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Spedizione in abbonamento postale 45% - art.2, comma 20/B, legge 662/96v - Filiale di Trento - Supp. alla rivista Archivio trentino, n.1/2000, periodico semestrale reg. dal Tribunale di Trento il 20.2.1997, n. 944 Direttore responsabile: Sergio Benvenuti

IN QUESTO NUMERO
La deaustricazione dellAustria di Gnther Pallaver Haider e la paura del futuro. Intervista con Joe Berghold di Paolo Piffer Castel Tirolo: un progetto per il nuovo museo Il sindaco Alberto Pacher: un rapporto sempre pi stretto con la citt I 50 anni della rivista del Museo Giuseppe e Vittorio Gozzer: due fratelli in guerra di Giuseppe Ferrandi e Lorenzo Pevarello

STORIE
rivista periodica a cura del museo storico in trento, anno secondo, numero tre, luglio 2000 http://www.museostorico.tn.it

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STORIE
La deaustricazione dellAustria
di Gnther Pallaver
ino agli anni ottanta lAustria era considerata una nazione con un grado di organizzazione politica insolitamente alto, un consenso tra le lite particolarmente forte ed una altissima prevedibilit politica, e quindi governabilit. Tutto ci visibilmente cambiato. I primi giudizi sulla futura evoluzione di questo processo formulati agli inizi degli anni novanta prevedevano una irrefrenabile erosione del sistema dei partiti, la diminuzione degli elettori dei socialdemocratici (SP) e dei popolari (VP) e la perdita del potere di coesione delle tre subculture, quella cattolica, quella socialista e quella nazional tedesca. In tutte le varianti possibili, comunque, gli osservatori erano concordi nel ritenere che lAustria si trovasse sulla via di una normalizzazione europea: emancipazione della societ dal sistema politico, dalle istituzioni dello stato partitocratico e consociativo ed emancipazione degli elettori dalle subculture. Levoluzione del sistema politico no ad una normalizzazione europea sembrata giungere a compimento allinizio del febbraio 2000. Per la prima volta nel dopoguerra i due partiti borghesi-conservatori (VP e FP/ Freiheitliche Partei sterreichs/ Die Freiheitlichen) hanno stret-

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to una coalizione. La Grande Coalizione tra SP e VP tramontata, dopo trentanni di governo il partito del cancelliere (la SP) si ritrovato allopposizione. Lalternanza dei partiti e delle coalizioni signica lavvenuta normalizzazione dellAustria. In un sistema parlamentare nulla pi normale del cambiamento di ruoli di partito dal governo allopposizione e viceversa. Altrettanto normale il fatto che il secondo (FP) ed il terzo (VP) partito pi votato governino grazie ad una maggioranza parlamentare, mentre il partito di maggioranza relativa si trova allopposizione. Alternanza come prova di democrazia, se non fosse per lUnione europea, i cui altri 14 membri sotto la presidenza del Portogallo hanno deliberato di ridurre i rapporti bilaterali con lAustria, il che equivale ad una sanzione. Oltre al monito venuto dalla commissione europea anche il Parlamento europeo ha condannato apertamente la formazione del nuovo governo austriaco. Questa reazione senza precedenti dellUE alla coalizione tra la VP e la FP contraddice la tesi della normalit austriaca. evidente che il problema non il cambio di governo, ma un partito ben preciso. Per lUnione europea la FP e rimane un partito di estrema destra non legittimato a governare. Se le nazioni dellUnione europea e gli Stati Uniti reagiscono in maniera pi critica e di riuto nei confronti di partiti di estrema destra tedeschi e austriaci piuttosto che francesi e italiani, il motivo nella memoria collettiva del nazionalsocialismo e dellolocausto. Lolocausto infatti, per lEuropa, lesperienza negativa per antonomasia del secolo passato. LUnione europea ha sem-

pre avuto limpressione che la FP giocasse con questa esperienza, poich i suoi esponenti ripetutamente hanno minimizzato il nazionalsocialismo, gli hanno attribuito aspetti positivi, messo in dubbio o persino negato lolocausto, praticato una retorica xenofoba. Per questi motivi la FP stata sempre isolata a livello europeo ed esclusa dallInternazionale liberale, poich nessun partito liberale vuole avere legami con un partito che ha rapporti ambigui con il nazismo, la xenofobia e lantisemitismo. Lisolamento della FP a livello europeo stato un prodromo dellisolamento del nuovo governo formato con essa. LAustria viene considerata come outsider che si riuta di praticare e di intendere la democrazia cos come intesa dagli altri paesi europei. Per ora la normalizzazione dellAustria quindi rinviata a causa dellentrata nel governo della FP. La deaustricazione, di cui spesso si discusso, che si espressa nella formazione di un nuovo sistema di partiti, nellerosione delle subculture politiche, nella messa in discussione dello stato consociativo e nel rafforzamento della societ civile nei confronti dei partiti prima dominanti, stata messa in ombra dal ritorno del passato.

STORIE
Joe Berghold, Italien-Austria. Von der Erbfeindschaft zur europischen ffnung, Werner Eichbauer Verlag, Wien 1997

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Haider e la paura del futuro. Intervista con Joe Berghold


di Paolo Piffer

Joe Berghold, austriaco, si occupa di psicologia politica. conclusa da poco la traduzione in italiano di un suo ampio lavoro sui rapporti tra Italia e Austria, dalla secolare amicizia allapertura europea. Ora si sta lavorando ad unattenta revisione del saggio per poterne proporre, in un prossimo futuro, la pubblicazione in Italia. A lui abbiamo rivolto, contattandolo tramite e-mail nella sua casa di Vienna, alcune domande sulla situazione austriaca, sui rapporti con lEuropa e lItalia, su che cosa signichi lascesa di un leader come Haider.

ei scrive, in termini generali, del risorgere di tensioni nazionalistiche ed etniche a fronte di una globalizzazione che va avanti a passi da gigante. Perch questo accaduto e accade? Indubbiamente questo fatto riconducibile ad una variet di cause e fattori. Secondo me, una delle cause principali comunque il dilagare di enormi paure davanti alla logica socialdarwinista che si sta affermando nel tipo di globalizzazione nel quale ci troviamo coinvolti (caratterizzato cio da una forte deregolamentazione dei mercati, da un continuo abbassamento delle sicurezze sociali e dei valori di solidariet, delle virt civiche e dello spazio accordato alla res publica, alle discussioni e decisioni politiche). Andando di pari passo con rapide spinte tecnologiche e scientiche, questo sviluppo non pu non preoccupare fortemente un numero di persone in continuo aumento: sta diventando sempre pi incerto per sempre pi attori in quellarena di concorrenza sconnata se si riesce ancora a cavarsela, ad evitare una caduta economica e sociale nel vuoto. Ad un livello pi generale, deve provocare paure esistenziali anche il fatto che nel mondo odierno che per sopravvivere ha un drammatico

bisogno di una solidariet capace di comprendere lintera societ umana prevalga invece in misura crescente la legge del pi forte. Queste paure, se non vengono affrontate in modo adeguato, devono per forza portare sia alla rimozione che al panico, tutti e due tipi di reazione che si rafforzano a vicenda. I vari nazionalismi, gli odi etnico-razziali, le xenofobie e le varie mentalit da fortezza risultano poi modi particolarmente idonei per esprimere quellinsieme di rimozione e panico non da ultimo perch le contrapposizioni nazionalistiche permettono meglio di tutte le altre di chiudere gli occhi sul fatto che oramai ci troviamo tutti nella stessa barca in quanto specie umana che convive su un piccolo pianeta. Le illusioni che in una comunit etnicamente epurata (o in una fortezza-Europa) si possa stare al riparo dai venti gelidi della libera concorrenza globale, o che il proprio gruppo sia per natura superiore a tutti gli altri, possono servire alla rimozione; e le paure rimosse devono poi cercarsi altri oggetti (spostati) che vengono ingigantiti nella fantasia fobica: vari altri gruppi etnico-nazionali o extracomunitari vengono cos investiti di percezioni di minaccia, che dovrebbero inve-

ce trovare le loro cause reali in una dimensione sociale diversa che ben poco ha a che fare con i conitti che pure possono anche esserci tra varie comunit denite per la loro lingua, origine geograca o etnica, religione, usi culturali. LAustria ha trovato una sua dimensione europea specchio anche di un livello di vita medio e di sviluppo ormai avanzati. Dopo anni di consenso nei confronti dei popolari e dei socialisti, cosa ha portato la popolazione a schierarsi a destra acclamando Haider? La notevole perdita di consensi subita dai partiti popolare (vp) e socialdemocratico (Sp) a partire dagli anni ottanta molto condizionata dalle crescenti insicurezze nellambito della globalizzazione in corso, che persino in un paese benestante come lAustria fa aumentare in modo preoccupante il divario tra ricchi e poveri. Mentre quei partiti (e le varie reti corporativistiche ad essi collegate) si dimostrano sempre meno in grado di garantire alle loro clientele le consuete nicchie economiche, si stanno appunto, come gi accennato sopra, diffondendo le paure del futuro magari aggravate, nel caso austriaco, da una assai diffusa mentalit inessibile e chiusa. La destra haideriana cresce in larga misura su questo humus di paure, e al riguardo il messagio di Haider si potrebbe riassumere con

Rappresentazione satirica dellImpero austro-ungarico

STORIE
una affermazione del tipo: Nel mondo socialdarwinista che si sta delineando, di generalizzata caccia a chi debole e indifeso, sono io il cacciatore di gran lunga pi forte e spietato, e se voi piccoli uomini volete ancora mantenere una speranza di sopravvivere dovete far parte del mio branco e sottomettervi senza discussioni alla mia volont In questo contesto, anche le numerose scandalose asserzioni di Haider a favore del nazismo trovano un loro signicato molto preciso. Del resto trovo interessante che Lei parli della popolazione austriaca, e non solo di un suo settore minoritario, che si sia schierato con la destra haideriana. Qualcuno potrebbe certo obiettare che il suo partito Fp era poi votato dal solo 27 per cento dellelettorato (o ancora da meno degli aventi diritto al voto). Ma purtroppo evidente che quel successo elettorale esprime un consenso indiretto che va molto al di l di quella percentuale, tanto da comprendere, nelle sue varie sfumature, una maggioranza tale da giusticare anche lespressione la popolazione. Altrimenti sarebbe infatti impensabile che un partito che non nasconde minimamente il suo estremo autoritarismo e che usa una retorica sconvolgente da caccia alluomo, non riscontri una reazione molto pi energica da parte di unampia opinione pubblica. Chi non si oppone con fermezza ad un uomo politico che (per citare solo un esempio) ripetutamente descrive i suoi avversari come insetti (ad es., come pidocchi del pube) contro i quali il proprio partito dovr agire da prodotto chimico antiparassitario (Schdlingsbekmpfungsmittel) e persino da acido cianidrico (Blausure), cio lagente chimico usato ad Auschwitz!! in realt complice, segnala il suo tacito consenso; perch logicamente impossibile rimanere neutrali rispetto a quel tipo di propositi che preannunciano barbarie. Se buona parte della popolazione quindi stata portata a schierarsi a favore di Haider, questo dovuto non da ultimo
Stemma della Carinzia

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al fatto che la societ austriaca stata in larga misura incapace di affrontare e superare mentalmente il suo passato coinvolgimento col nazismo (la disfatta del Terzo Reich non avendo corrisposto in Austria a qualsiasi movimento di liberazione di rilievo). Credo che anche legemonia semi-feudale dei partiti popolare e socialdemocratico nei decenni del dopoguerra non sarebbe stata possibile senza il profondo effetto stordente e paralizzante che il nazismo ha portato su quel poco di cultura democratica che la societ austriaca era stata in grado di sviluppare prima. Le recenti sanzioni europee nei confronti dellAustria rischiano di bloccare il cammino di integrazione politica e culturale nellEuropa unita o sono solo un incidente di percorso? Queste cosiddette sanzioni che in realt sono poi misure quasi interamente simboliche sono lesatto contrario di un incidente di percorso. Corrispondono ad una presa di posizione doverosa da parte di chi vuole mantenere la credibilit di una integrazione europea che sia un progetto di societ civile, di una comunit vera di cittadini disposti a condividere le responsabilit per il comune destino e non meramente un grande mercato omogeneizzato sotto i dik-

tat neoliberisti. Di per s, le misure bilaterali prese dai quattordici governi della UE potrebbero costituire un segnale importante nella direzione di una integrazione sostenibile, capace di contrastare le dinamiche che rischiano di far saltare in aria la coesione sociale necessaria per costituire una polis europea. Una preoccupante debolezza della presa di posizione dei Quattordici consiste invece nel fatto che nellinsieme, le loro politiche si muovano prevalentemente nella stessa direzione neoliberista che fa svuotare lo spazio di partecipazione cittadina e fa crescere le paure del futuro che costituiscono la materia prima per il successo di movimenti del tipo haideriano. Ha fatto sensazione che gli Stati Uniti, in prima persona, siano intervenuti nei confronti dellAustria. Tanta solerzia non stata riservata ad altri paesi, quali la Turchia, con problemi ancora pi gravi al loro interno quali la discriminazione nei confronti dei curdi e dei musulmani. Come se lo spiega? Il motivo principale mi pare n troppo evidente: nessun altro partito in nessun altro governo rompe il consenso antirazzista internazionale del dopo-1945 in modo altrettanto frontale, aperto ed infame quanto lo fa il partito di Haider. Quel consenso risale pi che altro alla forte scossa morale provocata dai crimini nazisti contro lumanit e sta alla base di elementi-chiave che hanno marcato il nostro mondo dopo la disfatta del fascismo (le Nazioni unite, la dichiarazione universale dei diritti delluomo, il processo di Norimberga, la Corte internazionale di giustizia, il successo a lungo termine di movimenti quale Amnesty international, la stessa costruzione europea iniziata dai Schuman, De Gasperi ed Adenauer). Questo consenso del dopo-1945 pu certo essere criticato, e legittimamente, nch si vuole (per le sue ipocrisie, i suoi compromessi fasulli, le politiche di potere che dietro si nascondono, le oppressioni, le

STORIE
Particolare di una scultura nella Biblioteca di Admont (Stiria)

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guerre e i massacri che comunque continuano in tanti luoghi); ma rappresenta un piccolo seppur troppo piccolo passo storico in avanti, che ad ogni modo si colloca ad un livello morale superiore anni luce rispetto al nazismo e a chiunque voglia minimizzare o giusticare i suoi crimini. Che con larrivo del partito di Haider al governo suonino i campanelli dallarme anche oltre-Oceano, mi pare quindi proprio il segno di un sano senso morale che purtroppo pu anche coesistere con una vergognosa ottusit morale nei confronti delle violenze commesse da altri (come ad esempio dal governo turco). Facendo il confronto tra lAustria (con la sua attuale tendenza ad haiderizzarsi) ed un paese quale la Turchia, si deve certo tenere conto della differenza tra una violenza (in larga misura) solo retorica duna parte ed una massiccia violenza sica dallaltra (con le sue conseguenze di gran lunga pi sconvolgenti). Indubbiamente questa differenza quanto mai fondamentale e riette la parte di verit che c nel detto che tra il dire e il fare c di mezzo il mare. Ma stiamo attenti: se un dire viene ribadito con tanta ossessione come lo vediamo nel caso di Haider e dei suoi seguaci, il mare che c di mezzo potrebbe essiccare molto pi rapidamente di quello che si preferirebbe credere. I rapporti di buon vicinato tra Italia e Austria possono risentire di questa situazione? Mi pare improbabile che lattuale governo austriaco avr un effetto molto negativo specicamente sui rapporti italo-austriaci. E vero che nel 1992 il partito di Haider stato lunico nel parlamento austriaco a votare, con dichiarazioni anche acerrime, contro la quietanza liberatoria ponendo ne denitivamente alla vertenza sullAlto Adige. Ma oramai quei conitti che per tanto tempo avevano condizionato le tensioni tra i due paesi sono acqua passata, almeno in larga misura, e non potrebbero

pi creare fuochi rilevanti di attrito bilaterali anche se certi attori politici ci provassero. Sotto un punto di vista pi generale, per, i rapporti dellItalia con lAustria stanno sicuramente subendo in modo paragonabile a molti altri paesi un effetto di alienazione: sia a causa della natura di un partito che in realt perderebbe la sua ragion dessere senza un continuo priapismo politico e la demonizzazione dei pi variegati gruppi, etnico-nazionali o altri, che in linea di principio si potrebbe quindi rivolgere contro pressoch tutto il mondo; sia a causa della legittima costernazione da parte di unopinione pubblica che si sente anche solo un minimo solidale con i valori democratici e civili. I rapporti tra Alto-Adige, Trentino e Tirolo, la collaborazione transfrontaliera, lEuregio. Non mi aspetterei contraccolpi importanti proprio sui rapporti tra i gruppi etnici o tra le rappresentanze regionali e provinciali dellarea tridentina-tirolese. Credo che nel giro degli ultimi decenni le vecchie ferite hanno potuto essere superate in una misura tale da appartenere quasi interamente ad un passato che passato davvero. Vi emergeranno pur sempre varie contrariet o risentimenti minori, ma credo che nella vostra regione un processo di pace etnica abbia messo radici capillari nella societ in modo che i possibili tentativi di aizzare ancora il vecchio odio nazionalistico sono destinati a rimanere senza eco seria. Non mi pare un caso che allopposto della situazione in Austria, gli haideriani in Alto Adige abbiano fatto naufragio. Lei come vede lEuregio, che giudizio ne d, e, a causa di questi difcili rapporti con lEuropa, che sviluppo intravede? Vado abbastanza daccordo con

Bruno Luver che nel suo ottimo libro di riferimento Oltre il conne dimostra come lattuale regionalismo transfrontaliero in Europa sia marcato da una forte ambiguit. Duna parte pu promuovere ponti tra le nazioni che favoriscano il dialogo, la convivenza e la valorizzazione delle diversit, e in questo senso fornisce mattoni oltremodo validi per la costruzione della casa comune europea. Daltra parte, per, viene anche strumentalizzato da un nuovo tipo di etno-nazionalismo che mira ad un modello di regioni etnicamente omogeneizzate e che porterebbe ad una politica intollerante e di discriminazione contro i diversi. Evidentemente il mio giudizio sullEuregio (Trentino - Alto Adige Tirolo) dipende molto dalla questione del suo orientamento rispetto a quella alternativa; mi pare una questione ancora aperta. Sulla base della assai solida convivenza interetnica sviluppatasi negli ultimi decenni sarei un po pi ottimista di Luver e sarei incline a credere alla probabilit che lEuregio serva da ponte di intesa anzich da fortezza etnonazionalista (ma trovo pure interessante anche la sua proposta alternativa di una regione europea alpina). Sulla base dellandamento politico attuale in Austria, e forse tra poco anche in Italia, si potrebbe certo anche essere pi pessimisti. Daltra parte, un euregio-ponte credibile potrebbe anche esercitare una inuenza salutare contro le tendenze allautoritarismo e alle demonizzazioni nazionalistiche.

STORIE
Il fenomeno Haider destinato a durare nel tempo o si tratta di un qualche cosa di passeggero? Rappresenta cio uno stato di disagio, di insicurezza profondi, o una protesta momentanea? A prescindere dalla futura carriera della persona in questione che sarebbe infatti cosa ardua predire temo, ad ogni modo, che il tipo di uomo politico, di movimento, di umori ossessionati rappresentati da Haider siano destinati non solo a perdurare, ma a guadagnare ancora dimportanza (e sarei certo molto contento se dovessi aver torto). Finch la nostra societ non sapr mobilitare le sue capacit di compassione, le sue energie e le sue intelligenze per affrontare le grandi sde dei nostri tempi, un continuo aumento di paure diffuse con i suoi gi accennati effetti combinati di rimozione e di panico far aumentare ugualmente una tossicodipendenza psichica nei confronti di demagoghi alla Haider: cio per un culto maniacale della forza e dello strapotere (del proprio capo-messia e del proprio gruppo), per la caccia a tanti capri espiatori, lossessione dei risentimenti e della vendetta, la scissione paranoica del mondo tra buoni e cattivi. Finch non riusciremo a contrastare lindebolimento della coesione sociale e lo svuotarsi dello spazio di partecipazione cittadina, a garantire a tutti almeno un benessere modesto (in un mondo che disporrebbe pi che ampiamente dei mezzi necessari), ad assicurare uno sviluppo sostenibile dal punto di vista ambientale e a disinnescare nelle sue radici le minacce esistenziali che ci vengono dagli armamenti moderni, andremo rapidamente verso il fallimento della nostra civilt. A mio parere, i fenomeni rischiosi e incombenti alla Haider sono come barometri impazziti che ci indicano drammatici disturbi atmosferici. Lantidoto dovr consistere nel decisivo affermarsi dei valori di solidariet, di dialogo e della responsabilit condivisa per il comune destino del nostro mondo. La recente dichiarazione del cancelliere Schssel che riguarda lintroduzione nella Costituzione della tutela delle minoranze cosa rappresenta e, soprattutto, un atto che avr risvolti concreti o solo di immagine nei confronti della Comunit europea? La dichiarazione del Cancelliere rappresenta certo, come spesso accade nella vita politica, la risultante di una pluralit di vettori (inuenze, motivi, intenti). Tra laltro, direi, anche di un intento dei popolari di marcare una certa diversit nei confronti dei loro imbarazzanti alleati pi a destra, di agire un po da contrappeso contro le pretese estremistiche di un Haider che ora non esita nemmeno pi a parlare ripetutamente di alto tradimento (secondo lui punibile anche con la galera), ad esempio se ai politici dellopposizione venisse in mente di non difendere la propria patria davanti alle sanzioni e le critiche internazionali contro lattuale governo (credo che neanche ad un Milosevic sarebbe riuscito dirlo meglio). Il vettore pi cospicuo e pi importante, per, mi pare consista senzaltro nella fretta di migliorare limmagine del governo davanti allattenzione critica europea ed occidentale. Se, o in quale misura, la dichiarazione di intenti di Schssel avr poi anche auspicabili risvolti concreti (o no), dipende non da ultimo proprio dalla pressione esercitata da quellattenzione dal suo acume, dal suo vigore, dalla sua persistenza. Pi ancora, per, dalla vitalit della cultura critica e democratica allinterno della societ austriaca che attualmente invece si trova esposta a crescenti attacchi. In questo contesto, il recente caso della condanna in tribunale di Anton Pelinka mi pare oltremodo emblematico per i venti gelidi che sofano contro la libert di espressione. Pelinka stato condannato unicamente per avere espresso una opinione quanto mai giusticabile e documentabile, e cio che Haider ha fatto ripetutamente affermazioni che minimizzano il nazismo e che sia perci responsabile di una certa normalizzazione di posizioni di estrema destra. Il messaggio che non si pu non cogliere da questa condanna che se persino una persona di chiara fama internazionale non pu pi permettersi di dire come stanno le cose guriamoci allora che cosa pu succedere alle persone che non hanno nella vita pubblica il peso di un Pelinka. Per non parlare poi dei pi deboli e degli emarginati, come ad esempio le minoranze o i vari non-cittadini venuti in Austria alla ricerca disperata di rifugio dalloppressione e dalla miseria dei loro paesi. Visti questi fatti, siamo tutti chiamati ad impegnarci per far s che la tutela delle minoranze non resti solo lettera morta. Non una cosa da afdare esclusivamente ad una dichiarazione di intenti di Schssel.

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STORIE
Castel Tirolo: un progetto per il nuovo museo

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l Museo provinciale di Castel Tirolo sta affrontando un periodo di ristrutturazione e riorganizzazione che porter nel giro dei prossimi anni ad unimpostazione completamente nuova dellassetto museologico e ad una rinnovata apertura verso il pubblico. Il progetto prevede una ridenizione approfondita dei temi storici e dei percorsi allinterno del Museo stesso. Su gentile concessione del direttore del Museo, dott. Siegfried de Rachewiltz, abbiamo avuto la possibilit di visionare il progetto scientico ed esecutivo. Attraverso uno spaccato ampio della storia e della cultura del territorio inserito nel contesto

generale dello sviluppo europeo, lesposizione si sviluppa su quattro livelli che spaziano dallarcheologia (Ergrabene Geschichte); alla storia medioevale (Burg und Land im Mittelalter; Alltag im Mittelalter; Die mittelalterliche Gesellschaft), no a giungere alla storia pi recente dellAlto Adige (Tirol im 20. Jahrhundert). Dalla premessa scientica estrapoliamo una frase che ci sembra sintetizzare assai efcacemente contenuti e obiettivi del progetto: ... Castel Tirolo rimarr anche in futuro unimportante luogo della rappresentazione del territorio dellAlto Adige. In effetti lo era gi dallinizio: sede dei Signori ed espressione della sovranit,

rappresentazione di un territorio al quale diede il suo nome. Come una volta Castel Tirolo ha un signicato che va al di l dei conni del territorio e rimane un importante luogo di ricordo e di identicazione, che vede come destinatari i gruppi linguistici ed etnici in tutto il territorio del Tirolo storico. Lobiettivo principale del Museo sar raccontare epoche importanti di una storia comune e creare spazi per nuovi racconti e nuovi stimoli, in collaborazione con tutte le istituzioni culturali dellAlto Adige e dei territori vicini per sviluppare pienamente il concetto di un museo basato sulla cooperazione.

Accordo di collaborazione tra il Museo di Castel Tirolo e il Museo storico in Trento


Il Museo di Castel Tirolo e il Museo storico in Trento nei mesi scorsi hanno concordato lavvio di una collaborazione scientica che si concretizzer in contatti reciproci nel settore di attivit didattiche e di valorizzazione del patrimonio storico ed artistico e nel prestito di documenti e oggetti da esporre nelle rispettive sedi espositive. Questo risulta quanto mai interessante per il Museo storico in Trento che, affrontando in questi mesi la fase di elaborazione del progetto per una nuova sede espositiva nella zona adiacente il Castello del Buonconsiglio, potr trarre grande stimolo per i propri progetti espositivi e culturali e consentir una comune e complementare visione critica della storia regionale. Laccordo di collaborazione stata portata a conoscenza dellAssemblea generale dei soci del Museo, tenutasi lo scorso 15 aprile, ottenendo un generale apprezzamento.

Progetto del Museo di Castel Tirolo - pianta del 2 livello

STORIE
Il sindaco Alberto Pacher: Un rapporto sempre pi stretto con la citt

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lberto Pacher, sindaco di Trento, presidente del Museo storico in Trento.

Quale futuro intravede per unistituzione quale il Museo nel suo rapporto con la citt? Mi sembra un rapporto in crescita e le frequentazioni lo stanno a dimostrare. Questo anche grazie ad una serie di iniziative particolarmente centrate ed accattivanti. Penso, ad esempio, alla mostra che si svolta recentemente a Palazzo Geremia sulla scrittura popolare che ha avuto un buon successo di visitatori. Sono poi convinto che la nuova sede potr giocare un ruolo importante. Oggi il Museo allinterno del Castello del Buonconsiglio. Una

sistemazione che certo funzionale dal punto di vista dei percorsi di visita, ma che fa percepire la struttura come qualcosa di interno al Castello. Lattuale nuova sede per biblioteca e archivi consente maggiore autonomia e visibilit al Museo. La strada da percorrere, quindi, quale pu essere? Lauspicio quello di proseguire e intensicare il rapporto con la citt anche attraverso iniziative che attraggano e interessino in particolare, ma non solo, il mondo giovanile, senza ovviamente tralasciare lattivit scientica e di ricerca. Con quali obiettivi si pu collaborare con gli altri musei? furono alcune eminenti gure della cultura trentina del tempo: Enrico Brol, Pietro Pedrotti, Ernesta Bittanti Battisti, Quirino Bezzi, Renato Lunelli. A questi, negli anni sessanta, si aggiunsero Giulio Benedetto Emert e Renzo Francescotti. Nel 1970, dopo un anno di

C la necessit di andare sempre pi verso forme di collaborazione strette tra i musei sui grandi temi dentro i quali la citt pu riconoscersi. Penso, ad esempio, al 2002 anno mondiale della montagna. Ebbene, questo potrebbe essere un momento di forte collaborazione tra le istituzioni museali, ognuna nel suo specico settore. Non dimentichiamo poi le collaborazioni, gi in atto, con il Museo di Castel Tirolo in Alto Adige e con il Landes Museum Ferdinandeum di Innsbruck. Questi contatti e scambi sono sempre pi necessari per la conoscenza e lapprofondimento di una storia comune quanto positivamente ricca di differenze e sfumature. Intervista di Paolo Piffer sospensione nelle pubblicazioni, subentr nella direzione della rivista il prof. Sergio Benvenuti. Dalla valorizzazione dellideale nazionale attraverso lo studio del Risorgimento e dellirredentismo, il bollettino pass gradualmente al giudizio storico su fatti e persone del nostro passato, ampliando i temi trattati dalla storia politica e istituzionale a quella sociale e culturale. Con il 1990 la rivista mut titolo in Archivio trentino di storia contemporanea per divenire dal 1997 semplicemente Archivio trentino, denominazione che fu gi della prima rivista storica trentina, fondata nel 1882 e pubblicata a cura del Museo civico e della Biblioteca comunale di Trento. Anche la periodicit pass da quadrimestrale a semestrale. Negli ultimi anni la rivista si sensibilmente arricchita in contenuti, aprendosi a nuove tematiche e nuovi collaboratori.
Museo storico in Trento onlus http://www.museostorico.tn.it; e-mail: museostorico@museostorico.tn.it

I 50 anni della rivista del Museo

niziata nel 1950 dallallora direttrice, Bice Rizzi, la rivista del Museo che a quel tempo era intitolata Bollettino del Museo del Risorgimento e della Lotta per la Libert si presentava nei primi anni come un opuscolo quadrimestrale di poche pagine. Questo bollettino, che la Rizzi diresse no al 1968, si fece via via pi consistente. Suo scopo, oltre che tenere informati i soci della vita e delle iniziative del Museo, era la valorizzazione dellidea nazionale nel Trentino e laffermazione dei principi di libert e di democrazia. Attraverso lillustrazione di fatti e personaggi dellirredentismo trentino, della Grande Guerra e della Resistenza, episodi prima poco noti o del tutto ignorati venivano ad aggiungere qualche nuova tessera, a volte magari molto piccola, ma mai trascurabile, al complesso mosaico della storia della nostra regione. Tra i collaboratori del periodico vi
Via Bernardo Clesio, 3 38100 TRENTO Tel. 0461 230482 fax 0461 237418

ALTRESTORIE - Periodico di informazione Comitato di redazione: Giuseppe Ferrandi, Paolo Piffer, Rodolfo Taiani, Patrizia Marchesoni. Hanno collaborato: Joe Berghold, Gnther Pallaver, Lorenzo Pevarello

Per ricevere la rivista o gli arretrati, fino ad esaurimento, inoltrare richiesta al Museo storico in Trento. In copertina: pagina del canzoniere militare di Giacinto Vinante, 1910 (Museo storico in Trento - archivio della scrittura popolare).

STORIE
Mostre, seminari, cicli di film, pubblicazioni, incontri pubblici, attivit didattiche, ricerche sullOttocento e il Novecento

ALTRE

AGENDA
Editoria
Il Museo pubblica uno studio di Giuseppe Pantozzi dedicato alle vicende del movimento di Resistenza in val di Fiemme. Il libro dal titolo Il Minotauro argentato giunge al termine di anni di indagine condotta attraverso testimonianze orali e fonti inedite. pp.191, Lire 24.000 Giuseppe Ferrandi il curatore di un nuovo volume dedicato alla gura di Giuliano Pischel. Ad unampia e approfondita introduzione segue unantologia di scritti che testimoniano dello spessore culturale, politico ed intellettuale del personaggio. pp.234, Lire 30.000 uscito il n. 1/2000 della rivista Archivio trentino, semestrale del Museo, con contributi di Quinto Antonelli, Sergio Benvenuti, Vincenzo Cal, Dario DAlessandro, Mariolina Damonte, Gianni Faustini, Giuseppe Ferrandi, Karin Heller, Enrico Maria Massucci, Giuseppe Pantozzi, Rodolfo Taiani, Franco Tomazzolli, Ferdinando Tonon, Sergio Trevisan, Mara Valtorta . pp. 212, Lire 30.000 Abbonamento annuo: Lire 50.000

Archivio della scrittura popolare

Si svolta a Trento nel mese di aprile e a Rovereto nel mese di giugno la mostra Parole che escono dallombra. Scritture popolari in Trentino tra Otto e Novecento. Il lavoro dellarchivio della scrittura popolare, efcacemente rappresentato nella mostra, evidenzia le enormi possibilit di conoscenza storica custodite in questo materiale eterogeneo, attraverso il quale possibile studiare modi e tempi dellapprendimento, funzioni della scrittura, luoghi di produzione e reti di relazione che ne costituiscono il presupposto, culture popolari che agiscono come ltro tra lapprendimento scolastico e il contenuto, la lingua e lo stile della lettera, del diario, della autobiograa. Insieme alle parole, anche i loro autori possono uscire dallombra. (Il Manifesto, 16 aprile 2000)

Il Museo pubblica in coedizione con lUnion Ladins Fodom e con il sostegno della Comunit europea il volume Opzioni, guerra e resistenza nelle Valli ladine, attraverso le memorie di un contadino di Livinallongo. pp. 365, Lire 35.000

Centro di documentazione Mauro Rostagno

Inizier ad ottobre il secondo seminario per laureandi in discipline storiche moderne e contemporanee: si articoler in quattro incontri pomeridiani: due di carattere teorico (discipline storiche, ricerca, fonti, ecc.), due laboratoriali (uso degli strumenti per la ricerca, ricerca bibliograca ed archivistica, ecc.). La sede del seminario presso il Museo storico. Le iscrizioni, obbligatorie e gratuite, si raccolgono entro il 6 ottobre. Gli incontri si terranno i marted 17, 24, 31 ottobre e 7 novembre Dopo dieci mesi di chiusura a causa dei lavori di trasferimento, gli archivi e la biblioteca riaprono allutenza nei nuovi locali di Ca dei Mercanti in piazza Torre dAugusto. Orario di apertura: dal luned al venerd, dalle 9,00 alle 16,00.

Il Centro di documentazione Rostagno organizza per il 9-10 novembre un Seminario di studi dedicato alla storia politica. Il seminario far il punto su alcuni aspetti metodologici e permetter di valorizzare alcuni lavori di tesi condotti nellambito dei corsi di Storia regionale a Lettere e di Storia dei partiti politici a Sociologia (dott.ssa Elena Tonezzer e i dottori Walter Giuliano e Marco Panizza).

Archiblioteca

stata completata lacquisizione di un fondo librario appartenuto al prof. Alessandro Migliazza, docente di diritto internazionale. Un vivo ringraziamento alla vedova che ha acconsentito alla donazione e al prof. Renato Mazzolini che si prodigato per il buon esito delloperazione

Proseguono linventariazione e linformatizzazione dellarchivio Battisti, nonch la catalogazione dellarchivio fotograco e della raccolta periodici.

Progetti di ricerche e mostre

Proseguono gli studi e la ricerca di materiali per la preparazione della mostra sullAssociazionismo sportivo in Trentino tra Otto e Novecento che il Museo ha in programma per il prossimo autunno del 2001.

Con il n.2/2000 di Archivio trentino dedicato ai temi della storia sociale e culturale dellalpinismo nei secoli XIX-XX il Museo si apre ad una nuova area di ricerca.

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STORIE
Giuseppe e Vittorio Gozzer: due fratelli in guerra
di Giuseppe Ferrandi e Lorenzo Pevarello

ALTRE

ualche mese prima della morte, sopraggiunta questanno, Vittorio Gozzer, trentino di Mezzocorona, figura di partigiano tra le pi significative del panorama resistenziale, rilasciava al Museo storico unampia video intervista. Un documento importante non solo in quanto approfondisce e rimarca alcuni aspetti della Resistenza italiana e dei rapporti con le Forze alleate, ma anche perch ne risulta un intenso dedalo di sentimenti e profondi affetti con il fratello maggiore, Giuseppe, medaglia doro della Resistenza, ucciso dai tedeschi nel campo di concentramento di Herbruck in Germania. Quello che segue un sunto dellintervista a Vittorio Gozzer che privilegia proprio il rapporto con il fratello Giuseppe: una storia familiare nel tragico teatro di guerra, in Italia, durante il secondo conflitto mondiale. Giuseppe era quello, tra i fratelli, pi dotato intellettualmente, pi precoce. Era uno spirito irrequieto, vivace, attento. Allinizio, a seguito

di una crisi religiosa, voleva diventare salesiano. Era gi chierico quando si accorse che non era la sua strada e ne usc a diciotto diciannove anni. Pensa che poi si laure in giurisprudenza alla Statale di Milano in sole due sessioni, nel 1940, con una tesi di diritto sindacale spagnolo, una rarit per quei tempi. Era infatti appena tornato dalla Spagna dove aveva combattuto come volontario dalla parte dei franchisti. Torn profondamente cambiato da quellesperienza e, nel 1941, si arruol nei paracadutisti. Vittorio Gozzer racconta gli avvenimenti di quegli anni, che mischiano ricordi fraterni a episodi che composero la storia italiana del periodo, con un nitore straordinario, quasi non fossero passati pi di cinquantanni. Lavvicinamento al comunismo di mio fratello Giuseppe fu progressivo e determinato certo anche dalle amicizie con Umberto Sannicol e Maurizio Ferrara, poi deputati del PCI, con Guttuso e Trombadori. Dopo l8 settembre 1943 ebbe il compito, da parte del CLN, di organiz-

Giuseppe Gozzer, tenente delle Frecce Azzurre nel 1938

zare le bande partigiane nei Castelli Romani. Era una Resistenza composita, vi militavano democristiani, comunisti ma anche monarchici. Anche lei fece parte della resistenza sui Colli. Come riusc ad unirsi a suo fratello? Lincontro con mio fratello a Roma ha dellincredibile. Avevo passato le linee dopo l8 settembre ed ero arrivato nella capitale. Avevo un indirizzo di Bepi, ma in quel posto non cera ormai pi. Stavo vagando per Roma pensando a come avrei potuto trovarlo quando, in pratica, ci sbattei contro subito dopo piazza Colonna. Da l ai Castelli Romani il passo fu breve. Devo dire che le bande partigiane dei Castelli Romani fecero piccole azioni, ma molta informazione, prosegue Vittorio Gozzer. Quando Giuseppe fu catturato dai tedeschi, nel gennaio del 1944, per via di una soffiata, e portato nella famigerata sede di via Tasso a Roma, riusc a salvarsi, nonostante le torture e le sofferenze, grazie ad una straordinaria forza di volont. Non fece nomi, neg di essere comunista e dichiar di chiamarsi Franco Ruggeri. Al processo prese otto anni di lavori forzati. Usc con la liberazione di Roma. Quale fu, invece, il suo percorso in questi anni turbolenti e drammatici? Della lotta partigiana sui Colli in parte ho detto. In seguito mi trasferii sui Monti Lepini sopra Latina, i Castelli erano diventati troppo caldi. l che, con la formazione della testa di ponte americana ad Anzio, nel 1944, presi contatto con gli Alleati ai quali portammo alcuni loro soldati che erano nella nostra ban-

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STORIE
da. C un episodio curioso a questo proposito. Uno di quei soldati americani, dopo la guerra, ritorn in Italia per una partita di rugby. Riusc a mandarmi un telegramma e ci vedemmo a Milano. E prima della Resistenza? Negli anni precedenti alla Resistenza ero stato in Africa settentrionale, tra il 38 e il 40, a Bengasi come allievo ufficiale dellesercito italiano e, allo scoppio della guerra, in Libia come guardia di frontiera. Poi mi trasferirono a far la guardia al campo prigionieri di Aversa. Ero molto amico di alcuni ufficiali indiani prigionieri e proprio questo caus il mio allontanamento dal campo. Sono quindi tornato al nord, a Milano a fare lavvistatore aereo e da qui fui spedito in Croazia. L8 settembre mi sorprese l. La mia compagnia si rifiut di arrendersi ai tedeschi. Questo ci cost larresto e lavvio ad un campo di concentramento. Riuscii per a scappare dal treno nei pressi di Pordenone. Sia lei che suo fratello avete avuto forti contatti con i Servizi alleati, tanto da collaborare attivamente in missioni al nord. Certo. Io, grazie anche alla conoscenza delle lingue, mi ero laureato a Ca Foscari a Venezia, entrai in contatto con gli americani e partecipai alla liberazione di Roma. Poi operai nel bellunese e sul Cansiglio. Giuseppe, dopo essere uscito da Regina Coeli, fu paracadutato in Friuli dove divenne Capo di stato maggiore della Repubblica della Carnia, una delle zone liberate dai partigiani nel nord Italia. Era il comandante Franco. Fu poi catturato e spedito al campo di concentramento di Flossemburg e da qui a Herbruck dove, tentando la fuga, fu ucciso. Un ricordo forte e ancora vivo quello di Vittorio Gozzer verso il fratello Giuseppe, pieno di ammirazione. Un ricordo condito anche da pensieri scherzosi:Sono diventato antifascista anche per come ci facevano vestire da giovani avanguardisti. Era una questione estetica. Poi, dopo l8 settembre, no. Avevo deciso: era ora di fare la guerra, io che non avevo partecipato fino ad allora a nessuna azione in armi, e mandare via tedeschi e fascisti. cos che sono andato a Roma sotto i bombardamenti alleati a ricongiungermi con mio fratello. Pi tardi dopo la Resistenza sui Colli, larresto di Bepi e la prigionia a Regina Coeli lui, liberato dal carcere, io, in divisa americana, liberatore di Roma attraverso Porta Maggiore, mi diceva sempre: Chi lavrebbe detto che un poiatel come te sarebbe stato capace di fare queste cose! Sarebbe toccato a me essere al tuo posto. Riduzione di Paolo Piffer

ALTRE

Roma, 6 giugno 1946: Giuseppe Gozzer, appena uscito da Regina Coeli, col fratello Vittorio in divisa americana.

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STORIE
Il Comune in Internet: risponde la Rete Civica

ALTRE

- PROCEDIMENTI AMMINISTRATIVI - DELIBERAZIONI - STRUTTURE - STRADARIO - DOCUMENTI - REGOLAMENTI - SCHEDE INFORMATIVE - MODULISTICA - BANDI - COMUNICATI STAMPA - EDITORIA

- ORARI E UBICAZIONE SERVIZI - TEMPO LIBERO E SPORT - NUMERI UTILI - EDICOLA

- ASSOCIAZIONI

Prima di tutto lindirizzo: www.comune.trento.it E questo il sito internet della Rete civica del Comune di Trento. Una rete civica divisa in tre spazi, per aree tematiche, ognuna contraddistinta da un colore: blu, rosso e verde. Il Blu identifica larea istituzionale. Vi si possono trovare informazioni sui servizi, le procedure e lattivit amministrativa del Comune. In particolare: i procedimenti, le delibere della Giunta e del Consiglio, lorganigramma dellente, gli organi istituzionali, i regolamenti, lo stradario cittadino, la documentazione relativa a piani, programmi, progetti, studi, ricerche e statistiche su diversi argomenti, bandi e modulistica. Lo spazio Rosso ricco di informazioni sulla citt. Quindi, orari e luoghi dei servizi, cinema, teatri, attrezzature e impianti sportivi, parchi e giardini, gallerie darte e musei, numeri utili e unedicola con laccesso ai principali quotidiani locali e nazionali. Infine lo spazio Verde dove attualmente si trovano le schede delle varie associazioni operanti sul territorio comunale. In prospettiva questo spazio diventer un luogo di discussione della societ civile con la possibilit di confrontarsi e avere un dialogo diretto.

Osservazioni e domande
Volete fare domande, porre osservazioni, presentare reclami? Oltre al numero verde telefonico (800/017615) c unaltra possibilit. Andate nella rete civica, lindirizzo internet www.comune.trento.it e cliccate sullicona IN DIRETT@ CON IL COMUNE: potete scegliere se avere una risposta pubblica direttamente sul sito, e quindi visibile da tutti, o una risposta privata al vostro indirizzo di posta elettronica. Un altro strumento che

permette al cittadino di dialogare direttamente con il Comune.

Sempre pi contatti
E dai primi di maggio dello scorso anno che la rete civica comunale operativa. Un servizio in progressivo aumento sia nellofferta di informazioni che di accessi. Fino ad ora sono stati infatti pi di cinquantamila i cittadini che hanno contattato il sito. Nellultimo periodo i contatti sono stati in media duecento al giorno, seimila al mese.

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