Sei sulla pagina 1di 41

Filename UNINI1378800_2003_EIT.

pdf
NRIF AA019447
filename2 UNINI1378800
UNI EN ISO 13788:2003 - 01-06-2003 - Prestazione igrotermica dei componenti e degli elementi per edilizia - Temperatura superficiale interna per evitare l'umidità superficiale critica e condensazione interstiziale -
IDcompl Metodo di calcolo

ITEM3 CTI

Sostituita da 13788 - 2013

NORMA TECNICA UNI EN ISO 13788:2003


DATA 01/06/2003
AUTORI CTI

TITOLO Prestazione igrotermica dei componenti e degli elementi per edilizia - Temperatura
superficiale interna per evitare l'umidità superficiale critica e condensazione interstiziale
- Metodo di calcolo
Hygrothermal performance of building components and building elements - Internal
surface temperature to avoid critical surface humidity and interstitial condensation -
Calculation methods

SOMMARIO La presente norma è la versione ufficiale in lingua italiana della norma europea EN ISO
13788 (edizione luglio 2001). La norma definisce un metodo di riferimento per
determinare la temperatura superficiale interna minima dei componenti edilizi tale da
evitare crescita di muffe, in corrispondenza a valori prefissati di temperatura e umidità
relativa interna; il metodo può essere anche utilizzato per la previsione del rischio di altri
problemi di condensazione superficiale. Inoltre viene indicato il metodo per la
valutazione del rischio di condensazione interstiziale dovuta alla diffusione del vapore
acqueo e le relative condizioni al contorno da utilizzare nei calcoli. Il metodo usato
assume che l'umidità da costruzione si sia asciugata e non tiene conto di altri fenomeni
fisici (risalita capillare, variazione con l'umidità dei parametri, termofisica, ecc.).

TESTO DELLA NORMA

CLASSIFICAZIONE ICS 91060


CLASSIFICAZIONE ARGOMENTO AA10B0403

PARZIALMENTE SOSTITUITA

GRADO DI COGENZA

STATO DI VALIDITA' In vigore

RIFERIMENTI NAZIONALI

LINGUA Italiano
PAGINE 33
PREZZO EURO Non Soci 54,50 Euro - Soci 27,25 Euro
Sostituita da 13788 - 2013

Prestazione igrotermica dei componenti e degli elementi per


NORMA ITALIANA edilizia UNI EN ISO
Temperatura superficiale interna per evitare l’umidità 13788
superficiale critica e condensazione interstiziale
Metodo di calcolo
GIUGNO 2003

Hygrothermal performance of building components and building elements Corretta il


21 giugno 2004
Internal surface temperature to avoid critical surface humidity and
interstitial condensation
Calculation methods

NORMA EUROPEA
CLASSIFICAZIONE ICS 91.060

SOMMARIO La norma definisce un metodo di riferimento per determinare la tempera-


tura superficiale interna minima dei componenti edilizi tale da evitare cre-
scita di muffe, in corrispondenza a valori prefissati di temperatura e
umidità relativa interna; il metodo può essere anche utilizzato per la pre-
visione del rischio di altri problemi di condensazione superficiale. Inoltre
viene indicato il metodo per la valutazione del rischio di condensazione
interstiziale dovuta alla diffusione del vapore acqueo e le relative condi-
zioni al contorno da utilizzare nei calcoli. Il metodo usato assume che
l’umidità da costruzione si sia asciugata e non tiene conto di altri feno-
meni fisici (risalita capillare, variazione con l’umidità dei parametri, ter-
mofisica, ecc.).

RELAZIONI NAZIONALI La presente norma sostituisce la UNI 10350:1999.

RELAZIONI INTERNAZIONALI = EN ISO 13788:2001 (= ISO 13788:2001)


La presente norma è la versione ufficiale in lingua italiana della norma
europea EN ISO 13788 (edizione luglio 2001).

ORGANO COMPETENTE CTI - Comitato Termotecnico Italiano

RATIFICA Presidente dell’UNI, delibera dell’1 aprile 2003

UNI © UNI - Milano


Ente Nazionale Italiano Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento
di Unificazione può essere riprodotta o diffusa con un mezzo qualsiasi, fotocopie, microfilm o altro, senza
Via Battistotti Sassi, 11B il consenso scritto dell’UNI.
20133 Milano, Italia

Gr. 10 UNI EN ISO 13788:2003 Pagina I


PREMESSA NAZIONALE
La presente norma costituisce il recepimento, in lingua italiana, del-
la norma europea EN ISO 13788 (edizione luglio 2001), che assu-
me così lo status di norma nazionale italiana.
La traduzione è stata curata dall’UNI.
Il CTI, ente federato all’UNI, segue i lavori europei sull’argomento
per delega della Commissione Centrale Tecnica.
Al fine di agevolare la trattazione dei calcoli a livello nazionale, la
presente norma è stata integrata da un’appendice elaborata dal
Sottocomitato 1 "Trasmissione del calore e fluidodinamica" del CTI.

Le norme UNI sono revisionate, quando necessario, con la pubbli-


cazione di nuove edizioni o di aggiornamenti.
È importante pertanto che gli utilizzatori delle stesse si accertino di es-
sere in possesso dell’ultima edizione e degli eventuali aggiornamenti.
Si invitano inoltre gli utilizzatori a verificare l’esistenza di norme UNI
corrispondenti alle norme EN o ISO ove citate nei riferimenti normativi.

Le norme UNI sono elaborate cercando di tenere conto dei punti di vista di tutte le parti
interessate e di conciliare ogni aspetto conflittuale, per rappresentare il reale stato
dell’arte della materia ed il necessario grado di consenso.
Chiunque ritenesse, a seguito dell’applicazione di questa norma, di poter fornire sug-
gerimenti per un suo miglioramento o per un suo adeguamento ad uno stato dell’arte
in evoluzione è pregato di inviare i propri contributi all’UNI, Ente Nazionale Italiano di
Unificazione, che li terrà in considerazione, per l’eventuale revisione della norma stessa.

UNI EN ISO 13788:2003 © UNI Pagina II


INDICE

INTRODUZIONE 1

1 SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE 1

2 RIFERIMENTI NORMATIVI 1

3 DEFINIZIONI, SIMBOLI E UNITÀ DI MISURA 2

4 DATI NECESSARI PER IL CALCOLO 4


prospetto 1 Proprietà dei materiali e dei prodotti ...................................................................................................... 4
prospetto 2 Resistenze termiche superficiali .............................................................................................................. 5

5 CALCOLO DELLA TEMPERATURA SUPERFICIALE, PER EVITARE


VALORI CRITICI DELL’UMIDITÀ IN CORRISPONDENZA DELLE SUPERFICI 6

6 CALCOLO DELLA CONDENSAZIONE INTERSTIZIALE 8


figura 1 Distribuzione di temperatura in un elemento edilizio multistrato (a) in funzione dello
spessore di ogni strato e (b) in funzione della resistenza termica di ogni strato ................. 10
figura 2 Diffusione del vapore attraverso un elemento edilizio multistrato in cui non si verifica
condensazione interstiziale .................................................................................................................... 11
figura 3 Diffusione del vapore con condensazione interstiziale in un singolo piano di interfaccia .......... 11
figura 4 Diffusione del vapore acqueo con condensazione interstiziale in due piani di interfaccia......... 12
figura 5 Evaporazione da un’interfaccia nel componente edilizio ............................................................. 12
figura 6 Evaporazione da un componente edilizio nel caso in cui si sia verificata condensazione
in due interfacce ......................................................................................................................................... 13
figura 7 Evaporazione in un'interfaccia e condensazione in un’altra in un componente edilizio
dove si è verificata condensazione in due interfacce .................................................................... 13

APPENDICE A CLASSI DI UMIDITÀ ALL’INTERNO DEGLI AMBIENTI 15


(informativa)
prospetto A.1 Classi di umidità interna .......................................................................................................................... 15
figura A.1 Variazione delle classi di umidità interna in funzione della temperatura esterna ................ 15

APPENDICE B ESEMPI DI CALCOLO DEL FATTORE DI TEMPERATURA IN


(informativa) CORRISPONDENZA DELLE SUPERFICI INTERNE PER EVITARE VALORI
CRITICI DI UMIDITÀ SUPERFICIALE 16
prospetto B.1 Calcolo di fRsi,max con le classi di umidità interna ......................................................................... 16
prospetto B.2 Calcolo di fRsi,max con umidità relativa interna costante ............................................................. 17
prospetto B.3 Calcolo di fRsi,max con ricambio d’aria costante ............................................................................. 18
prospetto B.4 Calcolo di fRsi,max con ricambio d’aria variabile ............................................................................. 18

APPENDICE C ESEMPI DI CALCOLO DELLA CONDENSAZIONE INTERSTIZIALE 19


(informativa)
prospetto C.1 Condizioni interne ed esterne utilizzate per i calcoli ...................................................................... 19
figura C.1 Proprietà dei materiali per il tetto piano dell’esempio 1 ................................................................ 20
prospetto C.2 Proprietà dei materiali per tetto piano ................................................................................................. 20
prospetto C.3 Flusso specifico di vapore condensato mensilmente e quantità accumulata
all'interfaccia 1 ............................................................................................................................................ 21
figura C.2 Materiali della parete esterna dell’esempio 2 ................................................................................... 22
prospetto C.4 Proprietà dei materiali per parete isolata ........................................................................................... 22
prospetto C.5 Flusso specifico di vapore condensato mensilmente e quantità di condensa accumulata
nella parete isolata .................................................................................................................................... 23

APPENDICE D STIMA DEL RISCHIO DI CONDENSAZIONE SUI TELAI DELLE FINESTRE 24


(informativa)

UNI EN ISO 13788:2003 © UNI Pagina III


APPENDICE E RELAZIONI TRA IL TRASPORTO DI UMIDITÀ E LA PRESSIONE PARZIALE
(informativa) DEL VAPORE 25
prospetto E.1 Pressione di saturazione del vapore e umidità volumica............................................................. 26

APPENDICE F METODI DI CALCOLO PIÙ AVANZATI 27


(informativa)
prospetto F.1 Tipici valori del contenuto critico di umidità ...................................................................................... 27

APPENDICE ZA RIFERIMENTI NORMATIVI ALLE PUBBLICAZIONI INTERNAZIONALI E


(normativa) PUBBLICAZIONI EUROPEE CORRISPONDENTI 28

APPENDICE ZB RIFERIMENTI INFORMATIVI ALLE PUBBLICAZIONI INTERNAZIONALI


(informativa) E PUBBLICAZIONI EUROPEE CORRISPONDENTI 29

APPENDICE NA DATI DA ASSUMERSI NEI CALCOLI E INDICAZIONI UTILI PER


NAZIONALE L’APPLICAZIONE DELLE VERIFICHE 30
(normativa)
prospetto Quantità limite di condensa ammissibile alla fine del periodo di condensazione ................ 31
figura NA.1 Esempio di correzione di ponte termico ............................................................................................ 32
figura NA.2a Confronto Ps, Pv per parete bistrato ................................................................................................... 32
figura NA.2b Confronto Ps, Pv per parete bistrato ................................................................................................... 32
figura NA.3 Effetto per inserimento di una barriera al vapore sull’andamento di Pv, Ps .......................... 33
figura NA.4 Esempio di parete ventilata ................................................................................................................... 33

UNI EN ISO 13788:2003 © UNI Pagina IV


Prestazione igrotermica dei componenti e degli elementi per
edilizia EN ISO 13788
NORMA EUROPEA Temperatura superficiale interna per evitare l’umidità
superficiale critica e condensazione interstiziale
Metodo di calcolo
LUGLIO 2001

Hygrothermal performance of building components and building elements


EUROPEAN STANDARD Internal surface temperature to avoid critical surface humidity and
interstitial condensation
Calculation methods (ISO 13788:2001)
Performance hygrothermique des composants et parois de bâtiments
NORME EUROPÉENNE Température superficielle intérieure permettant d'éviter l'humidité
superficielle critique et la condensation dans la masse
Méthodes de calcul (ISO 13788:2001)
Wärme- und feuchtetechnisches Verhalten von Bauteilen und Bauelementen
EUROPÄISCHE NORM Raumseitige Oberflächentemperatur zur Vermeidung kritischer
Oberflächenfeuchte und Tauwasserbildung im Bauteilinneren
Berechnungsverfahren (ISO 13788:2001)

DESCRITTORI

ICS

La presente norma europea è stata approvata dal CEN il 18 ottobre 2000.


I membri del CEN devono attenersi alle Regole Comuni del CEN/CENELEC
che definiscono le modalità secondo le quali deve essere attribuito lo status di
norma nazionale alla norma europea, senza apportarvi modifiche. Gli elenchi
aggiornati ed i riferimenti bibliografici relativi alle norme nazionali corrisponden-
ti possono essere ottenuti tramite richiesta alla Segreteria Centrale oppure ai
membri del CEN.
La presente norma europea esiste in tre versioni ufficiali (inglese, francese e
tedesca). Una traduzione nella lingua nazionale, fatta sotto la propria respon-
sabilità da un membro del CEN e notificata alla Segreteria Centrale, ha il me-
desimo status delle versioni ufficiali.
I membri del CEN sono gli Organismi nazionali di normazione di Austria,
Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Islanda,
Italia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito,
Repubblica Ceca, Spagna, Svezia e Svizzera.

CEN
COMITATO EUROPEO DI NORMAZIONE
European Committee for Standardization
Comité Européen de Normalisation
Europäisches Komitee für Normung
Segreteria Centrale: rue de Stassart, 36 - B-1050 Bruxelles

© 2001 CEN
Tutti i diritti di riproduzione, in ogni forma, con ogni mezzo e in tutti i Paesi, sono
riservati ai Membri nazionali del CEN.

UNI EN ISO 13788:2003 © UNI Pagina V


PREMESSA
Il testo della EN ISO 13788:2001 è stato elaborato dal Comitato Tecnico CEN/TC 89 "Pre-
stazioni termiche degli edifici e dei componenti edilizi", la cui segreteria è affidata al SIS,
in collaborazione con il Comitato Tecnico ISO/TC 163 "Isolamento termico".
Alla presente norma europea deve essere attribuito lo status di norma nazionale, o median-
te pubblicazione di un testo identico o mediante notifica di adozione, entro gennaio 2002, e
le norme nazionali in contrasto devono essere ritirate entro gennaio 2002.
La presente norma fa parte di una serie di norme che descrivono metodi di prova delle
proprietà termoigrometriche di materiali e prodotti per l'edilizia.
Le pubblicazioni europee da utilizzare al posto delle norme internazionali elencate al pun-
to 2 sono indicate nell'appendice ZA, che costituisce parte integrante della presente nor-
ma europea.
Le appendici A, B, C, D, E, F e ZB sono informative, mentre l'appendice ZA è normativa.
In conformità alle Regole Comuni CEN/CENELEC, gli enti nazionali di normazione dei se-
guenti Paesi sono tenuti a recepire la presente norma europea: Austria, Belgio, Danimar-
ca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Islanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia,
Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Spagna, Svezia e Svizzera.

UNI EN ISO 13788:2003 © UNI Pagina VI


INTRODUZIONE
La trasmissione del vapore all'interno delle strutture edilizie è un processo molto
complesso e la conoscenza dei suoi meccanismi, delle proprietà dei materiali, delle
condizioni iniziali e al contorno è spesso insufficiente, inadeguata e ancora in via di
sviluppo. Perciò la presente norma propone metodi di calcolo semplificati, basati
sull’esperienza e sulle conoscenze comunemente accettate.
La standardizzazione di questi metodi di calcolo non esclude l’uso di metodi più avanzati.
I metodi di calcolo utilizzati forniscono in genere risultati cautelativi e quindi, se una
struttura non risulta idonea secondo questi in base ad un criterio di progettazione speci-
ficato, possono essere utilizzati metodi più accurati che ne dimostrino l’idoneità.
La presente norma riguarda l'umidità superficiale critica e la condensazione interstiziale,
e non considera anche le altre eventuali concause all'insorgere dell’umidità come acqua
contenuta nel terreno, acqua meteorica, umidità di costruzione, trasporto di vapore nelle
intercapedini e cavità, che possono essere considerati nella progettazione di un compo-
nente edilizio.

1 SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE


La presente norma fornisce procedure di calcolo per determinare:
a) la temperatura superficiale interna di componenti o elementi edilizi al di sotto della
quale è probabile la crescita di muffe, in funzione della temperatura e dell’umidità
relativa interne; il metodo può essere anche utilizzato per la previsione del rischio di
altri problemi di condensazione superficiale;
b) la valutazione del rischio di condensazione interstiziale dovuta alla diffusione del
vapore acqueo. Il metodo usato assume che l’umidità di costruzione si sia asciugata
e non tiene conto di alcuni importanti fenomeni fisici, quali:
- la dipendenza della conduttività termica dal contenuto di umidità;
- lo scambio di calore latente;
- la variazione delle proprietà dei materiali in funzione del contenuto di umidità;
- la risalita capillare e il trasporto di acqua liquida all’interno dei materiali;
- il moto dell’aria attraverso fessure o intercapedini;
- la capacità igroscopica dei materiali.
Di conseguenza il metodo può essere applicato solo a strutture nelle quali questi effetti
sono trascurabili.

2 RIFERIMENTI NORMATIVI
La presente norma europea rimanda, mediante riferimenti datati e non, a disposizioni
contenute in altre pubblicazioni. Tali riferimenti normativi sono citati nei punti appropriati
del testo e vengono di seguito elencati. Per quanto riguarda i riferimenti datati, successive
modifiche o revisioni apportate a dette pubblicazioni valgono unicamente se introdotte
nella presente norma europea come aggiornamento o revisione. Per i riferimenti non
datati vale l'ultima edizione della pubblicazione alla quale si fa riferimento (compresi gli
aggiornamenti).
EN 12524 Building materials and products - Hygrothermal properties -
Tabulated design values
ISO 6946 Building components and building elements - Thermal resistance
and thermal transmittance - Calculation method
ISO 9346 Thermal insulation - Mass transfer - Physical quantities and
definitions
ISO 10211-1 Thermal bridges in building construction - Calculation of heat flows
and surface temperatures - General methods

UNI EN ISO 13788:2003 © UNI Pagina 1


ISO 10456 Building materials and products - Procedures for determining
declared and design thermal values
ISO 12572 Hygrothermal performance of building materials and products -
Determination of water vapour transmission properties
ISO 15927-11) Hygrothermal performance of buildings - Calculation and
presentation of climatic data - Monthly means of single
meteorological elements

3 DEFINIZIONI, SIMBOLI E UNITÀ DI MISURA

3.1 Termini e definizioni


Ai fini della presente norma, si applicano i termini e le definizioni riportate nella ISO 9346
e i seguenti.

3.1.1 fattore di temperatura in corrispondenza alla superficie interna: Differenza tra la tempe-
ratura della superficie interna e dell’aria esterna, diviso per la differenza tra la temperatura
dell’aria interna e dell’aria esterna calcolata con una resistenza superficiale interna Rsi:
θ si – θ e
f Rsi = -----------------
- (1)
θi – θe
Metodi di calcolo del fattore di temperatura per strutture complesse sono riportati nella
ISO 10211-1.

3.1.2 fattore di temperatura di progetto, in corrispondenza alla superficie interna: Fattore di


temperatura minimo accettabile in corrispondenza della superficie interna:
θ si,min – θ e
f Rsi,min = -------------------------
- (2)
θi – θe

3.1.3 temperatura minima accettabile: Valore minimo della temperatura superficiale interna oltre
il quale ha inizio la crescita di muffe.

3.1.4 apporto specifico di vapore: Produzione di vapore in un ambiente diviso il rinnovo d’aria e
il volume dell’ambiente:
∆ν = ν i – ν e = G / ( nV ) (3)

3.1.5 spessore equivalente di aria per la diffusione del vapore: Spessore di uno strato di aria in
quiete avente la stessa resistenza al vapore dello strato di materiale in esame:
s d = µd (4)

3.1.6 umidità relativa: Rapporto tra la pressione di vapore e la pressione del vapore saturo alla
stessa temperatura:
p
ϕ = --------- (5)
p sat

3.1.7 umidità relativa critica in corrispondenza di una superficie: Umidità relativa in corrispon-
denza di una superficie che può causare il deterioramento della superficie stessa, in parti-
colare la crescita di muffe.

1) Da pubblicare.

UNI EN ISO 13788:2003 © UNI Pagina 2


3.2 Simboli e unità di misura

Simbolo Quantità Unità di misura


D coefficiente di diffusione del vapore d’acqua in un materiale m2/s
D0 coefficiente di diffusione del vapore d’acqua nell’aria m2/s
G produzione di vapore all'interno degli ambienti kg/h
Ma massa di vapore per unità di superficie accumulata in corrispondenza di un’interfaccia kg/m2
R resistenza termica specifica m2·K/W
Rv costante dei gas per il vapore acqueo = 462 Pa·m3/(K·kg)
T temperatura K
U trasmittanza termica di un componente o di un elemento W/(m2·K)
V volume interno netto di un edificio m3
Zp resistenza specifica alla diffusione del vapore riferita alla pressione parziale del vapore m2·sPa/kg
Zν resistenza alla diffusione del vapore riferita alla umidità volumica s/m2
d spessore dello strato di materiale m
fRsi fattore di temperatura in corrispondenza alla superficie interna -
fRsi,min fattore di temperatura di progetto in corrispondenza alla superficie interna -
g densità di flusso di vapore kg/(m2·s)
n rinnovo d’aria h-1
p pressione parziale del vapore Pa
q flusso termico specifico W/m2
sd spessore equivalente di aria per la diffusione del vapore m
t tempo s
w contenuto di umidità in massa per unità di volume kg/m3
δp permeabilità al vapore di un materiale, riferita alla pressione parziale del vapore kg/(m·s·Pa)
δ0 permeabilità al vapore dell’aria, riferita alla pressione parziale del vapore kg/(m·s·Pa)
ν umidità volumica dell’aria kg/m3
∆ν apporto specifico di vapore νi - νe kg/m3
∆p differenza di pressione parziale del vapore pi - pe Pa
ϕ umidità relativa dell’aria -
λ conduttività termica W/(m·K)
µ fattore di resistenza igroscopica -
θ temperatura dell’aria in gradi centigradi °C
θsi,min temperatura superficiale minima accettabile °C

3.3 Pedici

c condensazione n interfaccia
cr valore critico s superficiale
e aria esterna sat valore alla saturazione
ev evaporazione se superficie esterna
i aria interna si superficie interna
min valore minimo T totale sull’elemento
o sul componente completo

UNI EN ISO 13788:2003 © UNI Pagina 3


4 DATI NECESSARI PER IL CALCOLO

4.1 Proprietà dei materiali e dei prodotti


Per i calcoli devono essere utilizzati valori di progetto. Possono essere utilizzati i valori di
progetto riportati nelle specifiche su prodotti o materiali, o quelli tabulati forniti nelle norme
indicate nel prospetto 1.
Nota nazionale A livello nazionale i valori di conduttività termica e permeabilità sono riportati nella UNI 10351 per i materiali
omogenei, mentre la UNI 10355 riporta i valori di resistenza termica di murature e solai.

prospetto 1 Proprietà dei materiali e dei prodotti

Proprietà Simbolo Valori di progetto


Conduttività termica λ Ottenuti dalla EN 12524 o determinati in accordo con
Resistenza termica R la ISO 10456
Fattore di resistenza al vapore µ Ottenuti dalla EN 12524 o determinati in accordo con
Spessore equivalente di aria sd la ISO 12572

La conduttività termica λ e il fattore di resistenza al vapore µ sono applicabili per materiali


omogenei mentre la resistenza termica R e lo spessore equivalente di aria per la diffu-
sione al vapore sd soprattutto per prodotti compositi o di spessore non ben definito.
Per strati d’aria, R è desunta dalla ISO 6946; sd è assunto pari a 0,01 m, indipendente-
mente dallo spessore dello strato d’aria e dalla sua inclinazione.

4.2 Condizioni climatiche

4.2.1 Posizione
Se non diversamente specificato, le condizioni esterne da utilizzarsi devono essere
rappresentative della zona in cui si trova l’edificio.
Nota nazionale Per i dati climatici delle località, vedere appendice nazionale.

4.2.2 Periodo di tempo


Per il calcolo del rischio di crescita di muffe superficiali o la valutazione del rischio di
condensazione interstiziale nelle strutture, devono essere utilizzati valori medi mensili,
ottenuti con i metodi descritti nella ISO 15927-1.
Per il calcolo del rischio di condensazione superficiale su elementi a bassa inerzia
termica, come ad esempio finestre e telai, deve essere utilizzata la media annuale della
temperatura minima su base giornaliera e la corrispondente umidità relativa.
Nota Questo implica che ci può essere condensazione in un solo giorno in metà degli anni.

4.2.3 Temperature
Per i calcoli devono essere utilizzate le seguenti temperature:
a) Temperatura dell’aria esterna, come specificato in 4.2.1.
b) Temperatura del terreno adiacente al componente edilizio.
Devono essere usati valori annuali medi della temperatura dell’aria esterna.
c) Temperatura dell’aria interna.
Devono essere usati valori secondo l’uso previsto dell’edificio. Le temperature
dell’aria interna da utilizzarsi nella presente norma possono essere indicate a livello
nazionale.
Nota nazionale Per le temperature interne degli ambienti, vedere appendice nazionale.

UNI EN ISO 13788:2003 © UNI Pagina 4


4.2.4 Condizioni igrometriche
a) Per definire le condizioni igrometriche esterne si fa riferimento all’umidità volumica νe
o alla pressione di vapore pe.
I valori medi mensili della pressione del vapore o dell’umidità volumica possono
essere calcolati in base ai valori medi della temperatura e dell’umidità relativa, con le
equazioni (6) o (7).

p e = ϕ e p sat ( θ e ) (6)

ν e = ϕ e ν sat ( θ e ) (7)
A causa della relazione non lineare tra temperatura e umidità a saturazione, queste
relazioni diventano imprecise nei climi caldi.
Per il calcolo del rischio di condensazione superficiale su elementi a bassa inerzia termica,
come per esempio finestre e telai, deve essere utilizzata l’umidità relativa esterna corri-
spondente alla media annuale della temperatura minima su base giornaliera.
b) Umidità del terreno
Assumere condizioni di saturazione (ϕ = 1).
c) Umidità dell'aria interna
L’umidità relativa interna può essere:
1) derivata da una delle espressioni:
pi = pe + ∆p (8)

ν i = ν e + ∆ν (9)
Assumere valori di ∆p e ∆ν in accordo con la destinazione d’uso dell’edificio e
moltiplicarli per 1,10 per prevedere un margine di sicurezza. I valori da utilizzare
nella presente norma possono essere indicati a livello nazionale;
oppure
2) pari a un valore costante ϕi quando l’umidità relativa interna è nota e mantenuta
costante, per esempio da un impianto di condizionamento. Per prevedere un
margine di sicurezza, aggiungere 0,05 all’umidità relativa.
Nota 1 L’introduzione di un fattore 1,10 (o un margine di 0,05 all’RH) è destinata ad ovviare alle inaccura-
tezze del metodo. Il metodo di calcolo descritto nella presente norma è riferito a condizioni stazio-
narie. In realtà, tuttavia, le variazioni di temperatura dell’aria esterna, della radiazione solare,
l’inerzia igroscopica e la regolazione dinamica del riscaldamento possono influenzare le condizioni
di umidità relativa in corrispondenza delle superfici. Questo è in particolare il caso di un’area di un
ponte termico costituita da materiali da costruzione con un’elevata inerzia termica. Il fattore non
tiene conto del comportamento dell’utenza, che può avere effetti significativi sulla ventilazione.
Nota 2 I valori di umidità dell’aria interna possono essere riferiti a cinque classi di umidità, vedere appendice A.
Nota nazionale Per i dati sul rinnovo dell’aria e sulla produzione di vapore interna, vedere appendice nazionale.

4.3 Resistenze superficiali

4.3.1 Trasmissione del calore


Per la valutazione della crescita di muffe e della condensazione interstiziale si devono
utilizzare i valori di Rsi e Rse riportati nel prospetto 2.

prospetto 2 Resistenze termiche superficiali

Resistenza
m2·K/W
Resistenza termica superficiale esterna Rse 0,04
Resistenza termica superficiale interna Rsi
Per vetri e telai 0,13
Per tutte le altre superfici interne 0,25

UNI EN ISO 13788:2003 © UNI Pagina 5


Nota Si considera una resistenza superficiale interna di 0,25 come caso più sfavorevole di rischio di condensazione
in un angolo.

4.3.2 Trasporto di vapore acqueo


Nei calcoli descritti nella presente norma le resistenze superficiali al passaggio di vapore
acqueo sono considerate trascurabili.

5 CALCOLO DELLA TEMPERATURA SUPERFICIALE, PER EVITARE VALORI CRITICI


DELL’UMIDITÀ IN CORRISPONDENZA DELLE SUPERFICI

5.1 Generalità
Questo punto descrive un metodo per progettare l’involucro edilizio in modo da prevenire
gli effetti negativi dell’umidità relativa critica in corrispondenza delle superfici, come per
esempio la formazione di muffe.
Nota La condensazione superficiale può provocare il degrado dei materiali edilizi non protetti che siano sensibili
all’umidità. Essa può essere accettata temporaneamente e in piccole quantità, per esempio sulle finestre e
sulle piastrelle nei bagni, se la superficie è impermeabile all’umidità e sono assunte misure adeguate per
prevenirne il contatto con materiali adiacenti sensibili.
Per periodi di tempo di diversi giorni con umidità relativa superficiale maggiore di 0,8, c’è
il rischio di formazione di muffe.

5.2 Parametri fondamentali


Oltre alle condizioni climatiche esterne (temperatura e umidità relativa dell’aria), tre altri
parametri governano la condensazione superficiale e la crescita di muffe:
a) la "qualità termica" di ogni elemento dell’involucro edilizio, rappresentata da
resistenza termica, dei ponti termici, geometria e resistenza termica superficiale
interna. La qualità termica può essere caratterizzata dal fattore di temperatura sulla
superficie interna, fRsi;
Nota Quando c’è più di una temperatura superficiale interna, nella EN ISO 10211-1 è riportato un metodo di
calcolo dei fattori di ponderazione.
b) produzione interna di umidità, vedere 4.2.4;
c) temperatura dell’aria interna e sistema di riscaldamento.
Nota Una temperatura ambiente più bassa è in generale più critica. Questo riguarda in particolare ambienti
con riscaldamento assente, ridotto o intermittente, dove il vapore acqueo può trasmettersi da ambienti
adiacenti più caldi. Il sistema di riscaldamento condiziona il movimento dell’aria e la distribuzione di
temperatura negli ambienti e perciò zone dell’involucro edilizio localmente più fredde possono diventare
più critiche.

5.3 Progettazione per evitare la crescita di muffe


Per evitare la crescita di muffe, l’umidità relativa in corrispondenza delle superfici non
deve essere maggiore di 0,8 per periodi di tempo di diversi giorni. I passi principali nella
procedura di progettazione sono rappresentati dal calcolo dell’umidità relativa dell’aria
interna, e quindi dal calcolo del valore accettabile dell’umidità volumica di saturazione νsat
o della pressione del vapore di saturazione psat sulla superficie sulla base dell’umidità
relativa superficiale richiesta. Da questo valore si determina la temperatura minima super-
ficiale e quindi la "qualità termica" dell’involucro edilizio richiesta (espressa come fRsi per
una data temperatura interna).
Per ciascuno dei mesi dell’anno eseguire quindi i seguenti passi:
a) definire la temperatura dell’aria esterna secondo 4.2.3;
b) definire l’umidità esterna secondo 4.2.4;
c) definire la temperatura interna in accordo con le indicazioni nazionali;
Nota nazionale Per le temperature interne degli ambienti, vedere appendice nazionale.

UNI EN ISO 13788:2003 © UNI Pagina 6


d) calcolare l’umidità relativa interna da ∆ν o da ∆p (definiti in 4.2.4) o assumere come
valore costante, per un ambiente climatizzato, considerando le correzioni apportate
con il margine di sicurezza definito in 4.2.4;
e) con un valore massimo accettabile di umidità relativa in corrispondenza della super-
ficie ϕsi = 0,8 calcolare il valore minimo accettabile della umidità volumica a satura-
zione, νsat, o della pressione di saturazione, psat;
ν
ν sat ( θ si ) = -------i- (10)
0,8
oppure
p
p sat ( θ si ) = -------i- (11)
0,8
Nota 1 Il criterio ϕsi ≤ 0,8 è stabilito considerando il rischio di crescita di muffe. Possono essere applicati criteri
differenti, se opportuno, per esempio ϕsi ≤ 0,6, per evitare fenomeni di corrosione.
f) determinare la temperatura superficiale minima accettabile, θsi,min, a partire
dall’umidità volumica a saturazione minima accettabile;
Nota 2 La temperatura come funzione dell’umidità volumica a saturazione può essere valutata per mezzo delle
equazioni (E.10) o (E.11) nell’appendice E. Un’altra possibilità è quella di preparare un prospetto o un
grafico, sulla base dell’equazione (E.8), che indica la relazione tra psat e θ, per trovare θ da psat.
g) dalla temperatura superficiale minima accettabile, θsi,min, dalla temperatura dell’aria
interna assunta, θi, (vedere 4.2.3) e dalla temperatura esterna, θe, calcolare il fattore
di temperatura minimo, fRsi,min, secondo l’equazione (2).
Si definisce mese critico quello con il più alto valore richiesto di fRsi,min. Il fattore di tempe-
ratura per questo mese viene indicato con fRsi,max e il componente edilizio deve essere
progettato in modo tale da avere un fattore fRsi sempre maggiore di fRsi,max; ovvero
fRsi > fRsi,max.
Esempi di questa procedura sono riportati nell’appendice B.
Nota 3 Per il progetto di un dato edificio, i valori effettivi di fRsi possono essere ottenuti come segue:
- per elementi piani, da fRsi = (U -1 – Rsi)/U -1
- per trasmissione del calore in geometria non monodimensionale, da un programma agli elementi finiti
o simile in accordo con la ISO 10221 Thermal bridges in building construction - Calculation of heat
flows and surface temperatures - General methods, oppure Parte 2: Linear thermal bridges.

5.4 Progettazione per evitare condensazione superficiale su strutture leggere


Nel caso di strutture leggere, che rispondono a variazioni di temperatura in tempi molto
inferiori a un giorno, deve essere utilizzata la seguente procedura:
a) definire la temperatura dell’aria esterna come la media delle temperature minime
annuali;
b) definire l’umidità relativa esterna pari a 0,95 e calcolare la pressione del vapore o
l’umidità volumica con l’equazione (6) o (7);
c) definire la temperatura interna in accordo con le indicazioni nazionali;
Nota nazionale Per le temperature interne degli ambienti, vedere appendice nazionale.
d) calcolare l’umidità relativa interna da ∆ν o ∆p (definiti in 4.2.4);
e) con un valore massimo accettabile di umidità relativa in corrispondenza della super-
ficie pari ϕs = 1,0, calcolare il valore minimo accettabile della umidità volumica a
saturazione νsat o della pressione di saturazione psat:
ν sat ( θ si ) = ν i (12)
oppure
p sat ( θ si ) = p i (13)
f) determinare la temperatura superficiale minima accettabile θsi,min a partire
dall’umidità volumica a saturazione minima accettabile;

UNI EN ISO 13788:2003 © UNI Pagina 7


Nota La temperatura può essere valutata in funzione dell’umidità volumica a saturazione per mezzo delle
equazioni (E.10) o (E.11) nell’appendice E. Un’altra possibilità è quella di preparare un prospetto o un
grafico, sulla base dell’equazione (E.8), che indica la relazione tra psat e θ, per trovare θ da psat.
g) il fattore di temperatura richiesto dell’involucro edilizio, fRsi, min si calcola, secondo
l’equazione (2), dalla temperatura superficiale minima accettabile θsi,min, a partire
dalla temperatura assunta dell’aria interna θi (vedere 4.2.3) e dalla temperatura
esterna θe.

6 CALCOLO DELLA CONDENSAZIONE INTERSTIZIALE

6.1 Generalità
Questo punto fornisce un metodo per calcolare il bilancio di vapore annuale e la massima
quantità di umidità accumulata dovuta alla condensazione interstiziale. Il metodo assume
che l’umidità di costruzione si sia asciugata.
Il metodo dovrebbe essere considerato come uno strumento di valutazione piuttosto che
di previsione accurata. Esso permette di confrontare soluzioni costruttive diverse e di
verificare gli effetti delle modifiche apportate alla struttura. Esso non fornisce una previ-
sione accurata delle condizioni igrometriche all’interno della struttura in opera e non è
adatto per il calcolo dell’evaporazione dell’umidità di costruzione.

6.2 Principio
A partire dal primo mese in cui è prevista condensazione, vengono considerate le condi-
zioni medie mensili esterne per calcolare la quantità di acqua condensata o evaporata in
ciascuno dei dodici mesi dell’anno. La quantità di acqua condensata accumulata alla fine
di quei mesi in cui è avvenuta condensazione viene confrontata con quella evaporata
complessivamente durante il resto dell’anno.
Si assumono condizioni stazionarie e geometria monodimensionale. Non si considerano
moti dell’aria attraverso o all’interno degli elementi edilizi.
Il trasporto dell’umidità è assunto come sola diffusione del vapore acqueo, descritta dalla
seguente equazione:
δ ∆p ∆p
g = ----0- ------- = δ 0 ------- (14)
µ ∆x sd
-10
dove δ 0 = 2 × 10 kg/(m·s·Pa).
Nota 1 δ0 dipende dalla temperatura e dalla pressione atmosferica, ma queste influenze vengono trascurate nella
presente norma. Nell’appendice E sono riportate altre equazioni per il trasporto del vapore acqueo.
Il flusso termico specifico è dato da:
∆θ ∆θ
q = λ ------- = ------- (15)
d R
Nota 2 La conduttività termica λ e la resistenza termica R sono assunte costanti e la capacità termica specifica dei
materiali non rilevante. Per materiali omogenei a facce piane parallele R = d/ λ. Si trascurano l’apporto o la
sottrazione di calore dovuti a passaggio di fase.
Nota 3 I metodi di calcolo che seguono questo principio sono definiti spesso "metodi di tipo Glaser". Metodi più
avanzati sono descritti brevemente nell’appendice F.

6.3 Limitazioni e fonti di errore


Diverse sono le fonti di errore causate dalle semplificazioni descritte in 6.2.
a) La conduttività termica dipende dal contenuto di umidità nei materiali, e nel processo
di condensazione/evaporazione viene ceduta/assorbita una certa quantità di calore.
Questo modifica la distribuzione delle temperature e i valori a saturazione, condizio-
nando quindi la quantità di acqua condensata o evaporata.
b) L’impiego di proprietà costanti dei materiali costituisce un’approssimazione.

UNI EN ISO 13788:2003 © UNI Pagina 8


c) In molti materiali si può verificare assorbimento capillare e trasporto di acqua liquida,
che possono cambiare la distribuzione dell’umidità.
d) I movimenti dell’aria attraverso fessure o intercapedini d’aria possono cambiare la distri-
buzione dell’umidità per trasporto convettivo del vapore. Anche la pioggia o l’acqua
prodotta dalla fusione della neve possono influenzare le condizioni igrometriche.
e) Le reali condizioni al contorno non sono costanti nel periodo mensile.
f) La maggior parte dei materiali è almeno in parte igroscopica e può assorbire vapore
d’acqua.
g) Si assume che il trasporto di vapore sia monodimensionale.
h) Sono trascurati gli effetti delle radiazioni termiche e con lunghezza d’onda elevata.
Nota A causa delle molteplici fonti di errore, questo metodo di calcolo risulta meno adatto per alcuni compo-
nenti edilizi e per alcuni climi. Trascurare il moto dell’umidità in fase liquida in genere dà origine a una
sovrastima del rischio di condensazione interstiziale.
In componenti edilizi con aria che fluisce attraverso o all’interno del componente, i risultati
del calcolo possono essere estremamente inaffidabili e si deve usare grande cautela
nell’interpretazione dei risultati.

6.4 Calcolo

6.4.1 Proprietà dei materiali


Si divide l’elemento edilizio in una serie di strati omogenei con facce piane parallele, e si
definiscono le proprietà del materiale per ciascuno di essi e i coefficienti superficiali in
base a 4.1 e 4.3.
Ogni singolo strato di componenti o prodotti multistrato, inclusi quelli con finiture o
coperture superficiali, deve essere trattato individualmente, considerando per ciascuno
separatamente le proprietà di trasmissione del calore e del vapore. Si calcola la
resistenza termica, R, e lo spessore equivalente di aria per la diffusione del vapore, sd, di
ogni singolo strato dell’elemento edilizio. Si suddividono gli elementi ad alta resistenza
termica, come gli isolanti, in un numero di strati caratterizzati ciascuno da una resistenza
termica non maggiore di 0,25 m2⋅K/W; ciascuno di questi deve essere considerato come
singolo strato di materiale in tutti i calcoli.
Alcuni materiali, come i fogli metallici, impediscono efficacemente la trasmissione del
vapore e perciò hanno un valore infinito di µ. Tuttavia, dato che nella procedura di calcolo
è richiesto un valore finito di µ, dovrebbe essere assunto, per questi materiali, un valore
pari a 100 000. Questo può portare a predire quantità, seppure minime, di acqua
condensata, che dovrebbe essere trascurata, considerandola dovuta alle inaccuratezze
del metodo di calcolo.
Si calcolano i valori cumulati della resistenza termica e dello spessore equivalente di aria
per la diffusione del vapore, tra l’esterno e ciascuna interfaccia n :
n
R ' n = R se + ∑ Rj (16)
j =1

n
s ' d,n = ∑ s d,j (17)
j =1

La resistenza termica totale ed il totale spessore equivalente di aria per la diffusione del
vapore sono forniti dalle equazioni (18) e (19):
n
R ' T = R si + ∑ R j + R se (18)
j =1

n
s ' d,T = ∑ s d,j (19)
j =1

UNI EN ISO 13788:2003 © UNI Pagina 9


6.4.2 Condizioni al contorno
Si definiscono temperature e umidità interna ed esterna secondo 4.2.

6.4.3 Mese di partenza


A partire da un qualsiasi mese dell’anno (mese di tentativo), calcolare la distribuzione
della temperatura, della pressione di saturazione e della distribuzione di vapore attraverso
il componente, come specificato in 6.4.4 e 6.4.5.
Determinare se è prevista condensazione.
Se non è prevista alcuna condensazione nel mese di tentativo, ripetere il calcolo con i
mesi seguenti in successione, fino a che:
a) non si trova condensazione in nessuno dei dodici mesi, ed allora si assume che il
componente sia esente da fenomeni di condensazione interstiziale; oppure
b) si individua un mese con condensazione, che viene considerato il mese di partenza.
Se si prevede condensazione nel mese di tentativo, ripetere il calcolo con i successivi
mesi precedenti a ritroso, fino a che:
a) si prevede condensazione in tutti i dodici mesi, ed allora, a partire da un mese
qualunque, calcolare la condensa accumulata complessivamente nell’anno, come
specificato in 6.4.4, 6.4.5 e 6.4.6; oppure
b) si individua un mese senza condensazione e si considera quindi il mese seguente
come mese di partenza.
Nota In climi al di fuori dei tropici, caratterizzati da stagioni ben definite, si può individuare rapidamente il
mese di partenza, scegliendo il mese di tentativo uno o due mesi prima del periodo più freddo dell’anno.
Se è stato determinato un mese di partenza, procedere con i calcoli indicati in 6.4.4, 6.4.5
e 6.4.6 per ciascun mese dell’anno, a partire dal mese di partenza.

6.4.4 Distribuzione della temperatura e della pressione di saturazione del vapore


Si calcola la temperatura in corrispondenza ad ogni interfaccia tra materiali, in base a:
R'
θ n = θ e + -------n- ( θ i – θ e ) (20)
R 'T
Assumendo condizioni stazionarie, la distribuzione di temperatura è assunta lineare in
ogni strato, vedere figura 1.
figura 1 Distribuzione di temperatura in un elemento edilizio multistrato (a) in funzione dello spessore di ogni
strato e (b) in funzione della resistenza termica di ogni strato

Si calcola la pressione del vapore di saturazione a partire dalla temperatura in ciascuna


interfaccia tra gli strati di materiale.
Nota Espressioni della pressione del vapore a saturazione in funzione della temperatura sono riportate
nell’appendice E.

UNI EN ISO 13788:2003 © UNI Pagina 10


6.4.5 Distribuzione della pressione parziale del vapore
Si rappresenta una sezione trasversale dell’elemento edilizio, riportando gli spessori di
ciascuno strato d’aria equivalente per la diffusione del vapore, sd, vedere figura 2. Si
tracciano segmenti di retta che uniscono i valori della pressione di saturazione del vapore
in corrispondenza di ogni interfaccia tra gli strati.
Se non c’è condensa accumulata nel mese precedente, si traccia il profilo della pressione
parziale del vapore come un segmento di retta tra la pressione parziale del vapore interna
e quella esterna (p i e pe). Se questo segmento di retta non supera l’andamento della
pressione di saturazione in corrispondenza di nessuna interfaccia, non si ha condensa-
zione; vedere figura 2, nella quale la pressione parziale del vapore nel componente
edilizio è sempre minore di quella di saturazione.
Il flusso specifico di vapore attraverso l’elemento edilizio può essere calcolato come:
p i – pe
g = δ 0 ----------------
- (21)
s ' d,T

figura 2 Diffusione del vapore attraverso un elemento edilizio multistrato in cui non si verifica condensazione
interstiziale

Se la pressione parziale del vapore supera in una qualsiasi interfaccia la pressione di


saturazione, ritracciare la pressione parziale del vapore come segmenti di retta tangenti al
profilo della pressione di saturazione del vapore, senza oltrepassarla, vedere esempi
nelle figure 3 e 4. I punti di contatto rappresentano le interfacce di condensazione.
figura 3 Diffusione del vapore con condensazione interstiziale in un singolo piano di interfaccia

UNI EN ISO 13788:2003 © UNI Pagina 11


6.4.6 Portata di acqua condensata
Il flusso specifico di vapore che condensa è rappresentato dalla differenza tra la quantità
di vapore che giunge all'interfaccia di condensazione e quella trasportata oltre questa:
pi – pc p c – p e⎞
g c = δ 0 ⎛⎝ ---------------------------
- – ----------------- (22)
s ' d,T – s ' d,c s ' d,c ⎠
Se in un componente edilizio si verifica condensazione in più di un’interfaccia, conservare
una registrazione della quantità di condensa separatamente in ciascuna interfaccia.
figura 4 Diffusione del vapore acqueo con condensazione interstiziale in due piani di interfaccia

Il flusso specifico di condensato viene calcolato per ogni interfaccia di condensazione


dalla differenza di pendenza tra due successivi segmenti di retta e cioè, nel caso di due
interfacce di condensazione (vedere figura 4):
p c2 – p c1 p c1 – p e⎞
interfaccia c1: g c1 = δ 0 ⎛ -------------------------------
- – -------------------
- (23)
⎝ s ' d,c2 – s ' d,c1 s ' d,c1 ⎠

p i – p c2 p c2 – p c1 ⎞
interfaccia c2: g c2 = δ 0 ⎛ ------------------------------
- – -------------------------------- (24)
⎝ s ' d,T – s ' d,c2 s ' d,c2 – s ' d,c1⎠

6.4.7 Evaporazione
In presenza di condensa, accumulata nei mesi precedenti, in una o più interfacce, la
pressione parziale del vapore deve essere uguale a quella di saturazione e il profilo della
pressione parziale del vapore deve essere tracciato con segmenti di retta tra la pressione
parziale del vapore interna, quella in corrispondenza dell’interfaccia di condensazione,
quella del vapore esterna, vedere figura 5. Se il profilo di pressione parziale del vapore
supera in un’interfaccia quello della pressione di saturazione, ritracciare la pressione del
vapore con segmenti di retta nel modo indicato in 6.4.4.
figura 5 Evaporazione da un’interfaccia nel componente edilizio

UNI EN ISO 13788:2003 © UNI Pagina 12


Il flusso specifico di evaporazione viene calcolato come:
pi – pc p c – p e⎞
g ev = δ 0 ⎛⎝ ---------------------------
- – ----------------- (25)
s ' d,T – s ' d,c s ' d,c ⎠
Nota Le espressioni per il flusso specifico di evaporazione e condensazione sono le stesse. Per convenzione si ha
condensazione se il risultato dell’espressione è positivo, e, se è negativo, si ha evaporazione.
In un componente edilizio con più di un'interfaccia di condensazione, il flusso specifico di
acqua evaporata è calcolato separatamente per ogni interfaccia, vedere figura 6.
figura 6 Evaporazione da un componente edilizio nel caso in cui si sia verificata condensazione in due inter-
facce

I flussi specifici di evaporazione per le due interfacce di evaporazione sono calcolati come
(vedere figura 6):
p c2 – p c1 p c1 – p e⎞
interfaccia c1: g ev1 = δ 0 ⎛ -------------------------------- – -------------------
- (26)
⎝ s ' d,c2 – s ' d,c1 s ' d,c1 ⎠

p i – p c2 p c2 – p c1 ⎞
interfaccia c2: g ev2 = δ 0 ⎛ ------------------------------
- – -------------------------------- (27)
⎝ s ' d,T – s ' d,c2 s ' d,c2 – s ' d,c1⎠

Se la quantità di condensa accumulata in un'interfaccia alla fine del mese ha segno


negativo, porla pari a zero.

6.4.8 Evaporazione e condensazione


Per un componente edilizio con più di un'interfaccia di condensazione, ci protebbero
essere mesi con condensazione in un'interfaccia ed evaporazione in un'altra, vedere
figura 7.
figura 7 Evaporazione in un'interfaccia e condensazione in un’altra in un componente edilizio dove si è
verificata condensazione in due interfacce

UNI EN ISO 13788:2003 © UNI Pagina 13


Il flusso di condensazione, gc, o evaporazione, gev, per unità di superficie è calcolato
separatamente per ogni interfaccia:
p c2 – p c1 p c1 – p e⎞
condensazione all’interfaccia c1: g c = δ 0 ⎛ -------------------------------- – -------------------
- (28)
⎝ s ' d,c2 – s ' d,c1 s ' d,c1 ⎠

p i – p c2 p c2 – p c1 ⎞
evaporazione all’interfaccia c2: g ev = δ 0 ⎛ ------------------------------
- – -------------------------------- (29)
⎝ s ' d,T – s ' d,c2 s ' d,c2 – s ' d,c1⎠

Esempi di calcolo della condensazione interstiziale sono riportati nell’appendice C.

6.5 Criteri utilizzati per valutare le strutture


Riportare i risultati dei calcoli secondo i punti a), b) o c) a seconda di quale è applicabile.
a) Non si verifica condensazione in nessuna interfaccia per nessun mese.
In questo caso dichiarare la struttura esente da condensazione interstiziale.
b) La condensazione avviene in una o più interfacce ma, per ogni interfaccia coinvolta,
si prevede che tutta l’acqua condensata evapori nei mesi estivi.
In questo caso riportare la massima quantità di condensazione che si verifica in ogni
interfaccia e il mese in cui si ha il massimo. Inoltre deve essere considerato il rischio
di degrado dei materiali edilizi e il deterioramento delle prestazioni termiche come
conseguenza della massima quantità calcolata di condensa accumulata, in accordo
con requisiti regolamentari e altre indicazioni riportate nelle norme di prodotto.
Nota nazionale Per le quantità limite di condensa ammissibile alla fine del periodo di condensazione, vedere appendice
nazionale.
c) La condensazione avviene in una o più interfacce e non evapora completamente nei
mesi estivi.
In questo caso riportare che la struttura non ha superato la verifica e indicare la
massima quantità di condensa che si è verificata in corrispondenza di ogni inter-
faccia insieme alla quantità di condensa che rimane dopo dodici mesi in ogni inter-
faccia.

UNI EN ISO 13788:2003 © UNI Pagina 14


APPENDICE A CLASSI DI UMIDITÀ ALL’INTERNO DEGLI AMBIENTI
(informativa)
L’apporto specifico di umidità all’interno degli ambienti può essere suddiviso in cinque
classi. La figura A.1 riporta i valori limite di ∆ν e ∆p, relativi ad ogni classe. Per i calcoli si
raccomanda di utilizzare i valori limite superiori per ogni classe, a meno che il progettista
non dimostri che le condizioni sono meno gravose.
I dati riportati in figura A.1 sono ricavati per edifici dell’Europa Occidentale. Per ottenere
valori applicabili ad altri climi, possono essere utilizzati dati misurati.
Il prospetto A.1 fornisce alcune indicazioni sulla scelta delle classi di umidità.

prospetto A.1 Classi di umidità interna

Classe di umidità Edificio


1 Magazzini
2 Uffici, negozi
3 Alloggi con basso indice di affollamento
4 Alloggi con alto indice di affollamento, palestre, cucine, cantine; edifici riscaldati con sistemi a
gas senza camino
5 Edifici speciali, per esempio lavanderie, distillerie, piscine

Nota nazionale Per edifici ad uso abitativo, vedere appendice nazionale.


figura A.1 Variazione delle classi di umidità interna in funzione della temperatura esterna
Legenda
X Temperatura media mensile dell’aria esterna, θe in °C
Y ∆ν in kg/m3
Z ∆p in Pa

UNI EN ISO 13788:2003 © UNI Pagina 15


APPENDICE B ESEMPI DI CALCOLO DEL FATTORE DI TEMPERATURA IN CORRISPONDENZA
(informativa) DELLE SUPERFICI INTERNE PER EVITARE VALORI CRITICI DI UMIDITÀ
SUPERFICIALE

B.1 Esempio 1: Uso delle classi di umidità interna


1) La temperatura media mensile esterna θe e l’umidità relativa esterna media mensile (ϕe)
sono definite per la località in cui si trova l’edificio (colonne 1 e 2 nel prospetto B.1).
2) La pressione di saturazione esterna mensile psat,e calcolata in base alla temperatura
dalle equazioni (E.7) o (E.8), quando appropriato, o il prospetto E.1, e l’umidità
relativa esterna mensile sono usate per calcolare la pressione di vapore esterna pe
(colonna 3 nel prospetto B.1).
3) L’incremento di pressione di vapore ∆psat, in relazione alla classe di umidità
dell’edificio scelta, è desunto come funzione della temperatura dalla figura A.1
(colonna 4, ottenuta dal valore limite tra la classe 3 e 4 in figura A.1), moltiplicato per
1,10 e aggiunto a pe per ottenere la pressione di vapore interna (colonna 5 del
prospetto B.1).
4) La pressione di saturazione minima accettabile psat(θsi) è calcolata come specificato
in 5.3 e) e la temperatura superficiale minima θsi,min accettabile è calcolata
dall’equazione (E.10) o (E.11) per fornire i valori riportati nelle colonne 6 e 7 del
prospetto B.1.
5) Le temperature interne θi sono definite nella colonna 8 del prospetto B.1 e
l’equazione (1) è utilizzata per calcolare fRsi fornendo i valori riportati nella colonna 9
del prospetto B.1.
Con le condizioni assunte nel prospetto B.1, Gennaio risulta il mese critico con
fRsi,max = 0,766.

prospetto B.1 Calcolo di fRsi,max con le classi di umidità interna

Mese 1 2 3 4 5 6 7 8 9

θe ϕe pe ∆p pi psat(θsi) θsi,min θI fRsi


°C Pa Pa Pa Pa °C °C
Gennaio 2,8 0,92 683 698 1 451 1 813 16,0 20 0,766
Febbraio 2,8 0,88 657 697 1 423 1 779 15,7 20 0,748
Marzo 4,5 0,85 709 630 1 402 1 752 15,4 20 0,706
Aprile 6,7 0,80 788 538 1 380 1 725 15,2 20 0,638
Maggio 9,8 0,78 941 415 1 398 1 747 15,4 20 0,550
Giugno 12,6 0,80 1 162 299 1 491 1 864 16,4 20 0,513
Luglio 14,0 0,82 1 302 244 1 571 1 963 17,2 20 0,538
Agosto 13,7 0,84 1 317 256 1 598 1 998 17,5 20 0,602
Settembre 11,5 0,87 1 183 343 1 560 1 950 17,1 20 0,659
Ottobre 9,0 0,89 1 017 446 1 507 1 884 16,6 20 0,688
Novembre 5,0 0,91 788 610 1 458 1 823 16,1 20 0,738
Dicembre 3,5 0,92 719 670 1 456 1 820 16,0 20 0,759

B.2 Esempio 2: Condizioni di umidità relativa interna costanti


Nel caso di un edificio climatizzato, dove temperatura e umidità relativa siano mantenute
a 20 °C e 0,50:
1) Sono definite per l’edificio esaminato la temperatura media mensile esterna θe,
quella interna θi e l’umidità relativa interna ϕi (colonne 1, 2 e 3 nel prospetto B.2).

UNI EN ISO 13788:2003 © UNI Pagina 16


2) La pressione di saturazione interna psat,i è ottenuta dalla temperatura in base
all’equazione (E.7) o dal prospetto E.1; questa, combinata con l’umidità relativa
interna, aumentata di 0,05, fornisce la pressione di vapore interna pi, riportata nella
colonna 4, prospetto B.2.
3) La pressione di saturazione minima accettabile ps(θsi) è calcolata come specificato
in 5.3 e) e la temperatura superficiale minima accettabile θsi,min è calcolata con
l’equazione (E.9) e fornisce i risultati riportati nelle colonne 5 e 6 del prospetto B.2.
4) L’equazione (1) è utilizzata per calcolare fRsi fornendo i valori riportati nella colonna 7
del prospetto B.2.
Con le condizioni assunte nel prospetto B.2, Gennaio e Febbraio risultano i mesi critici e
fRsi,max = 0,656.

prospetto B.2 Calcolo di fRsi,max con umidità relativa interna costante

Mese 1 2 3 4 5 6 7

θe θI ϕi pi psat(θsi) θsi,min fRsi


°C °C Pa Pa °C
Gennaio 2,8 20 0,55 1 285 1 607 14,1 0,656
Febbraio 2,8 20 0,55 1 285 1 607 14,1 0,656
Marzo 4,5 20 0,55 1 285 1 607 14,1 0,618
Aprile 6,7 20 0,55 1 285 1 607 14,1 0,555
Maggio 9,8 20 0,55 1 285 1 607 14,1 0,420
Giugno 12,6 20 0,55 1 285 1 607 14,1 0,201
Luglio 14,0 20 0,55 1 285 1 607 14,1 0,014
Agosto 13,7 20 0,55 1 285 1 607 14,1 0,061
Settembre 11,5 20 0,55 1 285 1 607 14,1 0,304
Ottobre 9,0 20 0,55 1 285 1 607 14,1 0,462
Novembre 5,0 20 0,55 1 285 1 607 14,1 0,606
Dicembre 3,5 20 0,55 1 285 1 607 14,1 0,642

B.3 Esempio 3: Ricambio d’aria costante e produzione di vapore nota


1) La temperatura media mensile esterna θe e l’umidità relativa esterna media mensile ϕe
sono definite per la località in cui si trova l’edificio (colonne 1 e 2 nel prospetto B.3).
2) La pressione di saturazione esterna mensile psat,e calcolata in base alla temperatura
dalle equazioni (E.7) o (E.8), a seconda dei casi, o dal prospetto E.1, e l’umidità
relativa esterna sono utilizzate per calcolare la pressione di vapore esterna pe
(colonna 3 nel prospetto B.3).
3) L’apporto specifico di vapore ∆ν è valutato in funzione del ricambio d’aria assunto n,
della produzione di vapore interna, G, e del volume dell’edificio, V, con l’equazione
(3) e convertito in incremento di pressione di vapore ∆p con l’equazione (E.6).
Questa quantità viene sommata a pe per ottenere la pressione di vapore interna
(colonne 5 e 6 nel prospetto B.3).
4) La pressione di saturazione minima accettabile psat(θsi) è calcolata come specificato in
5.3 e) e la temperatura superficiale minima accettabile θsi,min è calcolata
dall’equazione (E.9) e fornisce i risultati riportati nelle colonne 8 e 9 del prospetto B.3.
5) L’equazione (1) è utilizzata per calcolare fRsi fornendo i valori riportati nella colonna
10 del prospetto B.3.
Con le condizioni assunte nel prospetto B.3, Agosto risulta il mese critico con
fRsi,max = 0,832.

UNI EN ISO 13788:2003 © UNI Pagina 17


prospetto B.3 Calcolo di fRsi,max con ricambio d’aria costante

Mese 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

θe ϕe pe n ∆p pi psat(θsi) θsi,min θI fRsi


°C Pa h-1 Pa Pa Pa °C °C
Gennaio 2,8 0,92 683 0,5 433 1 116 1 395 11,9 20 0,531
Febbraio 2,8 0,88 657 0,5 433 1 090 1 363 11,6 20 0,510
Marzo 4,5 0,85 709 0,5 433 1 142 1 428 12,3 20 0,502
Aprile 6,7 0,8 788 0,5 433 1 221 1 527 13,3 20 0,496
Maggio 9,8 0,78 941 0,5 433 1 374 1 718 15,1 20 0,522
Giugno 12,6 0,8 1 162 0,5 433 1 595 1 994 17,5 20 0,657
Luglio 14,0 0,82 1 302 0,5 433 1 735 2 169 18,8 20 0,800
Agosto 13,7 0,84 1 317 0,5 433 1 750 2 188 18,9 20 0,832
Settembre 11,5 0,87 1 183 0,5 433 1 616 2 020 17,7 20 0,726
Ottobre 9,0 0,89 1 017 0,5 433 1 450 1 813 16,0 20 0,633
Novembre 5,0 0,91 788 0,5 433 1 221 1 527 13,3 20 0,553
Dicembre 3,5 0,92 719 0,5 433 1 152 1 440 12,4 20 0,540

Nota G = 0,4 kg/h, V = 250 m3.

B.4 Esempio 4: Ricambio d’aria variabile e produzione di vapore nota


Nella pratica gli edifici sono meno ventilati in condizioni climatiche più fredde. Se è nota,
o può essere assunta, una relazione tra il ricambio d’aria e la temperatura, i valori di fRsi
possono essere calcolati come nell’esempio 3, ma utilizzando il ricambio d’aria variabile
nel passo 3).
I valori riportati nel prospetto B.4 sono stati calcolati assumendo n = 0,2 + 0,04 θe. In
queste condizioni, Gennaio risulta il mese critico con fRsi,max = 0,718.

prospetto B.4 Calcolo di fRsi,max con ricambio d’aria variabile

Mese 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

θe ϕe pe n ∆p pi psat(θsi) θsi,min θI fRsi


°C Pa h-1 Pa Pa Pa °C °C
Gennaio 2,8 0,92 683 0,31 694 1 377 1 722 15,2 20 0,718
Febbraio 2,8 0,88 657 0,31 694 1 351 1 689 14,9 20 0,701
Marzo 4,5 0,85 709 0,38 570 1 279 1 599 14,0 20 0,614
Aprile 6,7 0,8 788 0,47 463 1 251 1 564 13,7 20 0,524
Maggio 9,8 0,78 941 0,59 366 1 307 1 634 14,3 20 0,445
Giugno 12,6 0,8 1 162 0,70 308 1 470 1 837 16,2 20 0,483
Luglio 14,0 0,82 1 302 0,76 285 1 587 1 984 17,4 20 0,563
Agosto 13,7 0,84 1 317 0,75 290 1 607 2 008 17,6 20 0,615
Settembre 11,5 0,87 1 183 0,66 328 1 511 1 889 16,6 20 0,601
Ottobre 9,0 0,89 1 017 0,56 387 1 404 1 755 15,5 20 0,587
Novembre 5,0 0,91 788 0,40 542 1 330 1 662 14,6 20 0,641
Dicembre 3,5 0,92 719 0,34 637 1 356 1 695 14,9 20 0,692

Nota G = 0,4 kg/h, V = 250 m3.

UNI EN ISO 13788:2003 © UNI Pagina 18


APPENDICE C ESEMPI DI CALCOLO DELLA CONDENSAZIONE INTERSTIZIALE
(informativa)

C.1 Condizioni ambientali


Nel prospetto 1 sono riportate le condizioni interne ed esterne utilizzate nei due esempi
riportati in C.2 e C.3.

prospetto C.1 Condizioni interne ed esterne utilizzate per i calcoli

Mese Interno Esterno

θI ϕi θe ϕe
°C °C
Gennaio 20 0,57 10 0,83
Febbraio 20 0,57 5 0,88
Marzo 20 0,59 1 0,88
Aprile 20 0,57 -1 0,85
Maggio 20 0,58 0 0,84
Giugno 20 0,54 4 0,78
Luglio 20 0,51 9 0,72
Agosto 20 0,51 14 0,68
Settembre 20 0,50 18 0,69
Ottobre 20 0,56 19 0,73
Novembre 20 0,52 19 0,75
Dicembre 20 0,56 15 0,79

C.2 Esempio 1: Componente edilizio con condensazione in un solo piano di interfaccia


In questo esempio viene analizzato un tetto piano con uno strato di copertura impermeabile
sullo strato isolante, illustrato in figura C.1, utilizzando le condizioni climatiche interne ed
esterne del prospetto C.1 e le proprietà dei materiali indicate nel prospetto C.2.

UNI EN ISO 13788:2003 © UNI Pagina 19


figura C.1 Proprietà dei materiali per il tetto piano dell’esempio 1
Legenda
1 Aria esterna
2 Strato impermeabile 0,01 m
3 Isolante 0,01 m
4 Barriera al vapore
5 Rivestimento di finitura superficiale 0,012 m
6 Aria interna

prospetto C.2 Proprietà dei materiali per tetto piano

d R µ sd
m m2·K/W m
Resistenza esterna 0,04
Strato impermeabile 0,010 0,05 500 000 5 000
Isolante 0,100 3 150 15
Barriera al vapore 1 000
Finitura superficiale 0,012 0,075 10 0,12
Resistenza interna 0,13

Nota Le proprietà dei materiali indicate negli esempi si riferiscono a tipologie generiche e non a materiali specifici.
Vengono analizzate le tre interfacce corrispondenti alle intersezioni tra gli strati di
materiale riportati in figura C.1. All’inizio dei calcoli si assume che la quantità di umidità
accumulata Ma in tutte le tre interfacce sia nulla.
Utilizzando le condizioni climatiche interne ed esterne nel prospetto C.1, si determina che
Ottobre è il mese di partenza, come descritto in 6.4.3, 6.4.4 e 6.4.5, con la pressione di
vapore che supera la pressione di saturazione in corrispondenza dell’interfaccia 1, l’inter-
faccia tra l’isolante e lo strato impermeabile. Il flusso specifico di vapore condensazione gc
è valutato con l’equazione (22). Questo fornisce la massa di umidità per unità di superficie
accumulata Ma, alla fine di Ottobre, riportata nella parte sinistra del prospetto C.3.
Questa procedura viene quindi ripetuta utilizzando le condizioni ambientali per ogni mese
dal prospetto C.1. Non risulta condensazione nelle interfacce 2 e 3 in nessun mese. Come
mostrato nel prospetto C.3, la quantità di condensa nell'interfaccia 1 raggiunge il massimo
nel mese più freddo di Gennaio e diminuisce fino a zero in Marzo.

UNI EN ISO 13788:2003 © UNI Pagina 20


prospetto C.3 Flusso specifico di vapore condensato mensilmente e quantità accumulata all'interfaccia 1

Mese Con barriera al vapore Senza barriera al vapore

gc Ma gc Ma
kg/m2 kg/m2 kg/m2 kg/m2
Ottobre 0,000 02 0,000 02 0,002 88 0,002 88
Novembre 0,000 21 0,000 23 0,014 90 0,017 78
Dicembre 0,000 36 0,000 58 0,024 70 0,042 48
Gennaio 0,000 38 0,000 96 0,026 21 0,068 69
Febbraio 0,000 33 0,001 29 0,023 04 0,091 73
Marzo 0,000 20 0,001 50 0,014 99 0,106 72
Aprile -0,000 03 0,001 47 0,000 68 0,107 40
Maggio -0,000 28 0,001 19 -0,015 04 0,092 36
Giugno -0,000 53 0,000 66 -0,030 97 0,061 39
Luglio -0,000 53 0,000 13 -0,031 64 0,029 75
Agosto -0,000 58 0 -0,034 94 0
Settembre 0 0 0 0

Da Aprile in poi la quantità di condensa diventa negativa, cioè si verifica l’evaporazione,


come specificato in 6.4.6 e l’accumulo di condensa diminuisce fino ad essere approssi-
mativamente zero in Luglio. Durante Agosto la condensa accumulata rimanente evapora
completamente e si porta a zero.
Se la barriera al vapore viene eliminata, vedere parte destra del prospetto C.3, la conden-
sazione comincia di nuovo in Ottobre e si rimane fino ad Agosto, ma la quantità di
condensa per ciascun mese e la quantità totale accumulata risultano molto maggiori
rispetto al caso in cui la barriera è presente.

C.3 Esempio 2: Componente edilizio con condensazione in due interfacce


In questo esempio è analizzato un muro di mattoni con isolante interno che presenta uno
strato esterno isolato, aggiunto per eliminare, per esempio, il problema della penetrazione
della pioggia, indicato in figura C.2, utilizzando le proprietà dei materiali riportate nel
prospetto C.4 e le condizioni climatiche esterne ed interne riportate nel prospetto C.1.

UNI EN ISO 13788:2003 © UNI Pagina 21


figura C.2 Materiali della parete esterna dell’esempio 2
Legenda
1 Aria esterna
2 Rivestimento superficiale esterno 0,01 m
3 Isolante 0,08 m
4 Muratura 0,15 m
5 Isolante 0,08 m
6 Rivestimento superficiale interno 0,01 m
7 Aria interna

prospetto C.4 Proprietà dei materiali per parete isolata

d R µ sd
m m2·K/W m
Resistenza esterna 0,04
Rivestimento superficiale esterno 0,010 0,01 100 1,00
Isolante 0,080 2,5 2,0 0,16
Muratura 0,130 0,6 22,0 2,86
Isolante 0,080 2,5 2,0 0,16
Rivestimento superficiale interno 0,010 0,05 10 0,10
Resistenza interna 0,13

Sono analizzate le quattro interfacce alle intersezioni tra gli strati di materiale riportati in
figura C.2. All’inizio dei calcoli si assume che la quantità di condensa accumulata Ma nelle
quattro interfacce sia zero.
Sulla base delle condizioni climatiche nel prospetto C.1, si determina nel Novembre è il
mese di partenza come descritto in 6.4.3, 6.4.4 e 6.4.5, con la pressione parziale del
vapore che supera quella di saturazione nell’interfaccia 1 di separazione tra il rivestimento
superficiale esterno e lo strato isolante esterno. Il flusso specifico di vapore condensato gc
nel mese è valutato con l’equazione (22). Questo fornisce la massa di vapore per unità di
superficie accumulata Ma, alla fine di Novembre, riportata nel prospetto C.5.

UNI EN ISO 13788:2003 © UNI Pagina 22


La situazione persiste in Dicembre, con accumulo ulteriore di condensa all’interfaccia 1.
In Gennaio, tuttavia, la condensazione inizia anche nell'interfaccia 3, tra muratura e lo
strato isolante più interno. Le quantità di vapore condensate per unità di superficie in
entrambe le interfacce sono valutate secondo le equazioni (23) e (24).
In corrispondenza dell’interfaccia 3 il fenomeno continua in Febbraio, ma in Marzo tutta
l’acqua condensata si asciuga. All’interfaccia 1 si accumula condensa fino a Marzo ma in
Aprile inizia l’evaporazione che termina in Maggio con una completa asciugatura.

prospetto C.5 Flusso specifico di vapore condensato mensilmente e quantità di condensa accumulata nella parete
isolata

Mese Interfaccia 1 Interfaccia 2

gc Ma gc Ma
kg/m2 kg/m2 kg/m2 kg/m2
Novembre 0,013 0,013 0 0
Dicembre 0,070 0,084 0 0
Gennaio 0,071 0,155 0,036 0,036
Febbraio 0,058 0,212 0,004 0,039
Marzo 0,014 0,226 -0,527 0
Aprile -0,164 0,062 0 0
Maggio -0,344 0 0 0
Giugno 0 0 0 0
Luglio 0 0 0 0
Agosto 0 0 0 0
Settembre 0 0 0 0
Ottobre 0 0 0 0

UNI EN ISO 13788:2003 © UNI Pagina 23


APPENDICE D STIMA DEL RISCHIO DI CONDENSAZIONE SUI TELAI DELLE FINESTRE
(informativa)
La condensazione sulla superficie interna dei telai delle finestre può costituire un incon-
veniente se l’acqua scende fino alle zone adiacenti decorate, ma, soprattutto, questo
fenomeno può provocare corrosione in telai metallici o deterioramento di quelli in legno,
penetrando nelle fessure, per esempio tra il vetro e il telaio. La crescita di muffe rappre-
senta raramente un problema sui telai delle finestre, a causa della loro finitura superficiale
impermeabile. Perciò il valore massimo accettabile dell’umidità relativa in corrispondenza
della superficie del telaio è ϕs = 1. Questo valore viene utilizzato nella procedura di calcolo
della temperatura superficiale minima accettabile θsi,min del telaio, specificata in 5.4.
A causa della forma complessa e della varietà di materiali utilizzati per i telai delle finestre
e l’interazione tra vetro, telaio e muro circostante, i flussi termici e le temperature superfi-
ciali non possono essere in genere valutati secondo semplici metodi monodimensionali. È
necessario quindi porre attenzione a mettere in relazione la minima temperatura superfi-
ciale accettabile sul telaio con le temperature esterna e interna.
Calcoli con metodi agli elementi finiti in due o, se necessario, tre dimensioni per il sistema
finestra completo, compreso il vetro, forniscono temperature superficiali che possono
essere rapportate a qualsiasi combinazione di temperature intere ed esterne. I calcoli
effettuati con un isolante, come polistirene espanso, al posto del vetro, per ottenere una
trasmittanza equivalente del telaio, non forniscono temperature superficiali accurate.
Precisazioni sui metodi di calcolo appropriati sono fornite nella ISO 10077-22) "Thermal
performance of windows, doors and shutters - Calculation of thermal transmittance -
Numerical method for frames".
Sono stati sviluppati diversi metodi di calcolo semplificati per permettere il calcolo di valori
realistici della trasmittanza termica di finestre complete, considerando flussi termici multi-
dimensionali attraverso il telaio e lo spazio tra le lastre di vetri doppi.
Sebbene questi forniscano un valore accurato del flusso termico, le temperature superfi-
ciali sono affette da errori significativi e non dovrebbero essere utilizzate per stimare il
rischio di condensazione.

2) Da pubblicare.

UNI EN ISO 13788:2003 © UNI Pagina 24


APPENDICE E RELAZIONI TRA IL TRASPORTO DI UMIDITÀ E LA PRESSIONE PARZIALE
(informativa) DEL VAPORE

E.1 Trasporto del vapore


Le equazioni da (E.1) a (E.4) possono essere utilizzate per il calcolo della diffusione del
vapore, purché siano utilizzate le relative proprietà fisiche dei materiali:
∆p ∆p
g = δ p ------- = ------- (E.1)
d Zp

δ ∆p ∆p
g = ----0- ------- = δ 0 ------- (E.2)
µ d sd

∆ν ∆ν
g = δ v ------- = ------- (E.3)
d Zv

D ∆ν ∆ν
g = ------0- ------- = D 0 ------- (E.4)
µ d sd

E.2 Pressione parziale di vapore e umidità volumica


La pressione del vapore e l’umidità volumica sono legate dalla seguente equazione (E.5):
p = ν Rv T (E.5)
dove:
Rv è la costante dei gas per il vapore acqueo = 462 Pa·m3/(K·kg);
T è la temperatura assoluta in Kelvin.
La differenza tra pressione parziale del vapore interna ed esterna ∆p è calcolata come:
G
∆ p = ∆ νR v ( T i + T e )/2 = -------- R v ( T i + T e )/2 (E.6)
nV

E.3 Pressione di saturazione del vapore in funzione della temperatura


Le seguenti formule empiriche forniscono la pressione di saturazione del vapore in
funzione della temperatura:
17,269 θ
------------------------
237,3 + θ
p sat = 610,5 e per θ ≥ 0 °C (E.7)
21,875 θ
------------------------
265,5 + θ
p sat = 610,5 e per θ < 0 °C (E.8)
Queste possono essere invertite per permettere il calcolo della temperatura corrispon-
dente ad una data pressione di saturazione del vapore.
p sat
237,3 log e⎛ ---------------⎞
⎝ 610,5⎠
θ = -------------------------------------------------------- per psat ≥ 610,5 Pa (E.9)
p sat
17,269 – log e⎛ ---------------⎞
⎝ 610,5⎠

p sat
265,5 log e⎛ ---------------⎞
⎝ 610,5⎠
θ = -------------------------------------------------------- per psat < 610,5 Pa (E.10)
p sat
21,875 – log e⎛ ---------------⎞
⎝ 610,5⎠

UNI EN ISO 13788:2003 © UNI Pagina 25


prospetto E.1 Pressione di saturazione del vapore e umidità volumica

θ psat vsat θ psat vsat


°C Pa kg/m3 °C Pa kg/m3
-20 103 0,000 88 11 1 312 0,009 99
-19 113 0,000 96 12 1 402 0,010 64
-18 124 0,001 05 13 1 497 0,011 32
-17 137 0,001 15 14 1 598 0,012 04
-16 150 0,001 26 15 1 704 0,012 80
-15 165 0,001 38 16 1 817 0,013 60
-14 181 0,001 51 17 1 937 0,014 44
-13 198 0,001 65 18 2 063 0,015 33
-12 217 0,001 80 19 2 196 0,016 26
-11 237 0,001 96 20 2 337 0,017 25
-10 259 0,002 13 21 2 486 0,018 28
-9 283 0,002 32 22 2 642 0,019 37
-8 309 0,002 52 23 2 808 0,020 51
-7 338 0,002 74 24 2 982 0,021 71
-6 368 0,002 98 25 3 166 0,022 97
-5 401 0,003 24 26 3 359 0,024 30
-4 437 0,003 51 27 3 563 0,025 68
-3 475 0,003 81 28 3 778 0,027 14
-2 517 0,004 13 29 4 003 0,028 66
-1 562 0,004 47 30 4 241 0,030 26
0 611 0,004 84 31 4 490 0,031 94
1 656 0,005 18 32 4 752 0,033 69
2 705 0,005 55 33 5 027 0,035 52
3 757 0,005 93 34 5 316 0,037 44
4 813 0,006 34 35 5 619 0,039 45
5 872 0,006 78 36 5 937 0,041 55
6 935 0,007 24 37 6 271 0,043 74
7 1 001 0,007 73 38 6 621 0,046 03
8 1 072 0,008 25 39 6 987 0,048 43
9 1 147 0,008 80 40 7 371 0,050 92
10 1 227 0,009 38

UNI EN ISO 13788:2003 © UNI Pagina 26


APPENDICE F METODI DI CALCOLO PIÙ AVANZATI
(informativa)

F.1 Modelli computerizzati


Recentemente sono stati sviluppati una serie di modelli di calcolo per l’elaborazione di
calcoli più avanzati. Ci si può attendere che tali modelli possano assicurare una maggiore
accuratezza rispetto a quelli descritti nella presente norma. Un problema tuttavia è costi-
tuito dal fatto che dati di ingresso, come le proprietà fisiche dei materiali e le condizioni
climatiche, spesso non sono sufficientemente noti.
I modelli computerizzati sono basati spesso sulle differenze finite con passi temporali
dell’ordine di minuti o di ore e con distanze tra i punti dell’ordine di centimetri. Essi
possono trattare in genere il trasporto del vapore sia in fase liquida sia in fase vapore e
l’assorbimento del vapore nei materiali non-igroscopici.
La maggior parte dei modelli permettono di considerare le proprietà dei materiali in
funzione, per esempio, del contenuto di umidità o della temperatura. I dati climatici esterni
e interni sono forniti come valori orari o funzioni matematiche. Alcuni modelli trattano
effetti accoppiati di trasmissione del calore e del vapore, altri calcolano indipendente-
mente il campo di temperatura e di umidità.

F.2 Metodi di tipo Glaser che considerano la redistribuzione dell’umidità in fase liquida
Il metodo indicato nella presente norma assume che la condensazione del vapore che si
verifica all’interfaccia tra strati di materiale rimanga in quell'interfaccia. Nella pratica la
condensa può migrare negli strati adiacenti all’interfaccia.
L’entità di tale migrazione dell’umidità può essere stimata sulla base del contenuto critico di
umidità del materiale wcr che rappresenta il contenuto di umidità oltre il quale ha inizio il
trasporto di acqua in fase liquida; sotto wcr si assume che avvenga trasporto di umidità solo
in fase vapore. Valori tipici di wcr per alcuni materiali edilizi sono riportati nel prospetto F.1.

prospetto F.1 Tipici valori del contenuto critico di umidità

Materiale Contenuto critico di umidità


wcr
kg/m3
Calcestruzzo autoclavato aerato 120
Mattone 60 - 130
Malta cementizia 180
Calcestruzzo 125
Mattone di sabbia calcarea 80 - 110

Quando una certa quantità di acqua Ma è aggiunta alla superficie di uno strato di
materiale, lo spessore dw interessato alla distribuzione di umidità è calcolato come:
M
d w = -------a-
w cr
La normale procedura di calcolo di Glaser viene quindi sviluppata con un valore
dell’umidità relativa pari a 1,0 (p = psat) nella zona di spessore dw.

UNI EN ISO 13788:2003 © UNI Pagina 27


APPENDICE ZA RIFERIMENTI NORMATIVI ALLE PUBBLICAZIONI INTERNAZIONALI E
(normativa) PUBBLICAZIONI EUROPEE CORRISPONDENTI
La presente norma europea rimanda, mediante riferimenti datati e non, a disposizioni
contenute in altre pubblicazioni. Tali riferimenti normativi sono citati nei punti appropriati
del testo e vengono di seguito elencati. Per quanto riguarda i riferimenti datati, successive
modifiche o revisioni apportate a dette pubblicazioni valgono unicamente se introdotte
nella presente norma europea come aggiornamento o revisione. Per i riferimenti non
datati vale l’ultima edizione della pubblicazione alla quale si fa riferimento (compresi gli
aggiornamenti).1)

Pubblicazione Anno Titolo EN Anno Titolo


ISO 6946 - Building components and building EN ISO 6946 - Building components and building
elements - Thermal resistance and elements - Thermal resistance and
thermal transmittance - Calculation thermal transmittance - Calculation
method method
ISO 9346 - Thermal insulation - Mass transfer - EN ISO 9346 - Thermal insulation - Mass transfer -
Physical quantities and definitions Physical quantities and definitions
ISO 10211-1 - Thermal bridges in building construction EN ISO 10211-1 - Thermal bridges in building construction
- Calculation of heat flows and surface - Calculation of heat flows and surface
temperatures - General methods temperatures - General methods
ISO 10456 - Building materials and products - EN ISO 10456 - Building materials and products -
Procedures for determining declared Procedures for determining declared
and design thermal values and design thermal values
ISO 12572 - Hygrothermal performance of building EN ISO 12572 - Hygrothermal performance of building
materials and products - Determination materials and products - Determination
of water vapour transmission properties of water vapour transmission properties
ISO 15927-11) - Hygrothermal performance of buildings EN ISO 15927-11) - Hygrothermal performance of buildings
- Calculation and presentation of - Calculation and presentation of
climatic data - Monthly means of single climatic data - Monthly means of single
meteorological elements meteorological elements

1) Da pubblicare.

UNI EN ISO 13788:2003 © UNI Pagina 28


APPENDICE ZB RIFERIMENTI INFORMATIVI ALLE PUBBLICAZIONI INTERNAZIONALI E
(informativa) PUBBLICAZIONI EUROPEE CORRISPONDENTI
La presente norma europea rimanda, mediante riferimenti datati e non, a disposizioni
contenute in altre pubblicazioni. Tali riferimenti normativi sono citati nei punti appropriati
del testo e vengono di seguito elencati.1)

Pubblicazione Anno Titolo EN Anno Titolo


1) 1)
ISO 10077-2 - Thermal performance of windows, doors EN ISO 10077-2 - Thermal performance of windows, doors
and shutters - Calculation of thermal and shutters - Calculation of thermal
transmittance - Numerical method for transmittance - Numerical method for
frames frames
ISO 10211-2 - Thermal bridges in building construction EN ISO 10211-2 - Thermal bridges in building construction
- Calculation of heat flows and surface - Calculation of heat flows and surface
temperatures - Linear thermal bridges temperatures - Linear thermal bridges

1) Da pubblicare.

UNI EN ISO 13788:2003 © UNI Pagina 29


APPENDICE NA DATI DA ASSUMERSI NEI CALCOLI E INDICAZIONI UTILI PER L’APPLICAZIONE
NAZIONALE DELLE VERIFICHE
(normativa)

NA.1 Dati da assumersi nei calcoli

NA.1.1 Dati climatici delle località


Per le condizioni climatiche esterne richieste al punto 4.2 della presente norma si adotta-
no i valori riportati nella UNI 10349.
In caso di disponibilità di più accurate e specifiche informazioni, possono essere utilizzati
dati climatici medi mensili locali (mediati su base temporale di almeno 20 anni).

NA.1.2 Temperatura interna degli ambienti


Per edifici destinati ad abitazione e simili, in assenza di più specifiche informazioni, si
adottano i seguenti valori di temperatura interna:
ϑi = 20 °C nei mesi in cui è in funzione l'impianto di riscaldamento;
ϑi = 18 °C nei mesi in cui l'impianto di riscaldamento non è in funzione, ma la tem-
peratura esterna media mensile è < 18 °C;
ϑi = ϑe nei mesi in cui la temperatura esterna media mensile è ≥ 18 °C.
Per edifici destinati ad altri utilizzi la temperatura interna deve essere valutata caso per ca-
so, coerentemente con le condizioni d'uso prevedibili o accertabili.

NA.1.3 Rinnovo dell'aria


In assenza di più specifiche informazioni, per edifici adibiti ad abitazione, privi di sistema
di ventilazione meccanica, può essere inizialmente utilizzata l’espressione seguente:
n = 0,2 + 0,04 ϑ e (h-1)
dove:
ϑe è la temperatura esterna media mensile secondo la UNI 10349; per ϑe ≤ 0 si assuma
n = 0,2.
Il necessario rinnovo d'aria deve essere tuttavia determinato in funzione delle condizioni
interne assunte, al fine di prevenire la formazione di condensa superficiale o interstiziale.
Per edifici destinati ad altri utilizzi il rinnovo d'aria dovrà essere valutato caso per caso in
funzione della presenza di impianti meccanici di ventilazione o delle specifiche necessità
correlate all'utilizzo degli edifici stessi.
La relazione riportata, da utilizzarsi in prima verifica, fornisce il valore minimo di rinnovo
dell'aria riscontrabile in edifici adibiti ad abitazione, completamente privi di sistemi di ven-
tilazione. Detto valore costituisce una iniziale e prudenziale stima della ventilazione ai fini
delle verifiche di cui alla presente norma e non un valore ottimale della stessa, che deve
invece essere determinato nel rispetto delle condizioni di igiene e salubrità regolamentate
e normate dalle disposizioni vigenti.
La relazione suddetta è composta da due termini, il primo dei quali tiene conto della ven-
tilazione comunque generata da infiltrazioni attraverso i serramenti e dai normali flussi
d'aria prodotti dall'utilizzo comune degli ambienti, il secondo termine tiene conto di una
ventilazione aggiuntiva, dovuta al comportamento dell'utenza (apertura di finestre e porte
esterne) in funzione delle condizioni climatiche esterne.
Se il rinnovo d'aria così valutato e/o fRsi (soprattutto sui ponti termici) non risultano suffi-
cienti, si rende necessario progettare un sistema di ventilazione che garantisca un rinno-
vo di aria adeguato. Tale sistema può essere:
- a ventilazione naturale (per esempio per tiraggio naturale di un camino di esalazione);
- a ventilazione naturale asservita (per esempio con sistemi di controllo delle aperture verso
l’esterno);
- a ventilazione meccanica controllata (per esempio con sistemi di estrazione
meccanica dotati di controllo delle portate di estrazione e di reintegro).
È comunque necessario un adeguato controllo del tasso di ventilazione, anche al fine di
contenere i consumi energetici.

UNI EN ISO 13788:2003 © UNI Pagina 30


NA.1.4 Produzione di vapore interna
In riferimento all’appendice A, in assenza di più specifiche informazioni, per edifici ad uso
abitativo, si adottino i valori di ∆ν riportati nel grafico della figura A.1 con riferimento alla
spezzata che divide le zone di classe 3, produzione "media" e di classe 4, produzione
"alta" (∆ν = 0,006 per θe ≤ 0 °C, ∆ν = 0 per θe = 20 °C).

NA.1.5 Quantità limite di condensa ammissibile alla fine del periodo di condensazione
In assenza di più specifiche informazioni, la quantità ammissibile di condensa presente in
un elemento alla fine del periodo di condensazione è riportata nel prospetto seguente.
In ogni caso la quantità di condensa non può superare 500 g/m2.
Tutta la condensa formatasi all’interno di un elemento al termine del periodo di riscalda-
mento dovrà sempre evaporare prima dell’inizio della successiva stagione di riscalda-
mento.
prospetto Quantità limite di condensa ammissibile alla fine del periodo di condensazione

Materiale Densità [kg/m3] Qamm [g/m2]


Laterizi 600 - 2 000 ≤ 500
Calcestruzzi 400 - 2 400 ≤ 500
Legnami e derivati 500 - 800 ≤ 30 ρ d
Intonaci e malte 600 - 2 000 ≤ 30 ρ d
Fibre di natura organica:
con collanti resistenti all’acqua 300 - 700 ≤ 20 ρ d
con collanti non resistenti all’acqua 300 - 700 ≤ 5ρd
Fibre minerali 10 - 150 ≤ 5 000 ρ d [λ/(1 - 1,7 λ)]
Materie plastiche cellulari 10 - 80 ≤ 5 000 ρ d [λ/(1 - 1,7 λ)]
Nota d è espresso in [m] e ρ in [kg/m3].

NA.2 Indicazioni utili per l’applicazione delle verifiche

NA.2.1 Caratteristiche del componente edilizio


Qualora non risulti possibile soddisfare le condizioni previste dalla presente norma me-
diante l’incremento del rinnovo di aria, si rende necessaria la revisione del componente
edilizio in esame, al fine di modificarne opportunamente le caratteristiche termiche e/o di
resistenza al vapore.
Il criterio da adottarsi deve essere quello di ridurre il più possibile i percorsi preferenziali del flus-
so termico, sia interponendo materiali isolanti di rivestimento, sia mediante un più opportuno di-
segno delle zone di accoppiamento. In particolare, se la parete corrente comprende uno strato
di materiale isolante, sarà opportuno cercare di mantenere la continuità di tale strato, anche in
corrispondenza ai nodi strutturali. Ove ciò non fosse possibile, nel disegno delle zone di accop-
piamento si dovrà cercare di incrementare la lunghezza del percorso del flusso termico, in modo
da aumentare così la resistenza al suo passaggio.
A tale proposito non si possono tuttavia fornire indicazioni precise, valide in ogni caso par-
ticolare: si riporta solo il caso (figura NA.1) di una struttura, esemplificando alcuni criteri
generali di intervento. Il ponte termico rappresentato in figura viene corretto nell’intervento
di tipo a) mantenendo la continuità dell’isolamento termico dell’involucro edilizio (isola-
mento sull’esterno); nel caso b) (isolamento termico sull’interno) viene invece considerato
un più opportuno disegno della zona di accoppiamento per incrementare la lunghezza del
percorso del flusso termico.

UNI EN ISO 13788:2003 © UNI Pagina 31


figura NA.1 Esempio di correzione di ponte termico

NA.2.2 Criteri di intervento per modificare strutture risultate non idonee nella valutazione della
condensa interstiziale
Qualora la struttura in esame non risulti idonea secondo i criteri presentati, è necessario
prendere provvedimenti con l'adozione di una o più delle seguenti linee di intervento.
a) In generale occorre tenere presente che un migliore comportamento igrometrico della
struttura può essere ottenuto intervenendo sulla disposizione degli strati secondo i se-
guenti criteri:
- disposizione, verso il lato esterno degli strati caratterizzati da maggiore resistenza
termica R ;
- disposizione, verso il lato interno degli strati caratterizzati da maggiore resistenza
alla diffusione Zp.
In figura NA.2 è rappresentato a titolo di esempio un confronto tra due pareti bistrato.
Nella figura NA.2a lo strato B è posto sul lato interno e lo strato A su quello esterno;
viceversa nella figura NA.2b. Appare evidente come sia più favorevole il comportamento
della struttura in cui resistenza termica maggiore (strato B) è posta sul lato esterno e la
resistenza alla diffusione maggiore (strato A) sul lato interno (figura NA.2b). Tale inter-
vento tuttavia non risulta sempre possibile: per esempio una copertura piana deve inevi-
tabilmente presentare uno strato di impermeabilizzazione (Zp elevato) sul lato esterno.
figura NA.2a Confronto Ps, Pv per parete bistrato

figura NA.2b Confronto Ps, Pv per parete bistrato

UNI EN ISO 13788:2003 © UNI Pagina 32


b) Si può osservare che è sempre possibile evitare la formazione di condensa,
impedendo al vapore di diffondere nella struttura, mediante l'inserimento sul lato
interno di uno strato di materiale di notevole resistenza alla diffusione (barriera al
vapore). Nella figura NA.3 è rappresentato l'effetto dell'inserimento di uno strato
barriera (C) in una parete.
figura NA.3 Effetto per inserimento di una barriera al vapore sull’andamento di Pv , Ps

È opportuno precisare che l'adozione di barriera al vapore deve essere sempre


valutata con molta cautela, in quanto con la sua presenza spesso si possono
verificare inconvenienti, tra i quali per esempio:
- si può verificare una riduzione dell'asciugamento estivo;
- nelle strutture con impermeabilizzazione sul lato esterno rispetto all’isolante
l’eventuale umidità presente all’atto della costruzione (getti in opera) non ha più
la possibilità di essere smaltita;
- la barriera può perdere con il tempo le sue caratteristiche.
In genere se la quantità di condensa formatasi risulta ammissibile, per una ulteriore
riduzione, è sconsigliabile porre in opera uno strato barriera al vapore; è auspicabile
invece una più accurata progettazione dell’involucro edilizio.
Nelle strutture, e in particolare nelle coperture, quando è presente uno strato di
impermeabilizzazione sul lato esterno rispetto all’isolante, nel caso si adotti una
barriera al vapore, è buona norma che essa garantisca una resistenza al passaggio
del vapore superiore di almeno 5-7 volte il corrispondente valore della membrana
impermeabile. La resistenza termica degli strati sottostanti la barriera al vapore non
dovrebbe superare il 20% della resistenza termica globale.
c) Al fine di aumentare la possibilità di smaltimento dell'acqua condensata è anche
possibile prevedere un'opportuna ventilazione con aria esterna della zona
interessata alla condensazione (vedere figura NA.4).
figura NA.4 Esempio di parete ventilata
Legenda
1 Aria di ventilazione

UNI EN ISO 13788:2003 © UNI Pagina 33


UNI
Ente Nazionale Italiano La pubblicazione della presente norma avviene con la partecipazione volontaria dei Soci,
di Unificazione dell’Industria e dei Ministeri.
Via Battistotti Sassi, 11B Riproduzione vietata - Legge 22 aprile 1941 Nº 633 e successivi aggiornamenti.
20133 Milano, Italia

Potrebbero piacerti anche