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LE EUMENIDI

di Fernand Garnier
traduzione di Sara Semprini e Marco M. Pernich
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La scena è all'entrata di un ponte, ai piedi di alte scogliere. Si sente lo scorrere del torrente che attraversa le
valli vicine. La luce è quella di una notte d'estate dove si mescolano il blu e l'argento. L'atmosfera è grandiosa
e terribile.
Compare a poco a poco un gruppo di vecchie. Sono le Eumenidi.

EUMENIDI
Noi siamo le vecchie che custodiscono le montagne delle aurore.
Noi siamo le ombre che vegliano sugli antri sulle sorgenti e sui boschi.
Noi siamo i mani del Vercors.

Noi andiamo di giorno e di notte vestite di nero,


ora fondendoci col profondo delle tenebre
ora raccogliendoci nel sole, luce delle nostre pupille.
Noi custodiamo i colli le gole e i passi.
Noi apriamo e chiudiamo le porte.
Nulla che noi non accettiamo passa il ponte.

Perchè ci sono dei luoghi al mondo


dei monti e delle valli
dei nomi dove mormorano voci che si credevano perdute,
voci sepolte che rinascono con la notte.
Ci sono paesi di pietre piantate incise con le unghie
da coloro che gli hanno sacrificato la vita.
Ci sono paesi di ricordi e di memorie.
Ci sono territori dove non si entra se non con la fede
dovuta ai santuari.

Ascoltate i nomi di questa gloriosa geografia!

Bouvante Valchevriere Lente e le loro foreste che la luce bagna.


Herbouilly La Serre La Balme e Rencurel,
Malleval e la Gola Nera Marignac e Gervanne.
Dove la morte getta peonie sull'abisso
Font d'Url e Beaufort, La Luire e La Chapelle,
dove le calciti bianche cadono dalle volte delle caverne
come sudari gettati su corpi suppliziati
che si sotterra di nascosto.
Lombleze e l'Infernet, Archiane,
e le sue fanfare di sangue sul monte.
Espenel e Benevise, Ambel e Beauvoir,
che alzano dal fondo di grandi specchi
di giovani belli e morti
Lans Vilard e Saint-Nizier
raggrumate nella pietra le grida dei fucilati,
Peyrouge, La Sambue, Les Ecouges e Combelle,
dove il sole ritaglia statue tombali d'argilla e di fango,
La Vernaison Laval Veone e Vercheny
che vanno alla deriva su una luce di rinascita e d'infinito
Saint-Julien, Pont des Oules, Saint-Martin
dove fantasmi di bambini giocano nel mattino,
Montmiral, Saint-Agnan, Presles e Font Payanne,
Fontaine Juillet dove ogni anno le sorgenti
singhiozzano come donne,

nomi dei paesi che ci circondano


nomi dei Paesi Bassi e Alti
polveri d'oro cadute da una notte di neve
noi celebriamo questa sera la vostra grandezza.

Da una parte e dall'altra di questo ponte i morti e i vivi s'incontrano.


Compare una vecchia

EUMENIDI
Ecco arrivare la nostra zoppa.

LA MADRE
Chi siete voi che mi assomigliate e insieme mi fate paura?
Non vi ho mai viste qui.

EUMENIDI
E'che tu per di più sei cieca.

LA MADRE
Rispondete!

EUMENIDI
Noi siamo le figlie del Terrore, le figlie dell'Ombra e della Terra. Quando montiamo in furia quando
ci trascina la vendetta noi siamo le Erinni. Allora noi perseguitiamo e torturiamo senza pace la nostra
preda. Ma quando al contraio è il perdono che ci abita noi siamo quelle che comprendono e che
accolgono siamo le Eumenidi. Parla, t'ascoltiamo.

LA MADRE
Siate benevole vi prego. Perchè vengo come ogni anno a passare qualche giorno nel Vercors.
Vengo in pellegrinaggio sulla tomba di mio figlio. E questa è l'utima volta vero?.

EUMENIDI
Continua. Decideremo.

LA MADRE
Sono stanca. Cammino da così tanto tempo. Di questo paese conosco tutte le strade tutte le vie tutti i
sentieri. Cinquantanni che cammino tra il paese in alto e il paese in basso.

EUMENIDI
E cosa cerchi?

LA MADRE
Vorrei riposo.

EUMENIDI
Tuo figlio è morto e tu sei viva. Nel tuo cuore di madre non gli parli ogni giorno? Se stasera lo
incontri sei morta, senza dubbio.

LA MADRE
Sono venuta per questo.

EUMENIDI
Bene che tu sia esaudita: ecco qua.
Appare un giovane. E' vestito da partigiano. Attorno a lui un'aura d'eroe antico. E' Antoine.

ANTOINE
Madre...

LA MADRE
No, non dire nulla. Comincio io.

ANTOINE
Zoppichi?

LA MADRE
Quando sei partito non si vedeva ancora. Ti ricordi? Il 5 Novembre la Gestapo e la milizia ci hanno
arrestati, tuo padre in tipografia e io in casa. Ci hanno trascinato all'Hotel Martin. Le celle erano al
primo piano e la camera di tortura in fondo al cortile nel garage. Tuo padre non ha parlato. E loro lo
hanno fatto a pezzi. A me m'hanno tanto picchiata che sono diventata blu. Credevano che fossi
morta e hanno smesso, dopodichè mi hanno liberata. Quando sono tornata tu m'hai annunciato la
tua partenza.

ANTOINE
Madre io non potevo accettare....

LA MADRE
Dopo mio marito perdere mio figlio? No basta. E t'ho maledetto.

ANTOINE
Capisco. Spesso ho pensato a te.

LA MADRE
Non avevo ragione? Non sei più tornato. Racconta.

ANTOINE
Grazie al fattore, nostro vicino, che faceva da tramite tra la Valle della Rhone e la montagna, sono
arrivato al campo di Malval. Là ho trovato dei Francesi e dei Polacchi che s'erano rifugiati a Villard-
de-Lans nel 1939. Eravamo una bella compagnia. Con loro il mio cuore si calmava a poco a poco. Ci
restava la volontà di vincere la guerra e di restaurare la libertà per la quale mio padre aveva dato la
vita. Credo che non sia passato nemmeno un giorno senza che io pensassi a lui e al suo sacrificio.
Tutto era chiaro. Camminavo sulle sue tracce. La vita era dura in montagna. Ma l'inverno la neve e
il freddo ci riavvicinavano.
A fine gennaio il campo è stato accerchiato e attaccato, sicuramente siamo stati traditi.
22 miei compagni sono stati uccisi in combattimento otto bruciati vivi in una stalla. Io sono scappato
con gli altri. Ho visto la primavera in montagna i suoi primi fiori: i crochi e i bucaneve, poi
l'esplosione dei narcisi e dei bottoni d'oro, dei geranei e delle centauree nei prati. La prospettiva
della vittoria e l'eventualità della morte non mi lasciavano mai.
Inizio giugno: ci siamo fermati in una frazione di Manoir. Io aiutavo la più grande dei bambini,
un'adolescente che si chiamava Blanche, a fare i compiti. Avrei voluto diventare insegnante dopo la
guerra. Arrossiva ogni volta che le indicavo col dito una parola sul suo quaderno. In Luglio i Nazisti
hanno dato l'assalto all'altipiano. Io sono stato ferito alla coscia sinistra e portato all'ospedale di
Saint-Martin. Quando è arrivato l'ordine di evacuare l'ospedale, abbiamo preso la strada per Die.
Ma là il primario non ha potuto tenerci: erano stati annunciati i nazisti.
Noi siamo risaliti sul Vercors. E siamo stati messi in una grotta della Luire. La ferita che mi faceva
male e la precarietà della nostra condizione mi ricordavano le tue paure. I soldati tedeschi sono
comparsi nel tardo pomeriggio. Io sono stato caricato con altri feriti su un carretto. Lungo la starda
abbiamo incontrato un gruppo di paracadutisti nazisti il cui ufficiale ci ha fatto tornare indietro a urli.
Siamo stati riportati alla grotta e buttati giù dal carretto. Ci hanno strappato le fasciature e le
ingessature. Un soldato mi si è avvcinato. Era grande, molto grande. Ho visto passare
un'incertezza nei suoi occhi neri. Avrei voluto che il seguito non arrivasse più. Avrei voluto non
fosse mai arrivato fin lì. Gli ho detto: "Non uccidermi". Lui ha sparato. Man mano che perdevo
sangue vedevo il suo corpo scurire diventare un'ombra e svanire. Soffrivo per lui e per me. In
quell'attimo ho pensato: io sono morto e lui è vivo. Lui è morto e io sono vivo.

LA MADRE
Allora non me ne vuoi?

ANTOINE
E tu?

LA MADRE
No. Il tempo e il dolore hanno trasformato il mio cuore. Non desidero altro che amarti e essere
amata come quando sei apparso nella mia vita.

S'avvicina un giovane soldato. Potrebbe essere il gemello di Antoine. E' vestito in divisa di paracadutista
tedesco dell'esercito nazista. Il suo abbigliameto ha qualcosa d'atemporale,come quello d'Antoine.
LE EUMENIDI
Ecco qui un altro che cerca proprio lui. I suoi vestiti ci dicono che è straniero in questi luoghi. Bello
sconosciuto sei forse il figlio di un re decaduto che torna al paese dei suoi fratelli?

KURT
Non prendetemi in giro vecchie. No, non abbiate paura!

LE EUMENIDI
Paura noi? Abbi paura per te piuttosto che non sai verso quale mistero ti portano i tuoi passi. Cosa
vuoi tu che vieni dal paese dei morti?

KURT
Ho una lettera per mia madre. Una lettera che le ho scritto prima della mia morte. Vorrei che gliela
faceste avere. Vago in questo paese da così tanto tempo.

LE EUMENIDI
Come sei arrivato qui? E chi sei tu? Non hai l'accento di qui.

KURT
Mi chiamo Kurt Ungrund. Sono nato vicino a Goerlitz in Sassonia-Anhaalt nel villaggio di
Seidenberg, non lontano dalla frontiera della Boemia. Mio padre era calzolaio e mia madre nata
Richter figlia del pastore di Seidenberg. Mia madre era una donna austera che sognava per me un
destino eccezionale. Convinta che gli eroi vanno direttamente in cielo alla loro morte, accolse con
gioia la guerra ed è con fierezza che mi ha visto indossare la divisa. Fui arruolato in una unità di
paracadutisti che praticava una selezione molto severa. Io robusto di costituzione ho superato senza
colpo ferire le prove. Ed è così che sono arrivato nel luglio 1944 sulle Alpi Francesi. Là le montagne
sono tanto belle quanto in Sassonia e in Boemia. Io mi sentivo a casa.
Purtroppo queste montagne sono abitate da dei maiali che non hanno che un'idea: distruggere la
Germania. Le stragi che abbiamo seminato in queste campagne sono davvero inimmaginabili.
Abbiamo ucciso senza tregua tutto ciò che era vivo: uomini, donne bambini e animali. Nessun grido
nessuna supplica hanno avuto ragione della nostra determinazione. Se fosse stato possibile trascinati
dal furore, avremmo ucciso anche gli alberi. Tutto intorno a noi i cadaveri cospargevano i campi le
case bruciavano e il vento soffiava.
Ci sono in questo paese che si chiama Vercors dei cavalli così belli che avrei voluto se voi non foste
stata così lontana offrirvene uno. Io pensavo in particolare....

LE EUMENIDI
Il tuo delirio ti riprende? A chi parli?

KURT
A mia madre e a mio padre, scusatemi.

LE EUMENIDI
C'è un'altra madre qui davanti a te. Il padre invece è ancora assente. Prosegui.

KURT
Pensavo in particolare a quella giumenta bianca che è scappata dalla sua scuderia in fiamme il giorno
del nostro arrivo. Mentre noi abbattiamo il contadino e la sua famiglia, una sfilza di bambini urlanti,
lei vagava ai margini della foresta contrappuntando il nostro lavoro di un canto così terribile che
avevo i brividi. Ripassando di là qualche giorno dopo ci siamo fermati per riposarci. Una ragazzina
dal viso annerito agonizzava tra i resti della fattoria. La giumenta è riapparsa. Uno dei miei camerati
ha sparato una raffica verso di lei ma per fortuna senza colpirla. Lei è scomparsa sotto i faggi.
Intanto i combattimenti proseguivano. Noi abbiamo ricevuto l'ordine di circondare una grotta dove
s'erano rifugiati dei terroristi. Li aveva scoperti uno dei nostri aerei da ricognizione. Si trattava di
un ospedale con feriti medici e infermieri. Noi li abbiamo sterminati sotto l' enorme volta dove
avevano trovato rifugio. Quanti giovani abbiamo massacrato, non saprei dirlo. C'era nel giustiziarli
un misto di crudeltà di piacere e di terrore. Sono nostri nemici mi dicevo. Nel momento in cui siamo
attaccati su tutti i fronti tentano dall'interno di precipitarci nella sconfitta. Il colpo partiva e il corpo
cadeva nel burrone. Tutto andava bene fino all'istante in cui mi sono trovato davanti a lui.

LE EUMENIDI
Lui?

KURT
Non interrompetemi! Vi prego. Lui era sdraiato sull'erba del terrapieno la testa appoggiata su uno
zaino. Ho guardato il suo corpo giovane, la sua barba di molti giorni, la fatica e la fame che
s'impigliavano sul suo viso. Aveva occhi verdi ed era biondo. I nostri sguardi si sono incrociati:"Mi
chiamo Antoine: non uccidermi".

LE EUMENIDI
Verso Antoine e sua madre.
Non muovetevi.
A Kurt.
T'ha fatto dono del suo nome?

KURT
Sì. Dono spaventoso. E' passato un secondo un lampo una vertigine. Ho rivisto Goerlitz,
Seidemberg, i monti della Boemia, mia madre, e il suo sguardo su di me bambino. Ho sparato.
Una macchia di sangue è affiorata alla superficie del suo corpo. I suoi occhi non mi lasciavano non mi
lasciavano. Ho pensato:"Ho ucciso il mio angelo".
Il suo corpo è stato gettato nel precipizio vicino. La notte stessa Antoine m'è apparso in sogno. Si
chinava su di me. E io singhiozzavo al punto che mi sono svegliato. Il mio volto era intriso di
lacrime. Improvvisamente la guerra mi è diventata insopportabile. Era successo qualcosa dentro di
me che ribaltava tutto: le idee di mia madre, i discorsi dei miei capi, le loro folli conquiste. Una
chiamata faceva tremare il mio corpo. Ho passato tre giorni in preda a un sentimento di apocalisse e
d'orrore. Vedevo che il carnaio che mi circondava era l'immagine della mia anima.
Quella notte noi abbiamo bivaccato in piena foresta, dietro il colle di Lachau. Mi sono svegliato verso
mezzanotte. Avevo visto ancora Antoine in sogno. Mi sono alzato. La sentinella sfinita s'era
addormentata. Le nuvole si sfilacciavano sopra la foresta. La luna è apparsa come sui monti della
Boemia. E' allora che è ricomparsa la giumenta del mio primo giorno sul Vercors.
Era pallida.

LE EUMENIDI
Noi riconosciamo Demetra d'Arcadia, la spietata Erinni, nostra sorella, colei che esercita la giustizia
infernale.

KURT
M'avvicino. Lei s'allontana. Io la raggiungo. Salto. Mi trascina via come un'acqua turbinosa. Dietro
di noi risuonano esplosioni. Lasciamo la foresta. Eccoci al falsopiano, le erbe dei prati, il vento che
soffia su Fort d'Urle. La giumenta sale verso il valico. Il Diois s'apre sotto i suoi passi. Scocca un
lampo. Resto un momento sospeso su un libro immenso fatto di stelle e di tenebre. Poi mi tuffo tra le
sue pagine. E mi schianto sulle rocce.
Da allora vago in queste foreste straniere.
Vorrei far arrivare questa lettera a mia madre per dirle che ingannandosi m'ha ingannato. Vorrei
ritrovare Antoine.

LES EUMENIDES
Antoine? Vuoi rivederlo?

KURT

LE E UMENIDI
E' là. Guarda.

Antoine appare a Kurt. S'avvicinano l'un l'altro. Le loro mani si cercano come in sogno.

KURT
Perdono, io ti chiedo perdono.

ANTOINE
Io ti perdono.

LE EUMENIDI
A Kurt.
Non credere di lasciarci ancora. Il più terribile, che tu ignori, deve ancora venire. Se abbiamo capito
bene è qui che s'avvicina. Viene dal mondo dei vivi.
Appare un uomo.

Chi sei tu che t'aggiri questa sera intorno al ponte? Sembri giovane eppure sei vecchio. A dire il
vero sei senza età.

IL PADRE
La mia vita s'è fermata il giorno che sapete. Da allora mi torturate. Vi riconosco. Voi sorgete nel
cuore del mio sonno e trasformate le mie notti in incubi. Eppure voi sole potete calmare i miei
rimorsi.

LE EUMENIDI
Parla.

IL PADRE
Unitevi alla mia sofferenza perchè in verità io sono alla fine.

LE EUMENIDI
Racconta. Loro devono sapere quello che sopporti.

IL PADRE
Io posso raccontarvi solo ciò che mi hanno raccontato perchè io non ero presente agli avvenimenti.
Ma in seguito li ho rivissuti mille volte nel pensiero. E ad ogni rievocazione il mio cuore si dilania.
Aiutatemi.
Quella primavera, era il 1944, ho deciso di mandare tutta la mia famiglia presso i miei genitori che
abitavano in una fattoria a Manoir, sull'altopiano del Vercors. Quindi mia moglie è partita con i
nostri quattro bambini: Blanche di 12 anni, Christiane 7, Marion 4 e Daniel neonato. Pensavo che
sarebbero stati al sicuro.
Il mattino del 21 luglio un aliante tedesco s'è posato poco lontano dalla fattoria in mezzo ai campi.
Un gruppo di giovani soldati entra quasi subito urlando nella casa. Uccidono mio padre. Mia madre
sviene. Mia moglie e mia sorella si rifugiano in una camera con i bambini. I soldati ci buttano
dentro una bomba incendiaria. Muoiono tutti bruciati vivi tranne Blanche che è sepolta sotto i corpi
aggrovigliati di sua madre e della zia, schiacciate a loro volta da una trave.

Ed io, io non ne sapevo niente.

Passano le ore, i giorni. Blanche è sola nel puzzo d'incendio. Le mosche invadono le rovine e
ronzano sopra di lei. Il quarto giorno i soldati tedeschi tornano alla fattoria. Blanche non ha bevuto
nè mangiato. E' sempre più debole. Li chiama. "Dissetate il mio corpo. Inumidite le mie labbra".
Loro ridono davanti al suo volto annerito. Si siedono qualche metro più in là. Approno i loro
tascapani e festeggiano.

Ed io, io non ne sapevo niente.

Il quinto giorno un prete e un contadino arrivano a Manoir. Ma non ci sono che macerie. Stanno per
ripartire quando un lamento li trattiene. Sarà un animale?
S'avvicinano, frugano e trovano Blanche imprigionata. Con quanta cura versano le prime gocce sulle
sue labbra secche. L'acqua s'apre un passaggio nella sua gola e scende fino al suo corpo tumefatto.
Arriva in rinforzo un gruppo di vecchi. Liberano Blanche a gran fatica. La caricano su una carriola.
Per i sentieri incavati nei boschi di Saint-Agnan, tra i sobbalzi e le pietre, in mezzo alle pozzanghere e
ai solchi, vaga sotto le stelle uno strano corteo.
E' Blanche del Vercors che torna al paese dei vivi.
Ma la sua gamba s'è gonfiata e penzola fuori dalla carriola e semina vermi.

Ed io, io ero lontano.

Blanche è a Vassieux dove si sopravvive in mezzo alle rovine. Marie la panettiera si china su di lei.
Le disinfetta le piaghe e le dà un po' di cibo. Ma non ci sono dottori. I combattimenti hanno tagliato
i collegamenti. Blanche sente la morte che sale su di lei. Mi chiama: "Papa, sto morendo. Tu non sei
qui. Quanto bisogna soffrire. Papa, ho bisogno di te. Il ventre le si gonfia. A mezzogiorno grida:
"Mi fa male il collo. Mi fa male la testa!" Allora come la fenice lei raccoglie un po' d'erba. Si
costruisce un nido di ramoscelli profumati di erbe del Vercors che ha attraversato effimera, e senza un
grido si consuma lentamente su di sè.

Blanche è morta all'alba del settimo giorno in quell'ora in cui la luce fa bianchi i contrafforti del
Vercors, quell'ora in cui io ancora non so niente.

Ah datemi a piene mani dei gigli perchè copra coi loro fiori abbacinanti i resti di mia figlia.
Datemi a piene mani gigli perchè ne spenga il mio tormento.

KURT
Come potrò espiare un tale orrore?

LE EUMENIDI
A Kurt. Quella ragazzina dal viso annerito che hai visto tra le rovine era Blanche. Era la tua anima.
Quella famiglia che tu e i tuoi camerati avete massacrato era la sua. Era te.

KURT
Mi si potrà mai perdonare? . Mi credevo salvo e eccomi rotolare verso il fondo di un abisso ancora
peggiore.

LE EUMENIDI
Così fa luce la coscienza.

KURT
Come ho potuto ignorare tutto? Così si spiega l'inferno a doppio fondo che attraverso.

LE EUMENIDI
Eppure tu sapevi tutto fin dall'inizio. Il tuo nome dice tutto. Non parlargli. Non ancora. Ha bisogno
delle parole di una madre. Di quella madre che t'è mancata.

LA MADRE
Al Padre. Sono stata prigioniera della stessa soffferenza. Anch'io ho conosciuto la disperazione.
Tutti noi abbiamo avuto al fianco la tristezza l'angoscia e il dolore. State in pace.

LE EUMENIDI
Voi ormai sapete tutto ciò che vi unisce, tutti e quattro.

Proprio nell'ora di cui parlava.


La sera cade su Vassieux, sul Vercors.
Nel palazzo deserto non si sente altro che i lamenti e i gemiti delle donne.
Su tutti i bastioni e da ogni lato la fortezza è in fiamme.
I barbari bevono nel cuore delle rovine.
Sono ubriachi e cantano nella notte.

In tutta la pianura intorno si sentono i colpi.


Che fare? Come aiutare gli assediati, come soccorrerli?
Dal Royans, dal Diois, da Grenoble e da Gresse s'alzano gli sguardi.
Quali fiotti di sangue pulsano nelle gole?

Dappertutto i barbari colpiscono e uccidono i bambini.


Violentano e fanno morire le madri.
Rinchiudono gli uomini nei forni e nei porcili. Lì li bruciano e li riducono in cenere.
Altrove picchiano a morte coi bastoni le loro vittime.
Strappano occhi. Strappano gambe e braccia. Castrano.
Squartano e impiccano.

Ma quelli che il destino getta in una valle oscura,


precipita in un baratro che s'apre al fondo dello stesso abisso,
quelli che l'avversità non fa che curvare,
quelli che abitano la disperazione gioiosi e sereni,
quelli non depongono le armi . Si battono.
Perchè in loro cresce una presenza.
E l'aurora si leva infine sui monti del Vercors.
una luce fa zampillare le sorgenti e navigare le nuvole,
fa battere i cuori, illumina gli intelletti.
Mentre le truppe alleate sbarcano in Provenza e risalgono il Rodano dalle acque blu
i barbari vinti se ne vanno a Nord.

Allora si vedono in pieno luglio scendere dal Vercors


emergere dalle acque bianche e verdi
dalle grotte e dalle voragini
dalle foreste e dai prati
da quei luoghi dove la speranza ha ritrovato le sue fonti
si vedono scuotersi sorgere e avanzare
uccelli vestiti di neve immacolata
portano il diadema di cinabro rosso e argento.

Ci sono nel loro corteo


la cicogna che trascorre l'inverno nell'altro emisfero
l'airone bianco che distrugge il serpente
l'ibis che guarisce dalla sventura
l'airone porpora che porta il sole sulle sue ali,
la gru coronata che canta e danza l'amore in modo così sublime che lo spettatore che sorprende ne va
in estasi.

Con i trampolieri
viene una vergine, quasi ancora bambina
Blanche vestita di lutto e di speranza
Bianca della morte che l'ha rapita
e Bianca della vita che riporta.
Il corteo dei trampolieri e la ragazza passano lentamente.

LA MADRE
Ecco un giglio fiorisce in montagna.
E la notte finisce.
La luce scivola dalle alture sulla città.
sgocciola sulle ardesie e sulle tegole
fino ai pioppi del torrente.
Le case sospese, di legno vecchio, scricchilano
nella prima luce.
Le piene hanno solcato i prati che scendono verso gli argini.
Ma sulla riva destra le fortificazioni hanno tenuto.

IL PADRE
Delle rose color oro e rame coprono le case.

ANTOINE
E' la mia prima vera notte in montagna.

KURT
Il mondo intero è dentro di me.

LE EUMENIDI
Andiamo. Col giorno che viene è necessario ripartire verso l'invisibile. I morti e i vivi si sono uniti.
Le loro preoccupazioni sono rimosse e i loro conflitti pacificati. Prendiamo la strada che coduce
all'altopiano del Vercors e di là fino alla montagna delle Aurore. Così finisce questo concilio di morte
e d'amore.

Le Eumenidi e i loro compagni spariscono.

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