Sei sulla pagina 1di 215

lOMoARcPSD|6650114

Schemi e Schede di Diritto Internazionale Edizioni Simone

International Law (Sapienza - Università di Roma)

Studocu is not sponsored or endorsed by any college or university


Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)
lOMoARcPSD|6650114

GLI STRUMENTI SINTESI

Schemi& Schede

di DIRITTO
INTERNAZIONALE

V Edizione

Gruppo E d ito riale Sim on e

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

PARTE PRIMA
LE FONTI DEL DIRITTO INTERNAZIONALE
C a p ito lo Prim o: Il diritto internazionale: nozioni generali, teorie sul suo
fondam ento giudirico, fonti .......................................................................................... Pag. 7

• 1. Nozioni gen erali. • 2. Il s is te m a d elle fonti.

C apito lo S eco nd o: La co n s u e tu d in e .................................................................................... » 11

• 1. G e n e ralità . • 2. E lem en ti costitutivi. • 3. C asi particolari relativi alla fo r­


m a zio n e e a ll’applicabilità di u na con suetud ine. • 4. Il diritto co n s u e tu d i­
nario c o g e n te (ju s c o g e n s ).

C apito lo Terzo: I trattati .............................................................................................................. » 15

• 1. G e n e ralità . • 2. C lassificazion e. • 3. C o dificazio ne: la C o n v e n zio n e di


V ie n n a sul diritto dei trattati. • 4. La p ro ced ura di fo rm a zio n e dei trattati. •
5. A d esio ne, riserve, d ichiarazioni interpretative, e n tra ta in vigore. • 6. A p ­
p licazion e e interp retazion e dei trattati. • 7. E m e n d a m e n ti ai trattati. • La
su ccession e degli Stati nei trattati. • 9. C a u s e di estin zion e e invalidità dei
trattati. • 10. I rapporti tra la c on suetud ine e il trattato.

C apito lo Q uarto: Gli atti delle organizzazioni internazionali ................................. » 27

• Atti a rile v a n za interna. • Atti a rile v a n za esterna.

C apto lo Q uinto: Le altre fonti del diritto internazionale ......................................... » 29

C apito lo S esto: La codificazione del diritto in tern azio n ale .................................. » 33

• 1. La C o m m issio n e di diritto inte rn a zio n a le (C D I). • 2. I rapporti tra il di­


ritto con suetud inario e l’accordo di cod ificazione.

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

Capitolo 1 IL D IR IT T O IN T E R N A Z IO N A L E : N O Z IO N I G E N E R A L I,
T E O R IE S U L S U O F O N D A M E N T O G IU R ID IC O , F O N T I

___________ 1 . N o z io n i g e n e ra li

Nozione di diritto internazionale: complesso delle norme, scritte e consuetudinarie, che di­
sciplinano I rapporti tra i soggetti della Com unità internazionale.

Norm e del diritto internazionale: sono tutte quelle regole di condotta il cui rispetto è da con­
siderarsi obbligatorio: al comportamento prescritto a carico di un soggetto fa costantemente riscon­
tro una pretesa di un altro soggetto a che tale comportamento sia tenuto (GIULIANO).

Soggetti della Com unità internazionale: devono intendersi tutti gli enti che possiedono l’astrat­
ta attitudine a divenire titolari di diritti e obblighi previsti dalle norm e del diritto internazionale. Se,
in origine, la Comunità internazionale si qualificava come «com unità di Stati», nel tempo la soggetti­
vità è stata riconosciuta anche alle organizzazioni internazionali e, più recentemente, agli individui.
Più controversa risulta l’attribuzione dello status di soggetti internazionali ad altri enti che pure parteci­
pano alla vita di relazione internazionale e ne sono da questa influenzati (si pensi, ad esempio, ai p o ­
poli, ai m ovim enti d i liberazione nazionale - in prim is la Palestina - e alle im prese multinazionali).

► i suoi soggetti sono posti, sotto il profilo giuridico formale, su un


piano paritario

► in assenza di un «governo mondiale» i suoi soggetti provvedono


Peculiarità d ell’ordinam en
autonom am ente alla produzione e all’esecuzione delle norme
to internazionale
► non esistono organi dotati di p o te ri coercitivi e sanzionatori (i tri­
bunali internazionali finora istituiti hanno carattere facoltativo)
► vige l’istituto dell’autotutela

Differenze

Il diritto internazionale, denominato anche diritto internazionale pubblico, non va confuso col dirit­
to internazionale privato, che costituisce un ramo del diritto interno in quanto è formato dal com­
plesso delle norm e giuridiche prodotte da uno Stato per regolare i rapporti privatistici colle­
gati ad altri ordinam enti e stabilire i casi in cui vada applicato il diritto interno o quello straniero.

C a p ito lo 1 - Il diritto internazionale: nozioni generali, teorie sul suo fondam ento giuridico, fonti 7

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

Teoria del diritto naturale: pone a fondamento del sistema del­


le relazioni internazionali, considerandola in grado di imporre del­
le regole di comportamento agli Stati pur in assenza di un’entità
sovranazionale. Il suo maggior esponente fu GROZIO

teoria dell’autolim itazione dello Stato:


non esiste un ordine giuridico internazio­
nale in quanto lo Stato può essere sot­
toposto soltanto a quegli obblighi che
esso stesso ha accettato attraverso un
libero atto di autolimitazione della pro­
pria sovranità (JELLINEK, JHERING).
Viene pertanto negata la validità di qual­
siasi norma dell’ordinamento internazio­
nale, qualora essa non sia espressione
di un vincolo che lo Stato si è autonoma­
mente imposto
T eo rie p o s itiv is te
(volontaristiche)

teoria della volontà comune: non è da


negarsi l’esistenza di un ordinamento giu­
ridico internazionale; le norme di quest’ul­
timo sono il risultato dell’incontro delle sin­
gole volontà statali in una volontà comu­
ne. Il trattato-accordo o trattato-normativo
Fon dam en to g iu rid ic o del
( Vereinbarung) rappresenta la sintesi del­
diritto internazionale
la volontà espressa dai singoli Stati, total­
mente autonoma rispetto alla volontà di
autolimitazione manifestata dallo Stato nel
concludere l’accordo

teoria norm ativista pura: la validità del­


le norme giuridiche trova la sua giustifi­
cazione in una norm a-base fondamen­
tale che conferisce efficacia a tutto il si­
stema (KELSEN)
teoria sociologica francese: alla base
del diritto internazionale vi è un sentimen­
to di solidarietà sociale in grado di spin­
gere i soggetti della Comunità interna­
Teorie non volonta­ zionale a ricercare il bene comune
ristiche
teoria realista: considera l’ordinamento
internazionale come un dato d i fatto rile­
vabile solo storicamente ovvero dalle
analisi delle forze sociali che lo hanno
generato e lo compongono. Uno dei suoi
più ullustri esponenti fu QUADRI

8 P a rte P rim a - Le fonti del diritto internazionale

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

2. Il s i s t e m a d e l l e f o n t i

Caratteri generali: l’ordinamento giuridico della società internazionale è un sistema atipico in


quanto le tre funzioni di produzione, accertamento e realizzazione coercitiva del diritto sono esercita­
te dagli stessi soggetti che compongono la Comunità internazionale, mentre negli ordinamenti interni
queste sono delegate ad organi a d hoc. Di fatto non esiste un’assemblea legislativa preposta alla pro­
duzione normativa, manca un organo giudiziario avente carattere obbligatorio (essendo la funzione
giurisdizionale internazionale di natura arbitrale), e i soggetti dell’ordinamento procedono in via diret­
ta alla realizzazione coercitiva di un diritto (autotutela).

convenzioni internazionali, sia generali


che particolari, che stabiliscono norme
espressamente riconosciute tra gli Stati
in controversia
Generalità: l’articolo la consuetudine internazionale, come
dispone che nella so­ prova di una pratica generalmente ac­
Art. 38 luzione delle con tro- cettata come diritto
Statuto della Corte interna­ versie la Corte appli­ i principi generali di diritto riconosciuti
zionale di giustizia (CIG) cherà: dalle nazioni civili
le decisioni giudiziarie e la dottrina degli
autori più altamente qualificati delle va­
rie nazioni, come strumenti sussidiari per
la determinazione delle norme di diritto

Funzione: l’articolo opera una mera ricognizione delle fonti utiliz­


zate dalla Corte senza fornire alcuna gerarchia delle stesse

Consuetudini: norme non scritte che formano il diritto internazio­


nale generale, nel senso di vincolare tutti i soggetti della Comuni­
tà internazionale
Trattati: sono fonti che devono alla norma consuetudinaria pacta
su n t servanda il fondamento della loro obbligatorietà, sono vinco­
lanti solo per i soggetti che hanno concorso alla loro formazione
Classificazione delle fonti in
e costituiscono per questo il diritto internazionale particolare. Si
dottrina
distinguono in fo rm a lio materiali, a seconda che istituiscano ulte­
riori fonti di produzione di norme o regolino direttamente i rappor­
ti giuridici tra gli Stati contraenti
Atti vincolanti delle organizzazioni internazionali: sono fonti
previste dagli accordi istitutivi delle organizzazioni internazionali e
hanno efficacia per i soli Stati membri

le consuetudini sono riconosciute unanimemente come fonti di p ri­


m o grado
per parte della dottrina anche i trattati sono fonti d i prim o grado,
mentre gli atti delle organizzazioni internazionali rappresentano
G erarchia delle fonti
fonti secondarie
alcuni Autori considerano invece gli accordi come fonti secondarie
e le fonti da essi previste come fonti di terzo grado

C a p ito lo 1 - Il diritto internazionale: nozioni generali, teorie sul suo fondam ento giuridico, fonti 9

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

In sintesi

Il diritto internazionale è il corpus di norme che regolano la Comunità internazionale, un ordina­


mento atipico i cui soggetti (Stati, organizzazioni internazionali etc.), in assenza di un ente supe­
riore dotato di poteri coercitivi e sanzionatori, sono posti su un piano giuridico paritario e difendo­
no da sé i propri interessi (attraverso l’istituto dell’autotutela). Le fonti, enumerate dallo Statuto del­
la Corte internazionale di giustizia all’art. 38, si distinguono in consuetudini, trattati (anche definiti
accordi, patti o convenzioni) e fonti previste dagli accordi istitutivi delle organizzazioni internazio­
nali.

10 P a rte P rim a - Le fonti del diritto internazionale

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

2 L A C O N S U E T U D IN E

G e n e r a lità

Nozione: è una regola non scritta avente carattere obbligatorio, che deriva dalla ripetizione di
un comportamento da parte dei soggetti della Comunità internazionale accompagnata dalla convin­
zione che tale comportamento sia conforme a diritto. Le consuetudini costituiscono il diritto interna­
zionale generale e, sul piano gerarchico, sono fonti d i rango p rimario.

► D iu tu rn ita s o usus (elemento oggettivo): ripetizione costante e


uniforme di un dato comportamento
Elementi costitutivi
► O p in io ju r is a c n e c e s s ita tis (elemento soggettivo): convincimen­
to che un dato comportamento sia giuridicamente dovuto

E le m e n ti c o s t itu t iv i

2 .1 • L a d iu t u r n it a s ( E le m e n to o g g e ttiv o )

Nozione: è la reiterazione di uno stesso comportamento da parte della generalità dei membri del­
la Comunità internazionale.

► Form azione della volontà degli Stati: devono manifestare con


atti commissivi o condotte omissive la propria volontà a tenere un
determinato comportamento

► Tempo di form azione: sebbene non esista una regola precisa, è


comunque necessario che il comportamento tenuto dai soggetti
internazionali abbia carattere stabile (è quindi esclusa l’esistenza
Condizioni necessarie all’ac- di consuetudini istantanee)
certamento della d iu tu rn ita s ► C ostante e uniform e pratica degli Stati: il comportamento deve
essere ripetuto nel tempo e univocamente interpretabile

► Generale applicazione da parte degli Stati: la consuetudine deve


trovare fondamento in un comportamento comune alla generalità
degli Stati. Generalità non significa totalità, ma implica che il com­
portamento sia tenuto dalla maggior parte degli Stati, in particola­
re da quelli i cui interessi sono toccati nello specifico

2 .2 • L’o p in io j u r i s s iv e n e c e s s it a t is ( E le m e n to s o g g e ttiv o )

Nozione: è la convinzione di uno Stato che un dato comportamento sia giuridicamente dovuto
perché corrispondente ad un imperativo giuridico. L'elemento dell'opinio iu ris consente di distinguere
una norma consuetudinaria dalla comitas gentium (cortesia internazionale).

C a p ito lo 2 - La consuetudine • 11

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

2 .3 • A c c e r t a m e n to d e ll’e s is t e n z a di u n a c o n s u e tu d in e

Tesi dualistica (ormai prevalente): affinché possa affermarsi una


regola consuetudinaria è necessaria la presenza di entrambi gli
elementi (soggettivo e oggettivo)

che risolve la consuetudine nel solo ele­


mento dell'usus: considera l'opinio iuris la
conseguenza psicologica dell'esistenza
delle norme consuetudinarie. Non è ac­
cettabile perché rende impossibile distin­
Dottrina guere le consuetudini dai meri usi (rego­
le di cortesia internazionale che gli Stati
Tesi monista
osservano senza sentirne l'imperatività)
che risolve la consuetudine nel solo ele­
mento dell'opinio iuris: perché si formi
una consuetudine è sufficiente che un
comportamento sia ritenuto giuridica­
mente dovuto. Ammette l'esistenza di
consuetudini istantanee

C a s i p a r t i c o l a r i r e l a t i v i a l l a f o r m a z i o n e e a l l ’a p p l i c a b i l i t à d i u n a
c o n s u e tu d in e

G eneralità: esistono casi particolari in cui la form azione e l'applicabilità di una norma consue­
tudinaria coinvolgono un num ero più lim itato di soggetti internazionali.

ad opera degli Stati particolarmente interessati: la maggiore rile­


vanza della prassi di tali Stati fu riconosciuta dalla sentenza della CIG
sulla piattaforma continentale del Mare del Nord (1969). Nel delimi­
Form azione della consuetu­ tare la piattaforma occorreva considerare innanzitutto il comporta­
dine mento degli Stati con litorale rispetto a quelli privi di sbocco sul mare

ad opera di un gruppo di Stati (cd. consuetudine particolare):


è il caso ad es. delle consuetudini lo c a lio regionali, nate tra gli Sta­
ti appartenenti ad una stessa area geografica

obiezione d i una pluralità di Stati: la nor­


ma non può essere applicata nei loro con­
fronti (e perde anche la sua connotazio­
agli Stati o bietto ri ne di diritto generale/consuetudinario)
p e rs is te n ti ( p e r s i­ obiezione d i uno Stato:
s te n t o b je cto rs): os­ per alcuni Autori (GIULIANO, BALLARI-
Applicabilità della consue­ sia agli Stati che ten­ NO) se la contestazione è persistente e
tudine tano di impedire la inequivocabile la norma non può essere
form azione di una applicata (cd. eccezione di applicabilità)
consuetudine o nega­ per altri (CONFORTI, CASSESE) la nor­
no la sua esistenza ma è applicabile. In caso contrario essa
perderebbe la sua connotazione di dirit­
to generale per assumere quella di ac­
cordo tacito

12 P a rte P rim a - Le fonti del diritto internazionale

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

Applicabilità della consue­ agli Stati di nuova secondo unanime dottrina la norma è ap­
tudine formazione: plicabile

Il d i r i t t o c o n s u e t u d i n a r i o c o g e n t e ( j u s c o g e n s )

Nozione: complesso di norme consuetudinarie aventi rango gerarchico superiore rispetto alle
altre consuetudini che, e x art. 53 della Convenzione di Vienna sul diritto dei trattati (1969), non sono
derogabili, né modificabili, a meno che non si formi una nuova norma internazionale dal medesimo
carattere cogente.

Obblighi derivanti da una norm a di ju s co g e n s: dalle norme di ju s cogens discendono obbli­


ghi e rg a om nes, nel senso che la violazione di tali norme da parte di uno Stato impone a tutti gli al­
tri Stati di reagire per porre fine all’illecito.

norme che attengono al m antenim ento della pace e della sicu­


rezza internazionale (es. divieto dell’uso della forza)

norme relative al rispetto dei diritti fondam entali dell’uom o (es.


divieti di genocidio, schiavitù, apartheid, trattamenti inumani e de­
Principali norm e di ju s c o ­ gradanti)
gens norme riguardanti il processo di decolonizzazione (es. diritto all’au­
todeterminazione dei popoli)
norme che disciplinano i rapporti econom ici internazionali (es.
divieto di comportamenti che rechino pregiudizio all’economia di
altri Stati)

In sintesi

La consuetudine è, sostanzialmente, l'unica fonte di diritto internazionale vincolante p e r tutti i sog­


g e tti della Com unità internazionale, assumendo, così, carattere di diritto generale: ciò vale anche
per gli Stati che non hanno partecipato alla sua formazione perché sorti in un periodo successivo,
mentre dubbi in dottrina sorgono in merito all'applicabilità di una consuetudine agli Stati cd. p e rsi­
stent objectors.
I suoi elementi costitutivi sono la diuturnitas (reiterazione costante nel tempo) e l'opinio ju ris ac ne­
cessitatis (convincimento che ciò che essa prescrive costituisca un obbligo giuridico).
Per accertare la formazione di una consuetudine occorre rilevare la pra ssi degli Stati, soprattutto
di quelli più direttamente interessati dal contenuto della consuetudine stessa. Alcune consuetudi­
ni entrano in vigore tra un gruppo di Stati: è il caso, ad es., delle consuetudini lo ca li o regionali.
Parte del diritto consuetudinario assume un particolare carattere cogente, potendo essere deroga­
to o modificato solo da norme successive della medesima natura, e obbliga tutti i soggetti interna­
zionali a reagire in caso di sua violazione.

C a p ito lo 2 - La consuetudine • 13

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

Capitolo 3 I TRATTATI

G e n e r a lità

Nozione: il trattato è l'incontro delle manifestazioni di volontà di due o più soggetti di dirit­
to internazionale dirette a creare, modificare o estinguere norme giuridiche internazionali. I termini
trattato, accordo, patto, convenzione etc. possono essere utilizzati indistintamente, mentre con le
espressioni Carta o Statuto si fa riferimento ai soli trattati istitutivi di organizzazioni internazionali.
L'idoneità dell'accordo internazionale a creare norme giuridicamente vincolanti per le parti si fon­
da sulla norma consuetudinaria pacta su n t servanda.
L'accordo internazionale prevale, nei rapporti tra le parti, sulle consuetudini (ad eccezione di quel­
le che costituiscono ju s cogens).

È fonte di norm e particolari, valide cioè solo per le parti contra­


Caratteristiche enti

Ha origine volontaria

C la s s ific a z io n e

bilaterali: regolano i rapporti e gli interessi specifici intercorrenti


tra due Stati
In base al num ero delle par­ multilaterali: regolano materie di interesse più generale e sono
ti contraenti stipulati da una pluralità di Stati
sem icollettivi: considerano un insiem e d i Stati p o rta to ri d i un in­
teresse comune come una sola parte contraente

In base alla facoltà di ade­ chiusi: non ammettono l’adesione


sione per gli Stati terzi (ri­ aperti: contengono una cd. clausola d i adesione (o accessione)
guarda solo i trattati multilate­
rali o semicollettivi)

In base all’oggetto politici, com m erciali, di navigazione etc.

In base alla durata dei loro perm anenti


effetti transitori

contenenti norm e materiali: disciplinano il comportamento delle


parti contraenti
In base al loro contenuto
contenenti norm e formali: istituiscono fonti che producono ulte­
riori norme

C a p ito lo 3 - I trattati 15

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

3. C o d i f i c a z i o n e : la C o n v e n z i o n e d i V i e n n a s u l d i r i t t o d e i t r a t t a t i

Caratteristiche: adottata il 23-5-1969, entrata in vigore solo il 27-1-1980, la Convenzione è lar­


gamente riproduttiva delle norme consuetudinarie relative al procedimento di formazione e all’effica­
cia degli accordi, alle riserve e alle cause di invalidità, estinzione e sospensione dell’applicazione del­
le norme in essi contenute.
La Convenzione è stata resa esecutiva in Italia con L. 12 febbraio 1974, n. 112.

Accordi stipulati dopo la sua entrata in vigore

Accordi stipulati dalle sue parti contraenti


Am bito di applicazione
Accordi stipulati tra Stati (non anche fra Stati e altri soggetti di di­
ritto internazionale o fra questi altri soggetti)

L a p r o c e d u r a d i fo r m a z io n e d e i tra tta ti

Principio generale: nel procedimento di formazione di un trattato vige il principio della libertà di for­
ma, in virtù del quale qualsiasi manifestazione di volontà è valida, purché sia ritenuta tale da tutti i sog­
getti partecipanti all’accordo.

il negoziato costituisce la fase delle trat­


tative cui prendono parte i rappresentan­
ti plenipotenziari degli Stati al fine di con­
cordare le regole da inserire nel testo del
trattato
la firm a ha una funzione di autenticazio­
ne del testo del trattato, che non potrà più
essere modificato (trattati bilaterali) se
non aprendo un nuovo ciclo di negoziati
la ratifica consiste nella dichiarazione di
volontà dello Stato ad impegnarsi all’os­
P roced im ento s o ­ servanza del testo sottoscritto. L’art. 14
le n n e . Si articola Conv. di Vienna equipara la ratifica all’ac­
nelle seguenti fasi: cettazione e all’approvazione
lo scam bio delle ratifiche per gli accor­
di bilaterali e il deposito delle stesse per
Procedim enti tipici
i trattati multilaterali o per gli accordi con­
clusi in seno ad organizzazioni interna­
zionali (il depositario può essere un go­
verno statale o un’organizzazione inter­
nazionale)
la registrazione presso il Segretariato
delle Nazioni Unite che ne cura la pub­
blicazione. È prevista dalla prassi inter­
nazionale più recente

la firm a rappresenta l’atto attraverso cui


il trattato si perfeziona ed entra in vigore;
P r o c e d im e n to in nel caso di trattato negoziato a distanza,
form a sem p lificata la prestazione del consenso avviene me­
diante lo scam bio d i note diplomatiche
la ratifica non è necessaria

16 P a rte P rim a - Le fonti del diritto internazionale

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

5 A d e s i o n e , r i s e r v e , d i c h i a r a z i o n i i n t e r p r e t a t i v e , e n t r a t a in v i g o r e

È la possibilità che uno Stato terzo entri a far parte di un accordo,


precedentemente stipulato da altri Stati, se questi hanno inserito
nel testo una cd. clausola di adesione
Adesione
Per i Trattati istitutivi di organizzazioni internazionali l'ammissione
di un nuovo Stato è generalmente subordinata all'accettazione de­
gli Stati membri o degli organi della organizzazione

è un atto unilaterale attraverso cui lo Sta­


to mira ad escludere o m odificare l'e ffe t­
Nozione to giuridico d i alcune disposizioni di un
trattato m ultilaterale nella loro applica­
zione

formulata per iscritto e comunicata alle


altre parti contraenti. Può essere ritirata
Procedura in qualsiasi momento, si intende accet­
tata se non sono avanzate obiezioni en­
tro un anno dalla notifica

riserve eccettuative: quelle con cui uno


Stato, apponendole, esclude per sé l’ef­
fetto giuridico di alcune disposizioni del
trattato
Tipologie riserve modificative: quelle con cui uno
Stato, apponendole, modifica per sé l’ef­
fetto giuridico di alcune disposizioni del
trattato, anche se in relazione ad una de­
Riserva
terminata fattispecie

► A m m is s ib ilità : la siano formulate contestualmente all’atto


possibilità di apporre di sottoscrizione, ratifica, accettazione o
riserve risulta diretta­ approvazione di un trattato, ovvero all’at­
mente dal trattato o, to di adesione
in assenza di espres­ siano formulate rispettando le norme del
sa previsione, è am ­ trattato ad esse relative
messa dalla Conv. di
siano compatibli con l’oggetto e lo sco­
Vienna sul diritto dei
po del trattato
trattati quando le ri­
serve:

Stato che appone la riserva e Stati che


non hanno mostrato alcuna obiezio­
ne alla stessa. L'accordo si forma solo
► Effetti in parte, escludendo, cioè, le clausole
oggetto di riserva. Tra gli altri Stati par­
tecipanti, invece, l'accordo si forma inte­
gralmente

C a p ito lo 3 - I trattati 17

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

Stato che appone una riserva e Stato


che solleva obiezione alla stessa. L'ac­
cordo tra i due Stati non si forma, in quan­
to lo Stato obiettore ritiene che la riserva
sia incompatibile con l'oggetto e lo sco­
po del trattato. Mentre lo Stato obiettore
e lo Stato che ha posto la riserva non
Riserva Effetti sono reciprocamente vincolati, entrambi
sono però impegnati nei confronti degli
altri partecipanti: tra lo Stato obiettore e
gli altri Stati infatti l'accordo si forma in­
tegralmente e, tra lo Stato che ha posto
la riserva e gli Stati non obiettori, l'accor­
do si forma solo parzialmente, escluden­
do le clausole oggetto di riserva

A tti unilaterali con cui una parte contraente precisa o chiarisce il


Dichiarazioni interpretative senso e la portata che intende attribuire al trattato o ad alcune sue
disposizioni

Nei trattati bilaterali viene specificata dalle parti e segue la fase di


deposito e di scambio delle ratifiche (art. 24 Convenzione di Vien­
na). Nei trattati m ultilaterali è in genere subordinata al deposito di
Entrata in vigore un determinato numero di ratifiche e al trascorrere di un certo las­
so di tempo da quando esse sono state depositate. In mancanza
di espresse disposizioni nel testo si richiede la manifestazione del
consenso di tutti gli Stati che hanno partecipato al negoziato

A p p lic a z io n e e in te r p r e ta z io n e d e i tra tta ti

il trattato vincola le sole parti contra­


enti
principio della irretroattività dei trat­
tati: le norme convenzionali non regola­
del tra tta to tra le no atti o fatti anteriori alla loro entrata in
parti vigore, salvo che sia diversamente pre­
visto dal trattato
principio della applicabilità a tutto il
territorio delle parti contraenti, salvo che
Applicazione
sia diversamente previsto dal trattato

se uno Stato, già vincolato ad un altro da


un accordo, stipula con lo stesso sog­
getto un nuovo trattato in tutto o in par­
di tra tta ti tra loro
te incompatibile con il precedente vale il
incom patibili
principio generale in base al quale un
trattato successivo può abrogare in
tutto o in parte un trattato precedente

18 P a rte P rim a - Le fonti del diritto internazionale

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

se uno Stato, già vincolato mediante ac­


cordo ad uno Stato terzo, stipula con
un altro soggetto un nuovo trattato in
tutto o in parte incompatibile con il pre­
di tra tta ti tra loro
cedente tale accordo non può abrogare
incom patibili
quello precedente, in quanto le parti con­
traenti non coincidono. Si pone un pro­
blema di in co m p atib ilità tra accordi
confliggenti
Applicazione
trattati che creano obblighi verso gli
Stati terzi: è necessario che le parti del
trattato intendano creare tali obblighi e
dei trattati nei con­ che lo Stato terzo li accetti p e r iscritto

o fro n ti d e g li S ta ti
terzi
trattati che creano diritti per i terzi: è
necessaria una forma di consenso (espli­
cito o implicito) da parte dello Stato ter­
zo. I diritti sono sempre revocabili unila­
teralmente

testuale, interpretando i termini del trat­


tato nel loro significato ordinario
► M etodo o g g e ttiv i­
sistem atico, interpretando i termini nel
s tic o . Un trattato
loro contesto, tenendo conto del trattato
deve essere inter­
nel suo complesso, e di ogni altro even­
p re ta to in b u o n a
tuale accordo o altro strumento adottato
fede attraverso 3 cri­
dalle stesse parti
teri (art. 31, Conv.
Vienna): teleologico, interpretando i termini del
trattato alla luce dell’oggetto e dello sco­
po del trattato stesso

Metodo soggettivi­ ricerca la reale intenzione delle parti


stico

elaborata in relazione ai trattati istitutivi


Interpretazione
di organizzazioni internazionali per con­
sentire un’interpretazione estensiva del­
T e o ria d ei p o te ri le norme in essi contenuti, ossia per per­
impliciti mettere ad un’organizzazione di utilizza­
re tutti i m ezzi (anche quando non
espressamente previsti) necessari a rag­
giungere gli scopi del trattato

si presume che i termini impiegati abbia­


no lo stesso significato nei vari testi
nel caso di divergenze di significato non
Dei trattati redatti superabile con i normali strumenti inter­
in più lingue pretativi, si dovrà scegliere l’interpreta­
zione che meglio concilia tutti i testi, te­
nendo conto dell’oggetto e dello scopo
del trattato

C a p ito lo 3 - I trattati 19

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

per confermare il senso ricavabile dal te­


sto
Dei lavori prepara­
Interpretazione quando il testo del trattato risulta ambi­
tori
guo o oscuro e conduce ad un risultato
irragionevole

E m e n d a m e n ti a i tra tta ti

Generalità: la Convenzione di Vienna dispone, all’art. 39, che un trattato può essere em enda­
to dalle parti contraenti secondo la procedura prevista al successivo art. 41, salvo i casi in cui siano
le stesse disposizioni del trattato a disporre diversamente.

proposto da uno Stato che lo vuole vincolante per tutte le par­


ti contraenti: la proposta deve essere notificata a tutti i soggetti,
ma risulta vincolante p e r le sole p a rti che la accettano (ai rappor­
ti di uno Stato che rifiuta l’emendamento con le altre parti si appli­
Em endam ento a un trattato ca la versione originaria del trattato)
multilaterale
proposto da un accordo a cui aderiscono solo alcuni Stati:
l’accordo modificativo può essere concluso purché non violi il trat­
tato originario e non pregiudichi le posizioni giuridiche delle parti
che non vi partecipano

Differenze

L’emendamento differisce dalla revisione che implica una modifica più incisiva e sostanziale dell’in­
tero trattato o di parte di esso.

___________8 . L a s u c c e s s io n e d e g li S ta ti n e i tr a tta ti

Nozione: trasferim ento da uno Stato ad un altro dei diritti degli obblighi previsti da un tratta­
to internazionale in seguito a mutamenti territoriali, cambiamenti radicali di governo ed estinzione del­
la soggettività internazionale. La materia è regolata dalla Convenzione di Vienna sulla successione
tra Stati nei trattati del 1978, entrata in vigore nel 1996 ma non ancora ratificata dall’Italia.

Trasm issibilità dei trattati localizzabili: si fonda sul principio res


transit cum onere suo, in base al quale i rapporti giuridici che in­
sistono su un territorio e istituiscono vincoli di natura reale si tra­
smettono dallo Stato preesistente allo Stato successore; questo
subentra, così, nei diritti e obblighi pattizi stabiliti per la disciplina
dei rapporti transfrontalieri
Principi fondam entali Esempi: servitù internazionali
cessioni in affitto di territori

Intrasm issibilità dei trattati di natura politica. Si tratta di ac­


cordi che sono strettamente legati alla natura dello Stato e al re­
gime in vigore prima del mutamento di sovranità (ad es. la con­
cessione di parti di territorio per l’installazione di basi militari)

20 P a rte P rim a - Le fonti del diritto internazionale

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

M obilità delle frontiere dei trattati: quando uno Stato acquisi­


sce un territorio, automaticamente estende ad esso tutti i suoi ac­
cordi
Principi fondam entali
Della ta b u la rasa: la prassi internazionale applica questo princi­
pio a tutti i trattati non localizzabili, per i quali non vi è trasmissio­
ne allo Stato successore

il territorio distaccato va a form are u n o


più nu o vi Stati: si applica il principio del­
la tabula rasa per i trattati sia bilaterali
che multilaterali chiusi (ossia che non
prevedono nuove adesioni)
Distacco di una par­ il territorio distaccato va a d aggiungersi
te del territorio da (per cessione o conquista) a d un altro

o uno Stato Stato preesistente: al territorio si esten­


dono i trattati del nuovo Stato (principio
della m obilità delle frontiere dei trattati)
mentre si estinguono quelli dello Stato
che subisce il distacco (principio della ta­
bula rasa)

si distingue dal distacco in quanto la sog­


gettività internazionale dello Stato origi­
nario si estingue; in pratica, nessuno de­
Sm em bram ento
gli Stati residui ha la stessa organizza­
zione del governo preesistente. Valgono
le stesse regole previste p e r il distacco

si ha quando uno Stato, estinguendosi,


Ipotesi di successione degli
entra a far parte di un altro Stato che
Stati nei trattati
mantiene la propria organizzazione di go­
verno: ai trattati dello Stato che si estin­
Incorporazione gue si applica il p rincipio della tabula
rasa, mentre gli accordi dello Stato incor­
porante sono estesi al territorio annesso
(principio della mobilità delle frontiere dei

o trattati)

si ha quando due o più Stati si estinguo­


no e danno vita ad una nuova entità in­
ternazionale. In questo caso, poiché si
Fusione
estingue la personalità degli Stati che si
fondono, si applica il principio della tabu­
la rasa

implica il mutamento radicale della strut­


tura di governo. La dottrina prevalente si
basa sul principio secondo il quale le ri­
Rivoluzione voluzioni non portano alla estinzione del­
la personalità giuridica dello Stato, pro­
pendendo per l’ipotesi della continuità
dei trattati (purché non di natura politica)

C a p ito lo 3 - I trattati • 21

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

LE VICENDE RELATIVE ALLA PERSO NALITÀ INTERNAZIO NALE DELLO STATO


E I LORO EFFETTI SUI TRATTATI

EFFETTI
TRATTATI
^ \ S U I TRATTATI TRATTATI
CHE RESTANO
VICENDE CHE SI ESTINGUONO
IN VIGORE
DELLO STATO

DISTACCO * per il territorio distaccato: * per il territorio di­


di una parte di uno Stato, che a) trattati localizzabili, stipulati dallo staccato: tutti i trat­
resta soggetto di diritto inter­ Stato che ha subito il distacco tati non localizzabili
nazionale b) trattati stipulati dallo Stato che stipulati dallo Stato
eventualmente acquisisce il ter­ che subisce il di­
ritorio distaccato stacco
* per lo Stato che subisce il distac­
co: ogni trattato fino a quel mo­
mento in vigore

SM EM BRAM ENTO * trattati localizzabili stipulati dallo * tutti i trattati non lo­
di uno Stato, che si estingue Stato smembrato calizzabili stipulati
* trattati stipulati dagli eventuali Sta­ dallo Stato sm em ­
ti che acquisiscono parti dello Sta­ brato
to smembrato

FUSIONE * trattati localizzabili stipulati dagli * tutti i trattati non lo­


tra due Stati, che si estinguono Stati che si fondono calizzabili stipulati
con nascita di una nuova dagli Stati che si
entità internazionale fondono

INCO RPO RAZIO NE * trattati localizzabili stipulati dallo * tutti i trattati non lo­
di uno Stato da parte di un al­ Stato incorporato calizzabili stipulati
tro Stato * trattati stipulati dallo Stato incor­ dallo Stato incorpo­
porante rato

RIVOLUZIONE * trattati localizzabili stipulati dal pre­ * trattati stipulati dal


m u tam ento ra d ic ale d ella cedente regime precedente regime,
struttura di governo * trattati stipulati dal precedente regi­ incompatibili con il
me compatibili con il nuovo governo nuovo regime

9. C a u s e d i e s tin z io n e e in v a lid ità d e i tr a tta ti

9 .1 • E s tin z io n e

Nozione: è la cessazione definitiva di qualunque effetto giuridico prodotto in precedenza


da un trattato valido, a partire dal momento in cui si verificano determinate cause.

raggiungimento del term ine finale con­


cordato dalle parti
esecuzione dell’accordo attraverso spe­
cifici atti o prestazioni che conseguono
► Per volontà gli obiettivi in esso previsti
Cause * volontà iniziale
delle parti soddisfacimento di una condizione riso­
lutiva
denuncia o recesso: uno Stato manife­
sta la volontà di non essere più vincola­
to dall’accordo

22 P a rte P rim a - Le fonti del diritto internazionale

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

conclusione di un nuovo accordo sopra


lo stesso oggetto
conclusione di un accordo incom pati­
► P e r v o lo n tà * volontà successiva
bile con quello previgente
delle parti delle parti
desuetudine: abrogazione implicita di un
trattato a cui le parti, di fatto, non si sen­
tono più vincolate

violazione sostanziale del trattato da


parte di uno Stato contraente. Deve trat­
tarsi della violazione di una norma essen­
ziale per la realizzazione dell'oggetto e
dello scopo del trattato o di ripudio del
trattato non autorizzato

o
conflitto armato. La prassi è sempre più
orientata verso il mantenimento dei trat­
tati (o per una mera sospensione di essi
* legate alla volontà
durante il conflitto), affermando che du­
delle parti
Cause rante un evento bellico possono conside­
rarsi estinti i soli trattati incompatibili con
lo stato di guerra (es.: trattato di allean­
► Per circostan- za militare)
ze non previ- la sopravvenienza di una nuova nor­
ste m a di d iritto co g en te internazionale
confliggente con le disposizioni del trat­
tato. Solo in tal caso l'estinzione opera
con effetti e x tu n c

im p o s s ib ilità di d are esecu zion e al


trattato per scomparsa definitiva (incol­
pevole) di un oggetto indispensabile
all'esecuzione del trattato
* non legate alla vo­
clauso la re b u s s ic s ta n tib u s : se so­
lontà delle parti
pravviene un mutamento radicale (impre­
visto e incolpevole) delle condizioni es­
senziali che originariamente hanno por­
tato alla stipula dell'accordo

9 .2 • In v a lid ità

Nozione: il trattato è invalido se le manifestazioni di volontà che hanno concorso alla sua for­
m azione sono viziate. L’invalidità comporta l’estinzione del trattato stesso e l’annullamento di tutti i
suoi effetti, anche quelli prodotti in precedenza.

Violazione delle norm e interne sulla com petenza a stipulare


purché questa sia manifesta e riguardi norme di importanza fon­
damentale
Cause di invalidità
essenziale, nel senso che deve concer­
Errore. Deve essere: nere un elemento fondamentale dell’ac­
cordo

C a p ito lo 3 - I trattati 23

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

di fatto e non di diritto, cioè riguardare


una circostanza reale e non una norma
giuridica
incolpevole e scusabile, in quanto lo Sta­
► Errore. Deve essere: to che lo invoca non deve in alcun modo
aver contribuito con il suo comportamen­
to a determinarlo, né doveva esserne a
conoscenza al momento della stipula
dell’accordo

si ha quando uno Stato è indotto a con­


cludere un trattato per mezzo della con­
Dolo
dotta fraudolenta di un altro Stato che ha
partecipato al negoziato

Cause di invalidità esercitata nei confronti degli individui or­


Violenza gani dello Stato oppure nei confronti del­
lo Stato in quanto tale

aggiunta dalla dottrina (CONFORTI) si


tratta dello straripamento del potere (ec­
► Corruzione dell’o r
cesso di potere) e della deviazione del
gano statale s tip u
potere discrezionale dell’organo dal fine
lante
che lo Stato intende perseguire (svia­
m ento d i potere)

qualsia si trattato che, al momento della


conclusione, è in conflitto con una nor­
► C o ntrarietà a nor
ma imperativa del diritto internazionale
me im perative
generale (ius cogens) è viziato da inva­
lidità assoluta

9 .3 • S o s p e n s io n e

Nozione: è il fenomeno in base al quale un trattato non produce effetti giuridici per un certo
periodo di tem po, pur restando in vigore tra le parti contraenti. Durante il periodo di sospensio­
ne le parti sono liberate dall’obbligo di eseguire il trattato nei loro rapporti reciproci e non possono
compiere atti che ostacolino la ripresa dell’applicazione del trattato.

Previsione della sospensione in una disposizione del trattato

Guerra tra le parti contraenti

Manifestazione, da parte dei soggetti contraenti, della volontà di


sospendere il trattato successivamente all’entrata in vigore di
Cause quest’ultimo

Conclusione di un accordo tra due o più parti di un trattato multi­


laterale al fine di sospendere l’applicazione del trattato nei loro rap­
porti reciproci. Ciò a condizione che la sospensione non pregiudi­
chi il godimento di diritti o l’adempimento di obblighi per le altre
parti e non sia incompatibile con l’oggetto del trattato

24 P a rte P rim a - Le fonti del diritto internazionale

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

► Per le stesse cause che determinano l’estinzione del trattato nei


Cause
casi in cui presentino il carattere della temporaneità

9 .4 • L a p r o c e d u r a p e r f a r v a le r e l’in v a lid ità , l’e s tin z io n e , il r e c e s s o di u n a p a r te


o la s o s p e n s io n e d e ll’a p p lic a z io n e d e l tra tta to

La parte interessata deve notificare la propria pretesa agli altri con­


traenti; dopo tre m esi da tale notificazione, se nessuno Stato ha
sollevato obiezioni, la parte interessata può prendere le misure op­
Disciplina prevista dall’ art. portune. In caso di obiezione, invece, si apriranno dei negoziati tra
65 Conv. Vienna le parti, per realizzare una conciliazione tra i rispettivi interessi

Trascorso un anno senza che la conciliazione sia stata realizzata,


una parte può rivolgersi alla Corte Internazionale di Giustizia, sot­
toponendole la questione

10. I r a p p o r t i t r a la c o n s u e t u d i n e e il t r a t t a t o

Se si accetta la tesi che vuole consuetudine e trattato posti su un piano di parità form ale, i rap­
porti tra le due fonti devono ritenersi ispirati ai seguenti criteri:
— le x p o s te rio r d e ro g a t priori, per cui una norma successiva nel tempo può derogare ad una forma­
tasi in precedenza;
— le x specialis derogat generali, ovvero una norma speciale può derogare ad una generale già vi­
gente.
Ciò implica che una norma consuetudinaria può essere derogata da un accordo successivo e non
viceversa.
Eccezione alla regola: norm e consuetudinarie cogenti, ovvero norme accettate dalla Comu­
nità internazionale nel suo insieme come norme alle quali non possono essere apportate deroghe o
modifiche se non da una nuova norma di diritto internazionale generale avente lo stesso carattere.

In sintesi

Il trattato costituisce l'incontro tra due o più manifestazioni di volontà da parte dei soggetti di dirit­
to internazionale, volte a creare, modificare o estinguere norme internazionali. È una fonte di nor­

o me particolari, perché valide per le sole parti contraenti, e trova il suo fondamento nella consuetu­
dine pacta sunt servanda.
La disciplina di riferimento relativa alla conclusione dei trattati, alla loro interpretazione e applica­
zione, all'apposizione di riserve e alle cause della loro validità o estinzione è contenuta nella Con­
venzione di Vienna sul diritto dei trattati del 1969, che, oltre a riprodurre il diritto consuetudinario,
ha contribuito allo sviluppo progressivo di nuove norme in materia.
Se parte della dottrina qualifica i trattati come norme di rango secondario rispetto alle consuetudi­
ni, per altra parte le due fonti sono invece dotate di pari rango e forza formale, e i loro rapporti de­
vono rispondere ai principi le x p o sterio r derogat p rio ri e le x specialis derogat generali.

C a p ito lo 3 - I trattati 25

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

G L I A T T I D E L L E O R G A N IZ Z A Z IO N I
Capitolo IN T E R N A Z IO N A L I

Nozione: qualunque m anifestazione della volontà degli organi di una organizzazione inter­
nazionale destinata ad incidere sulla sfera soggettiva degli Stati membri. Si tratta di fonti, previ­
ste dagli accordi istitutivi delle organizzazioni internazionali che formano il cd. diritto internazionale
derivato, classificate in dottrina come fonti di secondo o di terzo grado a seconda della tesi adottata
circa il rapporto gerarchico tra consuetudini e trattato.
Nel testo dell’art. 38 dello Statuto della CIG esse non vengono mai menzionate tra le fonti alle
quali la Corte deve conformarsi per assicurare l’osservanza del diritto internazionale.

A tti a r ile v a n z a in t e r n a

Nozione: atti posti in essere al fine di dettare le regole di funzionam ento d ell’organizzazio­
ne (regolamenti procedurali, ripartizione delle spese etc.) o che incidono sulla sua struttura, come
nel caso dell’ammissione di nuovi membri o della creazione di organi sussidiari. Tali atti sono vinco­
lanti per tutti gli Stati membri e sono previsti dal trattato istitutivo di tutte le organizzazioni internazio­
nali.

A tti a r ile v a n z a e s te r n a

Nozione: atti delle organizzazioni internazionali destinati a produrre effetti giuridici nell’or
dinam ento internazionale creando diritti e obblighi per gli Stati membri.

* regolam enti UE: hanno portata genera­


le, essendo indirizzati a tutti gli Stati
membri (oltre che a tutte le persone fisi­
che e giuridiche operanti nel loro territo­
rio) e sono direttamente applicabili, sen­
za richiedere alcun atto di adattamento
da parte degli ordinamenti statali
* decisioni UE: sono obbligatorie in tutti i
Classificazione ► Atti vincolanti loro elementi. La loro obbligatorietà è ri­
volta a destinatari specifici solo se que­
sti vengono espressamente designati
dalla decisione stessa
* direttive UE: possono avere sia portata
individuale che generale e vincolano i de­
stinatari solo riguardo il risultato da rag­
giungere, lasciando alla loro discrezione
la scelta dei mezzi da utilizzare

C a p ito lo 4 - Gli atti delle organizzazioni internazionali 27

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

raccomandazioni: svolgono un ruolo de­


terminante nell’elaborazione e nello svi­
luppo del diritto internazionale. Le indi­
cazioni in esse contenute, infatti, posso­
no diventare vere e proprie norme di di­
ritto internazionale qualora corrisponda­
no alla pratica degli Stati e siano accom­
pagnate dall’opinio ju ris
dichiarazioni di principi d ell’Assem ­
blea generale dell’ONU: si indirizzano
a tutti gli Stati membri dell’organizzazio­
ne per esortarli (non vincolarli) ad assu­
mere un determinato comportamento;
Atti non vincolanti contengono regole di carattere generale
Classificazione
( s o ft law) e astratto che disciplinano i rapporti tra
Stati o interni ad essi. La loro utilizzazio­
ne è stata particolarmente influente per
l’evoluzione del diritto internazionale
raccom andazioni e pareri UE: una di­
stinzione tra i due tipi di atti può essere
operata in base alle loro diverse finalità.
Mentre la raccom andazione ha il preci­
so scopo di sollecitare il destinatario a te­
nere un determinato comportamento giu­
dicato più rispondente agli interessi co­
muni, il parere tende a fissare il punto di
vista dell’istituzione che lo emette, in or­
dine ad una specifica questione

In sintesi

Nell'evoluzione del diritto internazionale giocano un ruolo sempre più rilevante le organizzazioni
internazionali, le cui manifestazioni di volontà incidono sulla sfera soggettiva degli Stati membri.
Ad esse, infatti, i rispettivi trattati istitutivi conferiscono la potestà di emanare atti (vincolanti e non)
destinati a produrre effetti giuridici nell'ordinamento internazionale.
Nella vita sociale internazionale opera attualmente un cospicuo numero di organizzazioni interna­
zionali, sia a carattere universale (es. Nazioni Unite) sia a livello regionale (es. Consiglio d'Europa
e Unione europea).

28 P a rte P rim a - Le fonti del diritto internazionale

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

LE A LTR E FO NTI
Capitolo D E L D IR IT T O IN T E R N A Z IO N A L E

Nozione: atti mediante i quali una sola parte (di solito uno Stato)
pone in essere norm e generatrici di diritti e obblighi che coin­
volgono altri soggetti della Comunità internazionale

il riconoscim ento, ovvero la manifesta­


zione di volontà con cui uno Stato consi­
dera legittima una data situazione
la pro te sta , con cui uno Stato afferma di
non ritenere legittima una situazione di
fatto, una condotta o una pretesa di altro
soggetto e così impedisce le conseguen­
ze che potrebbero derivare dall’acquie­
scenza
l’acquiescenza, conseguenza dell’iner­
zia del soggetto dinanzi ad una situazio­
ne che incide sui suoi interessi, che de­
Esempi
termina il consolidarsi di tale situazione.
Rileva soprattutto nel contesto dell’acqui­
sto della sovranità territori ale e del dirit­
to del mare
la rinuncia, con cui uno Stato abbando­
Atti unilaterali na volontariamente la possibilità di eser­
citare un diritto attribuitogli dal diritto in­
ternazionale. Può essere esplicita o de­
sunta da comportamenti concludenti
la prom essa, atto con cui uno Stato di­
chiara di voler tenere un certo compor­
tamento o si obbliga ad astenersi da esso

Autorità com peten­ quelle che rappresentano lo Stato nelle


ti ad em anarli relazioni internazionali

l’atto è reso pubblico attraverso un docu­


mento scritto reso per via diplomatica o
Forma
attraverso altre forme che ne assicurino
una pubblicità sufficiente

la chiara volontà espressa in tal senso


dallo Stato
C ondizioni di vali­
un’adeguata pubblicità
dità
la conformità con le norme di diritto inter­
nazionale

C a p ito lo 5 - Le altre fonti del diritto internazionale 29

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

Nozione: sono norme comuni agli ordinamenti interni degli Stati


che esprimono principi di giustizia o soltanto di logica giuridi­
ca, applicabili in via sussidiaria in caso di lacune del diritto inter­
nazionale
Dottrina: per CONFORTI rappresentano una categoria s u i g ene­
ris di norm e internazionali; CASSESE, pur riconoscendo la loro
natura di fonti sussidiarie, ammette che nei settori meno sviluppa­
ti del diritto internazionale (ad es. amministrativo e panale) pos­
sano ricoprire un ruolo importante; TANZI critica il carattere anti­
Principi generali di diritto ri­
storico ed eurocentrico del concetto di nazioni civili
conosciuti dalle nazioni civili
Norm e internazionali in materia: l’art. 38 dello Statuto della Cor­
te internazionale di giustizia li annovera tra le fonti di diritto inter­
nazionale dopo accordi e consuetudini; l’art. 21 dello Statuto del­
la Corte penale internazionale prevede che la Corte possa appli­
care in via sussidiaria i principi generali di diritto mutuati dalla nor­
mativa interna degli Stati che avrebbero avuto giurisdizione sul
crimine
Esempi: ne bis in idem, in claris non fit interpretatio, nem o iudex
in re sua

È il com plesso delle opinioni e dei giudizi critici elaborati da­


gli autori più rappresentativi dei vari sistemi giuridici. Ha una no­
D ottrina tevole influenza sull’integrazione giudiziale. È un mezzo sussidia­
rio per l’accertamento delle norme giuridiche: le è pertanto nega­
to il ruolo di fonte del diritto internazionale

È il complesso delle pronunce em esse dagli organi cui è de­


m andato l’esercizio del potere giurisdizionale. Sebbene nel di­
ritto internazionale non esista la regola dello stare decisis, per cui
il giudicato vincola esclusivamente le parti in lite e solo riguardo
G iurisprudenza alle controversie sorte, è indubbio che la giurisprudenza e le de­
cisioni arbitrali esercitino un’influenza non trascurabile sulle deci­
sioni assunte in un periodo posteriore. È un mezzo sussidiario per
l’accertamento delle norme giuridiche, non costituendo una fonte
del diritto internazionale

Si riferisce al com une senso della giustizia cui bisogna riferirsi


per adeguare una norma giuridica astratta ad un caso concreto
Equità (DUPUY). Secondo la dottrina prevalente può essere utilizzata
unicamente dal tribunale arbitrale internazionale espressamente
autorizzato a giudicare e x aequo et bono

Nozione: ricomprende tutte le intese di natura em inentem ente


politica o econom ica, che pur disciplinando in qualche misura i
S o ft la w rapporti tra gli Stati non sono giuridicamente rilevanti. Il so ft law
può, però, contribuire alla creazione di consuetudini fornendo un
input al consolidamento dell’opinio ju ris

30 P a rte P rim a - Le fonti del diritto internazionale

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

l’assenza di qualsiasi obbligo giuridico a


carico delle parti, il cui corollario è l’esclu­
sione di ogni responsabilità in capo allo
C aratteristiche Stato inadempiente alle disposizioni con­
tenute nell’atto di soft law
l’impossibilità di ricorrere innanzi ad un
tribunale internazionale

dichiarazioni di p rincipi adottate in seno


alle maggiori organizzazioni internazio­
S o ft la w
nali, in particolare quelle dell’Assemblea
generale delle Nazioni Unite
atti che regolano i rapporti economici tra
gli Stati, come i codici d i condotta
Esempi
conclusioni finali di numerose conferen­
ze internazionali. Esempi sono l’atto fi­
nale della conferenza di Helsinki, la Car­
ta di Parigi del 1990, adottate nell’ambi­
to della CSCE, i comunicati finali di pe­
riodici vertici del G-8

► Nozione: parte della dottrina (in particolare QUADRI) sostiene


l’esistenza di una categoria di norm e non scritte che, ponendo­
si al di sopra delle altre fonti, avrebbero natura «costituzionale»
e rifletterebbero la volontà del corpo sociale internazionale

Principi «costituzionali» principi formali: istituiscono ulteriori fon­


ti internazionali (es. consuetudo est ser­
vanda e p acta su n t servanda)
Tipologie
principi materiali: disciplinano diretta­
mente i rapporti interstatuali (es. princi­
pio della libertà dei mari)

In sintesi

Il sistema delle fonti del diritto internazionale è costituito da:


— fonti in senso formale, quali consuetudine, accordo, fonti previste da accordo e atti giuridici uni­
laterali;
— mezzi sussidiari per la determinazione delle norme giuridiche, quali dottrina e giurisprudenza;
— procedimenti volti a colmare le lacune dell’ordinamento o a interpretare correttamente le nor­
me, quali l’analogia legis, l’analogia juris, il ricorso ai principi generali di diritto riconosciuti dal­
le nazioni civili e, nel caso dei tribunali arbitrali autorizzati a giudicare e x aequo e t bono, il rife­
rimento al comune senso di giustizia;
— il soft la w (in cui rientrano gli atti non vincolanti delle organizzazioni internazionali).
Parte della dottrina ritiene che tale sistema venga «chiuso» al vertice da alcuni principi aventi na­
tura «costituzionale».

C a p ito lo 5 - Le altre fonti del diritto internazionale 31

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

Capitolo 6 L A C O D IF IC A Z IO N E
D E L D IR IT T O IN T E R N A Z IO N A L E

Nozione: è la form ulazione chiara e com pleta, in form a scritta, delle norm e consuetudina­
rie regolanti la vita di relazione dei soggetti della Comunità internazionale.

Obiettivo: dare maggiore certezza al diritto non scritto ed evitare il sorgere di controversie internazio­
nali determinate da diverse interpretazioni delle norme consuetudinarie esistenti.

Soggetti: spetta agli stessi Stati la funzione di rilevare e codificare il diritto consuetudinario a cau­
sa dell'inesistenza di un legislatore nella Comunità internazionale, spesso delegando tale compito ad
organismi internazionali a d hoc.

L a C o m m is s io n e d i d ir it t o in t e r n a z io n a le ( C D I)

Istituzione: con risoluzione (n. 174 del 21 novembre 1947) dell’Assemblea generale delle Nazio­
ni Unite allo scopo di promuovere lo sviluppo progressivo del diritto internazionale e la sua codifica­
zione. La Commissione è composta da esperti di diritto internazionale eletti dall’Assemblea generale.

Procedere a un'opera di codificazione in senso stretto: redazione


scritta e sistematica di norme consuetudinarie appartenenti a cam­
pi del diritto internazionale in cui esiste una prassi consolidata e
univoca
Com piti
Predisporre p rogetti di convenzioni p e r lo sviluppo progressivo del
diritto internazionale in materie non ancora regolate da norme in­
ternazionali o nelle quali non è possibile rilevare l’esistenza di una
prassi diffusa da parte dei membri della società internazionale

La CDI elabora il progetto definitivo di convenzione che sottopo­


ne all’Assemblea generale

decidere di adottare, spesso nell’ambito


O di una conferenza diplomatica all’uopo
convocata, il progetto sotto forma di ac­
P roced ura di a d o zio n e di cordo, da sottoporre poi alla ratifica e
una convenzione L’Assemblea gene­ all’adesione degli Stati membri
rale dopo aver di­ limitarsi a prendere atto del progetto del­
scusso il progetto la CDI con una risoluzione non vincolan­
può: te. In tal caso la codificazione si traduce
in un atto di soft law, eventualmente de­
mandando ad un momento successivo
la trasformazione del progetto in un vero
e proprio accordo

C a p ito lo 6 - La codificazione del diritto internazionale • 33

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

LE PRINCIPALI CO NVENZIO NI DI CO DIFICAZIO NE

OGGETTO FIRMA ENTRATA IN VIGORE

Mare territoriale Ginevra, 29 aprile 1958 10 aprile 1964

Alto mare Ginevra, 29 aprile 1958 30 settembre 1962

Pesca e conservazione delle Ginevra, 29 aprile 1958 20 marzo 1966


risorse biologiche d ell’alto
mare

Piattaforma continentale Ginevra, 29 aprile 1958 10 giugno 1964

Relazioni diplomatiche Vienna, 18 aprile 1961 24 aprile 1964

Relazioni consolari Vienna, 24 aprile 1963 19 marzo 1967

Diritto dei trattati Vienna, 25 maggio 1969 27 gennaio 1980

Missioni speciali New York, 8 dicembre 1969 21 giugno 1985

Successione degli Stati nei Vienna, 22 agosto 1978 6 novembre 1996


trattati

Diritto del mare Montego Bay, 10 dicembre 16 novembre 1994


1982

Successione degli Stati in Vienna, 8 aprile 1983 —


materia di beni, archivi e debiti

Diritto dei trattati conclusi dalle Vienna, 21 marzo 1986 —


organizzazioni internazionali

Diritto degli usi diversi dalla New York, 21 maggio 1997


navigazione dei corsi d’acqua

internazionali

___________ 2 . I r a p p o r t i t r a il d i r i t t o c o n s u e t u d i n a r i o e l ’a c c o r d o d i c o d i f i c a ­
z io n e

Nozione di accordo di codificazione: è l'organizzazione in form a scritta di norm e consue­


tudinarie. Tale accordo è vincolante solo per quegli Stati che lo hanno ratificato.

Stati partecipanti all’accordo: sono vincolati alle norme enun­


ciate nel testo dell'accordo (in questo caso il vincolo è dato dalla
norma pacta su n t servanda)
Stati non partecipanti all’accordo: non sono in alcun modo vin­
Posizione degli Stati nei con­
colati all'accordo di codificazione. Un eventuale vincolo potrà por­
fronti dell’accordo
si soltanto nei confronti della norma consuetudinaria riprodotta
nell'accordo (ma non certamente rispetto all'accordo): in questo
caso il problema consiste nel verificare l ’esistenza o m eno d i una
tale norm a consuetudinaria

34 P a rte P rim a - Le fonti del diritto internazionale

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

In sintesi

La codificazione, proponendosi non solo di trascrivere ma, a volta, anche di sviluppare il diritto in­
ternazionale consuetudinario, può avere un'importanza non trascurabile ai fini sia dell'accertamen­
to di una norma vigente sia dell'evoluzione del diritto internazionale generale.
Dalla conclusione di un accordo d i codificazione possono discendere:
1) un effetto dichiarativo, quando l'accordo si limita a dare forma scritta a norme già vigenti nel
diritto internazionale consuetudinario;
2) un effetto d i cristallizzazione, quando l'accordo dà forma scritta a norme che sono in corso di
formazione nel diritto internazionale consuetudinario, evidenziando la generalizzazione della
prassi e la realizzazione di una corrispondente opinio iuris;
3) un effetto creativo, quando l'accordo innova il diritto consuetudinario vigente, determinando lo
sviluppo progressivo del diritto internazionale generale. È chiaro che, se l'innovazione è irra­
gionevole, l'effetto creativo non si produce (GIOIA).

C a p ito lo 6 - La codificazione del diritto internazionale 35

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

PARTE SECONDA
I SOGGETTI DEL DIRITTO INTERNAZIONALE
C a p ito lo Prim o: Lo Stato .......................................................................................................... Pag. 39

• 1. G e n e ralità . • La s o vranità territoriale e la d o m e s tic ju ris d ic tio n . • I li­


miti alla sovranità dello Stato.

Capitolo S eco nd o: Le organizzazioni internazionali ( O I ) ........................................... » 45

• 1. C lassificazion e e c om po sizion e. • 2. O rg a n izza zio n i internazionali non


g o vern ative (O IN G ). • P erson alità interna e inte rn a zio n a le d elle O I. • 4.
L’O N U (O rg a n izza zio n e d elle N azion i U nite). • 5. L’U n ion e e urop ea.

C apito lo Terzo: L’in d iv id u o ........................................................................................................ » 61

• 1. Nozioni g en e ra li. • R e g im e giuridico inte rn a zio n a le riferibile a ll’indivi­


duo.

C apito lo Q uarto: Altri soggetti e presunti t a l i ................................................................ » 63

• 1. I popoli. • 2. I governi insurrezionali. • 3. I governi in esilio. • I m o vi­


m enti di liberazio ne intern azion ale. • 5. La S a n ta S e d e . • 6. L’O rd ine di
M alta. • 7. Il C o m itato Inte rn a zio n a le d ella C ro c e Rossa.

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

LO STATO

G e n e r a lità

Nozione: è un’associazione di individui che, spontaneamente o per determinazione di altri Sta­


ti, si costituisce su un territorio ed è dotata di regole com uni che disciplinano la vita della collettività.

► Popolo (elemento personale): insieme degli individui che vivono


nel territorio dello Stato
► Territorio (elemento spaziale): l’ambito, la sede stabile ove lo Sta-
Elementi costitutivi to esercita le sue funzioni
► Governo (elemento organizzativo) elemento: organi che esercita­
no ed in quanto esercitano la potestà di imperio su una comunità
territoriale

► Effettività (o sovranità interna): capacità di esercitare effettiva­


mente la propria potestà di imperio, attraverso un’organizzazione
di governo, su di una data comunità territoriale

R equisiti per a c q u is ire la ► Indipendenza (o sovranità esterna): esercizio della potestà di im­
soggettività internazionale perio a titolo originario e in condizioni di parità con gli altri Stati. In-
tesa come capacità di uno Stato di autodeterminarsi e di assume­
re una propria fisionomia nei rapporti internazionali senza essere
assoggettata ad un’organizzazione superiore (ciò rende lo Stato
superiorem non recognoscens)

► Soggezione dei com ponenti della collettività nei confronti del­


lo Stato
► O riginarietà e autonomia: lo Stato è autonomo nei confronti di
ogni altra organizzazione della vita sociale, sia essa nazionale o
Caratteristiche internazionale
► M onopolio legittim o della forza fisica (WEBER): lo Stato è l’uni­
co soggetto ad avere il diritto, nell’ordinamento interno, di imporre
con propri mezzi coercitivi (polizia, esercito, apparato amministra­
tivo, organi giurisdizionali) il mantenimento dell’ordine costituito

O sservazioni

Non sono considerati sovrani, e sono, quindi, privi di soggettività internazionale:


— gli Stati mem bri di Stati federali, in quanto componenti di una organizzazione di governo più
ampia; nonché le articolazioni territoriali di uno Stato unitario (Regioni);
— gli Stati dipendenti, sia quelli dotati di autonomia di governo ma privi di un ordinamento giuri­
dico originario (Stati vassallo), sia quelli formalmente dotati di un ordinamento giuridico origi­
nario ma sottoposti ad una ingerenza da parte di un altro Stato (Stato fantoccio);
— le Confederazioni di Stati, in quanto riuniscono Stati che mantengono la propria sovranità e
indipendenza per il conseguimento di scopi specifici (soprattutto di difesa esterna);

C a p ito lo 1 - Lo Stato 39

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

— i governi in esilio, che difettano di un territorio (dunque di uno dei tre elementi costitutivi) (v.
cap. 4).
La dottrina recente riconosce la soggettività dei microstati (es. Andorra, San Marino) a condi­
zione che presentino realmente il requisito dell’indipendenza.

D e ju r e , quando lo Stato preesistente attesta la legittimità della


costituzione del nuovo Stato
Riconoscim ento della s o g ­ D e fa c to , quando lo Stato preesistente si limita a prendere atto
gettività internazionale del­ della nascita del nuovo Stato, senza pronunciarsi sulla legittimità
lo Stato o meno della sua costituzione
Espresso, quando è effettuato mediante un atto formale
Tacito, quando deriva da comportamento concludente

Costitutivo: secondo parte della dottrina meno recente, sarebbe


elemento essenziale ai fini dell’acquisto della personalità interna­
zionale dello Stato. Esso sarebbe realizzato attraverso un accor­
do tra il nuovo Stato e quelli preesistenti che intendono ricono­
scerlo, con la conseguenza che il nuovo Stato potrebbe esistere
per alcuni Stati e non per altri (Teoria d e l riconoscim ento costitu­
tivo)
Dichiarativo: per la dottrina oggi prevalente avrebbe esclusiva­
Effetti del riconoscim ento mente la funzione di constatare la creazione, già avvenuta, del
nuovo Stato (Teoria d e l riconoscim ento dichiarativo)
Preclusivo per lo Stato che ha proceduto al riconoscimento, il
quale non può più contestare l’esistenza del nuovo ente come Sta­
to sovrano e indipendente
Indiretto su ll’acquisto di soggettività internazionale del nuo­
vo Stato, poiché è dal riconoscimento che dipendono la possibi­
lità per il nuovo Stato di intrattenere normali relazioni con gli altri
Stati e quindi il suo ingresso nella società internazionale

aumento o diminuzione del territorio o della popolazione: ci si ri­


ferisce ai casi di annessione o cessione parziale del territorio
Vicende dello Stato che non mutamento della forma di governo (unica deroga: instaurazione di
rilevano per il diritto inter­ un regime che pratichi l’apartheid o commetta gravi e costanti vio­
nazionale lazioni dei diritti umani
mutamento del governo al potere (a meno che ciò avvenga a se­
guito di un evento rivoluzionario)

Smembramento, con conseguente nascita di due o più Stati nuovi


Cause di estinzione di uno Fusione con uno o più Stati, con conseguente nascita di un uni­
Stato co Stato nuovo
Incorporazione totale da parte di uno Stato preesistente

40 P a rte S e c o n d a - I soggetti del diritto internazionale

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

2. L a s o v r a n i t à t e r r i t o r i a l e e la d o m e s t i c j u r i s d i c t i o n

2 .1 • S o v r a n ità te r rito r ia le

Nozione: diritto dello Stato di esercitare in m aniera esclusiva il potere di governo sulla pro­
pria com unità territoriale, cioè sugli individui — e sui beni ad essi appartenenti — che si trovano sul
suo territorio.

Autonomo e libero esercizio di funzioni pubbliche (ad es. decide­


Diritti conseguenti all’eser­
re la propria organizzazione politica, sociale etc.)
cizio della sovranità
Esclusività nell’esercizio del potere stesso

Obblighi conseguenti all’eser­ Non ingerenza negli affari interni di un altro Stato
cizio della sovranità Non usare o minacciare di usare la forza contro un altro Stato

2 .2 • D o m e s t ic j u r is d ic t io n (d o m in io ris e r v a to )

Nozione: m aterie che non rilevano per il diritto internazionale e nelle quali, di conseguenza,
lo Stato è libero da vincoli e obblighi. La CIG ha affermato (affare Nicaragua-Stati Uniti) che il domi­
nio riservato ha ad oggetto la determinazione del sistema politico, economico, sociale e culturale e la
formulazione della politica estera.

Osservazioni

Il principio di dom estic jurisdiction può ben essere inteso come il diritto di uno Stato a tutelare la
propria sovranità dalle pressioni dei Paesi terzi e dal progressivo sviluppo delle competenze attri­
buite alle organizzazioni internazionali; a tale diritto corrisponde l’obbligo, per gli altri soggetti di di­
ritto internazionale, di non interferire nelle sue scelte di politica interna e internazionale (divieto di
ingerenza negli affari interni d i uno Stato).
Il ricorso ai principi di dominio riservato e non ingerenza è stato frequente nei settori che hanno re­
gistrato una più intensa evoluzione del diritto internazionale, in prim is quello della tutela dei diritti
umani, ma viene oggi frenato, sotto la pressione di una nuova etica mondiale, dal moltiplicarsi del­
le forme di cooperazione, associazione e, in alcuni casi, vera e propria integrazione fra Stati.

I lim iti a lla s o v r a n it à d e llo S ta to

im m unità dalla giurisdizione: uno Stato non può essere chiama­


to in giudizio di fronte ad un tribunale dello Stato territoriale

va sempre riconosciuta dallo Stato terri­


toriale nel caso in cui il lavoratore sia cit­
tadino dello Stato straniero alle dipen­
Trattamento degli Stati stra- denze del quale presta servizio
im m u n ità nei ra p ­ non può essere invocata nel caso in cui
porti di lavoro: il lavoratore sia cittadino dello Stato ter­
ritoriale o, pur essendo di nazionalità
straniera, abbia la propria residenza abi­
tuale presso tale Stato e svolga le pro­
prie mansioni nel suo territorio

C a p ito lo 1 - Lo Stato 41

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

im m unità d all’esecuzione forzata: viene riconosciuta in relazio­


ne ai beni dello Stato straniero destinati ad una pubblica funzione,
ma non, ad esempio, su immobili acquistati dallo Stato estero a ti­
Trattamento degli Stati stra­ tolo privato
nieri regola generale: gli Stati stranieri godono dell’immunità per gli atti
iu re im p e rii, ossia per le attività governative di tipo pubblicistico, ma
non per gli atti iu re g e s tio n is o iu re p riva to ru m , che hanno inve­
ce natura privatistica (cd. teoria dell’im munità ristretta o relativa)

inviolabilità p e rsonale: l’agente diploma­


tico non può subire atti di coercizione
inviolabilità dom iciliare: lo Stato accredi­
tatario non può effettuare ispezioni o per­
quisizioni presso il domicilio degli agen­
ti diplomatici
Trattam ento degli agenti di­ im m unità diplom a
im munità dalla giurisdizione civile e p ena­
plomatici tiche
le : l’agente diplomatico non può essere
citato in giudizio per rispondere civilmen­
te o penalmente degli atti da lui compiuti
in veste di organo dello Stato straniero
im m unità fiscale: l’agente diplomatico è
esente da imposte di natura personale

analogo a quello pre­


visto per gli Stati e i
loro organi. C o m ­ inviolabilità dei locali in cui si svolgono le
prende privilegi e im­ attività dell’organizzazione
munità stabiliti dal im m unità dalla giurisdizione civile
Trattam ento d elle o rganiz­
trattato istitutivo, da privile g i fiscali (es. esenzione da imposi­
zazioni internazionali
convenzioni m ultila­ zioni dirette o indirette dello Stato ospi­
terali a d hoc e dal cd. tante)
accordo d i sede, sti­ im m unità dei funzionari
pulato con lo Stato
ospitante; si tratta di:

sono sottoposti alle leggi e alla giurisdi­


zione dello Stato territoriale
stranieri non possono accedere a incarichi e fun­
zioni pubbliche che richiedono il vincolo
Trattam ento degli stranieri di cittadinanza
e dei loro beni
lo Stato territoriale deve provvedere alla
loro tutela
beni degli stranieri
deve corrispondere un indennizzo in caso
di espropriazioni e nazionalizzazioni

42 P a rte S e c o n d a - I soggetti del diritto internazionale

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

nozione: istituto attraverso il quale uno Stato può chiedere la ri­


parazione dei danni subiti dai propri cittadini all’estero (mediante
proteste, contromisure, ritorsioni etc.). È esercitabile in riferimen­
to a persone sia fisiche sia giuridiche

caratteristiche: lo Stato territoriale è responsabile per i torti subi­


ti dallo straniero nei confronti del suo Stato di appartenenza.
Quest’ultimo è l’unico soggetto legittimato a denunciare l’illecito
commesso

condizioni: la nazio­ nazionalità di una società operante


Protezione diplom atica nalità deve essere all’estero. Due teorie:
effettiva e il soggetto — nazionalità dello Stato in cui si è co­
leso deve prima aver stituita o ha la sede principale (solu­
adito i tribunali dello zione accolta dalla CIG)
Stato territoriale fino — nazionalità dello Stato di appartenen­
a ll’ultimo grado di za della maggioranza dei soci
giudizio

clausola Calvo: inserita in un contratto privato impegna uno stra­


niero a rinunciare ad invocare la protezione diplomatica del pro­
prio Stato

In sintesi

Gli Stati sono i principa li soggetti del diritto internazionale, gli unici ad avere natura originaria (non
derivata) e ad essere titolari del monopolio legittimo della forza fisica.
Per acquisire la soggettività devono presentare i requisiti dell’effettività e dell’indipendenza, ele­
menti che non sono rilevabili nel caso degli Stati membri di Stati federali o di una Confederazione,
degli Stati fantoccio, di quelli vassallo e dei governi in esilio (i quali, peraltro, difettano di un terri­
torio); non rilevano, invece, il riconoscimento da parte degli altri soggetti della Comunità interna­
zionale, che spesso è legato a valutazioni politiche più che giuridiche, e le dimensioni dello Stato.
In quanto enti sovrani gli Stati sono spesso liberi da vincoli e obblighi internazionali (in virtù del
principio di dom estic jurisdiction); le principali lim itazioni, oltre a quelle che gli Stati volontariamen­
te accettano mediante la conclusione di accordi, riguardano l’accoglimento sul proprio territorio de­
gli stranieri e delle rappresentanze diplom atico-consolari dei Paesi terzi o delle organizzazioni in­
ternazionali. A queste ultime, in particolare, il diritto internazionale concede un am pio regim e d i im ­
munità.

C a p ito lo 1 - Lo Stato 43

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

Capitolo 2 L E O R G A N I Z Z A Z I O N I I N T E R N A Z I O N A L I ( O I)

C la s s if ic a z io n e e c o m p o s iz io n e

Nozione: associazioni di Stati costituite mediante trattati (che ne disciplinano gli scopi e la strut­
tura), dotate di uno Statuto e di organi propri per perseguire interessi comuni a tutti gli Stati membri.

planetarie: coinvolgono Stati di tutti i


In base all’area geo­ continenti (es.: ONU)
grafica regionali: coinvolgono Stati di una spe­
cifica area geografica (es.: UE)

Classificazione a vocazione universale: operano in tut­


ti i settori della vita politica, economica,
In base al settore in sociale
cui operano a vocazione settoriale: sono dotate di
competenze circoscritte a materia spe­
cifiche

ratifica del trattato istitutivo (membro


fondatore o originario)
Acquisto
ratifica di un trattato di adesione o di
am m issione (membro ammesso)

per volontà dello Stato (che esercita un


S ta tu s di membro cd. diritto di recesso)
per volontà d ell’organizzazione inter­
nazionale, a seguito di gravi violazioni o
Perdita
per mancato rispetto degli obblighi pre­
visti dal trattato (espulsione)
per perdita della soggettività interna­
zionale

Un organo plenario: riunisce esponenti di tutti gli Stati membri


dell’organizzazione, si occupa di questioni relative al funzionamen­
to dell’organizzazione e decide sulle modalità di accesso e di espul­
sione degli Stati (Assemblea)
O rgani
Un organo collegiale ristretto: sono rappresentati solo alcuni tra
gli Stati membri dell’organizzazione; esso ha il potere di coordina­
re l’attività dell’organizzazione e, in alcuni casi, di adottare deci­
sioni vincolanti per i membri (Consiglio esecutivo)

C a p ito lo 2 - Le organizzazioni internazionali (O I) 45

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

Un’istituzione che svolge funzioni am m inistrative ed esecuti­


ve connesse al funzionamento dell’organizzazione, generalmen­
O rgani
te unipersonale, avente rilievo politico oltre che esecutivo (Segre­
tario generale)

A ll’unanim ità, quando s’intende garantire la massima adesione


possibile alla proposta oggetto di votazione. Si tratta di una mani­
festazione di volontà che rischia di paralizzare il processo decisio­
nale dell’organizzazione
A maggioranza, quando è sufficiente l’approvazione da parte di
un certo numero di Stati membri. Può essere:
a) sem plice (voto favorevole della metà più uno dei membri
Votazione dell’organizzazione internazionale)
b) qualificata, nel caso in cui è richiesto il voto favorevole di una
determinata percentuale dei membri dell’organizzazione (2/3,
3/4 etc.)
Per c o n se n su s, che consiste nell’adozione di una decisione in
assenza di una qualsiasi obiezione presentata dal rappresentan­
te di uno Stato membro (non è, dunque, prevista una votazione
formale)

Contributi obbligatori versati dagli Stati membri dell’organizzazione


Contributi volontari di quegli Stati interessati a specifiche attività
dell’organizzazione
R isorse proprie costituite da prelievi fiscali che gli Stati devolvono
Finanziam ento
in tutto o in parte all’organizzazione
Prestiti
Altre risorse derivanti da attività finanziarie (investimenti, acquisto
di titoli etc.)

O r g a n iz z a z io n i in t e r n a z io n a li n o n g o v e r n a tiv e ( O IN G )

Nozione: associazioni create ad iniziativa di persone private secondo le norme di diritto interno
di uno Stato e volte ad instaurare un legam e transnazionale fra persone fisiche ed enti di nazio­
nalità diversa.

um anitario, come il Comitato Internazionale della Croce Rossa


religioso, come il Consiglio Ecumenico delle Chiese
politico, come la Federazione socialista
Scopi
scientifico, come l’Istituto di diritto internazionale
econom ico, come le associazioni professionali
sociale, come Greenpeace

consultivo presso il Consiglio d ’ Europa

presso l’ONU, disciplinato da Risoluzio­


S ta tu s
ni del Consiglio economico e sociale
di osservatore
riconosciuto presso l’ONU al Comitato
Internazionale della Croce Rossa

46 P a rte S e c o n d a - I soggetti del diritto internazionale

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

3. P e r s o n a lità in te r n a e in te r n a z io n a le d e lle O I

3 .1 • P e r s o n a lit à di d iritto in t e r n a z io n a le

Personalità giuridica internazionale d ell’OI: capacità di essere destinatarie di diritti e obbli­


ghi internazionali, in modo totalmente autonomo dagli Stati membri.

Prim a del 1945: le OI erano considerate strumenti degli Stati che


le avevano costituite, i quali rimanevano gli unici titolari della sog­
gettività
Evoluzione dottrinale
D opo il 1945: alle OI è stata riconosciuta soggettività internazio­
nale piena (in particolare dal parere consultivo della CIG reso l’11-
4-1949 sul caso Bernadotte)

Concludono trattati internazionali con Stati membri, Stati terzi e al­


tre organizzazioni
Possono inviare i propri rappresentanti presso Stati membri, Sta­
ti terzi o altre organizzazioni e ricevere i rappresentanti di tali sog­
Attribuzioni delle OI getti (diritto di legazione attivo e passivo)
Godono dell’immunità dalla giurisdizione dello Stato territoriale e, i
funzionari di esse, delle immunità diplomatiche
Hanno il diritto di richiedere riparazione a Stati membri o Stati terzi
per danni causati al proprio patrimonio o ai propri funzionari

3 .2 • P e r s o n a lit à di d iritto in te rn o

Nozione: riconoscimento della capacità di agire delle OI ovvero di stipulare contratti di diritto pri­
vato, vendere e acquistare beni etc. negli ordinam enti degli Stati.
Personalità di diritto interno nel territorio degli Stati membri: è riconosciuta e disciplinata dal­
le stesse norme istitutive dell’OI (ad es.: art. 104 Carta ONU).
Personalità di diritto interno nel territorio degli Stati terzi: è necessario far riferimento alle nor­
me interne dello Stato che disciplinano la materia.

3 .3 • Im m u n it à e p riv ile g i d e lle O I

trattato istitutivo
Fonti convenzioni multilaterali a d hoc
accordo di sede concluso con lo Stato ospitante

im m unità dei funzionari


inviolabilità dei locali. Le autorità dello Stato ospitante non posso­
Im m unità no entrare nei locali delle OI senza autorizzazione
im m unità dalla giurisdizione civile. Le OI non possono essere ci­
tate in giudizio dinanzi ai tribunali dello Stato territoriale

Fiscali. Lo Stato in cui ha sede l’OI non può effettuare alcuna im­
Privilegi posizione fiscale, né diretta né indiretta. Le OI, inoltre, possono
detenere fondi in qualunque valuta senza pagare diritti di dogana

C a p ito lo 2 - Le organizzazioni internazionali (O I) 47

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

L ’O N U ( O r g a n iz z a z io n e d e lle N a z io n i U n ite )

Approvazione: lo Statuto fu approvato il 25 giugno 1945 durante


la Conferenza di San Francisco da parte delle 5 potenze vincitri­
Statuto (o Carta) ci la Seconda guerra mondiale (Unione Sovietica, Stati Uniti, Gran
Bretagna, Francia e Cina) e da circa 50 Stati
Entrata in vigore: 24 ottobre 1945

Il m antenim ento della pace e della sicurezza internazionale


Sviluppare fra le nazioni relazioni am ichevoli fondate su l rispetto
reciproco e s u i principi d e ll’uguaglianza dei diritti e dell'autodeter­
m inazione dei po p oli
Finalità
La cooperazione internazionale in campo economico, sociale, cul­
turale, umanitario
Prom uovere e incoraggiare il rispetto dei diritti d e ll’uomo e delle li­
bertà fondam entali

delegati di Stati membri: secondo il principio di


com posizione uguaglianza sovrana, ogni Stato ha diritto a 5
rappresentanti e dispone di 1 voto

discutere ogni questione relativa al manteni­


mento della pace e della sicurezza internazio­
nale
esaminare i principi generali di cooperazione
per il mantenimento della pace e della sicurez­
za internazionale
effettuare studi e adottare raccomandazioni
per promuovere la cooperazione internaziona­
le nel settore economico, politico, sociale, cul­
turale, educativo e della sanità pubblica, inco­
raggiare lo sviluppo del diritto internazionale,
Assem blea la sua codificazione e il rispetto dei diritti uma­
Organi ni e delle libertà fondamentali
generale
raccomandare misure per il regolamento paci­
com piti fico di qualsiasi situazione suscettibile di pre­
giudicare il benessere generale e le relazioni
amichevoli tra le nazioni
esaminare e approvare il bilancio dell’organiz­
zazione e ripartire i contributi tra gli Stati mem­
bri attraverso decisioni vincolanti
eleggere i 10 membri non permanenti del Con­
siglio di sicurezza, i 54 membri del Consiglio
economico e sociale e (d’intesa con il Consi­
glio di sicurezza) i giudici della Corte interna­
zionale di giustizia e il Segretario generale
decidere dell’ammissione, sospensione ed
espulsione di un membro
stituire eventuali organi sussidiari, necessari
per l’adempimento dei suoi compiti

48 P a rte S e c o n d a - I soggetti del diritto internazionale

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

15 membri: 10 eletti dall’Assemblea genera­


le per un periodo di 2 anni e 5 (Stati Uniti, Gran
Bretagna, Cina, Russia - che ha assunto il seg­
gio dell’ex Unione Sovietica - e Francia) m em ­
composizione
bri perm anenti che dispongono del cd. dirit­
to di veto, ovvero della facoltà di bloccare
l’adozione di una risoluzione del Consiglio ma­
nifestando la propria opposizione

p o te re d ’in c h ie s ta : può
esercitare un’attività d’in­
dagine, sia direttamente
sia istituendo una commis­
sione a d hoc, su qualsiasi
controversia
potere di indicare a g li Sta­
■soluzione paci­
ti pro ce d im e n ti d i regola­
fica delle con­
m ento , senza intervenire
troversie
nel merito stesso della
controversia
potere di indicare term ini
Consiglio di si­ di regolam ento, entrando
Organi
curezza nel merito della controver­
sia e suggerendo una so­
luzione alla stessa

com piti m isu re d i accertam ento:


per verificare l’esistenza di
una minaccia alla pace, di
un atto di aggressione etc.
misure provvisorie: soprat­
tutto atti non vincolanti (rac­
poteri di inter­
comandazioni) per scon­
vento in mate­
giurare l’aggravarsi della si­
ria di manteni­
tuazione
m e n to d e lla
m isure non im plicanti l ’uso
p ace e d ella
della forza: sanzioni eco­
sic u rezza in­
nomiche (es.: embargo);
ternazionale
mancato riconoscimento di
situazioni illegittime
m isure im plicanti l ’uso del­
la fo rza : per ristabilire la
pace (cd. azioni di polizia
internazionale)

C a p ito lo 2 - Le organizzazioni internazionali (O I) • 49

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

54 membri eletti dall’Assemblea generale per


com posizione 3 anni. Le decisioni sono assunte a maggio­
► Consiglio eco­ ranza dei membri presenti e votanti
n o m ic o e s o ­
ciale coordinamento e conseguimento dei fini so­
com piti cio-economici dell’ONU e cooperazione mo­
netaria e culturale

15 giudici eletti dall’Assemblea generale in


• com posizione base alla loro competenza e levatura morale
per 9 anni

► C orte intern a­
risoluzione pacifica delle controversie giuridi­
zionale di giu­
che sottoposte dagli Stati membri
stizia
funzione consultiva: fornire pareri su questio­
• com piti
Organi ni giuridiche sollevate dall’Assemblea genera­
le, dal Consiglio di sicurezza o da altri organi
o agenzie specializzate delle Nazioni Unite

• svolge compiti esecutivi, amministrativi, diplomatici e politici e non


è legato a nessuno Stato nello svolgimento della sua attività. È
► Segretariato presieduto dal Segretario generale (il più alto funzionario dell’or­
ganizzazione), nominato per 5 anni dall’Assemblea su proposta
del Consiglio di sicurezza

► O rg an i s u s s i­ • ognuno di essi esplica la propria attività in un determinato settore


diari (per es. UNICEF per l’infanzia)

• organo che aveva il compito di accelerare il processo di decolo­


► C o n s ig lio di
nizzazione e di controllare la fase di transizione all’indipendenza
a m m in is tr. fi­
dei Paesi sottoposti a dominio coloniale. Il suo compito adesso è
duciaria
terminato

organizzazioni internazionali vincola­


Nozione te all’ONU mediante accordi di collega­
mento

emanare raccomandazioni e risoluzioni


dirette agli Stati membri
predisporre progetti di convenzioni tra
Stati e promuoverne la relativa conclu­
Istituti specializzati sione
emanare norme direttamente applicabi­
Funzioni li nell’ordinamento interno degli Stati a
meno che questi, entro un certo periodo
di tempo, non manifestino la volontà di
ripudiarle
attività di carattere operativo e ausiliario
volte a promuovere la cooperazione e lo
sviluppo degli Stati

50 P a rte S e c o n d a - I soggetti del diritto internazionale

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

IS T IT U T I S P E C IA L IZ Z A T I D E L L ’O N U
Is t it u t o A c c o r d o is t it u t iv o S ede S t r ut t ur a C o mpit i
F A O (Organizzazione per l’ali­ Québec 16-10-1945 Roma • Conferenza Migliorare l’alimentazione uma­
mentazione e l’agricoltura) • Consiglio (49 membri) na e promuovere la produzione
• Direttore generale agricola
IL O (Organizzazione interna­ Parigi 28-4-1919 Ginevra • Conferenza generale Migliorare le condizioni di lavo­
zionale del lavoro) • Consiglio d’amministrazione ro e il livello di vita
(56 membri)
• Ufficio internazionale del la­
voro (BIT)
U N E S C O (Organizzazione per Londra 16-11-1945 (in vigore Parigi • Conferenza generale Rafforzare la collaborazione fra
l’educazione, la scienza e la dal 4-11-1946) • C o n s ig lio e s e c u tiv o (51 gli Stati attraverso la cultura, la
cultura) membri) scienza e l’educazione
• Segretariato
Capitolo 2 - Le organizzazioni internazionali (Ol)

IC A O (Organizzazione interna­ Chicago 7-12-1944 (in vigore Montreal • Assemblea Regolamentare il trasporto ae­
zionale dell’aviazione civile) dal 4-4-1947) • Consiglio (33 membri) reo internazionale (civile)
• Commissione per la naviga­
zione aerea
O M S (Organizzazione mondia­ New York 22-7-1946 (in vigore Ginevra • Assemblea mondiale della Promuovere la collaborazione
le della sanità) dal 7-4-1948) sanità internazionale in ambito sanita­
• C o n s ig lio e s e c u tiv o (32 rio
membri)
• Segretariato
IM O (Organizzazione marittima Ginevra 6-3-1948 (in vigore dal Londra • Assemblea Regolamentare tutte le questio­
internazionale) 17-3-1958) • Consiglio (32 membri) ni attinenti al trasporto maritti­
• Segretariato mo
ITU (Unione internazionale del­ Madrid 9-12-1932 (in vigore Ginevra • Conferenza dei plenipoten­ Contribuire allo sviluppo di tut­
le Telecomunicazioni) dal 1-1-1934) ziari ti i mezzi di comunicazione
• Consiglio (43 membri)
• Segretariato
O M P I (Organizzazione mondia­ Stoccolma 14-7-1967 (in vigo­ Ginevra • Assemblea generale Tutelare la proprietà intellettua­
le della proprietà intellettuale) re dal 26-4-1970) • Conferenza le e stimolare l’attività creatrice
ui • Comitato di coordinamento in tutti i Paesi
• Ufficio Internazionale

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

cn
io Is t it u t o A c c o r do is t i t u t iv o S ede S t r ut t ur a C o m p it i

O M M (Organizzazione mondia­ Washington 11-10-1947 (in vi­ Ginevra • Congresso meteorologico Tutte le questioni connesse
le della meteorologia) gore dal 23-3-1950) mondiale all’atmosfera e ai cambiamenti
Parte Seconda - 1soggetti del diritto internazionale

• C o m ita to e s e c u tiv o (3 6 climatici


membri)
• Segretariato
UPU (Unione postale universale) Berna 9-10-1874 (in vigore dal Berna • Congresso Promuovere la cooperazione
1-7-1875) • Consiglio di amministrazione tra i servizi postali degli Stati
• Consiglio di gestione posta­ membri
le
• Ufficio internazionale
FM I (Fondo monetario interna­ Washington 22-7-1944 (in vi­ Washington • Consiglio dei governatori Favorire la cooperazione mo­
zionale) gore dal 27-12-1945) • Consiglio d’amministrazione netaria internazionale, l’espan­
(24 membri) sione del commercio interna­
• Direttore generale zionale e la stabilità dei cambi
B IR S (Banca internazionale per Washington 22-7-1944 (in vi­ Washington • Consiglio dei governatori Concedere mutui per investi­
la ricostruzione e lo sviluppo) gore dal 27-12-1945) • Consiglio d’amministrazione menti produttivi e promuovere
(24 membri) l’espansione del commercio in­
• Presidente ternazionale
IFAD (Fondo internazionale per Roma 13-6-1976 (in vigore dal Roma • Consiglio dei governatori Promuovere lo sviluppo agrico­
lo sviluppo agricolo) 30-11-1977) • Consiglio d’amministrazione lo dei Paesi in via di sviluppo
(18 membri)
• Presidente
U N ID O (Organizzazione delle Vienna 8-4-1979 (in vigore dal Vienna • Conferenza generale Promuovere lo sviluppo indu­
Nazioni Unite per lo sviluppo in­ 21-6-1985) • Consiglio di sviluppo indu­ striale dei Paesi in via di svi­
dustriale) striale (53 membri) luppo
• Comitato dei programmi e
delle risorse (27 membri)
W T O (Organizzazione mondia­ Città del Messico 27-9-1970 Madrid Promuovere lo sviluppo di un
le del turismo) (in vigore dal 2-1-1975) • Assemblea generale turismo responsabile, sosteni­
• Consiglio esecutivo (27 mem­ bile e accessibile a tutti
bri)
• Segretariato

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

5. L ’U n io n e e u r o p e a

5 .1 • L e tre C o m u n it à o rig in a rie

firma: Parigi, 18 gennaio 1951


Trattato istitutivo entrata in vigore: 23 luglio 1952
scadenza: 23 luglio 2002

CECA Stati firmatari: Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Belgio, Lus­
semburgo
Obiettivo: cooperazione nel settore del carbone e dell'acciaio in
vista del raggiungimento di un'unione economica fra gli Stati euro­
pei

Firma dei Trattati istitutivi: Roma, 25 marzo 1957


Entrata in vigore: 1° gennaio 1958
Stati aderenti: Francia, Germania, Italia, Belgio, Lussemburgo e
CEE e CEEA (EURATOM)
Olanda
Scopi: creazione di un mercato comune (CEE) ed elaborazione di
una politica comune nel campo dell'energia nucleare (CEEA)

5 .2 • D a lle C o m u n it à e u r o p e e a ll’ U n io n e e u r o p e a

Gran Bretagna, Irlanda e Danim arca


A d esio ne di nuovi (1973), Grecia (1981), Spagna e Porto­
Stati gallo (1986), Austria, Finlandia e Svezia
(1995)

firma: 17 dicembre 1986


entrata in vigore: 1° luglio 1987
Atto unico europeo
obiettivo: realizzazione, entro il 31 dicem­
bre 1992, del mercato unico

Sviluppi nel processo di in­ firma: 7 febbraio 1992


tegrazione europea entrata in vigore: 1° novembre 1993
obiettivi: realizzazione di una comunità
econom ica e politica fondata caratteriz­
zata da una struttura a tre pilastri:
T r a tt a t o di M a a ­
s t r i c h t (T ra tta to — CE (Comunità europea), disciplina­
s u ll'U n io n e e u r o ­ ta dalle disposizioni contenute nei
pea) Trattati istitutivi delle originarie CEE,
CECA e CEEA (prim o pilastro)
— PESC (politica estera e di sicurezza
comune) (secondo pilastro)
— GAI (giustizia e affari interni) (terzo
pilastro)

C a p ito lo 2 - Le organizzazioni internazionali (O I) 53

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

caratteristiche:
— la CE ha costituito una comunità di
diritto di tipo sovranazionale, che ha
realizzato un'unione economica e
monetaria tra i Paesi membri carat­
► T r a tta to di M a a ­ terizzata dall'adozione di una mone­
s t r i c h t (T ra tta to ta unica (euro) e dall'istituzione di una
sull'Unione) Banca centrale europea (BCE)
— i pilastri PESC e GAI hanno avuto na­
tura intergovernativa, limitando il po­
tere decisionale delle istituzioni co­
munitarie a tutela degli interessi na­
zionali

firma: 2 ottobre 1997


entrata in vigore: 1° maggio 1999
principali modifiche:
— nuovo titolo dedicato alle problemati­
che occupazionali
— rafforzamento della PESC
► Trattato di A m ste r
— trasferimento in ambito comunita-rio
dam
di materie (asilo, visti, immigrazione,
Sviluppi nel processo di in­ cooperazione doganale, cooperazio­
tegrazione europea ne giudiziaria in materia civile) in pre­
cedenza trattate in ambito intergover­
nativo. Per questo il pilastro GAI è
stato rinominato «cooperazione di po­
lizia e giudiziaria in materia penale»

firma: 26 febbraio 2001


entrata in vigore: 1° febbraio 2003
principali modifiche:
— snellimento di alcune procedure
► Trattato di Nizza — ampliamento di alcuni poteri
— modifica all'ordinamento giudiziario
— nuova ripartizione dei rappresentan­
ti degli Stati nelle istituzioni e negli
organi

firma dei trattati di adesione: 16 aprile


2003
► A d e s io n e d i 10 entrata in vigore: 1° maggio 2004
nuovi Stati Stati ammessi: Polonia, Ungheria, R e­
p ubblica Ceca, Slovenia, Estonia, Cipro,
Slovacchia, Lettonia, Lituania e M alta

54 P a rte S e c o n d a - I soggetti del diritto internazionale

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

obiettivo: riorganizzazione della discipli­


na normativa in un rinnovato contesto
istituzionale
► Costituzione euro' firma del testo: Roma 29 ottobre 2004
pea ratifica: il processo di ratifica è stato bloc­
cato dal voto negativo di Francia e Pae­
si Bassi. Il progetto di Costituzione euro­
pea è fallito nel giugno del 2007

firma dei trattati di adesione: 25 aprile


Adesione di Rom a­
Sviluppi nel processo di in­ 2005
nia e Bulgaria
tegrazione europea entrata in vigore: 1° gennaio 2007

firma: 13 dicembre 2007


entrata in vigore: 1° dicembre 2009
obiettivi: dotare l'Unione europea di isti­
tuzioni moderne e di metodi di lavoro ot­
Trattato di Lisbona timizzati per rispondere in modo effica­
ce ed efficiente ai nuovi fenomeni della
globalizzazione dell'economia, dei cam­
biamenti climatici, dell'approvvigionamen­
to energetico

5 .3 • L e n o v ità in tro d o tte d a l T r a tt a t o di L is b o n a

► la Com unità europea viene definitivamente assorbita dall’Unio­


ne europea

► i trattati previgenti sono sostituiti dal TUE (Trattato sull'Unione eu­


ropea) e dal TFUE (Trattato sul funzionamento dell'Unione euro­
pea

Principali m odifiche ► il Consiglio europeo assume il rango di istituzione

► la Carta dei diritti fondam entali d ell’Unione europea diventa


O atto giuridico vincolante

► gli atti delle istituzioni diventano «atti legislativi»

► è introdotta una clausola di recesso dall'UE

5 .4 • L 'o b ie ttiv o p rim a r io d e ll'in te g r a z io n e e u r o p e a : la r e a liz z a z io n e d e l m e r c a to


u n ic o

Generalità: gli originari Trattati CEE ed Euratom gettavano le basi per la creazione di un'unione do­
ganale, implicante l'adozione di una tariffa doganale com une nei confronti dei Paesi terzi. Dopo il rag­
giungimento di tale obiettivo (1° luglio 1968) la Commissione europea presentò un Libro bianco p e r il
completam ento del m ercato interno proponendo l'integrazione dei mercati nazionali, che spinse gli Sta­
ti membri a concludere un accordo, l'Atto unico europeo, per la realizzazione di un m ercato unico (com­
pletato il 1° gennaio 1993) caratterizzato dalla libera circolazione d i merci, persone, servizi e capitali.

C a p ito lo 2 - Le organizzazioni internazionali (O I) 55

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

► Divieto di imposizione di dazi doganali e di qualsiasi tassa che ab­


bia un effetto equivalente
► Adozione di una tariffa doganale da applicare ai prodotti prove­
L ib e ra c irc o la z io n e d elle
nienti da Stati terzi
merci
► Divieto di ogni restrizione quantitativa sulle importazioni ed espor­
tazioni
► Riordino dei monopoli nazionali

► Libertà per i cittadini comunitari (oggi dell'UE) di stabilirsi in qual­


L ib e ra c irc o la z io n e d e lle siasi Stato membro per esercitarvi un'attività di lavoro
persone ► Diritto dei lavoratori dipendenti di esercitare la loro attività in qual­
siasi Stato membro

L ibera circolazione dei ser ► Libertà di prestare la propria opera in uno Stato membro diverso
vizi da quello di stabilimento

L ibera circolazione dei ca ► Divieto di qualsiasi restrizione ai movimenti di capitali fra Stati mem­
pitali bri nonché fra Stati membri e Paesi terzi

5 .5 • Is titu z io n i: c o m p o s iz io n e e c o m p e t e n z e

G eneralità: il conseguimento degli obiettivi che l'Unione europea si propone è stato affidato dai
Trattati a varie istituzioni: Parlamento europeo, Consiglio, Commissione, Corte dei conti, Corte di giu­
stizia (denominata Corte di giustizia dell'Unione europea dal Trattato di Lisbona) e, da ultimi, Banca
centrale europea e Consiglio europeo.

• com posizione 754 membri (dal 2014 750 più il Presi­


dente)

► Parlam ento
europeo ■p o te ri deliberativi', adozione degli atti le­
gislativi insieme al Consiglio
• com petenze
■p o te ri di controllo sugli atti e sulle istitu­
Quadro
zioni
is titu z io ­
n a le (a r t.
13 TUE) ■capi di Stato e di Governo dei Paesi
membri
■un Presidente
► Consiglio
• com posizione ■il Presidente della Commissione
europeo
Ai lavori partecipa l'Alto rappresentante
dell'Unione per gli affari esteri e la politi­
ca di sicurezza

56 P a rte S e c o n d a - I soggetti del diritto internazionale

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

dare all'UE gli impulsi necessari al suo


Consiglio sviluppo
funzioni
europeo definire gli orientamenti e le priorità poli­
tiche generali

rappresentanti dei Governi (generalmen­


com posizione
te ministri)

adozione degli atti legislativi insieme al


Parlamento europeo
Consiglio
coordinamento delle politiche economi­
• com petenze che generali degli Stati membri
conclusione di accordi internazionali
formazione e approvazione del bilancio
elaborazione della PESC

un cittadino per Stato membro (dal 2014


com posizione un numero di membri pari ai due terzi del
numero di Stati membri)

Quadro prom ozione d ell'in teresse generale


is titu z io ­ dell'UE
n a le (a r t. C om m issio­ proposta degli atti legislativi
13 TUE) ne europea funzione esecutiva: emanazione di atti
esecutivi ed esecuzione del bilancio
com petenze
funzione normativa delegata: adozione
di atti non legislativi
vigilanza sull'applicazione dei trattati
rappresentanza dell'UE negli Stati mem­
bri e nei Paesi terzi

Corte d i giustizia
Tribunale
struttura tripolare
tribunali specializzati (l'unico già istituito
è il Tribunale della funzione pubblica)

Corte di
g iu risd izio n e contenziosa: giudicare il
giustizia
comportamento di Stati e di istituzioni,
d ell’Unione
organi e organismi UE previo ricorso di
europea
uno Stato membro, un'istituzione o una
com petenze persona fisica o giuridica
giurisdizione non contenziosa: interpre­
tare i trattati e decidere sulla validità de­
gli atti UE previa richiesta delle giurisdi­
zioni nazionali (rinvio pregiudiziale)

C a p ito lo 2 - Le organizzazioni internazionali (O I) • 57

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

— Comitato esecutivo
organi decisionali
— Consiglio direttivo

B anca c e n ­ gestione della politica monetaria dell'UE


t r a le e u r o ­ emissione dell'euro
pea controllo della liquidità
Quadro com petenze mantenimento della stabilità dei prezzi
istituzio­
insieme alle banche centrali nazionali
nale (art.
(con cui forma il SE BC - Sistem a euro­
13 TUE)
pe o d i banche centrali)

com posizione — un cittadino per Stato membro

C o rte dei
conti controllo sulla g estion e finanziaria
com petenze
dell'UE

5 .6 • A ltri o r g a n i e o r g a n is m i

Com itato econom ico e sociale con funzioni consultive

Com itato delle Regioni con funzioni consultive

Banca europea degli investimenti, che contribuisce allo svilup­


po equilibrato dell'Unione facendo appello al mercato dei capitali
e alle risorse proprie (è al tempo stesso un organismo UE e una
Altri organi e organismi pre­
banca)
visti dai Trattati
Altri com itati con funzioni consultive in materia di trasporti, eco­
nomia e finanza, politica commerciale, occupazione, gestione del
Fondo sociale europeo e protezione sociale

A genzie (centri, uffici, osservatori etc.) che forniscono informazio­


ni tecniche a Stati membri o privati

5 .7 • L e fo n ti d e l d iritto d e r iv a to d e ll’ U n io n e

hanno portata generale, sono obbligatori in


• regolamenti tutti i loro elementi e sono direttamente ap­
plicabili negli Stati membri

vincolano solo lo Stato cui sono rivolte per


quanto riguarda il risultato da raggiungere,
Atti ► Legislativi • direttive
lasciando agli organi nazionali la scelta dei
mezzi da utilizzare

sono obbligatorie in tutti i loro elementi. Se


• decisioni designano i destinatari sono obbligatorie solo
nei confronti di questi ultimi

58 P a rte S e c o n d a - I soggetti del diritto internazionale

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

atti di portata generale adottati dalla Commissione su delega di


► Non legislativi
un atto legislativo

Altri atti vinco­ accordi interistituzionali conclusi da Parlamento, Consiglio e Com­


lanti missione

Atti
hanno lo scopo di sollecitare il destinatario a
ra c c o m a n d a
tenere un determinato comportamento giudi­
zioni
Atti non vinco­ cato più rispondente agli interessi comuni
lanti
fissano il punto di vista dell'istituzione che li
pareri
emette in ordine ad una specifica questione

In sintesi

Una delle caratteristiche salienti dell'evoluzione del diritto internazionale è il ruolo sempre più rile­
vante che hanno assunto le organizzazioni internazionali, associazioni tra Stati provviste di un pro­
prio apparato di organi. Esse sono espressione della volontà degli Stati membri di unirsi per la re­
alizzazione di f in i comuni, enunciati nel trattato istitutivo o in altro strumento disciplinato dal diritto
internazionale (non sono organizzazioni internazionali gli enti costituiti in virtù del diritto interno di
uno Stato: es. il Comitato Internazionale della Croce Rossa). Si tratta di enti dotati di soggettività
internazionale, nonché di personalità di diritto interno, possono ad esempio acquistare e dichiara­
re beni immobili o stare in giudizio, e in generale, «godono nel territorio di ciascuno Stato membro
della capacità necessaria per l'esercizio delle loro funzioni e per il perseguimento di loro fini» (art.
104 Carta delle Nazioni Unite).

C a p ito lo 2 - Le organizzazioni internazionali (O I) 59

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

Capitolo 3 L ’IN D IV ID U O

1. N o z io n i g e n e ra li

Generalità: dalla fine della seconda guerra mondiale nel diritto internazionale si è progressiva­
mente affermato un corpus di norme (consuetudinarie e convenzionali), relative soprattutto alla tute­
la dei diritti umani, grazie alle quali è stata riconosciuta la soggettività internazionale dell’individuo.

esistenza di un nucleo di diritti soggettivi la cui titolarità spetta


all'individuo

Elem enti a sostegno della esistenza di un diritto d ’azione dell'individuo: si concretizza nel­
soggettività internazionale la facoltà di avviare un procedimento giurisdizionale internazio­
dell’individuo nale per violazioni di diritti umani

esistenza di una responsabilità penale internazionale dell'indi­


viduo per violazione di norme internazionali di ju s cogens

O sservazion i]--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Mentre nel caso degli Stati e delle organizzazioni internazionali può parlarsi di soggettività interna­
zionale piena, in relazione all'individuo essa è lim itata dalle seguenti circostanze:
— sul piano della legittim azione processuale attiva, p o ch i sono ancora i sistem i d i garanzie diret­
tamente attivabili dall'individuo per denunciare eventuali violazioni dei propri diritti (i più evolu­
ti sono stati istituiti a livello regionale: es. la Corte europea dei diritti dell'uomo);
— sul piano della legittim azione processuale passiva, nonostante gli indubbi progressi compiuti
verso l'affermazione di un diritto internazionale penale resta ancora arduo perseguire g li indi­
vidui responsabili d i g ravi crim ini internazionali.

R e g im e g iu r id ic o in t e r n a z io n a le r if e r ib ile a l l ’in d iv id u o

tali diritti sono riferibili all'individuo in quanto persona e non in quan­


to cittadino di uno Stato

la loro violazione può essere denunciata d a ll’individuo stesso e


Esistenza di diritti soggettivi non più in via esclusiva dal suo Stato di appartenenza (come av­
viene nel caso della protezione diplomatica)

la loro violazione impone alla totalità degli Stati un diritto/dovere


di intervento (anche in deroga ai principi di non ingerenza e domi­
nio riservato)

Nozione: facoltà dell'individuo di presentare petizioni, denunce,


com unicazioni e, in alcuni casi, ricorsi a tribunali internazio­
D iritto di azione nali a seguito di una presunta violazione dei propri diritti

Norm ativa internazionale: trattati internazionali, vincolanti per


le sole parti contraenti (attualmente, un numero esiguo di Stati)

C a p ito lo 3 - L'individuo • 61

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

Com itato dei diritti umani: riceve co­


municazioni individuali per presunte vio­
lazioni da parte di uno Stato di norme
contenute nel Patto sui diritti civili e poli­
tici del 1966
O rganizzazione internazionale del la­
voro (OIL): accoglie ricorsi di associa-
Diritto di azione Esempi zioni dei lavoratori e dei datori di lavoro
per presunte violazioni da parte di uno
Stato di norme contenute nelle Conven­
zioni OIL
Corte europea dei diritti dell’uomo: ac­
coglie ricorsi individuali per presunte vio­
lazioni delle norme contenute nella
CEDU

Nozione: capacità dell'ordinamento internazionale di perseguire


gli autori di «crimini internazionali» (crim ina ju ris gentium ), os­
sia di comportamenti di particolare gravità contemplati dallo stes­
so diritto internazionale
Responsabilità penale inter­ Norm ativa internazionale: principio cardine in materia è quello
nazionale dell'universalità della giurisdizione penale, che ha ormai assun­
to carattere consuetudinario e conferisce a tutti gli Stati il potere
di perseguire e giudicare il presunto reo di crimini internazionali,
a prescindere dal locus com m issi delicti o dalla nazionalità della
vittima

In sintesi

Il problema della soggettività internazionale dell'individuo ha assunto primaria importanza nel di­
ritto internazionale odierno: dal secondo dopoguerra si è assistito, infatti, all'affermarsi di una co­
piosa normativa (di natura sia convenzionale, sia consuetudinaria) che ha riguardato l'individuo so­
prattutto in relazione alla tutela dei diritti umani.
Tale evoluzione ha indotto la dottrina a chiedersi «se l ’individuo non abbia assunto una sua autono­
mia e una sua dignità n e ll’a m bito d e ll’ordinam ento internazionale, tanto da p o te r essere considera­
to soggetto di questo ordinam ento accanto agli Stati ed alle organizzazioni internazionali» (LEAN-
ZA-CARACCIOLO).
La risposta deve oggi ritenersi positiva in ragione del fatto che all'individuo sono riconosciuti, da
un lato, diritti soggettivi la cui violazione autorizza la vittima ad adire organismi giurisdizionali inter­
nazionali, dall'altro, la diretta imputabilità dei cd. crimini internazionali e, dunque, la processabilità
ai sensi del diritto internazionale penale.

62 P a rte S e c o n d a - I soggetti del diritto internazionale

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

Capitolo 4 A LTR I S O G G E T T I E P R E S U N T I TALI

I p o p o li

Generalità: la recente prassi internazionale di ricorrere all'espressione «diritti dei p o p oli», confer­
mata da alcuni testi convenzionali, induce la dottrina a chiedersi se ai popoli non possa ormai essere
attribuito lo status di soggetti internazionali.

i diritti solitamente riferiti ai popoli (es. so­


vranità sulle risorse naturali del proprio
negata quasi unani­
territorio) spettano agli Stati
Soggettività internazionale memente dalla d ot­
eccezione: l'unico diritto spettante de
trina
ju re ai popoli è quello all'autodeterm i­
nazione

Nozione: diritto dei popoli sottoposti a dom inio coloniale e il cui


territorio è oggetto di conquista od occupazione straniera di deci­
dere autonom am ente il proprio regim e politico (cd. autodeterm i­
nazione esterna)

Natura giuridica: norma consuetudinaria (come riconosciuto dal­


la Corte internazionale di giustizia: sentenza su T im orest, pareri
sulla Namibia, sul Sahara occidentale, sul Kosovo), ribadita da di­
Principio di autodeterm ina­
chiarazioni di principi dell'Assemblea generale e dai Patti del 1966
zione (esterna)

irretroattività: ad eccezione dei territori


coloniali, è applicabile solo dal secondo
Limiti alla sua appli­ dopoguerra in poi
cazione integrità territoriale: non può sancire l'in­
dipendenza di minoranze religiose, etni­
che o culturali

Differenze

Il principio di autodeterminazione esterna si distingue da quello di autodeterm inazione interna, im­


plicante il diritto, da parte di un popolo, di scegliere liberamente e democraticamente i propri go­
vernanti. Quest'ultimo non rileva ai fini del diritto internazionale, pur essendo promosso da varie
dichiarazioni e risoluzioni dell'Assemblea generale ONU.

___________ 2 . I g o v e r n i in s u r r e z io n a li

Nozione: sono governi di fatto, costituiti da ribelli che riescono ad assumere il controllo effettivo
di una porzione del territorio, ai quali la Comunità internazionale riconosce la titolarità di alcuni diritti
e obblighi.

C a p ito lo 4 - Altri soggetti e presunti tali 63

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

il movimento insurrezionale deve essere


dotato di una organizzazione di governo
il controllo del territorio deve essere ef­
fettivo e continuo
gli Stati terzi devono riconoscere l'avve­
nuta costituzione de facto del governo
Requisiti insurrezionale, anche con fatti conclu­
denti; l'assenza del riconoscimento inter­
nazionale è, a volte, indice del fatto che
il governo insurrezionale è un governo
fantoccio, la cui esistenza nasconde l'oc­
cupazione militare del territorio da parte
di una potenza straniera

tem porale: l'esercizio del potere da par­


te degli insorti deve essere continuo. Se
Soggettività internazionale il governo insurrezionale viene sconfitto,
infatti, retrocede a semplice gruppo di in­
dividui; solo se risulta vittorioso, o in caso
di distacco, si sostituisce al governo pre­
cedente diventando ufficialmente il go­
verno del nuovo Stato indipendente
spaziale: sussiste in relazione ai soli Sta­
Caratteristiche ti che hanno riconosciuto l'autorità dei ri­
belli
quantitativa: ai ribelli è riconosciuta la fa­
coltà di concludere accordi (produttivi di
effetti nella sola parte di territorio da essi
controllata) e di inviare a ricevere mis­
sioni diplomatiche. Sono, altresì, obbli­
gati al rispetto di alcune norme di diritto
umanitario e delle norme internazionali
in materia di trattamento di stranieri

Osservazioni

Il diritto internazionale, in relazioni alle guerre civili, prevede che gli Stati terzi possano aiutare, an­
che militarmente, solo il governo legittimo, non anche gli insorti, salvo che per assistenza umani­
taria. L'acquisto della personalità internazionale da parte di un'organizzazione insurrezionale non
trasforma ipso iure la guerra civile in guerra internazionale, a tal fine è infatti necessario il ricono­
scimento dello stato di belligeranza, del quale il riconoscimento della soggettività dell'organizza­
zione insurrezionale costituisce un presupposto.

___________3 . I g o v e r n i in e s i l i o

Nozione: governo legittim o di uno Stato privo del requisito della effettività che, a causa dell'oc­
cupazione/invasione del territorio da parte di forze straniere e dello scoppio di una guerra civile, è co­
stretto a rifugiarsi all'estero.
Soggettività internazionale: va negata in quanto il governo in esilio difetta di un territorio su
cui esplicare la propria potestà d'imperio. Eventuali prerogative sovrane vengono talvolta riconosciu­
te per ragioni politiche o di cortesia internazionale, ma non rilevano sul piano giuridico.

64 P a rte S e c o n d a - I soggetti del diritto internazionale

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

I m o v im e n ti d i lib e r a z io n e n a z io n a le

Nozione: sono gruppi politici che aspirano all’autodeterm inazione, sia interna che esterna, e
per questo si oppongono a:
— un regim e coloniale;
— un regim e d i discrim inazione razziale;
— un regim e straniero occupante.

Alcuni movimenti di liberazione, come l'OLP (Organizzazione di li­


berazione della Palestina) dal 1974, hanno ricevuto il riconosci­
m ento della soggettività internazionale da parte delle Nazioni
Unite come rappresentanti del loro popolo
I rappresentanti dell'OLP (che dal 1988 ha assunto la denomina­
zione «Palestina») sono stati invitati a partecipare come osserva­
tori alle sessioni e ai lavori di tutte le conferenze internazionali con­
vocate dagli organi dell'ONU per gli affari che riguardano il territo­
rio palestinese
I conflitti in cui una parte sia un movimento di liberazione sono
equiparati dal diritto internazionale bellico ad un conflitto tra Stati,
Trattam ento internazionale con la conseguenza che ad essi si applicherà il diritto dei conflitti
armati internazionali
Gli Stati sono tenuti ad astenersi a fornire aiuto a governi che ne­
gano il diritto all'autodeterminazione di un determinato popolo. Sono
invece legittimati a sostenere i movimenti di liberazione in deroga
al principio di non ingerenza negli affari interni di uno Stato
parte della dottrina (CONFORTI) critica la tesi della soggettività in­
ternazionale di tali movimenti se q uesti non riescono a d assum e­
re il controllo del territorio e a dotarsi d i una struttura istituzionale.
Quando tali condizioni si verificano, inoltre, i movimenti si trasfor­
mano in governi insurrezionali, ed è ad essi che va attribuita la
soggettività

L a S a n ta S e d e

Caratteristiche: è la suprema organizzazione di governo della Chiesa cattolica, con sede a


Roma, comprendente il Pontefice e gli organismi centrali della Curia romana.

La Santa Sede esercita la propria sovra­


nità su un determinato territorio
Ha il potere di negoziare e concludere trat­
tati internazionali (concordati)
Accordata dal diritto
Accredita un proprio corpo diplomatico
Soggettività internazionale internazionale per le
in molti Stati
seguenti ragioni:
Può attribuire la cittadinanza dello Stato
del Vaticano
È presente in numerose organizzazioni
internazionali

C a p ito lo 4 - Altri soggetti e presunti tali 65

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

6. L ’O r d in e d i M a lta

Nozione: è un ordine religioso, fondato nel sec. XIV, che persegue fini di assistenza sanitaria e
ospedaliera degli infermi, con sede a Roma.

Negato da parte della dottrina, perché essendo qualificato come


ordine religioso, dipenderebbe dalla Santa sede

dal 1960 esiste uno scambio di note


con il Governo italiano
Riconoscim ento della sog­
Accordato da altra al capo dell'Ordine è riconosciuto il tito­
gettività internazionale
parte della dottrina lo di Gran Maestro e di Sua Altezza Emi­
per 3 ordini di motivi: nentissima
le sedi (dell'Aventino e di via Condotti) go­
dono delle immunità diplomatiche

Il C o m i t a t o I n t e r n a z i o n a l e d e l l a C r o c e R o s s a

Nozione: è un'organizzazione internazionale non governativa (OING) costituitasi a Ginevra


nel 1863, che verifica e favorisce il rispetto del diritto internazionale bellico, nel contesto di conflitti ar­
mati.

Negata quasi unanimemente dalla dottrina poiché si tratta di un


ente costituitosi sul diritto svizzero privo di capacità giuridica
Riconoscim ento della sog­
Il Tribunale penale internazionale per la ex Jugoslavia l'ha affer­
gettività internazionale
mata, riconoscendole il diritto di non divulgare le informazioni in
possesso di un suo agente relative alla propria attività

In sintesi

In dottrina si discute se, oltre agli Stati, alle organizzazioni internazionali e agli individui, esistano
altri soggetti di diritto internazionale.
Non solleva dubbi l'attribuzione della soggettività internazionale alla Santa Sede e a quei m ovim en­
ti insurrezionali che riescono ad organizzarsi sotto un com ando univoco e responsabile (dunque a
dotarsi di una struttura di governo) e a controllare il territorio in maniera continua ed effettiva.
Più controverso è il caso dei m ovim enti d i liberazione nazionale: alcuni Autori (CARBONE-LUZ-
ZATTO-SANTA MARIA) ne riconoscono lo status di soggetti internazionali (ciò è vero, in particolar
modo, per la Palestina), a condizione che riescano ad esercitare un controllo effettivo sulla popo­
lazione e sul territorio; altri (CONFORTI) propendono per una risposta negativa.
La personalità internazionale va, infine, negata al Sovrano M ilitare Ordine d i M alta e ai p o p o li (que­
sti ultimi pur essendo titolari del diritto all'autodeterminazione esterna).

66 P a rte S e c o n d a - I soggetti del diritto internazionale

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

PARTE TERZA
LA RESPONSABILITÀ INTERNAZIONALE DELLO STATO
C a p ito lo Prim o: La responsabilità dello Stato e l’illecito internazionale .. Pag. 69

• 1. C o dificazio ne del diritto inte rn a zio n a le sulla responsabilità dello S ta ­


to. • 2. Elem enti costitutivi del fatto in te rn a zio a n lm e n te illecito. • 3. L 'ele­
m ento soggettivo dell'illecito. • L 'elem ento oggettivo dell'illecito. • 5. Gli
ele m e n ti controversi dell'illecito: la colp a e il d an no . • 6. La resp on sab ili­
tà p er atti leciti.

Capitolo S eco nd o: Le Circostanze che escludono l’illiceità del com porta­


mento ............................................................................................................................................ » 75

• 1. Il c o n senso dello S tato leso. • 2. La fo rza m aggiore. • 3. L'estrem o p e ­


ricolo (d is tre s s ). • 4. La n ecessità. • 5. La controm isura. • 6. La legittim a
d ifesa. • 7. La reciprocità. • I principi fo n d a m en tali dello Stato.

C apito lo T erzo: Conseguenze d e ll’illecito e determ inazione dello Stato


le s o ................................................................................................................................................. » 79
• 1. Le c o n s e g u e n ze dell'illecito. • 2. La d ete rm in a zio n e dello S tato leso.

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

Capitolo 1 L A R E S P O N S A B IL IT À D E L L O S T A T O
E L ’IL L E C IT O IN T E R N A Z IO N A L E

Nozione: la responsabilità internazionale si determina in capo ad un soggetto di diritto interna­


zionale che abbia violato degli obblighi internazionalm ente assunti.

C o d if ic a z io n e d e l d ir itt o in t e r n a z io n a le s u lla r e s p o n s a b ilità d e l­


lo S t a t o

Generalità: le problematiche relative alla codificazione del diritto internazionale sulla responsabi­
O lità dello Stato sono state incluse nell'agenda della Commissione di diritto internazionale (CDI) fin dal­
la sua prima sessione, nel 1949.

1996: il testo completo del Progetto è approvato in prima lettura


dalla Commissione e trasmesso al Segretario generale delle Na­
zioni Unite
Progetto di articoli della CDI
Dal 1997: il testo è stato riesaminato dalla Commissione alla luce
delle osservazioni degli Stati membri
2001: la Commissione adotta, in seconda lettura, il testo finale

Prim a parte: definizione di atto internazionalmente illecito dello


Stato (artt. 1-27)
Seconda parte: contenuto della responsabilità internazionale (artt.
Struttura del progetto di ar­
28-41)
ticoli (2001)
Terza parte: attuazione della responsabilità internazionale (artt.
42-54)
Q uarta parte: disposizioni generali (artt. 55-59)

E le m e n t i c o s t it u t iv i d e l f a t t o in t e r n a z io n a lm e n t e ille c it o
O
Nozione di fatto internazionalm ente illecito: violazione di una regola di diritto internaziona­
le che scaturisce da una o più azioni positive (atti) o da omissioni o da una combinazione di entram­
be. Da essa deriva la responsabilità internazionale dello Stato che l'ha posta in essere.

Elemento soggettivo: imputabilità del com portamento allo Sta­


to, vale a dire a qualsiasi organo dello Stato definito tale da nor­
me del diritto interno
Elem enti costitutivi Elem ento oggettivo: antigiuridicità del comportamento. Il com­
portamento tenuto dallo Stato deve essere in contrasto con una
regola di diritto internazionale. L'illecito può consistere sia in
un'azione, sia in un'omissione

l C a p ito lo 1 - La responsabilità dello Stato e l'illecito internazionale

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


69
lOMoARcPSD|6650114

3. L ’e l e m e n t o s o g g e t t i v o d e l l ’ i l l e c i t o

il com portam ento di un qualsiasi or­


gano dello Stato che rivesta tale quali­
Nozione
fica secondo il diritto interno dello Stato
stesso

ogni organo che eserciti funzioni legisla­


tive, esecutive, giudiziarie o di natura di­
versa, qualunque sia la sua posizione
nell'organizzazione dello Stato e quale
O rgano dello Stato che sia il suo carattere di organo del go­
verno centrale o di un ente territoriale del­
lo Stato. Il criterio per una corretta iden­
tificazione di un organo dello Stato è l'e f­
fettivo esercizio d i funzioni pubbliche
Com portam ento attribuibile
allo Stato
individui che pur essendo sprovvisti del­
la qualifica di organi dello Stato agisco­
no per suo conto, e la cui condotta illeci­
ta è suscettibile di essere attribuita allo
Stato

individui che hanno agito su istruzioni del­


Organi di fatto lo Stato o sotto la sua direzione e il suo
controllo anche se si tratta di organi di un
altro Stato o soggetto internazionale
individui il cui comportamento sia stato
successivamente riconosciuto dallo Sta­
to come proprio

La moderna dottrina è concorde nell'affermare che lo Stato è con­


siderato responsabile solo qualora esso non abbia posto in esse­
re m isure atte a prevenire o a punire l ’azione illecita. Si tratta di una
responsabilità diretta dello Stato per violazione di un obbligo d i di­
ligenza (diligence due) a cui sarebbe stato tenuto.
L’attività dei privati
Diversa è l'ipotesi in cui alcuni atti di privati siano automaticamen­
te attribuiti allo Stato: in questi casi, in virtù di una presunzione
iuris e t de iu re , si ritiene che lo Stato non abbia adempiuto all'ob-
bligo di vigilanza che gli incombeva (ipotesi di responsabilità as­
soluta)

70 P a rte T e rza - La responsabilità internazionale dello Stato

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

► Contrastata è la possibilità di attribuire ad uno Stato il comporta­


mento di un organo che abbia agito sorpassando la sfera dei
suoi poteri (eccesso di potere)

la teoria ripresa n e l testo del Progetto di


articoli della Com m issione di diritto inter­
nazionale sulla responsabilità internazio­
nale. Per un'esigenza di certezza nei rap­
porti internazionali, la Commissione di di­
ritto internazionale ha attribuito l'attività
dell'organo allo Stato cui questo appar­
tiene, senza ulteriori distinzioni. Tale for­
mulazione non trova riscontro né nella
prassi, né nella dottrina; sembra pertan­
to muoversi sul piano dello sviluppo pro­
O gressivo del diritto
Caso dell’eccesso di potere
B isogna in questo la posizione di una parte della dottrina
caso operare una di­ (C O N FO R TI) che ritiene equiparabile
stinzione tra: l'ipotesi all'atto di un privato, con la con­
seguente responsabilità dello Stato solo
p e r violazione d e ll’obbligo d i diligenza

il p e n sie ro d i a ltri a u to ri (G IULIANO -


S C O V A Z Z I- T R E V E S , S A L M O N ,
BROWNLIE) che pur accettando la for­
mulazione della Commissione, ritengo­
no indispensabile un esame concreto del­
la fattispecie: la responsabilità dello Sta­
to va ammessa solo quando il funziona­
rio o l ’organo abbia agito alm eno appa­
rentem ente com e organo dello S ta to ,
agevolato dall'uso di poteri e mezzi ine­
renti alla propria qualità ufficiale

► N el corso d e ll’insurrezione ovvero n e l caso in cui questa non ab­


bia successo, i danni a persone e beni provocati dal movimento in­
surrezionale non potranno essere imputati allo Stato: questo non
è mai ritenuto responsabile delle azioni di privati sul suo territorio
O e può avvalersi della giustificante costituita dalla forza maggiore
Caso di un m ovim ento in ► N el caso in cui il m ovim ento insurrezionale prenda successivam en­
surrezionale te il potere, esso sarà responsabile di ogni azione sua o del gover­
no predecessore che non sia giustificata dai principi che regolano
i conflitti armati o il diritto umanitario (es.: distruzione di un obietti­
vo non militare). L'attribuzione al movimento vittorioso delle azioni
dell'antico governo si giustifica sulla base del principio della conti­
nuità (GIULIANO, Q UO C DINH-DAILLIER-PELLET)

l C a p ito lo 1 - La responsabilità dello Stato e l'illecito internazionale

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


71
lOMoARcPSD|6650114

lo Stato dà assistenza o aiuto perché


un altro Stato realizzi un fatto illecito op­
pure esercita una attività di direzione e
controllo sulla commissione di un illeci­
to da parte di un altro Stato: l'attività po­
sta in essere dal primo Stato non lo esi­
me dalla responsabilità se è consapevo­
le di concorrere, seppur in modo indiret­
to, alla commissione di un illecito inter­
Implicazione dello Stato nel
Due ipotesi nazionale
fatto illecito di un altro Stato
lo Stato esercita su un altro una vera e
propria c o a z io n e (ad es. m inaccia
dell'uso della forza, misure di pressione
economica): affinché sorga responsabi­
lità dello Stato che ha esercitato la coer­
cizione è sufficiente che l'atto posto in
essere sia internazionalmente illecito e
che lo Stato coartante sia a conoscenza
dell'atto commesso dallo Stato coartato

L ’e l e m e n t o o g g e t t i v o d e l l ’ i l l e c i t o

omissivi: la regola prescriveva un com­


portamento che lo Stato non ha posto in
essere
com missivi: la regola violata imponeva
allo Stato di non adottare il comporta­
In base al contenuto mento tenuto
di condotta: la norma violata imponeva
un com portam ento
di risultato: la norma violata imponeva
un f ine da conseguire, lasciando libero
Classificazione dei fatti lo Stato nella scelta dei mezzi
illeciti

istantanei: il tempus com m issi delicti si


esaurisce nel momento in cui il fatto si
verifica, anche se i suoi effetti si prolun­
gano (es. abbattimento di un aereo stra­
In base al tem po di niero)
com m issione
di durata, o continui: il tempus com m is­
dell’atto
s i delicti copre tutta la durata dell'illecito
com positi, o com plessi: compiuti me­
diante una successione di azioni e omis­
sioni (es. diniego di giustizia)

72 P a rte T e rza - La responsabilità internazionale dello Stato

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

5. G li e l e m e n t i c o n t r o v e r s i d e l l ’ i l l e c i t o i n t e r n a z i o n a l e : la c o l p a e il
danno

Nozione: violazione di un obbligo di diligenza, perizia o prudenza


nell'evitare che si produca l'eveno dannoso

O rientam ento generale della dottrina: per aversi responsabili­


tà internazionale dello Stato non è necessario l’elem ento della
Colpa colpa. Il regime generale sarebbe quello della responsabilità og­
gettiva secondo cui quando si stabilisce un legame tra comporta­
mento dell'organo (elemento soggettivo) e antigiuridicità di tale
comportamento (elemento oggettivo) lo Stato è da ritenersi ipso
facto responsabile

Nozione: pregiudizio morale (es.: offesa all'onore) o materiale


O (danno di tipo economico-patrimoniale) arrecato a uno Stato

Danno O rientam ento generale della dottrina: l'illecito sussiste quale


cha sia il danno prodotto nei confronti di uno Stato. L'esistenza del
danno influisce esclusivamente sulle conseguenze dell'illecito in
termini di obbligo di riparazione

L a r e s p o n s a b i l i t à p e r a t t i le c it i

Nozione: è la responsabilità per atti che, pur non essendo vietati dal diritto internazionale,
possono provocare danni a terzi nel territorio di altri Stati.

Termini della questione: ci si chiede se lo Stato che svolge attività pericolose e inquinanti, ma
lecite (ad es. centrali nucleari, industrie chimiche etc.) debba o meno risarcire i danni causati ad altri
Stati. Si fa riferimento dunque a quelle attività che possono ledere la sicurezza dell'uomo e l'integrità
dell'ambiente.

Teoria generale del diritto: sembra escludere che sia possibile ri­
conoscere una responsabilità in capo allo Stato per atti leciti so­
prattutto per la difficoltà di distinguere la responsabilità senza ille­
cito dalla responsabilità senza colpa
Regim e convenzionale: alcune convenzioni (vedi infra) definisco­
O no dei regimi speciali che configurano la responsabilità degli Sta­
ti per atti compiuti in determinati settori (ad es. risarcimento danni
per lanci di oggetti spaziali stabilito dalla Convenzione di Londra-
Mosca-Washington 29-3-1972), stabilendo l'eventuale obbligo di
Disciplina
indennizzo
Com m issione di diritto internazionale: a partire dal 1980 ha stu­
diato il tema della «responsabilità internazionale per le conseguen­
ze dannose derivanti da attività non vietate dal diritto internazio­
nale». I lavori si sono conclusi con l'adozione, nel 2001, di un Pro­
getto di articoli sulla prevenzione di danni transfrontalieri derivan­
ti da attività pericolose. Dunque anche la Commissione più che
della responsabilità si occupa dalla prevenzione a conferma della
difficoltà di tale argomento

l C a p ito lo 1 - La responsabilità dello Stato e l'illecito internazionale

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


73
lOMoARcPSD|6650114

Convenzione di Parigi (1960) sulla responsabilità civile nel campo


dell'energia nucleare
Convenzione di Bruxelles (1969) sulla responsabilità civile per dan­
Alcune convenzioni sul ri­ ni conseguenti ad inquinamento da idrocarburi
sarcim en to dei danni pro­ Convenzione sulla responsabilità civile per danni derivanti da at­
dotti da attività pericolose tività pericolose per l'ambiente (1993)
Convenzione sulla responsabilità e il risarcimento del danno deri­
vante dal trasporto marittimo di sostanze pericolose e tossiche
(1996)

Osservazioni

In mancanza di una disciplina generale volta a definire la responsabilità internazionale per attività
rischiose, si è proceduto alla stipulazione di convenzioni internazionali che prevedono la respon­
sabilità civile dell'operatore (persona fisica o giuridica) che gestisce l'attività rischiosa.
Si tratta, quindi, di responsabilità d i diritto interno, seppur internazionalmente prevista.
L'operatore è tenuto al risarcimento del danno, talora sulla base di responsabilità oggettiva asso­
luta, senza che possa essere invocata la forza maggiore.

In sintesi

Con il termine responsabilità internazionale si indicano le relazioni giuridiche che si instaurano tra
Stati quando uno di essi commette un atto internazionalm ente illecito.
Per costituire un illecito un comportamento deve porsi in contrasto con una norm a internazionale
(elemento oggettivo) ed essere im putabile a d uno Stato (elemento soggettivo). In relazione al se­
condo requisito, sono riconducibili ad uno Stato tutte le azioni (o le omissioni) poste in essere da
individui che rivestono ufficialmente la carica di o rgani dello Stato o agiscono d i fatto p e r suo con­
to, ma non quelle poste in essere da privati (a meno che non si dimostri una responsabilità dello
Stato di tipo omissivo, ossia che quest'ultimo non ha tentato di prevenire o reprimere il comporta­
mento illecito con la dovuta diligenza).
Non occorre, nell'accertare se sia stato commesso o meno un illecito internazionale, dimostrare
che lo Stato abbia avuto un atteggiamento colposo, né che abbia prodotto un pregiudizio morale
o materiale nei confronti di un altro Stato.
Nel caso in cui, infine, un com portam ento lecito abbia causato danni a Stati terzi, da esso il diritto
internazionale generale non fa discendere una responsabilità internazionale; alcune Convenzioni
stipulate in materia prevedono un obbligo di risarcimento dei danni prodotti da attività pericolose,
ma ad eccezione della Convenzione sulla responsabilità in tema di lanci spaziali fanno riferimen­
to ad una responsabilità di diritto interno.

74 P a rte T e rza - La responsabilità internazionale dello Stato

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

Capitolo 2 L E C IR C O S T A N Z E C H E E S C L U D O N O
L ’IL L IC E IT À D E L C O M P O R T A M E N T O

Nozione: sono quelle circostanze che, una volta verificatesi, escludono la responsabilità
dello Stato poiché viene meno l'elemento oggettivo dell'illecito, ossia la sua antigiuridicità. Tali circo­
stanze non rilevano in relazione a un comportamento contrario ad una norma di ju s cogens; esse, inol­
tre, non implicano di per sé l'estinzione dell'obbligo inernazionale violato, e non esclusono un obbligo
di reintegrazione patrimoniale (indennizzo) per il danno eventualmente causato.

Il c o n s e n s o d e l l o S t a t o l e s o
O
Principio generale: il consenso validam ente dato da uno Stato alla com m issione di un atto
da parte di un altro Stato esclude l'illiceità dell'atto stesso nei confronti del primo Stato, nella misura
in cui l'atto non eccede i limiti del consenso.

Deve essere attribuibile allo Stato leso


Deve essere valido secondo il diritto internazionale
Deve essere chiaramente dato anche se implicitamente
Requisiti
Deve essere dato prima o, quantomeno, contestualmente alla com­
missione del fatto illecito
Non deve essere violata una norma di ju s cogens

Una parte della dottrina (SALMON) sostiene che il consenso de­


rivi da un accordo, spesso tacito, tra le p a rti
Un'altra parte invece (CONFORTI) nega questa conclusione e de­
finisce il consenso un atto unilaterale. Un'interpretazione siffatta
dovrebbe imporsi alla luce del fatto che se il consenso fosse il frut­
to di un accordo, non avrebbe senso parlare di esso come di un'au­
Natura giuridica
tonoma causa di esclusione dell'illecito. Inoltre se rientrasse nella
materia degli accordi tra Stati, la sua irrilevanza in relazione a vio­
lazioni dello ju s cogens risulterebbe già stabilita dal diritto vigente
O in questa materia (art. 53 della Convenzione di Vienna del 1969).
Il divieto sarebbe stato invece ripreso per sottolineare la sua ap­
plicazione anche agli atti unilaterali

L a fo r z a m a g g io r e

Nozione: va intesa come una forza irresistibile o un avvenim ento im prevedibile, fuori dal con­
trollo di uno Stato, che rende materialmente impossibile agire in conformità all'obbligo.

I C a p ito lo 2 - Le circostanze che escludono l'illiceità del comportam ento

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


75
lOMoARcPSD|6650114

► Deve esistere una relazione di causa ed effetto tra l'evento e la


violazione
► Deve sussistere la completa estraneità dello Stato autore della vio­
lazione. Si richiede cioè che lo Stato «imputato» non abbia contri­
buito a produrre la circostanza in esame (cd. negligenza contribu­
tiva)
► Lo Stato non deve aver accettato il rischio che l'evento impreve­
dibile si verifichi

L ’e s t r e m o p e r i c o l o ( d i s t r e s s )

Nozione: situazione in cui si trova un individuo-organo dello Stato, il quale, per salvare la
propria vita o quella di persone a lui affidate da un pericolo grave e imm inente, commette un il­
lecito.

L'impossibilità di ricorrere ad altri mezzi


L'esistenza di un pericolo grave ed imminente non riconducibile
Requisiti all'attività dello Stato
Che l'azione posta in essere non generi un pericolo comparabile
o superiore

La Commissione di diritto internazionale non ha posto nessun limite in relazione alla violazione di
una norma di ju s cogens, al contrario di quanto avviene per lo stato di necessità; appare comunque
dubbio che l'estremo pericolo possa giustificare l'intervento umanitario per la liberazione di ostaggi
sul territorio di un altro Stato in violazione del divieto del ricorso alla forza armata (SALMON).

L a n e c e s s ità

Nozione: situazione di pericolo grave e im m inente in cui viene a trovarsi uno Stato, che per
farvi fronte è costretto a violare una norma internazionale.

l'azione deve essere posta in essere dallo Stato (non dall'indivi­


duo organo)
l'azione rappresenta l'unico m ezzo per proteggere un interesse
Requisiti essenziale dello Stato
la violazione non deve ledere in modo grave un interesse essen­
ziale dello Stato nei cui confronti l'obbligo esisteva in ogni caso
non possono essere violate norme di diritto imperativo (ju s cogens)

___________5 . L a c o n tr o m is u r a

Nozione: si concretizza nell'adozione, da parte dello Stato nei cui confronti un obbligo è sta­
to violato, di un com portam ento illecito m a giustificato dalla lesione subita. Il termine contromi­
sura è ormai quasi unanimemente preferito a quello tradizionale di rappresaglia in quanto non contie­
ne alcun elemento di natura afflittiva; l'azione mira a realizzare la cessazione dell'illecito e a reinte­
grare l'ordine giuridico violato (CONFORTI). Insieme alla legittima difesa, la contromisura costituisce
una forma di autotutela.

76 P a rte T e rza - La responsabilità internazionale dello Stato

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

Divieto di ricorrere a contromisure che presuppongono l'uso della


forza
Obbligo di adottare contromisure solo nei confronti dello Stato che
Lim itazioni ha commesso un illecito internazionale
Obbligo di adottare contromisure reversibili nei loro effetti
Obbligo di adottare contromisure proporzionate
Divieto di violare norme imperative del diritto internazionale

___________6 . L a le g it tim a d if e s a

Nozione: fattispecie — prevista anche dall'art. 51 della Carta ONU — che autorizza l’uso della
forza da parte dello Stato che ha subito un attacco arm ato. La dottrina ritiene unanimemente che
tale misura rivesta un carattere difensivo e non afflittivo, caratterizzandosi come una delle due princi­
pali forme in cui si esplicita l'autotutela. Essa si distingue inoltre dallo stato di necessità in quanto è
diretta contro lo Stato autore dell'illecito che ha scatenato la reazione.

► Deve essere proporzionale a ll’afflizione


► Deve essere necessaria, ossia rispondere ad un attacco reale (è
vietata la legittima difesa preventiva)
► Deve essere im m ediata (in questo senso GIULIANO-SCOVAZZI-
TREVES). Questa condizione non è unanimemente accettata, in
quanto allo Stato attaccato potrebbe occorrere tempo per organiz­
zare la controffensiva
► Deve costituire una reazione

_7 . L a r e c ip r o c ità

La reciprocità è intesa come l'applicazione a beneficio di Stati, organi e cittadini stranieri di


un determ inato trattam ento sotto condizione che il m edesim o trattam ento sia attribuito allo
Stato accordante, ai suoi organi e cittadini (CONFORTI). Essa costituisce, indirettamente, un mec­
canismo automatico di adozione di una contromisura, oltre a rivestire un carattere preventivo.

8. I p r in c ip i f o n d a m e n t a li d e llo S ta to

Alcuni autori sembrano voler includere tra le circostanze escludenti l'illiceità il rispetto dei prin­
cipi fondam entali della Costituzione dello Stato.
Tali principi, altrimenti definiti come ordine pubblico internazionale interno, costituirebbero una ca­
tegoria di norm e particolarm ente im portanti nel sistem a costituzionale di uno Stato, tanto da
im porre la disapplicazione di norm e internazionali pattizie.

In sintesi

Le circostanze che, una volta verificatesi, escludono la responsabilità dello Stato, in quanto viene
meno l'elemento oggettivo, ossia l'antigiuridicità del fatto, sono:
— il consenso dello Stato leso;
— la forza maggiore;
— l'estremo pericolo;

l C a p ito lo 2 - Le circostanze che escludono l'illiceità del comportam ento

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


77
lOMoARcPSD|6650114

— la necessità;
— la contromisura;
— la legittima difesa;
— la reciprocità;
— l'ordine pubblico interno.
La dottrina (TREVES) esprime, però, delle riserve circa l'effettiva configurabilità dello stato di neces­
sità quale fattispecie autonoma, riconducendolo piuttosto alle figure della forza maggiore e dell'estre­
mo pericolo.

78 P a rte T e rza - La responsabilità internazionale dello Stato

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

Capitolo 3 C O N S E G U E N Z E D E L L ’ IL L E C IT O
E D E T E R M IN A Z IO N E D E L L O S T A T O L E S O

L e c o n s e g u e n z e d e ll’ ille c ito

G eneralità: la commissione di un illecito internazionale, cioè la violazione di una norma giuridica


internazionale (norma di prim o grado), fa sorgere una nuova norma giuridica (norma di secondo g ra ­
do) che produce un complesso di obblighi a carico dello Stato inottem perante e corrispettivi nuo­

o vi diritti in capo allo Stato leso.

Nozione: forma di adem pim ento tardivo e parziale della norma


internazionale primaria precedentemente violata. Prescinde da una
eventuale richiesta in tal senso da parte dello Stato leso
Applicazione: è prescritta in ogni caso di violazione continuativa
di una norma (illecito continuato) in cui l'esistenza di una situazio­
ne illecita non si estingue in un'azione puntuale ma si perpetua nel
tempo. In tal caso la cessazione dell'azione o omissione contraria
La c e s s a z io n e dell’illecito
al diritto internazionale si impone senza pregiudizio della respon­
(non reiterazione)
sabilità in cui lo Stato autore del fatto è incorso
Obblighi connessi: fornire allo Stato vittima dell'illecito assicura­
zioni, anche verbali, e garanzie di non reiterazione del fatto com­
messo
Distinzione: si differenzia dalla restituzione in forma specifica che
si applica a tutti i tipi di illecito (non solo quelli a carattere continuo)
e impone il ripristino dello status quo ante

forma di risarcim ento dei danni m ora­


Nozione li e materiali nei confronti dello Stato of­
feso

O
R e s titu tio in in te g ru m : indica l'obbligo,
per lo Stato autore del fatto illecito, di
cancellare tutte le conseguenze di tale
fatto e di ristabilire lo stato di cose che
La riparazione
verosimilmente sarebbe esistito se non
fosse stato commesso l'illecito; deve es­
Classificazione sere materialmente possibile, non deve
contravvenire a norme di ju s cogens, non
deve essere eccessivamente onerosa
per lo Stato autore dell'illecito, non deve
essere sproporzionata rispetto ai bene­
fici che potrebbero derivare da un'altra
forma di riparazione

l C a p ito lo 3 - C onseguenze dell'illecito e determ inazione dello Stato leso

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


79
lOMoARcPSD|6650114

Soddisfazione: è una forma di ripara­


zione del pregiudizio m orale arrecato
dall'illecito e prescinde dalla correspon­
sione del risarcimento dei danni. Ne co­
stituiscono degli esempi:
— le scuse fornite da un organo ufficiale
— il riconoscimento formale di aver com­
messo un illecito internazionale
— l'espressione del proprio rincresci­
mento
Risarcim ento monetario: correspon­
sione di una som m a, a titolo di inden­
nizzo, allo Stato leso sotto forma di:
— riparazione p e r equivalente: lo Stato
offensore è tenuto a versare una
somma di denaro equivalente al va­
lore che avrebbe avuto la reintegra­
zione dello status quo ante. Tale pa­
gamento sostituisce infatti la restitu­
tio in integrum nei casi in cui quest'ul-
tima non sia stata possibile ovvero
lo Stato leso abbia preferito un'altra
forma di riparazione
— riparazione d e i danni provocati, in
aggiunta a quell sopra descritta o
La riparazione Classificazione
corrisposta in via autonoma

Determinazione della som m a dovuta:


— nel caso di violazioni concernenti nor­
m e internazionali poste a tutela del­
le persone e dei b e n i degli stranieri
l'ammontare del danno risarcibile
sarà commisurato a quello realmen­
te arrecato allo Stato leso
— sarà risa rcib ile in g e n era le solo il
danno diretto, ovvero collegato da un
nesso di causalità ininterrotto col fat­
to illecito (il danno risultava cioè lo­
gicamente prevedibile come conse­
guenza del fatto commesso)
— ai fini della valutazione del danno sa­
ranno considerati sia il danno emer­
gente che il lucro cessante. Alla som­
ma da versare allo Stato leso saranno
peraltro aggiunti gli interessi legali
— la valutazione avverrà nel rispetto del
principio d i equivalenza alla stregua
del quale la riparazione non dovrà
essere inferiore al pregiudizio subito
né superiore; dovrà piuttosto com­
pensarlo nella sua integrità

80 P a rte T e rza - La responsabilità internazionale dello Stato

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

Nozione: diritto che sorge in capo allo Stato leso come reazione
all'illecito compiuto nei suoi confronti, consistente nella violazio­
ne nei confronti dello Stato offensore di un obbligo di natura
La controm isura consuetudinaria o pattizia cui è tenuto
Caratteristiche: non ha carattere afflittivo, ha natura temporanea
e deve essere, per quanto possibile, reversibile nei suoi effetti, os­
sia cessare una volta ottenuta la riparazione

L a d e t e r m i n a z i o n e d e l l o S t a t o le s o

Nozione di Stato leso: Stato che, in ragione della violazione di un suo diritto soggettivo, ha su ­
bito un pregiudizio, materiale o morale. È l'unico soggetto legittimato a reagire in seguito alla com­

o missione di un illecito.

se l'illecito consiste nella violazione di norme istitutive di rapporti


basati sulla reciprocità (es. mancata esecuzione di un trattato bi­
laterale, mancata esecuzione di una sentenza vincolante di un tri­
bunale internazionale), è da ritenersi leso lo Stato titolare del di­
ritto soggettivo corrispondente all’obbligo violato
Individuazione dello Stato se le norme violate pongono obblighi solidali, è leso lo Stato
leso m aggiorm ente danneggiato d all’illecito (es. inquinamento in
alto mare in violazione dell'art. 194 della Convenzione di Monte­
go Bay)
se le norme violate rientrano nello ju s cogens istituendo, in quan­
to tali, obblighi integrali (erga omnes), può considerarsi lesa l'in­
tera Com unità internazionale

può chiedere la cessazione dell'illecito e


la riparazione a favore dello Stato vittima
diretta dell'illecito
ogni Stato della Co­
munità internaziona­ ha l'obbligo di cooperare, ricorrendo a
le, pur non avendo mezzi leciti, per far cessare immediata­
Violazione di obblighi erga
subito direttamente il mente l'illecito
om nes
danno, è considerato ha l'obbligo di non riconoscere come le­
s o g g e tto le s o e in gittima qualsiasi situazione successiva
O quanto tale: all'illecito
è sottoposto al divieto di fornire aiuto o
assistenza allo Stato autore dell'illecito

In sintesi

Dalla commissione di un illecito internazionale discendono delle conseguenze, per lo Stato che ne
è autore, disciplinate dalla Parte Seconda del Progetto di articoli sulla responsabilità internaziona­
le dello Stato del 2001, vale a dire:
— l'obbigo di cessazione dell'illecito;
— l'obbligo di fornire assicurazioni e garanzie di non reiterazionedell'illecito;
— l'obbligo di riparazione a favore dello Stato leso dall'illecito;
— il diritto, in capo allo Stato leso, di comminare una contromisura nei suoi confronti.

I C a p ito lo 3 - C onseguenze dell'illecito e determ inazione dello Stato leso

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


81
lOMoARcPSD|6650114

Particolare rilievo assume l'individuazione dello Stato leso, in quanto esso è l’unico soggetto legit­
tim ato a reagire, ponendo in essere contromisure, pretendendo la cessazione dell'illecito e facen­
do valere tutte le conseguenze riconducibili ad un illecito internazionale: talvolta è da ritenersi lesa
l'intera Com unità internazionale, vale a dire quando si configuri in capo allo Stato autore dell'ille­
cito una responsabilità aggravata p e r violazione del diritto cogente.

82 P a rte T e rza - La responsabilità internazionale dello Stato

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

PARTE QUARTA
TUTELA DEI DIRITTI UMANI
E DIRITTO INTERNAZIONALE PENALE
C a p ito lo Prim o: La tutela internazionale dei diritti u m a n i .................................... Pag. 85

• 1. Introduzione. • 2. La tu te la dei diritti um ani a livello intern azion ale.

C apito lo S eco nd o: Il diritto internazionale penale ...................................................... » 91

• 1. G e n e ralità . • 2. C rim ini internazionali dell'individuo. • 3. Q u a d ro nor­


m ativo. • 4. Gli organi giudiziari internazionali.

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

Capitolo 1 L A T U T E L A I N T E R N A Z I O N A L E D E I D IR IT T I U M A N I

In tr o d u z io n e

Nozione: sono quei diritti connessi alla natura stessa della


persona um ana la cui tutela a livello internazionale limita i prin­
cipi di dom estic ju risd ictio n e non ingerenza negli affari interni di
uno Stato

O diritti individuali che si riferiscono di­


rettam ente alla persona umana. Sono
stati i primi ad essere rivendicati e consi­
stono, essenzialmente, in diritti di ordine
personale e civile (diritto alla vita, alla li­
bertà, alla dignità umana, uguaglianza di
fronte alla legge, diritto a ricorrere ai tri­
bunali interni), sociale (diritto alla nazio­
nalità) e politico (libertà di opinione, di
espressione, di riunione, di associazione)
I diritti umani
diritti collettivi che si riferiscono all’in­
dividuo in quanto parte di un gruppo.
Classificazione
Il loro contenuto è in funzione delle ca­
ratteristiche etniche, politiche e culturali
della categoria che ne è oggetto. Parti­
colare importanza ha avuto, e ha tutto­
ra, la condanna d i ogni form a d i discrim i­
nazione razziale
alcuni di essi si qualificano come diritti
fondamentali e godono di una maggiore
tutela internazionale in virtù di norme di
ju s cogens. Le loro violazioni (cd. gross
violations) costituiscono crimini internazio­
O nali (es. genocidio, apartheid, tortura etc.)

L a t u t e la d e i d ir itti u m a n i a liv e llo in t e r n a z io n a le

2 .1 • N e ll'O N U

D ichiarazione universale dei diritti dell’uomo: adottata dall'As­


semblea generale il 10-12-1948, consta di 30 articoli e sebbene
non sia un atto di natura vincolante, bensì una risoluzione adotta­
P rin c ip a li d ic h ia ra z io n i e
ta sotto forma di dichiarazione di principi, riveste un'importanza
convenzioni
notevole in quanto si rivolge ad ogni individuo e ad ogni Stato (di
qui l'aggettivo universale) ed è considerata, ancora oggi, l'espres­
sione di uno standard minimo comune sui diritti umani

l C a p ito lo 1 - La tutela internazionale dei diritti umani

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


85
lOMoARcPSD|6650114

► Patto sui diritti civili e politici (16-12-1966): contiene un lungo


elenco di diritti garantiti e tutelati: diritto alla vita, diritto alla libertà
e alla sicurezza della propria persona, diritto alla libertà di movi­
mento, diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione,
diritto di riunione pacifica, diritto di associazione etc. Prevede l'isti­
tuzione di un Com itato dei diritti d e ll’uomo, che ha il compito di ga­
rantire l'osservanza dei diritti tutelati anche se in caso di inosser­
vanza delle disposizioni del Patto il Comitato può soltanto chiede­
re allo Stato di inviare un rapporto per illustrare i motivi del suo
comportamento. Un protocollo facoltativo riconosce al Comitato la
competenza ad esaminare anche i reclami provenienti da perso­
ne fisiche; un secondo protocollo, siglato nel 1989, prevede l'abo­
lizione della pena di morte. I diritti civili e politici sono contenuti in
norme self-executing

► Patto sui diritti econom ici, sociali e culturali (16-12-1966): pre­


vede una serie di diritti che gli Stati si impegnano ad assicurare ai
loro cittadini, riguardanti in particolare il settore del lavoro (diritto
a giuste e favorevoli condizioni di lavoro, diritti sindacali, diritto a
prestazioni di sicurezza sociale) e a quello della formazione (dirit­
to all'istruzione, diritto di partecipare alla vita culturale, diritto di go­
dere dei benefici dei progressi scientifici etc.). Il rispetto di tali di­
ritti da parte degli Stati è monitorato da un Com itato istituito nel
1985, che potrà esaminare ricorsi interstatali o individuali quando
P rin c ip a li d ic h ia ra z io n i e entrerà in vigore un Protocollo addizionale adottato nel 2008
convenzioni ► Convenzione per la prevenzione e repressione del delitto di
genocidio (1948): ha lo scopo di salvaguardare il diritto all'esi­
stenza fisica di membri di un gruppo nazionale, etnico, razziale o
religioso

► Convenzione relativa allo status di rifugiato (1951) e Protocol­


lo del 1967: prevedono l'obbligo a carico degli Stati contraenti di
non refoulem ent, cioè l'obbligo di non respingere il richiedente asi­
lo verso le frontiere di uno Stato ove la sua vita o la sua libertà sa­
rebbero minacciate e quello di non assoggettare a sanzioni pena­
li i rifugiati che entrino illegalmente nel territorio dello Stato in cui
intendono chiedere asilo

► Consiglio dei diritti umani: organo sussidiario dell'Assemblea


generale, si è insediato il 19 giugno 2006 a Ginevra in sostituzio­
ne della Commissione dei diritti dell'uomo. È composto da 47 mem­
bri e provvede d'ufficio al controllo del rispetto dei diritti umani all'in­
terno degli Stati e al controllo dei trattati relativi ai diritti umani

► Com m issariato delle Nazioni Unite per i diritti umani: istituito


nel 1993, ha compiti operativi e dovrebbe coordinare l'azione del­
le Nazioni Unite nel campo dei diritti umani

► Corte internazionale di giustizia: ha rafforzato diversi obblighi


statali in tema di diritti umani riconoscendo ad essi natura consue­
tudinaria e ha fornito indicazioni inequivocabili circa l'interpretazio­
ne di alcune norme

86 P a rte Q u a rta - Tutela dei diritti umani e diritto internazionale penale

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

2 .2 • N e lle o r g a n iz z a z io n i c o lle g a t e a ll’O N U

ILO (In te rn a tio n a l L a b o u r O rg a n iza tio n ): tra i principi fondamen-


taliell'ILO figurano la libertà di espressione e di associazione, la
lotta alla povertà, il divieto di discriminazioni e il miglioramento del­
le condizioni di lavoro, che hanno formato oggetto di numerosi pro­
getti di convenzioni e raccomandazioni. Al fine di verificare il rispet­
to di tali diritti, la Carta dell'ILO e gli atti derivati hanno previsto del­
le procedure di controllo che consistono nell'apertura di inchieste
e nell'esame di reclami
Gli istituti specializzati
UNESCO (U n ite d N a tio n s E d u ca tio n a l, S c ie n tific a n d C u ltu ra l
dell’ONU
O rga n iza tio n ): svolge un'azione di promozione e di controllo dei
diritti umani nell'ambito culturale e dei sistemi educativi. L'Orga­
nizzazione, infatti, si propone di favorire la collaborazione tra gli
Stati per assicurare il rispetto di principi fondamentali, quali la giu­
O stizia, la legge, i diritti umani e le libertà fondamentali, senza di­
stinzione di sesso, razza, lingua o cultura. La sua attività normati­
va si sostanzia principalmente nell'elaborazione di raccomanda­
zioni e convenzioni

2 .3 • N e l C o n s ig lio d ’E u r o p a

Firmata a Roma il 14-11-1950 è stata completata da 14 Protocol­


li per ampliarne il contenuto e modificare alcuni aspetti istituziona­
li e procedurali.
Un primo gruppo di norme elenca diritti fondamentali che ogni Sta­
to si impegna ad assicurare a tutte le persone sottoposte alla sua
giurisdizione.
Un secondo gruppo è di carattere procedurale e originariamente
prevedeva due organi (Commissione e Corte europea dei diritti
umani): il Protocollo n. 11 ha proceduto alla fusione in un unico or­
gano: la Corte unica

Corte — comitato (tre giudici), Ca­


C o n v e n zio n e e u ro p e a dei unica mera ristretta (sette giu­
diritti umani (CEDU) com posizione dici) e Grande camera
O (Strasburgo)
(diciassette giudici)

— Stato contraente
— ogni persona fisica, ONG
o gruppo di privati, a cui
è data facoltà di richiede­
re il risarcimento di dan­
proposti da
ni in quanto vittime di vio­
lazione dei diritti dell'uo­
mo da parte di uno Stato
contraente

l C a p ito lo 1 - La tutela internazionale dei diritti umani

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


87
lOMoARcPSD|6650114

Adottata il 18-10-1961, è consacrata alla tutela dei diritti economi­


ci e sociali. Sono tutelati, tra gli altri, il diritto al lavoro, all'assisten­
za sociale e sanitaria, il diritto dei lavoratori emigranti e delle loro
famiglie alla protezione e all'assistenza, alcuni diritti sindacali. Il
sistema di controllo previsto nell'ambito della Carta si realizza at­
Carta sociale europea traverso l'azione di un Comitato d ’esperti affiancato da organi po­
litici: il Com itato sociale governativo, il Comitato dei Ministri, l'as­
semblea consultiva. Detta azione consiste, essenzialmente, nell'in­
vio di raccomandazioni da parte del Comitato dei Ministri, aventi
per oggetto l'applicazione delle norme della Carta da parte degli
Stati contraenti

2 .4 • N e ll'U n io n e e u r o p e a

I trattati istitutivi delle Comunità europee non contenevano alcuna


norma relativa alla tutela dei diritti fondamentali dell'uomo ma solo
diritti di natura economica volti alla realizzazione del m ercato unico
15 Fase L'attribuzione alla CEE di ampi poteri in materie che toccavano di­
rettamente la vita dei cittadini europei non trovava alcun rimedio
giurisdizionale nell'ipotesi in cui, con gli atti comunitari, fossero sta­
ti violati diritti fondamentali dell'uomo

Fu approvato l'articolo F nel quale si affermava che «l'Unione ri­


spetta i diritti fondamentali quali sono garantiti dalla Convenzione
Trattato di M aastricht d i Rom a d e l 1950 su i diritti d e ll’uomo e le libertà fondamentali, ol­
tre che dalle tradizioni costituzionali comuni degli Stati membri,
come principi generali di diritto comunitario»

Modificava l'art. 6 TUE sancendo che «l'Unione si fonda sui princi­


pi di libertà, democrazia, rispetto dei diritti dell'uomo e delle libertà
fondamentali e dello Stato di diritto, principi comuni agli Stati mem­
Trattato di Am sterdam bri»

Introduceva all'art. 7 TUE una procedura sanzionatoria nell'ipote­


si di violazione grave e persistente da parte di uno Stato membro
dei principi previsti dall'art. 6

Riconosce alla Carta dei diritti fondam entali dell’ Unione euro­
pea lo stesso valore giuridico dei trattati e, dunque, forza giuri­
dica vincolante gli atti legislativi dell'UE che violino i diritti garan­
titi dalla Carta possono essere annullati dalla Corte di giustizia
Trattato di Lisbona dell'Unione europea

Prevede la futura adesione d ell’UE alla CEDU mediante la con­


clusione di un accordo da sottoporre alla previa approvazione da
parte degli Stati membri

Carta dei diritti fondam enta­ Generalità: è un documento che sancisce il carattere fondam en­
li dell’Unione europea tale e la portata dei diritti umani per i cittadini dell'Unione

88 P a rte Q u a rta - Tutela dei diritti umani e diritto internazionale penale

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

Contenuto: i diritti civili, politici, econom ici e sociali risultanti


dalle tradizioni costituzionali e dagli obblighi internazionali comu­
ni degli Stati membri, dal TUE, dalla Carta sociale europea, dalla
Carta comunitaria dei diritti sociali fondamentali dei lavoratori e
dalla giurisprudenza sia della Corte di giustizia dell'Unione euro­
pea sia della Corte dei diritti umani di Strasburgo

Proclamazione: una prima volta al Consiglio europeo d i Nizza del


Carta dei diritti fondam enta­
7 dicembre 2000 e una seconda volta, con alcune modifiche, al
li dell’Unione europea
Consiglio europeo d i Strasburgo del 12 dicembre 2007

dignità
libertà
Struttura: 50 articoli suddivisi uguaglianza
in 6 categorie di valori solidarietà

o cittadinanza
giustizia

Valore giuridico: pari a quello dei trattati. Gli atti legislativi


dell'UE che violino i diritti garantiti dalla Carta possono essere an­
nullati dalla Corte di giustizia dell'Unione europea

2 .5 • A ltri s is te m i d i t u t e la d e i d iritti u m a n i

Caratteristiche: organizzazione con sede a Washington creata


nel 1948 dalla Carta di B o g o tà quale organismo regionale integra­
to al sistema delle Nazioni Unite
Stati membri: vi fanno parte gli Stati americani (ad esclusione
di Cuba espulsa nel 1962) mentre partecipano con lo status di os­
servatori p e rm anenti un certo numero di Stati non americani (tra
cui l'Italia)

O SA (O rganizzazione degli C om m issione interam ericana dei diritti


Stati am ericani) um ani: esamina ricorsi presentati da in­
Obiettivi raggiunti:
dividui, gruppi di individui e ONG, effet­
adozione della C on­
tua controlli negli Stati membri, adotta
venzione am erica­
raccomandazioni e misure precauziona­
na sui diritti umani
O li in casi urgenti di violazioni dei diritti
(22 novembre 1969),
umani
che prevede l'istitu­
Corte interam ericana dei diritti um ani: in­
zione di due organi:
terpreta e applica le disposizioni della
Convenzione

Caratteristiche: organizzazione che dal 26 maggio 2001 ha so­


UA (U nione africana) stituito la precedente OUA (Organizzazione per l'unità africana),
nata con la Carta di Addis Abeba

l C a p ito lo 1 - La tutela internazionale dei diritti umani

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


89
lOMoARcPSD|6650114

O biettivi raggiunti:
adozione della Carta
a fric a n a dei d iritti
dell’uom o e dei po­ Com m issione africana dei diritti d e ll’uo­
p o l i ( 2 7 g iu g n o m o : interpreta le disposizioni della Car­
1981), che riconosce ta, esamina ricorsi statali o individuali,
sia diritti (civili, politi­ svolge attività di studio e ricerca in ma­
UA (U nione africana)
ci, economici e socia­ teria di diritti umani
li) sia doveri (verso la Corte africana dei diritti d e ll’uomo: inter­
famiglia, la società, lo preta e applica le disposizioni della Car­
Stato, la Comunità in­ ta su ricorso degli Stat
ternazionale). La Car­
ta prevede l'istituzio­
ne di due organi:

In sintesi

Grande impulso è stato dato, a partire dal secondo dopoguerra, alla tutela internazionale dei di­
ritti umani, grazie soprattutto all'attività svolta da numerose organizzazioni internazionali: a livello
universale, dalle Nazioni Unite e dai suoi istituti specializzati (ILO e UNESCO); a livello regionale,
da organizzazioni quali, ad esempio, il Consiglio d'Europa, l'Unione europea, l'Organizzazione de­
gli Stati americani e l'Unione africana.
I maggiori risultati conseguiti da tali soggetti sono consistiti nella predisposizione di convenzioni in ­
ternazionali successivamente approvate e ratificate dagli Stati membri, oltre che di dichiarazioni di
p rin cip i e altri atti di natura spesso non vincolante.
Ciò ha portato all'erosione dei principi classici d i dom estic jurisdiction e d i non ingerenza negli af­
fari interni di uno Stato, consentendo di denunciare i Paesi responsabili di violare i diritti umani in­
ternazionalmente garantiti fino al punto da sottoporli, come avviene nell'ambito dell'Unione euro­
pea o del Consiglio d'Europa, a veri e propri procedim enti giurisdizionali internazionali attivabili da
singoli individui.

90 P a rte Q u a rta - Tutela dei diritti umani e diritto internazionale penale

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

Capitolo 2 IL D I R I T T O I N T E R N A Z I O N A L E P E N A L E

___________ 1 . G e n e r a lità

Nozione: l'insieme delle norm e di diritto internazionale che sanciscono la responsabilità pe­
nale individuale per la commissione dei cd. crim ina ju ris gentium, ossia reati che, per la loro gravità
e la riprovazione che suscitano nella Comunità internazionale, costituiscono veri e propri crimini inter­
nazionali.

Origini: dalla fine della prima guerra mondiale si è andata affermando l'idea che i militari colpe­
voli di violazioni del diritto bellico dovessero essere sottoposti ad un giudizio internazionale; tale con­
vinzione si è accresciuta nel secondo dopoguerra, portando all'istituzione dei Tribunali di Norimberga
e Tokyo per perseguire individualm ente i responsabili delle atrocità commesse durante il conflitto.

Caratteristiche: il diritto internazionale penale si caratterizza per il fatto che la sua violazione da
parte di individui-organi statali è imputabile direttam ente a tali soggetti, e non più soltanto al loro Sta­
to di appartenenza. Ciò ha contribuito alla definizione della soggettività internazionale d e ll’individuo.

Differenze

Il diritto internazionale penale non va confuso con il diritto penale internazionale, che costituisce il
complesso delle norm e d i diritto interno per regolare il campo di applicazione della legge penale
nazionale nello spazio e l'attività di collaborazione tra Stati in materia penale.

C r im in i in t e r n a z io n a li d e ll’ in d iv id u o

Nozione: crimini internazionali individuali enucleati da norme consuetudinarie formatesi a partire


dai tribunali di Norimberga e Tokyo e successivamente codificate dal diritto internazionale convenzio­
nale (LEANZA-CARACCIOLO).

O Genocidio
Crimini contro la pace (aggressione)
Categorie Crimini di guerra
Crimini conto l'umanità (omicidio, sterminio, stupro, persecuzione
razziale o religiosa)

Tutela giurisdizionale: Corte penale internazionale e tribunali a d hoc (vedi infra).

► Previsti da una norma consuetudinaria internazionale che li quali­


fica come fattispecie criminose; la maggior parte di tali norme è
oggi codificata nello Statuto della Corte penale internazionale

► Comportamenti che ledono gli interessi fondamentali della Comu­


nità internazionale

l C a p ito lo 2 - Il diritto internazionale penale

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


91
lOMoARcPSD|6650114

Devono essere commessi da individui-organi dello Stato o da in­


dividui nell'ambito di azioni statali

Determinano una responsabilità penale dell'individuo a livello in­


C aratteristiche
ternazionale

Possono essere sottoposti al giudizio di un organo giurisdizionale


internazionale

Q u a d r o n o r m a tiv o

► Crim ini contro la pace, ovvero la programmazione, la preparazio­


ne, l'inizio e la condotta di una guerra di aggressione o di una guer­
ra in violazione di trattati, accordi e garanzie internazionali
► Crim ini d i guerra, ovvero violazione delle leggi e delle consuetudi­
ni di diritto bellico (assassinio, maltrattamento o deportazione per
Patto di Londra (1945), isti
lavoro forzato o per altri fini delle popolazioni civili dei territori oc­
tutivo del Tribunale di No'
cupati, uccisione o maltrattamenti dei prigionieri di guerra etc.)
rim berga
► Crim ini contro l ’umanità, ovvero assassinio, sterminio, schiavitù,
deportazione e altri atti inumani commessi contro qualsiasi popo­
lazione civile, prima e durante la guerra, persecuzioni per motivi
politici, religiosi etc. In tale elenco, per la prima volta, venne inclu­
so anche il genocidio

Istituzione: 1996, elaborato dalla Commissione di diritto interna­


zionale

parte prim a (artt. 1-15). Sono individua­


ti i seguenti principi: i crimini sono pu­
nibili secondo le regole d i diritto interna­
zionale (indipendentemente dal diritto
interno); commettere un crimine per ob­
bedire a d un ordine del governo non è
causa di esclusione d i responsabilità; la
giurisdizione in merito a questi crimini
spetta ad ogni Stato, indipendentemen­
Codice dei crim ini contro la
te da dove tale crimine è commesso; lo
pace e la sicurezza dell’uma­ Struttura
Stato dove si trova la persona giudicata
nità
può giudicarla o estradarla (a u t dedere
a u t iudicare); l'imputato non può essere
giudicato da un altro tribunale per lo
stesso fatto (ne bis in idem )
parte seconda (artt. 16-20). Sono indivi­
duati i seguenti crim ini: aggressione,
genocidio, crimini contro l'umanità, cri­
mini contro le Nazioni Unite e il perso­
nale associato, crimini di guerra

Statuto della Corte penale Genocidio (art. 6). È riconosciuto come fattispecie criminosa au­
internazionale tonoma

92 P a rte Q u a rta - Tutela dei diritti umani e diritto internazionale penale

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

Crim ini contro l ’um anità (art. 7). Ricomprendono comportamenti


che per la loro gravità offendono la dignità umana (lista più ampia
di quella dello Statuto del Tribunale di Norimberga); non deve trat­
tarsi di casi isolati ma devono essere intenzionalmente commes­
si nel corso di un piano contro la popolazione civile
Statuto della Corte penale
internazionale Crim ini d i guerra (art. 8). Sono le gravi violazioni della Convenzio­
ne di Ginevra del 1949, delle leggi e degli usi applicabili nel qua­
dro del diritto internazionale nei conflitti armati

A ggressione (art. 5), ovvero la commissione di crimini contro la


pace, già previsti dallo Statuto di Norimberga (SCOVAZZI)

G li o r g a n i g i u d i z i a r i i n t e r n a z i o n a l i

O 4 .1 • I T rib u n a li a d h o c istituiti u n ila te r a lm e n t e d a ll'O N U

Sede: L'Aja
Istituzione: ris. n. 827 del 25 maggio 1993 del Consiglio di Sicu­
rezza dell'ONU
Tribunale per la ex
Jugoslavia C om petenze: giudica i presunti responsabili di violazioni gravi del
diritto internazionale umanitario (compresi genocidio e crimini con­
tro l'umanità) commessi a partire dal 1° gennaio 1991 nel territo­
rio della ex Jugoslavia

S ede: Arusha
Istituzione: ris. n. 955 dell'8 novembre del Consiglio di Sicurezza
dell'ONU

Tribunale per il Ruanda Competenze: persegue gli individui responsabili di genocidio e di


altre gravi violazioni del diritto internazionale umanitario commes­
se in Ruanda; i cittadini ruandesi responsabili di genocidio e ana­
loghe violazioni commesse nel territorio degli Stati limitrofi, tra il 1°
gennaio e il 31 dicembre 1994

4 .2 • I T rib u n a li a d h o c istituiti d a ll'O N U m e d ia n t e a c c o r d o (c d . T rib u n a li m is ti)


O
Nozione: Tribunali composti da giudici sia nazionali dello Stato in cui operano sia stranieri, que­
sti ultimi nominati dall'ONU o dalle Autorità internazionali che amministrano provvisoriamente il terri­
torio di quello Stato.

Corte speciale per la Sierra Leone


Camere straordinarie per i crimini commessi in Cambogia dai
Principali Tribunali misti
Khmer rossi
Tribunale per Timor est

Tribunale speciale per il Li­ S ede: L'Aja


bano

l C a p ito lo 2 - Il diritto internazionale penale

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


93
lOMoARcPSD|6650114

Com petenze: giudicare i presunti responsabili dell'attentato terro­


ristico che nel 2005 uccise il Primo Ministro Rafiq Hariri e dei cri­
mini compiuti tra il 1° ottobre 2004 e il 31 dicembre 2005 collega­
ti all'attentato
Tribunale speciale per il
Libano N a tu ra g iu ridica: controversa. Inizialmente istituito mediante un ac­
cordo tra l'ONU e il Governo libanese, dopo la mancata ratifica di
tale accordo da parte del Parlamento libanese la sua entrata in vi­
gore fu decisa unilateralmente dal Consiglio di Sicurezza con ris.
n. 1757 del 30 maggio 2007

4 .3 • L a C o r t e p e n a le in t e r n a z io n a le ( C P I)

durante la Conferenza diplomatica svoltasi a Roma il 14-17 giu­


Istituzione gno 1998. La Corte si fonda su uno Statuto, firmato a Roma il 17
luglio 1998, costituito di 128 articoli suddivisi in 13 parti

lo Statuto è entrato in vigore il 1° luglio 2002 (l'Italia l'ha ratificato


Entrata in vigore
con L. 12 luglio 1999, n. 232)

la CPI è un'istituzione autonom a (non rientra fra gli organi ONU),


Caratteristiche ha una competenza tendenzialmente generale, ma la giurisdizio­
ne non è prioritaria, bensì complementare a quelle nazionali

18 giudici
la Presidenza, i cui membri sono responsabili della corretta ammi­
nistrazione della Corte, tranne che per l'Ufficio del Procuratore
l'Ufficio dell'Accusa, con a capo il Procuratore. Questi agisce au­
tonomamente rispetto alla Corte ed è competente a ricevere le ri­
chieste e qualunque informazione documentata sui crimini ogget­
to di indagine. Il Procuratore è responsabile della direzione e
dell'amministrazione dell'ufficio
Com posizione
un collegio giudicante per la fase pre-processuale, composto da
non meno di sei giudici
un collegio giudicante per la fase processuale, composto da non
meno di sei giudici
una divisione d'Appello, composta dal presidente e da quattro giu­
dici
la Cancelleria, responsabile degli aspetti non giudiziari dell'ammi­
nistrazione

aggressione
Com petenze: giuridica i cri­
crimini di guerra (conflitti armati internazionali e conflitti interni)
mini più gravi che interessano
genocidio
la Comunità internazionale
crimini contro l'umanità

94 P a rte Q u a rta - Tutela dei diritti umani e diritto internazionale penale

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

procuratore (ha anche un potere di inda­


gine m otu proprio sulla base di informa­
zioni raccolte da fonti governative, non
governative, intergovernative e da asso­
ciazioni private)
uno Stato che ha firmato lo Statuto. In tal
► richiedenti caso è necessario il consenso dello Sta­
to dove è stato commesso il crimine o
quello dello Stato dell'imputato
Consiglio di sicurezza. Anche in tal caso
occorre il consenso dello Stato dove è
stato commesso il crimine o quello dello
Stato dell'imputato

o che il crimine sia commesso nel territo­


rio di uno Stato parte
che il crimine sia commesso da un citta­
► presupposti per
dino di uno Stato parte
l’esercizio della
sua giurisdizione che il deferimento alla Corte, tramite il Pro­
curatore, sia effettuato dal Consiglio di si­
curezza, il quale agisce in virtù del capi­
tolo VII della Carta delle Nazioni Unite

Procedim ento penale


nullum crim en sine lege (art. 22): nessu­
na persona può essere accusata di un
fatto che al momento del suo verificarsi
non costituisce crimine oggetto di giuri­
sdizione della Corte
nulla poena sine lege (art. 23): una per­
► principi fondam en
sona condannata dalla Corte può esse­
tali
re punita solo secondo le disposizioni
dello Statuto
irretroattività ratione personae (art. 24):
nessuna persona può essere accusata
per fatti commessi prima dell'entrata in
vigore dello Statuto

o detenzione, per un numero di anni non


superiore a 30
ergastolo
in aggiunta la Corte può ordinare una
► pene multa o la confisca dei beni
clausola di salvaguardia delle legislazio­
ni nazionali: possibilità di infliggere pene
prescritte dalle proprie leggi diverse da
quelle previste dallo Statuto

l C a p ito lo 2 - Il diritto internazionale penale

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


95
lOMoARcPSD|6650114

In sintesi

Il diritto internazionale penale può essere definito come l'insieme delle norme di diritto internazio­
nale che sanciscono la responsabilità penale individuale per fatti che turbano l'ordine pubblico in­
ternazionale e costituiscono crimini contro il diritto delle genti (crim ina ju ris gentium).
La repressione di crimini internazionali è rimasta per lungo tempo affidata ai soli tribunali interni;
esempi isolati sono stati i Tribunali di Norimberga e di Tokyo, istituiti dopo la II guerra mondiale per
giudicare i crimini perpretati dai tedeschi nei territori occupati e dai giapponesi in Estremo Oriente.
I più noti tribunali p e n a li internazionali sono stati istituiti dalle Nazioni Unite tra il 1993 (tribunale
per la ex Jugoslavia) e il 1994 (Tribunale per il Ruanda), attraverso l'adozione di risoluzioni da p a r­
te del Consiglio di sicurezza ai sensi del capitolo VII dello Statuto; ad essi si sono poi affiancati tri­
bunali creati sì dall'ONU, ma mediante accordi stipulati con gli Stati in cui tali tribunali sono stati
chiamati a operare e, da ultimo, il Tribunale speciale per il Libano la cui natura giuridica appare
controversa.
La Corte penale internazionale è stata istituita nel 2002, ha giurisdizione in materia di genocidio,
crimini contro l'umanità, di guerra, aggressione, ma si tratta di una giurisdizione complementare a
quella interna, per cui può giudicare solo qualora il tribunale nazionale non intenda o sia effettiva­
mente incapace di svolgere correttamente l'indagine o di iniziare il processo.

96 P a rte Q u a rta - Tutela dei diritti umani e diritto internazionale penale

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

PARTE QUINTA
LE CONTROVERSIE INTERNAZIONALI
E I CONFLITTI ARMATI
C apito lo Primo: Le controversie in te rn a z io n a li ........................................................... Pag. 99

• 1. N o zio n e e p re v e n zio n e . • 2. S o lu zio n e p acifica d elle controversie. •


3. S o lu zio n e pacifica d elle controversie nelle o rg an izza zio n i in te rn a zio n a ­
li (O I).

C apito lo S eco nd o: L’uso della f o r z a .................................................................................... » 107

• 1. Il divieto d ell'uso d ella fo rza. • 2. Le eccezio ni al divieto dell'uso della


fo rza. • 3. La legittim a d ifesa. • 4. Il diritto di intervento.

C apito lo Terzo: Il diritto dei conflitti armati internazionali ..................................... » 113

• 1. La re g o la m en tazio n e dei conflitti arm ati. • 2. Il diritto dei conflitti a rm a ­


ti internazionali. • 3. Il diritto intern azion ale um anitario. • 4. Il diritto dei c o n ­
flitti arm ati non internazionali. • 5. La neutralità.

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

Capitolo 1 L E C O N T R O V E R S IE IN T E R N A Z IO N A L I

N o z io n e e p r e v e n z io n e

Nozione: una controversia internazionale è il disaccordo su un punto di diritto o di fatto,


una contraddizione, un’opposizione di tesi giuridiche o di interessi tra due soggetti di diritto in­
ternazionale.

Nel 1988 l'Assemblea Generale ha adottato una dichiarazione sul­


la prevenzione di controversie e situazioni la cui continuazione può
O m ettere in pericolo la pace e la sicurezza internazionale (ris. 43/51)
Nel 1991 l'OCSE ha predisposto una serie di m eccanism i, consul­
tazioni e notificazioni finalizzati alla prevenzione e alla gestione
Prevenzione delle controversie (GIULIANO-SCOVAZZI-TREVES)
Numerosi trattati in materia di inquinamento transfrontalieroe di at­
tività pericolose predispongono m eccanism i di consultazione e no­
tificazione preventiva, e in particolare istituiscono Com m issioni bi­
laterali tra Stati vicini per controllare situazioni che possono dar luo­
go a controversie e contribuire pertanto alla loro prevenzione

Uno Stato avanza una pretesa per far prevalere il proprio interes­
se e l'altro Stato vi si oppone o non tiene il comportamento richie­
stogli (GIOIA)
Nascita di una controversia
Un certo comportamento tenuto in fatto da uno Stato per tutelare
un proprio interesse lede un interesse altrui e suscita la protesta
del soggetto leso

Estinzione: dato storico che segna il venir meno della contrappo­


sizione. Può consistere nella desistenza di una delle parti o nell'ado­
Elim inazione di una contro­ zione di un mezzo di soluzione pattizio
versie Composizione: formulazione di una soluzione per gli interessi giu­
ridici in conflitto avente rilievo autonomo nell'ordinamento interna­
O
zionale

S o lu z io n e p a c ific a d e lle c o n tr o v e r s ie

2 .1 • I p r o c e d im e n ti d ip lo m a tic i

si svolge in segretezza
Negoziato: si svolge
lascia alle parti la scelta della soluzione
d ir e tt a m e n te ed
più appropriata al componimento della
esclusivamente tra
Tipologie lite
le parti mettendole in
contatto diretto. Tale garantisce la parità sovrana degli Stati
procedimento: (l'accordo risolutivo non fa riferimento a
«vincitori» o «vinti»)

l C a p ito lo 1 - Le controversie internazionali

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


99
lOMoARcPSD|6650114

Buoni uffici. Consistono nell'intervento d i un terzo (Stato, indivi­


duo, organizzazione internazionale), rivolto a ll’a vvio o alla ripresa
d i negoziati tra le parti. Non sono sottoposti ad alcuna formalità
che non sia l'accettazione delle parti del conflitto e si caratterizza­
no rispetto alla mediazione per la superficialità dell'intervento del
terzo (QUADRI)
M ediazione. Anche la mediazione prevede l'intervento d i un ter­
zo: quest'ultimo sottopone alle p a rti delle vere e proprie proposte
che, se non vincolanti, hanno comunque una particolare forza per­
suasiva in virtù dell'autorità politica che il mediatore (Stato o agen­
te di un'organizzazione internazionale) esercita nella Comunità in­
ternazionale
Conciliazione. Può essere svolta da un singolo individuo o da una
Tipologie commissione di conciliazione, talvolta permanente, cui le parti fan­
no ricorso sulla base di un accordo, sia simultaneamente alla na­
scita della lite, che prima che la lite insorga, lasciando ad un mo­
mento successivo la sola composizione dell'organo conciliatore.
Si conclude con un rapporto che ha valore di m era raccom anda­
zione
Inchiesta. Qualora la controversia verta essenzialmente su un di­
verso apprezzamento dei fatti, può risultare estremamente utile ri­
correre ad una commissione di inchiesta p e r accertare la situazio­
ne d i fatto controversa secondo precise regole d i procedura. In ge­
nerale l'inchiesta costituisce un elemento di un più complesso pro­
cedimento di soluzione della controversia. Essa sfocia in un rap ­
p orto non vincolante p e r le parti, salvo il caso della preventiva ac­
cettazione del suo carattere definitivo

2 .2 • Il p r o c e d im e n to a rb itr a le

G eneralità: il procedimento arbitrale, così come quello giudiziario, conduce gli Stati in lite ad una
soluzione vincolante. Esso si concretizza nell'intervento di un terzo, singolo individuo o collegio giu­
dicante, scelto dalle parti e chiamato ad emettere una sentenza (fonte di diritto internazionale previ­
sta da accordo, anche detta «lodo arbitrale»).

Com prom esso arbitrale (o arbitrato isolato): successivamente


all'insorgere della controversia le parti designano la o le persone
chiamate a svolgere la funzione arbitrale
Clausola com prom issoria: viene inserita in un trattato per dirime­
re tutte le controversie relative all'interpretazione e all'applicazione
di quest'ultimo. Si differenzia dal compromesso perché regola la
composizione di liti future ed eventuali, non di quelle attuali. Si de­
Form e di arbitrato finisce incompleta, se impone agli Stati un obbligo di stipulare un
comprom esso arbitrale (obbligo de contrahendo), o com pleta, se
prevede l'obbligo di sottoporsi a un arbitrato già operante
Trattato generale di arbitrato: il ricorso a un arbitro per la com­
posizione di controversie future viene predisposto dalla conclusio­
ne di un vero e proprio accordo, che può essere incom pleto (im­
pone di stipulare e x novo un compromesso arbitrale) o com pleto
(deferisce la lite a un organismo già esistente)

100 P a rte Q u in ta - Le controversie internazionali e i conflitti armati

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

dell'oggetto della controversia


del diritto applicabile, o in alternativa del
consenso delle parti ad un giudizio emes­
so e x aequo et bono della procedura da
seguire

L'accordo di arbitra­ della o delle persone designate come ar­


Contenuti dell’accordo di bitri. Tale designazione è sempre presen­
to deve contenere
arbitrato te nel compromesso, mentre manca nel­
l'indicazione:
la clausola compromissoria e nel tratta­
to generale di arbitrato definiti «incom­
pleti». È evidente che in quest'ultimo
caso numerosi sono gli ostacoli che la
parte contraria al ricorso all'arbitrato può
frapporre al suo effettivo esercizio

O
C a ra tte ris tic h e : è
stabilita all'atto della
stesura dell'accordo le parti sono rappresentate da agenti e
di arbitrato, ovvero è assistite da avvocati e consulenti
da quest'ultimo ri­ il procedimento è articolato in una fase
messa agli stessi ar­ scritta ed una orale
bitri. Numerose sono è prevista la possibilità per il collegio ar­
peraltro le disposi­ bitrale di indicare o anche prescrivere ob­
zioni comuni con il bligatoriamente delle misure cautelari
procedimento giudi­
ziale:

Dinanzi agli arbitri è ammesso il giudizio contumaciale in quanto si


ritiene che il contraddittorio tra le parti sia fatto salvo da una rituale
rinnovazione della citazione delle parti stesse (BERNARDINI)

O rgano arbitrale: è un collegio di tre o cinque membri. Un arbitro


è designato da ciascuno Stato controvertente, gli altri sono nomi­
nati di comune accordo. Raramente la funzione arbitrale è svolta
La procedura arbitrale da un solo individuo

Conclusione: la procedura si conclude con l'adozione di un lodo


o sentenza arbitrale che ha efficacia di cosa giudicata in senso
sostanziale per le parti (risolve in modo vincolante per le parti la
O controversia) e in senso form ale (le parti si obbligano cioè a con­
siderarlo immutabile).
Il lodo deve essere reso per iscritto in quanto, per il riconoscimento
e l'esecuzione della decisione arbitrale, le Convenzioni internazio­
nali in materia richiedono la produzione all'autorità giudiziaria dell'ori­
ginale della pronuncia ovvero di copia autentica della stessa.
In ogni caso esso deve presentare la motivazione, che costituisce
la garanzia essenziale di completa giustizia, volta ad esternare le
ragioni di fatto e di diritto che hanno condotto i giudici ad adottare
una certa decisione piuttosto che un'altra.
La sentenza può anche essere modificata (revisione) se sopravvie­
ne la scoperta di un fatto nuovo in precedenza sconosciuto alla par­
te che lo invoca e viene dimostrata l'influenza decisiva che la cono­
scenza di questo fatto avrebbe potuto esercitare sul processo

l C a p ito lo 1 - Le controversie internazionali

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


• 101
lOMoARcPSD|6650114

2 .3 • Il p r o c e d im e n to g iu d iz ia le

Nozione: è il procedimento attraverso il quale le parti di una controversia deferiscono quest'ulti-


ma ad un tribunale precostituito, perm anente, e che segue una procedura istituzionalizzata.

Natura: organo delle Nazioni Unite regolato da un proprio Statuto

Com posizione: 15 giudici eletti a maggioranza assoluta dei com­


ponenti dell'Assemblea generale e del Consiglio di sicurezza. Il
mandato dura 9 anni ma ogni 3 anni è previsto il rinnovo di un ter­
zo dei componenti. Devono avere una competenza riconosciuta
nel campo del diritto internazionale ed essere personalità indipen­
denti e integre

consultiva: pareri su qualsiasi questione


giuridica sottoposta dal Consiglio di sicu­
rezza o dall'Assemblea generale delle Na­
zioni Unite. Tali pareri non hanno efficacia
vincolante, salvo diversamente previsto
mediante la conclusione di un accordo (o
altro atto vincolante)
Com petenze
contenziosa: la Corte dirime le contro­
versie tra Stati mediante decisioni vinco­
lanti
cautelare: la Corte può indicare quali mi­
sure cautelari vincolanti predisporre a tu­
tela dei diritti di ciascuna parte controver­
tente

Corte internazionale di
► Soggetti ricorrenti: * Stati
giustizia (sede all’Aja)

esistenza di una controversia


esistenza di un titolo di giurisdizione: ma­
nifestazione di volontà delle parti in lite di
investire la Corte della controversia.
Tre sono i titoli validi:
— conclusione di un accordo speciale o
Presupposti per la
compromesso
fu n z io n e c o n te n ­
ziosa — sottoscrizione da parte degli Stati fir­
matari dello Statuto della Corte di una
clausola facoltativa di giurisdizione
obbligatoria: con essa ogni Stato può
dichiarare di voler sottoporre alla Cor­
te le controversie sorte con altri Stati
sottoscrittori della clausola

— accettazione in modo espresso o ta­


cito della competenza della Corte

Procedimento: è av­ fase scritta con presentazione di memorie


viato mediante notifi­ fase orale in cui le parti coadiuvate da te­
ca o istanza scritta . stimoni ed esperti espongono la propria
Si articola in due fasi: difesa

102 P a rte Q u in ta - Le controversie internazionali e i conflitti armati

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

intervento d i uno Stato terzo, che vanti


un interesse di natura giuridica suscetti­
bile di essere pregiudicato dalla decisio­
ne della Corte

invocazione di eccezioni preliminari, relati­


vamente alla competenza della Corte e/o
Procedim ento inci­ alla ricevibilità del ricorso che, secondo il
d e n ta le . Si ha in giudizio dell'invocante, impediscano il pas­
caso di: saggio del processo alla fase di merito

adozione di misure ca u telario conserva­


tive, giustificate dall'esistenza del perico­
lo di un pregiudizio irreparabile suscetti­
bile di danneggiare, nelle more del pro­
cesso, il diritto oggetto della controver­

o sia. Tali misure sono vincolanti

caratteristiche: deve essere m otivata e


indicare i giudici che hanno formato la
Corte internazionale di maggioranza e quelli dissenzienti
giustizia (sede all’Aja)
effetti: la sentenza è definitiva e inap­
pellabile per le parti della controversia,
generando l'obbligo per le stesse ad
adempierla.

m ancata esecuzione: qualora una delle


parti non dia esecuzione alla sentenza,
la controparte può ricorrere al Consiglio
Sentenza di sicurezza: quest'ultimo, se lo ritiene
necessario, può fare raccomandazioni o
decidere misure per dare effetto alla pro­
nuncia. Una parte, inoltre, può chiedere
alla Corte di interpretare la sentenza
quando siano contestati il suo significa­
to e la sua portata

revisione: è ammessa su istanza della par­


te interessata, se sia stato scoperto un fat­
to di natura tale da costituire un elemen­
O to determinante ai fini della decisione

Corte europea dei diritti dell'uomo

Corte interamericana dei diritti dell'uomo

Corte africana dei diritti dell'uomo

Altri principali tribunali in­ Corte di giustizia dell'Unione europea


ternazionali Tribunale internazionale del diritto del mare

Tribunale per la ex Jugoslavia


Tribunali internazio­
Tribunale per il Ruanda
nali penali
Corte penale internazionale

l C a p ito lo 1 - Le controversie internazionali

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


• 103
lOMoARcPSD|6650114

3. S o lu z io n e p a c if ic a d e lle c o n t r o v e r s ie n e lle o r g a n iz z a z io n i in t e r ­
n a z i o n a l i ( O I)

determinare se il comportamento dei sin­


goli Stati parti di un trattato sia conforme
agli obiettivi del trattato stesso
Scopi dirimere eventuali conflitti insorti in se­
guito all'inadempimento degli obblighi
derivanti dal trattato, facilitando un ac­
cordo tra le parti

gli organi di controllo sono composti da


individui che rappresentano gli Stati
membri

il controllo è spesso effettuato da più di


un organo

l'iniziativa della procedura, soprattutto se


ad essere violate sono norme a tutela dei
diritti umani, non è limitata allo Stato leso
ma estesa a tutti gli Stati membri dell'OI
Caratteristiche
o allo stesso organo di controllo. In alcu­
ni casi il controllo è effettuato periodica­
mente a prescindere dall'esistenza di
Funzione di controllo una controversia
internazionale delle OI
l'esame della controversia è effettuato a
«porte chiuse»

il risultato della procedura (rapporto, rac­


comandazione) non ha natura vincolante

esame d i rapporti p eriodici forniti dagli


stessi Stati sottoposti al controllo
ispezione
procedim ento contenzioso nel quale le
parti in lite analizzano il caso sottoponen­
dolo a un organo internazionale in regi­
me di contraddittorio
Tecniche di
controllo adozione di m isure preventive al fine di
eliminare il rischio di una violazione di
norme internazionali. Questo tipo di con­
trollo eccezionalmente penetrante è rea­
lizzato esclusivamente nel quadro di quel­
le attività (ad es. uso pacifico dell'ener­
gia atomica) che presentano un alto gra­
do di pericolosità per l'umanità intera

potere d ’i nchiesta: può esercitare un'at­


tività di indagine sia direttamente sia isti­
Funzione conciliativa Consiglio di tuendo una commissione a d hoc o defe­
nell’ONU sicurezza rendo tale attività al Segretario generale
su qualsiasi controversia pericolosa per
la pace e la sicurezza internazionale

104 P a rte Q u in ta - Le controversie internazionali e i conflitti armati

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

potere d i indicare procedim enti di rego­


lam ento o predisporre direttam ente un
procedim ento

potere d i indicare i term ini d i regolam en­


to, suggerendo una soluzione della con­
troversia a mezzo di raccomandazioni.
C o nsiglio di s ic u ­
In tal caso:
rezza
— il Consiglio dovrebbe essere stato in­
vestito del caso da tutte o almeno da
una delle parti in lite
— dovrebbe risultare impossibile il ri­
corso ai procedimenti arbitrali e giu­
diziali

o Funzione conciliativa
nell’ONU
può raccomandare misure per il regola­
mento pacifico di qualsiasi situazione che
ritenga suscettibile di pregiudicare il be­
nessere generale o le relazioni amiche­
A s s e m b le a g e n e ­
voli tra le Nazioni.
rale
Lim ite p rocedurale: l'Assemblea «do­
vrebbe» astenersi dall'adottare racco­
mandazioni se il Consiglio è stato già in­
vestito della questione

richiama l'attenzione del Consiglio su


ogni situazione suscettibile, a suo giudi­
zio, di minacciare la pace internazionale
S e g re ta rio g e n e ­
pone in essere precise attività diploma­
rale
tiche tra le parti in lite, in linea con il man­
dato che l'Assemblea e il Consiglio pos­
sono conferirgli

In sintesi

La Carta delle Nazioni Unite sancisce l'obbligo d i risolvere pacificam ente le controversie interna­
zionali, obbligo che, vista l'adesione all'ONU della quasi totalità degli Stati della Comunità interna­
zionale, ha assunto ormai natura consuetudinaria.
O I mezzi di risoluzione pacifica previsti dal suo art. 33 consistono in:
— negoziati;
— inchieste;
— mediazione;
— conciliazione;
— arbitrato;
— regolamento giudiziale (il principale tribunale internazionale attualmente operante è la Corte
internazionale di giustizia);
— ricorso ad organizzazioni internazionali o ad accordi regionali.
Si tratta di un elenco non tassativo, perché le parti possono accordarsi per istituire altri mezzi pa­
cifici di loro scelta.
Molte organizzazioni internazionali, inoltre predispongono strumenti di accertamento del diritto per
verificare il rispetto da parte degli Stati dei loro obblighi internazionali, attuabili indipendentemen­
te, ed anzi per prevenire l'insorgere di una controversia.

I C a p ito lo 1 - Le controversie internazionali

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


• 105
lOMoARcPSD|6650114

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

Capitolo 2 L ’U S O D E L L A F O R Z A

___________ 1 . Il d i v i e t o d e l l ’ u s o d e l l a f o r z a

Generalità: nel diritto internazionale classico l'uso della forza per la risoluzione delle controver­
sie internazionali era considerato assolutamente lecito e si concretizzava nel ricorso alla guerra o in
misure di rappresaglia armata. Soltanto a partire dalla fine della prima guerra mondiale tale principio
subì una lenta erosione che portò dapprima ad una regolamentazione e in seguito al com pleto divie­
to d ell’uso della forza, sancito dalla Carta delle Nazioni Unite e ribadito in diverse risoluzioni
dall’Assem blea generale. Oggi tale divieto è sancito da una norma di ju s co g e ns.

La m inaccia o l'uso della forza arm ata contro uno Stato o un


popolo che abbia un'organizzazione rappresentativa (es. sia gui­
dato da un movimento di liberazione nazionale)
L'uso della forza econom ica. Tuttavia, in questo caso lo Stato
che la subisce non può invocare la legittima difesa ma solo ricor­
rere a misure di rappresaglia pacifica
L'acquisto di un territorio o parte di esso in seguito alla m i­
naccia o all’uso della forza. Questo divieto si ripercuote sull'ob-
bligo per tutta la Comunità Internazionale di non riconoscere tale
Fattispecie vietate dal dirit­
occupazione
to internazionale odierno
L'uso della forza in funzione «preventiva». Alla luce delle for­
mulazioni dell'Assemblea generale e della Corte internazionale di
giustizia dell'ONU, nessuna legittimità è stata riconosciuta alle pre­
tese di alcune potenze occidentali di poter ricorrere alla forza sul­
la base del pericolo di un attacco imminente
L'uso della forza contro un’aggressione arm ata «indiretta».
Uno Stato al cui interno agiscono gruppi di ribelli sostenuti da Sta­
ti stranieri non può ricorrere alla forza contro tali Stati
Il ricorso a rappresaglie arm ate
O

L e e c c e z io n i a l d iv ie t o d e ll’ u s o d e lla f o r z a

2 .1 • Il ru o lo d e l C o n s ig lio di s ic u r e z z a

G eneralità: al Consiglio di sicurezza spetta la responsabilità principale del m antenim ento della
pace e della sicurezza internazionale. Il Consiglio gode della più ampia discrezionalità sui tempi e
i modi per agire a tutela della pace; non è sempre tenuto ad intervenire quando sia leso un interesse
fondamentale della Comunità internazionale, ma piuttosto quando stim i effettivam ente esistente una
m inaccia alla pace.

I Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


C a p ito lo 2 - L'uso della forza 107
lOMoARcPSD|6650114

M isure di accertam ento (art. 39): il Consiglio accerta l'esistenza


di una minaccia alla pace, di una violazione della pace, di un atto
di aggressione per poi adottare raccomandazioni o avviare misu­
re sanzionatorie. Questo cammino è ostacolato da difficoltà dovu­
te all'esercizio del potere di veto da parte dei cinque Stati membri
permanenti e dalla complessità delle situazioni da accertare
M isure provvisorie (art. 40): il Consiglio può, senza emettere va­
lutazioni che possano pregiudicare diritti e pretese delle parti in
conflitto, adottare le m isure che ritenga necessarie al fine di
scongiurare l’aggravarsi della situazione (ad es. il cessate il
fuoco). A tal fine è conferito al Consiglio il potere di emettere rac­
comandazioni, ovvero atti non vincolanti per le parti

M is u re non im p li­ sanzioni econom iche (blocco dei porti


canti l’uso della for­ ed embargo)
za (art. 41): il Consi­ non riconoscim ento di situazioni ille­
glio può adottare ri­ gittim e, in modo da isolare lo Stato au­
s o lu zio n i o ra c c o ­ tore dell'illecito e indurlo alla cessazione
Poteri (artt. 39 - 42 Carta
m andazioni per ob­ del comportamento incriminato. Il non ri­
Nazioni Unite)
bligare (risoluzioni) o conoscimento da parte degli Stati mem­
invitare (raccom an­ bri si esplica attraverso l'inefficacia, di­
d a z io n i) gli S ta ti nanzi ai tribunali nazionali, degli atti com­
membri a predispor­ piuti dallo Stato incriminato e nell'asten­
re misure con cui co­ sione da qualsiasi atto che possa legitti­
stringere uno Stato mare de facto l'atto illecito
autore di una minac­
condanna m orale della Com unità in­
cia o di una violazio­
ternazionale
ne della pace a ces­
sare il proprio com­ m isure atipiche emerse dalla prassi re­
portamento. Tali mi­ cente, tra cui, ad es., l'istituzione dei due
sure possono consi­ Tribunali p e n a li internazionali per la ex
stere in: Jugoslavia ed il Ruanda

M isure implicanti l’uso della forza (art. 42): azioni di polizia in­
ternazionale che possono essere dirette contro uno Stato, ad es.
quando tale Stato violi l'altrui sovranità territoriale (caso Iraq-Ku-
wait), o a ll’interno d i uno Stato, per porre fine a una guerra civile

la conclusione da parte degli Stati mem­


bri di accordi speciali per mettere i pro­
D is p o s izio n i d ella
pri contingenti militari a disposizione del
Carta ONU: il Consi­
Consiglio (obbligo de contrahendo dispo­
glio di sicurezza si
sto dall'art. 43)
sarebbe dovuto dota­
la creazione di un Comitato di stato mag­
re di un «braccio ar­
giore, composto dai Capi di stato mag­
mato» attraverso:
giore dei 5 membri permanenti e sotto­
Attuazione delle misure
posto al controllo del Consiglio (art. 47)
implicanti l’uso della forza

P rassi: gli a c c o rd i può auto rizzare l’uso d ella forza da


speciali non sono m ai parte degli Stati membri
stati conclusi; il Consi­ può inviare nel territorio di uno Stato for­
glio di sicurezza è so­ ze arm ate internazionali (i caschi blu)
lito ovviare a tale pro­ con compiti di mantenimento e ripristino
blema in due modi non della pace (vedi infra par. 2.3)
previsti dalla Carta:

108 P a rte Q u in ta - Le controversie internazionali e i conflitti armati

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

2 .2 • Il ru o lo d e ll’A s s e m b le a g e n e r a le

G eneralità: affermata per la prima volta nel 1950 (ris. n. 377), la competenza in materia dell'As­
semblea generale riguarda la facoltà di intervenire (in caso d ’inerzia del Consiglio) in ogni situ a­
zione di m inaccia della pace al fine di adottare raccomandazioni o misure collettive necessarie, com­
preso l'invio di forze armate.

CONFORTI ritiene che l'Assemblea non sia competente ad adot­


tare m isure collettive a carattere sanzionatorio in ragione dell'esclu­
sività della competenza affidata al Consiglio dagli artt. 41 e 42.
L'Autore riconosce all'organo plenario soltanto la facoltà di adot­
tare misure provvisorie ex art. 40 ben potendo queste ultime es-
Dottrina sere inquadrate nella funzione conciliativa;
altra parte della dottrina nega la legittimità di ogni tipo di interven­
to rientrante nel quadro del cap. VII. La risoluzione n. 377 inoltre
non andrebbe considerata valida nemmeno sulla base della teo­
O ria dei poteri impliciti, in quanto in contrasto con la lettera della Car­
ta (art. 11, par. 2 e 12) (QUOC DINH - DAILLIER - PELLET).

2 .3 • L e fo r z e di p a c e d e l l 'O N U (c a s c h i b lu )

► Sono forze arm ate internazionali, integrate alle Nazioni Unite e sot­
toposte alla direzione del Segretario generale, sotto il controllo del
Consiglio di sicurezza e dell'Assemblea generale
► Vengono inviate sul territorio teatro di un conflitto col consenso
dello Stato territoriale
Caratter|stiche ► Non possono svolgere azioni belliche, ma limitarsi all'uso della for­
za armata solo in legittima difesa
► Il sostegno finanziario è fornito per la gran parte da contributi vo­
lontari, sebbene la CIG si sia espressa in favore (parere consulti­
vo del 1962 reso nell'affare relativo alle spese delle Nazioni Uni­
te) del finanziamento di tali forze a carico del bilancio ordinario
dell'ONU (come avvenuto per le forze inviate a Suez)

Q 2 .4 • Il ru o lo d e lle o r g a n iz z a z io n i re g io n a li

G eneralità: sono gruppi istituzionalizzati di Stati creati con fini di cooperazione militare, che
istituiscono procedimenti per la soluzione pacifica delle controversie e sistemi di difesa comune ver­
so l’esterno (es. Nato).

Le organizzazioni regionali sono integrate nel sistema di sicurez­


za collettivo, funzionando da «organi decentrati» delle Nazioni Uni­
te (QUADRI)
Una volta riconosciuta la rispondenza di un organismo regionale
Caratteristiche
ai criteri indicati dall’art. 52 della Carta ONU, questo è chiamato a
partecipare ad azioni coercitive sotto la direzione del Consiglio di
sicurezza e a sottoporre ogni azione regionalmente intrapresa
all’autorizzazione del Consiglio stesso

l Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


C a p ito lo 2 - L’uso della forza 109
lOMoARcPSD|6650114

3. L a le g it tim a d ife s a

Nozione: è l'unico lim ite al divieto d ell’uso della forza e consiste nella facoltà riconosciuta a
tutti gli Stati di rispondere ad un attacco armato. Secondo quanto disposto dall'art. 51 della Carta ONU,
esiste un diritto naturale d i autodifesa individuale o collettiva, nel caso in cui abbia luogo un attacco
armato contro un membro delle Nazioni Unite, fintantoché il Consiglio di sicurezza non abbia preso le
misure necessarie per mantenere la pace e la sicurezza internazionale.

una misura di carattere eccezionale


C aratteristiche: la legittima proporzionale all'afflizione
difesa deve essere necessaria, ossia rispondere ad un attacco reale
immediata, ossia costituire una reazione

L'esistenza di un'alleanza regionale difensiva o di una domanda


Condizioni del diritto di di assistenza (reale e legittima) da parte dello Stato aggredito
difesa collettiva La richiesta di intervento da parte dello Stato vittima dell'aggres­
sione

Il d i r i t t o d i i n t e r v e n t o

Nozione di intervento: qualsiasi ingerenza (consentita, sollecitata o imposta) che consista in


un'azione di carattere m ilitare (QUOC DINH - DAILLIER - PELLET).

Intervento richiesto dallo Stato: il diritto tradizionale ha sempre


considerato lecito l'intervento effettuato su richiesta o col consen­
so dello Stato che lo subisce purché tale consenso sia libero, rea­
le, legittim o (reso cioè dall'autorità legittima e non da un governo
fantoccio)
Eccezione: l'intervento è illecito se nello Stato che lo richiede è
in corso una guerra civile in cui i ribelli sono organizzati in un mo­
vimento insurrezionale sostenuto da gran parte della popolazione
e privo di qualsiasi aiuto straniero (BROWNLIE)
Intervento a protezione dei cittadini all’estero per salvare la vita
o comunque i diritti fondamentali dei propri cittadini senza il con­
Interventi considerati leciti
senso dello Stato territoriale

autori (CONDINANZI) per i quali l'inter­


vento è ammissibile se proporzionato e
La questione della le­
giustificato da un reale pericolo di g ravi
gittimità degli inter­
violazioni a danno dei propri cittadini a
venti a difesa dei pro­
cui non corrisponde un'adeguata p ro te ­
pri cittadini all'estero
zione da parte dello Stato territoriale
è molto controversa.
altri autori (CONFORTI) asseriscono che
La dottrina è infatti
il divieto dell'uso della forza non cono­
divisa fra:
sce altra deroga che quella della legitti­
ma difesa

110 P a rte Q u in ta - Le controversie internazionali e i conflitti armati

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

Differenze

L'intervento a protezione dei p ro p ri cittadini a ll’estero non va confuso con l'intervento umanitario,
poiché diversa è la norma primaria violata (CONDINANZI):
— nel prim o caso, la violazione concerne la norma che impone ad uno Stato la protezione degli
stranieri su l proprio territorio. Tale obbligo sussiste non nei confronti degli stranieri, ma del loro
Stato di appartenenza, il quale può dunque reagire in difesa di un diritto che gli è proprio;
— nel secondo caso, ad essere violata è la norm a di ju s cogens posta a tutela dei diritti um ani
fondamentali, che proprio per il suo carattere cogente attribuisce all'intera Comunità interna­
zionale il diritto di porre in essere misure per indurre lo Stato responsabile a cessare la propria
condotta illecita. Tale diritto, tuttavia, attualmente può tradursi nel diritto di ricorrere a d inter­
venti arm ati um anitari solo attraverso il sistem a d i sicurezza collettiva d e ll’ONU.

In sintesi

La norm a che vieta l ’uso della forza nelle relazioni internazionali ha ormai assunto carattere co­
gente: il divieto si estende a comportamenti quali la minaccia di ricorrere alla forza, l'uso della for­
O za di tipo economico e il ricorso a rappresaglie armate o alla cd. guerra preventiva.
Sono, però, ammesse delle eccezioni che consentono l ’uso della forza:
— nel quadro del sistem a d i sicurezza collettiva sancito dal cap. VII della Carta ONU, il quale (così
come si è evoluto per prassi) incarica il Consiglio di sicurezza ad autorizzare interventi di p o ­
lizia internazionale. Solo attraverso tale sistema sono legittimi i cd. interventi umanitari;
— nel quadro di altre organizzazioni internazionali (regionali) a carattere militare, che istituisco­
no tra gli Stati membri un sistema di difesa comune verso l'esterno;
— per legittim a difesa, ossia per rispondere ad un attacco armato già avvenuto;
— pre vio consenso d i uno Stato all'ingresso nel suo territorio di forze militari straniere;
— p e r difendere i p ro p ri cittadini a ll’estero in caso di gravi violazioni dei loro diritti.

l C a p ito lo 2 - L'uso della forza

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


111
lOMoARcPSD|6650114

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

Capitolo 3 IL D I R I T T O D E I C O N F L I T T I
A R M A T I IN T E R N A Z IO N A L I

L a r e g o la m e n t a z io n e d e i c o n f lit t i a r m a ti

G eneralità: sebbene la Comunità Internazionale abbia messo al bando l'uso della forza nelle re­
lazioni internazionali, l'eventualità che conflitti armati si verifichino non è completamente remota, an­
che se oggi essi dovrebbero avere il fine esclusivo di porre fine ad un'aggressione. In queste ipotesi,
il diritto internazionale stabilisce delle norm e generali e convenzionali tendenti ad um anizzare
O l’evento «guerra» riducendolo a fatto giuridico.

Diritto internazionale umanitario: disciplina le modalità di tutela


dei diritti umani dei soggetti coinvolti in un conflitto
Classificazione
Diritto dei conflitti arm ati internazionali: disciplina il comporta­
mento dei belligeranti e il ricorso alla forza

Diritto dell’Aja, che mira a regolamentare il comportamento dei


belligeranti e la condotta delle ostilità (mezzi e metodi) al fine di li­
mitarne la violenza

quattro convenzioni del 1949 in materia di:


— miglioramento delle condizioni dei fe­
riti e dei malati delle forze armate in
campagna (I)
Diritto di Ginevra, o
C o d ific a z io n e d el d iritto — miglioramento delle condizioni dei fe­
diritto internaziona­
consuetudinario riti, malati e naufraghi delle forze ar­
le um anitario, volto
mate in mare (II)
alla protezione delle
— trattamento dei prigionieri di guerra
vittime dei conflitti ar­
(III)
mati. Il diritto di Gine­
— protezione delle persone civili (IV)
vra si articola in:
due p ro to co lli addizionali del 1977 rela­
O tivi a:
— conflitti armati internazionali (I)
— conflitti armati interni (II)

Il d i r i t t o d e i c o n f l i t t i a r m a t i i n t e r n a z i o n a l i

Nozione: è quel complesso di disposizioni che regolano la condotta delle ostilità tra gli Stati
belligeranti o tra un m ovim ento di liberazione nazionale ed una potenza occupante, indipenden­
temente dal formale riconoscimento dello «stato di guerra» da parte dei belligeranti.

Conflitti arm ati tra entità statali sovrane

Am biti di applicazione G uerre di liberazione nazionale: conflitti non interstatali, in cui


un popolo lotta contro un'occupazione coloniale, straniera o con­
tro un regime che pratichi la segregazione razziale (apartheid)

l C a p ito lo 3 - Il diritto dei conflitti arm ati internazionali

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


113
lOMoARcPSD|6650114

«G uerra al terrorism o»: emersa per prassi come ulteriore tipo di


conflitto armato all'indomani della sua proclamazione da parte del
Presidente degli Stati Uniti George Bush. Tale guerra vede coin­
volti uno Stato (gli Stati Uniti) e un'organizzazione terroristica (Al
Am biti di applicazione
Qaeda), per cui non è facile inquadrarla nella distinzione tra con­
flitti internazionali o interni. Ad essa autorevole dottrina estende
anche l'applicabilità delle norme di diritto internazionale umanita­
rio relative ai combattenti legittimi

2 .1 • L a c o n d o tta d e lle o s tilità

G eneralità: i belligeranti hanno una scelta limitata dei mezzi per nuocere al nemico (IV Conven­
zione di Ginevra).

l'uso di arm i suscettibili di causare m ali


superflui (Dichiarazione di San Pietro­
Divieti consuetudi­ burgo 1868) o non necessari
nari l'uso d i arm i indiscrim inate o in m odo in ­
discriminato (senza distinzione tra obiet­
tivi militari e civili)

D ivieti in d iv id u ati l'uso di armi nucleari


in dottrina

Mezzi Protocollo di Ginevra del 1925 sul divie­


to d e ll’uso d i arm i chim iche e battereo-
logiche esteso da una Convenzione del
1972 alla fabbricazione e detenzione del­
le stesse
Divieti c o n v e n zio ­
Convenzione del 1980 sul divieto dell’uso
nali
delle arm i a frammentazione (che una vol­
ta penetrate nel corpo umano non sono
individuabili nemmeno ai raggi x), delle
mine, trappole esplosive (body track) e
delle arm i incendiarie (napalm incluso)

la perfidia, la dichiarazione di lottasenza


quartiere, l'uccisione anche dei nemici
che si sono arresi, l'uso di falsi emblemi,
il saccheggio

l'attacco di obiettivi non militari e di loca­


lità indifese, intendendo per località indi­
fesa quella in cui:
Sono vietati dal di­
M etodi di guerra — tutti i combattenti nonché le armi e il
ritto generale:
materiale mobile sono stati sgombrati
— non è fatto uso ostile delle installa­
zioni o degli stabilimenti militari fissi
— le autorità e le popolazioni non com­
mettono atti di ostilità
— non è svolta alcuna attività in appog­
gio ad operazioni militari

114 P a rte Q u in ta - Le controversie internazionali e i conflitti armati

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

2 .2 • P o te r i e o b b lig h i di u n a p o t e n z a o c c u p a n te

L'occupazione non implica un trasferimento di sovranità


Il territorio occupato non può essere oggetto di un'annessione
L'occupante è autorizzato a percepire imposte e contributi, a re­
quisire proprietà private e beni dello Stato nel rispetto di determi­
Diritto d ell’Aja (IV Conven­ nate condizioni. Può inoltre imporre l'espletamento di taluni servi­
zione) zi pubblici
L'occupante non deve ledere l'onore e i diritti fondamentali dei ci­
vili
L'occupante non deve procedere alla presa di ostaggi, a deporta­
zioni e saccheggi (QUOC DINH - DAILLIER - PELLET)

O Il d i r i t t o i n t e r n a z i o n a l e u m a n i t a r i o

Nozione: insieme delle norme consuetudinarie e pattizie che hanno per oggetto la lim itazione
della violenza bellica e la protezione delle vittim e di guerra.
O biettivo: protezione degli individui in quanto tali. Il contenuto del diritto umanitario muta in fun­
zione dei soggetti cui si applica.

membri delle forze armate regolari di uno


Stato
membri di corpi paramilitari e di milizie
volontarie non assoggettati alle forze ar­
Combattenti
mate regolari
legittimi
popolazione di territori non ancora occu­
pati che combatte l'invasore
membri delle forze di resistenza organiz­
zate

spie

- reclutati per combattere


Applicazione ra tio n e p e rs o - in conflitti armati
O n a ru m
spinti dalla possibilità di
Combattenti ottenere un compenso
illegittimi superiore a quello dei
normali combattenti
non sono membri delle
forze armate, né cittadi­
ni dello Stato per il qua­
le combattono

persone che agiscono in clandestinità a


favore di una delle parti in guerra

ogni individuo non ricompreso nella qua­


Popolazione civile lifica di combattente residente nel terri­
torio in cui si svolge il conflitto

l C a p ito lo 3 - Il diritto dei conflitti arm ati internazionali

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


115
lOMoARcPSD|6650114

► Feriti, prigionieri di guerra, disertori


► Stranieri: civili privi della cittadinanza degli Stati belligeranti. Ad
Popolazione civile essi sono riconosciute le stesse garanzie previste per la popola-
zione civile e il diritto a lasciare il territorio su cui si svolge il con­
flitto

3 .1 • L e m is u re d i g a r a n z ia

Nozione: sono quelle azioni coercitive cui è possibile ricorrere per far rispettare le norm e a
tutela dei com battenti e della popolazione civile.

► Rappresaglia. Metodo di garanzia «primitivo» consuetudinaria­


mente vietato con riguardo alle «persone protette»( civili, feriti, per­
sonale sanitario e religioso etc.), è am m esso solo nei confronti
dei com battenti legittim i e delle installazioni militari
► Repressione penale dei crim ini di guerra. I crimini di guerra,
che rientrano nella categoria generale dei crim ini internaziona­
li, sono ormai perseguibili a seguito di un processo evolutivo che
si è sviluppato all'indomani della prima guerra mondiale e che si
è strutturato con la giurisprudenza dei tribunali di Tokyo e Norim-
Tipologie berga.

• gli ordini illegittimi di un superiore non


costituiscono un'esimente per i loro ese­
cutori
► È ormai universal­ • i superiori gerarchici sono responsabili
m ente riconosciuto dell'operato dei loro subordinati
che: • ogni esecutore diretto di crimini di guer­
ra è responsabile qualsiasi sia il proprio
rango e la propria posizione nell'orga­
nizzazione statuale

3 .2 • Il C o m it a t o In t e r n a z io n a le d e lla C r o c e r o s s a ( C IC R )

G eneralità: è un'istituzione di diritto privato, a cui il Codice civile svizzero riconosce persona­
lità giuridica.
Ruolo umanitario: sul piano internazionale il CICR rileva quale soggetto neutrale autorizzato
ad intervenire nei conflitti internazionali e nelle guerre civili a tutela delle vittim e della guerra.

Il d i r i t t o d e i c o n f l i t t i a r m a t i n o n i n t e r n a z i o n a l i

Nozione: si tratta delle disposizioni applicabili alle cd. guerre civili, in cui un gruppo di insorti
combatte contro il governo legittimo.

116 P a rte Q u in ta - Le controversie internazionali e i conflitti armati

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

non devono, in linea di principio, ingerirsi negli affa ri interni del g o ­


verno legittim o (che può invocare il principio del dominio riserva­
Obblighi a carico to, tra cui rientra la soluzione dei conflitti interni)
degli Stati terzi
non devono incitare o organizzare su l proprio territorio attività p re ­
giudizievoli a ll’integrità dello Stato in cui ha luogo la guerra civile

devono a stenersi da ogni form a d i sostegno diretto o indiretto ai


ribelli

tem porale (sono solo provvisori e desti­


nati a scomparire alla fine della guerra di
liberazione nazionale)
spaziale (la loro esistenza è relativa ai
soli Stati che hanno riconosciuto l'auto­
rità dei ribelli)
O quantitativa. Ai ribelli è riconosciuta la fa­
Diritti e obblighi a carico Hanno natura lim ita­ coltà di concludere accordi collegati al
degli insorti ta sotto i profili: territorio controllato e di inviare o riceve­
re missioni diplomatiche. Da parte loro,
i ribelli sono tenuti a garantire la prote­
zione degli stranieri che si trovano sul
territorio da essi controllato e a rispetta­
re alcune norme fondamentali di carat­
tere umanitario. Possono infine preten­
dere il rispetto di queste stesse norme
umanitarie

► In nessun caso ai ribelli è concesso lo status di combattente legit­


timo
► Le norme consuetudinarie disposte attengono alla sola protezio­
ne della popolazione civile e si applicano solo quando il conflitto
interno riveste un alto grado di intensità

divieto di bombardare intenzionalmente


i civili e più in generale di attaccare obiet­
tivi non militari

O Condotta dalle ope­


obbligo di rispettare le norme precauzio­
nali disposte in caso di attacco contro
Disciplina dei com battim en­ razioni belliche
obiettivi civili
ti tra governo e insorti
obbligo, in caso di ricorso a rappresaglie,
di rispettare le condizioni fissate in via
generale

la popolazione civile non deve essere at­


taccata, intimorita o terrorizzata

Garanzie umanitarie è vietata ogni violenza fisica contro i ci­


fondam entali vili

i non-combattenti non possono essere


presi come ostaggi

l C a p ito lo 3 - Il diritto dei conflitti arm ati internazionali

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


117
lOMoARcPSD|6650114

sono vietate le rappresaglie che implichi­


no violenza alla persona o alla dignità dei
non-combattenti

ogni prigioniero di guerra deve essere


Disciplina dei com battim en­ Garanzie umanitarie
trattato secondo umanità, e non deve es­
ti tra governo e insorti fondam entali
sere sottoposto a tortura o a trattamenti
degradanti, crudeli o discriminatori

feriti e malati devono essere raccolti e


curati

L a n e u tr a lità

Stato neutrale: ma­ ha inizio nel momento in cui Stato viene


nifesta la volontà di a conoscenza del conflitto
non partecipare ad termina nel momento in cui partecipa al
un conflitto armato in conflitto o al momento della cessazione
corso. Lo sta tu s di dello stesso
Differenza fra Stato neutra­ neutralità:
le e Stato neutralizzato
Stato neutralizzato: status giuridico: garantito da un trattato
manifesta l'impegno multilaterale con il quale gli Stati terzi
perpetuo a non par­ s'impegnano a rispettare la volontà del­
tec ip a re ad alcun lo Stato neutralizzato
evento bellico

Obblighi a carico dello Sta­ im parzialità: non deve favorire alcun belligerante
to neutrale p assività : deve astenersi dal partecipare alle ostilità

Divieto di usare il territorio neutrale per azioni belliche


Rapporti Stato belligerante-
Diritto di ispezionare e catturare navi neutrali che trasportano mer­
Stato neutrale
ci di contrabbando

la situazione degli Stati che, come gli


USA fino al dicembre 1941, senza inter­
venire nelle ostilità sostennero delibera­
tamente uno dei belligeranti
quella degli Stati che, membri di un'or­
È una situazione giu­ ganizzazione internazionale, siano ob­
ridica intermedia tra bligati ad adottare sanzioni di tipo eco­
la belligeranza e la nomico, pur avendo la facoltà di non par­
Neutralità differenziata
neutralità. Possono tecipare a sanzioni militari
farsi rientrare in tale quella degli Stati che, in base all'appar­
categoria: tenenza ad un trattato di mutua assisten­
za o di difesa collettiva, prendano parte
alle ostilità nel quadro del principio di le­
gittima difesa collettiva (quindi solo in se­
guito ad un'aggressione e in virtù di un
trattato)

118 P a rte Q u in ta - Le controversie internazionali e i conflitti armati

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

In sintesi

L'incessante susseguirsi di conflitti armati rende indispensabile, ancora oggi, la vigenza di norme
sia consuetudinarie, sia pattizie che disciplinino l'evento «guerra» al fine di limitarne la violenza;
esse costituiscono il cd. ju s in bello e si applicano ai conflitti in atto, in ciò distinguendosi dallo ju s
a d bellum (che disciplina invece in quali casi il ricorso alla forza armata è da ritenersi legittimo).
Alcune di tali norme promuovono il rispetto dei diritti um ani nel corso di un evento armato (anche
con riferimento alle guerre civili), formando il diritto internazionale umanitario; altre regolamentano
la condotta dei belligeranti, i mezzi e i metodi di guerra, l'istituto della rappresaglia, i rapporti tra gli
Stati in guerra e quelli neutrali, costituendo il diritto dei conflitti arm ati internazionali (che si appli­
ca alle guerre tra Stati o tra movimenti di liberazione nazionale e forze occupanti, ma non alle guer­
re civili).
Fondamentale, in materia, è la disciplina originariamente prevista dalle Convenzioni dell'Aja e poi
in gran parte confluita nelle Convenzioni di Ginevra (1949), nonché nei relativi Protocolli (1977).

l C a p ito lo 3 - Il diritto dei conflitti arm ati internazionali

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


119
lOMoARcPSD|6650114

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

PARTE SESTA
ALTRI AMBITI DI APPLICAZIONE
DEL DIRITTO INTERNAZIONALE
C a p ito lo Prim o: Il diritto del mare ..................................................................................... Pag. 123

• 1. Il reg im e intern azion ale del m are. • 2. Il m a re territoriale e la z o n a c o n ­


tigu a. • 3. La piattafo rm a con tin entale. • 4. La z o n a econ o m ic a esclusiva.
• 5. L'alto m are. • 6. Z o n a a rch eo lo g ica e m a re p re s e n zia le . • 7. Il T ribu ­
n ale inte rn a zio n a le per il diritto del m are. • 8. Il regim e inte rn a zio n a le d e l­
la n avig azio ne.

C apito lo S eco nd o: Lo spazio aereo, extratmosferico e l’a n ta rtid e » 133

• 1. Lo s p a zio a e re o . • 2. Lo s p a zio extratm osferico. • 3. Le fre q u e n ze e


l'orbita g eo s ta zio n a ria . • 4. Gli spazi polari.

C apito lo Terzo: La protezione internazionale d ell’ambiente ................................. » 137

• 1. La tu te la d ell'a m b ie n te nel diritto con suetud inario . • 2. Diritto in tern a­


z io n a le in m a te ria di am b ie n te . • 3. R e g im e d ella responsabilità.

C apito lo Q uarto: L‘ordine economico in te rn a zio n a le ............................................... » 143

• 1. E v o lu zio n e d elle relazioni e con om iche e com m erciali internazionali.


• 2. Le o rg an izza zio n i che o p e ra n o nel settore econom ico. • 3. I m o v im e n ­
ti internazionali di capitali. • 4. Investim enti internazionali e n a z io n a liz z a ­
zioni.

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

Capitolo 1 IL D I R I T T O D E L M A R E

Il r e g i m e i n t e r n a z i o n a l e d e l m a r e

G eneralità: gli spazi marittim i sono costituiti dalle distese di acqua salata, in com unicazione
libera e naturale; sono gli unici a rilevare per il diritto internazionale, dalla cui disciplina restano inve­
ce esclusi le acque dolci e i mari interni.

O libertà dei m ari internazionali


sovranità di uno Stato su l tratto d i mare
adiacente le proprie coste (mare territo­
Principi fondam en­ riale), benché l'estensione di tale tratto
tali consuetudinari non fosse del tutto pacifica
in vigore fino alla sovranità d i uno Stato sulla piattaform a
metà del XX secolo continentale, il cui riconoscimento ave­
va assunto rilevanza grazie allo svilup­
po tecnologico che rendeva possibile lo
sfruttamento delle risorse di quest'area

C onferenza di G inevra (1958), in cui


furono firm ate 4 convenzioni sul dirit­
to del m are riguardanti, rispettivamen­
te: mare territoriale e zona contigua di vi­
gilanza; alto mare; pesca e conservazio­
ne delle risorse biologiche dell'alto mare;
piattaforma continentale
E laborazione del diritto del Conferenza di Ginevra (1960): fu convo­
mare cata per risolvere i problemi della confe­
renza precedente (la mancata indicazione
di una precisa estensione del mare territo­
riale; il silenzio in merito alle rivendicazio­
O ni di alcuni Paesi in via di sviluppo delle
Codificazione zone di pesca al di là del mare territoriale),
ma non alla conclusione di alcun accordo

Conferenza di M ontego Bay (UNCLOS


- 1982): dopo 11 sessioni svoltesi tra il
1973 e il 1982, fu firmato il testo di una
C onvenzione composto di 320 articoli e
9 allegati, entrato in vigo re solo nel
1994. Il lungo ritardo nell'entrata in vigo­
re è dovuto soprattutto alla mancata rati­
fica da parte dei Paesi industrializzati, che
ha indotto a siglare un nuovo Accordo
(New York, 29 luglio 1994) per derogare
ad alcune previsioni della Convenzione.
Di essa è parte contraente anche l ’UE

l C a p ito lo 1 - Il diritto del m are

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


123
lOMoARcPSD|6650114

2. Il m a r e t e r r i t o r i a l e e la z o n a c o n t i g u a

fascia di mare adiacente alle coste di uno Sta­


Nozione to su cui si estende la sovranità che quest'ultimo
esercita sul proprio territorio

La Convenzione di Montego Bay ha


fissato 2 criteri:
— linea della bassa m area come
base da cui far partire l'area da
limite
considerare mare territoriale
interno
— alternativamente linee rette. In tal
caso la linea di base è determina­
ta congiungendo con tratti rettilinei
i punti estremi dell'area costiera

— la prassi internazionale degli Sta­


ti si è orientata verso l'estensio­
limite
ne del mare territoriale fino a 12
esterno
miglia, limite accolto anche dal­
la Convenzione di Montego Bay

— per gli Stati costituiti da diversi


gruppi di isole la delimitazione av­
Stato
viene tracciando delle linee di
arcipelago
base che collegano i punti estre­
M are territoriale mi delle isole più esterne

Estensione Insenature che rientano in profondi­


tà nella costa per le quali la Conven­
zione di Montego Bay ha stabilito
che:
— qualora la distanza tra i pun­
ti d'entrata della baia non sia
superiore a 24 miglia, lo Sta­
to p uò tracciare la propria li­
nea di base partendo dai p u n ­
ti estrem i della baia, conside­
rando quindi le sue acque
Baie come acque interne. Tale
operazione è ammessa sol­
tanto nel caso in cui il territo­
rio circostante la baia appar­
tenga ad un solo Stato

— qualora la distanza tra i pun­


ti d'entrata superi le 24 miglia,
lo Stato deve tracciare la p ro ­
pria linea di base a ll’interno
della baia e da quel punto
procedere alla delimitazione
del mare territoriale

124 P a rte S e s ta - Altri ambiti di applicazione del diritto internazionale

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

le baie storiche sulle quali lo


Stato può vantare un dominio
esclusivo non contestato da
altri Stati si possono conside­
rare come acque interne. La
M are territoriale Estensione Baie
delimitazione può, in questo
caso, partire dalla linea che
congiunge ip u n ti estrem i del­
la baia anche se superiori alle
24 miglia marine

► Nozione: area esterna alle acque territoriali entro la quale lo


Stato costiero può esercitare poteri di vigilanza doganale e sani­
► Zona contigua
taria
► Estensione: la Convenzione di Montego Bay stabilisce 24 miglia
O

___________3 . L a p ia t t a f o r m a c o n t in e n t a le

Nozione: in termini geologici la piattaform a continentale consiste in quella parte di fondale m a­


rino, a scarsa pendenza, che form a una fascia di larghezza variabile al m argine dei continenti
e che si estende fino all’inizio della scarpata continentale.
Molti Stati hanno considerato questa parte del fondale marino come un naturale prolungamento
della terraferma su cui esercitare la loro sovranità, rivendicando così il diritto allo sfruttamento di tale
area soprattutto a fini di pesca, ricerca ed estrazione di idrocarburi.

Fino a l bordo estrem o del m argine continentale (ma non oltre la


distanza di 350 miglia marine dalle linee di base del mare territo­
Estensione (art. 76 Conven­ riale o 100 miglia dall'isobata dei 2500 metri)
zione di Montego Bay) Fino alla distanza di 2 00 m iglia m arine dalla linea di base del mare
territoriale, se il margine continentale si trova ad una distanza in­
feriore

► Lo Stato costiero esercita diritti sovrani sulla piattaforma conti­


nentale al fine dell'esplorazione di questa e dello sfruttamento del­
le sue risorse naturali
O ► Gli altri Stati sono liberi di esercitare i diritti tipici dell’alto mare
nelle acque sovrastanti e di sorvolare lo spazio aereo, non pre­
Diritti esercitabili
giudicando, tali attività, l'opera dello Stato costiero volta allo sfrut­
tamento delle risorse della piattaforma
► Se la piattaforma continentale si estende oltre il limite delle 200
miglia, lo Stato costiero conserva i p ro p ri diritti fino a l cd. m argine
continentale

La giurisprudenza della Corte internazionale di giustizia ha sta­


Delim itazione tra Stati
bilito, sulla base del principio di equità, che nella delimitazione del­
lim itrofi e frontisti
la piattaforma continentale si deve tener conto di:

l Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


C a p ito lo 1 - Il diritto del m are 125
lOMoARcPSD|6650114

• geografici, che spesso, a causa della par­


ticolare conformazione delle coste, pos­
sono produrre notevoli differenze con
l'adozione del solo criterio dell'equidi­
stanza
• geologici. Poiché la nozione giuridica di
piattaforma continentale deriva da un
concetto geologico della stessa, è utile,
► Fattori
secondo la Corte, procedere ad un «esa­
me della geologia della piattaforma» al
Delim itazione tra Stati fine di evidenziare caratteristiche che
lim itrofi e frontisti possano essere d'ausilio nella sua deli­
mitazione
• storico-giuridici, allorquando esiste già
una delimitazione che viene de facto ri­
spettata dalle parti

► La posizione della Corte si è riflessa nella soluzione accolta dalla


Convenzione di M ontego Bay, che dispone che la delimitazione
della piattaforma continentale deve essere effettuata per accordo
sulla base del diritto internazionale allo scopo di raggiungere
un’equa soluzione

L a z o n a e c o n o m ic a e s c lu s iv a

Definizione: è un'area di 200 m iglia m arine m isurate a partire dalle linee di base del mare
territoriale, in cui lo Stato costiero esercita quei poteri necessari allo sfruttam ento delle risorse
econom iche presenti nell'area, sia nel sottosuolo marino che nelle acque sovrastanti

► Diritti sovrani sia ai fini dell'esplorazione, dello sfruttamento, della


conservazione e della gestione delle risorse naturali, biologiche o
non biologiche, che si trovano nelle acque soprastanti il fondo del
mare, sul fondo del mare e nel relativo sottosuolo, sia ai fini di al­
tre attività connesse con l'esplorazione e lo sfruttamento econo­
mico della zona, quali la produzione di energia derivata dall'acqua,
dalle correnti e dai venti
► Giurisdizione in materia di installazione e utilizzazione di isole ar-
Diritti dello Stato costiero tificiali, impianti e strutture, ricerca scientifica marina, protezione
e preservazione dell'ambiente marino
► Promuovere l'obiettivo dello sfruttamento ottimale delle risorse bio­
logiche della zona economica esclusiva. Ciò implica che ogni Sta­
to, a seguito di apposite indagini e di studi, stabilisce la quantità
massima di risorse ittiche sfruttabili nella sua zona economica
esclusiva. Se la sua capacità di sfruttamento è inferiore al limite
stabilito, può concedere ad altri Stati l'accesso alle risorse residue
attraverso la conclusione di accordi

126 P a rte S e s ta - Altri ambiti di applicazione del diritto internazionale

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

Libertà di navigazione e di sorvolo


Libertà di posa in opera di condotte e cavi sottomarini
Altri usi del mare, leciti in ambito internazionale, collegati con tali
libertà
Diritto di accesso alle risorse ittiche non sfruttate dallo Stato costie­
ro. L'accesso a tali risorse deve essere consentito dallo stesso Sta­
Diritti degli altri Stati to costiero, tenendo conto in primo luogo delle esigenze degli Sta­
ti privi di sbocco sul mare (land-locked) o geograficamente svan­
taggiati (perché con un limitato sviluppo di coste) e quelli in via di
sviluppo. La Convenzione di Montego Bay, infatti, prevede (artt. 69
e 70) che essi abbiano il diritto di partecipare «su basi equitati­
ve allo sfruttamento di una parte delle risorse biologiche ecce­
dentarie» della zona economica esclusiva degli Stati costieri della
stessa regione, sulla base di accordi da stipularsi tra le parti

o
L ’a l t o m a r e

Definizione: è lo spazio m arino che si estende al di là delle acque interne e del m are terri­
toriale e che non è com preso né nella zona econom ica esclusiva né nelle acque arcipelaghe di
uno Stato arcipelago (art. 86 Conv. Montego Bay).

Si tratta dell'unica zona in cui trova ancora applicazione il princi­


pio della libertà dei mari, che comporta il riconoscimento a cia­
scuno Stato di un uguale diritto ad esercitare tutte le attività di uti­
lizzo del mare internazionalmente lecite quali la navigazione, il sor­
Disciplina internazionale
volo, la pesca, la posa dei cavi, la costruzione di isole artificiali e
la ricerca scientifica
Lim ite a tale libertà: il suo esercizio è condizionato al rispetto de­
gli interessi e della libertà degli altri Stati

sono patrim onio com une dell’um ani­


tà e possono essere utilizzate a fini
D ic h ia r a z io n e di esclusivamente pacifici
p r in c ip i d e l l ’A s ­ l'esplorazione ed l'utilizzazione delle ri­
Risorse m arine
s e m b le a g en e ra le sorse ivi esistenti devono essere effet­
O ONU del 17-12-1970 tuati nell'interesse dell'umanità intera, te­
nendo conto soprattutto dei Paesi in via
di sviluppo

l C a p ito lo 1 - Il diritto del m are

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


127
lOMoARcPSD|6650114

è l'organizzazione internazionale cui è


stato attribuito il compito di presiedere
allo sfruttam ento delle risorse del fon­
do e del sottosuolo dell'alto mare e di ga­
rantire che questo avvenga nell’interes­
se d ell’um anità
il sistema previsto si fonda sul concetto
di sfruttam ento parallelo, volto a conci­
liare il principio di patrimonio comune
dell'umanità con il dato di fatto che solo
Autorità internazio­
Risorse m arine alcuni Stati dispongono dei mezzi tecni­
nale dei fonti marini
ci e finanziari atti ad intervenire nella
zona, secondo il quale lo sfruttamento
delle risorse spetta sia a g li S ta ti che
a ll’A utorità
all'Autorità spetta inoltre la definizione e
l'attuazione della politica delle risorse
della zona, il controllo delle attività, attra­
verso l'esame dei piani di lavoro presen­
tati dalle imprese, e l'indicazione dei cri­
teri di ripartizione dei ricavi

Z o n a a r c h e o lo g ic a e m a r e p r e s e n z ia le

spazio dell'ampiezza di 24 m iglia in cui uno Stato costiero può


estendere i propri p o te ri in m ateria di ritrovam ento e com m ercia­
lizzazione di beni storici e archeologici (art. 303 Conv. Montego
Bay)
Zona archeologica
nel caso di Stati lim itrofi o frontisti le cui coste abbiano una distan­
za inferiore alle 48 m iglia la giurisdizione sulla zona archeologica
è individuale ed esclusiva, per cui occorre preliminarmente delimi­
tare il rispettivo ambito spaziale di competenza

espressione recentemente coniata per indicare gli spazi in alto


m are su cui alcuni Stati (es. Argentina, Canada, Cile) pretendono
di estendere la propria giurisdizione in m ateria d i pesca, al fine di
M are «presenziale»
preservare le specie ittiche
non costituisce una fattispecie disciplinata dal diritto internaziona­
le, né viene riconosciuta p e r prassi

128 P a rte S e s ta - Altri ambiti di applicazione del diritto internazionale

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

Capitolo
1 - Il diritto del mare O O

Parte di piattaform a
Fino alla profondità di 200 m etri o fino a quando oltre le 200 m iglia
lo sfruttam ento è possibile. (m assim o 350 m iglia)
PIATTAFORM A C O N TIN EN TALE M ARGINE FONDI M ARINI IN TER N AZIO N ALI

C O N TIN EN TALE (ZO NA IN TER N AZIO N ALE)


129

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

Il T r i b u n a l e i n t e r n a z i o n a l e p e r il d i r i t t o d e l m a r e

risolvere tutte le controversie relative all’interpretazione e all’ap­


plicazione della Convenzione di M ontego Bay
Com petenze
risolvere tutte le questioni specificamente previste in qualsiasi ac­
cordo che attribuisca ad esso delle competenze

► 21 giudici, scelti dall'elenco delle persone presentate da ciascun


Stato membro. Restano in carica per nove anni ma possono es­
sere rieletti. Sono affiancati da un Presidente, un vice presidente,
eletti per tre anni, ed un cancelliere.
► È inoltre istituita una Camera (11 membri eletti per tre anni) compe­
tente per la risoluzione delle controversie relative ai fondi marini

I ricorsi devono essere presentati al cancelliere che li notifica agli


Stati interessati e a tutti gli Stati contraenti; se necessario, il Tribu­
nale adotta misure cautelari
II Tribunale, prima di emettere sentenza, accerta la sua competen­
Procedura za sulla controversia e che la domanda sia fondata di diritto e di
fatto
La Camera delle controversie relative ai fondi marini può istituire
una camera a d hoc, composta di tre dei suoi membri, per cono­
scere i dettagli di una particolare controversia

Valore delle sentenze: le decisioni della Camera sono esecutive nel territorio degli Stati contra­
enti. Esse sono prese in applicazione non solo delle disposizioni della Convenzione di Montego Bay
e delle norme di diritto internazionale con essa compatibile, ma anche delle norme, dei regolamenti e
delle procedure adottate dall'Autorità internazionale dei fondi marini e delle clausole dei contratti re­
lativi alle attività dell'Area internazionale dei fondi marini (fondo del mare, degli oceani e il relativi sot­
tosuolo, al di là dei limiti della giurisdizione nazionale) nelle questioni connesse a tali contratti

___________8 . Il r e g i m e i n t e r n a z i o n a l e d e l l a n a v i g a z i o n e

Nazionalità delle navi: s'intende un criterio di collegam ento che si stabilisce con l’ordina­
mento giuridico dello Stato e che com porta la soggezione delle nave alla sovranità dello Sta­
to medesimo.
Il principio generale che in ambito internazionale regola tale collegamento è quello della sottopo­
sizione della nave a l potere esclusivo dello Stato d i cui è autorizzata a battere bandiera (art. 91 della
Convenzione di Montego Bay) purché esista un legame effettivo (genuine link) e lo Stato eserciti un
reale potere di controllo.

O sservazioni

La nave che batte bandiera di due o più Stati è assimilata alla nave priva di nazionalità, la quale
non può invocare la protezione di alcuno Stato e in alto mare è soggetta all'autorità delle navi da
guerra di tutti gli Stati.

130 P a rte S e s ta - Altri ambiti di applicazione del diritto internazionale

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

g iurisdizione dello Stato costiero, che


gode anche del diritto d ’inseguimento nei
confronti della nave che ha violato le sue
leggi interne. L'inseguimento deve però
iniziare nel suo mare territoriale, nelle ac­
que interne o nella zona contigua e può
Nel mare territoriale
continuare fino all'alto mare

diritto d i passaggio inoffensivo delle navi


straniere

com petenza dello Stato di bandiera solo


p e r fatti interni alla nave straniera

che collegano una parte di alto mare (o


zona economica esclusiva) ad un'altra:
o è applicabile il diritto d i passaggio in tran­
sito, inteso come l'esercizio della libertà
di navigazione e di sorvolo, ai soli fini del
passaggio continuo e rapido attraverso
lo stretto. Tale passaggio non può in al­
cun modo essere impedito: lo Stato rivie­
rasco può, però, indicare appositi corri­
Negli stretti doi attraverso cui incanalare il traffico ma­
rittimo o prescrivere schemi di separa­
zione del traffico
Navigazione che collegano una zona econom ica
esclusiva o l'alto mare con il mare terri­
toriale oppure gli stretti formati da un'iso­
la e dalla terraferma appartenenti allo
stesso Stato: si applica il diritto d i p a s ­
saggio inoffensivo (che non ammette il
sorvolo)

N ella zona econ o ­ piena libertà d i navigazione e d i sorvolo


m ic a e s c lu s iv a e sempre nel rispetto dei diritti e degli ob­
sop ra la p ia ttafo r­ blighi dello Stato costiero
ma continentale

O piena libertà d i navigazione e d i sorvolo


nel rispetto degli interessi e della libertà
di altri Stati. Da ciò deriva la sottoposi­
zione della nave a ll’esclusivo potere del­
lo Stato di bandiera
eccezioni: la nave straniera può essere
In alto mare
fermata e perquisita da una nave da
guerra:
— se sussistono seri motivi per sospet­
tare che essa pratichi la tratta degli
schiavi o la p irateria o per uso frau­
dolento d i bandiera straniera

C a p ito lo 1 - Il diritto del m are • 131

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

— in caso d i incidente che sia suscetti­


bile d i inquinare il litorale dello Stato
costiero

— n e l caso d i contrabbando d i guerra


in tempo d i pace. La prassi interna­
zionale è orientata nel senso di rico­
noscere allo Stato sul cui territorio è
in atto una guerra civile l'esercizio,
anche in acque internazionali, del di­
Navigazione In alto mare ritto di ispezione e cattura della nave
altrui nel caso in cui questa si pro­
ponga di intervenire in aiuto degli in­
sorti con la vendita di armi o lo sbar­
co di soldati (CONFORTI)
presenza costruttiva: per parte della dot­
trina (CONFORTI), facoltà per uno Sta­
to costiero di catturare una nave stranie­
ra in alto mare se questa ha partecipato
ad attività illecite commesse nel proprio
mare territoriale

In sintesi

Il diritto internazionale contiene una serie di norme consuetudinarie finalizzate a delimitare l'eser­
cizio del potere di governo degli Stati negli spazi marini e a bordo di navi.
In linea di principio, le navi, pubbliche o private, sono sottoposte a l potere d i governo dello Stato
della bandiera, cioè dello Stato di cui hanno la nazionalità; si tratta di un potere esclusivo, salvo
eccezioni se la nave si trova fuori delle zone marine che il diritto internazionale sottopone alla so­
vranità territoriale dello Stato costiero.
Nel 1982 è stata adottata a Montego Bay (Giamaica) la Convenzione delle N azioni Unite su l dirit­
to del m are (UNCLOS), che codifica l'intera materia, entrata in vigore nel 1994 dopo aver raggiun­
to un gran numero di Stati parti contraenti.
Le norme principali sono quelle che definiscono il m are territoriale, la zona econom ica esclusiva e
l'alto mare, attribuendo particolari diritti e obblighi agli Stati.

132 P a rte S e s ta - Altri ambiti di applicazione del diritto internazionale

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

2 L O S P A Z IO A E R E O ,
E X T R A T M O S F E R I C O E L ’A N T A R T I D E

L o s p a z io a e re o

Nozione: area sovrastante la superficie terrestre, sia essa costituita da terraferma o da diste­
se marine.

o Riferim ento normativo: il problema della base giuridica dello spazio aereo è ancora oggetto di
dispute dottrinali; gran parte della normativa applicabile si rintraccia nella Convenzione su ll’aviazio­
ne civile internazionale, firmata a Chicago il 7 dicembre 1944 ed istitutiva, tra l'altro, dell' O rganizza­
zione p e r l ’aviazione civile internazionale (ICAO).

► Teoria della libertà illimitata: afferma la libertà di sorvolo senza li­


miti su tutti gli Stati, rilevando che l'atmosfera costituisce un'enti­
tà continua e non scomponibile in senso orizzontale o in altro modo
► Teoria della sovranità illim itata: afferma il carattere assoluto del
potere di ciascuno Stato nello spazio aereo sovrastante il proprio
territorio, con esclusione di ogni pretesa degli altri Stati
► Teoria della libertà lim itata: prevede che l'aria è libera e la sua li­
bertà può essere limitata soltanto da diritti strettamente determi­
nati ed appartenenti allo Stato sottostante
► Teorie della sovranità lim itata: si propongono di correggere gli ec­
cessi di un'assoluta sovranità dello Stato, introducendo limitazio­
ni a favore del traffico aereo di mezzi provvisti di determinati re­
quisiti di idoneità, comprovati con certificati riconosciuti dalle varie
nazioni

► Piena ed esclusiva sovranità degli Stati sullo spazio aereo na­


zionale, ossia quello sovrastante il proprio territorio e il mare ter­
ritoriale (cd. principio della non libertà dello spazio aereo)
Principi generali
► Piena libertà di sorvolo sullo spazio aereo internazionale so­
vrastante l'alto mare e i territori inappropriati e inappropriabili (ad
es. Antartide)

► Identificare gli aerei stranieri in volo


► Regolarne il sorvolo per tutto il periodo in cui restano in tale spa­
zio
Diritti degli Stati nello spa- ► Interdire l'accesso ai cieli nazionali
zio aereo nazionale ► Fino a 200 miglia nello spazio sovrastante l'alto mare (cd. zona di
identificazione aerea), identificare gli aerei diretti verso le proprie
coste e prendere tutte le misure opportune in caso di riluttanza da
parte dei piloti a rispettare a tale condizione

l C a p ito lo 2 - Lo spazio aereo, extratm osferico e l'antartide

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


133
lOMoARcPSD|6650114

2. L o s p a z io e x tr a tm o s fe r ic o

G eneralità: i lanci di satelliti artificiali, sonde e capsule con astronauti nello spazio extra-atmosfe­
rico hanno evidenziato l'inadeguatezza delle norme tradizionali a regolamentare le attività che s i svol­
gono oltre i lim iti d e ll’atm osfera terrestre o sulla superficie d i a ltri pianeti.
Dopo un iniziale tentativo di estendere le disposizioni concernenti la navigazione aerea all'attivi­
tà nello spazio extratmosferico, gli Stati si sono ben presto resi conto che era necessario adottare di­
sposizioni nuove in materia, poi evolutesi fino a formare un vero e proprio diritto dello spazio, inte­
so com e quella branca del diritto internazionale che disciplina le attività dirette all’esplorazio­
ne e all’utilizzazione dello spazio extratm osferico e dei corpi celesti (DURANTE).
Testo fondamentale in materia è la Risoluzione 1962, adottata dall'Assemblea generale dell'ONU
il 13 dicembre 1963, intitolata « Dichiarazione di p rincipi g iuridici regolanti l'attività degli Stati in m ate­
ria d i esplorazione ed utilizzazione dello spazio extra-atm osferico».

L'esplorazione e l'utilizzazione dello spazio cosmico e dei corpi ce­


lesti devono avere luogo per il bene e l'interesse di tutti i Paesi e
sono aperte a tutti gli Stati, senza discriminazione alcuna
Lo spazio cosmico ed i corpi celesti (compresa la Luna) non sono
soggetti ad appropriazione nazionale, né a pretese di sovranità at­
traverso l'uso, l'occupazione o altro mezzo
L'attività di esplorazione e di utilizzazione deve svolgersi in con­
formità con il diritto internazionale, nell'interesse del mantenimen­
to della pace e della sicurezza internazionale e della promozione
della cooperazione internazionale
Principi fondam entali La Luna e gli altri corpi celesti devono essere usati dagli Stati esclu­
sivamente per scopi pacifici
È vietato porre in orbita, o fare altrimenti stazionare nello spazio,
vettori di armi atomiche o aventi effetto distruttivo analogo
Gli astronauti sono considerati inviati dell'umanità nello spazio
Ciascuno Stato conserva i diritti di proprietà e la sua potestà sugli
oggetti lanciati nello spazio anche in caso di ritorno sulla Terra
Ogni Stato che effettua o fa effettuare il lancio di un oggetto nello
spazio sopra-atmosferico e ogni Stato il cui territorio e le cui instal­
lazioni servono al lancio sono responsabili per i danni causati agli
altri Stati da questo oggetto e dai suoi elementi costitutivi

La Luna viene definita patrim onio com une d e ll’umanità


Trattato sulla Luna e gli al­ La libertà di utilizzazione deve sempre tendere ad un'equa distri­
tri corpi celesti (18-12-1979) buzione delle risorse, con particolare riguardo alle esigenze dei
Paesi in via di sviluppo

3- L e f r e q u e n z e e l ’o r b i t a g e o s t a z i o n a r i a

Generalità: l'orbita geostazionaria è un'orbita circolare intorno all’equatore situata a 35.863


km di distanza dalla Terra che permette, ad un satellite che vi sia collocato, di muoversi con lo stes­
so periodo di rotazione della Terra restando quindi fisso rispetto a questa. L'orbita, che si stima pos­
sa ospitare non più di 1800 satelliti, riveste una grande importanza economica soprattutto in relazio­
ne al suo impiego nel campo delle telecomunicazioni grazie allo sfruttamento delle frequenze.

134 P a rte S e s ta - Altri ambiti di applicazione del diritto internazionale

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

limitare il numero delle frequenze e di uti­


lizzare le frequenze e l'orbita geostazio­
naria in maniera efficace ed economica
Principi s ta b iliti alla C o n ­ Gli Stati devono im­
favorire l'accesso all'orbita ai diversi
venzione di Nairobi (1982) pegnarsi a:
gruppi di paesi
tenere conto delle particolari esigenze
dei PVS

G li s p a z i p o l a r i

G eneralità: zone intorno al Polo Nord (Artide) e al Polo Sud (Antartide) considerate spazi
n u lliu s , non sottoposti alla sovranità di alcuno Stato. L'Antartide è inoltre un territorio internazionaliz­
zato (CONFORTI) perché in relazione ad esso vigono norme internazionali che ne regolano l'utilizzo.
O
Applicata originariamente alla regione artica, in base ad essa gli
Stati che si affacciano sul Mar glaciale artico avrebbero diritto al
settore (di terra e di mare) avente l'area di un triangolo che ha la
base nella linea di base dello Stato e il vertice nel Polo Nord
Applicata all'Antartide in un periodo successivo, la teoria, soste­
Teoria dei settori nuta dall'Argentina, dall'Australia, dal Cile, dalla Nuova Zelanda,
dalla Francia, dalla Gran Bretagna e dalla Norvegia (cd. claim ant
States perché avanzano pretese sulla regione antartica), ha su­
bito delle modifiche avendo questi Stati rivendicato un'area di ter­
ra equivalente ad un triangolo la cui base si trova nel 60° paralle­
lo ed il vertice nel Polo Sud

Oggetto: Internazionalizzazione dell’Antartide

il congelamento delle pretese di sovra­


nità dei 7 claim ant States e delle oppo­
sizioni ad esse avanzate dagli altri Stati
l'interdizione di ogni attività di carattere
militare

Punti chiave la libertà nella ricerca scientifica


O dell’accordo la cooperazione nell'espletamento di
Trattato di W ashington quest'ultima attività (mediante scambi di
(1-12-1959) informazioni e di personale scientifico)
la sottoposizione esclusiva del persona­
le che opera nelle basi dell'Antartide allo
Stato di cui ha la nazionalità

— Stati firmatari
— Stati che d im o ­
strano di essere
Part contraenti consultive
interessati all'atti­
vità nel continen­
te (Italia dal 1987)

l C a p ito lo 2 - Lo spazio aereo, extratm osferico e l'antartide

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


135
lOMoARcPSD|6650114

non p o sso n o
prendere decisio­
ni sulle questioni
Trattato di W ashington
Parti contraenti non consultive inerenti il trattato
(1-12-1959)
e non hanno il di­
ritto d'ispezionare
mari e basi

In sintesi

Le norme di diritto internazionale del mare sono state estese, per analogia, anche allo spazio ae­
reo.
Lo spazio aereo nazionale o territoriale, dunque, è lo spazio soggetto alla sovranità dello Stato,
che esercita pieni poteri di controllo e di limitazione del traffico aereo.
Lo spazio aereo internazionale, invece, è uno spazio soggetto a regim e di libertà; è quello che so­
vrasta i territori nullius o inappropriabili come l'Antartide e tutte le zone di mare situate al di là del
mare territoriale degli Stati costieri (GIOIA).
La libertà di navigazione aerea è garantita dal fatto che gli aerei in volo sono soggetti alla «giuri­
sdizione» esclusiva dello Stato di bandiera, cioè dello Stato di registrazione del velivolo.
Le attività che si svolgono oltre i lim iti d e ll’atm osfera terrestre (es. l'utilizzo delle frequenze) o sul­
la superficie d i a ltri p ia n e ti sono regolate dal diritto dello spazio, e devono essere orientate a l bene
e a ll’interesse d i tutti g li Stati, senza tentativi d i appropriazione nazionale; i medesimi principi val­
gono, di regola, anche per le regioni p o la ri (Artide e Antartide).

136 P a rte S e s ta - Altri ambiti di applicazione del diritto internazionale

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

Capitolo 3 L A P R O T E Z IO N E
I N T E R N A Z I O N A L E D E L L ’A M B I E N T E

L a t u t e l a d e l l ’a m b i e n t e n e l d i r i t t o c o n s u e t u d i n a r i o

G eneralità: sono due le ragioni fondamentali che hanno consentito alla salvaguardia dell'ambien­
te di assumere una rilevante dimensione internazionale:
— la consapevolezza che le attività lesive d e ll’am biente poste in essere da uno Stato tendono, ine­
vitabilmente, a ripercuotersi su a ltri Stati o anche in aree non sottoposte alla sovranità di alcuno
O di essi (si pensi, ad esempio, alle piogge acide);
— la presa d i coscienza che esistono alcuni p roblem i ambientali, quali la perdita di biodiversità, i mu­
tamenti climatici, il riscaldamento terrestre, solo per citarne alcuni, che p e r la loro natura non p o s ­
sono essere gestiti, né tantom eno risolti dagli S tati sulla base d i iniziative unilaterali, ma necessi­
tano di una forte cooperazione internazionale perché «la Terra è un organismo la cui salute dipen­
de da quella di tutte le sue componenti» (Rapporto Brundtland, 1987).

nessuno Stato ha il diritto d i usare il p ro ­


prio territorio o d i perm etterne l'uso in
Nozione
m odo da causare danno a l territorio di
un altro Stato

obbligo della d u e d ilig e n c e : dovere di


ciascun Stato che intende svolgere atti­
vità suscettibili di arrecare danni all'am­
biente di adottare tutte le misure oppor­
tune per eliminare o attenuare i rischi di
danni transfrontalieri

obbligo di prevenzione: deriva dalla


sentenza della CIG del 25-9-1997 (pro­
Divieto di inquinam ento getto Gabcikovo-Nagymaros) e consiste
nel dovere di adottare tutte le misure pre­
O transfrontaliero (Principio
ventive necessarie ad impedire che la re­
n. 21 Dich. Stoccolm a e
n. 2 Dich. Rio) alizzazione di date attività rechi gravi pre­
Conseguenze giudizi transfrontalieri

principio di precauzione: stabilisce l'ob­


bligo per gli Stati ad agire preventivamen­
te al fine di evitare il prodursi di un danno

principio «chi inquina paga» : codifica­


to come principio n. 16 nella Dichiarazio­
ne di Rio esso non solo richiede che l'au­
tore di un danno all'ambiente sia consi­
derato responsabile e tenuto a risarcire
coloro che sono stati danneggiati, ma so­
prattutto impone agli Stati di non legife­
rare in modo da garantire che l'autore del
danno non sia tenuto al risarcimento

l C a p ito lo 3 - La protezione internazionale dell'am biente

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


137
lOMoARcPSD|6650114

questa regola trova nel corso della Con­


ferenza di Rio piena codificazione ai Prin­
D iv ie to di in q u in a m e n to
cipi n. 7, 13 e 27; si prevede infatti che
transfrontaliero (Principio n.
G eneralità gli Stati debbano cooperare in uno spiri­
21 Dich. S to cco lm a e n. 2
to di partnership per conservare, proteg­
Dich. di Rio)
gere e ristabilire la salute e l'integrità
dell'ecosistema terra

informare gli altri Stati sulla propria vo­


lontà di intraprendere un'attività suscet­
tibile di arrecare danni all'ambiente
Obbligo di cooperazione Obblighi di caratte­ consultazioni in caso di opposizione di Sta­
tra Stati re procedurale ti terzi alla realizzazione di un progetto
notifica d'urgenza delle catastrofi natu­
rali e di tutte quelle situazioni atte a pro­
vocare danni all'ambiente

codificato come Principio n. 3 della Di­


chiarazione di Rio, è uno sviluppo che
soddisfa le esigenze delle generazioni
presenti senza compromettere — attra­
Definizione
verso uno sfruttamento indiscriminato
delle risorse disponibili — il soddisfaci­
mento dei bisogni delle generazioni fu­
Sviluppo sostenibile ture

prevede un nesso di interdipendenza e


complementarietà tra tutela dei diritti
dell'uomo, sviluppo economico e tutela
Im plicazioni
dell'ambiente
introduce il concetto di «responsabilità
intergenerazionale» (CONFORTI)

D i r i t t o c o n v e n z i o n a l e in m a t e r i a d i a m b i e n t e

Dopo la Conferenza di Stoccolma del 1972, sede dove per la pri­


ma volta l'ambiente è stato considerato patrimonio comune
dell'umanità, sono stati conclusi numerosi trattati multilaterali
che hanno per oggetto i rischi ambientali globali

Tali trattati hanno spesso natura di accordi cornice: fissano i prin­


C aratteristiche
cipi chiave della disciplina rinviando ad una regolamentazione suc­
cessiva il compito di specificare gli obblighi assunti dalle parti con­
traenti
In essi sono previsti sistem i di garanzia volti a realizzare i fini
enunciati

C o nvenzio ne s u ll’in q u in a ­ Adozione: Ginevra, 13 novembre 1979


mento atm osferico a lunga O biettivo: fronteggiare il fenomeno delle piogge dovute ad emis­
distanza sioni di zolfo, idrocarburi e ossidi di azoto

138 P a rte S e s ta - Altri ambiti di applicazione del diritto internazionale

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

Adozione: Vienna, 22 maggio 1985


C o nvenzio ne per la prote­
Obiettivo: contrastare gli effetti nocivi derivanti dall'assottigliamen­
zione della fascia di ozono
to della fascia di ozono

Adozione: 16 settembre 1987


P ro to co llo a d d iz io n a le di O biettivo: riduzione di emissioni di gas ad effetto serra del 50%
Montreal nell'arco di dieci anni, dal 1987 al 1998, e regime di speciale con­
cessione per i Paesi in via di sviluppo

Adozione: New York, 9 maggio 1992


Convenzione quadro dell’ONU O biettivo: combattere i fenomeni di inquinamento prodotti soprat­
sui cam biam enti climatici tutto attraverso profonde alterazioni climatiche che incidono sugli
ecosistemi

o Adozione: New York, 21 maggio 1997 (non in vigore)

C o n v e n z io n e s u l d ir itt o equa e ragionevole utilizzazione dei cor­


a ll’u tiliz z a z io n e dei corsi si d'acqua da parte di Stati rivieraschi
d ’acqua internazionali Principi chiave: • obbligo per gli Stati rivieraschi di coope­
rare anche attraverso lo scambio di in­
formazioni

Adozione: Montego Bay, 10 dicembre 1982

diritto sovrano degli Stati di sfruttare le


proprie risorse materiali
Disciplina:
obbligo degli Stati di proteggere e pre­
Convenzione d e ll’ONU sul servare l'ambiente marino
diritto del mare
O biettivo: ridurre i fenomeni di inquinamento. A tale scopo gli Sta­
ti si impegnano ad adottare leggi e regolamenti conformi alle pra­
tiche raccomandate a livello internazionale, armonizzare le politi­
che in tema di ambiente e assicurare l'applicazione delle norme
interne e degli accordi internazionali

Paesi in via di svilup­


O po: obblighi di coopera­
zione e scambi di infor­
mazioni
P aesi in tra n s iz io n e
verso una econom ia di
prevede re- mercato: obblighi ridot-
Protocollo di
sponsabili- ti in tema di emissioni di
Sviluppi recenti in tem a di Kyoto 1997
tà comuni, gas ad effetto serra
am biente (scadenza nel
m a d if f e - — Paesi econom icam en-
2012)
renziate te avanzati: il Protocollo
fissa al 5% la percentua­
le di riduzione di emissio­
ni di gas nel periodo
2008-2012. È previsto
anche un regime diffe­
renziato fra tali Paesi

C a p ito lo 3 - La protezione internazionale dell'am biente 139

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

aiuti e finanziamenti ai Paesi in via di svi­


luppo in materia di clima
permessi di emissioni di sostanze inqui­
A cco rd i di M arra ­
nanti
kech (2001)
meccanismi di controllo degli obblighi
previsti negli accordi
dichiarazione sullo sviluppo durevole

realizzare uno sviluppo


sostenibile
Vertice di Johan­ combattere la povertà
nesburg (2/4-9­ obiettivi p ro teg gere e gestire
2002) l'ambiente
frenare la perdita di bio-
diversività
Sviluppi recenti in tem a di
am biente
stipulare un nuovo ac­
cordo globale (entro il
2009, a Copenaghen)
che dal 2012 subentri al
protocollo di Kyoto
p er a rg in a re i danni
XIV Conferenza sul dell'effetto serra
clim a (Poznan obiettivi ridurre le emissioni cli­
1/14-12-2008) matizzanti
finanziare le politiche di
adattamento dei PVS
favorire l'accesso a tec­
nologie non inquinanti
promuovere lo sviluppo
sostenibile

Osservazioni

Le Conferenze ONU sul clima si tengono annualmente tra i Paesi firmatari della Convenzione quadro
su i cambiam enti climatici per favorire la cooperazione interstatale e la conclusione di nuovi accordi.
A quella di Poznan hanno fatto seguito le Conferenze di Copenaghen (COP 15 del 2009), Cancun
(COP 16 del 2010) e, da ultima, Durban (COP 17 del 2011) senza portare a risultati di rilievo.

Principio generale: l'utilizzazione di questi spazi non deve com­


portare un pregiudizio alla libertà e agli interessi degli altri Stati
Spazio extratm osferico: gli Stati, in materia di esplorazione ed
utilizzazione di tale spazio, compresa la luna e gli altri corpi cele­
sti, devono procedere in modo da evitare gli effetti dannosi della
loro contaminazione come pure le modificazioni nocive dell'ambien­
Zone non soggette a sovra­
te terrestre a seguito dell'introduzione di sostanze extra-terrestri.
nità
Vige, inoltre, il divieto di esperimenti nucleari
Alto mare: vige il principio secondo il quale gli Stati hanno il dirit­
to di intervenire al di là del proprio mare territoriale su navi stranie­
re che abbiano avuto un incidente in mare da cui è ragionevole
aspettarsi conseguenze dannose, al fine di proteggere le proprie
coste e gli interessi correlati

140 P a rte S e s ta - Altri ambiti di applicazione del diritto internazionale

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

3. R e g im e d e lla r e s p o n s a b ilità

Generalità: numerosi accordi internazionali posti in essere a tutela dell'ambiente hanno dispo­
sto regimi di responsabilità specifici che si sovrappongono a quello previsto dal diritto internazio­
nale generale.

Dottrina: concorda sulla esistenza di una speciale responsabili­


tà dei Paesi industrializzati nel campo della protezione dell'am­
biente in quanto contribuiscono in misura maggiore al degrado am ­
bientale del pianeta
Responsabilità com une ma Enunciazione in atti internazionali: il concetto di un regime dif­
differenziata ferenziato di responsabilità trova piena affermazione sia durante la
Conferenza di Rio de Janeiro nel 1992 (consacrato nel principio
n. 7 della Dichiarazione di Rio) che durante il vertice di Johan­
nesburg nel settembre 2002 (consacrato nel Piano d ’azione adot­

o Responsabilità civile per in­


tato nel corso della Conferenza)

è imputabile a uno Stato per inquinamento derivante da attività p e ­


quinam ento ricolose (es. centrali nucleari)

è sancita da norme strutturate come Convenzioni di diritto unifor­


m e contenenti anche aspetti di diritto internazionale processuale

In sintesi

Solo a partire dagli anni Sessanta si è iniziato a promuovere a livello internazionale forme di coo­
perazione interstatuale in tem a d i ambiente, grazie alla presa di coscienza che le attività inquinan­
ti poste in essere da uno Stato si ripercuotono inevitabilmente sugli altri.
A partire dalla Conferenza di Stoccolm a (1972) sono stati enunciati alcuni principi, come il divieto
di inquinamento transfrontaliero, che secondo la dottrina maggioritaria (con l'eccezione di C O N­
FORTI) hanno progressivamente assunto carattere consuetudinario e sono confluiti in Convenzio­
n i internazionali o, quantomeno, D ichiarazioni d i p rin cip i e intese.
I maggiori progressi degli ultimi anni hanno riguardato l'adozione della Convenzione su i cam bia­
m enti clim atici (1992), che ha istituito una concertazione tra Stati attraverso la convocazione di
Conferenze annuali, e del relativo Protocollo, firmato a Kyoto nel 1997 per la riduzione delle emis­
sioni di gas inquinanti. La scadenza del Protocollo è prevista per la fine del 2012, ma le Conferen­
ze svoltesi in questi anni (l'ultima delle quali a Durban nel 2011) non hanno portato alla conclusio­
ne di nuovi accordi.

I C a p ito lo 3 - La protezione internazionale dell'am biente

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


141
lOMoARcPSD|6650114

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

Capitolo 4 L ’O R D I N E E C O N O M I C O I N T E R N A Z I O N A L E

E v o lu z io n e d e lle r e la z io n i e c o n o m ic h e e c o m m e r c ia li in te r n a ­
z io n a li

Fine della seconda guerra mondiale: l'ordine economico internazionale (ovvero l'assetto gene­
rale delle relazioni economiche internazionali in quel periodo storico) era basato su scelte volte a fa­
vorire la libera circolazione di beni, servizi e capitali per massimizzare il benessere economico
complessivo.
O
F in alità: ricostruire la promozione della collaborazione mo­
l'economia post-belli­ netaria internazionale
ca attraverso: l'equilibrio della bilancia dei pagamenti
Accordi di Bretton W oods con l'estero
(1944)
Istituzioni Fondo monetario internazionale (FMI)
Banca internazionale per la ricostruzio­
ne e lo sviluppo (BIRS)

Con il sistema di Bretton Woods, gli Stati Uniti riversarono sull'eco­


nomia internazionale degli anni '50 un fiume di dollari che permi­
se ai Paesi europei e al Giappone di ricostituire le proprie riserve.
Nella seconda metà degli anni '50, quando l'economia americana
precipitò nella recessione post-coreana causando difficili proble­
mi di riconversione, l'esigenza degli USA di intraprendere una p o ­
litica espansiva divenne inconciliabile con la necessità degli altri
Crisi del sistem a Paesi occidentali di contenere la domanda. Questi ultimi così ste­
rilizzarono il flusso di dollari proveniente dall'America converten­
do i dollari in oro, riducendo progressivamente le riserve auree de­
gli Stati Uniti e minando la fiducia internazionale nel dollaro
O La crisi giunse a l term ine n e ll’estate del 1971 quando il presiden­
te Nixon decise che gli Stati Uniti non avrebbero p iù convertito il
dollaro in oro al prezzo fisso di 35 dollari l'oncia, e che il dollaro
sarebbe stato svalutato del 10%

► i Paesi in via di sviluppo propugnavano


la creazione di un nuovo ordine econo­
mico internazionale che avrebbe consen­
Nuovo O rdine Economico tito di superare gli squilibri tra Paesi ric­
Obiettivi
Internazionale (NOEI) chi e Paesi poveri attraverso una re ale
programmazione dell'economia ispirata
ad esigenze di cooperazione e solida­
rietà internazionale

l C a p ito lo 4 - L'ordine economico internazionale

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


• 143
lOMoARcPSD|6650114

sovranità permanente degli Stati sulle ri­


sorse naturali
Nuovo O rdine Econom ico
Principi
Internazionale (NOEI) protezione dell'ambiente
autodeterminazione dei popoli

L e o r g a n iz z a z io n i c h e o p e r a n o n e l s e tto r e e c o n o m ic o

2 .1 • Il F o n d o M o n e ta r io In t e r n a z io n a le ( F M I)

Adozione: 22 luglio 1944


Entrata in vigore: 27 dicembre 1945

promuovere la collaborazione monetaria


internazionale, favorendo la stabilità dei
cambi nonché l'equilibrio della bilan­
cia dei pagamenti con l'estero degli Sta­
ti aderenti
Obiettivi principali
garantire la stabilità economica di singo­
li Paesi, a favore dei quali il Fondo forni­
sce il proprio sostegno nell'ambito della
pianificazione delle politiche econo­
m iche e finanziarie di sviluppo

le monete dovevano operare in regime


di parità fissa in termini di oro
il loro tasso di cambio non poteva oscil­
lare in una misura superiore all'1 per cen­
to del loro valore in termini di oro
Disposizioni ogni Paese doveva assicurare la conver­
Accordo istitutivo
originarie tibilità esterna della propria moneta in
dollari
gli Stati Uniti dovevano garantire la con­
vertibilità del dollaro in oro, assumendo­
si l'impegno di acquistare o vendere oro
ad una parità di 35 dollari l'oncia

1969. Vengono creati i diritti speciali di


prelievo (DSP): rappresentano una sor­
ta di moneta del Fondo che, procurati da­
gli Stati in rapporto alla quota del capita­
le sottoscritta, danno il diritto di ricevere
Em endamenti
l'equivalente in una moneta corrente nei
pagamenti internazionali. Il valore dei
DPS è determinato in relazione ad un pa­
niere delle monete dei cinque Paesi con
maggiori esportazioni

1978. È sancita l'abrogazione del princi­


pio dei cambi fissi, di fatto già avvenuta
nel 1971

144 P a rte S e s ta - Altri ambiti di applicazione del diritto internazionale

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

ulteriori emendamenti sono stati appor­


Accordo istitutivo Em endam enti tati nel 1992, nel 2009 e nel 2011)

Ogni Paese deve versare una quota, per il 25% in oro e per il 75%
nella propria valuta
C o n d iz io n i p er d iv e n ta re L'ammontare delle quote è proporzionale all'importanza economi­
mem bri del FMI ca del Paese e costituisce il metro attraverso il quale misurare due
importanti diritti: il diritto d i voto e il diritto di prelievo delle quanti­
tà di moneta

sorveglianza sugli sviluppi economico-finanziari, con possibilità


di fornire pareri volti a prevenire situazioni di crisi
assistenza finanziaria attraverso concessione di prestiti ed ema­
Attività del Fondo nazione di pareri
O
assistenza tecnica (in particolare ai PVS) per lo sviluppo di risor­
se umane e istituzionali e per la realizzazione di politiche macro­
economiche e strutturali

2 .2 • L a B a n c a in t e r n a z io n a le p e r la ric o s tr u z io n e e lo s v ilu p p o ( B IR S )

Istituzione: 1945, sulla base degli accordi di Bretton Woods. Ha acquistato lo status di istituto
specializzato delle Nazioni Unite nel 1947. È anche conosciuta come Banca m ondiale e ha sede a
Washington

Scopo: concessione di m utui agli Stati membri o ai privati con garanzia prestata da uno Stato
membro, per investim enti produttivi. Era nota principalmente per contribuire alla ricostruzione post­
bellica

la BIRS
l'Associazione internazionale per lo
sviluppo (IDA)
la S ocietà finanziaria internazionale
G ruppo d ella Banca m on­ comprende 5 istitu­ (SFI)
diale (istituito dal 2007) zioni: l'Agenzia per la garanzia sugli investi­
menti multilaterali (MIGA)
il Centro internazionale per la soluzio­
O ne di controversie in m ateria di inve­
stim enti (ICSID)

2 .3 • Il G A T T ( A c c o r d o G e n e r a l e s u lle T a riffe e s u l C o m m e r c io ) e il W T O ( O r g a ­
n iz z a z io n e M o n d ia le d e l C o m m e r c io )

► Generalità: applicato in via provvisoria, a partire dal 1° gennaio


1948, il GATT divenne un sistema stabile negli anni successivi.
Nel 1955 l'accordo provvisorio divenne definitivo dando d i fatto al
GATT una struttura simile a quella di un'organizzazione interna­
zionale
► Scopi: sviluppo del commercio internazionale in un'ottica liberisti-
ca, attraverso la progressiva riduzione dei dazi doganali e degli al­
tri tipi di restrizione agli scambi

l C a p ito lo 4 - L'ordine economico internazionale

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


• 145
lOMoARcPSD|6650114

nozione: ogni Stato si impegna a conce­


dere ai suoi p artners commerciali le con­
dizioni più favorevoli già accordate a Sta­
ti terzi

applicazione: sia multilaterale sia reci­


proca, per garantire l'immediata esten­
Clausola della
sione a tutte le parti contraenti dei van­
GATT nazione più
taggi tariffari e commerciali accordati da
favorita
uno Stato membro

d eroghe: introduzione del sistem a di


preferenze generalizzato che prevede
la concessione di particolari vantaggi ai
Paesi in via di sviluppo senza obblighi di
reciprocità

nonostante i buoni risultati raggiunti


nell'ambito delle periodiche conferenze
organizzate dal GATT, da più parti veni­
va avvertita l'esigenza di creare una
struttura istituzionale, soprattutto alla
luce degli ultimi negoziati dell'Uruguay
Round che avevano posto le basi per
una massiccia liberalizzazione degli
scambi internazionali. Per «gestire» que­
Ite r costitutivo
sto processo occorreva costituire una
vera e propria organizzazione internazio­
nale, già prevista dagli accordi di Bretton
Woods ma mai realmente operante
a conclusione dell'Uruguay Round è sta­
to pertanto deciso di sostituire il GATT
con il W TO (World Trade O rganization
WTO o O M C nella sigla italiana), operativo dal
1° gennaio 1995

una Conferenza dei Ministri, composta


dai rappresentanti di tutti i Paesi membri
che si riunisce almeno una volta ogni due
anni
un Consiglio generale, costituito da rap­
presentanti dei Paesi membri che però
si riunisce ad intervalli più brevi con il
S truttura
compito di esercitare le funzioni di orga­
no di conciliazione e il coordinamento
dell'attività dei diversi Comitati e Consi­
gli previsti (in relazione ai singoli settori
di cui si occupa l'organizzazione)
un Segretariato, al cui vertice è posto un
Direttore generale

146 P a rte S e s ta - Altri ambiti di applicazione del diritto internazionale

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

costituire una sede perm anente per la


gestione di un efficace sistema di rego­
lamento delle controversie internaziona­
li in materia commerciale
WTO Compiti
rappresentare una sede istituzionale per
promuovere nuovi negoziati commercia­
li multilaterali, sia nei settori già contem­
plati dall'accordo che in altri settori

I m o v im e n ti in t e r n a z io n a li d i c a p ita li

► Indotto: quando la migrazione di capitali da uno Stato all'altro è


necessaria per il pagamento di operazioni e transazioni interna­
O zionali
► Autonom o: si tratta degli investimenti internazionali che si sostan­
Flusso di capitali
ziano nell'acquisizione di partecipazioni al capitale di imprese stra­
niere e comportano, oltre al trasferimento di capitali, anche l'espor­
tazione di tecnologie e di capacità manageriali (investim enti inter­
nazionali diretti)

► L'eterogeneità degli interessi coinvolti nel fenomeno e le contrap­


poste esigenze degli Stati ha im pedito il form arsi di norm e d i dirit­
to internazionale generale che vincolino gli Stati a determinati com­
portamenti per quanto riguarda la disciplina del flusso internazio­
nale di capitali

accordi multilaterali. La produzione di


tali accordi è molto scarsa per le stesse
motivazioni che hanno impedito il formar­
Disciplina si di norme di diritto internazionale con­
suetudinario
L’unica fon te resta accordi bilaterali. Principalmente con­
quella di natura con­ clusi tra Stato esportatore e Stato impor­
venzionale: tatore di capitali, tali accordi evidenziano
un denominatore comune: ricezione del
O principio della piena libertà degli Stati
ospitanti di disciplinare le modalità di ac­
cesso dei capitali stranieri in conformità
della propria legislazione interna

La clausola del trattam ento giusto e d equo, volta a garantire, in


termini concreti, il regime da riservare all'investimento soprattutto
nella fase della sua gestione ed amministrazione
Contenuto degli accordi
(cd. clausole d i trattamento) La clausola del trattam ento non discriminatorio, che obbliga lo Sta­
to ospitante a riservare ad un investitore un trattamento non più
sfavorevole rispetto a quello che, a parità di condizioni, si pratica
nei confronti di un altro soggetto

l C a p ito lo 4 - L’ordine economico internazionale

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


• 147
lOMoARcPSD|6650114

La clausola del trattam ento secondo lo standard m inim o interno o


internazionale, la quale impone allo Stato aspirante ad ospitare un
investimento internazionale l'obbligo di assicurare all'investitore
un trattamento non inferiore a quello riservato, rispettivamente,
all'investitore interno ovvero a quello internazionale sulla base del
generale e diffuso comportamento degli Stati in tale settore

Contenuto degli accordi La clausola della nazione p iù favorita, la quale commisura il trat­
(cd. clausole d i trattam ento) tamento da riservare all'investitore a quello che lo Stato ospitante
riserva ad uno Stato terzo

La clausola del trattam ento a condizioni di reciprocità, che solita­


mente ricorre nella totalità degli accordi e impone allo Stato ospi­
tante di garantire un determinato trattamento a patto che anche lo
Stato investitore, m utatis m utandis, lo riservi al proprio investitore
nazionale

In v e s t im e n t i in t e r n a z io n a li e n a z io n a liz z a z io n i

Si tratta di stabilire quali sono i li­


miti che lo Stato ospitante incon­
tra nell'attività di nazionalizzazio­
ne di beni e interessi stranieri la presenza di un pubblico
localizzati nel proprio territorio. interesse alla base dell'ado­
La dottrina (TESAURO, PICONE) zione della misura restrittiva
P ro b le m a del tra tta m en to
afferma che secondo la prassi in­ il rispetto del principio di non
d e ll’in v e s tim e n to in te rn a ­
ternazionale tradizionale i presup­ discrim inazione
zionale
p o sti condizionanti il potere dello la presenza d i un indenniz­
Stato ospitante di nazionalizzare zo pronto, adeguato e d ef­
beni e interessi stranieri localiz­ fettivo
zati sul proprio territorio dovesse­
ro essere, a pena di una richiesta
di risarcimento danni:

► Conclusione di un accordo bilaterale tra lo Stato esportatore e


quello importatore di capitali in forza del quale il secondo si impe­
gna a non nazionalizzare investimenti stranieri se non ricorrano
motivi di pubblico interesse mentre al primo viene riconosciuta,
con la cd. clausola ICSID, il potere di attivare, in caso di contro­
versia, il relativo giudizio arbitrale

► Ricorso a sistem i, nazionali ovvero internazionali, di assicura­


M eccan ism i di p ro tezion e zione degli investim enti stranieri dai rischi soprattutto politici
degli investim enti interna­ che possono interessare la loro fase attuativa. Tra i sistemi gesti­
zionali ti da agenzie statali rileva in particolare l'OPIC (O verseas Private
Investm ent Corporation), agenzia governativa americana che suo­
le accordare la propria protezione a società di nazionalità statuni­
tense, previo accordo con lo Stato ospitante e salva la surrogazio­
ne della stessa nei diritti degli investitori lesi. Secondo il medesi­
mo schema opera pure la MIGA (M ultilateral Investm ent General
Agency) la quale però, a differenza dell'OPIC, essendo stata isti­
tuita su iniziativa della Banca mondiale (v. supra par. 2.2), non ope­
ra per conto di uno Stato

148 P a rte S e s ta - Altri ambiti di applicazione del diritto internazionale

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

► Conclusione di un accordo volto a determinare, in caso di conflit­


M eccan ism i di p ro tezion e
to, l’am m ontare d ell’indennizzo dovuto allo Stato vittima di una
degli investim enti interna­
nazionalizzazione, in misura forfettaria ed irrevocabile (lum p-sum
zionali
agreem ent)

In sintesi

L'ordine instaurato alla fine della seconda guerra mondiale era imperniato su scelte economiche
di matrice liberista, tendenti cioè a favorire la libera circolazione di beni, servizi e capitali, al fine di
massimizzare il benessere economico complessivo. Queste tendenze furono alla base degli Ac­
cordi di Bretton Woods del 1944 che portarono alla istituzione di due organismi incaricati di gesti­
re tale assetto: il Fondo m onetario internazionale (FMI) e la Banca internazionale p e r la ricostru­
zione e lo sviluppo (BIRS, anche nota come Banca mondiale).
Nonostante i Paesi in via di sviluppo abbiano proposto la creazione di un nuovo ordine (NOEI) im­
prontato ad una maggiore solidarietà internazionale, l'adesione ai principi liberisti (nella forma del
neoliberism o promosso da Ronald Reagan e Margareth Tatcher negli anni '80) è rimasta sostan­
zialmente invariata, in ambito sia econom ico (com m ercio) che finanziario (m ovim enti d i capitali).
In tale quadro, dal 1995 è diventato operativo il WTO (Organizzazione mondiale del commercio),
che ha istituzionalizzato le Conferenze internazionali prima convocate in seno al GATT, e dal 2007
è stato istituito il G ruppo della Banca mondiale, comprendente 5 istituzioni economico-finanziarie
tra cui la BIRS.

C a p ito lo 4 - L’ordine economico internazionale • 149

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

PARTE SETTIMA
L’ADATTAMENTO AL DIRITTO
INTERNAZIONALE E DELL’UNIONE EUROPEA
C a p ito lo Prim o: L’adattam ento al diritto in tern azio n ale ....................................... Pag. 153

• 1. Diritto inte rn a zio n a le e diritto interno. • 2. L’o rd in am en to italiano e il


diritto inte rn a zio n a le con suetudinario. • 3. A d atta m e n to al diritto in tern a­
z io n a le c o n v e n zio n a le . • 4. A d atta m e n to agli atti d elle o rg an izza zio n i in­
tern a zio n a li. • 5. I poteri d elle Regioni.

C apito lo S eco nd o: L’adattam ento al diritto dell’Unione europea ...................... » 161

• 1. Principi fo n d am en tali. • 2. L’a d a tta m e n to d e ll’o rd in am en to italiano al


diritto originario d e ll’U n ion e e u ro p e a . • 3. A d atta m e n to d e ll’o rdinam ento
italiano al diritto derivato. • 4. R apporti tra la n orm ativa d e ll’U n ion e e le
leggi interne contrastanti. E voluzione giu risp ru den ziale. • 5. Le R egioni e
l’a ttu azio n e del diritto d e ll’U nione.

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

Capitolo 1 L ’A D A T T A M E N T O A L D I R I T T O I N T E R N A Z I O N A L E

D ir itto in te r n a z io n a le e d ir itt o in te r n o

G eneralità: per adattamento del diritto interno al diritto internazionale deve intendersi quel pro­
cedim ento attraverso il quale le norm e internazionali entrano a far parte dell’ordinam ento giu­
ridico di uno Stato, divenendo obbligatorie alla stregua di una norm a giuridica interna.

secondo tale teoria ogni ordinamento


O statale costituisce un sistema chiuso, au­
tosufficiente e avente un proprio esclu­
sivo fondamento di validità. La separa­
zione tra diritto interno e internazio­
nale è giustificata dalla diversità:
— delle fonti: volontà dello Stato per il
diritto interno e volontà degli Stati per
il diritto internazionale
— d e ll’oggetto delle rispettive norm e: di
D ualista carattere interno le une e internazio­
nale le altre
— de i destinatari: avendo il diritto inter­
no carattere interindividuale e quel­
lo internazionale, essenzialmente,
Teorie carattere interstatale
per questi motivi la teoria dualista affer­
ma che il diritto interno deve predispor­
re un sistem a di adattam ento affinché
il diritto internazionale sia giuridicamen­
te rilevante nello Stato

il diritto internazionale e il diritto interno


O fanno parte di un quadro giuridico uni­
tario, fondato su ll’identità dei sogget­
ti (gli individui) e delle fonti.
M onista il diritto internazionale pertanto trove­
rebbe applicazione diretta nell'ordina­
mento giuridico statale proprio in virtù del
rapporto di interazione tra i due sistemi
giuridici

I monisti ammettono:
— che il giudice interno possa applicare il diritto interno anche se
contrario al diritto internazionale (per quanto tale applicazione
Evoluzione delle due teorie
avrebbe soltanto un carattere provvisorio)
— che esiste una trasform azione del diritto internazionale in di­
ritto interno

l C a p ito lo 1 - L'adattam ento al diritto internazionale

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


153
lOMoARcPSD|6650114

► I dualisti dal canto loro ammettono che il diritto internazionsale


Evoluzione delle due teorie sia superiore alla volontà di ogni singolo Stato (PERASSI), anche
se non intendono tale superiorità come strettamente giuridica

L ’o r d i n a m e n t o i t a l i a n o e il d i r i t t o i n t e r n a z i o n a l e c o n s u e t u d i n a ­
rio

Art. 10 Cost. : « L'ordinamento giuridico italiano si conform a alle norm e di diritto internazionale g e ­
neralm ente riconosciute».
L'art. 10 della Cost. prescrive un procedim ento speciale di adattam ento, attraverso il quale, in
altre parole, si opera un rinvio autom atico e perm anente alle norme internazionali: esse verranno
quindi applicate nell'ordinamento giuridico italiano dal momento in cui e fin quando esistono per l'or­
dinamento internazionale, e nei limiti e con le riserve in cui vigono in quell'ordinamento. Non è neces­
sario alcun recepimento formale da parte del legislatore.

O sservazioni

Il rinvio automatico opera, sicuramente, per le norme consuetudinarie, per le norme dello ius cogens
e per i principi generali di diritto internazionale riconosciuti dalle Nazioni civili; si discute l'operatività
automatica delle norme pattizie, che secondo alcuni autori (QUADRI) sarebbe legittimata dall'intro­
duzione nel nostro ordinamento, attraverso l'art. 10 Cost., del principio pacta sunt servanda.

La pubblica amministrazione
Il Parlamento, che non potrà approvare leggi contrarie a norme in­
Organi che devono far
ternazionali e che dovrà provvedere a modificare quelle in contra­
osservare il diritto
sto
internazionale
Gli organi del potere giudiziario che dovranno applicare volta per
volta le prescrizioni del diritto internazionale

Hanno rango costituzionale, poiché sono immesse nell'ordina­


mento italiano attraverso una norma costituzionale
Rango delle norm e interna­
Sono superiori alle leggi ordinarie che, contrarie alle norme in­
zionali nel diritto interno
ternazionali, vanno considerate incostituzionali per contrasto con
l'art. 10 Cost.

Il problema si è posto effettivamente rispetto alla norma consue­


tudinaria che ha per oggetto l'immunità giurisdizionale di cui go­
dono agenti diplomatici, Stati e organizzazioni internazionali in ma­
teria civile, contrastante con l'art. 24 della Costituzione (in base al
quale «tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti
e interessi legittimi»): il riconoscimento dell'immunità comporte­
Contrasto fra norm e inter­ rebbe, infatti, l'impossibilità di convenire in giudizio gli individui o
nazionali e leggi costituzio­ gli enti beneficiari
nali
consuetudini preesistenti a ll’entrata in vi­
gore della Costituzione, che prevarrebbe­
La Corte in tal caso ro su qualsiasi norm a costituzionale a ti­
ha distinto tra: tolo di diritto speciale (è questo il caso
della norma sull'immunità diplomatica
dalla giurisdizione civile)

154 P a rte S e ttim a - L'adattam ento al diritto internazionale e dell'Unione europea

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

Contrasto fra norm e inter­ La Corte in tal caso consuetudini successive, che non pre­
nazionali e leggi costituzio­ ha distinto tra: varrebbero sui principi fondamentali del­
nali la Costituzione

3, A d a t t a m e n t o a l d ir itt o in te r n a z io n a le c o n v e n z io n a le

Nozione: consiste nell'integrare o m odificare, quando sia necessario, le norm e interne statali
per renderle conformi agli obblighi che derivano dalla conclusione dei trattati internazionali.

G eneralità: l'adattamento al diritto internazionale convenzionale si realizza attraverso un proce­


dim ento speciale basato sull'ordine di esecuzione, o attraverso un procedim ento ordinario.

atto legislativo attraverso il quale lo Sta­


O to recepisce nel proprio ordinamento in­
terno le norme contenute in un trattato
internazionale
Nozione
È un atto emanato per ogni singolo trat­
tato in cui viene operato un rinvio alle
norme dell'accordo, il cui testo è allega­
to all'ordine di esecuzione
O rdine di esecuzione
una legge ordinaria (generalmente)
una legge costituzionale

Può essere un decreto amministrativo (questo atto è


contenuto in escluso nell'ipotesi in cui il trattato a cui
si vuole dare esecuzione sia relativo a
materie per le quali l'art. 80 richiede la
ratifica del Parlamento)

► Le norme convenzionali immesse nell'ordinamento interno acqui­


stano il rango d ell’atto norm ativo in cui è contenuto l’ordine
di esecuzione. Pertanto, se l'ordine di esecuzione è dato, come
avviene il più delle volte, con legge ordinaria, i trattati avranno ran­
go di legge ordinaria e saranno sottoposti, come le altre leggi or­
dinarie, a controllo di costituzionalità.
O ► Rango privilegiato potranno acquistare unicamente nel caso in
Rango delle norme
cui la legge che ne autorizza la ratifica abbia carattere di legge
convenzionali
di revisione costituzionale e sia adottata col procedimento di cui
all'art. 138 Cost.
► I rapporti fra le norme derivanti da convenzioni internazionali il cui
ordine di esecuzione è dato con legge ordinaria e le leggi ordina­
rie sono rapporti fra norm e d i p a ri grado. Pertanto:
— la legge successiva deroga a quella precedente
— la legge speciale deroga alla legge generale

l C a p ito lo 1 - L'adattam ento al diritto internazionale

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


155
lOMoARcPSD|6650114

La potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle regioni nel ri­


spetto dei vincoli derivanti dagli obblighi internazionali». Secondo
Art. 117, co. 1, Cost. (come la maggior parte dei commentatori la funzione della disposizione
m o d if ic a t o d a L. c o s t. non è quella di disciplinare il rapporto tra le fonti ma solo sottoli­
3/2001) neare che sia la legge statale che quella regionale sono vincolate
al rispetto della Costituzione, dei vincoli derivanti dall'ordinamen­
to dell'Unione europea e degli obblighi internazionali

con il procedimento ordinario le norme


internazionali vengono riformulate in nor­
me interne (costituzionali, legislative o am­
ministrative) che ne riproducono e specifi­
cano il contenuto. È evidente che ogni qual­
volta venga utilizzato il procedimento ordi­
nario la norma interna che riproduce quel­
la internazionale è assolutam ente identi­
G eneralità ca a qualsiasi altra norm a: pertanto essa
è obbligatoria nell'ordinamento interno fin
quando non venga abrogata da una nor­
ma successiva e indipendentemente
dall'evoluzione che possa subire la nor­
ma internazionale che l'ha originata
Il procedimento ordinario viene utilizza­
to per lo più per dare attuazione a nor­
me internazionali non self-executing

sono quelle norme che necessitano di


un'ulteriore attività norm ativa integra­
tiva per poter essere applicate negli or­
Norm e non
dinamenti interni. Esse quindi non pos­
Procedimento ordinario s e lf-e x e c u tin g
sono produrre direttamente obblighi e di­
ritti e, attraverso il procedimento ordina­
rio, trovano concreta applicazione

l'identificazione delle norme non s e lf­


executing non è sempre agevole. Secon­
do CONFORTI, che sottolinea come la
diretta applicabilità delle norme ha finito
col non dipendere soltanto dal loro spe­
cifico modo di essere ma anche da con­
siderazioni di natura politica, le norme
avrebbero carattere non self-executing
in due sole ipotesi:
Dottrina
— allorquando attribuiscono facoltà agli
Stati
— allorquando, pur imponendo obbli­
ghi, non possono essere eseguite,
p e rch é n egli ordinam enti nazionali
m ancano g li organi o le procedure
in d isp e n sab ili a lla loro esecuzione
(in questo senso anche GIULIANO-
SCOVAZZI-TREVES)

156 P a rte S e ttim a - L'adattam ento al diritto internazionale e dell'Unione europea

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

• l'interpretazione della norma appare es­


sere il passo preliminare per scoprirne
l'effettivo carattere s e lf-e x e c u tin g o
meno. In questo senso, il ricorso ad
un'istanza giudiziaria — nazionale o in­
ternazionale — per invocare il carattere
Procedimento ordinario ► Dottrina
self-executing di una norma internazio­
nale può essere un valido strumento a
fronte di difetti o ritardi nell'applicazione
legislativa e/o amministrativa di una nor­
ma di diritto internazionale (FERRARI
BRAVO)

4. A d a t t a m e n t o a g li a tti d e lle o r g a n iz z a z io n i in t e r n a z io n a li
O
Per dare esecuzione ad atti delle organizzazioni internazionali il legislatore adotta il procedimen'
to ordinario.

► trattati che prevedono espressam ente la diretta applicabilità di spe­


cifiche decisioni dei loro organi negli ordinamenti giuridici degli Sta­
ti membri: in questo caso si procederà all'immissione automatica
delle norme (per l'Italia ciò accade unicamente rispetto ai regola­
menti dell'Unione europea)
Distinzione
► trattati che non contengono alcuna disposizione in merito: la pras­
si è orientata nel senso di adottare ogni singola decisione di un or­
gano internazionale con appositi atti di esecuzione che, general­
mente, provvedono alla riformulazione del contenuto delle norme
nazionali

I p o t e r i d e lle R e g io n i

► Generalità: il potere di immettere le norme internazionali nel no­


stro ordinamento spetta esclusivamente agli organi del potere cen­
trale.

Una volta immesse nel nostro ordinamento occorre dare corretta


attuazione a quelle norme internazionali non self-executing che
necessitano di atti di esecuzione e di attuazione; il problema si
E secuzione degli obblighi pone, in particolare, per l'adozione di a tti in quelle m aterie in cui
internazionali la nostra Costituzione attribuisce una competenza (esclusiva o con-
corrente) alle Regioni

► Im postazione iniziale: la posizione inizialmente assunta dal legi­


slatore, e condivisa anche dalla Corte costituzionale, era quella di
escludere totalmente le Regioni riservando all'esclusiva potestà
dello Stato il compito di provvedere, anche nelle m aterie d i loro
com petenza prim aria o esclusiva

l C a p ito lo 1 - L'adattam ento al diritto internazionale

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


157
lOMoARcPSD|6650114

Evoluzione giurisprudenziale: la Corte è arrivata a riconoscere


una com petenza autonom a delle Regioni a partecipare, per le
Esecuzione degli obblighi materie rientranti nella loro competenza, all'attuazione del diritto
internazionali internazionale, seppure con tutte le limitazioni del caso e fatto sal­
vo comunque il potere sostitutivo dello Stato in caso di inerzia del­
le Regioni

L. cost. 3/2001 : tale legge ha esplicitam ente riconosciuto il cd.


potere estero delle Regioni. Il nuovo articolo 117 Cost., al com­
ma 5, cosi recita: «Le Regioni e le Province autonome di Trento e
di Bolzano, nelle materie di loro competenza ... provvedono a ll’at­
tuazione e a ll’esecuzione degli accordi internazionali ... nel rispet­
to delle norme di procedura stabilite da legge dello Stato, che di­
sciplina le modalità di esercizio del potere sostitutivo in caso di
inadempienza». A rafforzare tale previsione interviene anche l'ul­
timo comma del citato articolo che cosi dispone: «Nelle materie di
sua competenza la Regione p uò concludere accordi con Stati e
intese con enti territoriali interni a d altro Stato, nei casi e con le
forme disciplinati da leggi dello Stato»
L. 131/2003 (cd. legge La Loggia): legge che dà attuazione alle
disposizioni costituzionali, in particolare all'art. 6

l'esecuzio ne degli accordi stip ulati


dallo Stato. Il comma 1 riprende in so­
stanza il testo costituzionale e attribui­
sce alle Regioni il compito di dare diret­
tamente attuazione ed esecuzione, nel­
le materie di propria competenza legisla­
C o stitu zio n a lizza zio n e del
tiva, agli accordi internazionali ratificati
potere estero:
dallo Stato, dandone preventiva comu­
nicazione al Ministero degli affari esteri
e alla Presidenza del Consiglio dei mini­
stri (Dipartimento per gli affari regionali),
Art. 6: disciplina nei i quali, nei successivi trenta giorni dal re­
primi 3 commi le di­ lativo ricevimento, possono formulare cri­
verse ipotesi in cui si teri e osservazioni
può esercitare il po­
le intese con enti territoriali interni ad
tere estero delle Re­
altro Stato. Il comma 2 disciplina il po­
gioni
tere delle Regioni e delle Province auto­
nome di Trento e di Bolzano, nelle ma­
terie di propria competenza legislativa, a
concludere, con enti territoriali interni ad
altro Stato, intese dirette a favorire il loro
sviluppo economico, sociale e culturale
nonché realizzare attività di mero rilievo
internazionale

La stipula di tali intese è soggetta a di­


verse limitazioni, sia di carattere sostan­
ziale sia di tipo procedurale

158 P a rte S e ttim a - L'adattam ento al diritto internazionale e dell'Unione europea

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

gli accordi con altri Stati. Il comma 3


contiene le disposizioni di attuazione del
potere estero delle Regioni e delle Pro­
vince autonome, vale a dire la facoltà loro
Art. 6: disciplina nei
attribuita di stipulare accordi con altri Sta­
primi 3 commi le di­
ti che:
C o stitu zio n a lizza zio n e del verse ipotesi in cui si
— siano esecutivi di accordi internazio­
potere estero: può esercitare il po­
nali regolarmente entrati in vigore
tere estero delle Re­
— abbiano natura tecnico-amministra­
gioni
tiva
— abbiano natura programmatica e siano
finalizzati a favorire il loro sviluppo eco­
nomico, sociale e culturale

Ogni Regione o Provincia autonoma dà tempestiva comunicazio­


O ne delle trattative al Ministero degli affari esteri e alla Presidenza
del Consiglio dei ministri (Dipartimento per gli affari regionali), che
ne danno a loro volta comunicazione ai Ministeri competenti
Il Ministero degli affari esteri può indicare principi e criteri da se­
guire nella conduzione dei negoziati
Qualora questi ultimi si svolgano all'estero, le competenti rappre­
sentanze diplomatiche e i competenti uffici consolari italiani, pre­
via intesa con la Regione o con la Provincia autonoma, collabora-
Ite r procedurale per la
no alla conduzione delle trattative
conclusione di accordi
La Regione o la Provincia autonoma, prima di sottoscrivere l'ac­
cordo, comunica il relativo progetto al Ministero degli affari esteri
Quest'ultimo, sentita la Presidenza del Consiglio dei ministri (Di­
partimento per gli affari regionali), e accertate l'opportunità politi­
ca e la legittimità dell'accordo, conferisce i pieni poteri di firma pre­
visti dalle norme del diritto internazionale generale e dalla Con­
venzione di Vienna sul diritto dei trattati del 23 maggio 1969
Gli accordi sottoscritti in assenza del conferimento di pieni poteri
sono nulli

In sintesi

O L'adattamento del diritto interno al diritto internazionale consuetudinario opera attraverso l'art. 10
Cost. («L'ordinamento italiano si conforma alle norme di diritto internazionale generalmente rico­
nosciute); il quale dispone che il rinvio alle norme internazionali consuetudinarie opera in modo au­
tomatico e permanente.
Invece, l'adattamento al diritto internazionale convenzionale si realizza attraverso:
— un ordine di esecuzione;
— alternativamente un procedimento ordinario.
Infine, per dare esecuzione ad atti delle organizzazioni internazionali, legislatore ha adottato i
procedimento ordinario.

l C a p ito lo 1 - L'adattam ento al diritto internazionale

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


159
lOMoARcPSD|6650114

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

Capitolo 2 L ’A D A T T A M E N T O A L D I R I T T O
D E L L ’U N IO N E E U R O P E A

P r in c ip i fo n d a m e n ta li

G eneralità: il rapporto tra l'ordinamento dell'Unione europea e gli ordinamenti degli Stati membri
è un rapporto d i integrazione, rafforzato dall'obbligo, sancito dall'art. 4 TUE e rivolto agli Stati mem­
bri, di adottare tutte le misure di carattere generale o particolare atte ad assicurare l'esecuzione degli
obblighi derivanti dai trattati o conseguenti agli atti delle istituzioni dell'Unione.
O
Nozione: qualora una disposizione dei trattati o di una fonte deri­
vata presenti determinate caratteristiche (deve imporre un com­
portamento preciso e non condizionato da alcuna riserva e deve
contenere una disciplina completa che non necessita di integra­
D iretta efficacia
zioni da parte degli organi statali o delle istituzioni UE) essa crea
del diritto d ell’ Unione
diritti e obblighi in capo ai privati, i quali sono legittimati ad esi­
gere, davanti alle giurisdizioni nazionali, la stessa tutela ricono­
sciuta per i diritti di cui sono titolari in base alle norme dettate dall'or­
dinamento interno

Nozione: s'intende quel principio per cui in caso di conflitto, di con­


traddizione o di incompatibilità tra norme di diritto dell'Unione e
norme nazionali, le prime prevalgono sulle seconde.
Tale principio fu affermato per la prima volta nella sentenza Costa
c. Enel dalla Corte di giustizia

con l'istituzione della allora Comunità eu­


ropee gli Stati membri hanno limitato, sia
Primato del diritto
pure in campi circoscritti, i loro poteri so­
dell’ Unione
vrani e creato un complesso di diritto vin­
O colante per i loro cittadini e per loro stessi
S e n te n za C o s ta c.
tale limitazione di sovranità ha come co­
Enel
rollario l'impossibilità per gli Stati di far
prevalere contro l'ordinamento dell'Unio­
ne un provvedimento unilaterale ulterio­
re; se ciò accadesse sarebbe scosso lo
stesso fondamento giuridico dell'UE

l C a p ito lo 2 - L'adattam ento al diritto dell'Unione europea

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


161
lOMoARcPSD|6650114

2. L ’a d a t t a m e n t o d e l l ’o r d i n a m e n t o ita lia n o a l d ir itt o o r ig in a r io


d e ll’U n io n e e u r o p e a

ai trattati istitutivi è stata data esecuzio­


ne in Italia con una legge ordina ria. I trat­
tati, però, contenevano norme che avreb­
bero potuto incidere su disposizioni del­
la nostra Costituzione
G eneralità
si è reso necessario dunque trovare nel­
la Costituzione una norma che fornisse
una «copertura costituzionale» alla leg­
ge ordinaria di ratifica e di esecuzione
dei trattati (art. 11 Cost.)

L'Italia «consente, in condizioni di pari­


tà con gli altri Stati, alle limitazioni di so­
vranità necessarie ad un ordinamento
che assicuri la pace e la giustizia tra le
Nazioni; promuove e favorisce le orga­
nizzazioni internazionali rivolte a tale
scopo»
r a tio : la norma è stata concepita in fun­
Inquadram ento del fenom e­
zione della partecipazione dell'Italia
no di integrazione europea ► Art. 11 Cost.
all'ONU ma si presta ad essere invocata
nel sistem a costituzionale
anche per consentire le forti limitazioni di
competenza introdotte dai trattati UE
teoria dei controlim iti: nonostante si
parli di «limitazioni di sovranità», esse
non possono in alcun modo comportare
la compromissione dei valori fondamen­
tali (diritti inviolabili della persona uma­
na) garantiti dall'ordinamento italiano

(nella nuova formulazione e x L. cost.


3/2001): «la potestà legislativa è eser­
citata dallo Stato e dalle Regioni nel ri­
spetto dei vincoli derivanti dall'ordina­
mento comunitario e dagli obblighi in­
Art. 117, co. 1,
ternazionali»
Cost.
r a tio : la norma va ad affiancarsi all'art.
11 Cost. e costituzionalizza il vincolo per
lo Stato e le Regioni, nelle materie di loro
competenza, del rispetto degli obblighi
un tempo comunitari, oggi dell'Unione

162 P a rte S e ttim a - L'adattam ento al diritto internazionale e dell'Unione europea

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

3. A d a t t a m e n t o d e l l ’o r d i n a m e n t o i t a l i a n o a l d i r i t t o d e r i v a t o

Regolam enti: dal momento che questi atti sono obbligatori in tut­
ti i loro elementi e direttam ente applicabili in ciascuno degli Stati
membri, non necessitano di alcun provvedim ento nazionale di
Obblighi di inform ativa del
attuazione
Governo
Direttive e decisioni: sono atti non suscettibili di applicazione im­
mediata. In Italia l'adeguamento avviene attraverso la legge co­
m unitaria (prevista dagli artt. 8 e 9 della L. 4 febbraio 2005, n. 11)

presentare al Parlamento la legge comu­


nitaria entro il 31 gennaio di ogni anno
La legge 1 1 /2 0 0 5
presentare in allegato al disegno di leg­
stabilisce l'obbligo
ge comunitaria un elenco di direttive per
per il Governo di:
O la cui attuazione è necessaria l'autoriz­
zazione

la presentazione alle Camere di una re­


lazione semestrale relativa alla parteci­
Regolam enti, direttive e
pazione dell'Italia al processo normativo
decisioni
La legge com unita­ UE
ria consente di dare la norm azione diretta. In questo caso si
attuazione a direttive modificano o abrogano norme interne in
e decisioni nel nostro contrasto con quelle dell'Unione diretta­
ordinamento a ttra­ mente attraverso la legge comunitaria
verso: la delega a l G overno che emana dispo­
sizioni di attuazione delle direttive trami­
te regolamento, decreto o altro atto am ­
ministrativo

Fonte norm ativa diretta. Poiché la Corte ha il compito di inter­


Sentenze della Corte di pretare e assicurare l'applicazione del diritto UE in modo uniforme
giustizia d ell’Unione in tutti gli Stati membri, le sue sentenze che precisano il significa­
europea to di una norma europea fanno parte integrante del diritto dell'Unio­
ne (v. anche art. 1, comma 2, lett. b), L. 11/2005).

O
sviluppi del processo di integrazione eu­
ropea
partecipazione dell'Italia al processo nor­
R elazione annuale mativo
Obbligo di inform ativa (art. 15, L. 11/2005) stato di attuazione della politica di coe­
del Governo al Parlamento entro il sione economica e sociale
31 gennaio su pareri, osservazioni e atti di indirizzo del­
le Camere
elenco e motivi per l'impugnazione del­
le decisioni dell'Unione

l C a p ito lo 2 - L'adattam ento al diritto dell'Unione europea

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


163
lOMoARcPSD|6650114

Trasmissione al Parlamento, alle Regioni e alle Province autono­


me di Trento e Bolzano dei progetti degli atti normativi e di indiriz­
zo delle istituzioni dell'Unione europea. I destinatari di tali atti prov­
vedono poi ad inviare le loro osservazioni al Governo (cd. fase
Obbligo di inform ativa ascendente).
del Governo Trasmissione da parte del Ministro competente per il coordina­
mento delle politiche europee al Parlamento degli atti normativi e
di indirizzo dell'Unione europea ^ Verifica della conformità dell'or­
dinamento italiano e degli indirizzi di Governo al diritto UE ^ Ela­
borazione legge comunitaria (cd. fase discendente).

R a p p o r t i t r a la n o r m a t i v a d e l l ’ U n i o n e e le l e g g i i n t e r n e c o n t r a ­
s ta n ti. E v o lu z io n e g iu r is p r u d e n z ia le

Sent. 24-2-1964, n. 14 (Costa c. Enel). La Corte costituzionale


aveva affermato che le norme comunitarie erano da porre sul me­
desimo piano della legge ordinaria con la conseguente possibilità
di abrogazione e modifica della norma comunitaria ad opera del­
15 Fase
la norma interna successiva (le x p o sterio r derogat priori)
In senso nettamente contrario si collocava la Corte di giustizia la
quale affermava il principio della superiorità della norma comuni­
taria sulla norma interna con essa incompatibile

Sent. 18-12-1973, n. 183 (Frontini e al. c. Ministero delle Finan­


ze). Affermazione da parte della Corte costituzionale del princi­
pio del primato del diritto comunitario sul diritto interno e efficacia
diretta dei regolamenti
Sent. 22-10-1975, n. 232 (ICIC c. M inistero com m ercio estero).
Affermazione da parte della Corte costituzionale del principio se­
condo cui per essere disapplicata la norma nazionale doveva es­
sere abrogata o dichiarata costituzionalmente illegittima dall'orga­
23 Fase
no costituzionale competente
Sent. 9-3-1978, causa 106/77 (Am m inistrazione delle finanze
c. Sim m enthal). La Corte di giustizia sottolineava la necessità
di un controllo diffuso in ordine al quale spettava a ciascun giudi­
ce nazionale, in sede di applicazione delle norme comunitarie, ga­
rantire la piena efficacia delle stesse, disapplicando la norma in­
terna contrastante senza la necessità di sollecitare l'intervento ca-
ducatorio della Consulta

S e n t. 8 -6 -1 9 8 4 , n. l'ordinamento comunitario (oggi dell’Unio­


170 (Granital c. Mini­ ne) e quello nazionale vanno configura­
stero delle finanze). ti come autonom i e distinti, ancorché co­
Superamento del con­ ordinati, secondo la ripartizione di com­
trasto. In questa sen­ petenze stabilita dai trattati; da questo
35 Fase
tenza la Corte costi­ assunto discende la prevalenza del re­
tuzionale, allineando­ golamento UE nei confronti della legge
si alla giurisprudenza nazionale
della Corte di giusti­
zia, affermava che:

164 P a rte S e ttim a - L'adattam ento al diritto internazionale e dell'Unione europea

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

il regolam ento UE opera p e r forza p ro ­


pria con caratteristica di im m ediatezza

a l giudice spetta il potere di accertare se


la norm ativa d e ll’Unione regola il caso
sottoposto a l suo esam e ed in tale ipote­
si applicarla
S e n t. 8 -6 -1 9 8 4 , n.
il giudice nazionale è tenuto soltanto a
170 (Granital c. Mi­
disapplicare la norm a nazionale incom ­
nistero delle finan­
patibile con il regolam ento UE
ze). Superamento del
contrasto. In questa la norma nazionale non risulta quindi abro­
35 Fase s e n te n za la C o rte gata (estinta o derogata) data la distinzio­
costitu zion ale, alli­ ne fra i due (coordinati) ordinamenti
neandosi alla giuri­ al di fuori dell'ambito materiale in cui vige
sprudenza della Cor­ la disciplina europea la legge conserva
O te di giustizia, affer­ pienam ente la propria efficacia restando
mava che: sottoposta al regime tipico dell'atto legi­
slativo ordinario, compreso il controllo di
costituzionalità

la legge d i esecuzione dei trattati resta


assoggettata a l sindacato d i legittim ità
costituzionale in riferimento ai principi
fondamentali del nostro ordinamento

L e R e g i o n i e l ’a t t u a z i o n e d e l d i r i t t o d e l l ’ U n i o n e

la previsione di una loro partecipazione


nella cd. fase ascendente d ell’Unione,
vale a dire a ll’i te r procedurale che porta
a ll’a d o zio n e da p a rte d e lle is titu z io n i
d e ll’Unione d i determ inati atti. Essa si re­
alizza attraverso la presenza di rappre­
La norma costituzio- sentanti delle autonomie locali in vari or­
nalizza i tre principi ganismi (Comitato delle Regioni, Rappre­
che disciplinano la sentanza permanente presso l'Unione
La disciplina costituzionale
partecipazione delle europea, Conferenza Stato-Regioni)
(art. 117, co. 5, Cost.)
Regioni nella forma­
zione e nell'attuazione la previsione di una loro partecipazione
della normativa UE: nella cd. fase discendente, vale a dire
nel momento in cui diventa necessario
dare attuazione nel nostro Stato agli atti
normativi UE, ed in particolare in quelle
materie in cui è prevista una potestà le­
gislativa (esclusiva o concorrente) delle
Regioni

l C a p ito lo 2 - L'adattam ento al diritto dell'Unione europea

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


165
lOMoARcPSD|6650114

La norma costituzio- la previsione di una legge organica da


nalizza i tre principi parte dello Stato che disciplini sia le mo­
che disciplinano la dalità di esercizio della potestà legislati­
La disciplina costituzionale
partecipazione delle va per l'attu azion e d ella norm ativa
(art. 117, co. 5, Cost.)
Regioni nella forma­ dell'Unione che il relativo potere di in­
zione e nell'attuazione tervento sostitutivo
della normativa UE:

invio di propri rappresentanti alle dele­


gazioni nazionali che partecipano ai la­
vori del Consiglio e della Commissione
trasmissione e costante informazione da
F as e a s c e n d e n te parte del Governo sui progetti in discus­
(art. 5, L. 131/2003 sione in ambito europeo, in particolare
e art. 5, L. 11/2005) quelli che riguardano competenze delle
Regioni
possibilità di trasmettere osservazioni
possibilità di chiedere la «riserva di esa­
me» (massimo 20 giorni)
La disciplina legislativa
materie in cui sussiste una com peten­
za piena o residuale. Le Regioni pos­
sono dare immediata attuazione alle di­
rettive UE
materie in cui sussiste una com peten­
Fase d is c e n d e n te
za concorrente. Nella legge comunita­
(art. 16, L. 11/2005)
ria sono indicati i principi fondamentali
non derogabili dalla legge regionale suc­
cessiva e prevalente su quella eventual­
mente già emanata

Disciplina del potere sostitutivo


In caso di mancata adozione di un provvedimento necessario o
dovuto, o di violazione della normativa UE, alla Regione viene dato
un congruo termine per provvedere, scaduto il quale il Consiglio
dei Ministri adotta l'atto normativo o regolametare o nomina un
Potere sostitutivo dello Sta­ Commissario a d acta
to e principio di cedevolezza Principio di cedevolezza
Alla scadenza del termine per l'attuazione della normativa UE il
Governo può adottare provvedimenti sostitutivi. Tali atti restano in
vigore finché le Regioni non provvedono ad emanare le proprie
norme. A quel punto le norme statali sostitutive perdono efficacia
(sono cedevoli)

166 P a rte S e ttim a - L'adattam ento al diritto internazionale e dell'Unione europea

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

In sintesi

Ai trattati istitutivi delle originarie tre Com unità europee è stata data esecuzione in Italia me­
diante leggi ordinarie; tali leggi si limitano a disporre che «ai trattati è data piena ed intera esecu­
zione».
La circostanza che l'ordine di esecuzione sia stato adottato con legge ordinaria ha comportato il
sorgere di posizioni contrastanti in merito alla sua idoneità a dare attuazione ai trattati, le cui di­
sposizioni sono suscettibili di avere un'incidenza su norme contenute nella Costituzione italiana.
La dottrina prevalente si era mostrata favorevole a tale scelta, a condizione di reperire nella Costi­
tuzione una norma che potesse dare «copertura costituzionale» alla legge di ratifica e di esecuzio­
ne dei trattati.
Tale fondamento costituzionale è stato individuato nell'articolo 11 della Costituzione, anche cono­
sciuto come norm a generale di apertura, il quale recita: «l'Italia... consente, in condizioni di parità
con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la
giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo».

o L'adeguamento al diritto derivato dell'Unione europea in ordine a quegli atti non suscettibili di ap­
plicazione diretta ed immediata è assicurato dalla legge comunitaria presentata dal governo al Par­
lamento il 31 gennaio di ogni anno.

l C a p ito lo 2 - L'adattam ento al diritto dell'Unione europea

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


167
lOMoARcPSD|6650114

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

GLOSSARIO

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

A c c o r d i d i c o l l e g a m e n t o artt. 57 e 63 finito le risorse del suolo e del sottosuolo m a­


Carta delle Nazioni Unite 26-6-1945 rin o d e ll’ (— ) c o m e p a trim o n io c o m u n e
Particolari accordi stipulati tra il Consiglio Eco­ dell’um anità non suscettibile di appropriazio­
nomico e Sociale e i diversi is titu ti s p e c ia liz z a ­ ne da parte di alcuno Stato.
ti [v e d i allo scopo di creare un coordina­
mento tra l'azione svolta da tali organismi. A n t a r t i d e Trattato di Washington 1-11-1959
In genere i principali legami che si instaurano È la zona intorno al Polo Sud sottoposta nel
tra il Consiglio e le organizzazioni consistono: corso degli anni alle rivendicazioni territoriali
— in un'inform azione reciproca sull'attività di diversi Stati.
svolta attraverso uno scambio di osserva­ Respinta ogni p retesa di sovranità territoria­
tori e m ediante la periodica trasmissione le l’(— ) è oggi sottoposto ad un re g im e in te r­
di rapporti; n a z io n a le instaurato dal Trattato di W ashing­
— in un'attività di coordinamento e consulta­ ton.
zione reciproca nell'espletamento dei pro­ I punti chiave d ell’accordo, cui aderiscono
grammi. all’incirca quaranta Paesi, tra cui le maggiori
potenze e i sette Stati rivendicanti la sovrani­
A c q u e i n t e r n e art. 8 Convenzione delle Na­ tà (c la im a n t States) sono:
z io n i Unite su l diritto del m are 10-12-1982 — il congelam ento delle pretese di sovranità
Sono tutte le acque com prese nel territorio di e delle opposizioni ad esse avanzate d a­
uno Stato com e i laghi e i fiumi, nonché tutti gli gli altri Stati;
spazi marini situati al di qua della lin e a d i b a se — l’interdizione di ogni attività di carattere mi­
[v e d i ^ ] e cioè i porti, le rade e le baie stori­ litare;
che. — la libertà nella ricerca scientifica;
Le (— ) sono assimilate al territorio dello Stato — la c o o p e ra z io n e n e ll’e s p le ta m e n to di
costiero: esso infatti vi esercita la piena sovra­ quest’ultima attività (m ediante scambi di
nità senza quelle limitazioni che incontra nel informazioni e di personale scientifico);
m a re te rrito ria le [v e d i ^ ] . — la sottoposizione esclusiva del personale
che opera nelle basi dell’Antartide allo S ta­
A l t o m a r e artt. 86-120 Convenzione delle Na­ to di cui ha la nazionalità.
z io n i Unite su l diritto del m are 10-12-1982
L'(— ), altrimenti definito m a re aperto, m a re li­ A p a r th e id
b e ro o m a re in te rn a zio n a le , è lo spazio mari­ Politica di se g re g a z io n e ra z z ia le tesa ad im­
no che si estende al di là delle a c q u e in te rn e pedire l’esercizio di numerosi d iritti e lib e rtà
[ v e d i^ ] e del m a re te rrito ria le [v e d i^ ] e che fo n d a m e n ta li (circolazione, soggiorno, voto
non è com preso né nella z o n a e c o n o m ic a etc.) ad una parte della popolazione.
e s c lu s iv a [v e d i^ ] né nelle acque arcipelaghe È stata praticata soprattutto nella R e p u b blica
di uno Stato arcipelago (art. 86 Conv. M onte­ d e l S u d a frica dove ha trovato, addirittura, una
go Bay). co m p iu ta d iscip lin a le g isla tiva .
Si tratta dell'unica zona in cui trova ancora ap ­ Le num erose pressioni della Comunità inter­
plicazione il principio della lib e rtà d e i m a ri [v e d i nazionale e soprattutto dell’ O N U [v e d i^ ] , che
^ ] , che comporta il riconoscimento a ciascu­ ha condannato la politica di (— ) isolando eco­
no Stato di un uguale diritto ad esercitare tut­ nom icam ente il Sud Africa (p o litica d e lle s a n ­
te le attività di utilizzo del mare internazional­ zio n i), nonché l’evoluzione politica all’interno
m ente lecite quali la navigazione, il sorvolo, la del P a e s e , hanno portato al sup eram en to
pesca, la posa dei cavi, la costruzione di isole dell’(— ).
artificiali e la ricerca scientifica. Q uesta libertà
non è però illimitata: il suo esercizio infatti è A r b itr a to
condizionato al rispetto degli interessi e della Procedimento di risoluzione di una controver­
libertà degli altri Stati. sia affidata ad un giudice internazionale la cui
Una dichiarazione di principi dell' A sse m b le a giurisdizione è stata preventivam ente accetta­
G e n e ra le d e lle N a z io n i U n ite [v e d i ^ ] ha d e ­ ta dalle parti in controversia.

l Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


G lo s s a rio • 171
lOMoARcPSD|6650114

Elementi dell'(— ) sono: A s i l o t e r r i t o r i a l e Convenzione di Ginevra


— m u tu o co n s e n so degli Stati di sottoporre 28-7-1951 resa esecutiva con L. 23-7-1954,
la controversia ad un arbitro; n. 772; art. 14 Dichiarazione universale dei
— in te rp o s iz io n e di un o rg a n o in te rn a zio n a le diritti d e ll’uomo
arbitrale; È la protezione accordata da uno Stato sul pro­
— reciproco im p e g n o degli Stati ad accetta­ prio territorio ad un soggetto che, nel suo P a ­
re la sentenza. ese, è perseguitato per motivi politici, religiosi
o razziali; si differenzia d a ll'a s ilo d ip lo m a tico
A s i l o [ d ir it t o d i] [v e d i ^ ] in quanto la tutela viene assicurata
È il d iritto d i p o te rs i rifu g ia re nei p o rti n e u tra li sul proprio territorio e non presso una sede di­
riconosciuto dalle convenzioni internazionali plomatica all'estero.
alle navi e agli aeromobili da guerra degli S ta ­
ti belligeranti in caso di grave avaria o per cat­ A s s e m b le a G e n e r a le d e lle N a z io n i
tive condizioni atmosferiche, nonostante il di­ U n i t e artt. 9-22, Carta delle N azioni Unite
vieto da parte dello Stato neutrale di accesso. 26-6-1945
Il diritto di (— ) può essere limitato, sul piano O rgano d ell'O N U [v e d i ^ ] composto da tutti
convenzionale, da trattati in materia di estra­ gli S ta ti m e m b ri dell'organizzazione; ogni S ta­
dizione. Si tratta di accordi internazionali, g e ­ to può essere rappresentato da cinque d ele­
neralm ente bilaterali, qualche volta multilate­ gati pur avendo diritto ad u n so lo voto.
rali, con i quali uno Stato si impegna a conse­ L'(— ) «può discutere q u a ls ia s i q u e s tio n e o ar­
gnare ad un altro individui da quest'ultimo per­ gom ento che rientri nei fini dello Statuto o che
seguitati per reati contemplati dagli accordi m e­ abbia riferimento ai poteri e alle funzioni degli
desimi. organi delle Nazioni Unite».
Le ra c c o m a n d a z io n i[v e d i^ ] dell'(— ) n o n sono
A s ilo d ip lo m a tic o vincolanti, se non in due casi particolari: in m a­
È la possibilità con cessa ad una persona, teria di rip a rtiz io n e d e lle s p e se e nello stabili­
perseguitata per motivi politici, di chiedere re le modalità e tempi per concedere l'in d ip e n ­
a s ilo p o litic o [ v e d i ^ ] presso una rap presen ­ d e n za a i te rrito ri s o tto p o s ti a l d o m in io c o lo n ia ­
ta n z a d ip lo m atica s tra n ie ra o presso una le (compito di fatto esaurito).
nave straniera, restando però sul territorio La sede principale dell'organo è a New York,
del proprio Stato di app artenen za: quest'ul- benché alcune sedute si siano svolte in città
tim a caratteristica lo differenzia d a ll'a s ilo te r­ diverse (Parigi, Ginevra).
rito ria le [v e d i ^ ] .
A u t d e d e r e a u t i u d i c a r e [o s o t t o p o r ­
A s ilo n e u tr a le r e A GIUDIZIO O ESTRADARE]
È un istituto caratteristico del diritto bellico (ed Principio del diritto internazionale in forza del
in ciò si differenzia d a ll'a s ilo d ip lo m a tico [v e d i quale lo Stato sul cui territorio si trova un sog­
^ ] e d a ll'a s ilo te rrito ria le [v e d i^ ] ) , secondo il getto che ha com messo dei c rim in i in te rn a z io ­
quale uno Stato neutrale può concedere rifu­ n a li [v e d i ^ ] ha l'obbligo di sottoporlo a giudi­
gio ai belligeranti o a terze persone fin c h é d u ­ zio o di estradarlo.
ra n o le ostilità.
A u t o d e t e r m i n a z i o n e d e i p o p o l i [ p rin ­
A s i l o p o l i t i c o artt. 10, 26 Cost.; Convenzio­ cipio di] artt. 1 ss. Carta delle N azioni Uni­
ne di Ginevra 29-7-1951 resa esecutiva con te 26-6-1945
L. 22-7-1952, n. 772 Secondo questo principio tutte le nazioni han­
È il diritto soggettivo perfetto concesso ad uno no il diritto di scegliere liberamente, e senza
straniero di trovare rifugio nel territorio o pres­ interferenze esterne, il proprio s ta tu s p olitico,
so una rappresentanza diplomatica di uno S ta­ nonché di sviluppare autonom am ente le pro­
to terzo, qualora sia perseguitato o subisca di­ prie relazioni economiche, sociali e culturali.
scriminazioni per motivi politici, religiosi o ra z­ Le altre nazioni devono rispettare, in qualun­
ziali. que momento, tale diritto.

172 • G lo s s a rio

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

A u to r it à in t e r n a z io n a le d e i f o n d i m a ­ vali di una d eterm inata nazione è n ecessa­


r in i arti. 156 ss. Convenzione delle Nazioni rio:

[14-20
Unite su l diritto del m are 10-12-1982
P o rt Royal S tre e t, Kingston, Jamaica; in­
tern e t: www.isa.org.jm]


un legame sostanziale tra lo Stato e la nave
(g e n u in e lin k);
un effettivo controllo da parte dello Stato
Organismo istituito dalla Convenzione di M o n ­ sulla nave stessa.
tego B a y cui è stato attribuito il compito di pre­
siedere allo sfruttamento delle risorse del fon­ B e r n a d o t t e [c a s o ] Parere consultivo della
do e del sottosuolo dell’alto m a re [v e d i^ j e di CIG 11-4-1949
garantire che questo avvenga nell’interesse Si tratta di un famoso parere reso dalla C orte
dell’umanità. In te rn a zio n a le d iG iu s tiz ia [v e d i ^ j ; in quell’oc­
Il sistema previsto si fonda sul concetto di s fru t­ casione si trattava di decidere se l’O N U [v e d i
ta m e n to p a ra lle lo , volto a conciliare il principio ^ j avesse il diritto di pretendere la riparazio­
di p a trim o n io c o m u n e d e ll'u m a n ità [v e d i ^ ] ne per l’uccisione di due suoi funzionari in mis­
con il dato di fatto che solo alcuni Stati dispon­ sione ufficiale in territorio israeliano, il conte
gono dei mezzi tecnici e finanziari atti ad inter­ svedese Folke Bernadotte ed il colonnello fran­
venire nella zona. cese André Sérot.
La questione fu risolta in senso favorevole
B a ie art. 10 Convenzione delle Nazioni Unite all’O N U , affermando che quest’ultima «è un
su l diritto del m are 10-12-1982 soggetto di diritto internazionale, che essa è
Sono insenature di terraferm a, in cui il mare titolare di diritti e obblighi internazionali e ha la
penetra con certa profondità. Le (— ) sono im­ capacità di far valere i suoi diritti per m ezzo di
portanti ai fini della delim itazione del m a re ter­ reclami internazionali».
rito ria le [v e d i ^ j .
• (— ) s to ric h e B u o n v i c i n a t o [a c c o r d i t r a g l i s t a t i]

Sono quelle (— ) sulle quali lo Stato costiero Rapporti che gli Stati limitrofi intrattengono re­
può vantare d iritti e s c lu s iv i c o n s o lid a tis i n e l ciprocamente per il soddisfacimento di bisogni
te m p o per tacito consenso di altri Stati. comuni.
• (— ) vitali Tra gli accordi di (— ), si distinguono:
È una nozione estrem am ente controversa con — a c c o rd i d i frontiera, aventi lo scopo di faci­
cui si fa riferimento a quelle (— ) che rivestono litare il passaggio degli abitanti di uno S ta­
per uno Stato im portanza fondam entale (v ita ­ to da un territorio statale ad un altro;
le) dal punto di vista economico o militare e — a c c o rd i g e n e ra li tra Stati vicini, che inve­
sulle quali viene rivendicato il diritto di eserci­ stono non solo le zone ai confini, ma tutto
tare gli stessi poteri attribuiti in relazione al il territorio degli Stati limitrofi;
m a re te rrito ria le [v e d i ^ j ; ovviamente l’aper­ — a c c o rd i a v e n ti n a tu ra po litica , che conten­
tura di tali insenature supera le 2 4 miglia m a­ gono obblighi reciproci di non aggressio­
rine. ne. Tipico accordo di (— ) è quello in vigo­
re tra Italia e Repubblica di S. Marino, S ta­
B a n d ie r a to che costituisce una enclave e quindi n e­
• (— ) o m b ra cessita di un accordo di (— ) per garantirsi
È l’utilizzazione della (— ) di uno Stato da par­ una vita indipendente.
te di una nave in m ancanza del requisito del
g e n u in e lin k [v e d i ^ j (legam e effettivo) tra lo B u o n i u f f ic i
Stato della (— ) e la nave stessa. Procedimento diplomatico di soluzione delle con­
• S ta to d e lla (— ) art. 91 C o n ve n zio n e d elle troversie internazionali, i (— ) consistono nell’in­
N a z io n i U n ite s u l d iritto d e l m a re 1 0 -1 2 -1 98 2 tervento di un terzo (Stato, individuo, organizza­
Stato di cui una nave ha la nazionalità, che zione internazionale), rivolto all'avvio o alla ripre­
esercita su di essa poteri in via esclusiva. Per sa d i ne g oziati tra le p a tii. Non sono sottoposti
l’im m atricolazione di una nave nei registri n a­ ad alcuna formalità che non sia l’accettazione

l Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


G lo s s a rio • 173
lOMoARcPSD|6650114

delle parti in lite; il soggetto terzo, inoltre, non può Il verificarsi di un (— ) legittima lo Stato offeso
entrare nel merito della controversia. alla dichiarazione dello stato di guerra.
Per prevenire tale dichiarazione vengono or­
C a r ta a tla n tic a dinariam ente adottate, dalla Comunità inter­
Documento firmato il 14 agosto 1941 dal Pre­ nazionale, procedure volte ad una soluzione
sidente statunitense R oosevelt e dal Premier pacifica della controversia.
britannico Churchill con il quale si riconosce­ Com e esempio di (— ) può essere ricordata
va la necessità di accrescere, a guerra conclu­ l’aggressione tedesca del 1939 contro la Po­
sa, la collaborazione fra Stati e di porre le basi lonia, che causò l’instaurazione dello stato di
per un n u o v o s is te m a d i sic u re z z a in te rn a z io ­ guerra contro la G erm ania stessa da parte di
nale, preso atto del sostanziale fallimento d el­ Gran Bretagna e Francia.
la Società delle Nazioni.
Attraverso varie rielaborazioni la (— ) portò alla C D I [s ig la di com missione di d ir i t t o i n t e r ­
istituzione d ell'O N U [ved/ ^ ] . n a zio n a le ] art. 13 Carta delle N azioni Uni­
te 26-6-1945
C a r t a d e i d ir itt i f o n d a m e n t a l i d e l l ’U n io ­ È un organo sussidiario a carattere perm anen­
ne e u ro p e a te istituito con la risoluzione n. 174 del 21 no­
Docum ento, proclamato nel corso del Consi­ vem bre 1947: il suo fine (art. 15 dello Statuto)
glio europeo di N izza del 20 dicem bre 2 0 0 0 e è quello di promuovere lo s vilu p p o p ro g re s s i­
nuovam ente a Strasburgo il 12 dicem bre 2007 vo d e l d iritto in te rn a z io n a le [v e d i ^ ] e la sua
(per apportarvi alcune modifiche), che sanci­ codificazione [v e d i ^ C o d ifica zio n e (d e l d irit­
sce in m aniera visibile il carattere fondam en­ to in te rn a zio n a le )]. I compiti fondamentali del­
tale e la portata dei diritti umani per i cittadini la (— ) sono:
dell'Unione. — procedere alla redazione scritta e siste­
La (— ) riprende e raccoglie per la prima volta matica di norme consuetudinarie apparte­
in un testo organico i diritti civili, politici, eco­ nenti a campi del diritto internazionale in
nomici e sociali suddividendoli in sei categorie cui esiste una prassi consolidata e univo­
di valori: dignità (artt. 1-5), libertà (artt. 6-19), ca;
uguaglianza (artt. 2 0 -2 6 ), solidarietà (artt. 2 7 ­ — predisporre progetti di Convenzioni per la
38), cittadinanza (artt. 3 9 -4 6 ) e giustizia (artt. codificazione di materie non ancora rego­
47-50). late da norme internazionali o nelle quali
Con l'entrata in vigore del Trattato di Lisbona, non è possibile rilevare l’esistenza di una
essa ha ormai acquisito v a lo re g iu rid ic o v in co ­ prassi diffusa da parte degli Stati.
la n te e x art. 6 TU E. La (— ) è com posta da 3 4 membri che vengo­
no nominati d a ll’A sse m b le a G e n e ra le [ve d i
C a s c h i b lu secondo un criterio geografico, scelti da una
Forze internazionali di pace, integrate all' O N U lista di nominativi presentati dagli Stati.
[v e d i ^ ] e sottoposte alla direzione del Segreta­
rio Generale, che agiscono sotto il controllo de­ C la u s o la C a lv o
gli organi che ne hanno disposto la creazione, Clausola che prende il nome dall’internaziona­
ovvero il C onsiglio d i Sicurezza [v e d i ^ ] e l'As­ lista argentino ad averla formulata per primo
se m blea G enerale delle N a zio n i Unite [ve d i ^ ] . nel secolo scorso e che riserva le controver­
Vengono inviate sul territorio teatro di un conflit­ sie in tem a di trattam ento degli stranieri e dei
to col consenso dello Stato territoriale e non pos­ loro beni all’e sclu siva co m p e te n za dei tribuna­
sono svolgere azioni belliche, ma limitarsi all'uso li dello Stato locale.
della forza arm ata solo per legittima difesa. Attraverso questa clausola (che intendeva ri­
spondere agli interventi anche armati degli
C a s u s b e lli Stati a p ro te z io n e dei p ro p ri c itta d in i all’este­
Situazione di fatto caratterizzata da una grave ro) l’individuo rin u n c ia a d in v o c a re la p ro te z io ­
offesa e lesione dei diritti soggettivi cagionata n e d ip lo m a tic a [v e d i ^ ] del proprio Stato na­
da uno Stato ad un altro. zionale.

174 • G lo s s a rio

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

C la u s o la c o m p r o m is s o r ia C o d i f i c a z i o n e [ d e l d ir i t t o in te rn a z io n a ­
Attraverso la (— ) gli Stati firmatari di un tra tta ­ le ] art. 13 Carta delle Nazioni Unite 2 6 -6 ­
to in te rn a z io n a le [ v e d i si impegnano a sot­ 1945
toporre ad un arbitro tutte o solo alcune delle È la raccolta sis te m a tic a e o rdinata, in un co r­
controversie che potranno eventualmente sor­ p u s di regole scritte, delle norme consuetudi­
gere nell’interpretazione e nell’attuazione del narie di diritto internazionale.
trattato stesso [ v e d i ^ A rbitrato]. La (— ) è un fattore di a c c e rta m e n to e di rifo r­
m u la zio n e del diritto positivo e, quindi, anche
C la u s o la fa c o lta tiv a uno strumento di s vilu p p o del diritto interna­
Disposizione accessoria ad un trattato con la zionale.
quale si accorda ai contraenti la fa co ltà d i s c e ­ Il processo di (— ) è svolto principalmente sot­
g lie re se obbligarsi o m eno ad adem piere to l'egida della Com m issione di diritto interna­
quanto la (— ) stessa statuisce. zionale [v e d i ^ CDI], organo d e ll'O N U [v e d i
^ ] composto da giuristi di riconosciuta com ­
C l a u s o l a r e b u s s i c s t a n t i b u s art. 62 petenza in materie internazionalistiche che sie­
Convenzione su l diritto dei trattati 23-5-1969 dono a titolo personale in seno alla com m is­
È una causa di e s tin z io n e d e i tra tta ti [v e d i ^ ] , sione.
secondo la quale un m u ta m e n to ra d ic a le d el­ I progetti elaborati da quest'organo sono suc­
le condizioni che hanno originariamente por­ cessivam ente discussi e approvati dagli Stati.
tato alla stipula di un trattato può essere invo­
cato da una delle parti com e causa di estinzio­ C o lp a
ne dello stesso. La re s p o n s a b ilità in te rn a z io n a le d e llo S ta to
La (— ) opera anche se n o n è stata e s p re s s a ­ [v e d i ^ ] sussiste indipendentem ente dall'ele­
m e n te prevista dal testo del trattato e, inoltre, mento della (— ): secondo la prevalente dottri­
n o n prevede un e ffe tto riso lu tivo a u tom a tico , na il regime generale sarebbe quello della re ­
ma l’accettazione delle parti contraenti. sp o n sa b ilità o ggettiva, conformemente al qua­
Essa n o n o p e ra (art. 62 par. 2b, Conv. V ien ­ le quando si stabilisce un legam e tra il com ­
na) se il mutamento della circostanza è stato portamento dell'organo (e le m e n to soggettivo)
determinato dallo Stato che invoca l’applica­ e l'antigiuridicità di tale com portamento (e le ­
zione della (— ). m e n to og g ettivo ) lo Stato è da ritenersi ipso
La com petenza sulle co n tro ve rsie sorte su m a­ fa cto responsabile, a prescindere da qualun­
terie di (— ) spetta, di regola, alla C o rte In te r­ que elem ento colposo. È com unque possibile
n a z io n a le d i G iu stizia [v e d i ^ ] . per lo Stato accusato della violazione di un ob­
bligo internazionale dimostrare l'esistenza di
C o d i c e d e i c r i m i n i c o n t r o la p a c e e una circostanza che esclude tale responsabi­
la s i c u r e z z a d e l l ’ u m a n i t à lità.
È la denom inazione attribuita al testo elabora­
to dalla Comm issione di diritto internazionale C o m p r o m e s s o a r b itr a le
[ v e d i ^ CDI] dove per la prima volta vengono Strumento, utilizzato soprattutto nel X IX seco­
codificati [ v e d /^ C o d ifica zio n e] i crimini inter­ lo, con cui le parti in lite designavano la perso­
nazionali commessi dagli individui e le condi­ na, o il collegio, a cui dem andare la funziona
zioni per poter procedere alla loro repressio­ arbitrale su c c e s s iv a m e n te all'insorgere di una
ne. Le disposizioni contenute nel (— ) si appli­ controversia.
cano unicamente a i c rim in i c o m m e s s i d a g li in ­
dividui; per quelli attribuibili allo Stato valgono C o n c l u s i o n e d e i t r a t t a t i artt. 12-15 Con­
le prescrizioni contenute nel Progetto di arti­ venzione su l diritto dei trattati 23-5-1969
coli sulla re s p o n s a b ilità in te rn a z io n a le dello Secondo la Convenzione di Vienna il consen­
S ta to [ v e d i^ ] . so di uno Stato alla (— ) può essere fornito at­

l Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


G lo s s a rio • 175
lOMoARcPSD|6650114

traverso la firm a, lo s ca m b io di s tru m e n ti co­ C o n s i g l i o d ’ E u r o p a Trattato di Londra 5-5­


stituenti un trattato, l'a cce tta zio n e , l'a p p ro v a ­ 1949
z io n e o l'a d e s io n e o con eventuali a ltri m e z z i [PALAIS DE L’EUROPE-BP 67075, STRASBURGO; INTER­
convenuti. NET! w w w .c o e .f r ]
La (— ) può avvenire attraverso due diversi tipi O rg a n iz z a z io n e in te rn a z io n a le [v e d i^ ] istitu­
di procedura: ita nel 1 949 per p ro te g g e re e p ro m u o v e re il
— s e m p lice, quando alla (— ) sono legittima­ p a trim o n io co m u n e d i id e a li e lo s vilu p p o e c o ­
ti quei soggetti che hanno redatto il testo; n o m ic o e s o c ia le d e i P a e s i europei.
— co m p o sta , quando alla (— ) sono legittima­ Ciascuno degli Stati membri del (— ) (attual­
ti i p le n ip o te n z ia ri [v e d i ^ ] , ma occorre la m ente sono 47) si impegna ad «accettare il
successiva ra tifica [ v e d i^ ] da parte degli principio della prem inenza del diritto e quello
organi interni. in virtù del quale ogni persona, posta sotto la
s u a g iu ris d izio n e , d ev e g o d e re dei diritti
C o n fe d e r a z io n e d i S ta ti dell’uomo e delle libertà fondamentali».
U n io n e d i S ta ti s o v ra n i che non determ ina il
sorgere di un nuovo Stato. Differisce dallo S ta ­ C o n s i g l i o d i S i c u r e z z a artt. 23-51 e capi­
to fe d e ra le [v e d i ^ ] che, invece, rappresenta toli V, VI e VII Carta delle Nazioni Unite 2 6 ­
una u n io n e is titu z io n a le di enti locali autonomi 6-1945
che danno vita ad un nuovo Stato. Il (— ) è tecnicam ente l’organo più importante
Nella (— ) si ha u n ’a ss o c ia z io n e d i S ta ti s o v ra ­ dell’O N U [v e d i ^ ] con compiti fondamentali
n i dotata di organi che li rappresentino, deci­ per il mantenimento della pace e della sicurez­
dendo normalmente all'unanimità. z a internazionale. È composto da 15 membri
di cui 5 (Cina, Stati Uniti, Russia, Gran Breta­
C o n s e n s o d e l l o S t a t o le s o art. 20 Pro­ gna e Francia) sono membri permanenti e go­
getto di articoli sulla responsabilità degli S ta ­ dono del diritto di veto [ v e d i ^ Veto (D iritto di)].
ti p e r a tti internazionalm ente illeciti Il (— ) può adottare, discrezionalm ente, contro
Circostanza che esclude la responsabilità di uno Stato che minacci o abbia violato la pace,
uno Stato autore di un ille c ito in te rn a z io n a le misure:
[v e d i ^ ] e che si verifica quando lo Stato nei — che non comportano l’im p ie g o d e lla forza.
cui confronti sussisteva l'obbligo violato abbia Vi rientrano le interruzioni delle relazioni
consentito a tale violazione. economiche, commerciali, internazionali e
delle comunicazioni postali, economiche,
C o n s e n s u s [v o ta zio n e ] ferroviarie, marittime, aeree, telegrafiche
Nell'ambito delle conferenze internazionali è e la rottura delle relazioni diplomatiche;
un sistem a di votazione che prevede l'adozio­ — che implicano l’uso d e lla forza. Si tratta di
ne di una decisione in assenza di una qualsia­ azioni militari com piute da fo rz e a rm a te
si obiezione presentata da un rappresentante messe a disposizione del (— ) dagli Stati
di uno Stato membro, s e n za p ro c e d e re a d una membri oppure di misure provvisorie rite­
vo ta z io n e form ale. Le votazioni per (— ) ag e ­ nute necessarie o desiderabili com e il ces­
volano il raggiungimento di un compromesso sate il fuoco [v e d i ^ C a s c h i blu].
tra le esigenze dei diversi Stati; per questo mo­ I provvedimenti adottati possono assum ere la
tivo esse permettono l'adozione a larga m ag­ forma di ra c c o m a n d a z io n i [v e d i ^ ] , che non
gioranza di una decisione che però può rive­ sono vincolanti per gli Stati membri, o di d e c i­
larsi ambigua e contraddittoria nella sua for­ s io n i [v e d i ^ ] che sono, invece, vincolanti.
m ulazione (e talvolta inapplicabile).
C o n s u e t u d i n e art. 38 Statuto della Corte In­
C o n s i g l i o e c o n o m i c o e s o c i a l e artt. 61­ ternazionale d i Giustizia; art. 10 Cost.
72 Carta delle N azioni Unite 26-6-1945 La (— ) è una regola non scritta avente carat­
Organo consultivo d ell'O N U [v e d i ^ ] che stu­ tere obbligatorio per i soggetti di diritto di un
dia, per riferirne all'Assem blea G e n e ra le d elle determ inato ordinamento giuridico.
N a z io n i U n ite [v e d i ^ ] le questioni econom i­ È fo n te d i p rim o g ra d o nella gerarchia delle
che, sociali e la protezione dei diritti dell'uomo. norme dell’ordinamento giuridico internaziona­

176 • G lo s s a rio

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

le. Essa tuttavia è caratterizzata da una certa ^ j in quanto non contiene alcun elemento di
flessibilità cosicché può essere derogata m e­ natura afflittiva; la (— ) infatti mira a realizzare
diante accordo. Esistono però alcune (— ) non la cessazione dell’illecito e a reintegrare l’ordi­
derogabili in quanto tutelano valori fondam en­ ne giuridico violato.
tali della c o m u n ità in te rn a z io n a le [ v e d i ^ Jus
cogens]. C o n t r o v e r s i a i n t e r n a z i o n a l e art. 2 , par.
La (— ) internazionale, secondo la tesi preva­ 3, Carta delle Nazioni Unite 26-6-1945
lente (d u a lis tic a ) in dottrina, consta di due e le ­ È il d isa cco rd o s u un p u n to d i d iritto o d i fatto,
menti: una contraddizione, un’opposizione di tesi giu­
— un elemento oggettivo, la d iu tu rn ita s [v e d i ridiche o di interesse. Allo stato attuale del di­
^ ] o usus, ovvero la ripetizione costante ritto internazionale non ha più senso la con­
e uniforme di un dato comportamento; trapposizione tra (— ) giuridica e politica, per­
— un elemento soggettivo, l'o pinio ju ris a c n e ­ ché nella realtà ogni (— ) insorta fra Stati pre­
c e s s ita tis [v e d i^ ] , ovvero il convincimen­ senta caratteri insieme politici e giuridici.
to che tale comportamento sia giuridica­ In relazione a qualsiasi (— ) il divieto dell’uso
mente dovuto. della forza nelle relazioni internazionali, dive­
nuto nell’epoca attuale una norm a consuetu­
C o n t i g u i t à [ t e o r ia d e l l a ] dinaria cogente [ v e d i ^ J u s co g e n sj, ha fatto
Dottrina secondo la quale uno Stato può le g it­ sorgere l’obbligo per gli Stati di risolvere le
tim a m e n te e s te n d e re la su a s o v ra n ità sui ter­ controversie tra loro insorte «co n m e z z i p a c i­
ritori contigui al proprio, quali le isole prossime fici, in m a n ie ra ch e la p a c e e la s ic u re z z a in ­
alla terraferm a e le isole più vicine a quella sul­ te rn a z io n a le , e la g iu s tiz ia , n o n s ia n o m e sse
la quale già sussiste la sovranità dello Stato. in p e rico lo » .
La teoria non è accettata dalla giurispruden­
za, ma nella prassi internazionale è stata più C o n v e n z io n e d i V ie n n a s u l d ir itt o d e i
volte sostenuta dagli Stati. Si può ricordare la tra tta ti
q uestione delle isole F alkland, rivendicate Convenzione di codificazione promossa dalla
dall'Argentina, che vantava il proprio diritto fa ­ Comm issione di diritto internazionale [v e d i ^
cendo ricorso proprio alla teoria della (— ). C D Ij, stipulata nel 1969 ed entrata in vigore
nel 1980.
C o n t in u ità g iu r id ic a d e llo S ta to La (— ) è largam ente riproduttiva nel diritto in­
Si verifica quando uno Stato di nuova form a­ ternazionale g en erale relativo ai trattati ma
zione, o con una nuova Costituzione, decida essa presenta anche aspetti fondamentali in­
di m a n te n e re in vig o re parte dell'ordinamento novativi, soprattutto nell’ambito del p rin c ip io
dello Stato cui succede. d e lla lib e rtà d e g li S ta ti n e lla stip u la z io n e d e i
In particolare con la (— ) vengono conservati i c o n tra tti e della in te rp re ta z io n e delle norme
tra tta ti in te rn a z io n a li [v e d i ^ ] e le leggi che convenzionali.
non rivestono notevole importanza in quanto L’ambito di efficacia della C o nvenzione del
non caratterizzanti il regime. 1 9 6 9 è, com e accade per tutte le norme pat­
La (— ) si è sem pre verificata in Italia, con i vari tizie, limitato alle parti contraenti: tale regola
regimi succedutisi dall'Unità fino all'attuale R e ­ è enunciata dall’art. 4 della Convenzione stes­
pubblica. sa, assiem e al principio della sua irre tro a tti­
v ità .
C o n t r o m i s u r e art. 49 Progetto d i articoli sul­
la responsabilità degli S ta ti p e r a tti interna­ A d o tta ta : Vienna 2 3 -5 -1 9 6 9
zionalm ente illeciti E n tra ta in v ig o re : 2 7 -1 -1 9 80
È l'adozione, da parte di uno Stato nei cui con­ R a tifica ta : L. 12-2 -1 9 74 , n. 112
fronti un obbligo è stato violato, di un co m p o r­
tam ento illecito m a g iu stifica to dalla lesione su­ C o n v e n z i o n e e u r o p e a p e r la s a l v a ­
bita. g u a r d ia d e i d ir itt i d e l l ’u o m o
Il term ine è ormai quasi unanim em ente prefe­ Accordo prom osso dal C o n s ig lio d 'E u ro p a
rito a quello tradizionale di ra p p re s a g lia [v e d i [v e d i ^ j e stipulato nel 1950, il quale ha dato

l Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


G lo s s a rio • 177
lOMoARcPSD|6650114

vita ad un vasto sistem a di p ro te z io n e d e i d i­ C o r te p e n a le in te r n a z io n a le


ritti d e ll'u o m o ; è stata successivam ente inte­ Tribunale istituito durante la Conferenza diplo­
grata da 14 protocolli aggiuntivi o modificativi. matica svoltasi a Rom a dal 14 giugno al 17 lu­
La (— ) è divisa in due parti: nella prima parte glio 1998, com petente a giudicare i crimini più
(artt. 1-18) sono enunciati i d iritti fo n d a m e n ta ­ gravi che interessano la Comunità internazio­
li c h e o g n i S ta to co n tra e n te s i im p e g n a a d a s ­ nale: a g g re s s io n e [v e d i ^ ] , c rim in i d i guerra,
s ic u ra re a « tutte le p e rs o n e so tto p o s te a lla sua g e n o c id io [v e d i ^ ] e c rim in i co n tro l ’u m a n ità
g iu ris d iz io n e » : diritto alla vita, libertà di pen­ [v e d i ^ C rim in i in te rn a zio n a li]. Esso si fonda
siero, di religione, di riunione e associazione sullo Statuto, firmato a Rom a il 17 luglio 1998,
per citare i più importanti. costituito di 128 articoli suddivisi in tredici par­
Il secondo gruppo di norme è, invece, di carat­ ti. L'entrata in vigore era subordinata al depo­
tere procedurale in quanto prevedeva origina­ sito di almeno 60 ratifiche, numero raggiunto
riamente l’istituzione di due organi, la Com m is­ l'11 aprile 2002; dal 1° luglio 2 0 0 2 l'atto è in vi­
sione e la Corte europea dei diritti umani, e la gore.
predisposizione di meccanismi di controllo. La Corte, con sede all'Aja, è com posta da 18
Il Protocollo n. 11, entrato in vigore il 1° no­ magistrati in carica per nove anni. Form alm en­
vem bre 1 998 (ratificato dall’ Italia con L. 28 te è un'is titu z io n e a u to n o m a che non rientra
agosto 1997, n. 2 9 6 ), ha però trasform ato ra­ fra gli organi dell'O N U , pur essendo legata a
dicalm ente il sistem a di controllo della tutela tale organizzazione da un collegam ento fun­
dei diritti dell’uomo delineato dalla Convenzio­ zio n a le sancito d a un accordo approvato
ne di Rom a, procedendo alla fusione della dall'Assem blea degli Stati firmatari.
Comm issione (organo istruttorio) e della C or­ L'azione penale può essere avviata dal Procu­
te (organo d’istanza) in un solo organo: la Cor­ ratore, da uno Stato che ha firmato lo Statuto
te unica. o dal Consiglio di sicurezza; negli ultimi due
casi è necessario il consenso dello Stato nel
A d o tta ta : Rom a 4-11-1950 quale il crimine ha avuto luogo o dello Stato,
E n tra ta in vigore: 3 -9 -1 9 5 3 di provenienza dell'imputato.
R a tifica ta : L. 4 -8 -1 9 5 5 , n. 848 Il giudizio della Corte è basato su tre principi
fondamentali del diritto penale:
C o r te In t e r n a z io n a le d i G iu s tiz ia — n u llu m crim e n sin e lege: nessuna persona
[c.I.G .] artt. 92-96 Carta delle Nazioni Unite può essere accusata di un fatto che al mo­
26-6-1945 mento del suo verificarsi non costituisce cri­
[PEACE PALACE - 2517 KJ L’AIA; INTERNET! WWW.ICJ.CIJ. mine oggetto di giurisdizione della Corte;
or g] — n u lla p o e n a sin e lege: una persona con­
M assim o tribunale internazionale sorto nel dannata dalla Corte può essere punita solo
1945: è un organo dell’O N U [v e d i ^ ] come secondo le disposizioni dello Statuto che
previsto dallo Statuto dell’organizzazione. non contem pla la pena di morte;
È com posta da 15 giudici di varie nazionalità — irre tro a ttiv ità ra tio n e p e rs o n a e : nessuna
eletti in base alla loro com petenza e levatura persona può essere accusata per fatti com ­
morale. messi prima dell'entrata in vigore dello Sta­
I compiti della (— ) sono prevalentem ente g iu ­ tuto.
ris d iz io n a li e c o n s u ltiv i: nel primo caso funzio­
na com e trib u n a le a rb itra le [v e d i ^ A rb itra to ] C o r t e p e r m a n e n t e d ’a r b i t r a t o
tra gli Stati membri che decidono di sottopor­ Non costituisce un organo perm anente, ma è
si alla sua giurisdizione, mentre nel secondo semplicem ente una lista redatta da un bu re a u
può formulare p a re ri su questioni giuridiche nei con sede all'Aja, d i p e rs o n a lità suscettibili di
confronti dell’O N U che non sono comunque essere scelte com e arbitri per la soluzione di
vincolanti. controversie fra Stati.
L’attività della (— ) è regolata da uno Statuto È stata istituita per la so lu z io n e p a c ific a delle
annesso alla Carta delle Nazioni Unite. controversie internazionali.

178 • G lo s s a rio

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

D anno Le (— ) di queste organizzazioni si caratte­


Il (— ) consiste in un pregiudizio arrecato a un rizzano per il fatto di divenire vincolanti se
interesse dello Stato di carattere m ateriale gli Stati non manifestano, entro un certo
(pregiudizio di tipo economico e patrimoniale periodo di tempo, la volontà di ripudiarle.
agli interessi di uno Stato) o morale (pregiudi­
zio arrecato all'onore di uno Stato. D e lic t a iu r is g e n tiu m
Nel Progetto di articoli d ella C D I [v e d i ^ ] il Sono crimini di particolare gravità che per la
(— ) non è m enzionato tra gli elem enti costi­ loro crudeltà ed efferatezza, legittimano qual­
tutivi d e ll'ille c ito [v e d i ^ ] , ciò significa che, siasi autorità o Stato a punirli (es.: pirateria,
ai fini d ella resp o n sab ilità in te rn a zio n a le , crimini di guerra etc.). Per i (— ) non è prevista
non è necessario dim ostrare che l'illecito a b ­ alcuna forma di prescrizione [v e d i ^ C rim in i
bia causato un (— ); è sufficiente che vi sia in te rn a zio n a li].
stata la lesione di un diritto soggettivo di un
altro Stato. D e n u n c i a d i t r a t t a t o in t e r n a z i o n a le art.
56 Convenzione sul diritto dei trattati23-5-1969
D e b e lla tio C ausa di e s tin z io n e d e i tra tta ti [v e d i ^ ] che si
È il totale annullamento di una com pagine po­ concreta in un atto diplomatico unilaterale con
litico-militare-amministrativa di uno Stato per il quale uno Stato firmatario dichiara la propria
effetto della g u e rra [ v e d i^ ] . volontà di recedere dal trattato stesso.
A seguito della (— ) lo Stato vinto scom pare e La (— ) può derivare da un vizio del trattato,
10 Stato vincitore stabilisce la sua s o v ra n ità dall'inadem pimento degli altri soggetti firmata­
[v e d i ^ ] sul territorio dello Stato conquistato. ri o dal radicale mutamento delle circostanze
Requisiti essenziali perché si abbia (— ): che ne determinarono la stipulazione [v e d i ^
— la fin e d e lla g u e rra (in m ancanza si avreb­ C la u so la re b u s s ic sta n tib u s].
be soltanto o ccu p a zio n e );
— il fatto che il governo sconfitto n o n e s e rc i­ D e p o s i t a r i o d e l t r a t t a t o artt. 76-80 Con­
ti più a lc u n p o te re effettivo sul territorio; venzione su l diritto dei trattati 23-5-1969
— che ci sia una vo lo n tà da p a rte d e llo S ta to È lo Stato o l'organizzazione internazionale al
v in c ito re in questo senso. La (— ) com por­ quale è affidato il compito di espletare tutte
ta la fin e d e lla p e rs o n a lità g iu rid ic a d ello quelle funzioni che vengono poste in essere
S ta to a n n ie n ta to e costituisce la prem es­ dopo la firma definitiva del tratta to [v e d i^ ] .
sa per la nascita di altri Stati e/o per varia­ In particolare l'art. 77 della C onvenzione di
zioni del loro territorio. Vienna sul diritto dei trattati prevede tra gli ob­
blighi del (— ):
D e c is io n i d e lle o r g a n iz z a z io n i in t e r ­ — la custodia del testo originario;
n a z io n a li — la redazione e la trasmissione di copie cer­
Atti vincolanti delle organizzazioni internazio­ tificate conformi all'originale in altre lingue;
nali. — il ricevimento di tutte le ra tific h e [v e d i
11 potere di em anare (— ) è riconosciuto: da parte degli Stati partecipanti all'accor­
— all'A sse m b le a G e n era le d e ll'O N U [v e d i^ ] , do e di ogni altra com unicazione relativa
che in base all'art. 17 della Carta adotta al trattato. Tali notizie devono essere rese
(— ) per l'approvazione del bilancio e la ri­ note anche agli altri Stati.
partizione delle spese dell'O rganizzazione
tra gli Stati membri; D e r e l i z i o n e [ab b an d o n o d e l t e r r i t o r i o ]
— al C o n sig lio d i S icu re zza d e ll'O N U [ ve d i Consiste nella perdita della s o v ra n ità [v e d i
che e x art. 41 em ana (— ) con le quali ven­ su un determinato territorio.
gono adottate misure che non implicano Per aversi (— ) occorrono due elementi:
l'uso della forza contro quegli Stati che ab­ — d e re lic tio , che è l'effettivo allontanamento
biano minacciato la pace internazionale; e la conseguente perdita di controllo del
— ad alcuni is titu ti sp e cia lizza ti dell'ONU [ve d i territorio da parte del soggetto occupante
^ ] com e l'IC A O [v e d i ^ ] e l'O M S [ v e d i ^ ] . (cd. elem ento oggettivo);

l Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


G lo s s a rio • 179
lOMoARcPSD|6650114

— a n im u s d e re lin q u e n d i, che è l'intenzione D ir itto in te r n a z io n a le d e l m a r e


dichiarata del soggetto a rinunciare ad ogni È il complesso delle norme internazionali con­
pretesa di sovranità sul territorio (cd. e le ­ suetudinarie e convenzionali che regola l'uti­
mento soggettivo). lizzazione degli spazi marini.
Nel secolo XX , l'evoluzione del (— ) è legata a
D ic h ia r a z io n e d i g u e rr a tentativi promossi d all'O N U [v e d i ^ ] per la sua
Atto diplomatico unilaterale con cui uno o più codificazione, che testimoniano la difficoltà di
Stati, ponendo termine alle normali relazioni redigere per iscritto norme condivise a causa
diplomatiche, aprono il cd. ra p p o rto d ib e llig e ­ delle opposte prese di posizione da parte d e­
ra n z a con altri Stati o soggetti di diritto inter­ gli Stati o gruppi di Stati e dei loro divergenti
nazionale. interessi.
La (— ), oltre ad essere una manifestazione di La codificazione del (— ) è iniziata a Ginevra
volontà autonoma, può anche essere implici­ nel 1958 con l'adozione del testo di quattro
tam ente com presa in un atto concettualm en­ Convenzioni.
te distinto: l'u ltim a tu m . Con tale atto lo Stato U na seconda Conferenza delle Nazioni Unite
dichiarante dà il conclusivo avvertimento che sul (— ) fu convocata a Ginevra nel 1960 al fine
se le richieste in esso avanzate restassero di­ di esam inare le questioni d ell'am piezza del
sattese entro un preciso termine, l'entrata in mare territoriale e dei limiti delle zone di pe­
guerra diverrebbe a u to m a tic a senza, quindi, il sca, ma si concluse con un insuccesso.
preventivo ricorso alla (— ). Infine una terza C o nferenza di codificazione,
promossa dalle Nazioni Unite nel 1973, si è
D ic h ia r a z io n e u n iv e r s a le d e i d ir itt i svolta in num erose sessioni e ha concluso i
d e ll’u o m o suoi lavori a M o n te g o B a y [v e d i^ ] il 10 dicem ­
D ic h ia ra z io n e d i p rin c ip i [v e d i ^ ] approvata bre 1982 con l'adozione di un nuovo trattato:
d a ll'A s s e m b le a G e n e ra le d e lle N a z io n i U nite la C o n ve n zio n e d e lle N a z io n i U nite s u l (— ) en­
[v e d i ^ ] il 10 dicem bre 1948, che riconosce a trata in vigore il 16 novembre 1994.
tutti gli uomini una serie di diritti fondamentali
(libertà, dignità, u g u a g lia n za se n za d is tin z io n i D ir itto in te r n a z io n a le p e n a le
d i razza, sesso, relig io ne , o p in io n e p o litica , lin ­ Il diritto internazionale penale può essere d e­
g u a etc.). La (— ) è priva di valore vincolante finito com e l'in s ie m e d e lle n o rm e d i d iritto in ­
essendo una semplice ra cco m a n d a zio n e [v e d i te rn a zio n a le ch e sa n c is c o n o la re sp o n sa b ilità
^ ] e non prevedendosi alcun meccanismo che p e n a le in d iv id u a le p e r fa tti ch e tu rb a n o l'o rd i­
garantisca la sua applicazione automatica mal­ n e p u b b lic o in te rn a z io n a le e c o s titu is c o n o cri­
grado l'opera di vigilanza e di denuncia di per­ m in i c o n tro il d iritto d e lle g e n ti (M AN TO VA N I).
sonalità ed associazioni internazionali. Esso non va confuso con il diritto penale inter­
nazionale, vale a dire il complesso delle nor­
D i c h i a r a z i o n i d i p r i n c i p i d e l l ’A s s e m ­ me di diritto interno che regolano il campo di
b l e a G e n e r a l e d e l l ’O N U applicazione della legge penale nazionale nel­
Atti d e ll'A s s e m b le a G enerale delle N a zio n i U ni­ lo spazio e l'attività di collaborazione tra Stati
te [v e d i ^ ] di carattere generale e solenne in in materia penale.
sé non obbligatori ma di notevole valore poli­
tico, contenenti una serie di regole rivolte agli D ir itto in te r n a z io n a le p r iv a to
Stati. È il complesso delle norme giuridiche con cui uno
Quanto al v a lo re delle (— ) esse non sono una Stato regola quei rapporti privatistici che presen­
fonte di diritto internazionale perché prive di tano elementi di estraneità rispetto ad esso.
carattere vincolante. Sono norme di (— ), ad esempio, quelle che
Tra gli Stati che le sottoscrivono costituiscono designano le leggi applicabili per la regolam en­
a c c o rd i in fo rm a s e m p lific a ta [v e d i ^ ] qualora tazione dei rapporti tra coniugi di nazionalità
venga specificato che la violazione dei princi­ straniera, l'adem pim ento delle obbligazioni
pi in esse contenuti equivale alla violazione contratte in un Paese diverso da quello in cui
della Carta d ell'O N U [v e d i ^ ] . d eve essere eseguita la prestazione etc.

180 • G lo s s a rio

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

In presenza di rapporti di questo tipo si deter­ L’art. 49 della Convenzione di Vienna sul dirit­
mina, inevitabilmente, un potenziale concorso to dei trattati lo definisce come la co n d otta frau ­
tra le norme dei diversi ordinamenti giuridici d o le n ta di uno Stato che ha partecipato ad un
che appaiono collegabili, per un verso o per negoziato, e per m ezzo della quale un altro
un altro, alla fattispecie. Stato è stato indotto a concludere un trattato;
La funzione di risoluzione dei conflitti tra diver­ q uest’ultimo, pertanto, può invocare il (— )
si ordinamenti viene assolta dalle norme di (— ). come vizio del suo consenso e chiedere la ri­
soluzione del trattato.
D i s s o l u z i o n e [o s me mb r a me n t o del l o
st at o] D o m e s t i c j u r i s d i c t i o n [dominio r is e r v a ­
Si ha (— ) dello Stato quando questo ce ssa d i t o ] art. 2, par. 7 Carta delle N azioni Unite 2 6 ­
e s is te re c o m e s o g g e tto d e l d iritto in te rn a z io ­ 6-1945
n a le e sul suo territorio vengono a formarsi due La (— ) indica quella parte dell’attività dello Sta­
o più Stati tra loro indipendenti. to che non è contem plata da norme interna­
Com e esempi recenti possono citarsi la disso­ zionali: un campo rispetto al quale lo Stato è
luzione dell’U R S S e della Jugoslavia o (dal 1° lib e ro da o b b lig h i in te rn a z io n a li.
gennaio 1993) la costituzione della Repubub- Di conseguenza l’am piezza della (— ) va d e­
blica ceca e della Repubblica Slovacca in s e ­ term inata in senso puram ente negativo e sul­
guito alla scom parsa della Cecoslovacchia. la base del livello di sviluppo delle norme di di­
ritto internazionale: rientrano pertanto nella sfe­
D i u t u r n i t a s [o u s u s ] ra della (— ) tutti quei settori non disciplinati da
Insieme all’opinio ju ris a c n e c e s s ita s [ v e d i^ ] norme generali vigenti, da obblighi internazio­
è uno dei due elementi che concorrono alla nali assunti dallo Stato o da atti vincolanti del­
formazione di una c o n s u e tu d in e [v e d i ^ j in­ le organizzazioni internazionali di cui lo Stato
ternazionale. è membro.
Infatti, per aversi la form azione di una norma
consuetudinaria gli Stati devono manifestare D o t t r i n a art. 38 Statuto della Corte Internazio­
la propria volontà a tenere un determinato com ­ nale di Giustizia
portamento attraverso atti commissivi o con­ La (— ), intesa com e il co m p le sso d e lle o p in io ­
dotte omissive ripetuti nel tempo ed univoca­ n i e d e i g iu d iz i c ritici e la b o ra ti d a i g iu ris ti nell’in­
mente interpretabili: ciò significa che anche se terpretazione del diritto, non può essere con­
non è richiesta l’uniformità totale del com por­ siderata una fonte del diritto internazionale, pur
tam ento degli Stati, è com unque indispensa­ essendo richiamata dall’art. 38 dello Statuto
bile un certo livello di consenso. della C o rte In te rn a zio n a le d i G iu stizia [v e d i^ ]
come mezzo sussidiario di determinazione del­
D iv ie to d e ll’u s o d e lla fo r z a le norme di diritto.
È un principio, ormai di natura consuetudina­
ria [v e d i ^ C o n su e tu d in e j, secondo il quale D u a l i s t a [ t e o r ia ]
l’uso d e lla fo rza [v e d i ^ j per la soluzione di C oncezion e sviluppatasi intorno alla fine del
controversie internazionali è a s s o lu ta m e n te X IX secolo e agli inizi del X X , principalm en­
p ro ib ito ; tale principio è stato ribadito nella C a r­ te ad o pera di autori tedeschi, secondo la
ta dell’O N U (art. 2: «i membri devono astener­ q uale ciascun o rd in a m e n to s ta ta le costitui­
si nelle loro relazioni internazionali dalla mi­ s ce un s is te m a c h iu s o , a u to s u ffic ie n te e
naccia o dall’uso della forza») e in numerose avente un p ro p rio e s c lu s iv o fo n d a m e n to d i
risoluzioni dell’Assem blea G enerale. v a lid ità .
Il regime di separazione tra d iritto in te rn a z io ­
D o l o [nei t r a t t a t i in te rn a z io n a li] art. 49 n a le [v e d i ^ j e d iritto in te rn o troverebbe giu­
Convenzione su l diritto dei trattati 23-5-1969 stificazione nella diversità:
Insieme all’errore [v e d i^ j e alla vio le n za [v e d i — d e lle fo n ti : volontà dello Stato per il diritto
^ j costituisce una causa di in v a lid ità d e i trat­ interno e volontà degli Stati per il diritto in­
ta ti [v e d i ^ j in te rn a zio n a li. ternazionale;

l Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


G lo s s a rio * 181
lOMoARcPSD|6650114

— d e ll'o g g e tto d e lle ris p e ttiv e n o rm e : di c a ­ E n t r a t a in v i g o r e [dei t r a t t a t i ] art. 24 Con­


rattere interno le une e internazionale le venzione su l diritto dei trattati 23-5-1969
altre; M om ento a partire dal quale un tra tta to [v e d i
— d e i d e s tin a ta ri, avendo il diritto interno c a ­ ^ ] e sp lica p ie n a m e n te i s u o i e ffe tti tra gli S ta­
rattere interindividuale e quello internazio­ ti contraenti.
nale, essenzialm ente, interstatale. La Convenzione di Vien na (art. 24, par. 1) ri­
mette alla decisione delle parti la fissazione
E f f e t t i v i t à [ p r in c ip io d i ] d ella d ata di (— ) di un trattato. Nei trattati
È un principio di generale applicazione nel di­ multilaterali la d ata di (— ) è in gen ere subor­
ritto internazionale secondo il quale una s itu a ­ dinata al deposito di un certo num ero di ra ti­
z io n e d i fatto, determinatasi nella Comunità in­ fic h e [v e d i ^ ] e al trascorrere di un certo las­
ternazionale e c o n s o lid a ta s i con una certa s ta ­ so di tem po dopo che sia stato raggiunto il
bilità, può divenire, a certe condizioni, fo n te d i num ero di ratifiche necessarie.
p o s iz io n i s o g g e ttiv e a prescindere dalla volon­ Solo in m a n c a n za di una specifica d isp osi­
tà degli altri soggetti di diritto internazionale. zion e inserita nel testo d ell'acco rd o può a p ­
Il principio, che rispecchia anche i limiti dell’or­ plicarsi la disciplina prevista dal suc c e s s i­
dinamento internazionale, trova le sue princi­ vo par. 2 d ell'art. 24: esso p reved e che un
pali applicazioni: trattato entri in vigore soltanto q uando: «il
— a i fin i d e ll'a c q u isto o d ella p e rd ita d ella p e r­ consenso a v in co larsi... sia espresso d a tu t­
s o n a lità in te rn a z io n a le , situazioni per le ti gli Stati che hanno p artecip ato alla n e g o ­
quali non rileva il ric o n o s c im e n to [v e d i z ia zio n e » .
degli S ta ti terzi;
— ai fini di determ inare l’o cc u p a z io n e di un E r r o r e art. 48 Convenzione su l diritto dei trat­
territorio per stabilirne a chi spetti la sovra­ tati 23-5-1969
nità, verificando cioè se lo Stato cd. occu­ Insiem e al d o lo [ v e d i^ ] e alla v io le n z a [v e d i
pante esercita e ffe ttiv a m e n te i poteri con­ ^ ] è u n a d e lle c a u s e d i in v a lid ità d i u n tra t­
feritigli dal diritto internazionale [ v e d i ^ O c­ ta to in te rn a z io n a le [v e d i ^ ] . L'(— ) secondo
cu p a tio b e llic a ; D e relizione]. la definizione dell'art. 48 d ella C o n v e n z io n e
d i V ie n n a s u l d iritto d e i tra tta ti [ v e d i^ ] è «un
E f f e t t o d i l i c e it à fatto o una situazione che lo Stato sup po ne­
Particolare conseguenza giuridica che in pas­ va esistente al m om ento in cui il trattato è
sato parte della dottrina (C O N F O R T I) ritene­ stato concluso e che costituiva una base es ­
va prodotta dalle ra c c o m a n d a z io n i [v e d i senziale del consenso di questo Stato».
delle organizzazioni internazionali, in base alla
quale lo Stato che contravveniva ad obblighi E s e c u z io n e fo r z a ta d e i b e n i d i S ta ti
precedentem ente assunti attraverso un tra tta ­ e s t e r i l . 15- 7- 1926, n. 1263
to [v e d i ^ ] , al fine di rispettare la raccom an­ Complesso dei p ro v v e d im e n ti g iu d iz ia ri adot­
dazione dell’organo internazionale, non era tabili, in sede e s e c u tiv a , dagli organi giurisdi­
considerato autore di un ille c ito in te rn a z io n a ­ zionali di uno Stato nei confronti di uno Stato
le [v e d i ^ ] . estero soccombente in sede di cognizione.
Tale effetto, che sussisteva solo tra i membri In m ateria la prassi giurisprudenziale interna­
dell’iorganizzazione e limitatamente alle rac­ zionale segue la te o ria d e ll'im m u n ità ristre tta
comandazioni legittime, sem bra oggi sm enti­ in base alla quale è am m essa l'(— ) solo se
to dalla prassi. esperita su b e n i n o n d e s tin a ti a d una p u b b lica
fu n zio n e .
E m e n d a m e n t i [dei t r a t t a t i ] artt. 31-41
Convenzione su l diritto dei trattati 23-5-1969 E s e c u z i o n e d e i t r a t t a t i art. 26 Convenzio­
Cam biam enti che vengono apportati al testo ne su l diritto dei trattati 23-5-1969
di un tra tta to [v e d i^ ] e tendenti ad aggiunge­ C o m p le sso d e g li a d e m p im e n ti che devono es­
re, sostituire, abrogare o modificare gli artico­ sere compiuti dagli Stati contraenti al fine di ri­
li esistenti. spettare gli impegni assunti col trattato sotto­

182 • G lo s s a rio

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

scritto; l’(— ) deve essere realizzata da ciascu­ in essere un com portam ento generalm ente
no Stato nel rispetto del principio di b u o na fede. qualificato com e illecito.
Perché possa invocarsi detta circostanza l’art.
E s p r o p r i a z i o n e [ d i b e n i s t r a n ie r i ] 2 4 del Progetto di articoli sulle conseguenze
Atti con i quali uno Stato acquista co a ttiva m e n ­ della responsabilità degli Stati richiede:
te i diritti patrimoniali degli stranieri sui beni siti — l’impossibilità di ricorrere ad altri mezzi;
nel proprio territorio. — l’esistenza di un pericolo grave ed im m i­
Le norm e internazionali richiedono, per po­ nente non riconducibile all’attività dello
ter procedere all’(— ), l’esistenza di un inte­ Stato;
resse pubblico e la liquidazione di un in d e n ­ — che l’azione posta in essere non generi un
n iz z o [v e d i ^ ] , di cui non vengono tuttavia pericolo com parabile o superiore.
specificati né il q u a n tu m , né le modalità di
pagam ento. E x a e q u o e t b o n o . . . [ in q uantu m aequius
In generale l’indennizzo viene stabilito attra­ MELIUS] art. 38, par. 2, Statuto Corte interna­
verso la conclusione di particolari accordi di zionale d i Giustizia
com pensazione globale [v e d i ^ L u m p -su m Formula riconosciuta e applicata nel diritto in­
a g re e m e nts]. ternazionale (art. 38, par. 2, Statuto Corte in­
ternazionale di Giustizia) in base alla quale gli
E s t i n z i o n e d e i t r a t t a t i [ca u s e di] artt. 65­ Stati parti di una controversia possono chie­
68 Convenzione su l diritto dei trattati 23-5­ dere al giudice di decidere adottando un c rite ­
1969 rio e q u ita tiv o , in luogo della rigorosa applica­
Le cause di (— ) sono numerose e possono d e ­ zione del diritto.
rivare sia dal d iritto in te rn a z io n a le g e n e ra le
(es.: desuetudine, impossibilità della presta­ F .A .O . [s ig la di f o o d a n d a g r ic u l t u r a l o r ­
zione etc.) che dal tratta to stesso (scadenza GANIZATION - ORGANIZZAZIONE PER L’ALI­
del termine, verificarsi della condizione risolu­ MENTAZIONE E L’AGRICOLTURA]
tiva etc.). [v ia d e l l e t e r me di c a r a c a l l a , 0 0 1 00 r o ma ; in ­
Nonostante si ritenga che l’(— ) sia autom ati­ t er net : w w w .f a o .o r g ]
ca, l’art. 65 della Convenzione di Vienna di­ Istitu to s p e c ia liz z a to [v e d i ^ ] dell’O N U per la
spone che lo Stato che invoca una causa di cooperazione internazionale e lo sviluppo agri-
(— ) deve notificare per iscritto la sua pretesa colo-alim entare dotato di personalità giuridica
alle altre parti contraenti. internazionale (e interna nei singoli Stati), con
Ove nel term ine non inferiore a tre mesi non immunità e privilegi diplomatici, istituita in Q ue­
sorgano controversie, lo Stato può definitiva­ bec nel 1945 e dal 1950 trasferita a Roma.
mente dichiarare l’(— ), altrimenti si ricerca una Fine principale della (— ) è orientare la condot­
soluzione della controversia attraverso nego­ ta interna e internazionale dei membri attra­
ziati, conciliazione, arbitrato. verso ra c c o m a n d a z io n i, d ic h ia ra z io n i d i p rin ­
Se nel termine di dodici mesi la questione non cipi, e promozione di a c c o rd i [v e d i ^ ] .
è risolta si adisce la Com m issione form ata La (— ) conduce e finanzia ricerche volte a mi­
nell’ambito delle Nazioni Unite che em ette una gliorare l’alim entazione um ana, a introdurre
decisione avente mero valore di esortazione. nuove tecniche di produzione agricola e nuo­
ve colture, in particolare nei Paesi in via di svi­
E s tre m o p e r ic o lo ( d is t r e s s ) luppo [ v e d i ^ P.V.S.]; incoraggia le scelte di­
È una della c a u se ch e esclu d o no l ’illice ità [ve d i rette ad aum entare la produzione agricola e il
^ ] del comportamento di uno Stato. livello degli scambi internazionali in materia
L’(— ) indica la situazione in cui si trova un in­ agricola e alimentare.
dividuo-organo dello Stato, il quale per salva­ Tecnici della (— ) operano in diversi Paesi in
re la propria vita o quella di persone a lui affi­ via di sviluppo com e consulenti per i problemi
date da un pericolo grave e imminente pone agricolo-alimentari.

I Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


G lo s s a rio * 183
lOMoARcPSD|6650114

F a t t o i l l e c i t o i n t e r n a z i o n a l e artt. 12-15 Il (— ) ha lo scopo di promuovere la co o p e ra ­


Progetto d i articoli sulla responsabilità degli z io n e n e l s e tto re m o n e ta rio e la sta b ilità d e i
Stati p e r a tti internazionalm ente illeciti c a m b i e, a tal fine, utilizza un capitale versato
Il (— ) è costituito dalla vio la zio n e d i un o b b li­ proporzionalmente dagli Stati membri. Questi
g o in te rn a z io n a le ovvero dalla non conformità ultimi, quando evidenziano d e fic it nelle bilance
di un comportamento dello Stato a ciò che gli dei pagamenti, possono ricorrere all’assisten­
è imposto dal predetto obbligo (art. 12). La re­ za finanziaria del (— ) che, entro certi limiti, è
sponsabilità internazionale non ha quindi n a­ automatica, mentre negli altri casi deve esse­
tura autonom a ma rim anda a norme interna­ re negoziata e condizionata all’adozione di ade­
zionali prestabilite. Pertanto è sulla base del guate politiche di risanamento economico.
contenuto, vale a dire del tipo di obbligo pre­ La sede è a Washington, m a esiste un ufficio
scritto dalle norme sostanziali, che è possibi­ a Parigi per l’Europa.
le distinguere diverse categorie di illecito [ve d i
^ Ille cito in te rn a zio n a le ]. F o r z a m a g g i o r e art. 2 3 Progetto d i articoli
In base alla natura o struttura dell’illecito si di­ sulla responsabilità degli S tati p e r a tti inter­
stingue tra: nazionalm ente illeciti
— fa tti ille c iti o m is s iv i o co m m issivi: mentre Per (— ) s’intende il verificarsi di una fo rza ir­
nel p rim o ca so la norma violata imponeva re sistib ile o un a vve n im e n to im p re ve d ib ile , fuo­
allo Stato di n o n a d o tta re il c o m p o rta m e n ­ ri dal controllo dello Stato, c h e h a re so m a te ­
to tenuto, nel s e co n d o la norma prescrive­ ria lm e n te im p o s s ib ile l'e s e c u z io n e di un o b b li­
va un co m p o rta m e n to ch e lo S ta to n o n ha g o in te rn a zio n a le .
p o s to in e s s e re ; La situazione di (— ) non può essere invocata
— fa tti ille c iti d i co n d otta o d i risultato. Itille c i- qualora sia dovuta, da sola o in combinazione
to d i condotta si verifica quando la norma con altri fattori, alla condotta dello Stato che la
impone allo Stato un determinato compor­ invoca, o qualora lo Stato abbia accettato il ri­
tam ento (es.: adozione di una normativa schio che tale situazione si verificasse.
uniforme in una materia determinata). L’rf-
le cito d i risu ltato si verifica invece quando F o r z e d i p a c e d e ll’O N U
lo Stato, lasciato libero nella scelta dei m ez­ C orpi p artic o la ri di fo rze a rm a te istituite
zi, è chiamato a garantire il raggiungimen­ dall’O N U [v e d i ^ j cui spetta l’azione di tutela
to di un obiettivo preciso richiesto da norme della pace e della sicurezza in situazioni di vol­
cd. finali (es.: predisposizione di idonee g a­ ta in volta individuate.
ranzie di giustizia a favore degli stranieri). Note com e ca s c h i b lu [v e d i ^ j , tali forze pre­
sentano le seguenti caratteristiche:
F i r m a [DEI t r a t t a t i ] art. 12 Convenzione sul — sono fo rze a rm a te in te rn a zio n a li, integra­
diritto dei trattati 23-5-1969 te alle Nazioni Unite e sottoposte alla dire­
È una delle fasi in cui si articola il p ro c e d im e n ­ zione del Segretario Generale;
to s o le n n e [v e d i ^ j di formazione dei trattati. — vengono inviate sul territorio teatro di un con­
L’apposizione della (— ) ad un trattato ha uni­ flitto col consenso dello S tato territoriale;
cam ente lo scopo di autenticare il testo defini­ — n o n p o s s o n o s v o lg e re a z io n i b e llich e , ma
tivo, che non potrà più essere modificato (se limitarsi all’uso della forza arm ata solo in
non aprendo nuovi negoziati). La firma nell’am ­ le g ittim a d ife sa [v e d i^ j ;
bito dell’accordo in forma semplificata ha, al­ — il sostegno finanziario è fornito per la gran
tresì, la funzione propria della ratifica. parte da c o n trib u ti v o lo n ta ri.

F .M .I. [s ig la di f o n d o m o n e t a r io in t e r n a ­ G .A .T .T . [s ig la d i g en er al ag r ee me n t o n
z io n a l e ] TARIFFS AND TRADE - ACCORDO GENERALE
[700 19TH STREET NW. WASHINGTON DC, 20431; INTER­ SULLE TARIFFE ED IL COMMERCIO]
NET: w w w . imf .o r g ] Accordo firmato a Ginevra nel 1 947 con lo sco­
O rganizzazione nata nel 1 9 4 4 a seguito degli po iniziale di liberalizzare gli scambi econom i­
accordi di Bretton Woods. ci internazionali, abolendo progressivamente

184 * G lo s s a rio

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

le barriere e le tariffe doganali, nonché di a g e ­ [ v e d /^ T ribunali internazionali], permanente, e


volare l'espansione del commercio mondiale; che segue una procedura istituzionalizzata.
il suo ambito di applicazione si è esteso suc­
cessivam ente a materie diverse quali il c o m ­ G iu r is d iz io n e n a z io n a le u n iv e r s a le
m ercio p e r lo s v ilu p p o , le m is u re n o n ta riffa rie Principio secondo il quale qualsiasi giudice può
e, da ultimo, la re g o la m e n ta z io n e d e i servizi. ritenersi com petente a processare un imputa­
Nel (— ), particolare im portanza assum eva la to di c rim in i in te rn a z io n a li [v e d i ^ ] . La giusti­
c la u s o la d e lla n a z io n e p iù fa vo rita [v e d i ficazione è da ricercare proprio nella partico­
nonché quella del tra tta m e n to n a z io n a le [ve d i lare natura del crimine che, per le sue caratte­
^ ] . I Paesi firmatari si riunivano periodicamen­ ristiche, offende l'intera collettività umana.
te per aggiornare l'accordo: in tutto si sono te ­ La giurisdizione nazionale universale è caratte­
nute otto conferenze, l'ultima delle quali (l'U ru ­ rizzata dalla non necessità del collegamento tra
g u a y round) si è conclusa nel dicem bre 1993. l'imputato e lo Stato che celebra il processo.
Nel corso di quest'ultimo vertice si è anche d e­
ciso di sostituire il (— ) con un'organizzazione G iu r is p r u d e n z a
perm anente per la risoluzione delle controver­ La (— ) è richiamata dall'articolo 38 dello S ta­
sie commerciali internazionali, il W TO [v e d i ^ ] . tuto della C o rte In te rn a zio n a le d i G iustizia [ve d i
^ ] com e m e zzo s u s s id ia rio p e r la d e te rm in a ­
G e n o c i d i o Convenzione p e r la prevenzione e z io n e d e lle n o rm e d i d iritto .
rep re ssio n e d e l d e litto d i g e n ocidio 9 -1 2 ­ Anche se non può essere considerata una fon­
1948; L. 11-3-1952, n. 153 te di diritto internazionale la (— ) esercita una
Secondo la definizione contenuta nella C on­ notevole influenza nell'interpretazione delle
venzione del 9 dicembre 1948, e ripresa dall'art. norm e dell'ordinam ento internazionale: tale
6 dello Statuto della C o tte p e n a le in te rn a z io ­ funzione è svolta, in particolare, dalle senten­
n a le [v e d i ^ ] , per (— ) deve intendersi qualun­ ze della Corte Internazionale di Giustizia.
que atto posto in essere con il preciso obietti­
vo di d istruggere, in tutto o in parte, un g ru p p o G o v e r n o in e s i l i o
e tn ico , ra zziale, n a zio n a le o re lig io s o . Governo di un Paese militarmente occupato
che si trasferisce all'estero, di solito ospite nel
G e n u i n e l i n k [leg am e s o s ta n z ia le ] art. 91 territorio di qualche alleato. Sul piano giuridi­
Convenzione delle Nazioni Unite s u l diritto co non può essere riconosciuto al (— ) lo s ta ­
del m are 10-12-1982 tus di soggetto di diritto internazionale, benché
È il le g a m e s o s ta n z ia le che deve esistere tra talvolta ciò sia avvenuto per ragioni politiche o
u no S ta to e un in d ivid u o o u na so cie tà n e ll'a t­ di cortesia internazionale consentendo al (— )
trib u z io n e d e lla n a zio n a lità [v e d i ^ ] . Solo in di proseguire dalla nuova sede le operazioni
presenza di tale legam e lo Stato ha il diritto ad belliche contro il nemico occupante.
esercitare la propria protezione diplomatica nei
confronti di detti soggetti. G o v e r n o fa n to c c io
L'art. 91 della Convenzione di M o n te g o B a y Governo che, in quanto sottoposto al to ta le
[v e d i ^ ] richiede un (— ) anche tra uno Stato c o n tro llo d i un a ltro S tato, è considerato p rivo
e le navi che vengono immatricolate nei suoi d i so g g e ttiv ità in te rn a zio n a le . In questo caso
registri navali. La Convenzione aggiunge che la vo lo n tà e ffe ttiva è quella dello Stato control­
il (— ) si esplica nell'esercizio effettivo della po­ lante che influenza il potere di governo. Esem ­
testà di governo e nel controllo in campo tec ­ pio attuale è la situazione dello Stato turco-ci­
nico amministrativo e sociale dello Stato sulle priota, creato a seguito dell'occupazione turca
navi [ v e d / ^ B a n d ie ra (S tato della)]. della parte settentrionale di Cipro.

G i u r i s d i z i o n a l e [ f u n z io n e ] G o v e r n o in s u r r e z io n a le
Consiste nella risoluzione delle controversie tra Si tratta del g o ve rn o co stitu ito da un m o v im e n ­
Stati attraverso l'em anazione di una decisione to in s u rre z io n a le [v e d i ^ Insorti] nel corso di
vincolante da parte di un tribunale precostituito una guerra civile.

l Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


G lo s s a rio • 185
lOMoARcPSD|6650114

Un (— ) acquista la qualità di so g g e tto d i d irit­ Ille c ito in te r n a z io n a le


to in te rn a z io n a le [v e d i ^ j quando è organiz­ È un qualsiasi co m p o rta m e n to c o n tra rio a l d i­
zato sotto un com ando responsabile e control­ ritto in te rn a z io n a le .
la effettivamente e con apprezzabile continui­ Presupposti dell’(— ) sono:
tà una parte del territorio. — l’im p u ta b ilità , cioè la riferibilità, a llo S tato
Qualora si realizzino queste due condizioni è del fatto che costituisce (— ) (elemento sog­
evidente che la guerra civile non ha una rile­ gettivo);
v an za puram ente interna, perché esiste un — l’illiceità del fatto, cioè l’effettiva violazione di
nuovo governo, anche se tem poraneo, che una norma di diritto consuetudinario o di un
esercita il proprio ju s im p e rii su una parte di accordo internazionale (elemento oggettivo).
territorio. Sono imputabili allo Stato tutte le azioni e omis­
sioni poste in essere da un organo statale, vale
G u e rra a dire dall’individuo definito tale dalle norme di
È la forma di uso d e lla fo rza [v e d i ^ j con la diritto interno e che eserciti funzioni legislati­
quale uno Stato (cd. b e llig e ra n te ) ricorre alla ve, esecutive, giudiziarie o di natura diversa.
violenza su persone, territorio e beni apparte­
nenti ad un altro Stato (cd. nem ico). I m m u n i t à d i p l o m a t i c h e artt. 22-44 Con­
È una situazione prevista dal diritto internazio­ venzione sulle relazioni diplom atiche 18-4­
nale e, pertanto, regolata dalle norme del d i­ 1961; L. 9-8-1967, n. 804
ritto in te rn a z io n a le d e i c o n flitti arm ati. Particolare trattamento disciplinato dal diritto
La (— ), com e m ezzo di risoluzione delle con­ internazionale per permettere agli agenti diplo­
troversie internazionali, è bandita dalla Carta matici di esercitare liberamente le loro funzio­
delle Nazioni Unite; l’unica eccezione è costi­ ni nello Stato che li ospita. Si tratta general­
tuita dal diritto naturale di a u to tu te la [ v e d i^ j , m ente di:
sia individuale che collettiva, riconosciuto agli — in vio la b ilità p e rs o n a le ;
Stati (art. 51 Carta O N U ). — in vio la b ilità d o m ic ilia re ;
— (— ) d a lla g iu ris d iz io n e ;
G u e r r ig lie r i — (— ) fiscale: questa si applica soltanto alle
Sono i com battenti irregolari im pegnati in imposte dirette personali.
azioni di guerriglia (assalti a sorpresa, im ­ Alcune (— ) sono riconosciute anche ai fam i­
boscate etc.) n ell’am bito di un conflitto in­ liari dei membri del personale diplomatico.
terstatuale o in una g uerra di liberazione n a ­ Tutta la materia è regolata dalla Convenzione
zionale. di Vienna sulle relazioni diplomatiche del 1961.
Per i consoli vigono, di regola, immunità più ri­
I . C . A . O . [s ig la di In t e r n a t io n a l c iv il a v i a ­ strette.
TION ORGANIZATION - ORGANIZZAZIONE IN­
TERNAZIONALE DELL’AVIAZIONE c iv ile ] Con­ Im m u n ità g iu r is d iz io n a le d e g li S ta ti
venzione di Chicago 7-12-1944 Convenzione O NU s u ll’i m m unità degli Stati e
[999 UNIVERSITY STREET, MONTREAL H3C 5H7; INTER­ dei loro b e n i 2-12-2004
NET: w w w . ic a o . in t ] Principio derivante da quello di u g u a g lia n za
È un is titu to s p e c ia liz z a to d e ll'O N U [v e d i ^ j , so v ra n a d e g li S ta ti in virtù del quale u n o S ta ­
istituito con la C onvenzione di Chicago del to n o n p u ò e s e rc ita re la su a g iu ris d iz io n e d a ­
1944. v a n ti a i p ro p ri trib u n a li co n tro un a ltro S ta to .
Ha un’estesa com petenza in materia di re g o ­ L’(— ) non può essere invocata in relazione a
la m e n ta z io n e d e l tra sp o rto a e re o in te rn a z io ­ dom ande riconvenzionali.
n a le in quanto, a norma degli articoli 37, 54, n. Controversa è, tuttavia, la possibilità che i sin­
1 e 90 del suo Statuto, può em anare una s e ­ goli cittadini, entrati in relazione di affari con
rie di disposizioni volte allo sviluppo delle tec ­ Stati stranieri, possano far convenire in giudi­
niche e dei principi del trasporto aereo inter­ zio questi ultimi per far valere le proprie prete­
nazionale. se, diritti etc.

186 * G lo s s a rio

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

Per risolvere questo delicato problema già da zionale, allo scopo di permetterne la soluzio­
tem po la dottrina, seguita poi dalla prassi in­ ne pacifica attraverso conciliazione o altre pro­
ternazionale e da num erose legislazioni inter­ cedure che non importino il ricorso alla forza.
ne, ha classificato gli atti che lo Stato pone in
essere in due categorie: In c o r p o r a z io n e (o a n n e s s io n e ) d i u n o
— gli a tti iu re im perii, nei quali lo Stato assu­ S ta to
me la veste di soggetto di diritto interna­ Si ha (— ) di uno Stato in un altro nel caso in
zionale; cui lo Stato incorporato cessa di esistere come
— gli a tti iu re ge stio nis, nei quali lo Stato o pe­ soggetto autonomo del diritto internazionale e
ra com e un qualsiasi soggetto privato. il suo territorio viene sottoposto all'autorità di
Soltanto in questa seconda ipotesi lo Stato può uno Stato terzo (incorporante). L'(— ) si distin­
essere chiamato a rispondere dinanzi ad or­ gue dalla fusione [v e d i ^ U n ifica zio n e d e g li
gani giurisdizionali stranieri e/o internazionali Stati] in quanto:
(cd. im m u n ità ristretta). — nel primo caso s o p ra v v iv e la p e rs o n a lità

o I . M . O . [s ig la di In t e r n a t i o n a l m a r i t i m e o r ­
GANIZATION - ORGANIZZAZIONE MARITTIMA
in te rn a z io n a le d e llo S ta to in c o rp o ra n te
mentre si estingue quella dello Stato incor­
porato;
INTERNAZIONALE] Convenzione d i Ginevra — nel secondo caso entrambi gli Stati si estin­
6-3-1948 guono e si assiste alla formazione di un
[4 ALBERT EMBANKMENT, LONDRA SEI 7SR; INTERNET! nuovo Stato.
w w w . imo .o r g ]
È un is titu to s p e c ia liz z a to d e ll'O N U [v e d i In d e n n ità d i g u e rr a
operativo dal 1 958 (data di entrata in vigore Prestazione avente natura economica, cui è
del trattato istitutivo) allo scopo di regolam en­ tenuto lo Stato soccombente verso lo Stato vit­
tare tutti i problemi relativi al tra s p o rto m a rit­ torioso per ris a rc irlo d e i d a n n i s u b iti a causa
timo. d e l co n flitto bellico.
I suoi organi svolgono però un'azione poco in­ L'(— ) è dovuta innanzitutto per quei fatti illeci­
cisiva in quanto em anano raccomandazioni e ti compiuti nel corso delle operazioni belliche.
predispongono progetti di Convenzioni che gli In tali ipotesi l'obbligo dell'(— ) è imposto ad
Stati membri non sono tenuti a sottoporre a ra­ uno Stato in conseguenza della violazione di
tifica. una norma internazionale avente carattere g e­
nerale.
I n c h i e s t a i n t e r n a z i o n a l e artt. 2 , p a r. 5 , e
54 Carta delle N azioni Unite 26-6-1945 In d e n n iz z o
È uno dei mezzi di so lu zio n e p a cifica delle con­ R isa rcim e n to a s e g u ito d i un d a n n o o d e lla le ­
tro v e rs ie previsti n e ll'a m b ito del s is te m a s io n e d i un d iritto che nel diritto internaziona­

o d ell'O N U [v e d i ^ j .
II potere di (— ) è attribuito ai maggiori organi
le assum e una sua rilevanza quando si proce­
de alla n a z io n a liz z a z io n e [v e d i^ j di beni stra­
dell'ONU, quali il Consiglio d i S icurezza [ve d i nieri localizzati nel territorio di uno Stato.
e l'A sse m b le a G enerale [v e d i ^ j , nell'ambito Secondo l'orientamento classico l'(— ) da cor­
della funzione conciliativa ad essi attribuita. rispondere per i beni nazionalizzati doveva es­
Essa si realizza norm alm ente attraverso l'isti­ sere p ro n to , a d e g u a to e d e ffe ttivo ; tuttavia tale
tuzione di un'apposita C o m m issio n e , alla qua­ principio è contestato da diversi Paesi in via di
le gli Stati membri, e in particolare gli Stati sot­ sviluppo che, pur non negando la necessità di
toposti al procedimento di (— ), devono pre­ indennizzare coloro che sono stati colpiti da
stare la massim a collaborazione, com e è pre­ atti di nazionalizzazione, rivendicano la pro­
visto dall'art. 2, par. 5 della C arta delle N azio ­ pria com petenza esclusiva a disciplinare il trat­
ni Unite. tam ento da applicarsi, in particolare per ciò
L'(— ) è volta all'accertam ento delle c o n d iz io ­ che concerne l'entità ed il tem po di erogazio­
n i d i fa tto relative ad una controversia interna­ ne dell'(— ).

l Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


G lo s s a rio • 187
lOMoARcPSD|6650114

In d ip e n d e n z a d e llo S ta to In s o rti
Insieme all'effettività, costituisce u no d e i re q u i­ Formazioni di cittadini armati che si costitui­
s iti n e c e s s a ri a ll'a c q u is to d e lla s o g g e ttiv ità in ­ scono sull'intero territorio di uno Stato, o su
te rn a zio n a le . Può essere intesa com e p a rità una parte di esso, al fine di condurre un'azio­
nei confronti degli altri Stati e com e o rigina rie - ne rivoluzionaria contro il proprio governo per
tà dell'ordinamento statale. sostituirlo o per creare un nuovo Stato, ispira­
L'(— ) comporta per lo Stato il potere di deter­ to a diverse ideologie ed informato a differen­
minare autonom am ente il proprio o rd in a m e n ­ te azione politica.
to e le proprie fo n ti di produzione giuridica. Il riconoscimento degli (— ) da parte della C o ­
m u n ità In te rn a zio n a le [v e d i ^ ] comporta l'ac­
In d iv id u i quisizione da parte dei soggetti in conflitto d el­
N e ll'o rd in a m e n to giu rid ico in te rn a zio n a le lo s ta tu s di b e llig e ra n ti e la conseguente ap­
odierno gli (— ) hanno ormai assunto lo sta tu s plicazione del diritto bellico.
d i so g g etti, in virtù di un co rp u s di norme di cui
sono direttam ente destinatari che, da un lato, I n t e r p r e t a z i o n e [ dei t r a t t a t i ] artt. 31-33
li rende tito la ri d i diritti, dall'altro, sancisce la C o n ve n zio n e s u l d iritto d e i tra tta ti 2 3 -5 ­
loro re s p o n s a b ilità in te rn a z io n a le per la com ­ 1969
missione di c rim in i in te rn a z io n a li [v e d i ^ ] . La Convenzione di Vienna sancisce, nell'(— ),
la prevalenza del m etodo ogg ettivistico , in base
In q u in a m e n to al quale bisogna soprattutto ricercare la volon­
Nel diritto internazionale il tem a dell'(— ) assu­ tà dichiarata dalle parti, attenendosi al testo e
me rilevanza con riferimento ai d a n n i che uno all'oggetto dell'accordo (art. 31).
Stato può provocare agli Stati vicini esercitan­ È da precisare, però, che la Convenzione non
do o lasciando esercitare sul proprio territorio esclude totalmente altri mezzi (lavori prepara­
determ inate attività inquinanti. Le norme con­ tori) di (— ), m a li ritiene complementari rispet­
suetudinarie in materia sanciscono: to a quello enunciato.
— il divieto di (— ) transfrontaliero, che mira
a limitare sul territorio l'esercizio di attività In te rv e n to
che possono dare origine a danni am bien­ Intromissione di uno o più Stati negli affari in­
tali in altri Paesi. Molti fattori di degrado, terni e internazionali di un altro Stato.
infatti, si determ inano in ambito transfron- Se tale (— ) rim ane nei limiti della semplice
taliero e assumono una consistenza mon­ pressione politica si parla di (— ) d ip lo m a tico ;
diale; qualora vi sia il ricorso ad azioni belliche si par­
— l'obbligo di cooperazione tra gli Stati, che la di (— ) a rm a to .
impone alle Nazioni il dovere di com unica­ Vi sono ulteriori distinzioni com e quella tra (— )
re potenziali o attuali rischi di (— ) ai Paesi c o n v e n z io n a le e non, che riguarda soprattut­
che potrebbero essere esposti al pericolo. to la sussistenza o meno di una esplicita pre­
visione pattuita all'(— ) dello Stato (o di più Sta­
I n s e g u i m e n t o [ DIRITTO DI] artt. 111 Conven­ ti), così com e è previsto dal Trattato istitutivo
zione delle Nazioni Unite su l diritto del mare della N A T O [v e d i ^ ] o di altre organizzazioni
10-12-1982 internazionali.
Potere di uno Stato costiero di adottare, in a lto • (— ) u m a n ita rio
m a re [v e d i ^ ] o, comunque, al di fuori del ter­ Si parla di (— ) umanitario, o autopreservazio­
ritorio su cui esercita la s o v ra n ità [v e d i^ ] , mi­ ne, quando l'azione di uno Stato in un altro Pa­
sure sanzionatorie su imbarcazioni straniere ese è effettuato a protezione dei propri cittadi­
che abbiano compiuto infrazioni nei porti co­ ni e dei loro beni.
stieri e nelle acque territoriali.
Il diritto di (— ) viene esercitato nei confronti di I n v a l i d i t à d e i t r a t t a t i artt. 48-53 Conven­
navi estere che abbiano com messo reati di zione s u l diritto dei trattati 23-5-1969
contrabbando, violazioni di norme doganali, fi­ Un tra tta to [v e d i ^ ] può dirsi invalido quando
scali, sanitarie dello Stato territoriale. sussiste un vizio n e l p ro c e d im e n to d i fo rm a ­

188 • G lo s s a rio

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

z io n e che inficia la validità dello stesso. L'(— ) — essere necessario, ossia rispondere ad un
si verifica in caso di: attacco reale (è vietata la legittima difesa
— vizi de lla volontà: vi sono ricompresi l'erro­ preventiva);
re, il d o lo e la vio le n za (distinta, quest'ulti- — essere im m ediato, nel senso che deve
ma, com e violenza sull'organo o sullo S ta ­ sem pre costituire una reazione.
to); L'art. 51 della Carta prevede anche un diritto
— contrasto del trattato con norme di ju s c o ­ di (— ) in base al quale Stati terzi avrebbero la
g e n s [v e d i ^ ] ; facoltà di intervenire in difesa di un altro Stato
— violazione di una norma interna sulla co m ­ aggredito. In quest'ipotesi è necessaria:
p e te n z a a s tip u la re [v e d i ^ ] . — l'e s is te n z a d i u n 'a lle a n z a re g io n a le difen­
siva o d i una d o m a n d a d i a s s is te n z a (rea­
Is titu ti s p e c ia liz z a ti d e lle N a z io n i le e legittima) da parte dello Stato aggre­
U n ite dito;
Organizzazioni internazionali che perseguono — la c o n sta ta zio n e da p a rte d e llo S ta to in d i­
i fini generali delle Nazioni Unite [ v e d i ^ ONU] fesa d e l q u a le s i in te n d e in te rv e n ire d i a v e r
con cui sono collegate mediante appositi ac­ su b ito u n 'a g g re ssion e .
cordi.
Tali a c c o rd i d i c o lle g a m e n to [v e d i^ ] prevedo­ L e g ittim i c o m b a tte n ti
no il ricorso a consultazioni in caso di neces­ Nel diritto dei conflitti armati internazionali ri­
sità, il coordinamento dei rispettivi servizi tec ­ veste una notevole im portanza la determ ina­
nici, lo scambio di rappresentanti, documenti, zione della figura dei (— ) in quanto le loro azio­
osservatori e la sottoposizione degli (— ) al po­ ni, compiute nel corso delle operazioni belli­
tere di coordinamento e controllo dell'O NU. che, sono imputabili allo Stato della cui orga­
Gli (— ) svolgono funzioni di tipo normativo quali: nizzazione militare essi fanno parte.
— em anare ra c c o m a n d a z io n i e ris o lu z io n i di­ Inoltre, i (— ) sono destinatari delle norme re­
rette agli Stati aderenti; lative al trattamento dei feriti, dei naufraghi e
— predisporre p ro g e tti d i co n ve nzion e tra Sta­ dei prigionieri di guerra.
ti e promuovere la relativa conclusione; Nella determ inazione dello sta tu s dei (— ) ha
— e m a n a re n o rm e direttam ente applicabili fondam entale rilievo il fatto che gli stessi in­
nell'ordinamento interno degli Stati a meno dossino l'u n ifo rm e m ilita re e gli specifici c o n ­
che questi, entro un certo periodo di tempo, tra s s e g n i che li rendano individuabili.
non manifestino la volontà di ripudiarle.
Gli (— ) svolgono anche attività di carattere L i b e r t à d e i m a r i [p rin c ip io d e lla ] artt. 87
operativo e ausiliario, volte a favorire e pro­ ss. Convenzione delle Nazioni Unite su l dirit­
muovere la cooperazione per lo sviluppo fra to del m are 10-12-1982
gli Stati. Principio m ateriale generalm ente riconosciuto
In particolare gli (— ) possono deliberare ed ed accettato nel diritto internazionale. È un
eseguire programmi di a s s is te n z a te cn ica , di principio, affermatosi nel corso dei secoli XVII
p re s titi e di a iu ti. e X V III ad opera soprattutto del giurista olan­
d ese G rozio dietro la spinta di Paesi dalle so­
L e g i t t i m a d i f e s a art. 51 Carta delle Nazioni lide tradizioni m arittim e e m ercantili quali
Unite 26-6-1945 l'Olanda, l'Inghilterra, la Spagna, il Portogallo,
Il diritto di (— ) individuale, unico limite al d iv ie ­ in virtù del quale n e s s u n o S ta to p u ò im p e d ire
to d e ll'u s o d e lla fo rza [v e d i ^ ] nelle relazioni la circ o la z io n e m a rittim a e l'u s o d e l m a re a lle
internazionali, è riconosciuto dall'art. 51 della a ltre n a zioni, con l'unico limite del reciproco ri­
Carta O N U [v e d i ^ ] com e diritto naturale di spetto delle libertà altrui.
autodifesa, da parte di uno Stato, quando sul Esso si è andato progressivamente erodendo
suo territorio abbia luogo un attacco armato. di fronte alle pretese degli Stati costieri di
Per essere lecito deve rivestire le seguenti c a ­ estendere la propria sovranità sul mare adia­
ratteristiche: cente le coste e di esercitare determinati dirit­
— essere proporzionale all'afflizione; ti in zone di mare sem pre più ampie.

l Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


G lo s s a rio • 189
lOMoARcPSD|6650114

Così si sono affermati nel diritto internaziona­ M a l t a [o r d in e d i ]


le generale la figura del m a re te rrito ria le [v e d i È il sovrano ordine militare di S. Giovanni Bat­
^ j , l'istituto della p ia tta fo rm a co n tin en ta le [ve d i tista di G erusalem m e, costituito in Terra S a n ­
^ j e della z o n a e c o n o m ica e sclu siva [v e d i^ j . ta agli inizi del XII secolo.
Allo stato attuale pertanto il principio della (— ) Svolge una com m endevole attività di cu ra ed
trova applicazione esclusivam ente nell'alto a s s is te n z a s a n ita ria a vantaggio dei bisogno­
m a re [v e d i ^ j . si di ogni nazionalità.

L in e a d i b a s e artt. 5 -7 Convenzione delle Na­ M a r e c h i u s o artt. 122-123 Convenzione del­


zio n i Unite su l diritto del m are 10-12-1982 le Nazioni Unite su l diritto d e l m are 10-12­
È il lim ite in te rn o del m a re te rrito ria le [v e d i^ j , 1982
per la cui determ inaziona la Convenzione di Con l'espressione (— ) o in te rn o ci si riferisce
Montego Bay ha fissato due criteri: ad un golfo, un bacino o a quelle superfici ac­
— l'impiego della lin e a d e lla b a s s a m are a quee interam ente racchiuse o circondate dal
com e limite da cui far partire l'area da con­ territorio di due o più Stati.
siderare mare territoriale; Poiché questi mari sono in effetti da conside­
— in alternativa, l'utilizzo del siste m a d e lle li­ rare dei grandi laghi, si pone il problema della
n e e rette. In questo caso la linea di base delim itazione della frontiera, la cui soluzione è
viene determ inata congiungendo con tratti data quasi sem pre da un accordo internazio­
rettilinei i punti estremi dell'area costiera. nale fra gli Stati interessati, oppure in caso
manchi l'accordo da una regola internaziona­
L u m p - s u m a g r e e m e n t [a c c o rd o di com ­ le sulla sovranità territoriale.
pensazione g lo b a le ]
Accordo con il q u a le v ie n e co n c o rd a ta la M a r e t e r r i t o r i a l e artt. 2 -3 2 Convenzione del­
som m a che uno Stato deve, a titolo di in d e n ­ le Nazioni Unite su l diritto del m are 10-12­
n iz z o [v e d i ^ j , allo Stato di a p p a rte n e n za di 1982; art. 2 c. nav. modif. con L. 14-8-1974,
un privato i cui beni siano stati n a zio n a lizza ­ n. 359; D.P.R. 26-4-1977, n. 816
ti. È liquidato in m isura forfettaria e irrevoca­ È costituito dalla fascia di mare lungo le coste
bile. che corrisponde alle esigenze di vita e di dife­
sa della comunità statale e sulla quale lo S ta ­
L u n a [regim e g iu rid ic o d e lla ] to e se rcita la p ro p ria s o v ra n ità .
L'utilizzazione del territorio della (— ) è discipli­ Tale fascia, che si estendeva un tem po fino al
nata dal Trattato s u i p rin c ip i c h e re g o la n o l'a t­ limite massimo di gettata dei cannoni, è oggi
tività d e g li S ta ti n e ll'e s p lo ra z io n e e u tiliz z a z io ­ fissata a 12 m ig lia d a lla costa; questo limite (li­
n e d e llo s p a z io u ltra te rre stre , in clu s a la lu n a e m ite e s te rn o ) si è andato afferm ando nella
g li a ltri c o rp i c e le s ti del 1 967 e dall'Accordo re ­ prassi degli Stati ed è stato recepito anche dal­
la tiv o a ll'a ttiv ità d e g li S ta ti su lla lu n a e g li a ltri la Convenzione di M o n te g o B a y [v e d i ^ j . Il li­
c o rp i c e le s ti del 1979. mite interno del (— ) è costituito invece dalla li­
In base a tali accordi: ne a d i b a s e [v e d i ^ j .
— l'esplorazione e l'utilizzazione della (— )
sono aperte a tutti gli Stati, senza discrimi­ M e d ia z io n e
nazione alcuna; Procedura diplomatica di risoluzione di contro­
— la (— ) non è s og getta ad ap p ro p ria zio ­ versie tra Stati; la (— ) prevede l'in te rv e n to di
ne n azio n a le , né a p retese di sovranità un te rzo che sottopone alle parti delle vere e
a ttra v e rs o l'u so, l'o c c u p a zio n e o altri proprie p ro p o s te le quali, seppure n o n vin co ­
m ezzi; la n ti, hanno com unque una particolare forza
— la (— ) può essere utilizzata a scopi esclu­ persuasiva in virtù dell'autorità politica che il
sivam ente pacifici; mediatore (Stato o agente di un'organizzazio­
— la (— ) è dichiarata p a trim o n io c o m u n e ne internazionale) esercita nella Comunità in­
d e ll'u m a n ità [v e d i^ j . ternazionale.

190 • G lo s s a rio

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

M e m o ra n d u m In virtù di essa si riconosce implicitamente la


Nella prassi diplomatica, costituisce un docu­ diretta applicabilità del diritto internazionale
mento che uno Stato indirizza ad un altro S ta ­ nell'ordinam ento giuridico di ciascuno Stato
to allo scopo di chiarire la sua posizione o il derivante proprio dal rapporto di interazione
suo punto di vista rispetto ad una determ inata tra i due sistemi giuridici.
questione. Il (— ) viene così a configurarsi
come un momento essenziale di manifestazio­ M o n t e g o B a y [ c o n v e n z io n e d e l l e n a z io ­
ne di volontà in vista di negoziati volti alla so­ n i UNITE SUL DIRITTO DEL MARE]

luzione di controversie o al raggiungimento di Località in cui venne firmata la C o n ve n zio n e


accordi internazionali. O N U s u l d iritto d e l m a re (il 10 dicem bre 1982,
Particolare rilievo assum e il cd. (— ) d ’in te sa che tratta di tutti gli aspetti del diritto marino e
che raccoglie le convergenti posizioni di p iù mira a delineare un c o d ic e u n ive rsa le p e r lo
S ta ti al fine di risolvere una controversia o un s fru tta m e n to d e l m a re e d e lle s u e ris o rs e e c o ­
problema di rilievo internazionale. nom iche.
La Convenzione riporta molte norme consue­
M e r c e n a r i Convenzione contro il reclutam en­ tudinarie di diritto internazionale pur preveden­
to, l ’utilizzazione e l ’istruzione dei m ercena ri do delle notevoli innovazioni rispetto alla pre­
4-12-1989 cedente Convenzione di Ginevra del 1958 [vedi
Sono definiti tali le persone che rispondono cu­ a n c h e ^ A lto m a re ; B a ie ; D iritto d e l m a re ;
m ulativamente alle seguenti condizioni: M a re te rrito ria le ; P ia tta fo rm a c o n tin e n ta le ;
— sono reclutati appositam ente per com bat­ Z o n a c o n tig u a ; Z o n a e co n o m ica esclusiva].
tere in un conflitto armato e vi prendono di­
rettam ente parte; A d o tta ta : Montego Bay 1 0 -1 2 -1 98 2
— sono spinti essenzialm ente dalla possibili­ E n tra ta in vigore: 16-11-1994
tà di ottenere una rem unerazione perso­ R a tifica ta : L. 2 -1 2 -1 9 9 4 , n. 689
nale, nettam ente superiore a quella dei
normali combattenti; M o v im e n ti d i lib e r a z io n e n a z io n a le
— non sono membri delle forze arm ate, né Apparati politico-militari in lotta contro una do­
cittadini, né residenti dello Stato per il q ua­ minazione coloniale o tesi all'indipendenza e
le combattono e non sono stati inviati da alla conquista della sovranità di una minoranza
altro Stato in missione ufficiale. etnica. Possono assumere la forma di partiti,
organizzazioni politico-militari, embrioni d'appa­
M o d u s v iv e n d i rati di Stato. Alcuni di essi sono stati ammessi
Atto internazionale attraverso il quale due o a partecipare come osservatori (cioè senza di­
più Stati, a seguito di un tu rb a m e n to delle loro ritto di voto) ai lavori degli organi dell'ONU.
relazioni derivante da un grave evento inter­
nazionale, addivengono imm ediatam ente ad M u ta m e n ti t e r r it o r ia li d e g li S ta ti
un accordo, allo scopo di definire rapidam en­ Si tratta di eventi che producono modifiche al
te la questione sorta e così impedire un’even­ territorio statale, vale a dire allo spazio all'in­
tuale degenerazione dei rapporti tra i soggetti terno del quale si esercita la so vra n ità [ ve d i
coinvolti. dello Stato.
Dal punto di vista giuridico, il (— ) è un a c c o r­ Tali eventi sono:
d o in te rn a z io n a le , sebbene generalm ente pri­ — il tra s fe rim e n to ;
vo di solennità e di altre caratteristiche for­ — l'u n ifica zio n e ;
mali. — l'in c o rp o ra z io n e ;
— la s e p a ra z io n e .
M o n i s t a [t e o r ia ] Essi in genere si producono in seguito a:
Teoria secondo la quale il d iritto in te rn a z io n a ­ — d e b e lla tio , ovvero com e conseguenza di
le e il diritto in te rn o fa n no p a rte d i un qu a dro una sconfitta bellica e successiva occupa­
g iu rid ic o unitario, fondato sull’identità dei sog­ zione del territorio dello Stato da parte d el­
getti e delle fonti. le forze vincitrici;

l Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


G lo s s a rio * 191
lOMoARcPSD|6650114

— stip u la d i un tra tta to , che può sancire la co­ diritto di passaggio inoffensivo (che non
stituzione o l'estinzione di un nuovo Stato. am m ette il sorvolo).
• (— ) n ella zo n a e c o n o m ic a e s c lu s iv a e n el­
N . A . T .O . [s ig la di no r t h At l a n t ic t r e a t y la p ia tta fo rm a c o n tin e n ta le art. 5 8 C o n ve n ­
o r g a n iz a t io n ] z io n e d e lle N a z io n i U n ite s u l d iritto d e l m are

7284111
[BOULEVARD LEOPARD III, 1110, BRUXELLES; TEL. (2)
; internet: www.nato.int]
L'Organizzazione del Patto del Nord-Atlantico
1 0 -1 2 -1 98 2
Nella zona economica esclusiva (m a analoghe
disposizioni si applicano anche alla piattafor­
è un'o rg a n iz z a z io n e p o litic o -m ilita re d i d ife sa ma continentale) vi è piena libertà di (— ) e di
istituita in base al Trattato di Washington del 4 sorvolo.
aprile 1949, che comporta la mutua difesa ob­ • (— ) in a lto m a re artt. 87-111 C o n ve n zio n e
bligatoria dalle aggressioni esterne e la com ­ d e lle N a z io n i U n ite s u l d iritto d e l m a re 10-12­
posizione diplomatica delle controversie inter­ 1982
ne. Di essa fanno parte 28 Paesi membri. O r­ Il principio generale riguardante la (— ) nell'al­
gano suprem o è il Consiglio Atlantico che riu­ to mare è che quest'ultimo «è aperto a tutti gli
nisce i rappresentanti degli Stati membri e ha Stati, sia costieri sia privi di litorale», vigendo
sede a Bruxelles. A questo si affiancano altri in esso la piena libertà di (— ) e di sorvolo: tale
organismi militari. libertà è condizionata unicamente al rispetto
Istituita per contrastare il pericolo sovietico l'or­ degli interessi e della libertà degli altri Stati.
ganizzazione ha radicalm ente mutato il pro­
prio ruolo in seguito alla dissoluzione del bloc­ N a z i o n a l i t à [p rin c ip io di] artt. 6, 51 Cost.
co comunista. • (— ) d elle p e rs o n e fis ic h e
La (— ) delle persone fisiche è un elemento es­
N a v ig a z io n e senziale affinché uno Stato possa decidere di
• (— ) nel m are territo ria le artt. 17-32 C o n ve n ­ agire in protezione diplomatica, cioè far ricor­
z io n e d e lle N a z io n i U n ite s u l diritto d e l m are so a tutte quelle misure necessarie per tutela­
1 0 -1 2 -1 98 2 re un proprio cittadino i cui diritti siano stati vio­
Nel m a re te rrito ria le [v e d i ^ j di uno Stato stra­ lati in un altro Stato.
niero, la nave è sottoposta alla giurisdizione • (— ) d elle p e rs o n e g iu rid ic h e
dello Stato costiero, fermo restando il diritto di Gli Stati hanno il diritto di esercitare la prote­
p a s s a g g io in o ffe n s iv o [v e d i ^ j e l'esclusiva zione diplomatica non solo a tutela della per­
com petenza dello Stato di bandiera per fatti in­ sone fisiche m a anche delle persone giuridi­
terni alla nave stessa. che. Nel caso delle società, l'accertamento del­
Lo Stato costiero gode inoltre del diritto d'in­ la (— ) risulta, tuttavia, problematico.
seguimento [v e d i ^ In se g u im e n to (D iritto di)] In dottrina esistono due diversi orientamenti
nei confronti della nave che ha violato sue leg­ sulla determ inazione della loro (— ):
gi interne. — secondo il primo le società hanno la (— )
• (— ) negli stretti artt. 3 8 -4 5 C o n ve n zio n e d e l­ dello Stato in cui si sono costituite o nel
le N a z io n i U nite s u l diritto d e l m a re 10-12-1982 quale hanno la sede principale;
Negli stretti usati per la (— ) internazionale la — in base al secondo le società hanno la (— )
Convenzione di M o n te g o B a y [v e d i^ j ha pre­ dello Stato di appartenenza della maggio­
visto due diversi regimi: ranza dei soci.
— per quelli che collegano una parte di alto
m are (o zo n a econom ica esclusiva) ad N a z io n a liz z a z io n e
un'altra è applicabile il diritto di p a s s a g g io Operazione che attribuisce allo Stato la gestio­
in tra n sito [v e d i ^ j ; ne e la proprietà di un'impresa privata ritenen­
— per quelli che collegano una z o n a e c o n o ­ do, generalm ente, che questa produca beni e
m ica e sclu siva [v e d i^ j o l'a lto m a re [v e d i servizi di interesse pubblico.
^ j con il mare territoriale, oppure per gli La (— ) può anche avere ad oggetto beni di cui
stretti formati da un'isola e la terraferm a sono titolari gli stranieri, a condizione che si
appartenenti allo stesso Stato, si applica il trovino nel territorio dello Stato che la compie.

192 • G lo s s a rio

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

Questo tipo di (— ) incontra dei limiti nel diritto diretto gli Stati in conflitto, senza particolari
in te rn a zio n a le tra d izio n a lm en te individuati condizioni di forma, affinché questi giungano
nell'esistenza dei seguenti requisiti: all'adozione di un accordo.
— esistenza di un in te re s s e p u b b lic o dello
Stato; N e g o z ia z io n e d e l tr a tta to
— d iv ie to d i d is c rim in a z io n i; È una delle fasi in cui si articola il p ro c e d im e n ­
— corresponsione di un in d e n n iz z o [v e d i to so le n n e d i fo rm a zio n e d e l tratta to [v e d i
p ro n to , a d e g u a to ed e ffe ttiv o . e si sostanzia in contatti fra ministri e funzio­
Larga parte della dottrina ha ritenuto che i re­ nari delegati dagli Stati che possono anche av­
quisiti di cui sopra non siano richiesti dal dirit­ venire (nei casi di negoziazioni più solenni) in
to internazionale e che l'unico obbligo incom­ sede di Conferenze o Congressi appositamen­
bente sullo Stato nazionale sia costituito dalla te convocati: lo scopo principale di questa fase
corresponsione di un adeguato in d e n nizzo. è quello di dirimere tutte le controversie e giun­
gere alla stesura del testo del trattato.
N a z i o n e p iù f a v o r i t a [ c la u s o la d e lla ] I negoziati sono condotti dai cd. p le n ip o te n z ia ­
Clausola che può essere inserita nei trattati in­ r i [v e d i ^ ] . La Convenzione di Vienna (art. 7)
ternazionali e che assicura a sse n za d i d is c ri­ afferma, inoltre, che i Capi di Stato e di G over­
m in a z io n e (in materia di commercio, di navi­ no e i Ministri degli Esteri possono essere con­
gazione e di circolazione di persone) fra gli siderati validi rappresentanti dello Stato nella
Stati firmatari. (— ), anche se sforniti dei pieni poteri.
Con la clausola della (— ) questi si impegnano
a co n c e d e rs i re c ip ro c a m e n te il tratta m e nto p iù N o n a g g r e s s i o n e [p rin c ip io di] art. 2 Car­
fa v o re v o le g ià a c c o rd a to a S ta ti terzi. In prati­ ta delle Nazioni Unite 26-6-1945
ca, se in un trattato lo Stato A concede a B la È uno dei principi fondamentali su cui è fonda­
clausola della (— ), esso si impegna ad esten­ ta l'O N U [v e d i ^ ] . Esso impone agli Stati m em ­
dere anche a B un eventuale trattamento più bri di astenersi dal com piere qualunque atto di
vantaggioso concesso ad un terzo Stato C. a g g re s s io n e [v e d i ^ ] verso un altro Stato
membro e di risolvere con mezzi pacifici le con­
N a z i o n i U n i t e [s t a t u s di me mb r o del l e] troversie che dovessero eventualm ente insor­
artt. 3-6 Carta delle N azioni Unite 26-6-1945 gere.
Situazione giuridica derivante dall'adesione
all'O rganizzazione delle Nazioni Unite [v e d i N o n c o m b a tte n ti
ONU] che può sorgere attraverso una com ­ Si tratta della p o p o la z io n e c ivile ch e n o n p a r­
plessa procedura di a m m is s io n e e può estin­ tecipa in m o d o a ttivo a d o p e ra z io n i b e llic h e .
guersi per re c e s s o , per e sp u ls io n e o a causa La popolazione civile, protetta dalle Conven­
della p e rd ita d e lla p e rs o n a lità g iu rid ic a in te r­ zioni di Ginevra del 1949 e dal I Protocollo del
n a z io n a le (— ). Per acquisire lo sta tu s di m em ­ 1977, è tutelata soprattutto quando cade nel­
bro delle (— ) un ente deve essere qualificabi­ le mani del nemico. Questi è tenuto a:
le com e Stato, essere am ante della pace, ad e ­ — non procedere a trasferimenti forzati o d e­
rire agli obblighi derivanti dallo Statuto ed es­ portazioni;
sere capace di adempierli. Particolari entità — rispettare condizioni severe in caso di re­
quali g o v e rn i in e silio e c o m ita ti di lib e ra zio n e clutamento della manodopera;
n a z io n a le non possono rivestire la qualità di — curare i feriti e i malati e fornire una prote­
membri delle Nazioni Unite ma solo quella di zione particolare a donne, anziani e bam ­
o s s e rv a to ri p e rm a n e n ti, privi, cioè, del diritto bini.
di voto. Tali norme sono state estese nel 1 977 anche
ai giornalisti.
N e g o z ia to
Il (— ) costituisce il più tradizionale dei proce­ N o n d i s c r i m i n a z i o n e [p r in c ip io d i ]
dimenti di risoluzione delle c o n tro v e rs ie in te r­ II principio di (— ) trova numerose applicazioni
n a z io n a li [v e d i ^ ] , in quanto mette in contatto sia per quanto concerne alcune ipotesi di trat­

l Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


G lo s s a rio • 193
lOMoARcPSD|6650114

tamento degli stranieri [ v e d iN a z io n a liz z a z io ­ N u o v o o r d in e e c o n o m ic o in t e r n a z io ­


ne] sia, più in generale, come principio cardine n a l e [ n . o . e . i .]
di alcune organizzazioni economiche interna­ Espressione utilizzata per indicare un assetto
zionali, come ad esempio il W.T.O. [v e d i^ j . delle relazioni economiche tra Paesi industria­
lizzati e Paesi in via di sviluppo che sostituisce
N o n i n g e r e n z a [ p r in c ip io d i ] al libero gioco delle forze di mercato una rea­
È l'obbligo posto a carico di tutti gli Stati di n o n le p ro g ra m m a z io n e in te rn a z io n a le d e ll'e c o n o ­
in te rfe rire n e g li a ffa ri in te rn i d i un a ltro Stato. m ia isp ira ta a d e s ig e n ze d i co o p e ra zio n e e s o ­
Il principio in parola vieta tutti quegli interven­ lid a rie tà in te rn a zio n a le .
ti volti ad influenzare le scelte di politica inter­ I pilastri di questo nuovo assetto sono rappre­
na e internazionale degli Stati e trova il suo sentati da una serie di principi i quali, essen­
fondamento nel principio che stabilisce l'ugua­ do enunciati in atti internazionali privi di valo­
glianza sovrana di tutti gli Stati. re vincolante, quali le Risoluzioni dell'Assem ­
blea G enerale delle Nazioni Unite, non costi­
N o n i n t e r v e n t o [p rin c ip io di] art. 2 Carta tuiscono altro che delle tendenze registrabili in
delle N azioni Unite 26-6-1945 seno alla Comunità internazionale, intorno alle
È un principio del diritto internazionale sanci­ quali ancora non si è coagulato il consenso
to dall'art. 2 della Carta dell'O N U . Esso pone della generalità degli Stati. Rilevano in propo­
a carico di tutti gli Stati l'obbligo di risp e tta re sito il p rin c ip io d e lla s o v ra n ità p e rm a n e n te d e ­
l'in te g rità te rrito ria le d e g li a ltri Stati. g li S ta ti su lle ris o rs e n a tura li, inteso dai PVS
Il principio è strettamente correlato al divieto com e presupposto per l'esercizio di una sovra­
dell'uso della forza [ve d i ^ j e all'obbligo di non nità econom ica considerata garanzia essen­
ingerenza [v e d i^ j negli affari interni dello Stato. ziale di un'effettiva sovranità politica. Altri prin­
cipi rilevanti sono quelli relativi alla p ro te z io n e
N o t a d ip l o m a t i c a d e ll'a m b ie n te da fenomeni di aggressione e in­
Nella prassi del diritto internazionale costitui­ quinam ento e di a u to d e te rm in a z io n e d e i p o ­
sce una co m u n ic a z io n e scritta inviata da uno p o li che, congiuntamente alla rivendicata so­
Stato ad un altro attraverso la propria rappre­ vranità sulle risorse naturali, garantirebbe a
sentanza diplomatica presso lo Stato estero; ciascuno Stato, ove effettivamente rispettato,
generalm ente assum e la forma di una lettera di individuare autonom am ente i propri obietti­
del Ministro degli Esteri. vi economici e di stabilire altresì le forme e i
Lo scambio di (— ) è, inoltre, una delle m oda­ modi più idonei per il loro perseguimento (PI-
lità attraverso cui è possibile perfezionare la C O N E ).
conclusione di tra tta ti [v e d i ^ j inte rn a zio n a li.
O b b lig h i e r g a o m n e s
N o tific a z io n e Sono sanciti da quelle n o rm e in te rn a z io n a li
Si tratta di una d ic h ia ra z io n e dello Stato con c h e cre a n o una s itu a z io n e g iu rid ic a in ca p o a
la quale si intende portare a conoscenza di un tu tti g li e s p o n e n ti d ella C o m un ità in te rn a zio n a ­
altro Stato, o com unque di altro s o g g e tto d e l le , per cui una loro violazione autorizza i sin­
d iritto in te rn a z io n a le [ v e d i^ j , una data situa­ goli membri della collettività alla reazione nei
zione di fatto venutasi a creare. confronti dello Stato inadempiente. Dal ricono­
La (— ) assum e una sua rilevanza nell'ambito scimento della categoria degli obblighi erga
del diritto dei tra tta ti [v e d i ^ j con riferimento o m n e s , deriva che, in caso di illecito interna­
agli Stati di nuova formazione. Questi ultimi, in­ zionale la titolarità del diritto di reazione pre­
fatti, possono evitare tutta la procedura di a d e ­ scinde dalla presenza di un diritto soggettivo
s io n e a i tra tta ti [v e d i ^ j stipulati dallo Stato a leso. In questo caso tutti gli Stati devono es­
cui appartenevano in precedenza attraverso la sere considerati globalm ente lesi, a prescin­
cd. (— ) d i su cce ssio n e: in questo modo sono dere dalla possibilità di individuare uno Stato
considerati partecipanti all'accordo dal momen­ che abbia subito un danno dalla commissione
to dell'acquisto dell'indipendenza. dell'illecito.

194 • G lo s s a rio

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

O c c u p a tio b e llic a O .L .P . [s ig la d i o r g a n iz z a z io n e p e r l a l i­
Impossessamento di parte del territorio di uno b e r a z io n e DELLA PALESTINA]
Stato nemico in seguito ad operazioni militari. M o vim e n to d i lib e ra z io n e n a z io n a le sorto nei
Il requisito essenziale dell’(— ) è l'effettività, ov­ territori arabi occupati dallo Stato d'Israele.
vero il passaggio del territorio sotto l'esclusivo L'(— ) ha assunto rile v a n za intern azion ale
e diretto controllo dell'esercito occupante. come rappresentante degli interessi del popo­
Tale requisito permette di distinguere l'(— ) dal­ lo palestinese, e dal 1988 ha assunto la nuo­
la in v a s io n e o in cu rsion e , in cui manca la sta­ va denom inazione «P a le s tin a ».
bilizzazione definitiva sul territorio. Nonostante questo riconoscimento a livello in­
ternazionale, la soggettività giuridica interna­
O . I . L . [s ig la di o r g a n iz z a z io n e in t e r n a z io ­ zionale [ v e d i ^ S o g g e tti (d e l diritto in te rn a z io ­

4 nal e DEL LAVORO]


[ , ROUTE DES MORILLONS, 1211, GINEVRA 22; INTER­
NET! www.ilo.org]
nale)] dell'(— ) è stata a lungo negata per l'as­
senza di un effettivo [ v e d i ^ E ffe ttività (P rin ci­
p io di)] potere d'imperio nei territori occupati
L'(— ), con sede a Ginevra, creata nel 1919 al dallo Stato d'Israele. Tale obiezione è venuta
termine della Prima G uerra Mondiale, è attual­ meno con l'avvio del processo di pace in M e ­
mente collegata all' O N U [ v e d i da cui è sta­ dio Oriente, che ha portato alla costituzione
ta riconosciuta istituzione specializzata. L'atti­ del primo nucleo del futuro Stato palestinese
vità dell'(— ) si rivolge allo studio dei problemi in relazione al quale molti Autori parlano di so g ­
del lavoro in tutti i suoi aspetti, alla proposta g e ttiv ità in te rn a z io n a le lim ita ta o in itin e re .
delle relative soluzioni.
O . M . S . [s ig la di o r g a n iz z a z io n e mo n d ia l e
O . I . N . G . [s ig la di o r g a n iz z a z io n i in t e r n a ­ DELLA SANITÀ]
z io n a l i NON GOVERNATIVE] [20, AVENUE APPIA, 1211 GINEVRA 27; INTERNET! WWW.
Associazioni create a d in izia tiva d i p e rs o n e p ri­ w h o .o r g ]
va te volte ad instaurare un le g a m e a live llo Istituita nel 1948, ha ricevuto lo sta tu s di istitu ­
tra n s n a z io n a le tra diverse associazioni nazio­ to s p e cia lizza to d e ll'O N U [v e d i ^ ] . Suoi scopi
nali che operano nei settori più disparati (reli­ sono la lotta contro le epidemie e la promozio­
gioso, umanitario, tecnico, politico, ideologico ne della cooperazione internazionale per il mi­
etc.). glioramento della salute dei popoli. Suoi orga­
Si differenziano dalle o rg a n iz z a z io n i in te rn a ­ ni principali sono l'Assemblea mondiale della
z io n a li [v e d i ^ ] , che trovano la loro fonte in ac­ sanità, il Consiglio esecutivo e il Segretariato.
cordi internazionali.
Le (— ) non hanno personalità giuridica inter­ O . N . U . [s ig la di o r g a n iz z a z io n e d e l l e n a ­
nazionale e non perseguono scopi di lucro, z io n i u n it e ]
ma si im pegnano in obiettivi umanitari, socia­ [UNITED NATIONS PLAZA, NEW YORK, NY 10017; INTER­
li e di aiuto allo sviluppo, collaborando con di­ NET! w w w .u n .o r g ]
versi organismi internazionali e con i singoli [UFFICIO PER L’ITALIA: PIAZZA S. MARCO 50, 00186 r o ma ;
governi. INTERNET! WWW.ONUITALIA.IT]
Possono essere consultate dal C o n sig lio E c o ­ O rg a n izza zio n e inte rn a zio n a le istituita nel
n o m ic o e S o c ia le [ v e d i delle Nazioni Unite 1945 per iniziativa delle nazioni vincitrici la 2 §
sulla base dell'art. 71 dello Statuto d ell'O N U guerra mondiale volta ad assicurare il m a n te ­
[v e d i ^ ] , quando si discute di materie di loro n im e n to d e lla p a c e e d e lla sic u re z z a n e l m o n ­
com petenza. do. Nell'ambito della conferenza di San Fran­
Tra la miriade di (— ) operanti a livello m ondia­ cisco venne redatto lo Statuto dell'organizza­
le alcune hanno assunto una importanza tale zione che prende il nome di C a rta d e lle N a zio ­
da essere menzionate anche in accordi inter­ n i U nite e che entrò in vigore il 24 ottobre 1945.
nazionali: è il caso del Comitato Internaziona­ Sono membri delle Nazioni Unite quasi tu tti gli
le della Croce Rossa, della C am era di C o m ­ Stati del mondo.
mercio Internazionale, della Federazione sin­ Gli scopi dell'organizzazione, e di conseguen­
dacale mondiale e di Am nesty International. z a la sua com petenza, sono quanto mai vasti,

l Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


G lo s s a rio * 195
lOMoARcPSD|6650114

ricoprendo quasi tutti i settori delle relazioni grande importanza econom ica soprattutto in
econom iche, politiche e sociali tra gli Stati. relazione al suo impiego nel campo delle tele ­
Som m ariam ente si può parlare di: comunicazioni.
— una com petenza nel campo del m anteni­
mento della pace; O r d i n a m e n t o g iu r i d i c o i n t e r n a z i o n a le
— una com petenza nel campo dello sviluppo Insieme delle n o rm e g iu rid ic h e ch e re g o la n o
delle relazioni amichevoli tra Stati fondati la vita d e lla C o m u n ità in te rn a z io n a le . Al di là
sul rispetto del principio dell’uguaglianza di alcuni pareri discordi che negano la natura
dei diritti e dell’a u to d e te rm in a z io n e d e i p o ­ giuridica del diritto internazionale, attribuendo
p o li [v e d i ^ ] ; alle sue norme un carattere di fa tto e un v a lo ­
— una com petenza nel campo della collabo­ re soprattutto p o litic o , la m aggioranza della
razione econom ica, sociale, culturale e dottrina considera il diritto internazionale come
umanitaria. un o rd in a m e n to a u to n o m o e c o m p le to , dotato
Gli organi principali dell’(— ) sono l’A sse m b le a di un proprio s iste m a d i fo n ti, di g a ra n z ie e di
G e n e ra le [v e d i ^ ] , il C o n sig lio d i S icu re zza p rin c ip i.
[v e d i^ ] , il C onsiglio E co n o m ico e S o cia le [vedi Per ciò che concerne i s o g g e tti cui l'(— ) si ri­
^ ] , la C o rte In te rn a zio n a le d i G iu stizia [v e d i ferisce, essi sono in primo luogo gli Stati, non­
^ ] e il S e g re ta rio G e n e ra le [v e d i ^ ] . ché o rg a n iz z a z io n i in te rn a z io n a li [v e d i ^ ] , a
Nell’attuazione dei suoi compiti l’(— ) si giova cui la dottrina sem bra recentem ente affianca­
della collaborazione di numerosi o rg a n i s u s s i­ re anche gli in d iv id u i [v e d i ^ ] . Si tratta di sog­
d ia ri [v e d i^ ] e is titu ti s p e c ia liz z a ti [v e d i^ ] . getti sovrani, dotati cioè della caratteristica di
non riconoscere alcun potere ad essi sovraor-
O p i n i o j u r i s a c n e c e s s i t a t i s [c o n v in ­ dinato [ v e d i ^ S o g g e tto (de lla C o m un ità in te r­
zion e CHE UN DATO COMPORTAMENTO SIA n a zio n ale)]. Q uesta particolarità si riflette sul­
GIUSTO ED OBBLIGATORIO] la struttura della Comunità internazionale, che
È uno degli elementi che concorrono alla for­ è di tipo o rizzo n ta le in quanto i suoi membri
m azione, insieme alla d iu tu rn ita s [v e d i ^ ] , di sono posti, giuridicamente, su un p ia n o d i p a ­
una c o n s u e tu d in e [v e d i ^ ] internazionale. rità, e sulla natura dell'(— ) che è privo di un
L’(— ) può essere definita com e il c o n vin cim e n ­ centro di potere sovraordinato.
to ch e un c o m p o rta m e n to sia g iu rid ic a m e n te Il s is te m a d e lle fo n ti del diritto internazionale
dovuto. Lo stesso articolo 38 dello Statuto del­ si basa sulla c o n s u e tu d in e [v e d i^ ] e sui p rin ­
la C IG [ v e d i ^ ] definisce la consuetudine come c ip i ric o n o s c iu ti d a lle N a z io n i civ ili [v e d i ^ ] , su­
pratica generale «accettata com e diritto». gli accordi internazionali [v e d i ^ T rattati in te r­
Il semplice ripetersi di un dato com portam en­ n a zio n ali] e sugli atti vincolanti di alcune orga­
to, infatti, non concorre alla form azione di una nizzazioni internazionali.
norma consuetudinaria se gli Stati che lo adot­ La prassi internazionale ha assistito allo svi­
tano non hanno la convinzione che esso cor­ luppo degli accordi di c o d ific a z io n e [v e d i ^ ] ,
risponda ad un imperativo giuridico. L’elem en­ negoziati in sede multilaterale, volti a racchiu­
to dell’(— ), inoltre, perm ette di distinguere i dere le norme consuetudinarie in norme scrit­
comportamenti che determ inano la nascita di te, allo scopo di garantire la certezza del dirit­
regole consuetudinarie da quelli che, invece, to e di favorire l'evoluzione del diritto interna­
rappresentano la m era espressione della co- zionale. Q uesta tendenza, per lo più dovuta
m ita s g e n tiu m o cortesia internazionale. all'azione dei Paesi di recente indipendenza,
non ha com unque portato, finora, a ridimen­
O r b ita g e o s ta z io n a r ia sionare il ruolo della consuetudine nel diritto
O rbita c irc o la re in to rn o a ll’e q u a to re che per­ internazionale.
mette ad un satellite che vi sia collocato di muo­ Per ciò che concerne le g a ra n zie , elemento
versi con lo stesso periodo di rotazione della essenziale di ogni ordinamento giuridico, biso­
terra, restando quindi fisso rispetto a questa. gna sottolineare che, a causa della m ancanza
L’(— ), che si stima possa ospitare non più di di un potere gerarchicam ente sovraordinato,
1 .8 0 0 satelliti (risorsa lim itata), riveste una spetta agli Stati (u ti s in g u li o u ti u n iversi) g a­

196 * G lo s s a rio

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

rantire l'applicazione coattiva delle norme del Si tratta di un atto che viene em anato per
diritto in te rn a z io n a le . P e r q uesto motivo, ogni singolo trattato e che re a lizza l'a d a tta ­
nell'(— ) trova largo spazio l'a u to tu te la [v e d i m e n to d e l d iritto in te rn o a l d iritto in te rn a z io ­
e la tutela collettiva [ v e d i ^ O NU]. n a le [v e d i ^ ] con venzio nale, m ediante un
I p rin c ip i g iu rid ic i su cui si regge l'(— ), infine, procedimento di rin vio . Infatti, in sede di e m a ­
ossia i c o n te n u ti delle norme, sono sempre sta­ nazione dell'(— ) le norm e contenute nel trat­
ti strettam ente influenzati dall'evoluzione sto­ tato non vengono riform ulate dagli organi
rica della struttura della Comunità internazio­ competenti dello Stato, ma viene solo espres­
nale e dai rapporti di forza in essa vigenti. sa la volontà di d are ad e sse a ttu azio n e
Tuttavia, in linea generale può dirsi che le nor­ nell'ordinam ento interno allegando all'(— ) il
me consuetudinarie sono essenzialm ente vol­ testo dell'accordo.
te a stabilire i limiti al potere di imperio degli L'(— ), che riveste generalm ente la forma di
Stati, mentre quelle pattizie presentano un con­ le g g e o rd in a ria , è em anato, di solito, conte­
tenuto assai più vario, incidendo sui rapporti stualmente con la legge di a u to riz z a z io n e alla
economici, sociali e politici degli Stati, sulla ra tifica del trattato e precede l'entrata in vigo­
base del principio di cooperazione all'interno re dello stesso.
della Comunità internazionale. Nell'ordinamento italiano, l'eventuale mancan­
• R a p p o rti con l’o rd in a m e n to g iu rid ic o in ­ za di (— ) fa sì che il trattato internazionale non
terno abbia valore nell'ordinamento interno.
L'(— ) viene in rapporto in diversi modi con gli
ordinamenti giuridici interni degli Stati membri O r g a n i s u s s id ia r i d e lle N a z io n i U n i­
della Comunità internazionale. t e art. 7 Carta delle N azioni Unite 26-6-1945
Un primo ordine di rapporti tra le strutture giu­ Si tratta di o rg a n i s p e c ia li che hanno il compi­
ridiche interna e internazionale attiene alla re­ to di gestire d eterm inate funzioni rientranti
ciproca p re s u p p o s iz io n e , in quanto in ognuno nell'attività d ell'O N U [v e d i ^ ] . Essi sono costi­
dei due ordinamenti sono contenute norme che tuiti attraverso un atto unilaterale dell'organo
riconoscono l'esistenza dell'altro. principale, che si avvale, in questo senso, del­
In altri casi, i rapporti tra (— ) e ordinamenti in­ la facoltà prevista dall'art. 7, par. 2, della C a r­
terni si realizzano m ediante un rin vio alle reci­ ta delle Nazioni Unite.
proche norme. Infine, specie nel caso di strut­ Gli (— ) formano parte integrante della struttu­
ture internazionali organizzate, i due ordina­ ra dell'organizzazione, sia dal punto di vista fi­
menti possono trovarsi su un piano di c o o rd i­ nanziario che amministrativo. Proprio questa
n a z io n e o, com e nel caso dell' U n io n e eu ro p e a caratteristica li distingue dagli is titu ti sp e c ia liz ­
[v e d i ^ ] , di vera e propria in te g ra zio n e . z a ti d e lle N a z io n i U n ite [ v e d i^ ] che sono, in­
vece, o rg a n izza zio n i in tern azio n ali legate
O r d in e e c o n o m ic o in te r n a z io n a le all'O NU da speciali accordi di collegamento.
Con l'espressione (— ) si suole indicare l'as­
setto generale delle relazioni economiche in­ O r g a n iz z a z io n e in te r n a z io n a le
ternazionali, in un determinato periodo stori­ Associazione di Stati, dotata di personalità giu­
co. ridica, che persegue un interesse com une a
L'ordine instaurato alla fine della 2® guerra m ezzo di organi specifici. La sua istituzione è
mondiale era imperniato su scelte economiche prevista da un trattato (cd. trattato istitutivo).
di m atrice liberista, e venn e codificato nel Nel trattato istitutivo sono delineati gli scopi, le
G A T T [v e d i ^ ] nonché dello Statuto del F M I norme relative allo sta tu s di membro, la strut­
[v e d i ^ ] . tura e le com petenze dell'(— ).
Dall'individuazione degli scopi si chiarisce il
O r d i n e d i e s e c u z i o n e d e i t r a t t a t i artt. carattere dell'(— ) che può essere politico, mi­
80, 8 7 co. 8 Cost. litare, tecnico, umanitario etc. o avere portata
Atto legislativo attraverso il quale lo Stato re ­ generale com e n ell'O N U [v e d i ^ ] .
c e p is c e nel proprio ordinamento interno le nor­ Le norme relative allo s ta tu s di membro pre­
me contenute in un trattato internazionale. vedono gli obblighi e i diritti che gravano sui

I Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


G lo s s a rio • 197
lOMoARcPSD|6650114

membri dell'(— ), nonché le condizioni per l'ac­ c u n i o rg a n i decisio n a li. Proprio per questa au­
quisto o la perdita di tale qualità. tolimitazione della propria sovranità, le singo­
La struttura varia in relazione ai fini dell'(— ); le carte costituzionali hanno spesso previsto
tuttavia deve essere presente almeno un or­ norme tese ad individuare gli scopi e le modal-
gano (Assem blea) in cui sono rappresentati tà di azione delle organizzazioni internaziona­
tutti gli Stati e dove essi hanno un uguale peso. li cui gli Stati possono trasferire poteri e fun­
In genere poi in tutte le (— ) è presente un or­ zioni.
gano individuale, imparziale, che rappresenta
l'(— ) (segretariato) e un organo permanente, O r g a n o d e l l o S t a t o art. 4 Progetto d i arti­
esecutivo e a composizione ristretta, dove si coli sulla responsabilità degli Stati p e r a tti in ­
coglie una certa ponderazione dell'influenza ternazionalm ente illeciti
degli Stati (variam ente denominato). Per (— ) si intende in senso ampio ogni orga­
no che, inquadrato nell'organizzazione dello
O r g a n iz z a z io n e r e g io n a le Stato, esercita sul suo territorio un p o te re di
È una o rg a n iz z a zio n e in te rn a z io n a le [v e d i go ve rn o .
aperta a Stati geograficam ente contigui, q u a ­ Si tratta degli organi legislativi, giudiziari e am ­
le che sia il suo campo d'attività. ministrativi.
In casi eccezionali, questa solidarietà può es­ Una corretta definizione dell'(— ) è importante
sere prevalentem ente politica o religiosa (es.: ai fini dell'attribuzione allo Stato di un atto in­
la C o nferenza Islamica). ternazionalm ente illecito. Secondo l'art. 4 del
Secondo la Carta d ell'O N U [v e d i ^ j l'(— ) è Progetto di articoli sulla re sp o n sa b ilità in te rn a ­
ogni organizzazione tesa ad assicurare la si­ zio n a le d ello Sta to [ v e d i elaborato dalla C DI
curezza di un gruppo di Stati legati da una so­ [v e d i deve essere considerato come atto
lidarietà geografica. dello Stato il comportamento di qualunque (— )
che abbia tale qualità secondo il diritto inter­
O r g a n iz z a z io n e s o v r a n a z io n a le no; se tale atto risulta illecito la responsabilità
Le organizzazioni sovranazionali sono unioni è da attribuire allo Stato e non a colui che lo
di Stati fornite di organi legittimati ad e m a n a ­ ha materialmente posto in essere.
re provvedimenti di carattere generale, non­
ché provvedimenti di carattere individuale (or­ O s t a g g i o [ c it t a d in o s t r a n ie r o ]
dini e sanzioni) che non hanno necessità di es­ Cittadino di uno Stato illegalmente detenuto
sere recepiti dai singoli Stati partecipanti, ma da un altro Stato in violazione delle norme di
che entrano a far parte direttamente nell'ordi­ diritto internazionale, utilizzato com e strum en­
nam ento nazionale dei vari Stati. to di pressione per ottenere determinati com ­
L'esempio più evidente di organizzazione di tale portamenti dallo Stato di cui l'(— ) è cittadino.
tipo si riscontra nelle Comunità europee, oggi Spesso la cattura è effettuata a scopo di ra p ­
divenute U nione eu ro p e a [v e d i ^ j , il cui pro­ p re s a g lia [v e d i ^ ] .
cesso d'integrazione presuppone l'impiego del
modello sovranazionale proprio in contrapposi­ P a c t a s u n t s e r v a n d a [ i p atti d ev o n o es­
zione alla normale cooperazione internaziona­ s e re r is p e tt a ti] art. 26 Convenzione sul
le [ved/ ^ O rga n izza zio n e internazionale]. diritto dei trattati 23-5-1969
Rispetto alle organizzazioni di semplice coo­ Norm a fo rm a le di carattere c o n s u e tu d in a rio
perazione, le (— ) presentano alcune partico­ che costituisce uno dei principi fondamentali
larità; infatti, perché si realizzi il processo di in­ del diritto internazionale. Essa stabilisce l'im­
tegrazione, occorre che gli Stati membri limiti­ prescindibile obbligo degli Stati contraenti di
no in qualche modo la propria sovranità, attri­ un accordo di adem piere gli impegni da essi
buendo alle istituzioni dell'organizzazione il po­ assunti con la stipulazione dello stesso.
tere di prendere d e c is io n i vin c o la n ti p e r tu tti g li Tale norma ha una duplice funzione: da un lato,
S ta ti, riconoscendo, com e già si è accennato, quella di afferm are l'o b b lig a to rie tà dei trattati,
d ire tta a p p lic a b ilità a l diritto e m a n a n te d a ll'o r­ dall'altro quella, di più vasta portata, di porsi
g a n iz z a z io n e e conferendo a u to n o m ia a d a l­ come n o rm a p rim a ria sulla produzione giuridi­

198 * G lo s s a rio

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

ca internazionale, in quanto considera l'accor­ uno stretto, ai soli fini del passaggio continuo
do com e fonte di norme giuridiche che produ­ e rapido.
cono effetti tra gli Stati. Secondo la Convenzione di Montego Bay tale
passaggio non può in alcun modo essere im­
P a c ta t e r t iis n e q u e n o c e n t n e q u e iu - pedito dallo Stato rivierasco: quest'ultimo può
v a n t [I PATTI NON POSSONO NÉ NUOCERE soltanto indicare appositi corridoi attraverso i
NÉ GIOVARE AI TERZI] art. 34 Convenzione quali incanalare il traffico marittimo o prescri­
su l diritto dei trattati 23-5-1969 vere schemi di separazione del traffico.
Il principio, recepito dall'art. 3 4 Conv. Vienna,
sancisce che un trattato [v e d i n o n p u ò cre ­ P a t r im o n io c o m u n e d e ll’u m a n ità
a re n é o b b lig h i n é d iritti a carico d i uno S ta to se Principio di diritto internazionale in base al qua­
lo s te sso n o n vi ab b ia dato il consenso. Ciò non le le risorse delle aree non sottoposte alla so­
significa, comunque, che un trattato (es.: un trat­ vranità di alcuno Stato devono essere gestite
tato a p e rto che prevede, cioè, la possibilità di in m aniera tale da assicurare l'equa d is trib u ­
adesione a Paesi terzi) non possa concedere z io n e , con particolare riguardo per le esigen­
unilateralmente vantaggi a terzi (subordinata­ ze dei Paesi in via di sviluppo [ v e d i ^ P. V.S.j.
mente alla successiva accettazione degli stes­
si), ma certamente i diritti e gli obblighi oggetto P e r s i s t e n t o b j e c t o r [ o b ie t t o r e p e r s i­
del trattato devono sempre e comunque limitar­ s te n te ]
si alla sfera d'azione e dei soli S ta ti contraenti. Viene così definito quello Stato che si oppone
allo sviluppo di determ inate n o rm e c o n s u e tu ­
P a r e ri d e lla C o r te In te r n a z io n a le d i d in a rie [ v e d iC o n s u e t u d in e ] in modo c o sta n ­
G i u s t i z i a art. 96 Carta delle N azioni Unite te, oppure adotti un atteggiam ento ad esse
26-6-1945 contrario.
La C o rte In te rn a zio n a le d i G iu stizia [v e d i ^ ] Una contestazione in iz ia le e c o n tin u a ta libera
può em ettere (— ) su qualsiasi questione giu­ lo Stato dall'osservanza della norma in form a­
ridica le venga sottoposta da parte di Stati, or­ zione anche se il (— ) non può evitare lo svi­
ganizzazioni internazionali o altri organi delle luppo della norma stessa per altri Stati non
Nazioni Unite (funzione consultiva). obiettori.
Tali atti, pur no n avendo efficacia v in c o la n te , Tale regola non vale per le norme consuetudi­
svolgono un ruolo centrale nell' in te rp re ta z io ­ narie imperative [ v e d i ^ Ju s cogensj.
n e e nella fo rm a z io n e d e lle n o rm e g iu rid ic h e
inte rn a zio n a li. P e r s o n a lità in te r n a z io n a le
Detta anche so g g e ttiv ità in te rn a zio n a le , indi­
P a s s a g g i o i n o f f e n s i v o artt. 17-26 Con­ ca la q u a lità g iu rid ic a di soggetto di diritto in­
venzione delle Nazioni Unite su l diritto del ternazionale ovvero la capacità di essere d e­
m are 10-12-1982 stinatario delle norme giuridiche internaziona­
Per (— ) si intende la regola consuetudinaria, li. Essa può essere riconosciuta agli S ta ti, non­
fondata sul principio di libertà dei mari, che con­ ché alle o rg a n iz z a z io n i in te rn a z io n a li [v e d i
sente a tutte le n a v i s tra n ie re di a ttra ve rsa re le e, recentem ente, agli in d iv id u i [v e d i^ j .
a c q u e te rrito ria li dello S ta to costiero; tale pas­ P er quanto concerne gli Stati essi acqu ista­
saggio deve avvenire nel pieno rispetto delle no la (— ) non con un a tto fo rm a le [v e d i ^
norme di diritto interno dello Stato costiero e R ic o n o s c im e n to ] ma in virtù del principio g e ­
non in p resen za di uno s ta to d i g u e rra tra nerale d e ll'e ffe ttiv ità e d e ll'in d ip e n d e n z a del
quest'ultimo e lo Stato di bandiera della nave. loro potere di im perio: cioè, un ente s ta tu a ­
le diviene ip s o fa c to soggetto nel momento
P a s s a g g i o in t r a n s i t o artt. 37-44 Conven­ in cui controlla e ffe ttiv a m e n te una porzione
zione delle Nazioni Unite su l diritto del m are di te rrito rio su cui è insediata stabilm ente una
10-12-1982 c o m u n ità o rg a n iz z a ta e dispone di un ordi­
È così denominato il diritto di esercitare la li­ nam ento giuridico che non dip end a da altro
bertà di navigazione e di sorvolo attraverso Stato.

I Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


G lo s s a rio * 199
lOMoARcPSD|6650114

P i a t t a f o r m a c o n t i n e n t a l e artt. 76-85 Con­ P o p o l o art. 1 Cost.


venzione delle Nazioni Unite su l diritto del I (— ), in quanto gruppi sociali non organizzati
m are 10-12-1982 e privi di struttura unitaria, non possono esse­
Sottosuolo marino, attiguo alla terraferm a a re considerati soggetti di diritto internazionale,
scarsa pendenza, che si estende fino all’inizio ossia destinatari delle norme giuridiche inter­
della scarpata continentale. nazionali al pari degli Stati indipendenti [ ve d i
Per il diritto internazionale la (— ) si estende ^ S o g g e tti d e l d iritto in te rn a zio n a le ].
fino al bordo estremo del margine continenta­ Ciò nonostante il principio di a u to d e te rm in a ­
le o alternativam ente fino alla distanza di 200 z io n e [v e d i ^ ] d e i p o p o li istituisca un diritto di­
miglia dalla linea di base del mare territoriale, rettam ente riferibile ai (— ) oppressi da certe
se il margine continentale si trova ad una di­ categorie di Stati e di regimi.
stanza inferiore.
La Convenzione di M o n te g o B a y [v e d i ^ ] del P o rti
1982 riconosce il diritto esclusivo degli Stati Nel diritto internazionale la disciplina relativa
costieri allo sfruttamento delle risorse di tale ai (— ) viene in rilievo nell'ambito del diritto del
area (pesca, ricerca ed estrazione di idrocar­ mare e nell'ambito della delim itazione dell'au­
buri), facendo salva in ogni caso la libertà di torità dello Stato rispetto agli Stati stranieri.
tutti gli altri Stati di esercitare i diritti tipici dell’a l­ Dal punto di vista del d iritto d e l m a re vige il
to m a re [ v e d i ^ ] nelle acque sovrastanti la (— ) principio fondam entale del diritto, per ogni Sta­
[v e d i ^ B a ie ; Z o n a c o n tig u a ; Z o n a e c o n o m i­ to, di disciplinare a proprio piacimento l'in g re s ­
ca e sclu siva ]. so d e lle n a v i stra n ie re nei propri (— ). Le esi­
g en ze di coo perazion e dovute agli scambi
P i r a t e r i a artt. 1135-1136 c.nav.; L. 10-5-1976, commerciali hanno però dato luogo ad una co­
n. 346; artt. 100-107 Convenzione delle Na­ piosa prassi convenzionale, attraverso la q ua­
zio n i Unite su l diritto del m are 10-12-1982 le gli Stati si sono reciprocam ente concessi la
L’art. 101 della Convenzione di M o n te g o B a y lib e rtà d i in g re s s o nei rispettivi (— ).
[v e d i ^ ] definisce la (— ) com e la com missio­
ne di atti illegittimi di violenza o depredazione P o t e r i i m p l i c i t i [ t e o r ia d e i ]
in a lto m a re [v e d i ^ ] , contro un’altra nave o Nell'ambito dell'interpretazione dei tra tta ti [ve d i
contro persone o beni a bordo, con l’intento ^ ] internazionali, in particolare di quelli che
specifico di realizzare il fine personale di lucro istituiscono organizzazioni internazionali, la te ­
da parte del pirata. oria dei (— ) postula che ogni organo dispor­
La (— ) è considerata crim in e in te rn a zio n a le rebbe non solo dei poteri che gli vengono
[v e d i ^ ] non tanto a causa della violazione di espressam ente attribuiti dal trattato istitutivo
valori umanitari universalmente sentiti, quan­ (cd. p o te ri no m in a ti), m a anche di tutti quelli
to per l’esigenza di tutelare la libertà dei mari. n o n p re v is ti, m a n e c e s s a ri a l ra g g iu n g im e n to
d e g li o b ie ttiv i d e ll'o rg a n izza zio n e .
P l e n i p o t e n z i a r i art. 7 Convenzione su l dirit­
to dei trattati 23-5-1969 P re s a di p o s s e s s o
Rappresentanti di uno Stato autorizzati (attra­ O perazione m ediante la quale uno Stato si in­
verso una lettera che affida loro pieni poteri) sedia su un territorio. Produce l'effetto dell'ac­
a negoziare e firmare tra tta ti [v e d i ^ ] che s a ­ quisto, da parte dello Stato occupante, della
ranno successivam ente sottoposti a ra tific a s o v ra n ità sul territorio occupato.
[v e d i ^ ] .
I Capi di Governo, i Presidenti dei Consigli dei P r i n c i p i g e n e r a l i d i d ir i t t o r i c o n o s c iu ­
Ministri, i Ministri degli Esteri e i Capi di mis­ t i d a l l e N a z i o n i c i v i l i art. 38 Statuto
sioni diplomatiche non necessitano di alcuna Corte Internazionale di G iustizia
delega espressa in quanto vengono conside­ C ategoria di norme giuridiche internazionali
rati ip so fa cto autorizzati a negoziare per il pro­ molto discussa, i (— ) sono tutte quelle reg o le
prio Stato. g iu rid ic h e c o m u n i a g li o rd in a m e n ti de lla m a g ­

200 * G lo s s a rio

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

g io ra n z a d e g li S ta ti d e lla C o m un ità in te rn a z io ­ di volontà di uno Stato diretta ad impegnarlo


n a le e da questi ordinamenti deducibili per nell’accordo è valida, purché ad essa corri­
astrazione. sponda, da parte degli altri contraenti, una m a­
L’art. 38 dello Statuto della C o rte In te rn a z io ­ nifestazione di identico contenuto.
n a le d i G iu stizia [v e d i^ ] li annovera fra le fon­
ti di diritto internazionale. Ad essi la Corte do­ P r o f u g h i l . 4 - 3 - 1952, n. 137; l . 26 - 12- 1981,
vrebbe ricorrere, secondo l’articolo in parola, n. 763; D.L. 30-12-1989, n. 416 conv. in L.
tutte le volte in cui il diritto consuetudinario [ve d i 28-2-1990, n. 39; L. 15-10-1991, n. 344
^ C onsuetudine] o quello pattizio nulla dispon­ Sono tutte quelle persone costrette, per moti­
gono in relazione ad un caso concreto ad essa vi politici, religiosi, razziali, bellici etc., ad ab­
sottoposto. bandonare il Paese nel quale risiedono e a cer­
care rifugio in altri Stati pur avendo la consa­
P r iv ile g i d ip lo m a tic i pevolezza di andare incontro ad un futuro in­
Elementi caratterizzanti lo s ta tu s diplomatico, certo e precario.
consistenti in un potere di facere, attribuito ad
organi diplomatici qualificati. P r o te z io n e d ip lo m a tic a
Si differenziano dalle im m u n ità d ip lo m a tich e Protezione esercitata da uno Stato nei con­
[v e d i ^ ] , che costituiscono esenzioni da obbli­ fronti delle persone fisiche e giuridiche all’este­
ghi, perché i (— ) sono attributivi di particolari ro aventi la sua nazionalità, quando queste
facoltà e potestà. Esempi di (— ) sono il pote­ sono le s e in un lo ro d iritto d a llo S ta to terzo.
re di esposizione della bandiera, o la facoltà di
comunicare per telegrafo in cifre. P r o to c o llo
Documento internazionale tendente a regola­
P r o c e d i m e n t o s o l e n n e [ d i f o r m a z io n e re una questione specifica insorta tra due o più
DEL TRATTATO] artt. 6-18 Convenzione sul Stati ovvero avente la finalità di dettare norme
diritto dei trattati 23-5-1969 integrative di quelle contenute in un trattato
È il procedimento classico di adozione di un trat­ [v e d i ^ ] .
tato [v e d i ^ ] internazionale, attraverso il quale
si crea e si perfeziona il consenso tra le parti. P .V .S . [s ig la di p a e s i in v ia d i s v il u p p o ]
Tale (— ) è codificato dalla C o n v e n z io n e d i Vengono così definiti quei Paesi in cui il livello
V ienna s u l d iritto d e i tra tta ti [v e d i ^ ] e si arti­ del prodotto nazionale lordo o del prodotto na­
cola in quattro fasi: zionale pro-capite non è sufficiente a generare
— n e g o zia zio n e : in questa fase si tende a rag­ un’accumulazione di capitale tale da procede­
giungere il consenso tra le parti sul testo re allo sviluppo dei diversi settori economici.
dell’accordo;
— firm a: è apposta alla chiusura dei negozia­ R a c c o m a n d a z io n e
ti con funzione di autenticazione del testo È l’atto tipico degli organi delle Nazioni Unite
ma non vincola ancora gli Stati contraenti; [v e d i ^ O NU] e delle o rg a n iz z a z io n i in te rn a ­
— ratifica : è l’atto con cui l’organo dello S ta­ z io n a li [v e d i ^ ] . Le (— ) n o n sono vin co la n ti
to, com petente ad assumersi impegni con­ per gli Stati membri; tuttavia parte della dottri­
venzionali, esprime la volontà di obbligar­ na riteneva in passato che esse producesse­
si. In Italia compete al Presidente della R e ­ ro un e ffe tto d i lice ità , nel senso di rendere le­
pubblica, previa autorizzazione delle C a ­ cito il com portamento dello Stato il quale, in
mere; osservanza di una (— ), avesse violato im pe­
— s c a m b io o d e p o sito d e lle ra tifich e : nel pri­ gni assunti precedentem ente m ediante accor­
mo caso l’accordo entra in vigore im m e­ di [ v e d i ^ Trattati] oppure alle norme di diritto
diatam ente, mentre nel secondo esso si internazionale generale.
perfeziona via via che le ratifiche vengono
depositate. R a id
L’adozione del (— ) non è in alcun modo vin­ Sono in te rv e n ti n o n a u to riz z a ti di agenti di uno
colante per le parti: qualsiasi manifestazione Stato nel territorio di un altro Stato, nell’inten­

l Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


G lo s s a rio * 201
lOMoARcPSD|6650114

to di proteggere persone che si trovano in g ra­ le parti non lo denuncino entro il term ine in­
ve pericolo. dicato, questo si intenderà rinnovato per un
Si tratta di un ille c ito in te rn a z io n a le [v e d i ^ j , num ero pari di anni (cd. c la u s o la d i ta cita ri­
con conseguente em ersione della re s p o n s a ­ co n d u zio n e ).
b ilità in te rn a z io n a le d e llo S ta to [v e d i ^ j a cui
è imputabile tale condotta. R e c i p r o c i t à [ p r in c ip io d i ]
Meccanismo attraverso cui un determinato trat­
R a p p r e s a g lia tam ento che uno Stato prevede a favore di un
Si tratta di un atto illecito adottato da uno S ta­ altro è subordinato alla concessione del m e­
to leso in ris p o s ta a d un a tto ille c ito in iz ia le di desimo trattam ento dell’altro Stato in proprio
un altro Stato. L'elemento che differenzia la favore.
(— ) dalla semplice rito rs io n e [v e d i ^ j è l'illi­
ceità del comportamento adottato dallo Stato R e g i s t r a z i o n e d e i t r a t t a t i art. 102 Carta
leso; nel caso della ritorsione, infatti, si tratta delle Nazioni Unite 26-6-1945; art. 80 Con­
di un com portam ento inamichevole, m a co­ venzione su l diritto dei trattati 23-5-1969
munque sem pre lecito. L’art. 80 della Convenzione di Vienna prevede
Al term ine (— ) è ormai quasi unanim em ente che i tra tta ti [ ve d i ^ ] siano trasmessi al Seg re­
preferito quello di c o n tro m is u re [v e d i ^ j , in tario G enerale dell’O N U per la loro registrazio­
quanto non contiene alcun elemento di natu­ ne o classificazione e iscrizione a repertorio.
ra afflittiva. Il citato articolo della Convenzione è largam en­
te riproduttivo dell’art. 102 della Carta delle N a­
R a t i f i c a artt. 72, 75, 80, 8 7 Cost.; art. 14 Con­ zioni Unite, secondo il quale «ogni trattato sti­
venzione su l diritto dei trattati 23-5-1969 pulato da un membro delle Nazioni Unite deve
È l'atto con il quale lo Stato co n fe rm a la p ro ­ essere registrato al più presto possibile pres­
p ria vo lo n tà di aderire ad un tratta to in te rn a ­ so il S e g re ta ria to e p ub b lic a to a c u ra di
z io n a le [v e d i ^ j . quest’ultimo».
L'art. 8 7 Cost. dispone che il P re sid e n te della La mancata registrazione dell’accordo, come
R e p u b b lic a ratifica i trattati internazionali nel si evince dal successivo paragrafo dell’art. 102
p ro c e d im e n to s o le n n e [v e d i ^ j di loro form a­ della Carta delle Nazioni Unite, provoca una
zione. sorta di in v a lid ità relativa , in quanto il trattato
È, tuttavia, necessaria, ai sensi dell'art. 80 non registrato non potrà essere invocato dal­
Cost., una le g g e d i a u to riz z a z io n e delle C a ­ le parti davanti all’organizzazione.
mere per i trattati di natura politica o che p re­
vedono arbitrati o regolam enti giudiziari, non­ R e q u ê t e art. 40 Statuto Corte Internazionale
ché per quelli che importano variazioni del di Giustizia
territorio, oneri alle finanze o modificazioni di Termine tratto dalla terminologia processuale
leggi. francese, che indica l’atto con cui uno Stato,
La legge di autorizzazione a ratificare trattati parte di una controversia con un altro Stato, ri­
internazionali non può essere sottoposta a re ­ chiede a quest’ultimo di convenire in giudizio
fe re n d u m ; per la sua approvazione è, inoltre, dinanzi alla C o tte In te rn a zio n a le d i G iustizia
richiesta la p ro c e d u ra o rd in a ria di approvazio­ [v e d i ^ ] al fine di risolvere pacificam ente la
ne dei disegni di legge. controversia insorta.

R e c e s s o d a u n t r a t t a t o artt. 54-56 Con­ R e s p o n s a b ilit à in te r n a z io n a le d e llo


venzione su l diritto dei trattati 23-5-1969 S t a t o Progetto d i articoli sulla responsabi­
Facoltà concessa alle parti di s v in c o la rs i d a g li lità degli Stati p e r a tti internazionalm ente ille ­
o b b lig h i d e riv a n ti da un tratta to m u ltila te ra le citi
mediante una manifestazione unilaterale di vo­ La (— ) si determ ina in capo ad un soggetto di
lontà. diritto internazionale che abbia violato degli ob­
G eneralm ente il (— ) è da ricollegare alla s c a ­ blighi internazionalm ente assunti.
d en za di un te rm in e indicato nel trattato (il L’art. 1 della Prima Parte del Progetto della
trattato avrà la durata di anni ...), e qualora C D I [v e d i ^ ] sottolinea che «ogni atto interna­

202 * G lo s s a rio

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

zionalm ente illecito di uno Stato comporta la to e quello richiesto da una regola di diritto in­
responsabilità internazionale di tale Stato». ternazionale. L'articolo 12 del Progetto sotto­
L'espressione «atto internazionalm ente illeci­ linea che « s i h a vio la zio n e d i un o b b lig o in te r­
to» è di am pia portata e ricomprende sia azio­ n a zio n a le da p a rte d i uno S ta to q u a n d o un atto
ni positive (atti) sia omissioni o astensioni d e ­ d i q u e llo S ta to n o n è c o n fo rm e a q u a n to g li è
gli organi dello Stato. ric h ie s to da ta le o b b lig o ».
Gli elementi costitutivi d e ll'ille cito in te rn a z io n a ­ Si discute se, al fine della qualificazione di una
le [v e d i ^ j sono dunque due: condotta com e internazionalm ente illecita e
— un comportamento contrario al diritto inter­ fonte di responsabilità, accanto ai due elem en­
nazionale attribuibile allo Stato (elemento ti menzionati dal Progetto (soggettivo ed og­
soggettivo); gettivo) sia necessario anche un terzo elem en­
— l'antigiuridicità di tale comportamento (ele­ to: la co lp a [v e d i^ j .
mento oggettivo). La dottrina esclude la necessità di questo ter­
Per quanto riguarda l'e le m e n to so g g ettivo , per zo requisito.
comportamento attribuibile allo Stato si inten­ Un fatto oggettivam ente illecito può tuttavia
de il com portamento di un qualsiasi org a n o non com portare necessariam ente il configu­
d e llo S ta to [v e d i ^ j che rivesta tale qualifica rarsi della (— ) quando intervengano alcune
secondo il diritto interno dello Stato stesso. circostanze esimenti, in quanto viene meno
Nelle ipotesi di responsabilità indiretta, vale a l'elemento oggettivo della stessa, cioè l'anti-
dire quelle circostanze nelle quali è possibile giuridicità del comportamento.
configurare una responsabilità in capo ad un Il testo del Progetto della CDI prevede le se ­
soggetto per fatti commessi da altri, il Proget­ guenti ipotesi:
to di articoli opera una distinzione tra: — il consenso dello Stato leso (art. 20) [ve d i ^ j ;
— l'ipotesi di a s siste n za o a iu to fo rn ito p e r la — la forza maggiore (art. 23) [v e d i ^ j ;
c o m m is s io n e d i u n fa tto ille c ito oppure — l'estremo pericolo (art. 24) [v e d i ^ j ;
quando viene e se rcita ta una d ire z io n e e — lo stato di necessità (art. 25) [v e d i ^ j ;
un co n tro llo s u un a ltro S ta to (artt. 16 e 17). — la legittima difesa (art. 21) [v e d i ^ j ;
L'attività posta in essere dallo Stato «par­ — le contromisure (art. 22) [v e d i ^ j .
tecipante» non esime quest'ultimo da re­ In merito alle conseguenze della (— ) per fatto
sponsabilità, se è consapevole di concor­ illecito occorre precisare che lo Stato respon­
rere, seppur in modo indiretto, alla com ­ sabile è tenuto alla cessazione dell'illecito e al
missione di un ille c ito in te rn a z io n a le [v e d i ripristino dello sta tu s quo ante, nonché a prov­
^ j e l'atto sarebbe stato comunque illeci­ vedere ad una riparazione adeguata del suo
to se com messo dallo Stato che fornisce comportamento, la quale può assum ere forme
l'aiuto o l'assistenza; diverse a seconda del tipo di pregiudizio arre­
— l'ipotesi in cui uno Stato e se rcita u n a vera cato (re stitu tio in in te g ru m , soddisfazione, ri­
e p ro p ria fo rm a d i c o a zio n e su u n o S ta to sarcimento monetario).
te rzo (art. 18). Si tratta di quelle forme di
pressione che possono essere esercitate R e s titu tio in in te g r u m
nei confronti di un altro Stato e che posso­ È una delle forme di risarcimento dello Stato
no concretizzarsi sia in atti di per sé illeci­ offeso.
ti (ad esempio, minaccia dell'u so d e lla fo r­ Indica l'obbligo per lo Stato che ha com m es­
z a [ v e d i^ j ) , sia in atti leciti (ad esempio, so l'illecito di «cancellare tutte le conseguen­
misure di pressione econom ica). Affinché ze del fatto illecito e ristabilire lo stato di cose
sorga la (— ) in capo all'esercente la coer­ che sarebbe verosimilmente esistito, se il sud­
cizione è sufficiente che l'atto posto in es­ detto fatto non fosse stato com messo».
sere sia internazionalm ente illecito e che Si tratta quindi della fo rm a p rin c ip a le d i rip a ra ­
lo Stato coartante sia a conoscenza dell'at­ z io n e sottoposta però a tre condizioni:
to com messo dallo Stato coartato. — che sia m aterialm ente possibile;
L'e le m e n to o g g e ttivo è dato dal contrasto tra — che non comporti la violazione di una nor­
il comportamento tenuto in concreto dallo S ta­ ma di ju s cogens;

l Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


G lo s s a rio * 203
lOMoARcPSD|6650114

— che non sia eccessivamente onerosa per lo sere perseguitato per motivi di razza, religio­
Stato autore del fatto illecito internazionale. ne, nazionalità, appartenenza ad un determ i­
nato gruppo sociale o per le sue convinzioni
R e v i s i o n e d e i t r a t t a t i art. 39 Convenzione politiche, si trova fuori dal Paese di cui è cit­
su l diritto dei trattati 23-5-1969 tadino e non può e non vuole, a causa di q ue­
Ogni trattato può essere rive d u to (o e m e n d a ­ sto timore, avvalersi della protezione di q ue­
to) totalmente o parzialmente attra ve rso un a c ­ sto Paese».
co rd o fra g li S ta ti che ne sono parti.
In realtà l'em endam ento, sia generale che par­ R ip a r a z io n e
ziale, si traduce nella conclusione di un nuovo La (— ), conseguente alla commissione di un
trattato sulla stessa materia oggetto del primo, ille c ito in te rn a z io n a le [v e d i ^ ] , rappresenta
nel quale vengono inserite le modificazioni e/o una forma di risarcimento dello Stato offeso e
le integrazioni effettuate alla regolam entazio­ può attuarsi attraverso:
ne pattizia precedente. — la re s titu tio in in te g ru m [v e d i ^ ] : lo Stato
G eneralm ente in ciascun trattato sono disci­ inottemperante ristabilisce lo stato di cose
plinate le modalità e le condizioni per proce­ che sarebbe esistito se l’illecito non fosse
dere alla revisione del testo. stato commesso;
— la s o d d is fa z io n e [v e d i ^ ] , che costituisce
R ic o n o s c im e n to una sorta di riparazione del pregiudizio mo­
È un atto diplomatico attraverso il quale uno rale arrecato dall’illecito;
Stato dichiara di ric o n o s c e re c o m e le g ittim a — il ris a rc im e n to m on e ta rio , che si concretiz­
una s itu a z io n e c re a ta s i in un a ltro S tato. D et­ za nella corresponsione di una som m a a
ta situazione può avere ad oggetto la costitu­ titolo di indennizzo.
zione di un nuovo Stato o di un nuovo regime
politico (in seguito a rivoluzione), o un'annes­ R i s e r v e [ NEI t r a t t a t i ] artt. 19-23 Convenzio­
sione territoriale. ne su l diritto dei trattati 23-5-1969
Il (— ) può essere: Si tratta di a tti u n ila te ra li con i quali uno Stato
— de ju re , quando lo Stato preesistente af­ partecipante ad un accordo multilaterale [v e d i
ferm a la legittimità dell'esistenza del nuo­ ^ Trattati] esprime la sua volontà di n o n a c ­
vo Stato in quanto non contrastante con i c e tta re a lc u n e d is p o s iz io n i dell’accordo sotto­
propri interessi; scritto.
— d e facto, nel caso in cui lo Stato preesi­ Le (— ) possono essere apposte al momento
stente si limita sem plicem ente a prendere della firma, ma anche della ratifica o dell’ad e ­
atto dell'esistenza del nuovo Stato, senza sione. Esse possono consistere:
tu tta v ia pronunciarsi sulla legittim ità o — nel rifiuto, da parte di uno Stato, di deter­
meno della sua costituzione; minate clausole dell’accordo;
— espresso, quando è effettuato mediante un — nell’accettazione solo con modifica di al­
atto formale; cune clausole;
— tacito, quando deriva da un com portam en­ — nell’accettazione di alcune clausole solo in
to tale da risultare incompatibile con una base ad una certa interpretazione (riserve
volontà di non riconoscere. interpretative).
Per ciò che concerne gli Stati di nuova form a­
zione il (— ) non ha valore costitutivo della per­ R is o lu z io n e
sonalità di diritto internazionale; ha piuttosto Atto non vincolante em anato d a ll’A sse m b le a
una valen za politica indicando la volontà di un G e n e ra le [v e d i ^ ] d e lle N a z io n i U n ite che as­
Governo di avviare relazioni amichevoli con il sum e generalm ente la forma di una dichiara­
nuovo Stato. zione di principi.
Nella prassi internazionale costituisce un vali­
R i f u g i a t o Convenzione di Ginevra 28-7-1951 do strumento per ispirare e stimolare il rinno­
L'art. 1 della Convenzione di G inevra defini­ vam ento del diritto internazionale consuetudi­
sce (— ) «colui che, tem endo a ragione di es­ nario e convenzionale.

204 * G lo s s a rio

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

R ito r s io n e strare form alm ente accordi già definiti a s e ­


Forma di a u to tu te la prevista dal diritto interna­ guito delle trattative sviluppate a livello gover­
zionale cui fa ricorso uno Stato com e re a z io ­ nativo.
n e a lla v io la z io n e o p e ra ta da a ltro S ta to e a lu i
p re g iu d iz ie v o le . S e g r e t a r i o G e n e r a l e d e l l ’ O N U artt. 97 ­
La (— ) implica l'adozione di un a tto in a m ic h e ­ 101 Carta delle Nazioni Unite 26-6-1945
vo le m a le c ito contro uno Stato, come l'atte­ Primo funzionario del Segretariato, organo am ­
nuazione o la rottura delle relazioni econom i­ ministrativo supremo d ell'O N U [v e d i ^ ] .
che (quando non ci sia un obbligo in tal sen­ Il (— ) è nominato d all'A ssem blea G e n e ra le
so) o la rottura delle relazioni diplomatiche. [v e d i ^ ] su proposta del C o n sig lio d i S ic u re z ­
z a [v e d i ^ ] per un periodo di 5 anni con m an­
S a l v a g u a r d i a [c l a u s o l e d i] dato rinnovabile.
Disposizioni inscrivibili in un trattato a richie­ Svolge anche un ru o lo p o litico , in quanto può
sta di uno Stato stipulante, p e r e s c lu d e re nei adire il Consiglio di Sicurezza qualora ritenga
suoi confronti, te m p o ra n e a m e n te , la vig e n za che vi sia una minaccia alla pace; tale ruolo ha
d i d e te rm in a ti o b b lig h i, al verificarsi di eventi assunto sempre maggiore im portanza in se ­
che ne renderebbero impossibile l'ad em p i­ guito all'affidamento a questo organo di mis­
mento. sioni diplomatiche e del coordinamento delle
forze di pace dell'O NU.
S a n z i o n i i n t e r n a z i o n a l i art. 41 Carta del­
le Nazioni Unite 26-6-1945 S e l f - e x e c u t i n g [no rm e]
Provvedimenti della Comunità internazionale Si dicono (— ) quelle norme internazionali che,
posti in essere al fine di c o n tra s ta re e v e n tu a li com plete in tutti i loro elementi, sono suscetti­
v io la z io n i d e lle n o rm e in te rn a z io n a li da parte bili di a p p lic a z io n e im m e d ia ta nell'ordinam en­
di uno Stato. to interno. Sono norme cioè, che prevedono
L'art. 41 della Carta O N U le definisce m isu re nel dettaglio la disciplina della fattispecie cui
n o n im p lic a n ti l'u s o d e lla fo rza e ne prevede si indirizzano, senza che sia necessaria un'at­
diverse gradazioni: interruzione totale o par­ tività integrativa dello Stato.
ziale delle relazioni economiche e delle com u­
nicazioni ferroviarie, marittime, aeree, postali, S e p a r a z i o n e d e l l o S t a t o [o s e c e s s io n e

telegrafiche, radio ed altre, e la rottura delle o d is t a c c o ]

relazioni diplomatiche. Si ha (— ) quando parte del territorio di uno Sta­


Le (— ) si distinguono in: to si distacca e si assiste alla costituzione di un
— in d iv id u a li: applicate, in funzione di a u to tu ­ nuovo Stato, senza tuttavia provocare l'estin­
tela [v e d i ^ ] , da uno Stato nei confronti di zione dello Stato preesistente. Il distacco si di­
un altro per reagire ad una turbativa subita; stingue dallo smem bramento in quanto:
— c o lle ttive : applicate da una pluralità di S ta ­ — nel primo caso non vi è estinzione dello
ti o da u n 'o rg a n iz z a z io n e in te rn a z io n a le Stato preesistente;
[v e d i ^ ] . — nel secondo caso lo Stato preesistente
Particolare importanza rivestono le (— ) adot­ scom pare e vengono a formarsi due o più
tate dal C o n sig lio d i S ic u re zza [v e d i ^ ] , per Stati.
prevenire e allontanare le minacce alla pace e
reprim ere ogni atto di aggressione. S e r v it ù in t e r n a z io n a le
L im ita zio n i a lla sovranità di uno Stato sul pro­
S c a m b io d i n o te d ip lo m a tic h e prio territorio, costituite in favore di altri Stati, per
Particolare modalità di conclusione dei tra tta ­ assicurare il godimento di particolari vantaggi.
ti [v e d i ^ ] internazionali che consiste in uno Per la costituzione di una (— ) è prescritta una
scambio di corrispondenza fra l'am basciatore particolare procedura, com prendente le s e ­
di uno Stato e il Ministro degli Esteri dello S ta ­ guenti fasi:
to presso cui il primo è accreditato. In questo — lo c a liz z a z io n e della (— ) in un determinato
modo le suddette autorità provvedono a regi­ territorio;

l Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


G lo s s a rio • 205
lOMoARcPSD|6650114

— a c c o rd o tra lo Stato territoriale e lo Stato S o d d is fa z io n e


estero per la costituzione della (— ). Costituisce una forma di rip a ra z io n e [v e d i
In relazione al contenuto, è possibile classifi­ del pregiudizio morale conseguente alla com ­
care le (— ) in: missione di un illecito internazionale.
— e c o n o m ic h e , rivolte a scopi industriali, Il Progetto di articoli sulla re s p o n s a b ilità in te r­
commerciali etc.; n a z io n a le d e llo S ta to [v e d i ^ j elaborato dalla
— m ilita ri, aventi lo scopo di tutelare la sicu­ Commissione di diritto internazionale indica di­
rezza degli Stati in favore dei quali sono verse forme di (— ):
costituite. — il riconoscimento formale di aver com m es­
so un illecito internazionale;
S i c u r e z z a c o l l e t t i v a d e l l ’O N U [ s is t e ma — le scuse fornite da un organo ufficiale;
di] artt. 39-51 Carta delle Nazioni Unite 2 6 ­ — l'espressione del proprio rincrescimento.
6-1945
La Carta O N U da un lato sancisce inderoga­ S o ft la w
bilmente il divieto per gli Stati della minaccia Espressione che ricomprende tutte quelle in­
dell'uso della forza nelle relazioni internazio­ tese di natura em inentem ente politica o eco­
nali, dall'altro accentra nelle mani degli organi nomica, che, pur disciplinando in una qualche
dell'O NU l'uso della forza arm ata quando sia misura i rapporti tra gli Stati, n o n sono g iu rid i­
necessaria al mantenim ento della pace nel c a m e n te v in c o la n ti.
mondo. Secondo la prevalente dottrina in tale catego­
Organo centrale del (— ) è il C o n sig lio d i S ic u ­ ria rientrano:
re z z a [v e d i ^ j il quale stabilisce discrezional­ — le d ich ia ra zio n i d i p rin c ip i [v e d i ^ j adottate
m ente in quali casi vi sia una minaccia alla nell'ambito delle maggiori organizzazioni in­
pace e, sem pre discrezionalmente, prende le ternazionali, in particolare quelle dell'As­
misure che ritiene idonee nel caso in cui una sem blea G enerale delle Nazioni Unite;
minaccia alla pace sussista effettivamente. — vari atti che regolano i rapporti economici
Secondo gli artt. da 39 a 42 esso può adottare: tra gli Stati;
— misure di accertamento; — le c o n c lu s io n i fin a li di num erose conferen­
— misure provvisorie; ze internazionali (ad esempio l'Atto finale
— misure non implicanti l'uso della forza; della Conferenza di Helsinki e la Carta di
— misure implicanti l'uso della forza. Parigi).
In quest'ultimo caso le azioni arm ate vengono Le principali caratteristiche degli atti raggrup­
poste in essere da un «braccio armato» del pati in tale categoria sono:
Consiglio stesso: in realtà, benché gli artt. 43 — l'assenza di qualsiasi obbligo giuridico a
e 47 prevedono la Costituzione di un vero e carico delle parti, che ha com e corollario
proprio esercito gestito dall'O NU , è invalsa la l'esclusione di qualsiasi responsabilità in
prassi secondo cui gli Stati inviano di volta in capo allo Stato che dovesse violare le di­
volta propri contingenti militari mettendoli a di­ sposizioni ivi contenute;
sposizione dell'O NU (cd. c a s c h i blu) [v e d i ^ j . — l'impossibilità di far valere innanzi ad un tri­
bunale internazionale il rispetto dell'accor­
S is te m a d e lle p r e fe r e n z e g e n e r a liz ­ do;
z a te — la mancata trasposizione del suo contenu­
R e g im e d o g a n a le p re fe re n z ia le accordato dai to nel diritto interno degli Stati aderenti.
Paesi industrializzati ai Paesi in via di svilup­
po [ v e d i ^ P V S j. Esso è stato istituito nel q u a ­ S o g g e tti [d e l l a c o m u n it à in t e r n a z io n a ­
dro dei lavori della C o n fe re n za d e lle N a z io n i l e]
U nite s u l C o m m e rcio e lo S vilup p o [ v e d i ^ UN- Nel diritto internazionale per soggettività giuri­
C TADj. Dal gennaio 1 977 vi partecipa anche dica s'intende l'astratta attitudine di un ente a
l'Unione europea, la quale accorda ai PV S fa ­ diventare titolare di diritti e obblighi previsti dal­
cilitazioni alle importazioni sotto forma di dirit­ le norme dell'ordinamento giuridico internazio­
ti doganali e tassi ridotti. nale.

206 * G lo s s a rio

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

Per lungo tem po tale capacità era attribuita Di (— ) dello Stato si parla in due sensi:
esclusivam ente agli Stati, tanto da definire il — con riferimento all'o rd in a m e n to d e llo S ta ­
diritto internazionale com e d iritto d e lla c o m u ­ to, (— ) significa o rig in a rie tà dell'ordina­
n ità d e g li S ta ti; soltanto dopo la seconda guer­ mento;
ra mondiale ad essi si sono affiancati le o rg a ­ — con riferimento alla persona giuridica, la
n iz z a z io n i in te rn a z io n a li [v e d i ^ j , inizialm en­ (— ), invece, significa p o te s tà d i g o ve rn o
te soltanto l'O rganizzazione delle Nazioni Uni­ a sso lu to. Essa cioè connota l'in d ip e n d e n ­
te [ v e d i ^ O N U j ed in seguito quasi tutte le al­ z a della persona Stato rispetto ad altri s o g ­
tre organizzazioni. Solo recentem ente la dot­ g e tti o p e rs o n e g iu rid ic h e , sia di diritto in­
trina sem bra riconoscere una soggettività limi­ terno che di diritto internazionale.
tata anche agli in d iv id u i [v e d i ^ j , dal m om en­ In riferimento a ciò, se ne distinguono due
to che il diritto internazionale contem poraneo a s p e tti:
ha posto in essere meccanismi di protezione — (— ) e ste rn a : (cd. in te rn a zio n a le ), riguarda
dei diritti dell'uomo, a ttiv a b ili d a g li s te s s i b e n e ­ i rapporti dello Stato con gli altri Stati o or­
ficiari, che risultano essere non meno efficaci ganizzazioni internazionali e si sostanzia
di altri meccanismi internazionali di garanzia. nell'effeffiva e co n cre ta a u to n o m ia che cia­
scuno Stato possiede;
S o s p e n s i o n e d e l t r a t t a t o artt. 57 - 60,72 — (— ) interna: attiene ai rapporti dello Stato
Convenzione su l diritto dei trattati 23-5-1969 con i cittadini e quanti risiedono sul suo ter­
Con la sospensione un tratta to [v e d i ^ j resta ritorio, e si manifesta nel p o te re d ’im p erio
pienam ente in vigore anche se ce ssa m o m e n ­ di cui lo Stato è titolare, connotandosi nel­
ta n e a m e n te d i p ro d u rre i s u o i e ffe tti. la suprem azia nei confronti di ogni altro sog­
Secondo l'art. 57 della Convenzione di V ien ­ getto o organizzazione che opera sul terri­
na l'applicazione di un trattato può essere so­ torio statale [ v e d i ^ S o vra n ità territoriale],
spesa secondo la procedura prevista dallo
stesso trattato oppure con il consenso di tutti S o v r a n ità te r r ito r ia le
gli Stati contraenti. Finché perdura il periodo Per (— ) s'intende il diritto dello Stato di eser­
di sospensione le parti sono liberate dall'obbli- citare in m aniera esclusiva il p o te re d i g o v e r­
go di eseguire il trattato nel loro rapporti reci­ n o su lla p ro p ria co m u n ità te rrito riale, cioè su­
proci e devono astenersi dal com piere qualun­ gli individui e sui beni ad essi appartenenti che
que atto che possa costituire un ostacolo alla si trovano sul suo territorio. Tale potestà d'im ­
ripresa dell'applicazione del trattato. perio si estende non solo ai cittadini, ma (en­
tro certi limiti) anche agli stranieri che vi risie­
S o v r a n a z i o n a l i [ c o m u n it à ] dono tem poraneam ente o stabilmente.
Unioni di Stati o o rg a n iz z a z io n i in te rn a z io n a li
[v e d i ^ j che non eliminano la soggettività in­ S p a z i o c o s m i c o Trattato sui principi che re­
ternazionale dei soggetti membri, ma ne lim i­ golano le attività degli Stati n e ll’esplorazione e
tano le c o m p e te n z e in alcune materie sia sul nell’uso dello spazio extra-atmosferico, ivi com­
piano dell'ordinamento giuridico interno, sia su prese la luna e g li altri corpi celesti 27-1-1967
quello internazionale. Per (— ) si intende lo spazio esistente all'ester­
Nelle (— ), in particolare, alcuni atti emessi dai no del nostro pianeta, al di là cioè dello spazio
loro organi hanno e ffica cia im m e d ia ta [vedi ^ atmosferico da cui quest'ultimo è circondato.
d ire tta e fficacia] negli o rd in a m e n ti in te rn i d e g li Il problema della condizione giuridica dello (— )
S ta ti m em bri, come avviene nel caso dei rego­ s'è posto negli ultimi decenni, quando cioè
lamenti dell'Unione europea. l'evoluzione tecnologica ha con cretam ente
reso possibile la sua utilizzazione da parte
S o v r a n i t à artt. 7, 11 Cost. dell'uomo, mediante missioni esplorative e in­
Indica la p o te s tà d 'im p e rio origina ria , su p re m a vio di satelliti.
e in c o n d iz io n a ta che costituisce uno dei requi­ È stata l'O N U [v e d i ^ j ad assumersi il compi­
siti necessari all'acquisizione della soggettivi­ to di promuovere trattati internazionali allo sco­
tà internazionale da parte di uno Stato. po di provvedere alla fissazione dei principi di­

l Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


G lo s s a rio * 207
lOMoARcPSD|6650114

sciplinatori della materia; fra questi assume — un gruppo di Stati o la Comunità interna­
grande rilievo quello entrato in vigore il 10 ot­ zionale nel suo complesso, nel caso in cui
tobre 1967. la violazione dell'obbligo internazionale sia
Il principio fondam entale ivi affermato è quel­ di natura tale da modificare la posizione
lo della lib e rtà d i u tilizza zio n e dello (— ), su cui degli altri Stati verso i quali la stessa obbli­
quindi, a differenza dello spazio aereo, non gazione è dovuta o riguardi una norma di
può estendersi la sovranità degli Stati. ju s co g e n s [ v e d i^ ] .
Ciascuno Stato conserverà, invece, la propria
giurisdizione sugli oggetti lanciati nello (— ), S t a t o d i n e c e s s i t à art. 2 5 Progetto d i arti­
per tutto il tem po in cui essi si trovino nello (— ) coli sulla responsabilità degli Stati p e r a tti in ­
o su un corpo celeste. ternazionalm ente illeciti
Per converso, ogni Stato che provveda al lan­ Lo (— ) viene configurato dal Progetto della
cio di un oggetto nello spazio esterno è in te r­ Comm issione di diritto internazionale [v e d i ^
n a z io n a lm e n te re sp o n sa b ile d e i d a n n i da q u e ­ CDI] com e una causa di esclusione d e ll'ille c i­
sto e v e n tu a lm e n te c a g io n a ti ad altro Stato, o to in te rn a z io n a le [v e d i ^ ] .
alle sue specifiche persone fisiche o giuridiche. Lo (— ) è una situ a z io n e d i p e ric o lo g ra v e ed
im m in e n te in cui viene a trovarsi lo Stato, che
S ta to fe d e r a le si vede quindi costretto a violare una norma
Lo (— ) è una forma di organizzazione politica internazionale. L'art. 25 richiede determinati
ove i poteri sono ripartiti con un sistem a di di­ presupposti per l'operare di questa causa di
visione che consente agli S ta ti m e m b ri (i cd. esclusione, in particolare:
Stati federati) di c o n se rva re p a rte d e lla p ro p ria — il fatto illecito deve essere il solo mezzo
s o v ra n ità [v e d i ^ ] . per proteggere un interesse essenziale del­
Per il diritto internazionale agli Stati federati, lo Stato di fronte a un pericolo grave e im­
in quanto privi del requisito dell' in d ip e n d e n za minente;
[v e d i ^ ] , non va riconosciuta alcuna soggetti­ — il fatto illecito non deve com prom ettere s e ­
vità internazionale. riamente un interesse essenziale dello Sta­
to o degli Stati rispetto al quale sussiste
S t a t o le s o art. 42 Progetto d i articoli sulla re­ l'obbligo, o della Comunità internazionale
sponsabilità degli Stati p e r a tti internazional­ nel suo complesso.
m ente illeciti Tuttavia la necessità non può essere invoca­
Secondo l'art. 42 del Progetto di articoli sulla ta da uno Stato com e causa di esclusione
re s p o n s a b ilità in te rn a z io n a le d e llo S ta to [ve d i dell'illiceità se l'obbligo internazionale esclu­
^ ] per (— ) si intende lo Stato che, in ragione de la possibilità di invocare la necessità o lo
della violazione di un suo diritto soggettivo, ha Stato ha contribuito alla situazione di neces­
subito un pregiudizio, m ateriale e non, in s e ­ sità.
guito alla violazione di un obbligo primario.
L'individuazione dello (— ) assume una rile v a n ­ S t r e t t i [REGIME d e g li] artt. 34-45 Convenzio­
z a c e n tra le a i fin i d e ll'id e n tific a z io n e de llo S ta ­ ne delle Nazioni Unite su l diritto del m are 10­
to le g ittim a to a reagire, cioè a porre in essere 12-1982
le c o n tro m is u re [v e d i^ ] , a pretendere la ces­ Gli (— ) sono b ra c c i d i m a re ch e s e p a ra n o due
sazione dell'illecito, a far valere cioè tutte le te rre .
conseguenze che sono ricollegate ad un ille ­ Il regime degli (— ) è regolato caso per caso
cito in te rn a z io n a le [v e d i ^ ] . da convenzioni tra gli Stati interessati; va tut­
Lo Stato leso viene individuato con riferimen­ tavia ricordato che la convenzione di M on te g o
to ai soggetti che hanno subito una lesione B a y [v e d i ^ ] del 1982 (di applicazione g en e ­
com e conseguenza dell'azione illecita com ­ rale) contiene prescrizioni valide per tutti gli
messa da un altro Stato. Pertanto è da consi­ (— ) dotati di particolare rilevanza internazio­
derare leso: nale, concedendo, tra l'altro, la possibilità del
— il singolo Stato, nel caso in cui l'obbligo in­ p a s s a g g io in tran sito [v e d i ^ ] per ogni tipo di
ternazionale violato era ad esso dovuto; nave ed aeromobile.

208 • G lo s s a rio

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

S u c c e s s io n e d e g li S ta ti n e i tr a tta ti sa d a parte dei membri della società interna­


Convenzione sulla successione degli Stati in zionale.
m ateria d i trattati 23-8-1978 Lo (— ) è uno degli obiettivi assegnati all’ O N U
La (— ) designa la sostituzione di uno Stato [v e d i ^ ] dall’art. 13 della Carta istitutiva; l’or­
(S ta to su c c e s s o re ) ad un altro (S ta to p re d e ­ gano deputato a svolgere quese attività è la
c essore) negli obblighi internazionalm ente as­ Comm issione di diritto internazionale [v e d i ^
sunti nel governo di un territorio. CDI] istituita nel 1947.
Il mutamento territoriale può avvenire per:
— distacco, quando una parte del territorio di T a b u l a r a s a art. 16 Convenzione di Vienna sul­
uno Stato si distacca da questo e si aggiun­ la successione degli Stati nei trattati23-8-1978
ge al territorio di uno Stato preesistente; Principio di diritto internazionale in forza del
— sm em bram ento, quando uno Stato si estin­ quale nella successione degli Stati n o n vi è tra­
gue e sul suo territorio si formano due o s m is s io n e d e g li im p e g n i c o n v e n z io n a li n o n lo ­
più Stati nuovi; calizzabili.
— in c o rp o ra z io n e , quando uno Stato si estin­ La Convenzione di Vienna adotta il principio
gue ed entra a far parte di un altro Stato; della (— ) solo nei confronti degli Stati di recen­
— fusione, quando due o più Stati si estin­ te indipendenza, sorti cioè dal processo di d e­
guono e danno vita ad uno Stato nuovo. colonizzazione.
In linea generale la (— ) è regolata nel diritto
internazionale generale da alcuni principi b a­ T a c i t a r i c o n d u z i o n e [ c l a u s o l a d i]
silari. Essi sono: Clausola che determ ina il rin n o v o a u to m a tico
— il principio della ta b ula ra sa [ v e d i^ ] ; d e l tratta to in cui è inserita, per un periodo di
— il principio della tra s m is s ib ilità d e i tra tta ti vigenza uguale a quello originariamente sta­
lo c a liz z a b ili, in base al quale i diritti di n a­ bilito.
tura reale non si estinguono con il sogget­ La clausola non produce, tuttavia l’effetto di
to titolare, ma vengono trasferiti al suc­ conferire al trattato durata illimitata, laddove
cessore. La successione nei trattati loca­ alla scadenza del medesim o venga esercitato
lizzabili si verifica nel caso di servitù in­ da uno degli Stati stipulanti il potere di denun­
ternazionali, cessioni in affitto di territori, cia rispettando il term ine di preavviso prefis­
trattati che stabiliscono un determ inato sato.
s ta tu s per certe aree e trattati di libera n a­
vigazione; T e r r it o r i in t e r n a z io n a li
— il principio della in tra s m is s ib ilità d e i tra tta ­ Nel diritto internazionale, i (— ) sono aree sul­
ti d i n a tu ra p o litica , in quanto essi sono in­ le quali, in base a specifiche disposizioni con­
tim am ente connessi alla natura dello S ta­ venzionali, n o n si estende la so v ra n ità [v e d i
to e al suo regime di governo; ^ ] di alcuno Stato m a si instaura un regime di
— il principio della m o b ilità d e lla fro n tie re d e i a m m in is tra z io n e d i tipo in te rn a z io n a le , facen­
trattati, in base al quale quando uno Stato te capo, cioè, a più Stati o ad una organizza­
acquisisce un territorio, estende ad esso zione internazionale.
in modo automatico tutti i suoi accordi. Tale I motivi che possono spingere gli Stati a crea­
principio si b asa sulla regola g en e ra le re dei (— ) sono generalm ente legati alla rile ­
dell'applicazione dei trattati a tutto il terri­ va n za p o litica , s tra te g ic a o e co n o m ica delle
torio dello Stato. aree in questione. Si tratta, molto spesso, di
situazioni provvisorie, dovute alla impossibili­
S v i l u p p o p r o g r e s s i v o d e l d i r i t t o in ­ tà di risolvere pacificam ente le questioni rela­
t e r n a z i o n a l e art. 13 Carta delle Nazioni tive alla sovranità sulla regione internaziona­
Unite 26-6-1945 lizzata.
È la c o d ific a z io n e [ v e d i^ ] del diritto interna­ Nella storia, esempi di (— ) furono la C ittà lib e ­
zionale in m aterie non ancora regolate da ra d i D a n zica e la re g io n e d e lla Saar, stabilite
norm e internazionali o nelle quali non è pos­ in base al trattato di Versailles nel 1919, al ter­
sibile rilevare l'esistenza di una prassi diffu­ mine della Prima G uerra Mondiale.

I Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


G lo s s a rio * 209
lOMoARcPSD|6650114

T e r r o r is m o in t e r n a z io n a le zionale, in quanto nel diritto internazionale non


Consiste in atti di violenza su cose o persone di­ vi è differenza tra capacità giuridica e capaci­
retti contro Stati terzi e volti a realizzare obietti­ tà di agire.
vi di natura politica, quali l'autod e te rm in a zio n e La validità del (— ) solo per le parti contraenti
d e i p o p o li [v e d i ^ j , il rovesciamento di regimi ha come logica conseguenza quella di non vin­
razzisti, la liberazione di territori conquistati con colare in alcun modo gli Stati terzi; in altre pa­
la forza. In tali atti rientrano, ad esempio, il dirot­ role si applica il principio p a c ta tertiis n e q ue
tamento di aeroplani, la cattura e l'uccisione di n o c e n t n e q u e p ro s u n t [v e d i ^ j .
personale diplomatico o la presa di ostaggi. I (— ) sono variam ente classificati dalla dottri­
La collaborazione internazionale volta alla re­ na internazionalistica che distingue tra (— ):
pressione del (— ) è piuttosto recente. Di por­ — b ila te ra li o co lle ttivi (o m ultilaterali). Sono bi­
tata generale ricordiamo la Convenzione eu ­ la te ra li quei (— ) che regolano i rapporti e gli
ropea sulla repressione del (— ) del 1976 in­ interessi specifici intercorrenti fra due Sta­
centrata sul principio dell'a u t d e d e re a u t iudi- ti. Sono, invece, m u ltila te ra li quelli che re­
ca re [v e d i ^ j e uno S ta te m e n t adottato nel golano materie di interesse più generale e
1986 al vertice di Tokyo dai maggiori Paesi in­ che intercorrono tra più Stati. Di questa se­
dustrializzati dove, per la prima volta, gli atti di conda categoria di trattati si ha un continuo
(— ) sembrano elevati al rango di crimini inter­ incremento grazie anche all'azione delle Na­
nazionali. zioni Unite che, in seno alla Commissione
di Diritto Internazionale [ v e d / ^ C DIj, pre­
T r a s fe r im e n to d e llo S ta to dispone numerose convenzioni collettive;
Nell'ipotesi del (— ) del territorio di uno Stato — c h iu s i o a p e rti, rispetto alla possibilità di
ad un altro non si ha alcuna estinzione o n a­ adesione che hanno gli Stati terzi. Solo i
scita di una nuova entità statuale, bensì sol­ (— ) collettivi o multilaterali possono esse­
tanto m u ta m e n ti territoriali. re chiusi o aperti. La clausola che consen­
te la partecipazione al (— ) di uno Stato ter­
T r a t t a m e n t o n a z i o n a l e [c l a u s o l a d e l ] zo è detta clausola di a d e sio n e [v e d i ^ j o
È la clausola con cui uno Stato si impegna a accessione. Essa può essere o meno limi­
riservare ai cittadini di un altro Stato lo ste sso tata ad alcuni Stati;
tra tta m e n to c h e la su a le g is la z io n e p re v e d e — politici, co m m e rcia li, di n a vig a zio n e in base
p e r i p ro p ri c itta d in i. all'oggetto principale del (— );
Di solito è inserita nelle c o n v e n z io n i m u ltila te ­ — p e rm a n e n ti o tran sito ri, a seconda della
ra li creative di vaste associazioni economiche durata degli effetti del (— );
interstatali, può avere più vasta applicazione — ch e d a n no vita a re g o le m a te ria li (se disci­
riferendosi, per esempio, non solo alle perso­ plinano comportamenti degli Stati) o for­
ne fisiche m a anche alle persone giuridiche. m a li (se istituiscono fonti che creano altre
norme com e ad esempio i trattati istitutivi
T r a t t a t i Convenzione su l diritto dei trattati 2 3 ­ dell'Unione europea.
5-1969 La disciplina essenziale relativa ai (— ) è con­
Il (— ) costituisce la principale fonte del diritto tenuta nella C o n ve n zio n e d i V ienna s u l diritto
internazionale; esso può essere definito come da tra tta ti [v e d i ^ j approvata nel 1969 ed en­
l'in c o n tro tra d u e o p iù m a n ife s ta z io n i d i vo lo n ­ trata in vigore nel 1980.
tà, da p a rte d i s o g g e tti d e l d iritto in te rn a z io n a ­
le, vo lte a creare, m o d ifica re o e stin g u e re n o r­ T r a tta to g e n e r a le d i a r b itr a to
m e g iu rid ic h e in te rn a z io n a li. È uno strumento pattizio volto alla soluzione
Il (— ) è una fonte di norme particolari, valide pacifica delle controversie internazionali che
cioè solo per le parti contraenti, e ha una o ri­ possono sollevarsi in merito all'applicazione e
g in e vo lo n taria . Esso può avere luogo solo tra all'interpretazione di un trattato.
s o g g e tti d i diritto in te rn a zio n a le [v e d i^ j : la ca­ Possono individuarsi due tipi di (— ):
pacità di stipulare accordi è, infatti, una con­ — c o m p le to , quando le parti stabiliscono di
seguenza della personalità giuridica interna­ ricorrere al giudizio di un tribunale interna­

210 * G lo s s a rio

Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


lOMoARcPSD|6650114

zionale già predisposto, riservandosi la Si distinguono in:


possibilità di citare un altro Stato contra­ — trib u n a li a rb itra li, appunto, che svolgono,
ente dinnanzi al tribunale stesso; funzioni di a rb itri [v e d i ^ ] internazionali;
— incom pleto, il quale prevede un obbligo g e­ — C o rti d i g iu stizia (tribunali internazionali in
nerico d e c o n tra h e n d o , cioè l'obbligo in senso stretto) che assicurano la soluzione
capo agli Stati parti di una convenzione di giudiziaria delle controversie internazionali.
giungere alla stipulazione di un com pro­ I (— ) in senso stretto sono:
messo arbitrale qualora si verifichino d el­ — la Corte interamericana dei diritti dell'uomo;
le controversie (clausola compromissoria). — la Corte europea dei diritti dell'uomo;
— la Corte di giustizia dell'Unione europea;
T r ib u n a le in te r n a z io n a le p e r i c r im i­ — il T rib u n a le in te rn a z io n a le d e l d iritto d e l
n i n e l l a e x - J u g o s l a v i a Ris. Consiglio m a re [v e d i ^ ] , creato dalla Convenzione
di Sicurezza O N U 25-5-1993, n. 827; D.L. 28 ­ di M o n te g o B a y [v e d i ^ ] ;
12-1993, n. 544 conv. in L. 14-2-1994, n. 120 — la C o rte In te rn a z io n a le d i G iu stizia [v e d i
T ribu nale in te rn a zio n a le , con se d e all'Aja ^ ] che, essendo legata ad un'organizza­
(Olanda), istituito con una risoluzione del C o n ­ zione politica universale, ossia all'O NU
s ig lio d i S ic u re z z a [v e d i ^ ] dell'O NU [v e d i ^ [ v e d / ^ N a z io n i Unite], è l'unico tribunale
N a z io n i U n ite ] per giudicare dei crimini com ­ ad avere una com petenza generale.
messi nei territori dell'ex-Jugoslavia. Il tribuna­
le è chiam ato a perseguire tutti quegli indivi­ U .N .C .T .A .D . [s ig la di u n it e d n a t io n s c o n ­
dui che abbiano com messo o che abbiano or­ FERENCE ON TRADE AND DEVELOPMENT -
dinato di commettere gravi violazioni della Con­ CONFERENZA DELLE NAZIONI UNITE SUL
venzione di G inevra del 1949, delle leggi e d e ­ COMMERCIO E LO SVILUPPO]
gli usi di guerra, il crimine di genocidio e qual­ [PALAIS DES NATIONS 1211 GINEVRA; INTERNET! WWW.
siasi altro crimine contro l'umanità [ v e d i ^ C ri­ u n c t a d .o r g ]
m in i in te rn a z io n a li]. Avverso le sentenze del O rgano sussidiario dell'A s s e m b le a G e n e ra le
(— ) è possibile ricorrere in appello alla Corte [v e d i ^ ] convocato per la prima volta a G ine­
d'Appello creata a d h o c . vra nel 1 964 in seguito alle pressioni dei P a e ­
Tratti simili presenta il Tribunale internaziona­ si in via di sviluppo.
le per il Ruanda com petente a perseguire gli Com prende un C o n sig lio (che si riunisce due
individui responsabili di genocidio e di altre gra­ volte all'anno) e un S e g re ta ria to , che hanno il
vi violazioni del diritto internazionale um anita­ compito di accelerare lo sviluppo dei Paesi sot­
rio com m esse nel territorio del Ruanda. tosviluppati e ridurre il divario fra Paesi ricchi
e Paesi in via di sviluppo incrementando gli
T r i b u n a l e i n t e r n a z i o n a l e p e r il d i r i t t o scambi. All'(— ) si deve la preparazione della
d e l m a r e artt. 2 79 e ss. Convenzione del­ Carta dei diritti e doveri economici degli Stati,
le Nazioni Unite su l diritto del m are 10-12­ poi approvata dall'Assem blea G enerale sotto
1982 forma di Dichiarazione di principi.
[WEXSTRASSE 4, 2035A, AMBURGO]
Tribunale internazionale com petente a risolve­ U .N .E .P . [s ig la di u n it e d n a t io n s e n v ir o n ­
re tutte le controversie relative all'interpreta­ MENTAL PROGRAM - PROGRAMMA DELLE NA­
zione e all'applicazione della Convenzione di ZIONI UNITE PER L’AMBIENTE]
M o n te g o B a y [v e d i ^ ] e tutte le questioni spe­ [CASELLA POSTALE 30552 NAIROBI; INTERNET! WWW.
cificatam ente previste in qualsiasi altro accor­ u n e p .o r g ]
do che conferisca delle com petenze al (— ). O rga n o s u ssid ia rio d e ll'O N U [v e d i ^ N a zio n i
Unite] che rappresenta un importante foro d'in­
T r ib u n a li in t e r n a z io n a li contro tra i Paesi sviluppati e quelli in via di
Sono o rg a n i g iu ris d iz io n a li in te rn a z io n a li pre­ sviluppo in m ateria am bientale, con un fonda­
posti a conoscere delle controversie interna­ m entale compito di promozione e coordina­
zionali degli Stati e competenti a pronunziare mento dell'attività dei governi nazionali in q ue­
decisioni o b b lig a to rie p e r le parti. sto campo.

l Downloaded by Alessandro Di Ianni (alessandrodiianni01@gmail.com)


G lo s s a rio * 211
lOMoARcPSD|6650114

U . N . E . S . C . O . [s ig la d i u n it e d n a t io n s Non può essere considerata una forma di uni­


EDUCATIONAL SCIENTIFIC AND CULTURAL ficazione una C o n fe de ra zio n e d i S ta ti [v e d i ^ j :
ORGANIZATION - ORGANIZZAZIONE DELLE in questo caso, infatti, gli Stati riuniti nella Con­
NAZIONI UNITE PER L’ EDUCAZIONE, LA federazione mantengono la loro indipendenza

7 SCIENZA E LA CULTURA]
[ , PLACE DE FONTENOY, 75007 PARIGI; INTERNET! WWW.
u n e s c o .o r g ]
pur attribuendo alcune com petenze ad un or­
gano com une. Manca, tuttavia, il carattere di­
stintivo della fusione, che è quello della com ­
Istitu to s p e c ia liz z a to d e lle N a z io n i U n ite [v e d i pleta estinzione degli Stati preesistenti.
^ j creato a Londra nel 1945 per contribuire al Un esempio recente di (— ) è rappresentato
m antenimento della pace e della sicurezza, dalla Repubblica Yem enita nel 1990, nata dal­
promuovendo l'educazione, la scienza e la cul­ la fusione degli Stati preesistenti, lo Yemen del
tura, la collaborazione fra le nazioni, al fine di Nord e del Sud.
assicurare il rispetto universale della giustizia,
delle leggi, dei diritti dell'uomo, delle libertà fon­ U n io n e e u r o p e a
damentali per tutti i popoli, senza distinzione O rg a n izza zio n e a carattere s o v ra n a z io n a le
di sesso, lingua e religione. che, con l'entrata in vigore del Trattato di Lisbo­
na, è succeduta alla Comunità europea. È così
U . N . I . C . E . F . [s ig la di u n it e d n a t io n s In ­ venuta meno la precedente struttura a pilastri
t e r n a t io n a l c h il d r e n ’s e me r g e n c y (uno p ro priam ente com unitario, gli altri —
FUND - FONDO DELLE NAZIONI UNITE PER P E S C e GAI — a carattere intergovernativo).
l ’ in f a n z ia ]
[3 UNITED NATIONS PLAZA, NEW YORK 10017; INTERNET! U n io n e in te r n a z io n a le
w w w . u n ic e f .o r g ] Particolare forma di relazione istituita conven­
È un o rg a n o s u s s id ia rio d e lle N a z io n i U nite zionalm ente tra due o più Stati per l'attuazio­
[v e d i ^ j per i problemi dell'infanzia. Concede ne di una cooperazione volta al raggiungimen­
assistenza tecnica a tutti i governi che lo richie­ to di obiettivi di com une interesse.
dano. Si avvale di Comitati Nazionali (tra cui Esempi tipici sono costituiti dalle (— ) per i tra­
quello italiano) per attività culturali e raccolta sporti ferroviari, per la protezione della proprie­
fondi a favore dell'infanzia. L'(— ) è sostenuto tà delle opere letterarie [ved/ ^ W IPO ], per i
soltanto da contributi volontari di g o v e rn i e di servizi postali [v e d i ^ U PU j etc.
p rivati.
U n i t i n g f o r p e a c e [unione p e r il m a n te ­
U . N . I . D . O . [s ig la d i u n ite d n a tio n s indu­ n im e n to DELLA pace] R isoluzione ONU
STRIAL DEVELOPMENT ORGANIZATION - OR­ 3-11-1950, n. 377
GANIZZAZIONE DELLE NAZIONI UNITE PER LO Risoluzione d e ll'A sse m b le a G enerale d e ll'O N U
SVILUPPO INDUSTRIALE] R isoluzione 2152- [ v e d i ^ N a z io n i Unite] che durante la crisi co­
X X I 7-11-1966; Statuto elaborato dalla Con­ reana autorizzava la stessa Assem blea ad in­
venzione di Vienna del 1979 traprendere azioni positive per il m antenim en­
[centro INTERNAZIONALE DI VIENNA, CASELLA POSTA­ to della pace.
LE 300, 1400 VIENNA; INTERNET! WWW.UNIDO.ORG] Tale risoluzione fu approvata per superare l'im ­
Istitu to s p e c ia liz z a to d e lle N a z io n i U n ite [v e d i p a s s e determ inata dall'inerzia del C o n sig lio d i
^ j che ha la finalità di promuovere lo svilup­ S icu re zza [v e d i ^ j , organo che, secondo lo
po industriale dei Paesi emergenti, com pien­ Statuto dell'organizzazione, è com petente in
do studi e ricerche e fornendo assistenza tec ­ questa materia.
nica. Non ha invece funzioni di finanziamento. Questo mutamento procedurale, successiva­
mente consolidatosi nella prassi, derivava dal­
U n i f i c a z i o n e d e g l i S t a t i [o f u s io n e ] la necessità di rimediare alla paralisi dell'atti­
Con l'(— ) si ha l'e s tin z io n e d e g li S ta tip r