luigi.ventrugno@asuiud.sanita.fvg.it
5.10.18
Esame da 20 domande
IPNOSI
Ipno induttori, con Propofol 1-3 mg/Kg (liquido lattescente no a pz allergici soia e uovo), barbiturici Pentothal TPS
3-5 mg/Kg e BDZ Midazolam 0,1-0,2 mg/Kg), abbiamo anche la Ketamina usato nel pz scioccato, Etomidate non
più utilizzato.
PENTOTHAL TPS tiobarbiturico usato anche come siero della verità dose da 3-5 mg/kg
metabolismo epatico. Classe dei barbiturici (derivati dall’acido gamma-amino-butirrico,
GABA), riduce il metabolismo e il flusso ematico cerebrale, si distribuisce ai tessuti più perfusi
come il cervello dando l’effetto clinico. Poi avviene la redistribuzione verso i tessuti meno
perfusi come il muscolo (fine dell’effetto della dose di induzione). Il metabolismo è di tipo
epatico.
PROPOFOL è diventato famoso per M.J usava il propofol per indurre il sonno, il farmaco viene
mandato in pompa siringa per I.C, inizialmente abbiamo un eccitazione dei recettori e poi essi si
inibiscono (causa depressione respiratoria e successivamente depressione circolatoria). 2mg/kg
per indurre una vera anestesia generale, tra i vantaggi una più breve emivita e minor accumulo
nel tessuto adiposo, che lo rendono più maneggevole dati i più rapidi tempi di risveglio al
termine della sua infusione.
Come funzionano
Ancora adesso non è chiaro, ma agiscono sui recettori GABA e NMDA,. Nel nostro
SNC c’è il talamo che quando raggiunge una certa soglia si arresta (stacca la nostra
coscienza), il talamo è quello che manda tutte le connessioni da tutte le parti
sconnettendo andiamo ad interrompere tutte questa connessioni, le informazioni
non vengono integrate.
Amnesia anterograda
L’amnesia anterograda è un tipo di amnesia dove il pz è fortemente, se non totalmente, limitato a memorizzare
nuove informazioni a partire dal momento in cui il problema si è manifestato. È però una perdita di memoria che
non compromette ciò che è stato immagazzinato in passato, infatti la persona affetta riesce a ricordare eventi
antecedenti all’evento-causa del problema. Le BDZ danno questo tipo di amnesia gli diciamo una cosa e subito
dopo o in poco tempo la dimenticano. Sono farmaci ansiolitici, nel bambino può avere un effetto opposto
euforizzante, il Flumazenil viene dato come antidoto.
MIDAZOLAM
Ha un azione ultrabreve, viene somministrato sia per via EV che per orale ed intranasale, ha un azione immediata
di sedazione, blanda miorisoluzione, e amnesia anterograda.
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DOLORE
Se non viene dato un farmaco capace di ridurre e togliere il dolore nel pz
anche se addormentato vediamo nel monitor un aumento della FC, della PA,
della sudorazione. Viene somministrato il Fentanyl è un oppioide della
famiglia delle fenilpiperidine 100 volte più forte della morfina, agisce sui
recettori MU, possono dare dipendenza, depressione respiratoria (in dosi
alte), possono dare il coma farmacologico.
OPPIOIDI
Gli oppioidi danno depressione del SNC e depressione delle vie respiratorie.
Fentanyl: per induzione e mantenimento 1-2 gamma/kg fino a 5 (100gamma/2ml) emivita 3,7h
Remifentanil: per induzione e mantenimento. Pc 0.05-1 mcg/kg/min, con o senza iniezione in bolo iniziale di 1
mcg/kg somministrata nell’arco di almeno 30 sec. Emivita 3-10 min. subisce un metabolismo extraepatico da
parte di esterasi plasmatiche e tessutali aspecifiche.
Sulfentanil: per induzione e mantenimento 0.5-2 mcg/Kg
Alfentanil
CURARI
Paralizzano i muscoli (ricavato da delle piante), serve solo per la
miorisoluzione, rilascia i muscoli.
I curari agiscono sulla placca muscolare andando a chiudere i canali e
bloccando l’entrata dell’acetilcolina che serve per stimolare il muscolo. In base
alla durata vado ad usare un curaro ad alta emivita o a bassa emivita.
Ci sono tanti tipi di curari quelli a bassissima emivita. Rocuronio (Esmeron) è
un curaro non depolarizzante molto usato, il farmaco Esmerol è un antidoto va
ad eliminare il Rocurario andando a ridurre il rischio di depressione
respiratoria. Succinilcolina è un bloccante neuromuscolare ad azione
depolarizzante di breve durata. Recettori Ach 1 mg/Kg. Aministeroidei metabolismo epatico e renale, alcune
molecole generano metaboliti attivi. Benzilisochinolinici metabolizzati a livello plasmatico secondo HOFFMANN,
via metabolica non enzimatica dipendente dalla t° e dal pH.
VAPORI ANESTETICI
Mantenimento dell’anestesia, o per EV con IC di Propofol o per via vapore anestetico sono dei liquidi messi in un
vaporizzatore, entrano a livello del polmone ed entrano in circolo agendo sui GABA e NMDA, (desflorane,
devoflorane, isoflorane), più basso è tale coefficiente, più veloci sono induzione e risveglio. Idrosolubilità di un
anestetico rappresenta il principale fattore che determina il grado di induzione e di recupero dell’anestesia
inalatoria. Alogenati (MAC minimum alveolar concentration) rappresenta la concentrazione alla quale un
anestetico abolisce la sensibilità dolorosa nel 50% dei casi. In caso di ipertermia maligna:
Dantrolene 4 mg/Kg (bolo), fino a 10 mg/Kg
Raffreddare il pz ipertermico
Correzione iperkaliemia
idratazione
MONITORAGGIO
L’infermiere in sala operatoria, esegue il monitoraggio del pz, (Fc, Fr, T°, PA, SpO2), dolore. Quando faccio
l’anestesia quanto vado profondo? Ancora non si è capito anche se ci sono strumenti che indicano la profondità,
ma essi hanno dei difetti, attraverso degli elettrodi posizionati sulla fronte io vado a veder lo stato cerebrale solo
sulla parte frontale però non occipitale.
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L’incidenza dell’awareness (consapevolezza) è molto bassa, è più frequente nel
pediatrico che nell’adulto. L’awareness dipende dal tipo di chirurgia.
Cardiac surgery: 1-1.5
Trauma surgery: 11-43%
Cesarian: 1%
Total intra venous anesthesia
Neuroletto analgesia
Leptofen non più usato (DPP antipsicotico con fentanil) il pz era sveglio ma non sentiva dolore.
Se faccio un anestesia con i vapori sul monitor ho le dosi di farmaco che sto dando e ho l’attività cerebrale che mi
dice quanto sta dormendo il pz, se do il propofol per I.C non so quanto ho dentro il pz in quanto non ho un uscita.
INDUZIONE DELL’ANESTESIA
Uno dei momenti più pericolosi, nel momento in cui entro con il laringoscopio all’interno della bocca e devo
passare per le corde vocali in trachea per intubare il pz. Il laringoscopio può esse di due tipi quello classico e
quello con la videocamera, in modo che tutti possono vedere quello che vede il chirurgo, è composto da una lama
e un manico ora sulla lama passa la fibra ottica con la lampadina.
Se non riesco a intubare il pz devo aspettare che i farmaci passano in questo momento posso solo ventilare il pz è
un momento pericoloso devo mantenere la saturazione alta (la difficoltà ad intubare si incontra 1:12500).
Pz obesi sono difficili da ventilare per mantenere adesa la maschera, nell’intubazione non si hanno difficoltà, altra
problematica è la barba per la difficoltà di far aderire la maschera. Nelle urgenze possiamo avere pz che arrivano
in sala a stomaco pieno, in questi casi l’infermiere fa una manovra durante la laringoscopia spinge la laringe
andando a chiudere l’esofago (manovra di Sellik) e permettere l’intubazione.
EMERSIONE
Momento in cui dobbiamo svegliare ed estubare il pz, chiudiamo i gas e i farmaci, stop ipnotici e anestetici,
aspettiamo che anche l’ultimo curaro finisca e aspetto il pz che si svegli, facciamo Neostigmina (0.03-0.06 mg/kg
più atropina) permette all’Ach di entrare nella placca neuromuscolare. Vado a ripristinare il livello di coscienza e il
controllo del dolore.
Antagonisti
Oppioidi naloxone (narcan): 0.4-2mg fino a 10
BDZ, flumazenil (anexate): 0.3 mg fino a 5mg non va fatto ai pz epilettici
Curaro, sugammadex (bridion): 2/4/16 mg/kg
09.10.18
IL COMA
Cos’è il coma non farmacologico? Conoscere le cause del coma ti possono migliorare le condizioni di
management. Viene definito come una completa mancanza di stimoli esterni, “l’assenza totale della
consapevolezza di se stessi e dell’ambiente, anche quando il soggetto è stimolato dall’esterno” non è responso
agli stimoli, può esserci la condizione in cui un pz è sveglio e non responsivo o responsivo ma non sveglio.
Abbiamo la perdita di due componenti fisiologiche che regolano il comportamento cosciente, sono il contenuto e
l’eccitabilità. Ci può essere un trauma cranico con danni focali o diffusi, ischemia cerebrale, emorragia, infarto,
infiammazione o infezione, disfunzione cerebrale da squilibri endocrini, metabolici, ionici ed equilibrio acido-base,
da iperdosaggio di farmaci neurodepressivi o da sostanze chimiche neurotossiche. Vediamo il danno sia con la
TAC che con la RM, negli stati acuti predomina il mancato funzionamento del meccanismo dell’eccitabilità,
rendendo impossibile stimare il potenziale contenuto mentale. Quando lo stato di coscienza alterato dura più di
qualche giorno o settimana, spesso si osserva una scissione tra le due componenti fisiologiche, questi pz danno
poche o nessuna prova di possedere il riconoscimento senziente dell’ambiente o qualsiasi altro contenuto
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mentale cognitivo; ma spesso riassumono un comportamento che può indicare eccitabilità e addirittura stato di
vigilanza. I segni più ingannevoli sono i movimenti facciali e oculari. L’eccitabilità e la presenza di qualche
contenuto conscio possono essere erroneamente indicate da:
Un edema a livello cerebrale solo su un emisfero mi può dare un pz in coma o con un blocco nella parte opposta
del corpo. Possiamo avere casi in cui il pz in coma presenta un attività cerebrale normale, andiamo a fare in
questo caso la coltura lombare entriamo nel 3-4 spazio lombare, analizziamo il liquor (encefalomielite). Altre volte
con una TAC normale dobbiamo vedere se ci sono altre cose, tipo intossicazione da metanolo, etanolo andiamo
ad usare una formula: Na 145 – Cl 100 – HCO 15=15. (test maggior componente dell’Osm del sangue? È il sodio)
COMA METABOLICO
Da insufficienza epatica, o da ipoglicemia sono i più frequenti. Ipoglicemia fa meno male dell’iperglicemia, perché
ha un osmolarità più alta e fa seccare le cellule perché toglie l’acqua all’interno, se ho il glucosio molto alto
all’interno dell’organismo faccio anche aumentare le infezioni. Nelle altre cause di coma abbiamo l’encefalopatia
epatica, se l’ammonio non viene filtrato dal fegato arriviamo in uno stato di coma ammoniacale (vengono fatti i
clisteri di levoloac che agisce sull’ammonio eliminandolo) encefalopatia epatica. Oltre alla terapia medica può
essere fatto il trapianto di fegato. Nel tirare fuori le cause di coma il neurologo viene sempre chiamato, abbiamo
la certezza della diagnosi.
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La morte cerebrale è quando le funzioni cerebrali sono perse, perde il riflesso cigliare, carenale, della deglutizione.
Arriva il neurologo con l’EEG per vedere se è appiattito, altrimenti viene fatto il test dei flussi per vedere se c’è
sangue che arriva il cervello, vengono fatti test dell’acqua nell’orecchio per l’attività vestibolare, viene fatto il test
dell’apnea per 2-3 min per vedere se il pz tenta di respirare e si controlla se la CO2 supera il cut-off di 60, se lo
supera si può dichiarare la morte del pz.
Viene tenuto il pz in osservazione per 6 ore anche se è stato dichiarato morto prima di iniziare i test.
MORTE CEREBRALE
Sono pz che non hanno attività cerebrale, possono però svegliarsi, ma hanno delle disabilità gravi.
I pz con stato vegetativo persistente possono stare in situazione vegetativo per mesi senza avere nessun
cambiamento.
Gli occhi a spillo possono indicare lesioni a livello del ponte, da overdose di droghe o alcol,
avvelenamento da oppioidi.
Midsize: 4-6 mm sono dovuti a delle lesioni a livello del cervello intermedio
Ipertensione endocranica causa midriasi delle pupille
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DECORTICATE E DECEREBRATE
Pz che arrivano in emergenza o decorticato indica la perdita della corteccia cerebrale quindi delle funzioni
tipicamente superiori (percezione, movimento volontario analisi dello spazio, intelletto) della decorticazione può
essere l'ischemia cerebrale dove una porzione di corteccia viene persa a seguito di una mancata irrorazione
sanguigna, il paziente con ictus (ischemia cerebrale) presenta una paralisi flaccida se viene convolta l'area
corticale del movimento perchè non ci sono più segnali
discendenti modulatori del tono muscolare allo stesso
modo avviene se è lesa l'area del linguaggio si perde la
capacità di parlare (nell'ictus poi si può avere un
recupero per via di adattamenti e riarrangiamenti
neurali) Un esempio di Decorticazione totale possono
essere gli stati di coma dove si viene a creare uno stato
di insufficienza funzionale della corteccia che è come se
non si fosse, in questa evenienza i riflessi centrali sono
mantenuti cosa che invece non avviene con la
decerebrazione. In questa evenienza la lesione è ad un
livello inferiore del' SNC e cioè al livello del tronco pertanto vengono perse tutte le proiezioni corticali (come nella
decorticazione) ma anche tutti i segnali del cervelletto dei nuclei della base e del talamo, in questa evenienza
causata da incidenti, emorragie, infezioni drammatiche o tumori ormai terminali vengono lesi anche i centri
nervosi respiratori e cardiaci e la morte sopraggiunge in breve tempo a livello periferico compare la classica
rigidità da decerebrazione a causa della mancanza di inibizione centrale (cervelletto nuclei della base, ecc.) dei
motoneuroni spinali che quindi svincolati cominciano a scaricare potenziali di azione contraendo in modo spastico
la muscolatura. Decerebrato sostanza grigia sconnessa.
MANAGEMENT
Come miglioro le condizioni del pz, prima cosa do ossigeno, se ho un Glasgow basso devo intubarli e attaccarli al
ventilatore, se il pz ha avuto un trauma facciale ho più difficoltà ad intubarli. In pz con ipertensione endocranica
devo far assumere al pz una quantità di ossigeno alta. Viene fatto un foro a livello cranico per controllare la
pressione endocranica. Il trattamento del pz si basa sul tenere tutto normale, glicemia, CO2 (25-35), pressione
endocranica), mantenere la temperatura normale correggendo l’ipertermia, somministrazione di Naloxone,
flumazenil. Il Na deve essere normale trattiamo L’Ipernatriemia con SF ipotoniche, se pz tossico vado a toglierle,
con pz con encefalopatia epatica prima posso fare i clisteri con il levolac, se il fegato non è proprio funzionante
devo ricorrere al trapianto.
25.10.18
ACCESSI VASCOLARI
Accessi venosi periferici:
Agocanula si possono fare flebo e farmaci, possono essere di diversa misura. Vengono ineriti tramite un ago
mandrinato per bucare la vena e poi l’ago viene retratto lasciano la canula.
Uso di farmaci ben tolleranti da vene periferiche a basso flusso ematico.
Midline: è un catetere periferico la cui punta arriva a livello della vena ascellare o succlavia.
PICC: dipende da quanto è lungo l’accesso venoso del pz, CVC consente la misurazione della PVC, infusioni
con osmolarità > 800 mOsm/lt, somministrazione di farmaci basici, acidi o vescicanti o irritanti
sull’endotelio. Un PICC se tenuto bene e controllato può rimanere in sede da mesi a qualche anno.
Andiamo a fare sempre un po di anestesia locale (lidocaina), andiamo a bucare il vaso sotto ecografia e
inseriamo il catetere con guida di filo e successivamente viene messo un dilatatore e successivamente il
catetere che rimarrà in sede.
Accessi venosi centrali:
Hanno più vie, si possono fare infusioni di fluidi, farmaci (vasopressori, irritanti), nora-adrenalina va fatto in CVC,
possiamo monitorare la PVC, ScvO2 (facendo prelievo da vaso centrale, è la saturazione venosa centrale).
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Posizionamento in eco-guidato, devo stare attento a non fare un PNX, un emotorace, posso avere un chilotorace
cioè vado a bucare un vaso linfatico, aritmie cardiache data dopo l’inserimento mettendo una guida fino in atrio,
embolia gassosa, infezioni del sito di puntura. I CVC in TI possono dare sintomi febbrili, o urosepsi.
Accessi arteriosi:
si va ad incanulare solitamente l’arteria radiale, bisogna stare attenti che ci sia l’arteria di compenso, viene fatto il
test di Allen per verificare questo. Tutti i pz in TI hanno un arteria radiale incanulata, vado a metterla se ho un
instabilità emodinamica, frequenti campionamenti sangue arterioso, patologie cardiovascolari, necessità di
stimare la CO sulla base del contorno dell’onda pressoria, indici dinamici di fluid responsiveness (solitamente
quando inspiriamo si usa l’interazione cardio-respiratoria) avrò delle onde in su e delle onde in giù data dalla forza
di inspirazione al pz. l’arteria viene attaccata ad un trasduttore che misura l’onda arteriosa.
Fase di svuotamento del cuore
Fase dicrota data dalla chiusura delle valvole semilunari
Il picco della fase sistolica è data dalla capacità elastica del cuore
Misurazione battito su battito della pressione arteriosa, frequenti prelievi di sangue arterioso
LA SEPSI
(conferenza papà)
LO SHOCK
Lo shock si presenta con un ipotensione, a livello degli organi principali (SNC, pelle compaiono marezzature in fase
calda dopo la fase fredda), avremo un ipoperfusione degli organi soprattutto i reni, per compensare compare la
tachicardia (>100bpm). Quando facciamo un emogas-analisi si va a vedere il consumo di O2, prima cosa andare a
vedere la gittata cardiaca perché potremmo avere:
Gittata bassa per emorragia
Gittata cardiaca alta per sepsi data dalla vasodilatazione (tachicardia)
ScvO2 nella sepsi è alta (per infezione da shock settico, i mitocondri non riescono a tirare fuori l’O2);
shock ipovolemico: in una curva ho 1.5 di indice, e dall’altra parte metto il lattato; quando ho un indice
ipovolemico basso vado a dare i fluidi al pz per migliorare la condizione di ossigenazione ai tessuti.
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I nostri organi sono perfusi quando sono >65 se si scende questo livello sotto i 65 avremo un ipoperfusione e il
primo organo ad essere danneggiato è il rene, andiamo a dare il pz o i fluidi o la noradrenalina.
Catetere di Swan-Ganz
Andiamo a misurare con il catetere di Swan-Ganz mi serve per
calcolare la gittata cardiaca, è nata da un cardiologo e fisiologo
(hanno lavorato sulla parte anatomica del cuore, e una parte di
termodiluizione).
Cosa succede quando metto il catetere di SG, il cuore dx lavora
sul circolo polmonare, il cuore sx lavora sul grande circolo, faccio
procedere il cat, a palloncino gonfio dall’atrio di dx passa la
tricuspide va all’interno del ventricolo di dx, una volta passata la
valvola polmonare il catetere si posiziona all’interno di un ramo
arteria polmonare, se mantengo il palloncino gonfio vado a
chiudere quel ramo dell’arteria polmonare.
Siccome non c’è un flusso a monte blocchiamo il sistema, la pressione a valle del palloncino si mette in equilibrio
con la pressione all’interno dell’atrio di sx.
Il mio lume distale che è posizionato dopo palloncino, a palloncino sgonfio rilevo la pressione in arteria polmonare
può essere continuativa, a palloncino gonfio rilevo l’incuneamento del capillare polmonare (indice di precarico sx)
per pochi secondi. Quando il catetere passa all’interno si può verificare aritmia, reflusso di sangue, trombo-
embolia, endocarditi, la permanenza del catetere non supera le 72 ore.
Le pressioni in arteria polmonare sono molto più basse delle pressioni sistemiche. Attraverso l’uso di trasduttori di
pressione possiamo capire dove è messa la punta del catetere, la prima curva è la PVC (punta del catetere distale,
in arteria polmonare), passa la tricuspide arriva in ventricolo dx e aver pressioni più alte, passa la valvola
polmonare dell’arteria e avrò la pressione in arteria polmonare, quando chiudo il palloncino avrò una visione più
smorzata avrò una pressione che viene trasmessa a valle cioè in atrio sx (incuneamento del capillare polmonare).
Esso è stato concepito per le pressioni in arteria polmonare quindi fare diagnosi di Ipertensione polmonare,
l’evoluzione di questo catetere ha messo in più una tecnica secondaria la determinazione della gittata cardiaca, in
più l’impiego del catetere con palloncino gonfio consente di rilevare la pressione di (wedge pressure)
incuneamento del capillare polmonare che rimane sempre un indice di precarico del cuore sinistro.
Ora si usano delle iniezioni di bolo salino per misurare la gittata cardiaca, misurandola a livello dell’arteria
femorale, o attraverso bolo di litio.
Lo shock si basa sulla clinica (ipoperfusione cerebrale), l’emodinamica(segni di portata cardiaca), e sui segni bio-
meccanici. Sistema arterioso ipotensione AP < 90 mmHg, o AP <70 mmHg in FC >a 100.
SHOCK OSTRUTTIVO
Attacco d’asma, PNX, tamponamento cardiaco. PNX iperteso si rompe la pleura entra l’aria si perde la pressione e
il cuore si inginocchia.
SHOCK IPOVOLEMICO
Una causa può essere il trauma, andiamo a fare l’anamnesi per vedere se ha per esempio la milza rotta
(emodinamicamente instabile), se c’è un vaso di grosso calibro rotto per ridurre l’emorragia si va a fare
l’embolizzazione del vaso andando a chiudere e arrestando il sanguinamento.
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SHOCK CARDIOGENO
Lo shock cardiogeno l’incapacità del cuore di pompare sangue in avanti, nell’infarto abbiamo questo processo il
sangue non viene spinto in avanti. Trattamento di coronarografia aprendo il vaso (trombo-aspirazione mettendo
successivamente uno stand). Si verifica edema polmonare e dispnea perchè il sangue si ferma a monte, non vado
a dare i fluidi ma vado a somministrare l’inotropo (dobutamina- adrenalina) danno più forza al cuore.
Q.S.O.F.A
Quick sepsi-related organ failure assessment. Alterazione frequenza respiratoria, alterazione PA sistolica,
alterazione dello stato cognitivo, se un pz ha questi criteri l’infermier dovrebbe dare l’allerta e avvisare di far
partire l’antibiotico entro un’ora. Prima fare emocoltura, urinocoltura, e liquidi di drenaggio se ha un CV.
Quando la sepsi diventa sepsi shock? Quando c’è sepsi più la necessità di mettere un meccanismo che mantenga
la vasopressione e i livello dei lattati bassi.
La sepsi ci da una vasoplagia periferica data dall’ossido nitrico che porta ad un danno a livello dei reni, fegato,
milza. Se c’è il sospetto di polmonite e pz non è ventilato va considerato l’intubazione e l’assunzione di 20/kg di
cristalloidi (non si può sempre fare pz obeso viene una quantità troppo alta).
Una volta somministrati i boli di fluidi se non è responso, continuo a somministrare caricandolo di fluidi ma una
volta fatti non posso toglierli, in Francia alzano le gambe perché aiutano a portare i fluidi verso il cuore, altrimenti
per togliere i liquidi viene messo uno strumento ce va a togliere dal sangue una % di liquidi non troppo alta ma
continuativa molto lentamente.
Fase di salvataggio faccio i fluidi che sono necessari, fino ad ottimizzarlo e stabilizzarlo, a togliere i fluidi ci penso
dopo.
Nella curva di Frank Starling io devo stare attento a fare i fluidi perché aumentando io rischio di avvicinarmi
sempre di più alla capillarità polmonare, insomma più somministro i fluidi più bagno i polmoni.
Nel caso di shock ostruttivo sono quelli più difficili da diagnosticare, mentre lo shock distributivo è il tipo di shock
più difficile da gestire in quanto è vero che i fluidi vanno fatti ma devono essere fatti con criterio.
08.11.18
LA VENTILAZIONE IN ICU
Per ventilazione si intende tecnica di supporto vitale, non è terapia, funge da bridge per la terapia o per polmone
malato se aspetto trapianto. Ci sono due modi per ventilare un pz a pressione positiva (contrastiamo la pressione
neg), possiamo farlo attraverso non invasivo (maschere e ventilatore diamo un supporto d’organo, diamo O2), più
invasiva attraverso l’intubazione del pz. ad alcuni pz che soffrono di apnea notturne viene messa la cipap-notturna
che garantisce delle ventilazioni durante la notte. Pz obeso hanno meno rischi di infezioni nosocomiali, la NIV è
efficace nel pz con scompenso cardiaco scompensato, nel pz BPCO hanno un cuore-polmonare cronico il cuore dx
deve spingere contro una parete rigida.
Iflow nasal canula danno flussi di O2 molto elevata possiamo dare una PIP di fine respirazione di 2-3 cm, questo
meccanismo è paragonabile al NIV, addirittura ha una mortalità ridotta rispetto alla NIV.
1972 arriva il primo ventilatore meccanico con la PEEP ha ridotto la mortalità, nasce la ventilazione a pressione
controllata.
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Ipossemia respiratoria
Shock circolatorio
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Perché ci interessa una PEEP? Per evitare l’atelettasia → pazienti in cui i rapporto ventilazione/perfusione
(condizioni per cui aree diverse del polmone in posizioni diverse sono diversamente ventilare e perfusione,
determinata dalla forza di gravità → zone alte sono meglio ventilate, zone basse sono più perfuse → nella
giornata garantiamo una diversa ventilazione e perfusione delle zone) rimangono invariati durante l’arco della
giornata
Guardiamo la pressione di plateau (la pressione che viene mantenuta per tutta la fase inspiratoria) e la pressione
picco è la pressione più elevata che viene raggiunta durante il ciclo respiratorio (pressione che raggiungiamo
solitamente nella fase iniziale dell’inspirio)
Grafico: questo è un ciclo respiratorio; la prima fase è l’inspirio la
seconda fase è l’espirio. Nella fase espiratoria vediamo che la
pressione non scende a zero → la PEEP. Nella fase inspiratoria ho una
pressione di picco che viene raggiunta che però dura poco e una fase
di plateau che è quella che consente l’erogazione del volume
corrente. Quando il ventilatore rilascia la valvola, con un meccanismo
di tipo passivo l’aria esce finché il ventilatore sente che raggiungiamo
la pressione di fine espirio. (picco e plateau nella fase inspiratoria). La
PEEP nella fase espiratoria. Guardo ma non trascrivo il rapporto tra le
due fasi. L’inspirio può avere una durata doppi dell’espirio? NO!
Perché se inspiriamo per due secondi ed espiriamo per un secondo dopo 1 minuto abbiamo la sensazione di un
polmone sovra disteso e questo è quello che succede se noi impostiamo male il tempo inspiratorio. Il tempo
inspiratorio è qualcosa che decidiamo. Ovviamente nella ventilazione controllata (quando decido che il pz viene
completamente ventilato) il tempo inspiratorio riguarda tutti gli atti, nella ventilazione assistita il tempo
inspiratorio riguarda gli atti che la macchina eroga obbligatoriamente. Ragionamento: in un minuto respiriamo 12
volte, ogni atto respiratorio dura circa 5 secondi, solitamente l’inspirio è un terzo dell’atto e l’espirio 2/3, la fase
inspiratoria dura circa 1.7 secondi → in un atto di 5 secondi è u tempo adeguato. Se guardiamo i parametri in un
ventilatore impostato in modalità controllata è importante dare un occhio anche a queste cose, se aumento la FR
e non cambio il tempo → rischio una sovradistensione. Il BPCO è un paziente che se gli faccio una curva
ventilatoria può avere una fase di ingresso dell’aria molto rallentata quando abbiamo una condizione di tipo
restrittivo; quando abbiamo una condizione di tipo ostruttivo abbiamo un’uscita dell’aria molto rallentata → se
l’aria esce in modo rallentato significa che l’aria ha bisogno di più tempo per venire fuori dal polmone altrimenti
l’aria del primo atto respiratorio non esce completamente e si somma all’aria del secondo atto respiratorio →
paziente fa autopeep. Se noi gestiamo male i tempi della ventilazione meccanica siamo noi che creiamo una
sovradistensione al paziente (autopeep)
Rampa → più pendente quando faccio ventilazione meccanica nella fase inspiratoria significa che io
raggiungo il picco in un tempo più breve, vuol dire che erogo la pressione di picco in un tempo molto
breve, vuol dire che lo stress che esercito sull’alveolo è più elevato. Se io ho un alveolo che ha
un’elasticità ridotta esercitare tutta la mia pressione in un tempo breve rischia di danneggiare la parete
dell’alveolo → in situazioni selezionate noi scegliamo di usare delle rampe con pendenze più dolci →
distensione alveolo è più graduale perché l’aria entra in modo più graduale.
Pressione di supporto → è la pressione che uso nelle modalità pressumetrica mirata per decidere qual è la
pressione finale che devo avere nelle mie vie aeree. Spinge aria dentro il polmone del paziente fino al
raggiungimento della pressione si supporto che io gli ho messo
La PEEP è la pressione positiva di fine espirio che viene mantenuta per tutta la durata dell’atto respiratorio, è la
stessa cosa della CPAP (Pressione positiva continua delle vie aeree), la PEEP la uso nelle condizioni di ipossia
perché mantengo sempre aperto l’alveolo affinché l’alveolo rimanga sempre aperto. Posso fare la CPAP di
bussignac nelle ipossie che sono ancora gestibili in reparto. Aumentare la PEEP mi consente di aumentare
l’ossigenazione → nel paziente ipossico lavoro sul mantenimento dell’alveolo aperto, tanto più riesco a tenere il
parenchima aperto tanto più l’O2 può girare. Nel paziente ipercapnico lavoriamo sul volume perché dobbiamo far
entrare e uscire tanta aria per far entrare e uscire la CO2 → o aumento il volume corrente aumentando la
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pressione di supporto, se aumento la pressione di supporto faccio entrare più volume d’aria nel palloncino
oppure lo faccio aumentando la FR.
Analogia del palloncino: il mio palloncino sgonfio è l’alveolo prima della ventilazione meccanica, lo gonfio un po'
con un volume minimo che rappresenta la pressione positiva di fine espirio (poco gonfio = alveolo fine fase
respiratoria), se lo gonfio di più la pressione che uso è la pressione di supporto. I palloncini hanno uno spessore
diverso → per distendere il palloncino più spesso ho necessitò di maggiore pressione ma mi serve più tempo → il
palloncino spesso lo distendo in modo più graduale (rampa); il palloncino morbido lo posso distendere in modo
più vivace/rapido. Distendo il mio palloncino fino al raggiungimento della pressione di supporto, la valvola
mantiene la pressione per un tempo poi viene rilasciata e si chiude quando il palloncino torna alla pressione dei
PEEP → ATTO DI UN PZ IN VENTILAZIONE MECCANICA
Ho due modalità di ventilare un pz o attraverso il volume dando una quota di O2 solitamente 400ml at atto
respiratorio, o posso utilizzare la ventilazione tramite una pressione che vado a mettere controllando anche il
volume di O2 che vado a mettere.
Svezzamento:
circolazione (cuore) e polmone devono esser in sincronia per avere estubazione. Se il cuore non va non posso
esturbare. L’estubazione notturna si associa a maggiore mortalità. Quindi le estubazioni si fanno di giorno.
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DOLORE
Il dolore è una sensazione sgradevole carica di contenuto emozionale, spesso si associa a danno dei tessuti, i tipi
di dolore possono essere acuti o cronico:
acuto:
Espressione diretta e visibile
Più facilmente individuabile
Rilevabile attraverso il comportamento verbale e analogico
Cronico:
Difficile da riconoscere e da “credere”
Espressione bloccata dolore mascherato
Comportamento verbale, analogico e livello di attività non più congruenti con l’intensità del dolore
Nel dolore post-operatorio c’è il dolore da danno chirurgico, da stress, dalla sofferenza in base a come risponde il
pz dopo l’intervento come viene gestito il dolore come è andata l’operazione dipende anche la dimissione.
Il pz che è in anestesia generale noi possiamo notare se c’è dolore attraverso la risposta che ci dà il sistema
circolatorio, aumento della FC, consumo maggiore di O2.
Se vengo operato al polmone, successivamente il pz avrà dolore in sede toracica se non tratto il dolore il pz non
farà la tosse perché gli provoca sofferenza di conseguenza avrà una maggior rischio di ipossiemia polmonite
per aumento del muco.
Nel dolore cronico post-chirurgico il dolore deve durare per almeno 3 mesi, non è presente prima dell’intervento,
o anche se è presente è aumentato successivamente, dolore localizzato in zona chir o in un’area ad essa riferibile.
Anche il tipo di procedura chirurgica pare influenzare sia l’incidenza sia la sua intensità; la componente
neuropatica ha una incidenza approssimativamente del 30% dei casi, ed una prevalenza che varia a seconda della
procedura chir.
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Corretto protocollo antalgico
Considerare il tipo di intervento chirurgico (compresa sede chir e ferita), considerare il tipo di anestesia eseguito,
considerare le risorse disponibili, stabilire con quale tecnica e da quale via praticare la terapia del DPO, valutare la
qualità, intensità e la presunta durata del DPO, decidere quando cominciare il trattamento DPO.
Oppioidi maggiori
Morfina, Fentanyl, Remifentanyl, Alfentanyl,
sulfentanyl. Si distinguono 5 rece<ori degli oppioidi (μ,
κ, δ, σ, ε) e dei sottotipi per i rece<ori m, k e s .I
rece<ori m1 mediano l'analgesia sopraspinale, il
rilascio di prolattina e 'euforia. I recettori m2 mediano
la depressione respiratoria e la dipendenza fisica. I
recettori d e k sono parzialmente responsabili
dell'analgesia spinale. La miosi e la sedazione sono il
risultato dell'attività del recettore k. I recettori s
provocano disforia e allucinazioni. Gli agonisti puri
presentano affinità per i recettori m1, m2, d e k,
spiegando l'effetto analgesico centrale e spinale, così
come gli effetti indesiderati dose relativi e la potenziale dipendenza. Possono dare depressione respiratoria
(attenzione alle dosi somministrate).
Il dolore va tolto tutto e subito, se un dolore acuto lo vado ad eliminare totalmente il nostro cervello lo dimentica
totalmente ho più facilità che non si verifichi un dolore cronico. Mirare non solo all’abolizione del sintomo ma
anche alla perdita del dolore (cronicizzazione). Una dose analgesica per essere giudicata efficace deve permettere
il controllo del dolore per almeno 4 ore.
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richiesta” ossia alla comparsa del dolore, ma “ad orari fissi”, attenzione al dolore a fine dose. Bisogna tener
presente che i FANS e gli oppioidi minori presentano un effetto tetto (cioè i recettori sono saturi) rimane dopo
fine somministrazione l’effetto antalgico. Se il pz può bere e mangiare bisognerebbe dare i farmaci per OS, lo
stesso farmaco per EV non ha potenza diversa cambia la velocità di azione. Il dolore deve essere trattato come
un'infezione, mantenendo nel sangue livelli ematici di farmaco costantemente terapeutici. (De Nicola, 1994)
Elastomero
Sono palloncini riempiti di un cocktail di farmaci che continuamente rilasciano una dose solitamente 2ml/h di
farmaco. Pro: velocità fisse e variabili, PCA – PCA + i.c; impostazione semplice, facilmente trasportabile, resistenti
a più rifornimenti. Contro: velocità inaffidabile, non segnala ostruzione, necessita via venosa dedicata, possibile
accumulo nella via d’infusione.
Via transdermica
Cerotto che rilascia per un certo tempo il farmaco (fentanyl)
IC tramite elastomero
Ho una velocità fissa e controllabile, impostazione semplice, facilmente trasportabile, resistenti a più rifornimenti.
Contro velocità inaffidabile.
Quando fanno il taglio cesareo viene fatto anestesia spinale (sterno-in giù) e viene messo della morfina all’interno
del liquor per fare in modo che la madre non abbia dolore quando allatta il bambino.
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