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NRIF AA019447
filename2 UNINI1378800
UNI EN ISO 13788:2003 - 01-06-2003 - Prestazione igrotermica dei componenti e degli elementi per edilizia - Temperatura superficiale interna per evitare l'umidità superficiale critica e condensazione interstiziale -
IDcompl Metodo di calcolo
ITEM3 CTI
TITOLO Prestazione igrotermica dei componenti e degli elementi per edilizia - Temperatura
superficiale interna per evitare l'umidità superficiale critica e condensazione interstiziale
- Metodo di calcolo
Hygrothermal performance of building components and building elements - Internal
surface temperature to avoid critical surface humidity and interstitial condensation -
Calculation methods
SOMMARIO La presente norma è la versione ufficiale in lingua italiana della norma europea EN ISO
13788 (edizione luglio 2001). La norma definisce un metodo di riferimento per
determinare la temperatura superficiale interna minima dei componenti edilizi tale da
evitare crescita di muffe, in corrispondenza a valori prefissati di temperatura e umidità
relativa interna; il metodo può essere anche utilizzato per la previsione del rischio di altri
problemi di condensazione superficiale. Inoltre viene indicato il metodo per la
valutazione del rischio di condensazione interstiziale dovuta alla diffusione del vapore
acqueo e le relative condizioni al contorno da utilizzare nei calcoli. Il metodo usato
assume che l'umidità da costruzione si sia asciugata e non tiene conto di altri fenomeni
fisici (risalita capillare, variazione con l'umidità dei parametri, termofisica, ecc.).
PARZIALMENTE SOSTITUITA
GRADO DI COGENZA
RIFERIMENTI NAZIONALI
LINGUA Italiano
PAGINE 33
PREZZO EURO Non Soci 54,50 Euro - Soci 27,25 Euro
Sostituita da 13788 - 2013
NORMA EUROPEA
CLASSIFICAZIONE ICS 91.060
Le norme UNI sono elaborate cercando di tenere conto dei punti di vista di tutte le parti
interessate e di conciliare ogni aspetto conflittuale, per rappresentare il reale stato
dell’arte della materia ed il necessario grado di consenso.
Chiunque ritenesse, a seguito dell’applicazione di questa norma, di poter fornire sug-
gerimenti per un suo miglioramento o per un suo adeguamento ad uno stato dell’arte
in evoluzione è pregato di inviare i propri contributi all’UNI, Ente Nazionale Italiano di
Unificazione, che li terrà in considerazione, per l’eventuale revisione della norma stessa.
INTRODUZIONE 1
2 RIFERIMENTI NORMATIVI 1
DESCRITTORI
ICS
CEN
COMITATO EUROPEO DI NORMAZIONE
European Committee for Standardization
Comité Européen de Normalisation
Europäisches Komitee für Normung
Segreteria Centrale: rue de Stassart, 36 - B-1050 Bruxelles
© 2001 CEN
Tutti i diritti di riproduzione, in ogni forma, con ogni mezzo e in tutti i Paesi, sono
riservati ai Membri nazionali del CEN.
2 RIFERIMENTI NORMATIVI
La presente norma europea rimanda, mediante riferimenti datati e non, a disposizioni
contenute in altre pubblicazioni. Tali riferimenti normativi sono citati nei punti appropriati
del testo e vengono di seguito elencati. Per quanto riguarda i riferimenti datati, successive
modifiche o revisioni apportate a dette pubblicazioni valgono unicamente se introdotte
nella presente norma europea come aggiornamento o revisione. Per i riferimenti non
datati vale l'ultima edizione della pubblicazione alla quale si fa riferimento (compresi gli
aggiornamenti).
EN 12524 Building materials and products - Hygrothermal properties -
Tabulated design values
ISO 6946 Building components and building elements - Thermal resistance
and thermal transmittance - Calculation method
ISO 9346 Thermal insulation - Mass transfer - Physical quantities and
definitions
ISO 10211-1 Thermal bridges in building construction - Calculation of heat flows
and surface temperatures - General methods
3.1.1 fattore di temperatura in corrispondenza alla superficie interna: Differenza tra la tempe-
ratura della superficie interna e dell’aria esterna, diviso per la differenza tra la temperatura
dell’aria interna e dell’aria esterna calcolata con una resistenza superficiale interna Rsi:
θ si – θ e
f Rsi = -----------------
- (1)
θi – θe
Metodi di calcolo del fattore di temperatura per strutture complesse sono riportati nella
ISO 10211-1.
3.1.3 temperatura minima accettabile: Valore minimo della temperatura superficiale interna oltre
il quale ha inizio la crescita di muffe.
3.1.4 apporto specifico di vapore: Produzione di vapore in un ambiente diviso il rinnovo d’aria e
il volume dell’ambiente:
∆ν = ν i – ν e = G / ( nV ) (3)
3.1.5 spessore equivalente di aria per la diffusione del vapore: Spessore di uno strato di aria in
quiete avente la stessa resistenza al vapore dello strato di materiale in esame:
s d = µd (4)
3.1.6 umidità relativa: Rapporto tra la pressione di vapore e la pressione del vapore saturo alla
stessa temperatura:
p
ϕ = --------- (5)
p sat
3.1.7 umidità relativa critica in corrispondenza di una superficie: Umidità relativa in corrispon-
denza di una superficie che può causare il deterioramento della superficie stessa, in parti-
colare la crescita di muffe.
1) Da pubblicare.
3.3 Pedici
c condensazione n interfaccia
cr valore critico s superficiale
e aria esterna sat valore alla saturazione
ev evaporazione se superficie esterna
i aria interna si superficie interna
min valore minimo T totale sull’elemento
o sul componente completo
4.2.1 Posizione
Se non diversamente specificato, le condizioni esterne da utilizzarsi devono essere
rappresentative della zona in cui si trova l’edificio.
Nota nazionale Per i dati climatici delle località, vedere appendice nazionale.
4.2.3 Temperature
Per i calcoli devono essere utilizzate le seguenti temperature:
a) Temperatura dell’aria esterna, come specificato in 4.2.1.
b) Temperatura del terreno adiacente al componente edilizio.
Devono essere usati valori annuali medi della temperatura dell’aria esterna.
c) Temperatura dell’aria interna.
Devono essere usati valori secondo l’uso previsto dell’edificio. Le temperature
dell’aria interna da utilizzarsi nella presente norma possono essere indicate a livello
nazionale.
Nota nazionale Per le temperature interne degli ambienti, vedere appendice nazionale.
p e = ϕ e p sat ( θ e ) (6)
ν e = ϕ e ν sat ( θ e ) (7)
A causa della relazione non lineare tra temperatura e umidità a saturazione, queste
relazioni diventano imprecise nei climi caldi.
Per il calcolo del rischio di condensazione superficiale su elementi a bassa inerzia termica,
come per esempio finestre e telai, deve essere utilizzata l’umidità relativa esterna corri-
spondente alla media annuale della temperatura minima su base giornaliera.
b) Umidità del terreno
Assumere condizioni di saturazione (ϕ = 1).
c) Umidità dell'aria interna
L’umidità relativa interna può essere:
1) derivata da una delle espressioni:
pi = pe + ∆p (8)
ν i = ν e + ∆ν (9)
Assumere valori di ∆p e ∆ν in accordo con la destinazione d’uso dell’edificio e
moltiplicarli per 1,10 per prevedere un margine di sicurezza. I valori da utilizzare
nella presente norma possono essere indicati a livello nazionale;
oppure
2) pari a un valore costante ϕi quando l’umidità relativa interna è nota e mantenuta
costante, per esempio da un impianto di condizionamento. Per prevedere un
margine di sicurezza, aggiungere 0,05 all’umidità relativa.
Nota 1 L’introduzione di un fattore 1,10 (o un margine di 0,05 all’RH) è destinata ad ovviare alle inaccura-
tezze del metodo. Il metodo di calcolo descritto nella presente norma è riferito a condizioni stazio-
narie. In realtà, tuttavia, le variazioni di temperatura dell’aria esterna, della radiazione solare,
l’inerzia igroscopica e la regolazione dinamica del riscaldamento possono influenzare le condizioni
di umidità relativa in corrispondenza delle superfici. Questo è in particolare il caso di un’area di un
ponte termico costituita da materiali da costruzione con un’elevata inerzia termica. Il fattore non
tiene conto del comportamento dell’utenza, che può avere effetti significativi sulla ventilazione.
Nota 2 I valori di umidità dell’aria interna possono essere riferiti a cinque classi di umidità, vedere appendice A.
Nota nazionale Per i dati sul rinnovo dell’aria e sulla produzione di vapore interna, vedere appendice nazionale.
Resistenza
m2·K/W
Resistenza termica superficiale esterna Rse 0,04
Resistenza termica superficiale interna Rsi
Per vetri e telai 0,13
Per tutte le altre superfici interne 0,25
5.1 Generalità
Questo punto descrive un metodo per progettare l’involucro edilizio in modo da prevenire
gli effetti negativi dell’umidità relativa critica in corrispondenza delle superfici, come per
esempio la formazione di muffe.
Nota La condensazione superficiale può provocare il degrado dei materiali edilizi non protetti che siano sensibili
all’umidità. Essa può essere accettata temporaneamente e in piccole quantità, per esempio sulle finestre e
sulle piastrelle nei bagni, se la superficie è impermeabile all’umidità e sono assunte misure adeguate per
prevenirne il contatto con materiali adiacenti sensibili.
Per periodi di tempo di diversi giorni con umidità relativa superficiale maggiore di 0,8, c’è
il rischio di formazione di muffe.
6.1 Generalità
Questo punto fornisce un metodo per calcolare il bilancio di vapore annuale e la massima
quantità di umidità accumulata dovuta alla condensazione interstiziale. Il metodo assume
che l’umidità di costruzione si sia asciugata.
Il metodo dovrebbe essere considerato come uno strumento di valutazione piuttosto che
di previsione accurata. Esso permette di confrontare soluzioni costruttive diverse e di
verificare gli effetti delle modifiche apportate alla struttura. Esso non fornisce una previ-
sione accurata delle condizioni igrometriche all’interno della struttura in opera e non è
adatto per il calcolo dell’evaporazione dell’umidità di costruzione.
6.2 Principio
A partire dal primo mese in cui è prevista condensazione, vengono considerate le condi-
zioni medie mensili esterne per calcolare la quantità di acqua condensata o evaporata in
ciascuno dei dodici mesi dell’anno. La quantità di acqua condensata accumulata alla fine
di quei mesi in cui è avvenuta condensazione viene confrontata con quella evaporata
complessivamente durante il resto dell’anno.
Si assumono condizioni stazionarie e geometria monodimensionale. Non si considerano
moti dell’aria attraverso o all’interno degli elementi edilizi.
Il trasporto dell’umidità è assunto come sola diffusione del vapore acqueo, descritta dalla
seguente equazione:
δ ∆p ∆p
g = ----0- ------- = δ 0 ------- (14)
µ ∆x sd
-10
dove δ 0 = 2 × 10 kg/(m·s·Pa).
Nota 1 δ0 dipende dalla temperatura e dalla pressione atmosferica, ma queste influenze vengono trascurate nella
presente norma. Nell’appendice E sono riportate altre equazioni per il trasporto del vapore acqueo.
Il flusso termico specifico è dato da:
∆θ ∆θ
q = λ ------- = ------- (15)
d R
Nota 2 La conduttività termica λ e la resistenza termica R sono assunte costanti e la capacità termica specifica dei
materiali non rilevante. Per materiali omogenei a facce piane parallele R = d/ λ. Si trascurano l’apporto o la
sottrazione di calore dovuti a passaggio di fase.
Nota 3 I metodi di calcolo che seguono questo principio sono definiti spesso "metodi di tipo Glaser". Metodi più
avanzati sono descritti brevemente nell’appendice F.
6.4 Calcolo
n
s ' d,n = ∑ s d,j (17)
j =1
La resistenza termica totale ed il totale spessore equivalente di aria per la diffusione del
vapore sono forniti dalle equazioni (18) e (19):
n
R ' T = R si + ∑ R j + R se (18)
j =1
n
s ' d,T = ∑ s d,j (19)
j =1
figura 2 Diffusione del vapore attraverso un elemento edilizio multistrato in cui non si verifica condensazione
interstiziale
p i – p c2 p c2 – p c1 ⎞
interfaccia c2: g c2 = δ 0 ⎛ ------------------------------
- – -------------------------------- (24)
⎝ s ' d,T – s ' d,c2 s ' d,c2 – s ' d,c1⎠
6.4.7 Evaporazione
In presenza di condensa, accumulata nei mesi precedenti, in una o più interfacce, la
pressione parziale del vapore deve essere uguale a quella di saturazione e il profilo della
pressione parziale del vapore deve essere tracciato con segmenti di retta tra la pressione
parziale del vapore interna, quella in corrispondenza dell’interfaccia di condensazione,
quella del vapore esterna, vedere figura 5. Se il profilo di pressione parziale del vapore
supera in un’interfaccia quello della pressione di saturazione, ritracciare la pressione del
vapore con segmenti di retta nel modo indicato in 6.4.4.
figura 5 Evaporazione da un’interfaccia nel componente edilizio
I flussi specifici di evaporazione per le due interfacce di evaporazione sono calcolati come
(vedere figura 6):
p c2 – p c1 p c1 – p e⎞
interfaccia c1: g ev1 = δ 0 ⎛ -------------------------------- – -------------------
- (26)
⎝ s ' d,c2 – s ' d,c1 s ' d,c1 ⎠
p i – p c2 p c2 – p c1 ⎞
interfaccia c2: g ev2 = δ 0 ⎛ ------------------------------
- – -------------------------------- (27)
⎝ s ' d,T – s ' d,c2 s ' d,c2 – s ' d,c1⎠
p i – p c2 p c2 – p c1 ⎞
evaporazione all’interfaccia c2: g ev = δ 0 ⎛ ------------------------------
- – -------------------------------- (29)
⎝ s ' d,T – s ' d,c2 s ' d,c2 – s ' d,c1⎠
Mese 1 2 3 4 5 6 7 8 9
Mese 1 2 3 4 5 6 7
Mese 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
Mese 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
θI ϕi θe ϕe
°C °C
Gennaio 20 0,57 10 0,83
Febbraio 20 0,57 5 0,88
Marzo 20 0,59 1 0,88
Aprile 20 0,57 -1 0,85
Maggio 20 0,58 0 0,84
Giugno 20 0,54 4 0,78
Luglio 20 0,51 9 0,72
Agosto 20 0,51 14 0,68
Settembre 20 0,50 18 0,69
Ottobre 20 0,56 19 0,73
Novembre 20 0,52 19 0,75
Dicembre 20 0,56 15 0,79
d R µ sd
m m2·K/W m
Resistenza esterna 0,04
Strato impermeabile 0,010 0,05 500 000 5 000
Isolante 0,100 3 150 15
Barriera al vapore 1 000
Finitura superficiale 0,012 0,075 10 0,12
Resistenza interna 0,13
Nota Le proprietà dei materiali indicate negli esempi si riferiscono a tipologie generiche e non a materiali specifici.
Vengono analizzate le tre interfacce corrispondenti alle intersezioni tra gli strati di
materiale riportati in figura C.1. All’inizio dei calcoli si assume che la quantità di umidità
accumulata Ma in tutte le tre interfacce sia nulla.
Utilizzando le condizioni climatiche interne ed esterne nel prospetto C.1, si determina che
Ottobre è il mese di partenza, come descritto in 6.4.3, 6.4.4 e 6.4.5, con la pressione di
vapore che supera la pressione di saturazione in corrispondenza dell’interfaccia 1, l’inter-
faccia tra l’isolante e lo strato impermeabile. Il flusso specifico di vapore condensazione gc
è valutato con l’equazione (22). Questo fornisce la massa di umidità per unità di superficie
accumulata Ma, alla fine di Ottobre, riportata nella parte sinistra del prospetto C.3.
Questa procedura viene quindi ripetuta utilizzando le condizioni ambientali per ogni mese
dal prospetto C.1. Non risulta condensazione nelle interfacce 2 e 3 in nessun mese. Come
mostrato nel prospetto C.3, la quantità di condensa nell'interfaccia 1 raggiunge il massimo
nel mese più freddo di Gennaio e diminuisce fino a zero in Marzo.
gc Ma gc Ma
kg/m2 kg/m2 kg/m2 kg/m2
Ottobre 0,000 02 0,000 02 0,002 88 0,002 88
Novembre 0,000 21 0,000 23 0,014 90 0,017 78
Dicembre 0,000 36 0,000 58 0,024 70 0,042 48
Gennaio 0,000 38 0,000 96 0,026 21 0,068 69
Febbraio 0,000 33 0,001 29 0,023 04 0,091 73
Marzo 0,000 20 0,001 50 0,014 99 0,106 72
Aprile -0,000 03 0,001 47 0,000 68 0,107 40
Maggio -0,000 28 0,001 19 -0,015 04 0,092 36
Giugno -0,000 53 0,000 66 -0,030 97 0,061 39
Luglio -0,000 53 0,000 13 -0,031 64 0,029 75
Agosto -0,000 58 0 -0,034 94 0
Settembre 0 0 0 0
d R µ sd
m m2·K/W m
Resistenza esterna 0,04
Rivestimento superficiale esterno 0,010 0,01 100 1,00
Isolante 0,080 2,5 2,0 0,16
Muratura 0,130 0,6 22,0 2,86
Isolante 0,080 2,5 2,0 0,16
Rivestimento superficiale interno 0,010 0,05 10 0,10
Resistenza interna 0,13
Sono analizzate le quattro interfacce alle intersezioni tra gli strati di materiale riportati in
figura C.2. All’inizio dei calcoli si assume che la quantità di condensa accumulata Ma nelle
quattro interfacce sia zero.
Sulla base delle condizioni climatiche nel prospetto C.1, si determina nel Novembre è il
mese di partenza come descritto in 6.4.3, 6.4.4 e 6.4.5, con la pressione parziale del
vapore che supera quella di saturazione nell’interfaccia 1 di separazione tra il rivestimento
superficiale esterno e lo strato isolante esterno. Il flusso specifico di vapore condensato gc
nel mese è valutato con l’equazione (22). Questo fornisce la massa di vapore per unità di
superficie accumulata Ma, alla fine di Novembre, riportata nel prospetto C.5.
prospetto C.5 Flusso specifico di vapore condensato mensilmente e quantità di condensa accumulata nella parete
isolata
gc Ma gc Ma
kg/m2 kg/m2 kg/m2 kg/m2
Novembre 0,013 0,013 0 0
Dicembre 0,070 0,084 0 0
Gennaio 0,071 0,155 0,036 0,036
Febbraio 0,058 0,212 0,004 0,039
Marzo 0,014 0,226 -0,527 0
Aprile -0,164 0,062 0 0
Maggio -0,344 0 0 0
Giugno 0 0 0 0
Luglio 0 0 0 0
Agosto 0 0 0 0
Settembre 0 0 0 0
Ottobre 0 0 0 0
2) Da pubblicare.
δ ∆p ∆p
g = ----0- ------- = δ 0 ------- (E.2)
µ d sd
∆ν ∆ν
g = δ v ------- = ------- (E.3)
d Zv
D ∆ν ∆ν
g = ------0- ------- = D 0 ------- (E.4)
µ d sd
p sat
265,5 log e⎛ ---------------⎞
⎝ 610,5⎠
θ = -------------------------------------------------------- per psat < 610,5 Pa (E.10)
p sat
21,875 – log e⎛ ---------------⎞
⎝ 610,5⎠
F.2 Metodi di tipo Glaser che considerano la redistribuzione dell’umidità in fase liquida
Il metodo indicato nella presente norma assume che la condensazione del vapore che si
verifica all’interfaccia tra strati di materiale rimanga in quell'interfaccia. Nella pratica la
condensa può migrare negli strati adiacenti all’interfaccia.
L’entità di tale migrazione dell’umidità può essere stimata sulla base del contenuto critico di
umidità del materiale wcr che rappresenta il contenuto di umidità oltre il quale ha inizio il
trasporto di acqua in fase liquida; sotto wcr si assume che avvenga trasporto di umidità solo
in fase vapore. Valori tipici di wcr per alcuni materiali edilizi sono riportati nel prospetto F.1.
Quando una certa quantità di acqua Ma è aggiunta alla superficie di uno strato di
materiale, lo spessore dw interessato alla distribuzione di umidità è calcolato come:
M
d w = -------a-
w cr
La normale procedura di calcolo di Glaser viene quindi sviluppata con un valore
dell’umidità relativa pari a 1,0 (p = psat) nella zona di spessore dw.
1) Da pubblicare.
1) Da pubblicare.
NA.1.5 Quantità limite di condensa ammissibile alla fine del periodo di condensazione
In assenza di più specifiche informazioni, la quantità ammissibile di condensa presente in
un elemento alla fine del periodo di condensazione è riportata nel prospetto seguente.
In ogni caso la quantità di condensa non può superare 500 g/m2.
Tutta la condensa formatasi all’interno di un elemento al termine del periodo di riscalda-
mento dovrà sempre evaporare prima dell’inizio della successiva stagione di riscalda-
mento.
prospetto Quantità limite di condensa ammissibile alla fine del periodo di condensazione
NA.2.2 Criteri di intervento per modificare strutture risultate non idonee nella valutazione della
condensa interstiziale
Qualora la struttura in esame non risulti idonea secondo i criteri presentati, è necessario
prendere provvedimenti con l'adozione di una o più delle seguenti linee di intervento.
a) In generale occorre tenere presente che un migliore comportamento igrometrico della
struttura può essere ottenuto intervenendo sulla disposizione degli strati secondo i se-
guenti criteri:
- disposizione, verso il lato esterno degli strati caratterizzati da maggiore resistenza
termica R ;
- disposizione, verso il lato interno degli strati caratterizzati da maggiore resistenza
alla diffusione Zp.
In figura NA.2 è rappresentato a titolo di esempio un confronto tra due pareti bistrato.
Nella figura NA.2a lo strato B è posto sul lato interno e lo strato A su quello esterno;
viceversa nella figura NA.2b. Appare evidente come sia più favorevole il comportamento
della struttura in cui resistenza termica maggiore (strato B) è posta sul lato esterno e la
resistenza alla diffusione maggiore (strato A) sul lato interno (figura NA.2b). Tale inter-
vento tuttavia non risulta sempre possibile: per esempio una copertura piana deve inevi-
tabilmente presentare uno strato di impermeabilizzazione (Zp elevato) sul lato esterno.
figura NA.2a Confronto Ps, Pv per parete bistrato