa. Cf. Fil 2,6-8
9
Cf. Mt 27,30 e par.
10
Cf. Mt 27,2 e par.
condannato11, oggi offre libertà ai condannati. Ieri i servi di Pilato lo schernivano 12, oggi i
guardiani degli inferi, al vederlo, tremano. Ma ascolta il motivo più elevato della passione di
Cristo. Ascolta e canta, ascolta e celebra, ascolta e annuncia le grandi meraviglie di Dio. In
che modo la Legge cede il posto e la Grazia fiorisce? In che modo i tipi passano, le ombre se
ne vanno? In che modo il sole riempie la terra? In che modo l'Antico Testamento è superato e
il Nuovo confermato? In che modo le cose antiche sono passate e sono germogliate le
nuove13? Al momento della passione di Cristo sono apparsi in Sion due popoli, l'uno
proveniente dai giudei, l'altro dalle genti; due re, Pilato ed Erode 14; due sommi sacerdoti,
Anna e Caifa15; affinché le due pasque si celebrassero insieme, l'una che si compiva, l'altra
che cominciava; in quella stessa sera venivano celebrati due sacrifici, poiché veniva operata
una duplice salvezza, voglio dire quella dei vivi e quella dei morti. Il popolo giudaico legava
un agnello per sacrificarlo, quello proveniente dalle genti legava Dio nella carne. L'uno
tendeva lo sguardo verso l'ombra16; l'altro correva verso il sole, verso Dio. Gli uni, legando
Cristo, lo respingevano; gli altri, il popolo proveniente dalle genti, lo accoglieva prontamente.
Gli uni offrivano un sacrificio di animali; gli altri un corpo divino. I giudei ricordavano
l'esodo dall'Egitto, quelli che provenivano dalle genti annunciavano la liberazione
dall'inganno [dell'idolatria].

4. E questo dove avvenne? In Sion, nella città del grande re17, nella quale è stata operata
la salvezza in mezzo alla terra18; in mezzo a due viventi è riconosciuto il Figlio di Dio, in
mezzo al Padre e allo Spirito, i due viventi, lui, vita dalla vita19, come è detto, vivente
riconosciuto e generato in mezzo ad angeli e uomini in una mangiatoia 20, posto come pietra
angolare21 in mezzo a due popoli, annunciato in mezzo alla Legge e ai profeti, contemplato
sul monte in mezzo a Mosè e a Elia22, in mezzo ai due ladroni riconosciuto Dio dal buon
ladrone23, assiso in mezzo alla vita presente e alla futura quale giudice eterno, operante
duplice vita e salvezza in mezzo ai viventi e ai morti. Ripeto: duplice vita, duplice
generazione e insieme rigenerazione. Porgi l'orecchio agli eventi della duplice natività e
celebra i miracoli. Un angelo annunciò a Maria la generazione di Cristo da parte materna 24,
un angelo annunciò a Maria Maddalena la veneranda rigenerazione dalla tomba25. Di notte
Cristo nasce a Betlemme26, di nuovo di notte27 rinasce in Sion. Alla nascita è accolto da
fasce28, anche ora è avvolto da fasce29. Alla nascita ha ricevuto la mirra30 e nella tomba riceve

11
Cf. Mt 27,23.
12
Cf. Mt 27,31 e par.
13
Cf. Is 42,9.
14
Cf. Lc 23,12.
15
Cf. Gv 18,12-14.24.
16
Cf. Eb 8,5; 10,1.
17
Cf. Sal 47 (48),3.
18
Cf. Sal 73 (74), 12.
19
Eco del Credo niceno-costantinopolitano.
20
Cf. Lc 2,7.
21
Cf. Ef 2,20; 1Pt 2,6.
22
Cf. Mt 17,3.
23
Cf. Lc 23,33.39-43.
24
Cf. Lc 1,26-38.
25
Cf. Gv 20,11-18.
26
Cf. Lc 2,6-12.
27
Cf. Mt 28,1-8.
28
Cf. Lc 2,7.
29
Cf. Gv 20,5.
30
Cf. Mt 2,11.
l'aloè31. Là Giuseppe viene chiamato sposo di Maria senza esserlo 32, ma qui Giuseppe di
Arimatea si rivela come colui che si prende cura della nostra vita 33. La nascita ebbe luogo a
Betlemme, nella mangiatoia34, ma ebbe luogo anche nella tomba come in una mangiatoia. I
pastori, primi fra tutti, annunciano la nascita di Cristo35, ma anche i discepoli di Cristo36,
primi pastori fra tutti, hanno annunciato la rinascita di Cristo dai morti. Là, l'angelo proclamò
alla Vergine il suo: Rallegrati!37; qui Cristo, l'angelo del gran consiglio 38, disse:
Rallegratevi!39 alle donne. Nella prima nascita, Cristo, dopo quaranta giorni, entrò nella
Gerusalemme celeste, nel tempio, e in quanto primogenito portò una coppia di tortore a Dio 40,
ma anche nella resurrezione dai morti Cristo, dopo quaranta giorni, ascese nella
Gerusalemme dell'alto41, dalla quale non era separato, e nel vero Santo dei santi quale incor-
ruttibile primogenito dai morti42 e portò a Dio e Padre come due colombe immacolate, la
nostra anima e la nostra carne. L'Antico di giorni43, Dio e Padre, lo accolse nel proprio seno
come tra le proprie braccia al pari di Simeone, senza circoscriverlo. Ma se ascolti queste cose
come fossero favole e non con fede, ti condannano i sigilli non disciolti del sepolcro della ri-
generazione del Signore Cristo. Come infatti, pur essendo sigillati i naturali strumenti di
apertura della serratura della natura verginale, Cristo nasce da una vergine, così pur non es-
sendo aperti i sigilli del sepolcro44, avviene la rinascita di Cristo. Come, quando e da chi
Cristo, la vita, è deposto nel sepolcro ascoltiamolo dalle sante parole.

5. Giunta la sera, è detto, venne un uomo ricco di nome Giuseppe; questi ebbe il
coraggio di andare da Pilato e gli chiese il corpo di Gesù45. Un mortale andò da un mortale
chiedendogli di accogliere Dio, chiede il Dio dei mortali. Il fango chiede al fango di
accogliere il Creatore di tutti; l'erba chiede all'erba di accogliere il fuoco celeste, la goccia
misera riceve l'abisso da una misera goccia. Chi vide? Chi mai ha udito? Un uomo dona a un
uomo il Creatore degli uomini; un empio promette di donare il limite dell'empietà e la legge;
un giudice senza giudizio permette di seppellire come un condannato il giudice dei giudici.
Giunta la sera, è detto, venne un uomo ricco di nome Giuseppe. Veramente ricco, poiché
aveva accolto l'essere composito del Signore; da Pilato aveva ricevuto la duplice sostanza di
Cristo. Veramente ricco, poiché era stato giudicato degno di accogliere la perla di
inestimabile valore46. Veramente ricco, poiché portava una borsa piena del tesoro della
divinità. Come poteva non essere ricco colui che aveva acquistato la vita del mondo e la
salvezza? Come poteva non essere ricco Giuseppe, che aveva ricevuto in dono colui che tutto
nutre e tutto domina? Giunta la sera, infatti, il sole di giustizia47 era tramontato negli inferi.
Perciò, venne un uomo ricco di nome Giuseppe di Arimatea, che si era nascosto per paura dei

31
Cf. Gv 19,39.
32
Cf. Mt 1,19.
33
Cf. Gv 19,38.
34
Cf. Mt 2,11; Lc 2,4-7.
35
Cf. Lc 2,15-18.
36
Cf. At 2,14-36.
37
Lc 1,28.
38
Cf. Is 9,6.
39
Mt 28,9.
40
Cf. Lc 2,22-24.
41
Cf. At 1,3-9.
42
Cf. Col 1,18; Ap 1,5.
43
Cf. Dn 7,9.
44
Cf. Mt 27,66.
45
Mt 27,57-58 e par.
46
Cf. Mt 13,45-46.
47
Ml 3,20; cf. Lc 1,78.
giudei48. Giunse anche Nicodemo, quello che era venuto da Gesù di notte49.
Mistero dei misteri, [mistero] nascosto. Due discepoli nascosti vengono a nascondere Gesù
nel sepolcro, insegnando il mistero nascosto nel sepolcro del Dio, che nel suo nascondimento
si è nascosto nella carne. L'uno supera l'altro nell'affetto per Cristo. Nicodemo è magnanimo
nella mirra e nell'aloè; Giuseppe merita lode per il coraggio e la franchezza nei confronti di
Pilato. Rigettata ogni paura, egli infatti pieno di coraggio andò da Pilato chiedendogli il corpo
di Gesù e, entrato, si comportò sapientemente per raggiungere lo scopo desiderato. Perciò non
ebbe bisogno, presso Pilato, di ricorrere a raggiri o a discorsi elevati per evitare che quello
fosse preso dall'ira e opponesse un rifiuto alla sua richiesta, e neppure gli disse: «Dammi il
corpo di Gesù, che ha oscurato da poco il sole 50, che ha spaccato le rocce, ha scosso la terra,
ha aperto i sepolcri e ha lacerato il velo del tempio51». Nulla di simile disse a Pilato.

6. Che dunque? Una richiesta da poco, veramente piccola: «O giudice, sono venuto a
rivolgerti una piccolissima richiesta. Ed è questa: dammi un morto da seppellire, il corpo di
quel Gesù di Nazareth da te condannato, di Gesù il povero, di Gesù senza dimora, di Gesù
l'appeso, il nudo, misero, di Gesù, figlio del falegname, di Gesù legato, il puro, lo straniero,
sconosciuto tra gli stranieri, il disprezzato e appeso [sulla croce] sopra tutti. Dammi questo
straniero. Che te ne fai del corpo di questo straniero? Dammi questo straniero; è venuto qui
da una terra lontana per salvare lo straniero, è disceso nelle tenebre per ricondurre lo
straniero. Dammi questo straniero; lui solo è straniero. Dammi questo straniero di cui noi
stranieri ignoriamo la patria. Dammi questo straniero, di cui noi stranieri ignoriamo il Padre.
Dammi questo straniero di cui noi stranieri ignoriamo dove e come nacque. Dammi questo
straniero che da straniero visse la sua esistenza straniera. Dammi questo straniero nazareno
che qui non ha dove posare il capo52. Dammi questo straniero, che come straniero senza
dimora è stato generato in una mangiatoia. Dammi questo straniero che dalla mangiatoia
fugge, come straniero, da Erode 53. Dammi questo straniero che fin dalle fasce è stato ospitato
in Egitto, poiché non aveva città, villaggio, casa, abitazione, parenti; questo straniero si trova
in una regione straniera. Dammi, governatore, quest'uomo nudo sul legno: coprirò colui che
ha coperto la nudità della mia natura. Dammi questo morto che è anche Dio; coprirò colui che
ha ricoperto le mie iniquità. Dammi, governatore, [questo] morto che ha sepolto nel Giordano
il mio peccato. Ti supplico per un morto offeso da tutti, venduto da un amico54, rinnegato da
un discepolo55, perseguitato dai fratelli56, colpito da uno schiavo57. Ti supplico per un morto
condannato da quelli che lui ha liberato dalla schiavitù, dissetato con aceto58, ferito da quelli
che aveva guarito59, abbandonato dai discepoli60, privato della sua stessa madre. Ti scongiuro,
governatore, per un morto appeso al legno, privo di casa. Non ha né padre sulla terra, né
amico, né discepolo, né parente, né chi lo seppellisca, ma egli stesso è il solo unigenito
dell'Unico, Dio nel mondo e non ve n'è un altro».

48
Cf. Gv 9,38.
49
Cf. Gv 19,39.
50
Cf. Mt 27,45.
51
Cf. Mt 27,51-52 e par.
52
Mt 8,20 e par.
53
Cf. Mt 2,13-15.
54
Cf. Mt 26,50.
55
Cf. Mt 26,69-75.
56
Cf. Mt 26,47.
57
Cf. Mt 26,67.
58
Cf. Mt 27,48 e par.
59
Cf. Gv 19,34.
60
Cf. Mt 26,56 e par.
7. Dopo che Giuseppe ebbe detto queste cose a Pilato, questi diede ordine che gli fosse
dato il santissimo corpo di Gesù. E Giuseppe, recatosi al Golgota, prese il Dio incarnato dalla
croce e lo depose per terra61: Dio incarnato, nudo, e non un semplice uomo. E si vede giacere
a terra colui che ha trascinato tutti in alto e, per un poco, è senza respiro la vita e il respiro di
tutti. E si vede privato della vista colui che ha fatto le creature dai molti occhi62 e giace supino
lui che è la resurrezione di tutti63. Dio muore nella carne, lui che resuscita i morti e per un
poco tace il tuono della parola di Dio, è sollevato a braccia colui che tiene la terra in una
mano64. E dunque, dunque, Giuseppe, che hai chiesto e hai ottenuto, sai chi hai ricevuto? Se
davvero sai chi tieni tra le mani, ora sei diventato ricco. Come dunque compi il temibile rito
funebre del corpo divino di Gesù? Lodevole il tuo affetto, ma ancor più lodevole la di-
sposizione della tua anima. E dunque, dunque, non rabbrividisci a portare tra le mani colui
che i cherubini rabbrividiscono a portare65? Con quale timore levi il panno da quella carne
divina? Ma come volgevi piamente lo sguardo a terra! Non rabbrividisci a guardare
scoprendo la natura della carne di Dio, che è al di sopra della natura? Su dunque, su, dimmi,
Giuseppe, a oriente seppellisci il morto, l'oriente degli orienti 66? Su: con le tue dita chiudi gli
occhi di Gesù come si addice a un morto, chiudi gli occhi di Gesù che con il dito immacolato
ha aperto gli occhi del cieco 67? E poi chiudi la bocca di colui che ha aperto la bocca del
sordomuto68? E ricopri le dita di colui che ha steso la terra asciutta 69? Leghi i piedi, come si
conviene a un morto, di colui che ha fatto camminare i piedi immobili70? Trasporti su un letto
colui che ha ordinato al paralitico: Prendi il tuo tettuccio e cammina71? Svuoti la mirra per la
celeste Mirra che ha svuotato se stesso 72 e ha santificato il mondo? Osi astergere quel fianco
divino che ancora lascia scorrere sangue di Gesù, Dio che risanò la donna emorroissa73? Lavi
con acqua il corpo di Dio che tutto ha mondato e a tutto ha donato la purificazione? Quali
lampade accendi per la luce vera che illumina ogni uomo74? Quali canti funebri innalzi per
colui che senza sosta è lodato da tutta la schiera celeste? Versi lacrime come su un morto per
colui che ha pianto su Lazzaro morto da quattro giorni e lo ha resuscitato 75? Fai lamenti per
colui che ha dato gioia a tutti e ha dissolto la tristezza di Eva?

8. Tuttavia proclamo beate le tue mani, Giuseppe, che hanno curato e toccato le mani e i
piedi del corpo divino di Gesù quando il sangue ancora fluiva; proclamo beate le tue mani
che si sono accostate al fianco di Dio, da cui sgorgava sangue, prima di Tommaso 76,
l'incredulo credente, lodevole per la sua curiosità. Proclamo beata la tua bocca
insaziabilmente piena e unita alla bocca di Gesù, e piena di Spirito santo. Proclamo beati gli
occhi volti agli occhi di Gesù che da là partecipano della luce vera77. Proclamo beato il tuo

61
Cf. Mt 27,59-60.
62
Cf. Ez 10,1-17.
63
Cf. Gv 11,25.
64
Cf. Is 40,12.
65
Cf., ad esempio, Sal 79 (80),2; 98 (99),1; Is 37,16.
66
Cf. Lc 1,78.
67
Cf. Gv 9,1-7.
68
Cf. Mc 7,31-37.
69
Cf. Gen 1,10.
70
Cf. Mt 11,5.
71
Gv 5,8.
72
Cf. Fil 2,7.
73
Cf. Mt 9,18-26 e par.
74
Cf. Gv, 1,9.
75
Cf. Gv 11,1-44.
76
Cf. Gv 20,24-29.
77
Cf. Gv 1,9.
volto che si avvicina al volto di Dio. Proclamo beate le tue spalle che hanno portato colui che
ha portato tutti. Proclamo beato il tuo capo a cui si è avvicinato Gesù, capo di tutti 78.
Proclamo beate le tue mani con le quali hai portato colui che porta tutto. Proclamo beati
Giuseppe e Nicodemo: hanno superato i cherubini, innalzando e portando Dio in se stessi,
hanno superato i ministri di Dio a sei ali, perché ricoprirono il Signore non con le ali, ma con
lenzuola e gli resero onore. Colui davanti al quale trepidano i cherubini, Giuseppe e
Nicodemo lo portano sulle spalle e tutti gli ordini angelici stupiscono. Sono venuti infatti
Giuseppe e Nicodemo, correva con loro anche tutto il popolo degli angeli e giungono i
cherubini, corrono con loro i serafini, lo portano i troni e lo ricoprono gli angeli dalle sei ali,
fremono gli esseri dai molti occhi, vedendo Gesù nella carne privo di vista e le potenze lo
ricoprono, i principati cantano, le schiere fremono, stupiscono tutte le turbe degli ordini del-
l'aria e attonite esitano e dicono: «Che cos'è questo discorso tremendo? Questa paura, questo
tremore, questi sentimenti? Che cos'è questa grande, mirabile, inafferrabile visione? Colui
che per noi incorporei nell'alto è invisibile come nudo Dio, in terra è visibile, nudo, ai
mortali».

9. Colui dinanzi al quale stanno con venerazione i cherubini, Giuseppe e Nicodemo lo


seppelliscono senza timore. Quando è disceso colui che non ha lasciato le altezze? Come è
uscito colui che è dentro? Come è venuto sulla terra colui che tutto ha riempito? Come è
tramontato colui che tutto nasconde? Colui che nell'alto insieme al Padre, in quanto Dio, non
ha bisogno di nulla, sulla terra insieme alla madre, mortale, non ha bisogno di nulla. Colui
che mai ci è apparso, in che modo appare agli uomini contemporaneamente come uomo e
come Dio amante degli uomini? Come fu visto l'invisibile? Come prese carne l'immateriale?
Come ha sofferto la passione l'impassibile? Come stette davanti al tribunale il giudice? In che
modo la vita ha gustato la morte? In che modo l'incontenibile è contenuto nella tomba? Come
abita il sepolcro colui che non ha abbandonato il seno paterno79? In che modo entra per la
porta della grotta colui che ha aperto le porte del paradiso, che non ha strappato le porte della
Vergine ma ha calpestato le porte degli inferi, colui che a causa di Tommaso non ha aperto le
porte80, ma ha aperto le porte del Regno agli uomini mantenendo intatte le porte della tomba e
i loro sigilli? In che modo viene annoverato tra i morti colui che è libero tra i morti81? In che
modo la luce senza tramonto appare nelle tenebre e nell'ombra di morte 82? Dove va? Dove si
presenta colui che non può essere trattenuto dalla morte? Quale il motivo? Quale il modo?
Quale la decisione di scendere negli inferi? Forse scende per far risalire Adamo condannato e
nostro compagno di servizio. Veramente va a cercare il primo uomo plasmato, come pecora
perduta83. Di certo vuole visitare quelli che giacciono nelle tenebre e nell'ombra di morte 84; di
certo Dio, figlio di Eva, va a sciogliere dai dolori Adamo prigioniero ed Eva prigioniera con
lui.

10. Insieme scendiamo, insieme facciamo festa, affrettiamoci, tripudiamo,


accompagniamo, proclamiamo, acceleriamo, vedendo la riconciliazione di Dio con gli uomini
e la liberazione dei condannati operata dal Signore buono. Colui che per natura ama gli
uomini va con forza e potenza a trarre fuori quanti da secoli sono prigionieri, per liberare e
annoverare con quanti abitano nell'alto quelli che abitano nelle tombe, divorati dalla morte

78
Cf. Ef 1,22; 4,15; Col 1,18; 2,10.
79
Cf. Gv 1,18.
80
Cf. Gv 20,26.
81
Cf. Sal 87 (88),5.
82
Cf. Is 9,1; Sal 106 (107),10; Mt 4,16; Lc 1,78-79.
83
Cf. Lc 15,4-7.
84
Cf. supra, n.83.
amara e insaziabile, dispotica tiranna; essa li ha strappati a Dio come preda e li ha ammassati.
Là vi è prigioniero Adamo, la prima creatura, il primo plasmato posto al di sotto di tutti i
condannati negli inferi. Là vi è Abele85 il primo morto, e il primo giusto pastore, figura
dell'uccisione ingiusta del pastore Cristo. Là vi è Noè 86, tipo di Cristo, costruttore della
grande arca di Dio, la chiesa, che ha conservato tutte le genti selvagge dal diluvio
dell'empietà attraverso la colomba, lo Spirito santo, e ha scacciato da essa il corvo tenebroso.
Là vi è Abramo, padre sacrificatore di Cristo, che offrì a Dio un felice sacrificio senza spada
e senza uccisione87. Laggiù vi è Isacco legato88 che un tempo, su questa terra, era stato legato
da Abramo quale tipo di Cristo. Laggiù vi è Giacobbe, oppresso dal dolore, che in
precedenza, sulla terra era oppresso dal dolore a motivo di Giuseppe 89. Là vi è Giuseppe
prigioniero, che in Egitto fu in carcere quale figura di Cristo e fu signore90. Laggiù, fra le
tenebre, vi è Mosè che un tempo, sulla terra, nella tenda fu nelle tenebre 91. Là, nella fossa
degli inferi, vi è Daniele che un tempo, sulla terra; fu nella fossa dei leoni 92. Là vi è Geremia
in una cisterna di fango93, nella cisterna degli inferi e della corruzione della morte. Là nella
balena degli inferi in grado di accogliere il mondo intero giace Giona94, quale tipo di Cristo,
l'eterno e sempiterno Giona vivente nei secoli e nei secoli dei secoli. E ancora, là vi è David
antenato di Dio, dal quale proviene Cristo secondo la carne 95. E perché parlo di David, di
Giona, di Salomone? Là vi è anche il grande Giovanni, il più grande di tutti i profeti 96, che
preannunciava Cristo a tutti quelli che erano negli inferi come quando era nell'utero
tenebroso97, lui il duplice precursore e araldo dei vivi e dei morti, lui che dal carcere di
Erode98 è stato inviato nel carcere degli inferi che tutti accoglie, dove dormono da secoli
giusti e ingiusti. Ma tutti i profeti e i giusti da là offrivano a Dio in segreto continue
suppliche, chiedendo la liberazione da quel dolore e da quella notte triste, tenebrosa,
dominata dal Nemico e senza tramonto. E l'uno diceva a Dio: «Dal ventre degli inferi ascolta
la mia voce»99; e un altro: Dal profondo ho gridato a te, Signore. Signore, ascolta la mia
voce100; e un altro: Mostra il tuo volto e saremo salvi 101; e un altro: Tu che siedi sui cherubini,
mostrati102; e un altro: Risveglia la tua potenza e vieni a salvarci103; e un altro: Ci prevengano
le tue misericordie, Signore104; e un altro: «Libera la mia anima dagli inferi profondi»105; e un
altro: Signore, riconduci dagli inferi la mia vita106; e un altro: Non abbandonare la mia vita

85
Cf. Gen 4,8.
86
Cf. Gen 6,9-8,22.
87
Cf. Gen 22,1-19.
88
Cf. ibid.
89
Cf. Gen 37,34-35.
90
Cf. Gen 37,2-50,26.
91
Forse si allude a Es 40,34.
92
Cf. Gen 37,34-35.
93
Cf. Ger 38,6.
94
Cf. Gn 2,1-11.
95
Cf. Mt 1,1.
96
Cf. Lc 7,28.
97
Cf. Lc 1,39-45.
98
Cf. Mt 11,2.
99
Cf. Gn 2,3.
100
Sal 129 (130),1-2
101
Sal 30 (31),17.
102
Sal 79 (80),2.
103
Sal 79 (80),3.
104
Sal 78 (79),8.
105
Cf. Sal 85 (86),13.
106
Sal 29 (30),4.
agli inferi107; e un altro: Dalla corruzione a te risalga la mia vita, Signore Dio mio108.

11. Avendo udito tutte queste cose, Cristo, Dio misericordioso, non ritenne giusto rendere
partecipi della sua misericordia soltanto quelli che erano vissuti al suo tempo o dopo di lui,
ma anche quelli che erano trattenuti nei sepolcri prima della sua venuta e che giacevano nelle
tenebre, nell'ombra di morte109. Perciò il Dio Verbo visitò gli uomini che vivevano nella carne
attraverso una carne animata; alle anime liberate dai corpi apparve negli inferi attraverso la
sua divina e purissima anima, liberata dal corpo ma non dalla divinità. Affrettiamoci, dunque,
con la nostra mente e andiamo negli inferi per vedere come là fortissimo, con forza, domina il
dominatore della forza e con tutto il popolo ben addestrato sottomette con il suo fulgore
quelle schiere immortali senza armi. Senza esitare, dal centro ha innalzato le porte, ha
spezzato i portoni non lignei, con il legno della croce; con chiodi divini, ha infranto e
schiacciato le eterne sbarre; e con i vincoli delle sue mani divine, ha sciolto come cera le
catene che non si potevano sciogliere. Là ha spezzato le forze degli archi 110, quando sulla
croce, come su un arco, ha disteso i nervi delle mani divine. Perciò se segui Cristo nella
quiete, vedrai presto dove ha legato il tiranno, dove ha appeso il tiranno, come ha distrutto il
carcere, dove ha fatto uscire i prigionieri, come ha ingannato il serpente e dove ha appeso il
capo, la sommità111, come ha liberato Adamo, ha resuscitato Eva, come ha dissolto il muro
nel mezzo112, come ha condannato il drago feroce113, come ha posto trofei invincibili, dove ha
ucciso la morte e come ha corrotto la corruzione, e dove ha riportato l'uomo alla sua primitiva
dignità.

12. Colui che ieri per disegno divino ha rifiutato le legioni di angeli e ha detto a Pietro:
«Non posso ora predisporre più di dodici legioni di angeli?» 114, oggi, in modo conveniente a
Dio, bellicoso e degno di un Signore, scende negli inferi e nella morte e dal tiranno, per dargli
la morte, avendo con sé non dodici legioni immortali di eserciti immateriali e di schiere in-
visibili, ma miriadi di miriadi e migliaia di migliaia di angeli, potenze, troni, angeli dalle sei
ali e angeli privi di ali, esseri dai molti occhi e privi di occhi, coorti celesti; essi precedevano
il loro Signore e re, accompagnavano e onoravano Cristo, ma non come aiuti nella guerra.
Suvvia! Di quali aiuti ha bisogno l'onnipotente Cristo? Ma devono e amano stare sempre
accanto al loro Signore Dio quali accompagnatori fidati, soldati, fulgidi portatori di scettro
del divino e veloce potere del Signore; essi al solo cenno prevengono con pronta sollecitudine
divina operando ciò che è stato comandato e indossando la corona della vittoria contro le
schiere dei nemici e degli empi. Perciò correvano veloci con il Dio e Signore negli inferi e
nelle regioni sotterranee, più profonde di tutta la terra, dimore sotterranee di quelli che sono
addormentati da secoli, e il Signore conduceva fuori con forza quelli che da secoli erano ivi
trattenuti. La sua luminosa presenza insieme al suo popolo divino sorprese le carceri e le
dimore, i rifugi e le grotte degli inferi ovunque munite di porte, prive di sole, immerse in
tenebre sempiterne; tutti precede il capo delle schiere Gabriele, abituato a portare gioiose
notizie agli uomini115, e proclama un forte annuncio adatto agli arcangeli e agli eserciti ange-
lici con voce fulgida e leonina. Dice: Alzate le porte, voi principi116. Dopo di lui grida anche
107
Sal 15 (16),10.
108
Gn 2,7.
109
Cf. supra, p.24, n.83.
110
Sal 75 (76),4.
111
Cf. Nm 21,9.
112
Cf. Ef 2,14.
113
Cf. Sal 73 (74), 13-14.
114
Cf. Mt 26,53.
115
Cf. Lc 1,26-38.
116
Sal 23 (24), 7.9.
Michele: Alzatevi, porte eterne117. Poi anche le potenze dicono: «Ritiratevi, portinai iniqui»;
poi anche le dominazioni dicono con forza: «Spezzatevi, catene che non potete sciogliervi»; e
un'altra potenza: «Temete, tiranni iniqui».

13. E come su uno schieramento di un potentissimo esercito regale, temibile, invincibile e


trionfante, terrore, turbamento e tormentoso timore discendono sui nemici di un imbattibile
signore, così, all'improvvisa venuta del Cristo glorioso, accadde anche a quelli che erano
negli inferi in luoghi sotterranei. Dall'alto fu oscurato il fulgore delle potenze avverse degli
inferi che acceca la vista e riempie come tuono quelli che ascoltano, mentre le schiere
[angeliche] ordinavano: «Alzate le porte, voi principi. Non le avete aperte, ma innalzatele
dalle fondamenta stesse, sradicatele, rimuovetele in modo che non si chiudano più: alzate le
porte, voi principi. Non perché sia impotente il Signore qui presente e se vuole, non possa
entrare attraverso porte chiuse118, ma a voi, come a servi fuggitivi, ordina di spostare e
spezzare le porte eterne. Perciò non alle vostre schiere, ma a quelli stessi tra voi che
sembrano essere principi, ordina: Alzate le porte, voi principi. Principi vostri, e non di altri.
Insomma principi. Se infatti fino a ora da secoli malamente avete dominato sui morti da
secoli, non sarete più principi loro, né di altri, ma di voi, anzi neppure di voi stessi. Ecco
infatti Cristo, la porta celeste. Fate strada a chi cavalca sull'occidente degli inferi. Signore è
il suo nome119, e del Signore, del Signore le uscite delle porte della morte 120. Voi avete pre-
disposto gli ingressi; lui le uscite. Perciò non esitate: alzate le porte e affrettatevi; alzate e
non indugiate. Se poi pensate di aspettare, ordiniamo alle porte stesse senza intervento, auto-
maticamente, di innalzarsi. Alzatevi, porte eterne121». A un tempo le potenze gridarono, le
porte furono alzate, le catene disciolte, le sbarre spezzate, caddero i chiavistelli, furono scosse
le fondamenta del carcere, le potenze avverse si diedero alla fuga, spingendosi l'un l'altra e
ostacolandosi l'un l'altra, esortandosi a vicenda; furono terrorizzate, si agitarono, rimasero
atterrite e turbate, mutarono aspetto terrorizzate, si rizzarono fuori di sé, sconvolte tremarono.
E l'una stava a bocca spalancata, l'altra nascondeva il volto con le ginocchia; un'altra si
irrigidiva con la faccia a terra, un'altra si ripiegava come morta, un'altra ancora era presa da
stupore, un'altra era a terra mutata di forma, un'altra fuggiva all'interno.

14. Là allora, in mezzo a tale turbamento, Cristo spezzò le teste dei potenti; là vacillarono,
là aprirono le loro bocche e dissero: «Chi è questo re della gloria122? Chi è costui che insieme
a costoro compie qui tali miracoli? Chi è questo re della gloria che ora compie negli inferi
cose che negli inferi mai sono accadute? Chi è costui che conduce fuori di qui i morti da
secoli? Chi è costui che ha sciolto e disciolto la nostra invincibile audacia e potenza, e che ha
fatto uscire dalla prigione degli inferi coloro che erano prigionieri da secoli?». Le potenze del
Signore gridavano contro di loro dicendo: «Volete sapere, o iniqui tiranni, chi è questo re
della gloria? Il Signore forte e potente; il Signore potente e forte, invincibile in battaglia 123.
Questi è colui che vi ha scacciato e respinto dalle volte celesti, o vili e iniqui tiranni! Questi è
colui che ha spezzato le teste dei draghi nelle acque del Giordano 124. Questi è colui che con la
croce vi ha condannato all'infamia, ha trionfato su di voi, e vi ha annientati. Questi è colui
che vi ha legato, condannato alle tenebre e inviato nell'abisso. Questi è colui che vi ha

117
Sal 23 (24),9.
118
Cf. Gv 20,19-26.
119
Sal 67 (68),5.
120
Cf. Sal 67 (68),20.
121
Sal 23 (24),7.9.
122
Sal 23 (24),8.10.
123
Cf. Sal 23 (24),8.
124
Cf. Sal 73 (74),13; Mt 3,13-17 e par.
mandato nel fuoco eterno e vi ha distrutto. Non indugiate, dunque, non aspettate, ma
affrettatevi e conducete fuori i prigionieri che fino a ora avete disgraziatamente ingoiato. Il
vostro potere è ormai dissolto; la vostra tirannide è ormai finita, la vostra arroganza è
annientata, la vostra tracotanza è infine dissolta, la vostra forza è calpestata e distrutta».
Queste cose dicevano le potenze del Signore alle potenze avverse e intanto si affrettavano. E
le une distruggevano il carcere dalle sue stesse fondamenta, le altre inseguivano le potenze
avverse che fuggivano dai recessi esterni a quelli più interni. E altre esploravano i
nascondigli, le fortezze, le grotte e correvano. E altre da un altro luogo offrivano un
prigioniero al Signore, altre legavano il tiranno con legami indissolubili e altre scioglievano i
prigionieri da secoli; altre davano ordini, altre li eseguivano il più presto possibile; altre,
correndo, precedevano il Signore che entrava, mentre altre seguivano il re e Dio vincitore.

15. Queste cose, dunque, e altre ancora, accadevano negli inferi e mentre tutti gridavano,
levavano lamenti, si agitavano poiché la venuta del Signore stava per conquistare i luoghi a
tutto inferiori, quell'Adamo, primogenito di tutti gli uomini, primo plasmato, primo morto che
si trovava nel luogo più interno di tutti, tenuto prigioniero sotto massima sicurezza, udì i passi
del Signore che venivano dai prigionieri, riconobbe la voce di lui che si aggirava nel carcere
e, rivolto a tutti quelli che con lui erano prigionieri da secoli, disse: «Odo il rumore dei
passi125 di uno che viene a noi e se si è degnato di venire qui, noi siamo liberati dalle catene.
Se lo vediamo stare in mezzo a noi, siamo liberati dagli inferi». Mentre queste e altre simili
cose diceva Adamo a tutti i condannati, il Signore entrò da loro portando le armi vittoriose
della croce. Appena Adamo, il primo plasmato, lo vide, colpendosi il petto con stupore, gridò
a tutti: «Il mio Signore sia con tutti». E Cristo rispose ad Adamo: «E con il tuo spirito». E
presolo per mano, lo fece risorgere, dicendo: «Svegliati, o tu che dormi e risorgi dai morti e
Cristo ti illuminerà126. Io sono il tuo Dio, che a causa tua sono diventato tuo figlio, che per te
e per quelli usciti da te ora parlo e con potenza ordino a quelli che sono prigionieri: "Uscite!",
e a coloro che sono nelle tenebre: "Siate illuminati!", a coloro che sono morti: "Risorgete!", e
a te comando: Svegliati, o tu che dormi! Non ti ho creato perché tu sia trattenuto prigioniero
negli inferi. Sorgi dai morti! Io sono la vita dei morti. Sorgi, mia opera, sorgi, mia icona,
creata a mia immagine127. Svegliati, usciamo di qui. Tu sei in me, e io in te, siamo una e
indivisibile persona. Per te io, tuo Dio, mi sono fatto tuo figlio. Per te io, il Signore, ho preso
la forma di servo128. Per te io che sto al di sopra dei cieli sono venuto sulla terra e sotto terra.
Per te sono diventato uomo, come uomo privo di aiuto, libero tra i morti129. Per te che sei
uscito dal giardino130 in un giardino sono stato consegnato ai giudei131 e in un giardino sono
stato messo in croce132. Guarda sul mio volto gli sputi che ho ricevuto per te, per restituirti al
tuo antico soffio vitale. Guarda sulle mie guance gli schiaffi ricevuti per te per rifare a mia
immagine la forma che era stata stravolta. Guarda sulle mie spalle i segni dei flagelli ricevuti
per disperdere il peso dei tuoi peccati dalle tue spalle. Guarda le mie mani bene inchiodate sul
legno, per te che hai steso malamente la mano sul legno133. Guarda i miei piedi inchiodati e
trafitti sul legno a causa dei tuoi piedi che malvagiamente hanno corso verso il legno della
disobbedienza nel sesto giorno134; in questo giorno fu emessa la sentenza, in questo giorno io
125
Cf. Gen 3,8.
126
Ef 5,14.
127
Cf. Gen 1,26.
128
Cf. Fil 2,7.
129
Sal 87 (88),5.
130
Cf. Gen 3,23.
131
Cf. Gv 18,1.
132
O piuttosto sepolto: cf. Gv 20,15.
133
Cf. Gen 3,1-7.
134
Cf. ibid.; il sesto giorno è il giorno in cui fu creato l’uomo a anche quello della passione e morte di Gesù.
ti ho fatto rinascere e ho aperto il paradiso.

16. «Per te ho gustato il fiele, per sanare attraverso quel dolce cibo l'amaro piacere. Ho
gustato l'aceto per abolire l'asprezza della tua morte e il calice contrario alla natura. Ho
ricevuto la spugna135 per annullare il documento scritto136 del tuo peccato. Ho ricevuto la
canna137 per sottoscrivere la libertà per il genere umano. Ho dormito sulla croce e la lancia ha
trapassato il mio fianco138 per te che ti sei addormentato in paradiso e hai fatto uscire Eva dal
tuo fianco139. Il mio fianco ha guarito il dolore del tuo fianco; il mio sonno ti ha tratto fuori
dal tuo sonno negli inferi; la mia lancia ha trattenuto la lancia rivolta contro di te. Su dunque,
svegliati! Usciamo di qui. Il Nemico ti ha fatto uscire dalla terra del paradiso; io non ti
rimetto più nel paradiso, ma su un trono celeste. Ti ho proibito di toccare l'albero simbolico
della vita140, ma ecco io stesso ti ho unito alla vita. Ho posto i cherubini 141 perché ti
custodissero come servi, ora pongo dei cherubini perché ti venerino in un modo degno di Dio.
Ti sei nascosto da Dio perché eri nudo, ma ecco ho nascosto in te Dio142 nudo. Ti sei vestito
con il mantello di pelle della vergogna143, ma io, essendo Dio, ho vestito il mantello della tua
carne e del tuo sangue. Perciò svegliatevi, andiamo via di qui, dalla morte alla vita, dalla
corruzione all'incorruttibilità, dalle tenebre alla luce eterna. Svegliatevi, andiamo via di qui,
dal patire al gioire, dalla schiavitù alla libertà, dalla prigionia alla Gerusalemme dell'alto,
dalle catene alla liberazione, dalla reclusione alla gioia del paradiso, dalla terra al cielo. Per
questo sono morto e risorto per essere Signore dei morti e dei vivi. Risvegliatevi, andiamo via
di qui; il Padre mio celeste attende la pecora perduta144. Le novantanove pecore angeliche
aspettano il loro compagno di servizio, Adamo; [si chiedono] quando risorge, quando ascende
e ritorna presso Dio. Il trono dei cherubini è pronto, pronti e preparati sono i portatori. La sala
delle nozze è preparata145, i cibi sono pronti, le tende e le dimore eterne sono pronte, i forzieri
sono stati aperti, il regno dei cieli è preparato da secoli, ciò che occhio non vide e orecchio
non udì e non è mai salito al cuore di un uomo146: questi beni attendono l'uomo».

17. Mentre il Signore diceva queste e simili cose, resuscitò con lui Adamo che era unito a
lui e resuscitò anche Eva, e molti altri corpi che dormivano da secoli nella fede resuscitarono
annunciando la resurrezione del Signore al terzo giorno. Accogliamola con gioia, o fedeli, e
contempliamo, abbracciamoci danzando insieme agli angeli, festeggiando con gli esseri
incorporei e insieme glorificando Cristo che ci ha resuscitato dalla corruzione e ci ha fatto
rivivere. A lui gloria e potenza insieme al Padre senza principio e al santissimo, buono e
vivificante suo Spirito, ora e sempre e nei secoli dei secoli.Amen.

135
Cf. Mt 27,48.
136
Cf. Col 2,14.
137
Cf. Mt 27,29-30 e par. L’autore gioca sul significato del termine kálamos, che indica la canna impiegata
anche come penna per scrivere.
138
Cf. Gv 19,34.
139
Cf. Gen 2,21-23.
140
Cf. Gen 2,9.17,
141
Cf. Gen 3,24.
142
Cf. Gen 2,7. In un manoscritto è attestata la lezione: “Tutto me stesso”.
143
Cf. Gen 3,21.
144
Cf. Lc 15,4-7.
145
Cf. Mt 22,1-14.
146
1Cor 2,9.

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