L’esperto risponde

fisco
42 condominio

Agevolazioni, le tende Perizia sul 110 per cento:

esterne rientrano tutti i condòmini
fra le schermature solari sono tenuti al pagamento
a pagina 6 a pagina 13

SANDRA FRANCHINO

il tema della settimana

Il «Codice rosso»
scudo antiviolenza
Le contromisure a tutela di chi è più debole

Responsabilità Dichiarazione Contabilità, Lavoro autonomo

e risarcimento dei redditi bilancio e Nfr e partite Iva
Maddalena Russo Alfredo Calvano e Attilio Gianluca Dan Aldo Forte
Calvano Pietro Gremigni
Redditi di lavoro
Controversie civili autonomo Incentivi
e mediazione Nicola Forte Barbara Marini Previdenza
Marisa Marraffino e pensioni
Redditi d’impresa Giuseppe Argentino
Gianluca Dan Condominio
Fisco Augusto Cirla
Irap Pierantonio Lisi
Bonus edilizi Gianluca Dan Cesarina Vittoria Vegni
Alessandro Borgoglio
Silvio Rivetti Iva
Marco Zandonà Anna Abagnale Pubblico impiego
Giorgio Confente Aldo Ciccarella
Agevolazioni fiscali Simona Ficola
Gabriele Ferlito
Barbara Marini Accertamento In diretta
Stefano Mazzocchi e Riscossione con l’esperto
Rosanna Acierno Per inviare le domande
Imposte e altri tributi agli esperti del Sole24Ore
Nicola Forte Fiscalità immobiliare compilare il modulo disponibile
e catasto sul sito, dove sono presenti tutti
31/10/22 Antonio Iovine gli approfondimenti
ilsole24ore.com/
espertorisponde
2 Il Sole 24 Ore Lunedì 31 Ottobre 2022 - N. 42
n. 42
«Codice rosso», scudo
antiviolenza: nuovi reati,
pene più dure e tutele
difesa per le donne. Anche nel settore investigativo e giudiziario
si potrà ricorrere a una sorta di corsia privilegiata per gestire gli allarmi
Responsabilità
e risarcimento
PAGINE A CURA DI
Selene Pascasi
Subisco periodicamente umiliazioni e vessazioni
da mio marito. Spesso, anche in presenza dei
nostri bambini. Mi hanno detto che esiste una
normativa di protezione chiamata «Codice
rosso». Potreste spiegarmi in cosa consiste e fino
a che punto potrebbe difendermi?
Per Codice rosso si intende la riforma emanata con
legge 69 del 2019, in vigore dal 9 agosto dello stesso
anno, intitolata «Modifiche al Codice penale, al
Codice di procedura penale e altre disposizioni in
materia di tutela delle vittime di violenza
domestica e di genere». La normativa, di cui può
avvalersi, interviene principalmente in tre
direzioni: introduce nuovi reati, inasprisce le
sanzioni per quelli esistenti e disegna una
procedura su misura per tutelare meglio e prima
chi viva situazioni a rischio.
Cosa cambia
Vediamo, in dettaglio, che cosa cambia. Intanto,
nel Codice penale entrano quattro crimini. Uno è la
deformazione dell’aspetto della persona mediante
lesioni permanenti al viso (sfregio, articolo 583
quinquies) punito con la reclusione da otto a 14
anni e con l’ergastolo se ne derivi la morte. L’altro è
la diffusione illecita di immagini o video
sessualmente espliciti senza il consenso dei
soggetti rappresentati (revenge porn, articolo 612
ter) punito con la reclusione da uno a sei anni e la
multa da cinque a 15mila euro. Pene più alte se le
vendette provengono dal coniuge, anche separato
o divorziato, da un ex, o se si utilizzino mezzi
informatici. Introdotto, poi, il delitto di costrizione
o induzione al matrimonio (articolo 558 bis). Ma, e
ciò la riguarda, diventa reato (articolo 387 bis,
l’esperto risponde
IL TEMA DELLA SETTIMANA
reclusione da sei mesi a tre anni) anche violare
l’ordine di allontanamento dalla casa familiare o il
divieto di avvicinamento ai luoghi da lei
frequentati che il giudice potrebbe disporre per
tutelarla dai maltrattamenti familiari (articolo 572
del Codice penale) di cui è vittima. Nella nozione di
maltrattamenti, infatti, non rientrano soltanto
le percosse, ma ogni forma di violenza che
calpesti la dignità della persona offesa, sia essa
fisica, sessuale, verbale, morale o economica
(Cassazione 18937/2016) e, dunque, anche le
umiliazioni e vessazioni che riferisce.
Aumento delle pene
La riforma, peraltro, nell’aumentare sensibilmente
la pena per i maltrattamenti (oggi puniti con il
carcere da tre a sette anni), la eleva fino alla metà
quando siano commessi con l’uso delle armi,
contro donne gravide, disabili, minorenni o – come
nel suo caso – in presenza di minori. Insomma,
l’inveire di suo marito davanti agli occhi dei vostri
bambini potrà far scattare l’aggravante della
violenza assistita. Ipotesi che si verifica, spiega
Cassazione 18833/2018, anche se i soprusi non si
rivolgano direttamente contro i minori ma li
coinvolgano come involontari spettatori delle liti
tra i genitori all’interno delle mura domestiche, ove
si accerti l’abitualità delle condotte e l’idoneità a
provocare in loro uno stato di sofferenza
psicofisica. Tornando alle novità del Codice rosso,
per concretizzare la tutela delle vittime si accelera
l’iter d’indagine per alcuni delitti tra cui lo stupro, i
maltrattamenti, lo stalking, le cui notizie di
reato saranno riferite dalla polizia giudiziaria al
pubblico ministero immediatamente e, in prima
battuta, anche a voce.
Il Pm, poi, assumerà le informazioni dalla persona
offesa entro tre giorni per offrirle un rapido
ombrello di garanzie. Con le modifiche, in sintesi,
anche nel settore investigativo e giudiziario si
potrà ricorrere ad una sorta di codice rosso per
gestire gli allarmi, sulla falsariga di quanto accade
in pronto soccorso per le emergenze sanitarie.
Non a caso, per il personale che eserciti funzioni di
pubblica sicurezza e di polizia giudiziaria orientate
a prevenire e perseguire i crimini introdotti o solo
ritoccati dalla riforma, sono stati attivati dei corsi
di formazione professionali specifici.
Del resto, se di urgenze si tratta, l’attenzione
dedicata deve raggiungere ed attestarsi sui
massimi livelli.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
SANDRA FRANCHINO
Figli, sul regime di affido
pesano le cause penali
Mi sono separata e ho chiesto l’affidamento
esclusivo di mia figlia perché suo padre è un
uomo violento. A suo carico, infatti, è aperto
un processo penale per abusi nei miei
confronti. Vorrei sapere se questo può
influenzare il giudice e far sì che accolga la
richiesta di affidare la piccola solo a me.
È possibile. Non posso darle alcuna certezza
perché le questioni sull’affidamento sono
diverse l’una dall’altra e non tutte si risolvono
allo stesso modo. Ad incidere, poi, sarà
ovviamente anche l’esito della causa penale
siccome fino alla condanna definitiva vige la
presunzione di non colpevolezza. In ogni caso,
tra le novità introdotte dal Codice rosso ce n’è
una che la interessa. Oggi, ai fini della
decisione delle cause di separazione o relative
alla prole minore o all’esercizio della potestà
genitoriale, al giudice civile va trasmessa copia
delle ordinanze emesse verso uno dei genitori.
Tra queste, quelle che – in relazione ai reati di
maltrattamenti familiari, stalking, violenze o
vendette sessuali – applichino misure
cautelari, le sostituiscano o le revochino, gli
avvisi di concluse indagini preliminari, le
archiviazioni e chiaramente le sentenze.
Praticamente, si mettono in “comunicazione” i
circuiti civili e penali così che le decisioni sui
figli siano adottate alla luce di una valutazione
esauriente e complessiva della situazione
familiare.
La vigilanza dinamica
frena l’escalation violenta
Mio marito mi picchia e, negli ultimi tempi, lo
fa in modo più aggressivo del solito e temo in
un epilogo tragico. Che succede se riferisco
tutto alle forze dell’ordine?
Nei casi di violenza domestica e di genere, cui
rientrano maltrattamenti, lesioni, stalking,
esiste una corsia preferenziale che accelera le
azioni della polizia giudiziaria e del pubblico
ministero. La notizia di reato viene subito
Il Sole 24 Ore Lunedì 31 Ottobre 2022 - N. 42
n. 42
trasmessa, anche oralmente, al Pm che, salvo
esigenze di tutela di minori o di riservatezza
delle indagini, entro tre giorni ascolta la
persona offesa o chi ha sporto denuncia. Il
termine è volutamente breve per consentire la
rapida predisposizione delle misure cautelari,
raccogliere un racconto ancora vivido ed
evitare pressioni su chi abbia esposto i fatti,
strumentali a farlo ritrattare. Vittima e
difensore, poi, resteranno informati su ogni
step dell’iter, incluso un eventuale
provvedimento di scarcerazione. Con il divieto
di avvicinamento, inoltre, il giudice potrà
disporre particolari modalità di controllo quali
l’uso del braccialetto elettronico così che un
alert da una app collegata al dispositivo
avviserà dell’approssimarsi del soggetto
pericoloso. Infine, per aiutare le vittime a
riconquistare la loro autonomia, è previsto il
sostegno del Reddito di libertà e l’assistenza
legale a spese dello Stato.
Caso di stalking contro l’ex?
Carcere anche oltre i sei anni
La mia prima moglie non riesce ad accettare il
fatto che, dopo il divorzio, mi sia risposato.
Per rendermi la vita impossibile, mi
perseguita con squilli sul cellulare e si
apposta di frequente sotto casa tanto che
sono tentato di trasferirmi altrove. Che posso
fare e cosa rischia?
Come sicuramente già saprà, lei è vittima di
stalking. Termine che, infatti, deriva
dall’inglese to stalk, cioè pedinare,
perseguitare, seguire. A definirlo è l’articolo
612 bis del Codice penale che punisce a titolo di
atti persecutori chiunque, uomo o donna non
ha alcuna importanza, ripetutamente minaccia
o molesta qualcuno in modo da causargli un
perdurante e grave stato di ansia o di paura, o
da ingenerargli un fondato timore per
l’incolumità propria o dei suoi cari, o da
costringerlo ad alterare abitudini di vita. Circa
l’altra domanda, le rispondo francamente: la
sua ex rischia molto perché, con le modifiche
introdotte dal Codice rosso volte a rafforzare il
ruolo deterrente della norma, le pene previste
per lo stalking sono aumentate ed oscillano da
un anno a sei anni e sei mesi di reclusione. La
SANDRA FRANCHINO
l’esperto risponde
IL TEMA DELLA SETTIMANA
SANDRA FRANCHINO
riforma, poi, prevede un ulteriore aumento di
pena se il fatto è commesso attraverso
strumenti informatici o telematici, oppure dal
coniuge, anche se separato o divorziato come
nel suo caso, o da soggetto che è o è stato
legato affettivamente alla persona offesa. Mi
chiede, poi, cosa può fare. Salvo che il reato sia
procedibile d’ufficio perché commesso su
minori o disabili, dovrà sporgere querela nel
termine di sei mesi.
Tuttavia, per avere una tutela anticipata
rispetto alla definizione del procedimento
penale, può esporre i fatti e chiedere
l’ammonimento del questore cioè un
avvertimento rivolto alla signora di astenersi
dal commettere ulteriori molestie. Se,
nonostante l’ammonimento, le persecuzioni
non cessino, si procederà d’ufficio. Peraltro
con legge 161/2017 di riforma del Codice
antimafia, ricorrendone i presupposti, agli
indiziati di stalking può applicarsi la
sorveglianza speciale di pubblica sicurezza e,
se occorra, il divieto di soggiorno in uno o più
comuni o province.
Il revenge porn viene punito
con reclusione e blocco web
Mia figlia diciassettenne, reduce dalla fine di
una storia con un coetaneo, è sempre molto
tesa specie quando in tv si parla di vendette
sessuali. Non vorrei che fosse vittima dell’ex.
Se così fosse, come dovremmo agire?
Se i suoi timori fossero fondati, si tratterebbe
del reato di revenge porn introdotto dal Codice
rosso per punire con reclusione e multa chi,
per denigrare qualcuno, diffonde scatti o
filmati di contenuto sessuale esplicito che
erano destinati a restare privati. E la pena
aumenta se a commetterlo sia il coniuge,
anche separato o divorziato, o, come ipotizza,
l’ex. Ma alla tutela penale si affianca quella
sulla privacy grazie all’articolo 144 bis del Dlgs
196/03 per cui, su segnalazione di un sospetto
caso di vendetta sessuale – anche da parte del
minore coinvolto o dei suoi genitori – il
Garante per la protezione dei dati personali
dispone con urgenza il blocco preventivo delle
piattaforme indicate come sospette.
3
glossario
Violenza domestica
Per la Convenzione di Istanbul, indica tutti gli
atti di violenza fisica, sessuale, psicologica o
economica che si verificano all'interno della
famiglia oppure tra attuali o precedenti coniugi
o partner indipendentemente da un’eventuale
condivisione di residenza tra l’autore o l’autrice
degli atti e la vittima.
Violenza assistita
Quando si parla di violenza assistita, che l’Or-
ganizzazione mondiale della Sanità inquadra
tra le forme gravi di maltrattamento, ci si
riferisce agli abusi indiretti subiti dai minori
che assistano, come spettatori passivi, ai
comportamenti violenti perpetrati su figure
per loro affettivamente importanti quali uno
dei genitori o altri soggetti di riferimento.
Sfregio
Si tratta di un reato introdotto dal Codice
rosso che, per rafforzare la risposta penale al
fenomeno delle aggressioni con l’acido (vitrio-
lage), sanziona la deformazione e lo sfregio
permanente del viso come crimine a sé e non
più come aggravante delle lesioni personali.
Ammonimento
Misura amministrativa con cui il questore si
rivolge all’autore dei fatti segnalati intimando-
gli di non compiere ulteriori atti di molestia
o di violenza domestica, così da dissuaderlo
da condotte che potrebbero sfociare nel
processo penale e offrire alla vittima una
tutela anticipata.
riferimenti normativi
Decreto legge 93/13, articolo 3
Per prevenire fatti di violenza domestica
segnalati – cioè uno o più atti di violenza
sessuale, fisica, psicologica, economica,
commessi in famiglia o tra persone che siano
o siano state legate da vincoli di matrimonio
o affettivi – il questore può, anche senza
querela, ammonire l’autore.
Dlgs 196/03, articolo 144 bis
Chi nutra un serio sospetto di esser vittima
di revenge porn quindi della diffusione
senza il suo consenso di foto, video, audio di
contenuto sessualmente esplicito che lo
rappresentino, può segnalarlo al Garante
che nelle 48 ore seguenti potrà disporre il
blocco delle piattaforme.
Disposizione attuativa
Codice di procedura penale, articolo 64 bis
Se pende una causa di affido o sulla respon-
sabilità genitoriale, al giudice vanno trasmes-
si senza ritardo i provvedimenti, emessi per
alcuni reati nei confronti di una delle parti: le
ordinanze su misure cautelari personali,
avvisi di garanzia, archiviazioni, sentenze.
Codice di procedura penale,
articoli 90 ter e 659 comma 1 bis
Dettano l’obbligo, per i reati violenti, di comu-
nicare all’offesa e al suo difensore i provvedi-
menti di scarcerazione, fine della misura di
sicurezza detentiva, applicazione delle misu-
re cautelari, revoca o sostituzione di misure
coercitive o interdittive, evasione.
4 Il Sole 24 Ore Lunedì 31 Ottobre 2022 - N. 42
n. 42
Responsabilità
e risarcimento
A cura di
Maddalena Russo
[2132][502747]
Gli indennizzi per gli orfani
delle vittime di femminicidio
Esiste un indennizzo per figli rimasti orfani in se-
guito a femminicidio? Se sì, a quanto ammonta?
E come si richiede?
Sono in vigore, dal 24 gennaio 2020, i nuovi valori
di indennizzo previsti dallo Stato per le vittime di re-
ati intenzionali violenti. Con le modifiche introdotte
dal decreto del 22 novembre 2019 dei ministeri
dell'Interno e della Giustizia, in collaborazione con
il ministero dell'Economia e delle finanze, lo Stato
riconosce adeguamenti nel solco dell'attuazione
delle politiche contro la violenza di genere e a tutela
delle vittime, recepite con la firma della convenzione
di Istanbul ratificata in Italia il 27 settembre 2012.
I nuovi importi, in caso di decesso della vittima, am-
montano a 50mila euro per il reato di omicidio, au-
mentati a 60mila per i figli delle vittime di omicidio
commesso dal coniuge, anche separato o divorzia-
to, o da una persona legata alla vittima da una rela-
zione affettiva.
Gli orfani di madri uccise in ambito domestico, o a
seguito di violenze sessuali o di stalking, possono
ottenere dallo Stato un contributo, che consiste in
un assegno alle famiglie affidatarie, in borse di stu-
dio e contributi per l’inserimento al lavoro. Per otte-
nere questi aiuti, il tutore o l’affidatario di un minore
orfano a causa di tali crimini, o gli orfani maggiorenni
appartenenti a queste categorie, presentano la do-
manda alla prefettura del luogo di residenza, che
inoltra la documentazione al Comitato di solidarietà
per la valutazione della sussistenza dei requisiti. Se
la documentazione è sufficiente, i destinatari saran-
no contattati dalla prefettura e riceveranno un ver-
samento sul conto corrente indicato nell’istanza.
[2133][502748]
Quali soggetti possono
chiedere il risarcimento
Chi può chiedere l'indennizzo in seguito a un fem-
minicidio, commesso da una persona senza lega-
mi con la vittima?
L'articolo 11, comma 2-bis, della legge 122/2016
prevede che, in caso di morte della vittima in conse-
guenza di un reato intenzionale violento, hanno di-
ritto all'indennizzo il coniuge superstite e i figli e, in
assenza dell'uno e degli altri, i genitori; qualora man-
chino anche i genitori, l'indennizzo spetta ai fratelli
e alle sorelle, se conviventi e a carico della donna de-
ceduta. Inoltre, «al coniuge è equiparata la parte di
l’esperto risponde
un'unione civile tra persone dello stesso sesso. In
mancanza del coniuge, allo stesso è equiparato il
convivente di fatto che ha avuto prole dalla vittima
o che ha convissuto con questa nei tre anni prece-
denti alla data di commissione del delitto».
Controversie
civili
e mediazione
A cura di
Marisa Marraffino
[2134][502060]
Videosorveglianza lecita
se i dati sono «minimizzati»
In una proprietà privata, su cui insiste una servi-
tù pedonale utilizzata dal vicino confinante, è
possibile installare un sistema di videosorve-
glianza? Il vicino non ha rilasciato il consenso
all'installazione.
Nella proprietà privata è possibile installare teleca-
mere di videosorveglianza, anche nel caso in cui ri-
prendano strade o passaggi attraversati da altri, a
condizione che non vengano effettuate riprese delle
proprietà altrui e che vengano rispettate le condi-
zioni in materia di privacy dettate dal regolamento
Ue 679/2016, (cosiddetto Gdpr-General data pro-
tection regulation), così come coordinato in Italia
con il Dlgs 101/2018.
Il Comitato europeo per la protezione dei dati perso-
nali ha infatti adottato le linee guida 3/2019 sul
trattamento dei dati personali attraverso sistemi di
videosorveglianza, specificando che il Gdpr si appli-
ca a tutti i sistema di videosorveglianza che com-
portano la registrazione e la conservazione costanti
di dati personali e che si estendono anche solo par-
zialmente allo spazio pubblico.
Quindi, se le telecamere puntano verso l’esterno
della sfera privata della persona che procede al trat-
tamento dei dati personali, inquadrando terze per-
sone, questa non può considerarsi un’attività esclu-
sivamente “personale o domestica”, con la conse-
guenza che occorre rispettare le norme previste dal
Gdpr. In questo caso la registrazione è legittima, in
quanto effettuata per il perseguimento di un legitti-
mo interesse (secondo l’articolo 6, paragrafo 1, let-
tera f, del Gdpr stesso), dato dalla protezione delle
proprie incolumità e proprietà privata.
La legittimità del trattamento non fa venire meno,
però, la necessità di "minimizzazione dei dati" (il che
significa che i dati devono essere adeguati, perti-
nenti e limitati a quanto necessario rispetto alle fi-
nalità per le quali sono trattati a norma dell’articolo
5, paragrafo 1, lettera c, del Gdpr), né l'esigenza di
bilanciare gli interessi contrapposti.
Nel caso specifico, la minimizzazione dei dati implica
la riduzione al minimo del rischio di acquisire filmati
che rivelino altri dati sensibili, indipendentemente
dalla finalità. Non sembra però che, a parte l’even-
tuale passaggio del proprietario e del vicino, le teleca-
mere installate registrino ulteriori dati personali
meritevoli di maggior tutela.
Fisco
Bonus edilizi
A cura di
Alessandro Borgoglio
[2135][502173]
Sconto in fattura recuperabile
con lo storno dell'acconto
Nell'ambito di un intervento di manutenzione
straordinaria (agevolabile al 50 per cento), è stata
emessa, nel 2022, una fattura di acconto pagata
con bonifico parlante. Volendo applicare, a saldo
lavori (che avverrà sempre nel corso del 2022), lo
sconto in fattura, come ci si deve comportare con
la fattura in acconto già emessa? Considerato
che, con chiarimento del 28 maggio 2022, l'agen-
zia delle Entrate ha escluso la possibilità che ac-
conti e saldi abbiano trattamento differente, è
possibile emettere una nota di credito per storna-
re la fattura di acconto e fatturare tutto a saldo,
con applicazione dello sconto in fattura?
Come chiarito dall'agenzia delle Entrate con la nota
18 della circolare 19/E/2022, «con riferimento alla
modalità di esercizio dell’opzione per lo sconto in
fattura, si ricorda che lo sconto deve essere applica-
to in relazione a ciascuna fattura (anche in caso di
sconto parziale) e la restante parte non coperta da
sconto deve essere pagata utilizzando, nei casi pre-
visti dalla norma, il bonifico bancario o postale dal
quale risulti la causale del versamento, il codice fi-
scale del beneficiario della detrazione ed il numero
di partita Iva, ovvero, il codice fiscale del soggetto
a favore del quale il bonifico è effettuato. Ad esem-
pio, nel caso di opzione per lo sconto in fattura a
fronte di spese per interventi di manutenzione stra-
ordinaria di cui all’articolo 16-bis del Tuir (Dpr
917/1986), per i quali spetta una detrazione del 50
per cento, qualora i lavori agevolabili siano fatturati
con due documenti di spesa distinti, è necessario
- per fruire dell’agevolazione - applicare lo sconto
(nella misura massima del 50 per cento) su ognuno
dei predetti documenti e pagare con bonifico ban-
cario o postale le restanti parti».
Nel caso delineato nel quesito, pertanto, per non
perdere la possibilità di avvalersi dello sconto in fat-
tura, si potrebbe, come suggerito dal lettore, emet-
tere una nota di credito per stornare la fattura di ac-
conto (pagata integralmente con bonifico parlante)
e fatturare tutto a saldo, con applicazione dello
sconto in fattura e con nuovo pagamento con boni-
fico parlante relativo alla nuova fattura emessa
(previo il rimborso del vecchio bonifico, relativo alla
fattura di acconto stornata).
Il Sole 24 Ore Lunedì 31 Ottobre 2022 - N. 42
n. 42
[2136][502178]
Il 75% sul nuovo ascensore
a spese di un solo condomino
In merito alla detrazione del 75% prevista dalla
legge 234/2021 (di Bilancio per il 2022), in rela-
zione all'installazione sulle parti comuni di un
nuovo ascensore, si chiede quale sia il limite di
spesa agevolabile nel caso di un edificio compo-
sto da due unità immobiliari.
Nel caso specifico, la prima unità è di proprietà del
soggetto A e la seconda è di proprietà del sogget-
to A per il 50% e del soggetto B per l'altra metà.
L'importo della spesa è pari a 60mila euro ed è so-
stenuto interamente dal soggetto A.
È corretto considerare il limite di spesa di 40mila
euro per due unità immobiliari, per un totale di
80mila euro, e, pertanto, portare in detrazione
l'intera spesa di 60mila euro, sostenuta esclusi-
vamente dal soggetto A?
L’articolo 119-ter del Dl 34/2020, introdotto dalla
legge 234/2021, di Bilancio per il 2022, riconosce
ai contribuenti, ai fini della determinazione delle
imposte sui redditi, una detrazione dall’imposta
lorda, fino a concorrenza del suo ammontare, per
le spese documentate sostenute dal 1° gennaio al
31 dicembre 2022, e volte alla realizzazione di in-
terventi direttamente finalizzati al superamento
e all’eliminazione di barriere architettoniche in edi-
fici già esistenti.
La detrazione, da ripartire tra gli aventi diritto in cin-
que quote annuali di pari importo, spetta nella misu-
ra del 75% delle spese sostenute ed è calcolata su
un ammontare complessivo non superiore a:
- 50.000 euro, per gli edifici unifamiliari o per le
unità immobiliari situate all’interno di edifici plu-
rifamiliari che siano funzionalmente indipendenti
e dispongano di uno o più accessi autonomi dal-
l’esterno;
- 40.000 euro, moltiplicati per il numero delle unità
immobiliari degli edifici composti da due a otto unità
immobiliari;
- 30.000 euro, moltiplicati per il numero delle unità
immobiliari degli edifici composti da più di otto unità
immobiliari.
Pertanto, in relazione al primo quesito, si conferma
che il massimale di spesa per gli interventi in ogget-
to è di 80mila euro, pari a 40mila per ognuna delle
due unità immobiliari che compongono l'edificio
condominiale indicato nel quesito.
Per quanto concerne, invece, la seconda domanda,
e cioè la possibilità - per un solo condomino che so-
stiene tutte le spese - di fruire integralmente della
detrazione complessivamente spettante per l'edifi-
cio condominiale, l'agenzia delle Entrate ha chiarito
che, «in caso di installazione, nel cavedio condomi-
niale, dell’ascensore e di spesa sostenuta per intero
da un solo condomino, a questo è riconosciuta la
detrazione, da applicare entro il limite massimo
consentito dalle disposizioni vigenti ratione tempo-
ris, con riferimento alla parte di spesa corrispon-
dente alla ripartizione in base alla tabella millesimale
del condominio o in base a altre modalità stabilite
dall’assemblea dei condòmini, in quanto l’ascensore
diviene “oggetto di proprietà comune” e, quindi, è
utile (e utilizzabile) per tutti i condòmini» (circolare
28/E/2022, pagine 39-40).
Pertanto, il condomino "A" di cui al quesito, che so-
stiene integralmente la spesa per l'installazione
dell'ascensore, può detrarre soltanto il 75 per cento
della quota parte di spesa corrispondente ai suoi
millesimi di proprietà, secondo le tabelle millesimali.
l’esperto risponde
Nulla, però, vieta che i due condòmini proprietari
delle unità immobiliari che compongono l'edificio si
accordino per deliberare preventivamente l'inter-
vento e l'accollo di tutte le spese in capo a uno solo
di essi, stabilendo, appunto, questo diverso criterio
di ripartizione delle spese rispetto a quello legale
delle tabelle millesimali, così che - nel caso in que-
stione - il condomino A possa sostenere tutte le
spese, ma anche fruire integralmente della detra-
zione su tutta la spesa sostenuta.
A cura di
Silvio Rivetti
[2137][501943]
Cessione delle rate residue
ammessa se avviene in blocco
Un contribuente, lavoratore dipendente, ha
presentato il modello 730/2022, nel quale ha
inserito la prima rata della detrazione, spettan-
te per alcuni lavori effettuati sulla sua abita-
zione nel 2021. Nel 2023 questo soggetto tra-
sferirà la residenza all’estero per un'opportuni-
tà di lavoro della durata di cinque/sei anni,
iscrivendosi all’Aire (anagrafe degli italiani re-
sidenti all'estero).
Si chiede se le restanti rate della detrazione (in
totale otto, poiché la seconda, maturata nel
2022, rientrerebbe nella dichiarazione
730/2023, essendo il contribuente ancora re-
sidente in Italia per il 2022), possano essere
cedute a un terzo (uno dei suoi genitori) intera-
mente oppure solo in parte, per recuperare le
rate rimanenti a partire dal rientro in Italia.
Infine, poiché all'abitazione, entro il 2022, sarà
collegato un box auto pertinenziale, si chiede
se sia possibile, già in sede di rogito notarile di
acquisto, cedere anche il credito relativo a
quest'ultimo.
La risposta è positiva in merito alla possibilità di ce-
dere al genitore le restanti rate della detrazione, che
prevedibilmente, in futuro, non troveranno capienza
nell’imposta lorda del contribuente. Tale facoltà, in-
fatti, è prevista dall’articolo 121, comma 1, lettera
b, del Dl 34/2020, per il quale la prima cessione del
credito è praticabile liberamente a favore di qualun-
que soggetto terzo. La cessione delle rate residue,
peraltro, è da effettuare in blocco, secondo quanto
previsto dal provvedimento del direttore dell'agen-
zia delle Entrate 35873/2022, integrato dal prov-
vedimento 202205/2022, al punto 1.3 (con la con-
seguente impraticabilità dell’opzione di “riservarsi”,
ai fini della detrazione in dichiarazione, le ultime rate
annuali della serie).
Quanto alla spesa per l’acquisto del box auto, che
dà origine alla detrazione del 50 per cento, ex arti-
colo 16-bis, comma 1, lettera d, del Tuir (Dpr
917/1986), essa è a sua volta cedibile una volta
sostenuta, in base al'articolo 121, comma 2, lette-
ra a, del Dl 34/2020.
5
[2138][501643]
Compravendita dell'immobile
e trasferimento di incentivi
Nella compravendita di un immobile la parte alie-
nante ha dichiarato di assumere a proprio carico
l’onere di provvedere al pagamento dei lavori di
manutenzione straordinaria del fabbricato, deli-
berati e da deliberare, e di volersi avvalere degli
incentivi fiscali.
Sono stati affidati i lavori ricadenti nella normati-
va sismabonus ed ecobonus, attualmente in fase
di realizzazione, con Sal (stati avanzamento lavo-
ri) erogati con asseverazione sia tecnica che fi-
scale e recanti l'indicazione della parte alienante
come titolare degli incentivi fiscali e del relativo
credito d’imposta.
Il commercialista della parte alienante, che è an-
che asseveratore fiscale, ha fatto presente che la
parte da lui assistita, dopo il rogito, non può fruire
delle detrazioni, ma, essendo in presenza di scon-
to in fattura, ha suggerito la sottoscrizione di un
atto in cui la stessa parte alienante rinuncia al cre-
dito d’imposta in favore della parte acquirente.
Si chiede se la parte alienante e la parte acquiren-
te incorrono nel rischio di sanzioni, e se si posso-
no trasferire retroattivamente agli acquirenti gli
incentivi sui lavori già eseguiti e impropriamente
conferiti al cassetto fiscale della parte alienante.
Per risolvere la problematica, occorre distinguere
se il soggetto indicato come alienante dell’immobile
ha sostenuto le spese agevolabili prima dell’aliena-
zione dell’immobile stesso oppure dopo (conside-
rando che rileva, come momento di sostenimento
della spesa, la data di emissione della fattura da par-
te del fornitore concedente lo sconto, ex articolo
121 del Dl 34/2020).
Se la fattura è stata emessa a favore dell’alienante
solo dopo che quest’ultimo aveva già ceduto l’im-
mobile, tenendo presente che il presupposto sog-
gettivo per la fruizione delle detrazioni fiscali è che
le spese agevolabili siano sostenute dal soggetto
possessore o detentore dell’immobile oggetto dei
lavori (circolari 24/E/2020 e 28/E/2022), ne deriva
che il libero accordo civilistico tra la parte venditrice
e quella acquirente dell’immobile, per cui il venditore
si accolla il pagamento dei lavori futuri sull’immobile
stesso, riservandosi al contempo il diritto di fruire
dei relativi vantaggi fiscali, non legittima alcun “radi-
camento” del diritto di accedere alle detrazioni fi-
scali in capo al venditore medesimo, anche nella
versione “alternativa” dello sconto in fattura.
In questo caso, appare necessario riemettere la fat-
tura a favore del nuovo proprietario, che è il reale
fruitore della prestazione economica fatturata, ex
articolo 21 del Dpr 633/1972.
Viceversa, se l’alienante si è espressamente riserva-
to, in sede di rogito, il diritto di fruire integralmente
delle detrazioni riguardanti spese sostenute prima
della cessione immobiliare, questi avrà diritto a frui-
re delle quote anche successive, come indicato dai
Sal e dalle relative fatture (circolare 28/E/2022, pa-
gina 17). Quanto alle spese oggetto degli sconti in
fattura, emesse successivamente alla data del rogi-
to, vale quanto detto sopra, e dunque i relativi bene-
fici fiscali competeranno all’acquirente.
Gli eventuali recuperi d’imposta e le relative sanzioni
riguarderanno la parte che impropriamente si è av-
valsa di diritti di detrazione non spettanti, mentre
accordi successivi tra le parti sono ammessi e rico-
nosciuti validi dalla prassi erariale (circolare 28/
E/2022), se funzionali a integrare l’atto pubblico di
6 Il Sole 24 Ore Lunedì 31 Ottobre 2022 - N. 42
n. 42
cessione con la previsione della conservazione dei
diritti di detrazione in capo all’alienante per le spese
da questi sostenute, se tale previsione era mancan-
te nel rogito, e non, invece, allo scopo di trasferire
diritti impropriamente acquisiti ad altri soggetti, che
non siano destinatari delle fatture.
[2139][501965]
Ok la polizza «retroattiva»
del tecnico asseveratore
Un tecnico asseveratore ha presentato, in data
9 aprile 2021, l'allegato B per lavori di adegua-
mento sismico fiscalmente agevolati (supersi-
smabonus 110 per cento) allo sportello unico
edilizia (Sue) del Comune, omettendo la compila-
zione della sezione riguardante il possesso di po-
lizza specifica. Successivamente, ha sottoscrit-
to tale polizza di responsabilità civile verso terzi-
Rct (per tecnici asseveratori) con effetto dal 21
novembre 2021.
Accortosi del disguido, questo soggetto ha ot-
tenuto dalla compagnia assicuratrice un'appen-
dice di variazione alla polizza citata, con previ-
sione dell'estensione retroattiva della copertu-
ra al 9 aprile 2021; dopodiché ha presentato al
Sue la richiesta di variazione dell'originario alle-
gato B, mediante compilazione della sezione de-
dicata al possesso di polizza specifica, in prece-
denza omessa.
Si può considerare "sanato" il requisito, in capo al
tecnico asseveratore, di essere in possesso di re-
lativa polizza preventivamente al rilascio di asse-
verazioni, affinché il cliente possa beneficiare del
superbonus?
Si ritiene che la risposta possa essere positiva, per-
ché, come evidenziato dall’articolo 119, comma 14,
del Dl 34/2020 (decreto Rilancio), l’obbligo di sot-
toscrizione della polizza è da intendere come fun-
zionale a garantire ai contribuenti e al bilancio dello
Stato il risarcimento dei danni derivanti dall’attività
professionale svolta, nel contesto delle puntuali at-
tività tecniche afferenti alle asseverazioni richieste
dall’articolo 119 stesso.
Nel caso prospettato, pare indubitabile che tale co-
pertura, facente riferimento alla «totale copertura
degli eventuali danni subiti dal contribuente, dallo
Stato o altro ente impositore» (come previsto dalla
circolare 30/E/2020, punto 6.4.1), sia garantita
dalle modalità di integrazione della polizza descritte.
Anche in base al successivo punto 6.4.2 della cir-
colare citata, si ammettono polizze validamente
stipulate nel rispetto della prassi corrente del
mercato e degli accordi contrattuali tra le parti
(assicurato/compagnia di assicurazione), miran-
do in ogni caso al risultato sostanziale della tutela
del contribuente fruitore del beneficio, che qui
pare essere effettiva.
[2140][502306]
Senza il visto di conformità
iter di cessione da ripetere
Nei mesi di marzo e luglio 2022 sono state inviate
due comunicazioni (per acconto e saldo) relative
all'opzione per lavori di ristrutturazione, con ces-
sione di bonus edilizio 50% all'impresa realizzatri-
ce dell'opera. Veniva barrata la casella che indica-
l’esperto risponde
va trattarsi di lavori in edilizia libera. Le comunica-
zioni sono state protocollate e i bonus ceduti so-
no stati accettati dal fornitore, ma non ancora
fruiti in compensazione. Ci si è poi accorti che, vi-
sta la tipologia dei lavori di ristrutturazione, sulle
comunicazioni doveva essere apposto il visto di
conformità.
È possibile rimediare a questo errore formale?
Per la verità, l’errore rappresentato nel quesito non
può qualificarsi come meramente formale, perché
la cessione del credito in questione è avvenuta sen-
za rispettare il duplice presupposto di legge indivi-
duato dall’articolo 121, comma 1-ter, del Dl
34/2020, concernente tanto la redazione dell’asse-
verazione della congruità delle spese quanto l’appo-
sizione del visto di conformità. Questa cessione è
da ritenere scorretta: quindi, va segnalata come tale
all’ufficio territoriale dell’agenzia delle Entrate di ri-
ferimento, a mezzo Pec, e poi va rinnovata con il ri-
spetto dei requisiti citati.
In ogni caso, sia che si rinnovi l’operazione, sia che
si decida di fruire della detrazione in dichiarazione,
sarebbe bene comunicare formalmente via Pec al
cessionario l’esistenza dell’errore, con l’avverti-
mento di non utilizzare questo credito in compen-
sazione. Ciò appare utile non solo e non tanto a tito-
lo di promemoria, quanto come opportuna tutela del
contribuente, che, laddove il cessionario compen-
sasse il credito indebitamente, si vedrebbe recupe-
rato l’importo della corrispondente detrazione
scorrettamente fruita.
A cura di
Marco Zandonà
[2141][501392]
Detraibile il nuovo motore
della basculante condominiale
Il motore della porta basculante del garage del
condominio che amministro dev'essere sostitu-
ito. La spesa per la semplice sostituzione può
accedere al beneficio fiscale della detrazione
del 50% in dieci anni, oppure è necessario pro-
cedere con l'integrale sostituzione (porta ba-
sculante e motore)?
Anche la sostituzione del solo motore della porta
basculante (come la sostituzione dell’intera porta
basculante), pure nel caso in cui si tratti di porta di
accesso a un garage condominiale, rientra fra gli in-
terventi di manutenzione straordinaria le cui spese
consentono l’accesso alla detrazione del 50 per
cento (articolo 16-bis del Tuir, Dpr 917/1986; arti-
colo 1, comma 37, della legge 234/2021, di Bilancio
per il 2022; si veda anche la guida al 50% su
www.agenziaentrate.it).
Fino al 31 dicembre 2024, in alternativa alla detra-
zione in 10 anni in dichiarazione dei redditi, è possi-
bile optare per il pagamento con la cessione del cre-
dito o lo sconto sul corrispettivo, a norma dell’arti-
colo 121 del Dl 34/2020, decreto Rilancio, converti-
to in legge 77/2020.
Nell’ipotesi di una porta di accesso al garage condo-
miniale, il pagamento con bonifico bancario dev'es-
sere effettuato dall’amministratore, e così anche la
comunicazione all’agenzia delle Entrate per l’even-
tuale sconto in fattura o cessione del credito.
[2142][501771]
Fuorigioco il bagno per disabili
che deriva da un ampliamento
Il bonus barriere architettoniche, che prevede
una detrazione del 75% per le spese sostenute
entro dicembre 2022, è fruibile nel caso si pro-
ceda a un ampliamento dell'immobile (una villet-
ta singola) creando un nuovo locale da adibire a
bagno per disabili?
La risposta è negativa. Come per tutte le detrazioni
fiscali per gli interventi su edifici esistenti, anche per
la detrazione del 75% per gli interventi di eliminazio-
ne delle barriere architettoniche (ex articoli 119-ter
e 121 del Dl 34/2020, convertito in legge 77/2020,
e articolo 1, comma 42, della legge 234/2021, di Bi-
lancio per il 2022), non rientrano fra gli interventi
agevolati quelli di ampliamento volumetrico equipa-
rati a quelli di nuova costruzione (è ammesso l’au-
mento di superficie, per esempio mediante accor-
pamento, ma non l'aumento volumetrico).
Nell’ipotesi in cui si effettui un intervento di ristrut-
turazione di un edificio esistente, e contestualmen-
te se ne realizzi un ampliamento, non essendoci de-
molizione, solo la parte in ampliamento è considera-
ta nuova costruzione e, quindi, per essa non è possi-
bile beneficiare delle detrazioni.
Tenendo distinti i corrispettivi contrattuali, i paga-
menti e le fatturazioni tra le spese di recupero - an-
che per eliminazione delle barriere architettoniche
- da quelle di ampliamento (per esempio quelle di
realizzazione di un nuovo bagno per disabili, come
nel caso in esame), è possibile fruire della detrazio-
ne (del 75 per cento, o del 50% per ristrutturazioni
edilizie) per i lavori eseguiti sulla parte già esistente
(circolare 28/E/2022).
[2143][501885]
Le tende esterne rientrano
fra le schermature solari
Secondo il comma 16 dell'articolo 119 («Incentivi
per l'efficienza energetica, sisma bonus, fotovol-
taico e colonnine di ricarica di veicoli elettrici»)
del Dl 34/2020, «la detrazione di cui ai commi 1
e 2 è ridotta al 50 per cento per le spese, sostenu-
te dal 1° gennaio 2018, relative agli interventi di
acquisto e posa in opera di finestre comprensive
di infissi, di schermature solari e di sostituzione
di impianti di climatizzazione invernale con im-
pianti dotati di caldaie a condensazione con effi-
cienza almeno pari alla classe A di prodotto previ-
sta dal regolamento delegato (UE) n. 811/2013
della Commissione, del 18 febbraio 2013...».
Le schermature solari corrispondono alle tende
da sole esterne? Se corrispondono alle tende da
sole esterne e l'amministratore condominiale non
le ha incluse nei lavori di cui al Dl 34/2020, affida-
ti a un general contractor, è possibile fruire dei
benefici fiscali?
Ai fini del 110 per cento, le schermature solari, tra
le quali rientrano anche le tende, sono sempre inter-
venti trainati, che fruiscono del beneficio citato se
l’intervento è eseguito a valle di un intervento trai-
nante (articoli 119 e 121 del Dl 34/2020, convertito
in legge 77/2020; articolo 1, commi 28-36, della
legge 234/2021, di Bilancio per il 2022). Viceversa,
se i lavori condominiali eseguiti fruiscono della de-
Il Sole 24 Ore Lunedì 31 Ottobre 2022 - N. 42
n. 42
trazione del 50% per ristrutturazioni edilizie (articolo
16-bis del Tuir, Dpr 917/1986, e articolo 1, comma
37, della citata legge di Bilancio per il 2022), l’instal-
lazione o sostituzione delle tende, come scherma-
ture solari, fruisce della detrazione del 50% a titolo
di ecobonus ordinario, su un importo di detrazione
massimo pari a 60.000 euro per unità immobiliare,
come intervento autonomo, sempre agevolato, a
prescindere dai lavori condominiali (articolo 1, com-
ma 37, della legge di Bilancio per il 2022, e articolo
14 del Dl 63/2013, convertito in legge 90/2013; si
veda anche la guida al 65% su www.agenziaentra-
te.it).
Per le “schermature solari” (ad esempio, tende da
sole, veneziane, tende a rullo, tende a bracci) sono
ammessi gli orientamenti da Est a Ovest passando
per Sud, e sono, pertanto, esclusi Nord, Nord-Est e
Nord-Ovest. Per le “chiusure oscuranti” (ad esempio
persiane, avvolgibili, tapparelle), sono, invece, am-
messi tutti gli orientamenti (allegato M al Dlgs
311/20063).
Ai fini urbanistici, trattandosi di un intervento in edi-
lizia libera per il quale non è necessaria la Cila (co-
municazione inizio lavori asseverata), è sufficiente
una dichiarazione sostitutiva di atto notorio, atte-
stante la non necessità del provvedimento urbani-
stico sulla base del regolamento edilizio comunale.
Tale dichiarazione non dev'essere inviata all’ammi-
nistrazione finanziaria, ma va conservata dal contri-
buente ed esibita a richiesta degli uffici.
[2144][502166]
Comproprietà: vantaggi
legati al riparto delle spese
Io e la mia compagna (non sposati né conviventi)
abbiamo acquistato un villino (di categoria A/7)
in cui solo lei sposterà la residenza. Io sono pro-
prietario per il 90% e lei per il 10. Per la mia com-
pagna si tratta di acquisto prima casa "under 36",
mentre per me è una seconda casa.
Vorremmo fare lavori di ristrutturazione, aprendo
una pratica di manutenzione straordinaria e ri-
qualificazione energetica, ex legge 10/1991.
Posso finanziare la ristrutturazione per una quota
maggiore rispetto a quanto di mia proprietà, e
fruire delle relative detrazioni (ristrutturazione
ed ecobonus)?
Per quanto riguarda l'Iva, posso chiedere ai vari
fornitori di applicare (ove possibile) l'aliquota del
10% nelle fatture intestate a me e il 4% in quelle
intestate alla mia compagna?
La ripartizione tra i due comproprietari del diritto al-
la detrazione compete in base alle spese sostenute
da ciascuno dei due, a prescindere dalle quote di
proprietà dell’immobile.
La detrazione del 50 per cento, per lavori su un fab-
bricato abitativo in comproprietà, dev'essere ri-
partita tra i comproprietari in proporzione delle
quote di proprietà nell’ipotesi in cui le fatture siano
cointestate senza diversa ripartizione (articolo 16-
bis del Tuir, Dpr 917/1986, e articolo 1, comma 37,
della legge 234/2021, di Bilancio per il 2022; si ve-
da anche la guida al 50% su www.agenziaentra-
te.it). Si evidenzia, tuttavia, che la divisione delle
spese può avvenire liberamente sulla base della
decisione degli stessi comproprietari; in questo
caso, ai fini della detrazione, la ripartizione è quella
che risulta nelle singole fatture e i bonifici devono
contenere il codice fiscale del soggetto che risulta
anche intestatario delle fatture.
l’esperto risponde
Le parti, in sostanza, possono decidere anche una
ripartizione, per esempio, al 100% in capo a uno
dei proprietari, a prescindere dalle quote di pro-
prietà. Le fatture devono essere intestate a que-
sto soggetto in misura pari al 100 per cento, e nei
bonifici di pagamento dev'essere indicato solo il
suo codice fiscale.
In conclusione, ciò che rileva è la ripartizione indica-
ta in fattura, indipendentemente dalle quote di pro-
prietà del fabbricato su cui si interviene (circolari
7/2018, 13/E/2019 e 28/E/2022).
Riguardo all'Iva, trattandosi di un intervento di recu-
pero di fabbricato residenziale, si rende applicabile
l’aliquota del 10 per cento, a prescindere dal fatto
che trattasi di prima o seconda casa (articolo 7,
comma 1, lettera b, della legge 488/1999; circolare
71/E/2000).
[2145][502174]
Bonus mobili, il pagamento
va effettuato dopo il rogito
Un contribuente ha acquistato, a dicembre
2021, un’abitazione per la quale ha fruito del si-
smabonus acquisti, ex articolo 16, comma 1-
septies, del Dl 63/2013, e articoli 119 e 121 del
Dl 34/2022. Il giorno prima del rogito, ha ricevu-
to la fattura per l'acquisto dei mobili, che ha pa-
gato con bonifico il giorno successivo alla data
della stipula dell'atto.
Si chiede se tale soggetto potrà beneficiare del
bonus mobili, facendo valere la data del loro pa-
gamento, successiva all’atto di acquisto della ca-
sa, oppure se ne ha perso il diritto, in quanto vale
la data della fattura di acquisto dei mobili, in que-
sto caso antecedente alla data dell’atto di acqui-
sto della casa.
Ai fini del bonus mobili (articolo 1, comma 37, lette-
ra b, della legge 234/2021, di Bilancio per il 2022;
si veda anche la guida al bonus mobili, reperibile al
sito www.agenziaentrate.it), laddove è previsto un
pagamento, vale il principio di cassa, e cioè la data
del pagamento. Quest'ultimo, nell’ipotesi di bonus
mobili a valle di un'operazione di sismabonus acqui-
sti, dev'essere effettuato dopo il rogito (articolo 16,
comma 1-septies, del Dl 63/2013, convertito in
legge 90/2013; articolo 1, comma 37, della legge
234/2021, di Bilancio per il 2022), mentre si pre-
scinde dalla data indicata in fattura. Anche nell’ipo-
tesi di sismabonus acquisti, quindi, alle condizioni
indicate trova applicazione il bonus mobili per l’ac-
quisto dell’arredamento e degli elettrodomestici
destinati a essere utilizzati nell’immobile acquistato
(risposte a interpello 61, 62 e 64 del febbraio 2019;
circolari 7/E/2021 e 28/E/2022).
A tal fine, per avere la detrazione sugli acquisti di
mobili e di grandi elettrodomestici occorre effet-
tuare i pagamenti con bonifico o carta di debito o
credito. Non è consentito, invece, pagare con asse-
gni bancari, contanti o altri mezzi. In caso di paga-
mento con carte di credito o di debito, la data di pa-
gamento è individuata nel giorno di utilizzo della
carta da parte del titolare (indicata nella ricevuta di
transazione), e non nel giorno di addebito sul conto
corrente. Tenuto conto che, in presenza di lavori su
appalto, i mobili possono essere acquistati solo do-
po l’inizio dei avori, allo stesso modo nel sismabo-
nus acquisti, in cui il presupposto per il beneficio è
la stipula del rogito, il pagamento deve avvenire do-
po la stipula del relativo atto di acquisto. Ciò che ri-
leva, quindi, non è la fattura, ma la data del paga-
7
mento, che, nel caso descritto dal quesito, è avve-
nuto dopo il rogito.
[2146][502573]
I presupposti per scalare
la sostituzione dei vetri
Vorrei sapere se, in tema di bonus edilizi, è detrai-
bile la spesa per la sola sostituzione dei vetri (che
apportano un miglioramento delle prestazioni
energetiche, per esempio da doppi a tripli vetri),
senza prevedere anche quella del telaio e, quindi,
dell'intero infisso.
La risposta è affermativa. Per la semplice sostitu-
zione dei soli componenti vetrati degli infissi si ap-
plica la detrazione del 50% per ristrutturazioni,
sempre che si tratti di intervento eseguito su un edi-
ficio residenziale e/o sulle relative pertinenze (arti-
colo 16-bis del Tuir, Dpr 917/1986, e articolo 1,
comma 37, della legge 234/2021, di Bilancio per il
2022; si veda anche la guida al 50% sul sito
www.agenziaentrate.it), e sempre che la sostituzio-
ne consenta il conseguimento di risparmio energe-
tico. Occorre, allo scopo, una certificazione delle ca-
ratteristiche dei componenti vetrati, da esibire a ri-
chiesta dell’amministrazione finanziaria.
I pagamenti delle fatture devono essere eseguiti
con bonifico bancario o postale, e, in sede di di-
chiarazione dei redditi, devono essere indicati i da-
ti catastali dell’immobile oggetto dell’intervento.
In alternativa alla detrazione in 10 anni in dichiara-
zione dei redditi, è possibile optare per la cessione
del credito o per lo sconto sul corrispettivo, ex arti-
colo 121 del Dl 34/2020, convertito in legge
77/2020. Non si rende applicabile, invece, la de-
trazione del 65% (ecobonus).
Se si fruisce della detrazione del 50% per l’interven-
to, è anche necessario inviare all’Enea la comunica-
zione prescritta (https://bonuscasa2022.enea.it)
entro 90 giorni dall’ultimazione dei lavori. All’Enea
andranno, pertanto, inoltrati: i dati del beneficiario
dell’agevolazione, i dati dell’immobile, inclusi quelli
catastali, e i dati dell’intervento, tramite la compila-
zione di una scheda descrittiva, costituita da un
unico modello contenente tutti i tipi di interventi
previsti, che sarà compilata dall’utente solo nelle
parti di interesse. Tutti i lavori accessori alla sosti-
tuzione dei vetri rientrano fra le spese detraibili sol-
tanto se strettamente necessari e inerenti all’inter-
vento principale (sistemazione dei serramenti,
guarnizioni eccetera).
Agevolazioni fiscali
A cura di
Gabriele Ferlito
[2147][503146]
Tre anni di tempo per detrarre
l'investimento nella start up
Un privato decide di investire una somma nel ca-
pitale di una start up innovativa.
La detrazione del 30% della somma investita può
essere utilizzata nell'arco di tre anni, a discrezione
8 Il Sole 24 Ore Lunedì 31 Ottobre 2022 - N. 42
n. 42
del contribuente, oppure va utilizzata tutta nel
primo anno? Per questo tipo di agevolazione sono
previsti massimali?
L'agevolazione richiamata dal lettore è prevista dall'ar-
ticolo 29 del Dl 179/2012, secondo cui le persone fisi-
che possono detrarre dall’imposta lorda il 30% delle
somme investite nel capitale sociale di una o più start
up innovative.
La normativa prevede sia limitazioni all'investimento
sia alcuni presupposti applicativi. Anzitutto, l'agevola-
zione è riconosciuta per gli investimenti diretti oppure
per gli investimenti indiretti, purché essi avvengano at-
traverso Oicr (organismi di investimento collettivo del
risparmio) o altre società che investono prevalente-
mente in start up e Pmi innovative. L’investimento
massimo agevolabile per ciascun periodo d’imposta è
pari a un milione di euro, limite applicabile in capo a cia-
scun investitore e per tutti gli investimenti effettuati
(quindi, se, nel corso dell’anno, il contribuente persona
fisica ha investito in due start up innovative, per la veri-
fica del rispetto della soglia occorre sommare i conferi-
menti effettuati in entrambe le società). Ne consegue
che la detrazione massima che può essere conseguita
dalla persona fisica per ciascuna annualità d'imposta
è pari a 300mila euro.
L’investimento dev'essere mantenuto per almeno tre
anni, altrimenti si decade dal beneficio con l’obbligo di
restituire quanto detratto, maggiorato degli interessi
in misura legale. Inoltre, per il riconoscimento dell’age-
volazione è necessario che la start up innovativa non
riceva, complessivamente, più di 15 milioni di euro di
investimenti agevolabili negli anni di vigenza del regime
agevolativo.
Ciò posto, e venendo al primo quesito, si fa presente
che, trattandosi di una detrazione d'imposta, la stessa
può essere utilizzata integralmente nell'anno della ma-
turazione se vi è capienza d'imposta. Diversamente,
l'ammontare in tutto o in parte non detraibile nel perio-
do d'imposta di riferimento può essere portato in de-
trazione dall'imposta sul reddito delle persone fisiche
nei periodi d'imposta successivi, ma non oltre il terzo.
[2148][502130]
L'investimento nell'area Zes
amplifica il bonus Sud
Si chiede se un'azienda in procinto di effettuare
investimenti in una Zes (zona economica specia-
le), ubicata in Campania, possa, per lo stesso in-
vestimento in beni strumentali, fruire sia del bo-
nus per gli investimenti nel Mezzogiorno che del
bonus per gli investimenti nelle aree Zes.
La domanda, da presentare attraverso i software
dell'agenzia delle Entrate, prevede la scelta di una
sola forma di investimento agevolato. Nel caso di
cumulo, ne andrebbero presentate due, identiche
negli investimenti, ma una per il bonus Mezzogior-
no e l'altra per il bonus Zes?
Si precisa, anzitutto, che il credito d'imposta Zes
e il credito d'imposta per gli investimenti nel Mez-
zogiorno non sono due misure agevolative diffe-
renti. In particolare, con l’articolo 5, comma 2, del
Dl 91/2017, è stato esteso il credito d'imposta
Mezzogiorno anche in relazione agli investimenti
effettuati nelle zone economiche speciali (Zes),
con la particolarità che, in tal caso, il credito è
commisurato al costo complessivo dei beni acqui-
siti, nel limite massimo, per ciascun progetto di
investimento, di 50 milioni di euro (limite da ulti-
mo elevato - dall’articolo 57, comma 1, lettera b,
l’esperto risponde
n. 4, del Dl 77/2021 - a 100 milioni di euro per gli
investimenti anche in immobili strumentali effet-
tuati entro il 31 dicembre 2022). Questa è anche
la ragione per cui, come segnalato dal lettore, il
software dell'agenzia delle Entrate non consente
di inviare il relativo modulo indicando contempo-
raneamente di voler fruire del credito Mezzogior-
no e del credito Zes.
Si segnala, tuttavia, che il credito d'imposta Zes,
previsto dal Dl 91/2017, è cumulabile con il credi-
to d'imposta per investimenti in beni strumentali,
sia 4.0 sia "ordinari" (come confermato anche dal-
le risposte a interpello dell'agenzia delle Entrate
360/2020 e 157/2021), purché l'importo risul-
tante dal cumulo delle agevolazioni non superi il
costo sostenuto. Entrambe le normative, infatti,
consentono il cumulo del beneficio con altre age-
volazioni aventi a oggetto i medesimi beni.
Il credito d'imposta per investimenti in beni stru-
mentali non è tassabile ai fini delle imposte sui
redditi e ai fini Irap, e, pertanto, per la quantifica-
zione dell'agevolazione complessivamente cumu-
labile sull'acquisto del bene, occorre tenere conto
anche di tale non tassabilità.
A cura di
Barbara Marini
[2149][501933]
Il furto di beni 4.0 agevolati
non blocca la compensazione
È stato acquistato un trattore con kit 4.0 già in-
terconnesso, fruendo del credito d'imposta beni
strumentali 4.0 e del credito d'imposta per il Mez-
zogiorno. In caso di furto del bene, il credito anco-
ra da godere è perso oppure è possibile continua-
re a usarlo in compensazione?
La circolare 9/E/2021, in risposta alla domanda
7.2, prevede che, nel caso di furto del bene oggetto
di investimento, l'uscita del bene dal regime di im-
presa o dall’esercizio dell’attività di arti e profes-
sioni, essendo indipendente dalla volontà del be-
neficiario, non comporta l’applicazione del mecca-
nismo di rideterminazione/restituzione dell’age-
volazione, che invece è applicabile solo ai casi di
cessione a titolo oneroso o di destinazione all’este-
ro dell’investimento.
Per ciò che riguarda la possibilità di continuare a uti-
lizzare le quote del credito non ancora compensate,
si ritiene che le stesse non vadano perse, in quanto
sembra che l’agenzia delle Entrate, con la citata cir-
colare 9/E/2021, abbia inteso tutelare i soggetti
che hanno subìto un furto e che non hanno, quindi,
perso la disponibilità del bene per volontà propria.
D’altronde, la stessa amministrazione finanziaria,
nella circolare citata, afferma che, in caso di furto,
l’agevolazione non viene rideterminata, prevedendo
così, indirettamente, che l’intero credito d’imposta
(«agevolazione») possa essere utilizzato. Infatti,
nell’ipotesi in cui il credito residuo ancora da com-
pensare non fosse più utilizzabile, l’agenzia delle
Entrate avrebbe sostenuto che il furto comporta la
rideterminazione dell’agevolazione per la quota non
ancora compensata.
Del resto, al di fuori della rideterminazione dell’age-
volazione per effetto del “recapture” (ipotesi nella
quale non rientra il furto), non esiste alcuna norma
che impedisca al contribuente, qualora ne abbia matu-
rato i requisiti, di compensare l’intero credito d’im-
posta spettante.
Si evidenzia, infine, che il furto del bene agevolato
dev'essere comprovato da una denuncia all’autorità
competente.
[2150][502410]
La base imponibile per il bonus
alle aziende non energivore
Il mio quesito riguarda il credito d'imposta a favo-
re delle imprese "non energivore" per l'acquisto
di energia elettrica al secondo trimestre 2022. Ai
fini del calcolo della base imponibile su cui calco-
lare il 15 per cento, si considerano come costi so-
stenuti la componente energetica, il costo
dell'energia, le perdite di rete e la commercializza-
zione e il dispacciamento?
La risposta è positiva. L'articolo 2 del Dl 50/2022 ha
previsto un credito d'imposta per le imprese non
energivore, rideterminato nella misura del 15% delle
spese sostenute per la componente energetica ac-
quistata ed effettivamente utilizzata nel secondo tri-
mestre 2022. Per l’accesso all’agevolazione viene ri-
chiesto un incremento del costo per kWh calcolato
sulla media del primo trimestre 2022, al netto di im-
poste ed eventuali sussidi, superiore al 30% del corri-
spondente prezzo medio nel primo trimestre 2019.
Per la determinazione della base imponibile su cui cal-
colare il credito d'imposta del 15 per cento, la circola-
re 13/E/2022 ha definito nel dettaglio le spese rile-
vanti, precisando che rientrano tra quelle agevolabili:
- i costi per l'energia elettrica, incluse le perdite di re-
te;
- il dispacciamento, inclusi i corrispettivi relativi alla
copertura dei costi per il mercato della capacità o ai
servizi di interrompibilità;
- la commercializzazione.
A cura di
Stefano Mazzocchi
[2151][501883]
Così l'aiuto «de minimis»
a società nate da scissioni
Una Srl, operante nel Mezzogiorno, ha effettuato
investimenti nel 2021 per 300.000 euro, goden-
do del credito d'imposta di cui alla legge
208/2015, di Stabilità 2016, per 135.000 euro
( pari al 45% della spesa). Nel corso del 2020 ha,
altresì, fruito della garanzia ex Dl 34/2020, per
25.000 euro. Nel 2022 ha intenzione di effettua-
re investimenti di cui alla citata legge 208/2015
per ulteriori 300.000 euro, così superando il limi-
te dei "de minimis" di 200.000 euro, calcolato
sull'arco temporale dell’ultimo triennio.
In caso di scissione proporzionale della società
nel corso del 2022, ciò consentirebbe alla so-
cietà nascente dalla scissione di fruire dell'ul-
teriore credito d'imposta di 135.000 euro, lad-
dove fosse quest'ultima a procedere all'inve-
stimento previsto? Oppure l'identità della
compagine sociale delle due società costitui-
Il Sole 24 Ore Lunedì 31 Ottobre 2022 - N. 42
n. 42
rebbe qualche forma di preclusione, secondo
la definizione di "impresa unica"?
A norma dell'articolo 3, comma 9, del regolamento
Ue 1407/2013 (regolamento "de minimis"), in ca-
so di scissione di un’impresa in due o più imprese
distinte, l’importo degli aiuti de minimis concesso
prima della scissione è assegnato all’impresa che
ne ha fruito, la quale, in linea di principio, è l’impre-
sa che rileva le attività per cui sono stati utilizzati
gli aiuti stessi. Qualora tale attribuzione non sia
possibile, l’aiuto “de minimis” dev'essere ripartito
proporzionalmente sulla base del valore contabile
del capitale azionario delle nuove imprese alla data
effettiva della scissione. Pertanto, nel caso in esa-
me, sarà possibile, per la società nascente dalla
scissione, fruire dell’ulteriore credito d’imposta
pari a 135.000 euro, conseguente all’investimento
effettuato dalla stessa (sempreché sussistano i
requisiti prescritti dalla norma).
[2152][502396]
La decorrenza per l'utilizzo
del tax credit tessile e moda
In seguito al riconoscimento del tax credit tessile
e moda 2022, visibile nel cassetto fiscale con an-
no di riferimento 2022, si chiede se esso può es-
sere utilizzato anche per l'annualità in corso (os-
sia nel 2022), oppure se va utilizzato nei periodi
d’imposta successivi a quello di maturazione, e
quindi solo dal 1° gennaio 2023.
Secondo l'articolo 48-bis del Dl 34/2020 (decreto
Rilancio), come modificato dal Dl 21/2022, il tax
credit tessile e moda è utilizzabile esclusivamente
in compensazione, secondo le regole ordinarie (ex
articolo 17 del Dlgs 241/1997) nei periodi d'impo-
sta successivi a quello di maturazione. Dal tenore
della norma si evince che la posticipazione dell’uti-
lizzo del credito d’imposta al periodo d’imposta suc-
cessivo costituisce condizione fondamentale al fine
di beneficiare dell’agevolazione.
Pertanto, nonostante l’ampliamento dell’arco tem-
porale di fruizione dell’agevolazione (in quanto è
consentito l'impiego del credito maturato anche ol-
tre il primo periodo d'imposta utile), non risulta pos-
sibile utilizzarla nello stesso anno di maturazione.
Di conseguenza, il credito in questione, pur essendo
presente nel cassetto fiscale con anno di riferimen-
to 2022, potrà essere utilizzato in compensazione
soltanto a partire dal 1° gennaio 2023.
Imposte e altri tributi
A cura di
Nicola Forte
[2153][501813]
Le imposte sulla casa
in uso al padre superstite
Nel marzo scorso è venuta a mancare mia madre,
che, in qualità di proprietaria al 100% dell’appar-
tamento destinato ad abitazione principale e
della relativa pertinenza, tramite testamento
l’esperto risponde
olografo mi ha lasciato in eredità l'intero immobi-
le, il cui godimento spetta a mio padre come co-
niuge superstite.
Ipotizzando un valore del bene compreso tra i
200mila e i 300mila euro, e tenendo presente
che ho la residenza in un comune diverso da quel-
lo in cui si trova la casa, a quale tassazione dovrei
essere soggetto?
Trattandosi di una successione in linea retta (tra ma-
dre e figlio) è prevista una franchigia di un milione di
euro. Pertanto, se, come indicato nel quesito, la massa
ereditaria non supera tale limite, non è dovuta alcuna
imposta sulla successione. Sul trasferimento dei di-
ritti sugli immobili sono, però, dovute le imposte ipo-
tecarie e catastali, pari, rispettivamente, al 2 e all’1 per
cento del loro valore, con un versamento minimo di
200 euro. Tali imposte sono, però, dovute in misura
fissa (200 euro più 200 euro) se sussistono le condi-
zioni per fruire delle agevolazioni previste per la prima
casa stabilite dall’articolo 1, nota II bis, della tariffa al-
legata al Dpr 131/1986.
La norma indicata specifica che, per fruire delle age-
volazioni, è necessario che l’acquirente mortis causa:
- abbia o stabilisca la propria residenza, entro 18
mesi dall’acquisto (o, nel caso in esame, dalla data
di apertura della successione), nel comune in cui si
trova l’immobile;
- dichiari, in sede di dichiarazione di successione, di
non essere titolare, nemmeno in comunione con il co-
niuge, dei diritti di proprietà, usufrutto, uso e abitazio-
ne di altra casa di abitazione nel territorio del comune
in cui è situato l’immobile di cui diviene proprietario;
- dichiari, in sede di successione, di non essere titola-
re, neppure per quote o in regime di comunione legale,
su tutto il territorio nazionale, dei diritti di proprietà,
usufrutto, uso, abitazione e nuda proprietà su altro
immobile acquistato, anche dal coniuge, fruendo delle
stesse agevolazioni prima casa.
In caso contrario, si renderebbe necessario vendere
l’immobile posseduto entro un anno dall’acquisto del
nuovo immobile (o, nel caso in esame, dalla data di
apertura della successione).
Dichiarazione dei redditi
A cura di
Alfredo Calvano e
Attilio Calvano
[2154][502171]
Il limite di 4mila euro quando
il figlio a carico compie 24 anni
Il limite per considerare a carico un figlio, studen-
te, è fissato a 4mila euro fino ai 24 anni, per poi
scendere a 2.840,51 euro oltre quell'età. Se a lu-
glio 2022 un giovane ha compiuto 24 anni, e du-
rante lo stesso anno percepisce borse di studio
per un importo di 3mila euro, è comunque a carico
dei genitori?
Nell’edizione di Telefisco del 1° febbraio 2018,
l'agenzia delle Entrate ha precisato che il «requisito
anagrafico deve ritenersi sussistere per l’intero an-
no in cui il figlio raggiunge il limite di età, a prescin-
dere dal giorno e dal mese in cui ciò accade». Esem-
plificando, se il compimento dei 24 anni avviene a
luglio 2022, il limite di reddito del figlio, per essere
9
considerato fiscalmente a carico in tale periodo
d’imposta, è di 4mila euro. Si precisa che lo status
di studente del figlio non costituisce una condizione
necessaria per il riconoscimento della soggettività
fiscale in questione.
Redditi di lavoro autonomo
A cura di
Nicola Forte
[2155][500997]
Un passaggio «naturale»
dagli ex minimi ai forfettari
Un professionista, in regime degli ex minimi,
che supera il limite di fatturato annuo di
30mila euro, può passare al regime forfettario
con il limite di 65mila euro anziché all'ordina-
rio, come prevedeva il regime degli ex minimi
al superamento del limite?
La risposta è affermativa: si può passare dal regi-
me degli ex minimi al regime forfettario previsto
dall’articolo 1 della legge 190/2014 (di Stabilità
per il 2015). Il chiarimento è stato fornito dal-
l’agenzia delle Entrate con la risposta all’istanza
di interpello 140/2019.
Sebbene abbiano caratteristiche in parte diverse,
si tratta di due regimi naturali, applicabili dai contri-
buenti in possesso dei requisiti previsti dalle norme
di riferimento, salvo opzione per il regime ordinario.
Si verifica, quindi, il naturale passaggio da un regi-
me all’altro per comportamento concludente, lad-
dove vengano meno i requisiti del regime di vantag-
gio, ma non anche del regime forfettario. In tale ipo-
tesi, non opera l’articolo 1, comma 111, della legge
244/2007 (Finanziaria 2008), che obbligava coloro
che uscivano con effetto immediato dal regime di
vantaggio all’applicazione del regime ordinario per
i successivi tre anni.
Viene, altresì, precisato che, al superamento in corso
d’anno dei 30mila euro, ai fini Iva, è sufficiente modi-
ficare sulle fatture il riferimento al regime applicato,
mentre, ai fini dell’imposizione diretta, il reddito im-
ponibile per l’intero anno sarà determinato applican-
do le sole disposizioni del regime forfettario.
Redditi d'impresa
A cura di
Gianluca Dan
[2156][502319]
Deducibile la nota spese
relativa a più persone
Il rimborso delle spese sostenute in trasferta dal
lavoratore (o dal collaboratore) richiede il rispetto
della normativa fiscale appositamente prevista.
Tralasciando i diversi tipi di rimborso delle note
spese (analitico, forfettario, misto), si chiede se
è deducibile in capo all'azienda il costo della nota
10
n. 42
spese che è riferita a un dipendente, ma, al suo in-
terno, raccoglie documenti giustificativi riferiti
anche ad altre persone (per esempio, consumazio-
ni di pasti per due o più persone, siano esse altri
dipendenti o clienti).
Si ritiene possibile documentare, nell’ambito della
nota spese di un dipendente, i giustificativi di spesa
riferiti ad altre persone, come nel caso in cui il dipen-
dente consumi il pasto insieme con un altro dipen-
dente, o con un cliente, e paghi il conto totale.
Le spese sostenute, e debitamente documentate,
devono, inoltre, essere inerenti all’attività e compro-
vate dalla presenza dei dipendenti nella stessa data
e nello stesso luogo in occasione della trasferta.
[2157][502431]
Come funziona il «recapture»
per chi fruisce della super Ace
Il meccanismo di recapture che riguarda il credito
d'imposta fruito con la super Ace (aiuto alla cre-
scita economica) va ragguagliato di anno in anno
o va considerato solo alla fine del 2023?
L’articolo 19, commi 4 e 5, del Dl 73/2021 ha previsto un
meccanismo di recapture della super Ace, con obbligo di
riversamento dell’agevolazione qualora vi sia riduzione
della variazione in aumento del capitale proprio degli anni
2022 e 2023 rispetto a quella del 2021.
Pertanto, qualora, nel periodo d'imposta successivo a
quello in corso al 31 dicembre 2021, la variazione in au-
mento del capitale proprio risulti inferiore rispetto a quel-
la del periodo precedente, il credito d'imposta sarebbe
restituito in proporzione a tale minore importo. Qualora,
poi, nel secondo periodo d'imposta successivo a quello
in corso al 31 dicembre 2021, la variazione in aumento
del capitale proprio risulti inferiore rispetto a quella di
quest'ultimo, il credito d'imposta sarebbe restituito in
proporzione alla differenza tra la variazione in aumento
del capitale proprio, riferita al secondo periodo d'imposta
successivo, rispetto a quella riferita al periodo d'imposta
in corso al 31 dicembre 2021, al netto dell'eventuale cre-
dito d'imposta restituito nel periodo d'imposta prece-
dente. Ai fini della determinazione della variazione in au-
mento di cui ai periodi precedenti non si tiene conto del
limite del patrimonio netto risultante dal bilancio.
Non vi è pertanto una forma di ragguaglio ad anno, ma si
dovrà verificare quanto avviene negli anni 2022 e 2023
per i “soggetti solari” rispetto all’agevolazione fruita.
Irap
A cura di
Gianluca Dan
[2158][502491]
Beni merce, svalutazioni
non deducibili ai fini Irap
Una società detiene nelle rimanenze un immo-
bile destinato alla vendita per un valore supe-
riore rispetto al valore di mercato indicato in
perizia estimativa. Al 31 dicembre svaluta l'im-
mobile secondo il principio contabile Oic 13, in-
serendo la relativa svalutazione nella voce A.2,
l’esperto risponde
rilevante ai fini Irap.
Nella determinazione del valore della produzione
netta relativa al periodo d'imposta, la società può
tenere conto della svalutazione derivante dalla
rettifica?
In base al punto 9 dell’articolo 2426 del Codice civi-
le, «le rimanenze, i titoli e le attività finanziarie che
non costituiscono immobilizzazioni sono iscritti al
costo di acquisto o di produzione, calcolato secon-
do il numero 1), ovvero al valore di realizzazione de-
sumibile dall'andamento del mercato, se minore; ta-
le minor valore non può essere mantenuto nei suc-
cessivi bilanci se ne sono venuti meno i motivi. I co-
sti di distribuzione non possono essere computati
nel costo di produzione». Pertanto, dal punto di vi-
sta civilistico le rimanenze, come quelle costituite
da un immobile merce (nel caso descritto dal letto-
re), devono essere svalutate se il valore di realizza-
zione desumibile dall’andamento del mercato è in-
feriore al costo di acquisto/produzione comprensi-
vo degli oneri accessori.
L’Irap per una società di capitali viene calcolata per
"presa diretta dal bilancio", ex articolo 5 del Dlgs
446/1997, e, pertanto, la svalutazione imputata
nella voce A.2 (o B.11, se bene immobile merce) del
conto economico rientra fra le voci rilevanti.
In più occasioni, però, l’agenzia delle Entrate ha con-
siderato non deducibili le svalutazioni. In particola-
re, con la risposta a interpello 60/2020, ha ritenuto
che la «mera rettifica del controvalore delle unità
immobiliari ricevute non possa trovare alcun rico-
noscimento fiscale. Nella determinazione del valore
della produzione netta relativa al periodo d'impo-
sta... non dovrà, pertanto, tenersi conto della com-
ponente derivante dalla rettifica in esame».
Iva
A cura di
Anna Abagnale
[2159][502172]
I dati per l'incasso dei tour
offerti sul portale turistico
Un'agenzia di viaggi ha creato una pagina, su un
portale dedicato al turismo, nella quale vengono
proposti tour con visita a un prosciuttificio/ca-
seificio a un determinato prezzo. Il cliente prenota
il tour direttamente online ed effettua il paga-
mento. L'agenzia esegue il servizio e riceve con
cadenza mensile un estratto conto nel quale sono
indicati tutti i tour prenotati e i relativi importi, al
netto della quota trattenuta dal portale.
Quali sono i documenti giustificativi che l'agenzia
deve emettere a fronte dell'incasso?
Le attività di organizzazione di escursioni, visite delle
città, giri turistici ed eventi similari, anche se di durata
inferiore alle 24 ore e non comprendenti un pernot-
tamento, sono assimilate, nel trattamento fiscale, ai
pacchetti turistici, comportando quindi l’obbligo di
gestione nel regime speciale Iva, ex articolo 74-ter
del Dpr 633/1972 (che prevede l’obbligo di emissio-
ne della fattura per certificare i corrispettivi). Secon-
do l'articolo 22, comma 1, punto 6-bis, del Dpr
633/1972, tali attività, effettuate dalle agenzie di
viaggi e turismo, sono escluse dall’obbligo di emis-
Il Sole 24 Ore Lunedì 31 Ottobre 2022 - N. 42
sione della fattura, se non è richiesta dal cliente non
oltre il momento di effettuazione dell’operazione.
Ciò detto, si ritiene che le somme che l’agenzia di viag-
gi riceve dal portale di servizi turistici siano il corrispet-
tivo del costo del tour, che, verosimilmente, potrebbe
essere considerato quale attività di organizzazione di
un evento similare alle escursioni, alla stregua dell’ar-
ticolo 22, comma 1, punto 6-bis citato. Di conseguen-
za, a fronte dell’importo percepito, l’agenzia non
avrebbe obbligo di emissione della fattura.
In base all’articolo 2, comma 1, del Dlgs 127/2015,
tuttavia, a decorrere dal 1° gennaio 2020, i soggetti
che effettuano le operazioni previste all’articolo 22
del Dpr 633/1972 memorizzano elettronicamente
e trasmettono telematicamente all’agenzia delle
Entrate i dati relativi ai corrispettivi giornalieri.
A cura di
Giorgio Confente
[2160][502730]
Su registro i corrispettivi
da beni usati venduti intra-Ue
Un commerciante di beni usati ha intrapreso l'at-
tività di commercio elettronico tramite market-
place di terzi. Nel caso di vendita prodotti verso
privati (B2C - business to consumer), trattandosi
di attività soggetta a un regime speciale (regime
del margine), mi risulta che non si possa applicare
il regime Oss (one stop shop). Mi risulta, inoltre,
che il commerciante sia tenuto ad applicare l'Iva
italiana indipendentemente dal volume di vendite
intra-Ue (limite di 10mila euro).
Nonostante il particolare regime Iva, chiedo, poi, se
sia possibile utilizzare il registro corrispettivi carta-
ceo, così come previsto per l'attività di e-commerce,
al posto dei corrispettivi elettronici. Nel caso in cui
l'esonero non sia applicabile, il soggetto è tenuto a
fatturare ogni singola operazione B2C?
Le cessioni di beni usati, soggette al regime del mar-
gine, scontano l'Iva italiana e non rientrano nel si-
stema Oss (articolo 37, comma 2, del Dl 41/1995,
così come modificato dal Dl 83/2021). Ciò nono-
stante, si ritiene operante l'esonero dall'obbligo di
certificazione e trasmissione telematica dei corri-
spettivi, ex articolo 2, lettera oo, del Dpr 696/1996,
e articolo 1, comma 1, lettera a, del Dm Economia e
finanze del 10 maggio 2019, sul presupposto che
si tratta di cessioni assimilate alle vendite per corri-
spondenza (risoluzione 274/E/2009 e risposte a
interpello 9/2019 e 198/2019). Di conseguenza,
è sufficiente istituire il registro dei corrispettivi.
[2161][502566]
Cessioni alla controllata:
i termini di fatturazione
Una società ha ceduto alla sua controllata cin-
que attrezzature, consegnandole con un unico
Ddt (documento di trasporto), datato 30 giu-
gno 2022. La cedente ha emesso fattura elet-
tronica il 31 luglio 2022, con tipologia docu-
mento TD01 e riferimento all'articolo 73 del
Dpr 633/1972.
Il Sole 24 Ore Lunedì 31 Ottobre 2022 - N. 42
n. 42
A mio parere, considerando la tipologia del do-
cumento indicata, nonché la dinamica
dell'operazione, la fattura doveva essere
emessa con data 30 giugno e inviata allo Sdi
(sistema di interscambio) entro il 12 luglio
2022. Qual era il corretto comportamento da
tenere?
Si ritiene corretto il comportamento adottato, se
sussistono i presupposti dell'articolo 73 del Dpr
633/1972, che prevede deroghe rispetto ai termini
ordinari di fatturazione.
In particolare, per le operazioni effettuate da impre-
se a mezzo di sedi secondarie, le fatture possono
essere emesse entro il mese successivo a quello in
cui sono state effettuate le operazioni (articolo 1,
comma 1, del decreto del ministero delle Finanze 18
novembre 1976). Non è chiaro se in queste ipotesi
si debba utilizzare il codice TD01 (fattura immedia-
ta) o TD24 (fattura differita). Secondo le istruzioni
fornite dall'agenzia delle Entrate nella guida alla fat-
turazione elettronica e all'esterometro, il codice
TD24 sarebbe da utilizzare solo nelle ipotesi di fat-
tura differita, prevista dall'articolo 21, comma 4,
terzo periodo, lettera b, del Dpr 633/1972, il cui ter-
mine di fatturazione è più breve (entro il 15 del mese
successivo all'effettuazione dell'operazione). In
ogni caso, l'eventuale errata indicazione del codice
"tipo documento" dovrebbe essere considerata una
violazione meramente formale non sanzionabile.
[2162][505000]
Alloggi alienati, determinante
lo «status» del venditore
Una società (non costruttrice né restauratrice)
vende un fabbricato abitativo, di categoria cata-
stale A/4, a un'altra società.
Nel caso in esame, si può optare per l’ applicazione
dell’Iva al 22% e applicare il reverse charge? Op-
pure l’operazione è esente da Iva e bisogna appli-
care l’imposta di registro del 9% sul valore della
transazione?
Nel caso specifico, la cessione del fabbricato abita-
tivo è esente da Iva e soggetta all'imposta di regi-
stro, nella misura del 9% del valore della transazione.
Il fabbricato censito nella categoria A/4 sconta il re-
gime Iva degli immobili abitativi. Infatti, ai fini Iva, il
trattamento delle cessioni immobiliari dipende dalla
classificazione catastale degli stessi, a prescindere
dal loro effettivo utilizzo (circolare 22/E/2013). Le
vendite di fabbricati abitativi sono esenti da Iva, sal-
vo che non siano ceduti dal soggetto che li ha co-
struiti o ristrutturati (articolo 10, comma 1, n. 8-bis,
del Dpr 633/1972). Ma non è questo il caso.
Le cessioni di fabbricati abitativi, esenti da Iva,
scontano l'imposta di registro proporzionale, nella
misura del 9 per cento (in assenza delle condizioni
"prima casa"), con un minimo di mille euro. Le impo-
ste ipotecaria e catastale sono determinate in misu-
ra fissa (50 euro ciascuna).
Ordinariamente l'imposta di registro è determinata
sulla base del corrispettivo dichiarato dalle parti in
atto, sul presupposto che il corrispettivo dichiarato
sia conforme al "valore normale". A seguito della re-
gistrazione del contratto, l'agenzia delle Entrate ve-
l’esperto risponde
rifica se il corrispettivo previsto in atto rappresenti
effettivamente il valore venale del fabbricato.
A cura di
Simona Ficola
[2163][501968]
Il soggetto non iscritto al Vies
che fa un acquisto in Irlanda
Un contribuente, non iscritto al Vies (Vat informa-
tion exchange system - sistema per lo scambio di
informazioni sull'Iva), riceve fattura senza Iva per
l'acquisto di antivirus da un fornitore irlandese.
È corretto registrare la fattura solo in contabilità
generale e omettere l'emissione dell'autofattura
telematica? In pratica, è corretto trattare l'acqui-
sto come se fosse stato effettuato da privato?
Non si ritiene corretto registrare la fattura solo in
contabilità generale e omettere l’emissione dell'au-
tofattura telematica.
A decorrere dal 1° gennaio 2020, infatti, l’iscrizione
al Vies è requisito sostanziale affinché un’operazio-
ne - posta in essere con un soggetto Ue - possa be-
neficiare del regime di non imponibilità ai fini Iva (ar-
ticolo 138 della direttiva 2006/112/Ce; articolo 41,
comma 2-ter, Dlgs 331/1993; note esplicative
Commissione Ue «2020 Quick Fixes»). Ne consegue
che, in sua assenza, l’operazione sarà sottoposta a
tassazione nel Paese di origine. Il cessionario italia-
no dovrà, pertanto, comunicare al fornitore irlande-
se di non essere iscritto al Vies e chiedere conte-
stualmente l’emissione di una fattura corretta, con
indicazione dell’Iva irlandese.
Accertamento e Riscossione
A cura di
Rosanna Acierno
[2164][502268]
Se nella e-fattura è indicata
la ritenuta con causale errata
Un contribuente ha emesso fatture elettroniche
nei confronti di alcuni condomìni, indicando, per
la ritenuta d'acconto, la causale errata A anziché
W. I condomìni, invece, hanno compilato le certifi-
cazioni uniche con l'indicazione della causale cor-
retta, quindi W. In caso di controllo, si potrebbe
andare incontro a sanzioni?
Nel caso descritto dal quesito, avendo operato, in
qualità di sostituti d'imposta, le ritenute a titolo di
acconto dell’Irpef dovute dal percipiente nella misu-
ra del 4 per cento, i condomìni hanno correttamente
indicato, nelle certificazioni uniche, la causale W, e
per questo non dovrebbero essere soggetti ad alcu-
na irrogazione di sanzioni.
Il percipiente, invece, avendo indicato nelle fatture
elettroniche emesse la causale A, ossia la ritenuta
nella misura del 20 per cento, anziché la causale cor-
11
retta W, e cioè la ritenuta nella misura del 4 per cento,
potrebbe essere passibile di controllo e conseguente
recupero di imposta e sanzioni laddove dovesse, nel-
le proprie dichiarazioni fiscali, dichiarare di avere su-
bìto ritenute maggiori (del 20 per cento, appunto).
Ove, invece, il percipiente dovesse dichiarare cor-
rettamente i proventi conseguiti e le ritenute subìte,
l’indicazione errata della causale in fattura non ca-
gionerà alcun recupero d'imposta, ma eventual-
mente solo l’irrogazione della sanzione fissa previ-
sta per le violazioni in tema di contabilità (da 1.000
a 8.000 euro), stabilita dall’articolo 9, comma 1, del
Dlgs 471/1997.
[2165][502741]
L'iter per ravvedere l'indebita
compensazione orizzontale
Ho effettuato alcune compensazioni orizzontali
nonostante il divieto ex articolo 31, comma 1, del
Dl 78/2010, che prevede la sanzione del 50%
dell'importo utilizzato in compensazione.
Chiedo se è possibile sanare la violazione, prima
che la stessa venga contestata, mediante l'istitu-
to del ravvedimento operoso, ex articolo 13 del
Dlgs 472/1997.
La risposta è affermativa. Avendo, infatti, natura
tributaria, la sanzione prevista dall’articolo 31 del
Dl 78/2010 può essere ravveduta ex articolo 13
del Dlgs 472/1997. Tuttavia, in tal caso, il ravvedi-
mento può avvenire soltanto secondo le lettere a-
bis, b, b-bis, b-ter, b-quater del citato articolo 13,
essendo invece esclusa la lettera a, in quanto cir-
coscritta agli omessi/tardivi versamenti di impo-
ste, nonché la lettera c, inerente al solo caso
dell'omessa dichiarazione. La sanzione del 50 per
cento, quindi, a seconda di quando avviene il rav-
vedimento, può essere ridotta da un nono a un
quinto.
Relativamente al termine entro cui il ravvedimento
deve avvenire, non essendo chiaro se sia indivi-
duabile in quello connesso all'anno (o agli anni)
dalla commissione della violazione o in quello lega-
to al termine di presentazione della dichiarazione
dei redditi/Iva, è bene, per prudenza, prendere co-
me riferimento il termine con cadenza anteriore e
applicare la consequenziale riduzione della sanzio-
ne.
Infine, si ritiene che sia sufficiente il solo paga-
mento della sanzione, senza interessi legali e sen-
za riversare il credito compensato. Infatti, la prassi
che ha ritenuto necessario il riversamento del cre-
dito compensato concerne ipotesi non perfetta-
mente sovrapponibili a quella prospettata nel que-
sito, quali il mancato rispetto del limite quantitati-
vo per la compensazione, ex articolo 34 della legge
388/2000, o i crediti inesistenti (risoluzioni 452/
E/2008 e 166/E/2002; circolare del ministero
delle Finanze 101/2000).
Va detto in ogni caso che, come chiarito dall'agen-
zia delle Entrate con la circolare 13/E/2017:
- l’irrogazione della sanzione è effettuata con rife-
rimento a ciascuna indebita compensazione ope-
rata in presenza di debiti iscritti a ruolo scaduti e
non pagati, superiori al limite di 1.500 euro;
- la sanzione è commisurata all’intero importo del
debito, ma trova un limite nell’ammontare com-
pensato;
- nel caso di importo compensato inferiore alla
metà del debito, la sanzione corrisponderà all’am-
montare compensato;
12
n. 42
- l’eventuale compensazione eseguita in violazione
del divieto non è immediatamente sanzionabile nel
caso di pendenza di ricorso, ma lo sarà solo even-
tualmente a seguito della definizione della contro-
versia e, ove il procedimento si concluda con l’an-
nullamento del ruolo (o dell’atto “presupposto”),
la compensazione operata diventa legittima, in
quanto è venuto meno il requisito della presenza
di imposte erariali iscritte a ruolo e non pagate.
Pertanto, se, nel caso prospettato, vi sono giudizi
pendenti relativi ai debiti iscritti a ruolo, è forse più
opportuno attendere la definizione dei giudizi e,
dunque, l’eventuale soccombenza definitiva. In ta-
le ultimo caso, infatti, l’ufficio comminerà la san-
zione del 50% mediante atto di contestazione ex
articolo 16 del Dlgs 472/1997, che potrà essere
definito dal contribuente entro il termine per il ri-
corso (generalmente pari a 60 giorni dalla notifica)
mediante versamento ridotto della sanzione irro-
gata nella misura di un terzo.
Fiscalità immobiliare e catasto
A cura di
Antonio Iovine
[2166][502317]
La rendita di valore superiore
a quello proposto nel Docfa
Dopo l'accorpamento di due immobili di categoria
C/1 è stato presentato il modello Docfa (docu-
menti catasto fabbricati) nel 2020, con proposta
di rendita. Senza aver ricevuto alcuna notifica
dall'Ute (ufficio tecnico erariale), ho scoperto, at-
traverso il sito dell'agenzia delle Entrate, che la
rendita del cespite risulta molto superiore a quel-
la proposta.
Poiché non mi è stato notificato alcun accerta-
mento, che mi darebbe diritto a proporre ricorso,
che cosa posso fare?
L’articolo 74 della legge 342/2000 ha stabilito
che l’atto attributivo o modificativo delle rendi-
te catastali per terreni e fabbricati è efficace
solo a decorrere dalla data di notificazione ai
soggetti intestatari da parte dell’agenzia delle
Entrate. Di conseguenza, risulterebbe illegitti-
mo un avviso di accertamento (per esempio
Imu) da parte del Comune in carenza di notifica
dell’agenzia delle Entrate.
Nel caso descritto dal lettore, va verificato se ef-
fettivamente la rettifica della rendita non sia stata
notificata o se la notifica, seppure non pervenuta
al contribuente, possa comunque essere stata le-
gittimamente prodotta. I dati relativi alla notifica
sono rilevabili dalla consultazione catastale.
In ultimo si fa presente che, anche in carenza di
notifica dell’avviso di accertamento, la rettifica
della rendita proposta con provvedimento
dell'agenzia delle Entrate (i cui estremi sono pure
rilevabili dalla visura catastale) può essere impu-
gnata dal contribuente con ricorso tributario, nel
quale va precisato che, in assenza della notifica,
è aperto il termine per l’impugnazione.
l’esperto risponde
Contabilità,
bilancio e Nfr
A cura di
Gianluca Dan
[2167][501984]
Accantonamento non dovuto
per un evento «solo» possibile
Nel maggio 2022, prima dell'approvazione del bi-
lancio 2021, a una società è stato notificato un
atto di citazione per un presunto debito non
iscritto in bilancio al 31 dicembre 2021, ma relati-
vo a operazioni antecedenti al 2021.
L'amministratore, valutando il rischio di soccom-
benza solo possibile, non ha proceduto all'accan-
tonamento di uno specifico stanziamento al fon-
do contenzioso. È corretto?
Nella comparsa di risposta, la società convenuta
ha proposto una domanda riconvenzionale e la
condanna dell'attore. Qual è il trattamento conta-
bile e fiscale delle richieste contenute nella do-
manda riconvenzionale?
Secondo il terzo comma dell’articolo 2424-bis del
Codice civile, gli accantonamenti per rischi e oneri
sono destinati soltanto a coprire perdite o debiti di
natura determinata, di esistenza certa o probabile,
dei quali, tuttavia, alla chiusura dell'esercizio sono
indeterminati l'ammontare o la data di sopravve-
nienza. I fondi per rischi rappresentano, pertanto,
passività di natura determinata ed esistenza proba-
bile, i cui valori sono stimati. Si tratta, quindi, di pas-
sività potenziali, connesse a situazioni già esistenti
alla data di bilancio, ma caratterizzate da uno stato
d’incertezza il cui esito dipende dal verificarsi o me-
no di uno o più eventi in futuro.
Come indicato dal principio contabile Oic 31, un
evento:
- è probabile quando il suo accadimento è ritenuto
più verosimile del contrario;
- è possibile quando dipende da una circostanza che
può o meno verificarsi (quindi, il grado di accadi-
mento è inferiore a quello dell'evento probabile);
- è remoto quando ha scarsissime possibilità di
verificarsi, e cioè potrà accadere solo in situazio-
ni eccezionali.
Pertanto, l’accantonamento a un fondo rischi va effet-
tuato per coprire perdite o debiti aventi, alla chiusura
dell’esercizio, le seguenti caratteristiche: natura de-
terminata, esistenza certa o probabile, ammontare o
data di sopravvenienza della passività indeterminati,
ammontare della passività attendibilmente stimabile.
L'accantonamento non va, invece, istituito in presenza
di passività potenziali ritenute possibili o remote.
Per quanto riguarda la domanda riconvenzionale, si
ritiene che, per prudenza, la relativa richiesta non
vada allocata in bilancio fino a quando non vi sia cer-
tezza dell'esito del contenzioso.
Il Sole 24 Ore Lunedì 31 Ottobre 2022 - N. 42
Incentivi
A cura di
Barbara Marini
[2168][502158]
Contributi pubblici percepiti:
così l'obbligo di trasparenza
Un commercialista, che ha come clienti ditte indi-
viduali e società di persone sprovviste di sito in-
ternet, e non iscritte ad alcuna associazione, può
pubblicare sul sito internet dello studio l'elenco
delle suddette imprese, con i rispettivi contributi
pubblici percepiti? Tale pubblicazione assolve
l'obbligo di pubblicità previsto dalla legge?
L'articolo 1, comma 125, della legge 124/2017 ha
previsto, per i soggetti non tenuti a depositare il bilan-
cio al Registro delle imprese, l’obbligo di trasparenza,
sui siti internet o sui siti istituzionali, delle erogazioni
pubbliche fruite, se prive di natura corrispettiva, retri-
butiva o risarcitoria, e di importo complessivamente
non inferiore a 10mila euro.
Con riferimento al quesito, la norma prevede che
un'impresa, laddove sia sprovvista di un proprio sito
internet, possa pubblicare gli aiuti pubblici ricevuti nei
portali digitali delle associazioni di categoria di appar-
tenenza. Pertanto, alla luce del dato normativo, si ritie-
ne che la pubblicità fatta sul sito internet dello studio
del commercialista (in mancanza di proprio sito inter-
net o di iscrizione a un'associazione di categoria) non
assolva correttamente agli obblighi di pubblicità.
Condominio
A cura di
Augusto Cirla
[2169][502719]
Le maggioranze per abolire
il servizio di portierato
Il nostro condominio è composto da 15 unità im-
mobiliari: ci sono 13 appartamenti e due negozi
senza accesso dalla portineria, ma con tre finestre
con grate poste nell'atrio comune.
A breve si terrà un'assemblea per decidere,
nell'ipotesi del pensionamento del portiere, se so-
stituirlo con una nuova assunzione o sopprimere
il relativo servizio.
Premesso che il nostro condominio è privo di un re-
golamento, se si volesse sopprimere il servizio del
portiere quali sarebbero le maggioranze per deli-
Il Sole 24 Ore Lunedì 31 Ottobre 2022 - N. 42
n. 42
berare? Il proprietario dei due negozi ha diritto alla
votazione oppure no, considerando che non ha un
accesso diretto alla portineria anche se ha le tre fi-
nestre che affacciano sull'atrio condominiale?
Il servizio di portierato può essere soppresso, così
come istituito, con una delibera dell’assemblea ap-
provata con la maggioranza degli intervenuti porta-
tori di almeno la metà del valore millesimale dell’edi-
ficio (articolo 1136, secondo comma, del Codice ci-
vile). La soppressione del servizio costituisce infatti
materia attinente esclusivamente alla vita organiz-
zativa interna, anche qualora da essa consegua il ve-
nire meno del vincolo di destinazione dei locali co-
muni adibiti ad alloggio del portiere.
Quanto al diritto dei proprietari dei negozi con ac-
cesso dalla strada di partecipare alla votazione, in
considerazione del carattere di comune interesse
da attribuire al servizio in questione (attività di cu-
stodia e vigilanza), e ritenuto che i relativi oneri deb-
bano essere sopportati pure dai proprietari di tali lo-
cali, è corretto che anche loro partecipino alla vota-
zione riguardante la soppressione del servizio.
Per essere esclusi dalla partecipazione alla spesa
inerente al servizio - e dunque dalla votazione - oc-
corre dimostrare l'esistenza di circostanze, certe e
oggettive, che il medesimo servizio sia svolto sola-
mente nell'interesse dei proprietari degli apparta-
menti, con assenza di qualsivoglia utilità nei con-
fronti dei locali esterni ( Corte di appello Genova,
sentenza 948 del 22 settembre 2021).
A cura di
Pierantonio Lisi
[2170][501993]
Il comportamento scorretto
dell'inquilino vicino di casa
Abito in un condominio dove ci sono due apparta-
menti per piano. Il mio vicino di casa, che detiene
l'appartamento in locazione, lascia abitualmente
la scarpe sul pianerottolo nonostante io abbia
cercato più volte, gentilmente, di dissuaderlo da
tale comportamento che, oltre a non essere deco-
roso, è contro il regolamento. L'amministratore
lo ha richiamato verbalmente, ma tutto ciò non è
servito a niente.
Che cosa posso fare per risolvere il problema? Il
padrone di casa può in qualche modo essere coin-
volto?
Nel caso in cui il conduttore di un’unità immobiliare
condominiale ponga in essere condotte contrarie
al regolamento di condominio o, in ogni caso, faccia
un uso improprio delle parti comuni, il locatore-pro-
prietario di quell'unità immobiliare, oltre che lo stes-
so conduttore, può essere chiamato a risponderne.
Il conduttore insensibile agli inviti e alle diffide po-
trebbe essere convenuto in giudizio e condannato
a cessare la condotta illecita, con la fissazione da
parte del giudice della somma dovuta per ogni suc-
cessiva violazione. Al proprietario-locatore, invece,
potrebbe essere chiesto il risarcimento dei danni
conseguenti all’inerzia nell’attivazione dei rimedi
contrattuali contro il conduttore.
Nel caso descritto dal lettore, sarebbe più efficace
l’azione contro il conduttore, ferma restando la pos-
sibilità di convenire in giudizio anche il locatore.
l’esperto risponde
Trattandosi di controversia sulle modalità d’uso
delle parti comuni, la competenza sarebbe del giudi-
ce di pace.
[2171][502294]
Tutti sono tenuti a pagare
la perizia sul 110 per cento
Lo scorso anno un condominio, costituito da 12
appartamenti e tre locali commerciali, questi ulti-
mi di un unico proprietario, ha deliberato lo studio
di fattibilità per il bonus del 110 per cento.
Lo studio, approvato all'unanimità per un costo
di 250 euro per ogni unità immobiliare, ha dimo-
strato che il bonus non si può ottenere e, pertan-
to, l'ingegnere che lo ha redatto ha emesso fattu-
ra per il suo compenso. Come dev'essere suddivi-
so l'importo della fattura? Preciso che nel docu-
mento sono compresi anche i locali commerciali
e che il loro proprietario si è opposto al pagamen-
to, affermando che il bonus 110% non avrebbe
portato benefici alle sue proprietà.
Ai fini della ripartizione delle spesa, non è rilevante
la circostanza che il corrispettivo del professionista
sia stato determinato in ragione di un tanto per ogni
unità immobiliare. La ripartizione andrà in ogni caso
effettuata nel rispetto del criterio legale applicabile.
In proposito si osserva che la giurisprudenza si mo-
stra restia a considerare rilevante la circostanza che
alcuni condòmini non traggono da un certo inter-
vento alcun beneficio, nemmeno quando si tratti di
interventi non necessari, ma solo utili e per alcuni
condòmini soltanto.
Stando alle pronunce più recenti della Cassazione,
infatti, le spese per l’isolamento dei muri perimetrali
si ripartiscono per millesimi tra tutti i condòmini,
compresi quelli che non ne traggono alcun concreto
beneficio (da ultimo, Cassazione, sezione II, 20 apri-
le 2021, n. 10371, a proposito della partecipazione
dei proprietari dei locali interrati alle spese per la re-
alizzazione di un cappotto termico). Il criterio appli-
cabile ai lavori si estenderà alle spese relative alla
progettazione, anche nel caso in cui i lavori non sia-
no realizzati o non possano essere eseguiti.
[2172][502332]
Il passaggio di consegne
tra gli amministratori
Il 1° luglio 2022, l'amministratore in carica ha ras-
segnato le sue dimissioni, dopodiché l'assemblea
condominiale ne ha nominato uno nuovo. Il vec-
chio amministratore ha l'obbligo di presentare il
rendiconto dei primi sei mesi del 2022 per l'ap-
provazione dell'assemblea?
In base all'articolo 1129 del Codice civile, alla cessa-
zione del suo incarico l'amministratore di condomi-
nio ha l'obbligo di consegnare tutta la documenta-
zione in suo possesso, afferente alla gestione con-
dominiale, al nuovo amministratore e, dunque, an-
che di rendere conto della sua gestione
(Cassazione, sezione II, 24 giugno 2021, n. 18185).
Consegnando i registri e ogni altro documento con-
dominiale in suo possesso, e dando conto delle si-
tuazioni pendenti (debiti e crediti) al subentrante,
l'amministratore uscente rende il conto della ge-
13
stione. Si tenga presente che i registri contabili de-
vono essere costantemente aggiornati nel corso
della gestione (si veda, per esempio, l'articolo 1130,
n. 7, del Codice civile).
Questo non significa, tuttavia, che l'amministratore
uscente debba sottoporre all'approvazione dell'as-
semblea un rendiconto parziale. Cessato dall'incari-
co, infatti, egli non ha né il potere né il dovere di con-
vocare l'assemblea e resta tenuto a eseguire le sole
attività urgenti. Pertanto, se la cessazione avviene
quando il rendiconto dell'anno precedente non è
stato ancora approvato, l'amministratore uscente
deve consegnare al subentrante tutta la documen-
tazione in suo possesso e dar conto delle situazioni
pendenti, restando di competenza del nuovo ammi-
nistratore la predisposizione del rendiconto da por-
tare in assemblea per l'approvazione (il subentran-
te, nella nota sintetica esplicativa, chiarirà che il ren-
diconto è redatto sulla base della contabilità tenuta
dal suo predecessore). A maggior ragione, se l'eser-
cizio non si è ancora chiuso, l'amministratore
uscente non è tenuto a portare in assemblea per
l'approvazione un rendiconto parziale.
[2173][501939]
Il ricorso per la revoca
respinto dal tribunale
Supponiamo che il tribunale rigetti, senza pro-
nuncia sulle spese, il ricorso di un condomino per
revoca dell'amministratore ex articolo 1129, un-
dicesimo comma, del Codice civile.
L'amministratore addebiterà al condominio la
parcella dell'avvocato che lo ha assistito?
Le spese sostenute dall'amministratore per retribu-
ire il suo difensore di fiducia per l'attività svolta nel
procedimento, avviato da un condomino che ne ab-
bia chiesto la revoca per gravi irregolarità (articolo
1129, undicesimo comma, del Codice civile), non
possono in alcun caso gravare sul condominio.
Se, come nel caso in esame, non sono state poste
dal giudice, in tutto o in parte, a carico del condomi-
no o dei condòmini che hanno avviato il procedi-
mento giudiziario, resteranno a carico dell'ammini-
stratore, il quale - se ritiene - può impugnare il prov-
vedimento giudiziale anche soltanto relativamente
al capo relativo alle spese legali.
L'eventuale deliberazione assembleare con cui le
spese in questione fossero poste a carico dei con-
dòmini sarebbe radicalmente nulla, perché relativa
a spesa estranea alla gestione condominiale.
A cura di
Cesarina Vittoria Vegni
[2174][502233]
Regolamento contrattuale
da inserire in tutti gli atti
Sto valutando un acquisto in un nuovo edificio
quasi ultimato. L'impresa costruttrice ha prepa-
rato il testo del regolamento contrattuale per il
futuro condominio, e sostiene che esso verrà alle-
gato al primo atto di vendita e varrà automatica-
mente per tutti gli acquirenti successivi. Questo
14
n. 42
primo atto, appena rogitato, sarà trascritto in
Conservatoria.
Domando se il contenuto di tale trascrizione ri-
guarda legalmente solo questo acquisto oppure
se, dato che l'atto contiene il regolamento, pro-
durrà effetti per sempre anche a favore del con-
dominio, a tutela di giardinetti e vialetti indicati
come parti comuni soggette a uso collettivo per-
petuo, e quindi in favore di tutti i condòmini. Più
in generale, è utile trascrivere un regolamento
condominiale contrattuale?
Il regolamento condominiale contrattuale predispo-
sto dall’originario proprietario-costruttore dello sta-
bile viene solitamente trascritto come allegato al pri-
mo atto di vendita. Per la sua efficacia vincolante nei
confronti di tutti i condòmini, e anche dei successivi
acquirenti, parte della giurisprudenza non ritiene sia
sufficiente la trascrizione (Cassazione, 2104/2016),
così come ritiene che, per vincolare i successivi pro-
prietari, il regolamento dovrà essere richiamato nei
singoli atti di acquisto in modo espresso e chiaro, da
potersi ritenere conosciuto e accettato (Cassazione
19212/2013). Questa seconda tesi giurisprudenziale
è stata recentemente ribadita, ritenendo addirittura
che il richiamo delle clausole regolamentari negli atti
di vendita sia essenziale anche indipendentemente
dalla trascrizione ( Cassazione civile, 4529/2022). Si
fa presente, altresì, che l’orientamento favorevole alla
trascrizione del regolamento condominiale conven-
zionale si basa sulla interpretazione dei limiti alle pro-
prietà esclusive e comuni, da intendere come servitù
atipiche, che, per la loro opponibilità ai terzi acquirenti,
devono essere trascritte ex articoli 2659, comma 1,
n. 2, e 2665 del Codice civile.
Posto ciò, nel caso descritto dal quesito si ritiene op-
portuna la trascrizione del regolamento condominiale
contrattuale, ma in tutti gli atti di acquisto, anche suc-
cessivi, dovrà essere sempre assicurato un espresso
e preciso richiamo al regolamento stesso e alle sue
clausole limitative dei diritti dei condòmini, comprese
quelle relative ai giardinetti e ai vialetti quali parti co-
muni soggette a uso collettivo.
Pubblico
impiego
A cura di
Aldo Ciccarella
[2175][502126]
Il permesso ex legge 104
e la progressione orizzontale
Nel 2021 un'azienda sanitaria ha emanato un bando
per la progressione economica orizzontale secondo
quanto disposto dall'articolo 35 del Ccnl 1998-2001,
comparto sanità, e in base al contratto collettivo inte-
grativo vigente pro tempore. Nella determinazione
dei titoli relativi alla presenza in servizio per gli anni
2018-2019, il bando ha previsto una decurtazione del
punteggio per i dipendenti in permesso ex articolo 33,
commi 3 e 6, della legge 5 febbraio 1992, n. 104.
l’esperto risponde
Può l'amministrazione, in sede negoziale e, in particola-
re, in sede di contrattazione integrativa, penalizzare
i dipendenti che hanno fruito di tale permessi?
In linea generale, si ritiene che l’amministrazione potreb-
be essersi comportata in maniera legittima, in quanto la
determinazione dei titoli, previsti in un bando di concor-
so, rientra nell’ambito della sua discrezionalità, salvo che
tale discrezionalità sia stata resa in modo irrazionale. Per-
tanto, se nel bando di concorso è prevista una decurta-
zione di punteggio per assenze dal servizio, l’amministra-
zione potrebbe far rientrare tra le assenze anche i per-
messi fruiti con la legge 104/1992.
Trattandosi dell’applicazione di una norma contrattuale,
e stante la peculiarità della materia in argomento, per una
parola definitiva potrebbe essere utile sentire l'Aran
(Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche
amministrazioni), cui compete l’interpretazione autenti-
ca delle clausole contrattuali dei pubblici dipendenti.
Lavoro
autonomo
e partite Iva
A cura di
Aldo Forte
[2176][502570]
Sas, se l'accomandante
coadiuva l'accomandatario
Io e mio marito abbiamo una Sas (società in acco-
mandita semplice) che svolge attività di commer-
cio al dettaglio. Mio marito è accomandatario e io
sono accomandante. Mio marito, sulla sua posi-
zione previdenziale Inps, gestione commercianti,
paga i contributi anche per me quale sua coadiu-
vante. Vorrei sapere se sui redditi che eccedono
il minimale anche io, accomandante, sono co-
stretta a pagare i contributi Inps a percentuale.
Dal quesito si evince che il marito della lettrice, socio
accomandatario di una Sas impresa commerciale,
è iscritto all'Inps come titolare commerciante, e che
la moglie, socia accomandante e lavoratrice nell'im-
presa, è correttamente inquadrata, ai fini contribu-
tivi, come coadiuvante.
La normativa prevede che qualsiasi soggetto iscrit-
to alla gestione commercianti debba tenere conto
della totalità dei redditi d'impresa per il calcolo dei
contributi dovuti. Pertanto, anche la contribuzione
della coadiuvante dev'essere calcolata sui redditi a
lei attribuiti dalla società e dichiarati nel quadro RH
del modello Redditi Pf, come ribadito dalla circolare
Inps 66 del 9 giugno 2022. Quindi, anche la coadiu-
vante deve pagare i contributi Inps sui redditi ecce-
denti il minimale.
Il Sole 24 Ore Lunedì 31 Ottobre 2022 - N. 42
A cura di
Pietro Gremigni
[2177][502271]
La prestazione «autonoma»
del lavoratore dello spettacolo
Vorrei sapere che cosa deve fare un soggetto
iscritto all'Enpals (Ente nazionale di previdenza
e assistenza per i lavoratori dello spettacolo), che
effettua una prestazione nei confronti di un clien-
te privato o estero, per adempiere agli obblighi
previdenziali.
Al di fuori dei casi di chi svolge attività musicale autono-
ma, per i lavoratori dello spettacolo che effettuano pre-
stazioni autonome a favore di privati non c’è possibilità
di dare copertura previdenziale alle stesse nella gestione
Inps dello spettacolo, perché la legge non lo prevede.
In questi casi, se la prestazione non è occasionale, oppure
se eccede nell’anno i 5mila euro, i contributi devono es-
sere versati dall’interessato alla gestione separata Inps
compilando il modello fiscale Redditi Pf (quadro RR).
Alla stessa conclusione si perviene nel caso di prestazio-
ne a favore di un committente estero, che non ha titolo
per versare i contributi in Italia a favore della gestione
Inps dello spettacolo. Tuttavia, poiché si tratta di una
prestazione svolta all’estero, e come tale potenzial-
mente suscettibile di copertura previdenziale da par-
te del Paese straniero, se si intende imputare i contri-
buti dovuti alla gestione separata Inps, versandoli di-
rettamente, occorre:
- che lo Stato estero appartenga all’Unione europea;
- che l’interessato chieda all'Inps il rilascio del certificato
A1 per la prestazione estera;
- che si effettui il versamento dei contributi direttamente
alla gestione separata in sede di dichiarazione fiscale.
Previdenza
e pensioni
A cura di
Giuseppe Argentino
[2178][502315]
Opzione donna sempre salva
se il diritto è acquisito
Ho maturato i requisiti per l'accesso a opzione
donna (ho 62 anni e 37 anni di anzianità lavorati-
va, certificati da Ecocert) ma vorrei lavorare an-
cora due anni. Nel caso in cui l'opzione donna non
fosse rinnovata (scade a fine 2022), il diritto ac-
quisito sarebbe comunque esercitabile nei pros-
simi anni oppure decadrebbe?
Con riferimento al quesito, l’Inps, con ripetuti
orientamenti interpretativi della normativa con-
Il Sole 24 Ore Lunedì 31 Ottobre 2022 - N. 42 15

n. 42 l’esperto risponde

cernente la cosiddetta “opzione donna”, da ultimo

con il messaggio 169 del 13 gennaio 2022, ha spe- espertorisponde.ilsole24ore.com
cificato che «il trattamento pensionistico in esa-
Istruzioni per l’uso
me, relativamente alle lavoratrici che hanno perfe-
zionano i prescritti requisiti entro il 31 dicembre Il sito dell’Esperto risponde
2021, può essere conseguito anche successiva-
mente alla prima decorrenza utile». Tale orienta- Il servizio di risposta ai quesiti del Sole 24 Ore
mento era stato espresso dall’Inps fin dalla circo- è online con nuovi servizi e funzionalità evolute.
lare 11 del 29 gennaio 2019, che aveva presentato
tale “opzione”, nel testo dettato dall’articolo 16
della legge 26/2019, di conversione del Dl
4/2019, poi modificato da norme successive e, da
ultimo, dall’articolo 1, comma 94, della legge
234/2021 (di Bilancio per il 2022).
In base alla normativa vigente, il diritto al trattamen-
to pensionistico anticipato è riconosciuto, secondo Per inviare un quesito
le regole di calcolo del sistema contributivo previste
dal Dlgs 180/1997, nei confronti delle lavoratrici Gli utenti registrati possono, come sempre, inviare un
che entro il 31 dicembre 2021 hanno maturato quesito gratuito oppure acquistarne uno con garan-
un’anzianità contributiva non inferiore a 35 anni, e zia di risposta entro 72 ore lavorative dall’accettazio-
un’età pari o superiore a 58 anni, se lavoratrici di- ne del quesito. Agli utenti verrà recapitata una notifi-
pendenti, e a 59 anni, se liquidano la pensione in una ca per ogni fase di lavorazione del quesito, visualizza-
delle gestioni dei lavoratori autonomi (artigiani, bile sul sito ma anche via e-mail. L’utente che ha
commercianti, coltivatori diretti, mezzadri e coloni). inviato un quesito, entrato a far parte dell’archivio
Si tenga inoltre presente che, ai fini del consegui- dell’Esperto risponde, riceverà, inoltre, una notifica
mento della pensione, è richiesta la cessazione del nel caso in cui quella risposta venga aggiornata.
rapporto di lavoro dipendente, mentre non è neces-
saria la cessazione dell’attività di lavoratrice auto- Per cercare una risposta
noma. Va, infine, precisato che, per quanto riguarda
il perfezionamento del requisito contributivo, si va- È possibile consultare l’archivio dei quesiti, effet-
luta la contribuzione a qualsiasi titolo versata o ac- tuando una ricerca per parola chiave.
creditata in favore della lavoratrice, fermo restando
il perfezionamento del requisito di 35 anni di contri-
buzione al netto dei periodi di malattia, disoccupa-
zione e/o prestazioni equivalenti.

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16 Il Sole 24 Ore Lunedì 31 Ottobre 2022 - N. 42
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