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Gabrielle Zevin

La vita in un istante

Aviva Grossman ha ventun anni e un'unica colpa: essersi innamorata di un importante


uomo politico. Ma, quando quella relazione diventa di dominio pubblico, i media non
hanno piet�: travolta da una valanga di accuse, illazioni e (falsi) moralismi,
Aviva non trova comprensione neppure nella famiglia ed � costretta ad allontanarsi
dalla Florida e a cambiare nome, nella speranza che il tempo cancelli le tracce del
suo errore. Se non il perdono, almeno l'oblio...
Tredici anni dopo, Jane Young abita in un paesino del Maine con la figlia Ruby. Ha
una bella casa, un buon lavoro, una vita tranquilla. Ma tutto cambia quando Ruby
inizia a fare ricerche sul padre, che lei non ha mai conosciuto. Nell'era di
Internet, nulla si cancella e, ben presto, Ruby si trova di fronte a una verit�
sconcertante. Possibile che sua madre abbia mentito a tutti sulla propria identit�
e sul proprio passato? Ruby deve sapere. Perci� scappa a Miami, alla scoperta delle
sue origini. E cos� anche Jane sar� costretta ad affrontare il fantasma di Aviva...
Col suo stile delicato, ironico e sorprendente, Gabrielle Zevin ci racconta cosa
significa essere donna nel mondo di oggi, un mondo in cui agli uomini � concesso
tutto, mentre le donne sono ancora giudicate a ogni passo. Un mondo in cui basta un
istante per stravolgere una vita. Ma anche un mondo che si pu� - che si deve -
affrontare a testa alta, con coraggio e determinazione, per affermare il proprio
diritto alla felicit�.

Laureata in Lettere a Harvard, da diversi anni Gabrielle Zevin ha intrapreso con


successo la carriera di scrittrice e autrice cinematografica. Nel 2007, per la
sceneggiatura di Conversations with Other Women, il film con Aaron Eckhart e Helena
Bonham Carter, � stata nominata agli Independent Spirit Awards, i prestigiosi premi
per il cinema indipendente americano. In Italia si � imposta con La misura della
felicit�, bestseller che ha scalato le classifiche e conquistato il cuore dei
lettori.

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www.illibraio.it

Titolo originale
Young Jane Young

Si ringrazia Alessandro Storti


per la consulenza linguistica

In copertina: foto (c) Mike Brinson/Getty Images; foto (c) Stanislav Novak Art
director: Giacomo Callo Graphic designer: Marina Pezzotta

Copyright (c) 2017 Gabrielle Zevin Published by arrangement with The Italian
Literary Agency and Sterling Lord Literistic, Inc.
Originally published by Algonquin Books of Chapel Hill,
a division of Workman Publishing

(c) 2018 Casa Editrice Nord s.u.r.l.


Gruppo editoriale Mauri Spagnol

Prima edizione: febbraio 2018

LA VITA IN UN ISTANTE
Ignote a me
queste mie mani
ma credo ci sia stata
una volta una donna con mani
come queste.

ADELAIDE CRAPSEY, Stupisci

I
Bobe mayse
RACHEL

La mia cara amica Roz Horowitz ha conosciuto il suo secondo marito tramite un sito
di appuntamenti, e lei ha tre anni e venticinque chili pi� di me, e dicono tutti
che non � tenuta bene come me, nel complesso, e allora ho pensato di provarci pure
io, anche se cerco di non andare troppo online. Il primo marito di Roz � morto di
cancro al colon e lei si merita di essere felice. Non che questo nuovo marito sia
niente di speciale. Si chiama Tony e lavorava nel ramo dei vetri per auto nel New
Jersey. Ma Roz gli ha dato una sistemata e l'ha portato a comprarsi delle camicie
da Bloomingdale's e adesso vanno insieme a una serie di corsi del JCC, il Jewish
Community Center: conversazione in spagnolo, ballo liscio, massaggio per amanti,
come fare in casa sapone e candele. Non � che io ci tenga particolarmente a
trovarmi un marito. Ti danno un mucchio da fare, ma non voglio nemmeno passare il
resto della mia vita da sola e, lasciatemelo dire, sarebbe carino avere qualcuno
con cui andare a qualche corso. Pensavo che i siti di appuntamenti fossero per le
persone pi� giovani, ma secondo Roz no. "E anche se fosse? Adesso sei pi� giovane
di quanto non sarai mai."
Allora le chiedo di darmi qualche consiglio e lei mi dice di non mettere una foto
che ti fa sembrare pi� giovane di quello che sei. Su Internet mentono tutti ma,
paradossalmente, la cosa peggiore che si possa fare online � mentire. Allora le
dico: "Roz, mia cara, cosa c'� di diverso dalla vita reale?"
Il primo uomo che incontro si chiama Harold e, per scherzare, gli chiedo se si �
sempre chiamato cos�, perch� mi sembra un nome da vecchio. Ma Harold non capisce la
battuta e se la prende. "Non hai mai sentito parlare di Harold e la matita viola?
Quell'Harold l� � un bambino, Rachel." Comunque, l'appuntamento non porta da
nessuna parte.
Il secondo uomo che incontro � Andrew e ha le unghie sporche, quindi non mi �
possibile stabilire se � simpatico oppure no. Non riesco nemmeno a mangiare le
cr�pes allo zucchero di canna e burro che ho ordinato, oy gevalt, tanto sono
distratta da quelle unghie. Insomma, cosa ha fatto prima di venire
all'appuntamento? Una gara di giardinaggio? Ha seppellito l'ultima donna con cui
era uscito? Mi dice: "Rachel Shapiro, mangi come un uccellino!" Mi viene in mente
di farmi impacchettare le cr�pes, ma a che pro? Le cr�pes sono buone appena fatte.
Se le riscaldi, diventano gommose e sanno di uovo, e anche se te le cacci gi� a
forza � una tragedia, perch� pensi a come potevano essere e al loro potenziale
sprecato.
Andrew mi chiama qualche settimana dopo per chiedermi se mi va di uscire di nuovo e
io, in fretta e furia, gli dico: no grazie. Mi chiede perch�. Non voglio dirgli
delle unghie nere perch� sembra una scusa meschina e forse lo �. Il mio ex marito
era meticoloso con le unghie, eppure si � rivelato lo stesso un figlio di buona
donna. Mentre penso a cosa rispondergli, lui aggiunge: "Va bene, credo che mi
basti, come risposta. Non stare a inventarti una bugia".
Allora gli dico: "Sinceramente, penso che non sia scattata la scintilla e alla
nostra et�" - ho sessantaquattro anni - "non ha senso perdere tempo".
E lui: "Te lo devo dire, la tua foto ti fa sembrare dieci anni pi� giovane di
quello che sei". Un colpo basso di addio.
So che voleva solo vendicarsi dell'offesa, ma mostro la foto a Roz, per sicurezza.
Mi era sembrata recente invece, guardandola meglio, mi accorgo che deve risalire
alla fine della seconda amministrazione Bush. Roz mi dice che in effetti sembro pi�
giovane, ma in positivo, non tanto da arrivare al ridicolo. Mi dice che, se scelgo
il ristorante giusto, con la luce giusta, posso dimostrare esattamente l'et� della
foto. E io le ribatto che qui si finisce come Blanche DuBois, che mette la sciarpa
alle lampade. Roz mi scatta una nuova foto col cellulare, sul mio balcone, e
chiuso.
Il terzo uomo che incontro � Louis, ha dei begli occhiali con le stanghette di
titanio. Mi piace subito, anche se la prima cosa che dice �: "Caspita, sei meglio
che in foto", e mi resta il dubbio di aver esagerato nella direzione opposta, con
questa sciocchezza della foto. � professore di letteratura ebraico-americana
all'universit� di Miami e mi racconta che correva la maratona finch� l'anca non ha
cominciato a dargli problemi, quindi adesso fa la mezza. Mi chiede se io faccio
attivit� fisica e gli dico di s�, in effetti insegno pilates per la terza et�.
Forse posso aiutarlo coi flessori? Lui dice: "Scommetto di s�", o qualcosa di
simile. Poi, per chiarire che non siamo superficialotti, tiriamo in ballo i libri.
Io dico che mi piace Philip Roth, anche se probabilmente � un clich� per una donna
della mia et�, col mio background. Ma lui dice che, no, Philip Roth � fantastico.
Una volta ha tenuto una conferenza sui suoi libri e Roth ci � andato e si � seduto
in prima fila! Si � fermato sino alla fine, ogni tanto annuiva, accavallava e
scavallava e riaccavallava le gambe lunghe, e dopo se n'� andato senza dire una
parola.
"Gli � piaciuto?" domando. "O si � offeso?"
Louis dice che non lo sapr� mai e rester� sempre uno dei grandi misteri della sua
vita.
Io dico: "Philip Roth ha le gambe lunghe?"
E lui: "Non quanto le mie, Rach".
� piacevole flirtare.
E poi lui mi chiede se ho figli. S�, gli dico, una figlia, Aviva. E lui dice che
Aviva significa "primavera" o "innocenza", in ebraico, ma che bel nome. E io dico
che lo so, io e il mio ex marito l'abbiamo scelto per quello. E lui dice che non ne
conosce tante di Aviva, non � un nome diffuso, solo quella ragazza che si �
inguaiata con Levin, il membro del Congresso. Te lo ricordi quel mishegoss?
"Mmm", faccio io.
E lui: "� stata una piaga per la Florida meridionale, una piaga per gli ebrei, una
piaga per i politici, posto che sia possibile, e per la civilt� in generale".
Dice: "Sul serio, non te la ricordi? Ai notiziari ne hanno parlato tutti i giorni,
nel 2001, finch� non c'� stato l'11 settembre ed � caduta nel dimenticatoio".
Dice: "Non mi ricordo come faceva di cognome. Tu davvero non te la ricordi? Dai,
Rach, era come Monica Lewinsky. Sapeva che lui era sposato e l'ha sedotto. Sar�
stata attratta dal potere o dalla notoriet�. O forse era un'insicura. Era una
troietta formosa, una di quelle col faccino carino, quindi � probabile che
accaparrarsi un uomo come Levin le abbia accresciuto l'autostima. Non riesco a
provare compassione per persone del genere. Si pu� sapere come faceva di cognome?"
Dice: "Proprio una vergogna. Levin era un rispettato membro del Congresso. Sarebbe
potuto diventare il primo presidente ebreo, non fosse stato per quella farkakte".
Dice: "Lo sai chi mi fa pena? I suoi genitori".
Dice: "Mi chiedo cosa ne sia stato della ragazza. Cio�, chi mai la assumerebbe? Chi
la sposerebbe?"
Dice: "Grossman! Aviva Grossman! Ecco!"
E io confermo: "Ecco".
Mi scuso e vado alla toilette e, quando torno, dico al cameriere d'impacchettarmi
il resto della paella, che � molto buona e decisamente troppa per una persona sola.
Certi ristoranti stanno indietro con lo zafferano, ma La Gamba no. Non si pu�
scaldarla nel microonde, la paella, ma sul fornello viene molto bene. Propongo di
dividere, ma Louis dice che aveva gi� deciso di offrire lui. Insisto. Lascio pagare
un uomo solo se ho intenzione di rivederlo. Roz dice che � femminismo o magari il
suo contrario, ma secondo me � solo buona educazione.
Torniamo al parcheggio e lui dice: "� successo qualcosa? Ho detto qualcosa di
sbagliato? Pensavo che stesse andando benissimo, poi all'improvviso malissimo".
Dico: "� solo che non mi piaci", e salgo in macchina.

Abito in un quadrilocale sulla spiaggia. Si sente il rumore dell'oceano e tutto �


come piace a me, che poi � l'aspetto migliore di vivere da soli. Anche se sei
sposata con un medico che sta fuori la maggior parte del tempo, vorr� comunque dire
la sua sull'arredamento. E avr� opinioni tipo: Forse preferirei un letto pi�
mascolino, e: Tende scure, per forza, sai che orari faccio, e: Carino, senza
dubbio, ma non si sporca facilmente? Invece adesso ho un divano bianco, tende
bianche, piumone bianco, ripiani bianchi, vestiti bianchi, � tutto bianco e, no,
non si sporca, perch� ci sto molto attenta. Ho comprato quando il mercato era al
minimo - con gli immobili, se non altro, sono sempre stata fortunata - e
l'appartamento vale il triplo di quanto l'ho pagato. Se lo vendessi farei il botto,
ma sinceramente: dove dovrei andare? Ditemelo voi, dove dovrei andare!
Quando ancora ero sposata e Aviva era piccola, abitavamo dall'altra parte della
citt�, in una villetta in stile toscano al Woodfield Country Club, un complesso
recintato. Adesso che non ci abito pi�, posso ammettere che la recinzione mi ha
sempre disturbato: vivevamo a Boca Raton, chi volevamo tenere fuori? E comunque i
furti c'erano lo stesso. La recinzione sembrava attirare i ladri. Metti un cancello
e la gente penser� che ci sia qualcosa da proteggere. Ma al Woodfield ho conosciuto
Roz, che � stata la mia migliore amica in certi momentacci, lasciatemelo dire. Ed �
l� che abbiamo conosciuto anche i Levin. Sono arrivati quando Aviva aveva
quattordici anni ed era al primo anno delle superiori.
A quei tempi Aaron Levin era un senatore statale di basso rango. Era sua moglie
Embeth che portava a casa i soldi. Lavorava come consulente legale per un consorzio
di ospedali della Florida meridionale. Roz aveva soprannominato Aaron Levin il
"Superman ebreo" o "Superebreo". E giuro che lo sembrava proprio. Era alto uno e
novanta con le New Balance, aveva i capelli neri ricci, gli occhi verdeazzurri e un
sorrisone gentile e vagamente ebete. Per non parlare di come gli stava la camicia.
Era stato in marina ad Annapolis e aveva due spalle che lo dimostravano. Aveva
qualche anno meno di me e Roz, ma non era cos� giovane da scoraggiare Roz che,
scherzando, diceva che una di noi due avrebbe dovuto provare a portarselo a letto.
Sua moglie aveva sempre l'aria scontenta. Era magra dalla vita in su, ma sotto
lasciava a desiderare: polpacci e fianchi grossi, ginocchia gonfie. E che
sofferenza doveva essere tenere quel caschetto biondo e liscio, coi ricci castani
che aveva. Roz diceva sempre: "Con questa umidit�, oy vey iz mir, insistere a
pettinarsi cos� � pura follia".
Sappiate, comunque, che ci ho provato, a fare amicizia con Embeth, ma non era
interessata. (Non solo a me, perch� ci ha provato anche Roz.) Io e Mike li abbiamo
invitati a cena due volte. La prima volta ho fatto la punta di petto di manzo, che
ti prende tutto il giorno. Anche con l'aria condizionata al massimo, ho sudato
tutto il vestito senza spalline di Donna Karan. La seconda volta ho fatto il
salmone con la glassa allo sciroppo d'acero. Niente di che. Lo lasci marinare per
un quarto d'ora, poi mezz'ora di forno ed � pronto. Embeth non ha mai ricambiato.
Ho capito il messaggio. Poi, quando Aviva era in terza superiore, Aaron Levin si �
candidato al Congresso e si sono trasferiti a Miami. Pensavo che non ci saremmo mai
pi� visti n� sentiti. Nella vita si hanno tanti vicini e pochi si rivelano una Roz
Horowitz.
Ma non � su Roz che sto rimuginando da tutto il giorno, � sui Levin, e ci sto
ancora pensando quando suona il telefono. � l'insegnante di storia della scuola
pubblica, chiede se sono la figlia di Esther Shapiro. Ha cercato di contattare mia
mamma per sapere se riuscir� ad andare a parlare agli studenti per la giornata dei
sopravvissuti, ma mia mamma non risponde n� agli SMS n� al telefono. Le spiego che
sei mesi fa ha avuto un ictus a dir poco devastante. Quindi, no, Esther Shapiro non
riuscir� a partecipare alla giornata dei sopravvissuti. Per quest'anno dovranno
trovarsene degli altri.
L'insegnante di storia scoppia a piangere - seccante, accondiscendente - e dice che
sta diventando sempre pi� difficile trovare abbastanza sopravvissuti, perfino a
Boca Raton, che � ebraica per il novantadue per cento, grosso modo, il posto pi�
ebraico della Terra, a parte Israele. Vent'anni fa, quando ha cominciato a fare la
giornata dei sopravvissuti, era facile, mi dice, ma ormai chi � rimasto? Magari
sopravvivi al cancro, magari sopravvivi all'Olocausto, ma la vita non ti lascia
scampo.
Quel pomeriggio vado a trovare mia mamma alla casa di riposo, che odora di un misto
di mensa scolastica e morte. Ha la mano moscia e a sinistra il suo viso �
collassato. Inutile indorare la pillola: ha la faccia di una che ha avuto un ictus.
Le racconto che l'insegnante accondiscendente ha chiesto di lei e mia mamma si
sforza di darmi una risposta che � tutta vocali e nessuna consonante e, sar� anche
una pessima figlia, ma non capisco. Le racconto che sono uscita con uno e che quasi
quasi andava tutto benone, finch� di punto in bianco non si � messo a insultare
Aviva. E mia mamma fa una faccia imperscrutabile. Allora le dico che mi manca
Aviva. Lo dico solo perch� so che mia mamma non pu� ribattere.
Mentre me ne sto andando, arriva la sorella minore di mia madre, Mimmy. � la
persona pi� felice che conosca, ma di lei non sempre ci si pu� fidare. Magari sono
ingiusta. Magari non � che non ci si possa fidare di Mimmy e sono io che non mi
fido delle persone felici e della felicit� in generale. Mimmy mi avvolge con le sue
ampie ali flaccide. (Da bambini, io e mio fratello le chiamavamo braccia da
Hadassah.) Mimmy dice che ultimamente la mamma le ha chiesto di Aviva.
"Come ha fatto a chiedertelo, Mimmy?" Mia mamma non riesce a dire una parola.
"Diceva il suo nome. Diceva AH-VII-VUA", insiste Mimmy.
"Addirittura tre sillabe? Ne dubito fortemente. E comunque tutto quello che cerca
di dire sembra 'Aviva'."
Mimmy risponde che non ha voglia di litigare con me, perch� dobbiamo cominciare a
pensare all'ottantacinquesimo compleanno della mamma. � in dubbio se organizzare la
festa l�, in casa di riposo, perch� magari la mamma si sar� ripresa abbastanza da
spostarsi. Ovviamente ritiene che sarebbe meglio organizzare altrove, in un luogo
pi� scenografico, come il museo d'arte di Boca Raton o quel bel posticino di Mizner
Park dove fanno i brunch o a casa mia. "Il tuo appartamento � stupendo", mi dice.
"Ma, zia Mimmy, secondo te la mamma vorrebbe una festa?"
"Non c'� nessuno al mondo che ami le feste pi� di tua madre."
Mi domando se stiamo parlando della stessa persona. Una volta ho chiesto a mia
madre se lei e pap� erano stati felici. Mi ha risposto: "Provvedeva alla famiglia.
Era bravo con te e tuo fratello. La felicit�? Cosa sarebbe?" Insomma, per la
milionesima volta mi viene ricordato che essere la sorella di una donna � ben
diverso da esserne la figlia.
E dico: "Mimmy, sul serio, ti sembra il momento giusto per fare una festa?"
Mimmy mi guarda come se nessuno, mai, le avesse fatto pi� compassione. "Rachel, per
fare una festa � sempre il momento giusto."

Qualche tempo prima che il mio matrimonio finisse, io e Mike andammo a Miami,
all'universit�, per cenare con Aviva, che ci aveva detto di voler fare un annuncio.
Finalmente, con qualche semestre di ritardo, aveva deciso che indirizzo prendere:
letteratura spagnola e scienze politiche.
Mike si dichiar� colpito, ma quando si trattava di Aviva lui non aveva mai niente
da ridire. Cos� tocc� a me chiederle cosa pensava di farci, con una laurea del
genere, che a me sembrava uno zero al quoto. Immaginavo gi� mia figlia a vivere per
sempre nella stanzetta della sua infanzia.
Aviva disse: "Mi butto in politica". La letteratura spagnola, spieg�, serviva
perch� aveva notato che, nella parte del Paese dove vivevamo, tutti quelli che
vincevano le elezioni parlavano correntemente lo spagnolo. Le scienze politiche,
invece, servivano per ovvi motivi.
"La politica � una porcheria", disse Mike.
"Lo so, pap�", rispose Aviva, baciandolo sulla guancia. Poi gli chiese se era
ancora in contatto col membro del Congresso Levin. Anche se non eravamo pi� vicini
dei Levin da un pezzo, circa un anno prima Mike aveva operato al cuore la madre di
Aaron. Aviva sperava che la sua conoscenza l'avrebbe aiutata ad accaparrarsi un
lavoretto di basso livello o uno stage.
Mike disse che il giorno dopo gli avrebbe telefonato, e lo fece. Quando si trattava
di Aviva, su Mike si poteva contare, altroch�. Era la cocca di pap�. Trovo
offensiva la definizione "principessina ebrea-americana", tranne quando la
coroncina calza a pennello. Comunque sia, Mike parl� con Levin, che gli diede il
nome di una persona del suo ufficio, e Aviva and� a lavorare per il membro del
Congresso.
A quei tempi ero vicepreside della Boca Raton Jewish Academy, che portava gli
studenti dall'asilo alle superiori. Erano dieci anni che ricoprivo quel ruolo e uno
dei motivi per cui quell'autunno non ero andata spesso a trovare Aviva a Miami era
che il mio capo, il preside Fischer, era stato beccato a shtupparsi una delle
ragazze pi� grandi. Aveva diciott'anni, ma comunque... Un uomo adulto, e per giunta
un educatore, dovrebbe sapersi tenere lo shlong nelle mutande. Oltretutto quello
sciocco di Eli Fischer era deciso a non perdere il suo posto di lavoro e voleva che
intercedessi per lui col consiglio. "Mi conosci", aveva detto. "Per favore,
Rachel."
In effetti lo conoscevo, motivo per cui avevo detto al consiglio che secondo me
andava licenziato in tronco. Mentre cercavano un rimpiazzo, avevo fatto io le veci
di preside, la prima donna a ricoprire il ruolo, per quello che valgono certe
distinzioni.
Quando Fischer era tornato a prendere le sue cose, gli avevo portato un biscotto
con la glassa bianca e nera. Era un'offerta di pace ma anche una scusa per vedere
come andava lo sgombero. Volevo che liberasse quello che sarebbe diventato il mio
ufficio. Aveva aperto il sacchettino di carta oleata bianca e mi aveva scagliato
contro il biscotto, come un frisbee. "Giuda!" aveva gridato. Mi ero scansata appena
in tempo. Il biscotto era di King's: quasi quindici centimetri di diametro, con una
consistenza da pasticceria fine. Che stupido.
Quando rividi Aviva, al Ringraziamento, aveva perso peso, ma per il resto era
felice e contenta, perci� pensai che lavorare le stesse facendo bene. Magari ha
trovato la sua vocazione, pensavo. Magari la sua vocazione � la politica?
Fantasticai di presenziare al suo insediamento a qualche carica, di tamponarmi gli
occhi con un fazzoletto di seta di Herm�s bianco, rosso e blu. Aviva era sempre
stata una ragazza intelligente, con tante energie, ma spesso le disperdeva in
troppe direzioni, come i raggi del sole o un sacchetto di biglie lasciato cadere
per terra. Ma forse era solo questione di et�? Le chiesi se le piaceva lavorare col
membro del Congresso.
Scoppi� a ridere. "Non lavoro a contatto con lui, in realt�."
"Allora cosa fai?"
"Roba noiosa."
"Non per me! � il tuo primo, vero lavoro."
"Non mi pagano, quindi non � un vero lavoro."
"Per� � entusiasmante lo stesso. Racconta. Cosa fai?"
"Vado a prendere i bagel."
"Okay, e poi?"
"Faccio le fotocopie."
"Ma cosa stai imparando?"
"A fare le fotocopie fronte e retro. E il caff�."
"Dai, Aviva, ci sar� pure una storia che posso raccontare a Roz."
"Non ho accettato il lavoro per darti qualcosa da raccontare a Roz Horowitz."
"Qualcosa su Levin."
"Mamma! Non c'� niente da raccontare. Levin � a Washington. Io lavoro soprattutto
con lo staff della sua campagna. Raccolgono fondi e basta, e raccogliere fondi non
piace a nessuno, ma credono in quello che fanno e credono in lui, quindi se lo
fanno andar bene."
"Ma allora ti piace?"
Fece un respiro profondo. "Mamma, sono innamorata."
Per un istante pensai che stessimo ancora parlando del lavoro, che stesse dicendo
di essere innamorata della politica. Ma capii che non era cos�.
"� presto. Ma penso di amarlo. Lo amo."
"Chi �?"
Scosse la testa. "� bello. � ebreo. Non voglio dirti troppo."
"L'hai conosciuto all'universit�?"
"Non voglio dirti troppo."
"Okay. Ma dimmi almeno una cosa. Anche lui ti ama?"
Aviva arross� e il rossore le donava, come quand'era piccola e le veniva la febbre.
"Forse."
Stava tacendo qualcosa. Probabilmente avrei dovuto capire cosa, ma per quanto ovvio
non ci ero arrivata. Aveva solo vent'anni, era una bambina, una brava ragazza. Non
avrei mai creduto che la mia Aviva si lasciasse coinvolgere in una porcheria come
quella. Avevo fiducia in lei.
"Quanti anni ha?" le chiesi. La cosa peggiore cui riuscivo a pensare era che fosse
pi� vecchio di lei.
"� pi� vecchio di me."
"Quanto pi� vecchio?"
"Non quanto il pap�."
"� gi� qualcosa."
"Mamma, � sposato."
Oddio, pensai.
"Ma non � felice."
"Amore, non te lo dir� mai abbastanza: non immischiarti in un matrimonio."
"Lo so, lo so."
"Ne sei sicura? Il tuo buon nome � tutto, in questa vita e nella prossima."
Aviva scoppi� a piangere. "� per questo che te lo volevo dire. Mi vergogno tanto."
"Devi troncare, Aviva. Non puoi andare avanti cos�."
"Lo so."
"Smettila di dire 'lo so'. 'Lo so' non significa nulla. Dimmi piuttosto 'lo far�',
e poi fallo. Non � ancora successo nulla. Non lo sa nessuno, a parte me."
"Okay, mamma. Lo far�. Promettimi di non dirlo al pap�."

La quarta o la quinta sera di Chanukah andai gi� a Miami per accertarmi che Aviva
avesse scaricato l'uomo sposato. Ero in ansia, quindi esagerai coi doni per la sua
stanza al dormitorio. Le portai una menorah elettrica, una retina di monete di
cioccolato, asciugamani nuovi di Bloomingdale's (avevo speso sette dollari per
farci ricamare il suo monogramma in negozio) e due biscotti bianchi e neri di
King's, perch� da piccola erano i suoi preferiti.
"Allora?" le chiesi.
"Mamma, il matrimonio � finito, ma adesso non pu� separarsi dalla moglie. Non � il
momento giusto."
"Oh, Aviva! � quello che dicono tutti gli uomini sposati. Non si separer� mai dalla
moglie. Mai."
"No, � la verit�. Ha un'ottima ragione per non separarsi adesso."
"Ah, s�? Quale?"
"Non posso dirtelo."
"Perch�? Vorrei proprio sapere qual � questa ottima ragione."
"Mamma!"
"Come faccio a consigliarti, se non conosco i particolari?"
"Se ti dico qual � la ragione, capirai chi �."
"Magari no."
"Ti dico di s�."
"Allora dimmelo e basta. Che differenza fa, se so chi �? Non lo dir� a nessuno.
Quando si tratta di te, sono una tomba."
"La motivazione �... � che � nel pieno di una campagna elettorale."
"Oddio. Per favore, tronca. Aviva, devi lasciarlo. Pensa a sua moglie..."
"� una donna orribile. L'hai sempre detto anche tu."
"Allora pensa ai suoi figli. Pensa ai suoi elettori, a tutti quelli che l'hanno
votato. Pensa alla sua carriera. E alla tua! Pensa alla tua reputazione! E, se non
� abbastanza, pensa a me, al pap� e alla nonna!"
"Smettila di fare scene. Non lo scoprir� mai nessuno. Lo terremo segreto finch� non
potr� divorziare", disse Aviva.
"Ti prego, Aviva, ascoltami. Questa storia deve finire. E, se proprio non puoi
mollarlo, congela tutto finch� lui non divorzia. Se � amore vero, durer� fino
all'anno prossimo."
Aviva annu�, come se ci stesse riflettendo, e pensai che forse l'avevo convinta. Mi
baci� sulla guancia. "Non preoccuparti. Ci star� attenta."
Ecco come ci si sente ad avere un figlio che entra in una setta.
Quella notte non dormii. Mi diedi malata al lavoro, cosa che non faccio mai perch�
non mi ammalo mai e, sebbene all'epoca avessi quarantotto anni, andai da mia madre
a chiederle consiglio. "Mamma, Aviva � nei pasticci." Le esposi la situazione.
"Aviva � intelligente, ma � giovane e non sa di non sapere tante cose", disse mia
madre alla fine. "Vai dalla moglie di Levin. La vostra vecchia conoscenza pu�
giustificare la richiesta di un incontro. La moglie lo far� rinsavire."
"Ma cos� non tradisco la fiducia di Aviva?"
"Aviva ne sar� ferita, l� per l�, ma sar� una cosa temporanea, ed � per il suo
bene."
"Devo dirle cosa ho intenzione di fare?"
"Decidi tu, ma io eviterei. Non capirebbe. Non riuscirebbe a vedere le cose dal tuo
punto di vista e, che sia o no un tradimento, senz'altro lei lo interpreterebbe
cos�. Se non glielo dici, con ogni probabilit� non scoprir� mai che sei stata tu."
Poco prima del matrimonio con Mike, io e mia madre eravamo andate a comprare delle
scarpe da sposa. Ricordo che pensavo: Perch� prendersi la briga? Devo proprio
indossare scarpe bianche? Poi per� avevo visto quelle d�collet� tempestate di
brillanti con tacco dodici. "Mamma, guarda che belle!"
"Insomma", aveva risposto.
"Cosa? Sono stupende!"
"Carine. Ma il tuo abito � lungo fino ai piedi. Nessuno vedr� le scarpe. Tanto vale
che siano comode."
"Io per� sapr� che le indosso", avevo ribattuto.
Aveva messo il suo solito broncio.
"Ho il trentanove", avevo detto al commesso.
Le avevo provate, giudicandole dolorose ma sopportabili.
"Ha delle splendide gambe", aveva detto il commesso.
"Non le vedr� nessuno", aveva detto mia mamma. "Almeno riesci a camminare?"
Ci provai.
"Che passettini... Ti hanno legato insieme i piedi?"
"Mi sento come Cenerentola", avevo detto io. "Le prendo."
"Queste scarpe sono un investimento", aveva commentato il commesso.
Mia madre aveva sbuffato, forte.
"Le terr� per tutta la vita", aveva detto il commesso.
"Le terr� in un armadio per tutta la vita", aveva precisato mia madre. "Non le
indosserai mai una seconda volta."
"Quando le hai, scarpe del genere, trovi l'occasione per metterle", aveva detto il
commesso.
"Non devi pagarle tu", avevo detto a mia madre, posando la carta di credito sul
bancone.
In auto mia madre aveva detto: "Rachel..."
"Chiudiamo la questione delle scarpe. Ormai � fatta. Le ho pagate."
"No, non � questo. Non so perch� me la sono presa tanto per le scarpe. Se ti
piacciono, � giusto che tu le abbia. Quello che volevo dirti..." Aveva fatto una
pausa, giusto un istante. "Potresti anche non sposarlo."
"Cosa?"
"Insomma, quello che voglio dire � che potresti sposarlo ma anche non sposarlo."
L'aveva detto con noncuranza, come se stesse dicendo che le era indifferente se per
cena c'era un tramezzino o una zuppa.
"Mi stai dicendo che Mike non ti piace?"
"No, mi piace, eccome. Ma, ora che ci penso, volevo sottolineare che � facile
mandare a monte un matrimonio, tanto quanto andare sino in fondo."
"Cosa?"
"Voglio dire che � allettante. � allettante portare avanti una cosa perch� l'hai
gi� cominciata. Pensa a Hitler, Rachel."
Non c'era nessuno che mia mamma disprezzasse pi� di Hitler. Lo nominava di rado e,
quando lo faceva, era in occasioni della massima seriet�. "Non capisco dove vuoi
arrivare, mamma."
"Magari a un certo punto quel pezzo di merda ha avuto dei dubbi sulla Soluzione
Finale. Probabilmente no, non era un uomo noto per l'introspezione, ma non si pu�
mai sapere. Magari dopo uno o due milioni di ebrei, nel profondo del suo cuore
malato, pensava: Basta. Cos� non si risolve nulla. Casomai, ci stiamo creando pi�
problemi! Non so proprio perch� mi � sembrata una buona idea. Ma ormai era in
ballo, quindi..."
"Stai sul serio paragonando Mike a Hitler?"
"No, in questa metafora Hitler sei tu e il tuo matrimonio � la Soluzione Finale, e
io sono la tedesca buona che non vuole restare a guardare senza intervenire."
"Mamma!"
"Non prenderla alla lettera. � una storiella, alle volte si usano per far passare
un messaggio."
"Non tu, tu non sei il tipo che racconta storielle. Non su Hitler, poi!"
"Calmati, Rachel."
"Perch� mi dici queste cose? Sai qualcosa su Mike?" In fondo quella era la donna
che sosteneva di non sapere cosa fosse la felicit�. Non riuscivo a immaginare da
dove le venissero quelle idee.
"Non so nulla su Mike", aveva risposto.
"A me sembra di s�."
"Non so nulla", aveva ribadito. Aveva preso uno scatolino di caramelle dure al
limone dalla borsa. Mia madre non era mai sprovvista di caramelle. "Ne vuoi una?"
"No."
Con un'alzata di spalle, aveva rimesso in borsetta lo scatolino. "Non so niente. Ma
mi sembra, a tratti, che la sua attenzione non sia rivolta sempre e solo a te."
Mi tremavano le mani. "E a cos'altro sarebbe rivolta la sua attenzione?"
"Non lo so. Ma tu sei una donna libera, figlia mia, e hai la possibilit� di
scegliere. Hai comprato le scarpe, ma magari potresti metterle per andare
all'opera. Farebbero un figurone all'opera. E non intendo aggiungere altro." Mi
aveva sorriso e mi aveva dato una pacca sulla coscia. "Sono scarpe molto carine."
Avevo indossato quelle scarpe al mio matrimonio e avevo finito per slogarmi una
caviglia uscendo dalla sinagoga. Per tutto il ricevimento, avevo zoppicato. Non
c'era stato verso di ballare.
Mia madre mi ha sempre dato consigli assennati.

Lasciai un messaggio sconclusionato sulla segreteria telefonica di Embeth Levin.


"Embeth, sono la tua ex vicina, Rachel Grossman." Allora mi chiamavo ancora cos�.
"Rachel Grossman del Woodfield Country Club, di Princeton Drive, Boca Raton,
Florida, pianeta Terra, ah ah! Comunque, pensavo a voi e ai ragazzi..." Volendo, la
si poteva mettere cos�. "... a quando erano piccoli, e mi domandavo se ti andrebbe
di pranzare insieme, per aggiornarci sulle novit� e chiacchierare dei vecchi
tempi."
Pass� una settimana, senza che mi richiamasse. E perch� avrebbe dovuto? Si era
mangiata la mia punta di manzo, si era mangiata il mio salmone, ma non eravamo
amiche. Decisi di telefonarle al lavoro. La sua assistente mi mise in attesa. La
musica era quella di un album natalizio dei Tre Tenori e mi ricordo che, per
tornare in linea, l'assistente impieg� almeno due versioni dell'Ave Maria. "Embeth
� in riunione", mi disse.
"� la verit�?" domandai.
"Certo."
Cominciai a chiedermi se la cosa migliore da fare non fosse mandarle una lettera
anonima. Ma come potevo assicurarmi che l'avrebbe vista solo lei e che non fosse
invece intercettata dall'assistente o anche da qualcuno pi� indiscreto?
Stavo considerando se andare di persona al suo ufficio, che era a Palm Beach, a
quaranta minuti di macchina, quando Embeth mi richiam�. "Ciao, Rachel. La tua
telefonata mi ha sorpreso. Come stai? Come sta il dottor Mike? E Alisha?"
Normalmente un errore del genere mi avrebbe offeso (Eravamo vicine di casa! Erano
stati invitati al bat mitzvah di Aviva!), ma in quel momento che non ricordasse il
nome di mia figlia fu un sollievo. Voleva dire che non sapeva della relazione.
"Aviva sta bene. Sta facendo uno stage nell'ufficio di tuo marito."
"Non lo sapevo. Che bello."
"S�."
Sapevo che non ci sarebbe stato un momento migliore.
Ma non potevo rovinarle il matrimonio al telefono.
"Allora, ci vediamo a pranzo?"
"Oh, Rachel", rispose. "Mi piacerebbe tanto! Ma sono incredibilmente piena
d'impegni, tra il lavoro e la campagna per la rielezione del membro del Congresso."
"Non andr� per le lunghe. Possiamo anche bere qualcosa e basta."
"Non prima dell'estate", disse Embeth.
Dovevo inventarmi un motivo per vederci, qualcosa che non potesse rinviare. Mi
venne in mente cosa mi aveva detto Aviva sui finanziamenti per la campagna. Soldi,
pensai. "A dire il vero non ti chiamavo solo per chiacchierare. Volevo discutere
della possibilit� di una raccolta fondi. Non so se l'hai sentito, ma di recente
sono diventata preside della Boca Raton Jewish Academy e sono sempre alla ricerca
di opportunit�, per i nostri studenti, d'incontrare i leader ebrei. Cos� ho
pensato: Non sarebbe meraviglioso se la scuola ospitasse una conferenza serale a
pagamento del membro del Congresso Levin? I nostri studenti avrebbero la
possibilit� d'incontrarlo e si potrebbero invitare anche i genitori, sarebbe
fattibile. Avremmo tutti da guadagnarci, sia noi sia la campagna elettorale. La
Boca Raton Jewish Academy presenta: Una serata coi leader ebrei. Ti sembra una cosa
di cui si potrebbe discutere?"
Scoppi� a ridere. "L'unico motivo per cui i miei guardiani mi lasciano uscire dalla
gabbia � la campagna elettorale." Lo disse con ritrosia. "Che ne dici di gioved�
prossimo, a pranzo?"
Per l'occasione mi comprai un tailleur nuovo da Loehmann's. Di St. John. Nero, coi
bottoni dorati e coi bordi bianchi. Era scontatissimo - il tessuto era pesante per
il Sud della Florida - e pi� o meno della mia misura.
I camerini di Loehmann's erano comuni e questo significava che le altre clienti
mettevano becco in quello che provavi.
"Le sta benissimo", mi disse una donna pi� anziana di me (ma pi� giovane dell'et�
che ho adesso) in reggiseno, mutande e una vistosa collana turchese. "� cos�
slanciata."
"Non � proprio il mio stile", risposi. "Bella collana."
"L'ho presa quando sono andata a trovare mio figlio a Taos, in New Mexico."
"Mi hanno detto che � un bel posto."
"� un deserto. Se le piace il deserto, non � male."
Dondolai le braccia. Mi sembrava d'indossare un'armatura.
"Quel tailleur sembra fatto apposta per lei", ribad�.
Mi guardai nello specchio. La donna col tailleur aveva un'aria antiquata e severa,
come una secondina. Non sembravo io, ed era proprio quello che ci voleva.
Quando arrivai al ristorante, Embeth era gi� l�, ma c'era anche il responsabile dei
finanziamenti del membro del Congresso Levin, o qualcosa del genere, non me lo
ricordo. Si chiamava Jorge e sembrava simpatico, eppure avrei voluto pugnalarlo con
la forchetta. Era irritante che si fosse portata dietro un'altra persona. Mi tocc�
parlare di un evento che non avevo intenzione di organizzare. Dopo tre strazianti
quarti d'ora, Embeth disse che doveva lasciare me e Jorge a continuare a discutere
del progetto senza di lei. "� stato piacevole, Rachel. Grazie per avermi dato
l'occasione di uscire dall'ufficio."
"Te ne vai gi�?"
"Ci rivedremo", rispose, in un tono che voleva dire che non era il caso.
La guardai allontanarsi e, non appena aggir� la postazione del ma�tre, mi alzai e
dissi: "Jorge".
"S�?"
"Deve scusarmi. Ho bisogno di andare alla toilette." Mi rendevo conto che il
dettaglio era superfluo ma non volevo che sospettasse le mie reali motivazioni.
"Non serve che chieda il mio permesso", disse, scherzoso.
Camminai a passi misurati verso il bagno ma, appena superato il ma�tre, dove Jorge
non poteva pi� vedermi, mi misi a correre verso il parcheggio. Embeth non era
ancora arrivata alla macchina. Grazie a Dio, pensai. Correvo, gridando come una
pazza: "Embeth, Embeth!"
L'asfalto era bollente, tanto che si era quasi liquefatto di nuovo e ci affondai
col tacco. Inciampai e mi sbucciai il ginocchio.
Attraverso il collant, vedevo frammenti luccicanti, conficcati nella carne come
gemme.
"Rachel!" disse. "Oh, mio Dio, ti sei fatta male?"
Mi alzai rapida. "Non � niente. �... L'asfalto � appiccicoso. E io sono una klutz."
"Sei sicura che � tutto a posto? Mi sembra che sanguini."
"Ah, s�?" risi, come se il mio sangue fosse un'ottima battuta.
Mi sorrise. "Comunque, � stato divertente. Sono contenta che siamo riuscite a
vederci. Dobbiamo... S�, stai proprio sanguinando. Forse ho un cerotto." Si mise a
frugare nella borsetta, un pentagono di pelle lucida con gli angoli d'ottone,
grossa come una piccola valigia. In caso di necessit�, poteva fungere anche da
arma.
"Ti porti dietro i cerotti?" Non mi sembrava il tipo.
"I miei figli sono tutti maschi. In pratica faccio l'infermiera." Continu� a
cercare.
"Non preoccuparti. Anzi, meglio lasciarla respirare. Cos� si asciuga bene."
"No", mi contraddisse. "Tanti credono che sia una bobe mayse, ma non � vero. Se la
ferita resta umida per i primi cinque giorni, guarisce prima e lascia meno
cicatrice. Trovato!" Mi diede un cerotto con disegnati dei dinosauri. "Prima
sarebbe meglio pulirlo."
"Lo far�."
"Magari ho il Neosporin." Ricominci� a frugare nella borsa.
"Sembra la borsa di Mary Poppins..."
"Eh, gi�."
"Basta, ti sei disturbata pi� che a sufficienza."
"D'accordo. Comunque dobbiamo rifarlo."
E io: "S�, rifacciamolo".
E lei: "Avevi bisogno di qualcosa?"
Sapevo che sarebbe stato allora o mai pi�, ma pronunciare le parole mi risultava
difficile. Non c'era un modo educato per dare una notizia del genere, quindi lo
dissi e basta. "Tuo marito ha una relazione con mia figlia. Mi dispiace."
"Oh." La musica di quella sillaba mi ricord� la linea piatta di un monitor
cardiaco: acuta ma definitiva, un suono morto. Si lisci� il tailleur, di St. John
anche quello, e praticamente identico al mio ma blu scuro, e si pass� le dita tra i
capelli stirati da spaventapasseri, che s'increspavano sempre pi� ogni momento che
restavamo in quel parcheggio infernale. "Perch� non ti sei rivolta a lui?"
"Perch�..." Perch� mia madre mi ha detto di venire da te? Perch� non mi ero rivolta
a lui? "Perch� pensavo che sarebbe stato meglio affrontare la cosa tra donne."
"Perch� non credi che lui troncher� la relazione senza una spintarella da parte
mia."
"S�."
"Perch� non vuoi far sapere a tua figlia che sei stata tu a tradirla. Perch� vuoi
che ti voglia bene, che ti ritenga la sua migliore amica."
"S�."
"Perch� � una troia..."
"Un attimo. � solo una ragazzina confusa."
"Perch� � una troia e tu sei una vigliacca."
"S�."
"Perch� vuoi che finisca e hai pensato che io avrei saputo cosa fare."
"S�."
"Perch� guardi mio marito e poi guardi me, e sospetti che io ci sia gi� passata.
Giusto?"
"Mi dispiace sul serio."
"Certo che ti dispiace. Ci penso io. E dir� pure a Jorge che non ci sar� nessuna
raccolta fondi. Una serata coi cazzo di leader ebrei! La prossima volta che vuoi
rovinare un matrimonio, fallo al telefono e basta!"
Mi sentivo in colpa, ma alleggerita. Avevo scaricato il mio problema su qualcun
altro. Tornai dentro e presi una vodka tonic con Jorge. Gli chiesi com'era lavorare
coi Levin.
"Sono persone meravigliose", disse. "Belle persone. Le migliori. Pensiamo tutti che
siano spaziali. Capisce cosa intendo, vero?"

Dopo Louis lo stronzo, decido che coi siti di appuntamenti ho chiuso, almeno per un
po', e mi sta bene reggere il moccolo a Roz e a CarGlass Tony. Lui dice che gli
piace avere due donne e, sinceramente, � lui che regge il moccolo, perch�
l'amicizia tra me e Roz risale a prima che si mettessero insieme.
Roz e Tony decidono di abbonarsi agli spettacoli di Broadway proposti al Kravis
Center e Roz vuole che mi abboni anch'io. Tre posti vicini? Diventerei il loro
reggimoccolo ufficiale. Ma lei dice: perch� no? E Tony dice che si sieder� in
mezzo.
Cos�, una volta al mese, la sera dello spettacolo Tony e Roz passano a prendermi e
ceniamo presto da qualche parte, poi andiamo a teatro. Tony comincia a chiamarmi
"Gambette" dopo il primo spettacolo, A Chorus Line. Dice che ho le gambe da
ballerina. Ribatto che ho le gambe da pilates. Roz dice che lei ha le gambe da
tacchino, e pure il collo. Ci facciamo una bella risata. Fra noi tre va cos�. Non
sar� particolarmente profondo, ma � gradevole e si passa il tempo.
Il terzo spettacolo della serie � Camelot e Roz ha la tosse, quindi non pu�
venirci. Dice che non vuole tossire dall'inizio alla fine. Le dico che siamo nel
Sud della Florida e un musical nel Sud della Florida, comunque, � pi� colpi di
tosse che note. Pu� essere, dice lei, ma preferisce non entrare a pieno titolo nel
coro degli attempati cittadini della regione.
Finisce che io e Tony ci andiamo da soli e, a cena, parliamo di Roz. Mi dice quanto
� stato fortunato a trovarla, gli ha sistemato la vita. E io confermo che al mondo
non c'� una persona migliore di Roz Horowitz. Lui aggiunge che � contento di essere
diventato amico degli amici di Roz.
Durante lo spettacolo, durante il pezzo di Ginevra The Lusty Month of May, il suo
gomito arriva in mezzo al bracciolo tra le due poltroncine e io lo spingo dalla sua
parte. Durante il secondo pezzo di Ginevra, I Loved You Once in Silence, il gomito
torna. Stavolta lo spingo gi� dal bracciolo. Lui mi sorride. "Scusa", sussurra. "Mi
sa che sono troppo grosso per il teatro."
Mentre torniamo alla sua macchina, dice: "Ti hanno mai detto che somigli tantissimo
a Yvonne De Carlo?"
"Intendi Mrs Munster?" rispondo. "� ancora viva?"
Lui precisa che prima di quel telefilm aveva fatto tante altre cose. "Non era
Gomorra nei Dieci comandamenti?"
"Gomorra non � un personaggio, � una citt�."
"Eppure sono quasi sicuro che fosse Gomorra. � un film che ho visto migliaia di
volte."
"� una citt�", ribadisco. "Una citt� disgustosa, violenta, dove la gente si
comportava in un modo tremendo con gli stranieri e faceva sesso in tutti i modi pi�
folli."
"Sesso in tutti i modi pi� folli? Tipo anale?"
Non ho intenzione di cascarci. "Va be'. Pensala come vuoi."
"Perch� non puoi essere simpatica con me, Rachel? Mi piace quando mi tratti da
amico."
Quando mi lascia sotto casa, CarGlass Tony si premura di accompagnarmi alla porta.
"Non serve. So arrivare alla porta di casa mia."
"La signora merita un servizio completo."
"Non disturbarti."
"Ho promesso a Roz che ti avrei riaccompagnato fino a casa."
Cos� mi accompagna e, quando arriviamo alla porta, dico: "Buonanotte, Tony,
salutami Roz".
Lui mi afferra il polso e mi tira verso di s�. Le sue labbra rosse, carnose,
s'incollano alle mie. "Non m'inviti a entrare?"
"No", rispondo, allontanando le labbra e liberando il polso. "Ti sei fatto un'idea
sbagliata. Roz � la mia migliore amica."
"Ma dai! Se sono mesi che ci provi con me! Non negarlo."
"Lo nego, eccome!"
"Guarda che lo so quando una donna ci prova con me. Su queste cose non mi sbaglio."
"Stavolta ti sbagli di grosso." Prendo le chiavi dalla borsa, ma mi tremano le mani
- rabbia, non paura - e faccio fatica ad aprire.
"Allora cos'era tutta quella storia delle lezioni di pilates?"
"� il mio lavoro. E sono convinta che rafforzare gli addominali ti farebbe bene
alla sciatica."
"Cominciamo subito a rafforzarli, allora!"
"� meglio che tu vada."
"Okay, rilassati." Tony comincia a massaggiarmi le spalle con le manacce nodose. �
piacevole ma non voglio le sue mani sulle mie spalle. "Sei troppo tesa. Io e Roz
abbiamo un accordo su queste cose."
"Figuriamoci. Lei non � quel genere di persona."
"Ci sono tante cose che non sai di Roz."
"Non c'� niente che non so di Roz. E, se anche fosse vero che avete un 'accordo',
cosa di cui dubito, non ti voglio!" Infilo la chiave nella serratura e lui cerca di
sgusciare dentro. Lo spingo indietro e gli levo il piede dalla soglia con un
calcio. Chiudo e metto il chiavistello.
Lo sento respirare, poi dice: "Spero che non vogliamo comportarci da bambini,
Rachel". Intende che non vuole che lo dica a Roz e implica che le serate a teatro
dovranno continuare come al solito.
Alla fine si decide ad andarsene e vorrei chiamare Roz per raccontarglielo, invece
non lo faccio. Non � successo niente, in realt�. La chiave della felicit�, nella
vita, � sapere quando tenere la bocca chiusa.

Avere sessantaquattro anni � come essere tornati adolescenti.

Non � tanto il tradimento che voglio riferire. Il tradimento � deprimente e mi fa


sentire triste per la mia amica. � che voglio raccontarle com'� andata.

Sto fissando il telefono, cercando di non cedere e chiamare Roz, quando squilla.
"Roz?"
� Louis lo stronzo. "Ci ho pensato per un pezzo", mi dice. "So cos'ho fatto. So
cos'ho detto e mi dispiace. Non avrei dovuto dire quella cosa sulla tua foto."
"Quale cosa sulla mia foto?"
"Non la voglio ripetere."
"Purtroppo dovrai farlo." Non so proprio a cosa si riferisca.
"Quando ti ho detto che eri molto meglio che in foto. Sono stato un cretino. Cio�,
come avresti dovuto prenderla? Forse hai pensato che stavo offendendo la tua
capacit� di giudizio? O hai pensato che trovassi brutta la tua foto? Ma non era
affatto brutta, Rachel. La tua foto � esplosiva."
Gli dico che non � stato per quello.
"Allora cosa? C'� stato qualcosa, lo so."
Gli dico: "Non � possibile che, semplicemente, non mi piacessi?"
"Impossibile."
"Buonanotte, Louis."
"Aspetta. Qualsiasi cosa sia stata, qualsiasi cosa abbia detto, non puoi cercare di
perdonarmi?"
"Buonanotte, Louis."
Pensavo che i professori di letteratura fossero pi� perspicaci.
Per come la vedo io, tanto meglio che abbia detto quelle cose su Aviva. Meglio
scoprire subito com'� una persona.

Aspettavo che Aviva mi chiamasse, piagnucolando che la moglie li aveva scoperti e


Levin l'aveva lasciata.
Siccome non mi chiamava, pensai che stesse affrontando la cosa da sola, che si
stesse dimostrando una persona matura. Conoscevo lo stereotipo della madre ebrea
invadente - come ho gi� detto, mi piace Philip Roth - e probabilmente rispondevo ad
alcuni dei requisiti. Ma in tutta sincerit� non ero una madre del genere e non lo
sono neanche adesso. Avevo un lavoro appagante. Avevo amiche. Mia figlia era il mio
amore ma non era la mia vita.
Cos� decisi di lasciarla in pace. Le mandai una crema al profumo di lavanda, di
Crabtree & Evelyn, ma niente di pi�. La lavanda era la sua preferita.
Aviva non si fece sentire, nemmeno per ringraziarmi. Ma la settimana dopo si fece
sentire Jorge. "Allora, Rachel, l'estate si avvicina. Sarebbe meglio mettersi in
moto, se vogliamo organizzare prima della fine dell'anno scolastico."
"Ma Embeth non le ha detto nulla?"
"Oh-oh. Non vorr� tirarsi indietro all'ultimo momento?"
"No, figuriamoci. � che... forse ho capito male, ma credevo che Embeth avesse
concluso che la raccolta fondi non fosse una buona idea."
"Assolutamente no, le ho parlato proprio stamattina. Era ancora dei nostri. Anzi,
mi ha detto che era gasatissima."
"Gasatissima? Embeth ha detto cos�?"
"Non ricordo se abbia usato proprio questo termine. Un attimo... S�, esco tra
poco", grid� a qualcuno nella stanza accanto. "Oggi qui � un manicomio."
"Sta succedendo qualcosa?"
"� sempre un manicomio. Dunque, se ci sta ancora, ci stiamo anche noi."
Non so perch� non dissi di no. A mia discolpa, ero confusa. Un po' come quando sei
al cellulare con qualcuno e comincia a prendere male e tu fai finta di sentire,
sperando che nel frattempo la comunicazione si sistemi, prima che l'altro si
accorga che sono cinque minuti che non capisci niente. Perch� non diciamo subito
che non si sente pi�? Perch� ci sembra di dovercene vergognare?
"Per me va bene, ma dovr� parlarne al consiglio." Ovviamente non avevo nessuna
intenzione di parlarne al consiglio. Mai e poi mai mi avrebbero permesso di
organizzare un evento politico. Alla Boca Raton Jewish Academy la politica era una
mina antiuomo. Dio non volesse che Levin tirasse in ballo, per dire, l'assassinio
di Rabin!
"Ma certo. Potrebbe essere il secondo gioved� di maggio? � l'11."
"L'11 maggio..." Tracciai un segno immaginario sul calendario. Nel giro di un paio
di giorni avrei chiamato Jorge per dirgli che il consiglio era contrario a un
evento politico per la raccolta di fondi e sarebbe finita l�.
La cosa che mi lasciava inquieta era il comportamento di Embeth e cosa significava,
alla luce del silenzio di Aviva.
Telefonai ad Aviva e le chiesi come stava, come andavano le cose e se aveva
ricevuto la crema.
"� un po' liquida", mi disse. "La crema. Secondo me hanno cambiato formula."
"No, � che l'ultima volta avevo comprato la crema per le mani, che � pi� densa.
Stavolta ti ho preso la lozione per il corpo."
"Non ci siamo lasciati. So che � questo che vuoi sapere, in realt�."
Volevo saperlo, ma volevo anche sapere se Embeth aveva parlato con suo marito.
"Aviva, cosa farete se sua moglie lo scopre?"
"E perch� dovrebbe scoprirlo? Chi glielo dir�?"
"Un membro del Congresso ha tanti occhi addosso. � un personaggio pubblico."
"Ci sto attenta. Ci stiamo attenti, tutti e due."
"Vorrei che avessi un uomo con cui non devi stare attenta."
"Mamma, lui non � come gli altri uomini. Per lui, ne vale la pena. �..."
"� troppo vecchio per te, Aviva. � sposato. Ha dei figli. Non pensavo di averti
educato con cos� poco buon senso."
"Quante volte ancora ci toccher� parlarne?"
"Non capisco il suo interesse per te."
"Grazie, mamma. � cos� difficile credere che un uomo come lui potrebbe essere
interessato a una ragazza come me?"
"Non � quello che intendevo. Insomma, Aviva, � un uomo adulto. Ha la mia et�. Che
cosa avete in comune?"
"� per questo che non ti ho pi� chiamato."
"Ma se lei alla fine lo scopre? Allora lo lascerai? O ti lascerebbe lui?"
"Non lo so. Ciao, mamma."
"Aviva, se..."
La sentii riagganciare.

Circa una settimana dopo, il rabbi Barney, presidente del consiglio scolastico,
entr� nel mio ufficio senza bussare.
"Cos'� questa storia di organizzare una serata di raccolta fondi per il membro del
Congresso Levin? Un tale Jorge Rodriguez mi ha detto di averne parlato con lei."
La settimana precedente, Jorge mi aveva lasciato tre messaggi e io l'avevo
ignorato. Era stato uno sbaglio. Uno che fa quel lavoro � abituato a essere
rimbalzato e a fare di tutto pur di ottenere l'attenzione di qualcuno. Era ovvio
che mi avrebbe scavalcato.
Risi, per prendere tempo. "Ma non � niente. Lo sa come sono insistenti, alle volte,
questi assistenti dei politici, sono sempre alla ricerca di soldi. Ho accettato di
vedere Embeth Levin per cortesia, era la mia vicina al Woodfield. Non mi sono
potuta sottrarre, con Aviva che lavora per suo marito. Non ricordo se gliel'avevo
detto."
"Non � quello che mi ha riferito Jorge Rodriguez. Secondo lui, � stata lei a
lanciare l'idea di una serata coi leader ebrei, e adesso � sull'agenda pubblica del
membro del Congresso."
"No, non ho dato il mio consenso a nulla del genere. Se ne � parlato per pura
cortesia."
Il rabbi Barney sospir�. "Politici. Comunque la stampa locale ha riportato la
notizia dell'evento. A questo punto non vedo come si possa non farlo."
Che cazzo stai dicendo? "Perch�?"
"Se annulliamo tutto, daremo l'impressione di aver sostenuto Levin ma di non
sostenerlo pi�. Non vogliamo dare l'impressione di sostenerlo, ma nemmeno di non
sostenerlo. Si tratta di una situazione estremamente scomoda, Rachel. Non la
ritengo responsabile dell'accaduto, tuttavia le consiglio di essere pi� cauta, in
futuro, coi suoi incontri di cortesia. Adesso � la preside della Boca Raton Jewish
Academy."
Era chiaro che invece mi riteneva responsabile. Da un certo punto di vista, mi
offesi. Se fosse andata come l'avevo presentata io, non sarebbe stata colpa mia.
Ovviamente non era andata cos�, dunque era colpa mia, ma lui non lo sapeva.
Il rabbi Barney mi diede istruzioni di organizzare l'evento, ma di cercare di
ridimensionarlo il pi� possibile. "Cerchiamo di non farci licenziare."
Non appena il rabbi se ne fu andato, chiamai Jorge.
Il quale Jorge mi disse: "Stavo cominciando a risentirmi. Pensavo che m'ignorasse
di proposito".

Aviva mi telefon� quella sera. "Cosa stai cercando di farmi?" strill�.


"Ti ho educato a pensare che il mondo ruoti attorno a te?" ribattei. "Ci sono cose
che non hanno a che vedere con te. Sapendo quello che so su Levin, credi che abbia
voglia di organizzare una raccolta fondi per lui nella mia scuola? Io non c'entro
niente."
"Allora perch� hai chiamato il suo ufficio?"
"No, Aviva." Mi aspettavo che Dio mi fulminasse sul colpo, non avevo mai raccontato
tante menzogne in vita mia. "Avevo chiamato mesi fa, ben prima che tu andassi a
lavorarci. Qualcuno, a scuola, aveva avuto l'idea di organizzare una serata coi
leader ebrei. Avevo chiamato i Levin perch� me l'aveva chiesto la scuola, perch� li
conoscevo e tuo padre aveva operato la madre di Levin, e perch� Levin � il maggior
leader ebreo che conosca. � una coincidenza, amore, nient'altro. Forse � stata
Embeth ad avere l'idea di trasformarlo in un evento di raccolta fondi, ma di certo
non � venuta da me."
"Allora tirati indietro. Sei la preside. Puoi farlo. In quella scuola non succede
niente senza il tuo consenso."
"Non � cos� semplice. Il suo staff l'ha inserito nell'agenda. E uno che si
chiama... Jorge?"
"S�, Jorge Rodriguez. � il responsabile dei finanziamenti."
"Okay, hai presente chi �. Questo Jorge mi ha scavalcato e ha interpellato il rabbi
Barney. E ormai � diventata una questione diplomatica. Ho le mani legate."
La sentivo respirare, quindi non aveva riagganciato.
"Va bene, mamma, ti credo. Devo chiederti di promettermi che non dirai niente
della..." Abbass� la voce. "Della nostra relazione, a nessuno. Promettimi che non
parlerai col membro del Congresso n� con sua moglie."
"Aviva, figurati se lo farei. Non tirer� certo in ballo la vostra relazione, ma
dovr� parlarci per forza. Sarebbe impossibile non parlarci. Erano nostri vicini di
casa."
Scoppi� in singhiozzi.
"Aviva, cosa c'�?"
"Scusami", disse, con una voce che non aveva pi� nulla di prepotente. "Sono stanca.
Mi manchi. E ho vent'anni ma mi sento tanto vecchia. Mamma, penso che dovrei
troncare. So che hai ragione. Solo che non so come fare."
Il mio cuore fior� come una rosa in serra. Tante menzogne erano servite, se il
risultato era quello. Mi licenziassero pure per quella serata di narishkeyt, ne era
valsa la pena, se ero riuscita a salvare mia figlia e il suo buon nome. "Mi stai
chiedendo un consiglio?" domandai, cauta, per non spaventarla.
"S�, ti prego."
"Parlagli senza amarezza. Digli che il tempo che avete passato insieme � stato
bello, ma che non � il momento giusto, per nessuno di voi due, per portare avanti
questa relazione."
"S�."
"Digli che capisci che la sua vita � complicata. Che sei troppo giovane per
sistemarti con qualcuno. Che la fine dell'anno scolastico � un buon momento per
rivalutare le cose. Lo � davvero, Aviva."
Aviva riprese a singhiozzare.
"Cosa c'�, amore?"
"Non conoscer� mai un altro come lui."
Mi morsi la lingua cos� forte che sentii in bocca il sapore del sangue. Le cose che
non ho detto!
Se mai scriver� le mie memorie, le intitoler� cos�. Rachel Shapiro: Le cose che non
ho detto!

Erano sei anni che non vedevo Aaron Levin in carne e ossa e mi salt� all'occhio la
piccola chiazza calva in mezzo ai riccioli neri.
Aviva c'era, ovviamente. Come avrebbe potuto non presenziare a un evento del
genere? Alla Boca Raton Jewish Academy era l'evento dell'anno, e poi lei lavorava
per il membro del Congresso ed era mia figlia. Indossava il tailleur di St. John
che avevo comprato per il pranzo con Embeth, non sapevo nemmeno che l'avesse preso
dal mio armadio. Le stava troppo stretto sul seno, eppure vestita cos� sembrava
ancora una bambina. Non sapevo se l'avesse lasciato, o se lui avesse lasciato lei.
Levin mi salut� con calore. "Rachel Grossman, ti trovo benissimo. Grazie per aver
organizzato tutto. Sar� una serata grandiosa." E cos� via, shlack da politicante.
"� stato un piacere", dissi, perch� era cos� che si comportavano le persone civili.
E nel suo comportamento nulla lasciava pensare che si scopasse mia figlia. Del
resto, cosa avrebbe dovuto fare? Non lo so. Quale comportamento avrei trovato
soddisfacente? Lo accompagnai, con uno dei suoi assistenti, nello spogliatoio
dietro l'auditorium. Gli studenti avrebbero pronunciato discorsi su cosa voleva
dire per loro essere un leader ebreo e poi il membro del Congresso avrebbe tenuto
il suo, conferendo un piccolo premio al maturando che aveva dimostrato il maggior
potenziale di leadership. Mi ero inventata il premio una settimana prima, per far
sembrare la cosa pi� autentica.
L'assistente si scus� per rispondere a una telefonata e per un attimo io e Levin
restammo soli. Mi guard� dritto negli occhi. Erano limpidi, gentili e sinceri,
quando mi disse: "Aviva sta facendo un ottimo lavoro".
Mi guardai attorno. "Come, scusa?"
"Aviva sta facendo un ottimo lavoro", ribad�.
Considerai le possibilit�.

1. Non sapeva che sapevo della relazione.


2. Sapeva che sapevo della relazione e stava facendo una repellente allusione
sessuale.
3. Sapeva che sapevo della relazione e Aviva stava facendo davvero un ottimo
lavoro.

Forse non erano le uniche interpretazioni possibili, ma l� per l� mi vennero in


mente quelle. Tutte e tre mi facevano venire voglia di prenderlo a schiaffi, ma mi
trattenni. Se Aviva l'aveva lasciato, a cosa sarebbe servito prenderlo a schiaffi?
"Bene."
Si capiva che la mia risposta succinta l'aveva smontato. Era una di quelle persone
che hanno bisogno di piacere. "Come sta il dottor Mike?" mi chiese.
"Benone."
"Speravo di vederlo stasera."
"Lo sai che il suo studio medico gli d� molto da fare." E non so perch� aggiunsi,
ma lo aggiunsi: "Per non parlare della sua vita sociale".
Levin rise. "La sua vita sociale? Che vita sociale ha Mike Grossman?"
"Mi tradisce. Ha un'amante di cui sono al corrente, ma potrebbero anche essercene
altre. Per me � stato umiliante. Non so se Aviva lo sappia. Ho cercato di
tenerglielo nascosto. Voglio che ami suo padre e lo rispetti. Ma ho la sensazione
che i figli capiscano certe cose, anche se non gliele diciamo. Eppure sono
preoccupata, Aaron. Che effetto avr� sulla sua moralit�, avere un padre cos�?"
"Mi dispiace."
"Questo � quanto", gli dissi, e me ne andai a organizzare i miei studenti.

Nel suo discorso, Levin raccont� che ad Annapolis era uno degli unici due ragazzi
ebrei e che, di tanto in tanto, non era male scoprire di essere "l'unico". Essere
l'unico era un buon esercizio per riflettere su cosa volesse dire essere una
minoranza o magari un povero. I pericoli pi� grandi, per un governo, erano la
miopia e l'egocentrismo. I buoni leader e i buoni cittadini dovevano tenere in
considerazione anche le necessit� di chi non era come noi.
Fu un bel discorso, per un potz.
Invitai tutti a passare nell'atrio dell'auditorium per un rinfresco col membro del
Congresso. Ma, chiss� come, mi ero persa proprio lui. Andai dietro le quinte e
stavo per bussare alla porta del camerino, quando sentii una mano sulla spalla.
Jorge scosse la testa. La sua bocca form� un perplesso sorriso di avvertimento.
"Non si preoccupi, Rachel. Glielo cerco io. Glielo porto tra un attimo."
Il membro del Congresso apr� la porta. Mia figlia aveva il rossetto sbavato e il
mento arrossato. Nel camerino c'era un odore denso, salato. Ah, perch� essere
diplomatici? C'era odore di sesso.
"Aviva, tieni." Le diedi un fazzolettino di carta che avevo in tasca.
"Mr Levin, � atteso nell'atrio."
Levin disse a Jorge e Aviva di andare avanti. "Rachel, non � come sembra",
aggiunse, a bassa voce.
Quando qualcuno ti dice che "non � come sembra", � quasi sempre esattamente come
sembra. "Dovresti vergognarti."
Lui annu�. "Lo so." Ma la sua ammissione non mi diede soddisfazione.
"Ha vent'anni. Se mai ti passasse per la testa di fare la cosa giusta... Se volessi
dimostrarti vagamente uomo, troncheresti subito questa relazione."
"S�..." E poi: "Che strano. Attorno a noi... Armadietti, mazze da baseball, un
banco da giudice... Cosa portano in scena i ragazzi, quest'anno?"
"Damn Yankees", risposi. Mi domandai se avesse sentito una sola parola.
"Damn Yankees... Qual era?"
"C'� un giocatore di baseball..."
Ma a quel punto eravamo arrivati. Il membro del Congresso sfoder� un sorriso, e io
anche.

Attorno all'una del mattino, Aviva entr� in casa con la sua chiave, ma sapevo che
stava arrivando perch� il guardiano mi aveva chiamato dalla portineria. Sia
benedetto il cancello del Woodfield!
Aveva gli occhi gonfi come ciliegie. Mi punt� contro il dito, come l'avvocato di un
legal drama. "Lo so che gli hai detto qualcosa!"
"Cos'� successo?"
"Non far finta di non saperne niente. Lo so che � colpa tua."
"Non faccio finta. Non ho idea di cosa sia successo."
"Mi ha lasciato." Le tremava il labbro e poi scoppi� in singhiozzi. "� finita."
Ah, il sollievo era una boccata di ossigeno. Come scendere da un aereo, dopo un
lungo inverno e un volo turbolento, e trovarsi fuori dall'aeroporto in un clima
tropicale. Fu un sollievo tanto profondo che mi sentii sciogliere. Volevo
sorridere, ridere, gridare, piangere, cadere in ginocchio e ringraziare Dio. Mi
avvicinai e cercai di prenderle la mano. "Mi dispiace."
Lei si ritrasse. "Non toccarmi!"
"Mi dispiace per te, ma sono anche sollevata, sempre per te."
"Non t'importa che sia felice!"
"Certo che m'importa."
"Non capisco. Gli hai detto qualcosa? Devi avergli detto qualcosa. Dimmelo, che
cosa gli hai detto?"
"Ma niente. Ci siamo a malapena parlati."
"E dopo che mi hai dato il fazzolettino? Gli hai detto qualcosa? Avevi una faccia
cos� critica e moralista."
"Niente."
"Allora dimmi di cosa avete parlato, parola per parola."
"Aviva, non me lo ricordo nemmeno. Del pi� e del meno, nient'altro. Abbiamo parlato
del pap�! E di Damn Yankees."
"Damn Yankees? Lo spettacolo?"
"� il musical dell'ultimo anno."
"� colpa mia. Non avrei dovuto..." Non disse cosa non avrebbe dovuto fare.
Si lasci� cadere sul divano di pelle scura, che aveva scelto Mike. Fraintesi il
messaggio, prendendolo per una resa. Aveva una macchia biancastra sulla giacca del
tailleur - il mio tailleur! - che mi ricord� l'abito blu di Monica Lewinsky. Essere
madre vuol dire questo, pensai. Tua figlia ti macchia la giacca e a te tocca
pulirla. "Levati la giacca, Aviva. Va portata in lavanderia."
Se la sfil� e io andai ad appenderla nell'armadio del corridoio.
"Magari � meglio cos�, amore. Tanto non stavi pensando di lasciarlo tu?"
"S�, ma non l'avrei mai fatto."
"Ti preparo qualcosa da mangiare. Avrai una fame da lupo."
Aviva si alz�. La mia offerta di cibo l'aveva fatta rimontare su tutte le furie.
"Mi dici che sono grassa e poi cerchi sempre d'imbottirmi come un maiale!"
"Aviva!"
"Oh, sei furba, tu. Non dici mai che sono grassa, per� parli ossessivamente del mio
peso. Mi chiedi se mangio bene, se bevo abbastanza acqua. Mi dici che certi vestiti
sono un po' strettini."
"Non � vero."
"Dici che non devo tagliarmi i capelli troppo corti perch� mi fa sembrare tonda in
viso."
"Aviva, da dove ti viene quest'idea? Sei una bella ragazza. Ti voglio bene, cos�
come sei."
"BUGIARDA!"
"Cosa? � vero che stai meglio coi capelli lunghi. Sono tua madre. Voglio sempre
vederti carina. � un crimine?"
"Solo perch� tu sei fissata col tuo corpo, solo perch� non mangi mai pi� di tre
bocconi di dolce e ti alleni come una pazza, non significa che io devo pensarla
come te e comportarmi come te!"
"Ovvio che non devi pensarla come me."
"Che cosa ti scoccia di pi�: che io sia riuscita a conquistare un uomo come Aaron
Levin o non esserci riuscita tu?"
"Aviva! Adesso basta. � un'affermazione ridicola e ingiusta."
"Comunque lo so che gli hai detto qualcosa! Lo so che hai detto o fatto qualcosa.
Ammettilo, mamma! Smettila di mentire. Per favore, smettila! Ho bisogno di sapere
cos'� successo, altrimenti impazzisco!"
"Perch� dev'essere stato per forza qualcosa che ho detto io? Magari venire a scuola
gli ha ricordato che sei giovanissima e che la vostra relazione � alquanto
inopportuna. Non ti sembra plausibile, Aviva?"
"Ti odio. Non voglio parlarti mai pi�." Se ne and� sbattendo la porta.

Mai pi� dur� fino ad agosto.


Alla fine dell'estate, io e Mike affittammo una casa in un paesino fuori da
Portland, nel Maine. Chiamai Aviva e le dissi: "Non � abbastanza che non ci
parliamo? Mi dispiace per quello che ho fatto e per quello che tu pensi che abbia
fatto. Vieni nel Maine con me e il pap�. Mi manchi tantissimo. E anche a lui.
Mangeremo tutti i giorni lobster roll e biscotti al cioccolato farciti di panna".
"Lobster roll? Con l'astice? Mamma, cosa ti � preso?" esclam� Aviva.
"Non dirlo alla nonna, ma mi rifiuto di credere in un Dio che non vuole farmi
mangiare l'astice."
Si mise a ridere. "Okay. Okay, ci vengo."
Eravamo l� da quattro o cinque giorni, quando disse: "Mi sembra che l'anno scorso
sia stato un sogno. Mi sembra come se avessi la febbre, e finalmente mi sia
passata".
"Mi fa piacere."
"Per� a volte mi manca avere la febbre."
"Ma non lo vedi pi�?"
"No, certo che no." Si corresse: "Cio�, non lo vedo nel tempo libero. Lo vedo al
lavoro".
La ammirai per essere riuscita a continuare a lavorare per Levin. "� dura?" le
chiesi. "Vederlo, ma non stare insieme?"
"Non lo vedo quasi mai. Non sono tanto importante, adesso che non sono tanto
importante."

Qualche giorno dopo Camelot, Roz mi chiama e mi chiede se pu� usare il mio
biglietto per The Mistery of Edwin Drood. Viene a trovarla sua sorella, non sarebbe
carino se loro tre ci andassero insieme? Accetto, perch� chi mai vorrebbe vedere la
versione musical del Mistero di Edwin Drood? Quando ti abboni a una stagione
teatrale regionale, c'� sempre qualche fregatura. Dice che mi pagher� il biglietto
ma le rispondo che i suoi soldi non m'interessano. � una mitzvah non doversi
sorbire Edwin Drood.
Roz ride e poi: "Rachel, come hai potuto?"
So gi� cosa sta per dirmi, prima che me lo dica. So che Mr Gomito sul bracciolo le
ha raccontato che ho cercato di baciarlo, e non viceversa. Ha optato per un attacco
preventivo. Avrei dovuto chiamarla, ma chi ha voglia d'immischiarsi nel matrimonio
degli altri? Anche sapendo cosa ha fatto suo marito, non sono sicura di come
procedere. Non � la prima donna al mondo a finire sposata con uno stronzo
fedifrago. Pu� succedere a chiunque. Voglio davvero che la mia amica divorzi? Alla
sua et�? Le auguro un futuro di foto del profilo, selezione di alte kaker e Spanx
strizzati per uscirci? No, non glielo auguro.
"Roz. Roz, mia cara amica, credo che ci sia un malinteso."
"Rachel, mi ha detto che hai cercato..." Abbassa la voce, un sussurro indignato.
"Di fargli una sega."
"Una sega? Roz, � pura invenzione." Le racconto cos'� successo. Perch� mai si
sarebbe inventato la storia della sega? Cosa gli � venuto in mente?
"Lo so che ti senti sola, Rachel. Ma sei la mia migliore amica dal 1992 e ti
conosco bene. Ti senti sola e sei vanitosa, perci� ti metti in mezzo. Io gli
credo."
Le dico: "Non ti tradirei mai per lui. Per il farkakte di CarGlass Tony? Mai e poi
mai. Dopo tutto quello che abbiamo passato io e te..."
Roz dice: "Rachel, basta".
E io taccio.
Ho sessantaquattro anni. So quando � meglio tacere.

Quando torn� all'universit� di Miami, in autunno, Aviva decise di lasciare il


campus e trasferirsi in un minuscolo appartamentino in Coconut Grove. Ci divertimmo
molto ad arredarlo insieme. Tutto in stile shabby chic. Comprammo mobili di legno
da Goodwill, li sabbiammo e li verniciammo color crema; comprammo lenzuola fiorate
sbiadite e una trapunta beige in un negozio di antiquariato e ci mettemmo una
ciotola turchese piena di conchiglie e candele di soia al profumo di gardenia e
lavanda, dipingemmo le pareti di bianco e appendemmo tende di tulle. E per un vero
colpo di fortuna trovammo una sedia Wegner Wishbone di autentica betulla. Era prima
che scoppiasse la mania degli anni '50, quindi mi pare che l'avessimo pagata pi� o
meno trentacinque dollari. L'ultima cosa che le comprai fu un'orchidea bianca.
"Mamma, la uccider�."
"Basta che non la bagni troppo."
"Non sono brava con le piante."
"Hai ventun anni. Non sai ancora con cosa sei brava."
Era talmente bello, quel posticino, candido e perfetto, che mi ricordo di aver
desiderato di poterci andare a vivere con lei, ero quasi invidiosa. Nel suo
appartamento, tutto poteva essere esattamente come lei lo voleva.
Fu un periodo felice per il nostro rapporto e in generale un periodo felice della
mia vita. Il consiglio aveva deciso di non cercare un nuovo preside e fui nominata
a tempo indeterminato. Mi organizzarono un cocktail party. Servirono salmone
affumicato su triangoli di pane tostato. Purtroppo il salmone era andato a male e
per mia fortuna non l'avevo mangiato, perch� tutti quelli che l'avevano mangiato
stettero male. Non lo interpretai come un brutto segno.
Roz mi port� fuori a pranzo per il mio quarantanovesimo compleanno. Mi disse che
avevo un aspetto magnifico e mi chiese cosa avevo fatto.
Risposi: "Sono felice".
"Dovr� provarlo anch'io", disse.
Non so come mai - forse avevo bevuto troppo vino - ma scoppiai a piangere.
"Rachel! Mio Dio, cosa c'�? � successo qualcosa?"
"Al contrario. Pensavo che sarebbe successo, ma non � successo e io mi sento
sollevata e riconoscente."
"Non sei costretta a raccontarmelo." Roz mi vers� un altro bicchiere di vino. "Un
problema di salute? Salute di Mike? Hai trovato un nodulo?"
"No, niente del genere."
"Aviva?"
"S�, c'entra Aviva."
"Vuoi raccontarmelo? Non sei costretta."
"Aveva una storia con un uomo sposato, ma � finita. Grazie a Dio, � finita."
"Oh, Rachel, non � nulla. Aviva � giovane. Fare degli errori � il privilegio
speciale della giovinezza."
Abbassai gli occhi. "Non era solo per la storia in s�. Era anche per la persona con
cui l'ha avuta."
"Chi era? Non sei costretta a dirmelo."
Le sussurrai il nome all'orecchio.
"Buon per lei!"
"Roz!" esclamai. "Sei perfida. � sposato e ha la nostra et�, ed era il suo capo!"
"Certo, ma non � mica brutto. In fondo anche noi ci scherzavamo e lo chiamavamo il
nostro fringuello. Te lo ricordi?"
Come avrei potuto dimenticarlo?
"Secondo te Aviva ci avr� sentito?" disse Roz.
"Non saprei."
"Con quella moglie..." Roz era su di giri. "Ho cambiato idea: buon per lui. Aviva �
gnocca. Quei due avrebbero avuto dei figli stu-pen-di."
"Comunque � finita. E niente figli, grazie a Dio."

10

Voglio premettere che l'incidente non fu colpa n� di Aviva n� del membro del
Congresso.
Un'ultraottantenne con un principio di demenza senile, che guidava sebbene le
avessero sospeso la patente, svolt� a sinistra senza guardare e si schiant� contro
la fiancata della Lexus di Levin. La vecchia rest� uccisa e di conseguenza ci fu
un'inchiesta. Fu stabilito che la colpa era sua, ma pure che mia figlia, la quale
si trovava sul sedile del passeggero, aveva una relazione clandestina col membro
del Congresso. Fu l'inizio dell'ossessione della Florida meridionale per Aviva
Grossman: l'Avivagate.
Ma sto correndo troppo.
Prima dell'Avivagate, prima che la vicenda venisse chiamata cos�, ci fu un periodo
di attesa. Aspettavamo di vedere se la storia sarebbe trapelata e, pi�
precisamente, se Aviva sarebbe stata tra i personaggi. Per un breve, luminoso
momento, fu solo "la stagista" che si trovava in auto col membro del Congresso. Non
sapevamo se il suo nome sarebbe stato reso noto e credo che Levin abbia cercato di
tenerla fuori. Quello che ha fatto sar� anche stato immorale, ma non � un uomo
crudele. Purtroppo l'interesse per la vicenda crebbe al punto che lui non fu pi� in
grado di proteggere mia figlia. Il pubblico non sarebbe stato soddisfatto finch�
non avesse saputo chi c'era in macchina con lui quella notte.
Aviva non aveva cuore di dirlo a suo padre. Aspett� fino al giorno prima che la
polizia rivelasse il suo nome e il membro del Congresso ribattesse con una
conferenza stampa. Mi offrii di dirlo io a Mike ma Aviva volle farlo di persona, e
questo va a suo merito.
Portammo Mike nel sonnolento ristorante di quello che era il Bridge Hotel ma adesso
� un Hilton. (Io e Roz lo dicevamo sempre, per scherzare, che tutto prima o poi
diventa un Hilton.) Era uno dei nostri locali preferiti, in famiglia, pi� che altro
per la vista sull'Intracoastal con le barche che passavano, ma il cibo non era
niente di speciale. Stuzzichini. Club sandwich. Patate fritte.
Aviva ordin� un'insalata, che non tocc� nemmeno. E poi, per tirare in lungo, ordin�
un caff�, che non bevve. Parlammo di come andavano le cose: il mio lavoro, i corsi
di Aviva, il lavoro di Mike. Non parlammo del membro del Congresso Levin, sebbene
la storia - nome di Aviva a parte - circolasse gi�. Mike non s'interessava a quel
genere di pettegolezzi. Quindi parlammo di nulla e il tempo vol�. Sapevo che Mike
doveva tornare al lavoro. Mi chiesi se fosse il caso di dare l'imbeccata ad Aviva
ma decisi di non farlo. Non stava a me rivelare il suo segreto.
Mentre controllava il conto, Mike raccont� di una donna che aveva operato qualche
anno prima. "Sessantun anni. Quattro bypass. Nessuna complicazione, ma una lunga
convalescenza. Comunque, circa un anno dopo l'operazione, sta giocando con la
nipote e di punto in bianco fa una replica perfetta del bassotto di famiglia col
Did�."
"Col Did�?" fece Aviva, con troppo entusiasmo.
"S�! Te lo immagini? Allora la nipote le chiede di farne un altro. E lei fa la
nipote, la casa, la casa della sua infanzia a Yonkers, che non vedeva da anni, e a
quel punto tutta la famiglia si � radunata per assistere al miracolo. E il figlio
le dice che forse dovrebbero portarla in un atelier di scultura. Prima dell'infarto
non era minimamente portata per l'arte. Non aveva il senso della prospettiva,
disegnava a malapena gli omini stilizzati. E adesso fa busti tridimensionali
iperrealistici di marmo, creta, qualsiasi materiale su cui le capita di mettere le
mani. Ha fatto tutta la famiglia, tutti i suoi amici, qualche celebrit�. � talmente
brava che finisce sulla stampa locale. La chiamano la Grandma Moses della scultura,
perch� ha cominciato in tarda et� proprio come lei. E adesso accetta commissioni e
la pagano migliaia di dollari per realizzare sculture per cittadine, spazi
pubblici, eventi."
"Dovresti farti dare una percentuale", dissi. "� a te che lo deve."
"Mi sembra un'affermazione eccessiva, ma comunque mi sta facendo un busto", disse
Mike. "Gratis."
"Puoi metterlo nell'ingresso del tuo studio", dissi. "Testa di grande uomo."
"Secondo te qual � stata la causa?" chiese Aviva.
"Si sblocca il cuore e l'incremento dell'afflusso sanguigno al cervello ne migliora
la funzionalit�. E pu� essere che si creino nuovi collegamenti neurali, con la
conseguente scoperta di doti precedentemente sconosciute. Chi lo sa?"
"Il cuore � un mistero..."
"Cavolate, Rachel", disse Mike. "Il cuore � del tutto spiegabile. Il cervello � un
mistero, questo te lo concedo."
"Il cuore sar� spiegabile per te", ribattei. "Per tutti noi, invece, � arabo."
Mike firm� la ricevuta.
"Pap�", disse Aviva.
"S�?" Mike alz� gli occhi.
Lei lo baci� sulla guancia. "Ti voglio bene."
"Anch'io", disse Mike.
"Mi dispiace tanto." Aviva si mise a piangere.
"Aviva, cosa c'�?" Mike si risedette al tavolo. "Cosa sar� mai?"
"Ho fatto una cazzata."
"Non preoccuparti, sistemeremo tutto."
"Questa cosa non si pu� sistemare."
"Tutto si pu� sistemare."

Aviva torn� a Miami mentre io e Mike, che aveva cancellato gli appuntamenti per il
resto della giornata, tornammo a casa a litigare inutilmente.
"Immagino che tu lo sapessi", mi disse.
Sospirai. "Avevo dei sospetti. S�, lo sospettavo."
"Se lo sospettavi, si pu� sapere perch� non hai fatto qualcosa?"
"Ci ho provato."
"Non ci hai provato abbastanza!"
"� una donna, ormai. Non posso mica chiuderla in camera sua."
"E dire che mi sembravi una buona madre, se non altro."
Quando si litigava era sempre meschino, ed � una delle molte ragioni per cui non mi
manca essere sposata con lui.
"Come hai potuto permetterle di fare una cosa tanto immorale?" insistette.
"Non � che tu sia stato un grande esempio", dissi, a bassa voce.
"Cosa? Che hai detto?"
"Ho detto che non ha senso star qui a insultarci. Dobbiamo pensare a cosa fare."
"E cosa possiamo fare, a parte trovarle un avvocato e aspettare che passi?"
"Dobbiamo stare vicino a nostra figlia."
"Ovvio." Si prese la testa tra le mani. "Come ha potuto farci una cosa del genere?"
"Non credo che pensasse a noi..."
"Tu avresti fatto una cosa del genere, alla sua et�?"
"No. Ma non avrei nemmeno fatto una cosa come quella che ha fatto Levin alla sua,
di et�. Non sarei andata a letto con una dipendente, e tanto giovane da poter
essere mia figlia. E tu?"
Non rispose. Stava sfogliando l'agenda. "Ho operato un milione di avvocati. Ce ne
sar� pure uno bravo, qua dentro."

Aviva e il membro del Congresso sostennero, entrambi, che la loro relazione era
finita gi� da qualche tempo. Era quello che mia figlia aveva detto anche a me, ma
non saprei dire se fosse la verit�. Magari, come afferm� lui, le stava sul serio
dando un passaggio a casa. (Ma vi dir� che al momento dell'incidente non stavano
andando nella direzione del suo appartamento di Coconut Grove n� di casa nostra.)
Senza dubbio fu una sfortunata coincidenza che lei si trovasse in macchina quando
quella donna svoltava a sinistra.
Capita, di tanto in tanto, che una notizia colpisca la fantasia di un'intera
regione, e cos� fu per mia figlia e il membro del Congresso. Potrei raccontarvi gli
sviluppi della vicenda ma, anche se non vivevate in Florida, non c'� nulla che non
abbiate gi� sentito o che non possiate immaginare. And� esattamente come vanno
sempre queste cose.
Aaron ed Embeth andarono a un talk show di attualit�. Affermarono che la relazione
extraconiugale risaliva a un periodo di difficolt� del loro matrimonio. Per� quel
periodo era passato, a loro dire. Si tenevano la mano. Lui aveva gli occhi colmi di
lacrime virili ma non pianse. Lei dichiar� di averlo perdonato. Disse che il loro
matrimonio era un matrimonio vero, non da libro delle fiabe. Roba del genere,
insomma. Mi ricordo che indossava una giacca di tweed viola, che non le andava
proprio a pennello. Chiss� cosa le passava per la testa.
Siccome era un anno di elezioni, lo staff del membro del Congresso ce la mise tutta
per prendere le distanze da Aviva. La presentarono come la stagista Lolita, una
pallida imitazione della Lewinsky, e le appiopparono tutta una gamma di sinonimi
per "troietta".
Non giov� alla causa di Aviva aver tenuto un blog, in cui descriveva nei
particolari i mesi trascorsi nell'ufficio del membro del Congresso. Era il 2000 e
io non sapevo neanche cosa fosse un blog. "Un blog?" le chiesi. A pronunciarla, mi
sembrava una parola astrusa. "Cos'�?"
"� l'abbreviazione di weblog, mamma."
"Weblog. Ah. E cos'� un weblog?"
"� come un diario. Un diario che tieni su Internet."
"Ma per quale motivo si fa una cosa del genere? E perch� l'hai fatta tu?"
"Era anonimo. Non ho mai fatto nomi. Finch� non � successo tutto, avevo circa tre
lettori. Stavo cercando di dare un senso alle mie esperienze scrivendo."
"Ma per quello ci si compra un diario, Aviva!"
"Mi piace digitare sulla tastiera. E odio la mia calligrafia."
"Allora fai una cartella sul portatile, ci salvi un file Word e lo chiami
DiariodiAviva.doc."
"Lo so, mamma, lo so."
Il blog di Aviva s'intitolava L'ennesimo blog di una stagista del Congresso. In
effetti, non aveva usato il nome di Levin, n� il proprio, ma si era capito lo
stesso che si trattava di lei. Per un po' decodificare il blog di mia figlia era
diventato il passatempo ufficioso della Florida meridionale. Cerc� di farlo
cancellare, ma non c'era verso. Era un blog zombie. Non si riusciva ad ammazzarlo.
Lo eliminava e ricompariva da un'altra parte. Probabilmente si trova ancora su
Internet, a cercare bene. Vi dir� che l'ho letto, quasi tutto; certe cose le ho
lette con un occhio chiuso, ma a dire il vero era piuttosto noioso, se si
eccettuano le parti piccanti. E le parti piccanti per me non erano affatto
piacevoli. Avevo provato la stessa cosa quando al book club cui andavo con Roz
avevamo letto Histoire d'O.
Aviva fu costretta a sospendere gli studi perch� i giornalisti disturbavano gli
altri studenti del suo corso.
Torn� a casa e si mise ad aspettare che la tempesta passasse.
Un'altra cosa che posso dire di quel periodo � che la recinzione del Woodfield fu
una benedizione. I giornalisti non potevano appostarsi sul prato di casa nostra ma
erano costretti ad aspettare che uscissimo, fuori dal cancello. Roz ci portava
provviste. I suoi doni comprendevano brodo con le azzime, kugel, tramezzini di pane
di segale con la lingua, forme di challah, bagel, salmone affumicato, aringhe e
orecchie di Haman, neanche avessimo un amico malato o un morto in famiglia.
Una breve nota sulle orecchie di Haman, gi� che mi viene in mente. A una settimana
dalla fine dell'anno scolastico, il rabbi Barney mi chiam� nel suo ufficio. Mi
porse un'orecchia di Haman ai fichi. "Rachel, ne prenda una."
"No, grazie." In genere non mi piacciono molto, trovo che il ripieno di frutta sia
troppo scarso e spesso il biscotto � asciutto.
"Per favore, Rachel, ne prenda una. Mia madre le prepara due volte all'anno. Per
lei � una grossa produzione. Ha una ricetta speciale. E poi ha il cancro al
polmone. Questa potrebbe essere l'ultima infornata delle famose orecchie di Haman
di Harriet Greenbaum."
Lo ringraziai per la generosa offerta, ma sarebbe andata sprecata, considerato come
la pensavo sulle orecchie di Haman. Lui per� insisteva, cos� la presi e le diedi un
morso, e in effetti era deliziosa. Tanta frutta rispetto alla quantit� di biscotto,
e niente affatto asciutta. Sua madre doveva averci messo un panetto di burro. Era
talmente deliziosa e dolce che per poco non mi scapp� un mugolio.
"Rachel", mi disse il rabbi, "vorremmo che si licenziasse."
Stavo ancora masticando. Avevo bisogno di bere, ma non mi aveva offerto nulla. Mi
ci vollero quasi venti secondi per ingollare il boccone. "Perch�?" chiesi.
Ovviamente sapevo perch�, ma l'avrei costretto a dirlo chiaro e tondo.
"Lo scandalo di Aviva. Per noi � un problema."
"Ma lo scandalo non riguarda me. Riguarda mia figlia, che ormai � adulta, una
persona indipendente. Non posso controllare quello che fa."
"Mi dispiace, Rachel. Sono d'accordo con lei. Non � per la relazione sentimentale
di Aviva, � per la raccolta fondi, il problema � quello. Secondo il consiglio, lei
si � compromessa spingendo per la serata col membro del Congresso, l'anno scorso.
Ha tutta l'aria di una cosa sconveniente."
"Ma non sapevo della relazione! E non c'entravo niente con la raccolta fondi. Se lo
ricorder� anche lei. Non volevo averci niente a che vedere."
"Me lo ricordo e le credo, Rachel. Le credo. Ma l'apparenza � tutt'altra."
"Ho dato dodici anni della mia vita a questa scuola."
"Lo so. � una brutta storia. Vogliamo che lei ne esca il meglio possibile. Potrebbe
dire che si licenzia per passare pi� tempo con la sua famiglia. Tutti la
capirebbero, con l'anno che avete passato."
"Non dir� niente del genere! Non ho intenzione di mentire!" Mi restava mezza
orecchia di Haman e stavo considerando la possibilit� di scagliarla contro il
rabbi. L'anno prima quel cretino di Fischer mi aveva scagliato un biscotto, dunque
cominciavo a chiedermi se tutti i presidi, in quella scuola, uscissero di scena con
un lancio cerimoniale di dolci da forno.
"Cosa c'� da ridere?" mi chiese il rabbi.
"Tutto."
"Comunque, ci dorma sopra."
"Non ho bisogno di dormirci sopra."
"Ci dorma sopra, Rachel. Nessuno vuole licenziarla. Non vogliamo un altro scandalo.
Se si dimette, pu� sempre trovare un altro posto."

Ci dormii sopra. Diedi le dimissioni.

Dopo aver liberato la scrivania andai in Camino Real, dall'altra parte della citt�,
e mi fermai davanti a una tozza palazzina rosa. Suonai il campanello di M. Choi.
Una voce di donna chiese chi era e risposi che era una consegna, ma lei disse che
non aspettava consegne, allora dissi che erano fiori e lei mi chiese da parte di
chi. Dissi che erano da parte del dottor Grossman. La porta scatt�.
Mentre salivo le scale, M. Choi aveva gi� aperto. Aveva ancora addosso l'uniforme
da infermiera, non uno di quei costumi sexy, proprio il camice azzurro con un
disegno geometrico fosforescente.
L'amante di mio marito disse: "Buongiorno, Rachel. Immaginavo che Mike non mi
avesse mandato dei fiori".
"Mike non � il tipo che manda fiori."
"No", conferm� lei.
Le dissi: "Mi hanno appena licenziato".
E lei: "Mi dispiace".
E io: "� stato un anno da schifo".
Lei: "Mi dispiace per tutto. Per Aviva. E per tutto il resto".
"Non voglio delle scuse. Non so neanche perch� sono venuta."
"Le va una tazza di t�?"
"No."
"Lo sto facendo per me. Ho gi� messo l'acqua a bollire. Ci vorr� solo un attimo. Si
accomodi." And� in cucina e io curiosai in salotto. Aveva foto di parenti, foto di
un gatto e di un altro gatto. C'era una foto di Mike, ma era una foto di gruppo con
anche lei e tutte le altre persone che lavoravano nel suo ambulatorio. Mike non le
stava nemmeno vicino. Guardavo la foto, quando lei torn� col t�. Riappoggiai la
cornice sulla mensola, ma sapevo che mi aveva visto.
"Ci mette lo zucchero?" mi chiese. "Latte?"
"No, niente."
"A me piace un po' di dolcezza."
"Lo zucchero mi va bene nei dessert, ma per il resto cerco di evitarlo."
"� molto in forma."
"Mi c'impegno. Dentro di me c'� una grassona arrabbiata."
"E come ce la fa stare?"
"Spiritosa. Non mi aspettavo che fosse spiritosa."
"Perch�?"
"Perch� anch'io lo sono. Se Mike voleva una donna spiritosa, poteva restare a
casa."
"Non credo di esserlo sempre stata. Mike m'incuteva troppo rispetto."
"Mike? Questa s� che mi fa ridere."
"Quando � cominciata, avevo solo venticinque anni e mi sembrava potente e
affermato. Mi sembrava incredibile che si fosse interessato a me."
"Quanti anni ha adesso?"
"Quaranta, a marzo. Tolga la bustina. Il t� diventa amaro, se la si lascia troppo."
Ubbidii. "Quindici anni."
"Una bustina lasciata in infusione per quindici anni dar� senz'altro un t� troppo
amaro."
"Intendevo che sta con Mike da quindici anni."
"Avevo capito. Ci sto malissimo per met� del tempo e per l'altra met� mi chiedo
cosa ho fatto della mia vita."
"Lo so, ma lei � ancora giovane."
"S�, relativamente. Almeno, sono a met�." Mi diede una lunga occhiata. "Anche lei
lo �."
"Non cerchi di lusingarmi."
"Non era mia intenzione. Intendevo dire che non sembrerebbe, ma Aviva � stata
fortunata che la storia sia venuta fuori adesso e non tra quindici anni. Ha ancora
la possibilit� di fare delle scelte."
Starnutii.
"Salute. Le sta venendo il raffreddore?"
"Non mi ammalo mai. Mai." Starnutii di nuovo. "Ma sono stanchissima", aggiunsi.
Mi disse di avere in frigo del brodo di pollo con le polpette e le azzime. "L'ho
fatto io. Si stenda sul divano."
Non ero affatto sicura di voler permettere all'amante di mio marito di darmi del
brodo di pollo, ma all'improvviso mi sentivo a terra. Il suo appartamento era
piccolo, ma accogliente e pulito. Mi domandai da quanto tempo ci vivesse. La
immaginai a prepararsi per uscire con mio marito. Mettersi il rossetto per lui.
Agghindarsi. La immaginai giovane, in attesa che Aviva crescesse e Mike potesse
divorziare da me. Mi sentii triste per tutti noi.
Mi port� il brodo in una scodella carina, con un disegno azzurro che imitava la
porcellana fiamminga.
Bevvi il brodo e mi sentii subito meglio. I seni nasali mi si liberarono e la gola
mi pizzicava di meno.
"Visto?" mi disse. "Gli effetti benefici del brodo di pollo non sono solo una bobe
mayse."
"Odio questo modo di dire: bobe mayse."
"Non volevo..." si scus�.
"No, non � colpa sua. Ma, se ci pensa, � discriminatorio nei confronti delle donne
anziane e pure sessista. Bobe mayse letteralmente significa 'favole da vecchia
signora' e si usa per indicare una credenza errata, o non scientificamente
dimostrata. Insomma, � un'espressione che suggerisce d'ignorare quello che dicono
le vecchie rimbecillite."
"Non ci avevo mai pensato in questo modo."
"Nemmeno io. Finch� non sono diventata una vecchia signora."

Tre mesi dopo, i terroristi schiantarono due aerei sul World Trade Center e di
punto in bianco l'Avivagate fin�. La gente smise di parlare dello scandalo. La
stampa pass� oltre.
Quell'inverno Aviva si laure�. Le consegnarono il diploma in un ufficio senza
finestre.
In primavera cominci� a cercare lavoro. Voleva restare nel settore pubblico o in
politica, ma nel Sud della Florida tutti avevano sentito parlare di lei e questo
non giocava a suo favore. Chi non ne aveva sentito parlare, cercava su Google e
stop. Quindi spost� il tiro sul settore delle pubbliche relazioni e del marketing,
pensando che i potenziali datori di lavoro sarebbero stati meno moralisti - mi
sembra la parola giusta - che nel settore pubblico. Invece no. Devo ammettere di
provare pi� comprensione adesso di allora, per la sua situazione. All'epoca volevo
solo che uscisse di casa, andasse avanti, rimettesse insieme la sua vita.
Alla fine dell'estate, aveva gettato la spugna. La trovavo sempre a mollo nella
nostra piscina, a rosolare al sole; era diventata scurissima.
"Almeno ti sei messa la crema protettiva?" le chiesi una volta.
"No, mamma, ma va bene cos�."
"Aviva, ti rovini la pelle."
"Chi se ne frega."
"Dovrebbe fregartene! Di pelle ne hai una sola."
"Pazienza."
Stava macinando i libri di Harry Potter. Credo che allora ne fossero usciti
quattro, ma non mi ricordo. Sapevo che Harry Potter lo leggevano anche gli adulti,
ma l'avevo preso come un brutto segno. Mi sembravano libri infantili, col disegno
del maghetto in copertina.
"Aviva, ti piace tanto leggere. Magari dovresti iscriverti a una specializzazione."
"Ah, s�?" ribatt�. "E chi mi darebbe delle referenze? Quale scuola di
specializzazione non mi cercherebbe online?"
"Potresti sempre specializzarti in Legge. Un sacco di gente con un passato
discutibile s'iscrive a Legge. Ho visto una trasmissione dove c'era un condannato
per omicidio che ha studiato per corrispondenza, per cercare di farsi assolvere."
"Non sono un'assassina. Sono solo una troia, e da quello non si viene assolti."
"Non puoi restare in piscina per sempre."
"Non ho intenzione di starci dentro per sempre. Infatti ci galleggio sopra e,
quando avr� finito di leggere Harry Potter e la camera dei segreti per la quarta
volta, mi far� una doccia e poi mi metter� a leggere Harry Potter e il prigioniero
di Azkaban per la quarta volta."
"Aviva!"
"E a te come va la ricerca di un nuovo lavoro, mamma?"
Feci una cosa orribile.
Orribile.
Non avevo mai alzato una mano su quella ragazza. Entrai in piscina; il cardigan di
cashmere estivo, stretto in vita, s'inzupp� e mi fluttuava tutto attorno. Le sfilai
da sotto il materassino gonfiabile. Harry Potter cadde in acqua, insieme con Aviva.
"Mamma!"
"FUORI DA QUESTA CAZZO DI PISCINA!"
Harry Potter and� a fondo. Mia figlia cerc� di arrampicarsi sul materassino, ma io
glielo sfilai di nuovo da sotto.
"Mamma, smettila di fare la stronza!"
Le mollai uno schiaffo.
L'espressione di Aviva era dura, ma poi il naso le si arross� e scoppi� a piangere.
"Scusami", le dissi, ed ero veramente dispiaciuta. Cercai di abbracciarla.
All'inizio fece resistenza, ma poi me lo permise.
"Certe volte mi sembra di essere pazza, mamma. Ma lui mi amava, vero?"
"S�, probabilmente s�."
A posteriori, direi che mia figlia era depressa.

Andai a chiedere un consiglio a mia madre.


"Per lei sei stata troppo amica e troppo poco mamma", mi disse.
"Va bene. E come faccio a rimediare?"
"Devi buttarla fuori di casa."
"Ma non posso. � emarginata. Non ha soldi, non ha un lavoro. Di cosa vivr�?"
"� in salute e intelligente. S'inventer� qualcosa, te lo garantisco."
Non potevo fare una cosa del genere a mia figlia.
"E smettila di preoccuparti per lei", disse mia madre. "Preoccupati piuttosto per
la tua vita. Anche l� ci sono cose cui porre rimedio, figlia mia, te lo
garantisco."
Ma qualche mese dopo Aviva se ne and� da sola.
Non mi consult�, non lasci� un nuovo indirizzo. Ho un numero di cellulare. Mi
chiama un paio di volte all'anno. Credo di avere una nipote. S�, la definirei una
nota dolente della mia vita.
Ma come posso biasimarla per essersene andata? Nella Florida meridionale per lei
non c'era niente. Qui la gente la pensa come Louis dell'appuntamento andato a mal
fine. Recitano un copione. Non pensano che stanno parlando di un essere umano. Non
pensano che stanno parlando della figlia di qualcuno.
Io e Mike divorziammo qualche mese dopo che Aviva se ne fu andata. Non direi che
eravamo rimasti insieme per lei, ma in sua assenza non sentivo pi� nessun
particolare legame con lui. Eravamo i genitori di Aviva. Vi dir�, non � stata una
tragedia riprendere il mio cognome da nubile.
Ogni tanto mi capita d'incontrarlo. Si � risposato. No, aggiungerei, non con la sua
amante. Quella povera donna ha aspettato tanto, solo perch� lui si sposasse
un'altra. Quasi quasi sono pi� indignata per lei che per me stessa. La nuova
moglie... che dire di lei? � pi� giovane di me ma pi� vecchia di mia figlia, grazie
a Dio.
Volete sapere anche di Levin? � ancora al Congresso. Credo che sia riuscito a
tenere il suo shlong lontano dalle figlie altrui. Che razza di mensh.

11

Un mese prima del compleanno di mia mamma, l'ottantacinquesimo, mi telefonano dalla


casa di riposo. La trasferiscono in ospedale. Ha la polmonite e forse non passer�
la notte.
Chiamo il numero di cellulare di Aviva. Non mi risponde mai, ma ci provo lo stesso.
La voce sintetica scandisce il numero.
"Sono la mamma", dico. "Se ci tieni a vedere la nonna da viva, salta sul primo
aereo per la Florida. Chiamami."
Mi siedo nell'atrio e aspetto che mi richiami. Mi addormento e, quando mi sveglio,
accanto a me c'� Mimmy.
"Buone notizie!" dice. "Possiamo organizzare la festa di compleanno al museo d'arte
di Boca Raton. Quelli che avevano prenotato il giardino per il matrimonio hanno
disdetto!"
Le dico: "Zia Mimmy, mi prendi in giro? La mamma � intubata. Probabilmente sta per
morire".
"Ce la far�. Se la cava sempre."
"No, stavolta potrebbe non farcela. Ha ottantaquattro anni. � questione di giorni
prima che non ce la faccia pi�."
"Sei un osso duro", dice Mimmy.
"Se intendi che sono realista, allora, s�, lo sono."
"Prepararsi al peggio non serve a scongiurarlo."
L'assurdit� � che Mimmy alla fine ha ragione. La mamma ce la fa e organizziamo la
festa al museo. Lei sembra contenta come una bambina di cinque anni che le abbiamo
organizzato una festa per gli ottantacinque.
"Museo", dice.
E: "Arte".
E: "Bellissimo".
E: "Rachel".
E: "Aviva".
Credo che sia questo che dice.
Ho messo la mamma sul furgone che la riporta alla casa di riposo e sto tornando
alla mia macchina, quando mi sento chiamare. � Louis dell'appuntamento andato a mal
fine. Sta visitando il museo con suo figlio e sua nuora.
"Rachel Shapiro", esclama. "Speravo tanto d'incontrarti. Voglio che tu sappia che
non l'avrei mai detto, se avessi pensato che quella Aviva era la tua Aviva."
"Alla fine ci sei arrivato."
"Ma no", ribatte lui. "Sono un imbranato. Ero alla sinagoga per la Simchat Torah e
c'era anche Roz Horowitz. � venuto fuori che siete buone amiche e allora le ho
chiesto se sapeva cosa fosse successo, e lei me l'ha detto."
"Io e Roz non siamo pi� buone amiche."
"Ah, ne dubito. Le amicizie hanno alti e bassi."
"Roz era alla sinagoga?"
"Non se la passa benissimo. Le � morto il marito."
"Come � morto?!"
"Infarto."
"Povera Roz. Dovr� chiamarla."
Lui continua: "Quando mi piace una persona, divento nervoso e parlo troppo. Volevo
fare colpo, cercavo di sembrare divertente e intelligente, e non sai quanto mi
dispiace che mi si sia ritorto contro. So che do l'impressione di essere
estroverso, ma in realt� sono un po' timido".
Come se me ne importasse...
"Ovviamente non conosco tua figlia. So quello che ha riferito la televisione, ma
non conosco lei. Ed � stata una sfortuna che sia venuto fuori quell'argomento."
"Non � stata sfortuna", preciso. "Sei stato tu a chiedermi se avevo figli."
A questo non pu� ribattere.
Quindi gli dico: "E se Aviva non fosse stata mia figlia? Ti sembra giusto parlare
in quel modo della figlia di chiunque? Levin era un uomo adulto, eletto a una
carica pubblica, mentre lei era una ragazzina sciocca e innamorata; lui ne � uscito
benone e lei � diventata lo zimbello di tutti. A distanza di quindici anni, deve
ancora essere presa in giro da un alte kaker che vuole fare colpo?"
"Mi dispiace. So di aver parlato troppo. Vorrei tanto poter tornare indietro nel
tempo e riavvolgere il nastro dell'appuntamento."
"I nastri non esistono pi�, Louis. Ci sono solo zeri e uno, e quelli non scompaiono
mai."
"Sei una donna intelligente e hai grinta. Mi piacciono le donne grintose. Alla
nostra et�, possiamo permetterci di non riprovarci? Non dobbiamo a noi stessi una
seconda chance?"
"Sono sola da molto tempo. E mi sta bene cos�."
"Eppure... Secondo me possiamo fare di meglio."
"A me sta bene non fare di meglio."
"Certo che sei un osso duro."
Gli dico che mia zia mi ha detto la stessa cosa.
"Mi piace. Per favore, riproviamoci."
Solo perch� ho sessantaquattro anni e sono una donna, la gente pensa che dovrei
essere contenta di stare con qualcuno, chiunque. Ma io preferisco stare da sola che
stare con un bastardo come CarGlass Tony, pace all'anima sua, o con un pallone
gonfiato che ha insultato mia figlia.

Succede una cosa buffa. Mia mamma perde un orecchino al museo. Lei non se n'�
neppure accorta, ma qualche settimana dopo la festa mi chiama una delle guide per
dirmi che forse ha un orecchino di mia mamma. Me lo descrive: smeraldi, opali,
giada e diamanti, tagliati per sembrare acini e foglie. Le chiedo come ha fatto a
capire che � di mia madre. La guida mi dice: "Lo sa che andava sempre a parlare al
liceo per la giornata dei sopravvissuti? Raccontava sempre di suo padre, il
gioielliere, e mi ricordo che si chiamava Bernheim. Dietro l'orecchino c'� scritto
Bernheim".
"Strano che se lo sia ricordata, per�."
"Mi piaceva moltissimo sentir parlare sua madre. Mi � rimasta davvero impressa."
Vado al museo dopo la lezione di pilates e non riesco a trovare la guida da nessuna
parte, quindi gironzolo un po'. M'imbatto in una classe di ragazzini delle
elementari, forse di quinta; un uomo anziano - cio� della mia et� - sta insegnando
loro a realizzare degli stampini. Insegna a intagliare semplici disegni nel legno,
a intingere il legno in vassoi pieni d'inchiostro e a passare sulla carta dei
rullini. Sporcano ovunque e in genere la sporcizia non mi piace. L'uomo non indossa
i guanti, il che mi sembra una follia, e ha le mani coperte d'inchiostro. Ha gli
occhi verdi, la barba color ruggine e neanche un capello in testa, ma in compenso
ha una pazienza squisita. Mi guarda e dice: "Posso fare qualcosa?"
"No", rispondo. "Devo incontrare una persona, ma non l'ho trovata. Mi piaceva
guardarla lavorare."
Fa spallucce. "Pu� restare finch� vuole."
Cos� mi siedo in fondo e, sinceramente, a guardare l'uomo che fa le stampe coi
bambini c'� una tranquillit�... L'inchiostro ha un gradevole odore medicinale. Mi
piace il fruscio ritmico dei blocchi nei vassoi. Ma quello che mi piace di pi� � il
mormorio dei bambini concentrati su un compito. Era una delle cose che preferivo
dell'essere educatrice.
Quando i bambini se ne vanno, l'uomo mi dice: "Vuole provare?"
Rispondo: "Sono vestita di bianco, meglio di no".
E lui: "Magari un'altra volta".
Si lava le mani, ma non tornano pulite. � allora che mi ricordo di lui. � Andrew
dalle unghie sporche. � un artista! Me l'aveva raccontato? Non lo saprei dire, ero
talmente distratta da quelle unghie... Ma, sapendo che lo sporco � inchiostro,
cambia tutto.
"Andrew."
"Rachel."
"Non ti avevo riconosciuto."
"Io ti ho riconosciuto immediatamente."
"Hai ripensato alla mia foto e ci hai aggiunto dieci anni", scherzo.
"Sono stato sgarbato."
"Ah, non ti preoccupare. Ho le spalle larghe. Comunque, non pensare che sia
vanitosa. � imbarazzante ammetterlo, ma mi ero proprio dimenticata che fosse una
vecchia foto. Sai, in un certo senso dal 2004 non sembra passato tanto tempo."
"Sul serio, � stata una cattiveria da parte mia. Ero andato a parecchi appuntamenti
che non avevano portato a niente e mi sono rifatto su di te, temo. Ma capisco cosa
intendi. Quando i figli sono grandi, si perde il senso del tempo. Tu hai figli? Non
credo che ne abbiamo parlato."
"Una figlia. Aviva."
"Aviva", dice. "Un bellissimo nome", dice. "Raccontami qualcosa di lei."

II
Ovunque tu vada, ci sei
JANE

Nel pieno di una stagione politica particolarmente brutale, cominciai a sognare


Aviva Grossman, la risposta della Florida a Monica Lewinsky. A meno di aver vissuto
in Florida al giro del secolo, probabilmente nemmeno ve la ricordate. La vicenda
era finita sulla stampa nazionale, seppure per breve tempo, perch� quella sciocca
di Aviva aveva tenuto un blog anonimo, dove raccontava nei particolari i "momenti
salienti" della sua relazione amorosa. Non ha mai fatto il nome dell'uomo, ma lo
sapevano tutti, chi era. Qualcuno sosteneva che Aviva non avrebbe tenuto un blog se
non avesse voluto far sapere tutto a tutti, ma secondo me non era cos�. Secondo me
era giovane e cretina, e poi non credo che a quei tempi la gente capisse veramente
Internet, e forse in realt� non lo capisce neanche adesso. Okay, quindi: Aviva
Grossman. Da stagista, aveva avuto una relazione clandestina con Aaron Levin,
membro del Congresso di Miami. Non era il suo "supervisore diretto", per citare la
viscida dichiarazione che aveva rilasciato durante la conferenza stampa. "In
nessuna fase sono stato il supervisore diretto di quella donna", aveva detto Levin,
"perci�, se da un lato sono profondamente dispiaciuto per il dolore che ho causato
ai miei cari, soprattutto a mia moglie e ai miei figli, vi assicuro che non � stata
infranta nessuna legge." Quella donna! Non aveva nemmeno avuto il coraggio di
pronunciare il nome di Aviva Grossman. I particolari della relazione, volgari,
scontati e umani quanto c'era da aspettarsi, erano rimasti per mesi su tutti i
canali e i quotidiani locali. Una radio aveva perfino una rubrica fissa intitolata
Avivawatch, come se fosse un uragano o un'orca che si era misteriosamente
spiaggiata. Quindici anni dopo, Levin � ancora al Congresso; Aviva Grossman, sul
cui curriculum vitae c'erano una doppia laurea in Scienze politiche e Letteratura
spagnola all'universit� di Miami, un blog tenace che non spariva dal web e
naturalmente l'infame esperienza da stagista, non era riuscita a trovare un lavoro.
Non le avevano messo una lettera scarlatta sul petto, ma solo perch� non ce n'era
bisogno. Ci aveva gi� pensato Internet.
Nel mio sogno, per�, Aviva Grossman era riuscita a lasciarsi tutto alle spalle. Nel
mio sogno aveva pi� di quarant'anni, un taglio di capelli corto ed elegante e
indossava un tailleur pantalone color crema con un'importante collana turchese; e
si era candidata a una carica politica a livello nazionale, anche se nel sogno non
era chiaro quale fosse. Mi sembrava il Congresso, ma forse sarebbe troppa giustizia
poetica. Comunque � il mio sogno, quindi diciamo pure che era il Congresso. Aviva
era a una conferenza stampa, dove un giornalista le chiedeva della relazione.
All'inizio gli dava una risposta politica - "� passato molto tempo e sono
dispiaciuta per il dolore che ho causato..." - non tanto diversa da quella di
Levin. Il giornalista insisteva. "A quest'et�", diceva allora Aviva, "e nella
posizione in cui mi trovo ora, posso dirle con assoluta certezza che mai e poi mai
andrei a letto con uno degli stagisti della mia campagna. Ma, ripensando al mio
ruolo di allora, alla mia condotta, l'unica cosa che posso dire... l'unica cosa che
posso dire � che ero molto romantica e molto giovane."

Mi chiamo Jane Young. Ho trentatr� anni e organizzo eventi, sebbene il grosso dei
miei affari siano i matrimoni. Sono cresciuta nella Florida meridionale, ma adesso
vivo a Allison Springs, nel Maine, una localit� a circa venticinque minuti da
Portland che d'estate � molto richiesta proprio per i matrimoni. In autunno un po'
meno, per non parlare dell'inverno, ma me la cavo. Che altro posso raccontarvi? Il
mio lavoro mi piace ma, no, da bambina non m'immaginavo a fare questo. La cosa che
ho studiato all'universit� ho finito per non farla, per tanti motivi, e ho scoperto
di essere portata per l'insieme di disciplina, capacit� di comunicazione,
psicologia, politica, teatralit� e creativit� che serve per organizzare un
matrimonio. Ah, ho una figlia di otto anni molto precoce, Ruby, il cui padre non fa
parte della nostra vita. Ruby � molto sveglia, ma probabilmente vedere cos� tante
spose le ha fatto male. La settimana scorsa mi ha detto: "Non vorr� mai essere una
sposa. Sono tutte avvilite".
"Ma dai", ho ribattuto. "Alcune sembrano felici."
"No", ha detto lei, convinta. "Alcune sembrano meno infelici."
"Le spose infelici sono tutte infelici a modo loro."
"In effetti..." ha detto Ruby, accigliandosi. "Ma cosa vorrebbe dire?"
Le ho spiegato che stavo improvvisando sulla famosa frase di Tolstoj e Ruby ha
alzato gli occhi al cielo. "Seriamente, mamma."
"Allora non ti sposerai mai?" le ho chiesto. "Non � una gran pubblicit� per la mia
agenzia."
"Non ho detto che non mi sposer�. Come faccio a saperlo? Ho otto anni! Per� so che
non voglio assolutamente essere una sposa." L'et� di Ruby � ideale. Abbastanza
grande per parlarci ma non ancora adolescente n� preadolescente. � una piccola nerd
rotondetta, ma deliziosa. Me la vorrei mangiare. Morderle le braccine sode.
Comunque, non parlo mai del suo peso perch� non voglio che le vengano complessi. Io
alla sua et� ero sovrappeso e mia madre non perdeva occasione di sviscerare
l'argomento. Di conseguenza posso dire di essere in possesso di parecchi complessi
e ne vado fiera. Ma chi non ha dei complessi? Se ci si pensa, cos'� una persona se
non un complesso costruito per reagire al paesaggio e al clima?
3

La vetrina del mio negozio si trova in centro, fra una cartoleria e una
cioccolateria. Era novembre e non c'era molto movimento. Dopo aver risentito alcune
delle coppie di clienti che avevano la cerimonia in programma in primavera ed
estate, passai la mattinata ad acquistare online cose che non mi servivano. Quanti
tubini neri pu� avere una donna? Parecchi, nel mio caso. Diciassette, all'ultimo
censimento. Una wedding planner va ai matrimoni vestita da funerale. Stavo pensando
a quello che aveva detto Ruby sulle spose, che sono tutte avvilite, quando
entrarono Franny e Wes. Non avevano appuntamento, ma in quel periodo dell'anno non
ce n'era bisogno.
Franny era Frances Lincoln. Aveva ventisei anni ed era priva di forme. Era
abbastanza carina, ma in un certo senso sembrava un impasto non lievitato. Faceva
la maestra d'asilo - � chiaro! Nessuna mai aveva avuto pi� di lei l'aspetto di una
maestra d'asilo - ma disse di essere in aspettativa. Wes era Wesley West e, a
giudicare dal nome, sospettai che i suoi genitori dovessero essere tremendi, non
vedevo l'ora d'incontrare quei mostri. Wes era un agente immobiliare e m'inform�
che il suo ufficio era dietro l'angolo, anche se io non l'avevo mai visto in giro.
Aggiunse che aveva aspirazioni politiche. "Ho preferito informarla", disse in tono
cospiratorio, a suggerire che era meglio fossi ben consapevole di stare
organizzando il matrimonio del futuro quel-che-� di Allison Springs. Aveva
ventisette anni e la sua stretta di mano era fin troppo salda. Cosa cerchi di
dimostrare, ragazzo? Rispetto al tipo di clientela che avevo, quei due non erano
affatto fuori della norma. I matrimoni avevano la tendenza a operare una subdola
trasformazione delle coppie nello stereotipo di marito e moglie vecchio stile.
"Stavamo pensando di prendere qualcuno in citt�", disse Wes. La "citt�" era
Portland e l'accenno era un colpo basso.
Sorrisi. "Anch'io vengo da una citt�."
"Ma poi mi sono detto: perch� non provare qualcuno del posto? In fondo passo qui
davanti tutti i giorni. Bel negozio. Mi piace lo stile pulito, il bianco ovunque.
E, visto che spero di candidarmi alle elezioni comunali, mi piace conoscere le
attivit� locali. I miei elettori, insomma. In questo periodo dell'anno non ci sar�
molto da fare."
Domandai se avessero scelto una data.
Lui guard� lei e lei guard� lui. "Ci piacerebbe sposarci tra un anno, il prossimo
dicembre. C'� abbastanza tempo?"
Annuii. "Pi� che abbastanza."
"Secondo lei sposarsi in inverno � romantico", disse lui. "A me invece piace il
rapporto qualit�-prezzo. Ampia scelta di posti e alla met� del prezzo estivo,
giusto?"
"Non proprio la met�, ma senz'altro meno."
"Per� anche lei pensa che i matrimoni invernali siano romantici, vero?" chiese lei.
"Certo."
La sposa e le damigelle congelano e, se nevica, met� degli invitati che vengono da
fuori non si presenta. C'� un certo romanticismo in tutto questo. Per� almeno
d'inverno le foto vengono sempre fantastiche e ho il dubbio che alla fine ci si
ricordi pi� delle foto che dell'evento in s�. Comunque si trattava di persone
adulte e non avevo nessuna intenzione di tirarmi indietro davanti a un incarico
invernale.

Qualche settimana dopo - forse dopo essere passati da qualche grosso wedding
planner di citt� - presero appuntamento per un secondo incontro, durante il quale
mi avrebbero consegnato il contratto firmato e versato un anticipo per il servizio.
Franny si present� da sola, il che non era insolito, eppure lei era in imbarazzo.
"Le sembra strano?" mi chiese. "Le sembra un brutto segno? Cio�... dovrebbe esserci
anche lui, no?"
"Non � per niente strano", le dissi mentre mi passava l'assegno. "Mi capita spesso
di lavorare pi� con uno dei due sposi. Non si pu� sempre essere dove si vorrebbe."
Annu�. "Sta mostrando una casa. E non pu� decidere lui quando farlo."
"Comprensibilissimo. Come le ha chiesto di sposarlo? Non mi pare di avervelo
domandato." Misi il contratto nello schedario.
"� stato molto romantico", mi rispose. Per lei romantico era una parolona. "Almeno
secondo me. Adesso che glielo sto per raccontare, forse le sembrer� strano." Anche
strano era una delle sue parole preferite.
Le aveva chiesto di sposarlo al funerale di sua madre. Non proprio al funerale, ma
subito dopo. Mi sembr� di capire che fosse successo nel parcheggio del cimitero, ma
non ero sicura. Lei piangeva a dirotto, il muco le colava ovunque, e lui si era
inginocchiato e aveva detto una cosa tipo: "Questo non sar� il giorno pi� triste
della tua vita". Rivoltante. Ammetto che probabilmente le sue intenzioni erano
buone, ma era davvero la cosa peggiore che avevo sentito su di lui. Insomma, certi
giorni devono essere i pi� tristi della tua vita. E poi era giusto che lei
prendesse una decisione tanto importante quando aveva appena perso la madre? Non li
conoscevo, � vero, eppure mi sembrava quasi che lui le avesse teso una trappola nel
momento in cui lei era pi� vulnerabile. Cominciavo a odiare Wes West. Solo un
pochino, ma cominciavo a odiarlo. Spesso finivo per odiare lo sposo, ma di solito
non cos� in fretta.
"Oddio, � strano", disse Franny. "� strano, vero?"
Non era strano, era orribile. Orribile, ma mediocre. Non la conoscevo e non erano
affari miei. Per sviare l'attenzione da quello che stavo pensando e che forse il
mio viso aveva rivelato, feci una cosa che non era da me. Mi allungai sulla
scrivania e le presi la mano. "Mi dispiace tanto per sua madre."
Le tremava il labbro e i grandi occhi azzurri le si riempirono di lacrime. "Oddio.
Oddio."
Le diedi un fazzolettino.
"Sono proprio una bambina."
"No, ha perso una persona cara. Deve sentirsi alla deriva."
"S�, � esattamente cos� che mi sento. Alla deriva. Sua madre � ancora viva?"
"S�, ma non ci vediamo spesso."
"Che brutto."
"Ma ho una figlia, quindi riesco a immaginare..."
"E sua madre non la vuole vedere? Sua nipote? Non ci posso credere!"
"Forse vorrebbe vederla. � complicato."
"Non c'� niente di troppo complicato." Franny mi sorrise. "Ho esagerato. Mi scusi.
Lei ha un modo di fare molto rassicurante e mi sono dimenticata che non siamo
amiche."
Era dolce. "Avete fatto i compiti?" Avevo chiesto agli sposi di fantasticare sul
loro matrimonio e mettere insieme una raccolta d'immagini.
Prese il tablet dalla borsetta. Avevano salvato una sposa con gli stivali da cowboy
e uno sposo in frac e ascot; un buffet di torte salate e una torta nuziale a sette
piani; segnaposti fatti con minuscole lavagnette e cartoncini color crema stampati
in rilievo; un secchio d'argento di gerbere e una composizione di gigli e rose
bianchi alta pi� di un metro; tovaglie a quadri e tovaglie di lino bianco; pollo
arrosto e filet mignon. Sembrava il matrimonio del topolino di campagna col
topolino di citt�.
"Non abbiamo concluso molto. Alcune sono idee sue e alcune sono idee mie."
"L'avevo capito."
"Lui vuole un ricevimento elegante, ma io lo preferirei pi� rustico. Ci pu�
lavorare o siamo un caso disperato?"
"Siete un caso disperato."
Franny rise e arross�. "Abbiamo litigato, pi� o meno. Un piccolo litigio. Secondo
lui ho un gusto rozzo. Ma voglio che i nostri invitati si sentano a loro agio. Non
voglio dare l'impressione di un evento..." Cerc� la parola giusta e si decise per
"aziendale".
"Elegante e rustico. Mi ci faccia pensare. Candelabri e tovaglie bianche in un
fienile. Oppure, considerato che sar� dicembre, vasetti di vetro con nastri a
quadretti bianchi e rossi, velo da sposa e rametti di pino, tovaglie di tela grezza
ma nella linda sala da ballo di un hotel. Lucette natalizie scintillanti sulla
pista e segnaposto fatti con le lavagnette. Tulle drappeggiato e tovaglioli di lino
bianco. Barbecue e torte salate. Un fuoco scoppiettante. S�, mi sembra gi� di
vederlo." Perch� l'avevo visto sul serio. Ultimamente volevano tutti il rustico
elegante.
"Che meraviglia", disse lei.
Il campanello della porta trill� ed entr� Ruby. Butt� per terra lo zaino.
"Questa � la mia assistente", dissi a Franny.
Ruby le strinse la mano.
"Io sono Franny. Mi sembri decisamente giovane per fare l'assistente."
"Gentile da parte sua, ma sappia che ho cinquantatr� anni", disse Ruby.
"Portati molto bene. Franny vuole un ricevimento che sia elegante e anche rustico",
dissi.
"Ci vorrebbe un furgoncino dei gelati", propose Ruby. "La mamma ha organizzato un
ricevimento shabby chic col furgone dei gelati. Il gelato piace a tutti."
"Lo sai che in ufficio non devi chiamarmi mamma!" la rimproverai. "Devi chiamarmi
capo."
"Gli invitati sono usciti nel parcheggio e potevano scegliere il gelato che
volevano, gratis. � stata una cosa fantastica", continu� Ruby.
"Lo � stata senz'altro, ma Franny si sposa a dicembre", spiegai.
"Vero", disse Franny. "Per� sembra molto divertente. Non si potrebbe fare, a
dicembre? Non � che a dicembre non si possa mangiare il gelato. Anzi, un furgoncino
dei gelati a dicembre sarebbe anche pi� divertente. Tanto vale sfruttare il tema
del freddo, no?"
Quella sera ricevetti una telefonata di Wes, il quale voleva farmi sapere che la
storia del furgoncino dei gelati non gli tornava. "Mi sembra una stupidaggine. Di
quelli che inviter�, alcuni potrebbero votare per me un domani e altri potrebbero
pure contribuire alla mia campagna. Non voglio che pensino a me come a quello che
aveva un furgone dei gelati al suo matrimonio, in inverno."
"D'accordo. Niente gelati."
"Non voglio fare il guastafeste, ma mi sembra... da incoscienti."
"Da incoscienti? Non esageriamo."
"Da incoscienti. Un'idea impulsiva, prodotta da un cervello scombinato. Amo Franny,
ma a volte si mette in testa delle idee..."
S�, pensai, Franny un cervello ce l'ha e quel birichino tende a farsi venire delle
idee. "Mi sembra chiaro che la questione le stia molto a cuore. Ma tenga conto che
siamo ancora nella fase di brainstorming. Non � che abbiamo noleggiato il furgone,
nulla del genere."
"Comunque, il fatto �... Le dispiacerebbe dire a Franny che il furgone dei gelati
in inverno non � disponibile? Perch� ormai lei si � fissata. Forse le sembra
estroso, non lo so."
"Non sarebbe pi� semplice se le dicesse che a lei non piace? Cio�, a Franny l'idea
� piaciuta, ma non credo che ci tenga cos� tanto. Le piacciono un sacco di cose. �
una persona molto positiva."
"S�. Per� secondo me � meglio che glielo dica lei. Se glielo dico io, passo per
quello che vuole rovinarle il divertimento. Se glielo dice lei, � un dato di fatto:
la wedding planner non riesce a trovare un furgone dei gelati a dicembre."
"Credo proprio che riuscirei a trovarlo."
"Certo, ma Franny non lo sa."
"In realt� non mi sento a mio agio, a mentire alla sua fidanzata. Cerco di essere
sempre sincera con le mie coppie. E mi sembra sciocco che uno di noi due debba
mentire su una cosa cos� poco rilevante."
"Se � una sciocchezza, perch� le sembra tanto importante? E poi non si tratta di
mentire. Sta assecondando il desiderio della persona che la paga. Io credo in lei,
Jane."
Fui tentata di dire a quel cacasotto che poteva andarsene a pagare qualcun altro,
ma non lo feci. Non ho ancora detto che la mia adorabile secchiona Ruby aveva
problemi coi bulli della scuola. Avevo fatto tutto quello che bisogna fare quando
tua figlia � vittima dei bulli. Colloqui con gli insegnanti. Telefonate agli altri
genitori. Controlli sull'uso di Internet. L'avevo iscritta a una serie di attivit�
che in teoria avrebbero dovuto aumentarle l'autostima: ginnastica! Gli Scout! Le
avevo parlato a lungo delle strategie per affrontare le persone sgradevoli. Nulla
aveva funzionato. Stavo pensando di trasferirla in una scuola privata, ma costava.
Perci� non potevo permettermi il lusso di lavorare solo con chi mi piaceva.
"Jane, siamo d'accordo?" chiese Wes.
"Va bene", gli dissi, pensando che non avrei mai votato per quell'uomo e, se mai si
fosse candidato, l'avrei ostacolato attivamente. Quel matrimonio aveva i giorni
contati.
Non mentii a Franny. Le dissi che ci avevo pensato e che la logistica del
furgoncino dei gelati, d'inverno, sarebbe stata troppo complicata. Ed era vero.
Pensate solo ai cappotti, prenderli e restituirli al guardaroba. Sarebbe stato un
incubo.

"Va bene", disse Franny. "Era solo un capriccio. Mi � venuta un'altra idea che
volevo sottoporti. So che abbiamo parlato di vasetti di vetro e cavoli ornamentali,
e mi piacciono da morire. Ma mi chiedevo se te ne intendi di orchidee."
"Di orchidee?"
"S�! Ho visto che ne hai una sul davanzale. E quello che mi piace delle orchidee �
che non muoiono mai. La tua � sempre uguale, dalla prima volta che sono venuta qui.
E... non so, mi d� una sensazione confortante, casalinga."
Non avevo mai sentito definire "casalinga" un'orchidea. "Capita che muoiano ma, se
continui a innaffiarle, alla fine si riprendono."
"Ecco! Mi piace. Non so se c'entra col rustico-elegante..."
"Tutto c'entra col rustico-elegante."
"Ma mi chiedevo se potremmo usare delle orchidee come centrotavola e poi gli
invitati potrebbero portarsele a casa. Sarebbe tanto elegante, per� anche... come
dire?"
"Rustico?" suggerii.
"Pensavo pi� a 'naturale'. � una cosa cui teniamo molto, sia io sia Wes. Almeno, io
ci tengo. Non so, � che sembrano pi� speciali delle rose."
Portai Franny da Eliot Schiele. Era il fiorista cui mi rivolgevo quando gli sposi
volevano qualcosa d'insolito. Era il fiorista pi� serio che avessi mai conosciuto.
Non voglio etichettarlo con la parola "artigianale", che ha una connotazione
diversa, ma non sarebbe sbagliato definire i fiori di Schiele artigianali. Era un
perfezionista, perfino un po' ossessivo, e caretto.
Schiele disse: "Matrimonio d'inverno? L'unica difficolt� sar� trasportarle dal
furgone alla sala del ricevimento. Alle orchidee non piace il freddo".
"Ma gli invitati potranno portarsele a casa?" chiese Franny.
"S�, baster� dire loro di non restare a ciondolare nel parcheggio. Potrei anche
stampare dei libriccini con le istruzioni per la cura e il mantenimento. Sa, quando
e quanto bagnarle, quando cominciare a fertilizzarle, dove tagliare lo stelo, come
rinvasare, scegliere il terriccio giusto, quanta luce vogliono. Franny, lo sapeva
che alle orchidee piace farsi toccare le foglie?"
"Bello!" esclam� lei.
"Io alla mia non le tocco mai", dissi.
"Allora scommetto che la tua orchidea � piuttosto depressa, Jane", replic� Schiele.
"Che tipi di orchidee ci sono?" chiese Franny. "Jane ne ha una bianca che mi piace
tantissimo."
"Jane ha una tipica phalaenopsis da supermercato, da principiante. Senza offesa,
Jane. E si potrebbe fare, nessun problema. Ma ci sono migliaia di orchidee.
Migliaia! Non vale la pena di fermarsi alla prima che ti capita sott'occhio."
"Ehi, Schiele", dissi. "� della mia orchidea che stiamo parlando. Ce l'ho dai tempi
dell'universit�."
"� un'ottima orchidea, Jane. Per cominciare, l'ideale. Ma questo � un matrimonio.
L'inizio di giovani vite! Si pu� fare di meglio." Tir� fuori il grosso raccoglitore
con le orchidee.
Franny scelse la brassavola, i cui fiori sembravano delicati grappoli di calle.
"Ah", fece Schiele, "la signora della notte."
"La chiamano davvero cos�?" chiesi. "O � un nomignolo del cavolo che le hai dato
tu?"
"Rilascia il suo profumo di sera. Non preoccuparti, Franny, � un profumo
fantastico."
Schiele disse che avrebbe fatto un preventivo.
Qualche giorno dopo me lo mand�, insieme con un'altra orchidea, una viola con
foglie che sembravano germogli di bamb�, e con un biglietto.
Mi chiamo Dendrobium. Voglio fare amicizia col tuo phalaenopsis da supermercato,
anche se � incredibilmente plebeo. So che si sente solo e ha bisogno di compagnia.

Gli telefonai. "La mia orchidea � una femmina."


"Non credo proprio. E comunque sei davvero sessista. Mica tutti i fiori sono
femmine."
"Non ho detto questo. Ho detto solo che la mia � una femmina. Ma i fiori hanno un
sesso?"
"Non hai studiato biologia a scuola?" ribatt� Schiele.
"Si vede che non stavo attenta."
"Peccato. Certe piante hanno fiori di un solo sesso. Altre hanno fiori di tutti e
due i sessi. Bisogna considerare ogni singolo fiore e ogni singola pianta. E, a
onor del vero, la maggior parte delle orchidee, compresa la tua, � ermafrodita, e
molti fiori sono bisessuali."
"Per� resto convinta della mia idea. A prescindere dal suo aspetto e dalle sue
preferenze sessuali, la mia phalaenopsis � femmina. Se insisti a dire il contrario,
confondi genere e sesso."
"Magari potremmo prenderci un caff� e chiarire la questione? Potrei visitare la tua
orchidea."
"Non sono sicura che mi sentirei a mio agio."
"L'orchidea non sentir� nulla."
"No, intendo il caff�. Non bevo caff�."
"Allora un t�."
"Schiele, tanto per chiarire: non stiamo uscendo insieme."
"Ma figurati. Solo che, tra noi del settore matrimoniale, ci conviene serrare i
ranghi, non credi? Comunque mi piacerebbe che diventassimo amici. So che ti rivolgi
alla Boutique del Bouquet pi� spesso che a me, e mi piacerebbe diventare il tuo
fiorista preferito."
"Non � niente di personale. La Boutique del Bouquet � pi� economica."
"E poi con quel nome... Chi pu� competere con un nome del genere?"

"Spero di non essere impertinente ma, avendo lavorato con un buon numero di wedding
planner, tu non mi sembri esattamente il tipo", disse Schiele al ristorante.
Gli chiesi cosa intendeva.
"Il tipo di donna che ha in mente il suo matrimonio fin da bambina e poi, dopo
essersi sposata, non ne ha mai abbastanza e allora decide di buttarsi nel settore."
"Mi pare che sia una definizione un po' sessista, per non dire altro."
"Scusa. Insomma, sembri molto solida. Come persona, non fisicamente, per quanto tu
abbia un corpo solidissimo... Sto andando troppo oltre?"
"Direi di s�."
"Per essere chiari: ti trovo incredibile. Mi ricordi Elizabeth Taylor ai tempi di
Cleopatra. E con 'solida' intendo intellettuale e riflessiva, e non � quello che
associo a chi lavora nel tuo settore."
"Ah, stavi andando cos� bene!"
"Merda. Quello che volevo capire � che cosa ti ha portato a fare la wedding
planner. Cos'hai studiato? Cosa volevi fare da giovane? Insomma, chi sei? Chi �
Jane Young?"
"Potresti cercarlo su Google."
"E che divertimento ci sarebbe? Comunque ci ho provato. Hai un nome molto comune.
Ci sono circa mille Jane Young."
"Certo che fai un sacco di domande."
"Ero un insegnante e credo nel metodo socratico."
"Mi sembra di essere a un colloquio di lavoro. Perch� hai smesso d'insegnare?"
"Non lo so. Volevo avere pi� tempo da passare con le mie piante."
"Ovvio."
"Le piante reagiscono meglio delle persone alle cure e alle attenzioni. Come
insegnante, mi pareva di essere noioso per i ragazzi. E perch� le domande
t'innervosiscono?"
"Non m'innervosiscono."
"Sembrerebbe di s�."
"Sono un libro aperto. Dai, chiedimi qualcosa, qualsiasi cosa."
"Cos'hai studiato all'universit�?"
"Scienze politiche e Letteratura spagnola."
Mi guard� e annu�. "Questo s� che mi torna."
"Sono contenta che approvi. Ma voglio precisare che, anche se non pensavo di farlo,
mi piace organizzare matrimoni. Mi piace il rituale. E la gente t'invita a entrare
nella sua vita in quello che crede il giorno pi� importante. � un privilegio." Era
il mio solito discorsetto.
"Conosci i segreti di tutti."
"Ne conosco parecchi."
"Potresti essere la donna pi� potente della citt�."
"Quella � Mrs Morgan."
"E cosa pensavi di fare, invece?" riprese Schiele.
"Pensavo di entrare in politica. Non � durata molto."
"Non avevi il pelo sullo stomaco?"
"Al contrario, mi piaceva molto. Ma poi ho avuto Ruby e mi sono dovuta reinventare.
E tu cos'hai studiato?"
"Botanica. L'avrai immaginato. E perch� Letteratura spagnola?"
"Perch� dove vivevo era utile parlare bene lo spagnolo, se volevi entrare in
politica. L'avevo gi� studiato al liceo e ho pensato che studiandone la letteratura
sarei migliorata. Ma a dire il vero � stata una scelta abbastanza impulsiva, presa
in due minuti. Ero gi� al terzo anno. Il tempo stringeva e dovevo decidermi."
"Dimmi qualcosa della letteratura spagnola", chiese Schiele.
"Una frase del mio romanzo preferito. Los seres humanos no nacen para siempre el
d�a en que sus madres los alumbran, sino que la vida los obliga a parirse a s�
mismos una y otra vez."
"Bello. Cosa vuol dire?"
Il campanello della porta tintinn� e Mrs Morgan entr� nel ristorante come se ne
fosse signora e padrona, perch�, in effetti, lo era. Aveva appena compiuto
settant'anni. Era schietta, alla maniera di chi � molto ricco. Oltre al ristorante,
possedeva mezza citt� e il giornale locale. Stavamo organizzando insieme un evento
di beneficenza per restaurare la statua del capitano Allison in Market Square.
Si ferm� al nostro tavolo. "Jane! Avevo in mente di chiamarti, ma gi� che ti trovo
qui... ci sono notizie dallo yacht club? E, Mr Schiele, come sta la sua adorabile
moglie, Mia?"
Mrs Morgan si sedette al tavolo. Chiam� il cameriere e ordin� un bicchiere di
rosso.
"Sta benone", disse Schiele.
"Conosci la moglie di Schiele?" mi chiese Mrs Morgan.
"No."
"� una ballerina classica."
"Si � ritirata, ormai", precis� Schiele.
"Ma non conta. Avere un talento come quello!" disse Mrs Morgan. "Mi scusi, Mr
Schiele. Sono stata scortese. Voi due avevate finito? Ho diverse cose di cui
discutere con Jane, per il nostro piccolo evento."
Schiele si alz�. "Non c'� problema. Jane, ti chiamo."

Quella sera, Schiele mi chiam� sul serio. "Siamo stati interrotti."


"Mi dispiace. Mrs Morgan non si rende conto che l'universo non pu� sempre piegarsi
alla sua volont�. Avevi bisogno di qualcos'altro?"
"Il fatto � che mi piaci."
"Anche tu mi piaci. Sei il fiorista pi� rigoroso che conosca."
"Dai, Jane. Ti sto dicendo che non riesco a smettere di pensare a te. L'avrai
capito."
"Invece dovrai smettere. Non sono una che esce molto e di certo non esco con gli
uomini sposati."
"Ho la sensazione che mi consideri un farabutto. Sappi che il mio matrimonio �
finito da parecchio. Cio�, le cose vanno male da parecchio."
"Mi fa piacere che tu ne sia consapevole. Ci vuole coraggio a riconoscere di essere
infelici. Comunque hai fatto bene a chiamarmi. Franny vuole sapere se si riesce ad
avere uno sconto sui vasetti ordinandoli separatamente dalle orchidee."
"Scorporo le cifre. Posso richiamarti tra un paio di giorni?"
"Perch� invece non mi mandi un'email? Ciao, Schiele."
Mi piaceva proprio. Ma una cosa che ho imparato � che non si scherza con un
matrimonio, neanche se � in crisi.
Mia nonna � stata sposata per cinquantadue anni, finch� non � morto mio nonno.
Diceva sempre che, se tra moglie e marito andava male, era solo questione di tempo
e sarebbe tornata ad andar bene. E non per sottilizzare a tutti i costi, ma perch�
in fondo Schiele era un fiorista, vi dir� che ci sono stati momenti in cui ho
pensato che la mia orchidea "plebea" non sarebbe mai pi� fiorita, momenti in cui
sembrava irrimediabilmente morta. Mi viene in mente una volta in cui io e Ruby
eravamo andate in vacanza a San Francisco e, avendola lasciata sul calorifero,
aveva perso tutte le foglie. L'avevo bagnata per un anno e poi una radice, poi una
foglia, e un paio d'anni dopo... voil�! Altri fiori. Ecco cosa so di matrimoni e
orchidee. Sono pi� duri a morire di quanto non si pensi. � il motivo per cui amo la
mia orchidea da supermercato e non vado con gli uomini sposati.

Io e Franny stavamo visitando il salone dell'ennesimo hotel, quando mi disse:


"Cominciano a sovrapporsi. Mi pare che questo mi piaccia pi� del precedente, ma non
ne sono sicura".
"� pi� che altro la sensazione. Che sensazione ti d�?" Parlavo, ma non le stavo
prestando attenzione. Pensavo a Ruby. Mi avevano telefonato dalla scuola. Si era
chiusa in bagno e si rifiutava di uscire. Non appena avessi terminato con Franny,
l'avrei accompagnata a casa e poi sarei andata a scuola per capire chi dovevo
ammazzare.
Lo sguardo di Franny si spostava dalla moquette fiorata non proprio pulita alle
pareti a specchio. "Non saprei. Nessuna? Tristezza? Che sensazione mi dovrebbe
dare?"
"Devi immaginare la sala piena. Immagina le orchidee, le lucine natalizie e il
tulle. Immagina i tuoi amici, i tuoi parenti e..." Quale istinto spingeva i bambini
che s'imbattevano in uno diverso o pi� debole a saltargli addosso? Erano le
vestigia di un istinto di sopravvivenza risalente a un tempo in cui le risorse
erano scarse?
"'E' cosa?"
"No, nient'altro."
Franny annu�. "Mi piacerebbe vedere qualche altra possibilit�, se a te va bene."
"A essere sincera, possiamo anche continuare a cercare ma, a meno che tu non voglia
cambiare completamente direzione, quindi escludere i saloni degli hotel, hai visto
pi� o meno tutto quello che c'� in zona. Sono sale vuote, Franny." Guardai
furtivamente l'ora sul telefono. Volevo arrivare a scuola di Ruby prima di pranzo.
"Tu quale sceglieresti?"
"La prima che abbiamo visto. Quella del Lodge, ad Allison Springs." Mi trattenni
dal dirle: Motivo per cui ti ci ho portato prima. "Se � ancora disponibile."
"Hai ragione. Giudicami pure una sciocca, ma m'illudevo che entrando nel salone del
ricevimento avrei pensato: ecco il posto dove vivrai la notte pi� romantica della
tua vita, Franny. Ma non mi sono sentita cos�. Non ho provato nulla. Tutto quel
legno scuro..."
"Sei tu che volevi il rustico."
"Ma sembrava un po'... non so, mascolino."
"Non lo sembrer� pi�, una volta che ci avremo messo le orchidee e..."
"E il tulle, lo so. Magari possiamo tornarci subito, per dare un'altra occhiata?
Credo che, se lo rivedessi, potrei anche decidere oggi stesso."
Feci un respiro profondo. "Non posso. Credimi, vorrei tanto sistemare la faccenda,
ma devo andare alla scuola di Ruby. Si � chiusa in bagno e non vuole saperne di
uscire. E, se non ci arrivo prima della pausa pranzo, tutti i bambini lo verranno a
sapere e la cosa potrebbe ingigantirsi, sai come sono i bambini." Risi. "Scusami se
ti annoio."
"Figurati. Possiamo continuare il giro un'altra volta."

"Secondo te perch� si � chiusa in bagno?" mi chiese Franny in macchina.


"Probabilmente per sfuggire agli imbecilli che frequentano la sua scuola
d'imbecilli."
"Ma � terribile."
Odiavo la scuola di Ruby, che sembrava popolata da una percentuale elevatissima di
stronzi. Detestavo il vicepreside, che si definiva lo "zar di tutti i bulli". Lo
zar, capito? Aveva l'aspetto belloccio e minaccioso di un attore porno. Era ovvio
che c'era un unico motivo per cui gli avevano dato quel soprannome: era stato un
bullo a sua volta. Padroneggiava la retorica dell'antibullismo (inclusione,
ambiente sicuro, tolleranza zero), ma si capiva che in un certo senso dava la colpa
di tutto a Ruby. Sarebbe pi� facile per tutti se Ruby la piantasse di essere cos�
tanto bullizzabile.
"Anch'io ho avuto problemi coi bulli", disse Franny. "Ma quando sono andata alle
superiori hanno smesso."
"Come mai?"
"Sai com'�..." Ridacchi�. "Non per sembrare presuntuosa, ma sono diventata una gran
figa."
"Beata te."
"Ero contenta, questo � ovvio. Contenta di non vomitare pi� tutte le mattine prima
di andare a scuola. Ma sapevo che era sbagliato, e poi non avevo niente di cui
vantarmi. Quelli erano ancora i ragazzi terribili di prima e io ero ancora la
ragazza che avevano odiato. E a te � capitato?"
Frenai di colpo. Per poco non passavo uno stop senza fermarmi. Feci un cenno con la
mano alla donna che stava attraversando di corsa e le chiesi scusa. Lei mi fece il
dito. "S�, mi � capitato."
"Per� � difficile da credere. Sembri cos� forte. Sembri un muro, ma in senso
buono."
"Un buon muro. A tutti piacciono i muri."
"Intoccabile. Imperturbabile."
Risi. "Una volta, tanto tempo fa, mi facevo toccare e turbare fin troppo."
"E poi cos'� successo?"
"Sono cresciuta."

Bussai alla porta del bagno. "Ruby, sono la mamma."


La serratura si apr�. Le chiesi cosa fosse successo ed era una situazione cos�
stupida da non crederci. A ginnastica un compagno, "per scherzo", aveva passato la
mano sulle gambe delle bambine per stabilire chi si fosse rasata e chi no. Ruby non
si era rasata. Non che l'avesse mai fatto. Disse che era l'unica, ma mi sembr� poco
credibile. Avevano otto anni ed era pieno inverno, nel Maine. Per quanto mi
riguardava, non mi radevo le gambe da tre settimane. Da quando in qua le bambine di
otto anni si radevano?
"Perch� non mi hai detto che dovevo radermi?" mi chiese.
Mi sedetti sul pavimento del bagno. "Quando cominci, non puoi pi� smettere. Finch�
non ti radi, i peli sono morbidi e stanno gi� ma, quando cominci, diventano ispidi
e prudono. Pensavo che fosse meglio rimandare il pi� possibile. E poi che c'� di
male ad avere i peli sulle gambe? Chi se ne importa, se ci crescono?"
Mi guard� come se lei fosse molto vecchia e io fossi molto giovane. "Mamma", disse,
seria, "se vuoi che arrivi alla fine di quest'anno, devi tenermi informata sulle
cose giuste da fare. Non voglio attirare l'attenzione su di me."
"Mi spezzi il cuore."
"Non lo faccio apposta. Ma come strategia..." Mi guard�, per vedere se seguivo il
discorso.
"Strategia."
"� cos� che dobbiamo fare. Credo di essere una brava persona. Sono sveglia. Ma
queste ragazze... mi stanno addosso per ogni minima cosa. Con loro non si pu�
discutere."
"Ho capito."
Tornando verso casa ci fermammo al supermercato, a comprare dei rasoi.

Chiamai Franny per scusarmi se ero stata un po' brusca.


"Ma no, non c'� problema. Non so perch� sulla questione della sala da ballo sono
stata cos� irritante", mi disse.
"Franny, non sei irritante. E, anche se lo fossi, sei una sposa, quindi ti �
concesso."
"Ti far� piacere sapere che oggi pomeriggio sono passata al Lodge e ho dato
un'occhiata in giro. Il sole era basso e dalle finestre si vede il lago, che a
dicembre sar� tutto ghiacciato, quindi la vista sar� ancora pi� bella! E c'era un
profumo di cedro... Ho immaginato il pizzo e le orchidee e Wes col farfallino
scozzese, se riusciremo a convincerlo a metterlo scozzese, e ho pensato: Franny,
stupidina, Jane aveva proprio ragione. Sono cos� contenta che ti abbiamo scelto,
Jane."
"� bello sentirselo dire", risposi. Perch� quel giorno mi sembrava di non averne
fatta una giusta.
"In realt� sono contenta che tu mi abbia chiamato, perch� ho pensato una cosa. Hai
presente Steineman's?"
"Certo." Era un grande negozio di abiti da sposa a Manhattan. Era carissimo e un
po' stucchevole. Un parco divertimenti a tema matrimoniale, per turisti. Gli stessi
vestiti si trovavano in tutti i grandi magazzini di provincia che avessero un
reparto nuziale decente.
"Lo so che � stucchevole, ma ci sono sempre voluta andare e mi chiedevo se ci
verresti con me. Potresti portare anche Ruby. Anzi, dovresti. � la tua assistente.
Coprir� io tutte le spese. Ho dei soldi, me li ha lasciati mia madre."
Di norma non avrei acconsentito, per� il fatto era che sia io sia Ruby avevamo
bisogno di cambiare aria. "� una proposta gentile, ma non avrebbe pi� senso portare
la tua migliore amica?"
"Non ho una migliore amica", disse con una risatina, come per scusarsi. "Insomma,
nessuno che vorrei portarmi. Credo di avere qualche problema ad approfondire le
amicizie femminili."
"Forse � colpa del bullismo."
"Probabilmente." Fece un'altra risatina.
"E le damigelle?" Ne aveva quattro. "Potresti portarti loro."
"Tre sono le sorelle di Wes e l'altra � la sua migliore amica, che non mi sta molto
simpatica. Potrei portare mia zia, ma piangerebbe tutto il tempo. E comunque
preferisco un'opinione professionale."

Invece un'opinione professionale non le serviva affatto. In materia di abiti da


sposa, Franny era da ammirare per la sua decisione. Scelse il primo che si era
provata, cos� ci rimase il resto della giornata per visitare la citt�. Mi diede
quasi la sensazione di aver gi� scelto il vestito prima di andare in negozio.
Da l� ci dirigemmo a piedi al Metropolitan Museum of Art. La strada era lunga ma il
clima era mite, soprattutto in confronto al Maine. Ruby prese a braccetto me e
Franny, ma dovevamo continuamente metterci in fila indiana per lasciar passare la
gente.
Ruby disse: "Lo sapete che il novanta per cento degli uomini o delle persone - non
mi ricordo bene - non si sposta quando gli vai incontro per strada?"
"Chi te l'ha detto?" chiese Franny.
"Una mia amica, Mrs Morgan", rispose Ruby. "Io per� mi sposto sempre e ho notato
che anche tu e la mamma lo fate. Mi stavo domandando cosa succederebbe se non lo
facessi. E, se continuassi a camminare dritta per la mia strada, alla fine si
sposterebbero gli altri?"
"Ci provo. Non mi sposto!" Franny raddrizz� le spalle. Meno di un minuto dopo un
uomo in giacca e cravatta le venne incontro. Era a mezzo metro da lei, quando
Franny si spost� di scatto.
"L'hai schivato!" esclam� Ruby. Era piegata in due dal ridere.
"� vero", disse Franny. "Cacchio! Pensavo sul serio di farcela."
Ruby le disse: "Non essere triste, Franny. Forse � necessario che una certa
percentuale di persone si sposti, altrimenti nel mondo regnerebbe... Che parola
era, mamma?"
"L'anarchia."
"Regnerebbe l'anarchia", concluse Ruby. "Forse quelli che si spostano non lo fanno
per debolezza. Forse non gliene frega niente e basta."
Quando arrivammo al Met andammo dritte al tempio di Dendur, che per me era sempre
stato una delle cose pi� belle da vedere in citt�. Franny stava buttando un
centesimo nella fontana, quando una coppia di settantenni patinati mi ferm�. "Siamo
qui in vacanza, dalla Florida", disse la donna.
Si vedeva lontano un chilometro. Erano un autentico prodotto della Florida quanto
Disney World e i finti fenicotteri rosa nei giardini.
"Siamo venuti a trovare nostro figlio e sua moglie. Perch� vogliano vivere al
freddo, non lo capir� mai. Hanno un appartamento che � grande come una scatola di
fiammiferi", aggiunse l'uomo.
"Stavamo dicendo - spero di non offenderla - che lei somiglia tanto a quella
ragazza..." riprese la donna. "Quella che ha combinato quel guaio col membro del
Congresso. Come si chiamava?"
"Aviva Grossman", dissi. "Capisco benissimo cosa intende. Sono cresciuta in Florida
e mi capitava sempre di essere scambiata per lei. Ma, nel Maine, dove vivo adesso,
non la conosce nessuno, e poi � passato tanto tempo."
Scherzammo sull'ironia di somigliare alla discutibile protagonista di un vecchio
scandalo.
"Pi� la guardo, meno le somiglia", disse la donna.
"Certo, lei � molto pi� bella", aggiunse l'uomo. "Pi� snella."
Lei arricci� il naso. "Quel Levin si � comportato malissimo con quella ragazza."
"Ma al Congresso fa bene il suo lavoro. Devi ammetterlo", disse il marito.
"Non ammetto un bel niente. La ragazza non si � comportata bene, ma lui... Quello
che ha fatto �..." La moglie scosse la testa. "Una brutta cosa."
"La ragazza sapeva che era sposato, quindi ha avuto quello che si meritava", disse
il marito.
"Figuriamoci se non lo dicevi."
"Quella con cui era sposato, per�..." prosegu� il marito. "Un bell'elemento. Se le
appoggiavi un cubetto di ghiaccio sul culo, non si scioglieva."
"Chiss� che fine ha fatto la ragazza", disse lei.
"Borsette", disse il marito, autorevole.
"Borsette?" fece la moglie.
"Si � messa a produrre borsette", ribad� lui. "O sciarpe fatte a mano."
"Credo che quella fosse Monica Lewinsky", dissi io, e li salutai. "Buon viaggio."
Raggiunsi Ruby e Franny, che si erano sedute. "Chi � Aviva Grossman?" mi chiese
Ruby.

Quando tornammo in hotel, Wes ci aspettava nella hall. "Sorpresa!" disse, baciando
Franny sulla guancia.
"Oddio! Che ci fai qui?" esclam� Franny.
"Piacere di rivederti, Wes", dissi. "Lei � mia figlia, Ruby."
"Ruby. Gran bel nome", comment� Wes.
"Grazie", disse Ruby. "� tutta la vita che lo porto."
"Sul serio. Perch� sei venuto?" insistette Franny.
"Ho immaginato che ormai aveste finito di fare compere e ho pensato di portarti
fuori a cena." La baci� di nuovo.
"Hai preso un aereo solo per portarmi fuori a cena?"
"Certo. Mica vorrai divertirti solo tu?"
"Doveva essere un weekend tra ragazze", disse Franny.
"Sono sicuro che a Jane non dispiace", ribatt� Wes. E poi, a bassa voce: "Non mi
sembri contenta".
"Lo sono", disse lei. "Ma sono anche sorpresa."
"Io e Ruby ci troveremo qualcosa da fare. Mi ha fatto piacere, Wes." Gli strinsi la
mano e me ne andai con Ruby.
Prendemmo l'ascensore per tornare in camera. "Imbarazzante", disse Ruby, al nostro
piano.
"S�."
"Poteva trovare di meglio", disse Ruby. "Sembra una ragazza mediocre, ma � tanto
carina e gentile."

Franny aveva la stanza accanto alla nostra e quella sera li sentimmo litigare oltre
la parete. Sentimmo soprattutto lui. Doveva essere pi� vicino al muro o a qualche
tubatura, e in pi� aveva una voce tonante.
"Grazie per avermi fatto sentire una merda quando volevo farti una bella sorpresa",
le disse. "Ti ringrazio moltissimo. Giusto quello di cui avevo bisogno, FRANCES."
Lei rispose qualcosa che non capimmo.
"Sei pazza!" grid� lui. "Lo sai di esserlo? Intendo pazza sul serio."
...
"Lo sai cos'ha detto Audra? Ha detto che sono pazzo a sposarti, con la storia che
hai alle spalle. Io ho dei progetti per la mia vita e non comprendono una pazza."
...
"No, no, questo non lo accetto. Gliel'ho detto che eri solo una ragazzina, ma
secondo Audra..."
"NON ME NE FREGA NIENTE DI COSA PENSA AUDRA!" Finalmente Franny gridava abbastanza
forte da sentirsi oltre la parete.
"Vuoi sapere cos'altro pensa Audra? Che � assurdo portarsi a New York la wedding
planner, quando hai quattro damigelle che sarebbero state contentissime di
accompagnarti a scegliere il vestito."
"MI PIACE LA WEDDING PLANNER!"
"La conosci a malapena. E con questo vorresti dire che non ti piacciono le mie
sorelle?"
"NON LE CONOSCO NEMMENO!" E poi qualcosa che non capimmo.
Un attimo dopo, la porta sbatt�. Uno dei due se n'era andato.
"Wow", sussurr� Ruby.
Ma in realt� avevamo sentito di peggio, tutte e due. Nei mesi che precedono il
matrimonio, spesso le persone danno il peggio di s�. A volte, per�, il peggio � il
vero aspetto della persona ed � difficile dirlo, se non a cose fatte. "Normale
amministrazione", dissi.
"Le spose infelici sono tutte infelici a modo loro. Cosa intendeva quando ha
parlato della storia di Franny?" chiese Ruby.
"Non sono affari nostri."
"Potremmo chiederglielo. Scommetto che ce lo racconterebbe."
"Potremmo, senz'altro. E magari ce lo racconterebbe, ma comunque non sarebbero
affari nostri. L'unico passato che hai il diritto di conoscere � il tuo..."
"... e quello dei personaggi storici che devi studiare a scuola. Che noiosa che
sei. Cerco su Google." Ruby prese il suo telefono. "Frances... come si chiama di
cognome?"
"Lincoln."
"Troppo comune. � di Allison Springs o di un altro posto?"
"Ehi, Nancy Drew! Seriamente, non sono affari nostri. Comunque non � di Allison
Springs, non credo."
"Possiamo guardare su Facebook. Vedere che amici ha."
"Mi sembri una stalker o una terrorista."
"E va bene." Ruby mise in carica il cellulare. "Scommetto che ha avuto un disturbo
dell'alimentazione e l'hanno ricoverata in un ospedale psichiatrico."
"Non � una bella cosa da dire."
"Sto solo immaginando che cosa potrebbe essere. � secca come un chiodo."
"Sul serio? Non ci ho fatto caso." Ovviamente ci avevo fatto caso. Al negozio di
abiti da sposa, la commessa aveva dovuto usare un mucchio di graffette per farle
star su la taglia campione. Aveva le scapole affilate come coltelli. Quando la
abbracciavo e la baciavo, temevo di romperla. Ma poteva essere cos� di
costituzione, chiss�? Non ha senso tentare d'indovinare cosa succede dentro il
guscio di un altro essere umano. In ogni caso, volevo far pensare a mia figlia che
sua madre non desse importanza alle misure delle altre donne perch� volevo che non
lo facesse neppure lei. Ero convinta che una madre dovesse comportarsi come avrebbe
voluto che si comportasse sua figlia da adulta.
"Ma davvero non ci hai fatto caso?" disse Ruby.
"Davvero. Non m'interessa particolarmente il fisico delle altre donne."
"Hai le fette di salame sugli occhi", sospir� Ruby. "Ma chi � Nancy Drew?"

"Non pensare male di lui", mi disse Franny sull'aereo del ritorno. Ero seduta in
mezzo, Franny da una parte e Ruby dall'altra. Ruby aveva le cuffie e stava facendo
i compiti. "Sa essere molto gentile e ha tanto a cuore la collettivit�", prosegu�
Franny. "Per esempio, quando il canile di Allison Springs stava per chiudere, lui �
andato da tutti quelli cui ha venduto o fatto vendere una casa e ha raccolto
abbastanza soldi per tenerlo aperto. � la cosa che mi piace di lui. Ha un gran
senso civico e si d� da fare."
"� un tipo a posto", dissi. "Organizzare un matrimonio � stressante."
"Mmm. Per� non ti piace."
"Mi piace quanto basta. Non sono io che sto per sposarlo."
"Okay, ma lo sposeresti?"
"No, non � il mio tipo."
"Intendo: lo sposeresti, se fossi in me?"
La verit� � che non l'avrei sposato, ma Franny non era mia figlia e nemmeno mia
amica. Mi stava simpatica, ma era una mia cliente. "Dovrei tirare a indovinare,
perch� non so com'� essere te. Non posso risponderti." E poi: "Gli vuoi bene?"
"Voglio bene a te", disse Franny.
"Non credo proprio."
"Il sole picchia. Ho paura di scottarmi. Ci si pu� scottare attraverso il vetro?"
Abbass� la tendina. "Voglio dire che ti voglio bene come amica. Mi piace la tua
sincerit�."

10

La sera prima del matrimonio di Franny sognai di nuovo Aviva Grossman. Era ancora
giovane, diciamo vent'anni, e io ero la sua wedding planner. "Se mi stiro i capelli
mi sentir� una bugiarda", diceva.
"Devi fare quello che ti fa sentire pi� a tuo agio", replicavo io.
"Ad Aaron non piaccio coi capelli ricci."
"Qualunque cosa decidi, andr� bene."
"� quello che si dice quando non si sta ascoltando o non si vuole prendersi
responsabilit�. Mi aiuti a chiudere la cerniera?" Si girava e vedevo un'ampia
distesa di pelle tra le due parti dell'abito. "Cosa c'�? Non sar� mica troppo
stretto?"
"Aspetta." Strattonavo i due lembi con tutta la mia forza e, in qualche modo, le
tiravo su la cerniera. "Riesci a sederti? A respirare?"
"E chi ha bisogno di respirare?" Si sedeva con molta lentezza.
Sentivo lo scricchiolio delle stecche e mi preparavo per lo strappo che senz'altro
sarebbe seguito.
Mi sorrideva. "Solo le ragazze vere respirano. Non avrei mai pensato che saresti
diventata una wedding planner, proprio tu."
Mi svegliai tutta sudata. Controllai le previsioni del tempo sul telefono:
sessantasei per cento di probabilit� di nevischio.
Invece non nevic�. Il tempo era freddo e limpido. Le strade non erano ghiacciate.
Nessun volo in ritardo. Tutti quelli che avevano accettato l'invito si
presentarono. Ma, per tutto il giorno, sebbene il meteo avesse benedetto
quell'unione, mi portai dietro il ricordo del sogno misto a un senso
d'inquietudine.
Le sorelle di Wes erano abbastanza simpatiche, ma incredibilmente unite da quel
genere d'intimit� che escludeva tutti gli altri. Audra, la disprezzata migliore
amica di Wes, si rivel� un tipo piuttosto aggressivo, ma a me - e probabilmente a
tutti gli altri - sembrava ovvio che era innamorata di lui. Per lei la giornata era
una tragedia, quindi fui tollerante e cercai di trattarla con tutta la gentilezza
possibile. Sapevo cosa voleva dire essere innamorata di qualcuno che non ricambia.
Dopo aver disposto i centrotavola, Schiele venne da me per fare il punto della
situazione. "Tutte le orchidee presenti all'appello, signora. Desidera vederle
prima che me ne vada?"
Lo seguii nel salone. Le orchidee mi fecero uno strano effetto: i fiori erano
solitari e inquietanti, quasi extraterrestri, mentre vasi e radici sembravano goffi
e fuori luogo. Ma andava bene cos�. Nessuno voleva che il suo matrimonio
somigliasse a quello di tutti gli altri e le orchidee si addicevano a Franny, a
quanto ne sapevo di lei.
"Che te ne pare?" chiese Schiele, orgoglioso.
"Hai fatto un bel lavoro."
"Magari tutte le spose mi chiedessero le orchidee. Per me � molto pi� divertente.
Credo che sia il miglior matrimonio che abbia mai fatto." Tir� fuori il telefono e
si mise a scattare foto. "Mi manderesti qualche scatto del fotografo, appena ce li
hai? Secondo te a Franny scoccerebbe?"
"Penso che le farebbe molto piacere."
"Franny � una donna speciale."
"S�."
"Cosa c'�? Non sei d'accordo?"
"Ho detto di s�."
"Ma c'era qualcosa nel tuo tono..."
A me non era sembrato di avere un tono particolare, ma mi guardai attorno per
verificare che fossimo soli. "Non si tratta di Franny in particolare. � pi� una
cosa che ho pensato, negli anni. Questi particolari - i fiori, l'abito, la sala -
sembrano tutti tanto importanti. E il mio lavoro � far credere alle persone che lo
siano. Ma alla fin fine, a prescindere da quello che scelgono, sono sempre fiori,
un abito e una sala."
"Ma che fiori! Che sala!"
"Certe volte mi sembra che il ricevimento sia un cavallo di Troia. Il sogno che
spaccio per distrarre gli sposi dalla realt� del matrimonio. Scelgono queste cose
per distinguersi dagli altri. Le scelgono per sentirsi meno banali. Ma esiste
qualcosa di pi� banale che scegliere di sposarsi?"
"Sei una persona terribile!"
"Pu� essere."
"Caspita, sei di umore nero."
"Credo che siano le orchidee a mettermi malinconia."

Non avevo visto Franny tanto quanto nei primi mesi dell'organizzazione del
matrimonio. Non c'era pi� molto da dire - era gi� stato deciso quasi tutto - e
quello che dovevamo dirci ce lo dicevamo per messaggio o per email.
"Non sono sicura dei capelli", disse Franny appena prima della cerimonia. "Mi
sembrano troppo attorcigliati e il parrucchiere me li ha tirati cos� tanto che ho
paura che mi venga un colpo." L'acconciatura consisteva in due spesse trecce
arrotolate in una corona attorno alla testa. Voleva un look rilassato da ragazza
che va a un concerto all'aperto, invece le trecce sembravano due serpenti che se la
stavano ingoiando.
"Scioglili", le dissi.
"Dici?"
"� elegante e rustico. � il bello dello stile che hai scelto. Puoi fare quello che
vuoi."
Si sciolse i capelli. "Cosa avrei fatto senza di te?"
"Avresti preso qualcun altro. Magari qualcuno di Portland."
"Speravo che non ci avessi fatto caso. Wes � stato proprio antipatico, la prima
volta che siamo venuti da te. Vuole piacere alla gente. Cos� pensava di fare bella
figura."
"Diciamo che ha fatto una figura..."
Lei rise ma poi si copr� la bocca con la mano. "Oddio. Dato che lo sto sposando,
probabilmente pensi che anch'io sia una persona orribile. Ti starai domandando come
faccio ad amare un uomo cos�. Certe volte me lo domando anch'io."
"No, tu mi piaci." Chiusi la custodia del suo abito e misi scarpe e vestiti nel suo
borsone.
"No, non disturbarti."
"Lo faccio volentieri, � il mio lavoro."
"Allora va bene. Grazie, Jane. Ti sarai stancata di sentirmelo ripetere ma
sinceramente non so cosa farei senza di te. Mia mamma..." Gli occhi di Franny si
riempirono di lacrime, ma non volevo che piangesse perch� la makeup artist se n'era
gi� andata.
Le diedi un fazzolettino. "Tampona senza strofinare. Fai un bel respiro."
Tampon� e respir�.
"Ho letto un articolo su una donna, in California. Fingeva di essere una delle
damigelle per svaligiare le stanze dove gli invitati lasciavano le cose durante la
cerimonia. Se non sbaglio, ha rubato a una cinquantina di matrimoni."
"E alla fine l'hanno presa?"
"Alla fine s�, ma c'� voluto del tempo. � un delitto perfetto, se ci pensi. Ai
matrimoni sono tutti distratti."
"Tutti tranne te."
"E met� degli invitati non si conosce."
"Adesso stai cercando di distrarre me", disse Franny.
"Senti, non ti considero minimamente una persona orribile, e poi sappi che la gente
si sposa per le ragioni pi� disparate e l'amore � solo una delle tante. Oltretutto,
ti sembrer� cinica, ma dopo aver fatto all'incirca duecento matrimoni non sono
nemmeno sicura che l'amore sia il motivo migliore per sposarsi."
"Oh, Jane, � l'unico motivo!"
"Va bene."
"E se mi fossi sbagliata, su Wes? Mi sembra cos� definitivo."
"Ma non lo �. Se viene fuori che � stato uno sbaglio, non verrai lapidata a morte.
Non ti cuciranno una D scarlatta sul petto. Siamo nel XXI secolo. Chiamerai un
avvocato e ne uscirai esattamente com'eri prima, pi� o meno, e cambierai di nuovo
cognome e cambierai citt�, e ricomincerai da capo."
Lei rise di nuovo. "Lo fai sembrare cos� semplice. E se avremo dei bambini?"
"Quello complicherebbe le cose, in effetti."
"A volte mi chiedo come ho fatto ad arrivare a questo punto."
"Senti, se davvero pensi che sia un errore, vado in sala e dico a tutti quanti di
andarsene a casa."

11

Wes pass� a saldare il conto al ritorno dalla luna di miele. "Voleva venirci
Franny, ma le ho detto che era una sciocchezza, dato che il mio ufficio � a
centocinquanta metri."
Presi l'assegno e lo appoggiai sulla scrivania. "Solo centocinquanta?" La natura
del mio lavoro mi porta a lasciar correre, sulle questioni di nessuna importanza,
ma c'era qualcosa in Wes che mi faceva venir voglia di contraddirlo. Oltre ad
abbronzarlo, il viaggio di nozze l'aveva reso pi� tronfio che mai e sembrava
aspettarsi un ringraziamento per avermi pagato il dovuto.
"Sar� neanche un chilometro", si corresse.
"Per� � ben pi� di centocinquanta metri."
"Come vuoi, Jane", mi concesse, magnanimo. "Franny ha preso questo per Ruby."
Appoggi� sulla scrivania una boule de neige. Dentro c'erano solo l'acqua e alcuni
oggettini di plastica: un cilindro, una carota e tre pezzetti di carbone. "� un
pupazzo di neve in Florida", disse.
"Che carino."
"Grazie di tutto. � stato un bel matrimonio e so che la tua amicizia ha significato
molto per Franny."
"Anche per me � stato divertente."
Fece per andarsene. Poi si volt� di nuovo verso di me. "Perch� non ti piaccio?"
"Guarda che mi piaci."
"Secondo me no. Audra ti ha sentito parlare con Franny. Mi ha detto che l'hai quasi
convinta a non sposarmi."
"Secondo me Audra � innamorata di te. Ha sentito un pezzo del nostro discorso e sta
cercando di crearvi problemi. Perch� non � andata cos�."
Wes annu�. "� perch� ti ricordo lui?"
"'Lui' chi?"
"Puoi fare la finta tonta, se vuoi, ma ho fatto le mie ricerche prima
d'ingaggiarti. Volevo solo assicurarmi che non avessi dei precedenti. Tecnicamente,
non ne hai. Ma so chi sei. Conosco il tuo vero nome."
In quella entr� Ruby. "Buongiorno, Mr West", disse.
"Ehi, Ruby! Che bello vederti." Le sorrise e le strinse la mano.
"Stavo accompagnando fuori Wes", dissi io.
"Mi saluti Franny", disse Ruby.
"Sar� fatto", replic� lui, e lo accompagnai alla porta. Quando fu sulla soglia,
abbass� la voce. "Non devi preoccuparti, Jane. Non lo dir� a nessuno. Nemmeno a mia
moglie. Non vedo perch� debba saperlo e, comunque, il passato � passato."
Il passato non � mai passato. Solo i cretini lo pensano. Uscii dal negozio e mi
chiusi la porta alle spalle. "Non so cosa pensi di sapere, ma ti assicuro che non
ne sai niente."
"Eddai. Ci sono le foto..."
"Se anche fosse vero, che cosa ci guadagni?"
"Non ti sto minacciando, Jane. Immagino, comunque, che non sarebbe un'ottima
pubblicit� per la tua attivit�, se si sapesse che sei stata protagonista di uno
scandalo sessuale."
"Interessante. Interessante che tu veda le cose in questo modo. Forse sei troppo
giovane per ricordartene - nemmeno io ero ancora nata - ma nel 1962 Robert
McNamara, il segretario della Difesa di Kennedy, ha fatto un discorso in cui ha
esposto il concetto della distruzione mutua assicurata. Lo conosci?"
"Certo. � l'idea che, finch� hai pi� bombe dell'altro, non ci sono problemi."
"Mi sembra una semplificazione eccessiva. Ma � un bene che tu conosca il concetto,
dato che hai intenzione di entrare in politica."
"Dove vuoi arrivare?"
"Tu pensi di sapere qualcosa su di me. Ma io sono certa di quello che so di te. So
di Franny. Del suo passato."
"Non pu� avertelo raccontato." Mi fiss�, poi svi� lo sguardo.
"Se dovessi candidarti per qualche carica pubblica in una cittadina piccola come
questa, forse alla gente non piacer� che la moglie del futuro non-so-cosa di
Allison Springs abbia..."
"Stai zitta."
"Ma, se vai in giro a raccontare chi pensi che io sia, cosa me ne verrebbe? Magari
qualcuno si scandalizzerebbe? Magari no? Io sono una privata cittadina e non ho
bisogno del voto di nessuno. Posso sempre trasferirmi e organizzare matrimoni da
qualche altra parte." Alzai le spalle.
"Sei una troia."
"Forse. Adesso ti dico cosa penso che tu abbia visto. E il motivo per cui l'hai
visto � che � la verit�. Aviva Grossman era la mia compagna di stanza
all'universit� di Miami. Una volta eravamo molto unite ma non la vedo e non la
sento da anni. Ti dir�, Wes, che ogni tanto la sogno. � un po' imbarazzante. Ma pi�
imbarazzante � che tu abbia commesso un errore cos� grossolano. Non te ne faccio
una colpa, comunque. Quando paghi un controllo online quarantanove dollari, cosa ti
vuoi aspettare? Che tu non sia riuscito ad andare a fondo della tua ricerca �
comprensibile. Sei una persona impegnata e ti assicuro che non te ne voglio. Tutti
sbagliano. Non lo considero una debolezza morale."
"Grazie."
"Lo vedi che mi piaci?" Gli porsi la mano. "Stringimi la mano", gli ordinai, e lui
ubbid�. "Mi ha fatto piacere lavorare con te. Teniamoci in contatto."
Guardai quella serpe allontanarsi. Non si mise a correre, ma camminava rapido,
ansioso di mettere una certa distanza tra noi. Pensai: Wes West, non somigli
neanche lontanamente ad Aaron Levin.
Comunque, forse mi sbaglio. Difficile dire cosa penserei di Levin se lo incontrassi
oggi. Magari mi sembrerebbe come Wes West, erano tutti e due arroganti e ambiziosi.
In Levin queste caratteristiche erano alleggerite dall'intelligenza e da un'empatia
intensa e quasi dolorosa per gli altri esseri umani. Eppure bisogna dire... Forse,
nonostante tutto, penso a Levin con indulgenza perch� l'ho conosciuto quand'ero
facilmente suggestionabile, perch� l'ho conosciuto quand'ero giovane.

12

A maggio, appena prima che Ruby compisse dieci anni, mi capit� di vedere Wes che
usciva dall'ufficio. Stava andando verso Market Square e io nella direzione
opposta, verso il negozio di Schiele, per incontrare una coppia di sposi, Edward
Reed e Eduardo Ontiveros, che si facevano chiamare Reed e Eddie. Reed era un
architetto del paesaggio, quindi i fiori di quel matrimonio sarebbero stati roba
seria; voleva delle "architetture topiarie", come le chiamava lui, e Schiele
sarebbe stato all'altezza della richiesta. Eddie insegnava nella scuola di Franny,
quindi la coppia era stata invitata al matrimonio invernale di Miss Lincoln e Mr
West, e il mio lavoro gli era piaciuto. Credo di essermi conquistata la loro
simpatia anche perch� non mi ero scomposta scoprendo che avevano lo stesso nome, in
due lingue diverse. "Ci danno il tormento per questa cosa. S�, abbiamo lo stesso
nome", mi aveva detto Eddie quando stavamo discutendo delle partecipazioni. "Siamo
due uomini e ci chiamiamo nello stesso modo. Capita. Non � che sia tanto
straordinario o ridicolo." Il matrimonio era fissato per agosto. Il tema era una
fiesta WASP.
Per inciso, il Maine aveva legalizzato le unioni tra persone dello stesso sesso il
dicembre precedente e c'erano i primi segnali di un raddoppio, almeno, del mio giro
d'affari. Stavo addirittura pensando di prendere qualche dipendente.
Ma torniamo a Wes, che parlava al cellulare gesticolando in modo eclatante, come se
recitasse o se al mondo non esistesse che lui. O meglio, noi altri esistevamo, ma
eravamo solo il pubblico che assisteva alla sua telefonata, al suo incredibile
acume di agente immobiliare o simili. Veniva dritto verso di me e io andavo dritto
verso di lui. Non mi aveva visto, evidentemente ma, se anche mi avesse visto, non
si sarebbe spostato. Non aveva ceduto il passo al dogsitter con una matassa di
guinzagli. Non l'aveva ceduto alla donna con la carrozzina e il bimbo piccolo. E
nemmeno all'anziano che usciva dall'ufficio postale. Non aveva ceduto il passo ai
due fidanzatini che si tenevano a braccetto. Perch� avrebbe dovuto cederlo a me?
Quel pomeriggio mi sentivo spavalda, cos� decisi di mettere alla prova l'ipotesi di
Ruby. Cosa succede se qualcuno viene verso di te e tu non ti sposti? Era una
giornata mite, le strade avevano fatto il favore di non essere ghiacciate, quindi
continuai a camminare dondolando le braccia. Procedetti dritto verso di lui finch�
non rischiammo di scontrarci.
Ormai eravamo faccia a faccia, ma io non mollai.
E lui si spost�.

III

Tredici,
ovvero qualche fatto interessante
sul Maine
RUBY

A: Fatima shes_all_fatima@yahoo.com.id Da: Ruby Young_Ruby_M@allisonspringsms.edu


Data: 8 settembre Oggetto: la tua amica di penna americana, Friends Around the
World Pen Pal Program

Cara Fatima,
lascia che mi presenti! Mi chiamo Ruby Miranda Young. Ho tredici anni e faccio la
terza alla Allison Springs Middle School, che si trova nel favoloso Stato del
Maine, il Pine Tree State. Mangiate l'astice in Indonesia? Un simpatico aneddoto
sul Maine � che la maggior parte degli astici degli Stati Uniti viene da...
indovinato! Dal Maine. A me piace l'astice, ma non ne vado matta. Secondo mia mamma
� perch� ormai � diventato blas�. Blas� significa che una cosa ti lascia
indifferente perch� la dai per scontata. Mia mamma dice pure che se usi una parola
nuova per tre volte nella stessa frase te la ricorderai:

1. La parola blas� per me non � blas�.


2. Nemmeno avere un'amica di penna indonesiana � blas�.
3. � blas� pranzare in mensa da soli. Ho cominciato la terza da una settimana ed �
gi� blas�.
4. BONUS: mia mamma trova che l'astice sia tutto il contrario di blas�.
Ci sono molti modi per cucinare l'astice. A me piace come zuppa e anche nel lobster
roll. (Il lobster roll � un panino.) La mia insegnante di scienze sociali e cultura
internazionale � la professoressa Reacher ed � lei che ha iscritto la classe al
Friends Around the World Pen Pal Program. Lei lo chiama FAW-PIII-PIII. Io non
sopporto la gente che usa gli acronimi. � una mia pet peeve. Sono le cose che non
puoi soffrire. Tra le altre cose che non posso soffrire ci sono la mensa e gli
account fake di Instagram e la gente che non conferma all'RSVP. Dunque il peggio
del peggio sarebbe una persona che non conferma all'RSVP e poi dice: "Scusa, mi
sono dimenticata dell'ERRE-ESSE-VIPP�". Se avessi un pet, lo chiamerei Peeve e
potrei dire: "Questo � il mio pet, Peeve". Ma non posso tenere n� un cane n� un
gatto, perch� sono allergica a tutti e due e probabilmente ad altri animali pelosi.
Leoni e cammelli, tanto per dire, non ne ho mai incontrati. Sono allergica anche
alle fragole, al formaggio di capra e ai pinoli. Ma non sono allergica alle
arachidi, per fortuna, perch� il burro di arachidi biologico � il mio cibo
preferito. Potrei mangiarlo tutti i giorni e non diventerebbe mai blas�. Usate gli
acronimi in Indonesia? La cosa interessante � che fino all'anno scorso la
professoressa Reacher era un uomo. In Indonesia avete i transgender? Non so molto
dell'Indonesia, quindi � un'ottima cosa che siamo amiche di penna!
Ho cercato su Google il tuo nome. Lo sapevi che Fatima in arabo significa
"affascinante" o "lucente"? � molto interessante. Il mio nome, Ruby, significa
"rubino", e i rubini sono lucenti, dunque siamo GEMELLE SIGNIFICATIVE! (Me lo sono
inventato io.) Come mai ti chiami Fatima? Ah, gi�, i tuoi ti hanno chiamato cos�...
Immagina che mi sto dando una manata sulla fronte. Cio�, comunque, perch� hanno
scelto proprio quel nome? E hai anche un secondo nome?
Ho cercato anche delle immagini dell'Indonesia. Vai spesso in spiaggia? Una cosa
che devi sapere di me � che cerco tutto su Google. Mia mamma dice che diventerei
campionessa olimpica di ricerca su Google.
Secondo le istruzioni, le nostre email dovrebbero contenere circa 250 parole e io
ne ho scritte pi� di 500! Per favore, rispondimi presto.
La tua amica di penna,
RUBY

P.S. So che � strano e forse ti sembrer� una violazione della privacy, ma ho dovuto
far leggere la mail alla professoressa Reacher, prima d'inviartela, perch� sono
compiti. Spero che non la prenderai come una cosa personale, perch� mi piacerebbe
molto avere un'amica di penna anche se non fosse un compito a casa. Comunque,
secondo la prof la mia lettera era buona, ma non avrei dovuto parlarti cos� tanto
dell'astice, considerato che non � una mia "passione particolare". Ha detto che
quella parte dava l'impressione che volessi "gonfiare" la mail, cio� aggiungere
parole per far tornare il conteggio. Ma non � vero. La mia idea era d'imparare
qualcosa delle nostre rispettive culture e l'astice � davvero una cosa grossa nel
Maine. Comunque scusa se la parte sull'astice era super blas�.
P.P.S. La professoressa Reacher mi ha chiesto anche di spiegarti che lei � sempre
stata donna, dentro, e che solo esteriormente si presentava come un uomo.
"Esteriormente" vuol dire al di fuori, a vederla. (Almeno credo.)

A: Fatima shes_all_fatima@yahoo.com.id Da: Ruby Young_Ruby_M@allisonspringsms.edu


Data: 15 settembre Oggetto: Re: la tua amica di penna americana, Friends Around the
World Pen Pal Program

Cara Fatima,
la tua email � stata Molto, Molto, Molto, Molto, Estremamente Interessante e Niente
Affatto Per Niente Blas� e il tuo Inglese � Ottimo anche se sostieni di no. Sono
CONTENTISSIMA che tu abbia aderito al FAW-PIII-PIII per ampliare il tuo lessico,
perch� il lessico � la mia raison d'�tre. Raison d'�tre significa "il motivo per
cui esisti". L'altra � l'ossigeno, ah ah ah. Qual � la tua raison d'�tre? Non
sapevo che i musulmani non mangiassero l'astice e che potete mangiare solo i pesci
con le scaglie! Trovo interessante che tu sia musulmana, perch� non conosco nessun
altro musulmano ed � interessante che tu lo sia perch� nella mia classe nessun
altro ha un amico di penna musulmano. Comunque, scusami se ti ho messo in imbarazzo
parlando in lungo e in largo di crostacei, e tu nemmeno puoi mangiarli... Mano in
faccia e scuoto la testa.
Leggendo la tua lettera ho dovuto cercare su Google una marea di cose. Porti
l'hijab? Ma allora come fai se hai caldo alla testa e non sei a casa tua? La
temperatura media in Indonesia � di 28�, ma senz'altro lo sai gi�.
La professoressa Reacher dice che le nostre email dovrebbero "trovare un equilibrio
tra raccontare di s� e porre domande all'altro". Dice che gli amici di penna
"imparano e insegnano al contempo".
Una cosa interessante di me � che mia mamma � un'organizzatrice di eventi. Non le
piace che la chiamino wedding planner, anche se si occupa soprattutto di matrimoni.
Quando non sono a scuola, le faccio da assistente. Secondo lei sono "fidata" e
"forte, per la mia et�". Ho parecchie responsabilit�: Assicurarmi che tutti siano
al loro posto quando arriva il momento in cui gli sposi pronunciano le promesse.
Gli sposi spariscono pi� spesso di quanto pensi. Tengo d'occhio anche gli anelli e
gli invitati.
Firmo per conto di mia mamma quando arrivano le consegne.
Rispondo al telefono in ufficio. Faccio una voce prooooofonda e nessuno capisce che
ho tredici anni.
Passo a ritirare dal fiorista, che � tre porte pi� in gi�, le cose piccole, come le
bottoniere. Le bottoniere sono quei fiori che gli uomini si appuntano all'occhiello
per non sentirsi esclusi.
Faccio ricerche online e di altro tipo per conto di mia mamma. Una volta c'era
stato bisogno di scoprire se si riusciva a trovare un furgoncino dei gelati per un
matrimonio a dicembre, anche se alla fine poi non se n'� fatto nulla. Comunque,
casomai te ne servisse uno, sappi che si trova un furgoncino dei gelati a dicembre,
nel Maine. (Non vedo come potrebbe mai servirti, dato che vivi in Indonesia!) Metto
i segnaposto sui tavoli. � molto importante essere precisi nello svolgimento di
questo incarico. La gente si arrabbia parecchio se si trova seduta nel posto
"sbagliato". A volte, comunque, si arrabbia anche quando si trova nel posto giusto.
Eccetera. (Eccetera viene dal latino e significa "e altre cose".) Mia mamma mi paga
e finora ho risparmiato 3.998,93 dollari. Mi hanno anche dato una American Express
"business". Sopra c'� scritto RUBY MIRANDA YOUNG e sotto EVENTS BY JANE, che � il
nome della societ� di mia mamma. La carta andrebbe usata solo "per lavoro". Mi
piace passarci sopra il pollice e fingere di saper leggere il Braille. Aneddoto su
di me: sono l'unica tredicenne che conosco in possesso di una carta di credito.
Un'altra cosa interessante � che mia mamma si � candidata a sindaco di Allison
Springs.
La tua gemella significativa,
RUBY

P.S. La professoressa Reacher dice che non legger� pi� la nostra corrispondenza,
controller� solo che ci teniamo in contatto. Spero che ti far� sentire pi� a tuo
agio.

A: Fatima shes_all_fatima@yahoo.com.id Da: Ruby Young_Ruby_M@allisonspringsms.edu


Data: 22 settembre Oggetto: Re: Re: la tua amica di penna americana, Friends Around
the World Pen Pal Program

Cara Fatima,
ciao!
� interessante che tu e tua sorella v'interessiate di politica! � una tragedia che
in Indonesia ci siano delle quote per stabilire quante donne possono candidarsi al
parlamento. (Non sapevo nulla della politica indonesiana, ma ho cercato su Google.)
Tra parentesi, quanti anni hai? Fai le superiori? Io non ho molti amici della mia
et�. Quelli della mia et� sono quasi tutti un po' blas�.
Ecco le risposte alle tue domande.

1. S�, negli Stati Uniti ci sono sindaci donna, ma ad Allison Springs non ha mai
governato una donna, quindi se mia mamma vince sar� la prima "sindachessa", ed �
una cosa fantastica. Mrs Morgan, un'"amica" di mia mamma, dice che Allison Springs
� "vergognosamente patriarcale". Patriarcale significa che gli uomini controllano
tutto. Per� mia mamma dice che lei si candida a sindaco, non a primo sindaco donna.
2. No, non direi che � normale per gli organizzatori di eventi diventare sindaco,
n� negli Stati Uniti n� nel Maine, ma non ho cifre "precise". Ti far� sapere.
3. Mia mamma ha finito per candidarsi perch� tutti, ad Allison Springs, la
considerano la loro migliore amica, anche se la sua migliore amica sono io. Secondo
mia mamma, il motivo per cui tutti la considerano la loro migliore amica � che i
matrimoni e gli eventi danno al cliente un'illusione d'intimit�. Significa che
"mettono da parte le loro inibizioni". Cio� parlano, bevono e si abbracciano
troppo.
4. Una di quelle che pensano di essere migliori amiche di mia mamma � Mrs Morgan.
Mia mamma dice che Mrs Morgan non � la sua migliore amica, ma � senz'altro la sua
"miglior cliente" e il mio "fondo universitario". Mrs Morgan fa vita di societ�.
Cio� � una ricca, anziana signora che beve vino e organizza feste a scopo benefico
e s'immischia negli affari altrui. � anche la proprietaria dell'Allison Springs
Cryer, il nostro giornale locale. Secondo mia mamma sta diventando sempre pi�
simile a una newsletter. A me Mrs Morgan piace TANTO. Ha un vocabolario colorito e
un guardaroba colorato.
5. Mrs Morgan ha organizzato una festa di beneficenza per il cancro al seno
maschile, di cui � morto suo marito l'anno scorso. Dopo la festa Mrs Morgan ha
messo da parte le sue inibizioni e abbiamo dovuto portarla a casa col nostro SUV.
Mia mamma le ha tolto le scarpe e l'ha messa a letto. Secondo mia mamma Mrs Morgan
ha la sbornia loquace. Significa che non si limita a svenire come i normali
ubriachi.
SCENA TRA MIA MAMMA E MRS MORGAN

Mrs Morgan: Sei senz'altro la miglior organizzatrice di eventi che abbia mai
ingaggiato, ma per te sono un peso. Sto pensando di smettere di farti lavorare, in
modo che tu possa dedicarti a qualcosa di meglio. Dovresti scrivere un libro, avere
uno show come Martha Stewart. Jane, dimmi la verit�, quand'eri giovane volevi fare
questo lavoro?
Mamma: Mi piace il mio lavoro. � molto vario. E mi piace lavorare con persone come
lei. � un privilegio che tante persone mi accolgano nella loro vita nei giorni che
per loro sono i pi� importanti.
Mrs Morgan: Sei una brava ragazza, Jane. Scusa. Non dovrei darti della ragazza,
alla tua et�, ma non prenderla come un'offesa. Sei una brava donna. Una donna come
si deve! La figlia che avrei voluto!
Mamma: Grazie.
Mrs Morgan: Dimmi solo una cosa che avresti voluto fare prima di diventare
un'organizzatrice di eventi. Non racconti mai niente di te, preferisci che sia io a
spifferare tutti i miei segreti. Dimmi che cosa hai studiato.
Mamma: Letteratura spagnola e Scienze politiche.
Mrs Morgan: Scienze politiche? Volevi intraprendere la carriera politica?
Mamma: S�. Ma ho scoperto che per organizzare eventi servono molte delle abilit�
che avrei usato anche in politica: lavorare dietro le quinte, predisporre le cose,
piegare le persone alla tua volont�. Ma questo gliel'ho gi� raccontato.
Mrs Morgan: Allora lascia fare a me, Jane Young!

E... COLPO DI SCENA!


Un paio di mesi dopo, il sindaco ha annunciato che si dimetteva. Sua moglie ha un
tumore all'ano, e non c'� niente da ridere, quindi lui deve prendersene cura e non
pu� pi� fare il sindaco. Mrs Morgan ha detto a mia mamma che, se voleva candidarsi,
lei l'avrebbe sostenuta, intendendo che le avrebbe dato dei soldi per la sua
campagna. Le ha detto pure che avrebbe organizzato un "evento di beneficenza per il
cancro all'ano".
Mia mamma mi ha chiesto se a me stava bene che si candidasse a sindaco e io le ho
detto: "Se mi sta bene? Sarebbe SUPERFANTASTICO!"
Poi mia mamma ha detto che quando si scende in politica a volte saltano fuori "cose
brutte e false", quindi dovevo essere preparata a sentir dire "cose brutte e false"
su di lei. Bisognava A ignorarle e B non lasciare che mi ferissero. Le ho fatto
notare che mettendo in pratica A non ci sarebbe stato bisogno di preoccuparsi per
B. Lei ha detto: "Ruby, dico sul serio". Ma io le ho detto: "Mamma, ho le spalle
larghe". Ce le ho. Non so se te ne ho parlato, ma a scuola non sono molto
"benvoluta". Significa che a pranzo nessuno vuole sedersi vicino a me.
Comunque � cos� che mia mamma ha deciso di candidarsi a sindaco. Finora non ho
sentito "cose brutte e false" su di lei, ma manca ancora un mese e mezzo alle
ELEZIONI!
L'avversario di mia mamma si chiama Wes West e lei gli ha organizzato il
matrimonio. Non ho molto da dire su di lui.
Una cosa che posso dire, per�, � che � stato lui a non volere il furgoncino dei
gelati. Chi non vorrebbe un furgoncino dei gelati al suo matrimonio?
La tua gemella significativa,
RUBY

A: Fatima shes_all_fatima@yahoo.com.id Da: Ruby Young_Ruby_M@allisonspringsms.edu


Data: 29 settembre Oggetto: Re: Re: Re: la tua amica di penna americana, Friends
Around the World Pen Pal Program

Cara Fatima,
evviva! Mia mamma ha detto che � POSSIBILISSIMO parlare su Skype alla tua classe
della Indonesian Women's Business and Leadership Academy! Al momento la sua agenda
� fitta, perch� le elezioni si avvicinano, ma se si tratta di un'ora non dovrebbero
esserci problemi. Sar� IN-CRE-DI-BI-LE vedersi, finalmente! Puoi mandarmi una foto,
per capire chi sei? IN-CRE-DI-BI-LE � il mio modo preferito di scrivere questa
parola.
� interessante che le "madri single" abbiano difficolt� a farsi eleggere in
Indonesia! L'ho detto a Mrs Morgan e lei ha detto che vengono "etichettate come
zoccole". Le ho chiesto cosa intendesse e mi ha detto che, "quando una donna �
troppo libera, alla gente sta sul ca**o". Sembra che la campagna elettorale di mia
mamma non risenta troppo del fatto che � una madre single, ma forse � perch� (1)
tutti la conoscono e (2) mio padre � morto. Per me non � una tragedia. Non mi
ricordo di lui e mia mamma non parla volentieri del passato, credo che la renda
triste. Quindi non so molto di lui. Sono curiosa, in effetti, ma non voglio
intristirla.
In un certo senso, mi sta bene non avere un padre perch� mi piace avere la mamma
tutta per me. E poi Mrs Morgan dice che sono "pi� indipendente" e ho un "carattere
pi� forte" perch� non sono stata "influenzata dal patriarcato". Mrs Morgan parla
sempre del patriarcato. � molto contraria al patriarcato.
Sto aiutando mia mamma a prepararsi al dibattito con Wesley West. Le leggo le
domande sul telefono. Domande tipo:

1. Come spenderebbe un eventuale surplus del bilancio comunale?


2. Qual �, secondo lei, il problema pi� grave che la nostra citt� si trova ad
affrontare e come lo affronterebbe?
3. Come proteggerebbe i nostri confini per tenere lontani i terroristi da Allison
Springs?
4. Cittadine come Allison Springs sono bersagli facili per il terrorismo. Come
terrebbe lontani violenza e terrorismo dagli edifici pubblici, come scuole,
piscina, biblioteca e ufficio postale?
5. L'inverno scorso la statua del capitano Allison � stata investita da una
macchina e distrutta. � stato proposto di non ricostruirla e di utilizzare la
piazza per un mercato di prodotti agricoli locali. Come terrebbe lontani i
terroristi dal mercato agricolo?
6. Eccetera.

Le domande sul terrorismo erano talmente tante che ho chiesto alla mamma: "Devo
preoccuparmi? Allison Springs, un paesino del Maine, � diventata un obiettivo
PRIMARIO dei terroristi? Sembra che la gente sia PREOCCUPATISSIMA per il
terrorismo".
Mia mamma ha risposto: "Ruby, la verit� � che, se conosci i tuoi vicini e loro
conoscono te, non c'� bisogno di preoccuparsi del terrorismo, non quanto pensa la
gente. E non in un posto come Allison Springs. Ma c'� un'altra verit�, e cio� che
in campagna elettorale la gente non vuole sentirsi dire questo".
Per�... forse mia mamma voleva solo cercare di non farmi preoccupare. Sono
nevrotica. Vuol dire che penso e ripenso alle cose fino a star male.
Ho cercato su Google come si sfugge al terrorismo e ho trovato che si deve (1)
essere sempre consapevoli di quello che succede attorno, (2) parlare, se si nota
qualcosa, e (3) ricordarsi che gli attacchi terroristici possono avvenire nei
luoghi che MENO ti aspetti, luoghi come Allison Springs.
Allora adesso, quando esco, cerco di non sbattere troppo le palpebre e guardo bene
in tutte le direzioni, casomai ci fossero indizi di TERRORISMO. C'� tanto
terrorismo in Indonesia?
La tua gemella significativa,
RUBY

A: Fatima shes_all_fatima@yahoo.com.id Da: Ruby Young_Ruby_M@allisonspringsms.edu


Data: 1 ottobre Oggetto: Re: Re: Re: Re: la tua amica di penna americana, Friends
Around the World Pen Pal Program

Cara Fatima,
EUREKA! Sono andata alla biblioteca pubblica di Allison Springs e ho chiesto a Mr
Allison di aiutarmi a scoprire quanti sindaci, in percentuale, erano organizzatori
di eventi. Ho cercato su Google con una marea di combinazioni di parole (sindaco
professione, sindaco professione precedente, sindaco cosa faceva prima di essere
eletto, numero di sindaci organizzazione eventi, eccetera), ma non riuscivo a
trovare la risposta per te. Mr Allison ha detto che ci saremmo dovuti arrangiare da
soli. Ha detto che potevamo fare una "ricerca a campione" per il Maine. Gli ho
chiesto cos'� una ricerca a campione e mi ha risposto: "A volte, se non si pu�
vedere tutto, si guarda un pezzetto e si traggono delle conclusioni sul tutto da
quel pezzetto. Il pezzetto � il campione". Ma io gli ho detto: "E se prendi il
pezzetto sbagliato?" E lui: "Hai ragione, Ruby. C'� questo rischio. Almeno, per�,
possiamo imparare qualcosa sui sindaci del Maine. Sei pronta per una faticosa
ricerca?" Una stranezza della parola "faticosa" � che mi fa sempre pensare che devi
osare far fatica, invece quando una cosa � faticosa la fatica la fai per forza,
mica perch� hai deciso tu di provarci.
Abbiamo scoperto che nel Maine ci sono 432 comuni e nessuno dei sindaci � stato un
organizzatore di eventi. Quindi la risposta � che lo zero per cento degli attuali
sindaci del Maine ha alle spalle una carriera in questo settore! Mia mamma sarebbe
la prima. Mr Allison mi ha detto che ora potevamo allargare il nostro campione al
resto della nazione, ma abbiamo dovuto rimandare perch� era orario di chiusura
della biblioteca.
Mr Allison � il bibliotecario e storico della cittadina. � un discendente del
capitano Allison, il fondatore di Allison Springs. Una volta � uscito con mia
mamma. Sembra una matita. � secco secco e ha i capelli rossastri, quasi rosa, come
la gomma delle matite. Ha le ciglia lunghe e biondo-rossicce, e ha un pomo d'Adamo
molto pronunciato. Vuol dire che quando parla non riesco a smettere di guardarlo.
Mia mamma ha detto che non era perch� sembra una matita, se non ha continuato a
uscire con lui. A me Mr Allison piace TANTO perch� a scoprire le cose � anche pi�
bravo di me. Non ne so molto di ragazzi, ma secondo me straordinarie capacit� di
ricerca sarebbero un'Ottima Cosa in un fidanzato. Ho chiesto a mia mamma cosa non
le andava bene di lui. Mi ha detto: "Niente attrazione chimica". L'attrazione
chimica � quando una persona ti piace col cuore e anche con altri organi. Comunque
mia mamma non sente attrazione chimica con nessuno.
Ti posso dire una cosa, Fatima? Forse � perch� me l'hai chiesto o forse � perch�
mia mamma � stata tanto occupata con la campagna elettorale, ma ultimamente ho
pensato molto a mio pap�. � morto, e va bene, ma vorrei sapere com'era, di
carattere e nell'aspetto, e se gli somiglio. Era come Mr Allison? O come la
professoressa Reacher, quando "esteriormente" si presentava ancora come un uomo?
Chi lo sa? Non so nemmeno come si chiamava. Se lo sapessi, lo cercherei su Google.
Non voglio che la mamma sia triste, ma voglio anche sapere. � sbagliato voler
sapere?
La tua amica e gemella significativa,
RUBY

P.S. Non dire niente delle cose "personali" nella telefonata su Skype del 2
novembre. So che mi posso fidare.

A: Fatima shes_all_fatima@yahoo.com.id Da: Ruby Young_Ruby_M@allisonspringsms.edu


Data: 5 ottobre Oggetto: Re: Re: Re: Re: Re: la tua amica di penna americana,
Friends Around the World Pen Pal Program

Cara Fatima,
credo di aver fatto una Cosa Tremenda. Non sono ancora pronta per raccontartela,
perch� mi considererai una persona orribile. E non voglio che tu pensi questo di
me. Comunque la Cosa Tremenda arriva alla fine della storia, quindi non devo
dirtela proprio subito.
Grazie del consiglio. � stato difficile trovare il momento per parlare con la
mamma, perch� � impegnatissima con le elezioni e sta sempre con Mrs Morgan o quelli
che lavorano alla sua campagna (quasi tutti volontari). Venerd� sera tardi hanno
ordinato la pizza e non finivano pi�. Alla fine se ne sono andati e le ho detto:
"Mamma, dobbiamo parlare", come mi hai consigliato tu. "Voglio saperne di pi� su
mio padre."
Lei: "Ruby, perch� me lo chiedi adesso?"
Io: "Perch� sto crescendo".
Lei: "� vero, stai crescendo".
Io: "E mi sento sola". Non sapevo di sentirmi sola finch� non l'ho detto.
Lei ha fatto una ? e il mio scopo nella vita � non vedere mia mamma fare
quell'espressione. Le ho detto subito: "Non � che mi sento sola, ma sto da sola pi�
spesso, con la campagna elettorale".
La mamma mi ha raccontato la storia che ho gi� sentito, cio� che lo amava ma che in
un certo senso non lo conosceva bene. (Per me non ha senso. Come fai ad amare
qualcuno che non conosci?) Mi ha detto che � morto in un incidente d'auto e non
sapeva che lei era incinta. � venuta nel Maine perch� non sopportava di continuare
a stare nei posti dov'era stata con lui. Ha detto che � stato tanto tempo fa e lei
era una persona diversa.
Le ho chiesto: "Come si chiamava? Non dici mai il suo nome e non hai nessuna foto".
Lei mi ha risposto che era troppo doloroso.
"Dimmi almeno come si chiamava."
"Si chiamava..." Ha sospirato. "Che importanza ha?"
"Perch� dovrebbe essere un segreto?"
"Non � un segreto. Non me l'avevi mai chiesto. Si chiamava Mariano Donatello."
Ho ripetuto il nome, Mariano Donatello. Mi ha dato una sensazione bellissima sulla
lingua, come leccare un Creamsicle d'estate. L'ho ripetuto: "Mariano Donatello...
Mamma, sono italiana!"
"S�. Pu� essere."
"Italiana!" Fatima, la tua amica di penna � ITALIANA ed EBREA-TEDESCA, che � quasi
bello come INDONESIANA-MUSULMANA.
La mattina dopo ho cercato su Google Mariano Donatello e non ho trovato molti
risultati, tranne qualcosina in Italia, allora ho aggiunto Miami, che � da dove
viene mia mamma. E ancora non ho trovato niente. Ho provato anche "Mariano
Donatello necrologio" e ancora niente. Il necrologio � come una relazione su una
persona morta.
Secondo Mr Allison non � tanto strano. Ha detto che, considerato quand'� morto (io
sono nata nel 2003, quindi dev'essere morto nel 2003 o anche nel 2002), potrebbe
non aver avuto molto tempo per consolidare la sua "presenza online". Sarebbe "tutte
le cose vere e tutte le bugie su una persona che si trovano in Internet". La mia
presenza online � patetica. Se cerchi il mio nome, Ruby Young, e Allison Springs,
il risultato principale sar� un account fake di Instagram che si chiama RUBY YOUNG
� UNA SFIGATA BIZZA, che qualcuno ha creato quand'ero in prima e mia mamma non
riesce a far cancellare.
Il giorno dopo Mr Allison mi ha mandato un link a un sito di genealogia e mi ha
scritto di provare a usare quello per costruirmi un albero genealogico. Per
cominciare la ricerca bisognava pagare al sito 49,95 dollari con carta di credito
ed � a questo punto che ho fatto la Cosa Tremenda. Sono scesa a chiedere a mia
mamma se potevo usare la carta di credito del lavoro, anche se non si trattava
proprio di lavoro, e lei mi ha detto di s� facendomi un gesto. Era al telefono e
avevo capito che non mi aveva sentito. Forse non volevo che mi sentisse, perch� se
mi avesse sentito probabilmente mi avrebbe detto di no.
Per� la carta l'ho usata lo stesso!
Ti sembrer� ridicola, ma sappi che ero talmente agitata che ho vomitato. Mi sono
detta di non essere cos� bizza. A scuola mi chiamano cos�, l'avrai gi� capito.
"Ruby la sfigata bizza" o "Rubyzza" o a volte anche solo "bizza". Bizza vuol dire
che ho paura di tutto e certe volte sclero. Insomma, non � un complimento.
Comunque voglio ridarle i soldi. Ce li ho.
Sono una persona onesta. Cerco di non mentire mai e non sopporto l'idea di aver
mentito a mia mamma.
A proposito, non c'erano informazioni su Mariano Donatello nemmeno sul sito di
genealogia.
La tua amica di penna,
RUBY LA BUGIARDA

A: Fatima shes_all_fatima@yahoo.com.id Da: Ruby Young_Ruby_M@allisonspringsms.edu


Data: 15 ottobre Oggetto: Re: Re: Re: Re: Re: Re: la tua amica di penna americana,
Friends Around the World Pen Pal Program

Cara Fatima,
scusami se ho aspettato cos� tanto a risponderti. Ho brutte notizie. Credo che mia
mamma non possa fare la telefonata con Skype. Mi dispiace tanto...
?
?
?
Grazie ancora per il consiglio. Ho creato un account PayPal come mi hai detto e ho
fatto un trasferimento di 49,95 dollari a mia mamma dal mio conto. Le ho spiegato
cos'� successo e lei ha detto che non fa niente, ma non devo prendere l'abitudine
di usare la carta di credito per scopi extracurricolari. Credo che abbia usato
impropriamente la parola, ma ho capito il senso. Extracurricolare vuol dire "che
esula dal programma scolastico", come lo sport, il giornalino, il bullismo, il
corso di francese.
Secondo me si � arrabbiata meno di quanto avrebbe fatto normalmente perch� gliel'ho
detto il pomeriggio prima del dibattito. Era impegnata a prepararsi, anche se tutti
in paese sanno benissimo com'�. Quando va ai matrimoni che organizza, si mette
sempre in tubino nero. Ma i politici devono indossare abiti colorati. Mia mamma ha
dovuto comprarsi qualcosa di nuovo e anche andare dal parrucchiere.
Il dibattito era al municipio, che si trova a un paio d'isolati dall'ufficio di mia
mamma. Di solito ci saremmo andate a piedi, ma secondo Mrs Morgan era meglio
arrivare con la sua Town Car. Era una stupidaggine, perch� ci abbiamo messo il
doppio che a piedi.
In municipio c'� lo stesso odore che c'� in biblioteca, ma meno muffido. Puzza di
roba vecchia e di carta, di caloriferi e di cera, ma a me non dispiacciono questi
odori.
Mrs Morgan � andata dietro le quinte con la mamma e io mi sono seduta in platea.
Non c'era ancora nessuno, cos� mi sono messa in seconda fila. Non volevo stare in
prima fila per non distrarre la mamma. Mentre aspettavo, ho letto un libro per il
corso della professoressa Reacher, che parla di una ragazza che ha il pap�
avvocato, che difende un afroamericano ingiustamente accusato di un reato. La
professoressa Reacher ci ha detto che era il suo libro preferito, ma a me non stava
piacendo tanto. La ragazza del libro era molto ingenua su come va il mondo e poi
era ossessionata da suo padre. Forse non mi stava piacendo perch� non mi ci
ritrovavo. Cio�, se io scrivessi un libro sulla mia infanzia, non avrei molto da
dire su Mariano Donatello. Ci stavo pensando, quando mi sono sentita chiamare. Era
Franny West, la moglie di Wes West.
"Come stai, Ruby?" mi ha detto. "Mi piacciono i tuoi occhiali nuovi."
"Ce li ho gi� da sei mesi."
"Allora � un pezzo che non ci vediamo."
Franny mi sta molto simpatica, ma non ero sicura di poterci parlare, considerato
che suo marito era "l'avversario".
"Cosa c'�?" mi ha detto.
"Niente."
Si � seduta vicino a me. Devo essermi irrigidita perch� mi ha detto: "Non ti
preoccupare, mi sposto prima che cominci il dibattito. Come stai?" mi ha chiesto di
nuovo. "E la scuola come va?"
"Ho un'amica di penna."
"Adoro gli amici di penna. E la tua di dov'�?"
Cos� per un po' abbiamo parlato di TE. Solo cose belle, non ti preoccupare.
Cominciava a entrare gente. Speravo che Franny si allontanasse, ma rimaneva. Allora
le ho detto: "E lei come sta?"
E lei: "La campagna elettorale � stata entusiasmante! Non sono stata ferma un
attimo".
"Nemmeno io!"
E lei: "Mi manca tua mamma. Mi manca parlare con lei. So che non eravamo vere
amiche ma... Puoi dirle che mi manca?"
"S�."
"La verit�, Ruby, � che per me � stato un anno difficile." Si � guardata attorno
per vedere se qualcuno ci ascoltava. "Sono rimasta incinta, ma non lo sono pi�."
Gli occhi di Franny si sono riempiti di lacrime, sembrava un pesce rosso gi� di
morale.
Non sapevo cosa dirle. Secondo mia mamma, quando non sai cosa dire, puoi dire o:
"Non so cosa dire", oppure: "Mi dispiace", oppure non dici niente e fai un "gesto
confortante". Ho appoggiato la mano sulla sua.
"Grazie per non aver detto: 'Si vede che non era destino', o: 'Puoi sempre
riprovarci'", mi ha detto Franny.
"Non direi mai cose del genere."
"Non ero neanche sicura di volere un figlio, quindi perch� sono cos� triste?"
"Non lo so", le ho risposto. Ma poi l'ho capito. "Perch� le cose che non abbiamo
sono pi� tristi delle cose che abbiamo. Le cose che non abbiamo esistono solo nella
nostra immaginazione, quindi sono perfette." L'ho capito perch� era lo stesso per
me, con Mariano Donatello.
"S�, penso che sia cos�, Ruby. Sei molto saggia."
"Grazie."
"Come hai fatto a diventare cos� saggia?"
"Libri. E passo tanto tempo con mia mamma."
"Non raccontare a tua mamma di cosa abbiamo parlato."
"Okay. Ma quale parte?"
"Le cose che esistono nella mia immaginazione. Non � che non voglia farglielo
sapere. Ma preferirei dirglielo io."
"Tengo la bocca chiusa."
"Non fa niente. Diglielo, se vuoi. Non importa."
"Mrs West", l'hanno chiamata. "Wes ha bisogno di lei."
"Arrivederci, Ruby."
"Ti saluto la mamma."
Sono tornata al mio libro. Ho letto cinque paginette e poi � cominciato il
dibattito.
Per un po' � stato noiosissimo e stavo pensando se sarebbe stata maleducazione
rimettermi a leggere. Avevo gi� sentito le domande e nella maggior parte dei casi
sapevo come avrebbe risposto mia mamma. Verso la fine � diventato un po' pi�
vivace, perch� era chiaro che Wes West non si era esercitato quanto lei. Continuava
a impappinarsi e nessuno applaudiva dopo le sue risposte, anzi, a volte qualcuno lo
fischiava e lui era molto a disagio. Si capiva che per lui era frustrante, perch� a
un certo punto ha detto: "Mi preoccupa solo che questa citt� stia prendendo la
direzione sbagliata". E poi l'ho visto sussurrare qualcosa. Ero troppo lontana per
sentire, ma chiss� perch� il movimento delle labbra mi diceva qualcosa. Era una
parola di TRE SILLABE.
1a sillaba: bocca aperta.
2a sillaba: bocca stretta e tesa, denti contro le labbra.
3a sillaba: bocca aperta, come la prima.
Mia mamma ha sussurrato: "Franny". Gliel'ho letto sulle labbra. Ma, anche da
lontano, "Franny" era una cosa sensata, da dire, perch� Franny � la moglie di Wes
West, come sai.
In macchina, tornando a casa, ho chiesto a mia mamma che cosa le aveva sussurrato
Wes West sul palco. Lei mi ha risposto: "Non so di cosa parli".
E io: "La cosa cui hai risposto 'Franny'".
E lei: "Non mi ricordo. Forse gli stavo chiedendo se Franny era venuta al
dibattito".
Non mi tornava. Perch� avrebbe dovuto chiederglielo sul palco, nel bel mezzo di un
dibattito?
A letto, ho provato a muovere la bocca come Wes West per capire che cosa aveva
detto. OOO-BII-OOO. OOO-FEE-OOO. OOO-TII-OOO. AH-PII-AH. Sentivo che c'ero quasi.
Non riuscivo a dormire, cos� ho ripensato a mia mamma che, invece, aveva detto
"Franny".
E mi ha fatto ricordare quando io e la mamma eravamo andate con lei in quel negozio
di abiti da sposa a New York.
E quello mi ha fatto ricordare il Metropolitan Museum of Art.
E quello mi ha fatto ricordare una cosa assurda che � successa l�. Una coppia di
anziani che si era avvicinata a mia mamma e le aveva detto: "Lei somiglia proprio a
quella ragazza, Aviva Grossman".
Non ho mai dimenticato quel nome, perch� Grossman � un cognome che fa schifo. C'�
dentro la parola gross, che in inglese vuol dire "schifoso". Mi ricordo di essere
stata contenta che non fosse il mio cognome, perch� a scuola me la passo gi�
abbastanza male cos�.
E allora, di colpo, ho capito che Wes aveva detto AAA-VII-VAA.
Sono uscita dal letto e ho cercato su Google Aviva Grossman.
� una deficiente che ha avuto una relazione con un membro del Congresso sposato.
Teneva un blog ed � diventata la BARZELLETTA della Florida.
Aviva Grossman era pi� grassa di mia mamma, pi� giovane di mia mamma e aveva i
capelli pi� ricci di mia mamma.
Ma per il resto era uguale identica a mia mamma.
Aviva Grossman era mia "mamma".
Sono andata in bagno e ho vomitato.
La "mamma" ha bussato, ma le ho detto di andarsene. Le ho detto che pensavo di
essermi presa l'influenza. "Non entrare, adesso non puoi rischiare di ammalarti."
"Sei molto premurosa, Ruby, ma correr� questo rischio." Ha messo la mano sulla
maniglia e io ho chiuso a chiave.
Ho detto: "SUL SERIO, NON PUOI AMMALARTI! Sto bene, ho gi� finito di vomitare.
Voglio solo lavarmi la faccia e andare a dormire".
E il giorno dopo le ho detto che avevo bisogno di stare a casa da scuola, e lei mi
ha lasciato, perch� di questi tempi non pensa a nient'altro che alle elezioni. Dopo
il dibattito Mrs Morgan ha detto che secondo lei la mamma vincer� a mani basse.
Dal dibattito sono passati cinque giorni e la sto evitando. Non � difficile, dato
che � sempre occupata a mentire a tutti.
Ecco perch� non mi sembra una buona idea che la mamma parli alla tua classe. Non �
un buon esempio. � una BUGIARDA, si dovrebbe vergognare.
La tua amica di penna,
RUBY

P.S. In realt� di cognome faccio Grossman.

A: Fatima shes_all_fatima@yahoo.com.id Da: Ruby Young_Ruby_M@allisonspringsms.edu


Data: 18 ottobre Oggetto: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: la tua amica di penna
americana, Friends Around the World Pen Pal Program

Cara Fatima,
grazie per essere stata cos� comprensiva sulla questione di Skype. � gentile da
parte tua parlare di "rimandare", ma non capisco perch� dovresti volerlo fare,
considerato che genere di persona � mia mamma.
Non l'ho ancora affrontata. Prima voglio leggere tutto quello che trovo su "Aviva
Grossman". Non voglio darle modo di raccontarmi altre bugie.
"Grossman" � un cognome adattissimo a lei, perch� � proprio una schifosa, per le
cose che ha fatto col membro del Congresso, che era un vecchio, tipo quarant'anni,
e lei scriveva di loro due sul suo blog. Il blog s'intitola L'ennesimo blog di una
stagista del Congresso. Anche se non ha mai fatto nomi, era ovvio che ci sarebbero
arrivati tutti. Queste cose le sanno anche i bambini!
Per esempio, senza fare nomi, io so BENISSIMO chi ha creato l'account RUBY YOUNG �
UNA SFIGATA BIZZA. L'unico motivo per cui non la smaschero � che preferisco
lasciarle la paura di essere scoperta. Una cosa che ho imparato dei bulli � che
hanno bisogno di concentrarsi su qualcosa, perci� quello stupido account mi fa
comodo. Invece di versarmi il ketchup sui capelli o di chiudermi fuori dal bagno o
di mettermi la cacca di cane nell'armadietto, postano qualche stupidata su
Instagram e soddisfano il loro bisogno di rendermi la vita impossibile. Quello che
voglio dire � che prima dell'account Instagram per me era anche PEGGIO.
Ho riflettuto su Mariano Donatello.
So che l'inglese non � la tua prima lingua... Per� Mariano Donatello NON sembra un
nome vero.
Sembra piuttosto

1. Una Tartaruga Ninja


2. Il personaggio di un libro per bambini 3. Un attore porno 4. Un nome inventato

E quindi mia mamma � una bugiarda di prima categoria. Era ovvio che mentisse su
Mariano Donatello. E io a dire: "Allora sono italiana!" Che cretina!
Ma, se mi ha mentito su Mariano Donatello, doveva avere un motivo.
E il motivo dev'essere che il membro del Congresso Aaron Levin � il MIO VERO PADRE.
Ho cercato su Google Aaron Levin membro del Congresso e, anche se � vecchio, mi
somiglia. Ha gli occhi pi� o meno verdi e i capelli ricci, come me.
Mi chiedo se sa di me.
La tua gemella significativa,
RUBY
P.S. Preferirei chiamarmi LEVIN che GROSSMAN.
P.P.S. So che hai ragione e devo parlare con mia mamma di questa storia... Lo far�
presto.

A: Fatima shes_all_fatima@yahoo.com.id Da: Ruby Young_Ruby_M@allisonspringsms.edu


Data: 24 ottobre Oggetto: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: la tua amica di penna
americana, Friends Around the World Pen Pal Program

Cara Fatima,
subito dopo averti scritto ho litigato di brutto con mia mamma. Le ho detto che
sapevo tutto, sapevo che era una bugiarda e una troia, e lei prima non ha pianto e
poi s�, ed � stato orribile.
Le ho detto: "Non puoi pi� mentirmi. Devo sapere chi � mio padre".
E lei: "� Mariano Donatello".
E io: "Ma mi prendi per scema?"
E lei: "Volevo che avessi una bella storia".
E io: "Io voglio la verit�".
E lei: "La verit� � che � stato un rapporto occasionale".
E io: "Non capisco cosa intendi".
E lei: "� quando fai sesso con una persona e poi non la rivedi mai pi�".
E io: "� una cosa disgustosa e non ti credo. So che � Aaron Levin, il membro del
Congresso. Hai scritto tutte le 'cose sporche' che facevi con lui. E ha i capelli
ricci e gli occhi verdi, come me".
E lei: "Un sacco di gente ha i capelli ricci e gli occhi verdi. Non � lui. Se hai
trovato il blog, lo sai. Con lui non ho mai fatto il genere di sesso che ti fa
rimanere incinta".
E io: "Questo � pi� che DISGUSTOSO e tu menti a tutti, sei una criminale".
E lei: "Ruby, amore..."
"Non chiamarmi 'Ruby, amore'."
"Ruby, non sono una criminale. Per la legge non ho commesso nessun reato. Forse un
reato morale? S�. Ma dal punto di vista legale, no. Dove vivevo, tutti ridevano di
me e la mia famiglia si vergognava di me, nessuno voleva assumermi. E quelli che
non avevano sentito parlare di me mi cercavano su Google e scoprivano tutto. Lo sai
che Google � indelebile. Hai mai sentito parlare di un libro intitolato La lettera
scarlatta?"
"Non mi va di parlare di libri, Aviva."
"Ma c'entra. Parla di una donna di nome Hester, che commette adulterio."
E io: "Non so neanche cos'�!"
E lei: "L'adulterio � quello che ha commesso Levin. Insomma, � quando fai sesso con
una persona che � sposata ma non con te. Lei commette adulterio e nel paese votano
per farle cucire una A scarlatta sul vestito, cos� tutti si ricorderanno sempre di
quello che ha fatto. Essere coinvolta in uno scandalo che riappare ogni volta su
Google � la stessa cosa, ma un milione di volte peggio". E poi: "Allora ho cambiato
nome e mi sono trasferita lontano, e ho costruito una vita per noi due. Ho cercato
di essere una brava persona e una buona madre per te. Ho fatto quello che dovevo
fare, Ruby".
Stavamo piangendo tutte e due. Le ho detto: "Non ci chiamiamo nemmeno Young".
"S� che ci chiamiamo Young. � il nome che ho scelto per noi." Ha allargato le
braccia per farsi abbracciare, ma non mi andava di abbracciarla.
"Come puoi chiedere alla gente di votare per te? Non meritano di sapere per chi
stanno votando?"
Lei ha fatto la sua faccia ma non me ne fregava niente! "No", ha detto. "Sono fatti
miei."
E io: "E se lo scoprono?"
E lei: "Allora ci penser�. Ma, se lo scoprono, dir� la verit�. E la verit� � che
ero giovane e ho commesso un errore".
E io: "Ma perch� ti sei voluta candidare a sindaco? Mi sembra stupido, per una
persona con tanti segreti".
"Non lo so, Ruby. Anzi, lo so, ma lo capirai quando sarai pi� grande."
Le ho gridato: "VAFF*** AVIVA!" Scusami tanto per la parolaccia, Fatima. So che su
FAW-PIII-PIII non bisognerebbe usare volgarit�. Ma NON mi pento di aver mandato
AFF*** mia mamma perch� � pi� maleducata lei a (1) mentirmi per tredici anni e (2)
dirmi che capir� quando sar� pi� grande. Sono corsa in camera mia e ho sbattuto la
porta. L'ho sbattuta cos� forte che la lampada � caduta dal comodino. La mia
lampada � a forma di porcospino, col corpo di ceramica e con gli aculei d'oro, me
l'ha regalata Mrs Morgan quando ho compiuto undici anni. � andata in un centinaio
di pezzi. A occhio e croce.
La mamma ha aperto la porta e ha detto: "Oh, no! Povero Charlie!"
E io ho detto: "� solo una lampada". Ma mi tremava il labbro, stupido labbro. Forse
� una lampada da piccoli, ma era la migliore. Mrs Morgan me l'aveva ordinata
apposta online perch� l'istrice � il mio animale preferito. � IN-CRE-DI-BI-LE che
si possa scoprire di avere una mamma che � campionessa olimpica di troiaggine e
avere ancora la forza di provare qualcosa per una lampada a forma d'istrice.
Il fatto � che non ho tanti amici:

1. Mia mamma
2. Mrs Morgan
3. Mr Allison
4. La professoressa Reacher
5. Te
6. Charlie il porcospino

Come vedi Charlie non � in cima alla lista, per�...


Sono andata a letto senza lavarmi i denti n� spogliarmi. Non ho nemmeno dovuto
spegnere la lampada, perch� tanto si era rotta.
Al mattino la mamma era gi� uscita. Doveva andare a una colazione per la sua
campagna elettorale. Mi ha lasciato un biglietto con scritto: Mi dispiace. Era
sotto la zampa di Charlie, doveva aver passato ore a incollarlo. Mi ha dato
fastidio. Non mi ha fatto venire neanche l'un per cento di voglia di perdonarla.
Rompi una lampada. Vai da Target e te ne compri un'altra. Ho 3.949,98 dollari e
posso comprarmi un'altra lampada a forma di porcospino, se mi va.
La tua amica di penna,
RUBY

A: Fatima shes_all_fatima@yahoo.com.id Da: Ruby Young_Ruby_M@allisonspringsms.edu


Data: 25 ottobre Oggetto: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: la tua amica di penna
americana, Friends Around the World Pen Pal Program

Cara Fatima,
so che vuoi solo aiutarmi, ma non sai quello che dici.
Sinceramente, sono molto sorpresa che tu la difenda. Senza offesa, ma le donne
musulmane non vengono lapidate a morte per una cosa come quella che ha fatto mia
mamma?
Non la sto "etichettando come zoccola", mia mamma, ma devi ammettere che si �
proprio comportata da zoccola. Forse prima non ti ho spiegato cosa vuol dire
"etichettare come zoccola". � quando a una donna dai della zoccola solo perch� ha
fatto sesso. Ma non � "etichettare" se una � davvero zoccola.
Mia mamma � una bugiarda.
Ha commesso una "frode elettorale" e una "frode filiale". La prima � quando menti
agli elettori, ma anche quando si truccano le votazioni. L'altra � quando menti a
tua figlia.

RUBY
P.S. Penso che dobbiamo prenderci una pausa in questa corrispondenza. Se vuoi
trovarti un'altra amica di penna, fai pure.

A: Fatima shes_all_fatima@yahoo.com.id Da: Ruby Young_Ruby_M@allisonspringsms.edu


Data: 26 ottobre Oggetto: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: la tua amica di
penna americana, Friends Around the World Pen Pal Program

Cara Fatima,
scusami per la mia ultima email. Ero arrabbiata con mia mamma e me la sono presa
con te. Non voglio ASSOLUTAMENTE che ti trovi un'altra amica di penna. Sei la
migliore amica di penna che si possa avere e sei l'unica persona con cui posso
parlare.
Ieri ho dovuto partecipare a un evento per la campagna di mia mamma. Era il pranzo
madri-figlie della Businesswomen's Association di Allison Springs, quindi non ho
potuto trovare scuse per non andarci. Ho detto a mia mamma che non ci volevo
andare, perch� non sostengo pi� la sua candidatura. Lei me l'ha chiesto per favore,
perch� se non ci fossi andata sarebbe stato "imbarazzante".
Allora le ho detto che ci sarei andata, ma non mi sarei vestita bene, n� per lei n�
per nessun altro. Infatti mi sono messa i pantaloni scozzesi e una maglietta che mi
ha regalato Mrs Morgan con scritto QUI IL FEMMINISMO � ALL'ORDINE DEL GIORNO. � una
battuta, ma � difficile da spiegare e, sinceramente, non sono nemmeno sicura che
sia tanto divertente.
La mamma non ha criticato. Anzi, mi ha detto: "Stai bene".
E io: "Ci ho dormito, con questa maglietta".
Il pranzo era nel salone di gala dell'Holiday Inn e, in sostanza, sembrava un
matrimonio squallido. C'era anche Delilah Stuart, una della mia classe, e ha fatto
la finta simpatica perch� eravamo circondate da adulti.
Mi ha detto: "Bella maglietta".
E io: "Grazie". Ha detto bella, ma intendeva il contrario. � una persona orribile.
Ha detto: "Ma cosa vuol dire?"
Io le ho lanciato uno sguardo tipo drago che sputa fuoco. "Vuol dire che sono una
ragazza e un essere umano e che mi stanno a cuore i diritti delle donne. Qualche
volta te la presto, se vuoi."
Mia mamma era impegnata. Io mi sono seduta al tavolone lungo e mi sono mangiata un
panino rotondo. Era duro, ma l'ho mangiato lo stesso. L'ho strappato a morsi
immaginando che fosse la faccia di Delilah Stuart. La mamma ha fatto un discorso e
io alzavo gli occhi al cielo in continuazione, ma cercavo di non darlo troppo a
vedere. Figurati che era infarcito di stupide parole da politicante, tipo "onest�"
e "integrit�".
Finiti i discorsi sono andata in bagno e, quando sono uscita, ho trovato ad
aspettarmi Mrs Morgan. "Ruby, c'� qualcosa che non va? Oggi mi sembri acida come il
latte cagliato."
"Sono stanca." NON volevo mentire a Mrs Morgan. Avere una madre bugiarda � uno
schifo soprattutto per questo: stava trasformando anche me in una bugiarda.
Mrs Morgan mi ha accarezzato la testa come se fossi un cane e mi ha detto: "Ne vuoi
parlare?"
E io: "Non c'� niente di cui parlare".
E Mrs Morgan: "Le campagne elettorali sono faticose".
E io: "� solo la stupida elezione del sindaco di una stupida cittadina di
provincia. Mica le presidenziali. Che differenza fa, se vince l'uno o l'altra?"
E Mrs Morgan: "� un punto di vista molto cinico, ma so che alcuni la pensano cos�.
Io per� la vedo diversamente e so che la vede diversamente anche tua mamma. Ho
vissuto qui per tutta la mia vita, come te, e amo questa stupida cittadina di
provincia. Quindi, anche se non sono le elezioni presidenziali, per me conta molto
chi vincer�. Ecco perch� sostengo tua mamma".
Non ho ribattuto.
Allora Mrs Morgan ha detto: "Posso provare a indovinare che cosa ti tormenta?"
"Siamo in un Paese libero."
"Per tanto tempo siete state solo tu e tua mamma contro il resto del mondo, mentre
adesso nella vostra vita sono entrate tante altre persone. Forse non vuoi dividere
la mamma con loro?"
Ho scosso la testa. Mi seccava che Mrs Morgan mi considerasse cos� meschina. Avrei
voluto dirle quello che sapevo ma non potevo tradire mia mamma. "Sbagliato."
"Per� qualcosa c'�?"
Mi sono morsa il labbro. "Non � niente."
"Va bene, signorina. Ma, se ti viene voglia di parlarne, sai dove trovarmi. Forse
non ti sarebbe venuto in mente di rivolgerti a me, ma sono molto anziana e molto
saggia."
Ci ho pensato, Fatima. Magari dovrei raccontare la verit� a Mrs Morgan? So che
vorrebbe dire tradire mia mamma, ma Mrs Morgan ha ragione su una cosa: se davvero �
importante chi amministra Allison Springs, forse la gente ha il diritto di sapere
chi � veramente mia mamma.
La tua amica (spero),
RUBY

A: Fatima shes_all_fatima@yahoo.com.id Da: Ruby Young_Ruby_M@allisonspringsms.edu


Data: 28 ottobre Oggetto: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: la tua amica
di penna americana, Friends Around the World Pen Pal Program

Cara Fatima,
ho deciso di non seguire il tuo consiglio. Essere amiche non significa che bisogna
sempre essere d'accordo o fare sempre come dice l'altro, secondo me.
L'ho detto a Mrs Morgan.
� stato difficile beccarla da sola. Quando � da noi, sta sempre con mia mamma. Non
potevo prendere un Uber e andare a casa sua perch� ha cinque corgi e io sono
allergica ai cani. I corgi sono dei bassotti pelosissimi. I bassotti sono la
versione allungata dei cani normali. Anche la regina d'Inghilterra ha dei corgi,
motivo per cui certi chiamano Mrs Morgan "la regina di Allison Springs".
Allora, dato che lei � la proprietaria dell'Allison Springs Cryer, sono andata alla
loro sede, che si trova tre strade oltre l'ufficio di mia mamma. Mrs Morgan ha un
ufficio personale l�, ma un uomo coi baffi mi ha detto: "Ah! Mrs Morgan non viene
mai in ufficio". In quel momento mi sono resa conto che ho una nuova cosa da
odiare. � quando qualcuno dice "Ah" invece di farsi una risata.
Il suo tono non mi � piaciuto. Io rispondo al telefono in ufficio da mia mamma e
non direi mai una cosa del genere a un cliente e nemmeno a un estraneo, n� a nessun
altro. Da un uomo adulto, mi aspettavo che sapesse come trattare le persone. Gli ho
detto: "Mrs Morgan � il suo capo e lei non dovrebbe dire una cosa del genere a
un'estranea".
E lui: "Ma tu non sei un'estranea. Sei la figlia di Jane Young, il futuro sindaco
della nostra amena cittadina".
E io: "Avrebbe dovuto dire: 'In questo momento Mrs Morgan non � in ufficio. Vuoi
che le riferisca che sei passata?'"
E lui: "Certo, ci stavo arrivando. Comunque non sono il suo segretario. Sono il
caporedattore".
"Ma Mrs Morgan � lo stesso il suo capo."
"Tecnicamente, s�", mi ha detto, arrotolandosi i baffetti.
"Che cos'� un caporedattore?"
"Uno che viene in ufficio tutti i giorni."
Non mi piace quando mi rispondono in questo modo a una domanda pi� che lecita.
Alla fine ho mandato un messaggio a Mrs Morgan (DOBBIAMO VEDERCI ASAP E IN PRIVATO.
NON FACCIA LEGGERE A NESSUNO QUESTO MESSAGGIO) e lei mi ha dato appuntamento al suo
ufficio un'ora dopo, quindi l'uomo coi baffi mi ha raccontato una balla. Qualche
volta Mrs Morgan ci va, in ufficio.
Quando � arrivata, mi ha detto: "Cosa c'� di cos� urgente, Ruby? E di cos�
segreto?"
Mi sono sforzata di parlare, ma non ci riuscivo. Non mi venivano le parole.
Mrs Morgan allora ha detto: "Sto morendo di fame. Vuoi che andiamo da Clara's? �
pi� facile confessarsi a stomaco pieno".
Clara's � il mio ristorante preferito e Mrs Morgan � uno dei proprietari. Il mio
piatto preferito del menu � la zuppa di mais. L'altro mio piatto preferito � il
pasticcio di pollo. Avevo fame, ma anche un po' di nausea. Le ho detto: "Preferisco
farlo qui".
"Fare cosa?" Ha spalancato gli occhi, era incuriosita. "Cosa stiamo facendo?"
"Ho bisogno di dirle una cosa."
"S�, l'avevo capito."
E allora le ho detto tutto: che mia mamma era Aviva Grossman. Le ho detto: "Non
voglio che butti via i suoi soldi cercando di farla eleggere, dato che � una
bugiarda".
Mrs Morgan ha sospirato, il suo sguardo si � addolcito e mi ha sorriso. "Ruby, lo
sapevo gi�."
E io: "Cosa?"
E lei: "Io e tua mamma lavoriamo insieme da anni. Abbiamo organizzato almeno dieci
eventi di beneficenza. Secondo te non ho cercato informazioni su di lei? Saperlo
era nel mio interesse. Sono molto ricca e il modo per non perdere la propria
ricchezza � proteggere i propri interessi".
E io: "Allora perch� ha spinto per farla candidare a sindaco?"
E Mrs Morgan: "Ruby, cara, � perch� ritengo che l'accaduto non sia minimamente
rilevante".
E io: "Ma, Mrs Morgan, non ha letto il blog?"
E Mrs Morgan: "Certo che l'ho letto".
E io: "Ma i cittadini di Allison Springs non penseranno che gli avete mentito?"
E Mrs Morgan: "Non abbiamo mentito, Ruby. Scegliere cosa rivelare e cosa no non
equivale a mentire. Adesso tua mamma � Jane Young..."
"No, non lo �."
"S� che lo �, Ruby. E non c'� altro da aggiungere."
"Non mi sembra giusto che decidiate voi cosa deve sapere la gente."
"Si chiama leadership, Ruby. Ma, se si viene a sapere, tua mamma non lo negher� e
affronteremo la situazione."
"Quindi la mamma sa che lei sa?"
"Non esplicitamente, ma ci siamo capite."
Mi sono dovuta sedere sul divano dell'ufficio. "Sono molto confusa."
"Sei stata coraggiosa a venire da me. Hai dimostrato di avere le palle." Mi ha
preso la mano.
Le ho guardato le mani rugose. Aveva un anello a forma di leopardo. Era d'oro, con
gli occhi verdi fatti di smeraldi, e probabilmente era costato pi� soldi di tutti
quelli che ho io sul conto corrente, una cosa disgustosa. Scommetto che non le
piaceva neanche tanto quando l'ha comprato. Ho tolto la mano. "NON SI PERMETTA DI
DIRMI CHE HO LE PALLE!" le ho gridato. "Non m'interessa che cosa pensa di me,
perch� � una bugiarda, come mia mamma. Non voglio vederla mai pi�."
Sono corsa fuori dall'ufficio, passando davanti a quello stupido caporedattore coi
baffi, e sono tornata a casa, da dove ti sto scrivendo.
Mrs Morgan mi ha proprio deluso.
Come fa a NON importarle che mia madre fosse una persona completamente diversa?
Ma che cos'hanno tutti?
La tua amica di penna,
RUBY

P.S. Sono andata a dormire senza mangiare e adesso muoio di fame e l'unica cosa cui
riesco a pensare � la zuppa di mais. Probabilmente avrei fatto meglio ad andare da
Clara's con Mrs Morgan, perch� per protesta non ci voglio mangiare mai pi�.
P.P.S. Mrs Morgan si sbaglia. La gente ha il diritto di sapere per chi sta votando.
A: Fatima shes_all_fatima@yahoo.com.id Da: Ruby Young_Ruby_M@allisonspringsms.edu
Data: 31 ottobre Oggetto: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: la tua
amica di penna americana, Friends Around the World Pen Pal Program

Cara Fatima,
ho un piano. � gi� tutto deciso, quindi non cercare di dissuadermi.

1. Vado a Miami per conoscere il membro del Congresso Aaron Levin. Se � mio padre,
voglio vederlo e parlargli. Se � mio padre, deve sapere di avere una figlia. Se �
mio padre, probabilmente non gli dispiacer� se mi trasferisco a Miami. Ormai ad
Allison Springs per me non c'� pi� NULLA.
2. Lascer� un messaggio "anonimo" su Aviva Grossman all'Allison Springs Cryer.
Forse Mrs Morgan ha ragione e non importa. Ma secondo me gli ELETTORI hanno il
diritto di sapere.

Ho passato la nottata a cercare voli e hotel. � un po' pi� complicato viaggiare, se


hai tredici anni.
Per fortuna con uno smartphone, una carta di credito, un account PayPal, Google e
una stampante si pu� fare quasi qualsiasi cosa. Per esempio, il sito della
compagnia aerea ha una policy per i "minori non accompagnati" quindi ho dovuto
scrivere una lettera per dichiarare che potevo "volare da sola e non essere attesa
al gate", e ho falsificato la firma di mia mamma. Sono anni che la falsifico, per�
mai senza che lei lo sapesse.
Per tua informazione, non sto rubando i soldi a mia mamma. Ho fatto i conti in modo
che il mio viaggio non costi pi� di quanto mi resta sul conto corrente, cio�
3.770,82 dollari.
Ho scritto anche il biglietto per l'Allison Springs Cryer. Dopo parecchie versioni,
mi sono decisa per questa:

Al caporedattore dell'Allison Springs Cryer


CERCHI SU GOOGLE AVIVA GROSSMAN
Un cittadino preoccupato

Secondo me "un cittadino preoccupato" � la parte migliore.


L'ho stampato e l'ho messo in una busta, e mentre andavo in aeroporto ho fatto
fermare il taxi al giornale e ho infilato la busta nella buca delle lettere. Ho
cercato di non sentirmi una persona terribile, anche se probabilmente � la COSA
PEGGIORE CHE ABBIA MAI FATTO.
Ma poi ho deciso che non me ne fregava niente. Mi sentivo fredda come il Maine in
gennaio. Fredda come quando ti si ghiaccia il cervello quando mangi il gelato.
Forse sono una persona terribile. Forse sono una persona terribile perch� � quello
che succede quando ti MENTONO per tutta la vita.
Il taxista mi ha detto: "Sei un po' troppo piccola per viaggiare da sola".
E io: "Dimostro meno della mia et�".
"Quanti anni hai?"
"Quindici."
"Te ne davo undici."
"Di solito me ne danno tredici."
"Mmm. Per� cos� ti perdi Halloween."
"Non � che vada matta per Halloween." Invece ADORO HALLOWEEN. Adoro travestirmi e
tutti gli anni io e mia mamma ci facciamo un "doppio costume". L'anno scorso, per
esempio, eravamo gli sposi zombie. E l'anno prima eravamo un wurstel e un panino
per l'hot dog. E l'anno prima ancora eravamo i personaggi di Portlandia, che � il
nostro programma preferito oltre a The Walking Dead e House of Cards. E un altro
anno abbiamo fatto le damigelle zombie. E l'anno prima eravamo un iPhone e un iPad.
E prima Willy Wonka e il biglietto d'oro. E prima un waffle e un pezzetto di burro.
E non ti dico altro perch� mi viene gi� da piangere. Comunque, con tutto quello che
� successo, mi ero completamente dimenticata di Halloween e secondo me se n'�
dimenticata anche mia mamma. Avete Halloween in Indonesia?
"E poi anche dove sto andando si festeggia Halloween", ho detto al taxista. "Vado
in Florida a trovare mio padre."
"Beata te", mi ha risposto. "L� il clima � molto meglio."
E io: "A me piace il clima del Maine".
"Anche d'inverno?"
"D'inverno � bellissimo. Tutto � cos� luminoso che ti fa male agli occhi. L'aria �
frizzante, ti sembra di avere la gola piena di pagliuzze di ghiaccio. Mia mamma...
mia mamma organizza eventi e dice che ai matrimoni invernali si fanno sempre le
foto migliori."
"Sei proprio una ragazza del Maine, fatta e finita."

Adesso sono all'aeroporto. Ho passato i controlli di sicurezza senza problemi. La


mia firma falsa ha funzionato alla perfezione.
Aspetta.
La mamma mi ha appena mandato un messaggio: SEI GI� A SCUOLA? COSA FACCIAMO STASERA
PER HALLOWEEN?!?!?
Le ho risposto: TROPPO TARDI.
Lei: NON PUOI RESTARE ARRABBIATA PER SEMPRE.
Io: LA PROF MI HA DETTO DI METTERE VIA IL TEL.
Lei: TVB RUBY.
Poi ho bloccato il suo numero, cos� non pu� mandarmi altri messaggi. Lo sblocco
quando arrivo in hotel a Miami. A quel punto non potr� pi� impedirmi di partire. �
una tautologia, ma � anche vero. Una tautologia � quando dici la stessa cosa con
parole diverse. La professoressa Reacher dice che bisogna evitarlo, se possibile.
Stiamo per decollare, quindi devo spegnere il telefono.
Non ti preoccupare se non mi faccio sentire per un po'.
Grazie per aver cercato di aiutarmi e per avermi ascoltato. Ho imparato tante cose
sui musulmani indonesiani e spero che tu abbia imparato qualcosa sugli ebrei non
praticanti del Maine. A dire il vero, non so se sono un buon "campione". Magari
neanche tu lo sei. Magari � una stupidaggine pensare d'imparare qualcosa di una
cultura tramite un amico di penna. Puoi imparare qualcosa solo della persona cui
stai scrivendo. Non voglio sminuire il programma di corrispondenza. Mi � piaciuto
tantissimo averti come amica di penna! Non avrei potuto chiedere di meglio.
Ciao dalla tua gemella significativa,
RUBY

P.S. Se mi mandi il tuo indirizzo, ti spedisco una VERA CARTOLINA di carta da Miami
Beach.

IV
L'angelo del focolare
EMBETH

Era una follia festeggiare l'anniversario a una settimana dalle elezioni. Quando
Aaron l'aveva proposto, un anno prima, il giorno del loro ventinovesimo
anniversario, Embeth stava facendo il secondo ciclo di chemio e aveva passato la
serata con la testa china sulla tazza. "L'anno prossimo sar� diverso", le aveva
detto, sulla porta, mentre cercava di non respirare troppo. Non era il tipo di uomo
che ti teneva indietro i capelli, ma senza dubbio era partecipe delle tue
sofferenze. Cercava di tirarti su di morale, magari con la promessa di una festa
per te e non per i suoi finanziatori. Gli aveva mai espresso, anche solo una volta,
il desiderio di organizzare una festa del genere? Da quando si era ammalata, lui
era diventato sentimentale. Era l'unica spiegazione. No, era sempre stato
sentimentale. Lo sapeva anche prima di sposarlo, che il sentimentalismo era la sua
debolezza. "Dai, Em. Ce lo meritiamo, per il nostro trentesimo. Lo faremo al
Breakers. Una volta tanto, inviteremo gente che ci piace e ce ne fregheremo se
qualcuno si offende."
L'anno prossimo non sar� pi� al mondo, aveva pensato Embeth. "Non possiamo
festeggiare a novembre", aveva detto. "Sarai in campagna elettorale." Le era venuto
un conato, ma non aveva vomitato niente. Non vomitare era peggio che vomitare.
"Ma no", aveva detto Aaron. "Cio�, s�, ma cosa importa? Sono stato eletto al
Congresso per dieci mandati. Se non vogliono rieleggermi perch� mi prendo una
serata libera per il nostro trentesimo di matrimonio, che vadano a cagare. Lo
voglio fare, Em. Qualunque cosa tu dica. Mando subito un messaggio a Jorge per
tenere libera l'agenda."
Doveva proprio essere convinto che sarebbe morta.
Invece Embeth c'era ancora, un anno dopo, viva. Capelli crespi, cervello
annebbiato, cicatrice sul petto, cuore pulsante, un'ottusa pulsazione animale,
viva, viva.
Erano le 4:55 del mattino e Aaron aveva gi� indossato la giacca, ma senza cravatta.
Doveva volare in giornata a Washington. Sarebbe tornato per la festa, alle otto di
sera. Non poteva evitare di andarci. La sua avversaria, Marta Villanueva - bionda,
tettona, repubblicana -, stava opponendo una resistenza pi� tenace di quanto si
aspettassero, a giudicare dai fondi di cui disponeva (niente affatto proporzionali
alla misura del reggiseno), quindi Aaron non poteva permettersi di mancare al voto.
Chiss� poi come gli era venuto in mente di mettere in programma una votazione di
quella importanza pochi giorni prima delle elezioni. Era una situazione
impossibile. Non solo per lui, ma per tutti quelli che si ricandidavano. Era stato
un anno da schifo, in tutti i sensi, il peggiore da sempre. Gli dispiaceva lasciare
i preparativi dell'ultimo minuto a Embeth. Gli dispiaceva lasciarla in quel
momento, il giorno del loro trentesimo anniversario. Trent'anni! Ve lo immaginate?
Erano praticamente dei bambini. Forse non erano ancora nati. La baci� sui capelli.
"Vai", gli disse lei. "In bocca al lupo. � tutto organizzato. Non c'� molto da
fare, ormai. Nulla che non possa fare da sola."
"Sei un angelo", le disse. "Sono un uomo fortunato", le disse. "Ti amo." E: "Buon
anniversario".
Lei si offr� di accompagnarlo in aeroporto, ma lui le disse di restare pure a
letto. Aveva gi� chiamato un taxi.
Embeth si rigir� e cerc� di riaddormentarsi, per� il sonno non arriv�.
Visto che ormai l'aveva svegliata, tanto valeva accompagnarlo in aeroporto. Da dopo
il tumore non dormiva pi� bene. Era fortunata se tirava tre ore per notte. Durante
la giornata era esausta.
Chiuse gli occhi.
A poco a poco era scivolata verso il sonno, quando sent� un frullio d'ali, come un
mazzo di carte che veniva mescolato.
Apr� gli occhi.
Un pappagallo verde smeraldo con la testa rossa volava dritto verso di lei e, solo
quando il suo becco adunco stava per colpirla in fronte, si pos� sulla distesa
piatta dove una volta c'era il suo seno.
"Se�ora, se�ora", disse il pappagallo. "Sveglia, sveglia."
Embeth gli rispose che aveva bisogno di dormire, ma il pappagallo sapeva che non
stava dormendo. Si rigir� a pancia in gi� e il pappagallo si riappoggi� in fondo
alla sua schiena.
"C'� da fare, c'� da fare", disse il pappagallo.
"Sloggia, El Met�." Non sapeva come mai avesse quel nome, n� cosa volesse dire. Era
spagnolo? Perch� non aveva mai imparato lo spagnolo? Chi lo sa, le sarebbe stato
molto pi� utile, in quanto moglie di un politico della Florida, dei tre anni di
stramaledetto latino studiato alle superiori. Non era nemmeno sicura che El Met�
fosse un maschio. Con gli occhi ancora chiusi, Embeth si stir� le braccia facendole
roteare come le pale di un mulino. Il pappagallo and� a posarsi sul davanzale. "Se
non dormo un pochino, oggi non riuscir� a combinare niente. Invece ho bisogno di
essere lucida."
"El Met� aiuta. El Met� aiuta."
"Non puoi aiutarmi. Al massimo puoi levarti di torno e lasciarmi riposare almeno un
po'."
Il pappagallo and� a posarsi sul comodino di Aaron, dove si mise a lisciarsi le
penne. Non � che fosse un'operazione rumorosa, ma ormai era troppo tardi. Embeth
era sveglia. Fingere di dormire era pi� stancante che rassegnarsi al resto della
giornata.
Si alz�, si lav� i capelli nella doccia e, quando ne usc�, trov� il pappagallo
appollaiato sul porta asciugamani.
"Mi piacerebbe che mi lasciassi un po' di privacy", gli disse Embeth.
El Met� and� a posarsi sulla sua testa e le diede una beccata col becco rosa.
"Idratare! Idratare!"

And� in cucina per versarsi del caff�. Avrebbe dovuto smettere col caff�, ma che
senso aveva la vita, senza caff�? Vivere, per lei, era acquisire cattive abitudini.
Morire era il processo attraverso cui te ne liberavi. La morte era una terra senza
abitudini. Senza caff�.
El Met� si pos� sulla sua spalla.
"Non voglio che vieni con me oggi", gli disse Embeth.
"El Met� viene. El Met�!"
"Sul serio, devo andare dal medico, dal parrucchiere, in lavanderia, dal fiorista,
dalla sarta, dal gioielliere e devo fare un discorso a quello stupido pranzo, e poi
c'� la festa..."
"Festa! Festa!"
"A me neanche piacciono, le feste..."
"Festa! Festa!"
"Non puoi venire alla festa."
"Festa! Festa!"
"Certe volte sei proprio uno zuccone, El Met�. E pure ripetitivo. Poi pensi di
essere leggero, invece sei pesantissimo, sulla spalla. Secondo me stai ingrassando.
Ho i tuoi artigli conficcati nella carne. Sei peggio della spallina del reggiseno.
Peggio di una borsa Birkin. Avr� bisogno di trovarmi un chiropratico."
Margarita, la domestica part-time, entr� in cucina portando uno scatolone.
"Buongiorno, Mrs Levin! E buon anniversario! Questo era sui gradini." Appoggi� lo
scatolone sul ripiano della cucina.
Embeth guard� l'indirizzo del mittente. Veniva dal suo amico pi� fidato, lo
spedizioniere. Prese un coltellaccio e apr� il pacco. Dentro, inumata in un
pluriball infinito, c'era una statuetta pacchiana. Era alta come un grosso pene,
fatta di resina dai colori vistosi, come un film in bianco e nero successivamente
colorato. Era un uomo alato, roseo, che indossava una toga rosa e reggeva una
stella di David di bronzo, come uno scudo. Doveva essere una specie di angelo
ebreo. Esistevano gli angeli ebrei? Ma certo che esistevano. Nell'Antico Testamento
c'erano gli angeli, quindi dovevano esistere. Nell'Antico Testamento non erano
tutti ebrei? Capovolse la statuetta. Il certificato di autenticit� attestava che si
trattava di Metatron, che sembrava un nome da robot. Chi poteva averle mandato un
oggetto del genere? Embeth non era il tipo di donna cui si mandavano angioletti.
"Che bello", disse Margarita. Perch� lei apprezzava il kitsch. Aveva anche un
aspetto vagamente kitsch. Si pettinava i capelli neri e lucidi come una regina del
burlesque. Girava per la cucina sfoggiando scarpe con le ciliegine e coi seni sodi
tutti strizzati che le arrivavano al mento. Jorge, il braccio destro di Aaron, non
aveva fatto in tempo a darle un'occhiata, che aveva detto a Embeth: "Sei sicura di
volere una ragazza del genere in casa tua?"
"Che cosa intendi?"
"Che te la vai a cercare."
"Aaron � vecchio. E io anche. Sono a casa pi� di lui, e poi � sessista non assumere
una persona perch� � bella. E comunque � anche intelligente. Si sta specializzando
in scultura all'accademia."
"Te la vai a cercare."
"La vuoi?" disse Embeth a Margarita, mentre scavava nel pluriball alla ricerca di
un biglietto. Immagin� che la gente le mandasse quella robaccia perch� pensava che
il cancro l'avesse rammollita.
"Non potrei mai accettarla", disse Margarita. "� un pensiero per lei."
"O forse era destino che io la regalassi a te."
"Porta sfortuna prendere l'angelo di un'altra donna."
"Se non lo adotti tu, finisce in pattumiera."
"Porta sfortuna buttare il proprio angelo nella spazzatura."
"Cos'� che non porta sfortuna?" Embeth lo sollev� prendendolo per la testa. "Io non
credo alla sfortuna." Apr� la pattumiera ma esit�. "Secondo te � riciclabile?"
"Non lo faccia. Magari col tempo le piacer�."
"Lo escludo."
"Magari a suo marito?"
"Aaron lo odierebbe."
"Va bene. Lo dia a me." Margarita prese l'angelo e lo appoggi� vicino alla sua
borsetta.
"Riesci a venire alla festa questa sera?" le chiese Embeth.
"S�, certo. Non me la perderei mai! Mi sono cucita il vestito da sola. � un
corsetto rosso con sotto una gonna nera a ruota, indosser� anche guantini di pizzo
nero senza dita, e avr� i capelli raccolti, tutti tirati indietro, e una veletta
sulla faccia. Sar� di grande impatto."
"Non stento a crederlo. Potrai mettertelo anche al mio funerale."
"Non sia macabra, Mrs Levin. � un abito molto allegro."
"Margarita, cosa significa met� in spagnolo?"
"Un bambino che fa i capricci potrebbe gridarlo, se vuole che un'altra persona
appoggi una cosa che ha in mano. Met�! Met�!"
"Ma se davanti c'� un el? El Met�. Cambia?"
"Ah. Cos� non vuol dire proprio niente."

La receptionist si scus�. Il medico era in ritardo con gli appuntamenti. Quando mai
non lo �? pens� Embeth. Tir� fuori il telefono e si mise a cercare online notizie
sulla campagna di Aaron. Decise che, se avesse perso, non le sarebbe importato.
Nonostante quello che dicevano di lei - che era lei quella ambiziosa, che senza di
lei suo marito sarebbe rimasto a insegnare inglese in una scuola superiore, non che
ci fosse nulla di male - quasi quasi una sconfitta non le sarebbe dispiaciuta.
"Embeth Levin, sei tu?"
Si volt� e vide Allegra. Era invecchiata. Sembrava che andasse per i cinquant'anni.
Oddio, pens� Embeth, non � che lo sembri. � invecchiata. E va per i cinquanta,
perch� io vado per i sessanta. Allegra lavorava con Embeth, ai tempi in cui Embeth
lavorava in ospedale. Erano molto vicine. Le prendevano in giro perch� sembravano
una vecchia coppia di sposi.
"Allegra, � passato davvero troppo tempo", disse Embeth.
Allegra la baci� sulla guancia. "Spero che tu non stia male."
"L'anno scorso sono stata malata, ma adesso sto meglio. Sono qui solo per un
controllo."
"In effetti... No, hai un ottimo aspetto."
"� inutile mentire. Sto da schifo."
"No, stai bene. Forse sembri un po' stanca. Io odio quando mi dicono che sembro
stanca."
"Stasera diamo una festa per il nostro anniversario. Dopo la visita, vado dal
parrucchiere. Devo inventarmi qualcosa per questa inutile lanugine."
"A me piacciono i tuoi capelli. Sono molto chic. Comunque, sapevo della festa.
Voglio dire, ci vengo."
"Perch�?" disse Embeth, senza riflettere.
"Perch� ho ricevuto l'invito. Davo per scontato che me l'avessi mandato tu."
Cacchio, come faccio a non ricordarmi una cosa del genere? pens� Embeth. "Certo",
le disse. "Ovvio." Che cosa le era saltato in mente, d'invitare Allegra?
"Mi sembri sorpresa."
"Ma no. Solo..." La verit� era che ultimamente non si ricordava nulla. Doveva
essere l'effetto della chemio.
"Levin", chiam� la receptionist.
"Mi ha fatto piacere ricevere l'invito", disse Allegra. "Non me l'aspettavo, ma mi
ha fatto piacere. Se per� preferisci che non venga... Se � stato uno sbaglio,
intendo."
"Voglio assolutamente che tu venga." Embeth strinse la mano ad Allegra. Era fresca
e morbida, e Allegra profumava di frangipani e di qualcosa di pi� speziato e meno
raffinato, come il legno di sandalo o il cacao in polvere. "A volte il mio cervello
funziona meglio quando non mi sforzo di pensare."
Allegra sorrise. "Non ho capito cosa intendi."
"Voglio che la settimana prossima ci vediamo per un pranzo interminabile", disse
Embeth. "Me lo prometti?"
"Mi spiace non aver saputo che eri malata."
"Non ero molto di compagnia."
"Comunque, avrei potuto fare qualcosa..."
E cosa avrebbe potuto fare? Una corsa solidale di cinque chilometri? Un nastrino
appuntato alla giacca? Le avrebbe portato un brodino da vomitare? Twittato la sua
solidariet�? "Perch� hai le orecchie da gatto?" le chiese Embeth. "Me le sto
immaginando o hai davvero delle orecchie da gatto in testa?"
"Ah!" Allegra ridacchi�, un po' imbarazzata, e si lisci� i capelli dietro il
cerchietto nero con le orecchie. "� il mio costume. Ieri era Halloween."
"Me n'ero dimenticata."
"Ma la festa della scuola di Emory � stamattina. Non chiedermi perch�. Io sono
incaricata del punch. Una delle mamme ieri sera mi ha mandato un messaggio: 'Non
mettere la frutta secca nel punch!' Ma chi mette la frutta secca nel punch? Io sono
la pi� vecchia delle mamme e pensano che non ci sia da fidarsi."
"Levin!" ripet� la receptionist.
"Ti stanno bene, le orecchie", disse Embeth, entrando nella sala delle visite.
"Come sto, Embeth?" le chiese il medico. L'inglese non era la sua lingua madre e
faceva ancora fatica coi verbi.
"Lei bene, io ho trovato un nuovo nodulo!" gli rispose, vivace.

Uscendo dall'ambulatorio, Embeth si sentiva stupidamente allegra. La promessa di


accertamenti futuri! La promessa di un altro ciclo di chemio! La promessa della
morte! Non c'era da stare allegri, eppure lo era.
E di certo non era per i festeggiamenti di quella sera.
Forse era il sollievo. Quando aveva sentito il nodulo sotto la doccia, l'aveva
preso come un fallimento personale, pur sapendo che era uno scherzo del suo
cervello, pura insensatezza. Non era colpa sua se il suo corpo continuava a
produrre agglomerati di cellule anomale. L'avevano educata a pensare che fosse
sempre colpa sua. Era dotata di un enorme potenziale, eppure non ne faceva una
giusta. Embeth, la Creatrice di cellule anomale. Embeth, la Distruttrice di mondi.
Forse a metterle allegria era la giornata stessa. Era una mattina fresca e
asciutta, dopo un ottobre fresco e asciutto. Gli uragani di fine stagione non erano
arrivati. I suoi capelli, o quel che ne restava, erano pi� ubbidienti del solito.
Forse era perch� aveva visto Allegra.
Se lui non fosse tornato, se gliene fosse rimasto il tempo, avrebbe pranzato con
Allegra e poi ci avrebbe pranzato un'altra volta e, durante quel secondo pranzo,
quando ormai sarebbero state pi� rilassate, avrebbero ordinato due dessert da
dividere e le forchette avrebbero tintinnato, incastrandosi, e avrebbero mangiato
fino all'ultima briciola e poi Embeth avrebbe detto al cameriere: S�, in effetti mi
andrebbe un espresso, e Allegra avrebbe proposto di andare insieme a un corso di
yoga (� hatha yoga, Em, pu� farlo chiunque), e a yoga una di loro avrebbe proposto
d'iscriversi a un book club, ed Embeth sarebbe riuscita a organizzare la sua vita
in modo da vedere Allegra tutti, tutti i giorni, finch� una delle due non fosse
morta.
Ma perch� Allegra si trovava all'ambulatorio del dottor Hui? Avrebbe dovuto
chiederglielo. Quanto era egocentrica. A volte dimenticava che non era l'unica al
mondo ad avere il cancro. D'altro canto, spesso dimenticava che tutti gli altri non
ce l'avevano.
Aveva convinto El Met� ad aspettare vicino alla macchina. Non si potevano portare
uccelli dentro l'ambulatorio. Era appollaiato sul cofano della Tesla. Le sue unghie
ticchettavano allegre sulla vernice. Si alz� in volo e and� a posarsi sulla spalla
di Embeth. "La camicetta � di seta, stacci attento", gli disse lei.
"Attento! Attento!" disse lui. "Buonanotte! Buonanotte!"
Embeth sal� in auto e le squill� il cellulare; prese le sue precauzioni mettendo in
viva voce, perch� l'ultima cosa che voleva era un tumore al cervello, con tutti gli
altri tumori che gi� aveva.
Era Tasha, una delle assistenti di Aaron a Miami. Era nuova. Disse che in ufficio
avevano un'emergenza. Le assistenti di Aaron avevano la tendenza a drammatizzare.
Soprattutto quelle nuove. Non avevano l'esperienza per distinguere tra problemi ed
emergenze, crisi e tragedia. Una settimana prima delle elezioni, che cosa non era
un'emergenza? "Non pu� pensarci Jorge?" disse Embeth. "Sono presissima, per la
festa di stasera. Perch� mai abbiamo organizzato questa stupida festa..." Esegu�
una risatina di scuse.
Tasha disse: "Forse emergenza non � la parola giusta. Lo definirei piuttosto un
problema".
"Ottimo. Mi fido di Jorge, sa gestire ogni tipo di problema."
"Ottimo! Eccellente!" disse El Met�.
"Sstt!" fece Embeth.
"Oh, mi scusi", disse Tasha.
"No, non tu. Dicevo a qualcun altro. Comunque, chiama Jorge."
"Okay. Per�, il problema �..." Tasha abbass� la voce ed Embeth non sent�. Le chiese
di ripetere, pi� forte. "� una ragazzina."
"Cosa?"
"C'� qui una ragazzina. Sostiene di essere la figlia di Aaron."
"Figlia! Figlia!" disse El Met�.
"� impossibile. Abbiamo solo figli maschi."
"� qui davanti a me. � alta all'incirca un metro e cinquanta, ha l'apparecchio e i
capelli ricci. Direi che avr� undici o dodici anni..."
"No, Tasha, non c'� bisogno che tu mi descriva una ragazzina. So benissimo come
sono fatte, anche perch� sono stata ragazzina pure io, che tu ci creda o no. E non
metto in dubbio che tu abbia davanti una ragazzina. Il punto � che non � figlia di
Aaron perch� io e mio marito abbiamo solo figli maschi."
"Maschi! Maschi!" disse El Met�.
"Vuoi chiudere la bocca, per favore?" disse Embeth.
"Non ho detto niente", disse Tasha.
"Non tu, quell'altro. Chiama Jorge e digli che si � presentata in ufficio una
ragazzina pazzoide. Lui ti dir� cosa fare. Io oggi non ho tempo per i pazzi."
"Okay", disse Tasha. "Posso fare cos�. Ma ci sarebbe un'altra cosa..."
"Cooosa?"
"Dice di chiamarsi Grossman."
Embeth detestava quel nome con tutte le sue forze. "� grossa?"
"No, di cognome si chiama Grossman."
"L'avevo capito." Le sarebbe tanto piaciuto poter arrivare alla fine della sua vita
senza dover risentire quel nome, nemmeno una volta.
"La settimana prossima si vota", continu� Tasha.
"S�, Tasha, ne sono informata."
"Lo so che ne � informata. Voglio dire, in ufficio c'� un sacco di gente e oggi
aspettiamo molta altra gente. I volontari della campagna. I giornalisti. Sarebbe
meglio mandarla da qualche altra parte, mentre le cose si sistemano. Jorge � a
Washington con suo marito. Non riesco a raggiungerli telefonicamente. Non ho voluto
mandare un messaggio, casomai qualcuno lo leggesse. Forse non far� in tempo a
parlargli. Non voglio che sorgano problemi."
E anche se fossero sorti problemi? E se Embeth non fosse andata in ufficio? E se
avesse chiuso la telefonata e fosse andata dal parrucchiere e avesse continuato la
sua giornata come programmato? E se non fosse intervenuta a risolvere le rogne di
Aaron? Era irritante che la gente pensasse sempre di chiamare lei, quando lui ne
faceva una delle sue. Non c'erano forse mogli che venivano protette dalla verit� a
ogni costo? Perch� nessuno pensava che Embeth fosse quel genere di moglie? Il
genere di moglie che era meglio lasciare all'oscuro, quando si trattava delle
mancanze del marito?
Una volta, tanti anni prima, non era intervenuta, e tutti sapevano com'era andata a
finire.
"Va bene. Vengo a prenderla", disse Embeth.
"E intanto cosa faccio, con lei?"
"Chiudila in uno sgabuzzino! Non m'interessa."
"Sgabuzzino! Sgabuzzino!" disse El Met�.
"Chiudi la..." sussurr� Embeth.
"Vuole che la chiuda in uno sgabuzzino?"
"Non stavo parlando con te."
"Ma con chi sta parlando?" sbott� Tasha. "Mi scusi, non sono affari miei."
Certo che non erano affari suoi. "Sono con El... Con un amico."
"Amico? Amico?" fece El Met�.
"S�, ci definirei amici", conferm� Embeth.
L'uccello le strofin� il becco sul collo e tub�.
"Non so nemmeno se abbiamo uno sgabuzzino..."
"Oh, per favore! Nella vita prendere le cose troppo alla lettera � un grosso
difetto. Non dev'essere per forza uno sgabuzzino. Mettila in un posto dove non dia
fastidio finch� non arrivo. Uno scantinato. Un tetto. Un cubicolo abbandonato.
Insomma, trovale tu un cacchio di posto!" Embeth riagganci�. Quella ragazza era
un'incapace.
"Incapace", disse El Met�.
Prima di dirigersi all'ufficio, cerc� nel cellulare il numero di Rachel Grossman.
Rachel Grossman, altrimenti detta la Peggior Vicina del Mondo. S�, quella cosa -
non sapeva nemmeno come definirla - sarebbe stata un problema di Rachel Grossman,
non di Embeth.
Chiam� il numero, ma non era pi� attivo. Mise in moto.

In ufficio i telefoni squillavano. Certi squilli suscitavano una risposta


entusiastica; altri erano stati ignorati per settimane e avrebbero continuato a
esserlo. Una ragazza con indosso un vestito componeva un tweet, una ragazza con una
versione pi� economica dello stesso vestito scriveva l'ennesimo memo - Oggetto: pro
e contro di Snapchat per candidati politici in carica - concludendo che, in quella
fase della campagna, per il membro del Congresso ormai era troppo tardi. Tutti
facevano attenzione a cosa mettevano per iscritto, per email o per messaggio,
perch� non si sapeva mai chi ti stava guardando o hackerando, e certe cose volevano
essere divertenti, ma il divertimento veniva meno eliminando il contesto, le
sfumature e le stravaganze del tono. Comunque un messaggio era preferibile a
un'email. L'email era preferibile alla telefonata. La telefonata era preferibile a
un incontro. Incontrarsi era una cosa da evitare a ogni costo. Ma, se non se ne
poteva fare a meno, meglio trovarsi a bere qualcosa che a pranzo e meglio a pranzo
che a cena. Tutti odiavano il proprio telefono ma non riuscivano a immaginare di
vivere senza. Una ragazza in jeans lanci� un'occhiataccia a quelle col vestito e
disse a un ragazzo in jeans che quelle col vestito non facevano granch�
d'importante (ma lo sapevano tutti che erano le ragazze col vestito a mandare
avanti la baracca). Una ragazza con la gonna discuteva con un ragazzo in tuta:
quell'anno le elezioni maggiori avrebbero favorito quelle locali? Qualcuno lanci�
un vecchio pallone, un'imitazione del Nerf, con scritto LEVIN 2006 e qualcun altro
grid�: "Silenzio, su C-SPAN trasmettono la votazione!" ma qualcun altro ancora
ribatt�: "Non interessa a nessuno!" e un altro: "A me s�!" Due ragazzi in giacca
prendevano le ordinazioni per il pranzo e una ragazza col vestito disse che lei non
avrebbe preso quelle per il caff�, non pensassero nemmeno di chiederglielo. Un
ragazzo con la cravatta rivedeva il suo curriculum (ma tanto lo facevano tutti,
sempre) e una ragazza col vestito disse: "Qualcuno pu� spiegare per l'ennesima
volta al membro del Congresso che ci vuole il punto all'inizio di un tweet che
comincia con la @?" E poi borbott� qualcosa sul "lavorare coi vecchi". Un'altra
ragazza col vestito mandava un'email a qualcuno che conosceva alla CNN: Solo per
curiosit�, come si diventa vice? Un ragazzo con la cravatta flirtava con un altro
ragazzo con la cravatta, e un ragazzo in pantaloni kaki rubava la cancelleria
dell'ufficio, dicendosi che stava facendo scorta per la sua campagna futura. Una
ragazza col vestito piangeva al telefono con sua mamma e mugugnava: "Non devo
mollare, altrimenti non mi riconosceranno nessun merito!" E tutti erano molto
importanti e molto poco apprezzati e molto sottopagati e, come in tutti gli uffici
di tutte le campagne elettorali, molto, molto giovani.
Embeth aveva conosciuto versioni precedenti di quei ragazzi e ragazze, sebbene non
conoscesse di persona le loro versioni attuali, e il suo arrivo pass� inosservato.
In anni di modesta notoriet�, Embeth aveva imparato l'arte di entrare in una
stanza. Quando voleva farsi notare, ci riusciva. Quando non voleva farsi notare, ci
riusciva. Il trucco era assumere l'atteggiamento di una che sa dove sta andando e
al contempo emanare un'energia benevola ma noiosa, perfino un po' sgradevole. Per
metterlo in atto a volte ricorreva al telefono, la fortezza di solitudine sua
quanto di tutti gli altri, e a una concentrazione frutto di grande allenamento.
Oppure ricorreva a un cappello poco appariscente, per� mai agli occhiali da sole.
Quale che fosse il metodo scelto, pi� andava avanti con gli anni e pi� facile
diventava per lei premere il bottone dell'invisibilit�. Un giorno non lontano,
forse, il bottone sarebbe rimasto premuto e nessuno l'avrebbe vista mai pi�.
Arriv� alla scrivania di Tasha, che si trovava in una reception separata, fuori
dall'ufficio personale di suo marito. La ragazzina era seduta di fronte alla
scrivania. Indossava una giacchetta a righe, di cotone increspato, jeans con
disegni colorati (un arcobaleno, un cuore, sole e nuvole), una maglietta che diceva
I DIRITTI DELLE DONNE SONO DIRITTI UMANI e scarpe da ginnastica rosa. Aveva i
capelli increspati dall'umidit� e li teneva raccolti in una goffa mezza coda di
cavallo. Aveva occhiali dalla montatura rotonda che enfatizzavano la rotondit� del
suo viso. Dietro quegli occhiali c'erano due dolci occhi verdi e, guardandoci
dentro, Embeth cap� che la scuola - o meglio, la vita - per lei non doveva essere
facile. Sembrava meno circospetta di quanto sarebbe stato ottimale per la
sopravvivenza. La fece pensare a una tartaruga rigirata sulla schiena, a un
porcospino nato senza aculei. Nell'educarla, sua madre aveva fatto un ottimo lavoro
e un pessimo lavoro. Ottimo perch� sembrava proprio una ragazzina cui non importava
niente di quello che pensavano gli altri. Pessimo perch� non era preparata per il
mondo. Agli occhi di Embeth somigliava ad Aaron, s�: i capelli ricci, gli occhi
chiari, anche se quelli di Aaron erano pi� azzurri che verdi. Ma del resto i tratti
di Aviva Grossman erano molto simili a quelli di Aaron, quindi non si poteva dire.
Embeth concluse che l'aspetto della ragazzina era, in sostanza, ebraico. Aveva
un'aria pacifica da nerd. Aveva le cuffie ed era intenta a leggere qualcosa su un
tablet.
Se fosse stata figlia di Aaron, non sarebbe stato da Aviva mantenere il segreto
tanto a lungo. Quella era la persona pi� indiscreta che Embeth avesse mai
conosciuto. Diventa l'amante di mio marito, se proprio devi, ma non scriverlo su
Internet! E almeno non scrivere che ci hai fatto sesso anale, per l'amor del cielo.
Anche cambiando i nomi, � solo questione di tempo.
Tasha salt� in piedi. "Mrs Levin! Avevo detto di avvertirmi del suo arrivo."
"Sono sfuggente."
"� lei", disse Tasha.
"S�, mi sembrava scontato che non si fosse presentata una seconda ragazzina."
"Non ho trovato uno sgabuzzino, quindi l'ho lasciata l�."
"Voglio parlarle. Ci dai un momento? Ah, Tasha, un'altra cosa. Conto su di te, non
spifferare niente a nessuno."
Tasha usc� ed Embeth si sedette sul divanetto accanto alla ragazzina.
"Abbiamo le stesse scarpe da ginnastica", le disse.
La ragazzina si tolse le cuffie. "Come?"
"Abbiamo le stesse scarpe da ginnastica."
"Le sue sono nere. Le mie sono quelle rosa, ho dovuto aspettare due settimane in
pi� per averle. A certe persone che conosco il rosa non piace."
"Non � il mio colore preferito", ammise Embeth. Per esempio, avrebbe preferito
morire senza dover mai pi� vedere un nastrino rosa contro il tumore al seno.
"Neanche il mio. � il mio secondo colore preferito. Secondo Mrs Morgan dire che non
ti piace il rosa � come dire che non ti piacciono le donne, perch� spesso il rosa �
associato alle donne."
"Capisco il punto di vista di Mrs Morgan, ma non bisogna dimenticare che il rosa
viene imposto alle donne fin dalla pi� tenera et�. Pensa per esempio
all'onnipresenza del rosa per le bambine e dell'azzurro per i bambini nei negozi di
articoli per neonati. Quindi rifiutarsi d'indossare il rosa vuol dire rifiutare
certe idee antiquate sulla femminilit�."
"Uhm. Ma non � colpa del rosa. E poi nessuno pensa lo stesso dell'azzurro. E
l'azzurro viene imposto ai maschi tanto quanto il rosa viene imposto alle femmine,
quindi la questione mi sembra complicata. Anzi, sfaccettata, che � una delle mie
parole preferite. Sfaccettato significa..."
"Io sono Embeth", riusc� a intervenire Embeth. Glielo ripet� e aggiunse: "La moglie
del membro del Congresso".
"Lo so, ho fatto le mie ricerche su Google. Io sono Ruby. Sono venuta a conoscerlo,
ma gliel'ha gi� detto Tasha, al telefono. Mi dispiace, ma ho sentito quello che le
diceva. E mi scuso anche per essermi presentata senza un appuntamento."
"S�, sarebbe stato meglio prendere appuntamento, ma ormai siamo qui. Non facciamo
come la moglie di Lot, che si gira a guardare Sodoma."
"Lei mi fa morire dal ridere."
L� per l� Embeth trov� l'osservazione disarmante. Non era sua intenzione fare la
simpaticona, e comunque nessuno l'aveva mai considerata tale. Era gi� tanto se
qualcuno coglieva le sue frecciatine. "Posso organizzarti un incontro col membro
del Congresso, ma prima devi rispondere a qualche domanda."
Ruby annu�.
"Tua madre si chiama Aviva?"
"S�. Ma adesso si fa chiamare Jane."
"E perch�?"
"Perch� � una bugiarda."
Embeth doveva ammettere che la ragazzina non aveva peli sulla lingua, e questo le
piaceva.
"Perch� si vergogna, credo", aggiunse Ruby, ammorbidita. "E perch� ha paura di
essere giudicata per quello che ha fatto con suo mari... col membro del Congresso."
"E probabilmente ha ragione. Come mai sei venuta qui?"
"Voglio incontrare mio padre. Non sono sicura che il membro del Congresso sia mio
padre, ma lo voglio sapere."
"E non � stato qualcuno a suggerirti di venire qui questa settimana, proprio questa
settimana?"
"In che senso?"
"Magari tua mamma? � stata lei a incoraggiarti?"
"Mia mamma non sa nemmeno dove sono! Le ho lasciato un biglietto."
"Mi sembri un po' troppo piccola per viaggiare da sola."
"Lo sono, ma sono anche matura per la mia et�. Ho sempre avuto molte
responsabilit�. Mia mamma organizza eventi e sono anni che lavoro con lei."
Embeth sospir�. "Sembri una brava ragazza, Ruby..."
"Non lo sono. Ho fatto delle cose terribili."
Embeth ci pens� su. "Cos'hai fatto?"
"Non voglio dirglielo. Niente d'illegale, ma d'immorale forse s�. Forse nemmeno
d'immorale, ma senz'altro sleale. Forse..."
"Lascia perdere, mi sembra complicatissimo. Ne parliamo pi� tardi. Devi ammettere,
per�, che capiti in un momento sospetto. Lo sai cosa sono le elezioni?"
"Certo che lo so."
Embeth si rese conto di averla offesa. A sua discolpa, si disse che era difficile
capire cosa sapevano i ragazzini. "Il membro del Congresso Levin � in corsa per la
rielezione, la settimana prossima, e la tua presenza per lui potrebbe essere non
proprio ideale. Che tu sia sua figlia o no, ci sono molte persone che sarebbero
felici di rivangare quel vecchio scandalo tra lui e tua madre. Quanto sai di quella
storia?"
Ruby svi� lo sguardo.
"Ecco, infatti. Comunque, intendo dire che per il membro del Congresso sarebbe un
grosso problema, a una settimana dalle urne."
Ruby ci riflett�. Si tolse gli occhiali e li pul� con la maglietta. "Qui fa un
caldo tremendo. Non ho mai avuto i capelli cos� crespi in tutta la mia vita."
"Non me lo dire. Ma non pu� essere la prima volta che vieni in Florida."
"Invece s�. Viviamo nel Maine, il Pine Tree State."
Il Maine. Chiss� come mai, il pensiero di Aviva Grossman nel Maine fece sorridere
Embeth. Condannata all'inverno eterno.
"Ha avuto un tumore?" chiese Ruby con disinvoltura.
"Perch�? Ho l'aria di avere un tumore?"
"Mia mamma organizza un sacco di eventi di beneficenza per i malati di cancro. E
lei sembra una che ce l'ha o almeno che l'ha avuto. Non ha le sopracciglia. Magari
le ha strappate troppo. Alle spose a volte capita."
"Io non sono una sposa. Lo sono stata moltissimo tempo fa. Per� ho un tumore. Di
solito mi disegno le sopracciglia, quando mi viene in mente. Dicono che ricrescono,
ma a quanto pare le mie si rifiutano."
"� strano che chiami suo marito 'il membro del Congresso'."
"Forse, ma ormai lo chiamo cos� da tanto di quel tempo che non me ne accorgo
nemmeno. � mio marito ma � anche il rappresentante del mio distretto, quindi di
fatto � il mio membro del Congresso e mio marito." C'erano stati momenti in cui
Aaron l'aveva delusa, come marito, ma poteva affermare, in tutta sincerit�, che
come membro del Congresso non l'aveva mai delusa. Come politico, era onesto e non
faceva mai promesse che non poteva mantenere.
"Non ci avevo mai pensato in questo modo. Ha votato per lui ogni volta che si �
candidato?"
"S�."
"Potrebbe non votare per lui, in futuro?"
"Probabilmente no. La vediamo nello stesso modo su tutte le questioni pi�
importanti e credo nel suo giudizio e nelle sue idee."
"Che cosa intende con 'giudizio'?"
Che cosa intendeva Embeth? Ormai ripeteva le stesse battute da tanto tempo che non
sapeva nemmeno pi� cosa volevano dire. "Sceglie bene da chi accettare soldi;
ascolta i suoi elettori pi� dei suoi finanziatori e ascolta la sua coscienza pi�
dei suoi elettori. Vale a dire che gli preme di pi� fare la cosa giusta che essere
eletto. Per 'giudizio' intendo questo."
Ruby annu�, ma non sembrava convinta.
Embeth cerc� di decifrare la sua espressione. Immagin� che stesse pensando alla
capacit� di giudizio di Aaron quando si trattava di andare a letto con ragazze come
sua madre. Una dote speciale di Embeth era quella che Jorge definiva "empatia
negativa": riusciva sempre a immaginare le cose peggiori che un'altra persona
avrebbe potuto pensare.
Ruby mise l'iPad nello zainetto. "Mi ha chiesto se so cosa sono le elezioni. Lo so.
Guardi che l'ho imparato anni fa. Da piccola. Mia mamma mi ha portato a Washington,
a vedere Obama che prestava giuramento. So tutto delle elezioni. Ma non � il motivo
per cui sono qui, anche se � il motivo per cui ho scoperto di mia mamma e suo
marito."
Embeth le chiese di spiegarsi.
"Mia mamma si � candidata a sindaco di Allison Springs. La cittadina dove abito.
L'hanno chiamata cos� in onore del capitano Eliezer Allison, che era un grande
capitano ma un pessimo marito e un pessimo padre. Non � interessante che le persone
siano brave a fare certe cose e meno brave a farne altre?"
"Ma come hai scoperto dello scandalo?" Embeth cercava di nascondere la propria
impazienza.
"L'avversario di mia mamma � Wes West, un agente immobiliare. Lui le ha sussurrato
'Aviva' durante il dibattito, quindi ho cercato su Google alcune cosette e poi ho
deciso di venire a Miami."
"Questo Wes West sembra proprio un figlio di puttana."
Ruby rise. "Mrs Morgan per� dice che non si dovrebbe usare certi insulti sessisti
che, oltre all'insultato, offendono anche certe povere donne sfruttate."
"Chi � Mrs Morgan?" La soneria del telefono di Embeth squill�. Lei frug� nella
borsa per trovarlo.
"� una donna che ormai � mia nemica. Ma perch� pensa che Wes West sia un figlio di
puttana?"
"Quando io e il membro del Congresso ci misuriamo con un avversario, decidiamo cosa
usare contro di lui - o di lei, anche se di solito � un uomo - e cosa non usare.
Non buttiamo l� una mezza cosa, mai, perch� � da vigliacchi. Ed � quello che ha
fatto Wes West quando le ha sussurrato 'Aviva'. L'ha fatto per infastidirla, per
zittirla sul momento. Cos� si � dimostrato un candidato debole e indisciplinato,
che probabilmente non sarebbe un buon sindaco, nemmeno in una cittadina
insignificante come Allison Springs, senza offesa." Embeth silenzi� il telefono.
"Cacchio. Tra una ventina di minuti devo essere a un pranzo e fare un discorso. E
Aaron oggi � a Washington."
La ragazzina assunse un'espressione disperata. "Avrei dovuto pensarci."
"Torna stasera. Non � poi cos� terribile, � che non so cosa fare con te, nel
frattempo."
Ruby tirava un filo del polsino. "Posso venire con lei?"
"Sar� di una noia mortale."
"Lo so, vado a un sacco di pranzi. Il pane � sempre vecchio, ma qualche volta
l'insalata � commestibile. I piatti di solito non sono granch�, tranne il dolce. Un
buon dessert serve a farti dimenticare le schifezze che l'hanno preceduto."
"Te l'ha insegnato tua mamma?"
Ruby fece spallucce.
"Vorrei proprio non doverci andare", disse Embeth.
"Che cosa farebbe, se potesse saltarlo?"
"Andrei al cinema. Mi comprerei una vasca di popcorn e chiamerei la mia amica
Allegra e mi addormenterei subito dopo i trailer. Adoro dormire al cinema e sono
mesi che non dormo molto. Ma non succeder�. Okay, diciamo che vieni al pranzo. E se
qualcuno mi chiede chi sei?"
"Dir� che la sto affiancando nell'ambito della Future Girls' Leadership
Initiative."
"Complimenti per l'improvvisazione. Hai mai pensato di entrare in politica?"
"No. Non credo di essere portata. Di solito non piaccio alle persone. Alle persone
della mia et�, intendo."
"Nemmeno io piaccio, di solito. Per� a me tu piaci. Ti trovo molto gradevole, anche
se ci siamo appena conosciute e se ho tutte le ragioni per non trovarti affatto
gradevole, credimi. Questo significa che devi essere decisamente simpatica. Okay,
vieni con me, ma prima dobbiamo chiamare una persona. La tua famiglia vorr� sapere
che non sei morta. Hai il numero di tua nonna? Credo che abiti da queste parti."
Ruby disse che non conosceva sua nonna.
"Non conosci Rachel Grossman?"
Ruby scosse la testa. "Non conosco nessuno dei Grossman. Non chiamer� mia mamma,
vero?"
"Stai scherzando? Tua mamma � l'ultima persona al mondo con cui vorrei parlare."
Embeth lasci� un biglietto sulla scrivania di Tasha, chiedendole di recuperare il
numero di Rachel Grossman.

Nel parcheggio della Allen Library, Embeth si disegn� le sopracciglia in fretta e


furia.
"Una � un po' troppo alta", le disse Ruby.
"Sta' zitto, El Met�."
"Scusi", disse Ruby, "volevo solo darle un consiglio."
"Oddio. Non tu. Pensavo che l'avesse detto qualcun altro."
"Qualcuno che si chiama El Met�. Bel nome. � spagnolo? M'interessano le lingue. Ho
un'amica di penna indonesiana."
Embeth cancell� il sopracciglio sinistro e lo ridisegn�. "Meglio?"
Ruby la guard�. "Meglio." La fiss� ancora per un istante. "Sembra che abbia
inarcato un sopracciglio, come se disapprovasse, ma appena appena."
"Mi si addice. Entriamo."
"Il suo amico � un maschio? El � l'articolo determinativo maschile."
"Non ne sono sicura."
"Una mia professoressa � cos�."
"'Cos�' come?"
"Transgender."
"No, non � niente del genere. Il mio amico � un pappagallo."
"Wow, ha un pappagallo! Me lo fa conoscere?"
A quel punto erano arrivate all'ingresso e Jeanne, dell'associazione dei laureati
dell'universit� di Embeth, stava andando loro incontro. "Buongiorno, Mrs Levin! La
ringrazio molto per aver accettato il nostro invito."
Jeanne: cardigan nero informe e vestito nero informe, talmente informe da
costituire una specie di baluardo difensivo. Jeanne: capelli lunghi incolti, non
tinti e intrisi di olio di cocco. Jeanne: comode ciabattone svedesi. Jeanne, che
profumava di sapone costoso ma non usava mai profumo. Che spendeva e spandeva per
occhiali di qualit� e gite troppo care con l'associazione dei laureati. Che aveva
due whippet o forse due gatti o forse allevava tartarughe. Che comprava solo
cioccolato fair trade. Che era iscritta a un book club dove nessuno finiva mai di
leggere i libri. Che per tenersi in forma preferibilmente nuotava. Che non portava
jeans, solo pantaloni ampi di cotone bio. Jeanne, che ammirava il membro del
Congresso, ma non l'avrebbe mai perdonato sino in fondo per quello che aveva fatto
con la stagista. Embeth aveva conosciuto molte Jeanne. Quanto le invidiava.
"Jeanne, che piacere rivederla!" Era sempre meglio presupporre di essersi gi�
conosciuti, sebbene, a dire il vero, Embeth non ricordasse di aver mai conosciuto
quella Jeanne in particolare. Per qualche motivo, era meno offensivo essere
ricordati erroneamente che essere dimenticati.
"Che giornata stupenda, quella", disse Jeanne.
"Davvero stupenda", concord� Embeth.
"E il clima!"
"Il clima!" Embeth rise.
"Il clima!" ripet� Ruby, poi si copr� la bocca con la mano. "Scusate. Da come ne
stavate parlando, mi � sembrato quasi di esserci anch'io, quel giorno."
Jeanne guard� Ruby. "E tu chi sei?"
"� la ragazza cui faccio da tutor per il programma..." Embeth se l'era scordato.
"Future Girls' Leadership Initiative", le venne in soccorso Ruby.
"S�, il FUGLI", aggiunse Embeth.
"Si chiama davvero cos�? Cio�, come ugly, 'brutte'?" chiese Jeanne. "Non mi sembra
un granch�."
"Noi non lo pronunciamo cos�. Sarebbe effe-gi-elle-i", spieg� Ruby. "Ma il nostro
motto, comunque, �: 'Accetta il brutto'. Troppe ragazze, da sempre, si lasciano
inibire dalla paura di essere definite brutte e non realizzano il loro vero
potenziale. Accettare il brutto � il nostro modo per dire che non c'importa se il
mondo non ci trova attraenti. Siamo intelligenti e forti ed � questo che conta."
Ruby tese la mano, come una professionista, e Jeanne gliela strinse.
"Una ragazza davvero notevole", disse.

Che onore essere qui con voi oggi...


Con minime modifiche, il discorso di Embeth era lo stesso da quindici anni. Ormai
lo recitava senza appunti. Avrebbe potuto recitarlo nella posizione del cane a
testa in gi�. O mentre faceva l'amore con suo marito, cosa che accadeva di rado,
del resto. Le veniva richiesto di tenere quel discorso molto pi� spesso di quanto
non le venisse richiesto di fare l'amore con Aaron.
... mai pensato di non lavorare. Mio padre era il re dello storione di Millburn, in
New Jersey. Mia madre gettava ponti. Letteralmente, perch� era ingegnere civile.
[Pausa per le risate.] Si godette quel momento di tranquillit� e di solitudine sul
podio. Sola, ma in mezzo alla gente. Guard� il pubblico, un mare di colori neutri e
informi, e si domand� quante di quelle donne amassero i loro mariti quanto lei
amava Aaron. S�, l'ironia delle ironie! Embeth amava Aaron.
... sono orgogliosa di essere stata una madre lavoratrice. � interessante
l'espressione "madre lavoratrice". "Lavoratrice" diventa l'aggettivo del sostantivo
"madre". Non diciamo "madre e lavoratrice" e nemmeno "lavoratrice madre"... Ci si
aspetta che l'enfasi sia tutta sul ruolo di madre, a discapito della
professionalit�. Io ero orgogliosa dei miei figli, ma lo ero altrettanto del mio
lavoro...
Quante persone l'avevano definito un "matrimonio politico", negli anni? S�, era un
matrimonio politico, ma non significava che non lo amasse. Si domand� quante di
loro erano state tradite. Si domand� quante di loro avevano perdonato i mariti dopo
il tradimento.
... spesso il primo argomento cui si pensa � il diritto di scelta delle donne,
contrapposto all'aggressione sessuale, ma secondo me la questione femminile pi�
importante � il divario di retribuzione. Credo che sia la questione fondamentale,
da cui scaturiscono tutte le altre forme d'ineguaglianza...
La verit� era che essere tradita non era stato terribile. Il colpo pi� duro era
stato l'aspetto pubblico del tradimento. Era stato fare la parte della donna che
aveva subito un'ingiustizia, perch� non le si addiceva. Era stato rimanergli
accanto, remissiva, quando aveva chiesto scusa. Era stato capire da che parte
guardare e scegliere la giacca giusta. Quale giacca avrebbe detto "sostegno",
"femminismo", "tenacia", "ottimismo"? Esisteva una stramaledetta giacca che potesse
dare quel messaggio? Ancora dopo anni, si domandava se l'avessero giudicata per
essere rimasta con lui dopo l'Avivagate.
... Ma conoscete tutte le statistiche...
Si domand� se il maglioncino di cashmere leggero che aveva adocchiato da J.Crew
fosse ancora in saldo.
Si domand� se le sopracciglia le stessero colando.
Si domand� cosa fare con Ruby.
... orgogliosi di avere dei figli maschi. Sono giovani eccezionali, solidi, da
tutti i punti di vista. E non lo dico perch� sono figli miei. [Pausa per le
risate.] Ma credo davvero che meritino il venti per cento in pi� di una giovane
donna ugualmente qualificata? No, non lo credo!
La ragazzina le piaceva, ma sapeva di non poterla presentare ad Aaron quel giorno,
n� quella settimana, n� quel mese. Aaron doveva restare concentrato. La cosa
migliore da fare sarebbe stata spedire la ragazzina dalla nonna, da quella cretina
di Rachel Grossman. Con un po' di fortuna, Tasha doveva aver trovato il suo numero,
ormai.
... La vera convinzione � continuare a credere che una cosa sia giusta anche quando
non ti conviene pi�. L'ho sempre detto ai miei figli. L'ho sempre...
E quindi Aviva Grossman si era candidata a sindaco? Da un certo punto di vista,
bisognava ammirarla per la sua chutzpah. Embeth non pensava a lei da anni, non al
tempo presente.
... come madre, il mio pi� grande successo sarebbe aver cresciuto dei figli
femministi...
Quando pensava ad Aviva, la vedeva imprigionata in un eterno 2001. Eterna
ventiduenne, eterna troietta in cerca di attenzione. Non l'aveva immaginata madre e
men che meno candidata a una carica pubblica.
... Prima di essere madre, ero una donna. Prima di diventare la moglie di un uomo
politico, ero gi� femminista. Prima di...
Le era bastata un'occhiata per capire che quella ragazza non prometteva nulla di
buono. La prima cosa di lei che le tornava in mente era la bocca. Una bocca grande,
leggermente imbronciata. Un rossetto rosso che era un pugno in un occhio. Aveva in
mano una lattina di Coca light con l'impronta del rossetto. Le curve che tendevano
le cuciture del tailleur di buona qualit� acquistato in saldo. Molte stagiste, del
resto, si vestivano cos�. Il loro guardaroba professionale veniva da sorelle
maggiori, madri, amiche, vicine di casa, e lo rivelava il fatto che non calzava mai
a pennello.
Per� non poteva essere quella la prima volta che l'aveva vista. Erano state vicine
di casa.
Applausi.
Gli applausi indicavano che il discorso era terminato. Jeanne ringrazi� Embeth e
chiese se c'erano domande. Perch� Embeth aveva accettato di rispondere alle
domande? L'unica cosa che avrebbe voluto fare era un pisolino.
Si alz� una donna con un cardigan grigio informe e informi pantaloni grigi. Sempre
quei vestiti, pens� Embeth. Erano tutte vestite come se stessero andando a un
funerale in un manicomio. Infatti anche Embeth si vestiva cos�.
La donna in grigio chiese: "A sentirla parlare, lei sembra una donna
intelligentissima. Quando si candider�? Non possono esserci due politici nella
stessa famiglia?"
Embeth fece la sua risata ufficiale. E, dentro di s�, una battuta privata: Magari
ci sono gi� due politici, in famiglia.
Una volta, tanto tempo prima, una domanda cos� l'avrebbe lusingata. Una volta
covava ambizioni di quel tipo. Ardentemente. Aveva spronato Aaron e poi, quando lui
aveva sfondato, si era risentita. Come moglie, comunque, di politica aveva fatto il
pieno. Anche perch� in politica non c'era lavoro peggiore di quello della moglie.
Non c'era lavoro meno pagato - perch� non veniva pagato affatto - e pi�
impegnativo. Nel pieno dell'Avivagate aveva preso parte a un panel sul traffico di
esseri umani, organizzato da donne impegnate in politica. Avevano una presentazione
in PowerPoint con un questionario per stabilire se la persona intervistata fosse
una vittima. Le domande del questionario erano: 1) Vieni pagata per il lavoro che
svolgi? 2) Non sei mai sola? 3) Capita che gli altri rispondano alle domande al
posto tuo? 4) Puoi uscire di casa quando vuoi? Eccetera. In base alle sue risposte,
Embeth aveva stabilito che probabilmente era vittima di un traffico di esseri
umani.
"Non sono Hillary Clinton", disse al suo pubblico. "Non potrei sopportare un'altra
elezione. Non ho desiderio di viaggiare. Di questi tempi i miei interessi non si
estendono oltre i confini domestici. Tra parentesi, voter� per lei. Per chi altro
potrei votare?"

La biblioteca non aveva un "dietro le quinte", quindi gli effetti personali di


Embeth erano stati messi in un ufficio che puzzava di muffa. Non appena riaccese il
telefono, arriv� una chiamata di Jorge.
"Com'� andato il discorso, bellezza?" le chiese.
"Bene. E la votazione?"
"� ancora in corso. Arriver� in ritardo, ma solo di un'oretta."
"Sconvolgente. Ricordami ancora perch� abbiamo organizzato questa festa."
"Dovr� venire direttamente in hotel dall'aeroporto, quindi per piacere prendigli lo
smoking. Io torno col volo che avevamo prenotato", disse Jorge.
"Perch�?" Jorge e Aaron di solito viaggiavano insieme.
"Non c'� motivo di pagare due volte il sovrapprezzo per cambiare volo. E poi non
voglio perdermi l'inizio della festa. Ma soprattutto vorrei un attimo per parlarti
da solo, se puoi."
Embeth sapeva di cosa si trattava. La settimana dopo si votava e Jorge voleva
lasciarli. Embeth sapeva che era il momento - era con loro da quasi vent'anni;
nessuno era stato pi� fedele ad Aaron - eppure temeva un mondo post Jorge. Sapeva
che ci sarebbe stato un nuovo Jorge, ma era terrorizzata all'idea di aprire la sua
cerchia ristretta a un estraneo.
"La ragazza � con te?" chiese Jorge, a bassa voce.
"S�, sta mangiando."
"Com'�?"
"Ha tredici anni. � una ragazzina. Ha i capelli ricci e gli occhi chiari. Parla in
continuazione. Non mi sembra una bugiarda e non mi ricorda Aviva."
"Grazie, Em. Sei una roccia a occuparti di lei, e per di pi� il giorno del vostro
anniversario. Non riesco a immaginare cosa voglia dire per te."
"Ma s�, sono una roccia", disse, stanca.
"Roccia! Roccia!" disse El Met�.
"In realt� non mi dispiace avere compagnia. L'hai detto ad Aaron?" chiese Embeth.
"Non ancora. Vuoi che lo faccia?"
"No, aspettiamo di vedere di cosa si tratta veramente. Perch� turbarlo, se poi non
� nulla?"
Un'altra chiamata in arrivo.
"Devo rispondere", disse Embeth. "� Aaron."
"Come sta andando la giornata?" le chiese Aaron.
"Bene."
"Qualche bella novit� da raccontarmi?"
"Ci hanno spedito un angelo", gli disse Embeth. "Una specie di angioletto ebraico
effemminato e incredibilmente kitsch. Immagino che sia un regalo di anniversario,
ma non so da parte di chi."
"Che strano."
Un'altra telefonata. Tasha.
"Devo rispondere", disse Embeth ad Aaron.
"Tanto devo tornare dentro. Volevo solo sentire la tua voce. Ti amo, Em."
"Anch'io." Embeth pass� a Tasha.
Tasha disse che aveva trovato il numero di Rachel Grossman. "Adesso si chiama
Rachel Shapiro."
Embeth agganci� e digit� il numero di Rachel Shapiro, ma non premette il tasto per
chiamarla. Mise il telefono in borsa e and� a cercare Ruby.
Ruby stava parlando con Jeanne.
"Caspita, Embeth, il programma FUGLI sembra fantastico!" disse Jeanne. "Ruby me lo
stava raccontando. Ho una nipote che sarebbe la candidata perfetta."
"L'anno prossimo non si fa pi�", disse Ruby.
"Mancanza di fondi", spieg� Embeth, con un'espressione esageratamente triste.
"Magari posso aiutarvi, in questo senso", propose Jeanne. "Metto a disposizione le
mie competenze, senza scopo di lucro."
"Allora mi mandi senz'altro un'email", disse Embeth.
Le donne la ringraziarono per il suo discorso ed Embeth si prodig� in tanti "prego"
che le bruciava la gola e le faceva male la faccia per il troppo sorridere. Se il
discorso piaceva, per riuscire ad andarsene ci voleva sempre pi� di quanto
pensasse. Qualcuno voleva una foto. Qualcuno voleva raccontarle una storia su sua
madre. Qualcuno piangeva. Qualcuno la invitava a cena. Qualcuno le metteva in mano
un biglietto da visita. Qualcuno si domandava se i suoi figli fossero sposati. Le
poche centinaia di metri di distanza tra la sala e il parcheggio duravano un'ora.
Embeth non poteva essere brusca, perch� dopotutto aveva bisogno che quelle donne
votassero per Aaron.
Quando Embeth e Ruby arrivarono alla macchina, Embeth era esausta. Non era timida,
ma neppure estroversa di natura.
"Ruby, ho pensato una cosa", disse. "E se per oggi ci prendessimo la giornata
libera? In fondo, � la prima volta che vieni a Miami. Facciamo qualcosa. Ti piace
andare in spiaggia?"
"No."
"Neppure a me. Lo dicevo solo perch� di solito alla gente piace andarci, quando
viene in Florida."
"Sar� che io sono un po' sfigata."
"Pure io", disse Embeth. "Allora cosa vuoi fare?"
"Conoscere il suo pappagallo. Non ho mai conosciuto un uccello parlante."
"El Met� � timido. Non sempre si fa vedere."
"Okay... allora perch� non andiamo al cinema?"
"Non dirlo solo perch� pensi che io ne abbia voglia."
"� il motivo per cui mi � venuto in mente. Ma anche a me va di andarci. Mrs Morgan
dice che una donna non dovrebbe mai accontentare gli altri a discapito dei propri
desideri."
"Mrs Morgan ha ragione." Embeth mise in moto.
L'unico film che proiettavano a un orario adatto era un film di supereroi.
Comprarono i popcorn pi� grandi e la bibita pi� grande. Embeth si addorment�
addirittura prima che finissero i trailer. Fece uno strano sogno. Era un albero
enorme con molti rami, forse una quercia, e i tagliaboschi stavano cercando di
tirarla gi�. Avrebbe dovuto essere terrorizzata all'idea, invece non lo era. Era
quasi piacevole. Quasi come un massaggio. La sensazione di essere intaccata da
minuscole accette. La sensazione di essere abbattuta.
Al termine del film, Ruby la scosse. "Cosa mi sono persa?" chiese Embeth.
"Hanno salvato il mondo."
"Sospettavo che sarebbe finita cos�."
Quando uscirono dalla sala, nell'atrio c'era un poliziotto in pantaloncini
attillati, con le gambe abbronzate ricoperte da un tappeto di peli neri e ricci.
Cercando di non essere indiscreta, ma con un entusiasmo da mattina di Natale, Ruby
osserv�: "In Florida i poliziotti hanno i pantaloni corti!"
"Esatto", disse Embeth.
L'agente stava mostrando al direttore una foto sul suo telefono.
Il direttore indic� Ruby. "� lei!"
Ruby indietreggi�.
"Sei Ruby Young?" le chiese l'agente.
"Pensavo che ti chiamassi Grossman", disse Embeth.
"S�, ma mia mamma ha cambiato nome", replic� Ruby.
"Tua mamma � molto preoccupata per te", disse il poliziotto.
"Come ha fatto a trovarmi? Ho spento il telefono."
"Ti ha rintracciato usando Find My iPad."
"Esiste una cosa che si chiama Find My iPad? Ma �..." Ruby scagli� quel che restava
dei suoi popcorn contro il poliziotto e si mise a correre. Solo che, invece di
correre fuori, si diresse verso il bagno.
Embeth e l'agente la seguirono. L'agente si toglieva i popcorn dai capelli. "Lei
che ruolo ha in tutto questo?"
"Io non sono nessuno", disse Embeth. "Sono irrilevante."
"Lei � l'adulta che si trova con la bambina scomparsa", ribatt� il poliziotto. "Io
non lo definirei 'irrilevante'."
"Non sono una pervertita. Mi chiamo Embeth Bart Levin. Sono un'avvocato e mio
marito � il membro del Congresso Levin. Questa ragazza � venuta nell'ufficio di mio
marito perch� desiderava incontrarlo, ma lui � a Washington fino a stasera."
"E allora lei ha portato una ragazzina di tredici anni al cinema?" fece il
poliziotto. "� cos� che fate coi ragazzini che si presentano in ufficio?"
"Se la mette in questi termini, la fa sembrare una cosa ignobile, ma non lo �
affatto. Ruby � un'amica di famiglia."
"Perch� non me l'ha detto prima?"
"Abbiamo appena cominciato a parlare", disse Embeth. "Ruby � la nipote di una mia
ex vicina di casa. Rachel Shapiro. La chiami pure, se le sembra il caso."
"Lo far�."
Erano arrivati alla toilette. "Vado dentro", disse l'agente. "Lei aspetti qui."
"Vuole entrare nel bagno delle signore?"
L'agente rest� interdetto. "Non � illegale, siamo sulla scena di un crimine."
Embeth alz� gli occhi al cielo. "Lasci entrare me, prima. Sul serio, a Ruby
piaccio. La convincer� a consegnarsi. Perch� fare una scenata?" Entr� nella
toilette. Non si vedevano gambe sotto nessuna delle porte. "Dai, Ruby, vieni fuori.
� finita. Lo so che sei su un water. Non farmi toccare tutte le porte. I bagni
pubblici sono i posti pi� sporchi della Terra e io sono immunocompromessa."
"Non posso uscire. Non ho ancora incontrato il membro del Congresso."
"Be'... hai incontrato me. Siamo diventate amiche e questo significa che potrai
conoscere mio marito pi� tardi. Posso fare in modo che avvenga. Ma devi andare col
poliziotto."
"Come fa a sapere che sono su un water?"
"Perch� ho passato buona parte della mia vita a nascondermi nei bagni, okay? E
l'unico modo per farlo � salire sulla tazza e accovacciarsi."
"E da chi si nasconde?"
"Oh, Cristo. Da tutti. Dai finanziatori. Dallo staff di mio marito. Anche da mio
marito, qualche volta. Da tutti. Li odio tutti, nessuno escluso."
La porta si apr� di scatto. Ruby aveva il viso appiccicoso di lacrime. "Non ho
conosciuto nemmeno El Met�."
"Ruby, se ti confesso un segreto su El Met�, farai una cosa per me?"
"Forse."
"Brava. Mai acconsentire a fare una cosa prima di sapere cos'�."
"COME VA L� DENTRO?" grid� il poliziotto.
"UN ATTIMO", rispose Embeth. "Ti dico cosa mi serve che tu faccia e poi ti dir� il
segreto su El Met�, okay?" si affrett� a dire. "� una cosa che non ho mai detto a
nessuno."
Ruby annu�.
"Ti ricordi che la settimana prossima si va a votare? Ho bisogno che tu non dica
alla polizia che il membro del Congresso potrebbe essere tuo padre. Non sappiamo
ancora per certo se lo �. Tua mamma non te l'ha detto chiaro e tondo. E, se salta
fuori che sei venuta qui, potremmo trovarci in un mare di guai, sia lui sia io.
Puoi farlo? Mi faresti un enorme favore."
Ruby annu� di nuovo. "Lo capisco. Allora cosa devo dire?"
"Che sei venuta in Florida per conoscere tua nonna, Rachel Shapiro."
"Okay, adesso basta! Andiamo, Ruby." Il poliziotto entr� e mise la mano sulla
spalla di Ruby.
Ruby si sottrasse.
"Qual � il segreto su El Met�?" chiese a Embeth.
"Sono sicura al novantatr� per cento che non sia reale."
"Non fa niente", disse Ruby. "Io avevo un amico che era una lampada."
L'agente si rivolse a Embeth. "Con lei non ho finito. Andiamo tutti quanti in
centrale."
Embeth avrebbe potuto obiettare - discutere era il suo forte - ma una discussione
sarebbe potuta risultare in un arresto, cio� l'ultima cosa che sarebbe servita ad
Aaron.

Portarono Ruby nell'ufficio del poliziotto ed Embeth rimase nella sala d'attesa.
Chiam� Jorge ma part� subito la segreteria. "Jorge, sono alla stazione di polizia.
Potrebbe essere che arrivi tardi alla festa. � una storia lunga. Puoi prendere tu
lo smoking di Aaron da casa? E, se c'� Margarita, falle scegliere un vestito dal
mio armadio. Altrimenti prendimi tu quello che ti sembra adatto. Purch� non sia
blu. Il blu non me lo voglio pi� mettere. Ho bisogno che mi porti anche la
parrucca. Oggi non ho avuto tempo di andare dal parrucchiere. Ci vediamo alla
festa."
L'agente usc� dall'ufficio e si avvicin� a Embeth. "� libera di andare."
"Come mai?"
"La madre, Jane, ha garantito per lei. Verr� la nonna a prendere la ragazzina."
L'agente sembrava vagamente incredulo. "In futuro, eviterei d'improvvisare uscite
con una tredicenne, senza prima chiedere conferma ai genitori."
"Vorrei parlare con Ruby", disse Embeth.
"Prego."
Embeth entr� nell'ufficio. "Allora dobbiamo salutarci. Preferirei squagliarmela
prima che arrivi tua nonna."
"Ma non ho ancora conosciuto il membro del Congresso!" sussurr� Ruby, pressante.
"Lo so. Mi dispiace. Gli ho appena parlato. Il suo aereo � in ritardo e stasera
abbiamo la festa del nostro anniversario. Siamo sposati da trent'anni. Lo sapevi?"
"E dopo la festa?"
"La festa non finir� prima di mezzanotte. Magari domani pomeriggio?"
"Mia mamma mi ha prenotato un volo domani mattina! Sono nei guai fino al collo e ho
speso met� dei miei risparmi e non ho fatto quello per cui sono venuta."
Embeth assunse un'espressione triste. "Mi dispiace, Ruby. Per noi � una settimana
impegnativa."
Ruby si mise a piangere, lacrime mocciose. "Non me l'avrebbe mai fatto conoscere,
vero?"
"Sinceramente... Non lo so. Prima avrei dovuto parlarne con lui."
"Se dicessi alla polizia che mi ha rapito, il membro del Congresso dovrebbe venire
a prenderla."
"Ti prego di non farlo."
"Se dicessi che lei � una pervertita..."
"Ruby!"
"Non lo farei sul serio. Volevo solo incontrarlo. Volevo solo vederlo coi miei
occhi." Ruby si chin� in avanti, appoggi� la testa sulle ginocchia. "Tutti mi
odiano. Se fossi stata imparentata con lui, almeno sarei stata qualcuno e magari
non mi avrebbero pi� odiato cos� tanto."
"Ruby, non � cos� che funziona, nella vita. Io sono sposata con lui e tutti lo
adorano, invece sembra che io non piaccia mai a nessuno."
"Mia mamma mi ha detto che non � mio pap�. Mi ha detto che � stato un rapporto
occasionale. Insomma, che l'ha fatto una..."
"Grazie, ho capito. Ruby, tua mamma ha ragione. Me l'ha detto anche il membro del
Congresso. Non � tuo padre e, mi dispiace dirtelo, ma non ha voglia d'incontrarti."
Ruby annu� solennemente. "Ma pensavo di somigliargli. Lui mi somiglia tanto. Deve
essere vero."
El Met� entr� dalla finestra aperta e si pos� sulla spalla di Embeth. "Vero! Vero!"
disse.
"Sstt!" fece Embeth.
"Festa! Festa!" disse El Met�.
"Ma vuoi stare zitto?"
"� qui, vero?" chiese Ruby. "El Met�."
Il pappagallo vol� da Ruby e si pos� sul suo avambraccio.
"Lo vedi?" chiese Embeth.
"No, ma sento che c'�. Di che colore ha le piume?"
"Ha la testa rossa e il corpo e le ali verdi, ma la punta delle ali � blu. Ha gli
occhi verdi e il becco rosato. � molto bello ma un pochino vanitoso."
El Met� strofin� il becco sul petto di Ruby.
"Mi piacerebbe vederlo", disse lei.
"A me piacerebbe non vederlo", disse Embeth.
"Secondo lei cosa significa?"
"Cerco di non pensarci, a cosa significa. Probabilmente che sono pazza o troppo
sola o entrambe le cose."
L'agente rientr� nell'ufficio. "Fuori c'� tua nonna."
Ruby si asciug� gli occhi con la manica. "Lei la conosce", disse a Embeth. "Pu�
fare le presentazioni?"
"Non siamo quel che si dice 'grandi amiche'", rispose Embeth.
Nella sala d'attesa, Rachel ex Grossman era insieme con la sua amica Roz Horowitz.
Rachel, che era una dura come poche, aveva le lacrime agli occhi. A quelle due non
sono mai piaciuta, pens� Embeth. Ma forse l'idea di non piacere alla gente era
frutto della sua immaginazione, come El Met�? Embeth sfoder� il suo miglior sorriso
da moglie di politico. "Roz! Rachel! � meraviglioso rivedervi. Vi presento la mia
amica, Miss Ruby Young."
Ruby si fece avanti a testa alta, le spalle dritte. "Ciao." Strizz� la mano di
Embeth e le sussurr�: "FUGLI per sempre".

Embeth prese un Uber per andare all'hotel dove avevano organizzato la festa.
Avrebbe recuperato la macchina nel parcheggio del cinema la mattina dopo. Il
conducente sbirci� nello specchietto retrovisore. "Lei ha un'aria familiare", le
disse.
"Me lo dicono in tanti. Ho un viso comune."
Il conducente annu�. "S�, per� lei � qualcuno, vero?"
"Non direi." Embeth controll� il telefono.
Un messaggio di Jorge diceva: NON PREOCCUPARTI. SONO PER STRADA E HO PRESO TUTTO.
CI VEDIAMO ALL'HOTEL. Si sent� sufficientemente rassicurata da fare conversazione
col conducente. Aveva appena letto che pure i conducenti valutavano i passeggeri,
il che le sembrava ridicolo. Lei cercava sempre di essere gentile con camerieri,
autisti, eccetera, ma non sempre era dell'umore per dare spettacolo. Possibile che
tutto e tutti, che ogni azione necessitasse di una recensione? "Non sono qualcuno,
ma sono sposata con qualcuno", disse.
"Ah, s�? Non mi lasci col fiato sospeso."
"Mio marito � il membro del Congresso Levin. Del ventiseiesimo distretto della
Florida."
"Non seguo la politica. � al Congresso da tanto?"
"Dieci mandati. Quest'anno si ricandida e una delle sue priorit� � assicurarsi che
Uber paghi i contributi per tutti i suoi autisti."
"Non sono registrato nelle liste elettorali. Non m'interessa chi viene eletto." Il
conducente ricontroll� nello specchietto. "Non era per quello che mi ricordava
qualcuno. Somiglia alla sorella della mia ex moglie. Una grandissima stronza, ma a
letto era una bomba."
Embeth rimase senza parole. Si aspettava che lo ringraziasse? Valut� di fargli un
predicozzo sul linguaggio e sugli argomenti appropriati in presenza di una cliente,
una signora, che nemmeno conosceva. Personalmente, non le aveva fatto n� caldo n�
freddo, ma non le piaceva l'idea che qualcuno come Ruby fosse esposto a tanta
superficiale misoginia. Alla fin fine, per�, era stata una lunga giornata ed era
pi� facile guardare il telefono per i dodici minuti successivi che misurarsi con un
autista in carne e ossa. Quando arriv� a destinazione, gli diede una stellina.

Jorge la aspettava davanti all'hotel, dove i taxi scaricavano i clienti. Lo vide,


in piedi sotto una palma, con in mano una borsa porta abiti, e si faceva notare
perch� con lo smoking non sudava affatto.
"Non � ancora arrivato nessuno", le disse. "Hai tutto il tempo per cambiarti."
"Aaron sta arrivando?"
"Il volo � in ritardo. Dovrebbe essere qui alle nove e mezzo."
"Un'ora e mezzo di ritardo? Niente male", comment� Embeth. "Ma come fai a non
sudare mai?"
"Ma s� che sudo. Dentro sono pieno di tossine e di rabbia."
Salirono nella stanza di Embeth, che and� in bagno a truccarsi, dedicando
particolare attenzione alle sopracciglia. Grid� a Jorge: "Mi hai preso lo Spanx
modellante?"
"Non ti serve. Metti i collant e basta."
"L'intimo giusto � tutto, Jorge." Embeth si tir� su i collant, che non erano
proprio la stessa cosa dello Spanx, ma bisognava accontentarsi. Si mise la parrucca
come se fosse un cappello. Poi indoss� un abito nero di jersey che lasciava
scoperte le spalle. "Ce l'ho da una vita, questo vestito", gli grid�.
"� tornato di moda." Quelle cose lui le sapeva sempre. "� una ruota che gira."
Si mise una collana di oro bianco che Aaron le aveva regalato per chiss� quale
ricorrenza e un paio di scarpe tacco cinque, il meglio che potesse fare, di questi
tempi. Si guard� allo specchio.
A parte aver tralasciato un accessorio intimo essenziale, Jorge aveva fatto un buon
lavoro mettendo insieme quell'accostamento. Su di lui si poteva sempre contare, per
qualsiasi cosa.
Quando usc� dal bagno, lo trov� addormentato sul letto, russava. Si commosse
guardando il suo viso pacifico. Le ricord� Aaron, solo che lui era meglio di Aaron.
Era meglio di Aaron perch� non l'aveva mai delusa. Quanto le sarebbe mancato!
Lo svegli� con delicatezza. "Sono pronta."
"Scusami!" esclam� Jorge. "Mi sono appisolato."
"Volevi parlarmi? Direi che abbiamo ancora qualche minuto."
"S�. Sono ancora mezzo addormentato. Un secondo." Si mise seduto. Il sonno lo
faceva sembrare pi� giovane e quasi ritroso. "Non � facile dirlo..."
"Posso aiutarti?" intervenne Embeth. "Dopo le elezioni, vuoi lasciarci. � ora,
Jorge. � ora che ti candidi a tua volta. � ora che sfondi nel settore privato, se �
quello che desideri. � ora che tu abbia qualcosa di tuo. Ci mancherai, ma ti
appoggeremo sempre. Ti aiuteremo a trovare i fondi per una candidatura. Terremo
comizi in tuo favore. Ti aiuteremo a reclutare lo staff. Per noi sei come un
figlio. Sono certa che lo sai."
"Em, sei molto buona, ma non �..."
"� assolutamente necessario. Nessuno � stato pi� fedele ad Aaron di te." Embeth si
sentiva sempre in imbarazzo ad abbracciare le persone, ma tir� a s� quell'uomo
ancora ragazzo. "C'era altro?"
"Com'� andata con la ragazzina? Come si chiama? Ruby!"
"Oh, bene. Non credo che Aaron sia il padre. Ruby - s�, si chiama cos� - avrebbe
voluto che lo fosse, ma Aviva ha detto che � stato un rapporto occasionale. Nulla
di cui preoccuparsi, insomma."

Era una festa sostanzialmente caratterizzata dalla negazione. Duecentocinquanta


ospiti, perch� era il numero minimo di persone che si potessero invitare senza
offendere nessuno. Uno chef acclamato aveva preparato piatti di spume, perch� era
la stagione delle spume, la stagione del sapore senza sostanza. Nessuno avrebbe
stramangiato e tutti sarebbero andati a casa affamati. Un DJ, perch� un DJ era
kitsch, ma le cover suonate male lo erano anche di pi�. Centrotavola fatti di erbe
aromatiche e piante succulente, perch� Embeth non voleva morti superflue, nemmeno
se si trattava di un fiore.
Era una festa. Indistinguibile da un evento di raccolta fondi, se non per il fatto
che Aaron - Embeth ne era certa - sarebbe riuscito ad arrivare meno in ritardo se
ad aspettarlo ci fosse stato un salone pieno di libretti di assegni.
Ovviamente erano presenti anche alcuni dei suoi finanziatori. I pi� leali e
prodighi, avevano dovuto invitarli. L'assurdit� pi� grande era aver pensato che
Embeth e Aaron potessero dare una festa senza di loro. Quale amico migliore di un
finanziatore leale?
"So che � la tua serata libera e mi dispiace chiedertelo, ma ti va di andare a
parlare con gli Altschuler?" disse Jorge. "Mi sembrano inquieti."
Embeth raggiunse gli inquieti Altschuler. "Embeth", disse Mrs Altschuler. "Stai una
meraviglia. Che serata spettacolare."
"C'� stato un momento in cui abbiamo pensato che voi due non ce l'avreste fatta",
disse Mr Altschuler.
"Jared!" lo sgrid� sua moglie.
"Cosa c'�? Non c'� niente di male a dirlo. Il matrimonio non � per i deboli e per i
pavidi. Emmy lo sa benissimo."
"Infatti", disse Embeth.
Di punto in bianco Molly, la coordinatrice dell'evento, fu accanto a Embeth e le
prese la mano con urgenza. Le sue abilit� speciali erano l'invisibilit� e l'attacco
a sorpresa. "Non possiamo proprio rimandare ulteriormente la cena", sussurr�. "Chef
Jos� sta delirando."
"Scusatemi", disse Embeth agli Altschuler. "Lo chef sta delirando." Baci� Mrs
Altschuler sulla guancia. "V'inviteremo presto."
Servirono la cena. Ma, ogni volta che Embeth stava per sedersi a tavola, Jorge le
chiedeva di dire due parole a un ospite, sempre diverso. Quand'ebbe finito il giro,
tutte le spume magiche di chef Jos� erano sparite e le avevano portato via anche il
piatto.
Chef Jos� pass� a sincerarsi che il cibo le fosse piaciuto.
"Straordinario", gli disse. "La ringrazio moltissimo per quello che ha fatto. �
stato troppo buono con noi."
"Per il membro del Congresso, questo e altro. Mi � dispiaciuto solo che non abbia
potuto assaggiare nulla."
"Il voto. Non si poteva evitare", disse Embeth, per la centesima volta quella sera.
"Gli riferir� senz'altro quanto era delizioso. Si pentir� di esserselo perso."
"Glielo descriva nel dettaglio. Lo faccia soffrire", disse lo chef. "Qual � stata
la parte che ha preferito?"
"La spuma."
"Quale?" insistette lo chef.
"La mia era vaniglia e wasabi", disse Molly, improvvisamente ricomparsa al fianco
di Embeth. "Embeth, so che il taglio della torta doveva essere un momento
importante, ma secondo me dovremmo servirla. Lei e il membro del Congresso potrete
fare un brindisi con lo champagne, prima di aprire le danze."
"E che torta sia!" disse Embeth.
Alle nove e mezzo, orario stimato del suo arrivo (tenuto conto del ritardo), Aaron
non c'era ancora, quindi non restava altra scelta se non dare inizio alle danze.
Alle 21:33 mand� un messaggio febbrile, pieno di errori di battitura, in cui diceva
che l'aereo era atterrato e che in appena tre quarti d'ora sarebbe arrivato. Molly
disse a Embeth che bisognava rivedere ancora il programma. Si stava facendo tardi
ed Embeth avrebbe dovuto fare un discorso.
"Sembrer� una stranezza", disse Embeth. "Festeggiamo il nostro anniversario, e io
sono l'unica a parlare?"
"Non appena arriva suo marito, diremo al DJ di mettere la vostra canzone e
libereremo la pista da ballo per voi. A proposito, avete deciso una canzone? Ho
pronta Stand By Your Man."
"Molly, era solo uno scherzo tra me e Jorge."
"Lo so. Che canzone?"
"Crazy Love di Van Morrison. S�, siamo vecchi."
Molly mand� un messaggio al DJ.
Con discrezione, Embeth infil� il dito sotto la parrucca e si gratt� la nuca.
"Comunque sono convinta che sembrer� strano, se faccio un discorso da sola."
Molly le vers� un bicchiere di champagne. "� il mio lavoro, quindi si fidi di me.
Niente � strano se non � il festeggiato a farlo sembrare tale. Ma lei lo sa meglio
di me."
"Vorrei fare la mia uscita con la canzone It's My Party (and I'll Cry If I Want
To)."
"Ironia. � chiaro. Ci penso io."
"Ma come si arriva a lavorare nel suo settore?" le chiese Embeth.
Sul momento, Molly sembr� confusa dalla domanda personale.
"Conosco una ragazza che organizza eventi e mi domandavo come si facesse a entrare
nel settore."
"Io ho studiato management alberghiero alla Cornell", disse Molly. "Adesso devo
andare a parlare col DJ."

Embeth fece la sua entrata sui lamentosi gemiti adolescenziali di Lesley Gore, con
una camminata danzante. Una specie di chachacha aerobico ma mal riuscito. Cercava
di sembrare spigliata. Di sembrare come se non gliene fregasse pi� un cazzo di
niente. El Met� era sulla sua spalla ma stava buono e zitto. Il volume della musica
si abbass� e il DJ annunci� che Mrs Levin avrebbe detto due parole.
Embeth guard� gli invitati. Era buio, non riusciva a distinguere Allegra, n�
Margarita, Jorge o il dottor Hui. E nemmeno gli altri. "Mi dicono che Aaron sar�
qui da un momento all'altro. Cosa volete, � il destino delle mogli dei politici.
Tuo marito sta sempre arrivando ma di fatto non arriva mai..."
Il pubblico rise di cuore alla battuta che non era una battuta.
Un attimo dopo, magicamente, la folla degli invitati si divise in due. Aaron
percorse quel corridoio come Mos� che separava le acque del mar Rosso.
"Sono qui", grid�. I suoi riccioli grigi sobbalzavano elastici sotto il riflettore.
"Sono qui, Embeth Bart Levin, amore della mia vita!"
Il pubblico esplose in un coro di "oooh".
Embeth sorrideva a tutti denti, instupidita. Quanto era bello, ancora. Quante cose
era disposta a perdonargli. Quanto amava quell'uomo.
E forse, in fondo, il senso della sua vita era tutto l�. Per lui aveva mentito,
ingannato, ingoiato la polvere, aveva chiuso entrambi gli occhi. L'aveva protetto
dalle sgradevolezze quando aveva potuto. L'aveva protetto da Ruby, Distruttrice di
mondi. Se avessero scritto il Libro di Embeth, l'unica cosa da dire era che aveva
amato Aaron Levin come nessun'altra avrebbe potuto amarlo.
Finalmente arriv� anche lui al microfono. Le strinse la mano. Si chin� verso di lei
ed El Met� vol� via. La baci� e le sussurr� all'orecchio: "Cosa mi sono perso?"
V
A te la scelta
AVIVA

Ti chiami Aviva Grossman. Hai vent'anni e studi all'universit� di Miami (forza,


Hurricanes!) Oggi � il tuo primo giorno come stagista nell'ufficio del membro del
Congresso Levin, il democratico di Miami, cio� il ventiseiesimo distretto
congressuale della Florida.
Sei supercarica. Credi che le istituzioni possano davvero cambiare le cose in
meglio! Credi nel membro del Congresso! Sentirlo parlare � cos� motivante. Lui �
cos� giovanile e bello. Non che sia importante, ma comunque non fa male che sembri
un John F. Kennedy Junior ebreo.
Sei nella tua stanza al dormitorio, contempli il tuo guardaroba. Da un anno non
indossi altro che pantaloni della tuta e Birkenstock. Tutti i vestiti "belli" ti
stanno stretti perch� hai messo su undici chili in un anno accademico. Non sei
ancora grassa, ma al momento non lo sai. Avresti potuto chiedere a tua madre di
comprarti dei vestiti nuovi per andare al lavoro, ma lei ti avrebbe rifilato una
delle sue tirate sulla dieta. Tipo: "Stai bevendo abbastanza acqua? Mangi dopo le
dieci?" Non hai voglia di sentirla. Vuoi concentrarti sul tuo nuovo lavoro. Ti
metti i collant neri anche se fuori ci sono pi� di trenta gradi.

Vai a pagina 2.

pagina 2

Non hanno ancora inventato lo Spanx e, nell'autunno del 1999, i collant sono la
cosa che gli si avvicina di pi�. Strizzi la carne nel budello come una salsiccia.
Stendi tre opzioni sul letto singolo extralungo della tua camera: un abitino nero
di cr�pe aderente, un vestito blu scuro di lanetta leggera che potrebbe essere
troppo stretto perch� sono pi� di due anni che non provi a tirare su la cerniera e
una camicetta bianca abbinata a un kilt grigio.

Se scegli l'abitino nero, vai a pagina 4.


Se scegli il vestito blu, vai a pagina 5.
Se scegli la camicetta bianca e il kilt, vai a pagina 10.

pagina 10

Scegli la camicetta bianca perch� ti sembra pi� professionale, ma poi, quando la


indossi, i bottoni tirano sul seno creando squarci a forma di occhio. Non hai pi�
tempo per cambiarti. Non vuoi arrivare in ritardo. Se chini le spalle in avanti,
gli occhi si chiudono.
"Wow", dice Maria, la tua compagna di stanza. "Sexy!"
"Mi devo cambiare?"
"Figurati. Anzi, mettiti il rossetto."
Ti metti il rossetto rosso, ma sbava ovunque. Non sei brava a truccarti perch� non
lo fai quasi mai. Al ballo del diploma, ti ha truccato tua mamma. S�, lo sai che
impressione d� questa cosa. Tu e tua mamma siete legate. Probabilmente � la tua
migliore amica, anche se tu non sei la sua.
La sua migliore amica � Roz Horowitz, una donna spiritosa e, come molte donne
spiritose, a volte cattiva.
Arrivi all'incontro di orientamento per i nuovi stagisti. Le altre ragazze
indossano semplici abitini neri o blu e ti penti di non esserti vestita cos� anche
tu. I ragazzi indossano pantaloni kaki e camicie azzurre. Pensi che sembrano i
commessi di Blockbuster.
Ti senti a disagio. Dopo l'orientamento vai in bagno e cerchi di toglierti il
rossetto rosso con un fazzolettino marrone e ruvido, di quelli che si trovano solo
nei bagni pubblici. Non serve. Anzi, spande rossetto ovunque e adesso stai peggio
che mai. Sembri Bette Davis in Che fine ha fatto Baby Jane? uno dei film preferiti
di tua mamma. Ti sciacqui il viso, ma non aiuta. Non riesci a far scendere un getto
decente perch� i rubinetti sono settati per andare cinque secondi alla volta e gli
spruzzi rapidi sembrano tatuarti le chiazze di rossetto sulla faccia.
Quando torni nella sala riunioni, stanno insegnando agli stagisti a fare le
telefonate agli elettori e a rispondere alle loro. Uno dei ragazzi alza la mano e
chiede: "Quando potremo incontrare il membro del Congresso?"
La persona che fa il training agli stagisti risponde che al momento il membro del
Congresso � a Washington e torner� in serata. Quando arriva ce ne saremo gi� andati
tutti da un pezzo. Aggiunge: "Il membro del Congresso � una persona molto
amichevole, ma a questo livello non vi capiter� molto d'interagire direttamente con
lui".
Pi� tardi, al desk dei telefoni, ti trovi seduta accanto al ragazzo che ha fatto la
domanda. � magrissimo e alto, ma sta gobbo come un anziano. Usa espressioni
yiddish, che sembrano piacere a chi chiama. Ha la tua et�, ma ti fa pensare a tuo
nonno.
Si presenta: "Sono Charlie Greene".
"Aviva Grossman."
"Dato che facciamo lo stage insieme, ti va di pranzare con me?"
Vai a pranzo con lui perch� ti sembra un tipo a posto e perch� � sempre meglio che
mangiare da sola e perch� ti ricorda i ragazzi che erano in classe con te al liceo.
Gli altri stagisti sembrano essere gi� tutti amici tra loro. Come si fa a diventare
amici cos� in fretta? Ti domandi se sarebbe stato diverso, indossando un vestito.
"Cosa vuoi fare dopo la laurea?" ti chiede Charlie mangiando patatine fritte.
"Per un po' mi piacerebbe occuparmi di campagne elettorali. Poi magari mi candider�
a mia volta."
"Anch'io. � la stessa cosa che voglio fare io!" esclama. "Dammi il cinque!"
Battete i palmi.
"Cosa studi?" ti chiede.
"Scienze politiche e Letteratura spagnola."
"Anch'io! Doppio cinque!"
Battete i palmi due volte.
"Tranne la letteratura", si corregge. "Ma � una grande idea. Dovrei mettermi a
imparare lo spagnolo. Chi � il tuo presidente preferito?"
"Adesso ti sembrer� assurdo per via del Vietnam. Ma, Vietnam a parte, mi piace
molto Lyndon Johnson. � stato un ottimo negoziatore e un ottimo legislatore. E mi
piace che abbia cominciato come insegnante. E mi piace che tutti i suoi familiari
avessero le iniziali LBJ."
"Perfino il cane!" dice Charlie. "Little Beagle Johnson."
"Lo so! E il tuo qual �?"
"Nonostante tutto, Bill Clinton. Per favore, non uccidermi."
"Anche a me piace. Secondo me � stato etichettato ingiustamente. Insomma, anche
Monica Lewinsky ha la sua parte di colpa, no? Si parla dello squilibrio di potere
tra loro due, e senz'altro conta. Ma lei era adulta ed � stata lei a provarci. E
comunque ognuno � libero di fare le sue scelte."
"Mi piaci, Aviva", dice Charlie. "Secondo me dovresti essere la mia 'telefonata a
casa' ufficiale." Chi vuol essere milionario � all'apice della popolarit�. "Per lo
stage, intendo."
"Che cosa comporta questo?"
"Sai, se uno di noi riesce ad arrivare al membro del Congresso o si mette nei guai
o che ne so, garantiamo per l'altra."
Accetti.
Ti d� il suo numero e il suo indirizzo email e tu gli dai i tuoi.
Dopo pranzo, passi il resto del pomeriggio al desk dei telefoni, che all'inizio �
divertente, come giocare a fare un lavoro da grandi, ma annoia in fretta. A fine
giornata la responsabile degli stagisti ti chiama nel suo ufficio.
Ci vai, chiedendoti come mai proprio tu.
"Aviva, siediti."
Ti siedi, ma la gonna ti sta talmente stretta che non riesci ad accavallare le
gambe. Devi stringere le cosce. Incroci le braccia sul petto.
"Com'� andato il primo giorno?" ti chiede la responsabile.
"Bene. Interessante. Ho imparato tanto."
"Volevo parlarti di una cosa. � leggermente imbarazzante. Abbiamo un codice di
abbigliamento, per gli stagisti."
Hai letto le istruzioni. Parlavano solo di "abbigliamento professionale". Senti che
cominci ad arrossire, ma non sei in imbarazzo. Pi� che altro, sei arrabbiata.
L'unico motivo per cui i tuoi vestiti non sembrano professionali � che hai un culo
enorme e tette ancora pi� enormi.
Okay, forse sei un po' in imbarazzo.
"Ho pensato che fosse meglio affrontare la questione sul nascere", dice la
responsabile.
Annuisci e cerchi di non piangere. Senti che ti trema gi� il mento.
"Ma no. Non � cos� grave, Aviva. Prenditi la giornata libera, domani. Comprati
qualcosa di carino e appropriato, okay?"
Vai nella stanza degli stagisti, a radunare le tue cose. Gli altri se ne sono
andati e le lacrime cominciano a sgorgare a fiumi.
Chi se ne fotte, pensi. Tanto non c'� nessuno. Meglio sfogarsi prima di mettersi in
macchina. A Miami � difficile orientarsi di sera e Google Maps non � ancora stato
inventato.
Piangi.
Bussano al vetro. � il membro del Congresso Levin. Lo conoscevi, da piccola. Ti
sorride.
"Li trattiamo cos� male, i nostri stagisti?" ti chiede, con gentilezza.
"Giornata impegnativa." Ti asciughi gli occhi con la manica.
"Aviva Grossman, vero? Eravamo vicini di casa a Woodfield."
"S�, ma non abito pi� l�. Adesso sono all'universit�. Vivo al dormitorio."
"Caspita, sei diventata grande."
"Non mi sento per niente grande. Mi ha appena sorpreso a piangere in ufficio."
"Come stanno i tuoi?" ti chiede.
"Benissimo."
"Ottimo. Senti, Aviva, spero che il tuo secondo giorno vada meglio del primo."
Avevi sentito dire che Levin � affascinante. E bisogna ammetterlo: la sua presenza
� confortante.
Stai andando via quando senti Charlie Greene che ti chiama. Ti ha aspettato sul
divanetto vicino agli ascensori.
"Ehi, 'telefonata a casa'! Dov'eri finita?"
"Dovevo telefonare a mia mamma", menti.
"Senti, ho pensato una cosa. Perch� non ci guardiamo Conan insieme? Mi sembri un
tipo da Conan. O forse sei pi� da Letterman? Senz'altro non da Jay, lo escludo."
"Si pu� essere tipi da Conan e da Letterman insieme."
"Brava, Grossman, cos� si fa", dice Charlie. "Finito Letterman, passi a Conan. �
cos� che facevano gli antichi romani."
Ridi. Ti piace Charlie Greene. Calza comodo comodo, come le Birkenstock.
Alzate gli occhi vedendo il membro del Congresso venire di corsa verso gli
ascensori. Ha le gambe lunghe. Ti sembra di aver letto che � stato un campione di
salto con l'asta e ci credi. Lo immagini in calzoncini attillati da atletica. "Hai
dimenticato le chiavi", ti dice. "Bel portachiavi."
Il tuo portachiavi � un mappamondo cloisonn� che ruota, un regalo di tuo padre in
ricordo di una gita in Russia con la tua classe di storia del liceo. Il membro del
Congresso fa ruotare il mappamondo e ti colpiscono le sue dita, tanto grandi
rispetto al mondo in miniatura che ti ha regalato tuo padre.
"Grazie." Quando ti consegna le chiavi, le vostre dita si sfiorano e, tramite una
di quelle acrobatiche connessioni del corpo umano, senti il contatto direttamente
in mezzo alle gambe.
"Visto che ci siamo, mi � venuta in mente una cosa", aggiunge il membro del
Congresso. "Non mi piace l'idea che uno dei miei stagisti pianga il primo giorno.
Soprattutto se si tratta della figlia del dottor Grossman. Dopotutto faccio una
vita molto stressante. Prima o poi potrebbe servirmi un quadruplo bypass. Lascia
che ti offra un falafel o quello che vuoi. Di sotto c'� un caff�. Servono anche
altre cose, ma fossi in te ordinerei falafel o frozen yogurt."

Se presenti Charlie al membro del Congresso e gli dici che voi due avete gi� altri
programmi per la serata, vai a pagina 20.
Se non presenti il membro del Congresso a Charlie - a dire il vero, ti sei
dimenticata del tutto di Charlie - e accetti immediatamente l'invito, vai a pagina
22.

pagina 22

Ti dimentichi di Charlie. Stai per andartene col membro del Congresso, quando lui
tende la mano alla tua "telefonata a casa". "Aaron Levin. Tu devi essere uno dei
nuovi stagisti."
Charlie riesce a dire il suo nome e poi: "� un onore conoscerla".
"Grazie per essere venuto a lavorare per noi, Charlie", gli dice il membro del
Congresso, guardandolo negli occhi. "Lo apprezzo." E lo invita a unirsi a voi.
"Avevamo gi� altri programmi", dice Charlie.
"Ma niente di stabilito", correggi tu.
"Cosa volevate fare?" chiede il membro del Congresso. "Mi piace sapere cosa
combinano i giovani."
"Volevamo guardare Letterman e poi Conan", dice Charlie.
"Allora facciamolo. Ma prima mangiamo qualcosa. Sono solo le dieci e mezzo. Abbiamo
tempo."
"Wow. Per�..." balbetta Charlie. "Il mio appartamento non � pulitissimo, anzi. Ho
dei coinquilini. Ho..."
"Non ti preoccupare, ragazzo. Mangiamo di sotto e guardiamo la TV qui sopra", dice
il membro del Congresso. "C'� un televisore in fondo al corridoio."
Scendete al caff� e il proprietario, che � mediorientale, s'inchina all'ingresso di
Levin. "Il membro del Congresso Levin! Dov'� stato? Abbiamo sentito la sua
mancanza."
"Farouk, ti presento i miei nuovi stagisti, i fuoriclasse Charlie e Aviva", dice
Levin.
"Non permettetegli di farvi lavorare troppo", dice Farouk. "Lui lavora tutta la
notte, sei notti a settimana."
"Tu lo sai solo perch� fai gli stessi orari", ribatte Levin.
"Quando me lo chiedono, rispondo che nessuno lavora pi� del mio membro del
Congresso, tranne me. Ma quando li vede i suoi ragazzi e la sua bella moglie?"
"Li vedo sempre. Ce li ho nel portafogli, sulla scrivania..." Levin ordina un
piatto di falafel per tutti, accompagnati da hummus.
Farouk porta la baklava offerta dalla casa.
"Allora, datemi un parere", dice il membro del Congresso. Ha un po' di hummus sul
labbro superiore. Non sai se farglielo notare, ma non riesci a smettere di
guardarlo. "Devo fare un discorso alla National Organization for Women sul divario
tra i sessi nella leadership e su cosa si pu� fare per rimediare, soprattutto
pensando alla prossima generazione. Tu sei una donna, Aviva."
Annuisci con troppa convinzione.
"E tu conosci senz'altro qualche giovane donna, Charlie."
"Meno di quante ne vorrei conoscere", dice Charlie.
Il membro del Congresso si fa una risata. "Quindi, ragazzi, ci sono idee?"
Charlie dice: "Secondo me funziona come per i late show. Io li adoro..."
"S�, l'avevo intuito", dice Levin.
"Chi conduce un late show indossa sempre un abito scuro", prosegue Charlie. "Chi
viene eletto presidente indossa sempre un abito scuro. Magari, se le signore si
mettessero in tailleur scuro, il problema sarebbe risolto."
Il membro del Congresso guarda te. "Tu come la vedi?"
"Sono d'accordo. In parte." Ti accorgi che stai arrossendo.
"In parte?"
"In parte. Non sono... cio�, non sono una femminista."
"Ah, no?" Il membro del Congresso sembra divertito.
"Voglio dire, non sono una non femminista. Cio�, mi ritengo un essere umano, prima
che una donna." Lo dici perch� sei giovane e perch� hai un'idea sbagliata del
femminismo. Pensi che le femministe siano tua mamma e Roz Horowitz. Donne di mezza
et� che ricordano con piacere le manifestazioni degli anni '70 e hanno vetusti
bauli pieni di spillette e magliette con slogan. "Ma credo - perch� lo so - che le
donne vengano giudicate in base al loro aspetto. Se una donna indossasse un
tailleur scuro, non la eleggerebbero presidente. Direbbero che cerca di passare per
un uomo. Cos� non pu� vincere."
Il membro del Congresso si scusa e va in bagno. Charlie dice: "Come fai a
conoscerlo?"
"Eravamo vicini di casa. E mio pap� ha operato al cuore sua mamma."
"Wow", fa Charlie. "Sono stato un figo a sceglierti come 'telefonata a casa'. Non
riesco a credere che voglia passare la serata con noi! Sul serio, � cos� sincero.
Sembra davvero che sia interessato a quello che abbiamo da dire."
Concordi.
"Pensa che io volevo lavorare per un senatore o alla Casa Bianca, ma qui si sta
rivelando molto meglio."
Tornate tutti in ufficio, dove il membro del Congresso mette sul Letterman. A met�
del talk show si toglie la cravatta e la camicia e resta con una maglietta intima
bianca. "Scusate, ragazzi", dice. "Guardate dall'altra parte. Fa un caldo boia." Di
colpo sei contenta che ci sia anche Charlie. Hai sentito dire che le donne dello
staff s'innamorano di Levin e preferiresti evitare di ricadere nel clich�.
Quando torni al dormitorio, a notte fonda, Maria non c'�, ma non � insolito. Dorme
quasi sempre a casa della sua ragazza. Vorresti avere anche tu una ragazza con un
appartamento dove andare. La novit� della vita al dormitorio � passata. Sei gi�
stufa delle pareti di cemento e del poster di Pulp Fiction di Maria, che non sta
mai attaccato per pi� di cinque giorni consecutivi. Sei stufa di fare la doccia con
le ciabatte e dei bagni in comune e della lavagna bianca sulla porta che non si
cancella. Sei stanca che le cose spariscano senza poter sapere per certo se siano
state rubate o solo andate perse. Sei stanca dell'odore di corpi, di sesso, di
sporco, di campi da calcio, di calzini, di erba, di pizza e ramen vecchi di una
settimana, di asciugamani umidi, di lenzuola cambiate due volte a semestre. Se
quello della stanza di fronte mette Crash into Me un'altra volta, muori. � la sua
canzone da rimorchio. Il peggio del peggio. E sembra tutto ancora pi�
intollerabile, quando hai passato una lunga giornata al lavoro.
Per� non sei stanca fisicamente e vorresti qualcuno con cui parlare di tutto. Pensi
di chiamare tua mamma, ma non lo fai. � tardi e ci sono cose che lei non capirebbe.
� tardi.
Controlli la posta elettronica sul computer della tua compagna di stanza. Ha
lasciato aperto il browser sul blog di una donna che lavora nella moda. Ultimamente
chiunque ha un blog. Ne leggi un pochino. L'autrice posta foto dei vestiti che si
mette, con la testa tagliata, e spara a zero sul suo capo e sull'ambiente sessista
dell'industria della moda.
Potresti farlo anche tu.
Ti sdrai sul letto e tiri fuori il tuo portatile, decidi di aprire un blog.
Decidi che sar� anonimo, perch� vuoi poter parlare apertamente delle tue
esperienze. Non vuoi che ti condizioni, in futuro. � un modo per sbollire un po'.
Scrivi.
Sono solo l'ennesima stagista del Congresso.
Primo giorno di lavoro e sono gi� nei guai. Ho sottratto fondi alla campagna
elettorale? Ho fatto una scenata davanti a un elettore o davanti al membro del
Congresso? Ho organizzato un'infiltrazione stile Watergate e poi ho tentato
d'insabbiare tutto?
No, lettori immaginari. Ho solo INFRANTO IL DRESS CODE.
In fatto di abbigliamento, gli stagisti devono seguire un certo regolamento, e io
pensavo di averlo fatto. Ma le mie TETTONE la pensavano diversamente...
Perch� il problema � tutto l�. Se a essere vestita com'ero vestita io fosse stata
una stagista meno dotata, a quest'ora sarebbe nei guai? Credo proprio di no. Questo
significa che il codice di abbigliamento per le stagiste prevede due pesi e due
misure, a seconda del fisico che hai. Il che, lettori immaginari, � una merda.
E, comunque, cosa avrei dovuto fare? Nel primo semestre di universit� ho messo su
undici chili. Volevano che mi rifacessi il guardaroba? Lo sapete che GLI STAGISTI
NON VENGONO PAGATI? I maschi sono vestiti come gli sciattoni che lavorano nei call
center dell'assistenza tecnica. Magari mi compro anch'io un paio di pantaloni kaki
e una camicia di jeans e stop.
Parlando d'altro. Oggi ho incontrato il Big Kahuna. Avete presente Gaston, del
cartone La Bella e la Bestia? Gli somiglia, e pure pi� muscoloso.
Vi sembra strano che io abbia sempre pensato: "Dai, Belle, scegli Gaston. Non �
mica tanto male. � bello. � ricco. Gli piaci. Un po' egoistico, ma chi non � un po'
egoista? Sul serio, Belle, non andare con la Bestia. Quello vive da solo in un
castello e ha un pessimo carattere e il suo migliore amico � un servitore che � un
candelabro! Tutte cose che dovrebbero metterti in guardia, ragazza. E poi, casomai
ti fosse sfuggito, � una BESTIA!"?
Vostra
E.S.D.C.

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spam che dice: Aiutentiche borse $$$Louise Vuittone$$$ le donne con stile la
vogliono clicca qui. Cancelli il commento e rinforzi i parametri del filtro anti
spam. Ti fai una risata. Chi pensavi che avrebbe commentato il post del tuo blog?
Nessuno sa che esiste. Valuti se cancellarlo, ma lo lasci. Potrai usarlo la
prossima volta che avrai qualcosa di cui lamentarti.
La mattina dopo, vai a Boca a trovare tua mamma.
Quando pensi a lei, la parola che ti viene in mente � troppo. Ti abbraccia troppo
forte, ti bacia troppo a lungo, ti fa troppe domande, si preoccupa troppo del tuo
peso/della tua vita amorosa/delle tue amicizie/del tuo futuro/di quanta acqua bevi.
Ti ama con un fervore quasi religioso. Fin troppo. � un amore che ti fa sentire in
imbarazzo per lei e quasi colpevole, perch� a parte essere nata che cosa hai fatto
per meritarlo?
Le fa piacere comprarti dei vestiti nuovi per il lavoro. Ovvio. � sempre contenta
di fornirti tutto quello che � in suo potere fornire. Non fa riferimenti espliciti
al tuo peso. Fa commenti tipo: "Una taglia in pi� ti cadrebbe meglio", o: "Meglio
non rischiare che la gonna ti salga dietro", "Carina la giacca, ma tira un
pochettino sul petto", "Perch� non saliamo al reparto intimo a vedere qualche
body?" Sei troppo abbattuta per controbattere. Lo scopo di quei vestiti � evitare
futuri scontri con la responsabile degli stagisti.
Ti domandi se la disapprovazione di tua madre per il tuo corpo non sia pi� che
altro nella tua testa e non effettivamente basata su cose che lei dice. Non si pu�
negare che tua madre sia molto snella. Ha gambe lunghe, da ballerina, tette
sodissime e, anche a quarantotto anni, un vitino stretto quasi quanto quello di
Audrey Hepburn. Si allena con religiosit�. L'unica cosa che le piace pi� del suo
lavoro di vicepreside � la palestra.
In cambio dello shopping, tua madre ti torchia sul nuovo lavoro.
"Allora, ti piace lavorare col membro del Congresso?"
Ridi. "Non lavoro a contatto con lui, in realt�."
"Allora cosa fai?"
"� noioso."
"Non per me! Il tuo primo vero lavoro!"
"Non mi pagano", precisi. "Quindi non � un vero lavoro."
"Comunque, � entusiasmante", insiste. "Dai, racconta. Cosa fai?"
"Rispondo al telefono. Faccio il caff�."
"Insomma, Aviva, potrai raccontarmi qualcosa da dire a Roz!"
"Non ho accettato il lavoro per darti qualcosa da raccontare a Roz Horowitz."
"Qualcosa sul membro del Congresso."
"Mamma! Ti ringrazio per i vestiti ma, sinceramente, non c'� nulla da raccontare.
Devo tornare a Miami."
Quando rientri al lavoro, quell'ipocrita della tua responsabile ti giudica pi�
accettabile. "Stai bene", ti dice.
La ringrazi e ti odi per questo. Vorresti ribattere con una battuta tagliente,
tipo: "Mi fa piacere che tu non debba pi� essere schifata alla vista della mia
carne che tende un tessuto dozzinale", ma non lo fai. Vuoi riuscire bene in questo
lavoro. Non vuoi combinare casini. Vuoi qualcosa da raccontare a tua madre,
qualcosa che lei possa raccontare a Roz Horowitz. Se incroci le braccia sul petto e
la giacca non tira, hai la sensazione che tua madre ti stia abbracciando e ti viene
quasi da piangere per la gratitudine. Ti domandi cosa facciano in situazioni del
genere le stagiste che non hanno madri adoranti e abbienti.
Ti abitui alla vita da stagista. Qualche volta leggi le email dei cittadini.
Qualche volta vai a prendere i caff� per tutti. Qualche volta rivedi i discorsi del
membro del Congresso e fai i controlli necessari. � il 1999 e sembra che in ufficio
tu sia l'unica in grado di svolgere una ricerca su Internet come si deve. "Sei una
maga, Aviva", ti dice la responsabile.
Ti soprannominano la "ragazza dei controlli". Diventi ufficialmente la Giovane
Esperta, da interpellare per tutto quello che riguarda i giovani. Diventi
preziosissima. Hai sentito dire al membro del Congresso, niente meno: "Fallo fare
ad Aviva". Suggerisci che il membro del Congresso crei un blog per parlare ai
giovani elettori e il suggerimento � accolto. Ti piace essere importante. Ti piace
il tuo lavoro.
Charlie Greene ti chiede di andare a casa dei suoi nonni per il suo compleanno.
Acconsenti perch�, nonostante la tua ascesa relativamente fulminante, Charlie �
ancora il tuo unico amico in ufficio.
La sera della cena, la responsabile ti chiede se puoi fare delle ricerche per il
membro del Congresso.
"Che genere di ricerche?"
"Per il suo discorso sull'ambiente di questo fine settimana. � importantissimo che
il discorso vada bene, ma di certo lo sai anche tu."
"Nessun problema, mi ci metto subito, domani mattina." Le spieghi che � il
compleanno di Charlie.
"Non puoi fermarti solo un pochino? Il membro del Congresso voleva i risultati
stasera. Ti dir� lui di cos'ha bisogno non appena arriva."
"Posso tornare appena finita la cena." Non ci tieni ad andare dai nonni di Charlie,
anzi, ma ormai hai accettato.
"Il membro del Congresso ha chiesto proprio di te. Gli hai fatto un'ottima
impressione."
"Mi fa piacere." Guardi l'orologio. Se non esci entro cinque minuti, non arriverai
mai al Century Village in tempo. Guardi il regalo di Charlie, appoggiato sulla tua
scrivania: una raccolta delle "top 10 lists" di David Letterman.
"Charlie � un ragazzo speciale. Capir�. Qui lavoriamo tutti per lo stesso
obiettivo, no?"

Se dici alla responsabile di andare a farsi fottere, vai alla cena e torni alle
dieci, vai a pagina 40.
Se chiami Charlie e gli dici che arrivi in ritardo, vai a pagina 43.
Se non chiami Charlie (non vuoi che ti convinca a non restare in ufficio) e resti
al lavoro (arriverai quando riesci), vai a pagina 45.

pagina 45

Ti addormenti nel tuo cubicolo. Ti perdi la cena di Charlie e la responsabile


dev'essere andata a casa e il membro del Congresso non ti ha nemmeno chiesto cosa
vuole farti cercare.
Senti una mano sulla spalla.
� lui.
"Ehi, dormigliona, cosa ci fai ancora qui?"
Ti serve un attimo per orientarti, poi rispondi: "Mi hanno detto che aveva bisogno
di me, quindi mi sono fermata".
"Non avrebbero dovuto chiedertelo. Mi manca parecchio per finire. Non ti sapr� dire
cosa mi serve prima di domani."
Scuoti la testa, fai un respiro profondo e, pi� brusca di quanto vorresti, dici:
"Allora me ne vado a casa".
"Aspetta, Aviva. Cosa c'�?"
"Per lei non sar� niente d'importante, ma ho saltato la cena di compleanno di un
amico per restare qui. Il mio unico amico, e probabilmente mi odia."
"Mi dispiace."
"No, non � colpa sua. Me ne sarei dovuta andare. Sono una persona adulta. Avrei
dovuto capire meglio la situazione."
Il membro del Congresso annuisce. "� un atteggiamento ammirevole."
"Sono rimasta perch� volevo. Mi piace molto lavorare qui."
"Pensiamo tutti che tu stia facendo un ottimo lavoro. Abbiamo avuto un ottimo
feedback sul blog. Molto lungimirante. Embeth e io siamo pi� che soddisfatti del
riscontro."
Per un attimo non capisci nemmeno di che blog stia parlando. Sei intontita e ti
chiedi se abbia letto il tuo blog e come abbia fatto a capire che eri tu l'autrice,
ma poi ti viene in mente che sta parlando del suo blog. "Fantastico", dici. "Sono
contenta."
Ti guarda prendere le tue cose - lo zaino JanSport fiorato, il portachiavi
cloisonn�, la penna a forma di fenicottero - e ti domandi perch� non se ne vada.
"Bel portachiavi", ti dice.
Ti chiedi se si ricorda di avertelo gi� detto.
Che serataccia.
Non riesci a smettere di pensare a Charlie.
Charlie non ti piace in quel modo, ma sai che tu piaci in quel modo a lui. Eppure �
stato un buon amico per te. Vi divertono le stesse cose e con lui stai bene e avete
tanto in comune. Avete passato ore a parlare di come avreste impostato le vostre
campagne elettorali; a cercare di stabilire se fosse meglio specializzarsi in
Politica o in Legge; se valesse la pena fare un altro stage a un livello pi�
elevato o cercare di farsi promuovere nell'ambito di uno stage di livello inferiore
(come considerate quello che state facendo); e in quali citt� sarebbe meglio
stabilirsi e quali sarebbero gli slogan delle vostre campagne. Con lui ti piace da
matti inventare "ottimi pessimi slogan", tipo: La politica � un lavoro sporco.
Meglio farlo fare a qualcun altro.
Il fatto � che hai passato pi� tempo a parlare del futuro con lui che con chiunque
altro al mondo.
Quando hai compiuto dodici anni e hai fatto la festa, invitando tutta la classe,
sono venuti solo in tre perch� un'altra compagna faceva la festa lo stesso giorno.
Certo, Charlie compie ventun anni, per�... Te lo immagini, coi nonni, seduti a
tavola. Cominciamo a mangiare senza di lei? E lui: No, aspettiamola. Continua a
ripeterlo finch�, alla fine, non getta la spugna. Ti senti una carogna.
Hai bisogno di fare qualcosa che ti levi il senso di colpa dalla testa.

Se telefoni alla tua coinquilina per sapere se ha voglia di andare a ballare, vai a
pagina 48.
Se telefoni a Charlie per profonderti in scuse e chiedergli se ha voglia di
guardare Letterman/Conan, vai a pagina 50.
Se ingoi i tuoi sentimenti, vai a pagina 53.
Se baci un avvenente membro del Congresso, vai a pagina 54.

pagina 54

Non pensi alla sua sgradevole moglie. Hai sentito dire che � un matrimonio
politico, qualsiasi cosa voglia dire. Non pensi ai suoi figli. E nemmeno a tua
madre la vicepreside e a tuo padre il cardiochirurgo, e a quanto lavorano sodo
perch� tu possa lavorare gratis al tuo stage. Non pensi a tua nonna Esther e alla
tua prozia Mimmy, entrambe sopravvissute all'Olocausto. Non pensi all'unica volta
che hai fatto sesso, con un ragazzo con cui stavi ma che di certo non ti ha chiesto
il permesso. Non pensi all'estate passata al campeggio dei ciccioni, a quattordici
anni. Non pensi a quanto odi il tuo corpo, che in realt� non ha mai fatto nulla per
te. Non ci pensi affatto al tuo corpo. E di certo non pensi al dolce, simpatico
Charlie Greene. Non ti chiedi se davvero vorresti un uomo come il membro del
Congresso.
Il punto � che non pensi, e basta. Non volevi pensare e non pensi. Volevi provare
qualcosa che non fosse il senso di colpa.
Ti avvicini a lui e premi le labbra sulle sue, gli spingi la lingua in bocca. Sei
sfrontata, impavida e sconsiderata. Ti piace essere una ragazza del genere.
Per un istante la sua lingua incontra la tua, ma poi la spinge fuori dalla bocca
con forza. Lui ti allontana e ti tiene a distanza col braccio. Si guarda attorno
per assicurarsi che non ci sia nessun altro.
"Capisco il tuo impulso", dice. "Ma questo � inopportuno. Non pu� succedere di
nuovo."
Annuisci e afferri lo zaino, corri alla macchina.
Quella sera rifletti sulla frase "Capisco il tuo impulso".
Significa:
A. Anch'io ho provato l'impulso di baciarti.
B. Capisco perch� una come te vorrebbe baciare uno come me, anche se, di fatto, non
provo lo stesso impulso.
C. In generale, capisco che le persone a volte provano l'impulso di baciare altre
persone.
Stabilisci che � impossibile sapere cosa abbia voluto dire. Ma presenti comunque le
possibilit� alla tua compagna di stanza, che � in rotta con la sua ragazza. La tua
compagna di stanza pensa che la risposta giusta sia la A.
Il giorno dopo, sabato, Charlie Greene ti telefona. "Cosa ti � successo?"
"Mi hanno trattenuto in ufficio."
"Ho pensato che dovesse essere quello. La prossima volta, magari, avvisami.
Comunque mia nonna vuole ancora conoscerti."
"Okay."
"Forse conosce tua nonna."
Arriva una telefonata sull'altra linea. Non riconosci il numero ma rispondi lo
stesso.
"Aviva", dice il membro del Congresso. "Avrei bisogno che tu venissi in ufficio
oggi."
Di solito � la responsabile a chiamare per i turni della settimana. Da una parte ti
chiedi se il membro del Congresso voglia licenziarti, dall'altra per� ti chiedi se
ti bacer� di nuovo.
Non fai la doccia. Hai dormito coi pantaloni della tuta e con una maglietta e non
ti prendi la briga di cambiarti. Non vuoi metterti niente di speciale. Niente che
dica che te ne importa.
Vai in ufficio e hai le mani gelate, quando sei nervosa ti succede.
Prendi l'ascensore e, quando arrivi, Aaron Levin ti chiama nella sua stanza.
"Lascia aperta la porta. Voglio che tu scopra tutto quello che puoi sul
coinvolgimento del governo nella canalizzazione del fiume Kissimmee."
"Sissignore."
La ricerca in Internet richiede venti minuti. Il Kissimmee � il fiume pi� lungo
della Florida e, come ogni fiume, agli inizi della sua carriera era una serie di
anse irregolari e sinuose. Alla met� del XX secolo, un'epoca di ottimismo
dissennato, i genieri dell'esercito statunitense avevano deciso che, se fosse stato
diritto, il Kissimmee avrebbe contribuito al controllo delle inondazioni e sarebbe
stato un utile strumento di navigazione per gli aerei. Ci avrebbero guadagnato
tutti. Gli avevano scavato un nuovo letto, uccidendo innumerevoli specie di flora e
di fauna e danneggiandolo in modo praticamente irreparabile. Dal punto di vista
ambientale, il Kissimmee era stato un fallimento disastroso.
Torni nell'ufficio del membro del Congresso e glielo riferisci, aggiungendo qualche
dato sui costi del ripristino alle condizioni iniziali.
"Una tragedia", dice.
"S�, una tragedia."
"Chiudi la porta."
Vai a chiudere la porta. "Non riesco a smettere di pensare a te, ma sono sposato
con figli, e ricopro una carica elettiva nazionale, quindi non pu� succedere."
"Lo capisco."
"Per� vorrei che restassimo amici."
"Certo", rispondi, anche se non hai amici della sua et�, tranne tua mamma.
Ti tende la mano.

Se gli stringi la mano e poi cerchi di nuovo di baciarlo, vai a pagina 60.
Se gli stringi la mano e poi torni a casa, vai a pagina 94.
Se gli stringi la mano e poi dai le dimissioni, vai a pagina 95.

pagina 60

Gli stringi la mano.


La stringi e non la lasci andare. Lo tiri verso di te e lo baci di nuovo.

Se pensi che sia solo un passatempo, vai a pagina 62.


Se pensi di essere innamorata, vai a pagina 64.

pagina 64
Non sei mai stata innamorata, quindi non sei sicura di esserlo.
Lui � diverso da tutti quelli che hai conosciuto prima.
� diverso dai ragazzi della tua et�, come Charlie Greene.
� intelligente, un uomo di potere, ed � sexy da morire.
Per te � facile trovare scuse per restare fino a tardi.
No, ti ricordi male.
Per lui � facile trovare scuse per farti restare fino a tardi. "Ho bisogno di
Aviva", dir�. "Fallo fare ad Aviva."
A volte significa che vuole farti lavorare. A volte significa che vuole te.
Non sai mai cosa vuole finch� non dice: "Chiudi la porta". � una situazione
eccitante. � come essere la concorrente in un quiz televisivo. Cosa ci sar� dietro
la porta numero uno?
Ti chiedi se qualcuno sospetta qualcosa.

Fai il passo successivo e dici: "Ti amo".


E lui dice: "Anch'io ti amo".
No, ti ricordi male. Lui non lo dice mai esplicitamente. Dice: "Anch'io".
Tu dici: "Ti amo".
Lui dice: "Anch'io".
Ma forse non � un tipo espansivo.
Cerchi le prove del suo amore.
Reperto 1: Se non ti amasse, perch� passerebbe tanto tempo con te? Perch�
metterebbe a rischio tante cose, matrimonio, famiglia, lavoro? Concludi che deve
amarti.
Reperto 2: Una volta, senza nessun incoraggiamento da parte tua, ti dice: "Appena
vengo rieletto, lascio Embeth. � un po' di tempo che non siamo pi� felici".
Ripensandoci meglio, forse questa non � da considerarsi una prova. In fondo ha
detto solo che non era felice con sua moglie. Forse non ha nulla a che vedere con
te? Come fai a sapere se hai causato l'infelicit� o se ne sei un sintomo?
Non riesci nemmeno a trovare uno straccio di terza prova. La prima volta che ti ha
visto senza reggiseno, ha detto che avevi "le tette pi� sexy che avessi mai visto".
Non sei cos� stupida da pensare che la prova del desiderio equivalga a una prova
d'amore. Eppure il desiderio � inebriante e apprezzato. Ti sei sempre sentita
sgraziata, informe e ingombrante. Lui ti guarda come se tu fossi il burro e lui un
coltello caldo.
Decidi che non importa che ti ami. Tu lo ami. Sei sicura dei tuoi sentimenti.
Sei sicura dei tuoi sentimenti, per� ci sono lo stesso delle cosette che ti
disturbano.
Lui non vuole rapporti vaginali. Provate tutti i modi in cui un uomo e una donna
possono fare sesso, ma non quello. Tu vorresti, ma non insisti. In un certo senso
sei ancora vergine e hai un po' paura di cosa potrebbe succedere. Ti ha fatto tanto
male con quel ragazzo che non ti ha chiesto il permesso. E dopo non l'hai pi�
fatto.
Un'altra cosa che ti disturba � che sostenga di voler lasciare sua moglie dopo le
prossime elezioni. Sai che per il Congresso si vota ogni due anni. Finch� rimane al
Congresso, ci sar� mai un buon momento per porre fine al matrimonio? Sar� sempre
nel pieno di una campagna.
Se diventasse senatore o governatore, cosa che preferirebbe, allora ci sarebbe pi�
spazio di manovra. Non � da escludere che succeda. Lui � molto ambizioso e gli
elettori di Miami lo adorano. � ebreo e vede di buon occhio Israele. Parla
spagnolo, che nel Sud della Florida vuol dire moltissimo. � stato nell'esercito e
si batte per incrementare le indennit� dei veterani. Ha fatto l'insegnante e si �
schierato contro l'utilizzo esclusivo dei test come metro di giudizio dei progressi
scolastici. � fotogenico come un modello. I bambini piccoli lo adorano. Ne sono
attratti quasi ossessivamente. Insomma, piace a tanta gente per tanti motivi
diversi. Anche fuori dalla Florida comincia a essere famoso. � solo al suo secondo
mandato, ma sta in una marea di caucus e fa gi� parte di svariati comitati e
sottocomitati. Nessuno pensa che Aaron Levin diventer� un "peso massimo" alla
Camera, ma circola gi� voce che un giorno potrebbe diventare un buono speaker.
Tutto considerato, quindi, ritieni che la sua carriera sopravvivrebbe alla fine del
suo matrimonio, se verr� gestita nel modo giusto.
Hai bisogno di qualcuno con cui parlare di tutto questo.

Se ne parli con Charlie, vai a pagina 68.


Se ne parli con tua mamma, vai a pagina 70.

pagina 70

Racconti a tua mamma della relazione e lei ti supplica di troncare. Si mette


letteralmente in ginocchio. Ti tocca dirle: "Mamma, alzati". Una volta che
gliel'hai raccontato, non vuole pi� parlare d'altro. Ti penti di averglielo detto.
Gliel'hai detto perch� volevi discuterne con lei, come tra adulti. C'erano cose che
volevi sapere, per esempio perch� lui non vuole avere rapporti vaginali con te. Ma
tua mamma � talmente presa dalla questione morale che non ti d� nessun aiuto.
Sbraita cose sul tuo buon nome - "� l'unica cosa che ti porterai nella prossima
vita, Aviva!" - e su tua nonna che � sopravvissuta all'Olocausto e qualsiasi altra
cosa le venga in mente. Alla fine scoppi a piangere e le dici che lo lascerai,
anche se sai che non lo farai.
Accetti il fatto di non avere nessuno con cui parlare. Il membro del Congresso ha
messo in chiaro che la relazione deve restare segreta. "Nessuno degli altri
stagisti, nemmeno la tua compagna di stanza, nessuno", ti dice una sera. E forse ha
ragione. L'unica persona cui ti sei fidata a dirlo � tua mamma, e guarda cosa ne �
venuto fuori. Siccome non hai nessuno con cui parlarne, cominci a scrivere sul tuo
blog. Un pochino. Sui particolari, sei pudica. Hai guardato tantissimo Sex and the
City e ti vedi come una Carrie Bradshaw pi� giovane e pi� politicizzata.
Le statistiche ti rivelano che il blog ha sei lettori regolari. Ogni tanto ti
lasciano un commento solidale. Uno ti chiede perfino se ti trovi in Florida. Non
rispondi.
Forse pensavi che avere una relazione clandestina fosse eccitante, invece in
sostanza ti fa sentire sola, e nient'altro. Passi le giornate aspettando la sera,
l'unico momento in cui puoi vederlo. E nemmeno tutte le sere, nemmeno una s� e una
no, nemmeno una volta alla settimana. � quando ha tempo lui, di solito tardi.
Volendo essere meno magnanimi, a volte ti sembra che sia un bambino con tanti
giocattoli e tu sei una bambola con cui si ricorda di giocare ogni tanto. Certe
volte rimane a Washington per settimane, ed � quasi meglio, perch� almeno sai che
non hai la possibilit� di vederlo. Ma te la passi male lo stesso. Ti manca
costantemente. Ti manca perfino quando siete insieme.
Non litighi mai con lui, perch� sai - con la tua parte razionale - che se cominci a
fare storie ti lascer�. Tu non hai nessun potere, ce l'ha tutto lui. E qualche
volta � frustrante. Ma sei stata tu a baciarlo. Il tuo potere l'hai esercitato
cos�, no? Sei stata tu a volerlo. E sei convinta che sia il prezzo da pagare per
stare con una persona straordinaria.
Si avvicinano le feste.

Se gli compri un regalo, vai a pagina 72.


Se non gli compri un regalo, vai a pagina 74.

pagina 72
Gli compri un regalo per Chanukah, anche se Chanukah � una festa da bambini. Lui
non ti ha preso niente, ma non ci contavi. Tu gli hai comprato un'edizione rilegata
in pelle di Foglie d'erba.
"Ti sar� costata due settimane di stipendio", ti dice, baciandoti.
"Guarda che non mi pagate."
"Dovremo rimediare. Mi piace moltissimo. � il pi� bel regalo che abbia mai
ricevuto." Ti bacia di nuovo. "Hai dovuto rapinare una banca?"
"D'estate lavoro come animatrice coi bambini."
"Oddio, i soldi del tuo lavoretto estivo! Cos� mi fai sentire in colpa."
"E mi restano ancora un po' di soldi dal bat mitzvah."
"Smettila! Mi stai uccidendo!"
"Non � costato poi tanto. Comunque sono contenta che ti piaccia."
"Lo sai cosa vuol dire il titolo?"
Ti rendi conto di non averne idea. "C'entra la natura?" Risposta cretina. Spesso ti
dice che sei matura per la tua et�, saggia, e tu ci tieni a sfoggiare le cose che
sai. (Ma sei giovane e ci sono ancora cos� tante cose che non sai!) "Abbiamo
studiato il Canto di me stesso a scuola, ma non mi pare che abbiamo mai parlato del
titolo della raccolta."
"Ai tempi di Whitman, si chiamava 'erba' la letteratura da quattro soldi. Quindi �
una battutina di spirito. 'Foglie' come i fogli del libro. Sembrerebbe un titolo
pretenzioso, invece � tutto il contrario."
Prima di entrare in politica, insegnava inglese. Spesso assume un atteggiamento da
professore, che � adorabile e fastidioso al tempo stesso.
Siete in un Days Inn a un'ottantina di chilometri da Miami. Non sai nemmeno il nome
del posto. Il copriletto � di poliestere color oro e verde. C'� una macchia
rossastra sul muro dietro il condizionatore. Il condizionatore produce un fresco
scarso e muffido, e gocciola incessantemente. Tu lo ami. Glielo dici.
Lui risponde: "Il tempo che abbiamo passato insieme per me sar� sempre prezioso".

Se interpreti le sue parole come un indizio che � ora di lasciarsi e quindi lo


lasci, vai a pagina 74.
Se aspetti che sia lui a lasciare te, vai a pagina 76.

pagina 76

Forse in risposta ai ritmi dell'anno scolastico, ti lascia appena prima


dell'estate. Lo fa in ufficio e ti sembra il posto giusto. La parte di te che
conosce la verit� non ha mai pensato che sarebbe durata per sempre. Eppure � una
doccia fredda. Ti dice: "Siamo stati benissimo insieme, Aviva, e in un'altra vita,
forse... Ma la tempistica � completamente sbagliata".
Scoppi a piangere e ti senti una deficiente.
"Non piangere, non � colpa tua. Tu mi piaci pi� di quanto dovresti. Credo che ti
aspetti un futuro luminoso. Ma pi� ci penso... Penso che dormirei meglio se...
Penso che tutti dormiremmo meglio. Mi mette a disagio essere il tipo di uomo che va
a letto con una sottoposta. So che non sono il tuo immediato superiore, per�... �
egoistico da parte mia ed � sbagliato. Non mi piacerebbe se qualcuno trattasse in
questo modo i miei figli."
"Ci stiamo solo divertendo", dici. Ma ormai piangi di brutto.
"Non mi sembra proprio che tu ti stia divertendo."
"Vuoi che mi licenzi?"
Ti asciuga le lacrime con la manica. "Certo che no. Sei una delle migliori stagiste
che abbiamo mai avuto. Adesso che l'anno scolastico � finito, Jorge vuole assumerti
e darti uno stipendio. Non dovrei essere io a dirtelo, quindi fingi di essere
sorpresa quando te lo dir�, okay?"
Annuisci.
Ti d� una pacca sulla spalla. "Siamo fortunati. Abbiamo avuto questo tempo insieme
e ce lo siamo goduto senza rovinare la vita a nessuno. Adesso non ti sembra cos�,
forse, ma un giorno ci ripenserai e ti dirai che � un ottimo risultato."
Un risultato, pensi. Quand'ero ragazza ho avuto una tresca e guardami adesso, che
ottimo risultato!
"Cos'� che ti fa sorridere?"
Ormai sei grande, raddrizzi la schiena e non fai scenate. Dopo litighi con tua
mamma, pur sapendo che non � colpa sua. Te la prendi con lei perch� si trova l� e
perch� � tua mamma, quindi sopporta.

Se smetti di lavorare per il membro del Congresso, vai a pagina 98.


Se continui a lavorare per il membro del Congresso, vai a pagina 78.

pagina 78

Continui a lavorare per il membro del Congresso. Sei brava a fare quel lavoro e,
siccome avete gestito la vostra storia con discrezione, non hai motivo di
licenziarti. Ti congratuli con te stessa per la tua maturit�. In passato, avresti
faticato a vedere le cose in prospettiva.
Ti capita di uscire con qualche ragazzo, ma nessuno ti piace quanto il membro del
Congresso. Charlie Greene ha perso interesse per te. Negli anni futuri, organizzer�
una campagna presidenziale, diventer� capo di gabinetto e poi si ritirer� quasi del
tutto dalla politica per trasferirsi a Los Angeles e fare da consulente per una
serie a sfondo politico che vincer� un sacco di premi. Lo si vedr� ancora come
commentatore sui canali delle notizie. Sempre uguale. Ti domanderai come sia
riuscito a fare tante cose senza mai cambiare. E come mai tu, che hai fatto cos�
poco, cambi alla velocit� della lancetta dei secondi. Perch� a lui � permesso di
essere una costante, l'eterno Charlie Greene? Perch� tu sei la mutevole Aviva
Grossman?
Roz Horowitz ti piazza con suo nipote Archie, che di recente ha passato l'esame da
avvocato e ha cominciato a esercitare la professione legale nel settore dei diritti
umani. "� un ambito da 'brave persone', non da squali", dice Roz. "Avete molte cose
in comune. E non � un brutto ragazzo. Fidati, Aviva, � il tuo tipo." Ti chiedi come
fa Roz Horowitz a sapere qual � il tuo tipo.
Chiedi a tua madre se le ha raccontato del membro del Congresso. Tua madre esclama:
"Aviva! Ovvio che non gliel'ho raccontato! Sono una tomba!"
Alla fine vai all'appuntamento perch� tua mamma insiste e perch� sono passati
quattro mesi e mezzo, hai pianto abbastanza. Archie � bello - da quel punto di
vista ti ricorda il membro del Congresso - e simpatico e parla con trasporto del
suo lavoro. (Magari anche tu dovresti iscriverti a Legge, dopotutto?) Non trovi
niente da ridire sul suo gusto in fatto di ristoranti (fusion giappo-cubano) e di
abbigliamento (conservatore, ma ha le calze con le aragoste). Eppure senti che
manca qualcosa.
"� stata una bellissima serata", dice Archie al dessert. "E per me si pu�
senz'altro rifare. Per� devi sapere che sono gay. In famiglia non l'ho ancora detto
a tutti. Alla zia Roz avrei dovuto dirlo, ma dirlo a lei � come rilasciare un
comunicato stampa."
"Io non riesco mai a capire se qualcuno � gay", gli dici. "La mia ex compagna di
stanza diceva che non avevo il gaydar."
"Per fortuna! Io odio quelli che dicono di avere il gaydar. � solo il solito
pregiudizio, ma lo chiamano con una parola divertente e quindi sembra divertente.
Lo sai chi � che ha il gaydar? I bigotti."
"Magari potremmo avviare una campagna contro il gaydar!"
"Facciamolo!"
"Non � difficile come si potrebbe pensare. Pubblichi qualche articolo su testate
bene in vista, se riesci, oppure ovunque te lo pubblichino. I primi pezzi possono
avere un taglio pi� simpatico, per stimolare la consapevolezza. Se sei fortunato, i
blogger cominciano a riprendere la questione. Chiami le TV locali. Probabilmente
t'ignoreranno, allora provi a reclutare un politico gay friendly - magari un
consigliere comunale che rappresenta South Beach o qualche altro posto con un buon
elettorato gay - per proporre una legge o solo per pronunciarsi sul 'linguaggio
omofobico usato con leggerezza, soprattutto relativamente al termine gaydar'. Vai
online e cerchi di trovare gente che la pensi nello stesso modo, pronta a tirar
fuori gli striscioni e manifestare contro il gaydar."
"Gaydar, fuori dai coglioni!" suggerisce Archie.
"S�..." dici, sorridendo ma arricciando il naso. "Qualcosa di meglio?"
"Ci lavoro."
"Appena hai l'opportunit� di farti ascoltare, trovi un liceale fotogenico disposto
a raccontare di come l'uso della parola 'gaydar' abbia avuto ripercussioni negative
sulla sua vita. Richiami le TV. Stavolta, ti danno retta. Hai un politico, un
liceale e una folla con gli striscioni. Hai il sindaco o il presidente del
consiglio comunale, costretti a ripetere in continuazione una parola che li mette
in imbarazzo."
Archie fa una voce antiquata e tradizionalista: "Che cosa sarebbe 'sto ghei-darrr?"
"Esatto. � ottimo materiale. Quale TV potrebbe resistere?"
"E anche se non si riesce a far abolire ufficialmente il gaydar - e sarebbe
impossibile, perch� nessuno pu� bandire una parola - almeno alla fine della
campagna il livello di consapevolezza si sar� alzato, diciamo, dell'un per cento. E
forse qualcuno si fermer� a pensarci, prima di dire 'gaydar'."
"Si fermeranno e penseranno: 'Ecco, non � politically correct...' E poi lo diranno
lo stesso."
"Ma sai che senso di conferma ti dar� quel pensiero? � una vittoria!"
"Non so se lo trovo deprimente o ispirante."
"Senz'altro ispirante. Parliamo di milioni di gocce nel mare."
"Tu lo definiresti politica o stampa?" scherza Archie.
"Stampa", dici, ma ci ripensi. "Forse � la stessa cosa."
"Mmm. � questo che insegnano agli stagisti, oggi come oggi?"
"Non sono pi� una stagista. Comunque, quando ho cominciato a lavorare l�, non
sapevano neanche cosa fosse un blog. Sono tutti vecchissimi."
"Lo so. Da me, in ufficio, c'� un avvocato centenario, e mi ha chiesto come si
accende il computer almeno cinque volte. E io: 'Dai, si preme un tasto, mica �
tanto difficile'."
Archie ti lascia al tuo appartamento. Quest'anno abiti fuori dal campus. Stai
aprendo la porta, quando il membro del Congresso ti chiama sul cellulare. "Sono
dalle tue parti", dice.
"Come mai?"
"Pensavo che potrei venire a vedere la tua nuova casa."

Se lo inviti a venire da te, vai a pagina 84.


Se trovi una scusa ("Sono a Boca" o "Sono stanca"), vai a pagina 100.

pagina 84

"Passa pure", gli dici. Se sei sincera con te stessa, uno dei motivi per cui ti sei
trasferita in un appartamento, senza coinquilini, � che speravi che succedesse
qualcosa di simile. Hai allestito la scena sapendo che l'attore non avrebbe
resistito al richiamo del palco.
"Stasera abbiamo sentito la tua mancanza", ti dice.
Manca un mese alle elezioni e quella sera c'era un incontro in comune, cui tu non
sei andata.
"Sono uscita con un ragazzo."
"Ah, s�? Qualcuno di cui devo essere geloso?"
"No", dici, togliendoti la camicia.
"Bene", dice lui. "Cio�, bene che tu esca. Vorrei che conoscessi una persona a
posto."
Ti togli la gonna.
"Sei bella", dice. Va nel tuo bagno e apre il rubinetto.
Ti leghi i capelli in cima alla testa. Ti sei fatta la messa in piega per
l'appuntamento con Archie e non vuoi rovinarla.
"Stasera la tua assenza non � passata inosservata", ti grida.
Accendi la TV. C'� una replica di Chi vuol essere milionario.
La domanda sullo schermo �:
Enrico VIII proclam� lo scisma dalla Chiesa cattolica, che gli aveva rifiutato
l'annullamento del matrimonio, per sposare quale donna?
Anna Bolena
Jane Seymour
Anna di Cleve
Caterina d'Aragona
"Anna di Cleve", dice, uscendo dal bagno.
La risposta � Anna Bolena.
"Merda, le confondo sempre."
Appoggi un cuscino per terra. Ti metti in ginocchio e lui si slaccia i pantaloni.

Se continui a vederlo, vai a pagina 86.


Se gli dici che � finita, vai a pagina 150.

pagina 86

Ci ricaschi e ricominci a vedere il membro del Congresso. Una volta a settimana.


Qualche volta due. � una cattiva abitudine, lo sai. Lo sai, lo sai, lo sai. Finisce
che ti senti come la sua pattumiera o la sua valigia. Un oggetto funzionale, se
proprio non amato.
Prendi in considerazione la possibilit� di licenziarti, anche se il lavoro ti piace
ancora moltissimo, anche se sei brava, anche se il fatto di essere brava genera
autostima. Ti piace essere Aviva, la ragazza che sa trovare di tutto e di pi�.
Se lasci il lavoro, magari riuscirai a lasciare anche lui.

Se non ti licenzi, vai a pagina 87.


Se ti licenzi, vai a pagina 160.

pagina 87

Sai che dovresti licenziarti, ma decidi di aspettare dopo le elezioni. Cominci a


fare i primi passi, per�. Metti insieme un nuovo curriculum, alzi le antenne.
A novembre lui viene rieletto.
Non divorzia. Non che tu ci contassi.

Gira pagina.

Per un po' non lo vedi e non ti manca nemmeno.


Decidi di lasciare il lavoro a gennaio. � l'ultimo semestre dell'ultimo anno.
Sembra un motivo come un altro per licenziarsi.
Vai dalla tua responsabile. Le dici che resterai sino alla fine del mese per
istruire una persona nuova. "Mi dispiace che te ne vada. Ci � piaciuto molto averti
con noi. Posso fare qualcosa per convincerti a restare?"
"No", rispondi.
T'invita a scendere a prendere un frozen yogurt. Farouk dice: "Ciao, Aviva!"
"Aviva ci lascia", dice la responsabile.
"Nessuno lavora sodo come me, tranne Aviva e il membro del Congresso", dice Farouk.
Vi porta un piatto di baklava offerta dalla casa.
"Ti devo dire che il primo giorno non avrei proprio scommesso su di te", commenta
la tua responsabile. "Mi hai davvero aperto gli occhi su alcuni dei miei pregiudizi
sugli stagisti."
� irritante, pur sapendo che sta cercando di essere carina. "Perch�?" le dici.
"Perch� non ti piaceva com'ero vestita?"
"S�. Se la metti cos�, mi fai passare per una stronza. Comunque, s�. � che ogni
tanto arriva un certo tipo di ragazza. Carina, pensa che un'avventura in politica
sar� divertente perch� ha guardato I colori della vittoria o simili. Ma, quando
scopre quanto � noioso, le passa la voglia di lavorare."
"Magari sarebbe pi� disponibile se la facessi sentire meno a disagio."
La responsabile annuisce. "Sono una stronza. Lo confermo, ufficialmente."
Alza il t� freddo e tu lo tocchi con la tua Coca light.

Gira pagina.

Alla fine di gennaio, appena prima della tua ultima settimana, lui torna da
Washington, per poco, e ti chiede se ti va di "uscire", facendoti pensare a uno dei
ragazzi del tuo ex dormitorio. Non ti va di "uscire" ma esci lo stesso.
Siete in macchina. Lo scopo di licenziarsi era proprio non finire in macchina con
lui, eppure ci sei. Siete in macchina, la sua macchina, e tu pensi a Houdini. Hai
appena finito di leggere un romanzo su Houdini e stai pensando che avere una storia
col tuo capo � un po' come indossare la camicia di forza ed essere incatenata
sottacqua. Per riuscire a tirartene fuori, dovrai trasformarti in un Houdini dei
sentimenti.
Sei stata tu a metterti in quella situazione.
Puoi prendertela solo con te stessa.
Tanto per dire, con chi altro potresti prendertela?
Il membro del Congresso.
Tuo padre, cui vuoi bene, e pensa che tu non sappia della sua amante.
La tua responsabile in ufficio, per averti fatto piangere il primo giorno.
Tua madre, che interferisce troppo con la tua vita.
Il ragazzo con cui stavi a quindici anni.
Le tue tette, che ti danno sempre quell'aria da troia.
No, concludi, nessuna di queste cose. Sono io.
In futuro avrai degli stagisti sotto di te. E il pensiero di andarci a letto ti
sembrer� folle e sbagliato. Ma in questo momento sei seduta in macchina vicino al
membro del Congresso, che si � fermato a un semaforo, e pensi: Forse basterebbe
aprire la portiera e scendere. Nessuno pu� fermarti, Aviva. Sei una persona libera.
Sei adulta, certo, ma puoi lo stesso chiamare tua madre perch� ti venga a prendere
e, qualsiasi cosa stia facendo, ci verr�. Appoggi la mano sulla maniglia e stai per
tirarla quando diventa verde e il membro del Congresso riparte.
"Perch� sei cos� silenziosa?" ti chiede.
Perch� - vorresti rispondergli - sono una persona con un mondo interiore di cui tu
non sai nulla. Ma dicendo una cosa del genere violeresti le regole della vostra
relazione. Suonerebbe stonato. Se lui avesse voluto una donna con un mondo
interiore, gli sarebbe bastata sua moglie. Tu sei il bidone della spazzatura. Il
borsone da golf.
"Sono stanca", gli dici. "Studio, lavoro."
Mette la musica. Gli piace l'hip-hop ma sembra sempre una finta. Vuole a tutti i
costi mantenersi giovane.
La canzone � Ms. Jackson degli OutKast. Non l'avevi mai sentita. All'inizio del
brano, il cantante/narratore si scusa con la madre di una ragazza per come ha
trattato la figlia. Non c'� nulla che avresti meno voglia di ascoltare. "Possiamo
ascoltare qualcos'altro?"
"Dagli una possibilit�", ti risponde. "Sul serio, Aviva, devi aprire la mente
all'hip-hop. L'hip-hop � il futuro."
"E va bene."
"Gli OutKast sono il Walt Whitman di oggi. Sono..."
Senti rumore di vetri infranti, di metallo che si accartoccia.
L'airbag si gonfia.
Il finestrino del passeggero � crepato e, guardandoci attraverso, il mondo esterno
sembra una versione surreale di una vetrata di chiesa. Vedi le palme e il
parabrezza dell'altra auto, una Cadillac rosa chiaro, e un'anziana con la testa
penzoloni. Forse � morta.
"Sembra una vetrata a piombo", dici.
"Pi� cubismo", ti corregge lui.
Verr� fuori che la donna aveva l'Alzheimer. Le avevano sospeso la patente tre anni
prima. Suo marito non sapeva nemmeno che avesse ancora le chiavi della macchina.
"Adorava quella macchina", dir�, apprendendo che � morta.
Il membro del Congresso si � slogato un polso. Tu te la cavi con un colpo di frusta
non grave, ma al momento non lo sai. Al momento sei terrorizzata.
"Stai bene?" ti chiede lui, con una calma notevole.
Ti senti confusa, ma sai che devi allontanarti dal luogo dell'incidente. Vuoi
proteggerlo da quello che succerebbe se la polizia scoprisse che ha una relazione
clandestina con un'ex stagista. Perch� lo ritieni una brava persona. No, ritieni
che sia un buon politico e non vuoi che risenta di uno scandalo.
"Devo andarmene", gli dici.
"No, rimani qui. Se la donna � morta, ci sar� un'indagine e tu sei la mia
testimone. Se te ne vai e pi� avanti si scopre che c'eri, sembrer� che stessimo
cercando di nascondere qualcosa. � la differenza tra uno scandalo e un reato. La
differenza tra una tempesta passeggera e la fine della mia carriera. Quando arriva
la polizia, diremo che sei una stagista e io ti sto dando un passaggio a casa. Puoi
dirlo con sicurezza, perch� � la verit�."
Annuisci. Hai la testa pesante e leggera insieme.
"Dillo, Aviva."

Se rimani, vai a pagina 110.


Se scappi, vai a pagina 96.

pagina 110

"Sono una stagista", dichiari. "Il membro del Congresso Levin mi stava dando un
passaggio."
"Aviva, mi dispiace", dice lui.
"Per cosa?" chiedi, intontita. "� stata lei a venirti addosso. Non � colpa tua."
"Mi dispiace per quello che succeder�."
Aspettate la polizia. Si mette a piovere.

Gira pagina.

Sei in mezzo a una tempesta.


Sotto la pioggia battente, coi vestiti zuppi.
La tua casa viene spazzata via.
Anche il tuo cane, ma non c'� tempo per piangerlo.
I tuoi album di foto sono perduti o danneggiati e infradiciati irreparabilmente.
L'assicurazione non copre.
Ti sei aggrappata a un materasso.
Non hai nessuno cui rivolgerti per chiedere aiuto.
La tua famiglia e i tuoi amici sono morti nella tempesta.
Quelli che sono ancora vivi ce l'hanno con te perch� sei sopravvissuta.
Pensi che non smetter� mai di piovere.
Ma alla fine smette e, quando smette, arrivano i giornalisti.
La stampa adora la storia della RAGAZZA AGGRAPPATA AL MATERASSO NELLA TEMPESTA.
"Chi � questa ragazza aggrappata al materasso?"
"Dov'� andata a scuola?"
"Era una che spopolava a scuola?"
"Perch� � mezza nuda?"
"Doveva coprirsi un po' di pi�, sapendo che sarebbe finita alla deriva su un
materasso!"
"Come fa a essere cos� sprovveduta?"
"Ho sentito che la ragazza sul materasso era una squilibrata. Era una stalker. Se
l'� andata a cercare, la tempesta."
"Soffre di scarsa autostima?"
"Mi sarei aspettata che la tempesta preferisse una pi� magra e pi� carina."
"Io mi considero una femminista ma, se decidi di restare aggrappata a un materasso
nel mezzo di una tempesta, sono cacchi tuoi."
"Non ci credo, la ragazza sul materasso teneva un blog!"
"Restate con noi per un'esclusiva con l'ex ragazzo della ragazza sul materasso! Ci
ha rivelato che � sempre stata 'appiccicosa da morire'."
� strano, pensi, che tutti amino (odino) la ragazza sul materasso, mentre nessuno
sembra particolarmente interessato alla tempesta.

Gira pagina.

Sembra che la gente non si stanchi mai della ragazza sul materasso, ma poi arriva
una tempesta pi� grande, che porta cose pi� eclatanti, come terrorismo, apocalisse,
morte e distruzione.
E si dimenticano di te, pi� o meno.

Se decidi di non uscire mai pi� di casa e diventare una specie di reclusa stile Boo
Radley del Buio oltre la siepe, vai a pagina 114.
Se decidi di continuare con la tua vita, vai a pagina 118.

pagina 118

Continui con la tua vita. Ovvio. Realisticamente, che altre possibilit� hai? Ti
alzi. Ti pettini. Ti vesti. Ti trucchi. Ti sforzi di mangiare insalate. Fai
conversazione coi camerieri. Sorridi quando qualcuno ti guarda. Sorridi troppo.
Vuoi fare buona impressione. Vai al centro commerciale. Ti compri un vestito nero.
Ti compri uno struccante. Leggi riviste. Fai esercizio. Eviti Internet. Leggi
libri. Ti stanchi delle insalate. Mangi frozen yogurt. Scherzi con tuo padre. Non
parli mai di quello che � successo, n� con lui n� con nessun altro. Ti masturbi
parecchio. Non chiami il membro del Congresso.
Vai al funerale di tuo nonno, il padre di tuo padre. Non eri legata a lui come al
padre di tua madre, ma piangi lo stesso. Una volta ti ha portato una marionetta
dall'Argentina. Adesso non hai pi� nonni maschi. Piangi. Piangi troppo. Al punto
che ti viene il dubbio di non star piangendo per tuo nonno.
Vai nel bagno delle signore della sinagoga. Sei dentro la toilette e senti due
anziane entrare dopo di te. Senti che si spruzzano il profumo. Il bagno della
sinagoga � sempre rifornito come un negozio: profumi, gomme, lacca, burro cacao,
creme idratanti, collutori, fasce per capelli, pettini.
"� una fragranza deliziosa", dice una delle due. "Cos'�?"
"Non lo so", risponde l'altra. "Non ho gli occhiali da lettura, ma secondo me �
un'imitazione."
"Non � un'imitazione. L'anno scorso c'� stato un putiferio. Shirley..."
"Quale Shirley?"
"Hadassah Shirley. Ha cominciato a dire che secondo lei era immorale che la
sinagoga tenesse profumi non originali nei bagni, quindi adesso sono tutti
autentici."
"Hadassah Shirley dice un mucchio di assurdit�."
"Ma � una che va sino in fondo. E abbassa la voce, quella ha orecchie ovunque." Una
pausa. "Oggi non � venuta."
"L'ho notato anch'io", dice la seconda. E prosegue: "Povero Abe Grossman. Secondo
te quanto aveva capito?"
Abe � tuo nonno. Le due donne non sono tue parenti, quindi dovevano essere sue
amiche. Ma potrebbero anche essere solo le bisbetiche della sinagoga.
"Ormai non ci stava pi� con la testa", dice la prima. "Non gli hanno riferito
niente. Una mitzvah."
"Una mitzvah", concorda la seconda. "Se l'avesse saputo, ne sarebbe morto."
Sei consapevole che sono passate a parlare di te.
Non hai pi� nessuna curiosit� di sapere dove porter� quella conversazione.
Esci dalla toilette e ti piazzi in mezzo a loro due. "Posso?" Prendi il profumo e
te lo spruzzi ovunque. Guardi la boccetta. "� Jo Malone. Grapefruit."
"Ah, ce lo stavamo giusto chiedendo", dice la prima donna. "� delizioso."
"Come stai, Aviva?" ti chiede la seconda.
"Benone." Sorridi. Sorridi troppo.

Ti laurei con un semestre di ritardo.


Cominci a cercare lavoro nel tuo settore, cio� in politica, soprattutto, ma anche
nelle pubbliche relazioni e nel no-profit.
La tua esperienza pi� significativa � quella per il membro del Congresso, per� nel
suo ufficio nessuno pu� scriverti una lettera di referenze, per ovvi motivi.
Comunque, sei fiduciosa.
Hai ventidue anni.
Lustri il tuo curriculum e non � niente male. Parli spagnolo correntemente! Ti sei
laureata con lode! Hai lavorato per un membro del Congresso in una grande citt� per
due anni e alla fine ti pagavano e avevi pure una qualifica: progetti online e
ricerche speciali. Una volta avevi un blog con pi� di un milione di lettori, anche
se non puoi certo segnalarlo.
E, a New York, Los Angeles, Boston, Austin, Nashville, Seattle, Chicago, mica tutti
avranno sentito parlare di Aviva Grossman. La notizia non pu� essere arrivata tanto
lontano. � stata una storia regionale, come quando eri piccola e Gloria Estefan e i
Miami Sound Machine avevano fatto un incidente col pullman del tour. Nel Sud della
Florida i notiziari ne parlavano tutti i giorni. Pu� essere che pure i media
nazionali avessero riportato la notizia, ma la fissa per la convalescenza di Gloria
Estefan era stata tutta regionale.
Non ti risponde praticamente nessuno.
Alla fine qualcuno ti chiama! � per una posizione di basso livello in
un'organizzazione che aiuta i bambini in tutto il mondo ad avere accesso alle cure
mediche. La sede � a Philadelphia. Lavorano parecchio in Messico e per loro la tua
conoscenza dello spagnolo � un'OTTIMA cosa.
Vi accordate per un colloquio telefonico e, se va bene, andrai a Philadelphia per
incontrare il team.
Immagini la tua nuova vita a Philadelphia. Guardi i cappotti invernali online. I
negozi della Florida non ne vendono. Sar� bello stare in un posto dove c'�
l'inverno. Sar� bello stare in un posto dove nessuno conosce il tuo nome e sa dello
stupido errore (della serie di errori, per essere sincera) che hai commesso a
vent'anni.
� giugno. Chiedi a tua mamma di uscire di casa e ti siedi in camera ad aspettare
che il telefono squilli, alle 09:30. Tua mamma ovviamente non � uscita e ti ronza
attorno come le mosche sulla carne cruda.
Il telefono non squilla.
Alle 09:34 cominci a preoccuparti di aver perso la chiamata o di aver capito male
l'orario. Ricontrolli la posta elettronica per conferma. S�, 09:30.

Se aspetti che il telefono squilli, vai a pagina 124.


Se telefoni tu (anche se hanno detto che ti avrebbero chiamato loro e chi se ne
frega se dai l'impressione di essere troppo interessata), vai a pagina 126.

pagina 126

Ti risponde al primo squillo. "Oh, Aviva, ti avrei chiamato."


Capisci che non si riferisce al colloquio telefonico.
"Abbiamo deciso di andare in un'altra direzione", prosegue.
In circostanze normali, non chiederesti i particolari. Ma ne hai abbastanza di
essere ignorata. "Posso chiederle, sinceramente, cos'� successo? Avevo avuto
un'impressione molto positiva."
Lei rimane in silenzio. Poi dice: "S�, Aviva. Abbiamo fatto una ricerca in Internet
ed � uscita la storia di te e del membro del Congresso. Per me non sarebbe stato un
grosso problema, ma il mio capo ritiene che, essendo un'organizzazione no-profit,
ci servano persone impeccabili. Parole sue, non mie. La verit�, comunque, � che
viviamo di donazioni e certe persone sono estremamente tradizionaliste e assurde,
quando si tratta di sesso. Mi sono battuta per te. Sul serio. Sei fantastica e sono
sicura che troverai un lavoro fantastico".
"La ringrazio per la franchezza." Agganci.
Ecco perch� non ti chiama nessuno.
Perch�, anche se a Philadelphia, Detroit, San Diego nessuno ha sentito dello
scandalo Aviva Grossman, basta che cerchino il tuo nome e troveranno tutti i
sordidi particolari. Avresti dovuto pensarci. Sei un'esperta di ricerche su
Internet.
Vuoi conoscere il passato equivoco del fiume Kissimmee? Vuoi scoprire quali
consiglieri comunali sono omofobi? Vuoi sapere tutto su quella cretina della
Florida che ha fatto sesso anale con un politico sposato perch� lui non voleva
metterglielo nella vagina?
La scoperta della tua vergogna � a portata di clic. Vale per tutti, ma non � che ti
faccia sentire meglio. Al liceo hai letto La lettera scarlatta e ti viene in mente
che Internet � questo. All'inizio c'� quella scena in cui Hester Prynne � costretta
a mostrarsi nella piazza del paese per tutto il pomeriggio. Tre o quattro ore,
diciamo. Un tempo intollerabile per lei, comunque.
Tu resterai in quella piazza per sempre.
Porterai quella A fino alla morte.
Rifletti sulle possibilit� che hai.
Non ne hai.

Gira pagina.

Sei depressa.
Hai letto tutti gli Harry Potter mai scritti.
Nuoti nella piscina dei tuoi.
Leggi tutti i libri della tua infanzia.
Leggi i libri di una collana intitolata "Scegli la tua avventura", che ti piaceva
da piccola. Anche se non hai pi� l'et�, per tutta l'estate quei libri ti
ossessionano. Funzionano cos�: arrivi alla fine di un capitolo e fai una scelta,
quindi vai alla pagina corrispondente. Pensi a quanto somigli alla vita vera.
Tranne che nei libri puoi tornare indietro e scegliere qualcos'altro, se non ti
piace com'� andata o se vuoi sapere quali sono i finali alternativi. Ti piacerebbe
poterlo fare, ma non si pu�. La vita va sempre avanti, inesorabilmente. Vai alla
pagina successiva o smetti di leggere. Se smetti di leggere, la storia finisce.
Gi� da piccola, ti rendevi conto che le storie di quella collana avevano una morale
smaccata. Per esempio, uno dei tuoi libri preferiti, Track Star!, parla di un
corridore che deve decidere se assumere sostanze per migliorare le proprie
prestazioni. Se ti dopi, per un po' vinci, ma poi ti succede una cosa terribile.
Sarai vittima delle tue cattive scelte.
Pensi che se la tua vita fosse raccontata in uno di quei libri - intitoliamolo
Stagista! - questo sarebbe il punto in cui mettere la parola FINE. Avresti fatto
abbastanza cattive scelte da finire male. Potresti redimerti solo tornando
all'inizio e ricominciando. Ma non � un'opzione valida, perch� sei una persona e
non il personaggio di un libro per ragazzi.
Il problema della collana "Scegli la tua avventura" � che se non fai qualche
pessima scelta la storia � noiosissima. Se fai tutto bene e sei sempre brava,
finisce subito.
Ti chiedi se il membro del Congresso abbia mai letto i libri della collana.
Probabilmente � troppo vecchio, ma secondo te li apprezzerebbe, in quanto ottima
metafora della vita.

Se lo chiami, vai a pagina 130.


Se non lo chiami, vai a pagina 146.

pagina 130

Decidi di chiamarlo, pur sapendo che non dovresti. Anzi, ti � stato detto
esplicitamente di non farlo. Non sei stata sola con lui, n� gli hai parlato, dopo
la sera dell'incidente.
Non risponde al telefono, cos� gli lasci un messaggio. Mentre blateri qualcosa
sulla collana "Scegli la tua avventura", ti accorgi che, bench� sembrasse una
riflessione profonda, spiegata al telefono � una gran cavolata.
Qualche giorno dopo, si presenta a casa tua Jorge Rodriguez. Nello staff del membro
del Congresso � uno importante. Non sai con precisione cosa faccia adesso, ma era
il responsabile dei finanziamenti. Gli hai parlato qualche volta, ma non lavoravate
a stretto contatto. � affascinante e molto bello. Somiglia un po' al membro del
Congresso, ma � pi� basso, cubano, pi� giovane. Avr� tipo cinque anni pi� di te.
Conosce tua mamma per via di un evento che ha organizzato alla sua scuola. "Le
belle Grossman. Mi fa piacere rivederla, Rachel. Come sta? E la scuola?"
"Mi hanno licenziato", risponde tua madre, con un tono strano, pungente, quasi
provocatorio.
"Mi dispiace", dice Jorge. "Comunque, Aviva, sono venuto a parlare con te."
Uscite sul patio posteriore e vi sedete sotto la buganvillea e tua madre vi porta
un t� freddo. Jorge aspetta che se ne vada e poi dice, affabile: "Non puoi pi�
contattarlo, Aviva. � meglio per tutti se vi lasciate questa storia alle spalle".
"� meglio per lui."
"Per tutti", insiste Jorge.
"Io me la lascerei volentieri alle spalle, ma non ho prospettive", dici. "La mia
vita � rovinata", dici. "Nessuno mi dar� mai un lavoro. Nessuno vorr� mai pi�
scoparmi."
"Adesso ti sembra cos�, per� non � poi cos� terribile."
"Con tutto il rispetto, ma tu che cazzo ne sai?"
Jorge non sa cosa rispondere.
"Conosci il mondo della politica. Conosci il mondo delle pubbliche relazioni. Che
cosa faresti, al mio posto?"
"Tornerei a studiare. Mi prenderei una laurea in Legge o un master."
"Ipotizziamo che trovi un professore disposto a scrivermi una lettera di
raccomandazione. Ipotizziamo che riesca a farmi prendere a una facolt�
universitaria. Mi sobbarco altri centomila dollari di prestito per studio e poi mi
rimetto a cercare lavoro. Cosa � cambiato? Tu cerchi il mio nome e tutto � ancora
l�, fresco come appena successo."
Jorge beve il suo t� freddo. "Se non torni a studiare, potresti cercare un posto
nel no-profit. Rifarti un nome..."
"Gi� provato. Non mi vogliono nemmeno loro."
"Magari quello che ti serve � il programma di protezione dei testimoni. Un nuovo
nome. Una nuova citt�. Un nuovo lavoro."
"Probabilmente."
"In tutta sincerit�, non so cosa consigliarti. Per� una cosa la so..."
"Sarebbe?"
"Hai detto che nessuno ti scoperebbe. Non � vero. Sei bella."
Non sei bella e, anche se lo fossi, sai che non c'entra con quanto sesso fai. Un
sacco di brutti fanno sesso. Un sacco di gente normale fa sesso. Un sacco di belli
passano le notti in solitudine.
Non sei bella. Sei interessante e, dato che hai un seno enorme, gli uomini ti
trovano sexy e pensano che tu debba essere una cretinetta che ci sta. Tu sai
benissimo quello che sei e, dopo lo scandalo e l'attenzione mediatica, sai pure
come ti vede la gente. Nulla di quello che potrebbero dirti o dire di te ti
sorprenderebbe. Non � che di colpo sei diventata bella perch� hai passato l'estate
nella piscina dei tuoi. Comunque si trova sempre qualcuno con cui fare sesso, basta
abbassare abbastanza il proprio standard. Quello che volevi dire era: Nessuno di
quelli con cui io andrei a letto vorrebbe venire a letto con me.
Perci� sai benissimo che Jorge ti sta solo lusingando.

Se decidi di andarci a letto lo stesso, vai a pagina 134.


Se gli chiedi di andarsene, vai a pagina 148.

pagina 134

Ti avvicini e lo baci. Non lo desideri, tanto quanto non desidereresti nessun


altro. Lo porti di sopra e decidi che � meglio farlo nella stanza degli ospiti
piuttosto che nella tua cameretta, circondati dagli annuari del liceo e dalle coppe
delle gare di nuoto.
Andate nella stanza degli ospiti e chiudi a chiave la porta.
Si capisce subito che ha molta esperienza, per fortuna. Perch� tu, sebbene ti sia
resa protagonista di uno scandalo sessuale, sei ancora a dir poco inesperta.
Quando ti tocca, rabbrividisci di piacere. Ti senti come un filo d'erba e lui � un
caldo vento estivo.
"Quanta sensualit�", dice Jorge.

Gira pagina.

Salti un ciclo, ma non ci fai caso.

Gira pagina.
Salti un altro ciclo.
Qualche giorno dopo, ti ritrovi china sopra il water.
"Aviva", ti chiama tua madre. "Stai male?"
"Sto perfezionando i miei disturbi dell'alimentazione."
"� una cosa disgustosa da dire."
"Scusami. Forse mi sto ammalando."
Tua madre ti porta un brodino, ma tu nascondi la testa sotto le coperte.
Hai visto film, hai letto romanzi e hai forti sospetti su cosa potrebbe essere.
Prendevi la pillola, ma poi ti sei lasciata un po' andare e non ti sei pi� fatta
fare la ricetta. Tanto a che serviva? Non facevi sesso.
Fai il test di gravidanza.
Riga blu, ma sfocata.
Ripeti il test, tanto per essere sicura di aver fatto tutto giusto.
Riga blu.
Prendi in considerazione l'aborto. � naturale. Sai che non c'� nessuna ragione per
aggiungere un bambino al disastro che � gi� la tua vita. Non hai un lavoro, nessuna
prospettiva e nemmeno un compagno. Sei profondamente sola. Sai che non � una buona
ragione per avere un figlio.
Credi nel diritto di scelta delle donne. Non voteresti mai per qualcuno che non
crede nel diritto di scelta delle donne.

Se interrompi la gravidanza, vai a pagina 138.


Se porti avanti la gravidanza, vai a pagina 140.

pagina 140

Nell'ultimo semestre di universit� hai frequentato un seminario avanzato di Scienze


politiche intitolato "Politica e gender". A tenere il seminario era una quasi
cinquantenne coi capelli argentati, che di recente aveva avuto un figlio. Se lo
portava a lezione in un marsupio. Sebbene fosse l'unico maschio presente al
seminario e la discussione a volte fosse accesa, non piangeva mai, anzi, sembrava
tranquillizzato dalle voci. Eri invidiosa di quel bambino. Avresti voluto essere
una persona nuova di zecca, maschio, e dentro il marsupio di una docente di Scienze
politiche.
Il seminario per� � stato una perdita di tempo. Forse non era il seminario in s�,
ma il tuo stato d'animo al momento. Lo scandalo era passato ma tu eri ancora piena
di amarezza e di rabbia. A met� semestre circa, la professoressa ti ha trattenuto
dopo la lezione.
"Non perdere la fiducia in noi femministe", ti ha detto.
"Non l'ho persa."
"Qui voglio sbilanciarmi. La tua tesina, che hai intitolato Perch� non sar� mai
femminista: un approccio gender-free alle politiche pubbliche, non sembra suggerire
il contrario?" Ti guardava con occhi gentili ma divertiti.
"� swiftiano. Satira."
"Ah, s�?"
"Ma perch� dovrei essere femminista? Quando � successo tutto, nessuna di voi si �
precipitata a difendermi."
"No. E probabilmente avremmo dovuto. Lo squilibrio di potere fra te e Levin era
osceno. Ma credo che la scelta di non difenderti sia stata fatta, da un certo punto
di vista, nell'interesse comune. Levin � un valido membro del Congresso. Anche
sulle questioni femminili. La perfezione non esiste."
"Il Miami Herald ha scritto che avevo riportato indietro la causa del femminismo di
cinquant'anni. Posso sapere in che modo l'avrei fatto?"
"Non l'hai fatto."
"Sua moglie � rimasta con lui. Non � lei che ha riportato indietro la causa del
femminismo? Non � pi� femminista lasciare un marito che ti ha tradito?
Sinceramente, � pi� di un mese che vengo al seminario - per non dire che sono una
donna da quando sono nata - e non ho ancora capito cosa sarebbe il femminismo. Cosa
cazzo �?"
"Dal mio punto di vista, come docente di Scienze politiche, � la convinzione che i
sessi dovrebbero essere uguali davanti alla legge."
"Questo lo so, ovviamente. Ma allora cosa c'� che non va nella mia tesina?"
"Il problema della tua tesina � che il gender esiste. Le differenze esistono e la
legge deve riconoscerlo, altrimenti � ingiusta."
"D'accordo. Mi ha chiesto di fermarmi. Voleva qualcosa da me?"
"Non mi hai fatto la domanda successiva, a logica. Cio� che cos'� il femminismo dal
mio punto di vista, come donna e come essere umano."
Chi se ne fotte, hai pensato.
"� il diritto di ogni donna di fare le proprie scelte. Non serve che piacciano agli
altri, Aviva. Tu hai il diritto di scegliere. E anche Embeth Levin. Quindi non
aspettarti chiss� che supporto."
Ti veniva da alzare gli occhi al cielo e hai cercato di trattenerti.
"Vorrei che riflettessi meglio sulla tua tesina", ti ha detto.
La settimana dopo hai fatto la scelta di lasciare il seminario.

Vuoi il bambino, anche se � contro ogni logica.


Non ti aspetti chiss� che supporto.
Devi cambiare vita.

Il tempo stringe. Hai sette mesi per cambiare vita.


Devi trovare un lavoro ma, grazie alla rete, hai una pessima fama. Nessun posto �
abbastanza lontano per trasferircisi.
Potresti restare a casa e farti mantenere dai tuoi. Ma il bambino sarebbe sempre
figlio di "Aviva Grossman" e non si pu� fare una cosa del genere a un bambino.
Potresti tornare a studiare, ma cosa risolveresti? Come hai detto a Jorge, alla
fine saresti sempre e comunque "Aviva Grossman".
Il problema � il tuo nome.

Se resti a casa, vai a pagina 144.


Se cambi nome, vai a pagina 146.

pagina 146

Online c'� tutto. Gli altri potranno anche scoprire la tua storia, ma c'� una certa
giustizia nel fatto che tu, a tua volta, puoi scoprire qualsiasi cosa. Cerchi su
Google cambio nome Florida. In meno di cinque minuti, hai trovato tutto quello che
ti serve sapere: quanto tempo ci vuole, dove rivolgersi, quanto costa e quali sono
i documenti necessari.
A pagamento, richiedi un certificato penale per dimostrare che non hai commesso
reati. Perch� non ne hai commessi.
Vai alla polizia per farti prendere le impronte digitali e depositi la firma da un
notaio.
Presenti al tribunale la domanda per cambiare nome.
L'impiegata controlla i documenti allegati. Ti dice che � tutto a posto.
"Tutto qui?" le chiedi.
"Tutto qui", conferma. La fila � lunga e non le importa chi sei o cosa hai fatto.
Le importa solo che i moduli siano stati compilati correttamente, ed � cos�. Ti
senti colma di gratitudine per la burocrazia, per il governo.
Eppure ti sembra impossibile che nessuno cerchi di fermarti. Ti aspetti che si
presentino i giornalisti. Non succede, forse a nessuno importa pi� niente di te. In
fin dei conti, non sei mica Tom Cruise. Non sei famosa. Sei famigerata e forse la
gente si stanca di chi si guadagna una certa fama, quando smette di fare certe
cose.
L'impiegata fissa l'udienza.
Nessuno obietta alla tua richiesta, quindi l'udienza � cancellata.
Hai cambiato nome.
Sei Jane Young.

Gira pagina.

Vai da tua nonna e le chiedi dei soldi. Sai che te li dar�, ma glieli chiedi
controvoglia lo stesso.
La nonna � minuscola, pi� piccola di tua madre. � appena pi� grande di una bambina.
Quando la abbracci, hai paura di schiacciarla. Porta pantaloni comodi con cinture
sottili e scarpe basse con la punta di colore diverso. Si � sempre vestita cos�.
Una sciarpa di Herm�s. Una borsetta Chanel di pelle trapuntata. Cose ben fatte e
scelte con cura. Cose di cui prendersi cura. Le scarpe scamosciate vengono
spazzolate. Le collane avvolte nella carta perch� non s'ingarbuglino. La borsetta
ha la propria custodia e ci viene infilata, piena di carta, quando non si usa.
Ricordi di piacevoli pomeriggi passati nel guardaroba di tua nonna. "Quando hai
poco, Aviva mia, impari a prendertene cura. Quando hai molto, devi accettare che un
giorno potresti avere poco", diceva. "Prendersi cura di qualcosa vuol dire amarlo."
Se esce di casa, non possono mancare gli orecchini. Quelli di oggi sono frutta
fatta di gemme: giada, smeraldi. I suoi preferiti. Li aveva fatti suo padre e sono
tra le poche cose che si � portata dalla Germania. Le uniche cose tedesche che ha
sono quelle che si � portata dietro, perch� non comprer� mai niente di tedesco
finch� vive. Ti promette che un giorno lascer� a te quegli orecchini. Ma non vuoi
pensare a quel giorno, perch� "quel giorno" lei sar� morta. Chi ti chiamer� "Aviva
mia" quando lei non ci sar� pi�?
Le dici che hai bisogno di andartene, per ricominciare. Le dici che ti dispiace per
tutto, per la vergogna che hai causato a lei, alla zia Mimmy e alla famiglia
Grossman.
Lei tira fuori il libretto degli assegni, s'infila gli occhiali da lettura con la
catenella di delicata filigrana e prende la minuscola penna a pois che usa per
compilarli. Ti chiede di quanto hai bisogno.
Le chiedi diecimila dollari. Non sei ingenua come una volta. Sai che diecimila
dollari non dureranno a lungo, ma saranno abbastanza per ricominciare.
Ti fa un assegno da ventimila e poi ti stringe forte. Profuma di garofani, mele,
borotalco e Chanel N�5. "Ti voglio bene, Aviva mia."
Per poco non scoppi in lacrime sentendo la sua voce dall'accento tedesco lambire le
sillabe del tuo nome.
"Quell'uomo era un poco di buono", ti dice. "Se ci fosse ancora il nonno, gli
taglierebbe le palle."

Lasci due righe a tua mamma, dicendole che te ne vai e la chiamerai quando ti sarai
sistemata.
Compri un biglietto dell'autobus per Portland e, quando ci arrivi, ti compri una
macchina da pochi soldi.
Vai in macchina ad Allison Springs, un posto dove ti hanno portato i tuoi in
vacanza una volta.
� inverno, quindi la cittadina � deserta.
Affitti un appartamento appena fuori dal centro. � un bilocale, quarantacinque
metri quadri. Le pareti sono appena state ridipinte per esorcizzare il ricordo del
precedente inquilino e tutto odora di vernice. Ti sembra enorme perch� non hai
niente.
Mangi lobster roll e pensi a che lavoro potresti fare.
Sei disposta a darti da fare, ma vuoi un orario flessibile. Tra poco avrai un
bambino.
E poi sei stanca di lavorare per qualcuno. Vuoi metterti in proprio, ma non hai
tanti soldi per avviare un'impresa.
Sei nel tuo appartamento, a soppesare le possibilit�, e in TV comincia un film con
Jennifer Lopez. � una favoletta stupida, in cui lei s'innamora di uno cui sta
organizzando il matrimonio. Ne hai abbastanza di favole. Non mescolerai mai pi�
amore e lavoro. Per� il lavoro in s� � interessante. Sai di essere invecchiata
quando guardi una commedia romantica per trarre ispirazione professionale.
Cosa ci vuole, per organizzare eventi?
Una scrivania, un numero di telefono. Biglietti da visita, un computer.
Pensi che potresti farlo.
Events by Jane, pensi.
� un modo come un altro per prendere una decisione, e non il peggiore.
All'inizio del nuovo millennio, non tutte le attivit� commerciali hanno un sito
Internet e chi ce l'ha � enormemente avvantaggiato. Tu hai ottime competenze
informatiche, grazie agli anni di lavoro per il membro del Congresso, quindi riesci
con facilit� a farti un sito.
Aspetti che squilli il telefono.
Dopo una settimana, squilla.
La tua prima potenziale cliente � una donna che si presenta come Mrs Morgan. Le dai
appuntamento in un caff� in paese.
Ti metti un tubino nero. La pancia non si vede ancora molto, per� hai un seno
immenso. Non c'� niente da fare.
Mrs Morgan sta organizzando un evento di raccolta fondi per incrementare lo studio
dello spagnolo come seconda lingua nelle scuole pubbliche.
"� una cosa di cui si sente il bisogno, nel Maine?" le chiedi.
"Ma certo! Soprattutto dello spagnolo, ma anche di altre lingue", risponde Mrs
Morgan. Ha una voce squillante che usa per affermare le proprie numerose opinioni.
Ti d� la sensazione che il suo tempo sia prezioso: arriva giusto da un impegno e
sta per andare a qualche altro appuntamento. Ti piace subito. Ti fa pensare a una
versione non ebrea di tua nonna. "� per questo che ho chiamato te. Ho visto la
letteratura spagnola sul tuo curriculum. Ho pensato che sarebbe stato meraviglioso
collaborare con qualcuno che apprezza le lingue. E poi la persona cui ricorro di
solito mi ha deluso gi� due volte. Ti permetto di deludermi una volta, poi mi
cercher� qualcun altro. Ci siamo capiti, Jane?"
"S�."
"Vedo che sei incinta", prosegue Mrs Morgan. "Pensi che sia un problema?"
"No. Sono giovane." Riconosci di esserlo, anche se ti senti vecchissima. "E voglio
lavorare. Ho bisogno di lavorare."
"D'accordo, giovane Jane Young. E hai organizzato molti eventi?"
"A dire il vero, per me � un'esperienza professionale nuova. Sto cambiando settore.
Pensavo di lavorare in politica."
"In politica, eh? Interessante. E cosa ti ha fatto cambiare idea?"

Dai alla luce una bambina e la chiami Ruby. Ruby � brava, per essere una neonata,
ma � pur sempre una neonata. Produce escrementi in gran quantit�. Richiede scorte
infinite di prodotti usa e getta, anzi, scorte infinite di tutto. Non piange molto,
ma non dorme nemmeno molto. Tu non hai amici, non hai un marito, non hai soldi per
assumere una tata, nessuno che ti aiuti. E non puoi smettere di lavorare. Hai
bisogno di soldi. Cos� Ruby impara a starsene tranquilla e tu impari a sembrare
tranquilla quando rispondi alle telefonate di lavoro. Trovi una babysitter che ti
piace. Ordini composizioni floreali mentre fai il bagnetto a Ruby. La prima parola
che dice � "canap�".
Non sempre ti sembra di volerle bene quanto dovresti. C'� spazio per l'amore? Non
hai altro che paura e liste di cose da fare. Ma ti occupi di lei meglio che puoi e
pensi a quello che diceva tua nonna: Prendersi cura di qualcosa vuol dire amarlo.
Proprio tu, che cerchi di non rimpiangere nulla, rimpiangi che Ruby non abbia
conosciuto la sua bisnonna.
Pensi di chiamare tua mamma, ma non lo fai. La decisione non dipende da lei. Per
tanto tempo, giusto o sbagliato che fosse, sei stata arrabbiata con lei. Ma ormai
non pi�. Riesci a perdonarla e, siccome hai una figlia anche tu, sai che lei deve
aver perdonato te. Non le chiedi di venire perch� non vuoi dover spiegare a Ruby
quella parte della tua vita.
Quando qualcuno te lo chiede, dici che il padre di Ruby � morto all'estero. Tutti
pensano che fosse un militare, ma tu non l'hai mai detto esplicitamente. Butti l�
qualche accenno intrigante e la gente imbastisce una storia per conto suo. Povera
Jane Young, che aveva il marito nei Marines! Sar� morto a Baghdad? A Falluja? Ah,
meglio non farle troppe domande. Povera Ruby Young, non ha mai conosciuto suo
padre!
Dopo un po', ti trovi ad Allison Springs da abbastanza tempo perch� la gente smetta
di fare domande. Sei diventata un'istituzione.
Passi con Ruby quasi ogni istante in cui � sveglia e ti sembra che al mondo non ci
siano mai stati due esseri umani tanto legati. Sai tutto di lei e non potresti
amarla di pi�. Sa apprezzare un bel gioco di parole. Adora le virgolette, il burro
di arachidi e le parole. Non ha paura di mostrarsi per quello che �, e questo la fa
sembrare infantile. Ma non � infantile. A scuola non piace alle compagne ma non
gliene importa nulla. Non vuole cambiare per loro, eppure tu sai che vorrebbe
essere lasciata in pace. A te quelle ragazzine suscitano pensieri omicidi. Ruby sa
come scoprire le cose e saperle per lei � un piacere. Sa come trovare un furgone
dei gelati in pieno inverno. Di lei ti puoi fidare, sotto ogni punto di vista. Lei
� te, ma non � te. Per esempio, la tua vita � una menzogna, mentre lei non mente
mai. Quando ha sentito la storia su George Washington bambino, lodato per la sua
onest� per aver confessato al padre di aver tagliato il ciliegio, non ne ha capito
il senso. "� ovvio che ha detto la verit�. Sarebbe stato molto difficile nascondere
di aver abbattuto un ciliegio."
Arriva un giorno in cui la sorprendi a guardarti con una strana aria di
contemplazione. Ha la testa inclinata da una parte. La sua espressione sembra dire:
Non ti conosco affatto.
Allora ti viene da pensare che tu conosci tua figlia, anzi, sei convinta che lei
sia l'argomento in cui sei pi� competente, data la tua costante attenzione. Eppure
ci sono cose di lei che restano inaccessibili perfino per te.
Le vuoi bene, ma hai meno possibilit� di scelta rispetto a una volta. Le tue scelte
sono dettate da lei.
Forse non si tratta di avere meno possibilit�. Solo che le risposte sono pi� ovvie,
quindi non fai nemmeno le domande. Il dipanarsi della vita ormai � inevitabile.
Continui a girare le pagine.

Una cosa che non hai previsto, del tuo lavoro, � che ti mette a conoscenza dei
segreti di tutti i tuoi concittadini. Diventi un confessore, che conosce i peccati
della sua citt�. Per esempio, una sposa di cui hai organizzato il matrimonio ti ha
raccontato di essere un'assassina. Ti ricordava un cerbiatto appena nato. Molto
flessuosa, occhi grandi, un po' instabile sulle gambe.
A sedici anni si era schiantata in macchina contro un albero e le tre ragazze che
trasportava erano rimaste uccise.
Non era ubriaca, ma forse aveva preso il telefono per mandare un messaggio. Non
ricordava bene cosa fosse successo. Quando lo diceva, la gente pensava sempre che
mentisse, ma lei giurava che era cos�. "Vorrei davvero ricordarmi, perch� almeno
saprei se devo sentirmi in colpa o no."
Aveva cercato di uccidersi.
Era stata ricoverata in un reparto psichiatrico per un po'.
Si era ripresa.
Aveva conosciuto un uomo, poi aveva conosciuto te.
Le hai chiesto qual era la cosa che la entusiasmava di pi� del suo matrimonio. Ti
ha risposto che non vedeva l'ora di cambiare cognome. "Ti sembra una sciocchezza?
Per� per me met� della motivazione per sposarlo � che diventer� ufficialmente
qualcun altro."

Solo una volta, in dieci anni, vieni messa di fronte al tuo passato, dal marito di
quella donna. Sfrutti il segreto della donna per mettere a tacere il marito.
Forse � sbagliato, ma sta minacciando l'attivit� con cui ti guadagni da vivere, lo
stile di vita tuo e di Ruby. Il marito � ambizioso. Ti ha detto pi� di una volta
che vuole entrare in politica.
Tu gli dici: "Se vai in giro a raccontare chi pensi che io sia, cosa me ne
verrebbe? Magari qualcuno si scandalizzerebbe? Magari no? Io sono una privata
cittadina e non ho bisogno del voto di nessuno".

Tre anni dopo Mrs Morgan si presenta nel tuo ufficio senza appuntamento. "Ho deciso
che devi diventare il prossimo sindaco di Allison Springs", dichiara.
"Interessante, ma impossibile."
"Perch�? Cos'altro hai da fare?"
"Un mucchio di cose. Ho un'attivit�. Ho una figlia. E, casomai non l'avesse notato,
sono single."
Mrs Morgan insiste: "Su queste cose non mi sbaglio mai".
"Non ho abbastanza soldi per una campagna."
"Ne ho io pi� che abbastanza. E ho quintali di amici ricchi."
"Meglio che non sprechi il suo denaro e quello dei suoi amici ricchi. Ho un
passato."
"E chi non ce l'ha? Hai ammazzato qualcuno? Hai abusato di un bambino? Hai
spacciato droga?"
"No, no e no."
"Sei stata in galera?"
"No."
"Allora la giudicherei una leggerezza giovanile di cui non importer� a nessuno",
dice. E poi: "E va bene, dimmelo. Cos'hai fatto di cos� grave?"
"A vent'anni ho avuto una storia con un uomo sposato, un uomo importante."
Mrs Morgan ci ride sopra. "Una cosa molto spinta?"
"Abbastanza, diciamo."
"E sogni ancora di andarci a letto?"
"Ogni tanto. Ma soprattutto sogno di spiegargli con calma perch� non dovrebbe
andare a letto con una ragazza che ha la met� dei suoi anni."
"Ma non importer� pi� a nessuno. A NESSUNO. E poi non ti stai mica candidando alla
presidenza, sebbene negli ultimi tempi gli standard siano abbastanza bassi anche
per la massima carica."
"Per� ho anche una figlia e non sono sposata."
"Lo so. La conosco, Ruby. Una ragazzina adorabile."
"Ma perch� io? Con tutto quello che mi porto dietro?"
"Perch� mi piaci. Sei una persona in gamba. Conosci tutti, la gente si fida di te e
ti rispetta. E, considerato il lavoro che fai, scommetto che sai dove sono
seppelliti un mucchio di cadaveri, in questa cittadina, e male non fa. Da ultimo,
ho vissuto qui per trent'anni, ci ho pagato la mia parte di tasse e prima di
morirci mi piacerebbe molto vedere una signora ad amministrare Allison Springs."
Sai che non dovresti candidarti.
Sai che comprometterai Ruby.
Sai che attirerai l'attenzione su di te e sul tuo passato.
Se perdi, e il segreto diventa di dominio pubblico, probabilmente dannegger� anche
i tuoi affari e la tua reputazione nella comunit� in cui vivi.
D'altra parte, hai trentasette anni.
Adori essere la mamma di Ruby, ma questo non basta a impedirti di avere desideri
tuoi, personali.
Sai che non � una carica nazionale. Non sarai presidente, n� senatore e nemmeno
membro del Congresso.
Sai che non � quello che immaginavi da giovane.
Eppure diventare sindaco ti sembra una cosa grossa.
Non sei cambiata molto da quando avevi vent'anni. Nonostante tutto, credi ancora
che le istituzioni abbiano il potere di apportare cambiamenti positivi. E ormai sei
affezionata alla tua cittadina e ai suoi abitanti. Non ti piace l'idea che a
diventare sindaco sia una persona come Wes West. Wes West � un bullo. Bullizza sua
moglie. Ha cercato di bullizzare anche te.
I tuoi nonni credevano nell'impegno pubblico. Erano stati accolti da quella nazione
imperfetta e credevano di doverle qualcosa in cambio. Prendersi cura di qualcosa
vuol dire amarlo.

Ovviamente tua figlia scopre tutto e reagisce com'era prevedibile. Ti dice che ti
odia e scappa di casa. Ti lascia un biglietto, come se potesse confortarti. � tanto
giovane! Non ha idea di cosa pu� succedere nel mondo.
Cerchi di rintracciarla usando il telefono, ma in fatto di tecnologia non � una
sprovveduta - � ufficialmente la tua "giovane assistente" - e l'ha spento.
Ti viene in mente che puoi rintracciarla tramite l'iPad. Non ha il GPS ma, quando
si connette a un Wi-Fi, sulla mappa compare la sua posizione.
Il puntino pulsa come il tuo cuore.
� in Florida.
A Miami.
� andata a cercare il membro del Congresso.
Chiami la polizia di Miami e comunichi dove si trova.
Stai per andare all'aeroporto, ma ti fermi. Nel migliore dei casi, ci vorranno
sette od otto ore per arrivare in Florida e tu conosci qualcuno che � molto pi�
vicino.
Chiami tua madre. Sei nel panico ma, non appena lei risponde, ti rilassi. Quando
tua madre si preoccupa per qualcosa, significa che non te ne devi preoccupare tu.
"Mamma. Ho bisogno che tu vada a prendere Ruby. � alla stazione di polizia."
"Certo."
Le dici quale stazione di polizia e il nome dell'agente di cui deve chiedere.
Cominci a spiegarle cos'� successo, ma tua madre taglia corto: "Ci penseremo dopo.
Adesso � meglio che vada".
"Grazie."
"Figurati. Tanto cos'avevo da fare oggi?"
"Immagino che avessi da fare..."
"Io e Roz dovevamo andare al cinema. E poco altro. Questo sar� molto meglio."
"Che film?" le chiedi. Vuoi che vada da Ruby, ma per qualche ragione sei restia a
riagganciare.
"Quello con una donna inglese che ha un brutto accento americano. Qualcosa sugli
ebrei. Non so, l'ha scelto Roz. C'� anche un dibattito. Magari ce la facciamo lo
stesso. A Ruby piace questo genere di cose?"
"Tantissimo."
"Vieni gi� a trovarci? Mi farebbe piacere vederti. La nonna chiede sempre di te."
"Salutamela tanto. Anch'io la penso sempre."
"Allora vieni. Vieni a trovarci", insiste tua madre.
"Verr�, ma non posso partire proprio adesso."
"No? Nemmeno per Ruby?"
"Non � che potresti accompagnarla tu qui?" Resti un attimo in silenzio. "Il fatto �
che mi sono candidata a sindaco. Le elezioni sono la settimana prossima e stasera
c'� l'ultimo dibattito."
"Sindaco?" dice tua madre. Il suo tono � delicato e accalorato, sollevato e carico
di orgogliosa deferenza. Ascoltare la sua voce � come guardare una lucciola in una
notte d'estate. "Aviva Grossman! Chi se l'aspettava!"
"Probabilmente non vincer�. Hanno scoperto tutto. Era solo questione di tempo."
"Ma ti sei giustificata? Hai raccontato la tua versione?"
"C'� poco da giustificarmi. Ho fatto le mie scelte. Quelle cose le ho fatte."
"Ma cos'hai mai fatto! � stato solo sesso. Lui era un vecchio e tu una ragazzina. �
stato un mucchio di narishkeyt. Qui in Florida si sono comportati tutti come
bambini."
"Certo, per�..."
"Non ti preoccupare per Ruby", dice tua madre. "Devi restare l�. Devi lottare."

Al dibattito il tuo avversario ci d� dentro col vecchio scandalo e con la tua


doppia identit�. Lo lasci fare, non te la prendi nemmeno. Per il resto, si comporta
in maniera ammirevole. Sai quella cosa su sua moglie e pensi di usarla, ma poi
decidi di no. � una bassezza e, comunque, lei non c'entra. Sinceramente, chi se ne
importa di cosa ha fatto sua moglie? E poi vale la pena di essere eletti, se per
farlo bisogna rovinare la vita di una donna?
A dibattito finito, la vedi nel pubblico. Lei ti guarda e mima un grazie con le
labbra.
Mrs Morgan ti raggiunge.
"Come siamo andati?" le chiedi.
"Sar� un testa a testa."
"Le dispiace aver scommesso su di me? L'avevo avvertita."
"Niente affatto! Io scommetto sulle persone, e in particolare sulle donne
intelligenti. Questo � solo l'inizio, e almeno ci siamo liberati dello scandalo.
Adesso tutti sanno com'� andata e si sono abituati all'idea. Se perdi stavolta, ci
ricandideremo. E punteremo pi� in alto."
"Lei � matta!"
"Pu� darsi. Ma in questa citt� ho il conto corrente con pi� zeri di tutti. E il
conto corrente con pi� zeri vince sempre."

Quando tua madre arriva ad Allison Springs con tua figlia, le stritoli. Vuoi
sentire la tua carne fondersi con la loro carne. Vuoi annodare le tue ossa con le
loro ossa.
Spedisci Ruby a scuola. Ha gi� perso abbastanza lezioni. "Ne parliamo dopo", le
dici.
Lei non protesta.
Dopo averla accompagnata, fai fare a tua mamma il giro della cittadina. "Proprio un
bel posticino", commenta lei. "Sembra il set di un film."
Le mostri il tuo ufficio, quello che hai costruito.
"Sono molto colpita", ti dice. "Tutte queste persone lavorano per te?"
Mostri a tua madre la stanza degli ospiti.
"� bellissima, Aviva. Lenzuola di Frette, come in un hotel."
"Mamma, cosa c'� che non va?" le chiedi. "Non stai criticando niente."
Tua madre fa spallucce. "Perch� dovrei criticare qualcosa?"
"Non pensare che abbia voglia di litigare, ma una volta mi criticavi sempre."
"Non direi proprio. Non me ne ricordo affatto."
"I miei capelli, i vestiti. Se non mi lavavo abbastanza. Se..."
"Aviva, sei mia figlia. Certe cose te le dovevo dire. Se non te le avessi dette io,
come avresti fatto a saperle?"
"Comunque adesso mi chiamo Jane."
"Dio mio, non potevi scegliere un nome pi� cristiano."
"Ci sono un mucchio di Jane ebree!" ribatti.
"Forse volevo dire noioso. � un nome noioso. Jane Young. Ecco, volevi una critica?"
Lasci tua madre e vai in camera di tua figlia, a darle la buonanotte. "Mamma, mi
dispiace", ti dice Ruby.
"Adesso sei a casa."
"No. Lui non ha voluto vedermi. Non pu� essere mio padre se non vuole vedermi."
"Mi dispiace che sia successo proprio a te, ma ha ragione. Non � lui tuo padre. Con
lui non ho mai fatto sesso... Non ho mai..."
"Basta. In aereo, tornando a casa, ho pensato. Forse non importa chi �. Tu sei mia
mamma e la mia migliore amica."
"So di aver commesso molti errori, ma ho fatto del mio meglio."
"Ti chiedo scusa anche per un'altra cosa. Sono stata io a dirlo al giornale."
"Lo so. Non fa niente."
"Invece fa. Potresti perdere."
"S�, potrei. Ma la verit� � che avrei potuto perdere comunque. Quando decidi di
candidarti a una carica pubblica, l'unica cosa che sai per certo � che potresti non
vincere."
"� colpa mia." Ruby nasconde la testa sotto la trapunta.
La scopri. "No. Il giornale � di propriet� di Mrs Morgan. Poteva scegliere se
pubblicare la notizia o cestinarla. Le ho detto io di pubblicarla."
"Ma perch�?"
"Perch� � meglio cos�. Alla fine sarebbe venuto fuori lo stesso. Non mi vergogno di
quello che � successo, non pi� ormai. Ma soprattutto non mi vergogno di quello che
ho fatto per migliorare la mia situazione. E, se la gente vuole giudicarmi e non
votare per me, � una scelta sua."

Il giorno del voto, Mrs Morgan ti organizza la classica foto davanti al seggio.
Ti metti un tailleur rosso. Non ci perdi tempo. Non prendi in considerazione nessun
altro vestito. Ti sta a pennello e sai che in foto verr� bene. Adesso che sei meno
giovane, sai che cosa ti dona. Ruby si mette un abitino blu e tua madre indossa
pantaloni grigi, camicetta bianca e una sciarpa di Herm�s. "Rosso, bianco e blu",
osserva.
Andate a piedi al seggio, che � allestito nella centrale dei vigili del fuoco, a
pochi isolati dal tuo ufficio. Ti chiedi cosa succederebbe se ci fosse un incendio
proprio il giorno delle elezioni.
Mrs Morgan voleva che ci andaste in macchina, ma tu decidi di andare a piedi. Fa
freddo ma la giornata � soleggiata e limpida. Percorri la via con tua madre e tua
figlia. Qualcuno cerca di evitare il tuo sguardo, ma la maggior parte delle persone
che incroci ti saluta con la mano e ti augura buona fortuna. A quelle
manifestazioni di calore umano resti sorpresa, anche se non dovresti. Hai
organizzato i loro matrimoni. Sei stata presente nei loro momenti pi� intimi. Con
discrezione, hai allungato pacchetti di fazzolettini a padri singhiozzanti e hai
tenuto in braccio bambini nati sei mesi dopo la cerimonia, hai accompagnato suocere
razziste all'aeroporto e quando hai potuto hai perdonato gli assegni scoperti, agli
addii al celibato hai guardato dall'altra parte se la situazione sfuggiva di mano.
Insomma, anche loro hanno dei segreti.
Quando arrivi al seggio, trovi ad aspettarti cinque o sei fotografi. I media hanno
raccolto la notizia, anche fuori Allison Springs. � succosa. Scandalo sessuale.
Donna di dubbia moralit�. Ragazza che � andata a letto con un politico si butta a
sua volta in politica. A volte ritornano.
"Aviva!" grida un fotografo. "Guarda di qua."
"Jane!" grida un altro. "Da questa parte!"
Ti giri verso uno e gli sorridi, poi ti giri verso l'altro e gli sorridi anche di
pi�. Sorridi a tutti denti.
"Secondo lei chi vincer�?" ti chiede un giornalista.
"Sar� un testa a testa", gli dici. "Il mio avversario ha condotto una campagna
solida."
Lasci Ruby con tua madre ed entri per votare.
Di solito voti per posta, e ti sembra pittoresco e antiquato, ma stranamente
intimo, compilare la tua scheda in pubblico. Anche dopo aver tirato la tenda, ti
senti esposta. Anzi, la tenda ti fa sentire pi� esposta. Come un cattolico nel
confessionale. Come una ragazzina che prova un abito per il ballo di fine anno al
centro commerciale. Come una donna incinta con la camicia da notte dell'ospedale,
aperta dietro, in attesa di partorire. Come la Balia in una rappresentazione
scolastica di Romeo e Giulietta, dietro le quinte. Come una stagista che � andata a
letto col suo capo ed � stata scoperta.
A proposito, la notte scorsa hai sognato Aviva Grossman. Nel tuo sogno, era
candidata a sindaco di Miami. Sei andata a chiederle un consiglio. "Ti posso
chiedere una cosa? Come hai fatto a sopravvivere allo scandalo?"
"Mi sono rifiutata di vergognarmene."
"Ma come ci sei riuscita?"
"Quando mi stavano venendo addosso, io non mi sono spostata."
Allora raddrizzi le spalle. Ti abbottoni la giacca del tailleur. Ti lisci i
capelli.
Trovi il tuo nome sulla scheda e scegli.

Fine

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